PROGETTO CONCILIO Anno 2012/2013 Iniziative del MEIC delle Marche in occasione dei cinquantanni dall'inizio del Concilio Nella ricorrenza dei cinquant'anni dall'inizio del Concilio, il MEIC, ha approvato, nel Consiglio nazionale del giugno 2012, per il biennio 2013 - 2014, il "Progetto Concilio" con l'obiettivo di 'approfondire i suoi insegnamenti, verificandone, anche, l'attualità, alla luce di grandi cambiamenti avvenuti, indagandone la di ricezione nelle nostre comunità ecclesiali .Per la sua attuazione, Il MEIC delle Marche ha attivato una serie iniziative collegandole, anche, alla preparazione del II Convegno Ecclesiale delle Chiese delle Marche (novembre 2013( PROGETTO CONCILIO !. Nella ricorrenza dei cinquant'anni dall'inizio del Concilio, il MEIC, ha approvato, nel Consiglio nazionale del giugno 2012, per il biennio 2013 2014, il "Progetto Concilio" con l'obiettivo di 'approfondire i suoi insegnamenti, verificandone, anche, l'attualità, alla luce di grandi cambiamenti avvenuti, indagandone la di ricezione nelle nostre comunità ecclesiali. Il progetto ("Cinquant' anni fa il Concilio. E dopo?) percorre due linee di ricerca: 1.1 l'annuncio del Vangelo, oggi; come questo annuncio s'avvera nell'impegno, insieme agli altri uomini, di costruire a città (polis), di realizzare una 'economia per l'uomo (bene comune), di contribuire nella crescita umana (cultura). Il riferimento è essenzialmente la Gaudium et spes; 1.2 il cammino verso la Chiesa profetica, koinonia, missionaria, capace di vivere e annunciare il Vangelo. Il riferimento qui è la Lumen gentium. 2, Le iniziative del MEIC delle Marche nell'anno sociale 2012 2013(Tipologia, coinvolgimenti di altri movimenti/associazioni, caratteristiche) La delegazione regionale delle Marche, seguendo lo schema proposto, ha programmato, nel settembre 2012, per l'anno sociale 2012 - 2013,a livello regionale (coinvolgendo il gruppo di Ancona) un calendario di approfondimenti/iniziative, collegandoli all'evento del Convegno ecclesiale delle chiese delle Marche ("Alzati e va'..Vivere e trasmettere la fede nelle Marche"), che si svolgerà nel prossimo novembre, la settimana successiva al Congresso nazionale del Movimento. La proposta del MEIC e il cammino della Chiesa marchigiana convergono su molti punti tematici, il che favorisce di prendere parte, consapevolmente, ai due eventi. Pagina 1 PROGETTO CONCILIO Il progetto regionale è aperto alla collaborazione delle aggregazioni ecclesiali (in particolare:Azione Cattolica, FUCI ACLI,....) e delle istituzioni e degli operatori culturali (Istituti Superiori di Scienze Religiose, Docenti universitari). 3. Programmazione: 3.1. un ciclo di tre seminari1 su un tema collante: "Dentro la storia, generare speranza", approfondendo le categorie della politica, dell'economia, della cultura, modulate con tre indicazioni: " Costruire, insieme, la città dell'uomo"; "Cooperare per una economia del bene comune"; "Valorizzare una cultura che liberi e promuova l'uomo." Tutto è legato all' impegno di "generare la speranza",che è fondamento della Gaudium et spes: impegno che è fondamento del documento conciliare. Generare la speranza è, soprattutto, una sfida al cambiamento, necessario,in questa stagione di profonda crisi, di livello planetario, negli ambiti della politica, dell'economia, della cultura, ricordando che per i cristiani, rigenerati dalla Parola di Dio, la speranza è ragione della loro fede(1Pt 15 (Tema della settimana teologica 2013 di Camaldoli: La perenne. vitalità della speranza cristiana") Il primo seminario( 9 febbraio 2013)"Generare e costruire, insieme, la città dell'uomo, a dimensione dell'uomo" è stato condotto da Luigi Alici, professore ordinario di Filosofia morale nell'Università di Macerata, già presidente nazionale dell'Azione Cattolica Italiana e da Vito D'Ambrosio sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, già presidente della Regione Marche, responsabile dell'Osservatorio nazionale del MEIC, Cittadinanza e istituzioni. 