anno XIII - n° 2 Febbraio 2007 periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro Studi padre Flaminio Rocchi Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma 60° dell’Esodo RISPETTO PER IL GIORNO DEL RICORDO 10 febbraio 1947-10 febbraio 2007 Giorno del Ricordo Cade quest’anno il 60° anniversario del trattato di pace che cedette l’Istria, il Quarnero e Zara alla Jugoslavia, causando l’esodo della popolazione italiana autoctona, in fuga dall’occupazione delle truppe di Tito e dagli eccidi delle Foibe. In tutta Italia l’ANVGD, la Federazione delle Associazioni e le singole amministrazioni locali promuovono una serie di iniziative per commemorare – come prescrive la legge sul Giorno del Ricordo – quei tragici eventi. Per ricordare, per elaborare la memoria e renderla condivisa. Il calendario degli appuntamenti alle pagine 6 e 7 Queste rive hanno lasciato 60 anni fa gli italiani nativi dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia IL GIORNO DEL RICORDO 2007 segna il 60° anniversario del trattato di pace dal quale derivò l’esodo, a più ondate e nelle più diverse e comunque sempre tragiche circostanze, della popolazione italiana autoctona dai territori ceduti alla Jugoslavia. Un esodo senza tutele – se non quelle minime da Pola – senza quelle tutele che oggi si invocano giustamente in simili circostanze, ancorché spesso assenti, e sotto la minaccia più odiosa, essendo ridotti ad una condizione di totale, annichilente inferiorità. Nulla è infatti più odioso della costrizione che obbliga l’individuo libero e responsabile ad atti contrari alla sua libera facoltà di scelta, al suo maturo agire. * * * Nel 1997, ancora lontano il raggiungimento di un Giorno del Ricordo condiviso da tutta la Nazione, votato pressoché unanimemente dal Parlamento, l’ANVGD volle commemorare il cinquantesimo dell’esodo con una solenne celebrazione religiosa – officiata da padre Rocchi – alla quale erano presenti le rappresentanze di tutte le comunità esuli in Italia. Dieci anni dopo Trieste accoglie esuli, rappresentanti istituzionali e politici nella sua cornice che vide passare, con disperazione ma anche con volenterosa speranza, migliaia di profughi, di scampati sorpresi, appunto, di essersi sottratti al male. Perché dal male fuggivano. Non è retorica, questa: intorno all’evento storico dell’esodo dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia si addensano decine e decine di migliaia di vite interrotte e riprese, di esistenze spentesi nella delusione per il volgere della storia che macina gli individui e riacutizza il tormento corrosivo della perdita. Le sentiamo tutte, queste vite. * * * Il Giorno del Ricordo, maturato un decennio dopo quella manifestazione romana, è perciò un bene prezioso; non porta un indennizzo materiale – al quale beninteso gli esuli hanno diritto – ma ha un significato morale, storico e politico enorme. Per altro verso, il 10 Febbraio non deve fornire motivo di retorica improduttiva e regressiva. La legge che lo dichiara segna un punto fondamentale a favore dell’onesta interpretazione degli eventi e delle loro concatenazioni, strappati finalmente alle opposte strumentalizzazioni che per decenni hanno gravemente nociuto alla conoscenza, presso l’opinione pubblica nazionale, di quanto accaduto ai confini orientali. Che alla dichiarazione di princìpio contenuta nella legge sul Giorno del Ricordo debba seguire un costante e vigile impegno di attenzione è confermato da alcune iniziative annunciate, di cui si apprende notizia in questi giorni. Iniziative che, dietro l’etichetta, celano un evidente intento settario e fondamentalmente negazionista, e che propongono letture e accostamenti impropri per indebolire la legittimità del ricordo stesso, per ancorarlo – di nuovo, nonostante l’evoluzione della storia e delle idee – a schemi interpretativi faziosi e avvelenati. L’emarginazione, in Italia, della vicenda degli esuli dalle province orientali è nata proprio dalla riduzione in cattività della loro storia, tirata da opposti contendenti che in varia misura ancora oggi aspirano ad esercitare, da una parte, il diritto al monopolio, e dall’altra mirano alla demolizione di una memoria antica in nome di un nazionalcomunismo ideologicamente ripugnante. Entrambi