dorotea A cura dell’Ins.Rosanna Provenzano Arance, mandarini, limoni, pompelmi e mandaranci… la Sicilia è famosa per la produzione di questi preziosissimi e salutari frutti. Tra l’altro, essa è la coltura più redditizia nell’sola.Non è un caso. Infatti, quasi tutte le specie di agrumi non tollerano il gelo; per questo la loro coltivazione è limitata alle zone a clima caldo. Gli agrumi sono un gruppo di specie arboree e arbustive sempreverdi. è una pianta sempreverde, che raramente supera i 9 m d'altezza, ha foglie ovali e lucide, fiori bianchi e profumati nonché frutti succulenti. Inoltre, produce svariati oli essenziali, utilizzati come aromatizzanti o in profumeria. Tra i paesi produttori di arance, l'Italia e, al suo interno, soprattutto la Sicilia, occupa un posto di prestigio. Esistono diverse varietà di arance, suddivisibili in due tipologie: a polpa rossa e a polpa giallo/arancione. Gli aranci sono originari della Cina e sono stati diffusi nel Mediterraneo dagli arabi, che attorno al X secolo introdussero le varietà amare; le arance dolci, invece, furono importate in Europa solamente nel XV secolo dai mercanti genovesi. Le arance come gli altri agrumi contengono numerose sostanze con benefici effetti sull'organismo. Sono in grado di contrastare i danni del fumo, migliorare la circolazione, rallentare i processi di invecchiamento. Sono ricchi di flavonoidi, sostanze che aiutano a rigenerare il collagene, nella nostra pelle. Gli agrumi, inoltre, di fronte a un limitato apporto calorico,contengono piccole quantità di zuccheri, calcio e magnesio, molto potassio e poco sodio, una composizione ideale per coloro che soffrono di pressione alta. La principale ricchezza degli agrumi è nella sull'assorbimento delle principali sostanze nutritive, aiutaVITAMINA C che agisce il funzionamento del sistema immunitario accrescendo le difese contro le malattie infettive, riduce la fatica e svolge azione antiossidante, prevenendo l'invecchiamento cellulare. Cento grammi di arancia o di limone contengono 50 milligrammi di vitamina C, i mandarini 42 e i mandaranci 47. Tanto per fare un esempio, la quantità giornaliera raccomandata di questa vitamina è poco superiore: circa 60 milligrammi per gli adulti, 40-50 per i ragazzi. Bastano uno o due agrumi, insomma, per fare il pieno. Di origine messicana, il FICODINDIA o meglio Opuntia Ficus Indica, si é diffuso in Europa con i colonizzatori Spagnoli. Cresce spontaneamente su suoli di natura sabbiosa e pianeggiante insieme ai vigneti e a volte anche agli oliveti. Esso contribuisce alla formazione del tipico paesaggio del Sud ed in particolare della Sicilia. La forma della pianta del FICODINDIA,con le sue particolari foglie (pale), è molto singolare e contribuisce a creare in Sicilia un paesaggio molto suggestivo. Dopo il Messico l'Italia é il secondo produttore mondiale di FICODINDIA, e la Sicilia,dove il clima e la natura dei suoli sono favorevoli, rappresenta la massima produttrice fra le regioni Italiane. Fino a qualche decennio fa il ficodindia faceva parte dell'economia familiare della famiglia contadina , successivamente a partire dagli anni 70-80 si è invece affermato un commercio che ha visto fiorire numerose coltivazioni in diversi punti del sud. Il prodotto negri ultimi anni ha poi avuto un ulteriore sviluppo grazie alla DESPINAZIONE MECCANICA che permette di far arrivare sulle mense un prodotto facilmente utilizzabile. Il frutto della pianta è una bacca di forma ovoidale apprezzato dai consumatori per lo spiccato gusto esotico. Esistono tre varietà di frutto: la Gialla