to giov
Pa
olo
ll
i ns
er
i
Gesù
nell'orto
degli ulivi
Ce
dal
Poste Italiane spa
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
art. 1, comma 1, CN/AN
I Malati
a Loreto
i volti della
sofferenza
an
n. 1 - gennaio 2013
nt
ro Gi vanni
o
IN D I C A Z IONI U T I L I
Orari
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Basilica della Santa Casa
ore 6.15-20 (aprile-settembre)
ore 6.45-19 (ottobre-marzo)
La Santa Casa rimane chiusa tutti i
giorni dalle 12.30 alle 14.30.
Sante Messe
Sabato e giorni feriali
ore 7, 8, 9, 10 ,11 (7.30 in S. Casa)
ore 17 e 18.30 (aprile-settembre)
ore 16.30 e 18 (ottobre-marzo)
Rosario: ore 18 (17.30 ottobre-marzo)
Domenica e giorni festivi
ore 7, 8, 9, 10, 11, 12
ore 17, 18, 19 (aprile-settembre)
ore 16, 17, 18 (ottobre-marzo)
Confessioni
Giorni feriali
ore 7-12.10
ore 16.00-19 (aprile-settembre)
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)
Giorni festivi
ore 7-12.30
ore 16-19.30 (aprile-settembre)
ore 15.30-18.30 (ottobre-marzo)
Adorazione eucaristica quotidiana
Lunedì - Venerdì: 9.30-18; Sabato: 9.30-12
Sagrestia Basilica
Dalle ore 7 alle 12; dalle ore 16 alle 19.
Prenotazioni Sante Messe, stesso orario.
Celebrazione Battesimo
Prima domenica di ogni mese:
ore 17 (Basilica Santa Casa).
Celebrazione Cresima
Primo sabato di ogni mese:
ore 18 (ore 18.30 aprile-settembre)
Presentarsi un’ora prima per la registrazione dei documenti.
Celebrazione Matrimonio
Informazioni presso il Parroco della
Santa Casa: ore 10-12.
Congregazione Santa Casa-Negozio
(a sinistra della facciata della basilica).
Ufficio accoglienza pellegrini e informazioni, prenotazione guide turistiche, con
negozio ricordi e stampe del santuario,
abbonamento alla rivista e iscrizioni alle
Messe Perpetue. Ore 8.30-12.30; 14.3018.30 (15-19 giu­gno-settembre).
Ufficio Postale Loreto
Orario: 8-13.30; sabato 8-12.30.
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Loreto, 20 dicembre 2012
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Milano-Bologna-An­
cona-Lec­ce con disce­sa
Loreto
alle stazioni di Lo­re­to e
Ancona, e Roma-Fal­co­
nara-Anco­na, con servizio di au­tocorriere da
Anco­na *.
Aeroporto “R. San­
zio” di Ancona-Fal­­co­
na­­ra, 30 km da Lo­re­to.
* Servizio Autobus Ancona per Loreto
Feriale: 5.45 - 6.45 - 7.45 - 8.45 - 9.45 - 10.15 - 11.15 - 12.10
13.15 - 14.15 - 15.30 - 16.45 - 17.30 - 18.30 - 19.30 - 22.15
Festivo: 8.00 - 10.20 - 12.40 - 15.00 - 17.45 - 20.15
Servizio Autobus Loreto per Ancona
Feriale: 5.40 - 6.35 - 7.05 - 7.45 - 8.30 - 9.30 - 10.45 - 12.00
13.00 - 13.45 - 15.00 - 16.00 - 17.05 - 18.15 - 20.25
Festivo: 6.55 - 9.20 - 11.40 - 14.00 - 16.40 - 19.15
Servizio Autobus Loreto stazione per Loreto
Feriale: 6.45 - 7.00 - 7.55 - 8.25 - 8.55 - 11.00 - 11.55 - 14.15
15.15 - 16.10 - 17.20 - 18.15
Festivo: 7.55 - 10.55 - 11.45 - 14.15 - 16.20 - 17.05 - 18.15
Servizio Autobus Loreto per Loreto stazione
Feriale: 6.30 - 6.50 - 7.15 - 8.10 - 8.30 - 10.30 - 11.10 - 13.50
14.30 - 15.35 - 16.28 - 17.55
Festivo: 7.35 - 10.35 - 11.10 - 13.50 - 15.35 - 16.30 - 17.55
S
OMMARIO
Editoriale
Qual è la stirpe di Maria?
4
p. Giuseppe Santarelli
La parola dell’arcivescovo
Ester, la bella regina
5 mons.Giovanni Tonucci
In copertina:
Processione con la
statua della Madonna di Loreto,
portata a spalla
dagli aviatori la
notte della "Venuta" del 9-10
dicembre 2012
6
lettere al "messaggio"
Catechesi mariana
La rilevanza della fede per un impegno...
7 fr. Stefano Vita
Spiritualità
9
Una buona bugia
sor. Francesca Entisciò
11
L'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi
12 La verità salverà l'uomo
sr. Maria Elisabetta Patrizi
fr. Samuele Casali
14
La preghiera nella sofferenza:
far battere il cuore al ritmo del suo
Paolo Giovanni Monformoso
15 n. 1 - gennaio 2013
I malati a Loreto
Mons. Decio Cipolloni
“Loreto, dopo Nazaret,
è il luogo ideale per pregare
meditando il mistero
dell’Incarnazione del Figlio di Dio.”
Benedetto XVI
11
15
ogni santità passa a loreto
Beato Gabriele Maria Allegra
17
p. Marcello Montanari
19
inserto giovani
23
il “messaggio” Intervista…
dal Centro
Giovanni Paolo ll
Intervista al Prof. Giovanni Morello
Vito Punzi
storia arte e cultura lauretana
A proposito del foglio 181
del Chartularium Culisanense
24
p. Giuseppe Santarelli
27 17
28
loreto nel mondo
Vita del Santuario
28
30
33
35
36
Colloquio teologico su Giovanni XXIII
Feste Mariane di dicembre a Loreto
Gemellaggio tra le città di Istria e di Loreto
Pellegrinaggio nazionale della Croazia
notizie flash
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
editoriale
Qual è la stirpe
di Maria?
p. Giuseppe Santarelli
- Direttore
C
4
L. Seitz,
Immacolata,
vetrata della
Cappella
Tedesca (1903).
L’Immacolata è
raffigurata alla
sommità dell’albero di Jesse, il
genitore di
David. La seconda antifona dei
Vespri della
festa della
Natività di
Maria recita:
«Dal ceppo di
Jesse è fiorita la
Vergine».
i giunge da qualche lettore richiesta di chiarificazione sulla discendenza della Madonna,
problema di non facile soluzione. Qui si fa cenno alle due più importanti ipotesi a riguardo. La genealogia di Matteo (1, 1-18) non parla di Maria e i vangeli non si preoccupano di precisare se lei fosse discendente di David o di stirpe sacerdotale.
Alcuni autorevoli esegeti fanno osservare che, secondo Luca (1, 26-27), Giuseppe apparteneva sicuramente alla progenie di David e, sebbene non si faccia menzione della discendenza di
Maria, è possibile che anche lei provenisse dalla stessa linea, soprattutto se, come sembra possibile, la genealogia di Cristo che si trova in Luca (3, 23-38) dovrebbe essere costruita proprio a
partire da sua madre. Una conferma di questa ipotesi si trova nell’apocrifo Protovaneglo di
Giacomo del II secolo, dove Maria è detta più di una volta «della tribù di David» (cap. 10-12).
Qui «tribù» va intesa come «stirpe». In alcune antifone della Liturgia delle Ore Maria è detta
della «radice di Iesse» e della discendenza «regale» di David.
La discendenza davidica che Cristo, sul piano legale, ottiene dal
padre putativo Giuseppe e - in questa interpretazione - sul piano
naturale, dalla madre Maria, ha una grande importanza, perché il
Messia, secondo le profezie, doveva provenire dalla stirpe di
David. Si legge, ad esempio, nel vangelo di Giovanni (7, 42): «Non
dice forse la Scrittura che Cristo verrà dalla stirpe di David?».
C’è però un’altra proposta a riguardo che vuole Maria appartenente alla stirpe di Aronne - da cui proveniva la classe sacerdotale
ebraica della tribù di Levi - per il fatto che Maria era parente di
Elisabetta, la quale, come scrive Luca (1, 5), era «discendente di
Aronne». Questa ipotesi è stata approfondita, con nuovi apporti, da
Maria Luisa Rigato nella rivista Theotokos (1980, n° 1, pp. 275-303).
La studiosa tiene presente anche la figura di Giacomo, «il fratello di
Gesù» - cioè parente di lui e di Maria - il quale, secondo una descrizione di Egisippo (II secolo), fu levita sacerdotale, e, attraverso altre
acquisizioni filologiche e archeologiche, giunge alla conclusione
che Maria apparteneva alla classe sacerdotale 18a di Happizzez di
residenza a Nazaret, e partecipava dei suoi privilegi.
Osserva la Rigato: «Ciò spiegherebbe, tra l’altro, il livello culturale biblico con il quale Luca ci presenta Maria sia nell’Annunciazione e sia ponendo sulle sue labbra il Magnificat» (p. 301).
Ambedue le interpretazioni, a ogni modo, collocano la residenza di Maria a Nazaret, nella casa dove è stata concepita, è
nata e ha ricevuto l’annuncio angelico, e dove tornò, dopo la
visita alla parente di stirpe levitica Elisabetta, come annota
l’evangelista Luca: «Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò
a casa sua» (Lc, 1, 56). La casa, secondo la tradizione, trasportata
e venerata a Loreto.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
la parola dell’arcivescovo
Ester, la bella regina
mons. Giovanni Tonucci
- Arcivescovo di Loreto
I
l suo vero nome era Adassa, che in lingua ebraica sovrano, vengono radunate ragazze da
significa “mirto”, ma, nell’esilio presso il regno di ogni parte dell’impero. I responsabili
Persia, era stata chiamata Ester. Orfana di padre e di del palazzo reale ne prendono cura per
madre, era stata allevata da suo zio, Mardocheo, un un lungo periodo, educando le candidate a comportarsi
fedele figlio del popolo d’Israele, il quale cercava di in maniera adeguata, quando fossero in presenza del re
vivere nella fedeltà alla legge di Dio, anche nella situa- e migliorando il loro aspetto, con creme, unguenti e non
zione di lontananza dal Tempio di Gerusalemme e nel sappiamo quali altri intrugli.
disagio di convivere con un popolo diverso, che prati“Ester attirava la simpatia di quanti la vedevano”, e
cava una religione pagana, molto lontana dalla loro.
quando, al termine dei dodici mesi di preparazione, fu
L’ambiente della storia è quello, quasi fiabesco, di condotta presso il re Assuero, questi “amò Ester più di
una corte orientale, con il
tutte le altre donne ed ella
re, sovrano assoluto, che,
trovò grazia agli occhi di
senza limiti da parte di neslui”. La giovane ebrea ricesuno, prende decisioni
vette dal re la corona regasulla vita e la morte dei
le e fu proclamata regina.
suoi sudditi; con una regiFiero della sua scelta,
na capricciosa che, avendo
Assuero indisse grandi
offeso la sensibilità del re,
feste, invitando tutti i prinviene spogliata delle sue
cipi e i ministri, per esibire
prerogative e sostituita con
la sua nuova compagna.
un’altra donna, anch’essa a
Nessuno però sapeva che
scelta libera del re; con
Ester era di origine ebrea,
ministri astuti e cinici, il cui
perché Mardocheo le
solo interesse sembra esseaveva detto di tenere la
re quello di conquistare le
cosa nascosta.
grazie del sovrano, per fare
Ora Ester era giunta al
soldi e carriera. Un mondo,
massimo del successo
in definitiva, molto lontano
umano. Ma proprio in quel
dal nostro, eppure così vicimomento, il primo minino, al punto di sembrare
stro del re, Aman, stava
contemporaneo.
tramando contro il popolo
La fortuna di Ester nasce
ebraico. La sua antipatia
dalla disgrazia di Vasti, la
era stata provocata dall’atregina ripudiata dal re
teggiamento di MardoAssuero, offeso per il rifiucheo, che, per rispetto alla
to di sua moglie di presensua fede in Dio e alla sua
tarsi di fronte ai suoi invitadignità umana, rifiutava
ti. Per trovare una nuova
di compiere nei confronti
regina, che fosse degna di Ludovico Seitz, Ester davanti al re Assuero, Loreto,
di Aman quei gesti di
comparire a fianco del Cappella Tedesca (1992-1902).
venerazione e di adulazioIl Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
5
lettere al “messaggio”
6
ne che egli voleva che gli fossero
attribuiti. Il risentimento di Aman
divenne presto un rancore sordo, il
rancore divenne odio e, saputo che
Mardocheo era ebreo, l’odio di
Aman si riversò contro tutto il
popolo d’Israele. Con calunnie ben
studiate, e approfittando del disinteresse del re, il cinico ministro predispose tutto per far eseguire, in un
giorno preciso, lo sterminio degli
Ebrei presenti nel regno persiano.
All’interno del palazzo, Ester non
sapeva nulla di tutto questo.
Informata da Mardocheo, attraverso
i suoi servi, inizialmente pensò di
non poter fare nulla: se il re non la
chiamava, lei non poteva permettersi di presentarsi a lui di propria iniziativa. Un gesto del genere avrebbe
portato alla sua condanna a morte.
Mardocheo però insistette: se il
popolo sarà distrutto, non ti salverai
da sola. E pone la domanda: “Chissà
che tu non sia diventata regina proprio per questa circostanza?”.
Ora Ester è convinta: ordina a
Mardocheo di chiedere a tutti i
loro compatrioti tre giorni di preghiera e di digiuno. Lei farà lo
stesso con le sue ancelle. E poi
andrà a sfidare l’ira del re e, se
sarà necessario, morirà.
La preghiera di Ester è intensa e
accorata. Terminati i tre giorni di
preparazione, si veste dei suoi abiti
più eleganti. La vediamo, nella sua
bellezza regale, attraversare le sale
del palazzo accompagnata da due
ancelle, per giungere là dove il re
sta assiso in trono, splendente nei
suoi ricchi ornamenti. Di fronte al
suo sguardo carico d’ira per l’inattesa intrusione, Ester, già indebolita per il digiuno, si sente venir
meno. “Ma Dio volse a dolcezza
l’animo del re”: l’amore per Ester è
ancora forte e Assuero è pronto a
fare qualunque cosa per compiacerla. Il passo più difficile è compiuto. Ma la vicenda non è ancora
conclusa.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Un' esistenza di sofferenze sorretta dalla fede Una «briciola», cioè una di quelle pie persone che hanno partecipato all’incontro di preghiera e di riflessione che Carla Zichetti organizza ogni anno, a
luglio, nel santuario di Loreto, ci ha inviato questa lettera, nella quale rievoca
la sua difficile esistenza, colma però di fede.
