LA SCUOLA DEL PISCHIELLO Figlia di Charlotte Shaw e Howell Robert, discendente di una famiglia ugonotta francese emigrata in America nel XVIII secolo, Romeyne Robert nacque a Morristown, nel New Jersey, nel 1878. Durante un viaggio in Europa con la madre, la giovane statunitense conobbe a Roma Ruggero Ranieri di Sorbello, con il quale convolò a nozze nel 1902. Contribuì ad abbellire l’arredamento di Palazzo Sorbello e, unendo creatività e operosità, fondò nel 1904 la Scuola di Ricami Ranieri di Sorbello nella villa di famiglia al Pischiello, nei pressi del lago Trasimeno. In quel periodo, in tutta Italia si svilupparono scuole di ricamo che rivalutavano l’artigianato tessile come l’Aemilia Ars di Bologna, le Industrie Femminili Italiane di Roma, la Scuola Veneziana di Burano. Nella stesso territorio umbro si arrivò a ventiquattro scuole di ricamo specializzate in diverse lavorazioni. Dopo la prima guerra mondiale si riunirono in un’unica cooperativa, chiamata Arti Decorative Italiane, che ebbe il proprio negozio in Corso Vannucci a Perugia. La scuola di ricamo Ranieri di Sorbello aveva lo scopo di valorizzare e riscattare le arti decorative femminili italiane producendo oggetti di qualità nel rispetto della tradizione. Reclutava manodopera femminile dalle campagne o dai conventi, proveniente da ogni ceto sociale, specie da quelli meno abbienti. Le giovani ricamatrici, che così avevano la possibilità di imparare un mestiere e di crearsi una dote, ricevevano anche un’educazione morale e religiosa. Romeyne dava così alla scuola anche un valore sociale. Ne aveva probabilmente tratto ispirazione dalle scuole che in America insegnavano un mestiere alle donne immigrate, permettendo loro di integrarsi. Storia e tecnica dei tessuti La particolarità della scuola è che si atteneva ad alcuni precetti: eseguire una lavorazione interamente manuale non seriale, producendo opere uniche, create solo su ordinazione con disegni mai uguali. La scuola si specializzava su una sola tecnica di ricamo ispirandosi alle arti maggiori per i motivi decorativi. La vera novità fu che Romeyne, con l’aiuto della sua amica Carolina Amari di Firenze, recuperò un punto chiamato punto umbro o portoghese (di origine araba, ma diffuso in Europa dalla tradizione ricamatoria spagnola e portoghese) dalle antiche raccolte tessili della contessa Rucellai a Firenze. Venne così riproposto in modo nuovo ed originale e addirittura protetto da brevetto. Prese il nome di Punto Sorbello, e consiste in un insieme di punti che danno un effetto a rilievo, come di un nodo. La lavorazione si effettuava con un filo di cotone o canapa o lino su una tela chiamata tela umbra prodotta a Città di Castello nel laboratorio diretto dalla baronessa Alice Franchetti. I prodotti potevano esser venduti a prezzi non proibitivi visto il minor costo dei materiali utilizzati ed erano particolarmente resistenti visto che, seppure utilizzati, sono giunti fino a noi in ottime condizioni. I colori tipici erano generalmente il bianco o l’ecrù su tela dello stesso colore con effetto monocromo. A volte compariva il rosso, il color ruggine, verde e celeste antico sulle orme della tipica tradizione umbra. Il Punto Sorbello non compare mai da solo, ma combinato ad altri punti tradizionali di ricamo ed applicato ai disegni del Rinascimento italiano. Spesso infatti venivano copiati motivi decorativi rinascimentali ripresi sia dalle arti figurative che dai reperti tessili antichi. Il punto si prestava per abbellire qualsiasi oggetto, come strisce da tavola, centrini, cuscini e particolarmente adatto per creare nappe, visto il suo effetto a rilievo. La gestione fortemente imprenditoriale della scuola permise di conquistare mercati come quelli dell’America e della Gran Bretagna, imponendo quindi di avere un opuscolo anche in lingua inglese. La scuola terminò la sua attività intorno al 1934, in concomitanza di una tassa sui prodotti di importazione in America che frenò le ordinazioni dei prodotti di artigianato italiani. I ricami della Scuola Ranieri di Sorbello sono oggi conservati nel Cooper Hewitt Museum di New York, nel Museo Storico Didattico della Tappezzeria di Bologna e nelle collezioni d’arte della Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation.