IL DOCUMENTO IL FOGLIO DI LAVORO Zona Intestazione Zona Corpo Lanciamo Word e chiudiamo il Riquadro attività iniziali con un clic sulla X presente in alto a destra. La pagina che abbiamo davanti sembra bianca... in realtà contiene i riferimenti a tutta una serie di preimpostazioni (valori di default) che ci portano a distinguere tre zone nettamente separate fra loro: l’intestazione, il corpo testo e il piè di pagina. La zona Corpo testo è quella che usiamo per la stesura vera e propria del documento, mentre possiamo usare le zone Intestazioni e Piè di pagina per inserire informazioni che vengono ripetute ad ogni pagina come: costanti quali la scritta Il documento nell’intestazione di questa pagina e delle pagine dispari oppure la dicitura Capitolo II e la riga nera nelle intestazioni delle pagine pari variabili quali la numerazione delle pagine nel piè di pagina. A parte questo, come è fatto un documento di Word? DAL CARATTERE AL DOCUMENTO Per costruire una casa solitamente si usano i mattoni, per scrivere un testo si usano i caratteri, ma che cosa è un carattere? Al di là del dire che per carattere si intende qualsiasi grafo rappresentabile, sia esso una lettera, un numero, un segno di interpunzione, un simbolo, etc., diciamo che il carattere ha una famiglia (tipo di carattere o font), un corpo (dimensione) e può avere uno stile, un colore ed eventuali altri effetti; l’insieme di queste informazioni è detta formattazione o stile carattere. Il carattere ha anche un… carattere molto socievole, spesso si accom- Zona Pie’ di pagina Capitolo II pagna con altri suoi simili con cui forma le parole e, quando quest’ultime sono in tante, compongono a loro volta un paragrafo, che non è altro che una frase che termina con un a capo. Con il termine stile di un paragrafo s’intende l’insieme delle caratteristiche rappresentate dalla formattazione del carattere unite a quelle del paragrafo quali l’allineamento, i margini, lo spazio tra le righe (interlinea), lo spazio tra due paragrafi successivi (spaziatura), etc. In Word completiamo un paragrafo ogni qual volta digitiamo il tasto Invio e, andando alla riga successiva, ne creiamo uno nuovo che eredita lo stesso stile (l’allineamento, i rientri, il tipo di carattere, le tabulazioni, etc.) di quello precedente; questo comportamento spiega perché non dobbiamo reimpostare le caratteristiche del paragrafo ogni volta che, andando a capo, ne creiamo uno nuovo. Più paragrafi di Word che condividono lo stesso orientamento del foglio, gli stessi margini, intestazioni e piè di pagina, etc. costituiscono una sezione. Un documento può essere costituito da una sola sezione (sezione e documento coincidono) o da più sezioni ognuna con un inizio ed una fine, potendo in questo modo organizzare un documento con la prima sezione ad orientamento verticale, la seconda con i fogli in orizzontale, la terza di nuovo in verticale, etc. Ricapitolando in Word abbiamo una gerarchia che ha alla base il carattere, poi il paragrafo quindi la sezione ed infine il documento; ogni componente può essere contraddistinto da propri elementi stilistico/formali. Un documento di Word è conseguentemente organizzato secondo un determinato modello che contiene le informazioni relative alla sua struttura (sezioni componenti, stili di paragrafo e di carattere, tipi di carattere, assegnazioni dei tasti, macro, layout di pagina, formattazione avanzate, etc.). Ogni volta che lanciamo Word apriamo un foglio di lavoro completamente bianco, solo apparentemente vuoto poiché già contiene tutta una serie di impostazioni di default, ovvero le impostazioni di base stabilite dalla Microsoft quali il formato e l’orientamento della pagina (A4 verticale), i margini (destro, sinistro ed inferiore a 2 cm e superiore a 2,5 cm), il font da utilizzasi (Times New Roman), la sua dimensione (12 punti), l’allineamento del carattere (incolonnato a sinistra), etc. Queste informazioni sono contenute nel modello cui il documento fa riferimento, solitamente il file normal.dot che è il foglio bianco che Word ci propone con il nome Documento1 e che al primo salvataggio rinominiamo con un nome deciso da noi e con estensione .doc. Se modifichiamo e salviamo normal.dot possiamo cambiare le informazioni del modello base, oppure creare altri modelli salvandoli con un nome diverso, ma sempre con estensione .dot. INTESTAZIONE, CORPO, PIÈ DI PAGINA Queste tre zone sono collocate sul foglio secondo valori prestabiliti (distanza dal margine superiore, da quello sinistro, etc.) che possiamo vedere e/o modificare aprendo il menu File e scegliendo il comando Imposta pagina. La finestra è composta da tre schede che ci consentono di cambiare i margini, il formato della carta utilizzata in stampa e le impostazioni di layout, ossia lo schema del documento attraverso cui gestire intestazioni e piè di pagina. La scheda Margini consente di impostare i margini, le distanze dell’intestazione e del piè di pagina dai bordi superiore e inferiore, nonché di scegliere l’orientamento della pagina: verticale, quello normalmente usato, od o- 14 Il documento rizzontale, utile per la stampa di tabelle che spesso hanno un gran numero di colonne non sempre stampabili con il precedente orientamento. Nella scheda margini possiamo scoprire che la pagina del documento aperto sulla scrivania ha un margine superiore di 2,5 cm, ovvero il testo parte a due cm e mezzo dal bordo superiore della pagina e ha un margine inferiore di 2,25, ovvero l’ultima riga del testo si ferma a 2,25 cm dal bordo inferiore, a meno che… lo scritto non finisca prima, unico caso in cui il foglio stampato può presentare un margine inferiore più grande! A qualcuno sarà venuto da ridere prendendo le misure reali del margine superiore e inferiore di questa pagina: “ah! ah! Hanno sbagliato! Il margine superiore non è a 2 cm, ma è a circa 1,5 e quello inferiore è a meno di 2,25 cm perché tra la fine del testo (il numero di pagina) e il bordo c’è solo 1 cm!”