1 In allegato il depliant di presentazione dei seminari (pdf) Pagina 2 PROGETTO CONCILIO Il libro di Luigi Alici (animatore del seminario) "I cattolici e il Paese" ha costituito il canovaccio dell'incontro La testimonianza del cristiano nella storia vive da sempre la tensione tra politica e profezia, "tensione fraterna" che dev'essere mantenuta viva e rimessa continuamente in circolo all'interno della chiesa, in una benefica contaminazione reciproca, senza la quale la tensione tra politica e profezia si spegnerebbe in forme di cristianesimo unilaterale e selettivo, oscillando tra i due estremi di uno spiritualismo disincarnato ed evasivo e di un presenzialismo egemonico e battagliero. Tutti i cattolici, in quanto tali e in quanto cittadini, debbono sentirsi impegnati in un'opera di manutenzione ordinaria e straordinaria del pavimento etico della nostra società. Naturalmente, in quest'impegno primario, che presuppone un'accezione ampia di politica, si dev'essere capaci di "tradurre" la fede cristiana, cioè di "farla passare" attraverso la concreta dinamica storica in forme sempre provvisorie e rivedibili. Questo vuol dire mediare: voce del verbo incarnare, non annacquare. In questo compito basilare di manutenzione morale, i cristiani hanno dunque una responsabilità in più, non certo in meno: responsabilità di partecipazione per la promozione del bene comune; responsabilità di fedeltà nella testimonianza della propria fede, che non dev’essere nascosta, ma nemmeno esibita e usata come “corsia preferenziale” per guadagnare un consenso facile e immeritato. Il “valore aggiunto” di tale impegno attivo di "primo livello" in ambito politico nasce essenzialmente dal primato della carità sulla giustizia, che – soprattutto oggi – dovrebbe manifestarsi almeno sotto tre aspetti: a) Insieme: il primo aspetto investe la qualità della partecipazione e della relazione tra le persone, che sul piano politico impedisce alla democrazia di scadere in una procedura neutra e impersonale di gestione del consenso. Il cristiano deve abitare lo spazio pubblico come la forma più alta e storicamente insuperabile dell'essere insieme, che dev'essere protetta e promossa immettendovi continuamente benefici fermenti di socialità virtuosa. La testimonianza cristiana può essere autentica, però, se è autentica la radice della vocazione comunitaria di cui si alimenta: comunità pneumatica e non psichica, come ricordava Italo Mancini, legata cioè all'altezza dello Spirito e non alla logica interessata delle lobby. Collanti e non solventi, cooperazione e non solo competizione, gratuità e non solo interesse per ricucire la rete smagliata della fiducia Pagina 3 PROGETTO CONCILIO b) Dentro: il Concilio ha invitato la comunità cristiana ad entrare nella trama profonda della storia e a non considerarsi mai come un corpo separato: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (Gaudium et Spes, 1). Solo ponendosi umilmente in ascolto di ciò che è "genuinamente umano" si può contribuire ad accreditare una visione unitaria e coerente del bene comune, frutto di una sintesi organica e sempre perfettibile, posta alla base della vita sociale e politica, senza la quale ogni legittima competizione democratica verrebbe delegittimata in partenza. c) Oltre: prima che gestione del potere, la politica è progettualità coraggiosa, che sa sempre gettare lo sguardo oltre i confini degli interessi immediati., anche quando i cittadini sembrano chiedere solo questo. Ciò di cui la vita politica oggi ha più bisogno è saper dire un "no" al presente in vista di un "sì" al futuro:riqualificazione del senso e del mercato del