della fatti, notizie e opinioni I S S A MS e ndrologia edicina essualità A M Periodico Ufficiale della SIAMS • Società Italiana di andrologia e Medicina della sessualità L’andrologo e la prevenzione andrologica L’attività clinica dell’andrologo si concretizza soprattutto in tre momenti, che coincidono con particolari fasi della vita dell’uomo. Tale attività consiste nella prevenzione delle patologie andrologiche e verifica del normale sviluppo e funzione dell’apparato genitale all’epoca della completa maturazione sessuale, nella diagnosi e terapia delle cause di infertilità in età adulta e nella diagnosi e terapia dei disturbi della sfera sessuale, più frequenti dopo i 50 anni. Tra queste attività, quella della prevenzione è sempre stata trascurata, mentre meriterebbe un’attenzione particolare. Infatti la prevenzione, in andrologia come in tutte le branche della medicina, rappresenta un intervento anticipato alla ricerca di fattori di rischio o alla individuazione di patologie clinicamente ancora non evidenti ma che, perdurando nel tempo, possono determinare alterazioni irreversibili. Con l’abolizione della visita di leva, che in passato costituiva l’unica forma di screening andrologico su larga scala, è venuta a mancare l’unica attività preventiva di primo livello per i giovani adulti. Anche lo stesso mondo scientifico internazionale ha riservato un limitato interesse al problema, come appare chiaro quando si cercano informazioni attraverso i principali motori di ricerca su internet. Per esempio, andando a ricercare per parole chiave l’associazione “Adolescence & Andrology”, i risultati relativi agli studi pubblicati sulle riviste internazionali sono solamente 44. Tale dato viene ancor più sottolineato se messo a confronto con l’analoga ricerca nel sesso femminile “Adolescence & Gynecology”: in questo caso i risultati ottenibili sono ben 1997. Ciò non meraviglia e conferma una realtà già nota: la profonda mancanza di cultura sull’esistenza e sulla necessità di uno specialista che si occupi della salute del maschio in tutte le diverse fasi della vita, specialista che per la donna è invece sempre esistito. Una buona attività preventiva è in grado di evidenziare numerosi stili di vita potenzialmente dannosi per la salute riproduttiva e sessuale, quali l’esposizione a contaminanti ambientali o abitudini voluttuarie come il fumo di sigaretta, l’abuso di sostanze alcoliche, l’utilizzo di droghe e l’assunzione di farmaci. Tra questi ultimi, una particolare riflessione va riservata alla possibile assunzione di steroidi anabolizzanti. Vanno ricordate inoltre tutte quelle situazioni che costituiscono dei fattori di rischio per la salute generale, la fertilità e la vita sessuale futura dell’individuo, quali il varicocele, il tumore del testicolo, il criptorchidismo, i testicoli retrattili, gli ipogonadismi, le infezioni e le malattie sessualmente Anno 2 • n. 3 • Giugno 2007 Consiglio Direttivo Presidente: M. Motta Presidente eletto: A. Lenzi Segretario: E.A. Jannini Tesoriere: S. Francavilla Consiglieri G. balercia d. canale c. carani m. de rosa a. fabbri g. forti l. gandini a. garolla l. gnessi a.a. sinisi e. vicari Commissione Scientifica C. BOITANI A. CALOGERO C. CARANI (Presidente) K. ESPOSITO F. FRANCAVILLA A. FERLIN E.A. JANNINI (Ex Officio) C. KRAUSZ F. LANFRANCO P. LIMONTA F. LOMBARDO M.C. MERIGGIOLA C. MORETTI M. MOTTA (Ex Officio) D. PASQUALI Direttore Responsabile paolo E. Zoncada Registrazione Tribunale di Milano n. 173 del 20 marzo 2007 Editore Edizioni Internazionali srl Div. EDIMES Via Riviera, 39 - 27100 Pavia Tel. 0382.526253 - Fax 0382.423120 E-mail: [email protected] Realizzato con il contributo di n. 3 - Giugno 2007 trasmesse, le malformazioni congenite o acquisite e i disturbi collegati allo sviluppo puberale. Allo scopo di promuovere l’informazione e la prevenzione andrologica degli adolescenti, abbiamo sviluppato negli ultimi anni un progetto rivolto alle scuole superiori della Provincia di Padova. Durante la fase informativa di questo progetto vengono fornite indicazioni sul significato dell’andrologia e delle malattie andrologiche, sulle malattie sessualmente trasmesse e le tecniche di prevenzione del contagio, sugli anticoncezionali, la corretta igiene intima e sugli effetti negativi di alcuni stili di vita sulla funzione dell’apparato riproduttivo. È prevista poi una visita andrologica al termine della quale, laddove si ritenga necessario, il ragazzo viene invitato ad eseguire gli approfondimenti del caso. Durante questo progetto è risultato molto utile la distribuzione di un opuscolo contenente alcune regole importanti ai fini della prevenzione, che riporto qui in sintesi: 1. Prima visita andrologica intorno ai 12-13 anni; 2. Attenzione al virus della parotite che può complicarsi con l’orchite (orecchioni); 3. A 18 anni è utile una seconda visita andrologica; 4. A 50-60 anni nuovo controllo andrologico; 5. Evitare sempre il fumo; 6. No a rapporti non protetti; 7. Evitare l’eccessivo stress; 8. No all’abuso di alcol; 9. No agli indumenti troppo stretti; 10. No al telefono cellulare sempre in tasca. Questo è solo un esempio di cosa noi andrologi possiamo fare in termini di prevenzione. L’allarmante incremento degli ultimi decenni di infertilità, criptorchidismo, tumore del testicolo e ipospadia dovrebbe indurci a rivolgere più spesso l’attenzione a questi aspetti. La prevenzione in andrologia dovrebbe far parte di un’attività medica a largo spettro dedicata soprattutto ai giovani ragazzi. Da queste considerazioni emerge che la figura dell’andrologo dovrebbe essere fortemente rappresentata nel territorio, ed in particolare l’andrologo dovrebbe partecipare a pieno titolo della costituzione medica dei consultori. In questo modo anche i giovani maschi potrebbero riconoscere nell’andrologo la figura medica di riferimento per tutte le problematiche riferibili al sistema riproduttivo e alla sfera sessuale, che proprio in questa fase della vita richiedono risposte precise per evitare l’insorgenza di patologie conclamate nell’adulto. Carlo Foresta Comitato editoriale CoordinatORE Prof. Marcella Motta Istituto di Endocrinologia Università degli Studi di Milano Via Balzaretti, 9 - 20133 Milano Tel. 02/50318242/3 - Fax 02/50318204 [email protected] COORDINATORE ESECUTIVO Dott. Alberto Ferlin Dip. di Istologia, Microbiologia e Biotecnologie Mediche, Centro per la Crioconservazione dei Gameti Maschili, Univ. di Padova 35128 Padova Tel. 049.8212639 [email protected] Dott. Massimo Bocchio Cattedra di Andrologia Unità Complessa di Andrologia Medica Università degli Studi dell’Aquila 67100 L’Aquila Tel. 0862/368338 - Fax 0862/368342 [email protected] Dott. Nunziatina Burrello Sezione di Endocrinologia, Andrologia e Medicina Interna, Dip. di Scienze Biomediche, Università di Catania Ospedale Garibaldi Piazza S. Maria di Gesù 95123 Catania Tel. 095-7592056 - Fax 095-310899 [email protected] Dott. Massimilano Caprio Dipartimento di Medicina Interna, Università di Roma Tor Vergata Tel. 339 2939674 [email protected] Dott. Eleonora Carosa Corso Monografico di Sessuologia Medica Dipartimento di Medicina Sperimentale Via Coppito 2, Stanza A2/54 67100 L’Aquila Tel. 0862-433530 - Fax 0862433523 [email protected] Dott. Dario Esposito Endocrinologia, Dip. Medico Chirurgico di Internistica Clinica e Sperimentale Seconda Università di Napoli Via Pansini, 5 - 80131 Napoli Tel. 081 433883 - Fax 3394427822 [email protected] Prof. Felice Francavilla Cattedra di Endocrinologia Dip. di Medicina Interna Università degli Studi dell’Aquila 67100 L’Aquila Tel. 0862/368338 - 0862/368339 Fax 0862/368342 cell 3335763040 [email protected] Prof. Michaela Luconi Dip. di Fisiopatologia Clinica Unità di Andrologia, Università di Firenze V.le G. Pieraccini, 6 - 50139 Firenze [email protected] Prof. Marcello Maggiolini Dipartimento Farmaco-Biologico Università della Calabria 87036 Rende (Cosenza) Tel. 0984/493076 - Fax 0984/493271 [email protected] Prof. Paola Negri-Cesi Istituto di Endocrinologia Università degli Studi di Milano Via Balzaretti, 9 - 20133 Milano Tel. 02-503.18209/18226 Fax 02-503.18204 [email protected] Dott. Vincenzo Rochira Cattedra e Servizio di Endocrinologia, Dip. di Medicina, Endocrinologia, Metabolismo e Geriatria, Univ. degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Nuovo Ospedale S. Agostino, Estense di Baggiovara Via Giardini, 1355 - 41100 Modena Tel 059-4224529 - 059-3961816 059-3961829 Fax 059-3961335 [email protected] Dott. Paolo Sgrò Unità di Endocrinologia, Dip. di Scienze della Salute, Università di Roma IUSM, Piazza Lauro de Bosis, 15 00194 Roma [email protected] ANDROLOGIA e medicina della sessualità Opinioni del clinico Sindrome metabolica e andrologia L’obesità è una patologia epidemica a livello mondiale, correlata principalmente con le variazioni nello stile di vita e associata a elevata morbilità e mortalità. La sindrome metabolica (SM) definita come l’associazione fra obesità centrale o androide (elevata circonferenza vita addominale), ipertrigliceridemia, iperglicemia e ipertensione arteriosa, colpisce circa il 20% degli adulti, e definisce un aumentato rischio per Diabete Mellito (DM) e per eventi cardiovascolari (CHD). La patogenesi della SM è riconducibile sia a cause ambientali che genetiche e l’elemento centrale patogenetico è costituito dall’insulino-resistenza (IR), anello di congiunzione che lega la variegata costellazione di fattori di rischio per CHD e DM. Pazienti con SM presentano infatti un rischio di circa 4 volte superiore di sviluppare un evento coronarico e diabete. Soggetti con malattia cardiovascolare e/o diabete presentano frequentemente il sintomo disfunzione erettile; l’aterosclerosi, infatti, determina precocemente una parziale occlusione delle arterie cavernose e alterato rilasciamento della muscolatura liscia sia endotelio dipendente che indipendente con conseguente ridotta erezione. L’endotelio è la principale fonte di Ossido Nitrico (NO), il principale agente vasodilatatore nel processo erettile. Fra i principali fattori che possono alterare la funzione endoteliale e la cascata dell’NO troviamo l’iperglicemia, che attraverso la glicazione delle fibre elastiche determina un alterato rilasciamento delle fibrocellule muscolari lisce, una ridotta produzione di NO, un’aumentato catabolismo dell’NO e un’aumentata produzione di Dimethyl-L-arginina, inibitore della sintesi di NO. Inoltre, l’aumentata produzione di radicali liberi determina un’azione tossica