. É qui che casca l’asino… e speriamo che non si sia fatto male! Le misure prese in questo modo stanno includendo anche i testi contenuti nell’intestazione (Capitolo II e Il documento) e nel piè di pagina (numerazione pagina e realizzato da…): questi elementi non fanno parte del corpo testo, ma sono all’interno delle due zone occulte del documento, l’Intestazione ed il Pie’ di pagina. Sempre osservando la scheda scopriamo che i margini sinistro e destro determinano un testo che parte a 2 cm dai rispettivi bordi. Quando parliamo di impaginazione in qualche modo facciamo riferimento alla stampa e allora osserviamo queste due pagine del manuale: la pagina destra, la dispari, è chiamata fronte o bianca, mentre la pagina sinistra, la pari, si chiama retro o volta poiché per vederla occorre voltare la pagina fronte; queste definizioni valgono se le pagine sono state stampate su entrambi i lati del foglio e in tal caso la stampa si chiama stampa in fronte/retro o in bianca e volta. Se pensiamo di dover rilegare il documento, è sufficiente aumentare il margine sinistro o destro, oppure possiamo usare la voce Rilegatura decidendone anche la posizione (Sinistro o Superiore): in tal modo lo spazio a disposizione è il risultato della somma tra i valori impostati in margine sinistro e rilegatura o margine superiore e rilegatura. Il riquadro Orientamento ci permette di posizionare il foglio in Orizzontale o in Verticale decidendo in questo modo se, in un foglio formato A4 (21 x 29,7 cm), il lato corto debba essere la base (orien- realizzato da 15 Capitolo II tamento verticale) o il lato destro o sinistro (orientamento orizzontale): l’orientamento della pagina si riflette logicamente anche in stampa. Nel riquadro Pagine possiamo decidere di stampare: Normale – una pagina su ciascun foglio Pagine affiancate – così facendo non avremo più il margine destro e il sinistro, ma due margini interni (il destro della pagina sinistra e il sinistro della pagina destra) e due margini esterni (il sinistro della prima e il destro della seconda) cosa che Word rimarca cambiando le voci margine destro e sinistro in interno ed esterno. 2 pagine per foglio – gestisce il documento, nel nostro caso di formato A4, come se fosse composto da 2 pagine di mezzo formato (A5): nello stesso foglio appaiono così 2 margini superiori, 2 inferiori, 2 intestazioni, 2 piè di pagina, etc. Sul foglio appaiono la pagina 1 e a destra la 2 ossia, il foglio A4 è pronto ad essere tagliato perfettamente a metà. Formato libro – dispone il foglio in orizzontale ed organizza il documento per stamparlo come se fosse un libro dividendo il foglio in 2 parti (4 pagine per foglio, 3 6 4 due sul fronte e due sul retro) numerando di conseguenza le pagine, così 5 1 8 per una pubblicazione di 8 pagine utilizzerà due fogli, il primo contenen7 2 te le pagine 1, 2, 7, 8 ed il secondo le pagine 3, 4, 5, 6 in modo da permettere una rilegatura tipo libro. Per realizzare opuscoli pieghevoli possiamo scegliere di dividere il foglio anche in più di due parti. Quando utilizziamo una opzione diversa da Normale la voce Rilegatura non è disponibile. Il riquadro Anteprima è presente in tutte e tre le schede e ci permette, sulla destra, di controllare in anteprima gli effetti delle impostazioni selezionate, sulla sinistra, attraverso la voce Applica a di decidere se le impostazioni date vanno applicate a tutto il documento o da questo punto (il punto in cui si trova il cursore quando abbiamo scelto il comando Imposta pagina) in poi. Se scegliamo questa impostazione il programma divide il documento in Sezioni: il vecchio testo diventa la Sezione 1 e quando scriveremo diverrà la Sezione 2 gestendo in questo modo impostazioni diverse per le pagine di uno stesso documento. Il pulsante Predefinito ci permette di salvare le impostazioni date come predefinite per il documento attivo e per tutti i documenti basati sul modello corrente. Quando lavoriamo in elettronico il testo è dinamicamente legato al formato della carta, così infatti se decidiamo di stampare il documento su un foglio A4 (cm. 21 x 29,7), quello normalmente usato, si adegua a queste dimensione, se invece decidiamo di stamparlo su un foglio A3 (cm 42 x 29,7) il testo si rimpagina automaticamente adeguandosi alle nuove misure. Naturalmente dovremo controllare come girano le pagine per vedere se la nuova situazione non divida il documento in modo non corretto spostando ad esempio una immagine riferita ad un testo su una certa pagina alla pagina successiva. La scheda carta è legata alle operazioni di stampa permettendoci di scegliere il formato del foglio tra A4 lato lungo (A4 in verticale), il Legal, oppure quello Lettera o su altri formati standard quali quelli ISO ri16 Il documento portati nelle tabelle, oppure impostarne uno con dimensioni personalizzate. Formato Dimensione in cm AO 84,1x118,9 A1 59,4x118,9 A2 42,0x59,4 A3 29,7x42 A4 21x29,7 A5 14,8x21 A6 10,5x14,8 A7 7,4x10,5 A8 5,2x7,4 Formato Dimensione in cm B0 100x141,4 B1 70,7x100 B2 50x70,7 B3 35,3x50 B4 25x35,3 B5 17,6x25 B6 12,5x17,6 B7 8,8x12,5 B8 6,2x8,8 Formato C0 C1 C2 C3 C4 C5 C6 C7 C8 Dimensioni in cm 91,7x129,7 64,8x91,7 45,8x64,8 32,4x45,8 22,9x32,4 16,2x22,9 11,4x16,2 8,1x11,4 5,7x8,1 Tutti i formati sono utilizzabili a patto che si abbia la stampante in grado di stamparli! Il riquadro Alimentazione permette di scegliere da quale cassetto della stampante prendere il primo foglio e da quale quelli successivi. Attraverso il pulsante Opzioni di stampa possiamo cambiare le impostazioni della stampante. Come è facile comprendere questa scheda dipende in modo determinante dal tipo di stampante installata cui fa riferimento. Per capire il funzionamento della pagina dobbiamo dare uno sguardo anche alla scheda Layout in cui possiamo impostare l’inizio di una Sezione, definire il posizionamento delle zone intestazione e piè di pagina, definire l’allineamento della pagina e osservare naturalmente il tutto in anteprima. Nel riquadro Sezione possiamo decidere dove debba iniziare una sezione e, se nella sezione abbiamo scritto delle note, decidere di non stamparle in chiusura di questa sezione, ma di accodarle alla successiva. Per capire cosa possiamo fare nel riquadro Intestazioni e pie’ di pagina osserviamo le pagine di questo stupendo manuale: nell’intestazione delle pagine pari compare il numero del capitolo e nel pie’ di pagina, la numerazione dei fogli, mentre nelle pagine dispari sono riportate nell’intestazione il titolo del capitolo e nel piè di pagina la scritta realizzato da.. ed un logo, mentre la prima pagina di ciascun capitolo ha, a sua volta, un comportamento diverso. Questa scheda ci spiega anche meglio la questione dei margini superiore ed inferiore e del perché se li misuriamo possano apparire diversi (inferiori) da quelli impostati nella scheda Margini. Il margine superiore, ricordate, misura a partire dal bordo fisico del foglio 2,5 cm e al proprio interno ospita la zona Intestazione che, come risulta dalla scheda Layout, dista dal bordo 1,25 cm; quindi, se l’intestazione è attiva (presenta cioè una scritta) il testo inizia a 1,25 dal bordo superiore e non più a 2,5 cm. I valori del Margine superiore e dell’inizio dell’Intestazione determinano anche la dimensione iniziale di quest’ultima zona che è pari al valore che si ottiene sottraendo dalla altezza del Margine superiore (cm 2,5) la distanza dal bordo (cm 1,25): l’intestazione, cioè, occupa nel foglio un’area alta 1,25 cm. Tale zona, man mano che digitiamo righe di testo al suo interno, aumenta dinamicamente tanto da interferire con la zona corpo testo che comincia a ridursi portando la sua prima riga verso il centro pagina. Per quanto riguarda il Pie’ di pagina la distanza indicata nella casella (1 cm) è quella che intercorre fra il bordo inferiore del foglio e la riga su cui scriviamo all’interno del piè di pagina; man mano che scri- realizzato da 17 Capitolo II viamo nel Pie’ di pagina l’inserimento delle righe ha un andamento ascendente perciò, una volta scritta la prima riga, la seconda sposta il margine del piè di pagina verso l’alto e non verso il basso; in questo modo la distanza del piè di pagina (1cm) dal bordo inferiore del foglio resta sempre la stessa, mentre lo spazio del piè di pagina che aumenta verso l’alto va ad interferire con il margine inferiore del corpo testo che, costretto a ridursi, sposta le ultime righe del documento nella pagina successiva. Nel riquadro Pagina possiamo definire come allineare fra i margini superiore ed inferiore il testo contenuto nella zona Corpo. L’impostazione di default è in alto ed infatti quando scriviamo la pagina parte (viene allineata) in base al margine superiore, se impostiamo Centrato la scrittura parte del centro, se scegliamo In basso cominciamo a scrivere dall’ultima riga e risaliamo verso l’alto. Nel riquadro Anteprima possiamo decidere di numerare le righe attraverso il bottone Numeri di riga e, attraverso il pulsante Bordi aprire la finestra di dialogo Bordi e sfondo che ci permette di impostare le opzioni per i bordi attorno alle pagine di un documento. Abbiamo cominciato ad esaminare la struttura del nostro manuale, vedremo in seguito come operare queste modifiche, dopo tutto dobbiamo ancora imparare a scrivere! Anzi già che ci siamo continuiamo a scrivere il nostro romanzo aggiungendo un nuovo capitolo. Per aprire il file con la parte del giallo che abbiamo già scritto dal menu File scegliamo l’opzione Apri. La finestra Apri ha le stesse voci della cartella Salva con nome (ovviamente propone Cerca in invece di Salva in) e, come quest’ultima visualizza sulla sinistra in verticale la Barra dei percorsi che contiene cinque pulsanti: Documenti recenti – visualizza i collegamenti a tantissimi file (non solo Word) ed alle cartelle aperti di recente Desktop – con un clic ci ritroviamo sulla scrivania Documenti – è il collegamento alla omonima cartella Risorse del computer – apre la cartella con il floppy, il disco locale, il Cd Rom, etc. Risorse di rete – per raggiungere i computer presenti sulla rete locale. La Barra dei percorsi è personalizzabile, se vogliamo aggiungere una nostra cartella che usiamo frequentemente dobbiamo aprire il menu Strumenti presente