Progetto PON-FSE “Supporto alla Transnazionalità’”
Programma attività transnazionale in tema di
politiche di sostegno all’imprenditorialità femminile
Visita di studio a Stoccarda sul tema delle politiche a supporto dell’imprenditoria femminile
Nota di restituzione
8 Luglio 2013
Indice
Premessa
1.
L’Agenzia nazionale per gli start-up e l’imprenditoria femminili (BGA – Bundesweite Gründerinnenagentur)
2.
L’Agenzia per l’Impiego di Stoccarda (Agentur für Arbeit)
3.
L’Associazione tedesca delle imprenditrici (VDU - Verband Deutscher Unternehmerinnen)
4.
Il Gruppo LAPP
5.
Considerazioni dei partecipanti alla visita di studio in merito all’interesse e alla riproducibilità delle esperienze
Allegato 1 - Composizione della delegazione
Allegato 2 – Elenco dei materiali distribuiti
1
Premessa
Lo scorso 19 luglio 2012 si è tenuto un workshop di progettazione partecipata con rappresentanti istituzionali regionali,
Consigliere di Parità regionali e provinciali, finalizzato all’identificazione di specifiche tematiche di interesse su cui avviare
iniziative di confronto internazionale in materia di conciliazione. A seguito dell’incontro, i Progetti PON FSE-Supporto alla
Transnazionalità e La.Fem.Me. hanno concordato un piano di lavoro per il 2013-2014, sottoposto alle Regioni, articolato in tre
proposte, riguardanti rispettivamente:
- il sostegno all’imprenditoria femminile
- la convenienza economica per l’azienda di sostenere la conciliazione
- la conciliazione famiglia-lavoro nel lavoro autonomo e nelle professioni.
Con riferimento al tema delle politiche e misure di supporto all’autoimprenditorialità ed alla creazione di impresa femminile, è
stata programmata e realizzata, nei giorni 15 e 16 maggio 2013, una visita di studio a Stoccarda, alla quale ha partecipato una
delegazione di 15 persone, composta da rappresentanti di Regioni italiane con competenze specifiche in materia di lavoro, di
pari opportunità, e di supporto all’avvio di nuove imprese, ed esperti tematici di Italia Lavoro (vedi allegato 1 - Composizione
delegazione).
La visita di studio ha avuto innanzitutto lo scopo di approfondire l’esperienza tedesca dell’Agenzia nazionale per gli start-up
e l’imprenditoria femminili (BGA–Bundesweite Gruenderinnenagentur)1, fondata nel 2004 e segnalata come best practice
dalla Commissione dell’UE. Motivo di particolare interesse per l’esperienza della BGA è il sistema di governance multilivello e
multiattore adottato dall’Agenzia, trattandosi di un soggetto pubblico a carattere nazionale, patrocinato da tre Ministeri federali
(“Istruzione e Ricerca”; “Famiglia, anziani, donne e giovani”; e “Economia e Tecnologia”), capace di mettere insieme
stakeholders pubblici - federali e regionali - e privati, in attività di networking, nel rispetto delle relative competenze istituzionali
e professionalità. La BGA opera in qualità di sportello unico, ed è in grado di offrire tutte le informazioni e i servizi di interesse
per le donne che vogliono avviare o rilevare un’attività autonoma. Funge inoltre da piattaforma centrale unificata e da think
tank per i rappresentanti del mondo degli affari, della ricerca, della politica e dell’opinione pubblica, nelle attività in materia di
lavoro autonomo femminile. L’approccio per target, modalità operativa non sempre condivisa nell’ambito delle politiche attive
per il lavoro, è un altro aspetto peculiare di questa prassi, che consente di calibrare l’offerta di servizi alle specificità del fare
impresa al femminile. L’impegno dell’Agenzia in attività di comunicazione - informazione, sensibilizzazione, orientamento per le
giovani donne, ecc.- si caratterizza in particolare nella promozione/diffusione di biografie e di figure professionali di donne
imprenditrici, specialmente in settori produttivi tipicamente maschili, finalizzato alla decostruzione di stereotipi culturali di
genere.
L’incontro con l’Agenzia per il lavoro di Stoccarda (Agentur für Arbeit)2, ha avuto come obiettivo l’approfondimento di
programmi e strumenti a supporto dell’imprenditorialità, implementati dal Servizio pubblico per l’impiego (Bundesagentur für
Arbeit – BA), mirati ai disoccupati, con particolare attenzione al rispetto del principio di pari opportunità nell’erogazione del
servizio. Di interesse nella descrizione dell’offerta di servizi, reali (informazione, formazione, colloqui di consulenza, esame
della fattibilità del business plan, accompagnamento di nuove imprese, ecc.) e finanziari ai disoccupati che vogliono
intraprendere un’attività di lavoro autonomo è la composizione degli incentivi economici (sussidio di disoccupazione + 300
€/mese a copertura di oneri sociali, previdenziali e sanitari, prolungabili a certe condizioni oltre l’avvio dell’attività) e l’esistenza
di un “team universitario” all’interno del CPI, ovvero di un servizio specificamente dedicato ai disoccupati laureati, per il
supporto all’avvio di attività d’impresa, anche nel campo delle libere professioni e delle professioni ordinistiche.
Un ulteriore incontro ha riguardato l’Associazione tedesca delle imprenditrici (VDU-Verband Deutscher
Unternehmerinnen)3, organizzazione che, all’epoca, aveva fortemente sostenuto la creazione della BGA. Di particolare
interesse è l’impegno dell’Associazione, attraverso la Fondazione Kate Ahlmann, in attività di mentoring rivolte a giovani
imprenditrici, che mettono in contatto differenti generazioni di donne imprenditrici, anche sul tema della successione d’impresa,
fortemente sentito nelle aziende di dimensioni medio-piccole. La VDU, che è parte dell’associazione FCEM-Femmes Chefs
d’Enterprise Mondiales, è nata nel 1956 allo scopo di creare una rete di sostegno tra le donne che, nel dopoguerra, si erano
trovate a prendere in mano le redini delle aziende di famiglia. L’Associazione, con circa 1.600 membri, in gran parte
1
Link BGA: http://www.existenzgruenderinnen.de/sid_705BDBE66F00F2DA369093D7B60148FB/DE/Home/home_node.html
2
Link Agenzia per il lavoro di Stoccarda: http://www.arbeitsagentur.de/Navigation/Dienststellen/RD-BW/Stuttgart/Agentur/Agentur-Nav.html
3
Link VDU: http://www.vdu.de/
2
imprenditrici di PMI, rappresenta oggi un esempio rilevante di “dirigenza rosa” e costituisce inoltre un soggetto molto influente
in Germania come portavoce delle esigenze delle donne imprenditrici, in grado anche di schierarsi politicamente.
