89° anno LXXXIX N. 12 Dicembre 2010 in cruce gloriantes MENSILE DELL’AZIONE CATTOLICA TICINESE In questo numero: 2 Oggi qualcuno pensa ancora a salvarci 3 Cattedrale e Giornale del Popolo 5 “Quel canto di fedeltà che mi ha commosso” 6 Tempo giovani 16 Il teologo risponde Natale Insieme dal presidente Natale è ancora Lui, non è cambiato né mai cambierà Oggi qualcuno pensa ancora a salvarci Il tempo ciclico delle stagioni e dell’anno liturgico ci porta ancora una volta l’inverno e la luce del Natale. Abbiamo iniziato l’Avvento con la prima neve, che come San Giovanni Battista ci ha richiamato al Natale e all’attesa venuta del Messia in mezzo a noi. Sono passati oltre due millenni da quella incredibile notte, ma anche se attorno a noi il mondo cambia ogni giorno, ci sono nuove scoperte, profondi cambiamenti, continue tensioni, scontri tra stati e tra persone, quella notizia portata in cielo dalla stella e in terra dagli angeli resta chiara, semplice e sconvolgente, è nato il Salvatore per tutti e per sempre. Oggi più nessuno pensa a salvarci. Si pensa piuttosto a come ottimizzare le relazioni sociali, a come far frutta- re i propri soldi e i propri dipendenti. Persino le casse malati che dovrebbero aiutarci ci spennano e ci mollano quando diventiamo troppo costosi. In molti restano soli, anche tra di noi cristiani, soli nelle proprie sofferenze fisiche o morali, soli in una vita che richiede prestazioni ed efficientismo. Eppure c’è ancora chi ha il coraggio di dare la vita per salvare qualcuno, facendosi dono. Pensiamo ai volontari – in Svizzera 1 milione e mezzo – o ai missionari, o a chi in generale si spende nella propria famiglia e nella società. Natale è ancora lui, non è cambiato né mai cambierà. Lo potranno soffocare sotto tonnellate di regali e consumismo, lo potranno abbattere sotto fucilate nelle chiese d’oriente, lo potranno togliere dal calendario o dalle feste nelle scuole, ma il Natale resta inserito nel mistero della vita, con un bimbo che nasce e da lì in poi niente è come prima! Oggi qualcuno pensa ancora a salvarci. Auguro di cuore buon Natale alle care lettrici e ai cari lettori di Spighe. Anche quest’anno abbiamo fatto il possibile per portarvi qualche spunto di riflessione e di amicizia. Buon Natale ai nostri aderenti dell’ACT, pregustando già i festeggiamenti per il nostro 150° dell’anno venturo. Buon Natale al Vescovo Pier Giacomo, sempre presente e vicino a tutti, e ai nostri cari assistenti don Pio, don Carmelo e don Rolando. Auguri a tutti! Davide De Lorenzi Gli auguri dell’assistente Cari amici, prossimi al S. Natale mi affretto ad estrarre dal tesoro della Parola questa “perla” che vi offro di cuore insieme agli auguri più belli: “È apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone” (Tt. 2, 11-14). Dallo stupore per la mirabile iniziativa divina che la Liturgia natalizia riattua, scaturisca: - uno stile di vita personale improntato a sempre maggiore sobrietà. - impegno instancabile per instaurare con tutti rapporti sempre più fraterni. - una accresciuta consapevolezza del nostro essere figli di Dio. - grata fierezza di appartenere alla Chiesa, e zelo per il bene. È questo il mio augurio, che fondo sull’efficacia dell’Eucaristia. don Pio Camilotto 2 Spighe Dicembre 2010 solidarietà Un regalo per la nostra chiesa madre e per la nostra bucalettere Cattedrale e Giornale del Popolo Carissimi amici, a fine anno riceviamo molte proposte per un sostegno finanziario a associazioni di volontariato, gruppi filantropici, fondazioni di beneficenza, opere religiose, eccetera. I ticinesi in tal senso sono sempre molto generosi, anche perché il nostro benessere – nonostante i tempi non facili – è palese e ben visibile se ci paragoniamo con altre realtà neanche troppo lontane. Tra questa generosità non dimentichiamo il sostegno alle opere cattoliche e accogliamo in