Vito Simi de Burgis NUTRIRSI? …con piacere! Considerazioni sull’alimentazione e suggerimenti nutrizionali naturopatici Con il contributo di: Note sull’autore: Vito Simi de Burgis nato a Venezia il 14 gennaio 1957, vive e lavora a Venezia come coordinatore di attività sportive in una Amministrazione Pubblica e dopo aver avuto un passato sia da sportivo praticante che da dirigente e allenatore in varie Società Sportive di pallavolo, barca a vela e nuoto, si è laureato con il massimo dei voti in Naturopatia Olistica presso l’Istituto Superiore di Medicina Olistica ed Ecologica (I.S.M.O.E.) dell’Università degli Studi di Urbino. E’ Naturopata certificato FAC-Sincert e ha al suo attivo collaborazioni in qualità di Naturopata Iridologo con vari Enti e Organizzazioni tra cui la pubblicazione del manuale di suggerimenti dietetici per anziani “Nutrirsicome”. Email: [email protected] sito web: www.rinascenza.altervista.org ”Nutrirsi? …Con piacere!” by Vito Simi de Burgis is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License. Permissions beyond the scope of this license may be available at http://salusvitae.blogspot.com/ Quest'opera è stata rilasciata sotto la licenza Creative Commons Attribution-NonCommercialNoDerivs 2.5 Italy. 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Tutto è sempre e meravigliosamente interconnesso in noi anche dal punto di vista anatomico attraverso i tessuti delle mucose, con influenze funzionali reciproche tra i vari organi e sistemi del corpo e della mente, del 3 nostro organismo vivente nella sua unità ed integrità, anche se nella maggior parte dei casi non ce ne accorgiamo e tutto spesso rimane nel subcosciente. L’apparato digerente, è comandato dal neurovegetativo ed è innervato principalmente dal sistema parasimpatico (dal cosiddetto nervo vago) che è geneticamente legato al nostro istinto di conservazione, alla nostra sopravvivenza e quindi alla ricerca e acquisizione degli alimenti. Il bisogno fondamentale del nutrimento è regolato dai centri della fame e dalla sazietà che sono localizzati nell’ipotalamo che regola il neurovegetativo e che, facente parte del sistema nervoso centrale, continuamente invia e riceve segnali sia dalla corteccia cerebrale per la parte più conscia riservata all’organizzazione della ricerca attiva del cibo, sia, in maniera autonoma e meno consapevole, invia e riceve segnali provenienti dalle varie parti del nostro organismo e dai vari organi dell’apparato digerente come per esempio la distensione della pareti dello stomaco, l’aumentata salivazione, l’ipo o l’iperglicemia e la sensazione della mancanza di energie legata spesso ad una maggiore irritabilità dell’individuo. Nell’alimentazione sono coinvolti anche tutti i nostri organi sensoriali, i nostri sensi, quindi anche il pensiero e il sistema emozionale, in particolar modo il sistema limbico funzionale alla sopravvivenza, al mantenimento di una condizione di tranquillità, di sicurezza, di omeostasi percepita inconsciamente come senso di benessere, con l’amigdala che ha una funzione di pulsione comportamentale verso la ricerca e verso un 4 appagamento attraverso il cibo della percezione sensoriale a base emotiva del piacere. Il senso di gratificazione attraverso il cibo ed il nutrimento è predeterminato geneticamente nell’uomo che a questo riguardo è dotato del senso del gusto finalizzato alla conservazione della specie, e così tutto acquista un senso! Il senso del gusto originariamente servirebbe, proprio attraverso il piacere e l’appagamento sensoriale concomitante e conseguente, a permetterci di scegliere i cibi di cui abbiamo più bisogno e che interagiscono positivamente con il nostro organismo inteso come unità psico-neuroendocrina-immunologica (PNEI)1, ma questa capacità, in un’epoca in cui i cibi sono prodotti e adulterati, snaturati e trasformati sin dall’origine, queste percezioni si sono quasi completamente perse negli adulti, forse ne è rimasto un abbozzo nei primi anni di vita di un bambino, ma poi si perde completamente per l’abitudine e forse l’assuefazione a sapori standardizzati apparentemente piacevoli, che possono solo riempire un vuoto, ma che alla fine, a parte danni alla salute e possibili conseguenti futuri disfunzioni e malesseri anche a distanza di anni, non sono congiunti ad un progetto evolutivo umano in accordo con le leggi della Natura e della Vita. La parola "dieta" nel senso comune acquisito del termine, sarebbe da mettere al bando perché mettersi a tavola non è solo un semplice appagamento della fame e della sete in stretto senso salutistico preventivo e curativo e condizione fondamentale e vitale, ma anche, e forse soprattutto, gratificazione emotiva che può pure acquistare valore culturale e sociale. Deve essere la conoscenza del cibo fornita dalla scienza dell’alimentazione a guidarci e consigliarci, a fornirci dati e componenti di base che ognuno di noi può adattare al proprio stile di vita e al proprio piacere, tenendo conto che ultimamente vi sono delle conferme scientifiche secondo le quali ogni individuo, pur in un quadro generale, dovrebbe avere un proprio tipo di alimentazione con fini salutistici e che vi è una certa correlazione positiva tra genoma e scelta e consumo appropriato dei cibi (nutrigenomica). Non entrando nei particolari di questo nuovo interessante aspetto della ricerca scientifica, si ribadisce che un discorso primario dev’esser fatto sulla qualità dei cibi: dove c'e la qualità, la grande quantità si rivela un’esagerazione e quindi un danno alla salute. L’ottima qualità dei cibi è presupposto base di qualsiasi tipo di regime o dieta nutrizionistica, dalla zona, alla molecolare, alla vegetariana, alla vegana, alla monodieta, alla dissociata, ipocalorica, Kousmine etc. etc. per finire alla dieta mediterranea. 1 La PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (PNEI) è considerata un approccio scientifico multidisciplinare, psicosomatico e somatopsichico, che prende in esame fattori stressori e le interconnessioni funzionali tra psiche e i vari sistemi fisici dell’organismo umano nella sua totalità evidenziandone squilibri o alterazioni che possono portare a disfunzioni e stati morbosi. 5 Se un alimento è di altissimo livello, se vien prodotto in maniera naturale senza alcun tipo di inquinamento o contaminazione, ne basta mangiare meno perchè in esso vi sono alla massima potenza esaltate tutte le sue proprietà nutrizionali oltrechè di sapore e sapidità. Attenzione solo alla qualità vera, superiore, non quella diffusa dall’industria e dalla pubblicità che peraltro viene assegnata ad esperti della comunicazione e del comportamento umano, abilissimi nel saper presentare e confezionare un prodotto aumentandone l’attrattiva ed esaltandone le proprietà, ma a volte mistificanti o profani sugli effetti nocivi di quel determinato prodotto alimentare. A questo punto una doppia domanda sorge spontanea: chi e come si controlla la qualità di un cibo? Su queste problematiche si aprono discussioni che esulano in parte dalle argomentazioni trattate in questo opuscolo e che riguardano soprattutto le leggi a tutela dei consumatori, i metodi di conservazione, i metodi di cottura, l’agricoltura etc. etc.. Quello che qui possiamo dire è che bisogna individualmente, e, perché no, anche convivialmente, ripristinare il senso e le capacità di una efficace degustazione degli alimenti che in ogni caso ci aiuta a considerare la buona o meno buona qualità dei medesimi. Poche, fondamentali regole bastano per porre le basi di una sana e corretta alimentazione e nulla vieta, con sensibilità e attenzione, di cedere ogni tanto a sani “peccati di gola”. Scegliendo i cibi propri del territorio in cui viviamo, che è già un primo sano e corretto criterio di scelta dietologica degli alimenti, fino ad arrivare al supposto kilometro zero2 valido per tutti i luoghi del mondo, salubrità, eccellenze, equilibrio e qualità ci vengono date proprio dalla cosiddetta “dieta mediterranea”3 i cui valori si ispirano a modelli nutrizionali tradizionali dei paesi Europei che stanno attorno al Mar Mediterraneo e sono oggi riconosciuti a livello internazionale, tanto che la dieta mediterranea è inclusa dal 16 novembre 2010 tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità dell’UNESCO per le sue confermate proprietà salutistiche oltrechè di piacevolezza. Inoltre in Italia dal 2008 la dieta Mediterranea è riconosciuta ufficialmente come dieta di riferimento biologica. 2 Nessun kilometro per trasporti e vendita diretta dal produttore al consumatore: eco-sostenibilita, salvaguardia dell’ambiente, abbattimento dei costi e maggior garanzia di freschezza e qualità del cibotutela della salute. 3 La dieta mediterranea consiste principalmente in un elevato consumo di cereali (pasta, pane, riso, avena, farro, mais, ceci, miglio etc.), legumi, frutta, verdura, erbe aromatiche, olio di oliva, vino specialmente rosso (in quantità controllate) e naturalmente pesce. Uno dei cardini di questo regime è rappresentato dall’olio extra vergine d’oliva che secondo autorevoli e confermati studi, preserva maggiormente da mortalità dovute a coronaropatie, rispetto ad altri grassi di origine animale presenti anche nella carne. 6 Ed è qui che ha senso una forma di rieducazione alimentare generale che parta già da una scelta più accurata del nostro nutrimento privilegiando e stimolando una produzione più naturale, biologica, organica e biodinamica delle sostanze alimentari. Un’alimentazione sana, equilibrata e piacevole si basa sull’utilizzo di alimenti qualitativamente ed energeticamente vivi e il più possibilmente integri e vari, in modo tale da poter mantenere la naturale abbondanza delle sostanze nutritive. Tutti i cibi, a parte la loro struttura e costituzione chimica hanno loro insite proprietà energetiche sottili, eteriche, che entrano in risonanza con il nostro organismo anche a seconda di come vengono preparati e dei differenti momenti in cui vengono introdotti (concetto di stagionalità oltre che di territorialità: ovvero prodotti di stagione tipici del territorio e dei luoghi in cui abitualmente viviamo). Queste qualità dei cibi vengono notevolmente ridotte se non annullate dall’industria alimentare, conserviera e dai metodi di sfruttamento agricolo intensivo del territorio e degli allevamenti per prevalenti scopi commerciali. Qualità del cibo è uguale a qualità della vita che è uguale a benessere e piacere, quindi cibo è piacere! Può sembrare un controsenso questo sillogismo operato da un dietologo o da un nutrizionista in tempi in cui si raccomandano diete ferree e regimi alimentari costrittivi quasi privi di gusto e con nessuna concessione al piacere, ma c’è da pensare che nell’evoluzione della specie umana vi è sempre stata una ricerca di cibi e di metodi di preparazione e trasformazione degli stessi che ne aumentassero l’attrattiva gustativa, ed in questa ricerca non vi è soltanto da ravvisare un accenno verso una maggiore estetica formale e sostanziale del nutrimento, che quindi si fa identità culturale, ma un accenno simbolico teso al raggiungimento di traguardi sempre più immateriali dello spirito e delle attività umane. Anche se i cibi semplici, naturali, freschi e di altissima qualità e provenienza non abbisognano certo di aggiunte o preparazioni culinarie eccessive per renderli più piacevoli al palato! Verso i cibi è altamente improbabile che si manifesti un sentimento di indifferenza totale: o ci piacciono, o non ci piacciono, o proviamo senso di piacere, o senso di disgusto, di attrattiva o di avversione. Abbiamo dei doveri verso il nostro corpo, nel senso di rifornimento energetico per il suo mantenimento, ma abbiamo anche dei diritti a preferire quello che più ci aggrada: il trucco è quello di darsi ogni tanto qualche ”contentino” sempre con coscienza, senza rinunciare ai piaceri del cibo e della vita aprioristicamente, perché tutto è interconnesso in noi e l’importante è comprendere le varie istanze del nostro essere nella sua totalità. E’ questo il criterio di base a cui fare riferimento cercando di sentirci e di ascoltarci intimamente: mens sana in corpore sano e viceversa, il che vuol dire dare ascolto alle esigenze fisiche, ma anche alle nostre preferenze 7 gustative nel