sull’endotelio che facilita l’aggregazione piastrinica e di neutrofili sull’endotelio, così come favorisce il rilascio di fattori endoteliali vasocostrittori. La disfunzione erettile sembra essere un indicatore precocissimo di danno vascolare sistemico. Essa si associa infatti a disfunzione/attivazione endoteliale anche in assenza di apparenti fattori di rischio. Il piccolo diametro delle arterie cavernose (1-2 mm), l’elevato contenuto di endotelio e di muscolatura liscia per unità di volume, comparato con altri organi, possono spiegare, anche se ciò va ancora provato, la precoce suscettibilità della circolazione peniena rispetto ad altri distretti vascolari, allo stress ossidativo e all’aterosclerosi. I soggetti con DE hanno un’elevata prevalenza di SM, definita in accordo con il National Choleserol Education Program Adult Treatment Panel III (NCEP-ATP-III) dalla presenza di 3 o più dei fattori presenti in tabella I. Tale prevalenza aumenta progressivamente con l’incremento del numero di fattori determinanti la SM. L’ipogonadismo (testosteronemia totale <11 nmol/l) si associa a sindrome metabolica. Un’adeguata biodisponibilità di testosterone, favorendo l’incremento della massa muscolare, la riduzione di massa adiposa viscerale e l’attività della lipoprotein-lipasi (LPL) adipocitaria con conseguente riduzione degli acidi grassi liberi (FFA), previene la SM; inoltre, gli androgeni in vitro, hanno un effetto antiadipogenico sui pre-adipociti correlato alle variazioni d’espressione per l’insulin-like growth factor 1 receptor (IGF1R) e per la peroxisome proliferator-activated receptor gamma 2 (PPAR-2γ). Pertanto il deficit di testosterone è un modulatore positivo dell’insulino resistenza e può rivestire un ruolo permissivo nella patogenesi della SM e del DM2. Inoltre la deficienza di androgeni si associa a disfunzione erettile ed è responsabile di una inadeguata risposta alla terapia con inibitori delle fosfodiesterasi tipo 5 nei soggetti con DE. Pertanto la sistematica ricerca del sintomo disfunzione erettile e la valutazione dei livelli circolanti di testosterone possono portare ad individuare e quindi trattare un sintomo che riduce la qualità della vita, ma permettono anche di individua- Tabella 1 - Definizione di sindrome metabolica. NCEP-ATPIII Almeno tre dei seguenti: - Glicemia a digiuno ≥110 mg/dl* -Circonferenza vita ≥102 cm negli uomini e ≥88 cm# nelle donne -Trigliceridi ≥150 mg/dl -Colesterolo HDL ≤40 mg/dl negli uomini e ≤50 mg/dl nelle donne - Pressione arteriosa ≥130/80 mmHg HDL: lipoproteine ad alta densità; NCEP-ATPIII: National Cholesterol Education Program-Adult Tratment Panel III. *L’American Diabetes Association ha recentemente definito un cutpoint per livelli ≥100 mg/dl. # Alcuni pazienti maschi possono sviluppare moltepli fattori di rischio metabolico già quando la circonferenza vita è solo marginalmente incrementata, e.g., da 94 a 102 cm. re soggetti con un potenziale e più elevato rischio per diabete e futuri eventi cardiovascolari. La stratificazione del rischio di danno vascolare mediante l’NCEPATP III individua soggetti nei quali la correzione dei fattori di rischio modificabili quali eccesso ponderale, fumo e ridotta attività fisica, riduce il rischio di eventi cardiovascolari futuri e si associa a miglioramento della funzione erettile. La rilevazione e trattamento dell’ipogonadismo nei soggetti con SM oltre a migliorare la funzione erettile o la risposta indotta dagli inibitori delle fosfodiesterasi tipo 5, migliora in generale lo stato di salute. Massimo Bocchio Letture consigliate 1.Varant Kupelian et al. Erectile Dysfunction as a Predictor of the Metabolic Sindrome in Aging Men: Results From the Massachusetts Male Aging Study. The Journal of Urology. 2006; 176: 222-226. 2. Giovanni Corona et al. Psychobiologic Correlates of the Metabolic Syndrome and Associated Sexual Dysfunction. European Urology. 2006; 50(3): 595-604. 3. Massimo Bocchio et al. Endothelial cell activation in men with erectile dysfunction without cardiovascular risk factors and overt vascular damage. Journal of Urolology. 2004; 171: 1601-1604. 4. Scott M. Grundy et al. Definition of Metabolic Syndrome. Report of the National Heart, Lung, and Blood Institute/American Heart Association Conference on Scientific Issues Related to Definition. Circulation. 2004;109: 433-438. n. 3 - Giugno 2007 Notizie La distruzione del recettore degli androgeni nelle cellule epiteliali prostatiche impedisce la crescita dei lobi e la funzione della prostata Disruption of prostate epithelial androgen receptor impedes prostate lobe-specific growth and function Simanainen U, Allan CM, Lim P, McPherson S, Jimenez M, Zajac JD, Davey RA, Handelsman DJ. Endocrinology 148(5): 2264-72, 2007 La prostata è una ghiandola androgeno dipendente durante tutte le fasi della vita a partire dalla organogenesi fetale, attraverso lo sviluppo puberale e nella vita adulta. Infatti le cellule prostatiche restano sensibili agli androgeni durante lo sviluppo di malattie come il cancro, che rappresenta una delle maggiori cause di morte nei paesi sviluppati. Malgrado ciò lo specifico ruolo dei recettori androgenici presenti sia nelle cellule epiteliali che stromali durante il differenziamento della prostata non è ancora stato chiarito. Infatti gli animali in cui viene completamente distrutto il recettore androgenico (topi ARKO) non sviluppano la prostata, come accade negli uomini portatori di mutazioni che inattivano il recettore degli androgeni. In questo lavoro Simanainen e colleghi usano la tecnologia Cre-LoxP per ottenere un topo in cui è inattivo unicamente il recettore degli androgeni presente nelle cellule epiteliali prostatiche, mentre è attivo e funzionante il recettore presente nelle cellule stromali. Questi topi sono stati ottenuti incrociando topi transgenici Probasin Cre (Tg(Pbsncre)) che esprimono Cre solo nelle cellule epiteliali prostatiche e topi che hanno l’esone 3 del recettore degli androgeni sotto il controllo di LoxP (ArfEx3), gli animali ottenuti (topi PEARKO), portatori di entrambe le alterazioni, esprimono solo nell’epitelio prostatico recettori androgenici mancanti del terzo esone che codifica la seconda zinc finger del DNA binding domain, quindi non funzionanti. I topi PEARKO a otto settimane hanno aspetto normale, testicoli di grandezza normale e livelli di testosterone normali comparandoli con i controlli sani. Inoltre questi topi sviluppano una prostata di aspetto normale, con la formazione delle strutture lobulari, ma di grandezza ridotta, rispetto ai controlli. La riduzione interessa maggiormente il lobo anteriore (64%) e i dorsolaterali (53%) mentre la riduzione che si osserva nel lobo dorsale è soltanto del 20%. Istologicamente si vede una riduzione dello stroma e una prominenza dell’epitelio, con la presenza di cluster di cellule epiteliali in particolare nel lobo anteriore. La colorazione con il proliferating cell nuclear antigen (PCNA) indica che le cellule epiteliali hanno un incrementato livello di proliferazione rispetto a quelle dei topi di controllo. Inoltre è stato osservata una alterazione del rapporto tra lume e epitelio con un aumento dell’epitelio e riduzione del lume in particolare nei lobi anteriore e dorsolaterali. Queste osservazioni hanno portato gli autori a fare alcune considerazioni sull’azione degli androgeni sullo sviluppo e sulla funzione prostatica. Le alterazioni da loro osservate nei topi PEARKO sono meno severe rispetto a quelle osservate dopo orchiectomia dove c’è una drastica riduzione del volume della prostata e dove si può osservare l’apoptosi delle cellule epiteliali, dovota probabilmente alla mancanza dell’azione degli androgeni. ANDROLOGIA e medicina della sessualità Congressi 2007 Joint Fertility Societies Meeting 15-18 Aprile 2007 York, UK [email protected] www.fertility.org.uk/meetings/forthcoming.html 18th Congress of the World Association for Sexual Health – 1st World Congress for Sexual Health 15-19 Aprile 2007 Sydney, Australia [email protected] www.sexo-sydney-2007.com 1st European Congress on the Aging Male 14 Luglio 2007 Warsaw, Poland Gordon Research Conference (GRC) on Fertilization and the Activation of Development 15 Luglio 2007 Plymouth, New Hampshire, USA ASA 32nd Annual Conference 18-24 Aprile 2007 Tampa, Florida www.tamparegency.hyatt.com 40th Annual Meeting of the Society for the Study of Reproduction 21-25 Luglio 2007 San Antonio, Texas, USA [email protected] - www.ssr.org 9th European Congress of Endocrinology 28 Aprile-2 Maggio 2007 Budapest, Hungary [email protected] CRYO 2007 - Society for Cryobiology Annual Meeting 29 Luglio-1 Agosto 2007 Lake Louise, Alberta, CANADA www.cryo2007.org IFFS 2007 - 19th World Congress on Fertility and Sterility 30 Aprile-5 Maggio 2007 Durban, South Africa [email protected] www.iffs-reproduction.org/ EASD 2008 – European Association Study of Diabetes 7-11 settembre 2008 Roma Tel. 050 989310 - Fax 050 981264 2nd International Congress of Gender Medicine 2007 2-3 Giugno 2007 Vienna, Austria www.gendercongress.com ENDO 2007 Endocrine Society 89th Annual Meeting 2-5 Giugno 2007 Toronto, Canada www.endo-society.org/endo The 10th International Pituitary Congress 5-7 Giugno 2007 Chicago, USA [email protected] 10th International Congress of Reproductive Immunology 10-17 Giugno 2007 Opatija, Croatia http://mamed.medri.hr/isir/Congress.pdf 32° Congresso Nazionale della Società Italiana di Endocrinologia 20-23 Giugno 2007 Verona Le Biotecnologie nella Medicina della Riproduzione 28 Giugno 2007 Roma www.unipd.it/esterni/wwwccgm 23rd Annual Meeting of the European Society of Human Reproduction and Embryology (ESHRE 2007) 1-4 Luglio 2007 Lione, Francia [email protected] - www.eshre.com 5th World Congress on Ovulation Induction 13-15 Settembre 2007 Roma Florence - Utah International Symposium: Genetics of male Infertility 14-16 Settembre 2007 Firenze www.malegenetics.unifi.it American Society for Reproductive Medicine 63rd Annual Meeting 13-17 Ottobre 2007 Washington DC, USA www.asrm.org/Professionals/Meetings/annualmeeting.html 57th Annual Meeting of the American Society of Human Genetics 23–27 Ottobre 2007 San Diego, California [email protected] www.ashg.org/genetics/ashg/menuannmeet.shtml 80° Congresso Nazionale SIU Società Italiana di Urologia 27 Settembre-1 Ottobre 2007 Bari XXIV Congresso Nazionale SIA 7-10 novembre 2007 Ancona 10th Congress of the European Society for Sexual Medicine 25-28 Novembre 2007 Lisbona, Portogallo www.essm.org Meeting Internazionale The Endothellium: from the Pathological Mechanism to Optimal Therapies 22-23 Novembre 2007 Padova [email protected] [email protected] www.euroconventions.it XXII Congresso di Medicina della Riproduzione 22-24 Febbraio Abano Terme (Padova) www.unipd.it/esterni/wwwccgm Society for Endocrinology BES 2008 meeting 7-10 Aprile 2008 Harrogate, UK [email protected] ASA 33rd Annual Conference 12-15 Aprile 2008 Hyatt Regency Albuquerque Albuquerque, NM, USA 10th European Congress of Endocrinology 3-7 Maggio 2008 Berlin, Germany http://www.ece2008.com 15th European Testis Workshop 3-7 Maggio 2008 Naantali, Finland 103rd Annual Meeting of the American Urological Association (AUA) 17-22 Maggio 2008 Orlando, USA www.auanet.org 41st Annual Meeting of the Society for the Study of Reproduction (SSR) 26-29 Maggio 2008 Kona, Hawaii, USA Reproductive Tract Biology Gordon Conference 3-8 Agosto 2008 Proctor Academy Andover, NH, USA 13th International Congress of Endocrinology 2008 8-12 Novembre 2008 Rio de Janeiro, Brazil [email protected] www.ice2008rio.com.br 64th Annual Meeting of the ASRM 8-12 Novembre 2008 San Francisco, USA [email protected] Joint Congress of the European and International Societies for Sexual Medicine 7-11 Dicembre 2008 Brussels, Belgium www.issmessm2008.info Nei topi PEARKO c’è al contrario un aumento del numero delle cellule epiteliali, questo ha fatto ipotizzare che gli androgeni, agendo direttamene sul recettore presente nelle cellule epiteliali, possano favorirne il differenziamento e ridurne la proliferazione. Mentre l’azione anti apoptotica degli androgeni sulle cellule epiteliali potrebbe essere mediata dal recettore presente nello stroma. Questi dati suggeriscono che l’azione degli androgeni sulle cellule stromali è necessaria oltre che per la maturazione delle cellule epiteliali durante la vita fetale, anche durante la vita adulta per favorire la loro sopravvivenza. Oltre alle alterazione prostatiche in questi animali c’è una riduzione della grandezza delle vescicole seminali del 45%, con presenza di un epitelio multistratificato anormale. Questa riduzione di volume è dipesa dal fatto che anche in questo tessuto viene espresso Cre e quindi il recettore androgenico mutante, perciò questo topo potrà essere usato in futuro per studiare il ruolo degli androgeni sulla maturazione spermatica. Questo modello di topo potrà inoltre essere utile per studiare il ruolo degli androgeni nelle prime fasi di sviluppo del cancro della prostata, infatti tramite questo modello sono riusciti a dimostrare che l’influenza stromale sulla proliferazione delle cellule epiteliali persiste anche dopo lo sviluppo fetale, questo rafforza la validità degli studi che cercano di identificare un segnale paracrino di origine stromale come potenziale agente che blocca precocemente la progressione delle patologie prostatiche androgeno dipendenti. Eleonora Carosa n. 3 - Giugno 2007 Diverse regioni del cromosoma 8q24 si associano a rischio di cancro prostatico Multiple prostate cancer risk variants on 8q24. Witte JS. Nature Genetics 39: 579-580, 2007. Genome-wide association study identifies a second prostate cancer susceptibility variant at 8q24. Gudmundsson J, Sulem P, Manolescu A, et al. Nature Genetics 36: 631-637, 2007. Multiple regions within 8q24 independently affect risk for prostate cancer. Haiman CA, Patterson N, Freedman ML, et al. Nature Genetics 36: 638-644, 2007. Genome-wide association study of prostate cancer identifies a second risk locus at 8q24. Yeager M, Orr N, Hayes RB, et al. Nature Genetics 36: 645-649, 2007. Sebbene le cause del cancro prostatico non sono ben definite, diverse osservazioni suggeriscono un importante ruolo svolto da componenti genetiche. L’individuazione di cause o varianti genetiche collegate ad un aumentato rischio di cancro prostatico è sempre stato però difficoltoso. Infatti, nonostante diversi geni candidati siano stati proposti negli scorsi anni mediante studi di associazione, in generale questi dati non sono stati replicati. Studi di linkage mediante analisi di tutto il genoma sono stati ugualmente complessi anche se hanno portato all’identificazione di diverse regioni collegate alla patologia. Anche in questo caso però pochi studi sono stati confermati. Più recentemente la situazione si è chiarita quando due gruppi di ricerca indipendentemente hanno pubblicato mediante analisi di linkage dell’intero genoma su ampie popolazioni islandesi e afro-amercane un’associazione con la regione 8q24. Più recentemente sul numero di maggio 2007 di Nature Genetics tre lavori in contemporanea hanno definito meglio tale associazione. In sintesi, queste tre ricerche hanno dimostrato l’esistenza di diverse regioni all’interno di un segmento di 600 kb nella regione 8q24 che contengono varianti associate al cancro prostatico. Lo studio di Gudmundsson et al. e quello di Yeager et al. sono stati eseguiti su un totale di quasi 7.000 soggetti di origine europea mentre quello di Haiman et al. è stato eseguito su circa 7.500 casi e controlli di diversa origine etnica. I tre lavori concordano nel confermare gli studi iniziali circa la forte associazione tra la prima regione identificata nell’8q24 (regione 1) e hanno inoltre identificato altre regioni (regione 2 e regione 3) che indipendentemente alla regione 1 si associano a rischio di cancro prostatico, soprattutto nelle popolazioni afro-americane, che come è noto presentano un rischio più elevato. Questi studi di associazione genetica sono indiscutibilmente importanti e stuzzicanti, tuttavia i meccanismi biologici rimangono sconosciuti. Infatti, nessuna delle varianti identificate è funzionale e nessuna risiede all’interno o vicino a geni noti, che peraltro sono relativamente pochi nella regione 8q24. L’ipotesi più verosimile è che queste varianti possano influenzare la regolazione o la trascrizione di geni causali situati al di fuori della regione stessa. Uno dei geni candidati è il proto-oncogene MYC, situato nelle vicinanze della regione 1, ma altri meccanismi sono possibili. Ad ogni modo, i risultati di questi tre studi possono avere importanti risvolti di sanità pubblica, come sottolineato dall’editoriale di Witte. Infatti, oltre ad identificare la causa in un numero elevato di cancri prostatici (circa il 10-15% dei casi di cancro prostatico nei soggetti europei e 30% dei casi nei soggetti afro-americani) e l’aumentato rischio tra i soggetti afro-americani, potrebbe permettere lo sviluppo di test diagnostici, di screening e di prevenzione. Sicuramente, questi studi incoraggeranno ricerche future nell’intento di chiarire le basi biologiche di questo tumore e sviluppare nuove linee terapeutiche. Alberto Ferlin della dizionario andrologico nG Genetica preimpianto: insieme di analisi genetiche svolte su un blastomero prelevato in vitro con tecniche di micromanipolazione da un embrione allo stadio di circa 8 cellule generato mediante tecniche di riproduzione assistita. Data il potenziale totipotente dei blastomeri rimasti, tale prelievo non sembra alterare il normale sviluppo dell’embrione. GIFT (Gametes Intra Falloppian Transfer): tecnica di riproduzione assistita che consiste nel trasferimento intratubarico dei gameti maschili e femminili per via laparoscopica. o per via transuterotubarica. Ginecomastia: abnorme aumento di volume mono- o bi-laterale della mammella maschile da eccessivo sviluppo del tessuto ghiandolare mammario. Tale condizione, patogeneticamente legata ad una diminuzione del rapporto androgeni/estrogeni, va tenuta distinta dall’incremento volumetrico mammario dovuto ad adiposità (falsa ginecomastia). Gleason: indica il grado di un tumore prostatico ed è correlato alla prognosi. L’indice di Gleason assegna un punteggio da 2 a 10, dove 10 indica le anormalità più marcate. Viene assegnato un punteggio da 1 a 5 alle formazioni maggiormente rappresentate ed un punteggio da 1 a 5 alle formazioni immediatamente meno comuni; la somma dei due numeri costituisce il punteggio finale. Gliding (testicolo): testicolo posizionato sotto appena sotto l’anello inguinale esterno o in sede alto scrotale che può essere manipolato in sede scrotale ma risale immediatamente in posizione originale. Può essere considerato una forma minore di criptorchidismo. Globulo polare: cellula abortiva contenete il corredo genetico apolide espulsa dall’oocita durante le la meiosi. Il primo globulo polare viene espulso al completamento della divisione riduzionale della meiosi prima della fecondazione mentre il secondo globulo viene espulso in seguito alla fertilizzazione e rappresenta il completamento della fase equazionale della meiosi. GnRH analoghi (agonisti ed antagonisti): vedi analoghi del GnRH. GnRH receptor: recettore per il GnRH. Recettore transmembrana accoppiato a proteina G, presente sulla cellule ipofisarie, che traduce il segnale del GnRH ipotalamico per stimolare la secrezione di LH e FSH. GnRH: ormone peptidico ipotalamico composto da 10 aminoacidi, secreto in maniera pulsatile e stimolante il rilascio ipofisario di gonadotropine FSH e LH. Gonadotropine: vedi FSH e LH. Regolano l’attività e il trofismo delle gonadi (ovaio e testicolo). Sono ormoni composti da subunità a e b ed è quest’ultima a conferire all’ormone la specificità e la bioattività. Gubernaculum: legamento che connette il polo inferiore del testicolo embrionale allo scroto e guida la discesa del testicolo dall’addome attraverso il canale inguinale allo scroto. Lo sviluppo del gubernaculum e quindi la discesa del testicolo è regolato dall’ormone INSL3. nH hCG: gonadotropina corionica. Ormone secreto dalla blastocisti ed è il marker di gravidanza ma, dato che può essere prodotto da alcuni tumori, è anche un utile markers tumorale. È formato da I S S A MS e ndrologia edicina essualità A M due catene peptidiche a e b. La catena a è simile a quella di altri ormoni proteici (TSH, LH, FSH), mentre la catena b differisce da quella del LH nella porzione terminale. nI ICSI (Intra Cytoplasmic Sperm Injection): tecnica di riproduzione assistita con micromanipolazione dei gameti che consiste nell’iniezione all’interno del citoplasma ovocitario di un singolo spermatozoo. Impotenza: vedi disfunzione erettile. Imprinting sessuale: impronta precoce dell’indirizzo sessuale di un individuo Induratio penis plastica (malattia di La Peyronie): patologia idiopatica dell’asta caratterizzata dalla formazione locale di placche flogistico-fibrotiche, a partenza dalla fascia di Buck, dall’albuginea o