particolare l’invito fatto dal nostro Vescovo Pier Giacomo a sostenere l’importante restauro della nostra chiesa madre, la cattedrale di San Lorenzo a Lugano. Come richiamato dal Vescovo nella lettera pastorale, dobbiamo sentirci parte della Chiesa universale vivendo la Chiesa locale che è la prima realizzazione della nostra appartenenza ecclesiale: nella Cattedrale troviamo quindi espressione di questa unità e le radici della nostra fede. (offerte sul conto postale 699762-5 per l’Associazione Pro Restauri Cattedrale San Lorenzo di Lugano, 6900 Lugano). È anche tempo del rinnovo degli abbonamenti ai quotidiani. Il Vescovo ci chiede un ulteriore sforzo a sostegno del Giornale del Popolo, unico quotidiano cattolico della Svizzera. (Ri)abboniamoci noi stessi e promuoviamo il nostro quotidiano, certi che la voce cattolica deve continuare ad essere presente nella nostra società. Con il nostro sostegno il Gdp potrà continuare a vivere e anche rinnovarsi e ampliarsi. Il giornale si presta ad alcune osservazioni e magari non offre tutto quanto ci si potrebbe aspettare, ma non facciamogli mancare il nostro sostegno. Grazie di cuore a tutti! Per l’ACT, il presidente Davide De Lorenzi Colletta di Natale per i nostri missionari Anche quest’anno vogliamo essere solidali con i progetti missionari sostenuti dalla nostra Diocesi e per questo, ancora una volta, ci raccomandiamo alla vostra generosità. Portare il Vangelo vuol dire portare la notizia buona per tutta la persona. Per questo, nella missione di Mbikou la parrocchia “Santa Famiglia” promuove per esempio l’istruzione, lo sviluppo economico e il consolidamento delle strutture delle comunità cristiane nei settori e nei villaggi. Durante il suo ultimo rientro in patria, il nostro don Lorenzo Bronz ci ha riportato notizie sullo stato dei lavori in questi ambiti: devono provvedere al rifacimento del tetto della chiesa di Mbikou (sede della missione) e di quella di Bekia. Per quanto riguarda la scuola è invece in cantiere la costruzione delle latrine, della cucina, del pozzo e della recinzione del terreno. Gli abitanti del luogo parteciperanno direttamente ai lavori di scavo e alla costruzione dei mattoni necessari. Ringraziandovi, invitiamo chi di voi possiede un conto corrente postale o bancario ad effettuare il versamento tramite il proprio conto e non direttamente allo sportello. Questo ci permetterà di ridurre le spese postali e di non disperdere una parte della vostra offerta. Dicembre 2010 Spighe 3 siamo donne Al Cittadella la festa dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese Stupore e gratitudine per i nostri primi 90 anni Era affollato il salone della Cittadella di Lugano in occasione dei festeggiamenti dei primi novant’anni dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese. Sicuramente una cinquantina le donne che sono venute da tutto il Cantone per sottolineare con la loro presenza quello che non vuole essere un traguardo, ma una tappa nella storia di quest’associazione che ha contribuito all’educazione, alla crescita e alla maturazione di generazioni di donne in tutti gli ambiti della società e indipendentemente dal loro stato civile, per quasi un secolo. Carmen Pronini, a cui è stata affidata la presidenza in questi ultimi vent’anni, ricordando “le tante donne che ci hanno preceduto e che ci hanno accompagnato” ha voluto in questo giorno di memoria e ringraziamento, esprimere anche “lo stupore e la gratitudine per il dono della fedeltà a un mandato ricevuto, a suo tempo, dalla Chiesa attraverso Mons. Aurelio Bacciarini”. Un dono che oggi le donne dell’Unione Femminile continuano a sentire prezioso e a cui hanno deciso di voler dare un futuro. Un futuro che ha assunto il volto di don Pio Camillotto e di Corinne Zaugg, rispettivamente nuovo assistente spirituale e nuova presidente dell’Unione Femminile. Don Pio ha