PROGRAMMA AMMA INTEGRATO URBANO PIU’ EUROPA Programma cofinanziato dall’Unione Europea CITTÀ DI BATTIPAGLIA DOS Documento di Orientamento Strategico Allegato A: VAS - Valutazione Ambientale Strategica Maggio 2010 WBS: 1.5.4.2 CITTÀ DI BATTIPAGLIA Settore Programmazione e Politiche Comunitarie Processo di Valutazione Ambientale Strategica del D.O.S. e del PIU’ Europa della Città di Battipaglia. Consultazione pubblica Insieme per progettare il futuro: QUALI PROPOSTE PER IL FUTURO DI BATTIPAGLIA? Cosa possiamo fare per costruire in modo sostenibile la Battipaglia di domani? È possibile mettere l’ambiente al centro dei progetti per la Battipaglia di domani? Come tener conto delle principali criticità ambientali di Battipaglia? Di questo parleremo durante i lavori del laboratorio partecipato Open Space Technology promosso e organizzato dal Settore Programmazione e Politiche Comunitarie del Comune di Battipaglia, per raccogliere e discutere proposte, che possano contribuire a migliorare la nostra Città e la qualità della vita dei suoi cittadini. CI OCCUPEREMO DI: Sostenibilità ambientale, inquinamento, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse idriche... e tutto ciò di cui vorrete parlare... QUANDO Venerdi 27 Marzo 16:00 - 20:30 Sabato 28 Marzo 09:30 - 13:30 DOVE c/o Centro Sociale di Battipaglia via Guicciardini Asse6 Obiettivo Operativo 6.1. “Città medie” Unione Europea PROGRAMMA INTEGRATO URBANO PIU’ EUROPA Iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea La tua Campania cresce in Europa COMUNE DI BATTIPAGLIA Palazzo di Città Piazza Aldo Moro 84091 Battipaglia (SA) Il presente Fax sostituisce l’atto originale ai sensi dell’art. 6 c. 2 della Legge n. 412 del 30/12/1991 Oggetto: Spett.le Regione Campania AGC-16 Governo del territorio Autorità competente in materia di VAS Centro Direzionale - Isola A6 80143 Napoli Fax 081/7967122 Spett.le Ministero Beni ed Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania Via Eldorado 1 80132 Napoli Fax 081/7645305 Spett.le Provincia di Salerno Via Roma, 104 84121 Salerno Fax 089/614320 Spett.le Autorità di Bacino Regionale in Destra Sele Centro Direzionale - Isola E3 80143 Napoli Fax 081/5627827 “Documento di Orientamento Strategico (DOS) - Preliminare di PIU’” del comune di Battipaglia - Valutazione Ambientale Strategica - Convocazione tavolo di consultazione ai sensi dell’art. 13 c. 1 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008. Il comune di Battipaglia, nell’ambito della Programmazione PO FESR Regione Campania 2007 –2013 Asse VI, Obiettivo Operativo 6.1. “Città medie” - Programma PIU’ EUROPA, ha messo in essere tutti i passi operativi necessari alla predisposizione del “Documento di Orientamento Strategico (DOS) - Preliminare di PIU’”, ivi compresa la redazione della Valutazione Ambientale Strategica. A tal fine martedì 26 maggio 2009 - alle ore 11:00, presso la casa comunale di Piazza Aldo Moro in Battipaglia (Sala Giunta), la S.V.I. è invitata a partecipare all’incontro per la consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale, ai sensi dell’art. 13 c. 1 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008. La documentazione propedeutica alla consultazione, ovvero: il Rapporto Preliminare, ai sensi dell’art. 13 c. 1 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008; il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, ai sensi delle let. b) c) e d) dell’Allegato VI alla Parte I del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008; e il Documento di Sintesi PIU’ Europa, allegato al protocollo di intesa del 22/10/2008 tra Regione Campania e Comune di Battipaglia, saranno trasmessi contestualmente alla presente, via posta elettronica certificata (CEP), in formato pdf, agli indirizzi sotto riportati: Regione Campania - AGC-16 Governo del territorio [email protected] Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania [email protected] Provincia di Salerno [email protected] Autorità di Bacino Regionale in Destra Sele [email protected] Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Ufficio Programmazione e Politiche Comunitarie del comune di Battipaglia - tel. 0828/677232 - e-mail [email protected] Battipaglia, lì 12 Maggio 2009 Cordiali saluti IL DIRIGENTE Ing. Pasquale Angione SCHEDA QUESTIONARIO PER IL DOCUMENTO DI ORIENTAMENTO STRATEGICO (DOS) Nell’ambito del processo di partecipazione promosso dall’Amministrazione per l’avvio della redazione del Documento di Orientamento Strategico per il Programma Integrato Urbano – Città di Battipaglia viene chiesto ai cittadini la compilazione del seguente questionario. Il presente questionario, utile per conoscere le criticità percepite dalla collettività e le loro idee per lo sviluppo del territorio cittadino, è rivolto alla totalità dei cittadini residenti a Battipaglia. Si ringraziano, sin da ora, quanti vorranno fornire il proprio contributo d’idee. 1. DATI PERSONALI ■ Indica il sesso ■ Indica il titolo di studio ■ Se sei occupato, specifica la maschio senza titolo di studio femmina licenza elementare libero professionista licenza media dipendente pubblico fino a 9 anni diploma dipendente privato da 10 a 19 anni laurea commerciante ■ Indica l’età da 20 a 29 anni professione imprenditore ■ Indica la professione da 30 a 39 anni studente operaio da 40 a 49 anni occupato artigiano da 50 a 59 anni disoccupato militare da 60 a 69 anni inoccupato dirigente oltre 69 anni pensionato quadro altro altro ________________________________ ________________________________ ■ Se abiti nel Comune di Sant’Anna – viale della Libertà Santa Lucia Battipaglia, indica il Taverna delle Rose Aversana quartiere in cui risiedi Serroni Belvedere Centro Serroni alto Zona agricola Stella – via Rosario Taverna Maratea Altro __________________ ■ Indica il Comune di residenza ____________________________________________________________ ■ Se abiti nel Comune di Battipaglia, indica la Via, Piazza o traversa in cui risiedi ____________________________________________________________ 2. PERCEZIONE DEL QUARTIERE DI RESIDENZA (nel caso di residenza nel Comune di Battipaglia) ■ Da quanti anni risiedi e vivi nella Via, Piazza o traversa sopra indicata? 0-5 anni 6-10 anni 11-20 anni da sempre ■ Utilizza tre aggettivi per definire il quartiere in cui risiedi? - ____________________________________________________________ - ____________________________________________________________ - ____________________________________________________________ ■ Come percepisci la vivibilità del luogo in cui risiedi? molto buona abbastanza buona vorrei vivere in un altro quartiere accettabile vorrei vivere in un'altra città ■ Quanto è soddisfatto, di ciascuno dei seguenti aspetti, il luogo in cui risiedi? [rispondi a tutte le domande esprimendo la valutazione solo nel caso di servizi presenti] Non presente servizi (sociali, culturali, assistenziali) verde attrezzato spazi e attrezzature per anziani (centri ricreativi/assistenziali) spazi e attrezzature per l’infanzia (asili nido/materne) spazi e attrezzature per i giovani spazi per lo sport (attrezzature all’aperto/coperte) parcheggi per uso pubblico e/o privato percorsi (pedonali/ciclabili) e collegamenti agevoli e sicuri trasporti pubblici (numero corse, frequenza, orari) manutenzione dei luoghi pubblici (marciapiedi, strade, giardini) qualità dell’arredo urbano e dell’illuminazione pubblica raccolta differenziata dei rifiuti pulizia delle strade attività ricettive e ristorative (bar, ristoranti ecc) attività di uso comune (alimentari, tabacchi, giornali, ecc) attività di artigianato di servizio (parrucchiere, calzolaio, ecc.) sicurezza (vandalismo, attività illecite, ecc.) sicurezza stradale altro (specificare) Molto Abbastanza Poco Non so ■ Quali interventi, nel suo quartiere, hanno la priorità sugli altri? [massimo 5 risposte] recupero e riqualificazione degli edifici a destinazione residenziale recupero e riqualificazione dei fabbricati e delle aree dismesse zone a traffico limitato zone pedonali permanenti mobilità sostenibile (bus a ridotto inquinamento atmosferico, piste ciclabili, ecc.) parcheggi ulteriori eliminazione dei detrattori ambientali creazione spazi culturali e sociali realizzazione di strutture di supporto agli anziani (circoli ricreativi, centri prima assistenza, pensionati) realizzazione di strutture di supporto alle giovani coppie (asili, scuole materne) realizzazione di giardini attrezzati e aree giochi per bambini realizzazione di attrezzature sportive riqualificazione dei servizi a rete (acqua, metano, telefono, internet) potenziamento delle attrezzature ricettive e commerciali (alberghi, ristoranti, negozi) valorizzazione dei beni paesaggistico ambientali valorizzazione dei beni culturali (monumenti, edifici storici, luoghi della memoria) promozione dell’artigianato e delle iniziative locali (prodotti tipici, fiere) altro (specificare)____________________________________________________________ 3. PERCEZIONE DEL TERRITORIO CITTADINO ■ Quali sono i punti di forza [elementi che caratterizzano il territorio cittadino]: [barrare max 3 caselle] linea costiera e mare infrastrutture della mobilità (ferrovia, autostrada, SS 18, SS19 etc.) idoneità e qualità del sistema produttivo qualità del sistema commerciale qualità del sistema agricolo e dei sistemi di trasformazione dei prodotti qualificato sistema per l’istruzione qualità dell’ambiente qualificato sistema sanitario risorse ambientali e paesaggistiche altro (specificare)_______________________________________________ ■ Quali sono i punti di debolezza [criticità presenti nel territorio cittadino]: [barrare max 3 caselle] degrado del tessuto edilizio ed urbano carenza di parcheggi fuori strada insufficienza di spazi per la sosta scarsità di verde pubblico attrezzato insufficienza di accessibilità e di viabilità carenza di servizi ◊ scuole povertà diffusa nella popolazione inquinamento del suolo e del sottosuolo ◊uffici pubblici ◊trasporto pubblico inquinamento atmosferico inquinamento acustico inquinamento del mare presenza di criminalità organizzata altro (specificare) ____________________________________________________________ degrado sociale ◊altro se vuole, può argomentare le sue scelte: ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________ ■ Quali dei seguenti elementi percepisce come rilevante per il futuro di Battipaglia? [barrare max 2 caselle] tasso di occupazione preservazione dei suoli agricoli della piana disponibilità di verde urbano protezione del paesaggio (agricolo, costiero, collinare) riduzione dell’inquinamento acustico recupero della qualità delle acque costiere recupero della qualità delle acque fluviali (fiume Tusciano) riduzione e razionalizzazione del traffico urbano recupero e ricucitura del tessuto urbano (aree urbane dismesse) miglioramento del sistema di raccolta differenziata dei rifiuti ■ Quali strategie propone per Battipaglia, in grado di unire riqualificazione ambientale e sviluppo? _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________________ grazie per la collaborazione Questa scheda questionario si può: ● compilare nel corso degli incontri del 27 e 28.01.2009 e consegnare al personale addetto; ● scaricare dalla pagina dedicata ai Fondi Strutturali Comunitari del sito dell’Ente: www.comune.battipaglia.it; ● ritirare e consegnare, o spedire, presso l’Ufficio U.R.P. - Piazza Aldo Moro - 84091 - Battipaglia - Salerno. CITTÀ DI BATTIPAGLIA (Provincia di Salerno) Settore Programmazione e Politiche Comunitarie PROGRAMMA INTEGRATO URBANO “PIU’ EUROPA” Iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea Rapporto Preliminare (ai sensi dell’art. 13, c. 1, D.lgs n. 152/06 e s.m.i.) Aprile 2009 Responsabile programma: Ing. Pasquale Angione Consulente VAS: Ing. Claudio Della Rocca Asse6 Obiettivo Operativo 6.1. “Città medie” Unione Europea La tua Campania cresce in Europa 1 INTRODUZIONE 4 1.1 PREMESSA 4 1.2 FINALITÀ DEL RAPPORTO PRELIMINARE 4 2 LINEE DI ORIENTAMENTO DEL PIU’ 5 2.1 INDIVIDUAZIONE DELL’AMBITO D’INTERVENTO 5 2.2 CARATTERISTICHE DELL’AREA DI INTERVENTO 6 2.3 OBIETTIVI DEL PIU’ BATTIPAGLIA 7 2.4 STRATEGIA E SOLUZIONI 8 3 CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE 3.1 11 ILLUSTRAZIONE DEI CONTENUTI E DEGLI OBIETTIVI PRINCIPALI DEL PROGRAMMA 11 3.2 RAPPORTO CON ALTRI PERTINENTI PIANI O PROGRAMMI. 12 3.3 STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE 14 3.3.1 SCELTA DELLE COMPONENTI E DEGLI INDICATORI AMBIENTALI 15 3.3.2 TECNICHE DI PRESENTAZIONE 21 3.4 RAPPORTO CON GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE 22 3.5 VALUTAZIONE DEI POTENZIALI EFFETTI AMBIENTALI 23 3.5.1 MODELLO DPSIR 26 3.6 MISURE PREVISTE 27 3.7 MONITORAGGIO AMBIENTALE 28 3.8 SINTESI NON TECNICA 29 4 CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE 30 4.1 EASW – EUROPEAN AWARENESS SCENARIO WORKSHOP 31 4.2 OST – OPEN SPACE TECHNOLOGY 32 4.3 QUESTIONARIO 34 5 ALLEGATO 1 - PROPOSTA DI INDICE DEL RAPPORTO AMBIENTALE 37 6 ALLEGATO 2 - ELENCO DELLE AUTORITA’ IN MATERIA AMBIENTALE 39 2 7 ALLEGATO 3 - QUESTIONARIO PER LA CONSULTAZIONE PRELIMINARE 40 3 1 INTRODUZIONE 1.1 Premessa Il presente Rapporto Preliminare redatto ai sensi dell’art. 13, c. 1, del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i., si riferisce alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) da svolgere per il Programma Integrato Urbano (PIU’ EUROPA) del Comune di Battipaglia, in attuazione del Protocollo d’Intesa sottoscritto il 22/10/2008 dalla Regione Campania ed il Comune di Battipaglia. Il Rapporto costituisce momento preliminare all’effettivo processo di valutazione degli impatti potenzialmente collegati all’attuazione del Programma in questione. 1.2 Finalità del Rapporto preliminare Con il presente documento: viene illustrato il percorso metodologico-procedurale della valutazione ambientale del Piano o Programma (P/P), si identificano i soggetti competenti in materia ambientale, a cui tale percorso sarà sottoposto, si definisce l’ambito di influenza del P/P e si individua la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da considerare durante la valutazione. Il Rapporto Preliminare (RP), che fa riferimento ai contenuti del “Documento di Sintesi del PIU’ Europa” allegato al Protocollo d’Intesa citato in premessa, si propone di sintetizzare queste informazioni per renderle disponibili durante la prima fase di consultazione. Il RP costituisce, quindi, l’elemento per l’avvio della consultazione delle Autorità competenti e degli altri soggetti rilevanti in materia ambientale, per la valutazione organica e condivisa degli impatti potenzialmente derivanti dall’attuazione del P/P. Il presente documento sarà trasmesso ai soggetti competenti in materia ambientale affinché diano il loro contributo al processo di identificazione del P/P, esprimendo osservazioni, suggerimenti, proposte di integrazione, eventuali correzioni e modifiche. Le indicazioni fornite dai soggetti consultati verranno portate in conto nella valutazione ambientale e nella relativa stesura del Rapporto Ambientale, ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 152/06 e s.m.i., sia per quanto concerne il quadro conoscitivo che per ciò che attiene i criteri valutativi, e potranno contribuire ad arricchire e migliorare l’organizzazione e le scelte del P/P. Al presente RP sono allegati, ai fini della consultazione, i seguenti documenti: - la proposta di indice del RA (ALLEGATO 1). - l’elenco dei soggetti da consultare (ALLEGATO 2); - il questionario per acquisire, da parte delle Autorità ambientali, i contributi e le osservazioni (ALLEGATO 3); 4 2 LINEE D’ORIENTAMENTO DEL PIU’ 2.1 Individuazione dell’ambito d’intervento L’ambito di intervento, oggetto del Programma Integrato Urbano, comprende il tessuto urbano ed edilizio delle “aree a ridosso dello scalo ferroviario”, così come perimetrato nella fig.1 del Documento di Sintesi del PIU’ Europa, redatto nel luglio 2008 dal Settore Programmazione e Politiche Comunitarie del Comune di Battipaglia, l’area viene di seguito evidenziata nella Figura 1. Nello specifico l’ambito urbano individuato, assumendo a riferimento la stazione ferroviaria, si estende: a Nord sino ad incontrare le centralissime piazze Rago e Amendola; a Sud fino all’ex Tabacchificio ATI; ad Ovest sino all’asse statale n. 18; ad Est fino a via Sturzo. L’ambito di intervento sarà oggetto di dettagliata individuazione e perimetrazione mediante l’aggregazione di singole sezioni censuarie al fine di garantire la disponibilità, l’affidabilità e l’uniformità degli indicatori micro territoriali per sviluppare l’analisi urbanistica e socioeconomica necessaria. 5 Figura 1. Individuazione ambito d’intervento PIU’ Battipaglia. 2.2 Caratteristiche dell’area di intervento L’ambito urbano in oggetto è caratterizzato dalle seguenti problematiche: elevato consumo di suolo e scarsa presenza di aree a verde per i cittadini; diffuso degrado delle costruzioni dell’ambiente urbano, frammentazione del tessuto insediativo; carenza di servizi ed infrastrutture destinate alla collettività con particolare riguardo a quelle dell’infanzia; situazione di scarsa coesione sociale e di marcato degrado abitativo; presenza di aree urbane degradate e/o dismesse nonché di aree non utilizzate o sottoutilizzate suscettibili di riuso o di rinnovamento; scarsa vitalità economica. In particolare l’ambito individuato presenta una notevole disaggregazione del tessuto urbano e numerosi vuoti ed aree inutilizzate per effetto delle ex fabbriche dismesse. Nello 6 stesso è presente edilizia residenziale di scarsa e media qualità, del tipo economico popolare e privata. Essendo l’integrazione tra le diverse fasce sociali e culturali uno degli obiettivi prefissati si ritiene necessario che nelle aree libere si realizzi nuova edilizia residenziale di qualità, sociale (sovvenzionata e agevolata), ERP e privata, tutte da realizzare, in sintonia con gli altri obiettivi fissati, con il ricorso a soluzioni tecnologiche avanzate in ordine allo smaltimento dei rifiuti, al contenimento dei consumi energetici, alle emissioni in atmosfera ed alle risorse idriche, nonché all’utilizzo di materiali e tecniche ecocompatibili, all’abbattimento delle barriere architettoniche, etc.. La possibilità di un buon collegamento con lo svincolo autostradale, consente all’ambito individuato di assumere il ruolo di polo privilegiato per lo sviluppo dell’intera città, ulteriormente rafforzato dalla sua posizione rispetto alla strada statale n. 18 di collegamento con l’area archeologica di Paestum, il parco nazionale del Cilento e del vallo di Diano e l’intera costa Cilentana. Nell’ambito sono in corso inoltre varie iniziative private scoordinate tra loro, quali la lottizzazione dell’area afferente l’ex zuccherificio (già convenzionata e prossima all’avvio dei lavori), la rimodulazione urbanistica di un’area su iniziativa dei privati proprietari, la definizione delle residue problematiche connesse alla trasformazione dell’ex oleificio Petrone, ecc.. Con lo strumento del PIU’ sarà possibile armonizzare ed indirizzare tutte queste iniziative verso una maggiore qualità e sostenibilità complessiva del tessuto urbano. 2.3 Obiettivi del PIU’ Battipaglia Obiettivo generale strategico del Programma Integrato Urbano è quello di generare, attraverso un’azione esemplare riferita all’ambito urbano individuato, un circolo virtuoso fra Ente Locale, cittadini, Istituzioni del territorio e imprenditori delle attività legate al mare, del commercio, del turismo, dei prodotti tipici e dei servizi, teso a: - valorizzare l’ambiente urbano, migliorandone le condizioni di vivibilità; - migliorare le condizioni ambientali; - ridurre all’origine la quantità di rifiuti prodotti e da smaltire, l’inquinamento acustico ed il consumo di fonti energetiche non rinnovabili; - garantire un’efficiente gestione delle risorse idriche; - promuovere il rinnovamento culturale; - incentivare i trasporti pubblici integrati e comunicazioni; - rafforzare ed accrescere l’attrattività della città; - rigenerare e rivitalizzare il sistema economico-produttivo ivi localizzato. La riqualificazione del tessuto urbano ed edilizio della “zona ferroviaria” e l’esigenza di creare connessioni tra questa e la struttura urbana è intesa come azione strategica esemplare, capace di indurre ulteriori ed automatiche trasformazioni in modo che l’insieme delle diffuse e capillari misure, innescate a diversi livelli e a varia scala, possano 7 incidere significativamente sul processo di sviluppo del sistema Città, nonché favorire ulteriori e più ampi rapporti con le realtà di livello sovracomunale. In coerenza con gli obiettivi, i principi guida alla base del programma sono: - la sostenibilità delle scelte, ottenuta mediante la partecipazione dei cittadini e della società civile in modo da accrescere la legittimità e l’efficacia delle azioni, attraverso l’attivazione di forum condotti con riferimento alla metodologia di agenda 21 locale; - il perseguimento di una alta qualità di vita, applicando i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di eco-compatibilità; - il rafforzamento del partenariato tra i soggetti pubblici e tra pubblico e privato; - l’ ottimizzazione della spesa sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. 2.4 Strategia e soluzioni L’obiettivo generale che il “Comune” intende perseguire è quello di concorrere al raggiungimento dell’obiettivo della Regione Campania di sviluppare un sistema policentrico delle città, attraverso la costruzione di una rete di città e territori competitivi all’interno dello spazio regionale, che facciano sistema con Napoli e che possano innescare una strategia di riequilibrio e riorganizzazione spaziale e funzionale della Regione Campania. Tale obiettivo generale verrà perseguito mediante il conseguimento dei seguenti obiettivi intermedi, definiti anche in relazione ai punti di forza e di debolezza evidenziati dal DOS (Tabella 1): • Recuperare l’importanza (storica), per la piana del Sele e i territori limitrofi, dello scalo ferroviario di Battipaglia integrando il restyling in corso della Stazione, a cura della Società RFI S.p.A., con le seguenti attività/azioni: Realizzazione di un terminal bus e parcheggio di interscambio a ridosso della Stazione Ferroviaria quale integrazione del nodo Ferroviario con il trasporto su gomma sia pubblico che privato; Miglioramento dei collegamenti stradali tra la Stazione Ferroviaria e le principali infrastrutture viarie extraurbane; • Integrare lo scalo ferroviario con la Città: recuperando alla città le aree e gli immobili dello scalo merci da dismettere; mitigando gli effetti negativi, in particolare abbattendo le attuali barriere architettoniche; riqualificando le aree, in particolare quelle industriali dismesse, a ridosso dello scalo stesso; riorganizzando e potenziando il sistema di trasporto pubblico locale relativamente al sistema di interscambio ferro-gomma e viceversa; interconnettendo la rete comunale di piste ciclabili con il nodo di 8 interscambio ferro-gomma e dotare lo steso di idonei servizi per i ciclisti. • Migliorare le condizioni abitative e di vita delle famiglie, con riduzione delle cause di disagio rendendo vivibile l’ambito individuato perseguendo la qualità, l’innovazione e la sostenibilità. In sintesi, mediante azioni di natura fortemente innovative e/o sperimentali, realizzare un ambito urbano vivibile ed a basso impatto ambientale con l’innesto di nuovi servizi pubblici e privati per rivitalizzare la zona anche di sera. • Indirizzare ad una maggiore qualità e sostenibilità le iniziative private ed armonizzarle tra loro e con gli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica nuova ed esistente, il tutto abbinati ad azioni di riordino del tessuto urbano. 9 Punti di Forza Punti di Debolezza F.1. Posizione geografica D.1. Tutela degli ecosistemi naturali Il carattere strategico della sua posizione geografica in quanto situata, alla scala interregionale, nella giunzione fra un asse primario nel sistema nazionale, l’asse tirrenico, e l’asse di connessione fra il sistema campano e quello LucanoTarantino, e, alla scala regionale, al centro di un hinterland, la Piana del Sele a sua volta posta allo sbocco di direttrici regionali interne e non lungi dall’area metropolitana di Salerno. Rilevasi, per altro, che un punto di forza può divenire un vincolo se si superano certi limiti; ad esempio, una posizione strategica, quale è quella di Battipaglia, è un punto di forza in quanto attrattore di traffici e di investimenti connessi; è nel contempo passibile di generare elementi di debolezza se non si prevedono interventi idonei a prevenire e mitigare le ricadute nocive della congestione. La tutela degli ecosistemi naturali, particolarmente delicati in un’area di origine alluvionale e in parte oggetto di bonifiche, comporta sin dall’inizio l’integrazione dei principi dello sviluppo sostenibile nei programmi dell’ente sia per impedire, ridurre e compensare gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente derivanti dalla attuazione del DOS e, specificamente, del PIU’, sia per concorrere al raggiungimento dei traguardi di sostenibilità ambientale fissati per il Paese e dal POR FESR Campania 2007-2013. F.2. Potenziale demografico D.2. Risanamento delle finanze dell’ente Il potenziale demografico della comunità battipagliese in quanto caratterizzato da componenti dinamiche per effetto, oltre che dalla configurazione della struttura per classi di età, soprattutto della stratificazione, nel corso della sua breve storia, di saldi migratori positivi generati da flussi provenienti anche da regioni contermini, in controtendenza nel secondo dopoguerra con flussi Sud-Nord di ben più ampia portata, che hanno fatto di Battipaglia un singolare crogiolo di esperienze e di energie. La progressiva crescita demografica, resa in modo plastico dal relativo profilo, e il correlato sviluppo urbano manifestatosi impetuoso nel secondo dopoguerra, che, entrambi, hanno caratterizzato la breve storia della Città, potrebbe essere di buon auspicio per la previsione/obiettivo di un nuovo ciclo di sviluppo di pari intensità, sia pure con caratteri e forme diverse, in quanto sorretto da una spinta di intensità analoga. La strategia di risanamento delle finanze dell’ente, dispiegata con la delibera consiliare n. 84 del 6 novembre 2007 recante misure di salvaguardia degli equilibri di bilancio, per il finanziamento di debiti fuori bilancio e per il ripiano del disavanzo di amministrazione, avrà necessariamente uno sviluppo nel corso del 2008 con l’immissione di ulteriori misure, e, presumibilmente, proseguirà nel successivo biennio 2009-2010, implicando ciò una oggettiva limitazione per il reperimento di risorse finanziarie proprie a supporto dei programmi di investimento di cui trattasi. F.3. Stock di proposte progettuali Lo stock di proposte progettuali derivante dal concorrente apporto delle “linee programmatiche” dell’Amministrazione e di taluni strumenti ordinari della programmazione comunale Tabella 1. Punti di forza e debolezza emersi dal DOS. 10 3 CONTENUTI DEL RAPPORTO AMBIENTALE 3.1 Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del programma Nel RA, secondo quanto disposto dalla lettera a) dell’Allegato VI, prima parte del periodo, del D.Lgs 152/06 e s.m.i., occorre provvedere all’illustrazione “dei contenuti, degli obiettivi principali del piano o programma” . Nel RA saranno dettagliatamente illustrati i contenuti, gli obiettivi specifici ed operativi, nonché le proposte d’intervento che saranno definite nel corso delle diverse fasi di elaborazione del P/P. Il P/P sarà illustrato attraverso appositi schemi e tabelle che ne razionalizzano i contenuti o attraverso un Quadro Logico o più semplicemente attraverso lo schema ObiettiviStrategie-Azioni di Piano. Figura 2. Esempio di quadro Obiettivi-Strategie-Azioni di piano 11 Figura 3. Schema generale del quadro logico. La razionalizzazione del Piano, per esempio attraverso lo schema Obiettivi-StrategieAzioni, viene utilizzata poi in tutte le fasi successive del Rapporto Ambientale, come la valutazione di congruenza con altri P/P, o la valutazione dei potenziali effetti sull’ambiente, ovvero ogni qualvolta bisogna analizzare nel dettaglio le scelte del P/P. In riferimento sempre allo schema Obiettivi-Strategie-Azioni di Piano, gli Obiettivi si utilizzano per la valutazione di coerenza esterna, il confronto tra Obiettivi e Azioni permette la valutazione della coerenza interna e ancora le singole Azioni sono alla base dell’individuazione degli impatti significativi. Oltre agli elementi di strutturazione logica del P/P, si utilizzerà la cartografia di Piano, eventualmente, rielaborata in carte tematiche, per evidenziare aspetti specifici e temi comuni affrontati. 3.2 Rapporto con altri pertinenti piani o programmi. La lettera a) dell’Allegato VI, seconda parte del periodo del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., prevede che nel RA occorre definire il “rapporto tra il piano o programma considerato con altri pertinenti piani o programmi”. L’analisi del contesto programmatico, ovvero dell’insieme dei P/P che, ai diversi livelli, 12 delineano le strategie delle politiche di sviluppo e di governo del territorio, è finalizzata essenzialmente a valutare la congruenza degli obiettivi del Programma rispetto a quelli di P/P pertinenti. La verifica di coerenza esterna degli obiettivi del Programma è un’attività che permette di consolidare gli obiettivi stessi all’interno del contesto programmatico. A tale scopo, saranno presi in considerazione i documenti programmatici e normativi che costituiscono il quadro di riferimento “privilegiato” per il Programma e pertinenti all’ambito d’intervento del Programma stesso. Operativamente l’analisi del contesto programmatico del Programma sarà condotta utilizzando delle “matrici di coerenza”, mediante le quali sarà possibile comparare gli obiettivi del Programma con quelli di P/P pertinenti e valutare se sono coerenti e concorrenti (☺2), coerenti (☺), indifferenti ( ) o incoerenti ( ). La matrice di seguito riportata è così strutturata: nelle colonne saranno descritti gli obiettivi specifici del Programma, nelle righe, quelli dei P/P pertinenti di livello regionale e provinciale e/o di area vasta; l’incrocio tra due determinati obiettivi evidenzia un giudizio sintetico, a cui è assegnato un codice a “facet”, secondo questo criterio: - coerente e concorrente (☺2), ossia l’obiettivo del Programma è coerente e concorre in maniera esplicita/diretta al raggiungimento dell’obiettivo del p/p pertinente; - coerente (☺), ossia l’obiettivo del Programma è coerente e concorre in maniera indiretta al raggiungimento dell’obiettivo del p/p pertinente; - indifferente ( ), ossia l’obiettivo del Programma non concorre al raggiungimento dell’obiettivo del p/p pertinente, ma non presenta, per mancanza di relazioni tra obiettivi, neppure incoerenza o possibili contrasti; - incoerente ( ), ossia l’obiettivo del Programma non è coerente e non concorre al raggiungimento dell’obiettivo del p/p pertinente. Matrice di verifica degli obiettivi del P/P (OSp)a (OSp)b Piano/Programma X ☺2 Obiettivo X1 ☺ … (OSp)n ☺ ☺2 ☺2 Obiettivo X2 ☺2 Obiettivo X3 ☺ Piano/Programma Y ☺2 Obiettivo Y1 ☺ ☺ … ☺2 Obiettivo Yn ☺ Piano/Programma Z ☺2 Obiettivo Z1 ☺ ☺2 ☺ Obiettivo Z2 ☺2 Obiettivo Z3 Coerente e concorrente ☺2 ☺2 ☺2, Coerente ☺, Indifferente , Incoerente Tabella 2. Matrice di coerenza esterna. 