L’iniziativa si è conclusa con una visita al Gruppo Lapp4, una delle più grandi aziende familiari della regione del BadenWürttemberg, leader a livello mondiale nel settore delle tecnologie via cavo. L’azienda, che aderisce alla VDU, offre un
esempio di leadership femminile in un settore tradizionalmente “maschile”. Il gruppo investe molto nel reclutamento e nello
sviluppo del personale femminile, attraverso campagne di sensibilizzazione delle giovani donne affinché intraprendano
professioni tecniche, promuovendo la presenza femminile ai vertici aziendali, anche attraverso l’adozione di misure di
flessibilità oraria e la sponsorizzazione di asili nelle vicinanze delle sedi aziendali. Per l’impegno a favore della conciliazione, il
gruppo Lapp ha ricevuto dal Ministero per la famiglia il certificato d’impresa “family friendly”, che vincola l’azienda
all’assunzione di ulteriori impegni in questo campo.
La presente nota, senza pretesa di esaustività, desidera offrire, articolandoli sulla base degli incontri in cui si è sviluppata la
visita, una sintesi dei principali argomenti trattati. In chiusura: un riepilogo dei feed back raccolti attraverso la scheda di
valutazione inviata ai partecipanti dopo la visita, con riferimento agli eventuali riflessi che i contenuti dell’iniziativa potrebbero
avere, in termini di replicabilità, anche parziale, delle esperienze approfondite, nel territorio in cui ciascuno dei partecipanti
opera.
1. L’Agenzia nazionale per gli start-up e l’imprenditoria femminili (BGA – Bundesweite
Gruenderinnenagentur)
Referenti:
Iris Kronenbitter, Direttrice dell’Agenzia BGA
Katrin Endrass, Responsabile progetto BGA “Meine Zukunft: Chefin im Handwerk" (“Il mio
futuro: a capo di un’impresa artigiana”)5
La BGA è nata nel 1996 come agenzia regionale a carattere sperimentale, operante nello Stato del Baden-Württemberg. Il
buon risultato conseguito ha indotto il governo federale ad ampliare l’iniziativa a livello nazionale. L’agenzia è supportata da tre
Ministeri federali: il Ministero federale per l'Istruzione e Ricerca, il Ministero federale della Famiglia, Anziani, Donne e Giovani
ed il Ministero federale dell'Economia e Tecnologia.
Dal 2004, l’Agenzia per gli start-up e l’imprenditoria femminili è dunque un soggetto pubblico di carattere nazionale, che opera
anche a carattere regionale e locale, nel rispetto delle politiche dei singoli Länder.
L’Agenzia, la cui struttura estremamente snella è composta da uno staff permanente di 6 persone, oltre al personale
impegnato sui progetti, collabora, a livello regionale, con numerosi attori pubblici e privati (al momento attuale: oltre 1.900): lo
sviluppo di sempre nuove collaborazioni è uno degli obiettivi sui quali si misura l’attività della BGA, tra i cui compiti c’è quello di
coordinare, promuovere e rendere visibile a livello nazionale le attività di enti ed organizzazioni che supportano a livello locale
l’imprenditoria femminile.
In fase di avvio e consolidamento delle attività, tra il 2004 ed il 2010, alla BGA sono stati destinati fondi, messi a disposizione
dai Ministeri federali e, per un terzo, dal FSE, per un totale di 4,4 miliardi di euro (circa 600.000 euro all’anno). Attualmente,
l’Agenzia si finanzia attraverso un sistema di finanziamenti “a progetto”, su iniziative e tematiche da sviluppare in
collaborazione e col sostegno dei Länder. Il sistema tedesco prevede infatti che gli Stati federati non possano finanziare
direttamente Enti nazionali, ma singoli progetti: questa forma di finanziamento ha tra l’altro il vantaggio di mantenere alta
l’attenzione dell’Agenzia sulle tematiche di attualità.
La struttura dell’Agenzia contempla una sede centrale a Stoccarda, dei cui costi si è fatta carico l’amministrazione dello Stato
del Baden-Württemberg, e delle rappresentanze regionali negli altri Länder, che per il momento si limitano al coordinamento
degli attori regionali che collaborano con la BGA. L’obiettivo a lungo termine dell’Agenzia, entro i prossimi dieci anni, è la
4
Sito web Gruppo Lapp: http://www.lappgroup.com/
5
Per approfondimenti sul progetto: http://www.gruendung-bw.de/SpezielleZielgruppen/GruenderinnenundUnternehmerinnen/Seiten/ChefinimHandwerk.aspx
3
creazione di sedi a livello regionale, che siano in grado di offrire assistenza alle donne, in maniera più rispondente alle
esigenze locali ed alle politiche dei singoli Stati federati.
La decisione di creare una Agenzia specificamente dedicata allo sviluppo dell’imprenditoria femminile, attraverso l’offerta di
servizi reali e non di carattere finanziario, si fonda sulla constatazione che il modo di fare impresa non è lo stesso per donne
ed uomini. Tra le principali differenze di genere riscontrate con riferimento all’avvio di attività autonoma:
 una minore propensione all’imprenditorialità (il rapporto tra donne e uomini, per l’avvio di impresa, è di uno a tre);
 l’età (per le donne: l’età media che nel 2004 era intorno ai 40-45 anni, si è ora spostata intorno ai 35-40 anni, mentre
per gli uomini è intorno ai 30–35 anni. Da segnalare la tendenza crescente, per quanto riguarda le giovani donne, a
mettersi in proprio appena finiti gli studi);
 le motivazioni alla base della decisione di mettersi in proprio (spesso si tratta di raggiungere un miglior equilibrio
vita–lavoro, o di realizzare le proprie idee ed ottenere maggiore autonomia decisionale. Meno importante la
possibilità di un maggior guadagno rispetto alla attività dipendente);
 il capitale investito (di dimensioni più modeste rispetto agli uomini, e quasi mai finanziato attraverso prestiti);
 le dimensioni del business (le imprese femminili hanno di solito la metà dei dipendenti rispetto a quelle maschili);
 i settori di attività (il 90% delle donne sceglie il settore dei servizi, seguito dal settore edile).
Inoltre, sono diversi gli elementi esterni che ostacolano l’avvio d’impresa: nel caso delle donne, il principale ostacolo è
rappresentato dalla mancanza di servizi di accoglienza per i minori.
Da notare come, sulla base di uno studio condotto per conto della KFW (la Banca che fornisce finanziamenti per l’imprenditoria
e l’avvio di attività autonoma) su un campione rappresentativo di imprese e con specifico riferimento al periodo dall’inizio della
crisi (2008-2011), le imprese femminili, benché di dimensioni più piccole, abbiano dimostrato di essere quelle che resistono
maggiormente alla crisi.
Una peculiarità del mercato del lavoro tedesco è data dalla possibilità di avviare un’attività autonoma “secondaria”, aggiuntiva
rispetto al lavoro dipendente (e non necessariamente correlata a quest’ultima, spesso si tratta di attività di hobbies), svolto in
part-time. Questa commistione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo è sempre più diffusa in Germania, in parallelo o no, e
riguarda tanto le donne quanto gli uomini. Questa opzione è favorita da due dati di sistema:
 nell’ambito del sistema scolastico/formativo, la possibilità di partecipare a più di una formazione professionale;
 la struttura della previdenza, che si costruisce a partire dall’attività principale ed è cumulabile.
Le aree di intervento dell’Agenzia sono molto ampie, così come il target di destinazione. Essa infatti si rivolge a due diverse
tipologie di destinatari: da un lato, le donne interessate ad avviare e/o sviluppare una attività autonoma, dall’altro, i cd.
