N° 7 • Febbraio 2002 ▲ ▲ ▲ ▲ Recuperare la visione attraverso microchips La riabilitazione visiva del bambino ipovedente Un nuovo farmaco apre la speranza per una cura Famiglia: sostegno e supporto LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY LOW VISION ACADEMY A.R.I.S. Associazione dei Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani Presidente: Rocco Di Lorenzo Vice Presidente: Antonino Masacarella Low Vision Academy Presidente: Prof. Renato Meduri, Direttore della Scuola di Specializzazione in Oftamologia dell’Università di Bologna - Ospedale S. Orsola Comitato Scientifico Ipovisione: Prof. Rosario Brancato Direttore della Clinica Oculistica Ospedale S. Raffaele di Milano Prof. Francesco Carta Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Sassari Prof. Luciano Cerulli Direttore della Clinica Oculistica dell’Università “Tor Vergata” di Roma Prof. Adolfo Sebastiani Direttore della Clinica Oculistica dell’Università di Ferrara Prof. Giorgio Tassinari Primario della Clinica Oculistica dell’Università di Bologna Ospedale Maggiore Iscritto nel registro dei periodici del Tribunale di Palermo con decreto N° 19 del 20/25 - 7-2000 Editore: Associazione Retinopatici Ipovedenti Siciliani Redazione c/o ARIS: Via Principe di Belmonte, 11 - 90139 Palermo Tel. 091584395 Direttore responsabile: Rocco Di Lorenzo Redattori: Mariano Lombardi, Dario Matranga, Monica Monaco Hanno collaborato: M. Bongi, G. Cardinale, N. Fantozzi, M. Monaco, N. Pescosolido, K-Ruther, C. Scroccarello, E. Zrenner Fotocomposizione e stampa: Fabiano srl - Reg. S. Giovanni 2 - Canelli (AT) Tel. 0141 822557 - Fax 0141 822669 - E-mail: [email protected] SOMMARIO 5 8 Editoriale 10 15 Genetica delle discromatopsie 20 24 Ozonoterapia ed occhio 28 Spinacio: microcircuito per la visione 30 Un nuovo farmaco apre la speranza per una cura 32 Distribuzione dei farmaci: cavalli di Troia 34 Ministero della Sanità: ricorso al TAR Lazio/AIOrAO 36 40 42 44 Famiglia: sostegno e supporto Recuperare la visione attraverso microchips La riabilitazione visiva del bambino ipovedente I dati di 800 pazienti RP presentati alla SOI Il turismo e i disabili visivi La sardina e il pescecane News 3 A.R.I.S. Associazione dei Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani www.ipovisione.org Con la collaborazione scientifica di Low Vision Academy logo EDITORIALE IPOVISIONE: DA PALERMO UNA NUOVA STRADA ROCCO DI LORENZO PRESIDENTE A.R.I.S. nare sulle ultime novità nell’ambito della ricerca scientifica, sulle tecniche chirurgiche d’avanguardia e sull’utilizzo di nuovi ausili e farmaci. Ciò che ci inorgoglisce ancora di più è che l’A.R.I.S. (Associazione dei retinopatici e ipovedenti siciliani), da sempre impegnata in prima linea nel mondo dell’ipovisione, ha avuto l’onore d’essere stata incaricata, dalla Low Vision Academy, dell’organizzazione del congresso d’intesa con la Clinica Oculistica di Palermo (che ha la Presidenza del Congresso) e con la Fabiano Editore che ha creato una rete di collaborazioni con le aziende produttrici di ausili e le case farmaceutiche. I l terzo Congresso Nazionale di Low Vision Academy sull’Ipovisione nelle malattie eredo-degenerative retiniche, organizzato a Palermo il 16 e 17 febbraio del 2002, è un incontro scientifico e informativo di grande importanza per la realtà medico oculistica dell’isola ed in particolare per tutti gli operatori del settore: oculisti, ottici, ortottisti, optometristi, e per le associazioni di pazienti. Da molti anni Palermo – ma potrei direi la Sicilia – non ospitava un evento di portata nazionale dove i nomi più prestigiosi dell’oculistica italiana – dall’ambiente universitario a quello ospedaliero e privato – potessero informare e aggior5 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO Il terzo Congresso Nazionale di Low Vision Academy risponde alla domanda d’aggiornamento e formazione che il sud manifesta da anni. La presenza di numerosi relatori italiani e stranieri, operanti nei diversi settori del mondo dell’ipovisione, creano uno spazio d’incontro che vuole mettere a fuoco i diversi aspetti che connotano la disabilità visiva, attraverso un approccio integrato, multidisciplinare. Questo numero della rivista dà risalto agli interventi di relatori che trattano delle più importanti patologie retiniche. Il periodico – di cui ho l’onore di essere direttore responsabile – si conferma così uno strumento importante sia per gli addetti ai lavori sia per i pazienti ipovedenti, che – è bene ricordarlo – in Italia sono più di un milione e necessitano di un interesse spesso non all’altezza della gravità del problema. Nella continua ricerca dell’assetto organizzativo migliore e di ulteriori spazi di utenza nel panorama editoriale specialistico italiano, Ipovisione si trasfor- ma da un punto di vista grafico e strutturale: l’impaginazione, i caratteri large print, i contrasti e i colori rappresentano un’importante prova di attenzione nei confronti degli ipovedenti, dei pazienti affetti da degenerazione maculare e da retinite che potranno ancora – e speriamo meglio che in passato – usufruire di uno spazio informativo dedicato. Ma c’è di più per loro. Alla fine del Congresso si costituirà infatti una Federazione rappresentativa di tutti gli operatori del settore e delle associazioni di pazienti, precedentemente annunciata dal prof. R. Meduri all’ultimo Congresso SOI di Roma, per mettere fine alle divisioni e al proliferare delle società mediche e delle associazioni di ipovisione. La costituenda federazione vuole superare la frammentazione e la dannosa confusione dell’associazionismo, diventando così un riferimento omogeneo e organico di fronte al Ministero della Salute oltre che uno strumento di sensibilizzazione più efficace. 6 SOFT IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ RECUPERARE LA VISIONE ATTRAVERSO MICROCHIPS TRATTO DA FOUNDATION FIGHTING BLINDNESS D iversi ricercatori stanno lavorando su alcune protesi ad alta tecnologia che possono essere inserite chirurgicamente nel cervello o nella retina per recuperare parzialmente la vista persa. Sebbene altamente sperimentali, un giorno questi sistemi potrebbero permettere il recupero della visione, dando alla gente la libertà di camminare senza l’aiuto di un bastone o di un cane. tare l’efficacia negli uomini del loro sistema ASR (Retina artificiale al silicone). Impiantata sotto la retina, l’ASR rappresenta un esempio di impianto sub-retinico. L’ASR contiene all’incirca 3500 microscopiche cellule solari che ricevono e trasmettono luce. Esso è completamente autonomo e riceve energia interamente dalla luce che entra nell’occhio, senza bisogno di telecamere esterne, fili o altri sistemi di potenziamento per ottenere un’immagine. Altri studiosi in Germania stanno lavorando su un impianto sub-retinico con un sistema di potenzia- Impianti sottoretinici La Optobionics, una compagnia privata con sede a Chicago, è stata la prima ad iniziare trials clinici per valu8 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO mento che amplifica il segnale elettronico del microchip. Southern California e i D.ri Joseph Rizzo e John Wyatt dell’Harvard Medical School e del Massachusetts Institute of Technology rispettivamente. Impianti epiretinici Altri gruppi stanno facendo ricerche su sistemi noti come impianti epiretinici, essendo posizionati sulla superficie retinica. Tali dispositivi ricevono segnali da una telecamera montata su un paio d’occhiali. Questi segnali sono quindi amplificati da un particolare strumento. Gli impianti epiretinici