La Sveglia n.126 - novembre 2010 - Foglio sindacale della
FibaCISL
CREDEM
La mala ocupaciòn...?
Elenco (non esaustivo) di persone che soffrono per motivi di lavoro.
Per ragioni di spazio e di ambito di diffusione del nostro giornale, si fa qui riferimento alla sola realtà Credem (e dintorni). Se non vi ritrovate in queste categorie, dateci il vostro contributo per continuare l’elenco..
• giovani diplomati e laureati in cerca (a volte disperata) di primo impiego
• giovani colleghi la cui crescita professionale è bloccata causa mancanza di nuove assunzioni per la job rotation
• cassieri che non riescono a prendersi un giorno di permesso per mancanza di sostituti e nuovi assunti
• personale ad elevata seniority che viene incentivato ad andarsene “nonostante” l’assenza di sostituti
• dipendenti obbligati dall’azienda a farsi le ferie in novembre per la mancanza di sostituti negli altri mesi
• madri (e padri) che faticano a conciliare le esigenze famigliari con i tempi di lavoro
• dipendenti lasciati a spasso da una delle società cui il Credem esternalizza lavorazioni
• dipendenti strappati ad altre banche e dopo qualche anno considerati un “peso” per la filiale
• personale che riceve la promozione attesa da anni, ma subordinata ad un nuovo patto senza clausole di salvaguardia
• elementi di valore che se non firmano il nuovo patto di non concorrenza vengono accantonati professionalmente
• dipendenti che da anni attendono di fare formazione per non diventare “obsoleti”
… e la buena formaciòn !*
Abbiamo scritto sul numero scorso che “la formazione è un tassello fondamentale per la crescita delle persone” e che
“nel lungo periodo favorisce l’occupabilità”.
La conoscenza deve essere migliorata e stimolata costantemente, altrimenti svanisce, oppure rischia di non servire più,
nella frenetica (e a volte schizofrenica) evoluzione del nostro mondo.
Benjamin Franklin scrisse, anni fa, che "l'investimento in conoscenza è quello che paga il più alto tasso di interesse".
Su questo tema (e sugli altri di cui sopra) serve un impegno straordinario. Noi siamo pronti a fare la nostra parte.
La banca ci tiene al nostro Pensa che a novembre vogliono farmi fare
a tutti i costi le 5 settimane di ferie che mi
benessere psicofisico...
hanno negato nei 10 mesi precedenti …….!!!
CREDEM
Composto e Stampato presso la sede Fiba/CISL di Reggio Emilia - Via Turri, 69 - tel.0522/357445 - (fax 357438)
- e-mail [email protected] - zona Credem nel portale Fiba/CISL Nazionale www.fiba.it
Hanno collaborato a questo numero:
Sandoni M. - De Conti S. - Tattolo A. - Gallo S. - Ghinoi C. - Spadacini L. - Masi C. – Mecatti A.
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La Sveglia n.126 - novembre 2010 - Foglio sindacale della
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CREDEM
SALVATE IL CSA !
Questo contributo, che volentieri pubblichiamo, ci giunge “dalla Gli strumenti aziendali (“evadere ogni giorno i post it”) in
trincea quotidiana di filiale” e chiama in causa due questioni:
questo modo diventano spesso adempimenti burocratici che
•
•
la carenza degli organici, che da tempo segnaliamo all’azienda, anche in conseguenza del blocco di assunzioni
il modello commerciale. Dopo la sua presentazione (ved.
LA SVEGLIA n. 114 di luglio 2009) esprimemmo apprezzamento per il messaggio di fondo (“soddisfare i bisogni dei
clienti, no vendite forzate) ma mettemmo in luce il rischio
che taluni aspetti potessero svilire il contributo della professionalità dei singoli colleghi.
Il numero dei clienti persi dalle filiali viene continuamente
evidenziato come un punto critico nell'andamento della banca.
L'azienda ne individua la causa in una sottovalutazione da
parte dei gestori; la figura maggiormente coinvolta è il CSA.