lavoro, redistribuzione della ricchezza, promozione della ricerca, riforma dell'istruzione, riprogettazione del welfare, tutela dell'ambiente. Insieme, dentro, oltre: nella manutenzione del pavimento etico comune, che rappresenta la prima articolazione dell'impegno politico, non possono esserci diritti di esonero per nessuno. Meno che mai per i cristiani, che debbono ritrovare spazi comunitari dentro i quali allenarsi in questo esercizio di rimotivazione, discernimento e impegno; spazi istituzionali e associativi che forse esistono e debbono essere profondamente aggiornati, per uscire da un'afasia oggi incomprensibile e forse anche un po' comoda. Il secondo seminario (13 aprile 2013)" Generare e cooperare per una economia del "bene comune" è stato condotto da Alberto Niccoli, professore ordinario di Economia Politica nell'Università Politecnica delle Marche e da Ferruccio Marzano, professore ordinario di Economia Politica Roma, La Sapienza responsabile dell'Osservatorio MEIC Lavoro ed economia. Il Seminario ha cercato di approfondire il tema della grave crisi, produttrice di veri e propri disastri economici e sociali, e vagliare le soluzioni adottate, la loro efficacia e, soprattutto, vagliare le ipotesi di come uscirne. Pagina 4 PROGETTO CONCILIO L'opzione esplicitata dai proponenti del seminario e posta alla discussione è la seguente: "generare e cooperare per una economia del bene comune, che si richiama ai principi della dottrina sociale della Chiesa: responsabilità, solidarietà, sussidiarietà, reciprocità, condivisione, che sono a loro volta, alla base degli obiettivi, fortemente interdipendenti, della sostenibilità sociale, dello sviluppo economico, della conciliabilità ambientale. Questo intreccio di principi e di obiettivi è alla base dell'economia del bene comune(Manifesto del Bene Comune). Visione utopica.... Forse meno astratta dei paradigmi delle dottrine economiche dominanti .."un problema epistemologico di qualunque scienza è quando essa diventa autoreferenziale, pensando di trovare al suo interno la scala dei valori che possano aiutarla a trovare le soluzioni, chiudendosi soprattutto alle scienze morali. Non è stato così con i classici dell'economia"( Luigi Pasinetti) Le teorie economiche contemporanee per lungo tempo hanno considerato centrali, nei loro giudizi di valore, il mercato, l'individuo come homo oeconomicus, la massimizzazione del profitto: l'astrattezza del modello concettuale sostanzialmente statico alla base delle teorie economiche egemoni ha impedito di comprendere il passaggio ad una economia dinamica caratterizzata da forme di conflittualità e di antagonismo, divenuti gravi con la finanziarizzazione." (Niccoli), La visione del bene comune comporta, invece, una rivoluzione culturale a livello di valori, di senso, di priorità, di relazione lunghe. Una visione inconcepibile per la cultura dominante. Non è difficilmente digeribile l'obiettivo della civitas del bene comune: la buona vita umana dell'intera famiglia umana e dell'intero creato, Obiettivi presenti nella Gaudium et spes,, nelle Encicliche Sociali post conciliari fino alla Caritas in veritate ((Fraternità, sviluppo economico e società civile, capitolo terzo), riportando ad attualità il pensiero personalista e l'ipotesi del personalismo comunitario: "la Caritas in veritate propone l'apertura alla carità, alla giustizia, alla fraternità, il rispetto e la tutela della dignità umana (Luigi Pasinetti) Finora i paradigmi dominanti dell'economia ci hanno educati al fatalismo, allo strabismo, allo scetticismo,.. alla resa; è ora di cambiare per progettare, generare, cooperare nella realizzazione del "bene comune". Perseguire il bene comune significa anche superare la paura di dire la verità, far seguire i fatti alle parole: un impegno che richiede