mangiare, a meno che questo non diventi un continuo surrogato o sostituto di mancanze e bisogni di altro genere. I fenomeni biologici, tutti quanti, digestione e assorbimento dei cibi inclusi, sono una riorganizzazione della materia con fini evolutivi: è importante quindi prendere sempre maggiormente coscienza di che cosa e come ci si alimenta a cominciare dalla scelta dei cibi. Gli elementi chimici che costituiscono la vita e i cibi sono sempre gli stessi (carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, zolfo etc etc.) ma si dispongono in maniera diversa nei fenomeni biologici, aggregandosi in strutture altamente instabili, e l’instabilità proprio perché è una caratteristica tipica della vita, è necessaria all’evoluzione e consente il susseguirsi delle manifestazioni vitali stesse. Si va dall’ordinatamente stabile tipico del mondo minerale all’ordinatamente instabile tipico dei fenomeni degli esseri viventi in cui tutto è sempre in mutamento dalla nascita, alla crescita, alle espressioni tipiche dell’età adulta per finire con il decadimento delle funzioni vitali, alla incipiente sclerotizzazione dei tessuti sino alla morte biologica in cui si ritorna ad uno stato ordinatamente stabile. Lo yang diminuisce e lo yin aumenta per poi riprendere un altro ciclo! L’apparato digerente è legato soprattutto al mantenimento della vita che a sua volta negli animali è connesso al movimento e quindi all’apparato locomotore per procacciarsi le sostanze nutritizie, e l’uomo non sfugge a questa funzione basilare, ma in più ha anche una capacità elaborativa di pensiero che gli permette di compiere delle scelte maggiormente consapevoli. Riconosciute ed attuali ricerche scientifiche hanno constatato che un uomo può vivere sino a 120 anni predeterminati geneticamente se riesce a vivere in armonia con l’ambiente senza esserne intaccato negativamente dagli influssi e dalle proprie scelte. E’ fondamentale a tal riguardo la comprensione e la scelta di stili di vita corretti e consoni a cominciare proprio dagli elementi di cui ci nutriamo. Nella nostra moderna società occidentale siamo tentati da una gran quantità di cibi diversi artificialmente e artificiosamente colorati, profumati, apparentemente appetibilissimi , da una grande abbondanza e opulenza, ed a volte mangiamo non per soddisfare una reale necessità fisica bensì per tenere a bada l’ansia, la depressione o qualche disagio esistenziale, per gratificarci con un sostituto emotivo o per riempire un vuoto interiore e questo non è piacere nel senso prima indicato: un autentico senso del piacere non è dissolutezza e deve andare di pari passo con una sempre maggior consapevolezza e dedizione all’atto del consumo del cibo. L’apparato gastrointestinale se fosse disteso avrebbe una grandissima superficie in contatto con l’esterno ampia quasi come un campo di calcio, e, come la pelle, anch’essa sempre in contatto con influssi esterni, è 8 tempestato da un’enormità di stimoli anche nocivi diventando la sede più comune di somatizzazioni e di patologie legate allo stress: ed è per questo che dobbiamo renderci il più possibile informati cominciando per esempio a praticare una degustazione consapevole, senza trangugiare sbadatamente o sfrenatamente i cibi, per avere una maggior capacità di giudizio, per valutare e amare il cibo, la qualità del cibo che diventerà parte di noi stessi, anzi noi stessi: Ludwig Feuerbach scrisse “noi siamo quello che mangiamo”. L’imposizione progressiva delle lobbies dell’agro-alimentare ha senz’altro fatto impoverire e degradato la qualità del mangiare anche in tutte le sue manifestazioni sociali e culturali (vedi per esempio i fast food) e in questo contesto artificiale si possono cogliere gli aspetti più dannosi e negativi per la salute dell’uomo: in Occidente la prima causa di morte ovvero le malattie dell’apparato cardiocircolatorio rappresentano circa la metà dei decessi, e insieme ai tumori, anch’essi causa di mortalità ogni 3 decessi, sono, per accordo della totalità degli studiosi, legati ad errori ed eccessi alimentari. Per non accennare poi ad altri disturbi e malattie legate ad un eccessivo e squilibrato nutrimento come le varie sindromi metaboliche, l’obesità, sindromi anoressiche, il diabete etc. etc.. Sembra che annualmente di media ingurgitiamo, circa 4 kg tra additivi, conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità etc. etc. e molti di loro, come per esempio i nitriti che possono per legge essere aggiunti agli insaccati e alle carni conservate per riaccenderne il colore, sono veramente nocivi alla salute, e questo non è scritto nelle confezioni come per esempio avviene per i pacchetti di sigarette! E’ da evitare il più possibile l’alimentazione prodotta e trattata in maniera industriale, anche il cosiddetto biologico industriale, ed è viceversa da promuovere il consumo dei prodotti realmente biologici della terra certificati e possibilmente a cosiddetto kilometro zero. Visto il costo ancora elevato del cibo di ottima qualità non è facile l’applicazione di una sana alimentazione secondo tali criteri a causa dei problemi sociali dei meno abbienti, però, a parte il fatto che tale scelta rappresenta un investimento individuale sulla propria salute e quindi a lungo andare anche una minor fonte di spese sanitarie anche per la società nel suo complesso, è anche vero che tale tipo di cibo è più soddisfacente sotto tutti i punti di vista e quindi se ne consuma senz’altro in minor quantità contenendone quindi i costi. La gestione del nostro modo di nutrirci, del nostro comportamento alimentare e conseguentemente della ricerca del nostro benessere psicologico, fisico ed emotivo si ha cominciando a fare la spesa, magari quotidianamente, sapendo amministrare le continue suggestioni che riceviamo perché il successivo atto del cibarsi non sia governato troppo dall’emotività. 9 Di seguito una degustazione consapevole è l’inizio di un processo di ascolto interiore e rappresenta un’occasione di crescita per l’individuo in sé e a ricaduta per la società nel suo complesso. Degustazione e piacere non devono rimanere termini che si riferiscono solamente ad una visione puramente elitaria, edonistica e voluttuaria, da buongustai o da intenditori, ma dovrebbero affrancarsi da questi limitati ambiti per divenire consapevole pratica quotidiana in accordo con concrete ed adeguate tendenze di vita più naturali e significativamente umane. Respirazione e ancor più nutrizione sono attività umane sotto nostro diretto controllo che contraddistinguono il nostro modo di vivere quotidiano e sono in stretto congiunzione con il nostro stato di salute fisica e mentale, con il nostro “terreno” costituzionale. Aldilà dei gusti, dolce, amaro, salato, piccante e acido che senz’altro possono da soli influenzare il nostro stato d’animo, come per esempio i dolci che ci danno un inconfondibile senso di soddisfacimento, sono proprio le qualità eteriche dei cibi che possono influenzare in maniera più profonda la nostra attività mentale e i nostri comportamenti soprattutto nella sfera emotiva migliorandone o peggiorandone l’umore. In Oriente nella Medicina Tradizionale Cinese che considera l’alimentazione il primo e più naturale rimedio per tutte le malattie, si scelgono i cibi non solo rispetto alle loro proprietà Yin e Yang ed ai 5 gusti, ma anche facendo attenzione all’istantaneo primo gusto più volatile (egui) che si ha introducendo il cibo in bocca, rispetto alle qualità del gusto successivo all’inghiottimento meno percepibile immediatamente, ma che poi rimane velatamente più persistente e può legare lingua e palato (shibui): ad ognuna di queste percezioni si associa un determinato effetto sia organico che psichico. Ed ora entrerò maggiormente nelle specificità e nelle metodiche di quanto sinora anticipato. I NUTRIENTI FONDAMENTALI E LA DIGESTIONE Prima di entrare nel merito dei suggerimenti dietetici, mi pare necessario iniziare con una premessa informativa ed esplicativa sull’alimentazione dal punto di vista dei suoi costituenti di base per meglio intendere i consigli dietetici e i 2 menù settimanali stagionali che mi permetto di proporre nella seconda parte. In ogni caso si tratta di suggerimenti dietetici esemplificativi da applicare come integrazione e completamento di un corretto e sano “modus vivendi” e non saranno certamente sostitutivi di terapie per la cura di patologie già conclamate o diagnosticate da medici e dietologi. Sono consigli naturopatici in quanto non si prendono in considerazione malattie o stati morbosi in senso stretto, bensì lo stato della salute, dell’incremento del benessere e della gioia di vivere in tutti i sensi, quindi il 10 mantenimento e l’accrescimento della prosperità dell’individuo nella sua integrità psicofisica ed emotiva. Compiti fondamentali di un Naturopata, oltre quelli di favorire il riequilibrio energetico di un organismo stimolando naturali processi di drenaggio e detossinazione dall’accumulo di sostanze e di scorie dannose, di apprezzare e far prendere coscienza dei meccanismi propri di autoguarigione in caso di disfunzionalità, è quello di educare ed indirizzare un paziente ad ascoltare se stesso, a prendere coscienza di quali grandi possibilità ha di sentirsi bene in salute intraprendendo sani e corretti stili di vita appropriati alla propria costituzione, a cominciare dal cibo. Della salute spesso ci si accorge quando non c’è! La vita delle cellule del nostro corpo è la nostra vita Il nostro buon funzionamento e la nostra buona salute sono soprattutto il buon funzionamento e la salute delle cellule che formano gli organi ed i tessuti del nostro corpo, che sono alla base di tutte le nostre funzioni vitali. Ne consegue che una buona manutenzione del nostro sistema cellulare parte da noi stessi, dal nostro essere e prender coscienza di come funzioniamo all’interno come all’esterno del nostro corpo, sin dalla più piccola parte del nostro essere, adottando corretti stili di vita, a cominciare da una sana e regolata alimentazione. Gli alimenti sono l’origine dell’energia cellulare e quindi di tutto il nostro sistema vitale: prima che le cellule possano utilizzare tali sostanze (ovvero proteine, lipidi4 e zuccheri5) è opportuno che i cibi vengano scomposti, demoliti e ridotti in molecole sempre più piccole che possano entrare nelle cellule, trasportate dal sangue, per poter veramente essere qui assimilate, digerite e trasformate in energia e in altre sostanze di cui il nostro corpo abbisogna sia dal punto di vista fisiologico-funzionale, come gli ormoni, sia dal punto di vista costitutivo e di sostegno, come il processo di crescita e riparazione dei tessuti che ci costituiscono (per esempio il collagene e l’elastina). La digestione inizia da quando cominciamo a percepire il senso di fame, magari anche stimolato dagli odori delle pietanze, e materialmente inizia dalla bocca con la masticazione e l’insalivazione che ci permettono di iniziare a triturare grezzamente e amalgamare il cibo immessovi. Tutto questo sistema di reazioni chimiche di accumulo, demolizione, assimilazione, sintesi e trasformazione in energia degli alimenti va sotto il nome di metabolismo e serve a favorire e condizionare l’accrescimento, il rinnovamento ed il mantenimento del nostro organismo vivente. 4 5 Chiamati anche grassi o acidi grassi. Chiamati anche glucidi o carboidrati 11 Sommariamente ed in sintesi il metabolismo, ovvero la trasformazione delle sostanze nutritizie, serve in parte alla costruzione (anabolismo) di elementi utili al corpo, ed in parte a fornire energia da consumare (catabolismo), il tutto attraverso reazioni biochimiche con o senza ossigeno (rispettivamente aerobie o anaerobie), ed i cui prodotti finali, ovvero principalmente acqua (H2O), anidride carbonica (CO2), e prodotti di rifiuto finiscono nell’ambiente per essere primariamente un'altra volta utilizzati attraverso la fotosintesi clorofilliana dalle piante. Schematizzando si può dire che la demolizione enzimatica, o catabolismo, di queste molecole di cibo avviene in tre fasi: 1. Le grandi molecole complesse vengono degradate fino alle subunità che le costituiscono: le proteine in aminoacidi, gli zuccheri complessi in zuccheri semplici, i lipidi in acidi grassi e glicerolo. Questi processi sono identificabili come digestione, e avvengono principalmente fuori delle cellule per opera degli enzimi6 secreti. 