dal setto intercavernoso, responsabili, durante l’erezione, di incurvamenti dolorosi del pene per mancata estensibilità delle placche rispetto alla tonaca albuginea integra. Nell’evoluzione della patologia, ad un iniziale stadio infiammatorio consegue una seconda fase degenerativa. Infertilità: incapacità di concepire naturalmente dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti. Nei paesi industrializzati ne è interessato il 10-15% delle coppi in età fertile. Le cause sono per il 40% maschili, 40% femminili e 20% combinate. Inibitori dell’aromatasi: gruppo di farmaci che bloccano l’azione dell’enzima aromatasi che converte il testosterone in estradiolo. Gli inibitori dell’aromatasi si distinguono in due classi, steroidei (inibitori irreversibili, meno utilizzati) e non steroidei (inibitori dizionario andrologico reversibili, più utilizzati). Vengono utilizzati prevalentemente nella terapia del tumore mammario nelle donne in postmenopausa. Inibitori della PDE5: molecole impiegate nel trattamento farmacologico per via orale della disfunzione erettile, farmacodinamicamente in grado di incrementare i livelli di guanosin-monofosfato ciclico (cGMP) all’interno delle fibrocellule muscolari lisce cavernose peniene mediante l’inibizione dell’enzima deputato alla sua degradazione (fosfodiesterasi di tipo 5 - PDE5 -). INSL3: iNSulin Like hormone. Ormone prodotto principalmente dalle cellule di Leydig che durante lo sviluppo fetale agisce sul gubernaculum favorendo la discesa dei testicoli. Mutazioni del gene INSL3 si associano al 2-3% dei casi di criptorchidismo. Interferenti endocrini (endocrine disruptors): composti naturali o di sintesi con azione ormono-mimetica presenti come contaminanti ambientali che agiscono alterando il normale assetto ormonale dell’individuo. Iperplasia prostatica benigna: vedi BPH. Iperprolattinemia: aumentata concentrazione ematica dell’ormone prolattina (PRL) che può essere dovuta a stress acuto, sindrome dell’ovaio policistico , adenoma benigno dell’adenoipofisi, ipotiroidismo, assunzione di farmaci ed è caratterizzata nella donna da anovularietà, disordini del ciclio mestruale, galattorea e nell’uomo da riduzione della vis, della libido e infertilità. Ipogonadismo: riduzione della funzione gonadica (germinale e/o ormonale), dovuta a patologia testicolare od ovarica (ipogonadismo primitivo) o disfunzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi (ipogonadismo secondario). Ipoposia: riduzione del volume di liquido seminale eiaculato al di sotto dei valori di referimento. Ipospadia: malformazione congenita caratterizzata da uno sbocco anomalo del meato uretrale esterno a diversi livelli lungo la linea mediana della superficie ventrale del pene. Frequente l’associazione con incurvamento ventrale più o meno pronunciato del pene da “corda penis”. IUI (Intra Uterine Insemination): tecnica di riproduzione assistita che consiste nell’introduzione strumentale di spermatozoi, lavati dal plasma seminale, concentrati ed eventualmente selezionati, nella cavità uterina in fase ovulatoria spontanea o stimolata. nK Kallmann (sindrome): forma di ipogonadismo ipogonadotropo causata da un deficit di GnRH associata frequentemente ad anosmia o iposmia e più raramente ad altre malformazioni congenite, quali agenesia renale, palatoschisi e criptorchidismo. Kennedy (sindrome): chiamata anche atrofia muscolare spino-bulbare (SMBA), è una malattia genetica legata al cromosoma X ad insorgenza in età adulta causata dall’eccessiva espansione delle triplette CAG (>40) nell’esone 1 del gene AR che provoca una progressiva alterazioni dei motoneuroni. Klinefelter (sindrome): malattia cromosomica presente in 1:500-1000 nati maschi causata dalla presenza di due cromosomi X in forma pura (cariotipo 47,XXY) o in mosaico (cariotipo 46,XY/47,XXY). Si associa a danno testicolare primario che si manifesta con grave alterazione della spermatogenesi e frequente ipogonadismo. nL Leydig: cellule interstiziali del testicolo, originate dal mesonefro o dall’epitelio del celoma. Producono essenzialmente testosterone ed estrogeni e rispondono alla gonadotropina ipotalamica LH. LH: ormone luteinizzante. Ormone glicoproteico, prodotto dall’ipofisi anteriore che regola l’attività secretoria ormonale delle gonadi e la formazione e maturazione della cellule germinali (ovociti o spermatozoi). La produzione di LH è stimolata da LHRH ipotalamo ed è inibito dagli ormoni sessuali. LH-RH: vedi GnRH. Libido: desiderio sessuale nM Macrorchidismo: Aumento patologico del volume testicolare di solito monolaterale e spia nei soggetti prepuberi di sviluppo puberale precoce. Malattie a trasmissione sessuale: malattie infettive sostenute da microorganismi (batteri, virus, miceti e protozoi) trasmessi da un soggetto all’altro attraverso i rapporti sessuali. Le infezioni così trasmesse possono risultare in danni e alterazioni degli organi o strutture riproduttive e/o in malattie sistemiche. MAR test: (mixed antiglobulin reaction) test usato per identificare la presenza di immunoglobuline sulla superficie dello spermatozoo, rivelata da agglutinati fra spermatozoi mobili e particelle di latex/eritrociti rivestite con immunoglobuline umane formatisi in seguito ad aggiunta di antisiero anti immunoglobuline umane. Mascolinizzazione: In epoca prenatale: processo caratterizzato dall’evoluzione di strutture sessuali bipotenziali verso un fenotipo maschile. La mascolinizzazione dei genitali interni ed esterni è controllata rispettivamente del testosterone prodotto dai testicoli fetali e dal diidrotestosterone (DHT) formato in loco dall’enzima 5alfa-riduttasi di tipo 2. Lo stesso testosterone (una volta convertito in estradiolo dall’enzima aromatasi) è anche responsabile della mascolinizzazione del cervello negli animali. L’importanza di quest’ultimo processo nell’uomo è invece dubbia. In epoca puberale/adulta: comparsa e il mantenimento delle caratteristiche fenotipiche maschili controllato dal testosterone e/o dal DHT. Nella femmina: la mascolinizzazione dei genitali esterni in periodo prenatale o la comparsa di virilizzazione in epoca post-puberale può essere causata da eccesso di androgeni circolanti (prodotti ad esempio da ipertrofia surrenalica). Masochismo: Forma di parafilia in cui il piacere sessuale è legato al dolore fisico o morale del soggetto. Da un punto di vista clinico il masochismo sessuale è caratterizzato da ricorrenti e intensi impulsi sessuali e fantasie sessualmente eccitanti, della durata di almeno sei mesi, che comportano l’atto reale, non simulato, di venire umiliato, percosso, legato o fatto soffrire in altro modo. ANDROLOGIA MEDICA Masturbazione: Manipolazione dei propri genitali al fine di procurarsi piacere sessuale; è frequente e non ha alcuna connotazione patologica durante l’adolescenza. Per estensione si parla di masturbazione anche nel caso di stimolazione reciproca nel corso di rapporti sessuali (per esempio, petting o preliminari). Meiosi: meccanismo di divisione mediante il quale una cellula eucariote con corredo cromosomico diploide dà origine a quattro cellule con corredo cromosomico aploide. MESA (microsurgical epidydimal sperm aspiration): Prelievo microchirurgico di spermatozoi dall’epididimo da utilizzare poi per ICSI (vedi) a fresco o dopo crioconservazione, utilizzata soprattutto nelle azoospermie ostruttive (vedi). Metafase: fase temporale della divisione della cellula eucariote (sia meiotica che mitotica) in cui i cromosomi raggiungono il massimo grado di condensazione e si allineano lungo il piano equatoriale della cellula in divisione prima di separasi fra le due cellule figlie. Microdelezioni del cromosoma Y: Perdita di regioni del braccio lungo del cromosoma Y evidenziabili mediante PCR (vedi) con conseguente delezione di una o più regioni AZF (vedi). Tali delezioni causano un’alterazione della spermatogenesi (vedi) e sono responsabili di circa il 5-10% delle azoospermie non ostruttive e oligozoospermie gravi (vedi). Microlitiasi testicolare: Presenza di diffuse concrezioni calcifiche intraparenchimali testicolari. Tale evenienza, spesso messa in correlazione con la presenza di lesioni precancerose, rappresenta, nella stragrande maggioranza dei casi, un occasionale reperto ecografico. Micropene: Viene definito micropene un organo di normale morfologia ma con una lunghezza inferiore a 2,5 deviazioni standard rispetto alla media: questo vuol dire che, se, un neonato a termine, ha una lunghezza del pene stirato inferiore a 1,9 cm, presenta un micropene. La lunghezza peniena corrisponde alla distanza misurata con un righello tra l’angolo peno- pubico e l’inizio del glande. Mitosi: processo di riproduzione per divisione equazionale della cellula eucariote che origina due cellule figlie con corredo cromosomico ugua- le e isogenico con la cellula madre Monorchidismo (monorchidia): presenza nello scroto di un solo testicolo. Le cause più frequenti, che necessitano di un’attenta diagnosi differenziale, sono il criptorchidismo, l’ectopia testicolare e il testicolo mobile. Mosaicismo: presenza di due popolazioni di cellule con genotipo differente in un unico individuo, sviluppatosi da un singolo uovo fertilizzato. Può risultare da una mutazione durante lo sviluppo che si propaga a una singola popolazione di cellule adulte Muller (dotti): strutture embrionali presenti nel feto di entrambi i sessi, da cui hanno origine le tube di Falloppio, l’utero ed il terzo superiore della vagina. Nel feto geneticamente maschio, l’ormone anti-mulleriano (AMH, prodotto dalle cellule del Sertoli attorno alla 7°-10° settimana di gestazione) causa la completa regressione di questa struttura. Nel feto geneticamente femmina, invece, i dotti Mulleriani evolvono spontaneamente formando i genitali interni femminili. Mutazione: alterazione nella sequenza nucleotidica del materiale genetico che può riguardare un singolo gene, porzioni del genoma o l’intero corredo cromosomico. A seconda dell’entità e del tipo di mutazione si identificano m. puntiformi, delezioni, inversioni, traslocazioni, perdita allelica. In una popolazione una mutazione è tale e si distingue da un polimorfismo, in quanto ha una frequenza minore dell’1%. nN Naloxone: Farmaco utilizzato per antagonizzare gli effetti dell’overdose da oppioidi. Tra gli effetti si segnala una ridotta produzione di testosterone. Nandrolone: Steroide prodotto dalla 17β-idrossil-esterificazione del 19Nor-testosterone. La durata d’azione di questo steroide è più lunga del testosterone, ma la sua potenza androgenica e ridotta mentre è più usato come agente anabolico. Per tale motivo non viene usato nei casi di deficit androgenici. Narcisismo: Rappresenta un disturbo di personalità che in termini generali indica l’amore che una persona prova per la propria immagine e per se stesso. Havelock Ellis introduce tale termine nel 1892 in uno studio sull’autoerotismo, per indicare il tipo di parafilia sessuale in cui l’individuo preferisce sessualmente il proprio corpo. Necrozoospermia: presenza nel liquido seminale di spermatozoi esclusivamente morti. Nerve sparing: Dalla metà degli anni ottanta ad oggi si è sviluppata una tecnica chirurgica cosiddetta “nerve-sparing” che risparmia i nervi erigendi responsabili dell’erezione che passano molto vicino alla prostata e che, nell’intervento di prostatectomia radicale, se non si presta particolare attenzione vengono inevitabilmente lesi. NO (vedi ossidro nitrico) Normozoospermia: Quadro seminologico rappresentato da un normale numero di spermatozoi (maggiore di 20 milioni/ml o maggiore di 40 milioni/eiaculato), normale motilità spermatica (maggiore del 25% di motilità grado A o maggiore del 50% di motilità A+B) e normale morfologia spermatica (meno del 30% di forme patologiche). 19-Nor-testosterone: Steroide che ha effetti molto simili al testosterone enantato, ma a differenza di quest’ultimo ha una durata di azione più lunga e quindi l’intervallo di somministrazione è più ampio. nO OAT (oligo-asteno-teratozoospermia): Quadro seminale rappresentato dalla combinazione di oligozoospermia (vedi), astenozoospermia (vedi) e teratozoospermia (vedi). Oligozoospermia: Quadro seminale caratterizzato da una riduzione del numero degli spermatozoi (inferiore a 20 milioni/ml o inferiore a 40 milioni/eiaculato). Omosessualità: Indica l’attrazione sessuale e/o affettiva verso persone dello stesso sesso; si differenzia dalla eterosessualità, che vede l’attrazione verso persone dell’altro sesso, e dalla bisessualità che indica l’attrazione per individui di ambedue i sessi. Tali definizioni appartengono alla sfera dell’orientamento sessuale umano. Omozigote: cellula o individuo caratterizzati dalla presenza di alleli identici per un dato locus genico. Si parla di omozigote dominante (AA) quando un individuo possiede, per n. 2 - Gennaio 2007 un singolo gene, due alleli uguali dominanti, che cioè determinano un carattere che si manifesta fenotipicamente; un omozigote dominante è fenotipicamente uguale ad un eterozigote. Si parla invece di omozigote recessivo (aa) quando un individuo possiede, per un singolo gene, due alleli uguali recessivi, per i quali il carattere controllato si esprime solo in questa condizione e non si manifesta in eterozigosi. Onanismo: Usato erroneamente sulla falsariga di un personaggio biblico (Onan), indica la masturbazione maschile e per esteso ogni forma o atto di autoerotismo sia maschile che femminile. È un termine con contenuti dispregiativi e pertanto deve essere abbandonato. Oncogene: Gene mutato, la cui espressione anomala interviene nello sviluppo (proliferazione e differenziamento) in senso tumorale di una cellula. Orchialgia: Dolore riferito ai testicoli e alle strutture circostanti, classificabile in dolore acuto ad insorgenza improvvisa (torsione testicolare e orchi-epididimite) e dolore cronico testicolare o sindromi da dolore cronico testicolare. Orchidometro: Strumento per la misurazione obiettiva dei testicoli consistente in una serie di ovoidi di volume da 1 a 30 mL. Generalmente utilizzato è l’orchidometro modificato di Prader in quanto l’originale prevedeva solo i volumi più piccoli per la valutazione di bambini e adolescenti. Orchidopessi: Intervento chirurgico di posizionamento del testicolo nello scroto in caso di criptorchidismo (vedi). Viene di solito eseguita entro i due anni di età. Orchiectomia: Procedura chirurgica diagnostica e terapeutica che consiste nell’asportazione di uno o di entrambi i testicoli. È stata praticata fin dall’antichità per la castrazione in età infantile o adulta ai fini di garantire in alcune società la presenza di eunuchi. Può essere eseguita per via inguinale o per via trans-scrotale. Prima dello sviluppo di farmaci (analoghi del GnRH) in grado di bloccare la sintesi e secrezione di ormoni androgeni era utilizzata nel trattamento del carcinoma prostatico. Attualmente è utilizzata prevalentemente in caso di neoplasie testicolari e ne- gli interventi di cambio di sesso. Orchiepididimite: Processo infiammatorio acuto o cronico che interessa testicolo ed epididimo. La patologia, a parte la differente estensione anatomica, presenta molte analogie con l’orchite. Una forma particolare di orchiepididimite è quella tubercolare, oggi meno frequente; essa spesso inizia come epididimite isolata, poi si estende al testicolo, ed è quasi costantemente associata a interessamento delle vie urinarie. Orchite: Processo infiammatorio del testicolo, a decorso acuto o cronico. Si può manifestare, oltre che con sintomi generali di carattere infettivo, con imponente dolore locale e aumento di volume e consistenza dello scroto. Le cause più frequenti di orchite sono di origine batterica, da germi provenienti dalle vie urinarie (talvolta per manovre quali il cateterismo) o dal circolo ematico generale. Una tipica forma di orchite è quella che segue la parotite che, in soggetti adulti, può provocare sterilità. Orgasmo: Fase di massima sensazione di piacere sessuale costituita da una serie di eventi psico-neuro-endocrini e somatici che elaborati dalla corteccia cerebrale sono ritenuti piacevoli. Le descritte differenze dell’orgasmo maschile e femminile sono ascrivibili a fattori anatomici, psichici e ormonali. Ossido nitrico: L’ossido di azoto (NO), impropriamente chiamato ossido nitrico, è una specie chimica reattiva di natura radicalica centrata sull’azoto. L’NO agisce come un importante messaggero intra- ed inter-cellulare regolando numerosissime funzioni, quali il tono vascolare, l’aggregazione e l’adesione piastrinica e la proliferazione della muscolatura liscia vascolare. Nell’organismo si produce durante la conversione della L-Arginina in L-Citrullina per azione degli enzimi Nos (ossido nitrico sintetasi,); viene rilasciata, da parte dei neuroni non-adrenergici non colinergici (NANC) e dall’endotelio. Attraverso una G-protein associata alla membrana, l’NO attiva una guanilato-ciclasi, che induce il clivaggio della guanosina trifosfato (GTP) in guanosin-monofosfato ciclico (3’5’– cGMP). Risulta essere l’elemento centrale del processo che determina l’erezione. nP Papaverina (test): Test utilizzato, specialmente in passato, nella diagnostica dei deficit dell’erezione. Consiste in una farmaco stimolazione intracavernosa (spesso in combinazione con prostaglandina E1 e fentolamina) mediante papaverina, un alcaloide isochinolinico non stupefacente contenuto nell’oppio, attivo in senso decontratturante sulle fibrocellule muscolari lisce, grazie ad una inibizione aspecifica delle fosfodiesterasi con conseguente incremento dei livelli intracellulari di adenosin-monofosfato ciclico (cAMP). La qualità della risposta al test può essere valutata clinicamente mediante semplice ispezione e palpazione. La farmaco stimolazione intracavernosa trova indicazione anche nell’eco-color-doppler penieno dinamico. Attualmente rimpiazzato dal test con prostaglandina E1 (vedi). Papilloma: Tumore benigno di origine epiteliale della pelle (verruca), delle membrane mucose e dei dotti ghiandolari causato dal Papillomavirus (HPV). Le aree genitali sono le sedi di localizzazione più frequenti (condiloma genitale) in quanto può essere trasmesso mediante i contatti sessuali. L’uso del preservativo ne previene la trasmissione per via sessuale. Parafimosi: Complicazione della fimosi e consiste in uno strangolamento più o meno accentuato del glande da parte del prepuzio affetto da fimosi (restringimento del prepuzio che normalmente ricopre il glande a pene flaccido). La sensazione di ‘strangolamento’ è netta quando il prepuzio viene fatto scorrere sotto la corona del glande. Il tentativo di riduzione manuale è il trattamento di elezione, in caso di insuccesso, la circoncisione, associata a frenulectomia (quando il frenulo é corto) sono le procedure chirurgiche utilizzabili. Parotite: Infezione causata da un paramyxovirus. Frequente in età pediatrica, quando insorge dopo la pubertà in un quarto dei casi si associa ad una orchite mono- o bilaterale che può esitare in una più o meno grave compromissione della spermatogenesi. continua sul n. 4 ANDROLOGIA e medicina della sessualità Inflammation in prostate carcinogenesis Angelo M. De Marzo, Elizabeth A. Platz, Siobhan Sutcliffe, Jianfeng Xu, Henrik Grönberg, Charles G. Drake, Yasutomo Nakai, William B. Isaacs, William G. Nelson Nature Reviews Cancer, vol. 7, 256-269, 2007 Numerosi studi hanno dimostrato che l’infiammazione cronica è implicata nello sviluppo di diversi tipi di tumore come quello prostatico, vescicale, polmonare, epatico, dell’esofago, dello stomaco, dell’intestino e del pancreas. Tali tipologie tumorali sono spesso associate all’azione patogena di agenti infettivi che agiscono in sinergia con fattori ambientali presenti anche nella dieta. Nei complessi meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi del tumore prostatico-infiammazione associato, un ruolo fondamentale è esercitato dal sistema immunitario. Sebbene gli oncogeni virali possono contribuire alla trasformazione neoplastica, le cellule infiammatorie sono in grado di indurre direttamente effetti mutageni. Infatti, composti chimici altamente reattivi come il superossido, il perossido di idrogeno, l’ossigeno radicalico e l’ossido di azoto sono liberati da fagociti attivati provocando danni ossidativi e/o la nitrosilazione del DNA e delle membrane fosfolipidiche delle cellule epiteliali. Molte cellule sono danneggiate in maniera irreversibile, conseguentemente la funzione di barriera dell’epitelio è garantita da cellule progenitrici e/ o staminali che vanno incontro ad una elevata attività mitotica in presenza dei suddetti radicali liberi. A riprova dell’importanza di tali fattori nella patogenesi del tumore prostatico, vari studi epidemiologici hanno dimostrato che il consumo di antiossidanti riduce il rischio di sviluppare la neoplasia. In aggiunta a quanto già specificato, bisogna ricordare che le cellule infiammatorie producono specifiche citochine in grado sia di stimolare la proliferazione delle cellule epiteliali