Editoriale 2009 Ciao a tutti soci di Terzo Millennio, eccoci qua, un anno è passato dall’uscita del giornalino, e nel frattempo la vita del gruppo è proseguita senza grandi novità, però devo dire che qualcosa si è mosso. Faccio un passo indietro, parto dall’uscita del giornalino 2008 per arrivare ad oggi, nell’arco di quest’anno le attività svolte sono state : la giornata della memoria nelle scuole medie a fine Gennaio; la serata del 25 Aprile che per varie vicissitudini non è stata realizzata in collaborazione con le scuole medie, ma un doppio spettacolo fatto dai gruppi “Scarpe Rotte”, e “Cani di Trifola”, che devo ringraziare per la qualità e la capacità di esecuzione da loro dimostrata ; a Maggio si è voluto riproporre il “Salam de Ram” con annesso spettacolo di teatro dialettale alla sera, pomeriggio sottotono complice una giornata caldissima che andava bene per fare di tutto tranne che per mangiare pane e salame,la sera grande affluenza di pubblico allo spettacolo realizzato dalla compagnia La Pal di Rudiano, anche loro veramente bravi. Arriviamo a Luglio con la oramai consolidata festa di Terzo Millennio, quest’anno si è lavorato molto e con molta fatica, è stata una festa riuscita grazie alla collaborazione di persone che come noi piace stare insieme,lavorare insieme,divertendosi insieme e a loro mando un grandissimo grazie. Grazie all’ AGE, Marco,Alberto, Alessandro, Beppe, Lucia, Ciancio, Michele, Vincenza, Giovanni, Alice, Erman, Fabrizio, Maria, Maurizio... e altri ancora che purtroppo non riesco a ricordare il nome e con cui mi scuso. Un ringraziamento va anche a chi ci ha aiutato e sostenuto con il loro contributo nelle nostre iniziative, al Comune di Pontoglio, alla BCC, Petra Costruzioni, Coop, Salumificio Bertoli, confidando per collaborazioni future. Tirando le somme della festa si può dire tutto tranne che sia andata male, grande musica, grande affluenza di pubblico, e calorosa partecipazione per quei tre giorni di musica e divertimento. Ora bisogna rimboccarsi le maniche per affrontare il nuovo anno, che spero sia meglio di questo, perché credo fortemente nel fatto che si può solo e sempre migliorare! È vero, le nostre iniziative da un po’ sono sempre quelle, forse dovuto al fatto che sono sempre gli stessi che le propongono, le organizzano,e quindi se anche voi la pensate così, dateci nuove idee, nuovi spunti per migliorare nella qualità e nella forza di continuare. Concludo con l’augurio e la speranza di vedervi numerosi alle prossime iniziative, scambiandoci quattro parole e perché no, bere qualcosa in compagnia di Terzo Millennio. Il Presidente Gian Luca Martinelli PONTOGLIO DA PROMUOVERE, PONTOGLIO DA BOCCIARE Non ci resta che sperare nell’impegno dell’Amministrazione affinché l’anno prossimo si possa fare un bell’articolo solo su un Pontoglio da promuovere. Ne saremmo tutti felici. È quest’anno una novità. Il nostro simpatizzante ed amico Daniele Zani ci ha lanciato una proposta: ci ha parlato di un Pontoglio da bocciare, cioè di un Pontoglio poco in vista ma che non fa certo pensare bene. E quindi dai rifiuti spesso abbandonati all’esterno dei cassonetti (cosa che il Comune si è, per ora, impegnato a ripulire); dalla discarica al Purtù del Diàol; fino all’abbandono di un mucchio di Eternit all’esterno dell’Isola Ecologica Comunale. Sarebbe toccato a noi parlare di un Pontoglio da promuovere, ma avremmo scritto ancora di Associazioni e Volontariato e non ci piace ripeterci. Così abbiamo affidato questa parte all’Amministrazione Comunale, invitandoli a scrivere sul nostro annuale Pagina Zero (d’altronde chi meglio di loro poteva parlarci di un Pontoglio da promuovere?). "Purtroppo, la natura, non riesce a coprire le malefatte." Così valuterete cosa c’è da promuovere e da bocciare nel nostro paese. Ringraziamo il signor Zani e l’Amministrazione scusandoci per l’omissione degli opuscoli sulla zanzara tigre per questioni di spazio, anche se è chiaramente dichiarato nell’articolo