I PROGETTI DI PREVENZIONE DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI E DELLA VIOLENZA DI GENERE IN ADOLESCENZA, IN COLLABORAZIONE TRA ASSOCIAZIONE DONNA E POLITICHE FAMILIARI E SOLIDEA-PROVINCIA DI ROMA La realizzazione dei progetti di prevenzione sulla violenza di genere, da parte dell’Associazione Donna e Politiche Familiari e di altre Associazioni al femminile, sostenute e finanziate da Solidea, dal 2005 ad oggi in diversi Istituti Superiori di Roma e Provincia, ha consentito di creare una Rete sempre più allargata tra i tutti i soggetti coinvolti nel progetto (studentesse, studenti, insegnanti, famiglie, Istituzioni e diverse realtà territoriali del Privato Sociale). Lo scopo principale del progetto è stato quello di promuovere un processo di formazione e di costruzione di una consapevole identità di genere, che consentisse un confronto paritario e costruttivo tra maschio e femmina. Nello specifico gli obiettivi hanno mirato a facilitare l’acquisizione di strumenti critici indirizzati al superamento responsabile e consapevole degli stereotipi sessisti, verso l’adozione di comportamenti prosociali, basati sulla cooperazione e responsabilità, nel rispetto di sé e dell’altro sesso. Il lavoro di prevenzione e lotta ai comportamenti aggressivi ed alla violenza di genere, è stato articolato su diversi livelli: -il primo livello, quello più visibile, si è centrato sul discorso di prevenzione e sensibilizzazione all’interno delle classi coinvolte direttamente con le studentesse e gli studenti -un secondo livello, ha visto coinvolti, in parallelo ai lavori in classe, i genitori delle classi coinvolte, attraverso incontri di informazione e condivisione del progetto e colloqui di sostegno alla genitorialità, -un terzo livello, portato avanti contemporaneamente ai livelli precedenti, si è focalizzato su di un lavoro di informazione e formazione rivolto ai professori delle scuole coinvolte, -un ultimo ed altrettanto fondamentale livello, ha riguardato il dialogo con le Istituzioni della comunità locale, attraverso convegni di apertura e chiusura del progetto, con l’obiettivo di costruire un ponte tra i destinatari del progetto e le Istituzioni locali e Provinciali, attorno a cui gravitano i bisogni delle scuole-famiglia-docenti-adolescenti. Solidea ha lavorato insieme a diverse associazioni di donne, per creare negli anni un modello di intervento comune, sempre più condiviso negli obiettivi e nelle metodologie. A tal scopo è stato anche elaborato un questionario ad hoc per misurare gli stereotipi culturali ed indagare la violenza di genere nella popolazione giovanile. Il questionario è stato costruito insieme alle diverse equipe associative e Solidea, per poi essere testato, ristrutturato e somministrato da parte di tutte le Associazioni coinvolte, ad un campione di oltre 10000 adolescenti. Durante l’arco di questi cicli lavorativi è stato dunque possibile non solo creare momenti di scambio importanti tra la scuola e le istituzioni, attraverso giornate di studio, ma anche elaborare e pubblicare nel Maggio 2007, grazie a Solidea, una breve pubblicazione dal titolo “In viaggio per le scuole di Roma e Provincia: report di un intervento di prevenzione dei comportamenti aggressivi e della violenza di genere in adolescenza”. La pubblicazione ha voluto raccogliere insieme all’esperienza di Solidea, quella di tutte le Associazioni che si sono trovate coinvolte a lavorare insieme con gli stessi obiettivi sul progetto di prevenzione delle condotte aggressive. Nell’opuscolo sono stati pubblicati i risultati di tutto il lavoro effettuato nelle diverse scuole, descrivendo sia gli incontri svolti in classe, sia i dati emersi dai questionari somministrati agli studenti. Tale strumento è stato sistematizzato in un secondo momento in una pubblicazione più articolata e completa dal titolo “A scuola di genere” a cura di M.G. Passuello e V. Longo, FrancoAngeli (2010). Il lavoro svolto in classe con gli studenti e successivamente rielaborato e condiviso dalle varie associazioni in gioco, ha consentito di far emergere un quadro piuttosto preoccupante dei nuovi adolescenti, mostratesi particolarmente inclini alla scelta di comportamenti aggressivi e umilianti nei confronti dell’altro e delle donne in particolare. E’ emersa inoltre una forte tendenza alla tolleranza e all’abitudine nella scelta di atteggiamenti violenti, che conduce allo sviluppo di un minor senso di responsabilità verso gli altri e verso se stessi, così come una minore sensibilità nei confronti della sofferenza inflitta all’altro. Molti studenti, in prevalenza maschi, hanno considerato una scelta normale e necessaria quella di ricorrere alla forza ed alla violenza, piuttosto che al dialogo ed alla discussione. Altro dato significativo emerso soprattutto nelle ultime edizioni del progetto è un crescendo del fenomeno del bullismo anche tra le giovani ragazze, in interconnessione ad una generalizzata sfiducia dei giovani nei confronti delle figure adulte di riferimento (genitori ed insegnanti), che sempre di più sembrano perdere di autorevolezza e credibilità agli occhi dei minori. Alla base di questo inceppo comunicativo tra adulti ed adolescenti che genera scompenso e disagio, da un lato si pone la difficoltà degli adulti a trovare “tempo e spazio” per un ascolto più mirato ed autentico di eventuali problematiche anche fisiologiche della crescita del minore e dall’altro si struttura l’accumulo di vissuti emotivi negativi dell’adolescente, che tende così a mettere in atto comportamenti o eterodistruttivi o autodistruttivi (es. “Quando sono arrabbiato spaccherei tutto”, oppure “quando ho un problema grave preferisco tenerlo per me”). Queste osservazioni collimano anche con i dati della letteratura attuale sull’adolescenza e dimostrano dunque quanto i nuovi adolescenti facciano fatica ad autoregolare la rabbia ed a non ricorrere a comportamenti discriminatori e stereotipati tra i due sessi, con una conseguente difficoltà sia a concentrarsi nell’impegno scolastico, sia a costruire relazioni interpersonali cooperative. L’aggressività e il conflitto sono fenomeni così diffusi da indurre una specie di ammissione e tolleranza sia da parte di chi agisce che di chi subisce violenza. Un progetto di prevenzione sulla violenza di genere deve incidere, oltre che sugli studenti e sulle studentesse, soprattutto sugli stereotipi culturali, sulle premesse di chi lavora con i ragazzi e con le ragazze. Solidea ha avuto il merito di costruire con le associazioni un modello valido e di imporre una riflessione alla comunità locale rispetto ai risultati emersi nel lavoro con le classi. Il prezioso lavoro svolto fin’ora consente dunque di evidenziare ancora di più l’importanza di poter proseguire in questo cammino di prevenzione e sensibilizzazione nel mondo scolastico intorno ai temi della violenza, attraverso una progettazione sempre più mirata e specifica di percorsi formativi idonei a rispondere ai bisogni ed alle difficoltà incontrate dagli adolescenti, dai loro genitori e dagli insegnanti, al fine di contribuire e facilitare sempre di più nel minore una crescita più sana ed equilibrata. Avviare progetti di prevenzione alla violenza a scuola, significa dunque costruire interventi in un’ottica complessa e multidimensionale, che prenda in considerazione la stretta interconnessione tra i piani psicologici, affettivi, socio-culturali e le differenze di genere e nello specifico i modelli culturali, che oggi imperano nella costruzione della personalità del bambino e dell’adolescente.