13 Nella tabella seguente si riporta un elenco preliminare di piani e programmi assunti a riferimento per l’analisi di coerenza esterna del PIU, in particolare sono stati considerati, oltre ai piani urbanistici sovra comunali, anche i programmi che ai diversi livelli danno attuazione degli orientamenti strategici comunitari 2007-2013. Piani urbanistici Piano Territoriale Regionale Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE) AMBITO COMUNALE L.R. n. 13 del 13.10.08 Ordinanza n. 11 del 07 giugno 2006 del Commissario ad Acta (BURC n. 27 del 19 giugno 2006 AMBITO PROVINCIALE Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Destra Sele Piano Regolatore Generale di Battipaglia Proposta approvata con D.G.P. n.16 del 26 gennaio 2009 Adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 80 del 17.10.2002 e modificato con delibera n. 18 del 14.03.2003 AMBITO COMUNALE Decreto di approvazione n. 1636 30/3/1973 Tabella 3. Definizione preliminare dei piani urbanistici rilevanti per il PIU’. Programmi AMBITO COMUNITARIO Orientamenti Strategici Comunitari Regolamento dei fondi FESR CE 702/06 CE 1080/06 AMBITO NAZIONALE Quadro Strategico Nazionale per la politica regionale di sviluppo 2007-2013 Documento Strategico Mezzogiorno - Linee per un nuovo programma Mezzogiorno 2007-2013 AMBITO REGIONALE Documento di Programmazione PO FESR 2007–2013 Documento di Programmazione PO FSE 2007–2013 Linee Guida PIU’ Europa Sintesi Orientamenti Strategici decisione n. C(2007)4265 decisione n. C(2007)5478 DD AGC 16 m. 92/2008 allegato A - DGR 1558/2008 Tabella 4. Definizione preliminare dei programmi rilevanti per il PIU’. 3.3 Stato attuale dell’ambiente Il D.Lgs 152/06 e s.m.i. - Allegato VI, lettera b), c) e d), richiede un’accurata descrizione degli “aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente”, delle “caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate” e di “qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE”. La costruzione del quadro conoscitivo rappresenta, nel processo della VAS, la fase propedeutica alla valutazione ambientale del Programma, attraverso quest’ultima sarà possibile effettuare la caratterizzazione delle principali matrici ambientali potenzialmente interessate dall’attuazione del Programma e valutare l’entità dell’impatto generato su di 14 esse dalle azioni previste dal medesimo Programma. Ai fini della valutazione ambientale, a partire dai dati che sarà possibile reperire e da quelli che saranno prodotti nell’ambito del processo d’elaborazione del P/P, è necessario strutturare un quadro conoscitivo utile alla definizione di un opportuno insieme di indicatori tesi a descrivere lo stato attuale dell’ambiente. L’attività di protezione ambientale, infatti, per essere efficace, specialmente a livello locale, deve potersi basare su una conoscenza esatta di alcuni indicatori che siano in grado di descrivere sinteticamente lo stato dell’ambiente e l’intensità delle pressioni che gravano su di esso. Tutto ciò per poter, successivamente, tarare adeguatamente le politiche capaci di indirizzare la crescita armonica della comunità. E’ per queste ragioni che il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente costituisce il quadro conoscitivo delle risorse del territorio e, contemporaneamente, diventa lo strumento che consente di definire i principi sull’uso e la tutela delle risorse stesse e i criteri ed i parametri per le valutazioni di compatibilità. Pertanto la Relazione sullo Stato dell’ambiente non solo rappresenta il punto di partenza per l’impostazione della Valutazione Ambientale, ma concorre alla definizione del P/P, mettendo alla luce aspetti di forza ed elementi di debolezza del sistema territoriale. La lettera b) dell’Allegato VI, seconda parte del periodo, del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i. prevede che nel RA occorre descrivere l’evoluzione probabile dello stato attuale dell’ambiente nell’ipotesi che non si desse attuazione al Programma. La descrizione della possibile evoluzione degli aspetti pertinenti in caso di mancata attuazione del piano o del programma è importante come quadro di riferimento per la valutazione di questi ultimi. Tale disposizione può essere vista come la cosiddetta alternativa zero spesso applicata anche nelle procedure di valutazione dell’impatto ambientale. La descrizione dell’evoluzione dovrebbe coprire all’incirca lo stesso orizzonte temporale previsto per l’attuazione del piano o del programma. A questo riguardo devono essere anche considerati, nei limiti del possibile, gli effetti di altri piani o programmi adottati, o di decisioni prese, che interessano l’area in questione. 3.3.1 Scelta delle componenti e degli indicatori ambientali La prima fase nella definizione dello Stato dell’Ambiente riguarda la definizione delle “componenti ambientali” da trattare ed è volta ad identificare il core set degli indicatori ambientali da considerare. Le indicazioni per la definizione dei “temi ambientali” sono fornite dal V Programma di Azione Ambientale dell’Unione Europea nel documento “Verso la Sostenibilità” concordato dai quindici Stati membri. Sono stati valutati anche i temi ambientali definiti dalla Commissione dell’Unione Europea e dal suo ufficio statistico (EUROSTAT), dall’OECD e dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nell’ambito della metodologia di Valutazione Ambientale Strategica e per la 15 Reportistica Ambientale Internazionale. Dopo un’attenta analisi delle tematiche ambientali più attinenti alla situazione del territorio comunale di Battipaglia, in grado di condizionare le scelte del programma, e sulla base dei temi e delle questioni ambientali elencati nell’allegato I comma f) della Direttiva 2001/42/CE, sono i comparti ambientali sono stati organizzati nel seguente modo: 1) l'aria; 2) l'acqua; 3) il suolo; 4) il paesaggio; 5) la biodiversità, la flora e la fauna; 6) la popolazione, la salute umana; 7) i beni materiali, il patrimonio culturale, architettonico e archeologico; Le componenti ambientali saranno attentamente caratterizzate e valutate anche mediante l’utilizzo dei citati indicatori ambientali, studiando ed evidenziando i punti di forza e di debolezza, che caratterizzano il territorio e la popolazione di Battipaglia. La serie di indicatori da utilizzare nella descrizione dello stato dell’ambiente sarà desunta, con riferimento alle componenti ambientali indicate nella Tabella “B” della DGR n. 834/07, dal set di cor indicator di cui al “Documento di valutazione dei programmi integrati urbani” della Regione Campania (NVVIP) (Tabella 5). Tali indicatori, saranno opportunamente selezionati, sulla base di analisi dirette ed indirette legate all’interazione delle azioni del PIU con la realtà territoriale di Battipaglia e consentiranno di individuare e presentare le informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali del territorio, e quindi a definire le entità delle alterazioni per le diverse componenti ambientali individuate. Tali elementi saranno naturalmente ed opportunamente approfonditi nel rapporto ambientale. 16 Tabella “B” della DGR n. 834/07 Indicatori di efficacia 1) Struttura della popolazione 2) Tasso di attività 3) Tasso di occupazione/disoccupazione 4) Livello locale del reddito 7) Livello di criminalità (micro – macro – devianza giovanile) 8) Percezione del livello di criminalità 9) Soddisfazione dei cittadini 13) Vivibilità dei diversamente abili 14) Spostamento casa scuola dei bambini 23) Livello di riconoscimento dell’identità locale 24) Attrattività economico-sociale “Documento di valutazione dei PIU” della Regione Campania (NVVIP) Core Indicator Descrizione Unità Target minimo 7) Indice di densità abitativa Numero di abitanti per ha dell’area bersaglio ab/ha > 150 ab/ha 8) Indice di densità della popolazione Numero di addetti per ha nell’area bersaglio emp/ha individuare 1) Indice di permeabilità del suolo Quantità di suolo permeabile in rapporto alla superficie totale dell’area bersaglio Numero di alberi ad ettaro nell’area bersaglio Quantità di suoli da recuperare rispetto alla superficie totale dell’area bersaglio Somma dei m2 di ciascun livello recuperato all’interno dell’area bersaglio Quantità di aree verdi disponibili per ciascun abitante all’interno dell’area bersaglio m2/ m2 0,50 m2/ m2 alb/ha 70 alb/ha m2/ m2 0,80 m2/ m2 m2 non richiesto m2/ ha standard minimi Quantità di suoli non urbanizzati sottoposti ad urbanizzazione rispetto alla superficie totale dell’area bersaglio m2/ m2 < 0,10 m2/ m2 2) Indice di piantumazione alberi 5) Riduzione terreni abbandonati contaminati 6) Edifici abbandonati recuperati o 12) Disponibilità pro-capite di verde Territorio a. Popolazione e territorio Popolazione Componenti ambientali 5) Uso sostenibile del territorio 6) Accrescimento e salvaguardia del contesto abitativo e funzionalità di spazi ed edifici 10) Comunicazione ambientale 11) Accessibilità delle aree verdi pubbliche e dei servizi locali 12) Superamento delle barriere architettoniche 15) Cave ed attività estrattive 16) Estrazione di idrocarburi 17) Superficie occupata da discariche 18) Uso del suolo (cambiamento da area naturale ad area edificata) 3) Nuova occupazione di suolo rispetto alla superficie totale di intervento 19) Superficie agro-pastorale per fascia altimetrica 20) Area disboscata sul totale area boschiva 21) Superficie aree golenali occupate da insediamenti infrastrutturali 22) Riconoscimento degli aspetti semiologicoantropologici per la percezione del sistema 17 Tabella “B” della DGR n. 834/07 Protezione ambientale Tutela “Documento di valutazione dei PIU” della Regione Campania (NVVIP) Indicatori di efficacia 1) Minimo consumo di suolo 2) Biodiversità Sviluppo sostenibile c. Sviluppo sostenibile b. Tutela e protezione ambientale Componenti ambientali 3) Vulnerabilità del territorio ad eventi idrologici, vulcanici e sismici 6) Densità delle infrastrutture legate alla rete dei trasporti 7) Area adibita ad agricoltura intensiva 8) Zone edificate 4) Inquinamento acustico Core Indicator 4) Indice ecologica di frammentazione 10) Numero di abitanti/addetti condizioni di disagio acustico Qualità e gestione della risorsa idrica Unità Target minimo rete Somma delle superfici della aree naturali nell’area bersaglio superiori a 1 ha rispetto alla somma delle superfici delle aree naturali nell’area bersaglio inferiori o uguali a 1 ha m2/ m2 > 0,70 m2/ m2 in Numero di abitanti/addetti sottoposto, all’interno dell’area bersaglio, a livelli di inquinamento acustico superiore ai limiti massimi consentiti per la classificazione n. minimi di legge Perdite idriche nella rete fognaria interessanti aree di ricarica degli acquiferi all’interno nell’area bersaglio S.10 Efficienza nella distribuzione dell’acqua per il consumo umano: percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale m 0 % come piano d’azione per gli obiettivi minimi di servizio 5) Inquinamento da campi elettromagnetici 1) Prodotti sostenibili 2) Risorse naturali rinnovabili e non rinnovabili 3) Protezione, conservazione e recupero dei valori storici, culturali ed architettonici 4) Tutela e sviluppo del paesaggio agricolo e delle attività produttive connesse 5) Tutela e sviluppo del paesaggio terra-mare e delle attività turistiche connesse 6) Tutela e sviluppo di paesaggi lacuali o fluviali e delle attività produttive e turistiche connesse 7) Risorse energetiche 8) Area adibita ad agricoltura di prodotti di pregio e/o biologici 18) Inquinamento acquiferi d. Acqua Descrizione 19) Dispersione idrica 1) Consumi idrici 2) Qualità delle acque superficiali 3) Collettamento delle acque reflue 4) Balneabilità delle acque marine, lacuali e dei corsi d’acqua 5) Qualità delle acque sotterranee 18 Tabella “B” della DGR n. 834/07 Mobilità e trasporti Qualità dell’aria Produzione e gestione dei rifiuti g. Rifiuti f. Aria e. Mobilità Componenti ambientali “Documento di valutazione dei PIU” della Regione Campania (NVVIP) Indicatori di efficacia Core Indicator Descrizione Unità 9) Indicatore di coerenza densità/flussi sostenibili Superficie aree in trasformazione a 500 m dalle stazioni ferroviarie e di metropolitana su ferro all’interno dell’area bersaglio Quota modale pendolari all’interno dell’area bersaglio Posti auto in stazioni di interscambio di pendolari utenti della mobilità collettiva su ferro e all’interno dell’area bersaglio Dotazione di piste ciclo-pedonali Quantità di aree pedonali per abitante all’interno dell’area bersaglio Quantità di superficie ricadente in ZTL all’interno dell’area bersaglio m2 non richiesto % non richiesto n. non richiesto m m2/ab non richiesto 0,33 m2/ab m2/ab 4 m2/ab 13) Pendolarismo 14) Park and ride 15) Indice di ciclabilità 16) Isole pedonali 17) Zone a traffico limitato 1) Mobilità locale e trasporto passeggeri 2) Composizione del parco circolante pubblico per combustibile 3) Composizione del parco privato per combustibile 4) Modalità di circolazione dei veicoli 1) Contributo locale al cambiamento climatico globale 2) Qualità dell’aria Target minimo 11) Inquinamento atmosferico Numero di superamento dei valori limite per determinanti inquinanti atmosferici (benzene, PM 10, CO, NO2) nell’area bersaglio n. soglie di legge 20) Rifiuti S.07 Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante all’anno S.08 Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti S.09 Quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio sulla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost ex D.lgs 217/06 Kg/ab come piano d’azione per gli obiettivi minimi di servizio 3) Rete di monitoraggio della qualità dell’aria 1) Produzione di rifiuti 2) Raccolta differenziata 3) Trattamento dei rifiuti % % Tabella 5 Componenti ambientali e indicatori di efficacia di cui alla tabella “B” del DGR n.834/07 associate al set di core indicator 19 Tabella “B” della DGR n. 834/07 Componenti ambientali Popolazione a. Popolazione e territorio b. Tutela e protezione ambientale d. Acqua e. Mobilità Territorio Protezione ambientale Tutela Qualità e gestione della risorsa idrica Mobilità e trasporti “Documento di valutazione dei PIU” della Regione Campania (NVVIP) Core Indicator 7) Indice di densità abitativa 8) Indice di densità della popolazione 1) Indice di permeabilità del suolo 2) Indice di piantumazione alberi 5) Riduzione terreni abbandonati o contaminati 6) Edifici abbandonati recuperati 12) Disponibilità pro-capite di verde 3) Nuova occupazione di suolo rispetto alla superficie totale di intervento 4) Indice di frammentazione rete ecologica 10) Numero di abitanti/addetti in condizioni di disagio acustico 18) Inquinamento acquiferi 19) Dispersione idrica 9) Indicatore di coerenza densità/flussi sostenibili 13) Pendolarismo 14) Park and ride 15) Indice di ciclabilità 16) Isole pedonali f. Aria g. Rifiuti Qualità dell’aria Produzione e gestione dei rifiuti 17) Zone a traffico limitato 11) Inquinamento atmosferico 20) Rifiuti Descrizione Unità Target minimo Numero di abitanti per ha dell’area bersaglio Numero di addetti per ha nell’area bersaglio ab/ha emp/ha > 150 ab/ha individuare Quantità di suolo permeabile in rapporto alla superficie totale dell’area bersaglio Numero di alberi ad ettaro nell’area bersaglio m2/ m2 0,50 m2/ m2 alb/ha 70 alb/ha Quantità di suoli da recuperare rispetto alla superficie totale dell’area bersaglio Somma dei m2 di ciascun livello recuperato all’interno dell’area bersaglio Quantità di aree verdi disponibili per ciascun abitante all’interno dell’area bersaglio Quantità di suoli non urbanizzati sottoposti ad urbanizzazione rispetto alla superficie totale dell’area bersaglio m2/ m2 0,80 m2/ m2 m2 non richiesto m2/ m2 standard minimi < 0,10 m2/ m2 Somma delle superfici della aree naturali nell’area bersaglio superiori a 1 ha rispetto alla somma delle superfici delle aree naturali nell’area bersaglio inferiori o uguali a 1 ha Numero di abitanti/addetti sottoposto, all’interno dell’area bersaglio, a livelli di inquinamento acustico superiore ai limiti massimi consentiti per la classificazione Perdite idriche nella rete fognaria interessanti aree di ricarica degli acquiferi all’interno nell’area bersaglio S.10 Efficienza nella distribuzione dell’acqua per il consumo umano: percentuale di acqua erogata sul totale dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale m2/ m2 > 0,70 m2/ m2 n. minimi di legge m 0 % Superficie aree in trasformazione a 500 m dalle stazioni ferroviarie e di metropolitana su ferro all’interno dell’area bersaglio Quota modale pendolari all’interno dell’area bersaglio Posti auto in stazioni di interscambio di pendolari utenti della mobilità collettiva su ferro e all’interno dell’area bersaglio Dotazione di piste ciclo-pedonali Quantità di aree pedonali per abitante all’interno dell’area bersaglio m2 come piano d’azione per gli obiettivi minimi di servizio non richiesto % n. non richiesto non richiesto m m2/ab non richiesto 0,33 m2/ab m2/ab n. 4 m2/ab soglie di legge Kg/ab % come piano d’azione per gli obiettivi minimi di servizio Quantità di superficie ricadente in ZTL all’interno dell’area bersaglio Numero di superamento dei valori limite per determinanti inquinanti atmosferici (benzene, PM 10, CO, NO2) nell’area bersaglio S.07 Kg di rifiuti urbani smaltiti in discarica per abitante all’anno S.08 Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti urbani raccolti S.09 Quota di frazione umida (frazione organica e verde) trattata in impianti di compostaggio sulla frazione di umido nel rifiuto urbano totale per la produzione di compost ex D.lgs 217/06 2 m / ha % Tabella 6 Componenti ambientali di cui alla tabella “B” del DGR n.834/07 associate al set di core indicator 20 3.3.2 Tecniche di presentazione La descrizione dello Stato dell’Ambiente deve essere condotta per comprendere la situazione attuale, con la duplice finalità di definire il punto di partenza della valutazione ambientale, e supportare le scelte del P/P, fornendo indirizzi e soluzioni a più alta compatibilità. In questa ottica assumono particolare rilevanza le tecniche di presentazione dei dati raccolti. In particolare, nella definizione di uno strumento di pianificazione, risultano particolarmente utili le carte tematiche ed il map overlay. Una carta tematica non è altro che un usuale cartografia del territorio, sulla quale si evidenziano esclusivamente alcuni temi o gruppi di temi atti ad evidenziare, problemi, peculiarità e tendenze del territorio. Le carte tematiche vengono utilizzate anche per caratterizzare territorialmente il valore dell’indicatore prescelto. Spesso, infatti, il valore complessivo dell’indicatore prescelto, di per sé, non ha rilevanza, come nel caso dei piani di riequilibrio urbano. Un map overlay nasce, invece, dalla sovrapposizione di due o più carte tematiche, dove incrociando i tematismi, per esempio, degli aspetti fisici e strutturali del territorio, con, lo stato di fatto degli insediamenti e/o le previsioni di P/P, si ha subito un riscontro delle criticità che emergono sul territorio. Molto interessanti sono le sovrapposizioni fra le dotazioni di standard e servizi prima e dopo l’attuazione del P/P, per verificare l’effettivo riequilibrio attuati dal P/P. Ancora, di grande utilità risultano le sovrapposizione di tutti i vincoli geologici, idrogeologici, boschivi, nturalistici etc., per verificare la suscettività alla trasformazione delle singole zone. Figura 4. Carte tematiche e relativo map-overlay. 21 3.4 Rapporto con gli obiettivi di protezione ambientale La lettera e) dell’Allegato VI, del D.Lgs 152/06 e s.m.i. stabilisce che tra le informazioni da includere all’interno del RA ci siano gli “obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale”. Gli obiettivi di sostenibilità ambientale, da assumere per la verifica dell’esistenza di relazioni di coerenza, saranno desunti da piani, programmi e strategie nazionali e comunitarie. In particolare saranno presi in considerazione i seguenti documenti e/o programmi: Ambito europeo - Sesto Programma di Azione comunitaria in materia ambientale: “Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" – Comunicazione Commissione Europea COM(2001)31 del 24.01.2001; - “Strategia tematica per l’uso delle risorse naturali” – Comunicazione Commissione Europea COM(2005)670 del 21.12.2005; - “La politica di coesione e le città: il contributo delle città e degli agglomerati urbani alla crescita e all’occupazione all’interno delle regioni” – Bruxelles, 2006 Comunicazione Commissione Europea COM(2006)385 del 13.07.06; - Aalborg Commitments; Ambito nazionale - "Strategia d'azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010" – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 2 agosto 2002. Dai suddetti documenti e/o programmi saranno estrapolati gli obiettivi di sostenibilità ambientale ritenuti più pertinenti con il Programma. Tale analisi è volta a verificare l’esistenza di relazioni di coerenza tra gli obiettivi del Programma e quelli di sostenibilità ambientale, ovvero a far emergere eventuali incoerenze del medesimo Programma rispetto a quanto stabilito in materia di sviluppo sostenibile a livello comunitario e nazionale. L’analisi sarà esperita mediante la comparazione tra gli obiettivi sovraordinati (comunitari e nazionali) e quelli del Programma. La metodologia che sarà utilizzata, ai fini della verifica di coerenza, è la stessa descritta nel paragrafo 3.2, con la specifica che nelle colonne della “matrice di coerenza” saranno riportati gli obiettivi specifici del Programma e nelle righe della medesima matrice gli obiettivi sovraordinati (europei e nazionali). Si sottolinea che gli obiettivi a livello internazionale e comunitario sono spesso inclusi in quelli a livello nazionale, regionale e locale e spesso questi ultimi potrebbero essere sufficienti a questo fine. Va, inoltre, notato che questo paragrafo riguarda obiettivi pertinenti al programma, cioè pertinenti ai suoi possibili effetti significativi o alle questioni che solleva. 22 3.5 Valutazione dei potenziali effetti ambientali Il D.Lgs 152/06 e s.m.i. - Allegato VI, lettera f), richiede la valutazione dei “possibili impatti significativi sull’ambiente…, devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi”. La valutazione degli effetti sulle componenti ambientali eventualmente influenzate, così come stabilito nel D.Lgs n. 152/06 e s.m.i., sarà affrontata attraverso l’individuazione e la descrizione degli impatti significativi che le azioni del P/P potrebbero avere sull’ambiente. In primo luogo saranno condotte le analisi qualitative, mirate a selezionare gli impatti più rilevanti sulle varie componenti ambientali, in relazione alle diverse scelte operative attuate dal P/P. Questa valutazione sarà effettuata ricorrendo ad una “matrice di verifica degli impatti”. Anche per questa valutazione dei possibili effetti significativi sull’ambiente si ricorrerà alla metodologia di cui al paragrafo 3.2, precisando che nelle colonne della “matrice di verifica degli impatti” saranno riportate le proposte d’intervento più rilevanti del Programma e nelle righe della medesima matrice le componenti ambientali influenzate e/o gli specifici impatti ambientali. I principali aspetti di criticità delle singole componenti ambientali, che emergeranno dalla procedura di verifica, saranno indicati nella suddetta matrice. L’incrocio tra proposte d’intervento e componenti ambientali influenzate evidenzia una stima sintetica, alla quale è assegnato un codice a “facet”, secondo questo criterio: - impatto positivo esplicito/diretto (☺2), ossia la proposta d’intervento materiale più rilevante del Programma influenza in maniera esplicita/diretta e in senso positivo la componente ambientale; - impatto positivo indiretto (☺), ossia proposta d’intervento materiale più rilevante del Programma influenza in maniera indiretta e in senso positivo la componente ambientale; - impatto indifferente ( ), ossia la proposta d’intervento materiale più rilevante del Programma non influenza in maniera sia esplicita/diretta sia indiretta la componente ambientale, ma non presenta neppure possibili effetti negativi; - impatto negativo ( ), ossia la proposta d’intervento materiale più rilevante del Programma influenza in maniera sia esplicita/diretta sia indiretta e in senso negativo la componente ambientale. In questo modo sarà possibile individuare gli indirizzi operativi volti a ridurre i potenziali effetti negativi di alcune proposte del Programma. Con riferimento alla suddetta “matrice di verifica degli impatti”, se l’effetto stimato produce “impatto negativo ( )” significa che la relazione causa effetto dovrà essere indagata nel dettaglio per: 23 - verificare se il P/P ha tenuto conto di tale relazione e pertanto l’azione specifica è stata calibrata per minimizzare o annullare tale impatto, anche sulla base delle indicazioni in itinere della Valutazione Ambientale (carte tematiche e map-overlay dello stato di fatto; - individuate le effettivamente soluzioni, l’impatto in termini risulta di significativo mitigazione/compensazione, anche da un punto di se vista quantitativo; - individuare eventuali alternative, più vantaggiose sotto il profilo della sostenibilità ambientale, utilizzando le indicazioni in itinere della Valutazione Ambientale (carte tematiche e map-overlay dello stato di fatto. La “matrice di verifica degli impatti”, può essere letta per riga e per colonna. Con tale strutturazione, l’effetto complessivo di ciascuna azione sulle componenti ambientali potrà essere valutato effettuando una lettura per ogni colonna. Analoga lettura degli effetti su ciascuna riga, consente di individuare quali siano i fattori ambientali interessati dal Programma e contestualmente, nel caso di simboli diversi, permette di stabilire quali fattori necessitino di maggiore attenzione. La presentazione dei risultati ottenuti dall’attuazione delle azioni del programma può essere effettuato con un metodo matriciale di tipo cromatico che risponde anzitutto al requisito fondamentale della immediatezza di comprensione. La metodologia di valutazione adottata prevede la redazione e conseguente compilazione di un gruppo di matrici che evidenziano, ognuna per la propria parte, le interazioni tra cause, elementi di impatto e comparti ambientali. Quindi, per la quantificazione dell’entità delle interazioni tra le varie liste di controllo presenti in ognuna delle matrici, si può far uso della rappresentazione cromatica, che le descrive in forma qualitativa. In particolare sono state utilizzate due differenti scale cromatiche, cui corrispondono influenza positiva o negativa, comprendenti quattro livelli di valutazione (espressi da diverse tonalità); le quattro tonalità cromatiche corrispondono ai seguenti quattro gradi di significatività (Tabella 7) - Trascurabile; - Bassa significatività; - Media significatività; - Alta significatività. 24 PA Alta significatività (POSITIVA) PM Media significatività (POSITIVA) PB Bassa significatività (POSITIVA) PT Trascurabile (POSITIVA) NS Nessuna significatività T Trascurabile (NEGATIVA) B Bassa significatività (NEGATIVA) M Media significatività (NEGATIVA) A Alta significatività (NEGATIVA) Tabella 7. Rappresentazione cromatica dei gradi di significatività utilizzati per la valutazione dei potenziali impatti. In parallelo le matrici potranno evidenziare le altre caratteristiche dell’impatto specifico, oltre la significatività ed il segno, in accordo a quanto riportato dall’Allegato VI, lett. f), del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i., tali caratteristiche sono sintetizzate nella tabella seguente. Caratteristica Tipologia Id Diretto D Indiretto I Relazioni con altri Cumulativo con: C impatti Sinergico con S Breve termine B Medio termine M Lungo termine L Permanente P Temporaneo T Legame Orizzonte temporale Durata Tabella 8. Altre caratteristiche degli impatti da evidenziare in matrice. L’individuazione degli impatti significativi, sulla base dei risultati delle matrici elaborate, consentirà di concentrare, su tali impatti, gli approfondimenti quantitativi e cartografici. Il modello di base per lo studio di dettaglio degli impatti più significativi sarà quello del DPSIR, che viene illustrato al paragrafo successivo. Oltre al modello DPSIR, data la natura urbanistico-territoriale dell’intervento, si prevede di far ricorso all’elaborazione di carte tematiche e map-overlay (paragrafo 3.3.2), per valutare la congruità preliminare delle scelte di P/P e definire graficamente l’entità degli impatti e la modifica degli indicatori indotta dal P/P. 25 3.5.1 Modello DPSIR Per la redazione della Valutazione Ambientale Strategica annessa al programma integrato urbano (PIU) Europa si definirà un sistema di indicatori, facendo riferimento a modelli di esperienze internazionali oramai consolidate. In particolare il modello organizzativo delle informazioni ambientali è quello sviluppato in ambito EEA (European Environment Agency) e adottato dall’ANPA (Agenzia Nazionale per la Tutela Ambientale) per lo sviluppo del sistema conoscitivo e dei controlli in campo ambientale che prende il nome di modello DPSIR (Driving forces, Pressures, States, Impacts, Responses). Tale schema si basa su una struttura di relazioni causali che lega tra loro i seguenti elementi: • Determinanti (o fonti di pressione): possono essere identificati con le attività ed i processi antropici che causano le pressioni, come ad esempio la popolazione, i trasporti, le produzioni industriali, etc; • Pressioni: individuano le variabili direttamente responsabili del degrado ambientale. Servono per individuare e quantificare le cause che comportano cambiamenti nello stato ambientale (emissioni, rifiuti, rumore, etc.); • Stato: gli indicatori di stato sono descrittivi; delineano le condizioni in cui versa l'ambiente all'istante considerato e servono per valutare il grado di compromissione dell'ambiente stesso nelle sue qualità fisiche, chimiche e biologiche; • Impatti: la loro principale funzione è quella di rendere esplicite le relazioni causaeffetto tra pressioni e stato (su ecosistemi, salute, funzioni, fruizioni, ecc.); • Risposte: tali indicatori manifestano gli sforzi operativi compiuti da politici, decisori, pianificatori etc. per migliorare la qualità della vita e dell'ambiente (politiche ambientali e settoriali, iniziative legislative, azioni di pianificazione ecc.). 