“moltiplicatori”6 (Università, Scuole, Enti di formazione, Banche, ecc.) e gli attori politici, verso i quali la BGA attua
principalmente campagne di sensibilizzazione.
Inoltre, come Agenzia nazionale e centro di competenza per l’imprenditoria femminile, l’organizzazione è coinvolta sia nella
definizione delle politiche da parte dei Ministeri che nella messa in pratica delle politiche stesse.
Le attività dirette alle donne che desiderano avviare/sviluppare un’attività autonoma, possono essere riportate ad alcuni grandi
ambiti:
 Attività di informazione e sensibilizzazione;
 Servizi di consulenza e mentoring;
 Networking;
I servizi offerti sono illustrati e accessibili attraverso il portale dell’Agenzia.
Attività di informazione e sensibilizzazione
Nell’ambito delle attività d’informazione e sensibilizzazione svolte dall’Agenzia, troviamo:
 prima informazione e orientamento per le donne che intendono avviare un’attività autonoma, a partire da un percorso
gratuito on line, disponibile sul portale BGA, che affronta tutti gli elementi da considerare quando ci si mette in
proprio;
 attività informative, sia a titolo gratuito che oneroso, svolte attraverso workshop, conferenze, seminari, convegni ecc.
(vedi Box 1) organizzate e gestite direttamente dalla BGA, oppure dai partner che collaborano con l’Agenzia. Il
calendario aggiornato di queste attività è disponibile sul portale dell’Agenzia;
6 Il termine “moltiplicatore” viene qui utilizzato per indicare un persona o ente che ha la funzione di diffondere ad altri gli effetti di un'operazione: in questo caso,
delle attività svolte dalla BGA a favore dell’imprenditorialità femminile.
4


creazione e pubblicazione, sia in formato cartaceo che scaricabile dal portale, di opuscoli tematici, studiati per le
esigenze specifiche delle potenziali imprenditrici, ma diretti altresì ai “moltiplicatori”;
creazione e pubblicazione di “ritratti di donne di successo”, da utilizzare come modelli per mostrare quanto ampie
possono essere le possibilità che si offrono alle donne che intendono mettersi in proprio.
Servizi di consulenza e mentoring
I servizi di consulenza abbracciano tutte le informazioni sui passi da compiere e i riferimenti di interesse per chi intende avviare
una propria attività, particolarmente utili per l’utente che deve orientarsi tra le competenze federali e quelle dei singoli Lander.
L’Agenzia offre:
 un numero verde, cui possono rivolgersi sia le interessate all’avvio di una attività autonoma che le organizzazioni;
 i riferimenti di oltre 500 enti/uffici che intervengono prima dell’avvio di impresa, raggruppati per Regione e con
l’indicazione delle competenze specifiche di ciascuno di essi, ed inoltre i riferimenti di circa 1.200 esperti che si
occupano dell’impresa in fase di avvio, raccolti in un database accessibile on line. Anche le consulenze e i
programmi di coaching e mentoring offerte da tali enti ed esperti possono essere sia a titolo gratuito che oneroso.
Attività di networking
Un ulteriore settore di attività dell’Agenzia consiste nella promozione e nella diffusione di reti tra imprenditrici, utile sia ad
avviare cooperazioni, che ad entrare in contatto con altre utenti per scambi e confronti. Le donne che si rivolgono alla BGA
hanno accesso a 340 network specializzati a livello nazionale, alcuni operanti su base volontaria, altri collegati ad associazioni
e organizzazioni operanti in maniera strutturata.
La BGA opera inoltre come “think-tank” (gruppo di esperti) al fine di identificare e mettere in evidenza mercati nuovi oppure
settori in crescita, verso i quali orientare gli start-up femminili, come ad esempio l’industria creativa, il settore sanitario e
dell’assistenza agli anziani, talora cercando anche di superare la resistenza femminile verso settori con forte potenziale, ma
tradizionalmente percepiti come “maschili”. Un esempio tra tutti: il settore dell’artigianato7 (vedi Box 2).
L’agenzia nazionale non si occupa direttamente dell’aspetto dei finanziamenti per l’avvio di attività autonome. A livello federale
la Banca KFW fornisce finanziamenti per l’imprenditoria e le attività in proprio, ed inoltre all’interno di ciascun Land esistono
istituti di credito che forniscono prestiti a livello locale. La garanzia per i prestiti viene in tutti i casi assunta all’80% dalla Banca
federale KFW. Il sistema tedesco di concessione dei finanziamenti prevede il “principio della banca domestica”, in base al
quale, per la concessione di un finanziamento, si richiede a monte l’approvazione da parte della banca presso cui il richiedente
ha il proprio conto corrente, la quale si trova nella posizione migliore per valutare eventuali rischi. Solo dopo la concessione di
tale approvazione, la domanda di finanziamento torna all’Istituto di credito, regionale o nazionale, che deve erogare il prestito.
E’ prevista la possibilità di erogazione di prestiti a tasso agevolato8.
Il termine “Artigianato”, in Germania, identifica una tipologia di mestiere, per il quale esistono appositi albi di mestiere o di settore. La tipologia di attività si
distingue dalle altre perché il suo esercizio richiede una formazione specifica in apprendistato, mentre il termine non ha alcun collegamento con le dimensioni
dell’azienda ed il numero dei dipendenti.
7
La KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau, o Istituto di credito per la ricostruzione), con sede a Francoforte, è una banca di sviluppo pubblica, nata nel 1948
per amministrare i fondi del Piano Marshall. Essa è posseduta all’80% dalla Repubblica federale e per il 20% dai 16 Länder. La KFW svolge molte attività
legate al finanziamento del settore pubblico, e si occupa altresì del finanziamento delle piccole e medie imprese. Dal punto di vista legislativo l’istituto è
disciplinato dalla "Legge sulla KfW" ed è soggetto alla supervisione congiunta del Ministero Federale Tedesco delle Finanze e del Ministero Federale Tedesco
dell’Economia e della Tecnologia. La KFW si articola in 3 principali business unit, relative ai seguenti settori di intervento:
- Abitazioni ed ambiente di cui si occupa la KFW Förderbank, la maggiore delle business unit, particolarmente attiva nella promozione di abitazioni a basso
consumo energetico e, per quanto riguarda la tutela dell'ambiente, nella promozione delle energie rinnovabili ed in particolar modo il fotovoltaico.
- Piccole e medie imprese, affidate alla seconda business unit del gruppo (KFW Mittelstandsbank), la quale fornisce prestiti e capitale in partecipazione alle
PMI.
- Aiuto allo sviluppo. L’unità KFW Entwicklungsbank fornisce finanziamenti a governi, imprese pubbliche e banche commerciali impegnate nel microcredito e
nella promozione delle PMI nei paesi in via di sviluppo.
8
L’Istituto ha diverse filiali e controllate, le principali delle quali sono:
- la Banca IPEX, giuridicamente e finanziariamente indipendente dal 2008, attiva in project finance e corporate finance con riferimento alle esportazioni
tedesche o europee. Essa promuove anche gli investimenti esteri in Germania. A differenza del gruppo bancario KFW, La IPEX Bank è in diretta concorrenza
con le banche commerciali.