sulla barra di questa 18 Il documento finestra e scegliere il comando Aggiungi a Risorse personali; se vogliamo poi modificare l’ordine in cui appare nella barra dei percorsi la nostra cartella diamo un clic destro sulla barra e scegliamo Sposta su o Sposta giù. Nella finestra Apri raggiungiamo la cartella Videoscrittura; selezioniamo il nostro unico e solo file e clicchiamo sul pulsante Apri; il documento si apre, diamo un clic dopo il punto di fine paragrafo dell’ultima frase (quella che termina con …scarpe da clown.), un Invio per spostarci sul nuovo paragrafo e siamo pronti per continuare a scrivere. IL COMMISSARIO CAPO OKIUTT IL TUTORE DELLA LEGGE La telefonata arrivò al posto di polizia di Neubelt alle 17,25 e il commissario capo Okiutt cominciò subito a preoccuparsi: il paesino, 800 anime, era composto al 60% da contadini, al 15% da commercianti, il resto erano impiegati, professionisti; affitta camere e contrabbandieri. I casi criminali più spinosi di quegli ultimi anni erano rappresentati da qualche rissa fra ubriachi, da alcuni sequestri di valuta e oggetti d’arte che stavano per superare il confine, dalla fuga del vecchio curato con la coetanea perpetua e dalla scomparsa di quella turista inglese, Lady Simpleton, di cui si erano perse le tracce, ma le cui valige, intatte, erano rimaste nella stanza della pensione Goddenriposen. Un omicidio, un terribile omicidio, anzi l’omicidio della persona più ricca e potente del paese: l’ultimo discendente dei capitani della Brigata dei briganti di montagna, corpo imperiale da sempre impiegato nella difesa del valico di Passalt, valico che rappresentava il passaggio obbligato per le truppe nemiche intenzionate a scendere verso le ricche e fertili pianure dell’impero. La notizia sarebbe stata sulle prime pagine di tutti i giornali e lui, Okiutt, sarebbe diventato il bersaglio della stampa, non solo, il suo Capo, il Podestà e il Prefetto lo avrebbe tempestato di telefonate; non sapeva da dove cominciare quando si ricordò di quel turista alloggiato presso la pensione Quriosidad, turista che faceva molte domande, troppe domande sul Barone, sulla Baronessa, su Lady Simpleton, sul passato del maggiordomo e sulla pensione Goddenriposen; un turista curioso che il capo stazione sosteneva essere un investigatore privato, se non, addirittura un collega del commissario. Era venuto il momento di risolvere questo primo mistero e scoprire la vera occupazione di Messieur Seguge, era d’obbligo una vista alla signora Domitilla, la padrona della pensione Quriosidad. I CARATTERI NASCOSTI Quando apriamo un documento vediamo solo una barra che viene e che va; come facciamo a capire per esempio dove termina un paragrafo? La barra che blinka (lampeggia) si chiama punto di inserimento o cursore lampeggiante e indica il punto esatto in cui comparirà il testo che digiteremo,quanto poi al vedere inizio e fine del paragrafo possiamo fare qualcosa di più; possiamo cioè utilizzare i caratteri nascosti: in questo modo materializziamo come puntini neri gli spazi vuoti tra le parole, facciamo apparire il segno di fine paragrafo evidenziato da una P rovesciata o visualizziamo le tabulazioni presenti sulla riga simboleggiate da una freccia . realizzato da 19 Capitolo II Il comando che ci permette di visualizzare i caratteri nascosti è il pulsante che è normalmente presente sulla barra degli strumenti. Mostra e nascondi La scritta appena vista è visualizzata con il pulsante Mostra e nascondi disattivato, mentre quella qui di seguito è lo stesso testo che evidenzia i caratteri nascosti poichè abbiamo attivato con un clic il relativo pulsante. la freccia indica la presenza il punto nero materializza lo la P rovesciata rappresenta la fine di una tabulazione impostata spazio tra due parole ottenuto del paragrafo, ovvero il punto in grazie alla pressione del ta- digitando la barra spaziatrice cui abbiamo digitato un Invio sto Tab Molti sono contrari a lavorare con il pulsante mostra e nascondi attivo, cosa che invece consigliamo perché tale visualizzazione aiuta a capire gli eventuali errori di digitazione (doppi spazi, spazi prima della punteggiatura, righe vuote, etc.). A proposito di punteggiatura giova ricordare che nella redazione di un lavoro dattilografico i segni di punteggiatura vogliono la seguente distribuzione: virgola, punto e virgola, punto, due punti, punto esclamativo, punto interrogativo non vogliono nessuno spazio prima, ma ne richiedono sempre uno dopo virgolette e parentesi richiedono uno spazio prima di quelle di apertura e uno spazio dopo quelle di chiusura lineetta (usata in sostituzione di una parentesi, di una virgola o per introdurre un discorso) vuole uno spazio prima e uno dopo Le maiuscole vanno utilizzate: in principio del periodo, dopo il punto fermo dopo il punto interrogativo e quello esclamativo quando questi chiudono il periodo dopo i due punti, quando introducono un discorso diretto negli aggettivi sostantivi con cui si indicano i popoli nei titoli di un libro, di un giornale o di un’opera d’arte in epigrafi, in sigle, per i numeri romani e per le lettere dell’alfabeto citate come tali. IL RIGHELLO ORIZZONTALE, I MARGINI ED I RIENTRI righello orizzontale ci fornisce le indicazioni relative ai margini della sezione ed ai rientri del paragrafo. Il Ricaviamo la lunghezza della riga leggendo i valori espressi in cm nella zona centrale bianca (da cm 0 