devono essere fissati sulla superficie retinica per poter restare in situ. A tal proposito diversi ricercatori stanno valutando la sicurezza e l’efficacia di fissatori chirurgici e sostanze adesive. Essendo tutti questi sistemi piuttosto complessi, devono ancora essere effettuati studi pre-clinici per accertarsi che essi possano essere impiantati con sicurezza negli uomini. Attualmente la Fondazione sostiene due gruppi di ricerca su impianti epiretinici: i dottori Eugene De Juan e Mark Humayun della University of Impianti corticali Il Dr. Richard Normann, un ricercatore dell’University of Utah, e altri ricercatori dell’Illinois Institute of Tecnology stanno lavorando su alcuni sistemi di impianti corticali che oltrepassano la retina danneggiata per trasmettere le immagini direttamente sulla corteccia visiva del cervello. Questi sistemi devono essere impiantati profondamente all’interno della cor- 9 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ teccia visiva per raggiungere i neuroni che processano le informazioni visive. Attualmente i ricercatori si stanno impegnando nello sviluppare tecniche chirurgiche al fine di raggiungere con sicurezza la corteccia visiva. Secondo la loro complessità, alcuni di questi sistemi sperimentali raggiungeranno prima di tanti altri la fase 1 per studiare la sicurezza sull’uomo. Una volta cominciati i trials clinici, i ricercatori potranno valutare la sicurezza e l’efficacia di questi sistemi nelle condizioni di tutti i giorni. GENETICA DELLE DISCROMATOPSIE A CURA DI LUCIA SCOROLLI, SERGIO ZACCARIA SCALINCI RAFFAELLA RICCI VINCENZO DELLA VALLE I l fenomeno del colore è analizzabile sotto molteplici profili: fisico, biologico, genetico, percettivo e psicologico. Le proprietà cromatiche degli oggetti dipendono dalla risposta degli elettroni alle radiazioni elettromagnetiche. La sensibilità della retina ai colori è legata alla presenza, a livello maculare, di 3 differenti popolazioni di coni, ciascuna sensibile ad un colore fondamentale: a) coni aventi nel loro segmento esterno pigmenti fotosensibili al verde, b) coni con pigmento sensibile al rosso, 10 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO c) coni con pigmento sensibile al blu. A livello retinico il segnale è elaborato, non solo tradotto. Successive codificazioni avvengono infatti a livello delle cellule bipolari (modificazione della modulazione di frequenza) e cellule ganglionari. L’elaborazione cromatica avviene infine in aree specifiche corticali: V1, V3 e V4. Nell’ambito delle patologie acquisite, lesioni a questi livelli possono provocare alterazioni diverse della percezione cromatica. Le forme congenite, invece, sono correlate solo ed esclusivamente ad un’alterata programmazione genetica dei 3 tipi di fotorecettori ed in particolare a specifici pigmenti fotosensibili (colpita 1 persona ogni 33.000 nella acromatopsia). Oggi sono parzialmente note le sequenze genetiche che possono portare alle anomalie cromatiche come mutazioni che coinvolgono geni che codificano per i pigmenti dei coni. Gli studi genetici cominciarono dall’osservazione che i difetti nella discriminazione del rosso e del verde sono più comuni nei maschi che nelle femmine, lasciando intuire che i geni responsabili dell’anomalia sono localizzati sul cromosoma X (del sesso). Il razionale di tali studi fu che i pigmenti dei coni e dei bastoncelli (rodopsina) possano essersi evoluti da un unico pigmento visivo ancestrale e per cui i geni attuali possiedono alcune sequenze simili di basi nucleotidiche. Fu isolato il gene per la rodopsina bovina ed utilizzato come sonda per identificare i geni umani per la rodopsina e per i pigmenti dei coni. Con tecniche di ibridazione si è cercato dapprima un segmento di DNA umano quanto più possibile complementare alla sonda di rodopsina bovina. Nel nostro caso il filamento dei gene della rodopsina bovina si legava fortemente solo ad un segmento di Dna umano (che analisi 11 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO successive riconobbero come il gene che codifica per la rodopsina). La sonda tuttavia, si legava anche, sia pure più debolmente, ad altri 3 segmenti di DNA, verosimilmente codificanti per i pigmenti dei coni. Per dimostrare che i 3 segmenti di DNA a cui si legava la sonda fossero i geni per i 3 pigmenti dei coni, si cercarono -e trovarono- a livello retinico gli RNA messaggeri corrispondenti ai DNA ibridati. Il successo di tale indagine fu accompagnato dalla localizzazione cromosomica di tali geni. Infatti i geni che codificano per i fotopigmenti rosso e verde si trovano nella regione dei cromosoma X, confermando l’osservazione iniziale di una maggiore incidenza nel sesso maschile. ll gene che codifica per il pigmento sensibile al blu, si trova invece sul cromosoma 7, una scoperta coerente con la nozione che la visione anomala dei blu è determinata da un autosoma. La determinazione delle sequenze nucleotidiche rivelò "regioni codificanti" omologhe a quelle dei geni per la rodopsina umana e bovina. L’analisi delle sequenze aminoacidiche delle proteine codificate mostrò inoltre che il 40% di ciascuna catena proteica era identico alla sequenza della rodopsina. La notevole omologia esistente tra il gene per la rodopsina e i tre geni per i pigmenti sensibili ai colori convalida l’ipotesi iniziale che tutti e 4 i geni si siano in realtà evoluti dallo stesso progenitore. Il 4° gene si sarebbe sdoppiato dal 3°, più recentemente, dando origine ad un gene per il pigmento sensibile al rosso e a uno per il pigmento sensibile al verde. Lo sdoppiamento è abbastanza recente per il grado di omologia elevato: il 98% dei loro DNA è infatti identico. Studi che hanno preso in considerazione i geni per i pigmenti visivi isolati dal cromosoma X di persone con 12 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO visione dei colori normale, hanno mostrato che il gene per il pigmento sensibile al rosso era sempre presente in una singola copia, mentre l’altro gene, che codifica per il pigmento sensibile al verde, era presente in una, due o tre copie. In realtà si è visto che tali geni sono disposti "a tandem", in una sequenza continua lungo il cromosoma X e proprio tale disposizione li rende più suscettibili a variazioni nel corso della meiosi (ricombinazione omologa ineguale). Durante tale processo infatti cromosomi omologhi si appaiono e si ricombinano, ovvero scambiano segmenti. Normalmente lo scambio avviene in modo che nessun cromosoma acquisti o perda geni, ma talvolta 2 segmenti altamente omologhi possono ricombinarsi in modo errato. Tale processo di ricombinazione omologa ineguale dà luogo alle varie configurazioni dei geni per i pigmenti sensibili al verde. Alla ricombinazione omologa ineguale va ascritta non solo la variazione nel numero di geni per i pigmenti sensibili al verde in individui con una visione normale dei colori, ma anche la stragrande maggioranza dei difetti nella discriminazione del rosso e del verde. La maggior parte dei soggetti deuteranopi (che mancano dei recettore per il verde) hanno perso, durante la ricombinazione omologa, i geni per i pigmenti sensibili al verde. Tuttavia in alcuni di questi soggetti il gene per tale pigmento è rim- suggerire x eventuale foto 13 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO piazzato da un gene ibrido, risultato di una ricombinazione in cui una parte del gene normale per il pigmento sensibile al verde si è scambiato con una parte del gene per il pigmento sensibile al rosso. Perchè il gene ibrido non produce un recettore