«Non chiedo altro a Maria, nostra Madre, che di lasciarmi questa
serenità interiore. Eppure la mia non è stata una vita facile, con una
fanciullezza di ostentato benessere, dove invece tutto mancava! Sì, si
diceva che i miei nonni erano benestanti, ma a me era restata solo leggenda. Mio padre, già collegiale, non sapeva che tenere la penna in
mano, e così il benessere un po’ alla volta spariva. Poi la sua malattia
mi ha segnata. Vederlo soffrire per un tumore alla vescica fu una pena
atroce per tutta la famiglia. Mia madre che lo adorava e i miei quattro
fratelli con me si sono tolti il pane dalla bocca per comprare la morfina,
alleviare, dare una pausa ai suoi dolori strazianti. A nulla è servito, il
nostro caro papà ci ha lasciati a soli 45 anni.
Poi ho conosciuto mio marito, primo uomo, primo bacio, il mio tutto
da quaranta anni. Appena quattro anni dopo il matrimonio è morta
mia suocera, lasciando il marito e una figlia affetta da infantilismo e
schizofrenia di anni cinquantadue , mentre mio suocero ne aveva ottanta quattro..
Questa parte importante della mia vita mi ha squarciato un lembo
“d’anima” per curare le ferite. A distanza di 31 anni, come in una sindone, colgo le sembianze di Cristo nel volto di chi soffre.
J. Caterina
catechesi mariana
fr. Stefano Vita
ffb
Riflessioni sull'Anno della fede
La rilevanza della fede
per un impegno socio-politico
"veramente" etico...
e sarà un mondo nuovo
La necessità del recupero del senso etico
L
’impegno socio-politico può essere contributo
efficace per la costruzione di un mondo nuovo
e di un uomo nuovo, solo recuperando il senso
etico nel pensare e nell’agire. Un senso etico che è
stato fortemente minato da un lato da un irrazionale
laicismo che confonde l’etica con la religione e
dall’altro dalla c.d. dittatura del relativismo etico
che nega la capacità dell’uomo di conoscere la
verità, che non riconosce nulla come definitivo e
che lascia pertanto come ultimo criterio di giudizio
solo il proprio io e le sue voglie. Questa cultura
conduce alla teorizzazione e difesa del pluralismo
etico che a sua volta sancisce la decadenza e la
dissoluzione della ragione e dei principi della
legge morale naturale
7
La virtù della fede è forza morale
A partire da questi presupposti culturali si è
predicata la separatezza tra etica e politica, la
distinzione e separazione tra etica privata ed
etica pubblica, quasi che questa non sia
ineluttabilmente e inesorabilmente il riflesso pubblico
della prima, e si è così caduti nell’illusione del c.d.
miracolo delle istituzioni. Si tratta di un’illusione
perché non ci sono norme giuridiche, strutture che
tengano, e neppure codici deontologici particolarmente
raffinati e rigorosi che possano salvare la politica, se
non sono fondati su un sentire etico radicato e alto. Il
pensatore personalista Edouard Mounier, già nel
1935 scriveva così: “Dopo aver atteso i miracoli dell’uomo
nuovo da una libertà istintiva e anarchica, ora ce li
aspettiamo da un congegno politico-sociale ritenuto quasi
un immenso distributore automatico di giustizia e d’ordine.
Ma si aspetta sempre. Non credo al miracolo delle
istituzioni e cioè all’idea che le istituzioni fanno l’uomo
nuovo. […] Non ci stancheremo di dire, per evitare riflussi
d’illusione, che non crediamo, dal canto nostro, al
miracolo delle istituzioni. […] Non sono le istituzioni che
fanno l’uomo nuovo, bensì un lavoro personale e
insostituibile dell’uomo su se stesso. Le istituzioni possono
facilitargli il compimento, ma non sostituirsi al suo
sforzo”. Quanto sono attuali queste affermazioni.
Oggi si parla continuamente di riforma dei partiti, di
riforma della legge elettorale, di riforme costituzionali,
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
ma, domandiamoci, si parla con altrettanta insistenza
di un lavoro personale che deve compiere su se stesso
la persona impegnata politicamente e socialmente
per vivere eticamente il suo pensare e l’agire? In
merito a ciò e in riferimento ai cattolici impegnati
nella sfera socio-politica Benedetto XVI ha affermato:
“Va bene l’impegno dei cattolici in politica, ma il
presupposto fondamentale dev’essere la solidità della loro
fede. A volte ci si è adoperati perché la presenza dei
cristiani nel sociale, nella politica o nell’economia risultasse
più incisiva, e forse non ci si è altrettanto preoccupati della
solidità della loro fede, quasi fosse un dato acquisito una
volta per tutte”. Per evitare allora le degenerazioni che
abbiamo conosciuto e a cui purtroppo assistiamo
tutt’ora, non solo nel corpo politico ma anche in altri
ambiti di potere e della classe dirigente, è necessario
e urgente un forte impegno personale dei politici per
maturare una sempre maggiore coscienza etica
illuminata e forgiata dalla fede, che diventa forza
morale nel pensare e nell’agire.
8
La testimonianza di fede:
luce e scuola “speciale” per una vera etica
Illuminante a tale proposito è la testimonianza di
fede di S. Tommaso Moro, proclamato Patrono dei
Governanti e dei Politici, il quale seppe testimoniare
fino al martirio la “dignità inalienabile della coscienza”.
Pur sottoposto a varie forme di pressione psicologica,
rifiutò ogni compromesso, e senza abbandonare “la
costante fedeltà all’autorità e alle istituzioni legittime” che lo
distinse, affermò con la sua vita e con la sua morte che
“l’uomo non si può separare da Dio, né la politica dalla morale”. Questa fede, che è la porta verso la verità, Cristo
Gesù, costruisce l’uomo nuovo e quindi un mondo
nuovo, perché, come afferma l’evangelista Giovanni
nella sua 1° lettera, “questa è la vittoria che vince il mondo:
la nostra fede” (1 Gv 5, 4). La fede sincera ci rende strumenti docili nelle mani di Dio, il quale anche attraverso
di noi compie la Sua opera, e cioè “fa nuove tutte le cose”.
Conclusione
È vero, la storia si manifesta come un intreccio di
contraddizioni e un giuoco scandaloso tra centri di
potere nel quale il bene sembra soccombere. Ma la
storia è animata segretamente da una logica misteriosa:
la logica del Regno di Dio. Gesù, il Signore della storia,
pazientemente, ma inesorabilmente agisce, opera e il
credente è invitato a schierarsi dalla sua parte per
realizzare la giustizia, con la consapevolezza che “dove
abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia” (Rm 5, 20).
Una splendida statua
Lauretana venerata
a Oliveto Citra
N
ei giorni 27 -28 ottobre 2012 a Loreto, nella Sala del Tesoro o del Pomarancio,
è stata esposta una splendida statua della Madonna di Loreto, alta circa due
metri, scolpita da Luigi Santifeller Figlio di Ortisei (Bz), come si legge nella firma a
destra, in basso. Il simulacro reca la dalmatica resa amabile da una cromia delicata e sfumata. I volti della Vergine e del Bambino sono piacevolmente coloriti
di bruno e non appaiono neri, come abitualmente è dato di vedere in altre
statue del genere.
La statua è stata portata a Loreto da un gruppo di pellegrini di Oliveto
Citra (Salerno) che la venerano nella loro chiesa. (Foto Montesi).
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
spiritualità
sor. Francesca Entisciò
ffb
Una buona bugia
“U
n abate stava attraversando il deserto
con i fratelli, quando si accorsero che
quello che faceva loro da guida aveva sbagliato
strada. Era notte e i frati dissero all’abate: «Che
facciamo? Questo fratello ha sbagliato la via, e noi
rischiamo di smarrirci e di morire tutti nel deserto. Non sarebbe meglio fermarci qui per la notte, e
riprendere il cammino alla luce del sole?». L’abate
rispose: «Ma se diciamo a costui che ha sbagliato,
egli si rattristerà. Sentite dunque: io farò finta di
essere stanco e dirò che non me la sento di proseguire e che resto qui fino a domattina». Così fecero, e anche gli altri dissero: «Anche
noi non ne possiamo più dalla stanchezza e ci
fermiamo con te». E così riuscirono a non contristare quel fratello, che non seppe mai d’aver
sbagliato strada” (Apoftegmi dei Padri del
deserto).
Non esistono bugie buone, mentire è
sempre sbagliato. Nelle relazioni con gli
altri tutti cerchiamo la trasparenza, la sincerità, sono queste le caratteristiche fondamentali per dare fiducia. Di fatto, poi, siamo
disposti a scendere al compromesso con
delle “buone” bugie che ci fanno apparire
agli occhi degli altri diversi da come siamo
realmente e ci consentono di giudicare chi la
pensa in modo diverso dal nostro. Proprio
per questo motivo il dire bugie, anche quando ci sembrano buone, è sempre sbagliato.
Ma è veramente una bugia quella dell’abate
e dei suoi fratelli?
Riconoscere l’errore
Innanzitutto l’abate riconosce che c’è uno sbaglio,
coglie il fratello che lo accompagna in un errore che
mette in pericolo la vita di altri fratelli. In genere quando succede questo nella nostra quotidianità, il risultato
è uno sfogo contro il fratello che non intendiamo in
9
Franco Vignazia, Invocazione delle Litanie Lauretane:
Specchio della giustizia.
nessun modo correggere, ma giudicare. Sembra che
aspettiamo sempre che chi ci vive accanto commetta un
errore per poterlo cogliere in fallo e dirgli che non merita la nostra fiducia, perché certamente sbaglierà.
Cerchiamo le conferme di questo molto di più di quanto
cerchiamo di vedere delle qualità positive di cui sono
ricchi tutti i nostri fratelli.
L’atteggiamento dell’abate, invece, è totalmente
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
spiritualità
diverso. Una volta riconosciuto l’errore
del fratello cerca il modo per rimediarvi
senza contristarlo, cioè senza giudicarlo, senza che soffra di questo errore
come qualcosa di personale, è solo un
errore, la persona non c’entra. Non è un
atteggiamento giudicante, ma è correttivo, pieno di carità. Quanto beneficio ne
riceverebbero le nostre relazioni da questo modo positivo di vivere i rapporti
con i fratelli. Cercare la soluzione, non
la bugia, per fare in modo che l’errore
non schiacci il fratello ma diventi occasione per vivere la carità.
Non contristare
10
Quale è stato il segreto per non contristare quel fratello che ha sbagliato?
L’unico segreto che vince sempre è la
carità, che in questo caso si manifesta
nell’unità dei cuori. Tutti i fratelli sono
concordi sia nel riconoscere l’errore del
fratello, ma anche nel modo di correggerlo. Assecondano l’idea dell’abate e
nell’obbedienza salvano se stessi e chi li
accompagna. Nelle nostre relazioni
spesso non ci chiediamo nemmeno se
con la nostra correzione contristeremmo
o no il fratello interessato, in noi prevale
il bisogno di primeggiare dimenticando
il principio per cui il bene fatto è eredità
accumulata per la vita eterna. Non è
facile correggere gli altri, perché non è
facile correggere se stessi, riconoscere i
propri di errori, e instaurare relazioni in
cui dimostrare carità senza confini. Ecco
perché si ricorre alle bugie in vesti
“buone”, ma non esistono bugie buone!
Nella vita della Madonna non si è
mai affacciata l’ombra della menzogna,
della falsità, della ricerca del primo
posto. Da Lei, vero specchio di giustizia, oggi vogliamo imparare la trasparenza, la sincerità, per far sì che le
nostre relazioni quotidiane siano specchio di un amore più grande vissuto
interamente e senza sconti, riflettano la
volontà sincera di vedere nell’altro
sempre il bene e la possibilità di realizzarlo, nonostante i limiti e le fragilità
che ci accompagnano.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Il Vangelo nei misteri del Rosario
L'agonia di G
esù aveva detto di sé, come Figlio dell’uomo: «è
necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da
questa generazione» (Lc 17, 25). E la sera stessa
dell’ultima cena disse: «deve compiersi in me questa
parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti
tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento»
(Lc 22, 37). Gesù sapeva che la sua ora era giunta e pur
uscendo, dopo la Cena, e andando «come al solito, al
monte degli Ulivi» (ivi, 39), questa volta esortò i
discepoli, che lo seguivano, a pregare «per non entrare
in tentazione» (ivi, 40). Evidentemente l’animo di Gesù
era carico di tanta sofferenza, per il mondo, per i suoi,
per sua Madre... e sapeva quello che lo attendeva. Così,
«si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in
ginocchio e pregava dicendo: “Padre, se vuoi, allontana
da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la
tua volontà”» (Lc 22, 22).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al n. 612, ci
dona questa bella sintesi: «Il calice della Nuova
Alleanza che Gesù ha anticipato alla Cena offrendo se
stesso, in seguito egli lo accoglie dalle mani del Padre
nell’agonia del Getsemani facendosi “obbediente fino
alla morte” (Fil 2, 8)».
Cos’era quel terribile calice o dolore? La consapevolezza delle torture e delle crudeltà dell’esecuzione a
morte che lo attendeva? «L’orrore che la morte rappresenta per la sua natura umana (...) assunta dalla Persona
divina dell’ “Autore della vita” (At 3, 15), del “Vivente”
(cfr. Gv 1,4; 5,26)»? (CCC 612). Entrambe queste ipotesi
sono altamente probabili ma – crederei – che il calice
avesse anche, in sé, tutta l’amarezza estrema, per non
dire il peso schiacciante, del peccato di tutta l’umanità
di ieri, oggi e domani... di tutte le nefandezze, crudeltà,
abbandoni, torti contro la nostra natura, contro l’amore
fraterno e contro Dio. La sua natura umana perfettamente esente dal peccato (cfr. Eb 4, 15) che causa la
morte e unita alla sua natura divina tutta santa, dovette
avvertire in sé l’estremo contrasto fra la Vita e la Morte,
fra l’Amore e l’Odio, fra il Bene e il Male, fra la Bellezza
e la Lordura iniqua... e ne fu quasi schiacciato. Ma Gesù,
che aveva detto più volte e in vari modi: «Mio cibo è
fare la Volontà di colui che mi ha mandato a compiere
sr. Maria Elisabetta Patrizi
sfm
Gesù nell'orto degli ulivi
Biagio Biagetti, Gesù nell’Orto degli Ulivi, Loreto,
Cappella del Crocifisso (1929-1933).
le sue opere» (Gv 4, 34), accetta volentieri la propria
immolazione «per i peccati di tutto il mondo» (1 Gv 2,
2), facendo del tutto propria, anche nella sua volontà
umana, la volontà del Padre: «sia fatta la tua volontà»
(cfr. Lc 22, 42). «Gli apparve allora un angelo dal cielo
per confortarlo» (ivi, 43). Ma Gesù «entrato nella lotta
(eν αγωνία), pregava più intensamente » (ivi, 44)... E
forse il Vangelo di Giovanni, che non parla dell’agonia
nell’orto degli ulivi, però ci dà luce sul contenuto di
quella preghiera, quando Gesù, annunciando la propria
glorificazione attraverso la morte, dice:
«Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò?
Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per
questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica
il tuo nome!» (Gv 12, 27) e ancora: «Non devo
forse bere il calice che il Padre mi ha dato?» (Gv
18, 11). Perciò, sebbene «il suo sudore
diventò come gocce di sangue che cadono a
terra» (Lc 22, 44), mentre pregava, profondamente angosciato, non cedette ma «rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e
li trovò che dormivano per la tristezza. E
disse loro: “Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione”» (Lc 22,
45-46). E quando giunse Giuda, il traditore,
con i capi dei sacerdoti, delle guardie del
tempio e gli anziani, disse loro: «Come se
fossi un ladro siete venuti con spade e
bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio
e non avete mai messo le mani su di me; ma
questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre» (Lc 22, 52-53) Già Giovanni Battista,
il precursore, aveva indicato che Gesù era il
Servo sofferente che si lascia condurre in
silenzio al macello e porta su di sé il peccato delle moltitudini... Ed ecco che Gesù ora
non oppone resistenza e si lascia arrestare.
Infatti – dice il Catechismo al n. 609 - «egli
ha liberamente accettato la sua passione e la
sua morte per amore del Padre suo e degli
uomini che il Padre vuole salvare». Ed al
Getsemani vediamo la piena verità di quanto GesùBuon-Pastore aveva già autorevolmente espresso:
«Nessuno mi toglie [ la vita ], ma la offro da me stesso.
Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo.
Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio»
(Gv 10, 18).
«Di qui la sovrana libertà del Figlio di Dio quando va
liberamente verso la morte» (CCC, 609). Egli si rese mite
come un agnello...
«Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero
entrare nella casa del sommo sacerdote...» (Lc 22, 54).
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
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spiritualità
fr. Samuele Casali
Famiglia, vita e bioetica
La verità salverà l'uomo
Diamo inizio a una serie di articoli su famiglia, vita e
bioetica alla luce dell'insegnamento della Chiesa
Cattolica, donati da fr. Samuele Casali, diacono cappuccino, laureato in medicina.
D
12
ue o tre anni fa, un famoso oncologo e politico italiano, al termine di un’intervista televisiva, lanciò questo slogan lapidario: «La scienza salverà l’uomo!». Rabbrividii all’udire quelle
parole, e subito mi vennero in mente quelle di un
altrettanto famoso medico e professore, vissuto
tra la fine del ‘800 e gli inizi del ‘900, che scriveva:
«Ama la verità; mostrati qual sei; e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi. E se la
verità ti costa la persecuzione, tu accettala; e se il
tormento, tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, tu sii forte nel
sacrificio». E ai suoi alunni insegnava:
«Perseverare nell’amore alla verità, a Dio che è la
verità medesima, a tutte le virtù e così potrete espletare il
vostro esercizio professionale, come una missione».
Il nome di questo medico e professore è Giuseppe
Moscati che, dal 25 ottobre 1987, è entrato nella famiglia
dei santi canonizzati da Giovanni Paolo II. Ed il papa, nel
rapporto tra scienza e fede, introduceva l’enciclica Fides
et ratio così: «La fede e la ragione sono come le due ali con
le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo
il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso».
Ad oggi la scienza ci permette di superare tante barriere fino a qualche hanno fa invalicabili, e la Chiesa
loda il prezioso lavoro degli scienziati che mettono la
persona al centro della loro ricerca, per il bene dell’uomo e la sua promozione, ma non può tacere di fronte
agli abbagli di coloro che pongono la scienza a valore
assoluto, sacrificando la persona. La scienza, in quanto
dono di Dio, è a servizio dell’uomo, e non può “navigare” senza una Meta: porterebbe l’uomo alla deriva!
Accanto ai tanti successi della scienza, soprattutto
medica, è necessario oggi più che mai far prendere
coscienza del pericolo della deriva eugenetica, dove
l’uomo si pone a fondamento assoluto della propria
esistenza, non riconoscendo i propri limiti e, quindi,
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Il bambino è un dono di Dio da amare, soprattutto se
infermo e bisognoso di cure.
neanche quelli di coloro che sono più deboli e fragili.
Con puntualità, papa Benedetto XVI, nell’enciclica
Caritas in veritate, parlava dell’attuale crisi economica
legata alla questione sociale, la quale oggi «è diventata
radicalmente questione antropologica, nel senso che
essa implica il modo stesso non solo di concepire, ma
anche di manipolare la vita, sempre più posta dalle biotecnologie nelle mani dell’uomo» (n.75).
E di manipolazioni se ne stanno verificando molte a
partire dal momento del concepimento della persona, fino
al temine della vita terrena. Bambini voluti e “prodotti” a
tutti i costi utilizzando tecniche di fecondazione artificiale
che prevedono la selezione e l’uccisione di altri bambini
(allo stato embrionale), e il congelamento di altri per assicurarsi un figlio in futuro, mentre il figlio è già persona
dentro un freezer a meno 200 gradi di temperatura!
Bambini non voluti che vengono strappati dal grembo
materno con farmaci che vengono fatti passare per contraccettivi, quando in realtà sono mezzi intercettivi (intercettano l’embrione prima del suo impianto nell’utero) e di
contragestazione, (provocano l’eliminazione dell’embrione appena impiantato) con il solo scopo abortivo (cf.
Istruzione Dignitas Personae, del 2008, nn.11-23).
Ogni bambino concepito è un dono di Dio da amare; e
di ogni bambino concepito e non fatto nascere, ne dovremo rispondere in giudizio di fronte a Dio.Anche il dono
della famiglia fondata sul matrimonio tra l’uomo e la
donna, costituisce uno di quei “valori non negoziabili”,
immagine e simbolo dell’Alleanza che unisce Dio e il suo
popolo, e che chiamando l’uomo all’esistenza per amore,
lo chiama nello stesso tempo all’amore (cf. Esortazione
apostolica Familiaris Consortio, del 1981, n. 11).
Tutta l’esistenza umana è degna di essere vissuta,
anche, e soprattutto, quella segnata dalla sofferenza,
Dono e Mistero, che Gesù Cristo Nostro Signore ha
assunto su di se, accettando di compiere la Volontà del
Padre, come atto di donazione totale della propria vita,
insegnandoci che “l’unico guadagno è donarsi” (cf.
Angelo Comastri, Donarsi è l’unico guadagno, ed. San
Paolo 2008). E anche al termine della vita, c’è chi ritiene
che alcune esistenze non siano degne di essere vissute,
e quindi si può disporre della propria vita anche
togliendosela o sopprimendola ad altri. Allora è necessario oggi risvegliare la coscienza morale a sostegno
della vita, liberandola da contraddizioni che possono
nascere dall’emotività o da interessi secondari: «la
coscienza è voce del cuore, ma di un cuore percorso
dalla luce della verità» (espressione del cardinale Elio
Sgreccia, “pioniere” della bioetica cristiana).
I cristiani hanno la responsabilità di essere accanto
alle persone malate, e accompagnarle verso l’incontro
con il Signore, utilizzando i mezzi scientifici per alleviare le sofferenze, in quel binomio di scienza e fede insostituibile: «ragione e fede si aiutano a vicenda. Solo
assieme salveranno l’uomo. Attratta dal puro fare tecnico, la ragione senza la fede è destinata a perdersi nell’illusione della propria onnipotenza. La fede senza la
ragione, rischia l’estraniamento dalla vita concreta delle
persone» (Enciclica Caritas in veritate, n.74). Ecco le due
ali per contemplare la Verità: fede e ragione.
IV SPIMPOSIO PER PENITENZIERI:
Riconciliazione e direzione spirituale «luoghi» privilegiati di educazione
della coscienza e di permanente evangelizzazione
Il Simposio si terrà presso il Tinello «Pasquale Macchi»,
nei giorni 28 - 29 gennaio 2013, con questo programma.
LUNEDÌ 28 GENNAIO
Ore 9.30 - 12.30
- Saluto dell’arcivescovo Giovanni Tonucci,
- Mons. Krzysztof Nykiel, reggente della Penitenzieria Apostolica, Educare la
coscienza oggi: attese, sfide, implicanze.
- Cataldo Zuccaro, ordinario di teologia morale all’Università Pontificia
Lateranense, Il sacramento «luogo» di educazione della coscienza? Tra preparazione, celebrazione e scelte di vita.
Ore 16.00 – 18.30
- Sofia Tavella, psicologa e psicoterapeuta all’Università di Urbino e all’Università
Europea di Roma, Il «ministero dell’ascolto» al servizio della comunicazione
liturgica e della relazione tra sacerdote e credente nelle diverse età della vita.
- Paolo Carlotti, prelato consigliere della Penitenzieria Apostolica, Il sacramento
occasione di evangelizzazione della coscienza (con specifico riferimento agli
adolescenti e giovani).
MARTEDì 29 GENNAIO
Ore 9.30 – 12.30
- Manlio Sodi, presidente della Pontificia Accademia di Teologia. L'anno liturgico
come itinerario di educazione della coscienza.
- Sabatino Majorano, ordinario di teologia morale all'Alfonsianum, Il sacerdote:
educatore della coscienza nella celebrazione dei santi misteri.
Per informazioni e prenotazioni: tel. 071.9747222; Fax 071.9747216; e-mail: [email protected]
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13
spiritualità
Paolo Giovanni Monformoso
Il dolore, lo squarcio dove entra Dio
La preghiera nella sofferenza:
far battere il cuore al ritmo del suo
Iniziamo una serie di articoli sulla “Preghiera del cuore”, scritti da Paolo Giovanni Monformoso, fondatore e moderatore generale
dell’Associazione “Laboratoranti nel Si”.
I
14
l dolore è lo squarcio dell’Io
amare ed essere amati
dove entra Dio. Così dicevicendevolmente, sopratvano già anticamente i
tutto nella sofferenza.
mistici. Dio lo sa che l’uoLa preghiera fatta dal
mo sofferente ha bisogno
profondo diviene una miradi consolazione e per quebile porta che lascia entrare
sto gli si avvicina. Lo fa
in noi il Respiro di Dio: il
sempre, come ci ricorda
Suo alito di vita che porta la
anche il Santo Padre: “Dio
salute e la salvezza; un alito
non ha occhi altezzosi e
incessante, interminabile,
consola i sofferenti”.
eternamente vivificante. La
(Benedetto XVI, catechesi
nostra preghiera si sforzi di
del 18 maggio 2005).
imitarne queste caratteristiIl dolore è lo squarcio
che sovratemporali, e per
dell’Io dove entra Dio. Egli
questo sia un pregare incesvi entra da solo, ma ha talora
sante, incessante come il
bisogno che ci sia un uomo
respirare di chi è vivo; una
consolatore ad aprirGli la
preghiera che si fonda sul
porta, con l’altro. E il Dio
Suo ritmico pulsare e che si
Consolatore è già lì, per
ritroverà presto, se vissuta
entrambi.
nel totale abbandono, scanQuesta prosecuzione
dita dal ritmo dell’amore e
della frase è per noi l’ini- Icona di stile bizantino con Giovanni che reclina il capo
della calma che sono i segni
zio di riflessioni che faremo sul petto di Gesù.
della
Sua
presenza.
insieme, insieme con i sofMiriamo a pregare incesferenti e con coloro che li assistono, partendo da una santemente come vorremmo respirare senza fine, spericonsiderazione: Dio ci vuole sani, e Dio ci consola se mentando nel nostro quotidiano quella forma di premalati. Dio ci offre la medicina e la scienza, per curarci; ghiera incessante, chiamata anche Preghiera del Cuore.
ci offre gli operatori ed i famigliari, per curarci ed assiEcco il mandato di queste pagine: sottolineare ed
sterci; ci offre gli operatori spirituali, per curarci e con- apprendere il ruolo della preghiera, nella sofferenza. La
solarci; a tutti offre la preghiera, come medicina, cura, preghiera è il luogo dove malati e operatori, sofferenti e
assistenza, consolazione. Lui solo ci offre la guarigione, loro aiutanti, possono trovare una più piena alleanza
attraverso le opere che ha Creato e le altre creature.
terapeutica, una totale alleanza.
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con
“Da dove viene la preghiera dell’uomo? Qualunque
tutta la tua anima e con tutta la tua mente» (Mt 22,37), sia il linguaggio della preghiera (gesti e parole), è tutto
«Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mt 19,19): ancora l’uomo che prega. Ma, per indicare il luogo dal quale
di più capiremo quanto abbiamo bisogno di questo sgorga la preghiera, le Scritture parlano talvolta dell’aniIl Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
spiritualità
Mons. Decio Cipolloni
I volti della sofferenza
I malati a Loreto
Questa rivista ha dato sempre risalto al mondo della sofferenza per la presenza a Loreto dei pellegrini infermi accompagnati
dall’Unitalsi o da consimili associazioni. Ora lo dà con una serie di articoli di mons. Decio Cipolloni, già assistente nazionale
dell’Unitalsi ed esperto di pastorale sanitaria.
C
onsidero provvidenziale dedicare uno
spazio su queste colonne ai volti della
sofferenza, perché meglio si conosca ciò che
identifica il Santuario nelle sue molteplici
espressioni, quali la fede, la carità, l’arte e
la cultura, segni qualificanti del carisma che
avvolge un luogo così santo.
È nel desiderio del direttore che possa
ma o dello spirito, più spesso del cuore
(più di mille volte). È il cuore che prega.
Se esso è lontano da Dio, l’espressione
della preghiera è vana.
Il cuore è la dimora dove sto, dove
abito (secondo l’espressione semitica o
biblica: dove «discendo»). È il nostro centro nascosto, irraggiungibile dalla nostra
ragione e dagli altri; solo lo Spirito di Dio
può scrutarlo e conoscerlo. È il luogo
della decisione, che sta nel più profondo
delle nostre facoltà psichiche. È il luogo
della verità, là dove scegliamo la vita o
la morte. È il luogo dell’incontro, poiché,
ad immagine di Dio, viviamo in relazione: è il luogo dell’alleanza.” (Catechismo
della Chiesa Cattolica, 2562-2563)
Come si fa la Preghiera del Cuore?