che di indurre segnali molecolari associati alla neo-angiogenesi. La liberazione di enzimi proteolitici nella matrice extracellulare consente infine alle cellule infiammatorie ed epiteliali l’invasione dei compartimenti stromali e vascolari, fenomeno alla base dell’attività metastatizzante. Il ruolo dei processi infiammatori nella patogenesi del tumore prostatico dovrebbe essere opportunamente considerato nella messa a punto di strategie sia a carattere preventivo che terapeutico. Marcello Maggiolini Spermatogoni staminali prelevati da testicoli di topi adulti mantengono la capacità di generare cellule pluripotenti Plutipotency of spermatogonial stem cells from adult mouse testis Guan et al., Nature 440:1199-1202, 2006 Cellule germinali embrionali (EGCs), derivate da cellule germinali primordiali, che compaiono in fase embrionale tardiva ed in fase fetale precoce, cellule di carcinoma embrionale (ECCs) e spermatogoni staminali prelevati da testicoli di topi neonati sono pluripotenti ed hanno un potenziale di differenziazione simile a quello delle cellule staminali embrionali (ESCs). La pluripotenza di tali cellule viene dimostrata dalla loro capacità di differenziarsi in tipi cellulari derivati dai tre foglietti embrionari, sia in vitro che in vivo, e generare animali chimerici. In questo articolo pubblicato su Nature il 22 aprile 2006 viene dimostrato per la prima volta che anche spermatogoni staminali prelevati da testicoli di topi adulti, responsabili del mantenimento della spermatogenesi durante tutta la vita, sono pluripotenti. Tale dimostrazione è stata ottenuta utilizzzando topi transgenici nei quali uno specifico marker di superficie spermatogoniale (Stra8) viene coespresso unitamente ad una proteina fluorescente (green fluorescent protein – GFP). Spermatogoni staminali presenti nel pool di cellule GFP+, isolate mediante cell sorting, messi in condizioni di coltura standard per le ESCs acquisiscono proprietà tipiche delle ESCs e pertanto vengono denominati dagli autori multipotent adult germline stem cells (maGSCs). In tali condizioni di coltura, maGSCs esprimono markers di superficie tipici delle ESCs, quali il SSEA-1 (stage-specific embryonic antigen-1), rilevati con immunocitochimica, e geni che codificano per fattori di trascrizione propri dalle ESCs, rilevati con RT-PCR. Poste in condizioni di coltura che in vitro inducono la differenziazione delle ESCs, le maGSCs mostrano una progressiva riduzione dell’espressione di tali markers e fattori di trascrizione ed iniziano ad esprimere fattori di trascrizione tipici della linea mesodermica (cellule cardiache, muscolari scheletriche e vascolari), neuroectodermica ed epiteliale. La pluripotenza delle ma GSCs veniva confermata in vivo,dalla formazione di teratomi maturi in seguito ad inoculazione sottocutanea di ma GSCs in 10/10 topi geneticamente immunodeficienti. In questi teratomi erano presenti tessuti derivanti dai tre foglietti embrionari: epitelio con differenziazione intestinale (endoderma), muscolo striato, muscolo liscio, grasso, osso e cartilagine (mesoderma) e tessuto nervoso (ectoderma). Per valutare il potenziale di sviluppo delle maGSCs venivano generati animali chimerici, microiniettando 10-15 cellule GFP+ in blastocisti di 3,5 gg, successivamente trasferite in utero di femmine pseudogravide. In embrioni chimerici, analizzati a 12,5 gg, si evidenziava la presenza di cellule fluorescenti nei vari organi e tessuti a testimonianza della totale capacità di integrazione di tali cellule nell’organismo in formazione. I topi chimerici adulti, riconoscibili dal caratteristico mantello pezza- n. 3 - Giugno 2007 to, erano apparentemente sani ed anche fertili, come dimostrato dalla loro capacità di generare figli, alcuni dei quali derivati dalla differenziazione nella linea germinale delle maGSCs iniettate. La generazione in vitro di maGSCs, che hanno le caratteristiche di cellule staminali embrionali, da parte di spermatogoni staminali adulti, può avere due possibili spiegazioni. La prima possibilità è quella di una riprogrammazione genetica degli spermatogoni staminali adulti in coltura, simile a quella che si realizza durante il processo di clonazione. La seconda è che gli stessi spermatogoni staminali adulti possano essere pluripotenti. In tal caso, in condizioni fisiologiche in vivo, l’interazione con le cellule di Sertoli indirizzerebbe gli spermatogoni staminali adulti verso la spermatogenesi, inibendone la pluripotenza. Tuttavia, quando gli spermatogoni staminali adulti vengano fatti espandere in assenza di cellule di Sertoli (coltura in vitro per ESCs o iniezione in blastocisti), essi potrebbero liberarsi da tale inibizione ed essere convertiti in cellule staminali pluripotenti. La possibilità di isolare e coltivare cellule multipotenti anche da testicoli umani adulti, mediante semplice biopsia, aprirebbe nuove frontiere per la medicina rigenerativa, superando i problemi etici legati alla ricerca sugli embrioni. Felice Francavilla Xxxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx Xxxxxxxxxxxxx Xxxxxx Reduced number of circulating endothelial progenitor cells in hypogonadamen J Clin Endocrinol Metab. 91(11): 4599-602, 2006 La disfunzione endoteliale costituisce un “primum momens” nella patologia aterosclerotica. Recentemente è stato dimostrato che le lesioni dell’endotelio possono essere riparate da un pool circolante di cellule progenitrici endoteliali, di derivazione midollare. Sono state caratterizzate due popolazioni di cellule: le PC (Circulating Progenitor Cells), cellule più immature nel loro stadio differenziativo, e le EPC (Endothelial PCs), cellule già commissionate verso la linea endoteliale. Studi recenti hanno dimostrato una correlazione tra l’aumento del rischio cardiovascolare e della patologia aterosclerotica, con la diminuzione dei livelli circolanti di testosterone. L’ipogonadismo infatti sta assumendo sempre di più il ruolo di un nuovo fattore di rischio nella sindrome metabolica. In un recente numero della rivista Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism sono stati pubblicati dei dati assolutamente originali che mostrano una correlazione diretta tra i livelli plasmatici di testosterone ed il numero di cellule progenitrici endoteliali circolanti. Lo studio è stato condotto su un gruppo di pazienti giovani affetti da ipogonadismo ipogonodotropinico, di età media di 27 anni, che mostravano livelli plasmatici di testosterone circa tre volte inferiori a quelli di un gruppo di controllo “age-matched”. Questi pazienti, oltre a mostrare livelli di 17-beta estradiolo e gonadotropine ridotti, presentavano una riduzione del numero di PCs e EPCs circolanti di oltre due volte rispetto ai controlli normali. Inoltre le studio ha mostrato che il trattamento di questi pazienti con testosterone transdermico (50 mg/die) per sei mesi era in grado di ristabilire valori circolanti normali delle PCs, e addirittura di incrementare il pool circolante di EPCs di oltre quattro volte rispetto al basale. Gli autori hanno altresì mostrato che le cellule EPC messe in coltura esprimono il recettore androgenico a livello citoplasmatico e nucleare, ANDROLOGIA e medicina della sessualità giungendo alla conclusione che il testosterone potrebbe svolgere un ruolo diretto sull’incremento delle EPC attraverso il legame al recettore androgenico. Non è escluso infatti che tale effetto possa essere mediato dalla trasformazione del testosterone in estradiolo ad opera dell’aromatasi, dal momento che è gia stato dimostrato che gli estrogeni sono in grado di aumentare le cellule progenitrici endoteliali di derivazione midollare. Questo studio ha mostrato per la prima volta che bassi livelli di testosterone si associano ad un ridotto pool circolante di cellule progenitrici endoteliali in soggetti giovani affetti da ipogonadismo centrale, e che il trattamento con testosterone è in grado di aumentare queste cellule in circolo. Massimiliano Caprio Identificate, nell’animale sperimentale, alcune molecole coinvolte nella differenziazione sessuale del cervello in senso femminile Focal adhesion kinase and paxillin: novel regulators of brain sexual differentiation? D.B. Speert, A.T.M. Konkle, S.L. Zup, J.M. Schwarz, C. Shiroor, M.E. Taylor, M.M. McCarthy Endocrinology published on-line ahead of print (doi:10.1210/en.2006-0845), 2007 Il processo di differenziazione sessuale del cervello in senso maschile o femminile avviene in una ben precisa finestra temporale che, nei roditori, si colloca fra la fine della gestazione e le prime settimane di vita extrauterina. Durante questo periodo, in alcuni nuclei ed aree cerebrali del maschio, aumenta la produzione di ormoni sessuali “attivi” (estradiolo e DHT) a partire dal testosterone prodotto dai testicoli fetali. Dal punto di vista morfo-funzionale, l’attivazione dei recettori estrogenici da parte di estradiolo induce potenti effetti di tipo organizzativo quali, ad esem- pio, l’espressione di geni coinvolti nella proliferazione neuronale e lo sviluppo di particolari connettività sinaptiche. Nonostante il ruolo del sistema DHT/recettore androgenico in questo processo sia meno chiaro, il risultato finale è comunque la formazione di circuiti neuronali specifici del maschio. Per molti anni, si è ritenuto dunque che la differenziazione sessuale del cervello maschile fosse un processo dinamico che intervenisse su una struttura con tendenza spontanea a differenziarsi in senso femminile. Di recente, la scoperta che l’attivazione di alcune vie di neurotrasmissione generava risposte opposte nei due sessi ha fatto ipotizzare che anche la differenziazione cerebrale in senso femminile fosse un processo dinamico, caratterizzato dall’attivazione di specifici segnali cellulari. Partendo da questa ipotesi, il gruppo di Margaret McCarthy ha utilizzato un approccio proteomico ad alta capacità (high throughput screening) per indagare quali molecole di segnale potessero essere importanti nel processo di femminizzazione. Di queste proteine sono stati poi caratterizzati il profilo di espressione nei due sessi, i fattori di controllo e le funzioni. Le due proteine che presentano il più elevato grado di espressione dimorfica neonatale dell’area ipotalamica di ratto sono la chinasi di adesione focale (FAK) e la paxillina (F>M, fold change 1.5-2). Entrambe queste molecole fanno parte della famiglia di proteine del complesso di adesione focale, coinvolto nei meccanismi di adesione, migrazione e crescita cellulare. In