guardano al Giorno del Ricordo come ad una conferma di tesi e posizioni politiche superate, e che per nulla vanno alimentate. * * * La commemorazione di Trieste, sulla quale converge l’attenzione dei media e dell’oninione pubblica, deve fornire – così come è accaduto a Torino nel 2005 – l’occasione per ribadire l’integrità della memoria e il rifiuto di arretramenti ideologici e storiografici. Le teorie totalitarie del Novecento e i loro strascichi contemporanei hanno utilizzato e penalizzato la storia: il lavoro che ha preceduto la promulgazione della legge sul 10 Febbraio è durato anni ed è stato improbo proprio a causa di quei condizionamenti incancreniti. Ora, il dettato della legge va rispettato, e tocca agli esuli vigilare con equilibrio sulle appropriazioni indebite come sulla denigrazione che li offende nei sentimenti e nel ricordo di quella antica, mai dimenticata costrizione. Patrizia C. Hansen COSTANTE RAPPORTO TRA GLI ESULI E LA FARNESINA TOTH INCONTRA IL DIRETTORE GENERALE PER L’EUROPA LAURA MIRACHIAN Il comunicato stampa emesso dalla Presidenza nazionale Restituzioni, indennizzi, rapporti con i rimasti e doppia cittadinanza per gli Italiani della Dalmazia: questi gli argomenti trattati oggi pomeriggio durante l’incontro tra il Direttore Generale per per l’Europa Ambasciatore Laura Mirachian e l’on. Lucio Toth, presidente nazionale dell’ ANVGD. Incontro che si è svolto al termine di un lungo periodo di collaborazione e contatti che hanno preceduto la visita a Lubiana del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema L’ANVGD, infatti, aveva intensificato da dicembre i suoi contatti con la Farnesina, inviando al Ministro degli Esteri in data 30 dicembre un promemoria circostanziato e riservato sul problema della restituzioni dei beni agli esuli italiani, non solo dalla exZona B, ma anche dai territori delle province di Gorizia e Trieste ceduti con il trattato di pace del 1947, con specifico riferimento alla posizione slovena. Un’ulteriore memoria veniva inviata il 2 gennaio scorso su altri temi che avrebbero potuto interessare i col- FINANZIARIA 2007: IL MINISTERO DELL’ECONOMIA CONFERMA GLI STANZIAMENTI PER TUTTI GLI SCAGLIONI DEI «BENI ABBANDONATI» La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il 21 dicembre scorso la Legge Finanziaria e di Bilancio 2007, mettendo la parola fine ad un lunghissimo e convulso dibattito trascinatosi per settimane. Grave allarme aveva procurato l’assenza, dal documento approvato in prima lettura dalla Camera, di ogni provvedimento in favore degli esuli e delle associazioni nonché della comunità italiana oltreconfine (si veda “Difesa” di gennaio 2007 a pag. 3). Un ostinato e quotidiano lavoro di pressing da parte della Federazione delle Associazioni e dell’ANVGD ha permesso che l’Esecutivo recepisse le principali richieste degli esuli: la reintroduzione, in sede di Commissione Bilancio del Senato, del rifinanziamento della Legge 193 del 2004 recante interventi a tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli italiani dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e in favore della minoranza italiana in Croazia e Slovenia; la prosecuzione dei pagamenti degli segue a pag. 2 DAY OF REMEMBRANCE 2006 President Carlo Azeglio Ciampi decorated twenty relatives of foibe victims In english language to page 14 DÍA DEL RECUERDO 2006 El Presidente de la República Ciampi confería Por primera vez las condecoraciones a los cónyuges de veinte enfoibados En lengua española en la página 15 loqui italo-sloveni di Lubiana. Sulla base di tali contatti era stato fissato per l’11 gennaio un incontro che è puntualmente avvenuto. Nel corso dei colloqui odierni, il presidente Toth ha avuto assicurazioni sull’attenzione del Governo per le posizioni espresse dagli esuli giulianodalmati, così come sono state sempre ribadite alla Farnesina dalla Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati, alle quali Toth si è strettamente attenuto. Roma, 11 gennaio 2007 I 210 anni del Tricolore «Ciò che noi facciamo ora, [...] è più che una festa, è più che un fatto. Noi celebriamo, o fratelli, il natale della Patria». Dal discorso tenuto da Giosuè Carducci il 7 gennaio 1897 a Reggio Emilia per celebrare il 1° centenario della nascita del