Scrive Edith Stein: “Il cammino della preghiera parte da ciò che è più prossimo a
noi, da ciò che possiamo esprimere nella
preghiera vocale; tocca poi la sfera del
pensiero con la formula incessantemente
ripetuta e di lì può espandersi in una preghiera più intima, la preghiera del cuore.
Quest’accesso al “nucleo” dell’anima,
dunque al centro vero della persona, permette d’intuire ciò che ognuno è nel profondo di sé, ma anche di ricevere ciò cui
ognuno è chiamato” (E. Stein, Il discernimento, San Paolo ed.)
15
Un momento del pellegrinaggio unitalsiano che esprime la carità.
giungere a voi lettori il volto di quei “pellegrini speciali” i malati
che spesso avete trovato al vostro fianco sostando in preghiera
nella Santa Casa.
Uno spazio che si apre alla considerazione di un “mistero”,
quello della “sofferenza” così definita dal beato Giovanni Paolo
Il, ripresa da Benedetto XVI nel discorso tenuto agli operatori
sanitari il 17 novembre scorso.
Si tratta della “scienza cristiana della sofferenza”, indicata
esplicitamente dal Concilio come “la sola verità capace di
rispondere al mistero della sofferenza” e di arrecare a chi è nella
malattia “un sollievo senza illusioni.
Ci è propizio nel cinquantesimo del Concilio Vaticano Il ricordare
il messaggio che i Padri Conciliari indirizzarono ai poveri e agli
ammalati: «il Concilio sente fissi sopra di se i vostri occhi imploranti,
accesi dalla febbre o spenti dalla fatica, sguardi che interrogano, che
cercano invano il perché della sofferenza umana».
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Un momemento del pellegrinaggio unitalsiano che esprime la fede nella carità.
16
Come non sentire sia noi responsabili del Santuario,
sia voi pellegrini o fedeli che vivete nelle vostre comunità
cristiane, questo sguardo di chi sicuramente non chiede
né commiserazione, né pietismo, ma solo di essere accolti.
È lo stesso Concilio in quel messaggio ad identificare
i malati e i poveri e a rivelare la profondità della loro
condizione che può sfuggire ai più, avvolti dalla
sufficienza e dal fascino della loro misera immagine.
“O voi tutti che sentite più gravemente il peso della
croce, voi che siete poveri e abbandonati, voi che piangete,
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
voi che siete perseguitati per la giustizia, voi sui quali si
tace, voi sconosciuti del dolore, riprendete coraggio”. Da
questa tanto attuale, quanto preziosa lettura emerge tutta
intera la realtà della sofferenza umana, verso la quale
siamo invitati a rivolgere l’attenzione, per cogliere in
essa i veri volti del dolore, nei quali traspaiono ancora
oggi i segni dell’unico Volto, quello del Cristo, che tutti
identifica, tutti abbellisce ed illumina.
Non ci sarà difficile presentare a voi lettori questi volti
che dal 1936 l’Unitalsi e poi altre associazioni hanno
accompagnato nel pellegrinaggio con i treni bianchi, bene
espressi in modo particolare dalle sorelle di assistenza
che con la loro divisa indicano questa speciale presenza.
In questo contesto emerge più che mai la carità del
Santuario, che si può rivelare solo nei gesti più veri e più
genuini dell’accoglienza e dell’ospitalità, soprattutto
verso gli anziani, gli infermi, i portatori di handicap
ai quali vanno riservate “le attenzioni più delicate,
i posti migliori, gli orari più adatti e le’ celebrazioni
che tengano conto della loro peculiare condizione.”
Così indicava la Congregazione del culto divino sulla
celebrazione dell’anno mariano nel 1987 (numero 76).
Possiamo affermare con la nostra personale
testimonianza, che anche i pellegrini più distratti o i
turisti affascinati solo dallo splendore dell’arte, salendo
il colle lauretano, sicuramente restano fortemente
toccati da questa presenza, pensosi di fronte alla
vistosità dell’infermità, meravigliati per questi volti
sereni, provocati da quanti si fanno loro amici donando
mani e cuore. Alla fretta che
accompagna il nostro ingresso
al Santuario, e all’immediata
supplica che sciogliamo, pronti
a fare l’elenco delle grazie da
chiedere, subito si chiudono le
nostre labbra dinanzi a chi da
quella carrozzella prega non
per sé, ma per chi gli è vicino,
perché più pesante è la sua
infermità.
Dove, meglio di ogni altro
luogo, che quello della Santa
Casa potremo incontrare i
volti della sofferenza accolti
dalla protezione materna di
Maria, che nel gesto della
Pietà tutti abbraccia e consola.
Che la sua Pietà, identificata
dalla nostra carità, sia la vera
icona che illumina la Santa
Casa e che segna di grazia
quanti vi entrano.
ogni santità passa a loreto
p. Marcello Montanari
Beato Gabriele Maria Allegra
Missionario
francescano in Cina
P.
Giovanni Maria Allegra è stato
uno dei più illustri missionari
del ’900 e fra i maggiori “sinologi”
cattolici; per la sua conoscenza
biblica e per aver tradotto la Bibbia
in cinese è stato chiamato il “San
Girolamo della Cina”.
Giovanni Allegra nacque il 26
dicembre 1907 a S. Giovanni La Punta
(Catania). A undici anni entrò nel
Collegio dei Frati Minori di Acireale e
a sedici iniziò il noviziato a Bronte,
prendendo il nome di Gabriele Maria.
Durante il noviziato intensificò la sua
pietà, la devozione alla Madonna e
l’amore per San Francesco d’Assisi.
Nel 1926 venne inviato all’Istituto ‘Antonianum’ di Roma per frequentare il corso di teologia. In
quegli anni maturò la sua vocazione per la missione in Cina. Ordinato
sacerdote nel 1930, l’anno seguente
partì come missionario per la Cina
col fermo proposito di tradurre la
Bibbia in cinese, come aveva giurato a se stesso: “Io tradurrò la Parola
di Dio in cinese”.
Giunto a Heng Yang lavorò
indefessamente, anche nelle ore
notturne. Nei sette anni che fu
direttore del locale seminario
dedicava cinque ore al giorno allo
studio di “sinologia” e tre ore alla
Scrittura (greco, ebraico, esegesi).
Dopo quattro mesi esercitava già il
suo apostolato in mezzo al popolo,
riuscendo addirittura a predicare
nella difficile lingua cinese.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Il “San Girolamo della Cina”
18
Nel 1935 iniziò la traduzione della Bibbia in cinese.
Fu un lungo lavoro, con vari perfezionamenti, aiutato
da alcuni collaboratori. L’opera fu completata il 2 agosto 1961 e nel 1968 fu stampata un’edizione popolare in
unico volume.
Intanto nel 1945 aveva istituito lo Studio Biblico a
Hong Kong e poi a Pechino; nel 1963 aveva fondato a
Singapore uno Studio Sociologico; nel 1975 pubblicò il
‘Dizionario Biblico’ in cinese. Ma non fu soltanto un
grande studioso della Parola di Dio: fu un santo che la
visse fedelmente ogni giorno, un santo dalla fede granitica, “rocciosa, massiccia, ardente ed entusiasta”.
La sua santità sgorgava dal desiderio di amare senza
limiti, con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutte le
forze Nostro Signore Gesù Cristo e, in lui, il prossimo.
Per lui la santità non consisteva nel non avere difetti o
nel superare le tentazioni, ma nell’amare Gesù con un
amore autentico e totale. La sua santità non era appariscente ma straordinariamente ordinaria. Padre Allegra
viveva una sua infanzia spirituale, amando la propria
piccolezza, e fu come un prezioso diamante nascosto
nel cuore misericordioso di Gesù.
In lui rifulsero anche le virtù dell’umiltà e della
modestia. Era umile nel portamento, nelle parole e
soprattutto nel cuore. Oltre alla sua lingua madre, parlava correntemente cinese, inglese, francese, spagnolo,
tedesco, ma non ne faceva mai vanto.
Ha lasciato così un esempio da seguire: amare la
Parola, fare della Parola l’alimento quotidiano della nostra
vita, tornare al Vangelo affinché la nostra vita risplenda
sempre di nuova luce. Bella questa sua preghiera: “Dammi,
Te ne supplico, o Padre, l’intelligenza della Sacra Scrittura.
Fammi comprendere per essa la pedagogia divina… Fa
che sappia mutare lo studio in continua preghiera, e studi
soltanto per diventare discepolo della Sapienza, cioè, per
conoscerti meglio e per amarti di più!”.
L’infaticabile francescano siciliano, la cui produzione
intellettuale fu pari solo all’impegno caritatevole e apostolico, debilitato dalla fatica, morì santamente il 26
gennaio 1976 a Coloane (Macau), dove si era recato per
celebrare il suo ultimo Natale insieme alla locale comunità di lebbrosi. Rese l’anima a Dio mentre era intento a
commentare il Salmo 54. Aveva scritto: “La sorte più
invidiabile per un francescano, che non ottiene la grazia
del martirio, è quella di morire lavorando”.
Il 14 gennaio 1984 è stata introdotta a Hong Kong la
causa per la sua beatificazione, proclamata solennemente
ad Acireale il 29 settembre 2012.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Mese 2012
Apostolo umile e infaticabile
Il cuore di questo grande francescano siciliano ardeva
d’amore per il Vangelo e per la salvezza delle anime,
Grande fu il suo amore per la Cina, che lui vedeva come la
terra della speranza e sentiva come seconda patria, e l’amore per i cinesi, che considerava suoi veri fratelli e sorelle.
L’opera del padre Gabriele Allegra ebbe del prodigioso:
si adoperò con grande frutto sia in campo culturale che
pastorale. Fece parecchie altre traduzioni in cinese; e tradusse in italiano il più importante e il più difficile poema
elegiaco cinese di Chü Jüan: “Li Sao” (Incontro al dolore).
Scrisse anche diversi opuscoli, ma la sua opera non fu
soltanto quella di un uomo colto ed erudito: fu soprattutto
un santo e grande missionario francescano; svolse un proficuo apostolato, predicando, confessando, assistendo gli
ammalati e i bisognosi di ogni genere, compresi i lebbrosi,
con i quali trascorreva le sue vacanze.
La sua opera maggiore, la più silenziosa e nascosta,
fu quella del contatto ecumenico con le altre religioni
cristiane presenti nel territorio cinese. Stimatissimo,
tenne rapporti di fraterna amicizia con il vescovo anglicano di Hong Kong e con gli esponenti della Chiesa
Protestante. La simpatia, la delicatezza, unita al fascino
per la sua grande ed insieme umile cultura biblica, lo
fecero diventare un sicuro punto di riferimento per tutti
i cristiani della Cina, alla ricerca della verità.
Ha visitato la Santa Casa di Loreto
Il nuovo beato amava intensamente la Madonna. Fu la
Vergine di Nazaret a guidarlo nella sua opera, che egli
aveva affidato alla sua protezione materna. L’amore per la
Vergine Immacolata è presente in ogni pagina dei suoi scritti: «Mi pare d’aver trovato nel Cuore immacolato di Maria
tutte le grandezze, le perfezioni, la missione, il mistero, anzi
tutti i misteri mariani. Non sarei francescano, se non vedessi nel centro di tutti i misteri mariani l’Immacolata. E anche
oggi mi sento, a volte, come affascinato dalla Madre celeste,
dal suo Cuore di Madre, di Vergine, di Regina: in fondo si
tratta del suo Cuore immacolato, dell’Immacolata».
Il beato Gabriele desiderava amare Cristo con il
Cuore dell’Immacolata e la Madre Immacolata col
Cuore di Cristo! Scrivendo alla mamma (5 maggio 1951)
le confidava: “Per me la vita spirituale è la cosa più
semplice di questo mondo: consiste solo nel vivere con
la Madonna, come Gesù Amore”.
Durante uno dei suoi viaggi in Italia, in attesa del
conferimento della laurea honoris causa in Sacra
Teologia, avvenuto il 18 novembre 1955 a Roma, il 26
ottobre ha visitato il santuario di Loreto.
il “messaggio” intervista…
Vito Punzi
ufficio stampa santuario di loreto
Intervista al Prof.
Giovanni Morello
Prof. Morello qual è il valore che
Lei attribuisce alle opere che si conservano all’interno del Museo-Antico
Tesoro in rapporto a quello che è la
ragione d’essere del santuario lauretano, le pareti della Santa Casa?
Dopo essere stato a lungo Conservatore dei
Musei della Biblioteca Vaticana, il Prof. Giovanni
Morello è Presidente di “Artifex s.r.l. - Comunicare
con l’Arte”, che dopo aver assunto la gestione delle
sale espositive delle Cantine del Bramante, nel
Palazzo Apostolico, dallo scorso 12 dicembre gestisce anche il Museo-Antico Tesoro di Loreto, il luogo
in cui si conserva un patrimonio inestimabile di
opere d’arte provenienti dalla Basilica della Santa
Casa o donate al Santuario come ex-voto. Al Prof.
Morello abbiamo rivolto alcune domande per capire
quale indirizzo vorrà dare Artifex alla gestione e
alla valorizzazione del Museo-Antico Tesoro.
Il patrimonio storico artistico conservato nel Museo-Antico Tesoro della Santa Casa è di grande
importanza e di primaria grandezza. I nomi degli artisti che
hanno realizzato le opere che vi sono conservate ne danno
indubbia testimonianza. Nomi come quelli di Lorenzo
Lotto, Pomarancio, Muziano, Guido Reni, Filippo Bellini,
ma anche più contemporanei come Cesare Maccari, costituirebbero lustro e importanza per qualsiasi museo, non solo
di carattere religioso. A Loreto c’è un particolare in più che
rende culturalmente più appetibile la proposta che il
Museo-Antico Tesoro vuole offrire alla cittadinanza ed alla
vasta comunità dei pellegrini e dei fedeli che riempie, in
continuazione, la Basilica della Santa Casa: quello cioè che
molte di queste opere d’arte sono state realizzate per abbellire il Santuario che ingloba le venerate pareti della Santa
Casa di Nazaret, creando una indubbia sinergia tra il
Santuario della Santa Casa ed il Museo-Antico Tesoro. Le
complesse vicende costruttive del Santuario hanno portato
spesso alla delocalizzazione delle opere d’arte che, fortunatamente, in gran parte non sono andate disperse, avendo
trovato asilo sicuro nel museo. Vorrei dire, senza apparire
eccessivo, che venire a Loreto, visitare il Santuario, ammirare il suo ricco patrimonio storico-artistico (e ovviamente
pregare tra le mura benedette della Santa Casa), e non recarsi a visitare il Museo-Antico Tesoro, costituisce indubbiamente una menomazione culturale che vale la pena sanare.