ricordato significativamente la vicenda di San Carlo Borromeo, nominato vescovo in tempi di grave crisi (lui stesso assunse la carica di vescovo più per nepotismo -era nipote da parte materna di papa Pio IVche per meriti propri) ma che seppe far voltar pagina in maniera decisiva a malcostumi e malvezzi e inaugurare una nuova stagione di santità: dando lui per primo, l’esempio. La parola è 4 Spighe Dicembre 2010 poi passata a Corinne Zaugg che ha voluto riprendere e ripartire dal nome dell’organizzazione. Proprio da quell’UFCT che ieri come oggi rappresenta la base su cui costruire e lungo la quale incamminarsi. La “U” sta per unione ma anche per amicizia. Per quella profonda amicizia ancorata nel Signore che è stato il terreno che ha dato origine e ha alimentato negli anni, la relazione tra le singole donne. “F” per femminile: “Ma ha ancora senso suddividere oggi le persone a seconda del loro sesso?” si è chiesta Corinne Zaugg. Secondo lei sì. Non per affermare che si è migliore o peggiori. Non per contrapporsi in maniera competitiva o rivendicativa. Ma semplicemente per marcare al differenza. Perché le donne quando fanno, fanno diversamente. E questa diversità è un valore che va conservato e possibilmente esaltato. “C” sta per cattolico. E rappresenta la base, il plus valore, il tratto distintivo dell’agire delle donne associate e soprattutto indica con precisione la direzione verso la quale si cammina. Mentre la “T” rappresenta tutte quelle parrocchie del Ticino in cui l’UFCT ha sempre avuto casa e da cui desidera riprendere vita. La festa è poi proseguita con la Santa Messa nella cripta della Chiesa del Sacro Cuore, davanti alla tomba di Mons. Bacciarini concelebrata da don Sandro Bonetti, assistente delle donne nell’ultimo decennio e da don Pio Camillotto. L’ultimo capitolo del compleanno dell’UFCT si è poi consumato davanti ad una tazza di caffè fumante e una fetta di torta. E qui c’è stato spazio per tutte e per ciascuna di far scorrere la propria personale tavolozza di ricordi: tra piccoli e grandi episodi personali, tra pensieri grati a chi non c’è più e tanto ha dato e ai numerosi aneddoti che hanno costellato la vita dell’associazione. Ma pur nel ricordo dei bei tempi che furono, mai la nostalgia ha preso il sopravvento sulla consapevolezza che la storia dell’UFCT non termina qui anche se avrà bisogno di molte cure e molte preghiere perché possa trovare anche e proprio ai nostri giorni, la forza per sopravvivere e continuare la sua missione. siamo donne “Quel canto di fedeltà che mi ha commosso” Sono stata proprio contenta di esser riuscita a partecipare almeno a un pezzetto della festa di compleanno dell’Unione femminile. Durante la S. Messa nella cripta del Sacro Cuore, ero profondamente commossa di fronte a tanta solida, semplice e disarmante devozione, a tanta ricchezza di vita e fedeltà, vissute e trasmesse umilmente, nella fiducia del grande albero che affida le sue foglie autunnali al vento, senza chiedersi dove andranno a finire, nella certezza di aver svolto bene il suo compito. Mi sono venute le lacrime agli occhi quando le donne hanno riunito le loro voci in un canto che tutte conoscevano ma io no; mi sono sentita come sopraffatta da una strana nostalgia, da un forte desiderio di comunanza, da uno struggente bisogno di sentire anch’io la forza di quell’ antico albero. Vorrei esprimere tutta la mia gratitudine alle amiche dell’Unione Femminile per la loro preziosa testimonianza di fede e di vita. Qualche tempo fa trovai nell’ufficio del nostro caro don Angelo Ruspini una stupenda poesia affissa su un’anta d’armadio, talmente bella che la volli copiare. L’autore della poesia, il famoso generale Mc Artur, non è certamente passato alla Storia per essere stato uno stinco di santo, ma fu senz’altro ispirato dall’alto quando compose la poesia, che ora con tanto affetto vorrei