POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46) ART.1, COMMA 1, DCB ROMA MERCOLEDÌ 1 AGOSTO 2012 Cosa possiamo portare noi, con Tabacci FRANCESCO RUTELLI L’ agosto 2011 ha aperto la falla economico-finanziaria che nel giro di tre mesi avrebbe travolto il governo Berlusconi; la scossa provocata dall’uscita di Fini dal Pdl e l’aggregazione delle forze di Terzo polo hanno creato le precondizioni per far nascere la maggioranza a sostegno di Monti (inevitabile, malsopportata, oppure desiderabile, a seconda dei punti di vista). Cosa accadrà nell’agosto 2012? Sia la condizione dei mercati, sia quella politica sono a rischio. Perché non si apra una falla economico-finanziaria (stavolta irreparabile per il paese e per l’Europa) è indispensabile una risposta determinata e corale dell’Ue: nell’immediato, chi scommette sul fallimento dell’euro non deve guadagnarci. Nel breve-medio termine, l’integrazione politico-economica deve fare passi decisivi: altrimenti la moneta unica, che sembrava la nostra assicurazione, può portarci a fondo. Anche la politica interna dipende da questi sviluppi. Credo che se ci fosse un precipizio nei mercati, nessuno accelererebbe verso elezioni anticipate. E che se ci fosse una relativa stabilità nei mercati, nessuno sarebbe premiato nel destabilizzare il governo. Questo impone alla politica di agosto di guardare in faccia la realtà. La crisi economica si sta aggravando: per le imprese, il credito, le famiglie, il rischio di scorribande dall’estero per comprare a basso prezzo asset importanti della produzione italiana. Il confronto politico, invece, va spesso fuori strada. Deve rispondere sulla riforma elettorale, il futuro dell’agenda Monti, le alleanze. 1. La riforma elettorale è una priorità. SEGUE A PAGINA ANNO X • N°151 • € 1,00 D.L. CONTROMANO C U LT U R A La geopolitica dei Giochi. La Stampa simula un medagliere con i paesi dell’eurozona. Ma le Olimpiadi le vinceranno i Brics A PAGINA 3 Qual è la differenza tra Baricco e Omero? Filippo La Porta sugli eretici che orientavano il gusto, da Savinio a Fortini A PAGINA 8 Presentata la carta d’intenti Pd, nel partito consenso maggioritario per il segretario Mai più Unione: al governo solo se leali, stabili, europei Le condizioni di Bersani per gli alleati. Oggi l’incontro con Vendola P ier Luigi Bersani ha presentato la carta d’intenti del Pd: un patto tra progressisti e moderati per il governo del paese. Scenografia sobria, cartellone rosso con lo slogan: «L’Italia bene comune. Per la ricostruzione e il cambiamento». Europa, lavoro, fisco e diritti civili i temi portanti. Sostegno a Monti ma pronti a tutto. Agli alleati un messaggio chiaro: si deciderà a maggioranza, senza veti. La carta ha convinto gran parte del partito. Larghi apprezzamenti sono arrivati dalla presidente Bindi, dal vicesegretario Letta e anche dall’area liberal, attraverso le parole di Enzo Bianco. «Molto contenta» Paola Concia per l’apertura alle unioni omosessuali. Perplessi, invece, Paolo Gentiloni e Arturo Parisi. DEMOCRATICI La guerra al veltronismo MARIO LAVIA M Il decalogo piace a (quasi) tutti ROBIN Il tradimento delle élite Lombardo LUCIANA MATARESE Un presidente di Regione inqui- Bene comune su sfondo rosso sito e contestato si è finalmente FRANCO MONACO dimesso. Ma è Lombardo, non È presto per operare un bilancio spassionato ed equanime dei quasi vent’anni dominati da Berlusconi e dal berlusconismo. E forse è anche prematuro e imprudente darli per chiusi. SEGUE A PAGINA Legge elettorale, tregua armata lombardo. ANDREA TOGNOTTI A PAGINA 6 5 atteo Orfini ha scritto un libro di battaglia politica (Con le nostre parole, Editori Riuniti) inserendosi così dentro una tradizione molto importante, nella vicenda della sinistra, fin dall’epoca degli opuscoli a uso didascalico-militante (che nei casi migliori hanno portato alla luce preziose indicazioni ideologiche e storiche): se non fosse scritto così bene, sarebbe un grosso testo congressuale (che non sono mai, mai gradevoli da leggere). Nel sottolineare questo aspetto, sia chiaro, non s’intende sminuire di un’oncia l’esemplare sforzo di chiarezza dell’autore – giovane dirigente del Pd, noto per le sue battaglia “di sinistra” (è fra i leader dei cosiddetti Giovani turchi). SEGUE A PAGINA 7 A NEWS ANALYSIS Berlino gela l’asse Monti-Hollande RAFFAELLA CASCIOLI Il fronte anti-Draghi dà scacco alla Merkel ALESSANDRO BELLARDITA Helsinki ostaggio degli euroscettici GUIDO CALDIRON Borse giù, spread su: torna la speculazione RAFFAELLA CASCIOLI Disastro Catalogna, ospedali senza soldi ETTORE SINISCALCHI 7 ALLE PAGINE 2E3 ❱❱ ARRESTATO PER AVER INSULTATO UN ATLETA ❰❰ Il tweet del