2. Le piccole molecole così ottenute penetrano nella cellula e vengono ulteriormente degradate nel citoplasma7; 3. Nei mitocondri (organuli interni alla cellula che servono alla produzione dell’energia cellulare) avviene quindi la respirazione cellulare, poiché le piccole molecole prodotte nella seconda fase sono completamente degradate ad anidride carbonica e acqua per opera dell’ossigeno. E’ in questa fase che viene prodotta la maggior quantità di molecole di ATP, acido adenosintrifosforico8, ovvero l’energia di cui abbiamo bisogno. Le proteine e i grassi, dopo essere stati demoliti con la digestione, passano direttamente alla fase di respirazione; gli zuccheri, invece, hanno una seconda fase, più complessa con molte reazioni enzimatiche, che prende il nome di glicolisi ovvero scomposizione del glucosio (C6H12O6)9, lo zucchero fondamentale fonte dell’energia. Molti costituenti alimentari vengono detti essenziali. Con questa terminologia si intende “indispensabili per la vita” ma anche, in senso stretto, “essenziali” perché il nostro organismo non è in grado di produrli autonomamente, devono cioè essere assunti attraverso il cibo. 6 un enzima è una proteina in grado di accelerare e stimolare una determinata reazione biochimica rimanendo la sua costituzione chimica inalterata quando la reazione si è conclusa trasformando determinati componenti 7 il citoplasma è la sostanza fondamentale all’interno della cellula in cui sono inclusi tutti i vari organuli cellulari ed il nucleo stesso della cellula; esso è circondato dalla membrana cellulare ed è composto principalmente di acqua 8 l’ATP è la molecola fondamentale del metabolismo in cui è immagazzinata nei suoi legami biochimici tutta l’energia prodotta e spendibile, ed è composta da uno zucchero (ribosio), da una base azotata e da fosfato 9 il glucosio è la principale composto organico fonte di energia in natura ed è formato dagli elementi carbonio ( C ) , idrogeno ( H ) e ossigeno ( O ) 12 Tra questi vi sono i 20 aminoacidi10, tra cui appunto i cosiddetti aminoacidi essenziali che non sono autonomamente sintetizzabili dal corpo, ma devono essere introdotti con l’alimentazione. Tutti gli aminoacidi essenziali e non essenziali sono contenuti in cibi di origine animale, mentre quelli essenziali sono carenti nelle proteine di origine vegetale. Essenziali in senso stretto sono anche gli EFA, ovvero gli acidi grassi essenziali di cui in generale la nostra alimentazione è sempre più carente e che hanno, oltre alle varie funzioni tipiche dei grassi (costituzione delle membrane cellulari, fosfolipidi11 nelle sinapsi del sistema nervoso, salute della pelle, produzione di energia etc.) una funzione primaria nella costituzione del cosiddetto colesterolo buono (HDL) e sono indispensabili per un sano, efficiente sistema immunitario in quanto precursori nella sintesi di piccoli ormoni cellulari chiamati eicosanoidi buoni (tra cui alcune prostaglandine e mediatori nelle infiammazioni e nelle allergie). Questi acidi grassi essenziali sono solo 2 e sono l'acido alfalinolenico, un omega 3 e l'acido linoleico, un omega 6 i quali sono anche costituenti della vitamina F a cui a volte danno il nome. In generale gli omega 3 si trovano soprattutto nel pesce azzurro o comunque nei pesci grassi dei mari freddi: salmone al naturale, sgombro, aringhe, sardine, alici, olio di fegato di merluzzo, tonno a pinne gialle (tipico del Mediterraneo) e nei semi di lino, nelle noci e nella pianta selvatica infestante, ma commestibile della portulaca (ottima sia cruda che in frittata). Gli omega 6 sono nella frutta secca: noci e mandorle (non negli arachidi) e negli oli di semi spremuti a freddo, di fresca spremitura e non cotti di girasole, mais, soia, sesamo, borragine, nell’olio di ribes nero nella farina d’avena e pochissimo nell’olio d’oliva. Nella dieta giornaliera bastano da 5 a 8 grammi di acidi grassi essenziali, con un rapporto di 4/1 tra omega 6 e omega 3. Oltre a questi grassi c’è da dire che anche i grassi monoinsaturi (per esempio l’olio extra vergine d’oliva spremuto a freddo) migliorano i sapori e rallentano l’assorbimento dei carboidrati. Una buona digestione ed una corretta assimilazione ed utilizzazione del cibo deve essere soprattutto enzimatica cioè favorita dagli enzimi, mentre se il cibo si attarda nello stomaco e nel tratto intestinale vi può essere decomposizione batterica e il cibo può andare in fermentazione e/o putrefazione nel canale gastrointestinale risultando meno digeribile. 10 i 20 aminoacidi sono l’alfabeto che costituiscono le centinaia di migliaia di proteine presenti nel nostro organismo ed in generale in natura; dal punto di vista biochimico, semplificando, possiamo dire che le proteine hanno gli stessi elementi fondamentali degli zuccheri (ovvero C, H e O) più l’azoto ( N ) e gli altri elementi di cui sono composti gli altri aminoacidi: per esempio l’emoglobina ha in più il ferro (Fe) e così via. Oltre che a far parte dei tessuti alcune proteine sono anche ormoni, anticorpi, enzimi etc. etc. 11 sono grassi che contengono oltre a carbonio, idrogeno e ossigeno anche fosforo ( P ); i grassi sono prevalentemente costituiti da carbonio e idrogeno, ed hanno una catena molecolare lunga, ripetitiva e simmetrica e sono generalmente insolubili in acqua. 13 Gli enzimi si trovano in quasi tutti i cibi non cotti e non raffinati principalmente nelle verdure e negli alimenti (specie carboidrati) integrali. Nell’alimentazione svolgono un’azione fondamentale anche i sali minerali e soprattutto le varie vitamine e gli oligoelementi12 che appartengono alla categoria più generale degli enzimi e coenzimi catalizzatori delle reazioni vitali. La cottura degli alimenti è spesso causa di distruzione di alcune vitamine (C in particolare), di ormoni13 vegetali, di disinfettanti naturali (aglio), di sostanze aromatiche e di preziosi enzimi. Alla luce delle più moderne e verificate teorie scientifiche sull’alimentazione, proprio gli enzimi stanno acquistando sempre maggior valore perché catalizzano reazioni metaboliche di divisioni di grandi molecole proteiche e di amidi in molecole più piccole favorendone l’assimilazione: ma gli alimenti più ricchi di enzimi sono quelli crudi e già una cottura a 47,7° dei cibi per 15 minuti distrugge tutto il patrimonio enzimatico. Senza dilungarci troppo sulle proprietà e sulle funzioni già diffusamente conosciute delle varie vitamine, ricordiamo che alcune sono assimilabili solo con la partecipazione dei grassi ovvero liposolubili (A, D, E e K) mentre tutte le altre sono idrosolubili ovvero solubili nell’acqua (gruppo B, C, PP, E ed F). Dopo questo rapido excursus biochimico, ecco alcune NORME DIETETICHE NATURALI E LORO QUADRO DI RIFERIMENTO Ben consapevole che un ritorno e/o l’attuazione completa di un tipo di alimentazione che sia più naturale possibile è solo parzialmente concretizzabile e comunque cercando di non essere per così dire “integralisti” e rigidamente allineati verso un certo tipo d’indirizzo dietologico, cionondimeno mi pare ugualmente necessario e utile aggiungere a quanto qui sinora esposto, alcune considerazioni, consigli ed informazioni emerse e frutto delle ricerche di questi ultimi anni i cui riferimenti sono rintracciabili nella bibliografia di seguito allegata. Come già affermato precedentemente, le nuove tecnologie produttive ed in generale il cambiamento del tenore di vita hanno alquanto modificato le nostre abitudini alimentari. Non tutto quello che ci piace ci fa bene: siamo così bombardati dalla pubblicità, presi da ritmi di vita sempre più accresciuti e assillanti, che, anche per comodità, siamo condizionati e suggestionati a scegliere cibi pronti e confezionati di cui siamo attorniati, ricchi in grassi idrogenati o saturi, di zuccheri e farine raffinate, oltre a conservanti, additivi, coloranti, emulsionanti, antiossidanti etc.: in pratica tendiamo a nutrirci di cibi il cui valore vibrazionale non raggiunge la frequenza di risonanza e la lunghezza 12 13 sostanze chimiche presenti in piccolissime dosi o tracce gli ormoni sono messaggeri chimici che trasmettono informazioni tra un organo e l’altro e/o tra cellule 14 d’onda di 6.500 Angstrom che corrisponde allo stato di salute dal punto di vista elettromagnetico, quindi ci nutriamo di cibi “morti”, di calorie nude (soprattutto conserve alimentari, margarine, pasticceria di produzione industriale, zucchero bianco raffinato, ed in minor misura anche alcolici e superalcolici, carne cotta e salumi, cioccolato, caffè, pane bianco e prodotti di panificazione da farine raffinate, formaggi fermentati, uova dopo il 15° giorno, latte bollito pastorizzato e marmellate). ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI: Per non parlare poi dei cibi provenienti da organismi geneticamente modificati (o. g. m., soprattutto soia e mais importati come materie prime dagli Stati Uniti) che stanno invadendo sempre più le nostre tavole senza che ce ne rendiamo conto (perché costituenti altri tipi di alimenti, soprattutto di lavorazione industriale: piatti pronti, biscotti, pane, surgelati vari, marmellate, margarine etc. etc.) e che sono per la maggior parte responsabili di varie intolleranze e allergie alimentari perché il nostro organismo e soprattutto il nostro sistema immunitario non li riconosce dato che la modifica genetica cui quella determinata sostanza è stata sottoposta non fa parte della memoria genetica, in quanto generata artificialmente e non patrimonio della natura. Inoltre l’indebolimento del nostro sistema immunitario è dovuto all’ingestione di cibi alterati anche attraverso la somministrazione di ormoni e antibiotici ad animali e l’uso di insetticidi, diserbanti, pesticidi e concimi chimici nell’agricoltura per aumentarne la produzione: noi assumiamo tutto ciò che è stato assorbito da altri esseri. Vedi anche l’esempio della comparsa dell’encefalopatia spongiforme bovina (la malattia della mucca pazza) dovuta alla somministrazione di farine animali agli stessi animali erbivori riutilizzando gli scarti di macellazione degli stessi animali (cannibalismo!) magari anche malati, al fine di ridurre ed eliminare perdite economiche nella produzione. In poco tempo nella nostra storia di umani, soprattutto nelle nostre società moderne, civilizzate, postindustriali, i nostri organismi hanno subito, attraverso un rapido cambiamento dell’alimentazione, uno stress alquanto violento nella propria biologia con una chiara incapacità di adeguare rapidamente la nostra struttura anatomica e funzionale. Adesso è più che mai opportuno rendercene conto cercando di ovviare a tali inconvenienti prendendo le giuste precauzioni e cercando di tornare ad un’alimentazione più naturale possibile. Gli alimenti superiori, ideali per la salute le cui vibrazioni sono comprese tra 6.500 – 10.000 Angstrom sono: • frutta fresca ben matura e succhi preparati al momento; • ortaggi freschi di stagione; • legumi crudi o cotti al vapore; • grani di cereali e pane integrale; • germogli (vita allo stato puro!) 15 • frutta oleaginosa e loro oli (olive, mandorle, noci, soia girasole etc.); • latte appena munto, formaggi freschi non fermentati e yogurth fatto in casa; • uova di giornata (le proteine più sane e complete); • pesce di giornata, possibilmente di mare (iodio) e non allevato. Oltre a quanto qui elencato sarebbe opportuno un sempre maggior utilizzo di cibi provenienti da agricoltura biologica e biodinamica certificati. ZUCCHERI RAFFINATI: CAUSA DI POSSIBILI DISFUNZIONI Se si assumono continuativamente troppi zuccheri raffinati (saccarosio) si impoveriscono le riserve degli enzimi che li digeriscono, perché questi vengono tratti direttamente dal corpo. Lo zucchero raffinato, ovvero privo soprattutto di quelle sostanze minerali, vitaminiche ed enzimatiche che si ritrovano nelle barbabietole e nello zucchero di canna allo stato naturale, e che sono fattori di utilizzo del glucosio (a base di cromo presente negli enzimi), è pericoloso perché fornisce calorie nude e per il suo smaltimento ha bisogno di assorbire dall'organismo vitamine e minerali, che così vengono a mancare per le