Tricolore Il 7 gennaio del 1797 nasceva la bandiera simbolo della Repubblica Cispadana. Nel 1997 il Parlamento proclamò la «giornata nazionale della bandiera». Il Tricolore italiano compie dunque 210 anni e l’Italia ha celebrato l’anniversario con diverse iniziative, la prima delle quali si è svolta nella storica Sala del Tricolore del Palazzo del Comune di Reggio Emilia, dove nel 1797 venne dichiarata la Repubblica Cispadana. La mozione del deputato romagnolo Giuseppe Compagnoni recitava fra l’altro: «Che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori: verde, bianco e rosso». In realtà i primi a ideare la bandiera erano stati due patrioti e studenti dell’Università di Bologna, Luigi Zamboni, natio del capoluogo emiliano, e Giambattista De Rolandis, originario di Castell’Alfero (Asti), che nel 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive città al verde, colore della speranza. 2 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007 fatti e commenti continua dalla prima pagina Il ministro degli Esteri in Slovenia FINANZIARIA 2007: IL MINISTERO DELL’ECONOMIA CONFERMA GLI STANZIAMENTI PER TUTTI GLI SCAGLIONI DEI «BENI ABBANDONATI» D’Alema a Lubiana: beni degli esuli, il risarcimento va ridiscusso indennizzi e la conferma del personale INPS distaccato al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Ora, da assicurazioni degli uffici competenti dello stesso Ministero dell’Economia risulta che sussistono i fondi necessari per concludere l’applicazione della Legge 137/01 per tutti gli scaglioni previsti, attingendo sia allo stanziamento previsto in Finanziaria che ai residui di bilancio recuperati. CONFERMATO IL PERSONALE INPS APPLICATO SULLE PRATICHE Allo stesso tempo, sempre il Dicastero dell’Economia conferma che il decreto governativo collegato alla stessa Finanziaria autorizza il mantenimento del personale INPS distaccato a Via XX Settembre in rinforzo dell’uffico preposto all’esame e alla liquidazione delle pratiche dei «beni abbandonati». Personale fortemente richiesto e voluto, come si ricorderà, dall’ANVGD. Il sottosegretario agli Esteri Famiano Crucianelli ha espresso «compiacimento per l’inserimento nella legge finanziaria del rifinanziamento per il prossimo triennio della legge 193 del 2004 a favore delle minoranze italiane in Slovenia e Croazia e degli esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia». «È un fatto positivo, pur in un momento di ristrettezze finanziarie, che il governo italiano abbia voluto riaffermare la propria attenzione e il proprio sostegno a favore delle Comunità italiane in Slovenia e Croazia e degli esuli da quelle terre». Fabio Rocchi Il ministro degli Esteri Massimo D’Alema si è recato il 10 gennaio in visita a Lubiana per una serie di incontri istituzionali con il suo omologo Rupel, con il primo ministro Janez Jansa e con il presidente della Repubblica, Janez Drnovsek. In Slovenia D’Alema ha avuto contatti anche con i vertici della minoranza italiana. Nell’agenda politica era previsto un primo confronto sui problemi relativi ai beni abbandonati dagli esuli italiani e al loro diritto di ottenere restituzioni e risarcimenti. Tant’è che il nodo politico non si è sciolto, e i due ministri ne hanno preso atto. D’Alema a Lubiana l’ha definita una «questione delicata»; circa i beni espropriati dall’ex regime jugoslavo, il «risarcimento – ha aggiunto – va ridiscusso assieme a Lubiana e Zagabria». Circa il «fondo che è stato diviso tra Slovenia e Croazia [Stati succeduti negli obblighi alla Jugoslavia, n.d.r.] mai l’ltalia è stata interpellata a riguardo». Detto fondo, peraltro, nel quale i due Stati successori hanno versato una determinata cifra quale risarcimento all’Italia, è fermo al 1993 e «quindi – ha soggiunto D’Alema – si pone il problema della sua rivalutazione». Il titolare della Farnesina fa quindi implicito riferimento al noto princìpio del «pacta sunt servanda» Ricordiamo che Lubiana si era 27 gennaio 2007: Giornata della Memoria della Shoah Ebrei di Fiume Il 27 gennaio di ogni anno si commemora la Giornata della Memoria della Shoah. In questa circostanza vogliamo riprodurre un estratto dal libro di Paolo Santarcangeli, Il porto dell’aquila decapitata, ed esattamente dal capitolo XII intitolato Ebrei. Qualche