funzionale per il verde? a) Le sequenze di DNA all’inizio dei geni ibridi o normali determinano il tipo di cellula in cui il gene sarà attivo. b) Le sequenze più lontane determinano il tipo di pigmento prodotto. c) Per cui, in presenza di un gene ibrido, possiamo produrre un pigmento sensibile al rosso in cellule che normalmente dovrebbero diventare coni per il verde. Fenotipicamente pertanto i geni ibridi codificano per proteine con alterazione funzionale da sensibilità spettrale anomala. Esistono alterazioni genetiche che si esprimono con la morte precoce delle cellule o con alterazioni metaboliche che portano a fatti degenerativi. In taluni casi è possibile compensare un’anomalia genetica con fattori extragenetici, quali ad esempio fattori di crescita o integrazioni enzimatiche diverse. Nel caso delle discromatopsie non è possibile compensare una carenza di programmazione se non inserendo il gene giusto, in quanto si tratta di carenza di sintesi da parte di cellule sostanzialmente sane. L’estinzione della patologia può essere ottenuta solo con manipolazione genetica. In ogni caso le ricerche attuali sono volte alla realizzazione di sussidi elettrici che permettano di codificare lo stimolo luminoso secondo le frequenze dello stimolo cromatico che potrebbe essere se non la risoluzione, un vantaggio notevole, capace di ridurre l’ipovedenza anche di oltre la metà e che consentirebbe una vita di relazione normale o comunque un utilizzo più producente degli ausili per ipovedenza. 14 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ abilità e di un handicap visivo pur con la conservazione di una visione residua significativamente utilizzabile. Il soggetto ipovedente non può comportarsi come un cieco, come d’altra parte, non può agire come un normovedente dato che sono molte le difficoltà operative e relazionali che deve affrontare, un visus di 0.3 o un campo visivo di soli 60° (limiti superiori per I’ipovisione secondo I’O.M.S.) LA RIABILITAZIONE VISIVA DEL BAMBINO IPOVEDENTE A CURA DI MARIO BROGGINI M olte sono le patologie dell’occhio e delle vie ottiche che determinano una alterazione irreversibile della funzione visiva. Il soggetto con minorazione visiva viene considerato cieco o ipovedente in base all’acuità visiva ottenibile per lontano dopo correzioni di eventuali ametropie. La cecità è definita dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità come la mancanza di visione o di una visione significativamente utilizzabile; I’ipovisione è invece quella condizione che si trova tra la cecità e la normovisione e che comporta spesso l’esistenza di una dis15 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO possono già comportare dei problemi nello svolgimento di numerose attività di base. Dobbiamo inoltre considerare che una notevole parte delle menomazioni visive sono di origine congenita e in questo caso la problematica è ancora più vasta e complessa perchè il deficit sensoriale interferisce negativamente sull’intero sviluppo maturativo dell’individuo. Un alterato sviluppo della funzione visiva comporta infatti un mancato sviluppo delle coordinazioni senso-motorie, un’alterata rappresentazione della realtà e tutta una serie di problemi neuropsicologici che rendono ancora più invalidante la minorazione visiva che ne sta all’origine. È quindi fondamentale utilizzare nel miglior modo possibile il residuo visivo del soggetto ipovedente. L’impiego del residuo visivo nel paziente ipovedente attraverso un trattamento riabilitativo è iniziato più di 25 anni fa nei Paesi Scandinavi e negli Stati Uniti d’America, in Italia solo di recente si sono realizzate delle iniziative per realizzare con la riabilitazione visiva l’apprendimento delle strategie di utilizzo del residuo visivo con l’impiego di vari sussidi e ausili visivi con il corretto movimento degli occhi e della testa che in un armonico atteggiamento posturale consentano il miglioramento della capacità visiva. L’intervento riabilitativo nel soggetto ipovedente deve avere per scopo il miglioramento quantitativo e qualitativo della visione residua per poter realizzare le condizioni ottimali per l’integrazione sociale dell’individuo ed il conseguimento di pari opportunità con i normovedenti. La percezione visiva è la risultante di due livelli funzionali strettamente connessi fra loro: un livello primario che comprende le funzioni più strettamente connesse all’organo di senso che riceve ed elabora le componenti fisiche dello stimolo sensoriale. 16 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO elementi di conoscenza. I due livelli sono tra loro interdipendenti nel senso che i processi del livello primario sono indispensabili per la percezione, mentre quelli di livello secondario sono altrettanto indispensabili affinchè la percezione risulti funzionalmente utile. Quando è presente una minorazione visiva congenita o ad insorgenza precoce il mancato sviluppo del livello primario altera l’organizzazione del livello secondario e quindi l’organizzazione delle funzioni superiori. Le strutture visive del neonato presentano caratteristiche diverse da quelle dell’adulto sia dal punto di vista anatomo-istologico che funzionale. A livello retinico i campi recettivi delle cellule gangliari sono più ampi e con scarso antagonismo tra parte centrale e periferica, i fotorecettori foveali sono dispersi in una zona molto ampia e sono dotati di assoni più corti. Il corpo genicolato laterale è più piccolo e meno organizzato. l neuroni Questo livello comprende l’analisi delle caratteristiche primarie dello stimolo: dimensione, posizione, luminosità e contrasto; come pure la motilità oculare riflessa: riflessi pupillari, accomodazione, vergenze, interazioni oculo-vestibolari. Il livello secondario è costituito dalla integrazione funzionale di numerose attività nervose superiori: attenzione, memoria, strategie di analisi sintesi ed il linguaggio. Questo livello comporta la ricerca attiva ed intenzionale di informazioni visive come pure la possibilità di elaborarle come 17 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO alla retina periferica. Si sviluppa quindi la possibilità di discriminare i dettagli dello stimolo e di ricercarli attivamente attraverso i movimenti oculari per la maturazione di connessioni tra corteccia e collicolo superiore. Si creano in questo modo le premesse funzionali dell’attività gnosica, con il riconoscimento dello stimolo e dell’attività prassica per I’oculomotricità intenzionale e organizzata. Questa è fondamentale per l’apprendimento delle caratteristiche spaziali di uno stimolo ed è collegata con l’organizzazione delle funzioni prassiche e con il costituirsi degli schemi motori sequenziali e finalizzati. Il dato sensoriale può quindi giungere ad aree specifiche della corteccia visiva deputate al riconoscimento dello stimolo e passare quindi alle aree di associazione temporo-parieto-occipitali realizzando la sintesi simultanea delle afferenze provenienti dai diversi analizzatori sensoriali. Dopo questo livello l’informa- della corteccia visiva sono di circa 90.000 unità per mm2 nel neonato a termine, di 40.000 al quarto mese e, nell’adulto, 35.000 unità. Nelle prime settimane di vita si ha un aumento delle connessioni sinaptiche ed una successiva riduzione e riorganizzazione delle reti interneuroniche. In questa fase l’esperienza visiva stabilizza i circuiti sinaptici ad elaborare l’informazione secondo particolari schemi. Un altro dato importante è che le connessioni tra la corteccia e strutture sottocorticali non