26 Figura 5 Categorie e relazioni di casualità nel modello DPSIR Le caratteristiche del sistema così tratteggiate permettono di definire la rappresentazione dell’ambiente in termini di sistema organico, in modo da esprimere, a diversi livelli di sintesi: stati e qualità, pressioni, grado ed entità della correlazione tra pressioni e cambiamenti. Gli interventi esercitati sull’ambiente divengono elementi dello schema, componenti indispensabili per raccordare il sistema di conoscenza e, quindi, utili per: - capire le cause e le dinamiche che hanno portato a determinare stati e qualità e gli effetti prodotti dagli interventi; - per valutare la necessità di prevedere nuovi interventi; - per stabilire le priorità di attuazione tra interventi concorrenti. In quest’ottica emergeranno i punti critici e le problematiche ancora aperte: ma va auspicata, e questo è un aspetto fondamentale del nuovo strumento di valutazione, l’individuazione, da parte dei diversi “portatori di interessi”, di ulteriori azioni atte a mitigare gli impatti e ad indirizzare lo sviluppo sostenibile locale dando alla VAS il valore di sistema dinamico ed attivo. 3.6 Misure previste La lettera g) dell’Allegato VI del D.Lgs 152/06 e s.m.i. stabilisce che all’interno del RA occorre prevedere delle misure “per impedire, ridurre e compensare nel modo più 27 completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o programma”. Le risultanze che scaturiranno dalla valutazione delle componenti ambientali influenzate dalle proposte del Programma saranno volte a fornire, ove possibile, indicazioni in merito a possibili elementi/aspetti da prendere in considerazione e nei confronti dei quali adottare idonee misure per eliminare o mitigare gli impatti potenzialmente negativi e valorizzare quelli positivi ed assicurare il conseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale del medesimo Programma. Nel RA saranno predisposte delle schede nelle quali le azioni specifiche d’intervento, del Programma saranno relazionate agli effetti potenziali individuati e alle misure compensative previste. 3.7 Monitoraggio ambientale L’Allegato VI, lettera i), del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i. prevede che nel RA vi sia una “descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare”. Il monitoraggio ambientale assume un ruolo importante nella gestione del programma in quanto da esso dipende il controllo degli effetti ambientali determinati dalle azioni del programma. Nello specifico, il monitoraggio ambientale deve raggiungere due obiettivi principali: - valutare l'efficacia delle azioni programmate in relazione agli obiettivi ambientali stabiliti; - individuare tempestivamente gli effetti negativi imprevisti, al fine di adottare le eventuali misure correttive ritenute opportune; Il monitoraggio deve essere strutturato in tre fasi: - rilevamento dei dati; - acquisizione dei dati e creazione di database; - pubblicizzazione dei dati. I Fase. Il rilevamento dei dati riguarda per questa tipologia di P/P principalmente dati di carattere territoriale, come la dotazione di standard urbanistici e la loro distribuzione sul territorio; tali dati territoriali appartengono ovviamente al set di indicatori di pressione forniti dalla valutazione ambientale per ogni tematica ambientale affrontata. Il sistema di monitoraggio e la conseguente valutazione in corso d’opera si configurano in tal modo come attività destinate ad incrementare ed innovare la conoscenza. II Fase. L’aggiornamento in tempo reale dei dati necessari consente di verificare in ogni momento lo stato di attuazione delle azioni proposte dal PIU ed il relativo livello di efficacia. 28 III Fase. La terza fase prevista per il monitoraggio riguarda la pubblicizzazione dei dati; questo è un aspetto fondamentale di cui l’amministrazione comunale deve tenere conto per mantenere viva l’attenzione sul tema del miglioramento della città da parte dei cittadini. Deve essere prevista, a tal proposito, la pubblicazione periodica dei risultati sul sito web del Comune e per mezzo di opuscoli o newsletter. Da ciò emerge che le operazioni di monitoraggio ambientale hanno carattere tecnico e devono essere eseguite periodicamente dal personale dell’ufficio comunale responsabile della gestione del PIU utilizzando, eventualmente, come strumento operativo il Sistema Informativo Territoriale. Il SIT si porrebbe non solo come elemento di accumulo e organizzazione delle informazioni, ma principalmente, come strumento di gestione e supporto dei processi decisionali. La fase essenziale di monitoraggio permette quindi di calcolare e valutare l’andamento dell’applicazione del P/P, aggiornando il rapporto ambientale e proponendo eventuali revisioni o integrazioni del piano. La VAS viene considerata come punto di partenza per la composizione graduale di un “sistema informativo ambientale” a scala locale in grado di verificare durante l’attuazione l’effettiva efficacia delle azioni di P/P. 3.8 Sintesi non tecnica L’allegato VI, lettera j), del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i. prevede che il RA deve essere correlato da una “sintesi non tecnica delle informazioni” contenute nel medesimo RA. In base alla suddetta norma, le informazioni che andranno a costituire il RA debbano poi essere riassunte sotto forma di sintesi non tecnica, allo scopo di rendere accessibili e facilmente comprensibili al pubblico i principali elementi contenuti nel RA. La sintesi non tecnica sarà strutturata sotto forma di documento separato per favorirne una più semplice ed efficace diffusione. Le informazioni del documento, ove possibile, saranno riassunte anche graficamente con l’ausilio di tavole, allo scopo di semplificarne la comprensione. 29 4 CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE Tutto il processo di VAS è caratterizzato dalla partecipazione delle “parti interessate”, tale componente costituisce un punto nodale della VAS che potenzia e supporta il complesso dell’iter decisionale alla base del P/P. La partecipazione pubblica all’iter decisionale viene trattata, oltre che nella Dir. 2001/42/CE, anche nella Convenzione UNECE sull’accesso alle informazioni, la partecipazione del pubblico ai processi decisionali e l’accesso alla giustizia in materia ambientale (Convenzione di Aarhus). L’articolo 7 della convenzione contiene disposizioni sulla partecipazione del pubblico durante la preparazione di p/p concernenti l’ambiente e tali disposizioni sono quindi integrate nella direttiva sulla VAS. Valorizzare il processo di consultazione e partecipazione delle parti interessate all’interno del processo di VAS fa si che quest’ultima non si riduca ad una semplice tecnica di calcolo, ma, al contrario, diventa il “luogo” dove considerare nella maniera più appropriata anche le dimensioni dell’argomentazione (la varietà delle opinioni e dei punti di vista) e dell’interazione (la partecipazione, l’ascolto, la concertazione, il reciproco convincimento). Per la VAS del Programma in esame, al fine di garantire un’ampia partecipazione al processo decisionale, vengono promossi, in conformità al D.Lgs 152/06 e s.m.i., specifiche modalità di consultazione e partecipazione che interesseranno la fase di definizione degli obiettivi condivisi del P/P e la fase di confronto sui risultati della VAS, a valle della redazione preliminare del P/P. Nella fase iniziale si definisce un percorso partecipato per la stesura del Documento di Orientamento Strategico, strumento questo che raccoglie obiettivi e linee guida per i successivi piani attuativi (tra cui le azioni comprese nel PIU’). Tale percorso prevede quattro differenti componenti: La città ascolta: - Incontri tematici con i rappresentanti di categoria (28 aprile-13 giugno 2008); - Presentazioni di progetti e proposte attraverso la manifestazione di interessi (3-22 dicembre 2008); La città esplora: - Due incontri mediati dallo strumento dell’EASW (European Awareness Scenario Workshop) per la definizione dello scenario futuro condiviso (Vision Condivisa) (20-21 marzo 2009). La città propone: - Due incontri mediati dallo strumento dell’OST (Open Space Technology) per l’identificazione di priorità, obiettivi e progetti, raccolti nell’Istant Report (27-28 30 marzo 2009); - Questionario per lo screening preliminare delle questioni ambientali rilevanti (2728 marzo 2009). La città partecipa: - Costituzione dei forum di co-progettazione e monitoraggio, per entrare nel merito di proposte e strategie (in itinere). Il percorso iniziale qui descritto fornirà gli elementi e le indicazione per il successivo dibattito sui risultati e le conclusioni del rapporto ambientale. 4.1 EASW – European Awareness Scenario Workshop Promosso dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Innovation, l’EASW è strumento per la gestione di workshop finalizzati ad approfondire i bisogni di una comunità locale, con particolare riferimento ai temi connessi allo sviluppo sostenibile. Un EASW è costituito su due attività principali: lo sviluppo di visioni e la proposta di idee. Nello sviluppo di visioni i partecipanti sono invitati a proiettarsi nel futuro per immaginare, in relazione ai temi della discussione, quale scenario futuro essi ritengano auspicabile o non auspicabile. Tale attività tende a far emergere rispettivamente speranze e paure della comunità. I fattori di successo e di insuccesso emersi dagli incontri ed associati agli scenari, concorrono ad evidenziare i cosiddetti elementi di Forza e Debolezza del contesto territoriale. Figura 6. Struttura di un EASW. 31 Gli incontri organizzati dal Comune di Battipaglia il 20 e 21 Marzo 2009 presso il Centro Sociale, tesi esclusivamente alla definizione della Visione Comune Condivisa, hanno visto la partecipazione della cittadinanza organizzata in quattro gruppi: Politici Imprenditori Tecnici Associazioni Ogni gruppo, nell’arco dei due giorni di lavoro, si è dedicato alla definizione di uno scenario pessimistico e di uno ottimistico all’anno 2020 per la città di Battipaglia. La costruzione degli scenari è stata strutturata su quattro tematiche: Ambiente urbano Mobilità e trasporti Economia e lavoro Cultura e qualità della vita In aggiunta alle quattro tematiche, ogni gruppo, in merito alla visione pessimistica, ha evidenziato i presumibili fattori di insuccesso, e su quella ottimistica, ha indicato i presumibili fattori di successo. Dal complesso dei documenti prodotti in ciascuna giornata dai quattro gruppi, si è estrapolato lo Scenario Positivo Comune Condiviso. 4.2 OST – Open Space Technology L’Open Space Technology è una metodologia che permette, all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione, di creare workshop e meeting particolarmente ispirati e produttivi. È stato sperimentato negli ultimi vent’anni in differenti paesi del mondo, impiegato nella gestione di gruppi composti da un minimo di 5 a un massimo di 2000 persone, in conferenze della durata di una, due o anche tre giornate. 32 Figura 7. Organizzazione e principi di un Open Space Technology. Gli incontri organizzati dal Comune di Battipaglia il 28 e 29 Marzo 2009 presso il Centro Sociale e rivolti all’intera comunità, hanno previsto una prima fase plenaria con la proposizione delle singole idee-proposte, auto-organizzate dai proponenti rispetto al calendario dei lavori, che prevedeva quattro sessioni (due per ciascun giorno) ed otto aree attrezzate per le discussioni. Auto-definito il programma, ogni partecipante ha scelto in libertà a quale incontro partecipare per ogni singola sessione di lavoro, in relazione all’interesse, alla professionalità o anche alla semplice curiosità. Ogni gruppo di discussione a fine lezione ha stilato un piccolo report degli elementi emersi durante i lavori, siano essi proposte, preoccupazioni, carenze, idee etc. L’insieme dei report è stato, alla fine della due giorni, consegnato ad ogni partecipante sottoforma di Istant Book, per fornire ad ognuno la possibilità di confrontarsi con tutti i temi e le proposte trattate durante i lavori. 33 Figura 8. Fasi e sviluppo di un Open Space Technology. 4.3 Questionario Il questionario è un approccio più classico alla consultazione dei soggetti interessati dal P/P, tuttavia consente di far emergere problematiche che spesso in dinamiche di gruppo possono essere tralasciate. Inoltre, consente di associare alla discussione generale, aspetti quantitativi, che evidenziano il livello di interesse del campione consultato sulle singole tematiche trattate. 34 Figura 9. Pagina 1 e 2 del questionario Il questionario predisposto è stato strutturato su tre elementi informativi: Dati personali; Percezione del quartiere di residenza; Percezione del territorio cittadino. Il primo elemento consente di caratterizzare la persona intervistata, il secondo evidenzia livelli di servizio e priorità di intervento nel quartiere di residenza, il terzo fornisce la chiave di lettura delle caratteristiche del territorio comunale in termini di elementi di Forza e di Debolezza ed in termini di potenziali opportunità. Il confronto fra la percezione del quartiere di residenza e la percezione del territorio cittadino, fornirà ulteriori informazioni in merito alla localizzazione ed alla perimetrazione dell’intervento previsto dal P/P. 35 Figura 10. Pagina 3 e 4 del questionario 36 5 ALLEGATO 1 - PROPOSTA DI INDICE DEL RAPPORTO AMBIENTALE INDICE 0. PREMESSA 1. INTRODUZIONE 2. RIFERIMENTI NORMATIVI 2.1 La Direttiva CE 42\2001 2.1 Il D.Lgs 152/2006 e il D.Lgs. 4/2008 2.2 Il recepimento della Direttiva CE 42\2001 in Campania e la Delibera di Giunta Regionale n. 834 dell’11 maggio 2007 3. APPROCCIO METODOLOGICO 3.1 Le fasi della Valutazione Ambientale Strategica 3.2 La struttura della partecipazione 3.3 Le metodologie di valutazione e selezione (DPSIR) 3.4 La scelta dei temi ambientali e degli indicatori 4. CONTENUTI DEL PIANO 4.1 Gli obiettivi generali 4.2 Il ruolo della partecipazione 4.2 L’ambito di intervento 4.3 La struttura e il quadro Obiettivi-Strategie-Azioni 4.4 I risultati attesi 5. RAPPORTO CON ALTRI PIANI E PROGRAMMI 5.1 I piani e programmi pertinenti 5.2 La verifica di coerenza esterna del Piano 6. STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE 6.1 Le componenti ambientali 6.2 La probabile evoluzione 6.2 I problemi ambientali rilevanti 7. RAPPORTO CON GLI OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE 7.1 Gli obiettivi di protezione ambientale Comunitari Nazionali Regionali 7.2 La verifica di coerenza interna degli obiettivi 7.3 La selezione degli obiettivi ambientali rilevanti 8. VALUTAZIONE DEI POTENZIALI EFFETTI SULL’AMBIENTE 37 8.1 Analisi preliminari di supporto alla definizione del Piano 8.2 Analisi degli effetti Analisi quantitativa Analisi qualitativa 8.3 Valutazione degli effetti 8.4 Misure previste 9. MONITORAGGIO AMBIENTALE 9.1 Scelta degli indicatori 9.2 Definizione del monitoraggio 10. SINTESI NON TECNICA 38 6 ALLEGATO 2 - ELENCO DELLE AUTORITA’ IN MATERIA AMBIENTALE La consultazione delle autorità ambientali è prevista dalla Direttiva 2001/42/CE relativamente alla VAS dei Piani e dei Programmi in due specifici momenti. Nelle fasi iniziali del Piano/Programma le autorità ambientali devono essere consultate al momento di assumere le decisioni sulla natura, la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale (Relazione Preliminare o di Scoping). Queste stesse autorità dovranno poi essere consultate, nella fase conclusiva, sulla bozza di Piano e sul Rapporto Ambientale. Nel Rapporto Ambientale, in particolare, dovrà essere esplicitato in quale modo si è tenuto conto dei pareri e delle indicazioni delle autorità ambientali nelle varie fasi del processo di definizione del P/P. 1. Autorità facenti capo alla Regione Campania: • Assessorato Ambiente, Assessorato Urbanistica, Assessorato alla Sanità; • Autorità Ambientale - A.G.C. 05 “Tutela dell’ambiente” - A.G.C. 16 “Governo del territorio” • ARPAC – Dipartimento Provinciale di Salerno; • ASL SA2 • Autorità di Bacino Destra Sele; • Genio Civile della Provincia di Salerno 2. Autorità esterne alla Regione Campania • Provincia di Salerno: Assessorato all’Ambiente; • Consorzio di Bonifica Destra Sele; • Ente d’Ambito Sele (ATO4) • Ministero dei beni ed Attività Culturali: Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Campania; • Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio e per il patrimonio storico artistico ed etnoantropologico per le province di Salerno e Avellino; • Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Provincie di Salerno, Avellino e Benevento; 39 7 ALLEGATO 3 - QUESTIONARIO PER LA CONSULTAZIONE PRELIMINARE 1. Dati NOME COGNOME ENTE DI APPARTENENZA TELEFONO FAX E-MAIL SITO INTERNET 2. Inquadramento della strategia del Programma 2.1 Ritenete che l’inquadramento della strategia e degli obiettivi specifici del Documento di Sintesi del DOS (Programma) sia coerente, chiaro ed esaustivo? SI NO In caso di risposta negativa, indicare i motivi per cui si ritiene non chiara ed esaustiva l’illustrazione: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 3. Portata delle informazioni per la costruzione del quadro conoscitivo del contesto ambientale 3.1 Ritenete che siano state prese in considerazione tutte le componenti e le tematiche ambientali pertinenti il Programma? SI NO In caso di risposta negativa, depennate dall’elenco sottostante le componenti e le tematiche ambientali che ritenete non debbano essere prese in considerazione e/o aggiungete le componenti e le tematiche ambientali che ritenete debbano essere considerate, possibilmente motivando le vostre proposte: 40 COMPONENTI AMBIENTALI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE Popolazione Territorio Tutela e protezione ambientale Sviluppo sostenibile Qualità e gestione della risorsa idrica Mobilità e trasporti Qualità dell’aria Produzione e gestione dei Rifiuti 3.2 Ai fini della procedura di VAS applicata al Programma ritenete utile segnalare eventuali ulteriori disponibilità di banche dati e/o informazioni? SI NO In caso di risposta negativa, indicare le integrazioni: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 4. Portata delle informazioni per la costruzione del contesto programmatico 4.1 Ritenete esaustivo l’elenco dei piani e programmi pertinenti al Programma di per i quali dovranno essere specificati, ai fini della redazione della verifica di coerenza esterna, i rapporti e le eventuali interferenze con il Programma stesso? SI NO In caso di risposta negativa, depennate dall’elenco sottostante i piani e i programmi che ritenete non debbano essere presi in considerazione e/o aggiungete quelli che ritenete debbano essere considerati, possibilmente motivando le vostre proposte: 41 PIANI E PROGRAMMI MOTIVO DELL’ESCLUSIONE INTEGRAZIONE (altri Piani e Programmi) AMBITO REGIONALE Piano Territoriale Regionale (PTR)1 Piano Regionale Attività Estrattive (PRAE)2 AMBITO PROVINCIALE Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)3 Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino destra Sele4 1 - L.R. n. 13 del 13.10.08 2 - Ordinanza n. 11 del 07 giugno 2006 del Commissario ad Acta (BURC n. 27 del 19 giugno 2006 3 - Proposta approvata con D.G.P. n.16 del 26 gennaio 2009 4 - Adottato dal Comitato Istituzionale con delibera n. 80 del 17.10.2002 e modificato con delibera n. 18 del 14.03.2003 5. Obiettivi di sostenibilità ambientale 5.1 Ritenete esaustivo il metodo proposto per la definizione del sistema obiettivi - target -indicatori? SI NO In caso di risposta negativa, indicate i motivi o eventuali suggerimenti: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 42 6. Metodologia del processo di valutazione 6.1 Ritenete chiara ed esaustiva la metodologia illustrata per la valutazione degli effetti ambientali del Programma? SI NO In caso di risposta negativa, indicare i motivi per cui si ritiene non chiara ed esaustiva la metodologia illustrata: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 7. Metodologia del processo di consultazione e partecipazione 7.1 Ritenete il processo di consultazione e partecipazione illustrato e la sua strutturazione conformi a quanto previsto dalla normativa vigente in materia di VAS? SI NO In caso di risposta negativa, indicare i motivi: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 8. Proposta di struttura/indice del rapporto ambientale 8.1 Ritenete che i paragrafi individuati dalla proposta di indice siano sufficienti per la redazione del rapporto ambientale? SI NO In caso di risposta negativa integrate l’indice nel modo che ritenete più opportuno possibilmente motivando le vostre proposte: _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 9. Ulteriori osservazioni 9.1. Ai fini dello svolgimento della valutazione ai sensi del D.Lgs n. 152/06 e s.m.i., ritenete vi siano suggerimenti e/o aspetti da far emergere o contributi utili da poter fornire? _________________________________________________________________________________ _________________________________________________________________________________ _____________________________________________________________________________ 43 CITTÀ DI BATTIPAGLIA (Provincia di Salerno) Settore Programmazione e Politiche Comunitarie PROGRAMMA INTEGRATO URBANO “PIU’ EUROPA” Iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea Rapporto sullo Stato dell’Ambiente (ai sensi dell’art. 13, D.lgs n. 152/06 e s.m.i.) Aprile 2009 Responsabile programma: Ing. Pasquale Angione Consulente VAS: Ing. Claudio Della Rocca Asse6 Obiettivo Operativo 6.1. “Città medie” Unione Europea La tua Campania cresce in Europa 1 PREMESSA 4 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE 5 2.1 CARATTERI AMBIENTALI E TERRITORIALI 6 2.2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO 7 2.3 INQUADRAMENTO IDROGRAFICO 9 3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO TERRITORIALE 10 3.1 PIANO TERRITORIALE REGIONALE 11 3.2 PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE 15 3.3 PIANO REGOLATORE DI BATTIPAGLIA 25 3.4 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DELL’AUTORITÀ DI BACINO DESTRA SELE 25 3.5 PIANO PROVINCIALE PER IL RIUTILIZZO DELLE CAVE DISMESSE 32 3.6 PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI 33 4 I COMPARTI AMBIENTALI 34 4.1 ARIA 34 4.1.1 CARATTERIZZAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA 36 4.2 ACQUA 41 4.2.1 ACQUE POTABILI 41 4.2.2 ACQUE SUPERFICIALI 42 4.2.3 ACQUE SOTTERRANEE 45 4.2.4 ACQUE DI SCARICO BIANCHE E NERE (ACQUA REFLUE) 49 4.2.5 ACQUE MARINO-COSTIERE 53 4.3 SUOLO 56 4.3.1 CLASSIFICAZIONE SISMICA 60 4.4 PAESAGGIO 62 4.4.1 BENI AMBIENTALI E PAESAGGISTICI 65 4.5 BIODIVERSITÀ, FLORA E FAUNA 68 4.5.1 VEGETAZIONE 68 4.5.2 FAUNA 70 4.6 POPOLAZIONE E SALUTE UMANA 72 2 4.6.1 RUMORE 77 4.6.2 INQUINAMENTO LUMINOSO 79 4.7 BENI MATERIALI, IL PATRIMONIO CULTURALE, STORICO-ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO 81 3 1 PREMESSA Il D.Lgs 152/06 e s.m.i. - Allegato VI, lettera b), prima parte del periodo, richiede un’accurata descrizione degli “aspetti pertinenti dello stato attuale dell’ambiente”. La costruzione del quadro conoscitivo rappresenta, nel processo della VAS, la fase propedeutica alla valutazione ambientale del Programma, attraverso la quale è possibile effettuare la caratterizzazione delle principali matrici ambientali potenzialmente interessate dall’attuazione del Programma e valutare l’entità dell’impatto generato su di esse dalle azioni previste dal medesimo Programma. Ai fini della valutazione ambientale, a partire dai dati che sarà possibile reperire e da quelli che saranno prodotti nell’ambito del processo d’elaborazione del Programma, è necessario strutturare un adeguato quadro conoscitivo utile alla descrizione lo stato attuale dell’ambiente. La conoscenza approfondita del reale “stato” del territorio oggetto di studio indirizza le politiche strategiche in modo che sullo stesso si possano operare scelte corrette e consapevoli capaci di realizzare la crescita armonica della comunità. Sinteticamente, quindi, mediante il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente è possibile: - leggere e definire lo stato quali-quantitativo del territorio analizzato; - individuare ed interpretare i carichi e le pressioni sulle risorse ambientali locali; - definire i criteri per la valutazione preventiva degli effetti delle scelte pianificatorie previste nel programma; - definire le potenzialità di riduzione dei fattori di pressione umana sulle risorse; - verificare le compatibilità tra le caratteristiche ambientali del territorio e le scelte progettuali; - migliorare la qualità del progetto in materia di localizzazione delle scelte. E’ per queste ragioni che la Relazione sullo Stato dell’Ambiente costituisce il quadro conoscitivo delle risorse del territorio e, contemporaneamente, diventa lo strumento che consente di definire i principi sull’uso e la tutela delle risorse stesse e i criteri ed i parametri per le valutazioni di compatibilità. Questo permette la costruzione di un vero e proprio Budget Ambientale Locale, cioè uno strumento che fornisce agli amministratori locali e ai decisori un quadro per gestire le risorse naturali, analogo a quello utilizzato per gestire le risorse finanziarie. Allo stesso modo si verifica la dotazione di risorse, si fissano le soglie e/o gli obiettivi di consumo o di ripristino del capitale, si indicano i parametri che consentono un monitoraggio “della spesa” di risorse. Per la descrizione dello stato dell’ambiente, si farà ricorso all’elaborazione di dati ambientali pregressi in modo da costruire un’approfondita conoscenza dei comparti 4 ritenuti significativi ai fini della valutazione delle scelte del Programma. Dopo un’attenta analisi delle tematiche ambientali più attinenti alla situazione del territorio comunale di Battipaglia e potenzialmente in grado di condizionare le scelte del programma, sono stati selezionati i seguenti comparti ambientali: 1) l'aria; 2) l'acqua; 3) il suolo; 4) il paesaggio; 5) la biodiversità, la flora e la fauna; 6) la popolazione, la salute umana; 7) i beni materiali, il patrimonio culturale, architettonico e archeologico. Tali componenti ambientali sono state scelte sulla base dell’elenco, opportunamente integrato, dei temi e delle questioni ambientali elencati nell’allegato I comma f) della Direttiva 2001/42/CE e verificate nella specificità delle caratteristiche territoriali. Di seguito saranno descritte le peculiarità ambientali degli 8 comparti individuati, precedute da un capitolo di inquadramento territoriale e da un quadro di riferimento programmatico. 2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE Per rapporto sullo stato dell’ambiente si intende, in questo documento, la raccolta dei dati necessari ad una conoscenza chiara ed esauriente del territorio dal punto di vista principalmente ambientale e quindi delle condizioni attuali, dei vincoli esistenti sul territorio interessato e delle possibili criticità ambientali presenti su di esso. In questo documento vengono, quindi, sinteticamente riportati i principali riferimenti che consentono di restituire l’insieme dei caratteri e delle problematiche del territorio di Battipaglia. Il tutto al fine di comprendere il contesto all’interno del quale si vanno a collocare le scelte strategiche per poter meglio valutare i loro effetti complessivi. Per sviluppare in modo completo un quadro complesso e vasto come questo, è stato definito un approccio conoscitivo basato su tre livelli: - il primo è riferito all’individuazione territoriale del Comune di Battipaglia e dell’area oggetto degli interventi di trasformazione; - il secondo è riferito al quadro programmatico territoriale, in cui sono individuate tutte le norme di interesse ambientale e tutte le previsioni degli strumenti sovraordinati e di settore che possono avere riflessi sull’ambiente; - il terzo è di tipo ricognitivo, in cui sono raccolte ed elaborate le informazioni del territorio interessato. 5 2.1 Caratteri ambientali e territoriali Il comune di Battipaglia ha una superficie di 56,42 km2 ed è situato al centro della Piana del Sele, racchiusa a nord dai Monti Picentini e dai Monti di Eboli a sud-ovest dal Golfo di Salerno (Mar Tirreno) e a Est dai Monti del Cilento e dai Monti Alburni. Il comune confina a nord con i comuni di Montecorvino Rovella e Olevano a ovest con il comune di Pontecagnano Faiano e a sud, sud-est con il comune di Eboli. Battipaglia costituisce un importante snodo delle direttrici della mobilità regionale infatti da essa si diramano tre assi di fondamentale importanza, verso nord-ovest e quindi verso Salerno troviamo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria A3 (direzione Salerno), la ferrovia Salerno-Reggio Calabria (direzione Salerno) e la SS 18 (direzione Salerno); verso sud-est e quindi verso Eboli troviamo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria A3 (direzione Reggio Calabria), la ferrovia Battipaglia-Potenza-Lagonegro (direzione Potenza-Lagonegro) e la SS 19 (direzione Eboli); verso sud e quindi verso Capaccio-Paestum troviamo la ferrovia Salerno-Reggio Calabria (direzione Reggio Calabria) e la SS 18 (direzione CapaccioPaestum). Il primo asse collega il centro urbano con il nord e tutti i capoluoghi di provincia della regione Campania nonché con la città di Napoli, il secondo asse permette il collegamento con il Vallo di Diano, la Basilicata e la Calabria, in fine il terzo asse, di grandissima rilevanza nel periodo estivo, connette Battipaglia con l’area archeologica di Paestum, il Parco Nazionale del Cilento, L’Oasi Naturalistica di Serre Persano e tutta la costa Cilentana da Agropoli a Maratea. L’altitudine è compresa tra 0 e 404 metri slm (località Telegrafo) e l'abitato di Battipaglia è posto a circa 70 metri slm. Il comune ha una popolazione di circa 50.843 abitanti ed è formato da un nucleo principale, Battipaglia appunto, e da almeno quattro altri nuclei abitati: Belvedere lungo la SS 18 in direzione Salerno e separato dal nucleo principale dalla rotatoria dello svincolo autostradale (A3), Serroni alto lungo la SP 136 in direzione Montecorvino Rovella separato dal nucleo principale dall’autostrada A3, l’agglomerato di Taverna delle Rose-Taverna Maratea lungo la SS 18 in direzione Capaccio e in fine il nucleo della piana agricola di Santa Lucia. Il resto del territorio, per oltre l’85 % è costituito dalla piana agricola in direzione sud-ovest (esiste una zona collinare a est del nucleo urbano principale ma riguarda un’area limitata), tale piana è tuttavia interessata da numerosissime case sparse e nuclei spontanei e da una serie di insediamenti industriali lungo la SP 135 (Battipaglia-Mare) che collega il centro urbano con la fascia costiera. Il territorio comunale viene attraversato da nord-est a est dal fiume Tusciano, poco prima della foce il Tusciano riceve le acque del torrente Lama che definisce anche il confine tra i territori comunali di Battipaglia e Pontecagnano Faiano. Il fiume Tusciano attraversa per oltre 2000 metri il centro abitato di Battipaglia proponendosi nei tratti ancora non cementificati come evidente elemento di riqualificazione urbana. In fine l’intera piana è interessata da una fitta rete di canali artificiali realizzati ai tempi della bonifica delle aree 6 paludose. Questi canali a scopo irriguo sono alimentati dalle acque dei fiumi Sele a sud e Tusciano a nord e sfociano a mare a mezzo di un'unica idrovora (almeno per i canali del comune di Battipaglia) al confine con il comune di Eboli (Località Lago). Dal punto di vista idrogeologico, i versanti collinari non presentano un rischio frane particolarmente rilevante, mentre i rischi di esondazione connessi al fiume Tusciano, come riportato nelle specifiche cartografie dell’Autorità di Bacino, risultano significativi in particolar modo: a monte del tracciato ferroviario e in corrispondenza della confluenza fra torrente Lama e fiume Tusciano. Figura 1. Inquadramento territoriale del territorio comunale. 2.2 Inquadramento geologico e geomorfologico La situazione geolitologica locale può essere chiaramente inquadrata nel contesto più generale della Piana del Sele, la quale corrisponde ad un’area di subsidenza quaternaria, colmata da depositi prevalentemente alluvionali (vedi Figura 2). 7 Figura 2 Carta geologica dell’area nord-est del Comune di Battipaglia. Figura 3 Carta geologica dell’area sud-ovest del Comune di Battipaglia. 8 Tali terreni sono costituiti da ripetute alternanze di materiali sabbiosi e ghiaiosi, intercalati con lenti e livelli di limi ed argille. Malgrado le bonifiche realizzate, è ancora oggi possibile riconoscere l'originario assetto morfologico, caratterizzato da numerose incisioni torrentizie e blande depressioni, dove un tempo ristagnavano le acque che, per le generalizzate difficoltà di drenaggio superficiale unitamente alla presenza lungo la fascia costiera di vari cordoni dunari, defluivano molto lentamente verso il mare. La valle, che in origine presentava un fondo aspro ed accidentato, è stata addolcita proprio dalla dinamica deposizionale ed ha assunto un profilo pianeggiante. Tutto il territorio comunale, dal punto di vista strettamente morfologico, si può dividere in due parti: a) la zona “Castelluccio” con una pendenza media intorno al 25% e con una quota massima di m 350; b) una zona pianeggiante con pendenza media inferiore al 10%. Oltre ai materiali alluvionali si riscontrano prodotti vulcanici costituiti in prevalenza da piroclastiti a granulometria sottile e media, che hanno subito l’azione delle acque dilavanti, determinando in essi processi di argillificazione che sono più o meno spinti a seconda dell’età. 2.3 Inquadramento idrografico La rete idrografica superficiale è dominata dalla presenza del bacino del Fiume Tusciano. La rete idraulica è gerarchicamente non ancora ben organizzata, trattandosi di un corso condizionato da una ripresa erosiva molto recente; una breve osservazione del reticolo permette di localizzare le più importanti anomalie fuori dal comprensorio di Battipaglia, nel confinante territorio di Olevano sul Tusciano, dove sono riscontrabili molteplici faglie quaternarie. I terreni della zona presentano una porosità primaria medio-elevata ed una permeabilità alta, ad eccezione dei depositi argillosi e limosi che risultano praticamente impermeabili. Essendo la zona circondata da massicci calcareo-dolomitici, la circolazione idrica di natura carsica è abbondante e le acque vanno ad accumularsi nella pianura alluvionale, dando luogo ad estesi bacini idrici sotterranei. Nella zona pertanto si sono sviluppate più falde acquifere sovrapposte per la presenza di lenti argillose impermeabili intercalate fra alluvioni più grossolane. La loro distribuzione nel sottosuolo però è irregolare, poiché è irregolare la stratificazione del materasso alluvionale. 9 Figura 4 Carta storica del bacino del fiume Tusciano. 3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO TERRITORIALE In questo paragrafo si riporta il quadro programmatico di riferimento per il territorio in esame, ovvero la pianificazione territoriale, sovraordinata o di settore, e le possibili aree protette o vincolate che sono presenti sul territorio in esame. Nello studio effettuato si 10 terrà conto dei seguenti strumenti: - Piano Territoriale Regionale della regione Campania adottato con Deliberazione n. 1956 del 30 novembre 2006; - Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Salerno adottato con delibera G.P. n. 16 del 26 gennaio 2009; - Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Destra Sele adottato con delibera del Comitato Istituzionale n. 80 del 17/10/2002 e approvato con Delibera di Giunta n. 5241 del 31/10/2002 e s.m.i.; - Piano Regolatore Generale di Battipaglia adottato con decreto n. 1636 del 30/3/1972; - Piano Provinciale per il riutilizzo delle cave dismesse; - Piano Regionale di gestione dei rifiuti. 3.1 Piano Territoriale Regionale Dagli strumenti di programmazione riportati si sono estrapolati tutti quegli elaborati che danno una classificazione e una caratterizzazione dal punto di vista ambientale del territorio. Inoltre si sono riportati quegli aspetti, in particolare per il PRG che possono, in una seconda fase, supportare le scelte coerenti dal punto di vista ambientale. Dalla cartografia prodotta dal PTR ( Piano Territoriale Regionale - 2004) si sono riportati due utili stralci delle cartografie relative alle aree protette o interessate da Piani Paesistici. Emerge quale area tutelata ai sensi del D.Lgs. n°490/99 (sostituito dal vigente D.Lgs. 22/01/2004 n°42) anche l’area del Comune di Battipaglia che si estende tra la linea di costa e via Noschese. Il territorio comunale non è interessato da altre aree protette: quelli più prossimi al comune di Battipaglia sono il Parco Regionale dei Monti Picentini istituito con L.R. n°33 del 01/09/1993, e il Parco Regionale fluviale del Sele, che si trovano rispettivamente a nord e a sud-est del territorio comunale (Errore. L'origine riferimento non è stata trovata.). 11 Figura 5 PTR - Parchi nazionali e aree protette riportate nel PTR. Nell’ambito del PTR è presente un elaborato molto interessante ai fini della Valutazione Ambientale Strategica, cioè quello relativo alla rete ecologica regionale. Si tratta di una cartografia nella quale sono riportate le maggiori linee di connettività di tipo ecologico a livello regionale, allo scopo di mettere a sistema aree di notevole interesse per la biodiversità. Tale carta consente di verificare se sono presenti attraversamenti della rete ecologica regionale sul territorio comunale. 12 Figura 6 PTR - Rete ecologica regionale. Osservando l’elaborato predisposto dall'autorità regionale si nota come il comune di Battipaglia non sia attraversato da corridoi ecologici di livello regionale, ma sia invece classificato come un area a massima frammentazione ecosistemica. Questa circostanza implica che gli interventi urbanistici che comportano la trasformazione della destinazione d’uso dei suoli, devono mirare ad una minore frammentazione del territorio, aumentando il livello di accorpamento degli insediamenti e riducendo l’edificazione nelle aree agricole e lungo le direttrici viarie. 13 La rete ecologica regionale allo stato non risulta supportata da una rete di dettaglio alla scala provinciale. Figura 7 PTR - Visioning preferita. In termini programmatici il PTR assegna a Battipaglia il ruolo di Centralità Metropolitana dell’area della Piana del Sele, soprattutto in relazione alla funzione di snodo di base della rete dei trasporti regionale e nazionale. Infatti, sia a livello ferroviario che stradale Battipaglia costituisce l’unione dei percorsi provenienti dall’entroterra (Lucania, Vallo di Diano, Valle del Sele, Calabria) e quelli provenienti dalla costa (Golfo di Salerno, Cilento, Calabria) che si uniscono in direzione dei centri metropolitani di Salerno e Napoli. 14 3.2 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Il PTCP in termini programmatici costituisce lo strumento principale per comprendere le linee di indirizzo territoriali. Nel prosieguo si presenteranno cinque tavole del PTCP relative alle scelte di programmazione attuate nell’area del comune di Battipaglia, relativamente al Sistema Ambientale, al Sistema Insediativo, al Sistema della Mobilità e della Logistica, agli Ambiti di Paesaggio ed alla azione locale della Piana del Sele. La strategia del Sistema Ambientale prevede di operare essenzialmente su tre elementi, da utilizzare come ricucitori dell’area della piana: • La fascia costiera; • L’asse fluviale del Tusciano; • L’area collinare. L’area della piana viene infatti indicata, in accordo con le osservazioni del PTR, come aree a minore biodiversità ed ad elevata frammentazione eco sistemica e paesaggistica, da sottoporre ad attività di prevenzione e riduzione dell’inquinamento dei corpi idrici sotterranei. 15 Figura 8. PTCP – Provincia di Salerno – Strategie per il sistema ambientale. 16 Figura 9. PTCP – Provincia di Salerno – Strategie per il sistema insediativo. 17 Figura 10. PTCP – Provincia di Salerno – Strategie per il sistema infrastrutturale della mobilità e della logistica. 18 Figura 11. PTCP – Provincia di Salerno – Ambiti di paesaggio. 19 Figura 12. PTCP Salerno – Piana del Sele, opportunità di integrare risorse e sviluppo. 20 Figura 13. PTCP Salerno – Piana del Sele, opportunità di integrare risorse e sviluppo - Legenda. Da tali elaborati emergono: - il ruolo di snodo della rete dei trasporti, nell’ambito del nuovo distretto da creare con Pontecagnano (porto, interporto, AV/AC, aeroporto); - il ruolo di centralità metropolitana insieme con il comune di Eboli; - la vocazione agricola della Piana; - la vocazione turistica della fascia costiera; - il ruolo di cucitura paesaggistico-ambientale del fiume Tusciano e dell’area collinare. Tali elementi sono meglio indicati nella specifica scheda relativa alla Piana del Sele per lo sviluppo degli ambiti locali, che si riporta integralmente nelle tabelle seguenti. 21 PIANA DEL SELE un’opportunità per integrare sviluppo e risorse territoriali LA RISORSA AMBIENTE: tutela, riqualificazione e valorizzazione salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili e delle fasce dunali, per le quali è previsto il divieto: di modificazione del suolo e di usi o attività suscettibili di condizionarne la funzionalità ecosistemica e la fruibilità; di alterazione del regime di apporti sedimentari di origine sia continentale che litoranea; e più in generale il divieto dell’alterazione delle dinamiche morfoevolutive; tutela e risanamento ambientale della fascia pinetata, ammettendo interventi per il mantenimento delle caratteristiche naturalistiche e vegetazionali, per l’eliminazione dei fattori di degrado, sia naturali che antropici ed il ripristino dello stato originario dei luoghi; ma escludendo la realizzazione di interventi o la localizzazione di funzioni che possano contribuire ad alterare o ridurre l’integrità ecologica dell’area; tutela dei corsi fluviali e delle relative aree di pertinenza (a partire dalle aree ricadenti nella Riserva naturale del fiume Sele), favorendo: la riqualificazione delle aree degradate mediante interventi di rinaturalizzazione attraverso l’utilizzo di tecniche appropriate di ingegneria naturalistica; la bonifica e la salvaguardia dei corsi d’acqua minori, ivi compresi i canali di bonifica, che nel loro insieme si configurano quali elementi strutturanti la rete ecologica provinciale e locale; tutela delle risorse naturalistiche e forestali esistenti lungo i versanti collinari del basso Calore e del Monte Soprano, con riferimento anche al patrimonio geologico (geositi), attraverso il coordinamento di azioni molteplici che ne possano consentire una “tutela attiva”, ovvero la loro fruizione tanto da parte delle popolazioni locali, quanto da parte di turisti ed escursionisti; in particolare si propone la valorizzazione del patrimonio naturalistico a fini turistici, mediante il ripristino, l’adeguamento e/o la realizzazione di sentieri pedonali (percorsi scientifici e didattici); tutela e valorizzazione dei mosaici agricoli ed agroforestali delle colline e delle valli: preservandone l’integrità fisica e la caratterizzazione morfologica, vegetazionale e percettiva; favorendo la conservazione, la diffusione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali (come ad esempio gli oliveti, i vigneti, etc.); consentendo la diversificazione e l’integrazione delle attività agricole (lavorazione di produzioni agricole locali, allevamento, apicoltura ed attività zootecniche), nonché l’accoglienza rurale, quale offerta turistica integrativa e diversificata a quella già localizzata lungo il versante costiero; tutela e valorizzazione dei valori agricoli, naturalistici ed ambientale della piana di Persano (ricompresa tra i corsi del fiume Sele e Calore) mediante l’istituzione di un parco agricolo di rilievo provinciale che, in forza della sua collocazione strategica e per la sostanziale integrità della caratterizzazione fisica che la contraddistingue, può concretamente contribuire alla definizione della rete ecologica provinciale; prevenzione delle situazioni di degrado e riqualificazione degli insediamenti edilizi diffusi nel territorio rurale e aperto e lungo la viabilità principale (in particolar modo lungo la SS.18 e lungo la strada litoranea), ivi compreso il recupero urbanistico, paesaggistico ed ambientale degli insediamenti abusivi che risultano compatibili con le esigenze di tutela, riqualificazione e valorizzazione prevedendo, invece, la demolizione (con ricomposizione dei siti) dei manufatti abusivi non recuperabili e/o inconciliabili; prevenzione e riduzione dell’inquinamento dei corpi idrici superficiali e di falda, nonché delle acque marine, controllando e limitando l’uso di pesticidi ed anticrittogamici, promuovendo il completamento e l’adeguamento del sistemi di depurazione, controllando le emissioni provenienti dai cicli produttivi, e regolando l’emungimento dalle falde acquifere; bonifica dei siti inquinati da sversamenti/stoccaggio di rifiuti e perseguimento di politiche comprensoriali per la raccolta, la differenziazione, il trattamento e lo smaltimento dei R.S.U.; ricomposizione ambientale di siti estrattivi degradati, dismessi e/o abbandonati, mediante il rimodellamento morfologico ambientale, ed incentivandone il riuso funzionale compatibile con le strategie complessive di assetto territoriale; mitigazione del fenomeno dell’erosione costiera attraverso la definizione di un sistema integrato di azioni. LA RISORSA AGRICOLTURA: tutela e valorizzazione delle aree di pregio agronomico e produttivo della piana e delle valli salvaguardia della destinazione agricola e produttiva delle aree e degli impianti delle colture arboree, anche mediante incentivi per il mantenimento delle attività agricole, nonché per la diffusione e la promozione delle colture tipiche e tradizionali (anche promuovendo specifiche azioni di marketing territoriale); incentivazione dei processi di qualità e di efficienza tecnico economica delle aziende agricole comprese nelle filiere di riferimento (ortofrutta e zootecnica); diversificazione ed integrazione della attività agricola (lavorazione di produzioni agricole locali, allevamento, apicoltura ed attività zootecniche) e promozione della accoglienza rurale, quale offerta turistica integrativa e diversificata a quella già localizzata nell’ambito costiero, mediante azioni di recupero e riuso di manufatti rurali dismessi o in via di dismissione; valorizzazione delle filiere produttive, con particolar riferimento ai prodotti tipici e locali, anche mediante la realizzazione del polo agroalimentare di S.Nicola a Varco. 22 LA RISORSA TURISMO: valorizzazione del sistema dei beni culturali, testimoniali potenziamento/qualificazione dell’offerta ricettiva e di servizi ed ambientali, e tutela, valorizzazione e promozione del sistema dei beni culturali, testimoniali ed ambientali (parco e museo archeologico di Pontecagnano, area archeologica e museo di Paestum, santuario e museo di Hera Argiva; centri e nuclei storici delle aree collinari; beni storico-architettonici e testimoniali urbani ed extraurbani; architetture rurali della piana; riserve naturali ed oasi naturalistiche; spiagge ed arenili; etc.). In particolare per l’area di Hera Argiva si propone l’istituzione di un’oasi naturalistica; realizzazione di strutture turistico-alberghiere altamente qualificate, da localizzare in specifici ambiti costieri dei comuni di Battipaglia ed Eboli, anche per promuoverne una riqualificazione ambientale; nonché integrazione/potenziamento delle attrezzature e dei servizi turistici di Capaccio, da programmare sulla base di documentati programmi di investimento e promozione; realizzazione di calibrati interventi per strutture turistico-alberghiere nel territorio agricolo di maggior pregio agronomico della piana, mediante il recupero di consistenze immobiliari esistenti (manufatti della riforma agraria, tabacchifici, masserie, etc.); realizzazione di servizi per il turismo e di strutture per lo sport, l’intrattenimento ed il tempo libero, negli ambiti di riqualificazione urbanistica ed ambientale della fascia costiera e/o in diretta connessione con le strutture turistico-alberghiere, al fine di qualificare la nuova offerta turistica dell’area; realizzazione di calibrati interventi per insediamenti turistici (con esclusione di seconde case o residenze stagionali) nelle aree interne collinari ad integrazione dell’offerta turistica costiera, da programmare – anche in ambiti naturali di particolare pregio paesaggistico – sulla base di documentati programmi di investimento e promozione; realizzazione – nelle aree pedecollinari di Albanella ed Altavilla Silentina – di un parco territoriale attrezzato con strutture ludiche, per lo sport ed il tempo libero, compatibili con le strategie della tutela attiva e dello sviluppo sostenibile. LE RISORSE INSEDIATIVE: riqualificazione, potenziamento ed organizzazione policentrica del sistema riqualificazione dell’assetto esistente mediante: la promozione degli interventi di recupero, nonché la riqualificazione ed il completamento del tessuto urbano esistente, anche mediante l’attivazione di programmi integrati di riqualificazione urbanistica, rivolti tanto alla rivitalizzazione degli insediamenti storici urbani ed extraurbani, quanto alla riqualificazione ed alla densificazione degli insediamenti recenti; la limitazione delle espansioni insediative che potrebbero determinare ulteriori saldature tra i diversi insediamenti; il riordino dell’assetto insediativo esistente lungo la SS.18, anche evitando/recuperando la commistione casuale tra aree residenziali ed aree/funzioni produttive, o comunque non direttamente connesse alla residenza; la delocalizzazione delle funzioni produttive (attività industriali e artigianali inconciliabili con il tessuto residenziale, ma anche media e grande distribuzione di vendita) in specifiche aree attrezzate, di dimensione locale e/o comprensoriale, ubicate in posizioni strategiche rispetto alle principali reti per la mobilità; la riconversione delle aree e/o dei contenitori dimessi, privilegiando (e prescrivendo in quota parte) la localizzazione di funzioni urbane ed il recupero e/o l’adeguamento degli standards (aree attrezzate per il verde, la fruizione culturale, lo sport ed il tempo libero – anche di scala intercomunale), ponendo la necessaria attenzione alle relazioni (visive e funzionali) con lo spazio urbano in cui si inseriscono, da progettare in un’ottica unitaria ed integrata; l’integrazione del sistema degli spazi pubblici e dei servizi collettivi; contenimento della diffusione edilizia nel territorio extraurbano, sia di tipo areale, sia di tipo lineare lungo la viabilità, mediante la rigorosa tutela della destinazione delle aree e la incentivazione al mantenimento e/o alla nascita di nuove imprese agricole; rafforzamento del sistema (bipolo) Eboli-Battipaglia quale centralità complessa, perseguendo un’ottica di complementarietà dei due centri, mediante il consolidamento e l’integrazione della attuale dotazione di servizi (alle famiglie ed alle imprese) di livello urbano, ed incentivando la localizzazione di nuove funzioni che possano favorire l’espansione del sistema economico-produttivo; valorizzazione delle centralità locali esistenti, al fine di contrastare i processi di desertificazione delle aree più interne, consolidare il ruolo di polarità dei centri collinari e della piana, promuovere un’organizzazione insediativa reticolare, in grado di garantire una presenza soddisfacente di funzioni e servizi, almeno di rango locale, sia pure in un’ottica di integrazione e complementarietà; riqualificazione urbanistica e paesaggistica degli insediamenti della fascia costiera ed in particolare delle aree caratterizzate dalla presenza di case stagionali, villaggi ed attrezzature turistiche o per il tempo libero, sovente caratterizzate da bassa qualità architettonica e dall’assenza di una struttura insediativa; nonché degli insediamenti abusivi (rispetto ai quali occorrerà definire le condizioni di recupero architettonico ed urbanistico ovvero la loro demolizione), degli interventi sulle aree demaniali, delle aree agricole e naturali caratterizzate dalla presenza di edificazione diffusa. 23 LE RISORSE INFRASTRUTTURALI PER LA PRODUZIONE E LA LOGISTICA: valorizzazione dei poli produttivi e logistici della Piana riorganizzazione spaziale e funzionale dell’agglomerato ASI di Battipaglia; coordinamento dell’attività di pianificazione e programmazione dei Comuni per la realizzazione, in un’ottica intercomunale, di insediamenti produttivi comprensoriali per la localizzazione di attività artigianali e per la lavorazione, la produzione e la vendita anche di prodotti tipici e/o locali, al fine di contenere il consumo di suolo agricolo, razionalizzare gli investimenti per la infrastrutturazione delle aree, promuovere la nascita di polarità produttive ubicate in posizioni strategiche – con riferimento alle principali reti della mobilità e della logistica – con maggiore capacità di attrarre investimenti esterni; interconnessione dell’Interporto di Battipaglia con le principali reti ed infrastrutture provinciali per la produzione, la movimentazione merci e la logistica; realizzazione del polo agroalimentare a S. Nicola a Varco (Eboli), quale infrastruttura specialistica di valenza regionale e piattaforma privilegiata del potenziale distretto agroalimentare della piana. La struttura si relazionerà, in un’ottica di complementarietà, con la rete dei mercati agroalimentari presenti sul territorio provinciale e con le aree e gli insediamenti produttivi specialistici localizzati nell’ambito. LE RISORSE INFRASTRUTTURALI PER LA MOBILITA’: potenziamento ed adeguamento del sistema in chiave intermodale realizzazione nell’ambito territoriale di Pontecagnano-Battipaglia di un nodo intermodale complesso di scala nazionale costituito: dall’aeroporto di Salerno-Pontecagnano; dalle stazioni ferroviarie delle linee ad alta capacità, ordinarie e metropolitane; dal nuovo porto-isola commerciale (nel cui ambito va prioritariamente previsto anche uno scalo per le “vie del mare” delle linee per la Costiera amalfitana e la costa cilentana); da un “district-park” ad alta efficienza logistica di adeguata superficie, quale piattaforma logistica e centro di prima lavorazione a servizio delle attività portuali ed aeroportuali; da una grande struttura fieristica e per servizi avanzati (direzionalità, alberghi di affari, servizi alle imprese, alta formazione specializzata); dai relativi collegamenti ferroviari e autostradali, da ipotizzare su viadotto per minimizzare le interferenze con le strutture e le infrastrutture esistenti; dal nuovo svincolo autostradale di Pagliarone; potenziamento del sistema della mobilità su ferro mediante: una nuova stazione di interscambio in prossimità dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano, anche con riferimento nel medio periodo alla linea AV/AC, e prolungamento della stessa linea fino a Battipaglia; il prolungamento della metropolitana di Salerno fino all’aeroporto di Pontecagnano (nel breve periodo) e, di seguito, fino a Battipaglia; una nuova stazione e raccordo ferroviario a servizio del polo agroalimentare di S. Nicola a Varco; il ripristino della stazione di Paestum; riorganizzazione del sistema della mobilità su gomma mediante: - il completamento della SP Aversana (per la declassificazione della strada litoranea a funzione strettamente locale), anche per consentire un ottimale dell’ambito costiero con il programmato nodo intermodale di rilievo nazionale (porto commerciale, aeroporto, attestazione dell’AV/AC, district park, centro servizi), nonché con il comune capoluogo. Ammodernamento del collegamento stradale che dal bivio S. Cecilia giunge sulla litoranea, distribuendo i flussi della strada Aversana; - la realizzazione della variante alla SS.18 nel tratto Capaccio Battipaglia, al fine di scaricare dal traffico di attraversamento l’attuale tracciato stradale; - l’adeguamento dello svincolo autostradale di Battipaglia ed il raccordo con la variante alla SS.18; - la nuova strada di collegamento che dallo svincolo autostradale di Contursi connetta la Fondo Valle Sele ad Agropoli in corrispondenza del bivio tra la SS.18 e la S.S.267. Il nuovo asse ha lo scopo di interconnettere territori (Alto e Medio Sele, Piana del Sele e Cilento costiero) caratterizzati da un’offerta turistica e culturale diversificata ed integrabile e, allo stesso tempo, favorire i collegamenti delle aree costiere con i territori della Campania interna, della Puglia e dell’Alta Basilicata, attraverso l’Ofantina; potenziamento delle vie del Mare con connessioni che da Salerno – via Pontecagnano (approdo in corrispondenza dell’aereoporto) consentano la piene efficienza dei collegamenti, da un lato con il porto di Agropoli ed il Cilento, e dall’altro con la Costiera Amalfitana, le Isole e Napoli; adeguamento dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano, nonché dei collegamenti e dei servizi ad esso funzionali, mediante: - l’allungamento della pista fino a 2800 ml; - la realizzazione di più vaste e complesse dotazioni di servizio; - il prolungamento della metropolitana di Salerno (nel breve periodo fino all’aeroporto e, successivamente, fino a Battipaglia); - il completamento della SP Aversana per consentire un ottimale dell’ambito costiero con il programmato nodo intermodale di rilievo nazionale (porto commerciale, aeroporto, attestazione dell’AV/AC, district park, centro servizi), nonché con il comune capoluogo. 24 3.3 Piano Regolatore di Battipaglia Il PRG di Battipaglia, ormai datato (1972) ed inadeguato alle esigenze della città, che conta oggi una popolazione di oltre 50.000 abitanti (33.000 nel 1972), risulta in gran parte in applicato, soprattutto relativamente alla viabilità di progetto. La lettura dello strumento urbanistico non fornisce indicazioni specifiche, data la distanza temporale, tuttavia pone in evidenza due problemi interconnessi, il primo relativo al monitoraggio e alla verifica dello stato di attuazione dei piani, il secondo relativo alla necessità di strumenti dinamici in grado di consentire l’adeguamento organico ed in itinere delle scelte di pianificazione. Figura 14 PRG del comune di Battipaglia – centro urbano 3.4 Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Destra Sele Battipaglia presenta differenti problematiche ambientali inerenti, sia il carattere del territorio naturale, che gli impatti derivanti dalla componente antropizzata. Il rischio idrologico, connesso all’esondazione del fiume Tusciano testimoniato dalla documentazione dell’Autorità di Bacino Regionale Destra Sele (Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico), costituisce il principale vincolo di carattere territoriale. La stessa documentazione dell’Autorità di Bacino evidenzia come nel territorio di Battipaglia il 25 rischio geologico risulti praticamente assente, tranne che nel territorio collinare a monte del tracciato autostradale e nelle aree delle cave dimesse, come riportato nel dettaglio nella figura seguente. Figura 15. Carta di pericolosità delle frane del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico. 26 La mappa delle aree inondabili perimetra, sulla carta di base, le aree soggette ad inondazioni da parte delle acque del fiume Tusciano con assegnati periodi di ritorno (30, 100 e 300 anni). Si distinguono dunque: − aree ad elevata frequenza di inondazione ( zona blu: periodo di ritorno T<30 anni); − aree a media frequenza di inondazione (zona arancione: 30<T<100 anni); − aree a bassa frequenza di inondazione (zona verde: 100<T<300). Le aree inondabili individuate sulle mappe per ciascun periodo di ritorno comprendono aree interessati da differenti meccanismi di inondazione, ovvero: a) le aree direttamente inondabili in quanto limitrofe ai corsi d’acqua; b) le aree inondabili da correnti esondate provenienti da monte; c) le aree inondabili da correnti esondate per insufficienza della luce e per parziale o totale ostruzione delle stesse a causa di fenomeni di sovralluvionamento o accumulo di materiale di altra natura; All’interno delle aree, così individuate, potranno trovarsi zone nelle quali è da temere il ristagno delle acque, il cui deflusso è impedito da terrapieni, rilevati stradali o altro: in tali aree si deve ipotizzare che il pelo libero raggiunga, almeno, la quota della sommità del rilevato. Tale approccio, puramente teorico, comporta l’inclusione della totalità della zona nord del centro urbano nella fascia a massima frequenza di inondazione (tempo di ritorno paria a 30 - Figura 16). Ovviamente dal punto di vista idraulico la modellazione necessità un approfondimento concertato da parte del comune e della competente autorità di bacino, infatti se relativamente ai livelli di esondazione, la perimetrazione appare coerente, dal punto di vista delle portate idrauliche il fiume Tusciano non sembra poter fornire l’immenso volume d’acqua necessario ad interessare l’intera fascia ritenuta inondabile. 27 Figura 16. Carta delle aree inondabili del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico. 28 La figura successiva rielaborata dalle tavole del Piano Stralcio presenta la situazione sull’intero territorio comunale, suddiviso in 4 aree a diversa probabilità di inondazione: − █ aree inondabili con periodo di ritorno T=30 anni; − █ aree inondabili con periodo di ritorno T=100 anni; − █ aree inondabili con periodo di ritorno T=300 anni; − █ aree non inondabili. Figura 17. Mappa delle fasce inondabili. Il Piano fornisce inoltre puntuali indicazioni sulla situazione del territorio e sulle linee programmatiche utili a far rientrare le situazioni di rischio idrogeologico. Tali indicazioni sono riportate nella tabella seguente. 