fiumano, che abitava nei pressi della Sinagoga, ricorda i canti solenni che ne provenivano, carichi di storia e di trascendenza. Venivano da lontano, da villaggetti della Russia, della Galizia, della Bessarabia oppure da piccole città dell’Ungheria settentrionale e orientale, dove avevano vissuto circondati dall’odio o, alla meglio, dall’indifferenza ostile degli altri abitanti. Perciò anche a Fiume si chiusero in una loro compa-gnevole solitudine, fatta di un orgoglio casto e umile. Avevano grandi barbe in cui ancora si annidava il ricordo delle vessazioni patite; quando guardavano il mare, si accendeva nei loro occhi un lampo che presto si spegneva. Ed anche nelle rughe del volto, della fronte viveva ancora la memoria degli eccidi zaristi, delle violenze magiare. Era giusto che diffidassero: anche di sé. Portavano in capo grandi cappelli di feltro nero, simili a quelli che portano ancora, specie nel Meridione d’Italia, i vecchi preti; e dalle loro tempie scendevano i lunghi riccioli rituali. Gi- ravano chiusi in grandi palandrane nere – i caffetani dei ghetti russi – che solo nella stagione più calda cambiavano con altre più leggere, di tela rasata; e, sotto quei cappottoni, i più anziani calzavano ancora – assumendo con ciò una strana aria marziale da soldati di cavalleria – alti stivaloni più adatti alle nevi e al fango dell’Ucraina e della Russia Bianca che non alle nostre civili strade, asfaltate o selciate. Avevano nell’animo una strana mitezza e molta tristezza. Il futuro alzava su di loro – né lo sapevano allora; oppure, lo sapevano? – una grande ala nera. [...] Avevano quegli ebrei una loro sinagoga – anzi, una « Schul » – in cui si riunivano a pregare nelle ore prescritte e le sere del venerdì e i sabati e nei giorni di festa; molti, anche giovani, passavano tutta la loro giornata nella preghiera, nella meditazione e in dotte discussioni: poiché era un onore per ogni famiglia avere nel proprio studioso della Legge. Era rarissimo che uno di loro abbandonasse quella Comunità. Scoppiata la guerra, ebbi molti di loro miei vicini di prigionia e vidi che cosa può e vale una disciplina morale – o se lo si preferisce – una fede sicura. Furono compagni ordinatissimi, discreti, pazienti senza passività. Questa è però un’altra storia. Coloro di cui ho parlato erano ebrei Da gennaio 2007 la newsletter della sede nazionale ANVGD Venerdì 12 gennaio ha preso l’avvio l’iniziativa della newsletter settimanale dalla Sede nazionale dell’ANVGD. Coloro che si saranno registrati (gratuitamente) sul nostro sito www.anvgd.it riceveranno settimanalmente un riepilogo delle principali notizie provenienti dall’attività associativa, dai Comitati provinciali ANVGD, dalle istituzioni, dai media e dalle altre associazioni degli Esuli. L’invito a tutti è quindi quello di registrarsi per ricevere comodamente nella mail le ultime notizie. A coloro che sono fonte di informazione l’invito è di farci avere le notizie utili da diffondere, soprattutto su iniziative in corso, tenendo conto che la newsletter verrà generalmente inviata il venerdì. La tempestività della newsletter coprirà le necessità informative più pressanti, senza sostituire la centralità del mensile “Difesa Adriatica” che resta l’organo ufficiale dell’ ANVGD e che contiene una completezza e pluralità di informazione su tutto il panorama dell’esodo. F. R. «ortodossi», come, non senza orgoglio, si chiamavano da sé. Oltre a loro, v’era tuttavia nella città, forse più numerosi, gli ebrei « moderni», che vestivano e si comportavano come gli altri cittadini e sempre più si fondevano con essi. Non osservano i precetti rituali conservandone, semmai, i meno fastidiosi. Venivano, alcuni pochi, da Trieste e dal resto dell’Italia, e in tal caso avevano cognomi italiani ed erano quasi tutti «sefarditi», vale a dire di origine ispanoitaliana. In talune famiglie, essi potevano vantare una lunga ascendenza fiumana. Infatti, già verso il 1780 si ha notizia dell’insediamento di un gruppo di ebrei, proveniente da Trieste, dove erano stati accolti «sotto gli auspicii della singolare grazia e clemenza» dell’imperatrice Maria Teresa. Con un Protocollum in rei politiae del 26 settembre 1781, sub praesidio del conte Giovanni Szapáry, governatore di Fiume, si