sono già efficienti alla nascita, ma vanno costituendosi nelle prime settimane di vita extrauterina. Le competenze visive del neonato si limitano alla possibilità di percepire gli stimoli in modo indistinto e di reagire ai movimenti registrati dalla retina periferica. Dal 1° mese di vita con la creazione di connessioni tra corpo genicolato laterale e corteccia striata la fovea aumenta il proprio potere di risoluzione in rapporto 18 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO questa viene poi successivamente applicata a qualunque altro processo de acquisizione dell’informazione. Un’altra funzione neuropsicologica che risulta compromessa nel bambino ipovedente è la memoria. Nel bambino la memoria iconica ha un ruolo fondamentale perchè trattiene per alcuni istanti l’intera informazione percettiva per elaborarla e trasferirla alla memoria a breve e lungo termine. Se l’informazione iconica è parziale o frammentaria si ha una maggiore difficoltà nel trasferimento dell’informazione. Per quanto riguarda la capacità di adottare strategie di analisi-sintesi bisogna considerare che la possibilità di percepire contemporaneamente sia i dettagli che l’insieme di una determinata struttura condiziona anche la possibilità di acquisire una percezione analitico-sintetica delle parti e del tutto il cui risultato è l’attribuzione di un significato allo stimolo che viene presentato. Queste mo- zione può essere può essere sottoposta a processo di codificazione detto sintesi simbolica, che costituisce la base del linguaggio verbale. L’afferenza visiva è promozionale per lo svolgimento di tutto questo processo ed in particolare è in stretto rapporto con lo sviluppo di alcune funzioni neuropsicologiche quali l’attenzione, la memoria, le strategie di analisi-sintesi che sono essenziali premesse per l’apprendimento. Il neonato ha una soglia elevata di recettività e possiede solo una attenzione diffusa che consiste nel riflesso di orientamento verso una stimolazione che supera il valore soglia; è però molto importante si sviluppi l’attenzione selettiva che è quella che consente di selezionare uno stimolo fra tanti o un singolo aspetto dello stimolo considerato. La possibilità di ispezione foveale è un presupposto indispensabile per acquisire la capacità di mantenere l’attenzione selettiva anche se 19 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ dalità percettive facilitano e configurano la formazione di schemi che interessano l’attività mentale. In base a queste considerazioni si comprende come le alterazioni visive precoci del bambino si possono tradurre, nel corso dello sviluppo, in una patologia delle funzioni superiori. Un adeguato esame clinico deve valutare accanto alle caratteristiche della patologia oculare, al grado di compromissione funzionale e all’entità del residuo visivo, le strategie funzionali adottate dal singolo paziente. È quindi importante che l’intervento di riabilitazione visiva finalizzata alle varie attività superiori, preceduto da un intervallo di riabilitazione neuropsicovisiva tra 0 e 4 anni, consideri l’attuazione in età prescolare e scolare di un programma riabilitativo personalizzato e basato su di un approccio ed un confronto interdisciplinare che qualifichi i rapporti tra la visione e le altre attività funzionali. OZONOTERAPIA ED OCCHIO A CURA DI DANIELE MORREALE L ’Ozono (O3), altra forma instabile dell’ossigeno (O2), è uno dei componenti gassosi minori dell’atmosfera terrestre. Esso si forma in natura nella stratosfera per azione delle radiazioni ultraviolette sull’ossigeno. È di colore blu, è più solubile nell’acqua (circa il doppio dell’O2) e presenta un odore caratteristico di fieno o trifoglio tagliato. Per le sue azioni ossidanti ne è stato proposto l’utilizzo in medicina per la sua cura di affezioni neurologiche, oculari, vascolari, reumatologiche, odontostomatologiche, dermatologiche e del sistema immunitario. L’Ozono medicale può essere somministrato per via sottocutanea, intramuscolare, in- 20 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO traarticolare, endovenosa, intradiscale e per via rettale, ma non per via inalatoria per la sua azione tossica ed irritante nei riguardi delle mucose dell’apparato respiratorio. Non può essere somministrato, inoltre, nei soggetti con turbe piastriniche, tireopatiche e nelle donne in gravidanza per possibili effetti collaterali. In oculistica la via preferenziale di somministrazione è quella endovenosa, attraverso la reifusione di sangue del paziente precedentemente prelevato e fatto interagire con una miscela di Ossigeno–Ozono per circa 20–30 minuti. In particolare, è utilizzato nella cura di infezioni congiutivali, di cheratiti ed ulcere corneali resistenti alla terapia medica tradizionale. Nell’ultimo decennio, inoltre, è stato proposto nel post– operatorio del distacco retinico e per il trattamento delle maculopatie retiniche e della retina pigmentosa. In quest’ultima affezione si avrebbe un accumulo abnorme di dischi di materiale lipoproteico presenti nel segmento esterno prima dei bastoncelli e nelle fasi avanzate anche dei coni. Tali accumuli ostacolano la diffusione tra l’epitelio neurosensoriale e l’epitelio pigmentato retinico ed il circolo coroidale con conseguente degenerazione del neuroepitelio per sofferenza ipossica. L’azione dell’Ozono si baserebbe, pertanto, sul suo effetto ossidante tramite la formazione di idroperossidi, che scatenano apparentemente paradossale effetto a cascata anti–ossidante. Si ha, infatti, un aumento di produzione degli enzimi Catalasi, Glutation perossidasi, Glutation reduttasi che catalizzano la demolizione di H2O2; dell’enzima Superossido Dismutasi che elimina l’anione superossido O2- (prodotto di riduzione parziale dell’Ossigeno); e dell’enzima G6P deidrogenasi che partecipa al Ciclo dei Pentoso 21 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO Fosfati con produzione del NADPH. Aumentando la concentrazione di quest’ultimo, si promuove il metabolismo aerobico del glucosio con produzione di ATP, necessario per il funzionamento della pompa Na/K, importante per il mantenimento del gradiente di questi cationi entro e fuori l’eritrocita, e di 2,3 Difosfoglicerato (2,3 DPG), necessario per il rilascio dell’O2 dall’emoglobina. Il NADPH, inoltre, viene utilizzato nel globulo rosso anche per la riduzione del Glutatione. In conclusione l’Ozono determinerebbe una migliore ossigenazione dei tessuti aumentando la deformabilità della membrana eritrocitaria con conseguente diminuzione della viscosità ematica e permetterebbe un più rapido rilascio di O2 ai tessuti oculari, tramite le variazioni di concentrazione intraeritrocitaria di 2,3 DPG. Come si ricava dalla poca lettura, tuttavia, nonostante la validità dei presupposti teorici, i risultati dell’ozono – terapia sono ancora controversi. Infatti, mentre la scuola cubana e quella italiana di Bologna riportano dati soddisfacenti, specie in associazione al trattamento chirurgico ed elettrostimolante nella retinite pigmentosa, quella americana non ha riscontrato variazioni statisticamente significative nei soggetti trattati. In particolare invariate sarebbero rimaste l’ampiezza delle onde dell’ERG e quella delle aree di visione dei campi visivi. Una così marcata differenza di valutazione, impone per un corretto e definitivo giudizio di estendere la ricerca su un campione più numeroso, così come proposto da autori polacchi che su una casistica limitata hanno riportato risultati incoraggianti. 22 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ collo diagnostico promosso dal Comitato Scientifico della FIARP. Oltre ad uno studio di tipo trasversale, per la classificazione delle diverse forme patologiche e una valutazione delle caratteristiche funzionali dei pazienti, è stato effettuato uno studio di tipo longitudinale, per la valutazione del decorso della malattia nel tempo. Infatti una più completa informazione sui tempi di deterioramento delle funzioni visive nella Retinite Pigmentosa è indispensabile per: identificare il fenotipo dei pazienti, cioè riconoscere l’aspetto morfologico di ogni individuo, riguardo a caratteri determinati geneticamente. Questo aspetto è di fondamentale importanza perché con il termine generico di Retinite Pigmentosa si etichettano casi di degenerazione retinica diversi per modalità di trasmissione ereditaria, compromissione della popolazione dei fotorecettori della retina, epoca di insorgenza e I DATI DI 800 PAZIENTI RP PRESENTATI ALLA SOI A CURA DI CHIARA PIERROTTET I n occasione del Congresso annuale della SOI APIMO, tenutosi a Roma nel novembre 2001, sono stati esposti i risultati di uno studio relativo ad una vasta popolazione di pazienti affetti da Retinite Pigmentosa, condotto presso il Centro di Riferimento per lo studio delle degenerazioni retiniche ereditarie della Clinica Oculistica Universitaria dell’Ospedale San Paolo di Milano, diretta dal Prof. Nicola Orzalesi. Sono stati presi in esame 869 pazienti consecutivi che sono stati esaminati a partire dal 1988 presso il Centro di Riferimento. Tutti i pazienti sono stati sottoposti al proto24 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO della malattia (molti casi di RP sono stabili, in assenza di terapia!). Alcuni tra i più affermati studi sul decorso della RP parlano di una riduzione dell’acutezza visiva pari all’1-2 % per anno. Grover ha evidenziato che la percentuale di pazienti affetti da Retinite Pigmentosa con una condizione di cecità legale è pari al 20% e che il 43% dei pazienti di età superiore ai 60 anni conserva una acutezza visiva di almeno 5/10. Differenti risultano i risultati relativi al deterioramento del campo visivo, che presenta un peggioramento del 4-12% per anno a seconda degli studi, confermando come in questa patologia l’aspetto più rapidamente compromesso è l’autonomia di mobilità ed orientamento della persona. Nel nostro studio sono stati esaminati 869 soggetti affetti da RP in forma primaria o sindromica su un totale di 934 pazienti con diversi quadri di degenerazione retinica di tipo eredofamiliare. progressione, complicanze e forse risposta ai trattamenti terapeutici; esprimere una prognosi visiva, per aiutare i pazienti a organizzare meglio la propria vita (studio, lavoro, valutazione del rischio di trasmissione della malattia alla prole, etc.); stabilire le possibilità riabilitative per migliorare la qualità della vita dei pazienti; definire protocolli terapeutici per la Retinite Pigmentosa, cioè stabilire i criteri per valutare gli effetti di un trattamento terapeutico. Nella pratica medica moderna i trial clinici condotti secondo metodiche standard sono irrinunciabili. Questo elemento è fondamentale, dato il rischio, per malattie come la Retinite Pigmentosa in cui il decorso della malattia può variare molto da soggetto a soggetto e vi sono le ben note fluttuazioni delle funzioni visive, di errori valutativi. Inoltre non si può attribuire la stazionarietà del quadro clinico all’efficacia di un trattamento se non si conosce la storia naturale 25 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO visivo le curve di sopravvivenza indicano che dopo 12 anni di osservazione il 40% dei pazienti non ha avuto un peggioramento clinicamente rilevante e che le forme Rod/Cone (bastoncelli/coni) sono tendenzialmente più stabili delle forne Cone/Rod. Un altro elemento da mettere in evidenza è la possibilità di un diverso livello di compromissione nei due occhi, aspetto poco conosciuto ma clinicamente rilevante. Infatti nonostante la RP sia una patologia bilaterale (la percentuale di forme monolaterali è molta bassa) è stata riscontrata una differenza tra i due occhi dell’acutezza visiva in circa il 40% dei casi e del campo visivo nel 12%. Infine merita di essere sottolineato che il 54% dei pazienti con una durata della malattia di almeno 40 anni conserva una acutezza visiva di almeno 1/10 e che l’84% ha un campo visivo residuo di almeno 10 gradi, con la possibilità in alcuni casi di un percorso riabilitativo. Dall’analisi delle curve di sopravvivenza (una delle metodiche più frequentemente usate in epidemiologia per misurare gli esiti delle malattie) è risultato che dopo 8 anni di follow-up il 45% circa dei pazienti non presenta un peggioramento dell’acutezza visiva e che le forme primarie (RP non accompagnata da compromissione di altri organi o apparati) e le forme sindromiche si comportano in modo simile. È stato confermato che le forme di RP Cone/Rod (Retinite Pigmentosa coni/bastoncelli) presentano una più rapida compromissione della acutezza visiva e che le forme di RP legata al sesso (X-linked) hanno una prognosi più sfavorevole rispetto alle altre, seguite dalle forme autosomiche recessive. Le forme autosomiche dominanti presentano una riduzione della acutezza visiva più lenta come anche i casi definiti sporadici (quelli in cui vi è un solo soggetto affetto in tutto l’ambito familiare). Per quanto riguarda il campo 26 Concessionaria per la Sicilia di strumenti oftalmici per la diagnostica e la chirurgia, lenti intraoculari e disposable Assistenza tecnica biomed s.a.s. Uffici ed assistenza tecnica: Via A. Telesino 15 - 90135 PALERMO Tel. +39 091 6760361 - Fax +39 091 407763 www.biomedsas.com - E-mail: [email protected] OPHTHALMOLOGY IN PROGRESS Ing. Nunzio La Ferlita Progetto PC-VOX Futura (S o S Informatica) Via Moretto da Brescia 27 - 20133 MILANO (Italy) Tel./Fax +39 02 70001188 - Cellulare: +39 348 8720485 E-mail: [email protected] - http://www.pc-vox.com IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ di proteine coinvolto nella fotosintesi, comunemente noto come Photosystem 1, può essere anche utile nel modellare una retina prostetica capace di lavorare la luce e creare una visione utile. Greenbaum e i suoi collegi collaborano con un ricercatore della Foundation-funded, il Dott. Mark Humayun del Doheny Eye Institute, University of Southern California Medical School. Photosystem 1 genera tensione elettrica dopo essere stato esposto ai raggi della luce. Per individuare questo pro- SPINACIO: MICROCIRCUITO PER LA VISIONE A CURA DI HOGLUND I Ricercatori spesso guardano alla natura per prendere ispirazione nel risolvere i problemi scientifici complessi. Il Dott. Elias Greenbaum e colleghi del Department of Energy’s Oak Ridge National Laboratories hanno studiato la fotosintesi nella pianta di spinacio per superare le sfide del design nello sviluppo di una retina artificiale per i pazienti con perdita grave della visione da degenerazione della retina. Come cellule fotorecettrici nella retina, le piante catturano la luce e la convertono in un segnale elettrico. Benchè lo spinacio infine usi la luce per sintetizzare gli zuccheri, gli scienziati di Oak Ridge pensano che un complesso Occhio sinistro 28 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO cesso naturale nel laboratorio, il Dott. Greenbaum ed i suoi collegi hanno determinato che queste proteine sono capaci di produrre fino a un volt di energia elettrica. Altro lavoro è stato necessario per determinare se la tensione elettrica prodotta