reato NICOLA MIRENZI Q uando un paese come la Gran Bretagna ospita le Olimpiadi e fatica non poco a vincere medaglie d’oro, può succedere veramente di tutto. Può succedere anche che la polizia arrivi ad arrestare un ragazzo di 17 anni per aver ferito con un tweet la sensibilità dell’atleta su cui il paese riponeva le sue speranze sportive, il tuffatore Tom Daley. Il “criminale” via Twitter è l’utente @Rileyy_69. E ilsuo “crimine” è quello di aver scritto all’indirizzo di Daley, dopo la sconfitta alla gara di tuffi sincronizzati, il seguente testo: «Hai tradito tuo padre, spero tu lo sappia». Il padre di Daley è morto di cancro l’anno scorso, mentre lui passava di vittoria in vittoria. «Dopo tutto quello che ho fatto... Sei un’idiota a scrivermi questo», ha risposto Daley sempre sul social network. Ma se Daley non può essere certo accusato di essere un figlio che abbandona il padre morente – come ha fatto con cattivo gusto il fan deluso – è difficile capire per quale reato si possa trarre in arresto un persona che manca di tatto, sensibilità e argomenti, come invece ha fatto al polizia di Dorset. La quale, nonostante il ragazzotto si sia scusato più volte per la frase, è andato a casa sua e lo ha messo agli arresti. Mentre la magistratura ha aperto un’inchiesta. SEGUE A PAGINA 6 Il pentapartito che verrà Ciao Beppe, compagno Dc ARNALDO SCIARELLI GERARDO BIANCO S calfari, che resta il migliore nel suo genere, si converte alla necessità di una sinistra che può essere solo “riformista” – dimentico del suo anti socialismo italiano filo berlingueriano e dannoso per il paese – dialogante con un centro liberale obbligatoriamente progressista. Casini si ritiene l’organizzatore di un centro moderato e riformista. SEGUE A PAGINA 6 E rano anni di grande fermento culturale e politico quelli nei quali incontrai Giuseppe Chiarante, e con lui Lucio Magri, Ugo Baduel, Franco Boiardi. Un esigente gruppo di giovani che insieme imboccarono poi un diverso percorso dopo una vivace militanza nel Movimento giovanile della Democrazia cristiana. Noi dell’università cattolica di Milano, ancora impegnati negli studi, seguivamo con grande interesse il fervore che animava la rivista del movimento Per l’Azione, guidata da Franco Maria Malfatti, che si apriva ad autori e libri di diverso orientamento culturale e politico. SEGUE A PAGINA 7 Buoni intenti a metà STEFANO MENICHINI È sempre difficile valutare l’effettivo peso di un documento, in una dinamica dominata più dalle mosse che dalle idee. Vale anche per la carta d’intenti presentata da Bersani: pare ritagliata ad hoc sul dialogo con la sinistra diffusa, a cominciare da Sel; però farà anche da piattaforma per il confronto nelle primarie con Renzi, Tabacci e altri; infine, dovrà essere accettata, nei vincoli che propone, da chi vorrà condividere col Pd responsabilità di governo (mai più Unione). Tante cose, poi capita che testi impegnativi siano travolti dagli eventi. Il lavoro merita comunque di essere discusso seriamente. Sul piano meramente politico, la linea di Bersani paLinea politica re inapquella giusta, puntabile, da mesi. Bersani però Tutto fin vede solo una qui regge. La decisioparte dei mali ne originaria (e faticaitaliani ta) su Monti, la tenuta su una posizione di sostegno al governo, il lavoro di cucitura e ricucitura sui provvedimenti più dolorosi, la rottura con Di Pietro, ora la conferma che il Pd è consapevole di dover protrarre la politica di solidarietà ampia, molto oltre i confini della sinistra, anche nel caso di successo elettorale: scelte da leader autorevole e responsabile. Il discorso sull’Italia è molto incompleto. I mali del paese da curare, i nemici da combattere, si riducono all’accoppiata liberismo/ populismo: tutto della crisi italiana viene fatto risalire al dominio di questa coppia ideologico politica, da cui si esce lungo la strada maestra di una politica popolare, ridistributiva, mirata all’uguaglianza. Ma questi sono caratteri globali, non risiede qui né nell’arroganza della rendita finanziaria l’eccezionalismo italiano che si dice di voler cancellare. Bersani invece sa bene quanto siano italiani la cattiva spesa pubblica, la diffusa (e popolare) noncuranza per le regole, l’esaltazione dei diritti e il fastidio per i doveri, il disconoscimento del merito, l’allergia alla competizione aperta, la melma consociativa. Nel discorso forte e onesto che gli italiani meritano di ascoltare da chi li vuole governare non può esserci solo la colpevolizzazione della Spectre liberista mondiale. Ci sono tanti difetti antichi, preberlusconiani e trasversali, che il Pd deve avere “l’intento” di cambiare. Chiuso in redazione alle 20,30