Si fa continuo richiamo, anche tramite “post-it” a video, alla
necessità di fidelizzare la clientela.
Paradossalmente, viene chiesto di più sulla cura del cliente,
dove, per merito dei colleghi che la praticano ogni giorno, il
mercato ci giudica già ai vertici del sistema bancario (come
conferma lo stesso DG nel commento alla semestrale).
Eppure l'insistenza dell'azienda su questa strada è tale da legittimare il sospetto di volersi sostituire completamente a noi
non solo nell'organizzazione del nostro tempo ma anche nella
gestione della relazione con il cliente (prodotti da collocare,
tempi e modi del contatto con il cliente etc.).
L'azienda sembra ritenerci incapaci di un’autonoma ed efficace organizzazione della nostra attività, dimenticando che la
relazione con i clienti, in quanto persone, non può essere ricondotta lungo linee prefissate, rischiando addirittura di comprometterla.
tolgono tempo all'attività commerciale, rendendo la gestione
del nostro lavoro più affannosa e svilita ... quindi meno
produttiva !
Per migliorare la qualità del servizio il problema è sempre lì,
come tutti sanno (soprattutto i capi): i carichi di lavoro!!!
Bisogna infatti chiedersi: come fa un povero Csa, sulla cui
testa cade ogni problema "vagante" in filiale, a seguire con la
dovuta attenzione (pur con i necessari supporti informatici e
commerciali) un numero di persone che arriva anche a
2.000 ?
Come può conoscere anche solo vagamente i bisogni di 1.500
(o più) clienti ?
Molte situazioni al limite del collasso si sono create (o comunque appesantite) in seguito al processo di
"riportafogliazione” deciso lo scorso anno. A causa della
variazione dei target di clientela delle varie figure commerciali, i ssf dei Csa (o dei Gup) si sono ulteriormente
"gonfiati" e gli organici medi delle filiali Credem non consentono di disporre di “valvole di sfogo”.
All'epoca vi era chi temeva la perdita di clienti non abbastanza seguiti in situazioni “stressate” che si sarebbero create in
mancanza di "rinforzi".
L'eventuale emorragia di clientela "mass" fu evidentemente
ritenuta dall'azienda un danno assolutamente sopportabile
Le strategie aziendali spettano ovviamente alla dirigenza, che
è pagata per questo. Risulta però incoerente alla prova dei
fatti (e dei danni) additare il gestore per il deflusso di clienti.
Per l'unica vera soluzione possibile, ovvero qualche risorsa
nuova da affiancare a chi si trova in trincea, possiamo, più o
meno serenamente, smettere di sperare ?
UN PATTO…PER LA VITA !
Comincia a circolare per la Banca una nuova versione
del Patto di Non Concorrenza.
Definirlo “strong” è un eufemismo.
Cominciamo col dire che è priva di scadenza, nel senso
che la durata triennale si attiva nell’ipotesi di dimissioni dal Credem, ma qualora queste non si verificassero,
di fatto l’impegno non verrebbe mai ad estinguersi.
Proseguiamo dicendovi che (per 3 anni dalla cessazione del rapporto) il dipendente non può svolgere nessuna attività, neppure a titolo gratuito presso istituzioni
finanziarie: quindi, niente più lavoro in banca.
O si va ad aprire un chioschetto oppure si fa la fame !
Tenete presente, in proposito, il non trascurabile aspetto economico (le cifre erogate dalla banca non si discostano da quelle del più tradizionale patto di allungamento del preavviso).
Parliamo invece di penale in caso di non osservanza
dell’obbligo di non concorrenza: la retribuzione annua
lorda va restituita al Credem…moltiplicata per due !
E non è tutto: il dipendente non ha modo di recedere
unilateralmente dall’impegno, mentre la banca può
farlo quando vuole.
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Insomma, se si firma questo patto, ci si blinda mani e
piedi, ma soprattutto ci si mette in condizioni di poter
ricontrattare ben poco del proprio futuro professionale.