dell’Assessore che detti opuscoli sono stati consegnati casa per casa, quindi ci sembra di non avere recato grande danno. Però c’è un’amara conclusione: l’Eternit abbandonato da più di un anno da qualche mascalzone fuori dall’Isola Ecologica è ancora lì. "ViaGonzarola: uno degli esempi di disinvolta potatura " LA PAROLA ALL'ASSESSORE DANIELA BERTOLI: Sono ormai tre anni che sono investita da due assessorati che nelle passate amministrazioni sono stati un po’ trascurati, sia nelle azioni che nelle risorse economiche. Per l’Assessorato al Commercio ho cercato di sviluppare dei progetti che fossero di poca spesa (visto che in bilancio non avevo a mia disposizione grandi risorse economiche) ma di notevole efficacia. Partendo dai riconoscimenti a coloro che, nel corso degli anni di attività, hanno dovuto affrontare non pochi problemi, a partire dalla concorrenza dei centri commerciali per quanto riguarda le piccole attività di vicinato, per poi premiare quelle che sono le industrie storiche di Pontoglio, che hanno dovuto fare i conti con la crisi globale e con la concorrenza orientale. Quindi, con il supporto della Regione Lombardia e la presenza dell’Assessore regionale Franco Nicoli Cristiani, abbiamo premiato i titolari delle “Botteghe Storiche” : la ferramenta Gatti “MAIULI’”, le calzature di Schivardi “GIANI SCARPULI’”, il bar Paola “BAR DEL TRANI”e la macelleria Pedroni. Nel gennaio 2009, in occasione della festa di S.Antonio, le industrie storiche, accolte da un parterre di tutto rispetto, hanno ricevuto direttamente dal vice presidente alla Provincia di Brescia Aristide Peli, dall’onorevole Raffaele Volpi, dal consigliere regionale Enio Moretti, oltre che dall’amministrazione comunale intera, i riconoscimenti per aver perseverato nella loro azienda per molti anni, apportando un consistente benessere al tessuto sociale di Pontoglio. Questo ha voluto essere, oltre che un ringraziamento a tutti gli effetti, un segnale di fiducia che, in questo periodo di notevole difficoltà, l’amministrazione ha voluto dare a supporto dell’attività privatistica. Le aziende premiate sono state la storica Manifattura “Pontoglio spa”, la Cementifera di Vezzoli, macchine agricole Caravaggi, salumificio Bertoli srl, Delta Petroli, Eurocarni di Molinari, fucinatura Pontogliese di Brignoli Rinaldo,carpenteria di Loda Paolo, Nuovo Mulino Schivardi. Sul sito del Comune di Pontoglio è inserita la brochure (disponibile sul sito www.comunedipontoglio.eu) ricca di documenti e fotografie storiche delle aziende, che gentilmente ci hanno fornito il materiale per la pubblicazione. Nell’occasione delle feste di fine anno 2008 il comune di Pontoglio ha acquistato un albero di natale per rallegrare la piazzetta Diaz, piccolo centro commerciale del paese. Colgo l’occasione per ringraziare i commercianti che hanno collaborato alle raffinate decorazioni sia alla fontana che presso le loro vetrine. Il mese di ottobre 2009 vede protagoniste le “Botteghe in Pontoglio” L’iniziativa nasce da un’esigenza di rivitalizzare il nostro paese a livello commerciale di vicinato, invitando il cittadino ad avvicinarsi maggiormente alle attività presenti sul territorio. Il negozio sotto casa ha la peculiarità di avere un professionista commerciale che ci può consigliare sull’articolo o sul servizio di cui abbiamo bisogno, instaurando così un rapporto di fiducia e di cortesia che difficilmente troveremmo in un grosso centro commerciale. Se da un lato la grande distribuzione ha il vantaggio del parcheggio sicuro, della pluralità dei prodotti offerti, per contro ha lo svantaggio, non trascurabile, dell’impiego di tempo (ormai sempre più ridotto) per raggiungere questi centri, il consumo di carburante, la distanza da percorrere all’interno dell’ipermercato, fattori che non sempre sono “comodi” ed ecologici. Se pensiamo poi che nel nostro carrello, alla fine, ci ritroviamo, oltre a quello che ci serve nel nostro quotidiano, prodotti che involontariamente hanno attirato la