Attività fisica e salute Prove di efficacia dell’attività fisica: analisi della letteratura Verona, 19 febbraio 2010 Susanna Morgante Sintesi degli effetti dell’attività fisica sullo stato di salute Riduzione della mortalità e protezione verso: le patologie cardiovascolari e l’ictus cerebri le dislipidemie, l’obesità, l’ipertensione la comparsa del diabete e le sue complicanze l’osteoporosi il decadimento mentale e la depressione alcuni tumori (colon, mammella, endometrio) la disabilità la disfunzione erettile Changes in phys. fitness and all cause mortality Blair et al. JAMA 1995;273:1093 Mortalità totale Mortalità cardiovascolare “Never fit” 122 65 “From unfit to fit” 68 31 “Always fit” 40 14 Studio prospettico su 9.777 persone. Follow up medio: tra le due misurazioni della fitness 4.9 anni; tra la seconda misurazione e la verifica dello stato in vita 5.1 anni. La mortalità è espressa in numero di morti/10.000 persone-anno AF e mortalità Retired Persons Diet and Health Study (Arch Intern Med 2007): riduzione del 27% in chi praticava almeno 30’ di AF moderata 4/7 Studio di Manini con misurazione oggettiva dell’AF (JAMA 2006): riduzione del 30% in chi aumentava l’AF di circa 300 kcal/die Studio sugli ex studenti di Harvard (NEJM 1993): nel follow up di 11-15 anni chi aumentava l’AF di 1250 kcal/sett aveva riduzione del 24% della mortalità rispetto a quelli che non variavano l’AF e del 43% rispetto a quelli che la diminuivano La prevenzione delle coronaropatie Domanda: l’attività fisica riduce il rischio di incidenti cardiovascolari nella popolazione asintomatica? Risposta: la pratica di attività fisica riduce il rischio di incidenti cardiaci mortali e non. Nella popolazione fisicamente attiva - che pratica attività fisica moderata tutti i giorni o quasi - si evidenzia una riduzione del 30-50% del rischio relativo di malattie coronariche rispetto alla popolazione sedentaria, a parità di altri fattori di rischio. (Clinical Evidence Vol.4° pag.54 ) Walking compared with vigorous exercise for the prevention of cardiovascular events in women Manson JAE, N Engl J Med 2002;347:716 Lo studio, su 73.743 donne di 50-79 anni, confronta l’influenza dell’esercizio fisico intenso, del cammino e delle attività sedentarie sulla comparsa di eventi cardiovascolari (followup medio di 3.2 anni e fino a un massimo di 5.9 anni). Risultati: l’aumento del punteggio per l’attività fisica presentava una forte associazione inversa col rischio di eventi coronarici e cardiovascolari totali (rischio relativo per eventi coronarici 1.00, 0.73, 0.69, 0.68, 0.47). La riduzione del rischio è risultata simile per il cammino e l’es. fisico intenso; anche un passo rapido (3-7 km/ora) è risultato predittore di un rischio più basso. Bicicletta e cardiopatie Copenhagen Heart Study - Arch Int Med 2000;160:1621 Studio su 13.000 donne e 17.000 uomini tra i 20 e i 93 anni Andare in bicicletta ha una forte funzione protettiva sulle cardiopatie e riduce la mortalità globale Anche dopo aver controllato gli altri fattori di rischio, compresa l’attività fisica nel tempo libero, i soggetti che andavano al lavoro in bicicletta avevano un tasso di mortalità più basso del 40% circa rispetto agli altri Riduzione dell’incidenza del diabete di tipo 2 con intervento sullo stile di vita o metformina 3.234 persone con intolleranza al glucosio, suddivise in 3 gruppi trattati con: placebo metformina modifica degli stili di vita (alimentazione, attività fisica) Sono divenuti diabetici l’11.0 % dei soggetti trattati con placebo, il 7,8 % dei trattati con metformina e il 4,8% dei soggetti sottoposti a intervento sugli stili di vita. L’incidenza è stata ridotta del 58% attraverso la modifica degli stili di vita contro il 31% ottenuto dalla metformina. Riduzione del diabete mediante stile di vita o metformina – 10 anni dopo http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(09)61457-4/abstract A distanza di 10 anni dallo studio precedente gli autori hanno indagato se l’effetto osservato dell’intervento persiste anche a lungo termine. • 910 soggetti facevano parte del gruppo inizialmente assegnato all’intervento sullo stile di vita, 924 a quello con metformina e 932 a quello con placebo. • a tutti è stato offerto un intervento sullo stile di vita RISULTATI: • L’incidenza del diabete a dieci anni di distanza si è ridotta del 34% nel gruppo con intervento sullo stile di vita e del 18% in quello trattato con metformina. L’incidenza cumulativa del diabete ha quindi continuato ad essere più bassa nel gruppo che ha seguito fin dall’inizio un programma di intervento sullo stile di vita. Fat or fit: what’s more important? Hainer V et al. Diabetes Care. 2009 Nov;32 Suppl 2:S392-7 L’obesità si associa con una maggior morbilità e mortalità rispetto ai soggetti normopeso. Anche l’incremento dell’AF e/o della fitness cardiorespiratoria (CRF) riduce la mortalità e la morbilità per CVD, patologia metabolica e alcuni tumori Alcuni studi hanno evidenziato un maggior impatto sulla mortalità e morbilità di AF e CRF rispetto a quello dell’obesità Gli effetti dell’AF sono in parte indipendenti