Dulcis in fundo, il dipendente si assume l’obblìgo, una
volta uscito, di informare il Credem di ogni variazione della propria attività lavorativa!
Cosa dire?
Intanto, che è sempre valido l’invito, fatto anche sullo
scorso numero della Sveglia, di leggere bene ciò che si
firma.
A nostro avviso, una attenta lettura di questo nuovo
patto ben difficilmente può invogliare a sottoscriverlo!
Ricordiamo che il patto di non concorrenza è disciplinato dal Codice Civile, ma a livello giurisprudenziale
si ritiene che non possa precludere una attività lavorativa adeguata a chi lo sottoscrive.
A noi pare che l’obbligo di non lavorare, per 3 anni, in
un’altra banca impedisca di fatto il sostentamento del
dipendente.
In attesa di approfondimenti legali…rispeditelo al
mittente, o non fatevi trovare quando verranno a
proporvelo !
La Sveglia n.126 - novembre 2010 - Foglio sindacale della
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CREDEM
La voce delle donne: 2) Madri e lavoro
Continuiamo l’analisi delle risposte al nostro questionario sulle “pari opportunità”.
Il lavoro assorbe molto tempo nella nostra vita e far convivere le esigenze familiari con quelle del lavoro è
complicato per tutti; lo è soprattutto per le donne con figli (56% del campione di riferimento).
Tutto va pianificato con attenzione; chi lavora a tempo pieno passa in ufficio un terzo della propria giornata (e a
volte anche di più !). Le esigenze personali e professionali sono spesso contrapposte. Vediamo come il rientro
dopo la maternità è stato vissuto dalle donne che hanno risposto alla sezione C del nostro questionario.
Domanda. Se sei stata assente per maternità, al rientro in azienda hai avuto la sensazione di dover subire:
%si
%no
%non risponde
rallentamento di carriera
65%
16%
19%
calo di interesse da parte dell’azienda
59%
22%
19%
scarsa disponibilità sugli orari
32%
44%
24%
difficoltà con i superiori per assenze
28%
48%
24%
cambio mansione
31%
49%
20%
cambio sede di lavoro
35%
43%
22%
Dalle risposte risulta evidente che la maternità determina una svolta nel percorso professionale delle donne, già
in situazione svantaggiata riguardo a qualità del lavoro, difficoltà di accesso ai vertici e (non ultimo) stipendio.
Pare migliorata (rispetto ad un passato anche recente) l’attenzione dell’azienda in tema di orari flessibili e parttime; perché non sperimentare anche il telelavoro, che in alcuni casi può essere uno strumento per ottimizzare e
razionalizzare l’utilizzo del proprio tempo di vita e di lavoro ?
Riguardo a cambi di mansione e/o sede di lavoro, la legge 53/2000 (art 17) dice che “la madre, al rientro dopo
l’astensione obbligatoria e/o facoltativa ha diritto ad essere adibita alle stesse mansioni o altre equivalenti, nella
stessa unità produttiva o in una situata nello stesso comune fino al compimento dell’anno del figlio. In tal senso,
va approfondito il dato (troppo elevato) relativo a colleghe che ritengono di aver “subìto” uno spostamento
Per ulteriori informazioni su congedi/permessi potete rivolgervi:
•
ai patronati INAS CISL presenti nelle vostre province;
•
via mail ([email protected]) a Laura Spadacini oppure a Stefano De Conti presso la Fiba/CISL territoriale di
Reggio Emilia (tel. 0522 357445 o cell 338 1397187).
ANTIRICICLAGGIO: LA FORMAZIONE
La formazione è una voce che va diminuendo nei costi
delle aziende a causa della crisi.
Grave è che ciò avvenga anche sull’ antiriciclaggio,
mettendo il personale delle banche in situazioni elevatissimo rischio .