nostra attenzione all’acquisto, risulta che la nostra spesa è stata alquanto dispendiosa. Il negozio sotto casa non ha prezzi che si discostano di molto da quelli del centro commerciale, anzi, spesso ci possiamo trovare prodotti di qualità ad un prezzo inferiore. La raggiun- gibilità spesso non richiede l’uso dell’auto, la distanza tra un negozio e l’altro non è superiore a quella dei negozi all’interno dei centri commerciali. La peculiarità del negozio di vicinato è il contatto umano che troviamo all’interno, sia con il negoziante che con le persone che conosciamo, con le quali possiamo conversare nell’attesa del nostro turno. In un periodo di crisi globale come quella che stiamo vivendo si rende sempre più necessario escogitare economie domestiche quotidiane, ecco che questa può essere un’opportunità di risparmio presso i commercianti pontogliesi. Per l’Assessorato all’Agricoltura l’impulso ad operare è arrivato in prima battuta dall’associazione “La Vecchia Fattoria” che, nel 2006, ha iniziato a collaborare per sviluppare quella che oggi è diventata la Festa della Mietitura alla 4° edizione e la prima Rassegna Arti e Mestieri della Valle dell’Oglio che sta percorrendo l’iter per il riconoscimento regionale. Grande è stata la partecipazione di pubblico e notevole la risonanza su televisioni e giornali bresciani e bergamaschi. Sul sito del comune di Pontoglio alla voce commercio agricoltura è riportata la rassegna stampa della manifestazione di quest’anno. I miei più grandi ringraziamenti vanno a coloro che hanno reso possibile la buona riuscita dell’evento e dò appuntamento all’anno prossimo che vedrà lo sviluppo della festa e rassegna in due week end tra il 25 giugno al 4 luglio 2010. Per l’Assessorato alle Politiche Ambientali ho curato in parte l’educazione ambientale a scuola, inserendo, grazie alla disponibilità del dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Pontoglio dott.ssa Romana Marchetti, una serie di lezioni propedeutiche sulla raccolta differenziata seguite poi da una vera e propria gara tra le classi con il conferimento dei materiali riciclabili. Mi sono piacevolmente stupita dell’interesse e dell’entusiasmo espresso dagli alunni, i quali, principali attori di questa iniziativa, sono stati meritevolmente premiati con diplomi e premi didattici. A conclusione del percorso educativo siamo andati a visitare uno dei più grandi impianti di riciclaggio della plastica alla Montello spa, dove i ragazzi hanno seguito passo per passo la rigenerazione del PET e dei flaconati fino al prodotto finale. Durante questa visita, gli alunni hanno potuto vedere un impianto di biogas all’interno dell’azienda, che dal recupero dell’umido, con un processo anaerobico, va ad alimentare i motori per la produzione di energia elettrica. Il residuo di questo processo è un ottimo fertilizzante per l’agricoltura. Confidando nella costante collaborazione dell’Istituto Comprensivo, l’educazione ambientale continuerà a scuola anche durante questo anno scolastico, poiché la capacità dei ragazzi di trasmettere a casa ciò che hanno acquisito negli orari scolastici ha consentito l’aumento della raccolta differenziata di 2 punti percentuali nelle tabelle trasmesse al comune dall’azienda Cogeme spa. A giugno 2009 si è svolta la giornata ecologica, durante la quale i ragazzi del Consiglio Comunale Ragazzi sono stati protagonisti della pulizia e la cura dei parchetti del paese. I miei complimenti vanno al senso di responsabilità espresso dai partecipanti che, con serietà, hanno rilevato le esigenze dei nostri parchi di nuovi cestini e giochi per bambini. L’assessorato alle politiche ambientali si è impegnato a migliorare l’attuale situazione inserendo nel prossimo bilancio comunale risorse economiche atte a corredare del necessario le zone verdi del paese. Molto rimane ancora da fare ma… chi ben comincia è a metà dell’opera. Grazie ragazzi. ZANZARA TIGRE Per la tutela del territorio è stato distribuito casa per casa il volantino