particolare, FAK è una tirosin-chinasi non recettoriale in grado di associarsi sia con le integrine, sia con i recettori dei fattori di crescita e di efrina (proteina con ruolo chiave nello sviluppo del SNC), sia con molecole adattatrici, come la paxillina, coinvolte nella modificazione del citoscheletro in risposta a segnali extracellulari. Durante lo sviluppo neuronale, i livelli di FAK e paxillina sembrano essere fondamentali nel determinare l’estensione neuritica, nel promuovere la chemoattrazione/repulsione degli assoni e nel limitare la formazione di contatti sinaptici ed il grado di arborizzazione dendritica. La maggiore presenza di FAK e paxillina nella femmina è evidente soprattutto nella zona ipotalamica che contiene il nucleo ventro-mediale (VMN), un nucleo importante nel comportamento sessuale femminile; inoltre, l’espressione di FAK nel VMN delle femmine cresce nei primi 6 giorni dopo la nascita, mentre resta costante nei maschi. Questo dato è particolarmente importante, poichè la formazione delle connessioni sinaptiche nell’ipotalamo si estende dalla fine del periodo prenatale ai primi 10 giorni di vita extrauterina. L’espressione dimorfica di queste molecole di adesione focale potrebbe dunque essere responsabile della diversa morfologia neuronale, caratterizzata da una maggiore arborizzazione dendritica nel maschio rispetto alle femmine. Per confermare la specificità di questo sistema nel mediare la differenziazione cerebrale della femmina, è stato utilizzato un approccio classico di inversione dell’ambiente ormonale nell’animale neonato (somministrazione di estradiolo alle femmine e blocco dell’azione endogena di questo ormone nel maschio con antiestrogeni o inibitori dell’aromatasi). Gli esperimenti effettuati dimostrano che l’estrogenizzazione delle femmine inibisce significativamente l’espressione sia di FAK che di paxillina, mentre il blocco dell’azione estrogenica nel maschio porta FAK a livelli tipici della femmina. Sulla base dei risultati ottenuti, gli autori concludono che FAK e paxillina possano essere i mediatori della differenziazione cerebrale in senso femminile. Gli studi futuri cercheranno di stabilire se l’inibizione di FAK indotta dagli estrogeni sia una condizione necessaria per determinare l’aumento delle arborizzazioni neuronali tipiche del processo di mascolinizzazione. Paola Negri-Cesi 50mg testosterone 12m RIASSUNTO DELLE CARATTERISTICHE DEL PRODOTTO 1. DENOMINAZIONE DEL MEDICINALE. TESTOGEL 50 mg, gel. 2. COMPOSIZIONE QUALITATIVA E QUANTITATIVA. Una bustina da 5 g contiene 50 mg di testosterone. Per gli eccipienti, vedere 6.1. 3. FORMA FARMACEUTICA. Gel in bustina. Testogel è un gel incolore trasparente o leggermente opalescente in bustina. 4. INFORMAZIONI CLINICHE. 4.1 Indicazioni terapeutiche. Terapia sostitutiva del testosterone nell’ipogonadismo maschile dovuto a deficit di testosterone diagnosticato attraverso segni clinici e test biochimici (vd. 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego). 4.2 Posologia e modo di somministrazione. Applicazione cutanea. Adulti e soggetti anziani. La posologia raccomandata è pari a 5 g di gel (50 mg di testosterone) applicato una volta al giorno, più o meno alla stessa ora, preferibilmente al mattino. La dose giornaliera sarà adattata su parere del medico in funzione della risposta clinica o biologica del singolo paziente, senza superare i 10 g di gel al giorno. L’aggiustamento della posologia deve essere ottenuto con 2,5 g di gel alla volta. L’applicazione deve essere effettuata dal paziente stesso, sulla pelle pulita, asciutta e sana, su entrambe le spalle o braccia o sull’addome. Una volta aperta la bustina, tutto il contenuto dovrà essere estratto e applicato immediatamente sulla pelle. Il gel va semplicemente distribuito con delicatezza sulla cute per formare uno strato sottile. Non è necessario strofinare. Lasciare asciugare il prodotto per almeno 3-5 minuti prima di rivestirsi. Dopo l’applicazione lavarsi le mani con acqua e sapone. Non applicare sui genitali perché l’alto contenuto di alcool può provocare irritazioni locali. Lo stadio di equilibrio delle concentrazioni plasmatiche di testosterone viene raggiunto approssimativamente il 2° giorno di trattamento con Testogel. Al fine di poter adeguare la dose di testosterone, è necessario misurare la testosteronemia la mattina prima dell’applicazione a partire dal 3° giorno successivo all’inizio del trattamento (una settimana sembra ragionevole). Se la concentrazione plasmatica di testosterone supera il livello desiderato, è possibile ridurre la posologia. In caso di concentrazione bassa, la posologia potrà essere aumentata, senza superare i 10 g di gel al giorno. Bambini. Testogel non è indicato per i bambini e non è stato sottoposto a studi clinici nei ragazzi di età inferiore ai 18 anni. 4.3 Controindicazioni. Testogel è controindicato: • in caso di cancro della prostata presunto o confermato,o carcinoma mammario • in caso di ipersensibilità nota al testosterone o a qualunque altro componente del gel. 4.4 Avvertenze speciali e opportune precauzioni d’impiego. Non somministrare Testogel se non è stata dimostrata una condizione di ipogonadismo (iper- ed ipogonadotrofo) e se prima di iniziare il trattamento non sono state escluse altre eziologie che potrebbero essere all’origine della sintomatologia. L’insufficienza di testosterone deve essere dimostrata in modo chiaro da segni clinici (regressione dei caratteri sessuali secondari, cambiamento dell’immagine corporea, astenia, diminuzione della libido, disfunzione erettile, etc.) e confermata da due dosaggi separati di testosteronemia. Al momento non sono stati stabiliti all’unanimità i valori di riferimento del testosterone specifici per l’età. Bisogna però tenere conto che, per fattori fisiologici, i livelli plasmatici di testosterone si riducono con l’aumentare dell’età. A causa della variabilità dei valori delle analisi di laboratorio, tutte le misurazioni dei livelli di testosterone vanno effettuate all’interno dello stesso laboratorio. Testogel non è indicato per il trattamento della sterilità maschile o dell’impotenza. Prima di utilizzare un trattamento a base di testosterone, tutti i pazienti devono sottoporsi ad un esame approfondito al fine di eliminare qualsiasi rischio di cancro della prostata presistente. Nei pazienti sottoposti a trattamento con testosterone va eseguito almeno una volta l’anno e due volte l’anno nei soggetti anziani e nei pazienti a rischio (quelli con fattori clinici o familiari) un monitoraggio attento e regolare della ghiandola prostatica e del petto secondo i metodi raccomandati (esame rettale digitale e valutazione del PSA nel siero). Gli androgeni possono accelerare l’evoluzione di un cancro subclinico della prostata e dell’iperplasia prostatica benigna. Testogel deve essere utilizzato con prudenza nei pazienti affetti da cancro e a rischio di ipercalcemia (e ipercalciuria associata), dovuta a metastasi ossee. In tali pazienti si raccomanda di garantire un regolare monitoraggio della calcemia. Nei pazienti affetti da grave insufficienza cardiaca, epatica o renale, il trattamento con Testogel può comportare complicanze gravi caratterizzate da edema, accompagnato o no da insufficienza cardiaca congestizia, con conseguente sospensione immediata del trattamento. Potrebbe inoltre rendersi necessaria una terapia diuretica. Testogel va impiegato con prudenza nei pazienti con cardiopatia ischemica. Il testosterone può provocare un aumento della pressione arteriosa. Pertanto Testogel va usato con prudenza nei pazienti ipertesi. Nei pazienti sottoposti a trattamento androgeno di lunga durata, oltre alle analisi delle concentrazioni di testosterone, vanno controllati periodicamente i seguenti parametri di laboratorio: emoglobina, ematocrito (per rilevare un’eventuale policitemia), ed analisi della funzionalità epatica. Testogel va usato con cautela nei pazienti con problemi di epilessia ed emicrania perché può aggravare queste condizioni. In letteratura sono riportati casi di rischio di aumento di apnea notturna nei soggetti ipogonadici sottoposti a trattamento con gli esteri di testosterone, in particolare in soggetti a rischio con evidente obesità e patologia respiratoria cronica. Nei pazienti trattati con androgeni e che raggiungono livelli plasmatici di testosterone normali a seguito della terapia di sostituzione, si può osservare un miglioramento della sensibilità all’insulina. Taluni segni clinici come irritabilità, nervosismo, aumento di peso, erezioni prolungate o frequenti possono essere sintomatici di un’eccessiva esposizione agli androgeni e richiedere un adattamento della posologia. Se il paziente manifesta reazioni gravi sul sito di applicazione, il trattamento va esaminato e, se necessario, interrotto. Gli atleti devono essere informati del fatto che questa specialità contiene un principio attivo (testosterone) che potrebbe indurre una reazione positiva dei test praticati durante i controlli anti-doping. Testogel non è indicato per le donne a causa dei possibili effetti di tipo virilizzante. Potenziale trasferimento del testosterone. Se non si prendono le dovute precauzioni, il gel di testosterone può essere trasferito ad altre persone in caso di stretto contatto cutaneo, con conseguente aumento dei livelli plasmatici di testosterone e potenziali effetti indesiderati (ad es. crescita di peli sul viso e/o sul corpo, alterazione del timbro della voce, irregolarità del ciclo mestruale) nel caso di contatto ripetuto (androgenizzazione involontaria). Il medico deve informare il paziente del rischio di trasferimento del testosterone e delle precauzioni di sicurezza che vanno adottate (vd. di seguito). Testogel non va prescritto in pazienti che potrebbero non attenersi alle istruzioni di sicurezza (ad es. grave alcolismo, uso di sostanze stupefacenti, gravi disturbi psichiatrici). Il trasferimento del testosterone si evita indossando indumenti che coprano la zona di applicazione o facendosi una doccia prima del contatto. Si raccomandano pertanto le seguenti precauzioni: * per il paziente: • lavarsi le mani con acqua e sapone dopo l’applicazione del gel, • lasciar asciugare il gel e ricoprire la zona di applicazione con dei vestiti, • fare una doccia prima di qualunque situazione in cui si preveda la possibilità di contatto. * per le persone non sottoposte a trattamento con Testogel: • in caso di contatto con la zona di applicazione non lavata o non coperta con abiti, lavare appena possibile con acqua e sapone la superficie cutanea sulla quale ha potuto avere luogo il trasferimento di testosterone, • segnalare il manifestarsi di segni di eccessiva esposizione agli androgeni, come insorgenza di acne o modificazione dell’apparato pilifero. In seguito agli studi in vitro di assorbimento del testosterone effettuati con Testogel, risulta preferibile che i pazienti rispettino un periodo di almeno 6 ore dall’applicazione del gel prima di fare un bagno o una doccia. Tuttavia, un bagno o una doccia fatti occasionalmente in un periodo compreso tra una e 6 ore dall’applicazione del gel non dovrebbe influenzare in modo rilevante il corso del trattamento. Al fine di garantire la sicurezza della partner, al paziente va raccomandato ad esempio di osservare un lungo intervallo tra l’applicazione di Testogel e il rapporto sessuale, di indossare una maglietta che vada a coprire la zona di applicazione durante il periodo di contatto o di fare una doccia prima del rapporto sessuale. Inoltre, si raccomanda di indossare una maglietta, che copra il sito di applicazione, durante il contatto con i bambini, per evitare di contaminare la cute dei bambini. Le donne in gravidanza devono evitare qualunque contatto con le zone di applicazione di Testogel. In caso di gravidanza della partner, il paziente deve osservare con attenzione le precauzioni d’impiego (vd. sezione 4.6). 