dalle modifiche del calo ponderale. Quindi soggetti obesi che non possano o non vogliano perdere peso possono trarre notevole giovamento dai programmi di promozione dell’attività fisica I due fattori (AF e peso corporeo) comunque interagiscono e nel singolo individuo non è semplice distinguere l’impatto di ciascuno dei due Childhood Obesity and Premature Death Paul Franks et al. NEJM 2010;362:485 Gli autori hanno studiato 4857 bambini non diabetici (etnia indiani d’America, età media 11 anni) nati tra il 1945 e il 1984 Si sono verificati 166 casi di morte da cause endogene durante un follow-up mediano di 24 anni La mortalità nel quartile con più alto BMI era più del doppio rispetto al quartile più basso (IC 95% 1.46 - 3.62). Per quanto riguarda l’intolleranza al glucosio la mortalità nel quartile più alto era del 73% maggiore rispetto ai bambini del quartile più basso (IC 95% 1.09 - 2.74). Obesità e intolleranza al glucosio sono risultati associati con un maggior tasso di morte prematura mentre l’ipercolesterolemia non è risultata un predittore importante di morte prematura. Riduzione media della pressione sistolica (mmHg) NB: nei soggetti ipertesi sconsigliare l’esercizio isometrico ed altre attività (sollevare grossi pesi, spingere un’auto, spostare un mobile) che possono innalzare troppo la PA drante lo sforzo Calo di peso ogni 10 kg persi Dieta corretta* Riduzione sodio Att. Fisica =/> 30’ x 4 Riduzione consumo di alcolici 5-20 8-14 2-8 4-9 2-4 totale 21-55 * > frutta e verdura, < grassi animali VII Report of the Joint National Committee on prevention, detection, evaluation and treatment of high blood pressure - dicembre 2003 Effetti dell’AF sui lipidi principali metanalisi Aumento dell’HDL colesterolo Riduzione LDL colesterolo Riduzione colesterolo totale Riduzione TG Gli effetti sono influenzati da: Sesso – riduzione LDL solo nelle donne in post menopausa? Etnia Altri fattori genetici, che spiegano l’ampia variabilità individuale nella risposta dei lipidi plasmatici all’AF Med Sci Sport Exerc 1983;15:393 Eur J Clin Nutr 1999;53:514 J Mens Health Gend. 2006; 3: 61 Arch Intern Med 2007;167:999 L’attività fisica è un potente mezzo di prevenzione dei tumori: forte evidenza per il cancro di: • della mammella • del colon • dell’endometrio casi totali evitabili per anno in Italia: media evidenza per il cancro di: • della prostata • del polmone incidenza 35.866/ 105.644 scarsa evidenza per il cancro di: • del pancreas • del testicolo • rene • tiroide mortalità 12.870/ 37.326 (IARC GLOBOCAN 2002) Effetti preventivi dell’attività fisica nei confronti dei tumori - Dialogo sui farmaci n. 2, 2008 Tumore Prevenzione primaria Prevenzione secondaria mammella Riduzione RR 15-20% (6% per Riduzione RA 4% a 5 anni, 6% a ogni ora di AF/settimana) 10 anni; riduzione RR 50% se associata a 5 porzioni di fruttaverdura; miglioramento qualità di vita colon-retto Riduzione rischio 22% ♂, 29% Riduzione mortalità > 6 h/settimana ♀ (colon) (colon-retto) Effetto protettivo dubbio (retto) polmone Discordanza tra i diversi studi prostata L’AF sembra ridurre il rischio Non vi sono studi che valutino la ma l’effetto protettivo è sopravvivenza. Miglioramento modesto qualità di vita? endometrio Riduzione rischio 20-40% Attività fisica e depressione Blumenthal JA et al.Arch Intern Med, 1999;159:2349 Babyak M et al. Psychosom Med 2000;62:633 in uno studio l’efficacia di un programma di esercizi fisici rispetto ai farmaci è risultata sovrapponibile (anche se con i farmaci si è ottenuta una risposta iniziale più rapida ) in un altro studio l’efficacia è risultata simile, ma distanza di 6 mesi il tasso di ricadute è risultato minore nelle persone trattate con esercizio fisico che in quelle che avevano ricevuto l’antidepressivo Sexual function in men older than 50 years of age: results from the health professionals follow-up study Bacon CG et al.JAMA, 2004;29:3011 Lo studio effettua un’analisi trasversale su 31742 sanitari partecipanti a uno studio prospettico Il questionario, inviato nel 2000, indagava fra l’altro su funzione sessuale, abitudini di vita e altri aspetti sanitari La prevalenza della disfunzione erettile (escludendo gli affetti da CR della prostata) è risultata inversamente proporzionale all’attività fisica praticata (p < 0.001 per il trend), con un effetto particolarmente accentuato (riduzione del 30% del rischio relativo) sopra i 32 MET-h/sett, equivalenti a 3 ore di corsa o 5 di tennis/sett Altre evidenze Pedersen, B. K., & Saltin, B. (2006). Evidence for prescribing exercise as therapy in chronic disease. Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports, 16 (Suppl. 1), 3- 63. Bruce B et al. Regular vigorous physical activity and disability development in healthy overweight and normal-weight seniors. Am J Public Health. 2008 Jul; 98(7): 1294-9) Fairchild DG et al. Exercise useful in curbing craving for cigarettes. Addiction, 2007;102:534 Takano K et al. Urban residential environment and senior citizens’ longevity in megacity areas. JECH 2002;56:913. Maas R et al. Morbidity is related to a green living environment. JECH 2009;63:967