altre funzioni; già in passato lo zucchero raffinato è stato classificato come veleno secondo la definizione del dott. William Coda Martin che definì veleno alimentare “qualsiasi sostanza che inibisce l’attività di un catalizzatore, che sia una sostanza chimica (vedi p. es. alcuni tipi di medicinali) o un enzima che attiva la reazione”. Il metabolismo incompleto dei carboidrati tende a formare metaboliti tossici, che si accumulano nel cervello, nel sistema nervoso e nei globuli rossi (glicemia) interferendo con la respirazione cellulare, facendo ingrossare ed ingolfare il fegato, e quindi immagazzinandosi in varie parti (causando soprappeso e/o obesità) e organi del corpo sotto forma di acidi grassi, quindi alla fine portando ad una progressiva degenerazione dei tessuti. Una delle principali regole alimentari sarebbe quindi quella di non consumare mai a fine pasto dolciumi di vario tipo, che disturberebbero la digestione di qualsiasi tipo di alimenti. Alcuni tipi di enzimi devono essere quindi introdotti dall’alimentazione attraverso l’ingestione di cibi naturali, crudi e freschi come le verdure crude (o al vapore), kefir e yogurth non pastorizzati, vegetali fermentati sotto sale, frutta fresca di stagione ben matura, germogli, legumi crudi (o al vapore) uova e pesce di giornata. Quando le proteine sono assunte da sole sono scomposte in aminoacidi nutrienti, se sono assunte con lo zucchero, o per meglio dire con i carboidrati, possono andare in putrefazione e sono utilizzabili con difficoltà; la stessa cosa accade nell'assunzione di amidi assieme agli zuccheri che 16 fermentano: nell’organismo non ci dovrebbe essere né fermentazione, né tantomeno fenomeni di putrefazione. Ecco qui una tabella sintetica e puramente esemplificativa di abbinamenti alimentari per evitare fenomeni fermentativi: CIBI AMIDACEI ABBINAMENTO CONSENTITO ABBINAMENTO SCONSIGLIATO Pane Olio, verdure in genere carne Pasta Burro e verdure in genere pesce Patate pomodori cotti salumi, affettati Polenta insalata, funghi yogurt Riso Verdure in genere e formaggi grassi, latte intero formaggi magri, latte scremato torte (senza frutta) e biscotti panna uova legumi secchi carote, avocado, verdure mele, prugne Castagne Arachidi Zucca cipolle, spinaci, zucchine, melanzane pomodori crudi, verdure piselli freschi, verdure, fagioli, legumi pere, albicocche, uva, fragole pesche, ananas arance, pompelmi Come potete notare, nella tabella qui presentata, ai cibi amidacei si consigliano come abbinamento sempre le verdure. Per evitare la putrefazione dei cibi che avviene soprattutto per le proteine: evitare di mangiare carne assieme ad alimenti acidi e/o a troppi grassi, quindi per esempio di mangiare una bistecca assieme al limone e/o ad un’insalata condita con l’aceto, oppure della carne cotta con troppo olio o 17 burro, perché l’acido inibisce la secrezione dell’acido cloridrico da parte dello stomaco per cui rallenta la digestione delle proteine e lo stesso rallentamento avviene associando i grassi alle proteine che così potrebbero iniziare a putrefarsi. L'uomo, per trarre sostentamento dal cibo mangiato, deve digerire il cibo e non farlo marcire nel corpo; in generale, un organismo forte è capace di eliminare i veleni del corpo con l'urina e i pori; il corpo ha una tolleranza per questi veleni, come nel caso dell’assunzione di alcune droghe; l'indice del disagio è però dato dal fatto che il corpo emana gas, alito cattivo e odori sgradevoli. Anche le malattie mentali possono dipendere da una dieta e/o da farmaci sbagliati: i disturbi mentali sono spesso il sintomo dell'incapacità dell'organismo a gestire lo stress da dipendenza da zucchero; invece gli zuccheri, come quelli della frutta, sono digeriti e scomposti in zuccheri semplici o monosaccaridi, poi utilizzati come nutrienti. INTOLLERANZE ED ALLERGIE ALIMENTARI Essendo esponenzialmente salite alcune reazioni avverse non tossiche agli alimenti ovvero le allergie e le intolleranze alimentari (come per esempio quella al lattosio) sarebbe bene in generale evitare o ridurre tutti quegli alimenti ricchi d’istamina14 o di sostanze istamino liberatrici, che nei soggetti intolleranti provocano reazioni simili a quelle scatenate da reazioni allergiche ad alimenti, anche se, nel caso delle intolleranze, non vi è nessuna implicazione immunitaria come per esempio la produzione di anticorpi (IgE ovvero immunoglobuline E in questo caso). Le intolleranze alimentari sono più difficilmente diagnosticabili rispetto alle allergie, sia perché la reazione intollerante può non avvenire subito dopo l’ingestione di un determinato cibo, come avviene per le allergie, sia perché, a differenza delle allergie vere e proprie che hanno un coinvolgimento del sistema immunitario facilmente riscontrabile con appropriati esami clinici, queste sono difficilmente verificabili con esami. Quindi, onde evitare un terreno di predisposizione alle allergie ed alle intolleranze, sarebbero precauzionalmente da limitare i seguenti alimenti: • formaggi fermentati e stagionati; • cibi fermentati (crauti); • bevande fermentate (vino, birra); • salumi e salsicce e carne di maiale in genere; • aringhe e salmone (sia freschi che affumicati), sardine, alici, tonno; • conserve; • pomodori, spinaci, banane, avocado; • cioccolato; 14 è in generale un mediatore chimico dell’infiammazione che può provocare vasodilatazione, broncocostrizione ed in particolare un afflusso maggiore di globuli bianchi o leucociti 18 • fragole; • crostacei e frutti di mare; • albume d’uovo; • cibi in scatola; • frutti esotici EQUILIBRIO ACIDO-BASICO Come ultima considerazione il nostro organismo non può funzionare correttamente senza il corretto equilibrio acido-basico dato soprattutto dagli alimenti. Se l’ambiente in cui vivono le nostre cellule diventa troppo acido, questa acidità acidificherà il citoplasma impedendo il sano e normale funzionamento della cellula, e l’acidosi, indebolendo l’organismo, può precedere varie malattie. A lungo andare cause principali dell’acidità organica sono una alimentazione eccessiva, assunzione di troppe proteine animali, zuccheri raffinati e prodotti a base di farina bianca oltrechè caffè, vino, bevande gassate etc… Anche l’assunzione costante di troppi cereali può acidificare l’organismo. Quando l’organismo deve costantemente neutralizzare molti acidi, priva i tessuti delle loro riserve di basi e di sali minerali (sistemi tampone, calcio, potassio etc.) ed il metabolismo inizia a non funzionare più correttamente formando anche radicali liberi15 in eccesso (per esempio OH-) che danneggiano le cellule. Per mantenere uno stato di salute ottimale è importante adottare una giusta alimentazione costituita per l’80% di cibi basici o neutri e per il restante 20% di cibi acidi. Ed ecco qui una tabella riassuntiva con alcuni importanti alimenti produttori di acidi e di basi16: 15 sono molecole prodotte nel nostro organismo generalmente in seguito all’ossidazione ovvero alla produzione di energia: sono estremamente reattivi in quanto dotati di carica (perché mancanti di un elettrone) e se eccessivamente numerosi possono con la loro forte instabilità e reattività chimica provocare destabilizzazione tra le varie sostanze presenti nell’organismo stesso 16 un acido è una sostanza che dissociandosi in acqua produce ioni H+; una base , invece, è una sostanza che dissociandosi in acqua produce ioni OH-. 19 Molto acidificanti Carne, insaccati, pollame e pesce Brodo di carne Poco acidificanti Carciofi Cavolo Bruxelles Uova Crescione di Formaggio con più del 50% di grasso Quark con più del 20% di grassi Frutta acerba Lenticchie Pasta e riso Pane scuro Pane bianco Noci e arachidi Zucchero (specie raffinato) Cioccolato Aceto Alcol Poco Molto basificanti basificanti Insaccati crudi e La maggior affumicati parte delle verdure Cavolo verde e Brodo vegetale rosso Zucca e Funghi e zucchina germogli Pomodori Verdura a foglie e in forma di radici Formaggio fino Insalata al 50% di grassi Verza Quark magro Burro e strutto Bacche Legumi Latte U.H.T., Tofu kefir, yogurth Oli vegetali Latte fresco, pressati a freddo siero del latte e panna Frutta matura Banane e Limoni Patate Miglio Crackers crostini Fette biscottate Mais Prodotti a base di soia Marmellata Castagne Succo di pera Succo di limone Pane integrale Frutta secca Vino Corn flakes Succo di senza zucchero verdura senza pomodori Mandorle e noci Tisane Brasiliane Miele e sciroppo d’acero Acqua minerale naturale In particolare si può dire che gli elementi chimici contenuti nei cibi che producono acidità sono zolfo, fosforo e cloro, mentre quelli che producono alcalinità sono sodio, potassio, calcio, magnesio e ferro: 20 questi elementi risultano presenti come residui minerali organici dopo l’ossidazione. Ne consegue che in pratica aggiungendo al riso o alla pasta che sono cerealiacidità, un pizzico di sale, questi cibi diventano alcalini! Come potete notare anche il limone che ha un gusto acido è invece basificante: ovviamente se una persona ha dell’acidità troppo accentuata di stomaco, che può procurare bruciori per la fuoriuscita verso l’esofago di HCl, è meglio in quel caso evitare l’assunzione di questo agrume. Puntualizzo questo punto perché qui stiamo parlando dell’acidità in generale dell’organismo e non di quella dello stomaco, il cui valore di acidità normalmente si aggira attorno a pH2 per scomporre le proteine. Subito dopo la valvola dello stomaco del piloro che si apre verso il duodeno, si registra normalmente un pH attorno a 7, per cui il processo digestivo del cibo si può bloccare se non intervengono i succhi pancreatici ricchi di bicarbonato che basificano questo condotto: molte volte abbiamo la sensazione di pesantezza di stomaco a volte seguita anche da rigurgiti proprio perché più in basso il cibo non passa a causa di un’eccessiva introduzione di cibi proteici e di grassi per cui si richiede un più lungo e intenso lavorio da parte degli acidi dello stomaco. QUADRO DI RIFERIMENTO SULLE CAUSE DELL’INVECCHIAMENTO Per prima cosa bisogna dire che più si va avanti con gli anni, più le proteine, soprattutto quelle di origine animale, sono meno necessarie, in quanto le proteine servono soprattutto a costruire il nostro corpo, mentre ad una certa età si ha più bisogno di mantenere il nostro corpo; in più anche i carboidrati ovvero la benzina del nostro organismo è anche sempre meno necessaria perché il metabolismo diminuisce con gli anni ed usualmente vi è meno dispendio energetico. Anche i grassi devono essere scelti con cautela cercando appunto di utilizzare quelli veramente essenziali sopra descritti (Omega 3 ed omega 6) e che in sintesi servono sia a migliorare e tenere in funzione il nostro sistema immunitario, sia a concorrere a mantenere integro il sistema nervoso centrale (encefalo etc.) in quanto mantengono efficienti le cellule nervose e tutto quel sistema di trasmissione degli impulsi nervosi, e si sa che dopo una certa età (da circa 25 anni in su) i neuroni (le cellule nervose) non si riproducono più. Possiamo affermare con sicurezza derivata dall’osservazione empirica che la restrizione calorica specie dopo una certa età apporta benefici fisiologici come l’allungamento dell’aspettativa di vita, l’aumento dei recettori per i neurotrasmettitori17, il miglioramento della capacità di apprendimento, il miglioramento della funzionalità renale, del sistema immunitario, un minor accumulo di adipe, minore demineralizzazione delle ossa, l’abbassamento 17 Sostanze chimiche che recano informazioni tra una cellula e l’altra del sistema nervoso 21 dei livelli di glucosio nel sangue, l’abbassamento dei livelli d’insulina, la diminuzione del rischio di cancro, di insorgenze di malattie autoimmuni, del rischio di cardiopatie e di diabete. E tutto questo avviene anche perché con l’andare degli anni si ha un generale rallentamento emuntorio di tutti gli organi, per cui più mangia più l’organismo si intasa, ed è l’intasamento che produce a lungo andare detriti cellulari, muco ed infine malattie, per cui l’ingolfamento dei sistemi emuntoriali18 è la principale causa di tutte le patologie. Secondo il medico Francese Jacques Favier: “l’intossicazione intestinale è la causa principale dell’invecchiamento degli individui”. Da