A suo parere di che cosa ha necessità il Museo perché
il bello che vi è contenuto possa essere apprezzato e trasmesso, anche alle generazioni più giovani?
I problemi legati alla valorizzazione del patrimonio
storico-artistico che ogni museo conserva sono spesso
comuni. Interessare i giovani a
prendere coscienza e conoscenza della ricchezza del
patrimonio di bellezza e di
fede che il complesso museale
conserva costituisce uno degli
impegni e delle preoccupazioni prioritarie che una nuova
gestione del Museo-Antico
Tesoro comporterà. In ogni
caso è necessario iniziare un
percorso di riflessione e di
confronto con gli enti e le istituzioni interessate per programmare un piano fattibile di
interventi che, se pur diluiti nel tempo, dovranno rispondere a logiche non solo di maggior fruibilità, ma anche di
maggiore e più convinta offerta culturale.
Può rivelarci qualche progetto di mostra in essere che
Artifex intende realizzare prossimamente all’interno del
Museo-Antico Tesoro?
L’impegno che Artifex intende portare avanti nell’offrire
significativi momenti espositivi scaturirà dal confronto che
intende instaurare non solo con le Autorità della
Delegazione Apostolica, con il vasto patrimonio culturale
gestito dai Padri francescani addetti alla cura della Santa
Casa, con le istituzioni e realtà culturali locali, in modo da
approntare un vasto programma di iniziative culturali
(convegni, mostre, pubblicazioni, ecc.) organico e di lungo
periodo. Per rispondere alla sua domanda posso dire che
al momento siamo impegnati nella preparazione di due
iniziative importanti, da realizzare anche con l’apporto
della Regione Marche, una legata al vasto mondo degli
artisti stranieri che nei secoli scorsi hanno realizzato
importanti opere d’arte a Loreto e nelle Marche, ed un’altra, proveniente dall’estero, legata alle tradizioni artistiche
e di fede dell’Argentina, una nazione dove vivono centinaia di migliaia di discendenti di antichi immigrati marchigiani. Infine nell’ambito di una maggiore valorizzazione
dei nuovi locali espositivi delle Cantine del Bramante sono
allo studio iniziative espositive strettamente legate alla
storia della Santa Casa, alla costruzione del Santuario lauretano, al messaggio mariano che da esso si irradia in tutto
il mondo.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
23
storia arte e cultura lauretana
p. Giuseppe Santarelli
A proposito del foglio 181
del Chartularium Culisanense
È
24
uscito ultimamente un articolo di Andrea Niccolotti,
intitolato: «Su alcune testimonianze del Chartularium
Culisanense, sulle false origini dell’Ordine Costantiniano di
Santa Sofia e su taluni documenti conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli», apparso su «Giornale di storia»
(n° 8, 2012, pp. 1-18).
L’autore prende in esame l’Ordine Costantiniano
Angelico di Santa Sofia, che giudica senza fondamento
storico - al quale il Chartularium farebbe riferimento
- il f. 126 relativo alla Sacra Sindone, che ritiene spurio,
e, oltre a qualche altro, il f. 181, relativo a un elenco di
beni mobili concessi nel 1294 da Niceforo Angeli discendente dagli antichi imperatori di Costantinopoli
e despota dell’Epiro - a Filippo d’Angiò, principe di
Taranto, quale dote della propria figlia Ithamar, andata
sposa a quest’ultimo. Ivi compaiono anche «le sante
pietre» portate via dalla casa della Madonna e un’icona dipinta della Madonna con il Bambino. Sul foglio
181 il Niccolotti, dopo un articolato discorso in cui
avanza diverse ipotesi, essendoci riscontri di contenuto con quanto dicono alcuni introvabili documenti
dell’Archivio Vaticano, descritti agli inizi del secolo
XX, con due monete bizantine della famiglia De La
Roche-Angeli rintracciate durante gli scavi archeologici (1962-1965) nel sottosuolo della Santa Casa e per
altre ragioni, non si pronuncia. Così conclude: «Tutte
queste ipotesi mancano al momento di un puntuale
riscontro, ragion per cui la questione rimane in sospeso, e al momento non mi sentirei di sposare definitiva-
mente questa o quella soluzione».
L’onesta posizione scientifica del Niccolotti è stata presa
da qualcuno come una dichiarazione di falsità del documento, ciò che non risponde a verità. Poiché alcuni hanno
chiesto delucidazioni a riguardo, qui si offrono volentieri.
Già qualche altro studioso aveva sollevato dubbi sulla
genuinità del foglio 181, come fa osservare anche l’autorevole storiografo francese Yves-Marie Bercé, professore
emerito di storia all’Università La Sorbona di Parigi, il
quale, in un suo importantissimo studio su Lorette aux
XVIe et XVIIe siècles (pubblicato dalle Edizioni della
Sorbona a Parigi nel 2011 e tradotto in italiano dall’Editrice Controvento di Loreto nel 2012 con il titolo Loreto nel
XVI e XVII secolo), scrive a riguardo:
«Poiché questo documento è pervenuto in una copia
non ottima nel 1859, storici contemporanei, conoscendo
il numero dei falsi prodotti in ogni epoca, da uomini
eruditi troppo zelanti, hanno potuto esprimere dubbi
sulla sua autenticità. Questo sospetto è certamente legittimo, ma non si capisce come un falsario geniale avrebbe
potuto sfidare il trascorrere del tempo e comporre un
falso nel 1859 facendolo scoprire solo nel 1985. La testimonianza del contratto napoletano appare ancora meno
attaccabile, in quanto molto indiretta e nascosta tra centinaia di altre pagine; sembra attestare ancora una volta
un fatto comprovato, ovvero l’esistenza di trasferimenti
fuori dalla Palestina dei supposti resti della Casa di
Nazareth e la loro circolazione in Occidente in quell’anno
preciso» (edizione italiana, pp. 327-328).
E il Bercé sul f. 181 intesse una serie di considerazioni, di chiarificazioni storiche e di concrete
ipotesi, anche nei riguardi della sosta della Santa
Una delle due Monete (retto e verso) di Guido de la
Roche, figlio di Elena Angeli, cugina di Ithamar e
nipote di Niceforo. La moneta è stata trovata nella
fascia di sottomurazione della Santa Casa. Guido è
stato duca di Atene dal 1287 al 1308, l’epoca della traslazione della Santa Casa (1291-1294). Nel retto è scritto: Gui Dux Atenes, nel verso: De Clarencia, luogo di
coniazione. In genere le monete collocate in simili siti
facevano riferimento all’epoca e ai protagonisti delle
origini di un dato edificio.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
vinzione generale, avallata
Casa a Tersatto (Fiume, in
anche da documenti pontifici,
Croazia), fino a concludere il
che la Santa Casa di Loreto
suo ampio e meditato discorso
fosse stata traslata tutta intera
con queste parole: «Peso le mie
da Nazaret nell’antica Illiria e
parole. Mi sembra che la verodi lì a Loreto per ministero
simiglianza storica conforti la
degli angeli. Ora, non si comtradizione. Il trasporto di
prende quale interesse avrebmateriali da un edificio a un
be avuto un falsario di quei
altro, anche molto lontano,
secoli a inventare la notizia di
costituiva una pratica comune
un carico di sante pietre por[...] E’ quindi molto probabile
tate via dalla Casa della
che i tre muri di pietre grezze
Madonna, senza alcun rifericonservati nella Basilica di
mento a Loreto, che nessuno
Loreto possano provenire,
dei lettori avrebbe potuto
completamente o solo in parte,
accogliere e forse neppure
dalla camera dell’edificio che
capire. Solo nel 1985 è stato
era ritenuto, nel XIII secolo, a
tentato il primo collegamento
Nazareth la Casa della Vergine
delle «sante pietre» del foglio
Maria» (pp. 332-333).
181 con la Santa Casa di
Ma altre importanti ragioni
Loreto. Prima nessuno lo
militano in favore dell’autenticità del foglio 181 del cosiddet- Rara foto di Giuseppe Lapponi, il medico personale aveva fatto, neppure Tomto Chartularium Culisanense, di Leone XIII e di Pio X che trovò negli archivi vatica- maso Li Pira in un suo saggio
considerato, non si sa su quale ni i documenti segreti sulla traslazione della Santa sulla Casa dei despoti dell’EpiCasa, dei quali confidò il regesto a Maurizio
ro, pubblicato nel 1939, che
fondamento, il codice diplo- Landrieux, vescovo di Digione.
pure cita il f. 181 e, tra i beni
matico dell’indefinibile e non
documentabile Ordine Costantiniano Angelico. dotali, segnala la sacra immagine della Madonna. In
Sicuramente il foglio 181 non ha nulla a che vedere con effetti, il f. 181 presenta uno scarno elenco di beni, alcutale Ordine, ma si riferisce alla cancelleria degli Angiò di ni assai preziosi, e si configura come «asettico», frutto di
Napoli o di Taranto, oppure alla cancelleria degli Angeli un’attenta contabilità di cancelleria.
Inoltre, il contenuto essenziale del paragrafo 2° del f. 181
Comneno dell’Epiro. Si tratta di un arido elenco di beni
dotali, nei quali, al secondo paragrafo compaiono: sanctas è presente negli introvabili documenti dell’Archivio
petras ex domo Dominae Nostrae Deiparae Virginis ablatas (le Vaticano. Attesta Maurizio Landrieux, vescovo di Digione,
sante pietre portate via dalla Casa di Nostra Signora, la che avendo avuto sentore a Parigi della scoperta di imporVergine Madre di Dio). Nel paragrafo successivo figura: tanti documenti loretani negli archivi Vaticani, trovandosi
Ligenam tabulam appictam ubi Domina Deipara Virgo Puerum a Roma, il 17 maggio 1900 volle interpellare l’autore della
Jesu Dominum Servatorem nostrum in gremio tenet (una scoperta, Giuseppe Lapponi, archiatra pontificio e studioso
tavola di legno dipinta, dove la Madonna Vergine Madre della questione lauretana. Il Landrieux scrisse segretamendi Dio tiene in grembo il Bambino Gesù , Signore e te nel suo diario personale: «Il Lapponi in effetti ha comSalvatore nostro). Sono i due elementi costitutivi del san- pulsato il plico di Loreto agli archivi vaticani e ha trovato
tuario di Loreto: le pareti in pietra della casa nazaretana diversi documenti, i quali risultano alquanto conturbanti.
della Madonna e un’icona con la Vergine e il Bambino, Una famiglia Angeli, branchia della famiglia imperiale che
regnava a Costantinopoli, possedeva importanti domini in
che in origine vi era venerata.
I fogli originali del Chartularium Culisanense sono Palestina. Nel secolo XIII, all’invasione dei turchi, gli
andati perduti per eventi bellici nel 1943, per cui oggi Angeli vollero salvare i ricordi dei loro domini. Essi, tra le
esistono pochissimi esemplari, che furono trascritti, con altre cose, portarono via i materiali della Santa Casa di
l’ammodernamento grafico, dal vescovo di Monreale Nazareth e li trasportarono a Loreto...». Questo testo è stato
Benedetto D’Acquisto nel 1858. Tra essi figura il foglio pubblicato nel 1959 da W. D’Ormesson. Henry Thedet
181. Il Niccolotti pensa che molti di essi siano stati con- riferì, nella sostanza, la stessa notizia, di aver cioè letto nel
1905 diversi fogli in Vaticano, secondo i quali la famiglia
fezionati da qualche falsario nei secoli XVII-XVIII.
Ecco le altre ragioni per cui il foglio 181 si presenta Angeli trasportò su nave le pietre della Casa nazaretana di
come un testo autentico. Nel secolo XVII-XVIII era con- Maria in Italia. Le due testimonianze, indipendenti l’una
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
25
26
Madonna e del Bambino, che quasi
dall’altra, rendono attendibile l’esisicuramente ha costituito la prima
stenza dei documenti, non ancora rinimmagine venerata in Santa Casa.
tracciati. Secondo quanto giunse agli
Ora, solo negli anni Ottanta del secoorecchi di Ulisse Chevalier, il famoso
lo XX è stato appurato che la prima
autore del libro Notre Dame de Lorette
immagine venerata in Santa Casa fu
(Parigi 1906, p. 488), furono proprio i
un dipinto su tavola, in base all’esplimembri del ramo degli Angeli d’Epiro
cita testimonianza di Giacomo Ricci
a compiere tale operazione, come
- resa nota solo nel 1986 - il quale la
emerge dal foglio 181.
vide e descrisse negli anni 1468-69, e
I documenti vaticani sono del
non una statua come sempre si era
tutto indipendenti dal foglio 181. Gli
ritenuto. Ora, non si comprende
uni e l’altro poi trovano un concreto e
come un falsario del secolo XVIInon sospetto fondamento nelle due
XVIII avrebbe potuto dare questa
monete rinvenute nel sottosuolo della
notizia che nessuno avrebbe potuto
Santa Casa, appartenenti alle famiglie
comprendere, giacché tutti ritenevaDe La Roche-Angeli, databili al tempo
no allora che la statua fosse giunta a
della traslazione (1287-1308). Inoltre,
Loreto da Nazaret con la Santa Casa.
una moneta della zecca di Ladislao
Anche l’analisi filologica del testo
d’Angiò (anni 1382 e seguenti) è stata
conferma la genuinità del foglio 181.
trovata murata tra le pietre della
Riscontri precisi con altri documenti
Santa Casa nel 1968, unica in quel
del matrimonio tra Filippo d’Angiò e
sito, tra le centinaia rinvenute in più
Ithamar Angeli lo confermano. Ad
tempi nel sacello. Essa sembra dichiaesempio, in un documento del 24
rare un legame speciale della Santa
luglio 1294 dei Registri angioini, pubCasa con gli Angiò, destinatari delle
blicato dal Parrat e dal Longnon nel
«sante pietre» secondo il f. 181.
1967, relativo alla dote di terre passate
Di per sé l’ipotesi di un trasporto dei
a Filippo in forza del matrimonio, si
materiali della Santa Casa ad opera della
legge: dotis nomine traditas (trasmesse
famiglia bizantina Angeli resta in piedi
a titolo di dote), espressione identica a
anche senza il f. 181 del Chartularium
quella dell’inizio del f. 181, dove si
Culisanense che qui comunque viene
legge che Filippo riceve da Niceforo i
giudicato genuino per le ragioni suddetpreziosi beni mobili dotis nomine (a
te e per il puntuale riscontro che esso
titolo di dote).
offre nelle vicende del matrimonio tra
Non è improbabile che il genuino
Filippo e Ithamar, compresa la sua data Scultura in bronzo dorato (fine sec. XIII
che coincide con quella della traslazione - inizi sec. XIV), raffigurante la f. 181 sia confluito magari in copia,
Madonna con il Bambino, probabildella Santa Casa (ultimi mesi del 1294). mente esemplati sulla più antica icona non si sa quando e come, nel
Il Niccolotti suppone che «la coin- bizantina, dipinta, venerata in origine Chartularium Culisanense, il quale,
come scrive il Niccolotti, contiene
cidenza fra la tradizione che colloca nella Santa Casa.
numerosi falsi. Non sarebbe il primo
l’arrivo della Casa di Maria a Loreto
nel dicembre 1294 e l’episodio del coevo matrimonio caso, perché in genere i «cartulari» raccoglievano copie
della figlia di Niceforo, in ultima istanza, potrebbe esse- di documenti di varia estrazione. In essi potevano conre un particolare espressamente ricercato e sfruttato dal fluire quelli falsi e quelli autentici.
