RENDICONTI DELLE SEDUTE E BREVI COMUNICAZIONI 707 essi pienamente giustificati dal dovere che incombe a ogni studioso, botanico o no, di muovere in cerca della verità e di depurarla, al bisogno, dalle scorie della leggenda e della poesia. Ci è capitato tra mano un opuscolo di notizie sulla regione, dovuto alla penna del celebre CAMPANA, nel quale la questione del Cipresso non avrebbe potuto prospettarsi con minor numero di parole e con più abile disinvoltura. Eccone il testo preciso : « De Cupressu nihil invento. Qui immensam hanc molem intuenUir, nihil proceriiis sublimiusque vidisse dicant. Posila ne romana aelale prope alicuiiis Primalis cinerest Ipsa ne romana aelale veluslior? Sed haec disputando ab iis sunt, qui et naturavi cupressus norint, et cupressum metiri possunt » (l). Per capire nel loro giusto peso i riferimenti del CAMPANA riguardo alle origini arcaiche del Cipresso, per quanto espressi in forma suppositizia, fa duopo richiamare di volo, per sommi capi, i principali eventi di natura etnica che appaiono, molto probabilmente, acquisiti all'antica cronistoria del luogo. Osserveremo dunque che : i°) in questo lembo di territorio ebbero sede, in epoca remota, g l i Umbri, popoli di provenienza celtica, e primi a chiamare col nome di Insubria tutta la zona di terra che' si svolge tra il Ticino e l'Adda ; poi scesero i Sicambri, di nazionalità germanica, soppiantati quasi subito dagli Etruschi che per lunga pezza vi si stabilirono a farla da padroni ; ma anche questi, verso l'anno 600 a v . C , furono attaccati e ricacciati lontano dal brenno BELLOVESO, condottiero di ben 150.000 G a l l i ; ed è da allora che PInsubria venne a chiamarsi Gallia Cisalpina. G l i Umbri lasciarono tracce' di loro presenza nel nome di Vico Seprio e nei monumenti sepolcrali druidici delle Corneliane e del Monsorino ; g l i Etruschi nella necropoli di Golasecca, ricordo della strage compiuta su costoro dai soldati di BELLOVESO, opinione avvalorata dal fatto che un numero così sterminato di tombe non ha vicino che pochi avanzi di abitazioni umane e che d'altra parte sì g l i Etruschi che i Galli avranno dovuto certamente tumulare i loro morti dopo la battaglia, prima di accingersi g l i uni a ritirarsi' sulle Alpi e g l i altri ad avviarsi alla guerra contro Roma, dopo aver distrutto Seprio e fabbri cato Milano ; e finalmente i. Galli nelle fondate città di Gallarate (Area G a l lorum) e Novara (Nova area Gallorum),; 0 2 ) nei dintorni di Somma Lombardo ebbe luogo, dopo il tempo della seconda guerra punica, il combattimento di Annibale contro i romani condotti da CORNELIO SCIPIONE del quale incontro, come è stato dimostrato ad esuberanza da GIOVANNI BATTISTA GIANNI (2), parlano POLIBIO e TITO LIVIO (3). I numerosi rinvenimenti di urne funerarie, coi relativi attrezzi bellici, non permettono di avanzare dubbi di sorta ; 3 ) un secolo dopo irruppe l'invasione dei Cimbri (attestata ancora oggidì dal paese di questo nome che trovasi appunto a poca distanza da Somma) i quali, passando le Alpi in cerca di terre da coltivare, ad essi negate dai Romani, dovettero conquistarsele a prezzo del loro sangue ; e da ultimo ebbero inizio le 0 (1) Monumenta Somae locorumque circumjaceniium, Mediolani, 1784, p. 3 3 . (2) GIANNI G . B . , Battaglia del Ticino tra Annibale e Scipione ossia Scoperta de'l Campo di P. C. Scipione, del silo della battaglia e delle tombe dei Romani e dei Galli in essa periti, Milano, I . R. Stamperia, 1824. (3) POLIBIO, libr. I l i , cap. 62-66; TITO LIVIO., libr. X X I , cap. 39-47.