per limitare il diffondersi della zanzara tigre. Molte sono state le richieste di disinfestazione nelle zone abitate ma, il trattamento che sopprime le zanzare sopprime anche tutte le altre specie di insetti, anche quelle più utili. Meglio sarebbe invece che ognuno di noi seguisse dei piccoli accorgimenti che evitano il proliferare di questo fastidioso insetto, anche perché l’80% delle cause sono proprio nei nostri giardini e nei nostri orti. SEMPLICEMENTE ACQUA Nel corso del 2007, vedendo le analisi all’acquedotto di Pontoglio, mi resi conto che la nostra acqua è buona e non clorata. Tramite il laboratorio di analisi di Cogeme ed un successivo colloquio con il responsabile dell’ASL di Palazzolo, si valutò l’ipotesi di servire alle mense scolastiche l’acqua del rubinetto. Per maggiore scrupolo si installarono dei distributori che filtrassero l’acqua senza toglierne le proprietà organolettiche. Questo ha portato più vantaggi: l’acqua del nostro servizio idrico è costantemente analizzata e quindi più sicura di quella in bottiglia, l’imballaggio in PET è notevolmente ridotto e i ragazzi alle mense sono più consapevoli nel consumo, liberi di bere quanta acqua vogliono dal distributore ma senza avanzi nella bottiglia come in passato. Lo stesso tipo di erogatore è stato installato presso l’entrata del Municipio, in modo che chiunque possa bere acqua fresca liscia o gassata a piacere. Per facilitare le famiglie alla raccolta differenziata della plastica, oltre che all’isola ecologica, i sacchi verdi sono distribuiti anche presso la sede municipale, in modo da incentivare il più possibile il corretto conferimento. Ecobox per toner L’assessorato alle Politiche Ambientali si è fatto carico far collocare gratuitamente il contenitore per toner e cartucce di stampanti esausti da rigenerare tramite la ditta Brother Italia spa presso gli uffici comunali e dell’Istituto comprensivo di Pontoglio. Tutto ciò nell’ottica di produrre meno rifiuti possibili, soprattutto se tossici. PRIMAVERA RICCARDO TERZO Per fare primavera occorre un melo, ma non dimenticarlo, serve un velo tutto azzurro come il cielo; proprio bello questo velo, ma è più bello con un melo. “E ora che l’inverno del nostro scontento s’è fatta estate sfolgorante sotto questo sole di York…” Riccardo Terzo di William Shakespeare, un capolavoro che mai come ora pare scritto da un contemporaneo e invece no, è stato scritto nel 1597. Eppure parla di potere, di come fare per raggiungerlo, senza andare tanto per il sottile, di intrighi, di raggiri e fandonie a non finire pur di apparire innocente. Non so voi ma io mi trovo in imbarazzo di fronte a questo testo, che già allora denunciava certi comportamenti; eppure, a distanza di quattrocento e passa anni, stiamo vivendo le stesse situazioni, meno cruente certo, ma con la stessa finalità: IL POTERE! Ora la frase tanto famosa “Il mio regno per un cavallo” è anacronistica; ora si direbbe “Il mio regno per una televisione, per una apparizione da Vespa, per un posto in un qualsiasi talk show televisivo…”. La nostra società si è inevitabilmente spostata sul concetto del non appesantirsi con problemi o con la ricerca di soluzioni, no, ora si demanda tutto al nostro mentore, al nostro portatore di verità: il “televisore”, e così si sta comodamente seduti senza prendere decisioni, tranquilli senza pensieri, solo in attesa di risposte sicuramente giuste e sacrosante, poiché lanciate attraverso quel maledetto tubo catodico! A volte mi domando perché ci siamo ridotti così, o come mai, quale è stata la causa di questo nostro decadimento oltre che culturale soprattutto sociale, non esiste quasi più il concetto di solidarietà, ci siamo dimenticati che l’Italia è stata ricostruita da gente che non aveva nulla, ma insieme sono riusciti aiutandosi, guardandosi in faccia, scambiandosi pareri, opinioni: insomma è grazie a quello spirito che siamo riusciti ad uscire dal dramma del dopoguerra. Michele Barbieri (classe 1999) Concludo con