a 17) e scopriamo la dimensione dei margini leggendo la lunghezza delle due zone grigie poste una a sinistra (da -2 cm a 0) ed una a destra (da 17 a 19 cm) della zona chiara. Gli allineamenti dei paragrafi, i cosiddetti rientri, sono invece segnalati da due marcatori posizionati in prossimità dei margini sinistro e destro; il marcatore di sinistra è composto da 3 elementi, due dalla forma triangolare ed uno rettangolare, il marcatore di destra è composto da un solo elemento triangolare. I quattro marcatori prendono i seguenti nomi: il triangolo in alto (con la punta verso il basso) è il Rientro di prima riga il triangolo in basso (con la punta verso l’alto) è il Rientro sporgente il rettangolo è il Rientro sinistro 20 Il documento il triangolo a destra del righello è il Rientro destro. Se spostiamo il Rientro sinistro ed il Rientro destro cambiamo i rientri sinistro e destro del paragrafo su cui stiamo intervenendo fermo restando i margini sinistro e destro della sezione. I rientri del paragrafo possono anche essere spostati oltre i margini della sezione come nel caso del rientro destro nel paragrafo precedente. Posizioniamo il cursore del mouse in un punto qualsiasi del secondo paragrafo della parte dedicata al nostro simpatico commissario (la frase che inizia con I casi criminali più spinosi…): i rientri sono comandi di paragrafo quindi è sufficiente stare sul paragrafo cui vogliamo applicare valori diversi, non è cioè necessario selezionare tutto il paragrafo. Spostiamo il Rientro sinistro a 1,25 ed il Rientro destro a 17,5 cm. Se trasciniamo il Rientro di prima riga a destra del Rientro sinistro provochiamo lo spostamento dell’inizio della prima riga del paragrafo verso destra creando così un rientro positivo. Spostiamoci sul terzo paragrafo (quello che inizia con la frase Un omicidio, un terribile omicidio…) e sul righello impostiamo un Rientro sinistro di 1 cm ed un Rientro di prima riga di 1,5 cm. Se trasciniamo il Rientro di prima riga a sinistra del Rientro sinistro provochiamo lo spostamento dell’inizio della prima riga del paragrafo verso sinistra creando così un rientro negativo. Anche in questi casi il rientro può sconfinare oltre i margini della sezione. Tocca ora al quarto paragrafo, quello che inizia con La notizia sarebbe stata…, impostiamo un Rientro prima riga a -0,5 cm in modo da ottenere un rientro negativo oltre il margine di sinistra: speriamo che la stampante riesca a stamparlo! Piuttosto abbiamo finito i nostri paragrafi cavia, sarà bene digitare un nuovo pezzo del giallo! MESSIEUR SEGUGE L’OCCHIO PRIVATO Seguge era al bar e stava sorseggiando un cognac; all’angolo destro della bocca un mezzo sigaro spento, l’aria assorta di chi sta seguendo i suoi pensieri. Il commissario si diresse deciso verso lo sconosciuto: “sono…” “….Il commissario capo Okiutt, piacere” terminò Seguge. “sono qui…” “per il delitto del barone, suppongo” continuò Seguge. “avrei bisogno…” “di un aiuto discreto per risolvere il caso” chiosò Seguge. Okiutt era stravolto, o quel Seguge sapeva leggere nel pensiero od era un investigatore fenomenale, proprio l’uomo che faceva al caso suo! “Sono solo le 17,30…” osservò Okiutt “non si meravigli, collega, in un paesino le notizie hanno le ali ai piedi, non perdiamo tempo, le suggerisco di raggiungere il Coroner sulla scena del delitto” Okiutt era frastornato, però il suggerimento gli sembrava buono, quindi a voce alta esclamò “Messieur Seguge che ne direbbe di andare a palazzo per fare un’ispezione sul luogo del delitto?” Seguge era già uscito dalla pensione perciò Okiutt, sempre più imbarazzato, concluse: “Si, corriamo, è meglio!“ ed anche lui s’involò verso il palazzo. realizzato da 21 Capitolo II Se si trascina il Rientro sporgente si provoca la spostamento del rientro sinistro di tutte le righe del paragrafo ad eccezione della prima. Notate come i risultati siano gli stessi che si ottengono con il rientro di prima riga; anche il rientro sporgente può sconfinare oltre i margini della sezione. Posizioniamoci sul primo paragrafo e spostiamo ad 1 cm il Rientro sporgente, poi prendiamo il Rientro sinistro e spostiamolo ad 1: il Rientro sporgente si muove in modo solidale con il Rientro sinistro. In tutti i programmi esistono comandi che possono essere gestiti tramite pulsanti, come abbiamo appena fatto, ma anche attraverso i menu che richiamano delle finestre di dialogo attraverso cui possiamo eseguire le stesse opzioni impostate da bottone od anche operazioni più complesse. Spostiamoci sul quarto paragrafo (quello che inizia con …Il commissario capo Okiutt), apriamo il menu Formato e clicchiamo sulla voce Paragrafo. Nella finestra controlliamo di essere sulla scheda Rientri e spaziatura e nel riquadro Rientri, alla voce A sinistra digitiamo 1,25 oppure, cliccando sulle frecce poste a lato, aumentiamo o diminuiamo il valore di millimetro in millimetro fino a raggiungere la misura voluta. Osserviamo come attraverso la freccetta nera presente alla destra del campo Speciale possiamo impostare le opzioni rientro Prima riga o Sporgente definendo in Rientra di anche il valore di scostamento rispetto al Rientro sinistro. Per confermare le scelte clicchiamo su OK. GLI ALLINEAMENTI Quando scriviamo nei vecchi e cari quaderni della 5a elementare, normalmente cominciamo a scrivere vicino alla riga verticale di sinistra (margine di sinistra) e terminiamo il più vicino