dedicare alle amiche dell’Unione Femminile per il loro novantesimo compleanno. Un abbraccio a tutta l’Unione Femminile Cattolica Ticinese. Rina Ceppi Essere giovani non è una questione di età Non si diventa vecchi perché ci è piovuto addosso un certo numero di anni: si diventa vecchi, perché si sono abbandonati i propri ideali. Gli anni solcano la pelle, rinunciare ai propri ideali solca l’anima. Le preoccupazioni, i dolori, i timori e la disperazione sono i nemici che lentamente ci piegano verso la terra e ci fanno diventare polvere prima della morte. Giovane è colui che è capace di stupore e meraviglia. Come un bambino insaziabile egli si domanda: e poi? Egli sfida gli avvenimenti e trova gioia nel gioco della vita. Voi siete giovani quanto la vostra fede. Vecchi come il vostro dubbio. Giovani come la vostra fiducia in voi stessi. Giovani come la vostra speranza. Vecchi come il vostro abbattimento. Rimarrete giovani finché vi conserverete recettivi. Recettivi a ciò che è bello, buono e grande. Recettivi ai messaggi della natura, dell’uomo, dell’Infinito. Generale Mc Arthur La storia dell’Unione Femminile in un opuscolo Da oggi la storia dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese è raccolta in un opuscolo indirizzato a tutte le socie e i soci dell’ACT e dell’UFCT. Si tratta di un Quaderno dell’AC intitolato “L’Unione fa la donna”: storia dell’associazionismo cattolico femminile ticinese, nel 90° di fondazione dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese. Una storia di donne. Di donne ticinesi che si sono messe insieme per conquistare uno spazio che a loro e ad altre donne era negato, vivendo questa emancipazione femminile nel singolare e generoso servizio alla Chiesa e alla realtà sociale nella quale erano inserite. Non un gruppo di donne dell’alta società. Ma donne del popolo. Figlie di famiglie benestanti e contadine. Madri e mogli. Impiegate, operaie, sarte, maestre. Il 24 ottobre 1920 questa condivisione diventa associazione. A Lugano si tiene il primo congresso diocesano dell’associazionismo cattolico femminile. È l’atto di nascita dell’Unione Femminile Cattolica Ticinese, che di fatto riunisce in una organizzazione cantonale quei nove circoli cattolici femminili già attivi e ai quali aderivano centinaia di donne e giovani ragazze. Nel 2010 l’Unione Femminile ricorda i novant’anni di un’attività ininterrotta, costante, discreta. La festa al Cittadella è stato il momento familiare per ritrovarsi. Un’associazione composta da donne che ad essa hanno dedicato – letteralmente – tutta la loro vita, con una fedeltà e una dedizione comparabile soltanto ad una vocazione consacrata. Questo opuscolo vuole essere un omaggio a loro, alle tante donne cattoliche che in novant’anni hanno cambiato il volto e il cuore del Ticino perché hanno semplicemente vissuto quotidianamente la loro fede incrollabile. Copie dell’opuscolo possono essere richieste in Segretariato dell’Azione Cattolica (tel. 091 950 8464 oppure per mail a [email protected]) al prezzo di 2 franchi a copia (sconti per ordinativi superiori alle 15 copie). Dicembre 2010 Spighe 5 vita associativa ACR e Giovanissimi di AC incontrano Benedetto XVI in Piazza San Pietro “C’è di più. Diventiamo grandi insieme” Centomila giovani dell’Azione Cattolica si sono ritrovati col Papa in Piazza San Pietro il 30 ottobre scorso. Una festa della fede, un momento di gioia ed entusiasmo. Un evento incentrato sul tema “C’è di più. Diventiamo grandi insieme” che ha visto il momento culminante nel dialogo tra Benedetto XVI e i ragazzi su temi forti come l’amore, l’educazione e la testimonianza evangelica nella vita quotidiana. Offriamo a tutti i soci e lettori di Spighe la possibilità di condividere questo dialogo col Papa per mettere in risalto un tema a noi carissimo, quello dell’educazione. Con queste bellissime parole ci