forza, consapevolezza, coinvolgimento, condivisione, fiducia..competenze. Insomma una visione alta e positiva del futuro. Pagina 5 PROGETTO CONCILIO Il terzo seminario (11 maggio 2013) " Valorizzare una cultura che libera, genera e promuove l'uomo" è stato condotto Giancarlo Galeazzi, docente di filosofia e direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose di Ancona e da Beppe Elia vice presidente del MEIC e coordinatore del Progetto "Concilio" Il seminario si è posto la questione, oggetto della ricerca dell'intero ciclo, di come possiamo, oggi, essere portatori di valori che generino speranza, un compito che il Concilio ci ha affidato:" I cristiani, in cammino verso la città celeste, devono ricercare e gustare le cose di lassù, ciò non diminuisce, anzi aumenta il loro dovere di collaborare con tutti gli uomini per la costruzione di un mondo più umano (GS 57)" Era ed è un compito arduo che impegna la Chiesa e i cristiani a tradurre e ad aggiornare la fede cristiana per meglio testimoniare ed annunciare le "novità di Cristo" all'uomo del nostro tempo. In questa luce va letta la questione della ricezione del Concilio. Il teologo Giacomo Canobbio ci ricorda che "la ricezione del Concilio è un tirocinio mai finito. Il Concilio ha innescato questo esercizio nella vita della Chiesa...va percepito come l'avvio di una fase nuova ..dinamica nella vita della Chiesa...Nel tirocinio s'impara tentando..leggendo e interpretando i segni dei tempi...non dimenticando l' ispirazione di fondo del Concilio che è sempre quella di rendere testimonianza al Vangelo e ragione alla speranza Giovanni Ferretti, sottolinea che il" grande compito", per la Chiesa e per i cristiani, è quello di praticare la modalità del "dialogo (necessario) con la modernità (o meglio con la post - modernità), accompagnandola a quella del discernimento spirituale e culturale per tradurre la fede nei termini e nei modi di pensare del nostro tempo; non solo a livello intellettuale (ripensare) ma a livello esistenziale (rivivere). " La pratica del discernimento ci aiuta a scrutare i segni dei tempi, un esercizio quanto mai necessario, poiché siamo in un tempo di eccezionale cambiamento di paradigmi, che influisce pesantemente sul pensiero umano, sulle convinzioni delle persone, sul linguaggio scientifico, sull'organizzazioni sociale. Di fronte alle "rivoluzioni" in atto, l'impreparazione a codificarle e ad affrontarle, è un grave problema: le reazioni più comuni sono la sottovalutazione e la paura... il tempo ci sembra così incalzante da spaventarci, da farci sentire "gestiti": sentimento diffuso di fronte alle incognite del futuro, è la paura. Pagina 6 PROGETTO CONCILIO Forse è necessario considerare alcuni segni/urgenze con i quali dobbiamo fare i conti nelle nostre analisi culturali, che riguardano la tipologia e l'intensità delle relazioni (tra generazioni, con il corpo, con l'abitare), relazioni connotate dalla sofferenza, dalla paura, dalla vulnerabilità, dalla precarietà riguardo al futuro. Si deve partire da queste dimensioni per essere attori, piccoli attori, anche nel nostro "abitare", nell' intercettare i bisogni, nel prendersi cura delle sofferenze, per poter, poi, generare speranza. La liturgia pasquale ci invita a vivere sotto il segno della gioia evangelica, non nel pianto e nell'afflizione. La Chiesa del Concilio è stata un antidoto alla paura. Il credente deve considerare il tempo come una sequenza di kairoi, di momenti opportuni per fare le cose opportune per quel momento secondo il progetto divino. E questo, senza avere la visione "complessiva", senza possedere il progetto e il tempo, ma vedendolo come un dono di Dio per fare le cose giuste al momento giusto. L'impegno è arduo: entrano in campo le categorie prima richiamate, quelle del discernimento spirituale e culturale per essere capaci di