ECONOMIA INDUSTRIALE (MERCATO, CONCORRENZA, REGOLE) LEZ 6 Augusto Ninni Università di Parma a.a. 2010-2011 1 Corso di Economia Industriale, Prof. Augusto Ninni L’oligopolio collusivo 2 • Gli accordi di collusione fra più imprese possono riguardare i prezzi (cartelli), ma anche le quantità o la spartizione geografica dei mercati • Benessere dei consumatori vs surplus dei produttori; comportamenti delle istituzioni (Sherman Act vs normativa tedesca sui cartelli, entrambi nel 1890) 3 • Si ha collusione quando il prezzo che si determina nel mercato è superiore a quello di equilibrio di riferimento raggiunto in assenza di cooperazione 4 Equilibrio dell’impresa e del mercato in assenza di collusione 5 Impresa rappresentativa i MC Settore Pc S = MC i AC D Qc=qi In concorrenza 10 i uguali 6 Ma se le imprese esistenti cooperassero e si comportassero come un unico grande monopolista… Impresa rappresentativa i Settore MC Pc S = MC i AC D Qc=qi In concorrenza 10 i uguali 7 Ma se le imprese esistenti cooperassero e si comportassero come un unico grande monopolista… Impresa Settore Pm S = MC i Pc D Qm Q c Il prezzo aumenterebbe e la quantità diminuirebbe: se manteniamo l’ipotesi che le imprese siano tutte eguali, la nuova quantità di monopolio sarà come prima divisa per 10 dalle imprese esistenti qm 8 La collusione può essere raggiunta attraverso un accordo esplicito oppure in maniera tacita. 9 Tre caratteristiche fondamentali: • Esiste un oggettivo incentivo per le imprese ad accordarsi, perché così il profitto aumenta (a scapito dei consumatori) • I cartelli sono illegali: quindi un pericolo alla loro formazione o sopravvivenza è dato dal timore della sanzione legale (deterrente) (ma è difficile per le agenzie che regolano la concorrenza provare l’esistenza di questi accordi con ragionevole certezza). • Inoltre vi è un oggettivo incentivo per le singole imprese a “scartellare”, perché così il profitto aumenta (a scapito delle altre imprese): il cartello si rompe indipendentemente dall’azione legale 10 • Nel modello di Bertrand un possibile equilibrio di gioco ripetuto è continuare sin dalla prima volta a praticare p = cmg • E’ però possibile un altro equilibrio (grim trigger) che si basa sulla reazione continua a qualsiasi spostamento: le 2 imprese nel primo stadio dividono a metà ∏ M, praticando ciascuna delle due sempre pM (colludono). • Ma se una delle due pratica una volta un prezzo diverso, l’altra la punisce praticando p = cmg, mettendola fuori mercato 11 • Ma perché una delle due imprese dovrebbe deviare dall’accordo ? Il confronto quindi è tra • VA ½ П M finchè resta nell’accordo oppure • П M al tempo t 0, poi da t = 0 + n П = 0 (praticando p = cmg) 12 Come deviare: • Producendo di più di quanto concordato, agli stessi prezzi • Praticando sconti sui prezzi • In ogni caso, guadagnando quote di mercato 13 Ostacoli alla nascita della collusione • Politiche antitrust • Dinamiche dell’industria: elevato turnover • Dinamiche dell’industria: elevata innovazione • Difficoltà di osservazione dei prezzi 14 Massimizzazione del profitto derivante dal cartello: come ripartirlo • In base alla capacità produttiva • In base alle quote storiche 15 Fattori che facilitano la formazione di un cartello • Interazione su diversi mercati • Capacità di aumentare il prezzo dell’industria senza attrarre nuovi concorrenti (elevate barriere all’entrata) • Punizioni attese basse (rispetto a guadagni attesi) • Bassi costi di transazione 16 • 1) Capacità di aumentare il prezzo dell’industria: la curva di domanda fronteggiata dal cartello dev’essere anelastica (possono aumentare il prezzo temendo ridotte contrazioni della domanda, quindi aumentando i ricavi) • Il cartello deve quindi interessare la massima parte del mercato rilevante (devono esserci pochi sostituti stretti) e deve riuscire a bloccare l’entrata 17 • 2) Punizioni attese basse: dipende dal funzionamento dell’Antitrust • Per questo molti cartelli prima della 2° g m • Cartelli internazionali preferiti • Bassa funzionalità Antitrust in Estremo Oriente (accordi tra le giapponesi) • Antitrust europeo con riferimento internazionale 18 Antitrust europeo e italiano: • Accordi (compresa collusione tacita) • Fusioni-acquisizioni • Abuso di posizione dominante • Aiuti di stato Antitrust europeo = 1958 Antitrust italiano = 1990 In Italia prima del 1990 = supplenza dell’antitrust europeo, ruolo sostitutivo delle PPSS 19 3) Bassi costi di transazione per formazione e attuazione accordo: • poche imprese • Alta concentrazione • Omogeneità del bene • Ruolo egemone dell’associazione di categoria 20 • Problemi di attuazione: come accorgersi del tentativo di deviazione dall’accordo: - Basso numero di imprese che aderiscono all’accordo - Variazione di prezzi non imputabile a fattori esterni - Prezzi e acquisizioni di mercati come conoscenza comune (la trasparenza dell’appalto come fattore “migliorativo” della funzionalità dell’accordo) 21 Disincentivi per il singolo partecipante a deviare dal cartello • Curva dei costi marginali molto ripida: costa troppo per la singola impresa aumentare l’offerta (l’impresa è vicina al massimo della capacità produttiva) • Bassa incidenza dei costi fissi (con caratteristiche costanti di capacità inutilizzata: es. Arabia Saudita, swing producer) 22 Metodi usati in sede di fissazione del cartello per prevenire deviazioni dei partecipanti: • • • • • Accordi su altre variabili oltre che i prezzi Identificare mercati geografici Identificare quote fisse di mercato Clausole tipo “consumatore più favorito” Stabilire prezzi di intervento 23 Cartelli e guerre dei prezzi: • In recessione: concorrenza distruttiva e “cartelli di crisi” coreani (possibilità che i cartelli abbiano effetti benefici)? 24