possibile alla riga verticale di destra (margine destro). Ogni volta che scriviamo una riga cominciamo a scrivere vicino al margine sinistro e ciò fa sì che il documento sia sicuramente allineato a sinistra, mentre la vicinanza al margine destro è determinata dalla somma delle lunghezze delle singole parole e degli spazi che compongono la riga che stiamo scrivendo; in particolare, se l’ultima parola entra precisamente sulla riga l’allineamento a destra è soddisfatto, se invece la dobbiamo spostare a capo poiché non entra, la riga presenta uno spazio vuoto in prossimità del margine destro. Il programma ci permette i seguenti tipi di allineamenti: Incolonnato a sinistra, ovvero tutte le righe del paragrafo risultano allineate sul margine sinistro mentre sbandierano a sinistra, cioè quest’ultimo margine si presenta a zig zag. La scrittura procede normalmente da sinistra a destra. Incolonnato a destra, ovvero tutte le righe del paragrafo risultano allineate sul margine destro mentre sbandierano a sinistra, cioè quest’ultimo margine si presenta a zig zag. Dal momento che il lato incolonnato è quello di destra quando si sceglie questo allineamento la scrittura procede da destra verso sinistra. 22 Il documento Incolonnato al centro o centrato con bandiera su entrambi i lati poiché le righe che scriviamo vengono allineate a partire dal punto che si trova al centro dei rientri sinistro e destro del paragrafo. Siccome gli incolonnamenti considerano i rientri e non i margini, questo significa che se abbiamo impostato un rientro sinistro, il punto di allineamento non cadrà più al centro della riga, ma apparirà decentrato sulla destra. Giustificato quando vogliamo che il testo risulti incolonnato sia a destra che a sinistra; Word ottiene questo risultato distribuendo spazi proporzionali tra le parole (tracking), spazi che fanno sì che il testo risulti perfettamente allineato anche a destra. Nonostante l’aggiunta di questi spazi non sempre la giustificazione riesce ad avvicinare le parole fra loro e quindi si creano i cosiddetti sentieri, delle vere e proprie linee diagonali bianche fra le righe, assolutamente antiestetici; la compattazione di un riga dipende dalla sua lunghezza, dal tipo e dal corpo dei caratteri utilizzati e dall’uso della sillabazione che vedremo più avanti. Un testo giustificato si nota solo quando il paragrafo è composto da più righe ed è normale che l'ultima, spesso più corta delle altre, appaia incolonnata a sinistra (come questa). È possibile giustificare anche quest'ultima riga posizionando il cursore alla fine del testo e premendo poi Maiusc+Invio: giustificare una riga di testo molto corta visualizza comunque larghi spazi vuoti tra le parole e risulta brutta a vedersi (come questa). I comandi di allineamento si usano spesso per cui sulla barra degli strumenti di formattazione troviamo i relativi pulsanti che con un solo clic ci permettono di impostare un allineamento sinistro , centrato , destro o giustificato o che evidenziano l’incolonnamento applicato al paragrafo su cui siamo. Possiamo raggiungere i comandi di allineamento anche ricorrendo alla finestra Paragrafo raggiungibile dal menu Formato oppure dal menu contestuale che si apre con un clic destro. Nel riquadro Generale sulla sinistra abbiamo la casella con il menu Allineamento che ci permette di scegliere gli incolonnamenti, mentre a destra abbiamo il menu Livello struttura che ci permette di decidere il valore gerarchico del paragrafo qualora volessimo dare al documento una struttura. Un documento senza livelli è a livello Corpo del testo ovvero non è strutturato, altrimenti possiamo applicare dei livelli che vanno da 1 a 9, lo faremo. I pezzi del racconto che di volta in volta aggiungiamo contengono varie impostazioni ed alcune le scopriremo procedendo nello studio del programma; potrei dire giallo nel giallo: a voi scoprire cosa applicare perché ormai ne abbiamo parlato, e cosa ancora no. Buona caccia! Un consiglio, quando finite un capitolo ripartite dall’inizio del romanzo e controllatelo tutto, infatti alcune formattazioni sono applicate fin dal primo pezzo, ma spiegate anche molto più avanti. KATTIUSKI, IL CORONER CARNE, SANGUE ED OSSA Il Coroner ronzava come un moscone attorno al corpo del Barone; Kattiuski nella vita era il VETERINARIO del paese, diventare il Coroner dell’omicidio del secolo lo eccitava al solo pensiero! Nonostante i suoi 120 chili di portata sembrava una trottola impazzita intorno al cadavere: “Si, il rigor mortis, la temperatura, direi, la rigidità delle articolazioni, il sangue non ancora rappreso anche se il camino è acceso e la finestra è aperta, insomma, la morte la collocherei tra le 16 e le 17. realizzato da 23 Capitolo II Il cadavere, si, insomma il barone, un uomo atletico per i suoi 53 anni, è in buona salute, o meglio lo era; ora presenta un foro d’entrata alla tempia sinistra con uscita all’altezza dell’occhio destro, per me é un suicidio”. Seguge guardò di traverso il Coroner, prese per un braccio Okiutt e gli bisbigliò all’orecchio: “Facciamo subito delle foto, eseguiamo l’autopsia, cerchiamo le impronte sulla pistola, sulla porta, sulla finestra, sul camino e sulla scrivania; se poi esiste un testamento, diamogli una occhiata”. “Ma il Coroner afferma che è un suicidio…” obbiettò Okiutt “E allora io non sono un investigatore, ma un veterinario!” concluse Seguge, sogghignando. Okiutt