anziani si tende anche a perdere il senso della sete, per cui è importante bere anche quando non se ne sente il bisogno, magari bevendo non solo acqua pura ma anche succhi di frutta fresca che contengono vitamine e sali minerali che servono da antiossidanti. In generale possiamo affermare che i fattori principali dell’invecchiamento sono quattro ovvero: 1. l’eccesso di insulina (che è l’ormone che trasporta lo zucchero dal sangue sin dentro le cellule); 2. eccesso di cortisolo (stress); 3. eccesso di glucosio nel sangue; 4. eccesso di radicali liberi; e tutti questi fattori concorrono a destabilizzare ed a squilibrare il nostro delicato e preciso sistema ormonale che regola tutte le nostre funzioni organiche: l’invecchiamento è correlato ad un calo della produzione di ormoni in particolare il testosterone negli uomini e gli estrogeni nella donna, ma anche di altri ormoni fondamentali come il GH19 (ormone dell’accrescimento) e il DHEA20 che principalmente inibisce il cortisolo (l’ormone secreto in condizioni di stress che a lungo andare “avvelena” l’organismo, soprattutto l’apparato muscolare, e deprime il sistema immunitario) e la melatonina21. A livello biochimico viene spiegato il processo di invecchiamento con l’unione tra carboidrati e proteine (proteine glicosilate ovvero AGE che sono proteine anomale sempre più appiccicose e difficili da smaltire perché si attaccano ed intasano i capillari) favorite dai radicali liberi, ma soprattutto da alti livelli di glicemia per prolungati periodi di tempo, per cui il primo pilastro della degenerazione senile da abbattere è l’eccesso di insulina che si forma da una iperattività pancreatica stimolata da una zona dell’ipotalamo (parte sottostante l’encefalo) che cerca di mantenere corretti i livelli di glucosio nel sangue: alla lunga si può determinare una sempre maggiore intolleranza al 18 organi che servono alla escrezione dei prodotti di rifiuto, tra questi: fegato, reni, pelle, polmoni ed intestino crasso una sua carenza comporta riduzione della massa muscolare e contemporaneo aumento di quella adiposa, comparsa di alterazioni metaboliche, aumentata fragilità ossea e ridotta tolleranza dell'esercizio fisico. 20 ovvero il deidropiandrostrerone, chiamato anche l’ormone della giovinezza: dopo i 30 anni inizia a calare la sua quantità nell’organismo riducendosi a circa il 10% durtante la vecchiaia. 21 Ormone secreto dall’epifisi che regola il ciclo sonno-veglia 19 22 glucosio ed una sempre maggiore resistenza all’insulina che è appunto la proteina che trasporta il glucosio nel sangue. I principali indicatori biologici del processo dell’invecchiamento sono quindi l’iperglicemia e la resistenza all’insulina. NORME DIETETICHE GENERALI CON RELATIVE INDICATIVE QUOTE CALORICHE In generale non esiste alcuna norma dietologica speciale per le varie età della vita dell’essere umano, a parte per i primi 3 anni di vita in cui il neonato non ha ancora sviluppato in maniera completa le funzionalità dell’apparato digerente ed è quindi richiesta una maggior attenzione nell’inserimento progressivo dei nuovi alimenti al bambino, considerando come opportuno e necessario per lo sviluppo del sistema immunitario un periodo di allattamento materno più lungo possibile. Mentre fino al completamento della crescita specie nell’adolescenza, è necessario un apporto calorico più elevato rispetto a quello di un adulto, al contrario nella vecchiaia, a causa della una riduzione delle attività metaboliche (il metabolismo basale cala dell’8% tra i 60 e i 90 anni) e della maggiore sedentarietà, i bisogni calorici vanno sicuramente ridotti. Tenendo conto di questo, un individuo sano (che non presenti quindi particolari patologie, obesità compresa), di età maggiore ai 60 anni, ha un fabbisogno calorico pari a circa 1700 - 2000 calorie per il sesso femminile e 2000 - 2400 calorie per il sesso maschile anche in accordo ai livelli giornalieri di assunzione di energia e nutrienti raccomandati per la popolazione Italiana (L.A.R.N.): oltre i 70 - 75 anni si consiglia di abbassare la quota calorica del 10% ancora, ed in ogni caso questi livelli calorici sono indicati per anziani che abbiano un’attività fisica moderata (qualche passeggiata di buon passo di almeno 20 minuti continuativi al dì), mentre devono essere ridotti del 15% (Kcal 1700/2040) per gli uomini e del 5% (Kcal 1615/1900) delle donne nel caso di vita quasi completamente sedentaria. Nella mia analisi prendo in considerazione un’età che va dai 60 ai 70/75 anni in quanto gli apporti calorici necessari per questo intervallo di età possono anche andar bene per chi vuole affrontare il dimagrimento senza scendere sotto determinate soglie critiche e senza sentire troppo gli effetti psicologici di una dieta troppo restrittiva, e per chi conduce una vita prevalentemente sedentaria . Ovviamente nel caso l’anziano abbia anche una sostenuta attività fisica (minimo 20 minuti di jogging 3 volte la settimana) ci dev’essere anche un incremento della quota calorica e rispettivamente del 15% (Kcal. 2300/2760) nei soggetti maschi e del 10% (Kcal. 1870/2200) nelle donne. 1 grammo di carboidrati da 4 Kcal, 1 grammo di proteine da 4 Kcal e 1 grammo di lipidi (grassi) da 9 Kcal, cioè i grassi hanno una valore calorico maggiore del doppio rispetto ai carboidrati ed alle proteine! 23 LA QUOTA CALORICA DOVREBBE INDICATIVAMENTE RIPARTIRSI IN UN 15-16% DI PROTEINE, 28-30% DI GRASSI E 54-57% DI ZUCCHERI. Le proteine sono necessarie per garantire l’apporto di sostanze plastiche indispensabili per prevenire il decadimento dei tessuti (tipo collagene ed elastina), per sostenere il sistema immunitario (immunoglobuline e anticorpi), per regolare l’attività cellulare fisiologica perché fanno parte di alcuni ormoni, enzimi e sostanze di trasporto (emoglobina etc.). In linea generale la quantità ideale di proteine che un individuo dovrebbe assumere nell'arco di una giornata, è da parte di alcuni dietologi calcolabile approssimativamente nel seguente modo: g. di proteine = Kg di peso corporeo ideale (ovvero per esempio per 70 kg. di peso, 70 grammi di proteine = 280 Kcal). E’ bene comunque evidenziare che le proteine hanno il più alto valore di termogenesi e l'energia spesa per i processi di digestione e assorbimento delle stesse (proteolisi, deaminazione degli aminoacidi e successiva produzione di urea) costa molta energia all’organismo ammontando circa al 30% dell'apporto calorico fornito, ovvero ogni 100 calorie di protidi 30 sono spese per i relativi processi metabolici, così all’organismo ne rimangono 70. Per questa ragione si sconsiglia sempre un apporto eccessivo di proteine a tutto vantaggio di una dieta veramente bilanciata di tipo mediterraneo, anche perché con proteine in eccedenza si producono maggiori quantità di scorie tossiche appesantendo il fegato e i reni nelle loro funzioni depurative. I carboidrati hanno potere termogenico più basso (7% dell'energia fornita) e i lipidi ancora più basso: 3% dell'energia fornita. In pratica per la termogenesi indotta dagli alimenti ovvero per il consumo energetico speso per i processi digestivi dei cibi, si spendono mediamente il 10, 15% delle calorie introdotte. CIBI CONSIGLIATI: PROTEINE: 1. Pesce: è un ottimo alimento generalmente molto digeribile per tutti, ma in particolare per gli anziani, per il suo contenuto in acidi grassi polinsaturi. 2. Carne: preferibili quelle di agnello, pollo, tacchino, coniglio, ma anche manzo e vitello purchè non di allevamenti ma di animali liberi di pascolare. 3. Latte: ottima fonte di calcio, preferibile quello parzialmente scremato. 4. Formaggi: solo o prevalentemente quelli freschi. 5. Yogurt: naturale o alla frutta può risultare più digeribile del latte. Svolge inoltre nell'intestino un'importante azione antiputrefattiva e di mantenimento della flora batterica intestinale. 24 6. Legumi:ottima alternativa alle proteine animali, svolgono infatti azione ipocolesterolizzante. Da usare eventualmente passati per migliorarne la digeribilità. L'associazione con i cereali ne fa un piatto equilibrato (pasta e fagioli). 7. Frutta secca e semi oleosi: è una risorsa proteica consigliabile e ottima fonte di acidi grassi essenziali. Viene tuttavia poco consumata dall'anziano per difficoltà masticatorie e per la scarsa digeribilità; ovviabile, in parte, con una triturazione (ad esempio in mezzo all'insalata: sesamo, mandorle, noci etc.). LEGUMI: I legumi freschi sono semi immaturi, ad elevato contenuto d’acqua, le cui caratteristiche nutrizionali li fanno rientrare nel gruppo delle verdure e degli ortaggi. I legumi secchi sono un’ottima fonte di proteine, ne contengono infatti più del doppio dei cereali e più delle stesse carni, ma di qualità inferiore, però a differenza della carne sono alcalinizzanti (ovvero basificanti): . i nutrizionisti consigliano il consumo di legumi almeno 3 volte la settimana. L’associazione legumi-cereali migliora la qualità proteica, questo è il motivo per cui l’uomo in tutto il mondo ha imparato a preparare piatti come: pasta e fagioli, riso e piselli, lenticchie e carote etc. Attualmente i consumi di legumi secchi sono estremamente bassi, 4,5 kg/abitante/anno. Le motivazioni di questi bassi consumi sono da ricercarsi nei lunghi tempi di ammollo e di cottura, ma probabilmente anche nel fatto che qualcuno li ha definiti e considerati la carne dei poveri. I bassi consumi di legumi secchi rappresentano un fatto negativo dal punto di vista nutrizionale, ma anche dal punto di vista della salute, in quanto questi alimenti sono in grado di abbassare la colesterolemia, grazie al buon contenuto di lecitina. Caratteristiche nutrizionali generiche dei legumi: LEGUMI energia proteine lipidi glucidi vitamine minerali SECCHI* Kcal/100 g/100 g/100 g/100 Ceci 328,7 21 6.3 47 B1 e PP Fe, Ca Fagioli 285/ 310 22 1÷2 47÷51 B1 e PP Fe, Ca Fave 323 21 3 53 B1 e PP Fe, Ca Lenticchie 305 23 1 51 B1 e PP Fe, Ca B1, B9 e Piselli 298,8 22 2 48.2 Fe, Ca PP Soia 411 37 19 23 B1 e PP Fe, Ca Arachidi 593 29 49 9 B1 e PP Fe, Ca * il contenuto in proteine, grassi e carboidrati dei legumi secchi è circa doppio rispetto a quelli freschi (minore % di acqua) che sono però più ricchi di vitamine e sali minerali il peso dei legumi secchi aumenta di circa 3 volte con la cottura 25 L'elevato contenuto glucidico conferisce ai legumi un buon potere energetico. Ad eccezione della soia (ricca dei preziosi polinsaturi) i legumi sono poveri di grassi e particolarmente indicati nelle diete ipolipidiche. L'elevato contenuto in fibre li rende alimenti sazianti e contribuisce a prevenire condizioni ai limiti della patologia quali dislipidemie lievi, sovrappeso o altre situazioni patologiche, come le malattie coronariche, l’arteriosclerosi, il diabete e le altre malattie dismetaboliche, i tumori maligni del grosso intestino e le calcolosi. I legumi sono alimenti economici e "solidali" dato che possono essere utilizzati al posto della carne risparmiando risorse naturali ed economiche. Per produrre un chilo di carne bovina occorrono infatti ben 16 chili di grano e soia; l’energia consumata per produrla è dieci volte superiore a quella necessaria per produrre queste proteine vegetali. I protidi di origine vegetale sono invece tendenzialmente carenti di uno o più amminoacidi: tale deficit può tuttavia essere colmato attraverso la semplice associazione di più vegetali (ad esempio abbinando la pasta con i fagioli, piatto tipico della dieta mediterranea). L'importante è seguire una dieta varia evitando di assumere una sola fonte proteica per lunghi periodi di tempo. Se per certi aspetti il valore nutritivo dei legumi è inferiore a quello della carne, per altri è decisamente superiore (anche dal punto di vista della sicurezza e della presenza di sostanze estranee). Legumi e carne devono quindi convivere in una dieta equilibrata: come abbiamo visto uno degli abbinamenti più antichi e più riusciti dal punto di vista nutrizionale è quello di associare cereali e legumi. Per favorire i processi digestivi qualcuno consiglia di utilizzare la seguente proporzione: due parti di cereali e una parte di legumi. La maggior parte dei nutrizionisti non vede invece di buon occhio l'abbinamento di legumi e proteine animali (pesce, carne, latticini o