la speranza di non rivivere la stessa storia del RICCARDO TERZO, un libro che consiglio vivamente per la sua intramontabile attualità. G.Martinelli 25 APRILE, PERCHÉ PER NOI È IMPORTANTE di Alberto Bettinelli Per un gruppo culturale ricordare quello che ha significato la Resistenza è innanzitutto un dovere. Tenere viva la memoria di una parte così importante della Nostra Storia vuol dire riconoscere il sacrificio delle persone che hanno combattuto per un’Italia libera; come dei padri disposti a morire con la speranza di lasciare ai figli un paese migliore. A tutti loro va la nostra gratitudine. L’Onorevole Marcello Pera, quando era ancora Presidente del Senato, lanciò la proposta di cancellare qualsiasi commemorazione al 25 Aprile perché, secondo lui, se ne erano appropriati indebitamente i comunisti e le associazioni di partigiani, mentre a liberarci furono i soldati americani. Era il periodo in cui Oriana Fallaci viveva in un silenzio autoimposto. Ma quando riprese a scrivere, dopo i fatti dell’11 settembre 2001, nell’attacco ai parlamentari italiani ecco che arriva la risposta: “Grazie signor Presidente, la Storia l’ho studiata anch’io e, le assicuro, anche meglio di Lei. Ma io ero una ragazzina di quattordici anni con le trecce e combattevo il fascismo nella Resistenza Italiana sui monti della mia Toscana. Dopo anni di soprusi, di deportazioni, di fucilazioni, di vergognosi crimini commessi dai fascisti, secondo Lei cosa dovevamo fare? Continuare a sopportare? Lasciare quegli assassini liberi di nuocere senza reagire? Lo so anche io che alla fine sono stati gli Americani a liberarci, ma voler cancellare la memoria della Resistenza lo ritengo un crimine contro la Storia”. Ecco, noi non vogliamo dimenticare, vogliamo continuare, finché ce la faremo, a commemorare il 25 Aprile con spettacoli e concerti che da anni organizziamo al Teatro Don Bosco di Pontoglio, con la collaborazione di bravi artisti e soprattutto ragazzi. Coltiviamo la speranza che almeno le nuove generazioni imparino a salvaguardare meglio di noi i valori che generosamente la Resistenza ci ha donato: Pace; Giustizia; Libertà; Democrazia. Valori fondamentali per un Paese veramente Civile. SALA PROVE A PONTOGLIO? In questi anni il gruppo Terzo Millennio gestisce uno spazio musicale nel seminterrato dell’asilo. All’inizio l’apertura era di venerdì sera e si faceva Jam Session dove una bellissima onda di musicisti -e non- si incontrava per suonare insieme, scambiarsi idee o solo per il gusto di stare insieme. Da un paio d’anni a questa parte, in collaborazione con l’amministrazione comunale questa stanza si è trasformata in SALA PROVE aperta tutti i giorni per gruppi musicali che, come è facile immaginare, fanno fatica a trovare spazi dove provare. A disposizione dei gruppi c’è una batteria, un amplificatore per chitarra, uno per basso e un impianto voci, l’indispensabile per poter suonare. COME SI FA? Semplice: si compila una richiesta di utilizzo della sala, si rispetta un regolamento e si versano 20 euro al mese per gruppo. Chi fosse interessato o volesse ulteriori info non esiti a chiamare il 3287220719 io sono Marco. A presto! “LA MUSICA E’ UNA RIVELAZIONE PIU’ ALTA DI QUALSIASI SAGGEZZA E DI QUALSIASI FILOSOFIA” L.V. BEETHOVEN WOODSTOCK Venerdì 15 agosto 1969 Il concerto iniziò alle 17:07 di venerdì con Richie Havens. La prima giornata fu dei musicisti folk. Richie Havens "Freedom" fu un pezzo di totale improvvisazione: il pubblico gli chiedeva tanti bis che (dopo averne fatti ben sette) esaurì il repertorio, e suonando la chitarra si mise a ripetere "freedom", cioè "libertà". Swami Satchidananda fece un'invocazione per il festival. Country Joe McDonald Non era in programma il primo giorno, ma lo fecero esibire a sorpresa e senza la sua band, The Fish, perché molti artisti non erano ancora arrivati. Avrebbe suonato di nuovo il terzo giorno, insieme alla band. John Sebastian, Sweetwater, The Incredible String Band Bert Sommer, Tim Hardin