accingiamo a vivere gli ultimi giorni del 2010 prima di iniziare nel 2011 l’anno del nostro 150° anniversario. Questi pensieri del Santo Padre non potranno che aiutarci a centrarci sull’essenziale, ossia Gesù Cristo. Ogni nostra attività, ogni nostra proposta come associazione e ogni momento della nostra vita come cristiani abbia “un contatto personale, quotidiano, amorevole con Lui”. mente felice di incontrarvi, così numerosi, su questa bella piazza e vi ringrazio di cuore per il vostro affetto! A tutti voi rivolgo il mio benvenuto. In particolare, saluto il presidente Franco Miano e l’assistente generale, mons. Domenico Sigalini. Saluto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, gli altri vescovi, i sacerdoti, gli educatori e i genitori che hanno voluto accompagnarvi. Un ragazzo dell’ACR: Santità, cosa significa diventare grandi? Cosa devo fare per crescere seguendo Gesù? Chi mi può aiutare? Papa Benedetto: Allora, ho ascoltato la domanda del ragazzo dell’ACR. La risposta più bella su che cosa significa diventare grandi la portate scritta voi tutti sulle vostre magliette, sui cappellini, sui cartelloni: “C’è di più”. Questo vostro motto, che non conoscevo, mi fa riflettere. Che cosa fa un bambino per vedere se diventa grande? Confronta la sua altezza con quella dei compagni; e immagina di diventare più alto, per sentirsi più grande. Io, quando sono stato ragazzo, alla vo- stra età, nella mia classe ero uno dei più piccoli, e tanto più ho avuto il desiderio di essere un giorno molto grande; e non solo grande di misura, ma volevo fare qualcosa di grande, di più nella mia vita, anche se non conoscevo questa parola “c’è di più”. Crescere in altezza implica questo “c’è di più”. Ve lo dice il vostro cuore, che desidera avere tanti amici, che è contento quando si comporta bene, quando sa dare gioia al papà e alla mamma, ma soprattutto quando incontra un amico insuperabile, buonissimo e unico che è Gesù. Voi sapete quanto Gesù voleva bene ai bambini e ai ragazzi! Un giorno tanti bambini come voi si avvicinarono a Gesù, perché si era stabilita una bella intesa, e nel suo sguardo coglievano il riflesso dell’amore di Dio; ma c’erano anche degli adulti che invece si sentivano disturbati da quei bambini. Capita anche a voi che qualche volta, mentre giocate, vi divertite con gli amici, i grandi vi dicono di non disturbare… Ebbene, Gesù rimprovera proprio quegli adulti e dice loro: Lasciate qui tutti questi ragazzi, perché Papa Benedetto: Cari amici dell’Azione Cattolica Italiana, sono sempliceDicembre 2010 Spighe 13 sta volontà di Dio, che è la vera luce, la bellezza, l’amore che dà senso al mondo. La forza dell’amore hanno nel cuore il segreto del Regno di Dio. Così Gesù ha insegnato agli adulti che anche voi siete “grandi” e che gli adulti devono custodire questa grandezza, che è quella di avere un cuore che vuole bene a Gesù. Cari bambini, cari ragazzi: essere “grandi” vuol dire amare tanto Gesù, ascoltarlo e parlare con Lui nella preghiera, incontrarlo nei Sacramenti, nella Santa Messa, nella Confessione; vuole dire conoscerlo sempre di più e anche farlo conoscere agli altri, vuol dire stare con gli amici, anche i più poveri, gli ammalati, per crescere insieme. E l’ACR è proprio parte di quel “di più”, perché non siete soli a voler bene a Gesù - siete in tanti, lo vediamo anche questa mattina! -, ma vi aiutate gli uni gli altri; perché non volete lasciare che nessun amico sia solo, ma a tutti volete dire forte che è bello avere Gesù come amico ed è bello essere amici di Gesù; ed è bello esserlo insieme, aiutati dai vostri genitori, sacerdoti, animatori! Così diventate grandi davvero, non solo perché la vostra altezza aumenta, ma perché il vostro cuore si apre alla gioia e all’amore che Gesù vi dona. E così si apre alla vera grandezza, stare nel grande amore di Dio, che è anche sempre