La legge in questione (n. 231/2007) pone dei limiti ai
trasferimenti di denaro e richiede la segnalazione delle
operazioni sospette; il singolo operatore di banca è investito di una grande responsabilità penale , oltre che
amministrativa e di carattere strettamente soggettivo.
Ruoli come quello di direttore di filiale (sempre più
spesso focalizzati dalle banche alla sola attenzione sui
budget) sono fortemente esposti a questi rischi, come
dimostrano le prime sentenze sulla materia.
Anche se sono molte le contraddizioni della dottrina al
riguardo, la normativa va applicata alla lettera e non
può in alcun modo essere presa “alla leggera”.
L’obbligo formativo su questa materia è chiaramente di
competenza della banca; ci pare al proposito quantomeno di “dubbia efficacia” la modalità più frequentemente
usata (Formazione a distanza), in barba ai consigli di
Banca d’Italia.
Ricordiamo a tutti che la legge sull’antiriciclaggio non
prevede l’ignoranza a propria discolpa: si rischia di
pagare “in proprio” azioni ed omissioni che, magari in
buona fede, erano pensate per “favorire” i clienti o i
budget della Banca.
Come Sindacato riteniamo di non dover lasciare “soli” i
dipendenti di banche ed assicurazioni.
Per sensibilizzare sui rischi della normativa antiriciclaggio la Fiba Cisl organizza seminari sull’argomento
in tutt’Italia già da tempo, e sta continuando in diverse
province anche in questi mesi.
Da questo sforzo di elaborazione e di informazione della nostra sigla sindacale ha avuto origine l’articolo apparso su Il Sole 24 Ore – Plus del 2 Ottobre.
Per gli iscritti che sono interessati all’argomento sono
disponibili:
•
l’opuscolo del nostro esperto Mario Capocci dal
titolo “La normativa Antiriciclaggio”
•
il vademecum riportato nell’articolo di cui sopra
•
il dvd sull’antiriciclaggio prodotto dalla Fiba
•
“cash” prezioso manualetto (non solo) per i cassieri.
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La Sveglia n.126 - novembre 2010 - Foglio sindacale della
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CREDEM
Credem in ...Breve
FERIE
A PROPOSITO DEL PEGGIOR PBA
Pubblichiamo alcuni contributi di colleghi “stimolati”
dalle storie del “peggior Pba” reperibili su Agorà.
“E' da venerdì sera che ogni volta che apro la Home Page
mi "girano".
“Ma vuoi che in un momento come questo, in cui stiamo
tirando tutti come somari, senza risparmiarci mai, debba
vedere quei piedi sulla scrivania che mi balzano agli occhi
ogni volta che apro il computer???
Vorrei sapere a chi e' venuta questa bella idea, con questo
tempismo, e (tra l'altro) a fianco del questionario su come
sviluppare la P.R.”.
“Invece di spendere soldi per manifesti e gadget su Passione e Responsabilità sarebbe meglio che qualcuno pensasse
prima di agire...
Spero lo tolgano al più presto (tanto penso che l'abbiamo
letto e ci siamo alterati tutti, ormai...)”.
“Oggi sulla Intranet hanno pubblicato questa cosa....
un po' esagerata...come se in rete non si facesse nulla....
Sempre a prendersela con le filiali, che sarebbero in perdita....ma negli uffici Centrali ?
Cosa succede negli uffici centrali???....”
“Ma pensa se un domani presenta domanda di assunzione
un ragazzo che si chiama Alessandro Carbone...rigettata
subito, nessuna speranza di essere assunto neppure se si
trattasse di un genio. Respinto per colpa del nome, alla
faccia della meritocrazia...”.
Insomma, una forma di racconto “diversa” rispetto allo
stile aziendale fa girare le scatole proprio a chi non dovrebbe sentirsi chiamato in causa.
Obiettivo (della comunicazione) mancato.
Dobbiamo tornare sull’argomento perché
l’avvicinarsi del fine anno sta determinando vere e proprie scene d’isteria in tema di
ferie non godute.