L'esibizione di Tim Hardin, nonostante la scaletta così breve, durò un'ora. Ravi Shankar , Melanie , Arlo Guthrie ,Joan Baez (racconta di come il marito David Harris, obiettore di coscienza, era stato arrestato) Nei giorni del festival Joan Baez era al sesto mese di gravidanza: sarebbe nato il figlio Gabriel. Sabato 16 agosto Il concerto iniziò alle 12:15. Quill , Keef Hartley Band, Santana, Canned Heat , Mountain ,Janis Joplin , Sly & The Family Stone (Iniziarono a suonare all'una e mezza di notte), Grateful Dead La performance dei Grateful Dead fu segnata da problemi tecnici, compresa una messa a terra difettosa; Jerry Garcia e Bob Weir ricordarono di aver preso la scossa toccando le loro chitarre. Creedence Clearwater Revival , The Who (Iniziarono a suonare solo intorno alle quattro del mattino - a causa, si dice, di litigi con gli organizzatori riguardo alla paga)(il sole iniziò a sorgere mentre Roger Daltrey iniziava a cantare il coro in See me, feel me) Alla fine della performance degli Who, Pete Townshend sbatté più volte la chitarra sul palco, poi la gettò al pubblico. Jefferson Airplane (Iniziarono alle otto del mattino di domenica, concludendo la maratona notturna) Domenica 17 e lunedì 18 agosto Joe Cocker inaugurò l'ultima giornata in programma, alle due del pomeriggio. Dopo la sua performace, un temporale interruppe il concerto per diverse ore. Country Joe & The Fish (Iniziarono a suonare circa alle sei del pomeriggio), Ten Years After The Band , Blood, Sweat & Tears , Johnny Winter, Crosby, Stills, Nash & Young (Iniziarono circa alle tre del mattino, con due esibizioni distinte), Neil Young , Paul Butterfield Blues Band Sha-Na-Na Jimi Hendrix (Dopo che la sua band era stata presentata come "The Jimi Hendrix Experience", Hendrix corresse con il nuovo nome del gruppo: "Gypsy Sun and Rainbows") L'inno degli Stati Uniti, eseguita da Hendrix con una forza e dei suoni stranianti che era facile intendere come la sua protesta per la violenza delle politiche degli USA, nella guerra in Vietnam e negli scontri sociali) Jimi Hendrix aveva insistito per essere l'ultimo ad esibirsi al festival, e il suo numero era stato previsto, così, per la mezzanotte; ma non salì sul palco fino alle nove del mattino di lunedì. La maggior parte degli spettatori aveva dovuto lasciare il festival e tornare alla routine dei giorni feriali, così che solo in quasi 200.000 anzi chè 500.000 ascoltarono Hendrix, in una performance che fu quasi una rarità, per la durata (due ore, la più lunga nella carriera di Hendrix), l'energia straordinaria che le impresse, e il pubblico insolito, di pochi fortunati testimoni, nel campo ormai semivuoto, ancora pieno di tracce del grande evento che stava per finire. ALLE FESTE DI MIO FRATELLO.... Da mio fratello, che ha moti anni più dei miei, ho preso molte cose: un naso importante ma fiero, un piglio ombroso, ma solo di primo acchito, la passione per il vino, per il buon vino, l’amore per la musica, per quella sincera. Mio fratello, che come dicevo ha qualche anno più dei miei, quando ero bambina un paio di volte l’anno mi portava con la sua Golf primo modello a delle feste piene di amici… un sacco di giovani, diversi dagli altri che vedevo normalmente per le strade del mio paese (che era l’unica parte di mondo che conoscevo); i ragazzi “alle feste di mio fratello” non si erano ancora fatti da parte, nascosti dietro abiti in due pezzi sempre ben stirati e della lunghezza giusta, le ragazze non si erano rassegnate ad anonime gonne da portare appena sotto il ginocchio (più o meno alla moda a seconda delle stagioni). “Alle feste di mio fratello” le ragazze avevano ancora i capelli lunghi sulla schiena, divisi da una linea di confine netta, le gonne appoggiate alla terra, abiti pieni di specchietti, che molti anni dopo sarebbero tornati in voga, riesumati da “innovativi” stilisti di grido... e i ragazzi erano belli, e sognavano ancora qualcosa, che chissà se si sarebbe mai avverato… ora lo so, erano