provvide a costituire la prima comunità, dotandola di un regolamento ufficiale in cui finivano fissate le mansioni del primi-pilus, il quale, tra l’altro, «studebit et cooperabit, ut Personae honestae de Natione Hebraea pro Augmentatione Commercii, et Utilitate Concursus, Sedem in majori, quo fieri potest, Numero, Flumine, vel Buccari aut reliquo Litorali Hungarico figant. Bene quippe intelligendum: quod cuncti ii etiam, qui forte Buccari, vel Porto Regio (Portorè) ex Natione Hebraea Semet stabilituri essent, usque ulteriores Dispositiones ad Commu- nitatem Nationis Hebraea Fluminensis pertinentes futuri, Depen-dentiamque a Primipilo Flumi-nensi agnituri sint». E ci dispiace di non poter riprodurre per esteso il documento, redatto in un curiosissimo latino austro-aulico. Nella maggioranza erano però «ashkenazi», cioè «tedeschi» (ironia del nome!), provenienti per lo più dall’Ungheria, con nomi spesso magiari o magiarizzati, commercianti piccoli o medi o grossi, imprenditori, professionisti in maggioranza, medici o avvocati - e, in taluni casi, impiegati dell’amministrazione ungherese. Avevano nella via del Pomerio, là dove frequentai le scuole elementari, una bella sinagoga, che fu fatta saltare in aria dai nazisti. I libri sacri, affidati in tempo al Vescovo della città, furono salvati. Oggi, di quel tempio non resta traccia. E quanti, tra quelli che lo frequentavano, sono ancora in vita? A Fiume non ne è rimasto nessuno, a quanto mi è parso di vedere; la più parte, uccisi nei campi di concentramento tedeschi; gli scampati, dispersi per i quattro angoli d’Italia e del mondo, come i loro concittadini cristiani. Ricordo, in certe sere di vigilia, il tempio illuminato a festa, con lampade e molte candele intorno al leggio della Lettura; avvolti nei bianchi manti di lino e seta, con un alto berretto bianco sul capo, il rituale scialle rigato sulle spalle, il rabbino - sottile, timido, la candida barbetta a pizzo -; il cantore, altissimo, dalla voce melodiosa e tonante, imponente come un sacerdote antico; il vice-rabbino, rubizzo, dalla voce chioccia, con grossi baffoni alla Umberto, mattacchione, pronto a burle lievi; il capo della Comunità, un medico, grande e grosso, molto compreso di sé e della sua dignità, occupato a distribuire inchini e saluti a destra e a sinistra, mentre si avvia verso i primi banchi del tempio (il figlio, mio compagno di scuola, si gettò dal quinto piano di una casa per sfuggire all’arresto; il padre ne morì di dolore poco dopo) . Ricordo, a Capodanno e alla Festa della Penitenza, l’antico suono del cor- impegnata a versare 75 milioni di dollari su un conto presso la «Dresdner Bank». Più tardi Zagabria iniziò a versare alcune rate. L’Italia non ha mai prelevato alcunché da quei conti. Dal canto suo l’omologo sloveno Rupel si è detto pronto ad aderire al cosiddetto «percorso della memoria» dei tre presidenti di Italia, Slovenia e Croazia sui luoghi simbolo delle atrocità compiute durante la Seconda guerra mondiale. D’Alema, pur aderendo all’idea, ha voluto precisare che la scelta dei luoghi deve essere fatta con attenzione «per non suscitare nuovi antagonismi». E difatti non sono state fatte date. p.c.h. no d’ariete: un suono inatteso, forte, rauco, aspro, rivelazione di un’antica vita pastorale, apparentato (né paia irriverente) al raglio dell’asino; le candeline e l’allegria della Chanukkà; la lieta processione per la Festa della Thorà: in capo alla fila, i pesantissimi rotoli di pergamena, avvolti in bende e coperti di manti ricamati, tinnivano con le campanelle fissate sotto le corone d’argento che ne coprivano i manici superiori; adagiati sulle spalle di coloro che li recavano, somigliavano ad infanti miracolosi; e ricordo pure il trabiccolo di rami d’alloro, rizzato nel cortile della Sinagoga per la festa delle Capanne. Ricordo il canto del coro e il devoto salmodiare e lo strascicato alzarsi e sedersi, con uno sbattere di leggii e di piani di sedili nei momenti prescritti; e il sapore dei pani dolci cosparsi di granelli di papavero, che venivano affettati e dati a noi bambini il dì delle Capanne, e parevano meravigliosi; cosl come ricordo anche il gusto, amaroe ostico sulle prime, ma nuovo e strano, delle ostie del pane azzimo a Pasqua. Ricordo la