proporre, progettare, cooperare, vivere relazioni solidali per una efficace grammatica del bene comune. Le coordinate del bene comune e della speranza, ripeto, hanno accompagnato e accompagnano la ricerca dell'intero ciclo dei nostri seminari: generare e costruire, insieme, la città dell'uomo, a dimensione dell'uomo; generare e cooperare per una economia del "bene comune"; valorizzare una cultura che libera, genera e promuovere l'uomo. 3.2. Le "Giornate di Spiritualit2à, organizzate dal MEIC delle Marche, che nel Monastero Camaldolese di Fonte Avellana, nella prima settimana di luglio.Quest'anno si è convenuto dedicare le giornate al tema: "Annunciare il vangelo, vivere la comunione" con riferimento al versante ecclesiologico(lumen Gentium) del Progetto Concilio MEIC e ai temi del Convegno della Chiesa marchigiana. In allegato l'opuscolo delle Giornate di Spiritualità (Pdl) dal 2009 al 20112. 2 Pagina 7 PROGETTO CONCILIO 3.3. La giornata di sabato e stata caratterizzata da momenti: a) di preghiera con i monaci (le lectio sono state dettate dal priore del monastero, dom Gianni Giacomini), b) di riflessione biblica " Sequela e comunità nei Vangeli" dettata dal biblista don Andrea Andreozzi, (Ist. Teologico Marchigiano ITM); di riflessione ecclesiologica " Chiesa, popolo di Dio, di comunione e in dialogo" dettata dal teologo don Enrico Brancozzi (ITM); di riflessione morale" Etica della corresponsabilità e della condivisione" dettata da don Cataldo Zuccaro3, teologo morale e assistente centrale del MEIC; c) di condivisione, alimentata dalle riflessioni , con due sessioni. c,1 La prima "Corresponsabilità nella profezia e nella comunione", con interventi di: Massimiliano Colombi (docente di sociologia); Carla Canullo (docente di Filosofia); Paola Vacchina (Presidenza nazionale delle Acli.), Mario Narducci (direttore della Rivista Novanta9), Daniele Carota (scrittore); moderatore da Gastone Mosci, docente Università di Urbino. c.2 La seconda "Corresponsabilità nella missione della chiesa locale: con interventi dei responsabili regionali dei movimenti ecclesiali: Marco Moroni ACLI), Mimmo Valenza (Consigliere nazionale delegato regionale del MEIC delle Marche), Antonella Monteverde (Azione Cattolica), coordinati da Matilde Pasqua, presidente del gruppo MEIC Marche. La domenica mattina, le conclusioni delle Giornate sono affidate a Giuseppe Elia, vice presidente del MEIC e coordinatore del Progetto Concilio e a don Francesco Pierpaoli, segretario generale del Convegno Ecclesiale Marchigiano4. La sessione conclusiva è stata presieduta da Carlo Cirotto 3 4 Testo della relazione in allegato In allegato la comunicazione di don Francesco Piepaoli sul Convegno. Pagina 8 PROGETTO CONCILIO Il Concilio ci ha ridato il dono dell'appropriazione della Parola, ci impegna, come cristiani e come Chiesa, a misurarci sull'Evangelo, senza mediazioni attenuatrici, affidandoci, così,la grande responsabilità dell'annuncio profetico del "Regno". il Concilio rende la Parola una parola sentita, che ci coinvolge totalmente, una parola corporea, una parola che dice e che dà, che agisce ed opera. una parola umana che rivela Dio, "amante della vita" (Sap 11,26); il Concilio restituisce la centralità di una Chiesa eucaristica (Dossetti), che è memoria dell'evento della Resurrezione (culmine dell'azione della salvezza) da cui nasce l'assemblea ecclesiale radunata intorno alla memoria di quell'evento, che è la sorgente del suo essere "communio" e la fonte viva " per una chiesa fraterna, dialogica, comunicativa, "speranza di sempre nuove Pentecoste "(Kasper). Il ricordo dei cinquant'anni dall'inizio del Concilio non può ridursi ad evento da celebrare, ma deve essere colto come momento "giusto o opportuno", "tempo di Dio"" " Kairos" per le conversioni oggi necessarie, in senso conciliare: una Chiesa capace di misurarsi sulla sapienza della croce come misura del proprio servizio; una Chiesa centrata sul primato dell'‟evangelizzazione", che riesce a corresponsabilizzare tutti i battezzati nel suo servizio pastorale; una Chiesa capace di dialogare, di dare "senso autentico" alla sequela. Ciò proclama il Concilio, definendo l'essenza della Chiesa" come popolo di Dio, come corpo di Cristo, come sacramento dello Spirito. La sua missione fondamentale è di annunciare il Vangelo di Cristo, morto e risorto per la salvezza dell'umanità." Don Cataldo Zuccaro ci offre una chiave per la comprensione della sequela di Cristo, richiamando due principi fondamentali della teologia cristiana: quello della dimensione trinitaria e quello dell'incarnazione. "Il primo illumina la dinamica della relazione tra gli uomini sul fondamento e alla luce del principio trinitario: la vita di Dio è vissuta come relazione e rapporto permanente tra Padre, Figlio e Spirito santo. Le tre persone divine sono ognuna in atteggiamento di apertura e di dono tra di loro. Il principio teologico trinitario va coniugato insieme al principio dell'incarnazione, perché solo attraverso la "carne" di Cristo l'uomo può trovare la via di accesso alla Trinità. Questi due principi illuminano l'agire morale del discepolo: la persona è strutturata dalla relazionalità, che concretamente può esprimersi nella reciprocità di un incontro che passa attraverso l'umanità concreta. Non un incontro fittizio, per delega, ma un incontro che "incroci" la carne dell'altro, cioè il suo vissuto concreto, che mette, cioè, a contatto lo sguardo, la pelle, il volto, la mano dell'altro (Cataldo Zuccaro) ". Da ciò discendono i cardini per un impegno per un'etica della corresponsabilità e della condivisione. Pagina 9 PROGETTO CONCILIO Per tale impegno quale migliore esplicitazione programmatica della sequela delle "beatitudini"? Esse rappresentano il programma di vita che identifica l'esistenza del discepolo con quella del maestro: la povertà e la purezza di cuore, l'umiltà, la causa del Regno.....nonostante e attraverso le tribolazioni, le incomprensioni, le sofferenze. La Parola di Dio è quanto mai esigente e lascia ben poco alle mezze misure: i cristiani con il battesimo di Cristo portano, nella loro persona, la radicalità del vangelo e la grande responsabilità di testimoniarla. Con il Convegno ecclesiale marchigiano i Vescovi ci esortano ad affrontare le sfide dei tempi e a testimoniare, nel territorio e nella quotidianità, il Vangelo:. "Le Chiese delle Marche si pongono la stessa domanda a cui il Vaticano II intendeva rispondere: “Chiesa, che dici di te stessa?” A tale domanda le comunità cristiane intendono rispondere misurandosi con il tempo presente, servendo Dio e l’uomo e costruendo ponti con tutte le dinamiche della vita, personali e sociali, senza dimenticare che il compito primario dell’evangelizzazione e dell’educazione può richiedere anche il coraggio di portare tutto ciò che è di peso e coniugare sempre più l’essere credenti con l’essere credibili" A Fonte Avellana si sono esplorate alcune piste operative sul "che fare", come MEIC, associazioni ecclesiali, come cristiani. Nelle giornate di spiritualità di Fonte Avellana abbiamo lasciato "ampio spazio" alle riflessioni su questa domanda. Riportiamo, in sintesi, la parte conclusiva di quel documento, più collegata al convegno marchigiano, ma non solo... La realtà dell’associazionismo cristiano è molto variegata e sparsa nel territorio perché presente in tanti ambienti: accanto alla parrocchia o nei luoghi di lavoro, nelle istituzioni scolastiche e universitarie e nel volontariato sociale, nella forma della cittadinanza attiva con un forte spessore sociale, di solidarietà, di bene comune.. Questa vasta presenza associativa va coordinata e