29 Indicazioni per l’assetto idrogeologico a scala comunale della città di Battipaglia 1 PREMESSA La presente relazione è parte integrante del Piano Stralcio per l’assetto idrogeologico ed ha lo scopo di illustrare e dettagliare gli aspetti tecnici relativi all’assetto del territorio comunale in relazione alle problematiche di dissesto idrogeologico (distinto in processi di versante ed idraulici) ed ai relativi indirizzi di riassetto territoriale. Nella relazione si fa riferimento alla cartografia di Piano; in particolare, per quanto riguarda le situazioni di dissesto da versante: - cartografia in scala 1:25.000 e in scala 1:5.000 per la pericolosità ed il rischio da frana; - cartografia in scala 1:25.000 e in scala 1:5.000 per la pericolosità ed il rischio idraulico. Parte integrante della presente relazione sono le Schede inventario fenomeni franosi riportate nel relativo annesso. 4 - CARATTERISTICHE DEL DISSESTO IDROGEOLOGICO 4.1 DISSESTI DI VERSANTE 4.1.1 Fenomeni presenti, gravità e superfici colpite Bisogna evidenziare che il territorio in questione non mostra la presenza di vere e proprie plaghe in dissesto, a meno di limitati settori ricadenti nei poggi collinari impostati nella formazione conglomeratica, soprattutto in corrispondenza di attività antropiche estrattive (vedi carta inventario dei fenomeni franosi e dei dissesti segnalati dagli enti locali, scala 25.000). Per il resto, la morfodinamica dell'area è improntata a fenomenologie strettamente legate alla dinamica fluviale e costiera, cui si fa breve cenno nel successivo capitolo. 4.1.2 Dissesti segnalati Come risulta dalla Carta inventario dei dissesti segnalati dagli Enti Locali e dalle situazioni emergenziali a scala 1:25.000, nella porzione di territorio comunale ricadente nell’area dell’Autorità di Bacino Destra Sele risultano alcuni dissesti segnalati all’Autorità, correlabili a fenomeni di dissesto idraulico. 4.2 DISSESTO IDRAULICO Le tipologie dei dissesti sono tipiche dei corsi d’acqua di pianura con esondazioni causate da insufficienza delle sezioni di deflusso o da rigurgiti in corrispondenza di ponti con luci insufficienti. Le esondazioni in alcuni casi sono cospicue ed interessano vaste zone anche molto urbanizzate con condizioni di rischio molto elevate. I dettagli dei dissesti riscontrati sono riportati nel successivo paragrafo 5.2. 5 - CRITICITÀ PRESENTI 5.1 DISSESTI DI VERSANTE Le criticità presenti sono rappresentate sulla carta della pericolosità da frana, in scala 1:25.000, dis. n. 3313 e sulla carta delle aree a rischio di frana, in scala 1:25.000. Gli approfondimenti effettuati alla scala 1:5.000 hanno dettagliato le risultanze delle analisi effettuate alla scala 1:25.000. Sulle carte della pericolosità e del rischio da frana, in scala 1:5.000 sono mostrate le risultanze cartografiche degli approfondimenti d’indagine. Si è già illustrato come le condizioni lito-stratigrafiche ed idrogeologiche del territorio comunale di Battipaglia non comportano, allo stato attuale, l'instaurazione di sensibili fenomeni di instabilità. Tale condizione è dovuta sia al particolare assetto morfologico, tipico di una pianura alluvionale, con superficie topografica sub-orizzontale, sia alle caratteristiche fisico–meccaniche dei terreni. Le uniche zone potenzialmente instabili, sono quelle interessate da alluvionamenti, dipendenti direttamente dalle precipitazioni meteoriche, che possono dar luogo a localizzati fenomeni di esondazione. Non mancano limitate fasce soggette ad erosione radente di sponda, lungo il medio e basso corso del Fiume Tusciano, mentre appaiono di rilievo le problematiche connesse all'arretramento del litorale, in seguito all'azione del moto ondoso e delle correnti "long shore", in mancanza di sufficiente apporto di sedimento da parte del reticolo idrografico. 5.2 DISSESTO IDRAULICO Le criticità presenti nel territorio comunale sono rappresentate sulla carta delle aree inondabili in scala 1:25.000, sulla carta delle fasce fluviali in scala 1:25.000, sulla carta delle aree a rischio in scala 1:25.000. Gli approfondimenti effettuati alla scala 1:5.000 hanno confermato/dettagliato/modificato le risultanze delle analisi effettuate alla scala 1:25.000. Sulle carte in scala 1:5.000 sono riportati i risultati degli approfondimenti d’indagine mentre nelle monografie di calcolo (vedi 30 tav. 3422-6) sono riportati i relativi calcoli idraulici. In particolare sono emerse le seguenti situazioni critiche: A. F. Tusciano codice asta 0.TS (disegno N.3421-6, tavv.da 1/11 a 8/11 e monografie di calcolo tav. N. 3422-6): - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 10 a 22, tav.1/11 e 2/11) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e dalla sez. 10 alla 17 anche di quella di periodo di ritorno T=30 anni. La relativa esondazione provoca l’allagamento di una estesa zona territoriale nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. In tale tratto, inoltre, risultano critici i ponti 38.0.TS e 37.0.TS. - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 26 a 48, tav.3/11 e 4/11) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e della portata di piena trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di una estesa zona territoriale nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. Le condizioni di rischio sono accentuate dalla sovrapposizione delle aree di esondazione del Tusciano con quelle degli affluenti T.Lama e T. Vallemonio nelle zone a monte della confluenza, nelle quali per la sovrapposizione delle fasce fluviali tra i due fiumi non si individuano vie di fuga in senso trasversale. - Il tratto d’alveo compreso tra le sezioni di calcolo da 48 e 94 (tav.3/11 e 4/11) risulta essere insufficiente al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) solo in alcuni punti nei quali l’allagamento non coinvolge elementi antropici con condizioni di pericolosità ma non di rischio. - Il tratto compreso tra le sezioni di calcolo da 94 e 104 (tavv. 7/11 e 11/11) risulta essere insufficiente al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e anche di quella trentennale, in particolare l’esondazione che avviene principalmente in destra idraulica, provoca l’allagamento di una vasta zona territoriale urbanizzata che si estende verso Ovest fino al T. Vallemonio ed è delimitata a Sud dal rilevato della ferrovia Napoli-Reggio Calabria. In tale tratto, inoltre, risultano critici i ponti 28.0.TS e 20.0.TS, in particolare quest’ultimo principalmente responsabile delle esondazioni descritte. Molto elevate, per gravità e per estensione, le condizioni di rischio provocate da dette esondazioni in un territorio fortemente urbanizzato. - Il tratto d’alveo compreso tra le sezioni di calcolo da 104 e 108 (tav. 8/11) risulta essere insufficiente al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni). La relativa esondazione provoca l’allagamento di una zona territoriale nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti condizioni di rischio. B. T. Lama affluente in destra del F. Tusciano codice asta 0.TS.2D (disegno N.3421-6, tavv. 3-4-9-10/11 e monografie di calcolo tav. N. 3422-6): - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 1 a 10) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e della portata di piena trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di una estesa zona territoriale nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. Le condizioni di rischio sono accentuate dalla sovrapposizione delle aree di esondazione del T.Lama con quelle del Tusciano nelle zone a monte della confluenza, nelle quali per la sovrapposizione delle fasce fluviali tra i due fiumi non si individuano vie di fuga in senso trasversale. In tale tratto, inoltre, risulta critico il ponte 13.0.TS.2D. - Insufficienza del tratto tra le sezioni di calcolo 10 e 12 al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e di quella trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di zone non antropizzate. - Insufficienza del tratto tra le sezioni di calcolo 15 e 16 al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e di quella trentennale. La relativa esondazione, causata dall’insufficienza del ponte 11.0.TS.2D, che viene sormontato, mette a rischio la strada. C. T. Vallemonio affluente in destra del F. Tusciano codice asta 0.TS.3D (disegno N.3421- 6, tavv. 4-5-10-11/11 e monografie di calcolo tav. N. 3422-6): - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 1 a 9) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e di quella trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di zone nelle quali sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. In tale tratto, inoltre, risultano critici i ponti 7.0.TS.6D e 9.0.TS.6D. - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 10 a 13) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni) e di quella trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di una zona nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. - Insufficienza del tratto d’alveo (sezioni di calcolo da 14 a 17) al deflusso della portata idrica di piena standard (T=100 anni e di quella trentennale. La relativa esondazione provoca l’allagamento di una zona nella quale sono presenti elementi antropici con conseguenti situazioni di rischio. 6 - LINEE PARTICOLARI PER IL RIASSETTO IDROGEOLOGICO 6.1 DISSESTI DI VERSANTE: INTERVENTI STRUTTURALI E NON STRUTTURALI Ai fini della mitigazione della pericolosità idrogeologica, connessa alle situazioni di dissesto del territorio comunale, sarà necessario predisporre una serie di interventi schematicamente distinti in (vedi tabella 4: sintesi degli interventi di riassetto idrogeologico). I Misure non strutturali: Ia - attività di previsione e sorveglianza: - monitoraggio strumentale dei dati idro-meteorologici; 31 - controllo dello stato degli ammassi rocciosi ( in corrispondenza di contesti antropizzati) mediante misure estensimetriche e rilievo topografico di precisione. Ib - regolamentazione dell’uso del suolo nella aree a rischio: - regolamentazione dell’uso del suolo nelle aree a rischio, introducendo un’opportuna norma con la quale vengano stabiliti i limiti di inedificabilità; II Misure strutturali: - opere estensive da realizzare direttamente negli alvei torrentizi o sui versanti, con interventi sia di ingegneria naturalistica che di tipo tradizionale (inerbimento, graticciate e viminate); - opere intensive da realizzare in corrispondenza delle pareti rocciose soggette a fenomeni di crollo; sono da prevedersi interventi di disgaggio di massi disarticolati, sutura con malta cementizia delle fratture beanti ed eventuale chiodatura delle masse rocciose instabili di maggiori proporzioni; negli alvei, invece, saranno costituite da opere di difesa spondale, regimazione delle acque di ruscellamento superficiale, briglie e sagome di fondo. 6.2 DISSESTO IDRAULICO: INTERVENTI STRUTTURALI E NON STRUTTURALI Gli interventi necessari per eliminare le esondazioni indicate consistono in linea generale in interventi di tipo strutturale di risagomatura di alveo e di adeguamento delle luci di ponti o rifazione degli stessi. In particolare il Consorzio di Bonifica in Destra del Fiume Sele ha predisposto un progetto di sistemazione del tratto vallivo del Tusciano fino alla foce del quale sono stati già realizzati alcuni lotti. Da segnalare alcuni interventi localizzati in punti singolari lungo il Tusciano che andrebbero effettuati al fine di ridurre le situazioni di rischio. Occorre fornire di adeguato fornice il ponte dell'autostrada. Il successivo ponte della rete stradale cittadina dovrà essere ricostruito per impedire l'esondazioni anche delle portate trentennali. Occorre infine, adeguare con adatti fornici i ponti della S.S.18 e quello delle F.S. E' da richiamare il forte insabbiamento dell'alveo con la costituzione per lunghi tratti di barre centrali, che richiede un continuo e attento esame della sua evoluzione. Allo sbocco a mare, il fiume veniva superato da un ponte in buona parte crollato e sostituito con un passaggio a guado fornito di un tubo drenante di modeste dimensioni. Si impone la risistemazione di tutto l'insieme per rimuovere gli ostacoli ora presenti al normale deflusso delle portate di piena. In ogni caso lungo tutti i corsi d’acqua dovranno essere assicurati interventi di manutenzione ordinaria rivolti alla conservazione della sicurezza attuale del territorio attraverso il mantenimento dell’officiosità delle sezioni. Tali interventi devono avere carattere periodico ed attengono, specificamente, ai seguenti elementi: - la pulizia degli alvei, tendente ad eliminare gli ostacoli al deflusso della piena in alveo; - Il taglio della vegetazione in particolare quella arbustiva; - La rimozione dei rifiuti solidi dalle sponde e fondo degli alvei; - La rimozione dei depositi che riducono la sezione idraulica; Interventi di ripristino delle sponde con ripresa degli scoscendimenti; Mantenimento della piena funzionalità delle opere idrauliche esistenti. Occorre fare riferimento anche ad un servizio di presidio territoriale continuo e permanente, ai fini della tempestiva e puntuale individuazione e rimozione di situazioni locali e diffuse di incremento del rischio idraulico, quali l’occlusione parziale o completa delle vie d’acqua naturali in corrispondenza di attraversamenti d’alveo o di altri manufatti. 3.5 Piano Provinciale per il riutilizzo delle cave dismesse Il Piano Provinciale per il Riutilizzo delle Cave Dismesse individua nel territorio comunale 3 cave. La prima a pochi metri dal fiume Tusciano in località Serroni Alto è denominata Fiumillo, per tale cava, il Piano suggerisce una rinaturalizzazione completa finalizzata al reinserimento nel contesto paesaggistico. La seconda cava si colloca in pratica sulla collina opposta (Castelluccio) alla cava precedente e quindi sempre in prossimità del fiume Tusciano. La cava, denominata Serroni, presenta ampi terrazzamenti distribuiti a più livelli, il Piano prevede di utilizzare tali terrazzamenti a verde pubblico attrezzato, creando una relazione diretta tra il fiume Tusciano e la struttura medievale del Castelluccio. La terza cava sita alle spalle del cimitero non viene analizzata dal Piano nel dettaglio, in quanto essendo stata adibita a discarica ed avendo già subito un intervento di ripristino ambientale, esula dalle competenze del Piano stesso. 32 3.6 Piano Regionale di gestione dei rifiuti Le principali indicazioni del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti riguardano la realizzazione, per altro già avvenuta, di un impianto di produzione di Combustibile Derivato dai Rifiuti nell’area ASI in prossimità dell’impianto di depurazione delle acque reflue al confine con il comune di Eboli. L’impianto realizzato su due linee per una potenzialità complessiva di 406.600 t/anno è divenuto operativo nel Marzo del 2003. L’impianto più volte oggetto di contestazione da parte dei cittadini, a causa delle presunte esalazioni maleodoranti, dovrebbe subire, nell’ambito della nuova strategia regionale, profonde modifiche al ciclo di processo. 2 1 Figura 18. Distribuzione degli impianti di trattamento dei RSU in Regione Campania (● impianto di CDR, ● impianto di termovalorizzazione). 33 4 I COMPARTI AMBIENTALI Definito il quadro conoscitivo del territorio assunto quale elemento determinante per l' avvio del processo di valutazione ambientale si esamineranno ora i suoi elementi intrinseci. Il terzo livello conoscitivo individuato da questo studio è di tipo ricognitivo, in cui sono raccolte ed elaborate le informazioni del territorio interessato, i suoi punti di forza o di vulnerabilità ambientale con particolare attenzione agli 7 comparti ambientali individuati: 1) l'aria; 2) l'acqua; 3) il suolo; 4) il paesaggio; 5) la biodiversità, la flora e la fauna; 6) la popolazione, la salute umana; 7) i beni materiali, il patrimonio culturale, architettonico e archeologico; 4.1 Aria L’inquinamento atmosferico, soprattutto in ambito cittadino, rappresenta uno dei problemi ambientali più sentiti e discussi degli ultimi anni. La situazione in Campania si presenta molto diversificata. Vi sono zone del territorio poco indagate, per l’indisponibilità di dati e informazioni capaci di restituire un quadro sulla qualità dell’aria, e zone costantemente monitorate, per le quali è disponibile una serie storica di dati che delinea lo stato e l’andamento dell’inquinamento atmosferico. In generale, le aree urbane sono maggiormente monitorate rispetto a quelle industriali e la principale fonte di inquinamento osservata è il traffico veicolare. L’analisi sulla situazione dell’inquinamento atmosferico evidenzia andamenti diversi tra i vari inquinanti. Mentre in alcuni casi si osservano miglioramenti nel corso degli anni, in altri casi permangono situazioni di non conformità alle prescrizioni normative. Il DPR 203/88 definisce l’inquinamento atmosferico come “ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell’aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell’aria; da costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell’ambiente; alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati”. 34 Generalmente per valutare la qualità dell’aria si fa riferimento ad un gruppo di inquinanti principali, per i quali esistono limiti di concentrazione in aria individuati dalla normativa. Al fine della comprensione dei problemi legati all’inquinamento atmosferico è opportuno esaminare alcune caratteristiche dei principali inquinanti. − Il biossido di zolfo (SO2) è prodotto per la maggior parte dalla combustione di combustibili fossili contenenti zolfo (carbone, gasolio, olio combustibile). Le fonti sono quindi principalmente il riscaldamento domestico, le centrali termoelettriche, i processi di combustione industriale. Esiste inoltre un apporto non trascurabile dato dalle fonti naturali (vulcani, solfatare). − Gli ossidi di azoto (NOX), che di solito si presentano come NO2 (biossido di azoto), sono anch’essi prodotti principalmente dai processi di combustione, e i principali responsabili sono il traffico veicolare e gli impianti fissi di combustione. La fonte naturale di questi composti è l’attività batterica, che però è diffusa uniformemente al suolo e perciò non provoca accumuli allarmanti, come avviene invece in ambito cittadino a causa delle emissioni di origine antropica. − Il monossido di carbonio (CO) deriva soprattutto da processi di combustione incompleti per insufficiente apporto di ossigeno. Perciò è un inquinante tipico del traffico veicolare, soprattutto in ambito urbano, dove le frequenti accelerazioni e decelerazioni ne favoriscono la formazione. Altre fonti di monossido di carbonio sono le industrie, gli incendi di foreste, e la bruciatura degli scarti agricoli. − L’ozono (O3) negli strati alti dell’atmosfera è un composto indispensabile, in quanto fornisce una barriera di protezione alle radiazioni solari ultraviolette. Viceversa, la formazione dell’ozono negli strati bassi dell’atmosfera è un fenomeno estremamente dannoso. L’ozono a livello del suolo si forma come inquinante secondario, e le condizioni che ne favoriscono la formazione sono la presenza di ossidi d’azoto ed idrocarburi, e di radiazione solare. − Le polveri sono particelle solide volatili sospese nell’aria, di composizione chimica molto variabile. Si formano per cause naturali (vulcani, erosione ad opera del vento), oppure derivano da insediamenti industriali, impianti termici, dal traffico. Si parla di polveri sospese totali (PTS) per indicare tutte le particelle con diametro compreso tra 5 mm e 0,2 μm. Invece la frazione più fine delle polveri è indicata con PM10 (polveri con diametro inferiore a 10 μm) e PM 2,5 (polveri con diametro inferiore a 2,5 μm. Le polveri fini sono estremamente pericolose, perché se inalate, possono raggiungere gli alveoli polmonari. − Gli idrocarburi, infine, rappresentano un gruppo piuttosto numeroso e vario di inquinanti, provenienti quasi esclusivamente dai processi di combustione degli autoveicoli, dell’industria, delle centrali elettriche, degli impianti di incenerimento, e dai solventi usati nelle vernici. La decomposizione della materia organica rappresenta invece la loro fonte naturale. Fanno parte di questo gruppo il benzene, il toluene, lo xilene (complessivamente denominati BTX), nonché gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), che sono i più pericolosi. Gli effetti dell’inquinamento atmosferico comportano ricadute 35 sulla salute umana, soprattutto a carico dell’apparato respiratorio, e sugli ecosistemi naturali. Notissimo il fenomeno delle “piogge acide” dove gli ossidi di zolfo e di azoto vengono chimicamente trasformati in acidi nell’atmosfera, e ricadono al suolo con le piogge provocando danni alla vegetazione, ai corsi d’acqua, alla fauna e non ultimo al patrimonio artistico e monumentale. 4.1.1 Caratterizzazione della qualità dell’aria Il Comune di Battipaglia non è dotato di una stazione fissa per il monitoraggio della qualità dell’aria. La rete di monitoraggio regionale risulta ancora insufficiente per valutare la qualità dell’aria, specie a livello locale. Essa, infatti, garantisce una certa copertura dei capoluoghi di provincia e dell’area intorno a Napoli, lasciando esclusi alcuni importanti Comuni con alta densità abitativa ed elevati flussi di traffico, e le aree a vocazione industriale (distretti industriali, aree ASI), che necessiterebbero più delle altre del monitoraggio di specifici inquinanti. Per far fronte a queste carenze sono state organizzate dall’ARPAC negli anni delle campagne di monitoraggio della qualità dell’aria con delle stazioni mobili. A riguardo il Comune di Battipaglia è stato oggetto di monitoraggio degli inquinanti atmosferici da parte dell’ARPA Campania nel periodo 15-20 maggio 2002. Il monitoraggio è stato effettuato nel piazzale antistante il cinema Garofalo, in pieno centro cittadino. Le modalità di campionamento e determinazione dei parametri richiesti si riferiscono al D.P.C.M. 28/03/1983 e DPR 203/88. Gli inquinanti monitorati sono stati i seguenti: - Monossido di Carbonio (CO); - Biossido di Azoto (NO2); - Ozono (O3). I risultati del campionamento per ciascun punto di misura sono riportati nella tabella seguente: NO2 (μg/m3) CO (mg/m3) O3 (μg/m3) Media giornaliera 62 4.8 34 Media oraria max 84 6.5 51.5 Media oraria min 20 1.2 22.2 Media giornaliera 65.6 4.7 39.1 Media oraria max 89 6.6 63 Media oraria min 23 1.9 23.5 Media giornaliera 63.7 4.2 48.4 Media oraria max 86.2 5.5 77.8 Media oraria min 24.4 2.1 22 giorno 15 maggio 2002 16 maggio 2002 17 maggio 2002 36 18 maggio 2002 19 maggio 2002 20 maggio 2002 Media giornaliera 61.2 4.3 55 Media oraria max 98 5.9 79.2 Media oraria min 18.5 1.8 27 Media giornaliera 58.1 4 50.2 Media oraria max 75 6.2 87.2 Media oraria min 22.6 2.1 18.4 Media giornaliera 48.2 3.2 44.3 Media oraria max 70.1 4.2 76.4 Media oraria min 20.9 1.5 25.2 Tabella 1 Concentrazioni degli inquinanti ottenute da indagine sul campo (fonte dati ARPAC). La ridotta serie dei dati non permette di esprimere un giudizio sulla qualità dell’aria secondo i dettami del D.M. 60 del 2 aprile 2002, in quanto tale procedura si basa sul numero di superamento dei limiti in un anno. Ad ogni modo si evince dai dati riportati nella tabella, nel breve periodo in cui è stato eseguito il monitoraggio, che gli inquinanti rilevati risultano tutti al di sotto dei limiti normativi, presumendo una situazione nel complesso non negativa. I valori abbastanza elevati di monossido di carbonio e di ossidi di azoto, inquinanti tipici derivati da motori a scoppio, evidenziano fra le varie sorgenti di inquinanti quella autoveicolare come sorgente predominante. Ulteriori indicazioni sulla qualità dell’aria locale sono fornite nel “Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria” redatto dai tecnici della Regione nel Novembre 2005. Le indicazioni del Piano restituiscono un quadro piuttosto negativo. Dalle figure seguenti, estrapolate dai documenti del Piano regionale, si evince che la qualità locale dell’aria merita maggiore attenzione, protezione e controllo. I livelli di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici presentano livelli piuttosto elevati, in particolare di biossido di azoto (NO2) che supera i limiti normativi. 37 Figura 19 Emissioni totali di ossido di zolfo – anno 2002. Figura 20 Emissioni totali di ossidi di azoto – anno 2002. 38 Figura 21 Emissioni totali di monossido di carbonio – anno 2002. Figura 22 Emissioni totali di composti organici volatile – anno 2002. 39 Figura 23 Emissione totali di particelle sospese (PM10) – anno 2002. In considerazione delle criticità ambientali rilevate il Comune di Battipaglia è stato inserito tra le zone da risanare. L’interesse verso la protezione dell’aria deve essere pertanto massimo. 40 Figura 24 Zonizzazione del territorio regionale rispetto la qualità dell’aria – anno 2002. 4.2 Acqua In questo studio il comparto ambientale “acqua” è stato suddiviso in 5 sottocomparti di riferimento, in particolare sono state considerate: 1) le acque di consumo (acqua potabile); 2) le acque superficiali; 3) le acque sotterranee; 4) le acque di scarico bianche e nere (acqua reflue); 5) le acque marino costiere (acqua di balneazione). 4.2.1 Acque potabili Il consumo delle acque potabili comprende essenzialmente due aliquote: civile ed agricola ed è, pertanto, correlata essenzialmente all’analisi demografica ed al sistema socio-economico di un territorio. Per quanto riguarda il calcolo dei fabbisogni potabili civili bisogna valutare i fabbisogni idrici legati alla popolazione residente e considerare l’incidenza sui fabbisogni idropotabili della popolazione “non residente” o “fluttuante”. Fa parte del consumo di acqua potabile 41 il cosiddetto ”fabbisogno industriale interno”, che costituisce quell’aliquota del fabbisogno delle attività manifatturiere che per sua natura richiede l’utilizzo di acqua potabile, sia per necessità dei cicli produttivi (ad es. industria agroalimentare), sia per i fabbisogni specifici del personale. In generale, la domanda idrica per usi civili risulta determinata da una componente domestica, connessa al soddisfacimento di fabbisogni idrici di natura familiare, e da una componente sociale, connessa al strutture produttive e commerciali inserite nel tessuto urbano). Alla determinazione della domanda idrica per usi civili concorre quindi da una parte la consistenza demografica attuale e prevista nei singoli comuni di analisi e dall'altra i livelli unitari di dotazione idrica determinati con riferimento alle caratteristiche riportate negli studi dei singoli ATO . In generale in Campania, attualmente, i consumi odierni si attestano mediamente sul 280 l/ab/giorno. A questo dato fa però riscontro un significativo volume di acqua che si perde fra il prelievo e l'erogazione, il che fa salire i fabbisogni unitari a quasi 400 l/ab/giorno. Un aliquota significativa del consumo delle acque potabili è dovuta al settore agricolo, che risulta essere uno dei principali motori dell’economia del territorio in esame. Per quanto riguarda l’utilizzazione dei terreni ai fini agricoli, descritta più in dettaglio nei paragrafi inerenti l’uso del suolo, si osserva che buona parte del territorio comunale è predisposto a tale scopo. Bisogna comunque considerare che una discreta quantità d’acqua consumata per fini agricoli è prelevata da falde e dal reticolo idrografico locale (fiume Tusciano - rete di Bonifica). 4.2.2 Acque superficiali Fiume Tusciano Il Tusciano è un corso d’acqua a carattere torrentizio che nasce dai Monti Picentini e sfocia dopo circa trenta chilometri nel Golfo di Salerno presso Battipaglia (SA). Lungo il suo corso attraversa a monte un territorio coperto da vegetazione boschiva che verso valle lascia il posto ad aree intensamente urbanizzate ed industrializzate, subendone tutti gli effetti dell’alterazione ambientale. Lungo la sua asta fluviale sono posizionate tre stazioni di campionamento Tu1, Tu2 e Tu3 (Figura 25) che forniscono interessanti dati sul suo stato ambientale. 42 Figura 25 Rete di monitoraggio delle acque superficiali (fonte dati ARPAC – Autorità di bacino 2002). L’andamento spaziale del LIM (Livello d’Inquinamento da Macrodescrittori) è esemplificativo del progressivo degrado della qualità delle acque, che si accompagna ad una riduzione della portata, nel passaggio da monte a valle ed al crescere del grado di urbanizzazione del territorio e del relativo carico inquinante. Il passaggio dal contesto boschivo a quello suburbano, caratterizzato dalla presenza di allevamenti ovini a ridosso della riva, fino all’area urbana battipagliese, inducono una consistente flessione anche nel numero e nella tipologia dei taxa campionati, che passano dalle 20 alle 3. Lo Stato Ecologico è maggiormente influenzato dal valore dell’IBE (Indice Biotico Esteso) che non dal LIM e procede dalla Classe 2 alla Classe 5. Il giudizio relativo allo Stato Ambientale risultante varia pertanto anch’esso da buono, a sufficiente, a pessimo. 43 Figura 26 Andamento da monte a valle del LIM lungo il Tusciano (fonte ARPAC 2002). Tabella 2 Monitoraggio della qualità biologica del Tusciano (fonte ARPAC 2002). 44 Figura 27 Stato ecologico dei corsi d’acqua (fonte dati ARPAC – Autorità di bacino 2002). 4.2.3 Acque sotterranee Le criticità naturali ed antropiche incidenti sull’idrochimica locale e l’importanza sociale ed ambientale di questo comparto hanno generato nel corso degli anni una notevole attenzione sulla qualità dell’acquifero della Piana del Sele. Nel Rapporto dello Stato dell’Ambiente della Regione Campania sono stati elaborati i dati ottenuti dal monitoraggio di alcuni pozzi ricadenti sul territorio battipagliese. In corrispondenza dei punti di analisi sono state assegnate le classi qualitative secondo le indicazioni contenute nel D. Lgs. 152/1999 che pone di utilizzare, ai fini della classificazione dello stato chimico, il valore medio, rilevato per ogni parametro di base o 45 addizionale nel periodo di riferimento. Lo stato chimico è determinato dal parametro che ricade nella classe per cui è previsto il limite in concentrazione più alto (classe peggiore). La bassa valle del Sele presenta valori più alti della concentrazione di nitrati, ascrivibili alle acque di una falda superficiale caratterizzata da interscambi laterali con le falde dei massicci carbonatici e, talora, verticali con le falde profonde artesiane, soprattutto verso la costa. La concentrazione in nitrati di quest’ultima è generalmente inferiore a 10 mg/l, tranne alcuni casi di contaminazioni locali, ben rappresentati nella figura sottostante che illustra l’andamento temporale della concentrazione di nitrati nelle acque di pozzo del Comune di Battipaglia (SA) Figura 28 Trend temporali [NO3-] nei pozzi del Comune di Battipaglia (fonte ARPAC 2002). 