- la Deutsche Investitions - und Entwicklungsgesellschaft (DEG o Corporazione tedesca di investimento e sviluppo), la quale assume partecipazioni di
minoranza e fornisce prestiti a imprese private che investono nei paesi in via di sviluppo.
Per approfondimenti: www.kfw.de
5
Per quanto riguarda il microcredito, nel gennaio 2010 il Ministero federale del Lavoro e degli Affari Sociali, ha istituito, con fondi
propri (40%) e FSE (60%), la "Mikrokreditfonds Deutschland" per migliorare l'accesso al capitale per start-up e micro imprese,
dal momento che in Germania le Banche commerciali non concedono prestiti al di sotto dei 25.000 euro. L'obiettivo del
Mikrokreditfonds Deutschland, la cui implementazione è stata affidata alla Banca etica GLS, è la creazione di una rete
nazionale di Istituti di Microfinanza attraverso i quali erogare microcredito sul territorio federale. Il fondo delibera sulle domande
presentate. Il credito viene poi concesso dagli Istituti di Microfinanza, i quali operano come consulenti nei confronti di chi
presenta la domanda di finanziamento, per consentire loro un accesso rapido e poco difficoltoso al capitale. Circa il 40% del
portafoglio attuale riguarda imprenditori con un background migratorio. Una particolare attenzione riceve la richiesta di
finanziamento da parte di donne9.
Le attività dell’Agenzia sono difficilmente misurabili sulla base di obiettivi quantitativi: in particolare, è difficile valutare quante
nuove imprese femminili siano state avviate grazie alla assistenza della BGA, attribuendo all’intervento di informazione,
consulenza, formazione o altro l’intero merito di uno start up, che è influenzato da molteplici fattori.
Fin dalla sua creazione, gli obiettivi sui quali viene misurata la performance dell’Agenzia sono pertanto di tipo qualitativo, e
sono correlati alla creazione ed al consolidamento di una expertise che faccia dell’organizzazione il maggiore esperto a livello
nazionale in materia di imprenditoria femminile, ed il punto unico di riferimento sul tema, non solo per le potenziali imprenditrici,
ma anche per il mondo politico, per l’economica e la cultura (“one stop shop”).
I risultati misurabili ottenuti dalla BGA possono essere ricondotti al numero di visite del loro sito web, al numero dei contatti
telefonici ricevuti dal numero verde, le sedute di orientamento, gli eventi organizzati, il numero di pubblicazioni tematiche
prodotte, la partecipazione alle reti, il numero di esperti e agenzie di consulenza inseriti nel loro database, ecc.
Box 1
Le “giornate nazionali” BGA
Tra gli strumenti utilizzati dall’Agenzia per le proprie attività di informazione e sensibilizzazione, nei confronti del target donne, ma anche
dell’opinione pubblica, vanno citate, per la vastità del pubblico che riescono a raggiungere, le “giornate nazionali” su singoli temi poco trattati
nei media. Le “giornate nazionali” vengono svolte in tutta la Germania, con la collaborazione di stakeholder e moltiplicatori e sono eventi
molto mediatici: al fine di avere una ripercussione nei mezzi di comunicazione nel corso di questi eventi vengono diffuse degli “articoli” già
pronti per la pubblicazione, che i media nazionali e regionali possono riprendere senza necessità di rielaborazioni, per la presentazione della
tematica ai propri utenti. Ad esempio, nella giornata del 13 giugno 2013 è stato affrontato il tema della successione d’impresa, ossia la presa
in carico, da parte delle donne, di imprese già avviate/consolidate (il 10% delle donne che si mettono in proprio rileva imprese già esistenti). Il
tema della successione imprenditoriale è abbastanza sentito in Germania, dove si teme la perdita di business di successo a fronte del ritiro
dal lavoro di imprenditori anziani, che non abbiano discendenti cui affidare la continuità aziendale.
Box 2
Il Progetto a favore di una maggiore presenza delle donne nel settore dell’artigianato ("Meine Zukunft: Chefin im Handwerk")
All’interno di una iniziativa promossa dal Governo federale per incrementare la percentuale di donne in posizione dirigenziale, alla BGA è
stato affidato un progetto destinato a promuovere la presenza femminile in posizioni apicali del settore dell’artigianato, colonna portante
dell’economia tedesca, nel quale le donne sono fortemente sottorappresentate.
A tal fine, l’Agenzia è impegnata in una campagna di comunicazione che prevede la presentazione e diffusione dei profili professionali di sei
donne che hanno avuto successo in mestieri artigianali considerati prettamente maschili, nel corso di una mostra itinerante, interattiva e
multimediale, realizzata con la collaborazione delle Camere di Commercio ed il coinvolgimento delle scuole.
Il tipo di comunicazione utilizzata mira a proporre un’alternativa alle giovani donne che devono scegliere il settore di attività in cui impegnarsi,
ed a scardinare i ruoli classici: i ritratti presentati vogliono non solo trasmettere il concetto che i mestieri sono cambiati, grazie alle tecnologie,
ma anche che l’alta qualificazione delle donne prese a modello le rende adatte al ruolo di dirigenti e ad occupare posizioni di alto livello nelle
strutture. I ritratti raccontano in maniera realistica le storie di successo, senza nascondere gli aspetti critici e le difficoltà che questi sei
“modelli” si sono trovati ad affrontare per raggiungere i propri obiettivi.
9
Per approfondimenti su Mikrokreditfonds Deutschland: http://www.mikrokreditfonds.de/en/objective.html
6
2. L’Agenzia per l’Impiego di Stoccarda (Agentur für Arbeit)
Referenti:
Alfred Szorg, Responsabile Agenzia per l’impiego di Stoccarda
Patrizia Worbs, Rappresentante pari opportunità nel mercato del lavoro
Simone Kocher, Referente per le professioni legali e nel settore del design (team universitario)
Il secondo incontro programmato nel corso della visita ci ha portato ad approfondire programmi e strumenti a supporto
dell’imprenditorialità implementati dal Servizio pubblico per l’impiego (Bundesagentur für Arbeit).
Le attività fondamentali svolte dal Servizio per l’impiego fanno capo a tre settori: orientamento al lavoro; incrocio
domanda/offerta; compiti amministrativi. Ciascun referente del Centro segue in media 270 utenti, con un livello di
specializzazione per settore produttivo estremamente elevata. Prevista a tutti i livelli dell’organizzazione dei SPI, (nazionale,
regionale, comunale), così come avviene per le imprese, la figura del responsabile delle Pari Opportunità garantisce il rispetto
del principio di non discriminazione nei confronti delle donne nell’erogazione del servizio.
In Germania non esiste una legge federale specifica che preveda incentivi per l’imprenditoria femminile. Il Servizio pubblico per
l’impiego, i cui programmi sono definiti per legge, non contempla misure di sostegno all’avvio ed allo sviluppo di lavoro
autonomo specificamente dedicate alle donne: programmi e strumenti a supporto dell’imprenditorialità sono quindi diretti ai
disoccupati, senza distinzione di genere.