Comunque sia - lo si ribadisce - l’ipotesi del trasporto
falsario nel momento in cui assemblò il cartulario dei
De Angelis siciliani» (p.16). Nel f. 181 però la data non dei materiali della Santa Casa da Nazaret a Loreto ad
è indicata (si ricava da altri documenti). Se esso fosse opera della famiglia bizantina Angeli - attestato dagli
spurio, il falsario si sarebbe premurato di metterla in introvabili documenti vaticani - resta in piedi anche senza
risalto per conseguire meglio il suo scopo. I documenti il f. 181 del Chartularium, come d’altronde era stato propoinvece, giudicati falsi dal Niccolotti, recano tutti la data. sto dal sottoscritto in un saggio del 1984 (La Traslazione
Un’altra prova dell’autenticità del f. 181 è la seguente. della Santa Casa di Loreto, pp. 108-114), prima della scoperta
Insieme con le «sante pietre», nell’elenco del f. 181 com- del f. 181. Questo, comunque, da ritenersi autentico, getta
pare una tavola lignea dipinta con la figura della luce su alcuni particolari dell’evento.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
loreto nel mondo
nel
Loretella
di Alghero
N
ella borgata Loretella, nei pressi di Alghero (Sassari), esiste
un’elegante chiesa dedicata alla Madonna di Loreto, la cui
immagine troneggia sopra la porta d’ingresso. E’ stata costruita
negli anni Quaranta del secolo XX, nei pressi dell’aeroporto, a
protezione dei viaggiatori in aereo.
La festa si celebra in agosto con solenni cerimonie che culminano in una processione con la statua della Madonna di Loreto,
venerata all’interno della chiesa. Un comitato di festeggiamenti
organizza la ricorrenza, che nel 2012 è caduta il 26 agosto.
27
La Madonna
di Loreto
nell'aeroporto
di Varsavia
I
l 5 settembre 2012 è stata inaugurata la nuova cappella
dell’aeroporto di Varsavia, che è stato recentemente
ristrutturato. All’ingresso, a ridosso di una colonna,
davanti alla porta, è stata collocata una statua della
Madonna di Loreto, donata grazie alla mediazione di don
Dino Cecconi. Alla cerimonia d’inaugurazione della nuova
cappella è intervenuto l’arcivescovo di Varsavia cardinale
Kazimierz Nycz.
Il Messaggio della Santa Casa - Gennaio 2013
vita del santuario
Colloquio teologico
su Giovanni XXIII
A
28
50 anni dalla storica visita di Giovanni XXIII a
Loreto del 4 ottobre 1962, la Delegazione Pontificia
della Santa Casa, tramite il Centro Studi Lauretani, con
il patrocinio dell’Istituto Teologico Marchigiano, ha
promosso un colloquio teologico, svoltosi nella Sala del
Tesoro il 26 ottobre 2012. Vi hanno partecipato anche i
seminaristi e gli altri studenti dell’Istituto Teologico
Marchigiano di Ancona e della sezione di Fermo, nonché i seminaristi del Seminario «Redemptoris Mater» di
Macerata. Ha moderato l’incontro don
Mario Florio, preside
dell’Istituto Teologico
Marchigiano.
Ha
aperto i lavori l’arcivescovo Giovanni
Tonucci, rievocando
l’idea dell’iniziativa,
unita alla Mostra sul
viaggio di Giovanni
XXIII e alla recente
visita di Benedetto
XVI del 4 ottobre precedente.
Il prof. don Enrico
Brancozzi, docente
nella sezione dell’Istituto Teologico di Fermo, ha illustrato il tema su Giovanni XXIII e la sua ispirazione per
la convocazione del Concilio, precisando che non si
trattò propriamente di una folgorazione, ma di un progetto pensato e confidato al cardinale Tardini, allora
Segretario di Stato, e a mons. Capovilla, allora segretario particolare del papa, progetto che riprendeva
un’idea già presente in Pio XI e in Pio XII.
Il prof. p. Matteo Roggio, docente alla Facoltà
Teologica Marianum, ha intrattenuto il pubblico su i
Gesti mariani di Giovanni XXIII nella sua formazione
umana e sacerdotale e nel pontificato, sottolineando gli
aspetti corporei della «fisicità» nei gesti mariani del
papa, già nell’infanzia, poi nella sua formazione mariana e sacerdotale e nel suo pontificato. Il relatore ha
illustrato, in quest’ottica, l’episodio del piccolo Angelo
Roncalli, portato dalla mamma in un piccolo santuario
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
mariano del bergamasco, e lo stesso Vaticano II, composto da vescovi, da «corpi fisici». Una lettura nuova, da
una particolare angolatura ermeneutica.
Ha aperto la seconda fase dei lavori il prof. Giancarlo
Galeazzi, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze
Religiose di Ancona, il quale ha illustrato brevemente il
significato del viaggio a Loreto di Giovanni XXIII come
fatto, evento e metafora.
Il p. Salvatore Perrella, preside della Facoltà Teologica
Marianum, ha illustrato il tema: Dal
pellegrinaggio
di
Giovanni XXIII a
Loreto alla proclamazione
di
Maria
«Madre della Chiesa»
da parte di Paolo VI,
insistendo soprattutto sul passaggio dalla
visione e devozione
mariana pre-conciliare a quella post-conciliare, della quale ha
messo in risalto gli
aspetti peculiari. In
particolar modo ha
magistralmente illustrato i capisaldi mariani del cap.
VIII della «Lumen gentium».
Ha chiuso il colloquio p. Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione Universale, che si è soffermato su Il santuario di Loreto e la questione lauretana da
Giovanni XXIII a Benedetto XVI. Ha fatto notare come
lo studio di U. Chevalier, che nega l’autenticità storica
della Santa Casa (1906), abbia influenzato la storiografia
cattolica e di riflesso l’atteggiamento dei papi in materia, fino a che, con i risultati degli scavi archeologici nel
sottosuolo della Santa Casa (1962-65) e i nuovi orientamenti interpretativi della traslazione, Giovanni Paolo II
e Benedetto XVI hanno ricominciato a parlare della
Santa Casa come una «reliquia» storica, che si fa anche
«icona», senza far più cenno però al trasporto angelico.
Il Centro Studi Lauretani ha in animo di pubblicare
gli Atti del Colloquio. (Foto Montesi).
vita del santuario
Presentazione dell'osservatorio
e della commissione medica
I
l 24 ottobre, nella Sala Paolo VI, ha avuto luogo la
presentazione ufficiale dell’Osservatorio Medico
«Ottaviano Paleani» e della Commissione Medica di
secondo livello, istituiti dall’arcivescovo Giovanni
Tonucci, delegato pontificio per il santuario di Loreto,
con decreto del 9 febbraio 2012. Scopo dell’Osservatorio
Medico è quello di constatare, raccogliere i fatti ed
effettuare la valutazione di primo livello di ciascun caso
potenziale di guarigione apparentemente inspiegabile,
mentre scopo della Commissione Medica è quello di
effettuare la valutazione di secondo livello sulla base del
dossier fornito dall’Osservatorio, al fine di formulare
un giudizio definitivo del caso. I due organi si sono
riuniti congiuntamente più di una volta per definire le
modalità delle operazioni.
Ha aperto la presentazione ufficiale l’arcivescovo
Tonucci con un breve indirizzo, a cui hanno fatto
seguito gli interventi del dott. Alessandro De Franciscis,
direttore del Bureau Médical di Lourdes, sull’ «Origine e
funzionamento del Bureau des Constatations Médicales
di Lourdes», del prof. Fiorenzo Mignini, docente
all’Università di Camerino e presidente dell’Osservatorio
medico, su «La guarigione scientificamente inspiegabile:
fondamenti e metodo», di don Andrea Andreozzi,
docente all’Istituto Teologico di Fermo, su «Il Miracolo
nei vangeli e nella storia della Chiesa», del dottor
Oliviero Gorrieri, presidente della Commissione Medica
e presidente dei medici cattolici di Loreto, su «Il decreto
istitutivo dell’Osservatorio e della Commissione», e di
Barbara Osimani, ricercatrice universitaria, addetta al
riordinamento dell’Archivio delle guarigioni a Loreto,
conservato presso la Congregazione Universale, su
«Ottaviano Paleani: Le guarigioni di Loreto nella loro
documentazione medico-scientifica», volume riedito
a cura dell’Osservatorio e
della Commissione in copia
fotostatica. Mons. Cleto Bellucci,
arcivescovo emerito di Fermo,
ha illustrato brevemente la
figura del medico Paleani, che
egli ha conosciuto molto bene.
Al termine dell’incontro,
sono stati resi noti i nomi dei
componenti dei due organi.
L’Osservatorio è presieduto
dal prof, Fiorenzo Mignini ed
è composto da Carlo Cavallotti
della Sapienza di Roma,
Giovanni Milioti dell’Ospedale
Pediatrico Salesi di Genova,
Ferdinando
De
Benedetti
dell'Università di Chieti, Raffaelangelo Astorri e Giordano
Torresi, ambedue dell’Ordine
Cavalieri di Malta, e Luigi Acciarrini dell’AMCI di
Fermo. La Commissione è presieduta da Oliviero
Gorrieri e vi fanno parte Paolo Arullani, presidente
del Campus biomedico di Roma, Fabrizia Lattanzio,
direttore dell’Inrca di Lucca, Antonio Benedetti, preside
della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ancona, Sergio
Fattori, presidente regionale dei medici cattolici, e Nadia
Storti, direttore sanitario dell’Azienda Ospedali riuniti
di Ancona. L’arcivescovo delegato pontificio è membro
di diritto. (Nella foto, da destra a sinistra: dott. De
Franciscis, mons.Bellucci, mons. Tonucci, dott. Gorrieri,
prof. Mignini. Foto Montesi)
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
29
vita del santuario
Feste Mariane
di dicembre a Loreto
A
30
dicembre, nella solennità dell’Immacolata
il giorno 8, nella festa della Venuta il 9 e
nella festa della Madonna di Loreto il 10 sono
convenute a Loreto folle di pellegrini, che, mossi
unicamente da una viva devozione verso la
Vergine, hanno assiepato i confessionali e hanno
partecipato devotamente ai riti religiosi.
Il tempo inclemente non li ha scoraggiati perché
in gran numero, nella notte tra il 9 e il 10 sono
arrivati da ogni parte d’Italia per partecipare alla
Veglia della «Venuta della Santa Casa», durante
la quale ha avuto luogo la recita meditata del
rosario, i cui misteri sono stati commentati con
brani tratti dall’ omelia pronunciata da Benedetto
XVI a Loreto il 4 ottobre scorso. Ha fatto seguito
il solenne pontificale presieduto dal cardinale Il cardinale Paolo Romeo, durante la messa della veglia della venuPaolo Romeo, arcivescovo di Palermo, al quale ta, pronuncia la sua omelia. Alla sua sinistra l'arcivescovo Giovanni
il delegato pontificio mons. Giovanni Tonucci, Tonucci e alla sua destra p. Stefano Kožuk, vicario generale dell'Orall’inizio, ha rivolto un cordiale saluto. La recita dine dei cappuccini (Foto Montesi).
del rosario e la messa sono state accompagnate
della regione. Alle ore 11 ha avuto luogo il solenne
da canti scelti, guidati da suor Barbara Anselmi delle pontificale, presieduto dall’arcivescovo Giovanni
sorelle francescane missionarie e dal suono dell’organo Tonucci, con la partecipazione di molti sacerdoti, tra
al tocco del M° padre Giuliano Viabile. All’omelia il i quali si segnalano p. Štefan Kožuh, vicario generale
cardinale ha esordito dicendo che la Santa Casa «è dell’Ordine dei cappuccini, e p. Giulio Criminesi,
testimone dell’attesa dei secoli», svolgendo un’articolata provinciale delle Marche dello stesso Ordine, a cui è
riflessione sul mistero dell’Incarnazione, toccando affidata la cura pastorale del santuario. Nell’omelia
temi vari, con illuminanti applicazioni alla vita di ogni l’arcivescovo ha svolto puntuali e coinvolgenti
cristiano, divenuta «creatura nuova», e accennando riflessioni sulla Santa Casa, che fa memoria del mistero
anche all’Anno della Fede. E’ seguita, tra canti e dell’Incarnazione, annotando che Dio, oltre alla persona
preghiere, la processione con la statua della Madonna di Maria, ha scelto anche un luogo per il compimento
portata a spalla dagli aviatori dell’ Aeronautica Militare, di quell’ineffabile evento salvifico. E ha osservato che
la quale, dopo aver percorso l’interno della basilica piena l’inizio del santuario della Santa Casa non coincide
di pellegrini, è uscita in Piazza accolta da altri numerosi con il 1294, che fa riferimento solo al suo trasporto a
fedeli che hanno seguito il rito dall’ esterno, attraverso Loreto, ma con l’inizio stesso della redenzione che si
un megaschermo, sopportando il freddo pungente. Dal verificò a Nazaret molti secoli prima, per cui a giusto
sagrato della basilica il cardinale ha rivolto ai pellegrini titolo esso può definirsi il più antico santuario del
brevi ma calorose parole. Tutta la cerimonia è stata cristianesimo, dove fin dai secoli remoti andarono a
trasmessa in diretta da Telepace.
venerarlo i pellegrini, insieme alla contigua Grotta,
Il 10 dicembre è stato caratterizzato da un flusso lasciandovi i segni della loro devozione in numerosi
continuo di fedeli, tra i quali si segnalano quelli in gran graffiti che ancora si vedono nelle sante pietre a Loreto.
numero di Viterbo e Civita Castellana, quelli della città Nella Santa Casa è avvenuto l’incontro della volontà di
di Pesaro e di altri luoghi, soprattutto delle Marche, Dio con la volontà di Maria. Il sì di Maria e quello di
che venerano la Vergine Lauretana Patrona principale Gesù - ha detto il presule - sono un invito per tutti noi
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
vita del santuario
a pronunciare il nostro sì a Dio.