l’ultimo retaggio di una generazione a noi trentenni d’oggi completamente sconosciuta, anacronistici forse, ma fieri di non essersi arresi ai tempi che si imponevano, erano gli ultimi hippies, quelli che, pur non avendo vissuto il’68, in qualche modo, chissà come, se lo portavano dentro. Ascoltavano buona musica, un tale che cantava di un grande fiume nascosto in una qualche parte di una qualche America, dove erano stati uccisi un sacco di indiani… era la mia preferita quella canzone.. da bambina non mi sembrava triste, ma un inno alla vita, al bisogno fisico di cantarla e ballarla.. la vita intendo… Mi raccontavano e si raccontavano sognanti un grande concerto che gli anni 60, prima di congedarsi, avevano regalato a chi era stato giovane, uno di quei giovani ignari di dover fare i conti, di lì a poco, con gli’80. Io, che avevo quattro/cinque anni, immaginavo quel concerto come un grande carnevale urlante.. con carri, maschere di pastello e pochi vestiti indosso ai travestiti. Crescendo ho sentito più volte parlare di quel carnevale, dove, mi raccontavano, aveva dato il meglio di sé un signore che suonava la chitarra con i denti, finito poi non troppo bene… dove aveva stretto i pugni e gli occhi rotondi una dea, anche lei finita poi non troppo bene… Mi ci sarebbero voluti molti anni (e molti altri me ne ce vorranno) per capire cos’è veramente stato quel “carnevale”, per realizzare che le morti, per quanto strane o impressionanti se raccontate a una bambina, non hanno affatto il potere di uccidere nessuno, soprattutto se le persone cui tolgono il fiato possono farne benissimo a meno, vivere solo del loro talento, del loro genio, del riflesso commosso negli occhi di chi continuerà a passare con loro un po’ di tempo della propria giornata, concedendosi momenti della miglior musica possibile, anche oggi, prima di infilarsi in abiti sempre ben stirati e della lunghezza giusta. STORIA DI UNA MATRICOLA CHE VA PER LA PRIMA VOLTA A MILANO Di Marianna Moioli Tra fine settembre e inizio ottobre comincia per migliaia di ragazzi freschi di diploma l'esperienza universitaria, che ci accompagna per 3/5 anni (in alcuni casi anche molti di più) trasformandoci, da teen-agers che eravamo, negli uomini e nelle donne di domani. Lo “stile si vita” universitario inizia alle 7 del mattino, con la quotidiana lotta contro le ferrovie dello stato, seguita dal tentativo di barcamenarsi tra le linee della metropolitana senza perdersi. Oltre ai piccoli intoppi quotidiani, che con il tempo e l'esperienza impareremo a superare, vale la pena di ricordare i numerosi aspetti positivi della prima settimana di scuola di una matricola. Prima di tutto la sindrome dell'entusiasmo da novità. Chi di noi non l'ha sperimentata almeno una volta! Affrontiamo i primi giorni con eccitazione. Arriviamo tutti puntuali, carichi d'attesa, aspettandoci che il professore dal nome impronunciabile che abbiamo davanti ci svelerà chissà quale arcano segreto. Utilizziamo parole avvolte da un'aurea di mistero quasi con timore: Magnifico Rettore, Quarto d'ora accademico, matricole...che poi nella lingua del liceo si possono tradurre come Preside, intervallo, Primini, ma la poesia non è la stessa. Il secondo aspetto positivo è la varietà; ci si diverte anche solo guardandosi attorno. Sono seduti tutti i tipi umani tra quei banchi, accomunati dal fatto di guardare al futuro ancora con incanto. Ci sono i leaders che lanciano le mode, i rasta, i figli di papà con un fondo fiduciario, gli studiosi con occhiali spessi come fondi di bottiglia, gli outcasts che vivono un po' all'ombra. In questa prima settimana ho scoperto che l'intercalare più in voga in Calabria è “focu” e che nel nord-est soldi si dice “sghei”. E c'è un ultimo aspetto, impagabile, della prima settimana da matricola. Noi “nuovi dell'ambiente” vediamo ancora il Duomo, bisticciamo ancora con l'Africano che tutte le mattine ci lega un braccialetto al polso (e che più avanti impareremo ad evitare), fantastichiamo