collegata con un luogo di formazione e di partecipazione come il Seminario regionale, con il suo Istituto Teologico, un sito di speranza visibile: chi opera nella periferia ha bisogno di avere un interlocutore intelligente e disponibile. Questo centro operativo avrebbe il compito di dare fiducia, di organizzare competenze, di liberare le energie che si presentano nel territorio senza mettere in campo forme di ideologie localistiche, di progetti di carrierismo, di campagne di proselitismo. Un volto nuovo, adulto, cristiano..Lo stesso Convegno ecclesiale potrebbe così far decollare un impegno che attraversi l'arcipelago dell'associazionismo cattolico: farsi Pagina 10 PROGETTO CONCILIO segno di speranza, assumendo la titolarità o condividendo alcune iniziative/ diffusive di culture e progetti per una cultura civile che ha al centro l' uomo, la sua dignità e le sue relazioni nella polis, per una economia civile, che ha al centro il bene comune e la condivione (forme di economie di comunione), per un welfare comunitario, autogestito dalle famiglie, per la lotta allo spreco e alle povertà, per diffondere una cultura della cittadinanza attiva, per sostenere le iniziative della Caritas, delle Acli, della Cooperazione, di Libera, di Pax Christi....Forse, non bisogna inventarsi nulla...queste iniziative esistono in Italia, alcune sono ben presenti nelle Marche,..bisogna censirle, conoscerle, adottarle, inserirsi nelle reti esistenti. Quello che occorre è riuscirle a farle insieme, rendendo disponibili i carismi (sì, i carismi delle beatitudini) e i talenti (creatività, professionalità, esperienza, imprenditorialità). Vi sembra poco, sarebbe un vero miracolo, uno dei segni permanenti del Convegno, un cammino dei movimenti per obiettivi comuni. Un altro raccordo importante e intelligente - intelligenza come carità – va posto nel campo del web, come conoscenza reciproca, come raccordo, come dialogo per un servizio alle persone ed alla complessità dell’informatica. Assistiamo ad uno sviluppo incredibile dei blog, centri di dialogo e centri informativi, espressioni giovanili, luoghi di trasmissione di esperienze e di amenità, che posso essere agenzie formative reali, dell’oggi, della quotidianità. Dopo esperienze nel cartaceo dei settimanali diocesani, quotidiani, radio e tv, oggi occorre considerare per la sua positività e nella sua esplosività la realtà della rete: una rete di dialogo come c’è per le radio diocesane e per le tv. Sono presenti nel territorio, intervengono rapidamente, hanno ormai facilità di accesso. L’altra proposta, infine, è fa partire il "Laboratorio Valerio Volpini, per la persona, la comunità e la democrazia”, una iniziativa lanciata dal Meic delle Marche, come " laboratorio di idee e di dialogo con la società, una officina di incontri e di un umanesimo, espressione della civiltà dell’amicizia". L'obiettivo è realizzare una rete di intellettuali – universitari, scrittori, tecnici, professionisti, animatori pastorali - disponibili a collaborare, nel dialogo civile, culturale, religioso, entrando nel vivo di questioni urgenti, con proposte di "sapienza culturale" e di "nuova umanità", interagendo con analoghe iniziative di associazioni e di gruppi di impegno cristiano e civile che popolano la rete. 4.Ricadute Il MEIC delle Marche ha dato sempre pubblicità alle sue iniziative svolgendole in luoghi pubblici che hanno qualche attinenza al tema (sale dell'Università, contenitori culturali,....) Pagina 11 PROGETTO CONCILIO Il primo seminario è stato preceduto dalla presentazione, da parte del prof. Giancarlo Galeazzi, del libro di Luigi Alici, "I Cattolici e il Paese", nella libreria, Canonici al centro di Ancona. Il secondo seminario si è svolto presso la Facoltà di Economia dell'Università Politecnica delle Marche, con l'intento di coinvolgere i docenti della Facoltà, Il primo e terzo seminario hanno avuto luogo presso il Centro Pastorale della Arcidiocesi di Ancona, Le iniziative sono state pubblicizzate con manifesti affissi nella città di Ancona, con comunicati stampa pubblicati nella stampa diocesana, nei siti della Chiesa Marchigiana, del Convegno Ecclesiale, delle Diocesi, dell'Azione Cattolica e delle Acli delle Marche. Il sito regionale del MEIC "Agapemarche" riporta notizie delle iniziative e ampia documentazione sui temo delle iniziative. 