Senza ripetere i riferimenti al CCNL ed alla
legge che abbiamo riportato sul numero scorso, vogliamo ribadire che il diritto alle ferie, fondamentale per
ogni lavoratore, non va svilito.
Ammesso che alcuni colleghi (come sostiene l’azienda)
accumulino senza motivo troppi giorni di ferie, finendo per
usufruirne solo in minima parte durante l’anno, questo non
autorizza diversi Responsabili a prendersi cura del problema solo in termine d’anno e sotto la minaccia di penalizzazioni per il conto economico della loro Unità Produttiva.
FERIE E BUONSENSO
Il normale buon senso dovrebbe essere sufficiente per gestire la questione ferie, e se il dipendente teme che tale
dote faccia difetto al proprio capo può esigere che il piano
ferie annuale venga confermato tempestivamente, dando
così certezza ai periodi richiesti.
Risulta invece intollerabile il caso (non infrequente) in cui
si riceva l’intimazione di ultimare le ferie entro l’anno
(cioè a novembre !) dopo che nei 10 mesi precedenti sono
stati negati a più riprese periodi brevi o lunghi per esigenze
di servizio o mancanza di sostituzione.
FERIE E PSICODRAMMI !
E’ circolata nei giorni scorsi all’interno della Divisione
Corporate una mail piuttosto pesante sul tema ferie.
Al di là della chiarezza con la quale esplica il meccanismo
economico negativo provocato da un elevato numero residuo di giorni di ferie al 31/12, ci pare fuori luogo elencare
nomi e cognomi delle persone con il maggior arretrato.
C’è un elementare rispetto della riservatezza e delle situazioni personali che va salvaguardato: i casi singoli non si
gestiscono con una mail inviata a tutta la Divisione.
Quando si affronta un problema solo nei suoi aspetti economici, si finisce per passare sopra alle persone.
Prova ne sia che la stessa mail elenca perfino i casi di maternità, e lungi dall’esprimere almeno umano apprezzamento per la scelta delle colleghe, si limita ad auspicare
“spero ci aiuti GES !”.
UNA FIRMA TROPPO…LUNGA
Sono comparse sulla Intranet alcune comunicazioni di carattere normativo, relative ad importanti aspetti del nostro
lavoro (antiriciclaggio, responsabilità amministrativa exL. 231, adeguatezza degli investimenti ecc…).
Si tratta di testi piuttosto complessi, in qualche caso dei
veri e propri manuali operativi.
Invitiamo i colleghi a cliccare sul pulsante della “presa
visione obbligatoria” solo dopo aver effettuato una attenta
lettura dei documenti.
Non è proprio il caso di “firmare” elettronicamente senza
conoscenza delle normative e dei relativi rischi.
FERIE E MINACCE !
FONDO PENSIONE
Cosa dire poi della chiosa finale:“chi non raggiungerà gli
obiettivi...non credo passerà delle buone festività !”.
La morale sta nelle ultime righe: “quello che conta è IL
MANICO del CAPO...dove c’è ...girano RISULTATI e
FERIE...dove NON C’E’...non GIRA NULLA !”.
(maiuscole, errori e accostamento tra risultati e ferie sono
tratte dal testo, quindi originali).
E’ la morale del manganello, ci verrebbe da dire pensando
al manico del capo.
Una morale che non ci piace e che rigettiamo al mittente.
Lo scorso 15 novembre si è riunita l’assemblea dei Rappresentanti della Cassa di Previdenza dei Dipendenti Credem,
per deliberare sui compensi per gli Organi Sociali.
E’ stata confermata la scelta, che le Fonti Istitutive adottarono alla nascita del Fondo, di non remunerare gli amministratori della Cassa se dipendenti di un’azienda del gruppo.
Con l’occasione, è stata data notizia della recente approvazione del nuovo Statuto da parte della Commissione di
Vigilanza (Covip).
Pertanto, nei prossimi mesi verranno rese disponibili le
nuove funzionalità di cui abbiamo scritto sullo scorso numero della Sveglia.
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