uova). Tali associazioni vengono considerate sfavorevoli poiché la loro composizione in aminoacidi è piuttosto diversa e come tale potrebbe creare problemi digestivi. Per accelerare la cottura e rendere più digeribili questi alimenti è bene mettere in ammollo i legumi secchi eliminando quelli che vengono a galla e vi rimangono; cambiare frequentemente l'acqua di ammollo; aggiungere sale o sostanze acide (come limone o aceto) soltanto quando la cottura è ormai ultimata; aggiungere all'acqua di cottura una cipolla, una carota e un gambo di sedano; pressando i legumi a cottura ultimata si ottiene una purea che riduce meteorismo e fermentazione intestinale migliorando digeribilità ed assorbimento dei nutrienti. GRASSI (O LIPIDI): E’ opportuno limitare l’introduzione dei grassi saturi specie di origine animale (tipo burro, lardo, strutto, e più ancora la carne di manzo, ma anche olio di 26 palma e olio di cocco) al massimo al 9-10% del totale dei grassi, sia per evitare un affaticamento del fegato, sia per prevenire la comparsa di alcuni malattie tipiche dell’età senile legate al metabolismo dei lipidi (es. aterosclerosi): la quota rimanente dei lipidi ovvero il 27% circa del totale dei nutrienti, dev’essere composto specialmente di grassi monoinsaturi di origine vegetale (specie olio extra vergine d’oliva spremuto a freddo, fra l’altro ricco di vitamina E che è un ottimo antiossidante, ma anche olio di arachidi e di avocado) e di grassi polinsaturi specie omega 3 (per esempio un cucchiaino di olio di fegato di merluzzo) ed omega 6. Una certa attenzione comunque va riservata ai grassi e oli polinsaturi come olio di soia, di semi di girasole, di sesamo e di cartamo: questi sono più chimicamente instabili e si ossidano più facilmente e, se vengono riscaldati o trattati ed estratti con solventi chimici mutano la loro configurazione molecolare da CIS (naturale) a TRANS-configurazione (i così chiamati “grassi buffi” o TFA), diventando molto tossici per il DNA e le membrane cellulari. I grassi sono anche importanti per migliorare i sapori, rallentare l’assorbimento dei carboidrati e poter rendere biodisponibili le vitamine liposolubili (A, D, E, K). Gli acidi grassi essenziali ovvero acido linoleico e linolenico sono soprattutto presenti negli oli di semi e di oliva. ZUCCHERI (O CARBOIDRATI): L’apporto di zuccheri in genere varia di poco come percentuale; tuttavia è opportuno operare una scelta qualitativa, preferendo quelli complessi (amido) a quelli semplici (saccarosio). L’amido è lo zucchero contenuto in alimenti quali pane, pasta, riso, patate, etc., quindi un piatto di pasta, di riso o di altri cereali (avena, segale, kamut, orzo, mais etc.), e/o un giusto apporto di pane (tutti meglio se integrali, sia in caso di problemi intestinali, sia perché in questo caso gli zuccheri vengono rilasciati più lentamente evitando alti picchi glicemici) permetteranno di coprire gran parte del fabbisogno di zuccheri. Tale fabbisogno potrà esser coperto anche dalla frutta (molto utile anche per il suo elevato contenuto di vitamine). In ogni caso la percentuale calorica di zuccheri semplici non dovrebbe essere superiore al 10-12% della dieta (basterebbe quello contenuto in latte e frutta), il resto dei carboidrati (45-43%) dovrebbe quindi essere di tipo complesso. Gli zuccheri semplici hanno di solito un sapore dolce che li contraddistingue dagli altri zuccheri. 27 INDICAZIONI RIASSUNTIVE DI BASE: 1 Una buona masticazione non frettolosa e completa è alla base di una buona digestione perché innesca indirettamente la secrezione di succhi gastrici nei susseguenti tratti digestivi. 2 Non ingerire una quantità eccessiva di cibo perché questo può dar luogo a pesantezza e a successive fermentazioni, meteorismo e diarree: sapersi fermare con ancora un certo rimanente senso di appetito. 3 Affinché la digestione avvenga normalmente bisogna che gli organi preposti abbiano tempo per “riposarsi” e di preparare gli enzimi da secernere alla successiva assunzione di cibo: ogni attività digestiva richiede il notevole sforzo di secernere circa 2 litri di succhi digestivi e questo non avviene se l’organismo è affaticato: quindi è buona norma fare una colazione abbondante al mattino quando l’organismo è ben riposato. 4 Buona norma è anche non mangiare troppo e tardi la sera, massimo alle 19.00/19.30 e non mangiare mai di notte: la cena dovrebbe essere il meno importante dei 3 pasti principali. 5 Non far passare più di 5 ore tra un pasto e l’altro (tempo del sonno escluso) e fare 3 pasti principali (mattino, pranzo e cena) intervallati da 2 spuntini, quindi in totale 5 assunzioni di cibo giornaliere a orari regolari. 6 E’ necessario che esista molta varietà nella scelta degli alimenti: un anziano che non abbia particolari patologie può assumere qualsiasi alimento in relazione alla sua soggettiva tollerabilità, ovviamente senza mai esagerare nella quantità: una dieta che non tenga conto di una buona varietà di alimenti provoca a lungo andare una stanchezza nei 28 confronti del cibo: ecco allora che si mangia controvoglia, che si può anche rifiutare il cibo, che non ci si siede più a tavola con conseguenti notevoli squilibri come astenia fisica e psichica e minore resistenza alle malattie infettive; per esempio possono essere consentiti 2-3 bicchieri di vino (magari rosso) al giorno se non ci sono controindicazioni, perché ha una funzione stimolante sulla secrezione di enzimi digestivi e può dare una sensazione di benessere, o anche una fetta di torta una tantum (fatta eccezione per i diabetici) o un po’ di cioccolata che può rientrare all’interno di una dieta equilibrata soprattutto per motivi psicologici. 7 Da evitare un’alimentazione acidificante: per alcalinizzare la dieta, più frutta e verdura. 8 Evitare le fritture: la quota calorica viene triplicata o addirittura quadruplicata per le sostanze fritte: al limite usare olio extra vergine d’oliva che ha più tenuta antiossidativa ed è più stabile raggiungendo più tardi nella cottura il cosiddetto punto di fumo. 9 Particolare attenzione va posta nel giusto apporto di vitamina C e di vitamina D: nonostante i fabbisogni siano in linea con quelli della popolazione adulta, il rischio di carenze specifiche può essere individuato in una dieta monotona, priva di alimenti freschi, di Vitamina C22 e di uno stile di vita sedentario con scarsa esposizione ai raggi solari necessari per la formazione di Vitamina D (contenuta in pesci grassi, salmone, aringa, sarda ed anche nelle uova e nei formaggi grassi). 10 Il Sodio, quindi soprattutto il sale è un "ladro" di potassio e deve essere ridotto, data anche la sua correlazione con la ritenzione idrica e quindi con l’innalzamento della pressione arteriosa: il fabbisogno giornaliero di sale è 5 grammi un cucchiaino scarso Sale…: cum grano salis! Il sale è contenuto in tantissimi alimenti di origine industriale anche perché una volta veniva utilizzato, in mancanza del frigo, per conservare gli alimenti: è contenuto persino nei succhi di frutta; rispetto al salgemma e al comune sale da cucina (NaCl) si consiglia il sale marino integrale che contiene altri importanti minerali e oligominerali utili all’organismo e maggiormente biodisponibili, tra cui lo iodio naturale. 11 La digestione è sempre accompagnata da una dilatazione dei vasi capillari con relativo aumento della porosità, ed in quel momento la migrazione dei batteri e delle tossine intestinali nel sangue aumenta, per cui è da tener presente una buona igiene alimentare che si esplica anche nel consumare la frutta lontano dai pasti principali per non causare fermentazioni e nel bere molta acqua per drenare (almeno 1 22 termolabile, antiossidante, contenuta in agrumi ed in generale in tutte le verdure a foglia verde, che favorisce anche l’assorbimento del Ferro ed è coinvolta anche nella formazione di collagene. 29 litro e mezzo al dì) sempre possibilmente lontano dai pasti per non diluire troppo i succhi gastrici che favoriscono un rallentamento digestivo che sempre sostiene fenomeni fermentativi anormali. 12 Sono da limitare le assunzioni di latte e latticini, che oltre ad essere acidificanti, concorrono anche alla formazione di catarri sia intestinali che nelle vie respiratorie. 13 Come condimenti: evitare l’uso di margarina; no oli fritti; poco pepe nero e poco peperoncino; meglio l’aceto di mele o balsamico e soprattutto limone spremuto al posto dell’aceto di vino; bene l’olio extra vergine d’oliva alternato ad altri oli vegetali (riso, girasole e mais sempre estratti a freddo) a crudo. 14 Assumere massimo 2 caffè alla settimana; meglio l’orzo ed il tè banja (o bancha) o eventualmente tè verde ricco di catechine, preziosissimi antiossidanti; poca birra, poco vino (preferibilmente rosso, naturale, senza solfiti aggiunti e quindi ricco di antiossidanti come il resveratrolo) e ancor meno alcolici; raramente bevande gassate e dolcificate. 15 Ridurre il consumo di solanacee (soprattutto peperoni, poi melanzane, patate, pomodoro crudo) e ridurre nettamente il consumo di funghi. 16 Evitare l’utilizzo di cibi in scatola e di cibi conservati in genere. 17 Limitare l’assunzione di crostacei e di frutti di mare. 18 Ultimo ma importantissimo consiglio, cercare di sedersi a tavola e mangiare in compagnia: il cibo unisce ed ha moltissime valenze sociali e socializzanti, simboliche e sacralizzate come per esempio nel Cristianesimo Cattolico l’atto rituale della Comunione che è cibarsi del Divino per entrare nello stato di Grazia. Qui di seguito ho inserito una dieta accessoria disintossicante e 2 settimane tipo indicative del periodo primaverile-estivo ed autunnale-invernale con rispettivi calcoli delle calorie. In queste 2 diete settimanali, ispirate principalmente a quella che viene definita “dieta mediterranea”, sono inseriti sempre cibi diversi, comunque stagionali e possibilmente biologici, che si possono indicativamente interscambiare costituendo giornate più omogenee. 30 1) Dieta accessoria a rotazione disintossicante da ripetere per un massimo di 12 giorni ovvero 3 cicli di 4 giorni ciascuno: tale dieta è completamente priva di lieviti, carne rossa e glutine di frumento. 1°GIORNO 2°GIORNO 3°GIORNO 4°GIORNO COLAZIONE Tisana* + Tisana* + Tisana* + Tisana* + ore 8.00 circa pere g.300 ananas g.300 arancia g.352 banana g.78 kcal 120 o kcal 120 o Kcal 120 e Kcal 120 (o mandarini kiwi g.273 e gallette di riso kiwi g.273) e g.166 o mele gallette di riso g.80 Kcal 240 gallette di riso g.300 e g.80 Kcal 240 g.80 Kcal 240 gallette di riso g.80 kcal 240 SPUNTINO Pere g.250 Ananas g.250 Arance g.294 Banana g.154 MATTUTINO kcal 100 (o Kcal 100 (o Kcal 100 Kcal 100 (o (circa ore mandarini kiwi g.227) kiwi g.227) 10,30) g.140 o mele g.250) Pesce di Pollo g.320 PRANZO ore Tacchino Pesce di mare 12.30 g.350 kcal mare non Kcal 352 + possibilmente 328 + fagiolini allevato al radicchio non allevato verdi g.450 vapore g.400 rosso alla ai ferri g.400 kcal 90 o circa Kcal griglia g.500 Kcal 340 agretti g.530 340 Kcal 75 (o (orata, + 3 cucchiai (merluzzo, agretti g.265) sogliola, pieni olio sogliola, + 3 cucchiai ombrina, extra-ver. nasello) + olio Kcal 243 branzino) + oliva Kcal 243 carote g.450 + 1 cucchiaio finocchi crudi + 1 cucchiaio Kcal 90 + 3 salsa di soia g.500 Kcal 75 di salsa di cucchiai pieni Kcal 20 + 3 cucchiai soia Kcal 20 olio Kcal 243 Tot=690 olio Kcal 243 Tot=681 + 1 cucchaio + 1 cucchiaio salsa soia salsa soia Kcal 20 Kcal 20 Tot=678 Tot=693 SPUNTINO Pere g.250 Ananas g. Aranceg.294 Banana g.154 POMERIDIANO Kcal 100 250 Kcal 100 Kcal 100 Kcal 100 (o (ore 16.30 come sopra (o kiwi g.227) kiwi g.227) circa) (o mandarini o mele) CENA ore Riso g.100 Lenticchie Mele cotte Riso g.100 g.110 Kcal g.300 Kcal 19.00 kcal 346 (o Kcal 346 (o pasta di 336 + cetrioli 120 (o zuppa di kamut g.102) g.400 Kcal 60 barbabietole tapioca g.98 o + zucchine (o asperagi g.600) + farro g.103) + 31 g.350 kcal 45 (o zucca gialla g.375 o radicchio rosso g.300 alla griglia) + 3 cucchiai pieni olio Kcal 243 + 1 cucchiaino di salsa di soia Kcal 10 Tot=644 g.207) + 3 cucchiai d’olio Kcal 243 + 1 cucchiaino di salsa di soia Kcal 10 Tot=649 zuppa di miglio g.80 Kcal 288 + fagiolini verdi g.200 Kcal 40 + 2 cucchiai olio Kcal 162 +1 cucchiaino di salsa soia Kcal 10 Tot=620 porri g.250 Kcal 75 (o cavoli g.300, o carote g.375, o rapa rossa g.375) al vapore + 2 cucchiai olio Kcal 162 + 1 cucchiaino salsa soia Kcal 10 Tot=593 NOTE: 1) Condimenti: olio di riso, olio extra vergine d’oliva o olio di girasole, o di sesamo o di lino: sempre a crudo e da spremitura a freddo: 1 cucchiaio colmo di olio pesano circa g. 9 che corrispondono a circa Kcal. 81 2) Altri condimenti: sale marino non raffinato (salgemma) salsa di soia (1 cucchiaio = Kcal 20) e sale alle erbe. 3) In questo tipo di dieta disintossicante durante i primi giorni del programma potrebbero presentarsi sintomi di astinenza (algie varie, nervosismo, nausea, mal di testa etc.) dovuti alla disintossicazione. 