Al termine della messa, un militare dell’ Aeronautica
ha recitato la Preghiera dell’ Aviatore, a cui ha fatto
seguito un breve indirizzo del generale dell’Aeronautica
Mario Renzo Ottone in rappresentanza del Capo di Stato
Maggiore dell'Aeronautica. La cerimonia, animata con
canti da suor Barbara Anselmi e dalla Cappella musicale
della Santa Casa diretta dal M° Giuliano Viabile, si è
conclusa con un omaggio floreale in Santa Casa da parte
degli avieri alla loro celeste Patrona.
Nel primo pomeriggio ha avuto luogo la santa Messa
per i pellegrini di Viterbo, presieduta dal loro vescovo, e le
messe festive, tutte affollate. Da Malta, in diretta con il nostro
santuario, la Radio Lauretana ha trasmesso la recita del rosario.
L'arcivescovo Giovanni Tonucci presiede il pontificale del
10 dicembre. Alla sua destra don Andrea Principini, vicario
generale della Delegazione Pontificia, e alla sua sinistra
mons. Decio Cipolloni, vicario della Prelatura Lauretana
(Foto montesi).
Due sante raffigurate
nel santuario di Loreto
B
enedetto XVI il 7 ottobre
2012 ha proclamato dottore
della chiesa santa Ildegarda e il
21 successivo ha canonizzato
Kateri Tekakwitha, detta «la
pellirossa di Dio». Tutte e due
sono raffigurate nella basilica di
Loreto
L’immagine
di
santa
Ildegarda (1099-1178) è stata
dipinta in uno degli sguanci
del finestrone della Cappella
Tedesca da Ludovico Seitz, che ai suoi piedi ha scritto la
data di conclusione di tutto il ciclo di quegli affreschi: 3
dicembre 1902. Si tratta quindi dell’ultima figura dipinta dal grande pittore. La santa, ritratta a figura intera, è
riconoscibile anche dalla scritta latina, che è un’invocazione: Sancta Ildegarda, ora pro nobis.
Santa Ildegarda fondò il monastero di San Ruperto,
presso Bingen, dove visse e morì. Scrisse trattati di mistica,
di morale e di teologia. Sul suo capo il Seitz ha dipinto due
arcobaleni che apparvero in cielo quando la santa entrò in
monastero. Ildegarda reca nella mano destra una penna
d’oca, simbolo della sua attività di scrittrice che le ha meri-
tato di essere proclamata dottore della
Chiesa, e nella sinistra
un testo scritto in
tedesco, che in traduzione italiana dice: «E
in questo modo nel
giorno del Giudizio
Universale Dio farà
nuove tutte le cose,
ma ciò che vorrà fare dopo quel Giudizio Universale del
suo potere e della sua possibilità è noto solo a Lui».
La figura di santa Kateri (1655-1680), vergine, si vede
nella vetrata della Cappella Americana, accanto ad altre
sante e santi originari del continente americano o ivi attivi.
La contraddistinguono una scritta in basso con il
suo nome e l’acconciatura, dalle lunghe trecce dei
capelli, di ragazza pellirossa. E’ la prima santa pellirossa, di padre irochese e di madre cristiana algonchina, morta a soli 25 anni, dopo aver difeso la sua fede,
nonostante l’ostilità della tribù.
Il disegno della sua immagine si deve a Beppe
Staffanina, autore dei dipinti nella Cappella (1953-1970),
e l’esecuzione in vetrata dalla ditta Giuliani di Roma.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
31
vita del santuario
Concerto in ricordo dei maestri Remo
e Adamo Volpi
I
32
l 17 novembre 2012, nella basilica, si è tenuto un
concerto dedicato a Remo Volpi, maestro della
cappella della Santa Casa di Loreto, e al fratello
Adamo, organista del santuario. Nell’occasione
sono stati presentati i volumi che contengono le
loro opere musicali. Ambedue, infatti, hanno composto pregevoli brani di musica sacra, soprattutto
Adamo, che è stato anche docente nei conservatori di Pesaro e di Bari e ha avuto come discepolo,
tra gli altri, p. Giuliano Viabile, attuale organista e
maestro della suddetta Cappella.
Hanno introdotto la serata i saluti dell’arcivescovo Giovanni Tonucci, di don Giuseppe Ferri,
presidente della scuola diocesana «D. Caifa» di Cremona, patria dei due musicisti commemorati, e il m° Marco
Ruggeri, direttore della stessa, la quale si è esibita con scelti canti dei due fratelli Volpi, insieme con la Cappella
Musicale della Santa Casa. I due cori riuniti, a conclusione, hanno eseguito il Tota Pulcra di Remo.
Al termine del concerto, l’arcivescovo Tonucci ha consegnato un diploma di benemerenza al m° padre Giuliano
Viabile per i suoi 25 anni di organista della basilica e di maestro prima della Corale e ora della Cappella della Santa
Casa, definendolo «il migliore discepolo» di Adamo Volpi, (vedi foto in alto). (Foto Montesi)
Raduno interregionale «Virgo Fidelis»
L’
Associazione Nazionale dei Carabinieri
ha celebrato a Loreto, il 18 novembre
2012, la celeste Patrona «Virgo Fidelis» con
una serie di cerimonie civili e religiose. Sono
convenuti a Loreto dalle regioni del centro
Italia oltre mille persone, compresi i familiari e gli amici dei carabinieri. Vi hanno partecipato anche il presidente nazionale dell’Associazione il generale di Corpo d’armata
Libero Sardo e l’ispettore generale delle
Marche Tino Baldo Honorati. Ha reso suggestiva la cerimonia la partecipazione della
Fanfara del IV Reggimento a cavallo dei
carabinieri di Roma.
Dopo la sfilata del corteo da Porta
Marina fino a Piazza Garibaldi, dove ha
avuto luogo la deposizione dei fiori sulla
lapide di Salvo d'Acquisto, si è tenuta in Piazza della Madonna l’esibizione della Fanfara. Alle ore 11.00 i numerosi convenuti hanno partecipato alla santa Messa in basilica, celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tonucci, a cui ha
fatto seguito la benedizione in Piazza dei cavalli e dei cavalieri. L’intera manifestazione è stata supportata dalla
banda musicale «Città di Loreto». (Foto Montesi)
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
vita del santuario
Gemellaggio tra le città
di Istria e di Loreto
I
l 26 ottobre 2012, nella
sala consiliare del Comune di Loreto, ha avuto
luogo la cerimonia del
gemellaggio tra le città di
Istra (Russia) e di Loreto,
alla presenza dei rappresentanti delle due municipalità. Il gemellaggio è
stato propiziato dal crescente flusso di pellegrini
russi al santuario della
Santa Casa e dall’analogia
tra i due luoghi gemellati.
Infatti, Loreto è stata definita la «nuova Nazaret» perché
custodisce la Casa nazaretana di Maria; Istra custodisce il
monastero di «Nuova Gerusalemme» con la riproduzione del Santo Sepolcro: due luoghi, quindi, strettamente
legati alla Terra Santa. Anche sul piano culturale i due
centri offrono somiglianze
significative, soprattutto a
riguardo del ricco patrimonio artistico e archivistico.
Il gemellaggio è diretto
a incrementare il turismo
nei due luoghi gemellati.
Natela Scenghelija, presidente della rappresentanza
commerciale della Federazione Russa in Italia, presente al gemellaggio, ha
auspicato il raggiungimento di un accordo tra la
municipalità mariana e i tour operator per la reciproca
promozione del settore turistico. Il sindaco di Loreto
Paolo Niccoletti ha sottolineato che il gemellaggio apre
una nuova era che permetterà di definire obiettivi comuni. (Foto Montesi).
Una mostra di Franco Campanari
al Museo-Antico Tesoro
I
l 27 ottobre 2012, nella
Sala degli Svizzeri del
Museo-Antico Tesoro, è
stata inaugurata una
Mostra del loretano
Franco Campanari, dal
titolo: «Uno scultore per
Padre Pio. Studi e bozzetti». E’ intervenuto
l’arcivescovo Giovanni
Tonucci, che ha dato il
saluto all’artista e alla
sua signora e a tutti i
convenuti, mettendo in
risalto alcuni aspetti dell’esposizione che raccoglie
disegni e prototipi delle grandi opere ispirate alla
figura del santo di Pietrelcina e realizzate dall’artista
a partire dal 1975, quando eseguì quattro altorilievi in bronzo per la
chiesa di S. Giovanni
Battista a New York. Ha
fatto seguito l’intervento di Vito Punzi, addetto stampa del santuario
e organizzatore della
Mostra, che ha illustrato
ai presenti in maniera
esauriente i vari elementi della stessa, la
quale
resterà aperta
fino al 23 gennaio 2013. Nella foto, in primo piano: lo
scultore Campanari in carrozzella accanto all’arcivescovo Tonucci. (Foto Montesi).
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
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vita del santuario
Pellegrinaggio
dei cavalieri di Malta
N
34
ei giorni 26-28 ottobre ha
avuto luogo l’annuale pellegrinaggio nazionale del Sovrano
Ordine Militare di Malta, che ha
portato a Loreto 1586 pellegrini,
molti dei quali infermi.
Ha presieduto il Principe e
Gran Maestro Fra Matthew
Festing. Il pellegrinaggio, ritmato da momenti di preghiera, di
riflessione e di fraternizzazione,
si è svolto con grande decoro. Il
tema pastorale è stato tratto dalla
Lettera di Giovanni Paolo II per
il VII Centenario Lauretano che
evidenzia i principali messaggi
spirituali della Santa Casa. (Foto
Montesi).
Pellegrinaggio
a Sotto il Monte
Giovanni XXIII
I
n occasione del 50° anniversario del viaggio di Giovanni
XXIII a Loreto il 4 ottobre 1962, l’Associazione «Amici di
mons. Capovilla» ha organizzato un pellegrinaggio a Sotto
il Monte, guidato dall’arcivescovo Tonucci, il 10 novembre
2012. Dopo la visita a Camaitino del Centro di Accoglienza
Multimediale e della casa natale di Giovanni XXIII, nel
pomeriggio ha avuto luogo l’incontro con mons. Loris F.
Capovilla, già segretario particolare di quel papa e arcivescovo emerito di Loreto, il quale ha intrattenuto i loretani
in un interessantissimo colloquio, rievocando la figura e il
pellegrinaggio lauretano di Papa Giovanni. Il presule poi
ha consegnato a tutti una preghiera da lui composta per la
circostanza.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
vita del santuario
50° di sacerdozio
del cardinale
Antonio Maria Vegliò
I
l 12 novembre 2012 il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, ha
celebrato il 50° di sacerdozio nella Santa Casa, insieme con i suoi compagni di seminario. (Foto Montesi).
La corale
"Santa Cecilia"
di Asolo a Loreto
N
elle messe domenicali spesso si esibiscono corali di diverse città
d’Europa, con grande decoro liturgico. Segnaliamo tra le tante quella di «Santa Cecilia» di Asolo (Mantova) che il 7 ottobre 2012 ha animato
una messa nel 50° anniversario della sua partecipazione alla Rassegna
Musicale che si tiene ogni anno, dopo Pasqua, a Loreto.
Pellegrinaggio nazionale
della Croazia
I
l 9 novembre 2012 ha avuto luogo il Pellegrinaggio Nazionale della Croazia alla Santa
Casa di Loreto, la quale, secondo la tradizione, ha
sostato tre anni a Tersatto (Fiume- Rijeka).
Vi hanno partecipato circa 1300 pellegrini, accompagnati da tre vescovi e da una trentina di sacerdoti.
Nel pomeriggio, nella basilica, hanno partecipato
alla solenne concelebrazione della santa Messa presieduta da uno dei tre vescovi. (Foto Montesi).
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
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notizie flash
Ricordo di padre Giancarlo Bossi
36
Il 23 settembre, a Rozzano sul Naviglio (MI), è
morto padre Giancarlo Bossi, che è stato missionario
nelle Filippine, dove è stato rapito nel giugno 2007,
sollecitando un caloroso appello anche di Benedetto
XVI ai rapitori per la sua liberazione. Padre Bossi è
stato a Loreto il 1° e 2 settembre 2007, in occasione
della visita del papa per l’Agorà dei Giovani, dove
ha fatto una breve ma toccante testimonianza
sull’esperienza di rapito (vedi questa rivista, settembre–ottobre 2007, p. 290). In quell’occasione,
Vito Punzi lo ha intervistato per «Il Messaggio».
Alla domanda quale fosse il suo rapporto con la
Santa Casa, rispose: «Nella Santa Casa di Nazaret
Maria ha pronunciato il sì incondizionato alla
volontà di Dio. Anche per me vale quel medesimo sì
pronunciato, con libertà, il giorno della mia ordinazione sacerdotale, e la Libertà con la lettera maiuscola implica sempre una grande responsabilità»
(novembre 2007, p. 345).
A piedi, a cavallo o in bici da Assisi a Loreto
Il «Laboratorio delle idee» ha sviluppato un progetto dal titolo «Il Cammino del Cielo», con l’obiettivo di individuare una rete di percorsi circolari per
poter collegare i due centri peregrinatori di fama
mondiale: Assisi e Loreto. Sono previsti due differenti tracciati, percorribili a piedi o in mountain bike
o a cavallo, con Fabriano come punto centrale. Il
primo viaggio è stato effettuato da 24 persone tra il
5 e il 7 ottobre 2012 da Fabriano ad Assisi, il secondo
dal 23 al 25 novembre successivo da Fabriano a
Loreto, con soste ai monasteri di San Silvestro e di
Fonte Avellana.
Da 25 anni i cappuccini marchigiani nel Benin
Alla fine di settembre e agli inizi di ottobre 2012 è
stato celebrato il 25° della presenza dei cappuccini delle
Marche nel Benin, dove essi hanno introdotto la devozione alla Madonna di Loreto, intitolandole la prima
residenza di Cotonou (1987) e costruendo a Ouidah
una chiesa-santuario a Lei dedicata (1999). Vi hanno
consolidato poi la devozione a san Pio da Pietrelcina,
che vi si era manifestato prodigiosamente, apparendo a
una signora del luogo.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
La prima parrocchia dedicata
alla Madonna di Loreto nel Togo
Mons. Amboise Kotamba Djoliba, vescovo di
Sokodé (Togo), con decreto del 7 ottobre 2012, festa
della Madonna del Rosario, ha stabilito che, nell’Anno della Fede, sorgerà una nuova parrocchia nel villaggio di Goubi, della sua diocesi, la quale sarà
dedicata alla Madonna di Loreto, la prima con questa
titolazione in tutto il Togo. Molto si è adoperato a
questo scopo Paolo Giovanni Monformoso, zelatore
della Santa Casa e moderatore generale dell’associazione «I laboratoranti nel sì». Prossimamente pubblicheremo un servizio sulla posa della prima pietra
della parrocchia lauretana.