da Photosystem 1 può essere usata per incentivare la rete di cellule del nervo nella retina che riceve segnali dalle cellule fotorecettrici e le invia al nervo ottico. In aggiunta al test su Photosystem 1 per la sua attività elettrica, la squadra del Dott. Greenbaum sviluppa un me- todo per consegnare il complesso proteinico all’occhio usando cellule bio-pianificate specialmente disegnate. Benchè molto teoretico nel concetto, Photosystem 1 potrebbe essere utile perchè crea ed emette segnali elettrici prodotti da una retina artificiale. Un tale approccio biologico potrebbe superare le complicazioni associate al tradizionale potere elettronico. La maggior parte dei congegni elettronici forniscono calore generando maggiore abilità. La costante esposizione al calore potrebbe danneggiare le cellule sane del nervo che ripetono le immagini al nervo ottico, con ciò si nega il beneficio intenzionale di una retina artificiale. Questi ed altri grattacapi, una volta superati, potrebbero un giorno portare un’intera nuova svolta medica basata su uno dei più vecchi e fondamentali processi biochimichi del pianeta. Occhio destro 29 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ novembre scorso, durante la “Settimana della Scienza Irlandese”, dichiarando che il farmaco offre un enorme potenziale risolutivo nelle distrofie retiniche e manifestando la speranza che esso rappresenti la soluzione per la cura della malattia. “Abbiamo dimostrato in provetta – ha detto l’illustre ricercatore – che si può impedire la perdita delle cellule retiniche e abbiamo continuato con successo ad attestare che il farmaco prototipo è efficace anche al livello animale. Il passo sarà la produzione di analoghi del farmaco, per poi iniziare gli esperimenti clinici per accertare se quanto è stato scoperto ha la stessa efficacia quando somministrato agli esseri umani”. Ci vorranno probabilmente tre anni prima che comincino le sperimentazioni, ma già alcune industrie farmaceutiche hanno dimostrato interesse per il nuovo farmaco, ha aggiunto il Professor Cotter. UN NUOVO FARMACO APRE LA SPERANZA PER UNA CURA TRATTO DA ARCOBALENO (ANNO VI, N. 23) U n’équipe della irlandese UCC diretta dal Prof. Tom Cotter, capo del Dipartimento di biochimica, ha iniziato quattro anni fa delle ricerche sulle distrofie retiniche che hanno condotto a un medicamento prototipo, in ambiente di laboratorio, dimostratosi efficace nel combattere la morte prematura delle cellule della retina. La fase successive è stata la sperimentazione su dei topi e il farmaco ha impedito la cecità laddove sarebbe altrimenti intervenuta. Il Professor Cotter (detentore dell’onorificenza Boyle Iris Times/RDS), ha riferito i risultati di questa ricerca il 13 30 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ La Neurotech, una piccola compagnia biotecnologica, ha sviluppato un sistema di trasporto di farmaci impiantabile chiamato ECT (terapia cellulare incapsulata). Il sistema ECT è caratterizzato dalla presenza di sottili capsule porose contenenti cellule modificate geneticamente. Grazie ad un’esclusiva collaborazione, la Fondazione e la Neurotech hanno scoperto che il sistema ECT, contenente cellule che producono un fattore di sopravvivenza detto fattore neurotrofico ciliare (CNTF), riduceva la perdita visiva in modelli animali. Più recentemente membri del comitato scientifico della Fondazione si sono incontrati con la Neurotech per offrire aiuto a questa compagnia nel preparare una richiesta alla FDA (Food and Drug Administration) DISTRIBUZIONE DEI FARMACI: CAVALLI DI TROIA A CURA DI GERARD J. CHADER R icercatori della fondazione hanno individuato diversi farmaci promettenti che riducono notevolmente la riduzione visiva in modelli animali con degenerazione retinica. Tuttavia, essendo la retina protetta dal flusso sanguigno, i tradizionali metodi di diffusione dei farmaci, come pillole o iniezioni, non possono raggiungere i siti affetti. La Fondazione, nell’ambito del suo Programma di Terapia Medica, collabora con altre compagnie che si occupano di biotecnologia al fine di sviluppare e sperimentare nuovi sistemi di trasporto dei farmaci, che, come i cavalli di Troia, possano oltrepassare le difese retiniche e agire su queste patologie. 32 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO per iniziare sperimentazioni cliniche. Anche la Control Delivery Systems (CDS) ha sviluppato un sistema impiantabile che permette un rilascio controllato di farmaci alla retina. Più piccolo di una punta di matita, il sistema Envision TD™ viene impiantato nel vitreo, un limpido fluido gelatinoso interno all’occhio. Tale sistema ricopre il farmaco dentro una serie di strati permeabili che permettono al farmaco di diffondere lentamente nella retina. La CDS spera, con questo sistema, di iniziare trials clinici per il trattamento di diverse malattie oculari. La Oculex Pharmaceuticals ha realizzato un sistema di trasporto di farmaco impiantabile e biodegradabile (BDD™) per un lento rilascio di farmaci nel trattamento di patologie oculari. La Fondazione e la Oculex stanno finanziando insieme un progetto di ricerca per testare in laboratorio il sistema BDD con uno steroide al fine di prevenire le complicazioni immunitarie dopo trapianto di cellule retiniche. La IOMED ha prodotto il sistema OcuPhor™, che usa dosi molto basse di corrente elettrica per diffondere farmaci all’occhio. Questo sistema contiene un elettrodo collegato ad un sistema di controllo di dosaggio di farmaco alimentato da una batteria. Posto sotto la palpebra inferiore, l’elettrodo trasmette piccoli impulsi elettrici che permettono la diffusione del farmaco alla retina. Il sistema OcuPhor non necessita di alcun tipo di chirurgia invasiva per posizionare il dispositivo o diffondere il farmaco. Tutti questi cavalli di Troia dei nostri giorni potrebbero rompere le barriere dei trials clinici, permettendoci di sperimentare diversi farmaci promettenti. 33 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ Ministero della Sanità Dipartimento della Prevenzione - Ufficio I Prot. N.400 1/1.3.AG.6 - Cont. 815/1273 RELAZIONE ALL’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO Oggetto: Ricorso al TAR Lazio p\AIOrAO c\ Ministero della sanità per il DM 18.12.97 (Ct 14394/98-397) rali e funzionali dei centri di cui al comma 1 dello stesso articolo. Il decreto di cui sopra è stato emanato dal Ministero della sanità in data 18/12/97. Tra le figure professionali di base previste dal decreto di cui trattasi si riscontra la presenza del profilo professionale dell’operatore della riabilitazione visiva. Con ricorso al TAR l’associazione ortottisti assistenti in oftalmologia ha impugnato il decreto de quo chiedendone l’annullamento, previa sospensione perché illeggittimo. A sostegno dell’impugnativa la ricorrente deduce: 1. Qualificazione dell’interesse da tutelare. Legittimazione al ricorso. “Associazione ricorrente e leggittimata a ricorrere per la difesa Premesse di fatto La legge 28 Agosto 1997 n.284 ha disposto all’art.1 di destinare uno stanziamento annuo di £. 