amore degli amici. Speriamo e preghiamo di crescere in questo senso, di trovare il “di più” e di essere veramente persone con un cuore grande, con un Amico grande che dà la sua grandezza anche a noi. Grazie. Domanda della giovanissima: Santi14 Spighe Dicembre 2010 tà, i nostri educatori dell’Azione Cattolica ci dicono che per diventare grandi occorre imparare ad amare, ma spesso noi ci perdiamo e soffriamo nelle nostre relazioni, nelle nostre amicizie, nei nostri primi amori. Ma cosa significa amare fino in fondo? Come possiamo imparare ad amare davvero? Papa Benedetto: Una grande questione. È molto importante, direi fondamentale imparare ad amare, amare veramente, imparare l’arte del vero amore! Nell’adolescenza ci si ferma davanti allo specchio e ci si accorge che si sta cambiando. Ma fino a quando si continua a guardare se stessi, non si diventa mai grandi! Diventate grandi quando non permettete più allo specchio di essere l’unica verità di voi stessi, ma quando la lasciate dire a quelli che vi sono amici. Diventate grandi se siete capaci di fare della vostra vita un dono agli altri, non di cercare se stessi, ma di dare se stessi agli altri: questa è la scuola dell’amore. Questo amore, però, deve portarsi dentro quel “di più” che oggi gridate a tutti. “C’è di più”! Come vi ho già detto, anch’io nella mia giovinezza volevo qualcosa di più di quello che mi presentava la società e la mentalità del tempo. Volevo respirare aria pura, soprattutto desideravo un mondo bello e buono, come lo aveva voluto per tutti il nostro Dio, il Padre di Gesù. E ho capito sempre di più che il mondo diventa bello e diventa buono se si conosce questa volontà di Dio e se il mondo è in corrispondenza con que- È proprio vero: voi non potete e non dovete adattarvi ad un amore ridotto a merce di scambio, da consumare senza rispetto per sé e per gli altri, incapace di castità e di purezza. Questa non è libertà. Molto “amore” proposto dai media, in internet, non è amore, ma è egoismo, chiusura, vi dà l’illusione di un momento, ma non vi rende felici, non vi fa grandi, vi lega come una catena che soffoca i pensieri e i sentimenti più belli, gli slanci veri del cuore, quella forza insopprimibile che è l’amore e che trova in Gesù la sua massima espressione e nello Spirito Santo la forza e il fuoco che incendia le vostre vite, i vostri pensieri, i vostri affetti. Certo costa anche sacrificio vivere in modo vero l’amore - senza rinunce non si arriva a questa strada - ma sono sicuro che voi non avete paura della fatica di un amore impegnativo e autentico. È l’unico che, in fin dei conti, dà la vera gioia! C’è una prova che vi dice se il vostro amore sta crescendo bene: se non escludete dalla vostra vita gli altri, soprattutto i vostri amici che soffrono e sono soli, le persone in difficoltà, e se aprite il vostro cuore al grande Amico che è Gesù. Anche l’Azione Cattolica vi insegna le strade per imparare l’amore autentico: la partecipazione alla vita della Chiesa, della vostra comunità cristiana, il voler bene ai vostri amici del gruppo di ACR, di AC, la disponibilità verso i coetanei che incontrate a scuola, in parrocchia o in altri ambienti, la compagnia della Madre di Gesù, Maria, che sa custodire il vostro cuore e guidarvi nella via del bene. Del resto, nell’Azione Cattolica, avete tanti esempi di amore genuino, bello, vero: il beato Pier Giorgio Frassati, il beato Alberto Marvelli; amore che arriva anche al sacrificio della vita, come la beata Pierina Morosini e la beata Antonia Mesina. Giovanissimi di Azione Cattolica, aspirate a mete grandi, perché Dio ve ne dà la forza. Il “di più” è essere ragazzi e giovanissimi che decidono di amare come Gesù, di essere protagonisti della propria vita, protagonisti nella Chiesa, testimoni della fede tra i vostri coetanei. Il “di più” è la formazione umana e cristiana che