era frastornato, ma di una cosa era certo: sapeva sicuramente chi fosse l’investigatore e chi il veterinario, per cui con voce alta e decisa ordinò: “Vediamo di darci da fare per risolvere l’omicidio del barone. Voglio le fotografie, le impronte, il testamento e un autopsia che dimostri come una persona con una pistola nella mano destra possa spararsi un colpo alla tempia sinistra”. Seguge sorrise, passò il mezzo toscano dall’angolo destro della bocca all’angolo sinistro e indicò con un cenno del capo la signora davanti al camino. L’INTERLINEA Nell’editoria elettronica il punto tipografico, indicato con la sigla pt, fa riferimento al punto Postscript – linguaggio di descrizione di pagina sviluppato da Adobe – che è pari ad 1/72 di pollice, ovvero a 0,35277 mm; il punto pica è un multiplo del punto ed equivale a 12 punti. L’interlinea, solitamente espressa in pt, è la distanza esistente tra le righe di un paragrafo e Word la imposta in modo automatico a seconda del corpo del carattere utilizzato, quindi se il font è impostato a 12 punti l’interlinea tra le righe è di 12 punti, oppure di 10 punti se la dimensione del carattere è di 10 pt, etc. Un’interlinea inferiore alle dimensioni del corpo dei caratteri può farci risparmiare spazio, ma rende il testo praticamente illeggibile, mentre un’interlinea maggiore può aiutare l’occhio a seguire righe anche lunghe, ma troppo spazio tra le righe rende la lettura pesante. Anche l’interlinea è un attributo formale del paragrafo per cui la sua gestione la troviamo all’interno della omonima finestra nel riquadro Spaziatura oppure sulla barra di Formattazione dove è rappresentato da un pulsante con menu a discesa. Nel riquadro spaziatura, un clic sulla casella Interlinea apre un menu a discesa con i vari tipi di interlinee messi a disposizione: Singola adegua lo spazio dell’interlinea al carattere di dimensione più grande presente sulla paragrafo riga e così se in un a più righe è presente un carattere di dimensioni maggiori degli altri, l’interlinea sopra e sotto la riga in questione avrà una distanza maggiore degli altri 1,5 righe imposta il valore di interlinea ad una volta e mezza il valore dello standard definito dal carattere. Se il carattere utilizzato per la riga è di 12 punti e l’interlinea è impostata ad 1,5 la distanza fra le righe sarà di 18 punti. Doppia imposta una distanza che è il doppio della dimensione standard dell’interlinea singola e così un carattere a 12 pt con interlinea doppia avrà una distanza tra le righe pari a 24 pt. 24 Il documento Esatta rende attivo il campo Valore in cui possiamo inserire un numero di punti deciso da noi che ha effetto su tutte le righe del selezionato e che non tiene conto di caratteri con corpo più grande eventualmente presenti nella riga. Il risultato non è dei migliori per quanto riguarda la leggibilità del testo. Minima imposta un’interlinea minore di quella standard definita dalla dimensione del carattere e normalmente è la minima applicabile fra due righe. Multipla imposta la grandezza dell’interlinea basato su un valore percentuale che viene calcolato rispetto alla dimensione del carattere, così se vogliamo impostare un’interlinea maggiore del 20% dobbiamo digitare 1,2 mentre se vogliamo ridurre l’interlinea del 20% dobbiamo indicare il valore 0,8. Il campo Valore è attivo solamente se si scelgono le opzioni Esatta, Minima o Multipla. Aumentare l’interlinea può enfatizzare parte di un testo, è però un modo poco usato perché se è indubbio che attira l’attenzione è anche sgradevole da vedersi: guardate le riga sovrastanti e poi provate ad affermare il contrario! paragrafo LA SPAZIATURA Per distanziare fra loro i paragrafi possiamo inserire delle righe vuote, ovvero dare uno o più tasti Invio a seconda dei paragrafi che vogliamo inserire: è un modo barbaro, primitivo, anzi burino; esiste infatti un comando Spaziatura che serve ad aumentare o diminuire lo spazio che intercorre tra i paragrafi. Stiamo parlando di spaziatura fra i paragrafi e non di dimensione dell’interlinea che identifica invece lo spazio fra le righe di un paragrafo. Spostiamo il cursore sul titolo Kattiuski, il Coroner e poi dal menu a discesa del pulsante Interlinea clicchiamo sulla voce Altro; da non credere, siamo di nuovo nella finestra Paragrafo! Nella scheda Rientri e Spaziatura, nel riquadro Spaziatura, notiamo due campi: uno chiamato Prima e l’altro Dopo: a che servono? Ci permettono di determinare lo spazio che deve intercorrere prima e dopo il paragrafo su cui stiamo lavorando; accingiamoci a distanziare il titolo di 12 pt dal precedente paragrafo e di 6 pt dal successivo. Per impostare questi valori possiamo utilizzare le apposite freccette poste accanto ai campi Prima e Dopo scoprendo che ogni clic incrementa il numero di 6 pt, oppure digitate direttamente qualsiasi valore (3, 5, 9, etc.). Se stiamo lavorando con un carattere corpo 12 (cioè grande 12 pt tipografici) e impostiamo un Prima a 12 pt equivale ad anteporre al paragrafo uno spazio grande quanto un interlinea. Vi vedo scettici, no problem ne ho incontrati di San Tommasi che volevano mettere la mano! Come prima cosa apriamo un foglio nuovo di Word, poi attiviamo il comando Mostra e nascondi caratteri nascosti, diamo un Invio e scriviamo per tre volte la frase relativa a San Tommaso che ho appena pronunciato, naturalmente possiamo anche scriverla una volta