Va premesso che l’area di Stoccarda ha un tasso di disoccupazione pari al 5% (“gabbia dorata”) e, per quanto riguarda la
disoccupazione femminile, al 5,2%: la percentuale di donne sul totale disoccupati è del 45,3%, mentre il 25% è rappresentato
da giovani sotto i 25 anni. Uno dei principali impegni del Servizio per l’impiego consiste nel reclutamento di forza lavoro
giovane dall’estero. La Regione ha un tessuto imprenditoriale composto principalmente di PMI: gli organismi che si interessano
di occupazione si trovano ad affrontare il problema della successione imprenditoriale. Lo stesso Centro per l’impiego,
attraverso la propria rete, cerca di individuare persone disponibili a rilevare le imprese, i cui proprietari vanno in pensione. La
propensione ad avviare un lavoro autonomo, che si accentua in periodi di crisi, risulta alquanto bassa in questa area.
A livello di servizi diretti a chi desidera mettersi in proprio, il Centro per l’impiego:
 fornisce orientamento, informazione e consigli;
 produce opuscoli scaricabili anche dal web, sulla cui copertina alternano figure femminili e maschili, in omaggio
alle pari opportunità;
 organizza corsi di formazione per i disoccupati che intendono avviare una attività autonoma;
 mantiene un database on line aggiornato con i posti vacanti disponibili (borsa lavoro), che si estende anche alle
offerte di collaborazione ed alle opportunità di rilevare imprese;
 mette a disposizione dell’utenza un ulteriore database on line dedicato alla formazione e all’aggiornamento
professionale, in cui vengono inseriti anche i corsi destinati a chi intende avviare una attività autonoma, sia che
siano organizzati dal servizio per l’impiego, sia che siano offerti da organizzazioni esterne.
Le misure previste dal Centro per l’impiego consistono in:
 misure di formazione e aggiornamento, oltre a programmi di accompagnamento (coaching) spesso utilizzati da
donne che rientrano al lavoro dopo un periodo di inoccupazione oppure intenzionate a cambiare attività,
eventualmente anche mettendosi in proprio. Parte dell’attività formativa e di accompagnamento è organizzata
direttamente dai Servizi per l’impiego: negli altri casi, il centro eroga all’utente un voucher per poter seguire la
formazione organizzata da Enti esterni o farsi assistere da consulenti esterni. I servizi di accompagnamento sono
diretti a valutare le caratteristiche della persona interessata ed assisterla nella definizione degli obiettivi e del
percorso da seguire per la loro realizzazione;

contributi all’avvio di un’attività autonoma, a fondo perduto, garantiti dai servizi per l’impiego ai disoccupati che
intendono in tal modo uscire dalla disoccupazione. Nel caso delle donne, l’avvio di un’attività in proprio offre anche il
valore aggiunto di una migliore conciliazione lavoro – famiglia. Gli incentivi a tal fine erogati dai Servizi pubblici per
7
l’impiego a favore dei disoccupati sono finanziati unicamente attraverso i contributi versati dalle imprese e dai
lavoratori10.
Il contributo, applicabile sia agli uomini che alle donne, si ottiene attraverso una domanda da presentare al Centro
per l’Impiego. La concessione del contributo a fondo perduto richiede una valutazione preventiva da parte della
Bundesagentur, effettuata attraverso più colloqui, in cui vengono approfonditi le motivazioni, le competenze
individuali, nonché gli aspetti legali: il numero dei colloqui varia in funzione della complessità dell’attività da avviare,
nonché dell’ammontare del contributo richiesto. L’attività per cui si richiede la sovvenzione deve avere carattere di
attività principale e non deve essere un’occupazione per la quale c’è molta richiesta a livello di lavoro dipendente. La
richiesta di sovvenzione, indipendentemente dall’ammontare, prevede la presentazione di un business plan, per la
definizione del quale il richiedente può ottenere l’assistenza di un esperto. Il business plan deve poi essere
approvato da un commercialista, dalle Camere di Commercio oppure da un ordine professionale: i Servizi pubblici
per l’impiego non posseggono le competenze adatte a formulare una valutazione di merito.
Con riferimento agli incentivi all’avvio di una attività in proprio, si distinguono due fasi (vedi schema sottostante):
 in una prima fase, della durata di sei mesi, il neoimprenditore la cui richiesta di incentivo sia stata approvata,
riceve il sussidio di disoccupazione (corrispondente di solito al 60% dell’ultimo stipendio) oltre a 300 €/mese a
copertura degli oneri sociali11. Tale contributo è riservato a chi ha almeno dodici mesi di contributi versati, ed ha
quindi diritto al sussidio di disoccupazione. Per quanto riguarda il controllo sull’utilizzo dei contributi, la prima
fase di sei mesi non prevede accertamenti particolari;
 la seconda fase scatta una volta trascorsi i primi sei mesi, laddove l’interessato richieda la proroga del
contributo per gli oneri sociali (300 €/mese) per ulteriori nove mesi. La richiesta può essere presentata a patto
che l’impresa fatturi almeno 1.000 € mensili, da chi si è messo in proprio entro sei mesi dall’inizio del periodo di
disoccupazione. Alla richiesta di proroga degli incentivi, scattano i controlli: il richiedente deve infatti presentare
un certificato rilasciato dall’Agenzia delle entrate che attesti l’avvio di impresa, avvenuto nel corso dei primi sei
mesi, ed il fatto che si tratta dell’attività principale.
Nel 2012, il 39,4% degli incentivi concessi sono andati a donne.

Misure di accompagnamento a favore di persone che si sono messe in proprio. Il Centro per l’impiego, nel caso di ex
disoccupati divenuti imprenditori, può offrire i propri servizi per la selezione del personale. Inoltre, nel caso i neo
imprenditori decidano di assumere soggetti svantaggiati (ad es. disoccupati e disoccupati di lunga durata, over 50,
ecc.), possono far richiesta di incentivi al servizio per l’impiego. Si tratta tuttavia di una opportunità poco utilizzata, in
quanto, in linea di massima, i disoccupati che si avvalgono dell’aiuto della Bundesagentur avviano microimprese o
imprese individuali, prive di personale.
L’Agenzia Nazionale per l’Impiego (BA) è un ente pubblico autonomo, soggetto alla sorveglianza del Ministero per l’Economia e il Lavoro, il quale tuttavia
non ne controlla la politica d’azione. I servizi pubblici per l’impiego sono finanziati attraverso le entrate fiscali ed i contributi versati da lavoratori ed imprese.
Per approfondimenti: www.arbeitsagentur.de
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Il sussidio per chi è disoccupato da meno di un anno ed ha versato almeno 12 mesi di contributi è di competenza della Bundesagentur für Arbeit, mentre il
sussidio di disoccupazione diretto a chi non ha mai lavorato o è disoccupato da oltre un anno riguarda i servizi sociali.
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Dal 2006 anche chi lavora in proprio ha la possibilità di sottoscrivere una assicurazione volontaria contro la
disoccupazione, versando i relativi contributi e ricevendo il sussidio di disoccupazione in caso l’impresa fallisca.