sperimentate in AC, che unisce la vita spirituale, la fraternità, la testimonianza pubblica della fede, la comunione ecclesiale, l’amore per la Chiesa, la collaborazione con i Vescovi e i sacerdoti, l’amicizia spirituale. “Diventare grandi insieme” dice l’importanza di far parte di un gruppo e di una comunità che vi aiutano a crescere, a scoprire la vostra vocazione e a imparare il vero amore. Grazie. Domanda dell’educatrice: Santità, cosa significa oggi essere educatori? Come affrontare le difficoltà che incontriamo nel nostro servizio? E come fare in modo che siano tutti a prendersi cura del presente e del futuro delle nuove generazioni? Grazie. Papa Benedetto: Una grande domanda. Lo vediamo in questa situazione del problema dell’educazione. Direi che essere educatori significa avere una gioia nel cuore e comunicarla a tutti per rendere bella e buona la vita; significa offrire ragioni e traguardi per il cammino della vita, offrire la bellezza della persona di Gesù e far innamorare di Lui, del suo stile di vita, della sua libertà, del suo grande amore pieno di fiducia in Dio Padre. Significa soprattutto tenere sempre alta la meta di ogni esistenza verso quel “di più” che ci viene da Dio. Questo esige una conoscenza perso- nale di Gesù, un contatto personale, quotidiano, amorevole con Lui nella preghiera, nella meditazione sulla Parola di Dio, nella fedeltà ai Sacramenti, all’Eucaristia, alla Confessione; esige di comunicare la gioia di essere nella Chiesa, di avere amici con cui condividere non solo le difficoltà, ma anche le bellezze e le sorprese della vita di fede. “Siate audaci” Voi sapete bene che non siete padroni dei ragazzi, ma servitori della loro gioia a nome di Gesù, guide verso di Lui. Avete ricevuto il mandato dalla Chiesa per questo compito. Quando aderite all’Azione Cattolica dite a voi stessi e a tutti che amate la Chiesa, che siete disposti ad essere corresponsabili con i Pastori della sua vita e della sua missione, in un’associazione che si spende per il bene delle persone, per i loro e vostri cammini di santità, per la vita delle comunità cristiane nella quotidianità della loro missione. Voi siete dei buoni educatori se sapete coinvolgere tutti per il bene dei più giovani. Non potete essere autosufficienti, ma dovete far sentire l’urgenza dell’educazione delle giovani generazioni a tutti i livelli. Senza la presenza della famiglia, ad esempio, rischiate di costruire sulla sabbia; senza una collaborazione con la scuola non si forma un’intelligenza profonda della fede; senza un coinvolgimento dei vari operatori del tempo libero e della comunicazione la vostra opera paziente rischia di non essere efficace, di non incidere sulla vita quotidiana. Io sono sicuro che l’Azione Cattolica è ben radicata nel territorio e ha il coraggio di essere sale e luce. La vostra presenza qui, stamattina, dice non solo a me, ma a tutti che è possibile educare, che è faticoso ma bello dare entusiasmo ai ragazzi e ai giovanissimi. Abbiate il coraggio, vorrei dire l’audacia di non lasciare nessun ambiente privo di Gesù, della sua tenerezza che fate sperimentare a tutti, anche ai più bisognosi e abbandonati, con la vostra missione di educatori. “Mi sento ringiovanito!” Cari amici, alla fine vi ringrazio per aver partecipato a questo incontro. Mi piacerebbe fermarmi ancora con voi, perché quando sono in mezzo a tanta gioia ed entusiasmo, anche io sono pieno di gioia, mi sento ringiovanito! Ma purtroppo il tempo passa veloce, mi aspettano altri. Ma col cuore sono con voi e rimango con voi! E vi invito, cari amici, a continuare nel vostro cammino, ad essere fedeli all’identità e alla finalità dell’Azione Cattolica. La forza dell’amore di Dio può compiere in voi grandi cose. Vi assicuro che mi ricordo di tutti nella mia preghiera e vi affido alla materna intercessione della Vergine Maria, Madre