solo e copiarla per due volte. Spostiamoci sulla seconda frase e diamo una spaziatura Prima pari a 12 pt, poi mettiamoci sull’ultima frase e impostiamo una spaziatura Prima di 24 pt; questo il risultato: realizzato da 25 Capitolo II C’è differenza di spazio fra quanto presente prima della prima frase e quanto presente prima della seconda frase? La distanza fra la seconda e la terza fase non è forse il doppio rispetto a quella esistente prima della prima frase e fra la prima e la seconda? Allora che state cercando? Ritirate la mano! Se osserviamo dei paragrafi come facciamo a scoprire quali sono quelli distanziati con il gioco del Prima e del Dopo? Inoltre la spaziatura è imputabile ad un Prima o ad un Dopo? Per scoprirlo selezioniamo una parte del primo paragrafo, l’indiziato ci sembra pulito sia prima che dopo; selezioniamo il secondo sospetto, è evidente un Prima da almeno 12 pt; selezioniamo il terzo indiziato, è lui il più colpevole, ha un bubbone sulla schiena di almeno 24 pt! Si, lo so, mi sono fatta prendere dall’atmosfera gialla, normale, sono mooolto emotiva! (le o in abbondanza non sono un errore!) Naturalmente se l’abbondanza fosse stata imputabile ad un Dopo la gobba sarebbe apparsa sotto la frase; con gli scettici che girano, meglio chiarire subito! Scoperti quali sono i paragrafi con la spaziatura variata, se vogliamo annullarle tutte non ci resta che selezionare il secondo ed il terzo paragrafo e sostituire il valore presente nel campo spaziatura Prima con uno 0. Per selezionare una o più parole o più paragrafi abbiamo vari modi, ogni volta comunque dobbiamo: spostare il cursore del mouse all’inizio della parola o del paragrafo da selezionare e dare un clic, poi tenendo il pulsante sinistro pigiato, spostiamo il mouse verso destra fino a comprendere la parola, le parole, il paragrafo o i paragrafi da selezionare spostare il cursore del mouse all’inizio della parola o del paragrafo da selezionare selezionare e dare un clic, poi spostiamoci al termine della parola, delle parole, del paragrafo o dei paragrafi da selezionare e, tenendo pigiato il tasto Maius diamo un clic di sinistra. (solo per i paragrafi) spostare il cursore del mouse all’inizio del paragrafo da selezionare ma stando all’interno del margine sinistro in modo che la freccia del cursore si orienti con la punta a destra, poi tenendo il pulsante sinistro pigiato, spostiamo il mouse verso il basso in modo da evidenziare tutte le righe che ci interessano. Se il paragrafo da selezionare è solo uno il modo più veloce per farlo è portarsi all’interno del margine sinistro in modo che la freccia del cursore si orienti con la punta a destra e poi dare un doppio clic di sinistra La zona selezionata appare sempre evidenziata in nero. Ed ora… un quiz! Che differenza c’è fra la spaziatura e l’interlinea in paragrafi non più lunghi di un riga? Tic, tac, tic, tac… il tempo sta per scadere… SALVARE UN DOCUMENTO Una volta eseguita la prima registrazione di un file, le volte successive possiamo aggiornare il file salvando le modifiche o le aggiunte apportate usando il comando Salva raggiungibile sulla barra degli strumenti o dal menu File. Questo comando, contrariamente al comando Salva con nome, non ci permette di modificare nome, posizione o tipo di file. 26 Il documento Se abbiamo più documenti aperti, possiamo chiuderli tutti con un solo comando senza uscire dal programma: tenendo premuto il tasto Maiusc, apriamo il menu File che visualizza due nuovi comandi: Chiudi tutto e Salva tutto, quest’ultimo opera solo una registrazione dei documenti lasciandoli però aperti. MODIFICHIAMO LA DIRECTORY DI SALVATAGGIO PREDEFINITA Quando salviamo un documento per la prima volta ci viene proposto di registrarlo nella cartella Documenti; è un’impostazione predefinita, non è un imperativo categorico, possiamo accettarlo o modificarlo una volta per tutte indicando un’altra destinazione. Personalizziamo le impostazioni di Word stabilendo come directory predefinita non più la cartella Documenti, ma la cartella Esercitazioni contenuta nel disco locale C:\; per effettuare questa modifica apriamo il menu Strumenti e selezioniamo la voce Opzioni. Nella finestra selezioniamo la scheda Directory predefinite che contiene le collocazioni dei vari tipi di file utilizzati da Word, selezioniamo la voce Documenti e clicchiamo sul comando Modifica. La finestra Modifica posizione propone la cartella Documenti; per sostituirla con la cartella Esercitazioni possiamo: scrivere direttamente nel campo Nome il percorso per raggiungere la nuova destinazione (C:\Esercitazioni) aprire la casella Cerca in e spostarci fino ad identificare la directory Esercitazioni. Confermiamo la nuova impostazione con OK e nella finestra Opzioni controlliamo che al Tipo file, voce Documenti corrisponda ora il nuovo percorso. Sarà vero? Per essere sicuri della buona riuscita dell’operazione apriamo un nuovo documento e salviamolo, scopriremo così dove Word ci propone di salvarlo. Attraverso il pulsante Nuovo presente sulla Barra degli strumenti creiamo un documento e salviamolo con un clic sul pulsante Salva presente sulla stessa barra. Siccome è la prima volta che salviamo questo documento, si apre comunque la finestra Salva con nome che propone come percorso di salvataggio la cartella Esercitazioni… ottimo lavoro Egle! Non guardatemi così, bravi anche voi! realizzato da 27 Capitolo II 28