4) Qui le quantità di cibo possono essere anche libere, comunque sono state indicate le quantità in modo da arrivare ad un massimo di 1900 kcal al giorno, indicativamente così suddivisi: colazione 400; spuntino mattutino 100; pranzo 700 (ovvero circa il 37% del totale); spuntino pomeridiano 100; cena 600. *) tisana a base di finocchio, ortica, malva e verbena (1 cucchiaino per ognuno dei componenti in circa ¼ di litro d’acqua, bollire per 2/3 minuti e lasciare poi in infusione per circa 15 minuti) circa 40 kcal: grande azione depurativa. 32 SETTIMANA TIPO MENU' PRIMAVERILE ESTIVO: CIRCA Kcal 2.000= CALORIE CALORIE CALORIE TOTALI PERCENTUALI CARBOIDRATI: LIPIDI: L PROTEINE: approssimative C P al giorno indicativamente così ripartite per un fabbisogno equilibrato di macronutrienti nelle persone anziane: 16% Proteine, 29% Lipidi e 55% Carboidrati (circa 320 Kcal di proteine, circa 580 Kcal di lipidi e circa 1.100 Kcal di carboidrati); possibilmente: kcal 400 alla prima colazione del mattino (qui sempre una certa preponderanza degli zuccheri); circa Kcal 100 rispettivamente per lo spuntino di metà mattino e lo spuntino del pomeriggio; circa Kcal 800 a pranzo e Kcal 600 a cena. Viene data precedenza all'utilizzo di frutta e verdura di stagione da consumarsi preferibilmente: la frutta lontano dai pasti principali e la verdura (specie se cruda) come antipasto per facilitare la digestione. LUNEDì CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) fragole (g.300) al limone (circa g.20 della spremuta di 1 limone) e zuchero di canna (2cucchiaini circa g.10) + 3 mandorle (g.10) + 1 tazza dimlatte di soia (g.200) + gallette di riso (g.40) 1 banana (g.150) PRANZO (ORE asparagi al vapore (g.140) con 1 12,30) cucchiaio abbondante di oilio extra vergine d'oliva (g.9) + spaghettini (g.100) alla cernia (g.110), aglio (g.5), salsa di soia tamari (g.10), olio ex.verg.oliva (g.11), prezzemolo (g.10) + 2 fette pane integrale (g.60) (sale q.b. ma poco in ogni caso)) 2° SPUNTINO anguria (cocomero) 2 fette (ORE 16,30 abbondanti di materiale edibile CIRCA) (g.320) + circa mezzo pompelmo (g.180) CENA (ORE zucchine al vapore (g.90) + 19,30 AL insalata di sedano crudo (g.100) MASSIMO) e polpo lesso (g.145), salsa tamari (g.30), 1 limone spremuto (g.20 circa) + riso integrale (g.60) + olio ex. Verg. Oliva in totale 3 cucchiai abbondanti (g.30) TOTALI GIORNATA 250,8 100,8 42,4 394 C=63,65%; L=25,6%; P=10,7% 92,8 4,05 5,04 101,89 C=91%; L=4%; P= 5% 440 223,2 143,2 806,4 C=54,5%; L=27,7%; P=17,8% 92 0 2,8 94,8 C=97%; L=0%; P= 3% 203,6 303,3 97,6 604,5 C=33,7%; L=50,2%; P=16,15% 1079,2 631,35 291,04 2001,6 C=53,91%; L=31,54%; P=14,54% MARTEDI' 33 CALAZIONE (ORE 8,00) circa 2 pesche (g.300) + circa 3 albicocche (g.100) + 1 yogurth magro (g.125) + una tazza di tè (circa g.220) al limone (g.13) + 3 mandorle (g.9) + 1 cucchiaio abondante di miele (g.23) + 1 brioche piccola senza marmellata (g.60) 1° SPUNTINO mirtilli (g.100) + more (g.100) + ribes rosso (g.100) + 1 cucchiaino (ORE 10,30) di zucchero di canna (g.5) e mezzo limone spremuto (g.10) PRANZO (ORE minestrone di verdure composto 12,30) da: carota (g.100), patate (g.100), zucchine (g.100), piselli (g.40), sedano (g.20), fagioli borlotti (g.40), cipolla (g.20), salvia, rosmarino e basilico q.b.+ olio extra verg. d'oliva (o di girasole sempre spremuto a freddo) (g.10) + fesa tacchino ai ferri (g.80) + pomodori insalatari (g.180), cetrioli (g. 100), olive nere (g.20), ancora 1 cucchiaio olio extra verg. oliva (g.9), 1 cucchiaino aceto mele (g.5) + pane integrale di segale (g.100) 2° SPUNTINO 1 banana (g.150) (ORE 16,30 CIRCA) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) 254,4 112,5 28,2 395,1 C=64,38%; L=28,47%; P=7,13% 86 7,4 1,8 95,2 C=90,33%; L=1,9%; P=7,77% 353,6 264,6 137,64 755,84 C=46,78%; L=35%; P=18,2% 92,8 4,05 5,04 101,89 C=91%; L=4%; P= 5% 87,32 225,72 312,32 625,36 C=13,9%; L=36%; P=49,9% 874,12 614,27 485 1973,4 C=44,29%; L=31.12%; P=24,57% albicocche (g.250) + circa 1 bicchiere di latte di capra (g.180) con fiocchi d'avena (g.40) + 2 noci (g.10) 211,2 145,8 44 401 C=52,7%; L=36%; P=11% lamponi (g.100) + 1 pesca media (g.150) + circa 2 prugne (g.80) 96 7,47 3,08 106,55 C=90,09%; L=7,01%; P=2,89% 366,7 361,8 96 824,5 C=44,47%; L=43,8%; P=11,64% spinaccetti (g.120) e rucola (g.120) crudi conditi con olio ex.v. oliva (o soia, o girasole, o mais sempre spremuti a freddo) (g.10), limone (g.10), sale q.b. + nasello (g.400) bollito insieme a carota (g.100), cipolla (g.60), sedano (g.60) e alloro q.b., il tutto da mangiare insieme a salsetta composta da acciughe sott'olio (g.20), 1 spicchio aglio (g.2), prezzemolo (g.4) e olio ex. v. oliva (g.10) (tutti questi ingredienti della salsetta triturati, mescolati ed amalgamati) TOTALI GIORNATA MERCOLEDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) PRANZO (ORE insalata di lattuga (g.150) e 12,30) pomodoro (g.200), aceto di mele (g.10), olio ex.verg. oliva (g.10) + miglio lessato (g.100) con peperoni (g.70), zucchine (g.80), cipolle (g.40) stufati con olio ex.verg.oliva (g.10), sale q.b. + stracchino (g.60) 34 2° SPUNTINO (ORE 16,30 CIRCA) fragole (g.150) con limone (g.10) e 3, 4 cucchiaini zucchero di canna (g.15) 90,8 5,4 3,92 100,12 C=90,6%; L=5,39%; P=3,9% CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) agnello ai ferri (g.300) + carciofi (stufati o anche crudi tagliati finissimi) (g.300), aglio (g.4), prezzemolo (g.10), olio o di semi di girasole o d'oliva ex.verg.(g.15), una manciata di capperi sotto sale (g.4) + 1 fetta di pane integrale o ai semi (g.30) + circa mezzo bichiere di vino rosso (g.70) 124,8 203,4 270 598,2 C=20,86%; L=34%; P=45,13 889,5 723,87 417 2030,4 C=43,80%; L=35,65%; P=20,53% 209,2 137,7 43,2 390,1 C=53,64%; L=35,30%; P=11,07% 103,6 2,7 3,76 110,06 C=94,1%; L=2,45%; P=3,41% 375,6 252 131,84 759,44 C=49,45%; L=33,18%; P=17,36% 90 2,25 2,4 94,65 C=95,08%; L=2,37%; P=2,53% 317,32 274,96 62,32 654,6 C=48,72%; L=42%; P=9,5% 1095,72 669,61 243,52 2008,9 C=54,54%; L=33,33%; P=12,12 258,8 110,7 42 411,5 C=62,8%; L=27%; P=10,20% TOTALI GIORNATA GIOVEDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) lamponi (g.150) + mirtilli (g.150) + 1 tazza di latte parzialmente scremato fresco (g.230) + biscotti tipo novellini (g.30) + circa 10 nocciole (g.10) circa 4 albicocche (g.150) + circa 4 prugne (g.150) PRANZO (ORE 2 carote medio-grandi (g.200) con 12,30) olio spremuto a freddo di quelli indicati (g.6) e mezzo limone spremuto (g.5/6), sale q.b. + pasta integrale (g.100) con le sarde fresche (g.100) e finocchietto selvatico (o finocchio) (g.150), circa 4 alici sotto sale dissalate (g.10), pinoli (g.10), uvetta secca (g.15), olio ex. verg. oliva (g.9) 2° SPUNTINO ciliegie (g.250) (ORE 16,30 CIRCA) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) ravanelli (g.70) e sedano (g.100) in pinzimonio, aceto mele (g.8), olio e. v. oliva (g.9) sale q. b. + risotto alle verdure, riso carnaroli (g. 80), zucchine (g.25), carote (g.25), sedano (g.12), piselli (g.20), cipolle (g.25), cavolo cappuccio verde (g.70), burro (g. 15), vino bianco (g.40) +1 uovo sodo o quasi (basotto) (g.70) TOTALI GIORNATA VENERDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1 fetta grande di melone (g.200) + mirtilli (g.100) + yogurth alla soia (g.125) + 3 mandorle (g.10) + fette biscottate integrali (g.50) + 1 caffè moka con 1 cucchiaino di fruttosio (g.5) 35 1° SPUNTINO (ORE 10,30) 1 pesca media (g.150) + 1 fetta di melone (g.180) PRANZO (ORE insalata di barbabietole rosse 12,30) (g.100) e patate al vapore (g.150), 1 cucchiaino di aceto di mele (g.6), 1 cucchiaino d'olio (g.5), sale q.b. + risotto di piselli: riso (g.80), piselli (g.100), scalogno (g.20), prezzemolo (g.20), olio ex. verg. Oliva (g.15), brodo di mezzo dado vegetale senza glutammato (g.5), burro (g.10), parmigiano (g.10) 2° SPUNTINO 1 pesca media (g.150) + (ORE 16,30 albicocche (g.200) + una decina CIRCA) di ciliegie (g.50) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) 1 spigola (branzino) al vapore (g.300) + fagiolini al vapore (g.400), con 1 cucchiaio d'olio di soia ex.verg.(g.10), mezzo limone spremuto (g.10), sale q.b. + circa 3 fette di pane integrale (g.90) + 1 bicchiere di vino bianco (g.130) TOTALI GIORNATA 89,6 4,59 3,16 97,35 C=92,03%; L=4,7%; P=3,16% 456 331,95 53,24 841,19 C=54,2%; L=39,46%; P=6,3% 108,8 3,51 2,88 115,19 C=94,45%; L=3,04%; P=2,5% 267,4 140,4 229,2 637 C=41,9%; L=22%; P=35,98% 1180,6 591,15 330,48 2102,2 C=56,15%; L=28,12%; P=15,72% 273 102 36,68 411,68 C=66,3%; L=24,77%; P=8,9% 97,6 2,7 18,48 118,78 C=82,16%; L=2,27%; P=15,55% 271,36 318,6 180 769,96 C=35,24%; L=41,37%; P=23,37% 109,2 1,8 2,04 113,04 C=96,6%; L=1,59%; P=1,80% 352 210,6 41,2 603,8 C=58,29%; L=34,87%; P=6,08% 1103,16 635,7 278,4 2017,3 C=54,68%; L=31,51%; P=13,80 SABATO CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) nespole (g.150) + ribes nero (g.200) + cornflakes (g.40) con yogurth parzialmente scremato (g.125) + 4, 5 mandorle (g.15) + 1 tè con 1/2 limone (g.10) ed 1 cucchiaino di zucchero di canna (g.5) 1 pera medio-piccola (g.180) + 1 yogurth magro alla frutta (g.125) PRANZO (ORE indivia (g.200) + salmone al 12,30) vapore (o al forno senza condimento in cotura) (g.150) + grano saraceno (g.100) il tutto conditi con olio ex.verg. oliva (g. 15) e limone spremuto (g.15), sale q.b. 2° SPUNTINO 2 fette di ananas (g.100) + (ORE 16,30 albicocche (g.200) + 1 fetta di CIRCA) anguria (g.100) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) TOTALI GIORNATA germogli di soia (g.70) + cetrioli (g.150) con olio ex. verg. oliva (g.10), limone (g.10), sale q.b. + spaghettini (g.90) con pomodorini freschi (g.150) macerati con aglio (g.4), salvia, rosmarino e prezzemolo (g.5), olio d'oliva ex. Vergine (g.10) ed una spruzzatina di zenzero macinato + 1 bicchiere di vino rosso (g.130) 36 DOMENICA CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) circa 2 fette di ananas (g.100) + ciliegie (g.100) + latte di mucca parz. scremato (g.230) con fette biscotatte integrali (g.40) + miele (g.20) e un caffè espresso albicocche (g.150) e prugne (g.150) PRANZO (ORE maccheroncini di farro (o kamut) 12,30) integrale (g.80) alle melanzane (g.100), pomodori pelati (g.80), cipolla (g.25), olio ex.vergine d'oliva (g.8), prezzemolo (g.3), formaggio grana (g.10) + petto di pollo alla piastra (g.120) + lattuga (g.120) e carote (g.40), aceto di vino o limone spremuto (g.5), olio di semi di girasole o di soia o di mais o di lino (g.5) + pane tipo 1 (semintegrale) (g.100) 2° SPUNTINO pompelmo (parte edibile g.340) + (ORE 16,30 2 susine (o prugne) (g.80) CIRCA) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) orata (g.250) al forno con olive nere (l'una circa g.5) (g.30) e patate (g.250), olio ex. v. oliva (g.9), rosmarino e sale q.b. + 1 bicchiere non pienissimo di vino bianco (g.100) TOTALI GIORNATA SETTIMANA TIPO MENU' AUTUNNALE INVERNALE: CIRCA 296,3 59,76 49,6 405,66 C=73,04%; L=14,73%; P=12,22% 103,6 2,7 3,76 110,06 C=94,1%; L=2,45%; P=3,41% 506,4 184,86 171,2 862,46 C=58,7%; L=21,43%; P=19,85 117,6 0,72 2,92 121,24 C=96,9%; L= 0,59%; P=2,4% 208,8 193,5 209,2 611,5 C=34,1%; L=31,6%; P=34,2% 1232,7 441,54 436,68 2110,9 C=58,39%; L=20,91%; P=20,68% CALORIE CARBOIDRATI: C CALORIE CALORIE TOTALI LIPIDI: L PROTEINE: P PERCENTUALI approssimative Kcal 2.000= al giorno indicativamente così ripartite per un fabbisogno equilibrato di macronutrienti nelle persone anziane: 16% Proteine, 29% Lipidi e 55% Carboidrati (circa 320 Kcal di proteine, circa 580 Kcal di lipidi e circa 1.100 Kcal di carboidrati); possibilmente: kcal 400 alla prima colazione del mattino (qui sempre una certa preponderanza degli zuccheri); circa Kcal 100 rispettivamente per lo spuntino di metà mattino e lo spuntino del pomeriggio; circa Kcal 800 a pranzo e Kcal 600 a cena. Viene data precedenza all'utilizzo di 37 frutta e verdura di stagione da consumarsi preferibilmente: la frutta lontano dai pasti principali e la verdura (specie se cruda) come antipasto per facilitare la digestione. LUNEDì CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) arance rosse spremute (g.80) +kiwi (g.80) + 1 mela piccola (g.150) + 1 tazza piena di latte di soia (g.230) con un po' di caffè + gallette di riso (g.30) + 1 cuchiaino colmo di marmellata (g.25) una pera medio-piccola (g.100) + 1 yogurth magro (g.125) PRANZO (ORE insalatina di valeriana 12,30) (g:150) con olio di semi di girasole spremuto a freddo (g.8), aceto di mele (g.7) e sale q.b.