46 Figura 29 Rete di monitoraggio delle acque sotterranee (fonte dati ARPAC – Autorità di bacino 2002). 47 Figura 30 Stato chimico delle acque sotterranee (fonte dati ARPAC – Autorità di bacino 2002). 48 Figura 31 Concentrazioni di nitrati nelle acque sotterranee (fonte dati ARPAC – Autorità di bacino 2002). 4.2.4 Acque di scarico bianche e nere (acqua reflue) Il Comune di Battipaglia è dotato di una rete fognaria mista, che nel 1999 serviva, secondo dati dell’ATO Sele, più del 90% della popolazione (Figura 32). Tale rete è stata interessata negli ultimi anni di importanti lavori, che consento ai reflui di essere recapitati presso i tre impianti di depurazione localizzati nel territorio comunale: 1) Impianto Macchioncello-Tavernola; 2) Impianto ex FIO; 3) Impianto ASI. 49 Figura 32 Percentuale della popolazione servita dalla rete fognaria (fonte dati AA.TT.OO. 1999). 50 Macchioncello -Tavernola ex FIO ASI Figura 33 Individuazione degli impianti di depurazione sul territorio del Comune di Battipaglia Nonostante questa importante dotazione impiantistica, il Comune di Battipaglia è, ad oggi, privo di sistemi depurativi efficienti. La depurazione dei reflui civili prodotti avviene con significative difficoltà nell’impianto in località Macchioncello-Tavernola, di cui è prevista una prossima dismissione in relazione a collegamenti fognari già completamente esistenti che consentirebbero l’adduzione dei reflui ai due impianti in area ASI. L’impianto di Macchioncello-Tavernola risulta sottodimensionato ed obsoleto per il trattamento dei rifiuti civile del Comune di Battipaglia. Il sistema depurativo originariamente previsto all’interno dell’area ASI di Battipaglia ha comportato la realizzazione di due impianti destinati al trattamento delle acque: l’impianto ex FIO 107/86 e l’impianto industriale ASI (Figura 33). 51 Figura 34 Particolare degli impianti ex FIO ed ASI Figura 35 Particolare dell’impianto Macchioncello-Tavernola 52 Nell’impianto di depurazione ex FIO 107/86 attualmente confluiscono i reflui di parte della città di Battipaglia, i reflui dell’area industriale di Battipaglia ed i rifiuti liquidi, opportunamente pretrattati negli impianti ASI delle aree industriali di Buccino, Contursi, Oliveto Citra e Palomonte, addotti all’impianto tramite condotta esistente nota come “condotta SNAM”. L’impianto ex FIO 107/86, in esercizio da pochi anni, presenta una potenzialità di depurazione per circa 180.000 abitanti equivalenti; la potenzialità massima di trattamento della linea liquami è riferibile ad una portata di circa 50.000 m3/d, mentre la linea di trattamento fanghi risulta idonea a potenzialità di carico pari a circa 80.000 m3/d di liquami domestici influenti. L’impianto industriale ASI, invece, presenta condizioni fatiscenti e, allo stato attuale, risulta essere fuori servizio; i reflui industriali sono interamente convogliati al nuovo impianto adiacente ex-FIO 107/86. L’impianto industriale ASI originariamente fu realizzato in riferimento al trattamento di scarichi industriali corrispondenti ad una popolazione di 75.000 abitanti equivalenti, potenzialmente incidenti sull’impianto dall’area industriale di Battipaglia e dal collettamento tramite condotta SNAM degli effluenti degli impianti di depurazione a servizio delle aree industriali di Buccino, Palomonte, Contursi, Oliveto Citra. 4.2.5 Acque marino-costiere Le acque marino-costiere del Comune di Battipaglia risentono negativamente della presenza della zona ASI e della zona agricola a ridosso della linea di costa. Le criticità riscontrate nel sistema depurativo peggiorano, poi, la situazione delle acque locali. L’impianto di depurazione Macchioncello-Tavernola scarica i reflui “trattati” nel Tusciano, mentre l’impianto ex FIO nel Torrente Chiarella, effluente del Tusciano. Dalla carta delle balneazione della Provincia di Salerno del 2005 e del 2008 si evince che importanti tratti di costa del Comune di Battipaglia, specie a ridosso della foce del Tusciano risultano non balneabili a causa dell’inquinamento. 53 Figura 36 Carta della balneazione della Provincia di Salerno (2005). 54 Figura 37 Carta della balneazione della Provincia di Salerno (2008). 55 4.3 Suolo Il territorio comunale di Battipaglia è costituito solo per il 6,31% da vegetazione naturale, di cui a boschi e pioppeti l’1,71%, mentre le aree utilizzate a scopo agricolo, rappresentano circa il 76,4%, seminativi (42,31%), coltivazioni permanenti (31,59%) pascoli e prati permanenti (2,50%). Le zone urbanizzate occupano una quota rilevante del territorio comunale, circa il 16,41%, di cui circa il 92,84% è costituito dal nucleo urbano di Battipaglia con le espansioni di Belvedere e Taverna e dal nucleo industriale dell’area ASI, che occupa tutta l’area a sud compresa tra la ferrovia (dalla stazione verso sud-est) e dalla S.S. 18 (dall’intersezione con la ferrovia verso sud). Figura 38 Uso dei suoli nel territorio comunale di Battipaglia. La carta dell’uso del suolo evidenzia la vasta area del Comune utilizzata a scopi agricoli, per poter effettuare scelte coerenti su queste zone bisogna valutare le potenzialità delle stesse in termini di fertilità dei suoli. La scelta di questo parametro sottolinea l’esigenza di limitare per quanto possibile il consumo di suolo ad elevata fertilità nella localizzazione delle nuove aree di 56 trasformazione. Sulla base della fertilità, desunta dalle indicazioni della Carta dell’Uso del Suolo, il territorio comunale è stato suddiviso in 4 aree a diversa fertilità: − area a bassa potenzialità, punteggio 3; − area a media potenzialità, punteggio 2; − area a medio-alta potenzialità, punteggio 1; − area ad alta potenzialità, punteggio 0. Alcune parti del territorio, nello specifico le aree urbanizzate, quelle ad esse limitrofe ( ), le cave e le discariche ( ), non sono rientrate in nessuna classificazione, in quanto sono state private nel corso degli anni delle principali caratteristiche podologiche. Figura 39 Mappa della fertilità. 57 Figura 40 PTCP Salerno - Carta del patrimonio Morfologico. 58 Anche il PTCP con le sue tavole di analisi consente di valutare le caratteristiche del suolo, in particolare evidenziando la morfologia di base delle varie aree del territorio comunale. In particolare, la fascia costiera è caratterizzata dalla alternanza Dune-Retro Dune e Dune Antiche, la pianura è costituita essenzialmente dalle Terrazze Alluvionali, mentre la zona nord-est comprende le aree collinari e le numerose cave presenti. Per ciò che concerne la contaminazione dei suoli non si rilevano siti di interesse nazionale. Poche e limitatissime sono le aree contaminate di origine industriale, mentre molto significativi sono i problemi connessi alla discarica sita nell’area collinare ai confini con il comune di Eboli ed alla contaminazione delle aree della Piana derivante dai fertilizzanti e dai prodotti fitosanitari. Figura 41 Carta degli elementi di degrado nel centro urbano. 59 A ridosso del centro urbano, oltre alla discarica sita alle spalle del cimitero, si rilevano numerosissimi elementi di degrado, come le cave, i siti industriali dismessi, strutture abbandonate, aree a prevalente utilizzo industriale, etc, che rendono nel complesso le aree urbanizzate estremamente frammentate e prive di organicità 4.3.1 Classificazione sismica Il territorio del Comune di Battipaglia è classificato come media sismicità dalla nuova classificazione sismica introdotta dal DGR 5447/2002. Come evidenziato dalle figure seguenti, il DGR, a ragione, passa l’intera area della Piana del Sele alla media sismicità, cosa che in precedenza avveniva per il soli comuni di Eboli e Bellizzi. Pertanto il territorio de comune di Battipaglia, con la nuova classificazione sismica passa da bassa sismicità a media sismicità. Figura 42 Classificazione sismica della Regione Campania, DGR 5447/2002. 60 Figura 43 Vecchia classificazione sismica della Regione Campania, antecedente al DGR 5447/2002. Figura 44 Variazioni assolute indotte dal DGR 5447/2002. 61 Figura 45 Variazioni relative indotte dal DGR 5447/2002. 4.4 Paesaggio “Il paesaggio designa una determinata parte di territorio, così come percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni” (Convenzione Europea sul Paesaggio – Firenze, 2000). In Figura 46 sono evidenziate da un lato il tessuto edilizio presente nella piana (█) e dall’altro la configurazione delle unità di paesaggio. Le unità di paesaggio si identificano quando gli spazi aperti non urbanizzati vengono ad essere racchiusi tra elementi che ne caratterizzano e ne vincolano la funzione paesaggistica. Tali elementi sono: − █ aree urbane; − █ tracciato ferroviario; − █ tracciato autostradale; − █ strade statali; − █ strade provinciali; − █ strade comunali; − █ corsi d’acqua; − █ canali artificiali; − █ cave; − █ boschi cedui e pineta; 62 Figura 46. Individuazione delle unità di paesaggio e del tessuto edilizio della piana. Anche il PTCP nelle sue tavole di analisi contribuisce ad evidenziare gli elementi paesaggisticamente rilevanti del territorio. Emerge un quadro abbastanza preoccupante, sia per le aree della piana, dove l’agromosaico e frammentato da numerosissimi interventi di edilizia residenziale sparsa sia per le aree collinari ove si collocano le cave principali e la discarica. 63 Figura 47 PTCP Salerno - Carta della struttura paesaggistica. 64 Figura 48 PTCP Salerno - Legenda della Carta della struttura paesaggistica. 4.4.1 Beni ambientali e paesaggistici La tutela di alcuni beni ambientali e paesaggistici è affidata alla Regione attraverso un provvedimento di “dichiarazione di notevole interesse pubblico” (artt. 139 e 145 D.Lgs 490/99). 65 Figura 49 Aree tutelate ai sensi dell’art. 139 del D.Lgs. 490/99. Come si evince dalla Figura 49 anche l’area del Comune di Battipaglia, che si estende tra la linea di costa e la via Noschese, è tutelata ai sensi del D.Lgs. n°490/99 (sostituito dal vigente D.Lgs. 22/01/2004 n°42). Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali raccoglie tutte le informazioni relative alle aree sottoposte a vincolo ambientale nel Sistema Informativo Territoriale Paesaggistico (SITAP) e redige i Piani Territoriali Paesistici. Il Ministero, ha redatto, per la Regione Campania, 14 Piani Paesistici: 1) Agnano-Camaldoli; 2) Isola di Capri; 3) Campi Flegrei; 4) Posillipo; 66 5) Isola di Ischia; 6) Comuni Vesuviani; 7) Cilento costiero; 8) Cilento Interno; 9) Ambito Caserta S. Nicola la Strada; 10) Complesso vulcanico di Roccamonfina; 11) Terminio Cervialto; 12) Monte Taburno; 13) Litorale Domizio; 14) Ambito Massiccio del Matese. Come si evince dalla Figura 50 il territorio di Battipaglia non è interessato da nessuno di questi Piani Paesistici. Figura 50 Piani territoriali paesistici delle Regione Campania. 67 4.5 Biodiversità, flora e fauna L’analisi relativa a questa componente ha come obiettivi l’individuazione degli elementi, o associazioni vegetali naturali che caratterizzano il territorio del Comune di Battipaglia, al fine di evidenziarne sia gli eventuali elementi di unicità e pregio, che le problematiche legate ad interferenze di tipo diretto o indiretto con possibili interventi programmatici. Relativamente alla fauna si è partiti dal presupposto che lo studio della vegetazione e delle singole biocenosi consenta l’individuazione degli habitat animali, rivelando quindi anche il grado di complessità ecologica delle singole zone. L’area di studio presa in considerazione per le analisi ambientali relative a queste componenti risulta essere fortemente antropizzata, portando ovunque i segni della presenza umana. Anche le superfici non direttamente utilizzate a scopo produttivo, come gli incolti, sono di fatto molto alterate e mostrano un basso livello di naturalità. 4.5.1 Vegetazione L’area territoriale di Battipaglia è inquadrabile, dal punto di vista climatico, nella fascia mediterranea temperata o mesomediterranea, caratterizzata da piovosità soprattutto autunnale, che diminuisce molto in primavera e scende a livelli molto bassi a luglioagosto, per risalire in autunno e in inverno. La vegetazione “climax” dovrebbe essere costituita soprattutto dalle sclerofille sempreverdi. Il carattere perenne delle foglie è in accordo con la mitezza della stagione invernale, mentre l’unico fattore limitante è costituito dalla siccità estiva, da cui deriva l’ispessimento delle cuticole fogliari che, diminuendo la traspirazione, rappresenta proprio un adattamento delle piante all’aridità. Essendo in genere l’ammontare delle precipitazioni sufficiente alla crescita degli alberi, gran parte della superficie in origine era occupata da formazioni a Leccio (Quercus ilex L.) e Sughera (Quercus suber L.). In particolare il Leccio è la specie climacica della fascia mesomediterranea. Volendo darne una collocazione altitudinale, questa fascia confina superiormente con il climax della Roverella (Quercus pubescens Willd.) e del Cerro (Quercus cerris L.) e inferiormente, se questo esiste, con quello dell’Oleastro (Olea europea L.) e del Carrubo (Ceratonia siliqua L.). Quasi tutte le leccete (rimaste) del bacino del Mediterraneo appartengono all’associazione Viburno (tini)-Quercetum ilicis. Il Viburno-tino (Viburnum tinus L.) è una specie stenomediterranea che è relativamente sciafila e quindi si accompagna bene con l’ombra fitta delle leccete mature a fustaia (che ormai sono pochissime, ad esempio nel Supramonte di Orgasolo). Specie caratteristiche di questa associazione sono, come già visto, il Viburno-tino, l’Ilatro comune (Phyllirea latifolia L.) che delle due filliree è la più ombrofila, il Ciclamino primaverile (Cycalmen repandum S. et S.), pianta del sottobosco che denota come questo ambiente della lecceta sia ombreggiato, il Caprifoglio mediterraneo (Lonicera implexa Aiton), specie lianosa, sempreverde e la Clematide fiammola (Clematis flammula L.), anch’essa sempreverde. Dalla degradazione delle leccete si hanno i vari tipi di macchia 68 mediterranea: quella alta, ancora con molto Leccio, è detta in Toscana “forteto”, quella bassa, povera o priva di Leccio è formata soprattutto da Erica arborea (Erica arborea L.) e Corbezzolo (Arbutus unedo L.), dominanti sui terreni acidi; le altre specie della macchia sono sempre sclerofille come l’Alaterno (Rhamnus alaternus L.), l’Ilatro sottile ( Phillyrea angustifolia L.) e l’Ilatro comune (Phillyrea latifolia L.) e, nelle aree più calde, di passaggio alla vegetazione termomediterranea, il Mirto (Myrtus communis L.) e soprattutto il Lentisco (Pistacia lentiscus L.). Le foreste originarie a sclerofille dovevano essere imponenti, sia per la mole delle piante, che per lo spessore della componente organica del suolo e anche per la numerosità delle specie del sottobosco e delle radure. Molte località del salernitano traggono il loro nome da quello delle piante che un tempo ne caratterizzarono la flora. L’abbondanza di ghiande e castagne che questi boschi offrivano rese conveniente l’allevamento del bestiame (in prevalenza maiali), che dovette essere ampiamente praticato. Attualmente le zone in esame si presentano molto diverse da come dovevano essere un tempo, a causa dell’azione dell’uomo, che ha disboscato da tempi immemorabili, prima la fascia costiera e poi tutto il resto e questo, unitamente all’agricoltura e all’urbanizzazione, compromette la ricostituzione spontanea delle formazioni forestali tipiche di questa zona bioclimatica. Una prima analisi della documentazione cartografica in possesso rivela come gran parte dell’area sia connotata come “urbana”, mentre le zone circostanti sono coltivate o edificate. Un’imponente cava di inerti sovrasta la zona e alle sue spalle si ergono il Colle Mancuso e altri rilievi, coperti di uliveti, pascoli e boschi. Lo stato della vegetazione è molto lontano dalla situazione originaria e la zona sembra aver percorso tutte le tappe che caratterizzano il processo di trasformazione di un bioma forestale ad opera dell’uomo, per cui dapprima la foresta viene utilizzata marginalmente per il pascolo, con semplici diradamenti, poi solitamente avviene l’abbattimento definitivo degli alberi residui (con ascia e fuoco) e l’allontanamento delle ceppaie e il pascolo viene sostituito dai campi coltivati, almeno ove questo è possibile. In zone di collina o media montagna spesso le aree più pietrose vengono lasciate a bosco ceduo, quelle meno pietrose a pascolo, e solo quelle spietrabili vengono adibite all’agricoltura, come succede in gran parte dell’Appennino e delle Prealpi. Attorno agli insediamenti umani aree più o meno estese vengono solitamente adibite ad insediamenti industriali, infrastrutture, discariche o altre attività, in seguito alle quali viene spesso cancellata ogni traccia non solo dell’ecosistema originario, ma anche di quelli via via derivati. 69 Figura 51 PTCP Salerno - Carta delle risorse naturalistiche e agroforestali. 4.5.2 Fauna Il territorio di Battipaglia appartiene alla Provincia faunistica appenninica, corrispondente al territorio peninsulare che ha come asse la catena appenninica. Questa regione, durante il Miocene, era frammentata in una serie di isole, fiancheggiate da territori di più antica emersione: la Dinaride e l’Egeide a est e la Tirrenide a ovest. Gli Appennini ebbero così la possibilità di essere colonizzati da elementi delle antiche faune balcaniche e 70 tirreniche i cui resti, analogamente alle Alpi, si trovano oggi nelle grotte o nel suolo, pur non mancando neppure tra gli invertebrati petrofili e anche tra quelli fitofagi. Sullo stock faunistico paleomediterraneo relitto, percentualmente più ricco e diversificato che nelle Alpi, si è sovrapposta, durante le crisi climatiche del Quaternario, una fauna d’origine settentrionale, costituita da elementi alpini, europei, eurasiatici ed eurosibirici, che hanno raggiunto l’estremo sud della penisola e la Sicilia. Tale fauna fredda, in seguito al miglioramento climatico verificatosi durante l’ultima glaciazione wurmiana, ha subito una forte contrazione con una diminuzione percentuale delle specie d’origine settentrionale e contemporaneamente un loro accantonamento a quote sempre più elevate procedendo da nord a sud e, per contro, un aumento degli elementi mediterranei in senso inverso. Nella provincia appenninica è possibile distinguere tre settori faunistici. Il settore settentrionale, dalle regioni collinari delle Langhe, del Monferrato e dell’Oltrepò pavese fino alle valli dell’Ombrone e del Foglia, è caratterizzato da un’alta percentuale di elementi di origine settentrionale. Il settore centrale, dall’Appennino umbro-marchigiano fino alle valli del Volturno e del Fortore, che conta le cime più elevate di tutta la catena e nel quale è presente un piano eualpino, quasi ovunque assente negli altri due settori; per tale ragione la percentuale di specie appartenenti a corotipi settentrionali è ancora elevata, i pochi boreoalpini appenninici sono tutti presenti nel settore centrale ed è più ricca la rappresentanza delle specie strettamente appenniniche, con numerosi invertebrati endemici centro-appenninici d’origine tirrenica o balcanica. Il settore appenninico meridionale, invece, si chiude in Aspromonte e comprende poche vette superiori ai 2000 metri; decisamente più scarse sono le specie d’origine settentrionale, concentrate soprattutto nei boschi più umidi e freschi tra 1400 e 1700 metri, mentre un forte rilievo acquista in questo settore la componente mediterranea, che, con numerose specie xerotermofile, sale fino a quote elevate, conferendo un carattere di mediterraneismo a questo settore appenninico, via via più accentuato con il diminuire della latitudine. Per quanto concerne i vertebrati, la provincia appenninica è caratterizzata dalla presenza di specie assenti nella provincia alpina, come i geotritoni del genere Hydromantes e la Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), la Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii), il Picchio dorsobianco (Picoides leucotos), l’Istrice (Hystrix cristata) e il Camoscio d’Abruzzo (Rupicapra pirenaica ornata), affine al Camoscio dei Pirenei. Per quello che riguarda l’area di più stretto interesse progettuale, la fauna, così come la vegetazione, è strettamente legata alla presenza dell’uomo e, come per la vegetazione, si parla di “fauna sinantropica”. Tale espressione si riferisce sia a specie permanentemente associate all’uomo, sia a specie che non dipendono direttamente dalla sua presenza, ma sono in grado di sfruttare le risorse alimentari e le condizioni degli habitat di origine antropica. Le specie che vivono in queste condizioni hanno solitamente un alto grado di tolleranza ecologica, spesso sono cosmopolite, favorite dall’attività umana, che modifica gli ambienti originari. Per quanto attiene alle aree che ospitano verde ornamentale e a quelle coltivate con 71 colture erbacee e arboree, la rimozione del fogliame caduco, l’eliminazione del legno morto, le pratiche agronomiche, il calpestio e altre attività umane, hanno spesso come effetto l’impoverimento della flora indigena e spontanea in favore di quella coltivata e introdotta, con conseguente diminuzione delle risorse utilizzabili dalla fauna. L’area industriale, per la presenza di estese superfici incolte, inframmezzate ai capannoni e ospitanti consistenti masse di rifiuti, può essere definita come “area marginale” in cui si rinvengono specie ad ampio spettro ecologico. Tra gli Artropodi sono presenti farfalle, formiche, cavallette, ragni, coleotteri e, soprattutto in prossimità delle colture, gli insetti fitofagi. È da ricordare il Lombrico, appartenente agli Anellidi Oligocheti, importantissimo dal punto di vista pedologico, perché rivolta continuamente la terra, aerandola ed evitandone la compattazione. Tra gli Uccelli si può incontrare il Merlo (Turdus merula), specie stanziale in Italia e molto in confidenza con l’uomo, tanto da avventurarsi anche nei giardini condominiali. Nei frutteti si nutre di ciliegie, mele e pere e, negli incolti, anche di bacche, piccoli insetti e lombrichi. Un altro elemento tipico della fauna sinantropica è la Passera d’Italia (Passer italiae), uno dei più straordinari casi di adattamento tra gli Uccelli: nidifica sugli edifici, al sicuro dai predatori, nutrendosi tra i rifiuti e nei coltivi. Tra i Mammiferi sono stati trovati esemplari (purtroppo deceduti a causa dell’impatto con autovetture) di Riccio (Erinaceus europaeus), animale sedentario (si allontana poco dal nido) e notturno che abita le campagne, nutrendosi di insetti, lucertole, piccoli roditori e uccidendo le vipere, da cui si difende grazie agli aculei che lo rivestono. Tra i roditori è presente il ratto delle chiaviche (Rattus norvegicus), onnivoro, dotato, a fronte di una scarsa capacità visiva, di eccellenti odorato, gusto, udito e tatto e può misurare anche 25 cm di lunghezza, esclusa la coda. La sua presenza è rivelata dalle deiezioni a forma di capsula di circa 20 mm e il nido si trova in tane sotterranee. Negli ambienti in cui abbondano i rifiuti umani è possibile avvistare la Volpe (Vulpes vulpes) della famiglia Canidae, che deve la sua diffusione negli ambienti antropizzati all’adattabilità (è onnivora), alla prolificità e al fatto che i suoi nemici (Lupo, Lince e Aquila reale), che predano soprattutto i cuccioli, sono in numero ridotto, perché eliminati dall’uomo. 4.6 Popolazione e salute umana Il Regio Decreto 28 marzo 1929 sancì la nascita del Comune di Battipaglia e l'avvio degli atti consequenziali, vale a dire l'assegnazione di parti del territorio dei Comuni confinanti di Montecorvino Rovella e di Eboli, la delimitazione dei confini nonché il regolamento dei rapporti patrimoniali e finanziari fra i Comuni interessati. Quello del 28 marzo 1929 fu certamente l'atto conclusivo di un lungo processo storico e l'inizio di una nuova fase di sviluppo della città, collocata al centro della Piana del Sele e all'incrocio delle grandi vie rotabili e ferroviarie per la Calabria e la Basilicata. Oggi Battipaglia conta una popolazione superiore ai 50.000 abitanti, che si è stabilizzata esclusivamente a partire dall’anno 2001. 72 Infatti la crescita della popolazione è stata costante sin dal 1861. In particolare a valle della creazione del comune (1929) l’incremento e divenuto più significativo, fino al 2001. Dal 2001 al 2008 la popolazione si è stabilizzata tra i 50.000 ed i 51.000 abitanti, con soli due anni di calo demografico relativi al 2006 e al 2007. Figura 52 Evoluzione della popolazione (1861-2001 - Istat). Figura 53 Evoluzione della popolazione (2001-2008 - Istat). 73 Figura 54 Territorio di competenza dell’ASL SA2. Figura 55 Uomini - Mortalità 1999-2004 (ASL SA2). 74 Figura 56 Donne - Mortalità 1999-2004 (ASL SA2). Gli studi dell’ASL SA 2 sulla mortalità del territorio consentono di valutare che la mortalità per tumori appare superiore alla media nazionale (29.9% contro 28.0% negli uomino e 23.2% contro 17.7%), ed in particolare il distretto C (quello di Battipaglia) risulta essere il più gravato dalle morti per tumore dell’intera ASL. I tumori a maggiore frequenza risultano quelli dell’apparato respiratorio e dell’apparato digerente. In termini di natalità, sempre gli studi condotti dall’Asl SA 2, evidenziano evidenzia come il territorio, pur essendo inserito in un contesto regionale caratterizzato da tassi di natalità superiori ai valori medi nazionali, abbia avuto costantemente valori inferiori, in parte sovrapponibili a quelli medi nazionali. Tuttavia, mentre il trend del Paese appare stazionario, con una graduale tendenza alla crescita delle regioni del Nord e del Centro, nell’ASL SA2 si registra un decremento della natalità analogo a quello della Campania e, più in generale delle Regioni del Sud, con uno scostamento del tasso tra il 1999 e il 2007 di circa l’1,5‰. L’andamento della fecondità non è diverso da quello della natalità: nel 2007 l’indice di fecondità è pari al 36,5 (- 3,5 rispetto al 1999). 75 Figura 2. ASL SA2. Indice di fecondità , anni 1999-2007 Figura 1. Tasso di natalità, anni 1999 - 2007 1 2,5 42,0 12 ti n e1 1,5 id se r 11 00 0 11 0,5 re p àt il 10 at a n i 9,5 d os s 9 a T 8,5 41,0 40,0 39,0 38,0 37,0 36,0 35,0 8 06 05 07 20 20 20 04 20 03 20 02 20 01 Sud e Isole 20 Italia Centro 20 Campania Nord 19 ASL SA2 00 34,0 99 1999 200020012002 2003 2004 2005 2006 2007 Figura 57 Natalità e fecondità nel territorio dell’ASL SA2. 10,9 12 10,4 9,8 10 8 7,9 7,9 9,4 9,5 9 ,5 9,7 10,7 10,2 10,7 10,4 9,3 9,1 9,1 8,8 8,4 8,1 7,8 7,6 6 4 2 0 DISTRETTO A DISTRETTO B DISTRETTO C 2005 DISTRETTO D 2006 DISTRETTO E DISTRETTO F ASL SA2 2007 Figura 58 Tasso di natalità per distretto (Battipaglia – Distretto C). 76 Nel 2007, il tasso di natalità per distretto varia dall’11‰ del distretto F di M. San Severino al 7,6‰ del distretto E di Salerno, con un range pari all’3,4‰. Si confermano, quindi, i valori più elevati per il distretto di Mercato San Severino e quelli più bassi per i distretti di Salerno e Buccino (distretto A ). L’andamento della natalità per distretto non sembra essere influenzato dal fenomeno immigratorio, dal momento che i nati da madre con cittadinanza straniera sono più numerosi nel distretto B, dove d’altra parte è maggiore anche la presenza degli immigrati. ASL SA2 Nati madre con cittadinanza straniera madre con cittadinanza italiana Totale nati DS A DS B DS C DS D DS E DS F n. 225 % 5,4 n. 9 % 3,8 n. 57 % 8,8 n. 31 % 5,9 n. 49 % 5,8 n. 50 % 4,1 n. 29 % 4,2 3950 94,6 230 96,2 590 91,2 496 94,1 798 94,2 1168 95,9 668 95,8 4.175 239 647 527 847 1218 697 Tabella 3 Nati da madre con cittadinanza straniera per distretto, anno 2007. 4.6.1 Rumore All’interno della qualità della salute umana concorrono tutti i comparti ambientali finora analizzati, in quanto migliore è la qualità ambientale di un territorio migliore è la vivibilità e quindi la salute dell’uomo. A corredo dello stato dell’ambiente, a determinare con decisione la salute pubblica un aspetto fondamentale riveste lo studio del ruomore. L’inquinamento acustico costituisce, infatti, una causa di disturbo che negli ultimi anni ha assunto i caratteri di vera emergenza a causa del vertiginoso aumento delle fonti di rumore e della notevole commistione di esse con gli ambienti di vita. Il legislatore ha risposto a tale emergenza con l’emanazione di una serie di norme in materia, che disciplinano rigorosamente le metodologie di indagine, le caratteristiche della strumentazione da utilizzare, i limiti di esposizione in funzione delle sorgenti di rumore e le competenze preposte ai controlli. Le principali fonti di rumore sono costituite dal traffico da infrastrutture di trasporto, che permea i tessuti urbani più o meno omogeneamente, dalle attività artigianali, commerciali e di svago, anch’esse inserite intimamente nel tessuto urbano e responsabili di inquinamento acustico puntuale, spesso a trasmissione interna agli edifici, dalle attività industriali, cui generalmente sono riservate aree apposite. Il traffico urbano, decisamente sproporzionato rispetto alla popolazione cittadina, è il principale elemento di impatto acustico. La congestione è causata della presenza di tre cicatrici del tessuto viario, ovvero l’autostrada a nord-est, il fiume a nord-ovest e la ferrovia a sud, che limitano fortemente la fluidità del traffico. Altro elemento rilevante riguarda la presenza nel centro urbano di numerose attività poco compatibili, eventualmente da delocalizzare in aree industriali. 77 Figura 59 Proposta di zonizzazione acustica del centro urbano (1999). 78 Figura 60 Proposta di zonizzazione acustica del territorio comunale (1999). 4.6.2 Inquinamento luminoso L'inquinamento luminoso è un'alterazione dei livelli di luce naturalmente presenti nell'ambiente notturno. Questa alterazione, più o meno elevata a seconda delle località, provoca danni di diversa natura: ambientali, culturali ed economici. La definizione legislativa più utilizzata (vedi sotto) lo qualifica come "ogni irradiazione di luce diretta al di fuori delle aree a cui essa è funzionalmente dedicata, ed in particolare verso la volta celeste". Alla data attuale la prevenzione dell'inquinamento luminoso non è regolamentata da una legge nazionale: benché essa sia stata più volte sottoposta al parlamento, non è mai giunta alla discussione in aula. Le singole regioni e la provincia autonoma di Trento hanno tuttavia promulgato testi normativi in materia, mentre la norma Uni 10819 disciplina la materia laddove non esista alcuna specifica più restrittiva. A seconda del regolamento tecnico richiamato i testi normativi possono essere classificati in: 1) Disposizioni basate sulla norma Uni 10819: Valle d'Aosta, Basilicata, Piemonte. Nessuna disposizione di questo tipo è posteriore all'anno 2000. 2) Disposizioni basate su specifiche più severe della norma Uni 10819: Veneto, Toscana, Lazio, Campania, promulgate o modificate nelle forma definitiva tra il 1997 ed il 2005. 