Il Centro per l’impiego partecipa ad eventi a supporto dell’imprenditorialità (ad esempio, alla rassegna di eventi dedicata alle
donne che desiderano mettersi in proprio, in cui vengono illustrati i passi da intraprendere per avviare una attività autonoma) e
collabora con altre organizzazioni che operano a favore dell’imprenditoria, tra le quali l’Agenzia nazionale per gli start-up e
l’imprenditoria femminili: entrambi sono parte del network che informa le imprenditrici e/o potenziali imprenditrici. Le due
organizzazioni si scambiano informazioni sulle manifestazioni e iniziative di reciproco interesse, e sia presso le sedi che sui
rispettivi portali sono reperibili i materiali di interesse prodotti dall’altro ente.
Con riferimento al target donne, il solo Centro per l’impiego di Stoccarda organizza annualmente una manifestazione, unica nel
suo genere, per le donne che hanno avviato un’attività autonoma negli ultimi due anni (“Da oggi sono capo di me stessa. Cosa
succederà domani”). All’evento partecipano annualmente, a titolo oneroso, 80-100 neo-lavoratrici autonome, oltre alle
organizzazioni attive nel supporto all’imprenditoria, tra cui la BGA. Nel corso della manifestazione vengono tenuti seminari che
affrontano tematiche molto varie, mirati al potenziamento delle competenze delle neo-lavoratrici autonome: come proporsi alla
potenziale clientela, come parlare in pubblico, come fare rete con altre imprenditrici ecc. L’evento rappresenta un modo per
rimanere a fianco delle neo-imprenditrici anche dopo la fase di avvio dell’attività, garantendo maggiori possibilità di
sopravvivenza all’impresa.
3. L’Associazione tedesca delle imprenditrici (VDU - Verband Deutscher Unternehmerinnen)
Referenti:
Gabriele Bartel, BARiT Kunstharz-Belagstechnik GmbH
Barbara Benz, Architare
Beate Beck-Deharde, Beck Packautomaten
L’associazione di imprenditrici tedesche è nata nel 1956 allo scopo di mettere in contatto tra loro e creare una rete di sostegno
per le donne che, nel dopoguerra, a fronte della scomparsa di molti uomini durante il secondo conflitto mondiale, si erano
trovate ad assumere la gestione delle aziende di famiglia. La Verband Deutscher Unternehmerinnen (VDU) è parte
dell’associazione internazionale FCEM – Femmes Chefs d’Entreprise Mondiales. L’associazione ha la propria sede centrale a
Berlino e 17 sedi regionali, di cui due nel Baden-Württemberg; il fatturato totale delle 1.600 imprese rappresentante,
appartenenti a tutti i settori, arriva a 85 miliardi di €, per circa 500.000 posti di lavoro. La maggior parte delle imprenditrici
associate è coinvolta nella gestione di aziende di famiglia. Per aderire all’associazione, è necessario avere almeno 3
collaboratori, ed un fatturato minimo di 250.000 €/anno. Nel limite di una quota pari al 10% l’Associazione accetta anche
l’adesione di donne dirigenti occupate presso aziende di grande rilevanza nazionale.
La sede centrale si fa portavoce degli interessi delle imprenditrici tedesche, schierandosi anche a livello politico, ed è
responsabile per la scelta delle strategie e della filosofia di lavoro dell’associazione. Attualmente, si sta fortemente
impegnando per l’introduzione di “quote rosa” in Germania, nella misura del 30%, per quanto riguarda le imprese di grandi
dimensioni, mentre un vincolo di questo tipo costituirebbe un problema notevole per le aziende più piccole e quelle di carattere
familiare12.
Una iniziativa di particolare interesse ed uno dei pilastri dell’Associazione, che questa porta avanti attraverso la Fondazione
Kate Ahlmann, consiste in un programma di mentoring rivolto a giovani imprenditrici, e condotto, a titolo gratuito e su base
volontaria, da socie senior. Il programma ha durata biennale e si svolge attraverso incontri regolari durante i quali la socia
senior prende in esame con la socia più giovane tutte le attività che fanno parte della professione imprenditoriale. Attraverso
questo programma, che mette in contatto diverse generazioni di donne imprenditrici, anche sul tema della successione di
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A differenza di quanto avviene in Italia, la Germania non ha ancora dato seguito alla proposta della Commissione, adottata il 14 novembre 2012,
sull’equilibrio di genere nei CdA delle società quotate e la stessa Cancelliera Angela Merkel si è dichiarata contraria ad una regolamentazione europea che
imponga agli Stati membri l’adozione di quote rosa. In Italia, la legge n. 120/2011 sulle quote rosa prevede che, a partire dal 12 agosto 2012, in occasione del
primo rinnovo, gli organi di amministrazione e controllo (Consigli di amministrazione e collegi sindacali) delle aziende quotate in Borsa e delle società a
partecipazione statale siano composti per almeno un quinto da donne. Dal 2015, a partire dalla scadenza degli organi, la quota dovrà essere portata ad un
terzo. Le sanzioni per il mancato rispetto di quanto previsto vanno da 100.000 ad 1.000.000 di euro.
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impresa, fortemente sentito nelle imprese di dimensioni medio-piccole, si mira a tramandare non solo le conoscenze tecniche
ma anche l’esperienza di vita.
L’associazione è sensibile al tema della conciliazione vita–lavoro: alcune delle aziende associate offrono ai propri dipendenti
orari di lavoro personalizzati sulle esigenze del lavoratore ed in particolare delle donne che rientrano al lavoro dopo la
maternità, le quali possono programmare una presenza settimanale, anche a partire da sole 10 ore. Simili iniziative risultano di
difficile gestione dal punto di vista amministrativo, e richiedono molta convinzione da parte dell’imprenditore, ma il ritorno in
termini di produttività e di soddisfazione del personale risulta molto elevato e si riflette positivamente sul rapporto con i clienti.
A livello locale, l’associazione mira a creare una rete di donne che si aiutano a vicenda, avendo la possibilità di confrontarsi su
problematiche simili. La sede regionale del Württemberg, che ha 120 membri, provenienti dai settori più vari (gioielli, edilizia,
moda, meccanica ecc.) organizza almeno una volta al mese incontri su tematiche economiche, ai quali vengono invitati in
qualità di relatori, specialisti su temi di carattere economico, ma anche su argomenti di tipo diverso, ad esempio di genere
culturale, salutistico ecc.. Gli incontri, e le feste organizzate di frequente, servono allo scopo di sviluppare una migliore
conoscenza reciproca tra le associate.
Le rappresentanti dell’Associazione fanno notare la mancanza, a differenza di quanto avviene negli USA ed in Asia, di una
associazione che rappresenti gli interessi delle imprenditrici europee, superando i limiti delle realtà nazionali.
4. Il Gruppo LAPP
Referenti:
Ursula Ida Lapp, Amministratore delegato Gruppo Lapp
Barbara Welscher, Senior director Middle East & Southern Europe
Sabine von Reckenberg, Responsabile sviluppo risorse umane
A conclusione della visita di studio, abbiamo avuto l’opportunità di visitare il gruppo Lapp, una delle più importanti aziende
familiari della Regione del Baden-Württemberg, leader mondiale nel settore delle tecnologie via cavo.