detta Sulfarina, la Rossa o Sanguigna, e la Bianca Muscaredda. Tali varietà hanno gusti sensibilmente differenti. Il flutto che matura ad agosto e detto LATINU o anche agostiniano, mentre quello che matura in autunno è detto BASTARDUNI. Il FICODINDIA, dato il suo contenuto di zuccheri e amminoacidi favorisce la diuresi e per questo è molto indicato dai medici per la terapia delle funzioni renali e si inserisce egregiamente nella tipica dieta mediterranea. Riserva dello Zingaro (PALMA NANA) Parco delle Madonie (Abete dei Nebrodi) Parco dell’Etna (Betulla Etnea) Il PARCO DELLE MADONIE è un paradiso botanico e tra le sue vette che raggiungono i 1.979 metri di quota, ospita oltre la metà delle 2.600 specie presenti in Sicilia e circa 150 dei 200 endemismi. Il più rappresentativo è l'"Abies Nebrodensis“ Abete dei Nebrodi (così chiamato anche se si trova sulle Madonie e non sui Nebrodi), pianta rarissima, con 29 esemplari in Sicilia e pochissimi altri sparsi per E’ un abete a cupola, invece che a il mondo. cuspide, una vera e propria rarità, definito dai botanici un "fossile vivente", scomparso nel resto d'Italia dall'epoca dei ghiacciai. Negli ultimi anni l'abete ha ripreso a produrre semi fertili, in vivaio. Attira nel Parco studiosi e turisti da tutto il mondo. LINO di montagna ORCHIDEA SELVATICHE CARDONCELLO di Sicilia Abete dei Nebrodi Il PARCO NATURALE dello Zingaro in provincia di Trapani è la prima riserva istituita in Sicilia (1981); si estende lungo sette chilometri di costa e quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. Questo paradiso terrestre è famoso per le sue acque limpide e cristalline, dai toni cangianti del verde e dell'azzurro; per le irte scogliere che digradano in affascinanti e silenziose calette di ciottoli bianchi che si affacciano sul blu inteso del tirreno. La vegetazione endemica è molto ricca e multiforme: la PALMA NANA (così detta perché è alta al massimo 2m), emblema di questa fascia inviolata, domina il paesaggio, accanto ad altre specie molto rare purtroppo minacciate dagli incendi estivi. I fiori della PALMA NANA, sono piccoli, gialli, riuniti in dense pannocchie che si originano tra i piccioli fogliari. I frutti sono carnosi, ovoidali, di colore giallo-rossastro, lunghi 2-3 cm, non commestibili. Il Parco dell'Etna alle pendici del famosissimo vulcano (il più alto d’Europa) è stato il primo ad essere istituito in Sicilia nel marzo del 1987. L'universo vegetale dell'Etna si presenta caratterizzato da un insieme di fattori tra i quali ha un ruolo predominante la natura vulcanica della montagna. La flora del Parco, estremamente varia e ricca, assume caratteristiche diverse a secondo della diversa compattezza del terreno e dalle colate laviche che si succedono nel tempo, nonché del variare delle temperature e delle precipitazioni in relazione all'altitudine ed all'esposizione dei versanti. Ad altitudini più basse, ecco i vigneti, i noccioleti ed ancora i boschi di querce, pometi e castagni. Intorno ed anche oltre i 2.000 metri troviamo il Faggio e la caratteristica BETULLA dell’Etna. Al di sopra dei 3.000 metri e sino alla sommità si stende il deserto vulcanico dove nessuna forma vegetale riesce a mantenersi in vita. La BETULLA è un albero alto anche molti metri con corteccia bianca a strisce orizzontali più scure, dai rami sottili e pendenti con foglie di colore verde chiaro. La grande maggioranza delle Betulle del territorio italiano, spontanee o più comunemente coltivate, appartiene alla specie Betula alba L.; invece la Betula aetnensis Raf. è esclusiva dei pendii dell'Etna.