3) Disposizioni basate sul criterio "zero inquinamento": fanno riferimento ai contenuti 79 della Legge Regionale Lombardia 17/2000 e successive modifiche. Sono basate sul criterio per cui salvo poche e ben determinate eccezioni nessun corpo illuminante possa inviare luce al di sopra dell'orizzonte. Sono state promulgate da Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Abruzzo, Puglia, Sardegna, Sicilia e dalla provincia autonoma di Trento. Tutte le disposizioni successive al 2005 si basano su tali fondamenti. 4) Disposizioni "miste": la Liguria ha una normativa che si presta a due differenti interpretazioni. La meno restrittiva prevede che il territorio ordinario utilizzi a riferimento la norma Uni 10819 e quello più sensibile a fenomeni di inquinamento luminoso sia soggetto alle prescrizioni della Lr17/00 Lombardia. La regione ha emanato la Legge Regione Campania n. 12 del 25/7/2002 (contenimento dell'inquinamento luminoso e del consumo energetico da illuminazione esterna), che definisce prescrizioni e prestazioni specifiche per la realizzazione degli impianti. La situazione del comune di Battipaglia non appare compromessa, e l’inquinamento luminoso risulta particolarmente basso, solo alcune zone della piana agricola sono interessate da fenomeni locali, connessi alla fitta rete di residenze monofamiliare diffuse. Inoltre, il comune già dal 2004, a seguito dell’emanazione della Legge Reginale n. 12, ha iniziato un programma specifico per l’adeguamento dell’illuminazione comunale. Le regole di progettazione sono semplici e razionali ovvero: 1) Ottimizzare l’accensione degli apparecchi di illuminazione. 2) Orientare le lampade che illuminano gli esterni in modo da colpire solo il bersaglio da illuminare e rendere minima quella parte di radiazione luminosa che e' emessa sopra il piano dell'orizzonte . Purtroppo, anche se una lampada è ben orientata, esiste sempre una componente della luce emessa che comunque è riflessa verso l'alto da parte dell'oggetto illuminato. 3) Usare lampade progettate in modo da non dirigere la luce verso l'alto o sopra l'orizzonte 80 4) Non sovradimensionare gli impianti luminosi: con conseguente spreco di denaro sia in fase di installazione che in fase di gestione; 5) Usare, quando e' possibile, proiettori asimmetrici, 6) Usare lampade che non emettano nelle stesse bande del cielo, contribuendo a un incremento della sua luminosita'; 7) Tenere sotto controllo l'inquinamento atmosferico. 4.7 Beni materiali, il patrimonio culturale, storico-architettonico e archeologico Intorno al toponimo di Battipaglia, è probabile che il nome è dovuto alla presenza di insediamenti rurali sorti prima del IX secolo nei pressi del fiume Tusciano, a testimonianza del quale vi sono pochi, ma significativi ritrovamenti: località Arenosola - necropoli con 105 tombe risalenti all’età ellenica (VII-VI secolo a.C.) e all’epoca lucana (IV-III secolo a.C.) località Castelluccio località Cinesi 81 contrada S. Giovanni in prossimità del cimitero. Tra le rilevanze storico culturali del territorio comunale possiamo citare: - La “Castelluccia” è architettonicamente costituito da due strutture realizzate in epoche diverse. Una prima parte realizzata nel medioevo (XI secolo), con torri quadrate e porte archivoltate; una seconda parte rispecchia lo stile di un tipico castello rurale del XVII secolo. E’ sita in posizione dominante nell’area collinare del comune ed è univocamente considerato il simbolo di Battipaglia. Figura 61 La Castelluccia. - San Mattia, abbazia medievale sorgente su i più antichi insediamenti romani di cui sono stati ritrovati orci e sepolture. Voluta dai Longobardi per ospitare almeno 12 monaci, fu realizzata nel 1053, con annessa chiesetta dedicata a S. Mattia. E’ sita al centro della piana, lungo la strada Provinciale n. 135 (Battipaglia-Mare); Figura 62 Complesso medievale di San Mattia. 82 - Santa Lucia, agglomerato rurale diviso in S. Lucia di Sopra e di Sotto. La prima è costituita dalla Chiesa dedicata a S. Lucia, Vergine e Martire siracusana vissuta dal 238 al 304, dalla masseria, dal pozzo e dalle ville Budetta e Lanzara; la seconda è costituita dalla villa Doria ed altre costruzioni signorili, tutte dirute sin dall’incendio che divampò nel 1746. E’ sito al centro della piana a 1,7 km a sud-est da San Mattia lungo la strada Provinciale n. 312A; Figura 63 La chiesetta dedicata alla Vergine e Martire di Siracusa. Figura 64 Santa Maria di sotto. - Il Ponte dell’Abate Giustina, dall’epoca d’origine incerta, forse romano o ancora più antico. Realizzato a due arcate di diversa grandezza con spartiacque centrale, base in pietra squadrata di travertino, risistemato nei secoli a più riprese. E’ sito in prossimità della foce del fiume Tusciano; 83 Figura 65 Il Ponte dell’Abate Giustina. - le splendide architetture delle masserie rurali della piana, tra cui spiccano: Porta di Ferro, La Morella, Torre di Raj, Torre del Tusciano, Masseria “Fosso”, Torre Caciottoli, Farina, Fasanara, Verdesca ed altre. Figura 66 Porta di Ferro. 84 Figura 67 Torre di Raj. Figura 68 Torre Caciottoli. Tra gli elementi di spicco della componente naturale si possono citare: - Il fiume Tusciano, che si presenta, tuttavia, fortemente degradato, per la qualità dell’acqua, la cementificazione delle sponde e l’assenza di una qualsiasi forma di valorizzazione; - La pineta costiera, che seppur di origine antropica rappresenta oggi un carattere fondante del paesaggio comunale; 85 - Le grotte carsiche dell’area collinare; - I boschi cedui e gli oliveti dell’area collinare e della Castelluccia; Si vuole qui sottolineare che in un territorio così fortemente antropizzato (sia per l’urbanizzato sia per l’agricoltura intensiva), come quello battipagliese, tutte le alberature costituiscono un elemento di pregio e di qualificazione del territorio urbano e soprattutto di quello agricolo. Gli elementi territoriali maggiormente degradati possono essere individuati nelle numerose cave delle zone collinari sia in località Telegrafo che in località Serroni alto e nella discarica di circa 96.000 mq sempre in località Telegrafo (Monti di Eboli), alle spalle del Cimitero Comunale. Figura 69 Pino italico nell’area della piana. 86 CITTA’ DI BATTIPAGLIA (Provincia di SALERNO) SETTORE PROGRAMMAZIONE E POLITICHE COMUNITARIE Viale O. Barassi- 84091 Battipaglia (SA) tel. 0828/677232-228 fax 0828/370893 Convocazione tavolo di consultazione per la procedura di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi dell’art. 13 c. 1° del D.Lgs. n. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. n. 4/2008 ai fini dell’adozione del Documento di Orientamento Strategico (DOS) – Preliminare di PIU’ della Città di Battipaglia VERBALE del 26/05/2009 L’anno 2009, il giorno ventisei del mese di maggio, alle ore 11:00, presso la sala Giunta del Comune di Battipaglia, sono presenti l’ing. Pasquale Angione, dirigente del Settore Programmazione e Politiche Comunitarie, l’ing. Claudio Della Rocca, in qualità di collaboratore di questo ente, esperto in procedura di VAS e la dr.ssa Rosanna Marotta, S.P.P.C., in qualità di segretario verbalizzante. Premesso che • in data 12.05.2009 veniva inviata via fax la convocazione prot. 34613 del 12.05.2009, allegata in copia al presente verbale, con la quale si invitavano al tavolo di consultazione in oggetto, i segg. Enti: - Regione Campania AGC-16 Governo del Territorio – Autorità competente in materia di VAS - Ministero Beni ed attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania • - Provincia di Salerno - Autorità di Bacino Regionale in Destra Sele che via posta elettronica venivano inviati a tutti gli enti invitati, al fine di consentirne la consultazione, i seguenti documenti: - Rapporto preliminare - Rapporto sullo Stato dell’Ambiente - Sintesi del PIU’ Europa per la Città di Battipaglia. Si precisa che: - L’arch. Russo, per la Regione Campania AGC 16, confermava via telefono di aver ricevuto l’invito e gli elaborati e di averne preso visione, comunicando la propria impossibilità ad intervenire al tavolo di consultazione. 1 di 2 - L’arch. Assunta Panzera, per il Ministero Beni ed Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania, comunicando telefonicamente l’impossibilità di intervenire all’incontro, assicurava di aver ricevuto l’invito e preso visione degli elaborati, riservandosi di trasmettere al più presto una eventuale propria nota in merito. - L’arch. Bonadia, per la Provincia di Salerno, confermava via telefono di aver ricevuto l’invito e gli elaborati, di averne preso visione e di non aver nulla da eccepire riguardo al contenuto. - L’avv. Stefano Sorvino, per l’autorità di Bacino Regionale Destra Sele, confermava via telefono di aver ricevuto l’invito e gli elaborati prendendone visione, e comunicava via fax la piena disponibilità agli adempimenti di competenza, pur trovandosi nell’impossibilità di partecipare all’incontro. Acquisite tali informazioni, alle ore 12:00 si dichiara chiusa la seduta. Del che è verbale che, letto e confermato, viene di seguito sottoscritto. Battipaglia, lì 27.05.2009 Il segretario Dott.ssa Rosanna Marotta - FIRMATO NOME FIRMA Ing. ANGIONE Pasquale FIRMATO Ing. DELLA ROCCA Claudio FIRMATO Arch. RUSSO Arch. PANZERA Assunta Arch. BONADIA Avv. SORVINO Stefano 2 di 2 CITTÀ DI BATTIPAGLIA (Provincia di Salerno) Settore Programmazione e Politiche Comunitarie PROGRAMMA INTEGRATO URBANO “PIU’ EUROPA” Iniziativa cofinanziata dall’Unione Europea Verifica di Coerenza alla VAS del P.O. FESR 2007-2013 (ai sensi del Decreto Dirigenziale n. 419 del 04-11-2009) Gennaio 2010 Responsabile programma: Ing. Pasquale Angione Consulente VAS: Ing. Claudio Della Rocca Asse6 Obiettivo Operativo 6.1. “Città medie” Unione Europea La tua Campania cresce in Europa SOMMARIO 1 INTRODUZIONE 4 1.1 PREMESSA 4 1.2 CRITERI PER LA VERIFICA DI COERENZA 4 1.3 ITER DEL PIU’ EUROPA 6 2 STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE 8 2.1 IL SISTEMA DELLE TUTELE 8 2.2 I COMPARTI AMBIENTALI 9 2.2.1 L'ARIA 9 2.2.2 L'ACQUA 10 2.2.3 IL SUOLO 10 2.2.4 IL PAESAGGIO 10 2.2.5 LA BIODIVERSITÀ, LA FLORA E LA FAUNA 10 2.2.6 LA POPOLAZIONE, LA SALUTE UMANA 10 2.2.7 I BENI MATERIALI, IL PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO 11 3 DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA PIU’ 11 3.1 AREA DI INTERVENTO 11 3.1.1 CARATTERISTICHE DELL’AREA INDIVIDUATA 14 3.2 STRATEGIE E SOLUZIONI 18 3.3 COERENZA DELL’INTERVENTO 23 3.3.1 COERENZA CON IL DOS 23 3.3.2 COERENZA ESTERNA 25 4 OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE 26 5 POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE 32 5.1 MATRICE CRITERI-OBIETTIVI 33 2 5.2 MATRICE DI COERENZA 35 5.3 MATRICE DEGLI IMPATTI 36 5.4 CONCLUSIONI 37 6 MONITORAGGIO 38 3 1 INTRODUZIONE 1.1 Premessa La presente relazione rappresenta la verifica di coerenza del PIU Europa del Comune di Battipaglia alla VAS del PO FESR 2007-2013, ai sensi del Decreto Dirigenziale n. 419 del 04-11-2009. Il decreto in questione chiarisce che: • In data 2 luglio 2007 (prot. n. 1856/2007) il Comitato Tecnico per l’Ambiente (CTA) ha espresso, ai sensi della direttiva comunitaria 2001/42/CE - direttiva VAS - il parere favorevole di compatibilità ambientale sul PO FESR 2007/2013; • Sono emerse, nel corso della valutazione ambientale. Minime pressioni potenziali riguardanti l’inserimento delle opere nel contesto urbano ed il consumo di suolo; • I Piani Integrati Urbani (PIU Europa)quale insieme coordinato di interventi finalizzati al rafforzamento dell’attrattività e la competitività delle città campane, fanno parte della strategia ambientale individuata nella VAS del PO FESR (R.A. Par. 2.1); Pertanto, le città medie oggetto di PIU dovranno elaborare nel rispetto della vigente disciplina del FESR e delle linee guida del PIU, dei programmi che, per l’aspetto ambientale, risultino aderenti alla VAS del PO FESR, a tal fine deve essere effettuata apposita verifica di coerenza, di cui agli allegati A, B e C del medesimo decreto. 1.2 Criteri per la verifica di coerenza Criteri per la verifica di coerenza del PIU Europa alla VAS del PO FESR Stato attuale dell’ambiente Aspetti pertinenti, caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche del contesto delle aree bersaglio Quadro conoscitivo Descrizione dello stato dell’ambiente • Situazione ambientale territoriale • Inquadramento geografico • Inquadramento urbanistico • Situazione demografica Componenti ambientali che possono essere influenzate dal programma: • Problemi ambientali esistenti Suolo e sottosuolo • Acque superficiali e sotterranee • Uso delle risorse • Aria e clima • Paesaggio e patrimonio culturale • Criticità • Idoneità alla trasformazione del territorio • Caratteristiche delle aree di particolare pregio ambientale 4 Descrizione del programma Contenuti, obiettivi principali, rapporto con altri pertinenti piani e programmi sovraordinati Descrizione del PIU Europa in rapporto Obiettivi, strategie e interventi anche al DOS Caratteristiche del programma In quale misura il programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse Il programma in rapporto con altri piani • In quale misura il programma influenza altri piani o • Pertinenza del programma per l’integrazione delle e programmi programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile • Problemi ambientali pertinenti al programma • Rilevanza del programma per l’attuazione della normativa comunitaria nel settore dell’ambiente Obiettivi di protezione ambientale Obiettivo paesaggio e beni culturali Gli obiettivi del PO FESR in rapporto agli obiettivi del PIU Europa P2 - Conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi in modo coerente al contesto Obiettivo suolo S1 - Prevenzione e gestione del rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, desertificazione ed erosione costiera attraverso la pianificazione di bacino ed i piani di protezione civile. Definizione delle priorità di intervento sulle criticità presenti sul territorio regionale per la difesa del suolo dal dissesto geoambientale e dalle catastrofi naturali. Mitigazione dei fenomeni di erosione degli arenili. Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione compattazione e salinizzazione dei suoli. S3 - Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole attraverso l’attuazione del Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati della Regione Campania e delle norme tecniche e dei codici della buona pratica agricola. Obiettivo ambiente urbano AU1 - Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l’efficacia dell’attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo a lungo termine un assetto del territorio rispettoso dell’ambiente a livello locale. AU3 - Ampliare le aree verdi e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica Ulteriori obiettivi Altri obiettivi che dovessero emergere diversi da quelli previsti dalla VAS del PO FESR Possibili impatti significativi Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere sull’ambiente interessate Caratteristiche degli impatti • Probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti • Carattere cumulativo degli impatti • Natura transfrontaliera degli impatti • Entità ed estensione dello spazio degli impatti su aree e paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale Rischi Per la salute umana e per l’ambiente 5 Valore e vulnerabilità dell’area che A causa potrebbe essere interessata • Delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio • Del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei culturale valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo Matrice di coerenza Obiettivi del programma PO FESR/obiettivi PIU Europa Matrice criteri-obiettivi Valutazione dei criteri di sostenibilità con gli obiettivi specifici del Matrice azione Valutazione delle azioni sui fattori e componenti ambientali Monitoraggio Metodologia e strumenti programma PIU Europa Gli indicatori per il monitoraggio Modalità periodicità di raccolta dei dati. Il set di indicatori di qualità ambientale già in uso nel rapporto ambientale del PO FESR e nei PIU Europa Contributo al monitoraggio del PO FESR Azioni specifiche e risorse 1.3 Iter del PIU’ Europa l’Obiettivo Operativo 6.1 – “Città medie”, dell’Asse VI - “Sviluppo urbano e qualità della vita” del PO FESR Campania 2007-13, prevede interventi integrati di sviluppo urbano per migliorare le funzioni urbane superiori e assicurare condizioni di sviluppo sostenibile, sociale ed economico, delle città medie, attraverso programmi integrati urbani definiti “PIU’ EUROPA”, quale strumento di sviluppo e rigenerazione urbana per le città con popolazione superiore a 50.000 abitanti; Il 28 aprile 2008 è stata avviata presso la casa comunale la consultazione sul DOS dei soggetti del terzo settore; Il 13 giugno 2008 è stata avviata presso la casa comunale la consultazione sul DOS dei soggetti del partenariato economico; L’11 luglio 2008 è stata avviata presso la casa comunale la consultazione sul DOS dei soggetti del settore economico e del settore turistico; Con Delibera di Giunta Comunale n. 121 del 30 giugno 2008 è stato approvato lo schema di protocollo di intesa Comune di Battipaglia-Rete Ferroviaria Italiana per l’attuazione del programma integrato urbano PIU’ EUROPA della Città di Battipaglia; Con Delibera del Commisario Straordinario n. 56 del 27 agosto 2008 sono stati approvati lo Schema di Protocollo di Intesa e il Documento di Sintesi PIU’ Europa; Il Comune di Battipaglia, quale città con più di 50.000 abitanti, ha stipulato, il 22 ottobre 2008, apposito Protocollo d’Intesa con la Regione Campania; 6 Con avviso pubblico del 3 dicembre 2008 l’amministrazione comunale, mediante avviso pubblico, sono state raccolte Manifestazioni di interesse a formulare proposte per il programma integrato urbano PIU’ Europa@Battipaglia; Con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 260 del 4 dicembre 2008 è stato costituita la Cabina di Regia per il coordinamento del processo del programma PIU’ Europa; La Cabina di Regia si è insediata il 22 gennaio 2009; Con workshop pubblico del 20 e del 21 marzo 2009 l’amministrazione comunale, attraverso lo strumento di partecipazione dell’EASW, ha inteso dare voce e ascolto alle speranze e alle paure della comunità; Con workshop pubblico del 27 e del 28 marzo 2009 l’amministrazione comunale, attraverso lo strumento di partecipazione dell’OST, ha inteso dare voce e ascolto alle proposte operative della comunità; Nell’ambito dello stesso workshop sono stati distribuiti questionari specifici per la valutazione delle problematiche ambientali; Il 12 maggio 2009 sono stati trasmessi ai soggetti competenti in materia ambientale il Rapporto Preliminare, ai sensi dell’art. 13 c. 1 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008 e il Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, ai sensi delle let. b) c) e d) dell’Allegato VI alla Parte I del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008 Il 26 maggio 2009 è stata effettuata presso la casa comunale la consultazione preliminare dei soggetti competenti in materia ambientale, ai sensi dell’art. 13 c. 1 del D.Lgs. 152/2006 come modificato dal D.Lgs. 4/2008 nell’ambito della Valutazione Ambientale Strategica del programma PIU’ Europa; Con Delibera di Giunta Comunale n. 190 del 13 novembre 2009 è stato approvato il programma integrato urbano PIU’ EUROPA della Città di Battipaglia; Con Delibera di Giunta Comunale n. 191 del 13 novembre 2009 sono stati istituiti i tavoli di concertazione e condivisione con i proprietari delle aree limitrofe ai siti degli interventi previsti dal programma integrato urbano PIU’ EUROPA della Città di Battipaglia; Con delibera del Consiglio Comunale n. 80 del 14 dicembre 2009 è stato approvato il Documento di Orientamento Strategico con allegato il Preliminare di PIU’; Con Delibera di Giunta Comunale n. 240 del 21 dicembre 2009 è stato approvato progetto preliminare “A.3 Sistema informazione ai viaggiatori e ai cittadini” del PIU’ 7 Europa della Città di Battipaglia; Con Delibera di Giunta Comunale n. 241 del 21 dicembre 2009 è stato approvato progetto preliminare “A.4 Miglioramento dell’accessibilità centro di interscambio - via Barassi” del PIU’ Europa della Città di Battipaglia; Con Delibera di Giunta Comunale n. 242 del 21 dicembre 2009 è stato approvato progetto preliminare “B.3 Riqualificazione Centro Città” del PIU’ Europa della Città di Battipaglia; La Cabina di Regia nella seduta dell’11 gennaio 2010 ha approvato, tra l’altro l’elenco dei progetti previsti nel PIU’ Europa della città di Battipaglia (Fondi dell’ O.O.6.1); Con Delibera del Consiglio Comunale n. 21 del 18 gennaio 2010 è stata approvata la variante urbanistica conseguente agli interventi del PIU’ Europa denominati A.1 e B.2, e contestualmente verificata la non assoggettabilità alla procedura di VAS; 2 STATO ATTUALE DELL’AMBIENTE Lo stato dell’ambiente del territorio comunale è stato descritto nel dettaglio nello specifico elaborato “Rapporto sullo stato dell’ambiente” allegato al rapporto preliminare (aprile 2009), al quale si rimanda per qualsiasi approfondimento. Focalizzando l’analisi sull’area di intervento, individuata nel dettaglio al paragrafo 3.1, nei paragrafi successivi verranno evidenziati gli elementi riassunti dello stato dell’ambiente. 2.1 Il sistema delle tutele Nell’area oggetto del PIU non si rileva alcun tipo di tutela paesaggistica-ambientale, come meglio identificato nel seguente elenco: • Assenza di parchi nazionali e regionali; • Assenza di parchi urbani regionali; • Assenza di riserve naturali; • Assenza di aree SIC e ZPS; • Assenza di siti tutelati dall’UNESCO; • Assenza di aree sottoposte a piani paesaggistici; • Assenza di aree sottoposte a vincolo paesaggistico; • Assenza di aree a rischio idraulico, idrogeologico e vulcanico; 8 Si segnalano tuttavia alcune strutture di archeologia industriale sottoposte a vincolo da parte della sovrintendenza BAPPSAE, per le quali è prevista la riqualificazione nell’ambito degli interventi del PIU Europa. 2.2 I comparti ambientali 2.2.1 l'aria Si registrano mediamente valori abbastanza elevati di monossido di carbonio e di ossidi di azoto, inquinanti tipici derivati da motori a scoppio, evidenziano fra le varie sorgenti di inquinanti quella autoveicolare come sorgente predominante. Il “Piano regionale di risanamento e mantenimento della qualità dell’aria” redatto dai tecnici della Regione nel Novembre 2005, definisce un quadro piuttosto negativo, la situazione è riassunta dal grafico qui riportato che evidenzia come il territorio del comune di Battipaglia, con esplicito riferimento al centro urbano rientra tra le zone di risanamento dell’area Salernitana. Figura 1 Zonizzazione del territorio regionale rispetto la qualità dell’aria – anno 2002. 9 2.2.2 l'acqua Non si rilevano elementi significativi per il comparto acqua nell’area in oggetto, se si eccettua il problema del trattamento delle acque reflue che interessa l’intero centro urbano a causa della incompleto quadro impiantistico e infrastrutturale. 2.2.3 il suolo Il comparto suolo nell’area oggetto del programma PIU Europa si presenta decisamente articolato, infatti i suoli agricoli interessati dai nuovi interventi presentano un avanzato livello di degrado non tanto per le qualità pedologiche ma quanto per la posizione urbanistica che li vede interclusi tra l’area ASI (Area di Sviluppo Industriale), il quartiere Taverna Maratea e la zona di pertinenza ferroviaria, tutti ambiti a forte urbanizzazione. Il resto degli interventi interessa aree relative alla città consolidata. 2.2.4 il paesaggio Il paesaggio in questione è tipicamente urbano con aree agricole marginali ormai intercluse dalle infrastrutture e dagli interventi edilizi. Si rilevano come elementi di potenziale valorizzazione le aree industriali dismesse, i lotti residuali e le aree di pertinenza ferroviaria recuperabili alla vita cittadina. 2.2.5 la biodiversità, la flora e la fauna Nell’area oggetto del PIU non si rileva alcuna componente ecologica rilevante. 2.2.6 la popolazione, la salute umana La situazione della popolazione, anche in riferimento ai livelli di insorgenza tumorale, come evidenziato dagli studi dell’ASL SA2, non sembra eccellente sebbene il trend di crescita della popolazione appaia in continua crescita. Figura 2 Evoluzione della popolazione (1861-2001 - Istat). 10 Il rumore costituisce altro elemento di notevole riduzione della qualità della vita, le principali fonti di rumore sono costituite dal traffico da infrastrutture di trasporto, che permea il tessuto urbano più o meno omogeneamente, dalle attività artigianali, commerciali e di svago, anch’esse inserite intimamente nel tessuto urbano e responsabili di inquinamento acustico puntuale, spesso a trasmissione interna agli edifici, dalle attività industriali, cui generalmente sono riservate aree apposite. Il traffico urbano, decisamente sproporzionato rispetto alla popolazione cittadina, è il principale elemento di impatto acustico. La congestione è causata della presenza di tre cicatrici del tessuto viario, ovvero l’autostrada a nord-est, il fiume a nord-ovest e la ferrovia a sud, che limitano fortemente la fluidità del traffico. 2.2.7 i beni materiali, il patrimonio culturale, architettonico e archeologico Non si rilevano monumenti di pregio o tessuti urbani storici, se si eccettuano le strutture di archeologia industriale vincolate. 3 DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA PIU’ 3.1 Area di intervento Sulla base • delle analisi del contesto urbano effettuate nell’ambito del DOS e delle conseguenziali strategie elaborate; • dei criteri per la scelta dell’ambito di intervento; • delle considerazioni sopra esposte; • delle caratteristiche dell’ambito di seguito riportate; si è individuato l’ambito urbano, significativo sotto il profilo della memoria storico locale e delle attività produttive presenti, strategico per l’intera città ma a rischio di degrado, costituito dalle aree a ridosso dello scalo ferroviario. Nello specifico l’ambito urbano individuato, assumendo a riferimento la stazione ferroviaria, si estende: • a Nord sino ad incontrare le centralissime piazze Rago e Amendola; • a Sud fino all’ex Tabacchificio ATI; • ad Ovest sino all’ex strada statale n. 18; • ad Est fino a via Sturzo. In dettaglio l’ambito d’intervento è definito dall’aggregazione delle sezioni censuarie riportate nella seguente planimetria 1. Di seguito si allega anche uno stralcio dell’ortofoto di Battipaglia con sovrapposto il perimetro dell’ambito in oggetto. 11 Planimetria 1 – Sezioni censuarie 12 Ambito PIU su Ortofoto 13 3.1.1 Caratteristiche dell’area individuata L’ambito urbano individuato è caratterizzato dalle seguenti problematiche: • elevato consumo di suolo e scarsa presenza di aree a verde per i cittadini; • diffuso degrado delle costruzioni dell’ambiente urbano, frammentazione del tessuto insediativo; • carenza di servizi ed infrastrutture destinate alla collettività con particolare riguardo a quelle dell’infanzia; • situazione di scarsa coesione sociale e di marcato degrado abitativo; • presenza di aree urbane degradate, e/dismesse nonché di aree non utilizzate o sottoutilizzate suscettibili di riuso o di rinnovamento; • scarsa vitalità economica. In particolare l’ambito individuato presenta una notevole disaggregazione del tessuto urbano e numerosi vuoti ed aree inutilizzate per effetto delle ex fabbriche dismesse (zuccherificio, oleificio, tabacchificio, industrie conserviere, depositi ERSAC, etc.), riportate nella planimetria 2. Nello stesso è presente edilizia residenziale di scarsa e media qualità, del tipo economico popolare e privata. Di seguito si riporta anche uno stralcio della zonizzazione del PRG per l’ambito in oggetto. Nell’ambito sono in corso, inoltre, varie iniziative private scoordinate tra loro, quali la lottizzazione dell’area afferente l’ex zuccherificio (già convenzionata e prossima all’avvio dei lavori), la rimodulazione urbanistica di un’area su iniziativa dei privati proprietari, la definizione delle residue problematiche connesse alla trasformazione dell’ex oleificio Petrone, ecc.., vedi planimetria 3, parallelamente al PIU si potrà procedere ad armonizzare ed indirizzare tutte queste iniziative verso una maggiore qualità e sostenibilità. L’ambito include parte del centro città e lo scalo ferroviario, dista mediamente 500 metri dallo svincolo autostradale, è attraversato dalla S.S. 18, principale arteria della piana del Sele e di collegamento con l’area archeologica di Paestum ed il parco nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, confina con l’area industriale ASI e con l’area dell’interporto. La posizione baricentrica, rispetto al territorio comunale, consente all’ambito individuato di assumere il ruolo di polo privilegiato per lo sviluppo dell’intera città, ulteriormente rafforzato dalla possibilità di avere ottimi collegamenti con il resto della città e con l’esterno. 14 Planimetria 2 15 Stralcio PRG 16 Planimetria 3 17 3.2 Strategie e soluzioni Per le considerazioni sopra riportate, ci si è determinati a stabilire per il PIU’ EUROPA le seguenti priorità, contenute nel documento di sintesi del PIU’ EUROPA allegato al protocollo d’intesa con la Regione, pertanto con essa già condivise: 1. Recuperare l’importanza (storica), per la piana del Sele e i territori limitrofi, dello scalo ferroviario di Battipaglia integrando il restyling in corso della Stazione, a cura della Società RFI S.p.A., con le seguenti attività/azioni: • realizzazione di un centro integrato d’interscambio modale per il trasporto delle persone a ridosso della Stazione Ferroviaria, quale integrazione dello scalo Ferroviario con il trasporto su gomma sia pubblico che privato; • miglioramento dei collegamenti stradali tra la Stazione Ferroviaria e le principali infrastrutture viarie extraurbane; 2. Integrare lo scalo ferroviario con la Città: • recuperando alla città le aree e gli immobili dello scalo merci da dismettere; • mitigando gli effetti negativi, in particolare abbattendo le attuali barriere architettoniche; • riqualificando le aree, in particolare quelle industriali dismesse, a ridosso dello scalo stesso; • riorganizzando e potenziando il sistema di trasporto pubblico locale relativamente al sistema di interscambio ferro-gomma e viceversa; • interconnettendo la rete comunale di piste ciclabili con il nodo di interscambio ferro-gomma e dotare lo steso di idonei servizi per i ciclisti. 