Il Gruppo Lapp è nato nel 1957 per opera di Oskar e Ursula Ida Lapp ed è andato espandendosi, prima negli Usa, quindi nel
resto d’Europa ed in Asia. Qui di seguito, alcune informazioni sulle dimensioni del gruppo.
 847 milioni di euro di fatturato 2010/2011
 3.000 dipendenti a livello mondiale (40 in Italia), distribuiti in:
 15 aziende di produzione
 41 aziende di distribuzione
 100 filiali (di cui 4 in Germania)
 Quota di mercato media intorno al 15% (variabile in relazione ai prodotti ed ai paesi)
I valori che caratterizzano il gruppo sono:
 orientamento al Cliente
 attaccamento ai valori familiari
 orientamento al successo
 orientamento all’innovazione (nuovi prodotti, nuovi mercati)
La gamma di prodotti del gruppo Lapp è rappresentata da 8 marchi di cavi di cablaggio (tra cui: cavi elettrici, a fibre ottiche, ad
onde luminose, per la trasmissione di dati ecc.), le cui molteplici applicazioni vanno dalla costruzione di macchinari
all’impiantistica infrastrutturale per la costruzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, al settore delle energie
rinnovabili, oltre che al food & beverage.
I punti di forza della produzione consistono nella elevata attenzione alla qualità dei prodotti, accuratamente testati nel centro di
collaudo interno; nelle soluzioni di cablaggio a pacchetti, pronti per l’installazione; nelle caratteristiche dei prodotti e nelle
soluzioni personalizzabili sulle esigenze del cliente; nell’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso l’utilizzo di
materiali eco-compatibili e la raccolta ed il riciclaggio degli imballaggi.
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Dal punto di vista della logistica, il gruppo Lapp, attraverso avanzati sistemi di collegamento on line tra le tutte le sedi, il
sistema di gestione dei materiali e l’organizzazione di smistamento degli ordini direttamente dalle filiali, è in grado di garantire
la consegna entro 24-48 ore dall’ordine. Da alcuni anni i clienti possono effettuare i propri ordini anche on line: al momento l’ebusiness rappresenta il 25% del totale delle operazioni commerciali.
Due aspetti critici che l’impresa evidenza consistono nella concorrenza da parte di imprese in grado di offrire a costi inferiori
prodotti di minore qualità e negli standard tecnici che differiscono da paese a paese.
Il gruppo rappresenta un esempio pionieristico di leadership femminile in un settore tecnico di dominio tipicamente “maschile”.
La co-fondatrice Ursula Ida Lapp, che, alla scomparsa del marito nel 1987, ha proseguito ed ulteriormente sviluppato il
business familiare, partecipa tuttora alla gestione dell’impresa in qualità di Amministratore delegato della Lapp Holding AG.
L’azienda si caratterizza per l’investimento nel reclutamento e nello sviluppo del personale femminile, totalmente parificato al
personale maschile anche dal punto di vista salariale, a fronte di un divario salariale di genere pari al 16% nell’Unione Europea
ed al 22% in Germania.
Con riferimento alle risorse umane del gruppo, per quanto riguarda le sedi tedesche, la presenza femminile nel management è
in media del 29%, con una percentuale del 17% a livello di top management, del 14% nell’alta dirigenza e del 45% nel
management di livello medio: si tratta di quote di tutto rispetto, se si considera il settore prettamente tecnico in cui opera
l’impresa. Attualmente, le donne dirigenti in Europa rappresentano in media il 33% del totale (il 30% in Germania ed il 31% in
Italia), ma nei settori tecnici la presenza femminile è nettamente inferiore.
Il gruppo Lapp, anche al fine di favorire una maggiore presenza femminile in azienda, adotta misure di conciliazione che vanno
dalla flessibilità oraria, alla diffusione di informazioni relative alla disponibilità di servizi di assistenza familiare e servizi per le
famiglie; alla sponsorizzazione di asili nido privati nei pressi delle sedi del gruppo (fin dal 1992 la famiglia Lapp si è adoperata
per la creazione dell’associazione Kind e.V., il cui scopo è migliorare i servizi per i genitori che lavorano, aiutandoli a conciliare
le esigenze del lavoro e quelle familiari. La Kind e.V. si occupa della custodia dei bambini per l’intera giornata, e gestisce 19
asili a Stoccarda, presso i quali i dipendenti Lapp godono di agevolazioni). L’impresa, al fine di facilitare una cultura di
maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della famiglia, favorisce i congedi di paternità.
Da notare che la Germania non prevede agevolazioni fiscali per le iniziative a favore della conciliazione messe in atto dalle
aziende. L’impresa ritiene tuttavia che l’adozione di politiche a favore della famiglia e della conciliazione vita – lavoro sia
comunque vantaggiosa per il gruppo, in termini di maggiore attrattività esercitata dall’organizzazione verso la forza lavoro.
Per l’impegno sociale a favore della conciliazione il gruppo Lapp ha ricevuto dal Ministero per la Famiglia il certificato di
impresa “family friendly” che, oltre a premiarli, li impegna a proseguire in tale direzione.
Infine, con riferimento alle iniziative rivolte ai giovani: il gruppo Lapp lavora in collegamento con le Università, anche straniere,
premiando con borse di studio le idee migliori (“piattaforma di idee”); stipula contratti di apprendistato per attività tecniche e
commerciali, il 50% dei quali riguarda giovani donne; partecipa, a fini di reclutamento, a fiere ed eventi diretti ad avvicinare gli
studenti al mondo del lavoro. Nei confronti del target femminile, la Lapp realizza specifiche campagne di informazione mirate a
incoraggiare le giovani donne ad intraprendere una carriera in un settore tecnico come il loro.
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5. Considerazioni dei partecipanti alla visita di studio in merito all’interesse e alla riproducibilità delle
esperienze
La sintetica scheda di valutazione inviata ai partecipanti al ritorno dalla visita ha consentito di evidenziare gli aspetti risultati più
interessanti e fruibili, con riferimento ai riscontri pratici che i contenuti della stessa potrebbero avere nell’ambito nell’attività
istituzionale di ciascuno.
Con riferimento all’Agenzia nazionale per gli start-up e l’imprenditoria femminili, le peculiarità dell’esperienza tedesca che
hanno maggiormente attratto l’attenzione, come elementi di ispirazione per interventi da adottare nelle rispettive realtà
regionali, ruotano intorno a:
 il modello di governance dell’Agenzia nazionale BGA, in grado di mettere in correlazione e coordinare l’azione di
stakeholder pubblici e privati a sostegno dell’imprenditorialità femminile, ed agire quale unico punto di contatto sia per le
donne interessate all’avvio di attività autonoma, sia per i referenti del mondo politico, economico, culturale, accademico
ecc. Alcuni partecipanti (tra cui rappresentanti della Puglia) ritengono che l’organizzazione e le attività della BGA
potrebbero essere fonte di ispirazione per l’adozione di un intervento analogo nella propria Regione, previo eventuale
contatto diretto con l’organizzazione tedesca, ai fini di un ulteriore approfondimento. Il rappresentante della Sicilia ha
ipotizzato la creazione di un’agenzia regionale di sviluppo sul modello della BGA, da effettuare attraverso la riconversione
di uffici periferici dislocati nelle nove province. Nelle Marche, in cui esiste già uno strumento valido di sostegno
all’imprenditorialità (“prestito d’onore regionale”), non specificamente mirato al target femminile ma utilizzato per oltre il
60% da donne, la creazione di organizzazioni ad hoc per il supporto ad un target predefinito, potrebbe senz’altro
agevolare il raggiungimento degli obiettivi prefissati nelle politiche regionali.
Viene anche evidenziato come il modello BGA possa risultare di conferma e di stimolo per azioni di governance in ambito
regionale per iniziative dirette alla promozione dell’occupazione femminile, pur non specificamente correlate al sostegno
all’imprenditorialità: anche a tal fine, si potrebbero ipotizzare futuri contatti con l’Agenzia, per ulteriori approfondimenti
(Friuli Venezia Giulia);

l’importanza di un’offerta di servizi reali di sostegno alle donne interessate all’avvio di attività autonoma, piuttosto che di
incentivi finanziari, da parte di un soggetto pubblico (Friuli Venezia Giulia, progetto Le.Fem.Me);
 lo sviluppo di un networking pubblico–privato in grado di offrire un’informazione completa sui temi legati alla
imprenditorialità femminile e sull’offerta di servizi. In particolare è ritenuto interessante il ruolo di sostegno a carattere
continuativo – non legato a progetti di durata limitata - svolto dall’Agenzia (Emilia Romagna). Si considerano inoltre
importanti e replicabili anche in tempi brevi, le modalità di valorizzazione delle informazioni e di comunicazione per la
diffusione di reti pubblico-private, mirate a far conoscere adeguatamente le opportunità disponibili e a sensibilizzare il
tessuto sociale sul tema dell’imprenditorialità femminile (Marche);
 la semplicità e l’efficacia delle modalità di promozione dell’imprenditorialità femminile/lavoro autonomo presso le giovani
donne in procinto di scegliere un proprio percorso di studi/carriera, attraverso la presentazione di biografie di imprenditrici
e di figure professionali in contrasto con gli stereotipi di genere (Marche, Puglia), modalità utilizzabile anche al fine
dell’orientamento scolastico.
Con riferimento alle attività del Servizio pubblico per l’impiego dirette alle disoccupate e disoccupati che intendono mettersi
in proprio, ha suscitato interesse:
 il meccanismo di sostegno economico a copertura degli oneri sociali (300 euro mensili), in aggiunta al sussidio di
disoccupazione, per i primi sei mesi dall’avvio di una attività autonoma. Una misura analoga, adottata in Italia,
consentirebbe alle donne che desiderano avviare un lavoro autonomo, al fine di rientrare al lavoro o anche far emergere
attività svolte “in nero”, di superare l’ostacolo della contribuzione fissa Inps (Emilia Romagna).
Dell’Associazione tedesca delle imprenditrici (VDU), apprezzata per la consapevolezza del proprio ruolo economico e
sociale, l’attenzione dei partecipanti si è focalizzata in particolare:
 sull’impegno dei membri dell’associazione nel far crescere le nuove generazioni di imprenditrici, che ha trovato una
concreta realizzazione nel programma di mentoring condotto su base volontaria dalle imprenditrici senior
dell’associazione (Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia).
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Per quanto concerne il Gruppo Lapp:
 è stato auspicato un approfondimento sul ruolo che un’impresa di rilievo e tecnologicamente avanzata può esercitare
nell’ambito dell’orientamento scolastico, per influenzare la scelta da parte delle studentesse di materie scientifiche
all’Università; sul possibile “effetto di imitazione” da parte di altre imprese del territorio, dell’impegno sociale in tema di
conciliazione in termini di dimensione degli interventi delle aziende a copertura dei fabbisogni individuali di conciliazione
(Emilia Romagna);

viene evidenziato un particolare interesse nei confronti delle soluzioni organizzative adottate (dal gruppo Lapp, ma anche
nell’ambito di alcune delle imprese associate alla VDU) al fine di facilitare la conciliazione, che potrebbero essere
ulteriormente analizzate, al fin dell’adozione di misure similari in Italia (Marche).
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ALLEGATO 1
Progetto PON-FSE “Supporto alla Transnazionalità’”
Programma attività transnazionale in tema di
politiche di sostegno all’imprenditorialità femminile
Visita di studio a Stoccarda – 15 e 16 Maggio 2013
Composizione delegazione
Nominativo
Titolo
Organizzazione di appartenenza
Silvia Guarriello
Staff Internazionale
Italia Lavoro S.p.A.
Laura De Angelis
Staff Internazionale
Italia Lavoro S.p.A.
Lucia Ferian
Staff Internazionale
Italia Lavoro S.p.A.
Simona Piacentini
Progetto Le.Fem.Me. (Lavoro Femminile nel Mezzogiorno)
Italia Lavoro S.p.A.
Monica Buonanno
Unità Territoriale Campania
Italia Lavoro S.p.A.
Rosa Amorevole
Consigliera di parità regionale
Regione Emilia Romagna
Franca Parpaiola
Referente per le Pari Opportunità e la Conciliazione tempi
di vita tempi di lavoro
Regione Friuli Venezia Giulia
Fabio Montanini
Dirigente P.F. Servizi per l’Impiego, Mercato del lavoro,
Crisi occupazionali e produttive
Regione Marche
Simona Pasqualini
Funzionaria P.F. Servizi per l’Impiego, Mercato del lavoro,
Crisi occupazionali e produttive
Regione Marche
Vincenzo Rossi
Direttore Servizio Politiche per l’Occupazione
Regione Molise
Federico Gerbaudi
Funzionario Settore Promozione e Sviluppo della
Imprenditorialità, della Cooperazione e delle P.O. per tutti
Regione Piemonte
Tiziana Corti
Funzionaria Unità referente Pari Opportunità
Regione Puglia
Cristina Sunna
Assistenza tecnica Programma Operativo FESR 2007/2013
Regione Puglia
Francesco Petralia
Funzionario Assessorato Regionale delle Risorse Agricole
e Alimentari
Regione Sicilia
Soledad Ugolinelli
Interprete
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Progetto PON-FSE “Supporto alla Transnazionalità’”
Attività transnazionale in tema di
politiche di sostegno all’imprenditorialità femminile
Visita di studio a Stoccarda – 15 e 16 Maggio 2013
Elenco dei materiali distribuiti in preparazione della visita di studio, a cura di Italia Lavoro
 Indice guidato della documentazione internazionale ed italiana
 ESF AGE - “National Agency for Women Start-ups and Entrepreneurs: A Programme from
Germany” (traduzione non ufficiale dall’inglese all’italiano)
 Il sostegno all’imprenditoria femminile in Italia – Cenni
 Ricognizione esperienze europee di promozione dell’imprenditoria femminile
(dal documento “Confronto sistematico relativo a strategie, modelli, metodologie e strumenti
attraverso il benchmarking a livello internazionale sulle priorità delle politiche del lavoro”)
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Report del seminario