6.000 milioni alle iniziative per la prevenzione della cecità e per la realizzazione e la gestione di centri per l’educazione e la riabilitazione visiva. L’art. 2 comma 2 della legge di cui sopra rinvia, ad un decreto del ministero della sanità, la determinazione dei criteri di dipartizione delle predette somme nonché dei requisiti organizzativi, struttu34 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO infondato l’assunto attoreo circa illeggittimità, inesistenza della figura professionale dell’operatore di riabilitazione visiva prevista dal decreto gravato. L’Amministrazione in effetti in sede di elaborazione della stesura definitiva del DM ha inserito erroneamente la figura dell’operatore di riabilitazione visiva, che non è altro che una diversa definizione dell’ortottista assistente in oftalmologia, figura per altro presente nel decreto di cui trattasi. In realtà la scrivente Amministrazione sta elaborando delle modifiche al decreto, eliminando dalle figure professionali di base” quella dell’operatore di riabilitazione visiva. Tanto premesso si rimettono tali valutazioni al prudente apprezzamento ed esame di codesta Avvocatura Generale e si resta a disposizione per eventuali, ulteriori, adempimenti. dell’interesse afferente l’intera categoria rappresentata”. 2. Violazione della legge 284. La legge 284/97 stabilisce “che l’impugnato provvedimento doveva essere emanato entro 60 giorni dall’entrata in vigore della stessa legge, ciò non è avvenuto”. 3. Eccesso di potere. “Il decreto soggetto a gravame, ha previsto una figura professionale – quella dell’operatore di riabilitazione visiva – non prevista dalle vigenti disposizioni governative”. Ciò premesso questo Ministero osserva che non è Il Dirigente Dott. Fabrizio Oleari Il Funzionario Responsabile Dott. Francesco Castellano 35 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ ma forma di relazione che i genitori intrattengono con il bambino, attraverso questo l’infante trova gli stimoli adeguati per il suo armonico sviluppo fisico e mentale. La nascita di un figlio con disabilità è un evento che inevitabilmente altera l’equilibrio relazionale della famiglia. I genitori si fanno carico della disabilità del figlio, cercando di elaborare l’evento e riequilibrare l’intero sistema familiari. Il vissuto emotivo, che accompagna la coppia genitoriale, non sempre consente una tale elaborazione, facilitando, anzi, l’istaurarsi di un processo di colpevolizzazione che rende ancor più precarie le dinamiche familiare. Le reazioni emotive sono più complesse quando le patologie eredo-degenerative, come la Retinite Pigmentosa, si manifestano nel corso degli anni. La perdita parziale o totale della vista, attraverso un processo graduale, cambia radi- FAMIGLIA: SOSTEGNO E SUPPORTO A CURA DI FRENDA ADRIANA GRAMAGNOLO ALBA L a famiglia, nucleo ideoaffettivo di significazione simbolica, che accoglie e permette lo sviluppo affettivo e socio-relazionale del bambino, è un indispensabile elemento formativo per un corretto sviluppo del piccolo. Il bambino non può sopravvivere deprivato dall’affetto e dalle cure genitoriali. Già nel concepimento mentale dei genitori, il bambino è una potenzialità intrinseca per la coppia. La nascita segna un momento di maturazione per i genitori che si responsabilizzano ulteriormente. Come affermano molti studiosi, l’accudimento è la pri36 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO calmente le abitudini e lo stile di vita della persona, creando un senso di incertezza e di inadeguatezza. Il raggiungimento della consapevolezza e dell’accettazione di questa nuova condizione di vita comporta un percorso lungo e travagliato, dove la famiglia assolve un ruolo di sostegno e supporto, per garantire quell’aiuto indispensabile in una fase così delicata. Gli atteggiamenti “aggressivi”, che accompagnano il vis- suto emotivo dei familiari sono, spesso, caratterizzati da un accanimento verso la patologia. Non bisogna però dimenticare che la Retinite Pigmentosa, in quanto malattia eredo-degenerativa, non è guaribile, per cui i familiari ingaggiano una lotta senza fine per contrastare una malattia non risolvibile. La famiglia è, invece, la principale risorsa per il soggetto con bisogni “speciali”, con esigenze “diverse”; i familiari, tutti, dovrebbero spostare le proprie energie verso la comprensione, il sostegno, evitando l’autoisolamento dell’ipovedente, per promuovere e raggiungere una migliore qualità della vita. Al momento della diagnosi la famiglia vive un momento di profondo sconforto e disorientamento, immediatamente seguito dalle fasi che caratterizzano un percorso difficile. Fasi come negazione, rabbia, depressione, consapevolezza e accettazione, descritte 37 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO da Elisabeth Kubler Ross, possono spesso condurre i familiari verso quel fenomeno denominato doctor shopping, che comporta la ricerca ossessiva di specialisti che smentiscano la diagnosi precedente. Un fenomeno, questo, che scema nel tempo, così da consentire all’intero sistema familiare di accettare l’evento, metabolizzarlo, ristabilendo l’equilibrio interno. La famiglia può sentirsi im- possibilitata nel trovare soluzioni utili, ma non deve per questo scoraggiarsi, fissandosi nella fase depressiva; anzi può chiedere un aiuto esterno senza sentirsi squalificata nel proprio ruolo. Per l’ipovedente, la famiglia rappresenta un insostituibile nodo affettivo e relazionale, senza il quale gli sarebbe impossibile la rielaborazione ideoaffettiva della propria disabilità. 38 LACE IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ IL TURISMO E I DISABILI A CURA DI MARCO BONCI P roseguendo nella tradizione di pubblicare periodicamente agili opuscoli divulgativi finalizzati ad approfondire vari aspetti pratici connessi alla disabilità visiva, l’associazione A.P.R.I. ha scelto quest’anno di affrontare il rapporto fra l’handicap sensoriale visivo ed il settore turistico. È nato così il volumetto di Marco Bongi intitolato: ”CI VADO AD OCCHI CHIUSI: consigli e suggerimenti pratici per un corretto approccio alla disabilità visiva nel settore turistico”. L’opera si rivolge principalmente agli operatori che si occupano di organizzare viaggi e vacanze: agenzie di viaggi, tour operators, guide turistiche, albergatori, animatori, accompagnatori di comitive, aziende di promozione turistica ecc. A tutti 40 questi professionisti, ma anche a chiunque si trovi a vario titolo ad operare a stretto contatto con disabili visivi, si vorrebbe far comprendere che, se correttamente impostata, anche la dimensione culturale e ricreativa del mondo che gira attorno alle vacanze, può essere resa accessibile a chi non vede o vede male. L’opuscolo ha 64 pagine ed è corredato dalle vignette realizzate da una disegnatrice ipovedente, Ornella Valle. Esso è stato in parte finanziato dalla Regione Piemonte ed è stato pubblicato, con i due volumetti precedenti, dalla casa editrice “Elena Morea” che pubblica anche il mensile locale “La PRECOLLINA” a cui collaborano molti esponenti dell’A.P.R.I. Ecco, scorrendo rapidamente l’indice del libretto, quali sono i principali argomenti trattati al suo interno: come progettare una vacanza per disabili visivi; come accompagnare i ciechi; IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO come aiutare i ciechi in hotels, ristoranti ed ospedali; in treno e in aereo; al cinema e al teatro; come guidare una esplorazione tattile; come descrivere ambienti, pitture ed edifici; e se ci fosse anche il cane guida? come aiutare un disabile della vista e dell’udito. Tutti gli argomenti sono trattati in modo semplice ed accessibile anche ai non addetti ai lavori. Questo è infatti il segreto del successo di tutti gli opuscoli fino ad oggi realizzati dalla nostra associazione. Un’altra carta vincente va inoltre individuata nel lavoro di gruppo portato avanti, accanto a Marco Bongi, da molti altri non vedenti ed ipovedenti. A queste realizzazioni infatti, oltre alla già citata Ornella Valle, hanno collaborato anche Angelo Costantino Sartoris, disabile visivo ed uditivo ed Emanuele Ferrarese, non vedente con notevole esperienza di viaggi. Chiunque fosse interessato a ricevere GRATUITAMENTE il nuovo opuscolo, può richiederlo telefonando o scrivendo all’associazione A.P.R.I., Via Generale dalla Chiesa 20/26, 10070 Mappano di Caselle (Torino). Recapiti telefonici: 011/9969263 oppure 011/6648636. SETTIMANA PER FAMIGLIE DI BAMBINI CON PROBLEMI DI VISTA Trento, Villa S. Ignazio, dal 7 al 14 luglio 2002 La Settimana Estiva inizierà domenica 7 luglio, alle ore 17,00 e terminerà domenica 14 luglio, alle ore 11,00. Si faranno le seguenti attività: osservazioni musico-terapeudiche e psicomotorie, orientamento e mobilità, gruppo genitori, attività scoutistica, ecc. Sabato mattina, 13 luglio, sarà dedicato allo Judo per ragazzi/e non vedenti. Le famiglie dei bambini SORDOCIECHI possono scegliere di partecipare o alla settimana per Audiolesi o a quella per Videolesi. Possono anche partecipare ad entrambe le settimane. 