5 . IPOTESI ANNO 2013- 2014 Riprendere il Progetto Concilio, approfondendo alcuni temi:"Laicità,parresia e koinonia"; "Corresponsabilità, condivione, fraternità"; "Cittadini, oggi: costruire e ricostruire...vivere il proprio tempo.".....Tutto, tematiche e modalità, deve essere deciso nel mese tra settembre - ottobre prossimi dalla delegazione regionale. Il programma potrebbe avere indicazioni/aggiustamenti dai due eventi di novembre (Congresso nazionale e Convegno ecclesiale) e dalle linee che emergeranno dal lavoro e dalle idee che si svilupperanno nel "sistema MEIC". Nel frattempo dobbiamo fare i conti con la "novità Francesco" che non smette di stupirci: eravamo preoccupati, nel celebrare i cinquant'anni dell'inizio del Concilio, della lentezza della sua recezione; oggi, forse, stiamo vivendo, in modo inatteso, una nuova primavera della Chiesa che ci fa sperimentare la presenza dello Spirito "Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va..."(Gv 3,8).Il Pagina 12 PROGETTO CONCILIO compimento pieno allora, sta nell'immergersi sempre più nell'ascolto della "voce del vento", senza vanificarla nella pretesa di conoscere da dove viene o dove va: lasciare a Dio la libertà di condurre la Storia, Papa Francesco ci ricorda; "Il cristiano è una persona che lascia che la sua vita sia animata, nutrita dallo Spirito Santo perché sia piena, da veri figli. E questo significa realismo e fecondità. Chi si lascia condurre dallo Spirito Santo è realista, sa misurare e valutare la realtà, ed è anche fecondo: la sua vita genera vita attorno a sè (.Omelia 16 giugno 2013)". Osserva, ancora, Papa Francesco: "Si può vivere schiacciati sul presente? Senza memoria del passato e senza il desiderio di proiettarsi nel futuro costruendo un progetto, un avvenire, una famiglia? È possibile continuare così? Questo, secondo me, è il problema più urgente che la Chiesa ha di fronte a sé" (intervista a Eugenio Scalfari). Concludiamo richiamando una categoria che è stata la bussola del nostro lavoro; la speranza, la virtù teologale correlata strettamente alla fede, La speranza è relazione con l'altro che ci ama e da amare, rivelata e donata nel Verbo fatto carne per noi. Il Dio dell'ideologia è possesso: il Dio della speranza si offre a noi sempre nuovo, Dio della misericordia e della promessa, rivelato e nascosto. La speranza in Lui è affidabile, perché fondata nell'amore infinito che solo vince l'ingiustizia, l'infedeltà e la morte, impossibile alle sole nostre forze, reso possibile dalla Sua grazia. "Sperare in questa luce è stare sulla soglia fra il già e il non ancora, protesi verso il futuro, aperti ad accogliere il dono che l'Eterno ci fa di sé. Di questa speranza, che ci fa amare la terra aprendoci al tempo stesso ai beni del cielo, si fa voce instancabile Papa Francesco, specialmente parlando ai giovani: "Non lasciatevi rubare la speranza!". Il Suo è un appello tanto più accorato, quanto più è consapevole di come sia necessario avere una speranza affidabile per vivere pienamente la vita. Chi non si lascia rubare la speranza sa riconoscere - dovunque si compia -l'affacciarsi della bellezza, testimoniata da Myskin a Ippolit col semplice gesto della sua prossimità: la bellezza dell'amore che salverà il mondo! (Bruno Forte)" Pagina 13 PROGETTO CONCILIO Pagina 14