+ pane integrale (g.50) + mezze maniche (o speghettini ) (g.90) al pesce spada (g.70) e pomodori San Marzano (g.125), circa 8 olive di Gaeta snocciolate (g.25), 4, 5 capperi dissalati (g.4), aglio (g.4), olio extra verg. d'oliva (g.12) 2° SPUNTINO uva (g.70) + 1 yogurth (ORE 16,30 parzialmente scremato CIRCA) (g.125) CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) pasta di grano duro (g.80) e fagioli (g.70), sedano (g.50), carota (g.40), aglio (g.4), rosmarino e sale q.b., + quark formaggio fresco (g.40) + mezzo bicchiere di vino rosso (g.60) 310 53,73 40,8 404,53 C=76,63%; L=13,28%; P=10,08% 66 8,73 22,84 97,57 C=67,64%; L=8,94%; P=23,40% 391,2 301,5 81,88 774,58 C=50,50%; L=38,92%; P=10,57% 62,4 19,71 17,96 100,07 C=61,96%; L=19,57%; P=17,83% 424 127,8 88,4 640,2 C=66,22%; L=19,96%; P=13,80% 38 TOTALI GIORNATA MARTEDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) clementine (g.80) + kiwi (g.80) + circa mezza banana (g.90) + 5, 6 mandorle (g.15) + latte di riso (g.200) con un po' di caffè e fiocchi d'avena (g.40) arance (g.100) + yogurth di soia (g.125) PRANZO (ORE insalata di radicchio rosso 12,30) (g.150) con finocchi (g.80), olio di semi di soia spremuto a freddo (g.9), limone spremuto (g.10) + bistecca di maiale al forno (g.150), con olio extra vergine oliva (g.9) + polenta (g.200) + un bicchiere di vino rosso (g.100) 2° SPUNTINO cachi (g.100) + yogurth (ORE 16,30 magro (125) CIRCA) zuppa di lenticchie (g.100) e finocchi (g.100) con olio extra vergine oliva, 1 cucchiaio per il soffritto (g.8) ed uno a crudo sulla zuppa (g.8), aglio (g.4), una fetta di pane integrale (g.30) abbrustolita da mettere nella zuppa e una bella cucchiaiata di formaggio grana (g.10) + mezzo bicchiere di vino rosso (g.70) TOTALI GIORNATA 1253,6 511,47 251,88 2016,95 C=62,15%; L=25,35%; P=12,48% 275,4 113,85 23,68 412,93 C=66,69%; L=27,57%; P=5,73% 43,2 29,88 23,32 96,4 C=44,81%; L=30,99%; P=24.19% 386,8 228,6 151,2 766,6 C=50,45%; L=29,81%; P=19,72% 90,8 12,78 23,72 127,3 C=71,32%; L=10,03%; P=18,63% 312,4 183,6 91,2 587,2 C=53,20%; L=31,26%; P=15,53% 1108,6 568,71 313,12 1990,43 C=55,69%; L=28.57%; P=15,73% 240,04 114,3 53,6 407,94 C=58,84%; L=28,01%; P=13,13 59,2 33,66 15,64 108,5 C=54,56%; L=31,02%; P=14,41% CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) MERCOLEDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) arance rosse spremute (g.80) +kiwi (g.100) + ricotta di pecora (g.70) con 1 cucchiaio di miele di castagno (g.20) + fetta biscotatta integrale (g.30) + mezzo bicchiere di latte di mucca scremato (g.70) con un cucchiaino d'orzo (g.4) 1 pera (g.150) + ricotta di vacca magra (g.40) 39 PRANZO (ORE insalata di radicchio 12,30) variegato di Castelfranco (g.150) e carota (g.50) condito con un cucchiaio di olio extra verg. oliva (g.8), limone spremuto (g.10), sale q.b. + fetta di pane integrale alla soia e kamut (g.30) + risotto di riso integrale (g. 80) di zucca (g.80), cipolla (g.30), olio extra verg. oliva (g.6), prezzemolo abbondante (g.10), burro per mantecatura (g.7), parmigiano (g.5) + coscia di pollo (parte edibile g.110) al forno senza condimento (a parte un po' di rosmarino) o al vapore e poi condito con un filo d'olio extra vergine oliva (g.2) e sale q.b.+ mezzo bicchiere di vino rosso (g.65) 2° SPUNTINO uva (g.150) (ORE 16,30 CIRCA) insalata di cavolfiore (g.90) e patate (g.90), sedano (g.30), circa 2 olive nere e 2 verdi (g.20), aceto di mele (g.5), 1 cucchiaio di olio ex. verg. oliva (g.9), 1 cucchiaiata di yogurth intero (g.31), sale q.b.+ pane di segale integrale (g.50) + bastoncini di pesce surgelati (g.120) al forno + circa 1 bicch. di vino rosso (g.100) TOTALI GIORNATA 355,8 312,39 123,88 792,07 C=44,92%; L=39,43%; P=15,64% 93,6 1,35 2,08 97,03 C=96,46%; L=1,39%; P=2,14 270,4 245,7 84,32 600,42 C=45,03%; L=40,92%; P=14,04% 1019,04 707,4 279,52 2005,96 C=50,80%; L=35,26%; P=13,93% 246,4 145,8 37,72 429,92 C=57,31%; L=33,91%; P=8,77% 100,4 6,3 2,88 109,58 C=91,62%; L=5,74%; P=2,62% 311,2 297,09 185,2 793,49 CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) GIOVEDI' CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) mele granny smith (g.200) + 3 o 4 mandorle (g.9) + circa 1 bicchiere di latte di capra (g.130) + 1 caffè + circa 1 cucchiaino di miele (evitare il miele millefiori) (g.10) + una fettina di panettone (g.50) prugne secche (g.40) + mela cotogna (g.50) PRANZO (ORE torta di spinaci lessati e 12,30) conditi (g.200), cipolla tritata (o salogno) (g.40) assieme a farina (g.50) e latte parz. scremato (g.18), ricotta (g.40), olio ex. verg. Oliva (g.8), uovo (g.60) di cui gli albumi monati a neve, grana g.6), sale q.b. C=39,21%; L=37,44%; 40 2° SPUNTINO (ORE 16,30 CIRCA) (il tutto amalgamato e infornato) + sogliola al vapore (g.120) con insalata di radicchio verde (g.150), limone (10), olio ex. verg. oliva (g.7), sale q.b.+ pane integrale (g.40) + bicch. vino bianco (g.130) fichi freschi (g.200) risotto (g.90) ai porri (g.100), cipolla (g.30), olio extra. Vergine oliva (g.9), burro (g.5), prezzemolo (g.10), pecorino (g.10) + fettina di vitello ai ferri (g.80) TOTALI GIORNATA 89,6 3,6 5,04 98,24 C=91,20%; L=3,66%; P=5,13% 343,2 156,6 102,8 602,6 C=56,95%; L=25,98%; P=17,05% 1090,8 609,39 333,64 2033,83 C=53,63%; L=29,96%; P=16,40% 261,2 85,41 56 402,61 C=64,87%; L=21,21%; P=13,90 93,6 3,78 4,76 102,14 C=91,63%; L=3,7%; P=4,66% 443,2 270,9 94,08 808,18 C=54,83%; L=33,51%; P=11,64% 94 3,78 7,96 105,74 C=88,89%; L=3,57%; P=7,52% CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) VENERDI' CALAZIONE (ORE 8,00) kiwi (g.100) + banana (g.180) + latte di soia (g.200) + biscotti integrali ai cereali misti (g.50) 1° SPUNTINO un bel bicchiere di (ORE 10,30) spremuta di arance rosse (g.180) + circa 1 dattero secco (g.10) PRANZO (ORE cavolo verza soffocata 12,30) (g.120) con cipolla (g.25), pancetta di maiale (g.15), mezzo cucchiaino di olio di semi di mais (sempre spremuto a freddo) (g.3), brodo di dado (g.3), sale ed eventuale pepe q.b. + pane integrale (g.50) + minestra di ceci (g.90) e bieta (g.100), cipolla (g.30), aglio (g.4), pomodori pelati (o salsetta di pomodoro) (g.15), olio extra verg. oliva (g.9) (sia mezzo cucchiaio per soffritto della cipolla, pancetta, salsa di pomodoro e bieta un pochino lessata, sia alla fine crudo sopra la minestra), rosmarino q.b. e 1 cucchiaino circa di parmigiano (g.6) + poco più di mezzo bicchiere di vino rosso (g.70) + datteri secchi (g.30) 2° SPUNTINO centrifuga di mela (g.180), (ORE 16,30 sedano (g.50) e carota CIRCA) (g.70) con una spruzzatina di limone (g.5) 41 CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) sgombro al forno (g.200) + insalata di radicchio rosso (g.100) e radicchio verde (g.100) con olio semi girasole (g.10) e limone (g.10) + polenta (g.200) sale q.b. + 1 bicchiere di vino bianco (g.130) TOTALI GIORNATA SABATO CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) mandarini (g.120) + circa 1 fico fresco (g.80) + cornflakes (g.50) in latte d'avena (g.150) + eventuale caffè non zuccherato kiwi (g.90) + fichi secchi (g.25) PRANZO (ORE risotto (g.80) di moscardini 12,30) (g.60), aglio (g.4), olio ex. verg. oliva (g.8), vino bianco (g.12), rosmarino, timo, salvia, brodo fatto con gli avanzi della cura dei moscardini (o semplice brodo di pesce), sale q.b., prezzemolo (g.9) e mantecatura con burro (g.10) + finocchi (g.150) al latte di soia (g.50) prima lessati con un po' di sale e noce moscata q.b., poi infornati con grana (g.12), pane grattugiato (g.15), burro (g.4) + circa 4 fette di bresaola (g.28) + crackers di segale/amaranto/sesamo (g.40) + circa 1 bicchiere di vino rosso (g.100) 2° SPUNTINO pera (g.190) + uva (g.50) (ORE 16,30 CIRCA) insalata mista composta da: carote (g.70), pomodoro (g.70), radicchio rosso (g.70), lattuga cappuccio (g.70), finocchio (g.70), succo di limone (g.10), olio ex. verg. oliva (o altro indicato precedentemente) (g.10), sale q.b. + pesce rombo (g.250) ai ferri con un filino d'olio (g.3) e sale q.b. + pane integrale (g.50) + bicch. di vino bianco (g.130) TOTALI GIORNATA 127,2 296,2 154,12 577,52 C=22,02%; L=51,28%; P=26,68% 1019,2 660,07 316,92 1996,19 C=51,05%; L=33%; P=15,87% 336 29,88 22,38 388,26 C=86,53%; L=7,69%; P=5,76% 90,4 10,93 6,5 107,83 C=83,83%; L=10,13%; P=6,02% 458,8 294,75 116,5 870,05 C=52,73%; L=33,87%; P=13,39% 98 2,16 2,28 102,44 C=95,66%; L=2,1%; P=2,22% 199,24 164,7 183,8 547,74 C=36,37%; L=30,06%; P=33,55% 1182,44 502,42 331,46 2016,32 C=58,64%; L=24,91%; P=16,43% CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) DOMENICA 42 CALAZIONE (ORE 8,00) 1° SPUNTINO (ORE 10,30) spremuta di pompelmo (g.90) + kiwi (g.100) + mandaranci (g.100) + yogurth di capra (g.125) con cornflakes integrali (g.60) + eventuale caffè o tè senza zuchero spremuta d'arance (g.80) + castagne lessate (o caldarroste) (g.50) PRANZO (ORE fetta grossa di tonno fresco 12,30) (g.250) marinato con olio ex. verg. oliva (g.8), aglio (g.4), limone spremuto (g.10), sale, rosmarino e origano q.b. poi ai ferri e quindi ricondito con la marinatura + porri al vapore (g.130) + riso (g.80) lessato + condimento con olio ex. Verg. oliva (g.7) 2° SPUNTINO circa mezza mela (g.100) + (ORE 16,30 3 o 4 mandorle (g.10) CIRCA) finocchi crudi (g.150) conditi con aceto di mele (g.3), olio d'oliva ex. vergine (g.5) e sdale q.b. + lenticchie (g.90) stufate con aglio (g.3), cipolla (g.20), sedano (g.30), carota (g.50) e olio ex. verg.oliva (g.5) + polenta (g.80) + circa 1 bicch. vino rosso (g.100) TOTALI GIORNATA 292,6 60,03 43,88 396,51 C=73,79%; L=15,13%; P=11,06% 96,8 9,54 6,24 112,58 C=85,98%; L=8,47%; P=5,54% 309,6 320,4 238,4 868,4 C=35,65%; L=36,89%; P=27,45% 56,4 50,58 7 113,98 C=96,88%; L=1,93%; P=1,18% 383,72 121,68 86,48 591,88 C=64,83%; L=20,55%; P=14,61% 1139,12 562,23 382 2083,35 C=54,67%; L=26,98%; P=18,33% CENA (ORE 19,30 AL MASSIMO) Fonti Bibliografiche: 1) M. Bologna – C. Di Stanislao – M. Corradin – C. M. Giovanardi _ U. Mozzanti: “Dietetica Medica Scientifica e Tradizionale” - Casa Editrice Ambrosiana, Milano 2003 2) Naboru Muramoto: “Il Medico di se stesso” – Feltrinelli , Milano 2003 43 3) Domenica Arcari Morini – Anna d’Eugenio – Fausto Alfiero: “Nutrizione e funzioni organiche” - Vis Sanatrix Naturae – Roma 1999 4) Catherine Kousmine: “La tavola della salute” – Giunti 2004 5) Barry Sears – Bill Lawren – “Come raggiungere la zona” – Sperling Paperback – Cles 2002 6) Marcello Mandatori: “Il manuale delle allergie e intolleranze alimentari” – Tecniche Nuove 2002 7) Marcello Mandatori: “La dieta metabolica”- Tecniche Nuove 2004 8) Marcello Mandatori: “ La dieta antiallergica” –Tecniche Nuove 2003 9) Gudrun Dalla Via: “Le combinazioni alimentari” – Red Edizioni 1996 10) Andrew Weil: “Guarire da soli” - editore Mondatori 11) Dossier Greenpeace, AmbienteDiritto.it, 2005 12) Jeremy Rifkin: “Il secolo Biotech” – Baldini e Castoldi 1998 13) Michel Franca Guy: “La dimensione della coscienza” – M.I.R. Edizioni 14) Doris Rapp: “Il bambino difficile” – M.I.R. Edizioni 15) Grazia Calducci: “ La cucina mediterranea di pesce” – Tecniche Nuove 16) Decio Carugati: “La cucina delle Stagioni” - COOP e Longanesi 17) Ancel Keys, Margaret Key: “Mangiar Bene e Stare Bene con la dieta Mediterranea” – Piccin Nuova Libraria 18) Lucio Birello, Daniele Lo Rito: “Iridologia Naturopatica” – Edizioni Enea 44