della Chiesa, perché come lei possiate testimoniare che “c’è di più”, la gioia della vita piena della presenza del Signore. Grazie a tutti voi di cuore! Dicembre 2010 Spighe 15 G.A.B. 6600 LOCARNO 4 Ritorni a Amministrazione «Spighe» Corso Elvezia 35 6900 Lugano il teologo risponde Quell’inganno che viene da oroscopi e previsioni Quando finisce un anno si moltiplicano oroscopi e previsioni. Ma è mai possibile che questa società dove, rispetto al passato, la ragione sembrerebbe prevalere è al contrario sempre più condizionata dalle superstizioni? Invito chi mi legge ed ha pazienza a riunire tutti i vaticini e i presagi per il 2011 che usciranno sulla stampa alla fine del 2010. Ho fatto questo esercizio una volta in passato, collezionando un numero impressionante di predizioni per l’anno nascente. Alla fine di esso le ho controllate con la realtà: NULLA di quanto annunciato era accaduto! L’ho persino spiegato in un’omelia della Messa. Ecco un enigma: come si fa a credere, a pagare, astrologi e cartomanti, se le loro previsioni si rivelano inconsistenti? Ci sono addirittura capi di Stato e di aziende che si consultano con questi visionari. Ma come è mai possibile che ancora all’inizio del ventunesimo secolo ci siano tanti creduloni? È stata persino fissata la fine del mondo il 21.12.2012, ma state certi che il 22 dicembre 2012 non ci sarà nessuno che si scuserà o rifonderà coloro che ha imbrogliato vendendo libri che precisavano la data fatidica. “Vulgus vult decipi” dicevano i romani. Tradurrei: “La gente è vogliosa di essere ingannata”. Mi chiedo se coloro che dettano gli oroscopi lo fanno in buona fede 16 Spighe Dicembre 2010 o solo per incassar quattrini. Anche alla nostra radio qualcuno ci sciorina il quotidiano oroscopo, che va preso come semplice barzelletta mattutina. Si aggiunga il fatto che, secondo taluni esperti, la posizione degli astri si è notevolmente modificata dall’antichità e il riferimento alle costellazioni si basa ora più che altro sulla fantasia. La Bibbia ci invita al rispetto dell’astrologia, (nell’antichità astronomia e astrologia erano tutt’uno) perché ci presenta i Magi che trovano Gesù. Ma l’astro che essi cercano e trovano non è tanto una stella del cielo quanto colui che è la luce del mondo. Si nota una costante: là dove diminuisce la fede, cresce la superstizione. Benedetto Croce (chi lo direbbe?) era superstiziosissimo: non fece mai uscire il numero 13 della sua “Critica” e a Napoli fece compiere nella sua casa complessi lavori perché potesse evitare il n. 13 sulla sua porta. La superstizione è un sottoprodotto della fede. La fede si appoggia sui valori fondanti della vita, la verità, la giustizia, l’amore. Il suo sottoprodotto trema di fronte all’incognito, al fato, al “destino”, e basta un po’ di sale versato o uno specchio rotto per scatenare nell’animo un dramma irrefrenabile. Si trema così tanto che si arriva poi a provocare qualche malanno: un venerdì 17 non potrebbe passare senza far danni, e si è solleva- ti quando il danno capita, come un treno che arriva puntualmente in stazione. Rendiamoci finalmente conto che una sana ragione e una fede illuminata ci salvano da questo marasma. Cerchiamo di essere critici ed ironici con l’assurdo mondo della superstizione, che svuota le tasche ai babbei e riempie quelle dei furbastri. Viviamo nella pace e nella serenità, coscienti di essere portati dal cuore e dalla mano del Padre, consapevoli di poter creare ogni giorno la nostra vita nell’amore, nella gioia, nella pace. don Sandro Vitalini Responsabile: Luigi Maffezzoli Redazione Davide De Lorenzi Chiara Ferriroli Isabel Indino Chantal Montandon Carmen Pronini Redazione-Amministrazione Corso Elvezia 35 6900 Lugano Telefono 091 950 84 64 Fax 091 968 28 32 [email protected] CCP 69-1067-2 Abbonamento annuo fr. 25.– Sostenitori fr. 35.– TBL Tipografia Bassi Locarno