4.5 Interazioni con altri medicinali ed altre forme d’interazione. Anticoagulanti orali. Variazione dell’effetto anticoagulante (aumento dell’effetto dell’anti- coagulante orale mediante modifica della sintesi epatica dei fattori della coagulazione e inibizione competitiva a livello dei legami delle proteine plasmatiche). Si raccomanda un esame più frequente del tempo di protrombina e del controllo dell’INR. I pazienti che assumono anticoagulanti orali richiedono un monitoraggio attento, in special modo in occasione dell’inizio o dell’interruzione del trattamento androgeno. La somministrazione concomitante di testosterone e di ATCH o di corticosteroidi può aumentare il rischio di manifestazioni edematose. Di conseguenza, questi medicinali devono essere somministrati con prudenza, in particolare nei pazienti affetti da malattie cardiache, renali o epatiche. Interazione con le analisi di laboratorio: gli androgeni possono ridurre i livelli di globulina legante la tiroxina e, di conseguenza, diminuire le concentrazioni plasmatiche di T4 ed aumentare la captazione della T3 e T4 su resina. I valori degli ormoni tiroidei liberi restano comunque invariati e non evidenziano segni clinici di insufficienza tiroidea. 4.6 Gravidanza e allattamento. Testogel è destinato esclusivamente all’impiego maschile. Testogel è controindicato durante la gravidanza o l’allattamento. Non sono stati effettuati studi clinici su questo tipo di trattamento nella donna. Le donne in gravidanza devono evitare qualunque contatto con le zone di applicazione di Testogel (vd. sezione 4.4). Il prodotto può avere effetti dannosi di tipo virilizzante sul feto. In caso di contatto, lavare con acqua e sapone appena possibile. 4.7 Effetti sulla capacità di guidare veicoli e sull’uso di macchinari. Testogel non influisce sulla capacità di guidare veicoli o di usare macchinari. 4.8 Effetti indesiderati. Alla posologia consigliata di 5 g. di gel al giorno, gli effetti indesiderati osservati con maggiore frequenza sono costituiti da reazioni cutanee (10%): reazioni sul sito di applicazione, eritemi, acne, pelle secca. Gli effetti indesiderati osservati in 1 - <10% dei pazienti sottoposti a trattamento con Testogel in studi clinici controllati sono elencati nella tabella seguente: Organo apparato classe Organismo in generale Apparato urogenitale Sistema nervoso centrale e periferico Sistema cardiovascolare Apparato gastrointestinale Cute e appendici Reazioni indesiderate Alterazioni delle analisi di laboratorio (policitemia, lipidi), cefalee Disturbi alla prostata, ginecomastia, mastodinia Vertigini, parestesia, amnesia, iperestesia, turbe dell'umore Ipertensione Diarrea Alopecia Nei pazienti trattati per ipogonadismo, si osservano frequenti fenomeni di ginecomastia, talvolta persistente. Altri effetti indesiderati noti dei trattamenti a base di testosterone per via orale o per iniezione sono: alterazioni della prostata e evoluzione di cancro subclinico della prostata, ostruzione urinaria, prurito, vasodilatazione arteriosa, nausea, ittero colestatico, alterazione dei test funzionali epatici, aumento della libido, depressione, irritabilità, mialgia e, in caso di trattamento prolungato con dose massiccia: modifiche elettrolitiche (ritenzione di sodio, potassio, calcio, fosfati inorganici e acqua), oligospermia e priapismo (erezioni frequenti o prolungate). Applicazioni frequenti sulla pelle possono provocare irritazioni e secchezza della cute dovute alla presenza di alcool. 4.9 Sovradosaggio. In letteratura è descritto un solo caso di sovradosaggio acuto di testosterone in seguito a iniezione. Si trattava di un caso di incidente cerebrovascolare in un paziente che presentava un’elevata concentrazione plasmatica di testosterone pari a 114 ng/ml (395 nmol/l). È del tutto improbabile che il trattamento per via transdermica possa comportare il raggiungimento di tali concentrazioni plasmatiche di testosterone. 5. PROPRIETÀ FARMACOLOGICHE. 5.1 Proprietà farmacodinamiche. Gruppo farmacoterapeutico: ANDROGENI, Codice ATC: G03BA03. Gli androgeni endogeni, soprattutto il testosterone e il suo metabolita principale DHT, secreti dai testicoli, sono responsabili dello sviluppo degli organi genitali esterni e interni e del mantenimento dei caratteri sessuali secondari (sviluppo della peluria, alterazione del timbro della voce, comparsa della libido); dell’azione generale sul metabolismo delle proteine; dello sviluppo della muscolatura scheletrica e della distribuzione del grasso corporeo; della riduzione dell’eliminazione di azoto, sodio, potassio, cloro, fosforo e acqua attraverso le urine. Il testosterone non induce lo sviluppo testicolare: riduce la secrezione ipofisaria di gonadotropine. Gli effetti del testosterone in alcuni organi si manifestano dopo la conversione periferica del testosterone in estradiolo che poi si lega ai recettori per gli estrogeni nel nucleo della cellula bersaglio, ad es. le cellule ipofisarie, adipose, cerebrali, ossee e testicolari di Leydig. 5.2 Proprietà farmacocinetiche. L’assorbimento percutaneo del testosterone varia dal 9% al 14% circa della dose applicata. Successivamente all’assorbimento percutaneo, il testosterone si diffonde nella circolazione sistemica con concentrazioni relativamente costanti nelle ventiquattr’ore. La concentrazione serica di testosterone aumenta fin dalla prima ora successiva all’applicazione per raggiungere una situazione di equilibrio a partire dal secondo giorno. Le variazioni quotidiane della concentrazione di testosterone presentano dunque un’ampiezza analoga a quelle osservate nel corso del ritmo circadiano del testosterone endogeno. La via di di somministrazione percutanea evita così i picchi di diffusione sanguigna indotti dalle iniezioni e, contrariamente all’androgenoterapia per via orale, non induce concentrazioni epatiche dello steroide superiori a quelle fisiologiche. La somministrazione di 5 g di Testogel corrisponde a un aumento medio del tasso di testosterone pari a circa 2,5 ng/ml (8,7 nmol/l) nel plasma. In seguito a sospensione del trattamento, la diminuzione delle concentrazioni di testosterone ha inizio circa 24 ore dopo l’ultima applicazione. Il ripristino delle concentrazioni di base si verifica nelle 72-96 ore successive all’ultima somministrazione. I principali metaboliti attivi del testosterone sono il diidrotestosterone e l’estradiolo. Il testosterone viene escreto per la maggior parte nell’urina e nelle feci sotto forma di metaboliti del testosterone coniugato. 5.3 Dati preclinici di sicurezza. Il testosterone si è dimostrato non mutageno in vitro secondo il modello delle mutazioni inverse (test di Ames) o delle cellule ovariche di criceto. Gli studi condotti su animali da laboratorio hanno evidenziato una relazione tra il trattamento a base di androgeni e certi tipi di tumori. I dati degli esperimenti sui topi hanno mostrato un aumento delle incidenze di cancro alla prostata dopo il trattamento con testosterone. È noto che gli ormoni sessuali facilitano lo sviluppo di certe forme tumorali indotte da agenti cancerogeni noti. Non è stata stabilita alcuna correlazione tra questi dati e il rischio effettivo per l’uomo. 6. INFORMAZIONI FARMACEUTICHE. 6.1 Elenco degli eccipienti. Carbomer 980, isopropile miristato, etanolo 96%, sodio idrossido, acqua depurata. 6.2 Incompatibilità. Non pertinente. 6.3 Periodo di validità. 2 anni. 6.4 Speciali precauzioni per la conservazione. Nessuna speciale precauzione per la conservazione. 6.5 Natura e contenuto del contenitore. 5 g in bustina (PET/Aluminium/PE). Astuccio contenente 1, 2, 7, 10, 14, 28, 30, 50, 60, 90 o 100 bustine. È possibile che non tutte le confezioni siano commercializzate. 6.6 Istruzioni per l’impiego e la manipolazione, e per lo smaltimento. Nessuna istruzione particolare. 7. TITOLARE DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO. Laboratoires BESINS INTERNATIONAL - 3, rue du Bourg l’Abbé - 75003 PARIS/Francia; Importatore e distributore in Italia: Schering S.p.A. - Via E. Schering, 21 - 20090 Segrate (MI). 8. NUMERO DELL’AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN COMMERCIO. Astuccio contenente 1 bustina monodose AIC N° 035864127/M Astuccio contenente 2 bustine monodose AIC N° 035864139/M Astuccio contenente 7 bustine monodose AIC N° 035864141/M Astuccio contenente 10 bustine monodose AIC N° 035864154/M Astuccio contenente 14 bustine monodose AIC N° 035864166/M AIC N° 035864178/M Astuccio contenente 28 bustine monodose AIC N° 035864180/M Astuccio contenente 30 bustine monodose Astuccio contenente 50 bustine monodose AIC N° 035864192/M Astuccio contenente 60 bustine monodose AIC N° 035864204/M AIC N° 035864216/M Astuccio contenente 90 bustine monodose AIC N° 035864228/M Astuccio contenente 100 bustine monodose 9. DATA DI PRIMA AUTORIZZAZIONE/ RINNOVO DELL’AUTORIZZAZIONE. Marzo 2004. 10. DATA DI REVISIONE DEL TESTO. Gennaio 2006. Dep. presso AIFA in data 5 dicembre 2006 12m Testogel®: il gel di testosterone G03BA03 50mg testosterone Prezzi aggiornati a dicembre 2006 Confezione da 30 bustine Classe C Prezzo al Pubblico Euro 65,70