Ritrovo a Loreto degli allievi
marescialli della Finanza
Il 7 ottobre 2012 si è tenuto a Loreto il primo raduno
degli allievi marescialli della Guardia di Finanza della
Prima Compagnia del 62° corso «dodecanneso», svoltosi 25 anni fa (1987/1989). Gli ex allievi si sono ritrovati
in Piazza della Madonna con le loro signore e i loro figli
in un clima festoso e familiare. Hanno poi partecipato
alla messa celebrata dall’arcivescovo Giovanni Tonucci
con la partecipazione del cappellano militare padre
Giancarlo Locatelli.
Corso di bioetica a Loreto
Nella Sala Consiliare del Comune di Loreto, il 27
ottobre 2012, ha avuto luogo la prima lezione di bioetica, tenuta dal cardinale Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, pioniere ed
eminente studioso della materia. La seconda lezione ha
avuto luogo il 24 novembre successivo nella stessa sede
ed è stata tenuta dal dott. Pino Noia, esperto in terapia
pre-natale.
Iniziativa per promuovere il turismo
religioso a Loreto
Nel mese di novembre 2012, l’ufficio competente del
Comune di Loreto ha inviato a tutte le parrocchie d’Italia una brochure con articolata e suadente offerta turistica, volta a incentivare il numero di presenze e ad allungare i tempi di permanenza dei pellegrini o visitatori in
visita a Loreto.
Iniziativa de «I Laboratoranti nel sì»
Il 10 e 11 novembre l’associazione de «I Laboratoranti
nel sì», sensibili alla nuova evangelizzazione, hanno dato
vita a Loreto a una «Scuola associativa» con momenti
aperti a tutti. Tema dell’incontro: «Con, per, fra, in: le preposizioni nella sofferenza, tra stare e Lui». Nel pomeriggio
dell’11 novembre l’associazione, eretta canonicamente
dall’arcivescovo di Vercelli, aggregata alla Congregazione
Universale della Santa Casa e legata, tramite Protocollo
d’Intesa, con la Delegazione Pontificia di Loreto per il carisma ispirato alla Santa Casa, ha eletto i nuovi dirigenti,
confermando nella carica di moderatore generale il fondatore dott. Paolo Giovanni Monformoso ed eleggendo
quale vice moderatore la dott.ssa Gabriella Giordano.
Convegno di «Studia Picena»
Il 10 novembre si è tenuto a Loreto l’annuale Giornata di
Studio, organizzata dalla rivista «Studia Picena» dell’Istituto Teologico di Ancona, diretta dal cappuccino p. Giuseppe
Avarucci. Il suo confratello p. Floriano Grimaldi, archivista
emerito del santuario di Loreto, ha parlato della sua recente
pubblicazione sulle «Lettere di Paolina Leopardi ad Anna e
Marianna Brighenti», mentre il dott. Gabriele Barucca, della
Soprintendenza per i Beni storici, artistici ed etnoantropologici delle Marche, ha illustrato l’«Odeporico autunnale
erudito dell’anno 1772: le note del viaggio nelle Marche
dell’abate Giovanni Cristoforo Amaduzzi».
Una mensa per i poveri a Loreto
La Caritas della Prelatura della Santa Casa, tramite
le proprie parrocchie, ha aperto il 26 novembre una
mensa per i poveri, gestita dalla rispettiva Caritas.
Cucine e refettorio sono stati allestiti nei locali parrocchiali della Santa Famiglia, in via San Francesco. La
mensa è operativa da lunedì a venerdì nella fascia
delle ore di pranzo. La provvidenziale realizzazione si
deve anche alla generosa collaborazione e disponibilità di alcuni laici loretani, cristianamente sensibili alle
fasce della povertà.
Il santuario di Loreto alla manifestazione
in onore di Georg Ratzinger
L’11 novembre, nella Cappella Sistina, in Vaticano, è
stato tenuto un concerto con musiche eseguite da
Georg Ratzinger, fratello di Benedetto XVI, che ha voluto presenziare l’importante manifestazione, organizzata
dalla Fondazione «Pro Musica e Arte Sacra», presieduta
dal senatore Hans-Albert Curtial, il quale vi ha invitato anche mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo di Loreto,
p. Giuliano Viabile, rettore del santuario e direttore
della Cappella musicale della Santa Casa, e Vito Punzi,
addetto stampa del santuario.
Cambio di gestione al Museo-Antico Tesoro
Il 20 novembre 2012 la gestione del Museo-Antico
Tesoro del Santuario, ricco di pregevoli opere d’arte, è
passata dall’Associazione «Spazio e Cultura» di
Recanati alla Società «Artifex–Comunicare con l’Arte»
di Roma, in base a un Protocollo di collaborazione
culturale con la Delegazione Pontificia della Santa
Casa. La stessa gestisce le Mostre del santuario nelle
Cantine del Bramante.
In memoria di…
Padre Alfonso Schiaroli
I
l 31 ottobre 2012 è passato al Signore, all’età di 83 anni, padre Alfonso
Schiaroli da Monterado (AN), sacerdote cappuccino. Ne facciamo memoria
perché è stato penitenziere nel santuario di Loreto e segretario della
Congregazione Universale della Santa Casa negli anni 1979-1985. E’ autore di
un volume intitolato: "Loreto - Cento santi e beati pellegrini", pubblicato nel
1985 e ripubblicato, con copiose aggiunte di p. Marcello Montanari, nel 2005
con il nuovo titolo: "Santi e beati a Loreto". Padre Alfonso è stato anche collaboratore di questa rivista con articoli su santi e beati a Loreto, poi raccolti in
gran parte nei citati volumi.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
37
PUBBLICAZIONI
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dell’arcivescovo di Loreto apparsi in questa rivista dal n° di novembre 2008 al n° di maggio 2012.
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4ª ediz., Loreto 2006, pp. 505, illustrazioni 111,  12,00.
M. E. Patrizi, Il mi­
stero della Sacra Sindone, Quaderni de «Il Mes­
sag­gio», n° 1, pp. 56, ill. a
colori 40,  4,00.
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G. Tonucci, Le Donne
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e libri storici, pp. 124, con numerose illustrazioni a colori,  10,00
G. Santarelli, I graffiti nella Santa
Casa di Loreto, Loreto 1998, pp. 121, fotocolors 66,  15,00.
pubblicazioni varie
N. Alfieri - E. Forlani - F. Grimaldi, Contributi ar­
cheo­logici per la storia della S. Ca­sa, Loreto 1977, pp. 69,
tavole 25,  2,60.
V. Salvoldi, La Madonna del sì. Lodi a Maria e arte in
suo onore, Lo­reto 2010, pp. 224,  18,00.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Gennaio 2013
Luca da Monterado, Mons. Tom­maso
Gallucci, Lo­reto 1997, pp. 238,  12,00.
Ludovico Seitz e la Cappella Tedesca a
Lo­reto, Loreto 2008,
pp. 470, illustrazioni a
colori 331,  50,00.
G. Santarelli, Per­
so­naggi d’autorità a
Loreto, Loreto 2010,
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N. Monelli - G. Santarelli, La Ba­si­
li­ca di Loreto e la sua reliquia, Loreto
1999, pp. 195, illustrazioni 54,  12,90.
AA.VV., La Congregazione Uni­ver­sale della S. Ca­sa
Atti del convegno per il centenario, Loreto 1985, pp. 355,
 10,35.
N. Monelli, Architettore e architetture per la S. Ca­sa di Lo­reto, Loreto
2001, pp. 160, illustrazioni 47,  9,00.
G. Ricci (sec. XV), Virginis Mariae Loretae Historia,
Loreto 1987, pp. 160,  5,15.
N. Monelli, Prime architetture picene per la Camera di Maria a Loreto, pp. 125, illustrazioni
44,  15,00.
G. Santarelli, Gli affreschi della Sala
del Pomarancio a Loreto, Loreto 2010,
pp. 102,  20,00
M. Montanari - A.
Schiaroli, Santi e Beati a Loreto, Lo­
reto 2005, pp. 492, con numerose illustrazioni,  9,00.
N. Monelli - G. San­tarelli, L’Al­tare de­
gli Apostoli nella Santa Casa di Lo­reto,
Lo­­reto 2012, pp. 102,
numerose il­lu­stra­zio­ni,
 8,00.
G. Santarelli,
Le Origini del Cri­stia­ne­simo nelle
Marche, Loreto 2009, 2ª ediz., pp. 430,
illustrazioni 39,  20,00.
G. Santarelli, Loreto nella storia e
nell’arte (formato grande), Ancona
1997, edizioni italiana, spa­gnola, in­
glese, francese, te­desca, portoghese e
russa;  10,00.
G. Santarelli, L’arte a Loreto, edizioni Aniballi, An­cona, 2ª edi­zione
2005, pp. 406, ill. a colori 375; in brossura  50
G. Santarelli, Loreto - Guida storica
e artistica, An­co­na 1996, edizioni italiana,
spa­gnola, in­glese, fran­cese, tedesca e portoghese;  5,00.
G. Santarelli, Guida illustrata in po­
lacco, 1992,  10,00.
G. Santarelli, Tradizioni e Leg­gende
Laure­tane, Lo­reto 2007, pp. 190, illustrazioni 45,  6,00.
N. Monelli - G. Santarelli,
Le Fortificazioni di Loreto,
Loreto 2010 pp. 150, ill. 50, 
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N. Monelli - G. Santarelli,
Loreto Palazzo Apostolico, Lo­reto 2012,
pp. 198, illustrazioni 185,  15,00.
P. Cavatorti, Le guarigioni a Lo­reto, Loreto
2001, pp. 152,  2,60.
C. Zeppa, Diario di una
miracolata a Loreto, Lo­reto
2007, pp. 48,  2,00.
Pagelline con rosario e con
preghiere lauretane -  0,20.
Cd “Canti lauretani” (con libretto) -  8,00.
Dvd “Lo­­­re­to - Fede
Sto­ria Ar­te” -  12,00.
(in undici lingue)
B. Anselmi, G. Via­b
i­le, Sal­mi Re­spon­so­
riali, An­­no B e C, pp.
120 -  25,00 cad.
Ai sensi del d.lgs 196 del 30/06/2003 la informiamo che i dati personali che verranno
forniti saranno oggetto di trattamento a mezzo di sistemi informatici. La redazione,
nel­la persona del responsabile del trattamento dei dati, garantisce che le informazioni
saranno trattate unicamente allo scopo di inviare agli associati e/o benefattori le pubblicazioni nel pieno rispetto delle norme del D.L. 30/06/2003. Rispetto a tali da­ti po­tranno
essere esercita­ti i diritti a cui all'art. 7 del d.lgs 196/2003; in particolare il soggetto
interessato potrà richiederne la cancellazione e/o rettifica scrivendo alla redazione.
Il Messaggio della Santa Casa - loreto • Mese 2012
Congregazione Universale della Santa Casa
Fondata nel 1883, ha le seguenti finalità:
•Diffondere la conoscenza e la devozione verso la Ma­donna e la sua Santa
Casa, dove ha avuto inizio la storia della nostra salvezza con l’An­nunciazione
e l’Incarnazione;
Curare la promozione e il decoro del santuario con offerte e lasciti vari;
Accogliere i pellegrini orientandoli a vivere i messaggi del santuario, la vita
della S. Famiglia, le feste della Madonna.
•
•
L’ISCRIZIONE alla Congregazione è aperta a quanti desiderano collaborare alle sue
finalità. Con l’iscrizione si partecipa in perpetuo ai benefici spirituali delle preghiere e di una Messa che si celebra ogni giorno alle ore 8 nel santuario (Messe
Perpetue); agli iscritti è concessa inoltre l’indulgenza plenaria alle solite condizioni nel giorno dell’iscrizione e nella festa della Madonna di Loreto (10 dicembre).
NORME PER L’ISCRIZIONE
•Farne richiesta, anche con lettera, alla Direzione. Possono essere iscritti vivi e defunti, persone singole e famiglie. Viene rilasciato un diploma di iscrizione.
•La partecipazione ai beni spirituali, comprese le Messe perpetue, è perpetua, cioè per sempre.
•Gli iscritti non hanno obblighi particolari, tranne l’impegno di vivere cristianamente.
•Si raccomanda la recita dell’Angelus tre volte al giorno e la recita frequente del Rosario e delle Litanie
Lauretane.
La
• quota d’iscrizione è di  10,00 (per l’iscrizione individuale) o di  16,00 (per l’iscrizione di più persone
o di una famiglia).
La Congregazione Universale pubblica la rivista mensile “IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA”, che informa sulla vita
del santuario e funge da collegamento con gli animatori e gli iscritti. Promuove inoltre gli studi e le pubblicazioni
sulla storia della S. Casa e del santuario. Chi desidera collaborare più intensamente agli scopi della Congregazione
Universale può chiedere di far parte del gruppo degli AMICI DELLA SACRA FAMIGLIA che riunisce gli Zelatori e le
Zelatrici della Santa Casa. Essi riceveranno particolari incarichi insieme ad un nostro tesserino d’iscrizione. Per
l’invio di corrispondenza e di offerte servirsi del seguente indirizzo:
delegazione Pontificia - Congregazione Universale della santa Casa
60025 Loreto (AN), Italia - Tel. 071.97.01.04 - Fax 071.97.47.176 - C.C.P. n. 311605
MESSE PERPETUE
Iscrivi te stesso e i tuoi familiari alla Congregazione Universale della Santa Casa.
Potrai usufruire di vari benefici spirituali, in primo luogo delle messe perpetue:
cioè, di una messa celebrata ogni giorno nel santuario della Santa Casa alle ore 8.
Puoi iscrivere te stesso o altra persona singola, viva o defunta (offerta  10,00)
Puoi iscrivere la tua famiglia o altre famiglie, per vivi e/o defunti (offerta  16,00)
Invia la tua offerta tramite C.C.P. n. 311605 intestato a:
Delegazione Pontificia - Congregazione Universale Santa Casa - 60025 Loreto (AN)
oppure tramite bonifico bancario:
Banca delle Marche cod. IBAN: IT70O0605537380000000000941 BIC: BAMAIT3A
oppure tramite carta di credito direttamente dal sito internet, www.santuarioloreto.it
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Chi intende inviare l’offerta tramite bonifico bancario è pregato di comunicare il proprio recapito tramite
lettera, fax o e-mail per consentire una risposta.
Per contattarci: tel. 071.970104 - fax 071.9747176 Sito: www.santuarioloreto.it e-mail: [email protected]
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MSG Gennaio 2013