ancora guardando una ad una le vetrine...tutte cose che forse, quando avremo imparato per bene la strada che separa la stazione dall'università, non faremo più. Infine, la giornata-tipo della matricola-tipo si conclude ad una delle numerose feste di benvenuto che la scuola organizza per noi; meglio approfittarne finché dura! TANTI ANNI FA… IL MIO INCONTRO CON PADRE DAVIDE di Alberto Bettinelli Ebbi la fortuna di conoscere Padre David Maria Turoldo nel lontano 1985: venne a Pontoglio, invitato ad inaugurare un monumento ai Caduti della Resistenza. Furono molte le cose che mi colpirono di questo singolare personaggio. L’aspetto: alto, con mani enormi e dure di chi non è impaurito dalla fatica; la tonaca lisa e sgualcita che portava con orgoglio come avesse accettato la povertà come stile di vita, di più: come virtù. Mi colpì inoltre la sua voce, profonda e decisa, il suo grande dono della parola, l’ardore della sua oratoria profetica, tagliente, umana, dolorosa. Parole di chi la guerra l’ha vista e vissuta, subita. Parole di chi ha scelto di condividere le sofferenze dei disperati. Ma dopo qualche tempo, quando già mi ero letto molti suoi libri, scritti e poesie, mi colpì ancora di più il suo modo di essere uomo, il suo coraggio, la sua forza spirituale in continuo rinnovamento, il suo eterno domandarsi, il suo deciso non arrendersi. Ci misi anni per rendermi conto che in quella lontana sera mi aveva segnato la vita in modo profondo e indelebile. E fu così che mi accadde l’inevitabile. Iscrivendomi anni più tardi al gruppo socio-culturale Terzo Millennio, tra le svariate iniziative culturali, decidemmo di organizzare con la viva collaborazione di Don Angelo Chiappa una serata per rievocare e far conoscere la “PROFEZIA DI PADRE TUROLDO”: la continua ricerca di un amore per l'uma- nità; soprattutto per le persone più deboli e indifese, la perenne lotta contro l’arroganza e la prepotenza del potere che tende sistematicamente a schiacciare i diseredati, i poveri, gli ultimi. E non ci resta che ringraziarlo, questo strano Padre Turoldo, per averci ricordato che una vera fede, una vera coscienza, non si limitano ad adorare un Cristo comodo, ma soprattutto un Cristo che combatte e per questo può dare fastidio. Per averci offerto una diversa chiave di lettura della Storia e della Dignità dei Popoli. Per averci aiutato (e grazie ai suoi scritti e le sue splendide poesie ancora ci aiuta) a ricercare la Pace, il rispetto, il coraggio, la cultura, la conoscenza, la consapevolezza di essere cittadini del mondo intero. La solidarietà ai poveri, agli offesi, agli oppressi, ai deboli, ai diversi. Agli uomini. Quindi grazie di cuore padre Davide. Hai lasciato una grande e ricca eredità. A tutti. PAURA La nostra paura più profonda è che noi siamo inadeguati. La nostra più grande paura è che noi siamo potenti fuori misura. È la nostra luce, non le nostre tenebre, che più ci spaventa. Noi ci chiediamo: “Chi sono io per essere brillante, sfolgorante, pieno di talento, stupendo?” In realtà chi sei tu per non esserlo? Tu sei un figlio di Dio. Il tuo sminuirti non serve al mondo. Non serve a nulla farsi piccoli affinché altre persone si sentano sicure intorno a te. Noi tutti siamo destinati a splendere, come fanno i bambini. Noi siamo nati per rendere manifesta la gloria di Dio che è dentro di noi. Non è sono in alcuni, è in tutti. E quando noi lasciamo risplendere la nostra luce, noi inconsciamente diamo agli altri il permesso di fare lo stesso. Quando noi siamo liberati dalla nostra paura, la nostra presenza automaticamente libera gli altri. N. MANDELA AUGURI A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore, a chi saluta con un bacio, a chi lavora molto e si diverte di più, a chi spegne la tele per fare due chiacchiere, a chi si alza presto per aiutare un amico, a chi ha l’entusiasmo di un bambino e i pensieri di un uomo, a chi vede nero solo quando è buio, a chi non aspetta Natale per essere migliore… Buon Natale! Fede