3. Migliorare le condizioni abitative e di vita delle famiglie, con riduzione delle cause di disagio rendendo vivibile l’ambito individuato perseguendo la qualità, l’innovazione e la sostenibilità. In sintesi, mediante azioni di natura fortemente innovative e/o sperimentali, realizzare un ambito urbano vivibile ed a basso impatto ambientale con l’innesto di nuovi servizi pubblici e privati per rivitalizzare la zona anche di sera. 4. Indirizzare ad una maggiore qualità e sostenibilità le iniziative private ed armonizzarle tra loro e con gli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica nuova ed esistente, il tutto abbinati ad azioni di riordino del tessuto urbano. Per la complessità delle trasformazioni socio-economiche in essere e nell’intento di mettere a sistema tutte le iniziative avviate dall’Ente in coerenza con gli indirizzi amministrativi sin qui assunti e di quanto emerso dal processo partecipativo, il programma integrato urbano, volto a favorire processi di riqualificazione e di rivitalizzazione è stato articolato, coerentemente con le priorità sopra riportate e perfettamente in linea con le strategie regionali, nelle seguenti tre scelte strategiche, 18 aggreganti interventi attuativi delle attività del DOS: A. “In città i mezzi di trasporto si incontrano nel centro” avente l’obiettivo di recuperare l’importanza (storica), per la piana del Sele e i territori limitrofi, dello scalo ferroviario di Battipaglia integrando il restyling in corso della Stazione, a cura della Società RFI S.p.A., con la realizzazione: • di un centro integrato d’interscambio modale per il trasporto delle persone • di un sottopasso pedonale di collegamento del centro d’interscambio con la (progetto portante); stazione ferroviaria e con piazza Ferrovia; • di vari interventi miranti al miglioramento dell’accessibilità ed i collegamenti stradali dell’area del centro integrato d’interscambio modale; • interconnettendo la rete comunale di piste ciclabili con il nodo di interscambio ferro-gomma e dotare lo steso di idonei servizi per i ciclisti. • di interventi miranti alla sicureza dell’ambito; • di un sistema di informazione ai viaggiatori. Detta scelta strategica risulta trasversale agli Assi 1, 2 e 4 del DOS. B. “Battipaglia si fa bella” avente l’obiettivo di migliorare le condizioni abitative e di vita delle famiglie, con riduzione delle cause di disagio rendendo vivibile l’ambito individuato perseguendo la qualità, l’innovazione e la sostenibilità. In sintesi, mediante azioni di natura fortemente innovative e/o sperimentali, realizzare un ambito urbano vivibile ed a basso impatto ambientale con l’innesto di nuovi servizi pubblici e privati per rivitalizzare la zona anche di sera. Tutto ciò mediante: • L’integrazione dello scalo ferroviario con la città recuperando le aree e gli immobili dello scalo merci da dismettere e mitigando gli effetti negativi, in particolare, mediante due nuovi attraversamenti, l’effetto barriera della linea ferroviaria; • riqualificando le aree, in particolare quelle industriali dismesse, a ridosso dello scalo stesso; • azioni miranti alla promozione dell’architettura contemporanea che possano costituire un volano per il miglioramento generale del costruito; • il completamento della riqualificazione del centro città già iniziata dal Comune con fondi propri; • azioni per indirizzare ad una maggiore qualità e sostenibilità le iniziative private ed armonizzarle tra loro e con gli interventi sul patrimonio di edilizia residenziale pubblica nuova ed esistente, il tutto abbinati ad azioni di riordino del tessuto urbano. Detta scelta strategica risulta trasversale agli Assi 1, 2 3 e 4 del DOS. C. “Governare il futuro” avente gli l’obiettivi dello sviluppo dell’amministrazione digitale ed una maggiore efficienza dell’amministrazione. Ciò mediante: 19 • implementazione occorrente per nell’Ente svolgere del il modello ruolo di organizzativo Organismo e gestionale Intermedio al fine dell’esercizio delle funzioni delegate dall’AdG, secondo quanto previsto dal Reg. (CE) n. 1083/06 del Consiglio e dal successivo Reg. (CE) n. 1828/2006 di esecuzione e dello schema di provvedimento di delega alle autorità cittadine (approvato con Deliberazione n. 1398 del 3 settembre 2009 (BURC n. 58 del 28/09/2009); • migliorare l’informatizzazione del Comune; • realizzare un Sistema Informativo Territoriale coerente ed integrato con il SIT regionale; • adottare tecniche di Project Management, cioè l’applicazione di conoscenze, skill, strumenti e tecniche alle attività di progetto. Detta scelta strategica risulta coerente con l’Asse 5 del DOS. Il programma sarà realizzato attraverso una pluralità di interventi integrati rientranti nelle seguenti tipologie previste dalle Linee Guida: • Miglioramento delle condizioni di benessere dell’abitare nella città; • Miglioramento delle condizioni ambientali; • Riduzione all’origine della quantità di rifiuti e smaltimento degli stessi; gestione efficiente delle risorse idriche, riduzione dell’inquinamento acustico e dei consumi di idrocarburi; • Rivitalizzazione socio-economica; • Promozione di rinnovamento culturale; • Trasporti pubblici integrati e comunicazioni; • Miglioramento della gestione. Gli interventi sono aggregati nelle seguenti categorie: • Interventi da cofinaziare con i fondi previsti dal POR per il PIU’ EUROPA, la cui realizzazione è disciplinata dall’accordo di programma tra Regione e Comune ed oggetto della delega di funzioni quale organismo intermedio; • Interventi da finanziare con altri fondi comunitari e/o comunali, la cui realizzazione sarà disciplinata da specifiche norme (accordo integrativo, norme previste dai bandi, ecc.) diverse dall’accordo di programma del PIU’ EUROPA; L’elenco degli interventi è riportato nella seguente tabella. Nella planimetria 4, si riportano schematicamente tutti gli interventi di cui sopra. 20 Denominazione Breve Centro integrato d'interscambio Sistema informazione PIU’ Sicurezza area centro d'interscambio Riqualificazione-miglioramento v. Barassi Riqualificazione tratto ex var. S.S. 18 Sottopasso ferroviario - pedonale Delocalizzazione mercato settimanale Altro Sottopasso ferroviario - viario Pista ciclabile (Litoranea - Città) Potenziamento infrastrutturale ASI Riqualificazione Piazze Amendola e Rago PIU’ Riqualificazione ex tabacchificio ATI Riqualificazione centro città Parcheggio - piazza ferrovia Sistemazione area palestra Schiavo Sicurezza Territorio Altro Denominazione Estesa Centro integrato d'interscambio modale per il A.1 trasporto delle persone A.2 Sicurezza dell'area del centro d'interscambio. Sistema informazione ai viaggiatori ed ai A.3 cittadini. Miglioramento sistema di accessibilità al centro A.4 d'interscambio: riqualificazione e miglioramento viale O. Barassi Miglioramento accessibilità al nodo A.5 d'interscambio: riqualificazione e miglioramento tratto di ex variante SS. 18 Sottopasso ferroviario - pedonale tra la A.6 stazione ferroviaria ed il centro d'interscambio Sottopasso ferroviario - viario per accesso al A.7 centro d'interscambio dal centro città A.8 Delocalizzazione mercato settimanale Collegamento mediante percorso ciclabile A.9 stazione ferroviaria Battipaglia - Pista ciclabile SP. 175/a Qualificazione e potenziamento infrastrutturale Area Industriale: Approvvigionamento idrico; A.10 IPI via Brodolini, viale Delle Industrie e viale Germania; Adeguamento e sottoservizi tratto via Brodolini Riqualificazione e valorizzazione ex B.1 tabacchificio ATI: concorso di progettazione e 1° lotto Riqualificazione Piazze Amendola e Rago (ex B.2 De Amicis): concorso di progettazione e 1° lotto Riqualificazione centro città: zona a ridosso B.3 dello scalo ferroviario B.4 Parcheggio - piazza ferrovia B.5 Sistemazione area esterna palestra Schiavo Sistema integrato di Sicurezza del Territorio B.6 "Battipaglia Città Sicura" C.1 Sistema Informatico Territoriale comunale Assistenza tecnica per la gestione del PIU' C.2 Europa Assistenza per implementare tecniche di C.3 Project Management nella gestione del PIU' Europa Sistema informativo per il monitoraggio, il controllo e la gestione del progetto PIU C.4 EUROPA del Comune di Battipaglia, interoperante con la Regione Campania tramite la Cooperazione applicativa. Cerbero SIT comunale Gestire il PIU' Europa PIU’ I.D. Finanz. INTERVENTI Tecniche di P. M. per il PIU’ Cerbero, PIU’ EUROPA Altro Governare il futuro Battipaglia si fa bella In città i mezzi di trasporto si incontrano nel centro Scelta strategica Elenco interventi con finanziamenti pubblici 21 Planimetria 4 – Interventi 22 3.3 Coerenza dell’intervento 3.3.1 Coerenza con il DOS Per analizzare la coerenza interna del programma, ossia l’analisi e valutazione del livello di correlazione e coerenza tra i fattori determinanti, identificati nella analisi SWOT, e le scelte strategiche del PIU’ si è ritenuto sufficiente procedere alla valutazione delle correlazioni con il DOS. A tal fine nel presente paragrafo si evidenzia il risultato dell’analisi di coerenza delle scelte strategiche del PIU’ con le strategie del documento di orientamento strategico. Sono stati utilizzati, quali indicatori di coerenza, le attività previste dal DOS, verificando la corrispondenza con le scelte strategiche del PIU’ e dei relativi interventi. La verifica fatta viene nella Tabella 1; Nella tabella è rappresentata una matrice che mette in evidenza le relazioni di coerenza che sussistono tra le scelte strategiche e relativi interventi del PIU’ con le attività degli obiettivi del DOS. L’analisi operata evidenzia complessivamente un buon livello di connessione tra la strategia del programma PIU’ EUROPA della Città di Battipaglia e il documento di orientamento strategico. I profili di più elevata coerenza si rilevano ovviamente in relazione all’Asse 4 – Accessibilità e Trasporti riguardante il miglioramento dell’accessibilità e l’innalzamento nel livello dei servizi di pubblici trasporti. Non sono comunque da sottovalutare le relazioni con l’Asse 1 – Qualità della vita urbana e del territorio, l’Asse 2 – Qualità della vita e promozione culturale, riguardante il miglioramento delle condizioni di benessere dei cittadini, nonché con l’Asse 5 – Governance e capacità istituzionale riguardante lo sviluppo dell’amministrazione digitale ed il miglioramento dell’efficienza dell’amministrazione. 23 Tabella 1. Interventi da finanziare con fondi dell’O.O. 6.1 – Coerenza con il DOS In città i mezzi di trasporto si incontrano nel centro Scelta strat.ca PIU' EUROPA DOS INTERVENTI ATTIVITA' N. I.D. Denominazione breve 1 A.1 Centro integrato d'interscambio Num. Descrizione 1.1.1.2 Perseguire il rispetto dell'ambiente ed in particolare il risparmio dell'uso delle risorse naturali disponibili e l'utilizzo di energie alternative 4.1.3.2 Realizzare aree di sosta in prossimità delle strutture pubbliche 4.2.2.2 Localizzare le fermate degli autobus nei pressi della stazione ferroviaria per favorire l'interscambio con i treni 4.2.2.4 Realizzare confortevoli strutture per l'attesa ed i servizi ai viaggiatori 4.3.1.2 Migliorare l'accessibilità e l'accoglienza della stazione ferroviaria 4.3.1.4 Agevolare lo scambio modale tra treni ed autobus extraurbani 4.3.1.5 Garantire una buona accessibilità al centro d'interscambio 2.3.2.2 Controllare il territorio mediante strumenti tecnologici finalizzati alla dissuasione delle manifestazioni di inciviltà e criminalità diffusa 4.2.1.2 Attivare servizi telematici di informazione, prenotazione e pagamento 4.2.2.1 Attivare servizi telematici di informazione, prenotazione e pagamento 1.3.1.5 Migliorare la qualità degli spazi pubblici urbani 4.1.2.3 Realizzare una rete di piste ciclabili 4.1.2.2 Migliorare le intersezioni stradali 4.1.2.4 Migliorare i percorsi pedonali rendendoli sicuri e piacevoli 4.3.1.5 Garantire una buona accessibilità al centro d'interscambio 2 A.2 3 A.3 4 A.4 Sicurezza area centro d'interscambio Sistema informazione Riqualificazionemiglioramento v. Barassi 24 Governare il futuro Battipaglia si fa bella Scelta strat.ca PIU' EUROPA DOS INTERVENTI ATTIVITA' N. I.D. Denominazione breve 5 B.1 Riqualificazione ex tabacchificio ATI Num. Descrizione 1.2.2.8 Ristrutturare e riconvertire l'ex tabacchificio "ATI" 1.3.1.2 Risanare e riqualificare le aree dismesse (scalo ferroviario, ex opifici industriali) 1.3.2.1 Promuovere l’architettura contemporanea e la qualità dell’edilizia pubblica 2.2.1.2 Recuperare e valorizzare i beni comunali di interesse storico 2.2.2.3 Creazione di laboratori creativi di quartiere per la diffusione della cultura 1.2.2.9 Trasformare le piazze Amendola e Rago e l'ex scuola De Amicis in area per grandi manifestazioni all'aperto e palazzo della cultura 2.2.2.2 Realizzare un centro di promozione culturale con le caratteristiche di "officine culturali" 4.1.3.1 Realizzare nuovi parcheggi in centro 1.3.1.1 Completare la riqualificazione del centro città 1.3.1.2 Risanare e riqualificare le aree dismesse 1.3.1.3 Recuperare, riqualificare e/o completare vuoti urbani suscettibili di degrado 1.3.1.5 Migliorare la qualità degli spazi pubblici urbani 5.1.1.1 Implementare un sistema informativoinformatico del comune 5.1.1.4 Procedere alla informatizzazione dei servizi comunali 6 B.2 Riqualificazione Piazze Amendola e Rago 7 B.3 Riqualificazione centro città 8 C.1 SIT comunale 3.3.2 Coerenza esterna La coerenza esterna delle scelte strategiche del PIU’ Europa della città di Battipaglia discerne, essenzialmente, dalla coerenza delle stesse con il DOS in quanto la strategia di sviluppo urbano del documento di orientamento strategico risulta coerente con il quadro programmatico del DSR, con la strategia regionale individuata dal POR Campania FERS 2007-2013 e con la Pianificazione Territoriale Regionale (PTR). Qui si verifica la coerenza con le Linee Guida PIU’ EUROPA, a tal fine sono stati utilizzati, quali indicatori di coerenza, le “possibili tipologie d’intervento” previste dalle Linee Guida, verificando il tipo di interazione con le visioni strategiche del PIU’ della Città di Battipaglia. 25 Tabella 2. Matrice della valutazione del grado di coerenza con le Linee guida PIU' Europa Città di Battipaglia Grado di coerenza: basso Visioni strategiche * In città i mezzi di trasporto si incontrano nel centro Battipaglia si fa bella Governare il futuro medio Miglioramento delle condizioni di benessere dell'abitare nella città *** *** ** Miglioramento delle condizioni ambientali *** *** ** alto Linee guida PIU' EUROPA: Tipologie d'intervento *** Riduzione all'origine della quantità di rifiuti e smaltimento degli stessi * Gestione efficiente delle risorse idriche, riduzione dell'inquinamento acustico e dei consumi di idrocarburi ** * Rivitalizzazione socio-economica ** ** Promozione di rinnovamento culturale Trasporti pubblici integrati e comunicazioni * ** *** ** Miglioramento della gestione * *** 4 OBIETTIVI DI PROTEZIONE AMBIENTALE Il Rapporto Ambientale della VAS del PO-FESR 2007-2013 analizza obiettivi operativi, contenuti, effetti e obiettivi di salvaguarda ambientale del Programma, evidenziando gli elementi cardine di sviluppo compatibile per ciascun asse di intervento. Nelle pagine seguenti si riportano le principali indicazioni specifiche relative all’Asse 6 (ex Asse 3) Rigenerazione urbana e qualità della vita. 26 OBIETTIVO GLOBALE PO-FESR L’obiettivo globale del POR FESR è contribuire a sostenere lo sviluppo economico sostenibile e integrato dell’Unione Europea e l’occupazione, favorendo, a livello regionale e locale, l’ammodernamento e la diversificazione delle strutture economiche e la creazione e il mantenimento di posti di lavoro stabili. CONTENUTI DEL PROGRAMMA ASSE6 (EX ASSE 3) Nell’Asse 3 “Benessere sociale e qualità della vita” il Programma si prefigge l’integrazione delle politiche urbane con quelle per l’inclusione ed il benessere sociale, al fine di migliorare le condizioni di vita della popolazione residente e disegnare un sistema di città funzionale, connessa con il territorio circostante e capace di valorizzarne le potenzialità. Sono previsti sia interventi per il risanamento urbano e per l’innalzamento del grado di competitività ed attrattività delle città campane, e sia quelli per la qualificazione del sistema compiuto di welfare e di inclusione sociale, per il rafforzamento delle politiche di genere e il consolidamento delle pari opportunità. A supporto si aggiungono le azioni per la legalità e sicurezza e per il miglioramento della vivibilità . 27 OBIETTIVI OPERATIVI Asse 3 - Benessere sociale e qualità della vita Gli obiettivi operativi e le attività previste sono stati valutati potenzialmente in grado di determinare effetti positivi sulla qualità e sulla sostenibilità ambientale degli ambienti urbani. Inoltre, sono state individuate alcune potenziali pressioni relative all’inserimento delle strutture nel contesto urbano e al consumo di suolo. POSSIBILI EFFETTI NEGATIVI Asse 3 - Benessere sociale e qualità della vita Considerate le attività previste ed il contesto in cui verranno realizzate, che si è supposto prevalentemente urbano, è stato proposto di prevedere modalità di valutazione e approvazione dei progetti tali da garantire la minimizzazione degli eventuali impatti ambientali negativi, in relazione soprattutto al consumo di suolo e all’inserimento delle strutture nel contesto. ULTERIORI ELEMENTI E INDICAZIONI L’Asse 3, nell’affrontare il tema del benessere sociale e qualità della vita, individua il ruolo delle città nello sviluppo delle regioni, in un’ottica di equità sociale e sostenibilità ambientale. La strategia dell’Asse è incentrata sul risanamento urbano, la riqualificazione di aree degradate e marginali, il sostegno e la valorizzazione del patrimonio culturale ed ambientale delle città. Nella selezione dei Progetti Integrati di Rinnovamento Urbano saranno privilegiati le realtà urbane che dimostrano di raggiungere un determinato livello negli standard di servizi ritenuti essenziali per avvicinare la qualità della vita delle città campane a quella della media nazionale e comunitaria. Il sistema produttivo verrà sostenuto attraverso incentivi per favorire la delocalizzazione delle attività, svolte in ambito urbano e periurbano e/o la riconversione produttiva in un’ottica di sostenibilità ambientale e sociale. 28 29 30 Come già sintetizzato nel Decreto Dirigenziale n. 419 del 04-11-2009, assumono rilevanza, per l’obiettivo operativo 6.1 Citta medie, gli obiettivi di protezione ambientale riportati nella tabella seguente, per i quali si condurra nel prossimo paragrafo apposita verifica di coerenza del PIU. Obiettivi di protezione ambientale del PO FESR per l’obiettivo operativo 6.1 Citta Medie (ex 3.2) Obiettivo paesaggio e beni culturali P2 - Conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi in modo coerente al contesto. Obiettivo suolo S1 - Prevenzione e gestione del rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, desertificazione ed erosione costiera attraverso la pianificazione di bacino ed i piani di protezione civile. Definizione delle priorità di intervento sulle criticità presenti sul territorio regionale per la difesa del suolo dal dissesto geoambientale e dalle catastrofi naturali. Mitigazione dei fenomeni di erosione degli arenili. Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione compattazione e salinizzazione dei suoli. S3 - Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole attraverso l’attuazione del Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati della Regione Campania e delle norme tecniche e dei codici della buona pratica agricola. Obiettivo ambiente urbano AU1 - Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l’efficacia dell’attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo a lungo termine un assetto del territorio rispettoso dell’ambiente a livello locale. AU3 - Ampliare le aree verdi e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica. 31 5 POSSIBILI IMPATTI SIGNIFICATIVI SULL’AMBIENTE La valutazione dei possibili impatti, come suggerito dal Decreto Dirigenziale n. 419 del 04-11-2009, viene effettuata mediante tre diverse matrici di coerenza/valutazione, ovvero: • Matrice di coerenza Obiettivi del programma PO FESR/obiettivi PIU Europa • Matrice criteri-obiettivi Valutazione dei criteri di sostenibilità con gli obiettivi specifici del programma PIU Europa • Matrice azione Valutazione delle azioni sui fattori e componenti ambientali Per l’individuazione degli elementi da inserire nelle diverse matrici si è fatto riferimento ai seguenti documenti: • Obiettivi PIU Europa/azioni PIU Europa Documento di Orientamento Strategico/Preliminare di PIU; • Obiettivi del programma PO FESR PO FESR scheda Obiettivo 6.a, obiettivo operativo 6.1 (attività); • Obiettivi di sostenibilità PO FESR Rapporto Ambientale VAS PO FESR e Decreto Dirigenziale n. 419 del 04-112009; • Componenti ambientali Direttiva 2001/42/CE allegato I comma f). 32 5.1 Matrice criteri-obiettivi Gov. il futuro Battipaglia si fa bella In città i mezzi di trasporto Scelta si incontrano nel centro strat.ca PIU' EUROPA PO-FESR INTERVENTI ID Denominazione breve OBIETTIVO DI PROTEZIONE AMBIENTALE P2 S1 A.1 Centro integrato d'interscambio S3 ----- ----- ----- A.3 Sistema informazione ----- ----- ----- ----- ----- A.4 Riqualificazione-miglioramento v. Barassi B.1 Riqualificazione ex tabacchificio ATI ----- ----- B.2 Riqualificazione Piazze Amendola e Rago ----- ----- B.3 Riqualificazione centro città ----- ----- C.1 SIT comunale AU3 ----- Sicurezza area centro d'interscambio A.2 AU1 ----- ----- ----- ----- P2 - Conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio culturale al fine di preservare le identità locali, di combattere i fenomeni di omologazione e di ripristinare i valori preesistenti o di realizzarne di nuovi in modo coerente al contesto S1 - Prevenzione e gestione del rischio sismico, vulcanico, idrogeologico, desertificazione ed erosione costiera attraverso la pianificazione di bacino ed i piani di protezione civile. Definizione delle priorità di intervento sulle criticità presenti sul territorio regionale per la difesa del suolo dal dissesto geoambientale e dalle catastrofi naturali. Mitigazione dei fenomeni di erosione degli arenili. Contrastare i fenomeni di diminuzione di materia organica, impermeabilizzazione compattazione e salinizzazione dei suoli. S3 - Contrastare i fenomeni di contaminazione dei suoli legati alle attività produttive, commerciali ed agricole attraverso l’attuazione del Piano Regionale di Bonifica dei siti inquinati della Regione Campania e delle norme tecniche e dei codici della buona pratica agricola. AU1 - Contribuire allo sviluppo delle città rafforzando l’efficacia dell’attuazione delle politiche in materia di ambiente e promuovendo a lungo termine un assetto del territorio rispettoso dell’ambiente a livello locale. AU3 - Ampliare le aree verdi e le zone pedonalizzate nei processi di riqualificazione ed espansione urbanistica. LEGENDA COERENZA: Coerente e concorrente; Coerente ---- Indifferente Incoerente 33 P2: Il centro di interscambio e la riqualificazione del centro città consentiranno il recupero del ruolo di centralità urbana alla stazione ferroviaria, ruolo che ha sempre contraddistinto la città di Battipaglia, che fin dal primo dopoguerra ha rappresentato uno snodo di fondamentale importanza della rete nazionale dei trasporti (non a caso la stazione di Battipaglia fu sottoposta a massicci bombardamenti prima e durante lo sbarco alleato in Sicilia e a Salerno). Allo stesso modo la riqualificazione del Tabacchificio, struttura di archeologia industriale di grande valore storico per la città, e delle piazze Amendola e Rago, cuore della città, consentono valorizzare l’identità locale e contrastare fenomeni di omologazione del tessuto urbano. S1: Nessuno degli interventi proposti si colloca in aree soggette a rischi naturali, prevenendo pertanto l’aumento dei soggetti esposti a tali rischi, inoltre il SIT come strumento di gestione e controllo del territorio comunale permette di migliorare la qualità dell’azione pubblica nei confronti della prevenzione dei rischi naturali; S3: Nessuno degli interventi proposti genera potenziali aree contaminate, ne tuttavia contribuisce a contrastarne l’insorgenza, se si eccettua il SIT che come strumento di gestione e controllo del territorio comunale permette di migliorare la qualità dell’azione pubblica nei confronti dei siti contaminati. AU1: Gli interventi finalizzati alla realizzazione del nuovo centro di interscambio, contribuiscono a definire una politica di lungo termine finalizzata a limitare il traffico veicolare decongestionando il centro città a favore del trasporto ferroviario, sia in riferimento all’alta velocità sia in riferimento alla metropolitana di Salerno. Il beneficio ambientale di tale politica si ripercuote su diversi comparti dalla salute dei cittadini alla qualità dell’aria, dalla riduzione del rumore alla valorizzazione del patrimonio culturale ed economico. In fine il SIT consentendo il monitoraggio e la gestione del territorio consente di verificare e calibrare tutte le scelte di indirizzo infrastrutturali, ottimizzandone i tempi di attuazione ed il risultato finale. AU3: Tutti gli interventi strutturali previsti sono improntati alla massima valorizzazione del verde cittadino, in particolare la riqualificazione del centro città e delle piazze Amendola e Rago permetterà la creazione di due importanti polmoni verdi proprio nel cuore pulsante della città. 34 5.2 Matrice di coerenza Gov. il futuro Battipaglia si fa bella In città i mezzi di trasporto Scelta si incontrano nel centro strat.ca PIU' EUROPA PO-FESR - Obiettivo Operativo 6.1 INTERVENTI ID Denominazione breve ATTIVITA’ 1 A.1 Centro integrato d'interscambio 2 3 4 ----- 5 ----- Sicurezza area centro d'interscambio ----- ----- ----- A.3 Sistema informazione ----- ----- ----- ----- ----- ----- A.2 A.4 Riqualificazione-miglioramento v. Barassi ----- B.1 Riqualificazione ex tabacchificio ATI ----- B.2 Riqualificazione Piazze Amendola e Rago ----- B.3 Riqualificazione centro città ----- C.1 SIT comunale ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- LEGENDA ATTIVITA’: 1 - riqualificazione ambientale, rigenerazione economica e sociale; 2 - riqualificazione e valorizzazione dei “waterfront”; 3 - riorganizzazione e valorizzazione degli spazi urbani sottoutilizzati o non utilizzati per la realizzazione di Parchi urbani, Centri commerciali naturali, Laboratori artigianali, Aree espositive e per attività di aggregazione; 4 - potenziamento di sistemi di mobilità locale; 5 - diffusione della legalità e la sicurezza. LEGENDA COERENZA: Coerente e concorrente; Coerente ---- Indifferente Incoerente 35 5.3 Matrice degli impatti Gov. il futuro Battipaglia si fa bella In città i mezzi di trasporto Scelta si incontrano nel centro strat.ca PIU' EUROPA Componenti ambientali INTERVENTI ID Denominazione breve IMPATTI POTENZIALI ar A.1 Centro integrato d'interscambio aq su ----- pae bio pop pca ----- ----- ----- Sicurezza area centro d'interscambio ----- ----- ----- ----- ----- ----- A.3 Sistema informazione ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- ----- A.2 A.4 Riqualificazione-miglioramento v. Barassi B.1 Riqualificazione ex tabacchificio ATI ----- ----- ----- ----- B.2 Riqualificazione Piazze Amendola e Rago ----- ----- ----- ----- ----- ----- B.3 Riqualificazione centro città C.1 SIT comunale LEGENDA IMPATTI: Impatti positivi ---- Nessun impatto Impatti negativi Aria: le ricadute sulla qualità atmosferica non possono che essere positive per tutti gli interventi volti a migliorare l’organizzazione del trasporto e la connessione intermodale gomma-ferro. Acqua: non si rilevano impatti significativi ne positivi ne negativi sul comparto. Suolo: per il suolo si rileva l’unico potenziale impatto negativo del programma, relativo all’insediamento su aree attualmente permeabili del centro di interscambio. Si evidenzia tuttavia che le aree in questione hanno perso qualsiasi connotazione agricola essendo completamente intercluse al tessuto urbano. L’area nello specifico è in diretta adiacenza con il quartiere Taverna Maratea, la zona ferroviaria, l’area ASI e il viale Barassi. 36 Paesaggio: gli interventi di riqualificazione non possono che migliorare la qualità paesaggistica della città, aumentando le aree verdi e dando respiro a settori congestionati del centro. Biodiversità: le ampie aree verdi realizzate nell’intervento di riqualificazione del centro città, da realizzare su aree attualmente di pertinenza ferroviaria e su aree industriali dismesse del centro, costituirà un potenziale tassello della rete ecologica comunale. Popolazione: tutti gli interventi, nel rispetto dello spirito dell’asse 6, sono rivolti a migliorare il livello della qualità della vita, e pertanto è sulla popolazione residente che ricade il principale impatto positivo dell’intero programma. Patrimonio culturale: gli interventi di riqualificazione consentiranno di recuperare elementi del patrimonio culturale e storico della città, migliorandone la fruibilità da parte dei cittadini. 5.4 Conclusioni La struttura del PIU Europa del comune di Battipaglia appare pienamente compatibile con le strategie, i criteri di sostenibilità e le linee di indirizzo del PO FESR. In particolare, con riferimento alla Matrice di Coerenza, si evidenzia come il programma in questione declini in maniera estremamente bilanciata le azioni previste dall’asse 6 obiettivo operativo 6.1, prevedendo la riqualificazione ambientale ed economica attraverso il recupero di spazi urbani sottoutilizzati ed il potenziamento dei sistemi locali di mobilità. Inoltre, la possibilità di integrare la riqualificazione e la mobilità locale con la mobilità regionale e nazionale, consente di dare maggiore concretezza alle azioni del PIU, e permette di definire importanti linee di sviluppo territoriali (centralità della TAV e di Battipaglia come polo della mobilità per la Piana del Sele ed le aree del Parco del Cilento e del Vallo di Diano). Proprio questa struttura del PIU volta a recuperare, valorizzare e restituire l’esistente alla città attraverso nuove funzioni riqualificanti, che fungano al contempo da strumenti di indirizzo delle vocazioni cittadine, consente di contenere se non annullare gli impatti negativi sulle componenti ambientali. 37 6 MONITORAGGIO Con riferimento al monitoraggio il Rapporto Ambientale del PO FESR individua per i vari obiettivi di protezione ambientale un ampia gamma di indicatori, si riportano nelle schede successive quelli relativi ai temi: Paesaggio e Beni Culturali, Suolo e Ambiente Urbano, che sono segnalati dal PO-FESR come i principali obiettivi ambientali per i programmi PIU Europa. In tali schede si evidenziano in rosso gli indicatori ritenuti rilevanti per il programma in questione e per i quali si suggerisce un attento monitoraggio durante la fase di attuazione. 38 39 40 41 42 43 Asse: 6 – Sviluppo urbano e qualità della vita Obiettivo specifico: 6.a – Rigenerazione urbana e qualità della vita Obiettivo Operativo: 6.1 - Città Medie Comune di Battipaglia - Settore Pianificazione e Politiche Comunitarie Piazza Aldo Moro – 84091 Battipaglia Tel.: 0828 677434; Fax: 0828 370893; Email: [email protected]; www.comune.battipaglia.sa.it