41 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO ▲ che stava lì, come a guardia delle spugne e dei coralli che in quel posto abbondavano. “Buon giorno, signor pescecane!” squillò la piccola. “Buon giorno a te, piccolina! Come mai da queste parti?”. “Passavo… ma lei è solo. Come fa?”. “Sono abituato a stare in compagnia dei miei pensieri, belli o brutti che siano. E poi, sei sola anche tu, no?”. “No, signor pescecane. Io mi muovo, incontro altri pesci, piccoli come me o grandi come lei, sguscio tra le reti e tra le mani di colori che cercano di afferrarmi, nuoto per i fondali e quando c’è bassa marea affioro… non l’avrei mai conosciuta, se non avessi amato esplorare nuove strade!”. Il pescecane rispose: “Se a te piace questo tipo di vita fa pure, pulce. Io amo quest’acqua tranquilla, che è sempre uguale e sempre diverso, fare piccole sortite per vedere cosa c’è e tornare al mio posto, sapere dove metto le LA SARDINA E IL PESCECANE Ai saccenti, ai supponenti, ai gradassi e, in generale, a coloro che sono solo sardine ma si sentono pescecani A CURA DI MARIA PIRROTTA V iveva un tempo nel mare una piccola sardina, argentea e snella. I suoi riflessi irradiavano splendore di ghiaccio tutt’intorno, e tutti gli abitanti sottomarini intuivano la sua presenza non appena vedevano baluginare l’acqua. Piccola e magrissima, la sardina sgusciava tra carcasse di navi affondate, rottami arrugginiti e pesci ormai vecchi e poco agili. Nuota e rinuota, un giorno trovò uno spiazzo mai visto sul fondo del mare, ed un pescecane 42 IPOVISIONE SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO pinne, aspettare che i pesci – o le sardine, come te – mi vengano incontro e mi sfamino…”. Non aveva finito di enumerare i vantaggi dello star fermi, quando il suo muso si contrasse in un’espressione di dolore. “Ahi… la mia ernia” disse. “Ma come” – esclamò la sardina – “lei dovrebbe essere immune da tutti i mali!”. “Eh, dici bene tu” – rispose il pescecane – “vorrei vedere te, a portare in giro una mole come la mia!”. “Ma lei non la porta in giro, poco fa ha detto che sta fermo per la maggior parte del suo tempo, no?”. “Si, ma che c’entra, il peso è quello che è, le responsabilità pure …”. A questo punto la sardina gli andò vicina, e divenne più argentea per il desiderio di piacergli di più. “Hai visto, vecchio mio? non ti serve sguazzare sempre nella stessa acqua, se questo non può evitarti i dolori della vita. Meglio guizzare in tutti i mari, e scoprire come sono gli altri, e soffrire se è il caso, ma vivere!”. E, così dicendo, diede un bacio su una squama del vecchio pesce. Questi, alle prese con una sensazione sin’ora sconosciuta, dapprima si imporporò, poi si rimpicciolì poco a poco, fino a diventare egli stesso una sardina, grigio– azzurra e baluginante, che insieme alla sua compagna andò via, guizzando nel mare profondo, incontro alla vita. 43 ▲ SCIENZA, INFORMAZIONE, CULTURA E MERCATO news ▲ IPOVISIONE è oramai notizia che non sorprende più e secondo il Prof. Alan Bird nel giro di tre o cinque anni al massimo si arriverà a clonare oltre il 95 per cento dei geni responsabili delle degenerazioni retiniche. Anche se tutto questo parrebbe indirizzare le ricerche verso la struttura e la funzione delle proteine, ciò non significa che con lo spostamento dalla genomina alla proteomica sia terminato il lavoro della genetica. Ci vorranno ancora molti decenni di lavoro sul particolare, anche se è già cominciata – altro dettaglio confortante emesso dal Congresso – la raccolta dei dati delle conoscenze sulle proteine su Internet. IL PROGETTO “GENOMA UMANO” TRATTO DA RP NEWS - RPF OF SOTH AFRICA I l recente annuncio del completamento, cinque anni prima del previsto, di una grande parte del progetto “Genoma umano” ha evidenziato la grande attività nonché i grandi progressi raggiunti nella genetica. Al Congresso di Toronto molti oratori hanno positivamente rimarcato che la più parte delle conoscenze sono frutto delle ricerche compiute negli ultimi dieci anni: la clonazione dei geni r e p i l g Consi cquisti gli a Elena Pagani Elena Pagani, pittrice palermitana da sempre attenta al mondo dell’handicap e grande sostenitrice dell’A.R.I.S. Per informazioni su mostre e quadri dell’artista, contattare la redazione 44 Pubblicità da definire EUROSIGHT 2002 LOW VISION CONFERENCE HT G I E STRESA 2002 ITALY UROS CONFERENZA INTERNAZIONALE DI IPOVISIONE 9-10 Marzo 2002 Stresa (VB) - Lago Maggiore LA SFIDA DELLA RIABILITAZIONE VISIVA NELLA PRIMA INFANZIA La Fondazione Robert Hollman di Cannero Riviera e il Centro di Ipovione dell’ospedale di Circolo di Varese organizzano la “Conferenza Internazionale di Ipovisione Eurosight 2002”. Lo scopo di questo incontro è di rendere nota la situazione attuale nel campo della Riabilitazione Visiva nell’Intervento Precoce in Europa, Canada e Stati Uniti, promuovendo uno scambio di informazioni e di collaborazioni tra specialisti a livello internazionale. Inoltre offre opportunità di fare incontrare professionisti di settore differente interessati all’intervento precoce in bambini con deficit visivo e/o pluriminorazione. Argomenti principali: Epidemiologia Riabilitazione Inquadramento Diagnostico Funzionale Studi Sperimentali Tassa di iscrizione: € 186 (IVA inclusa). Per ulteriori informazioni si prega contattare: Fondazione Robert Hollman Centro di Intervento Precoce per Bambini con Deficit Visivo Via Oddone Clerici, 6 - 28821 Cannero Riviera (VB) - Italia Tel. 0323 788485 - Fax 0323 788198 e-mail: [email protected] - www.fondazionehollman.it Per ricevere gratuitamente IPOVISIONE S C I E N Z A , I N F O R M A Z I O N E , C U LT U R A E M E R CATO basta iscriversi all’A.R.I.S. Costa soltanto 25,00 € da versare tramite bollettino di c.c.p. (vedi fax simile) e da diritto ad usufruire di tutti i servizi offerti, intestato a: A.R.I.S. Associazione dei Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani via P.pe di Belmonte, 11 90139 Palermo ITALIA Tel. 091.584395 Fax 091.6121096 [email protected] FAX SIMILE DI CONTO CORRENTE POSTALE ▲ CONTI CORRENTI POSTALI - Ricevuta di Versamento € 00596908 venticinque,00 BancoPosta 25,00 CONTI CORRENTI POSTALI - Ricevuta di Accredito € TD importo in lettere BancoPosta 123 importo in lettere ASSOCIAZIONE DEI RETINOPATICI ED IPOVEDENTI SICILIANI VIA P.PE DI BELMONTE, 11 - 90139 PALERMO BOLLO DELL’UFF. POSTALE codice bancoposta I M P O R TA N T E : N O N S C R I V E R E N E L L A Z O N A S O T T O S TA N T E importo in euro numero conto id BOLLO DELL’UFF. POSTALE 123