recita della professione di fede dello «Shemà Israel» - ascolta, Israele! quella professione che, di di lì a non molto, doveva risuonare mille e mille volte nelle camere a gas e sull’orlo delle fosse dello sterminio. Ma fu buffo - buffo? - ciò che accadde quando arrivarono le cosidette leggi razziali. Molti dei nostri ebrei sposatisi a donne cattoliche, magari convertiti dall’infanzia o addirittura nati cattolici e, ciò che più conta, completamente «fiumanizzati» e alcuni di loro, ahinoi, fascisti «della prima ora» - avevano dimenticato o quasi di essere tali (voglio dire «ebrei» e non «fascisti») Furono subito scoperti dai diligentissimi spulciatori dei registri dello Stato Civile oppure, sotto la minaccia delle sanzioni proclamate dal governo, si scoprirono e denunciarono da sé. In quella piccola città, non mancarono i casi comici. «Toh, è ebreo anche lui? E chi l’avrebbe pensato!». Ci furono di quelli che tornarono a frequentare il tempio; altri - anche a prescindere dagli interessi «materiali» - erano seccatissimi di essere costretti a sostenere una parte che ricusavano, in quanto non più sentita. Pochi, troppo pochi, sapevano o immaginavano che sarebbero scivolati lungo una china atroce, fino alla «soluzione finale», là dove, senza volto - così come era stato senza volto, troppe volte, nei secoli - aspettava il Nulla. Paolo Santarcangeli Febbraio 2007 3 DIFESA ADRIATICA cultura e libri Giuseppe Lallich un artista dalmata all’Eur L’ultimo veneziano a Parigi Roma. Si è aperta al pubblico, il 26 gennaio, e resterà aperta sino al 10 febbraio 2007, la mostra «Giuseppe Lallich (1867-1953), dalla Dalmazia alla Roma di Villa StrohlFern», una retrospettiva dedicata al pittore dalmata ed allestita nelle sale del Rifugio Antiaereo del Palazzo degli Uffici dell’Eur S.p.A. L’iniziativa è volta a celebrare un grande artista il cui nome è ingiustamente caduto nell’oblìo e pressoché totalmente dimenticata dagli studi del settore. Nel 2003 la sede romana di Viale Mazzini della Corte dei Conti aveva ospitato una prima rassegna di opere del Lallich, di Spalato, il Tempio di Giove proprietà della Galleria nazionale nel palazzo di Diocleziano, d’arte moderna e contemporanea, poi Battistero di S. Giovanni su iniziativa della stessa Corte dei (foto Stengel & Co, Dresda, XIX sec.) Conti e dell’Associazione Nazionale Dalmata. La mostra, ideata dall’Associazione Nazionale Dalmata in collaborazione con la E-NVENT S.r.l. e realizzata con il contributo della Regione Lazio nell’ambito delle iniziative legate alla L.R. 4/2006 ART. 66, della Regione Veneto e della EUR S.p.A, rappresenta un doveroso omaggio all’arte di Giuseppe Lallich: «l’esistenza, le scelte artistiche, i viaggi e i contatti fanno di Lallich un maestro cosmopolita – si legge nella presentazione della mostra – una figura di transizione tra due mondi, il chiaro esempio della Cultura schiacciata, ma mai annientata, dalla Guerra». Il percorso espositivo della rassegna, costituito da un corpus di una cinquantina di opere inedite, si sviluppa attraverso una scansione cronologica che ricostruisce le linee guida della vita e dell’opera dell’artista spalatino lungo un percorso che si dipana da Spalato, città natale dell’artista, passando per Milano e Parigi, giungendo sino a Roma, nella cornice di Villa Strohl-Fern, piccola porzione di Villa Borghese. Sede dell’allestimento, come accennato, è il Rifugio anti-aereo femminile del Palazzo degli Uffici: un labirinto sotterraneo conservato come ai tempi della Seconda guerra mondiale, con lunghi corridoi e diversi vani, le porte blindate, doppi usci di ferro con gli spioncini, i cartelli originali con le indicazioni per i rifugiati, il gruppo elettrogeno azionato a pedali con due biciclette: insomma, una “mostra nella mostra”. Le opere esposte provengono da istituzioni quali l’Associazione Nazionale Dalmata di Roma, la Scuola Dalmata dei SS Giorgio e Trifone di Venezia, l’Associazione Amici di Villa Strohl-Fern di Roma e da numerose collezioni private. In occasione dell’inaugurazione della mostra, è stata presentata la prima monografia dell’artista realizzata dalla curatrice della rassegna, Carla Isabella Elena Cace, maggior esperta italiana di Lallich, intitolata Giuseppe Lallich (18671953), dalla Dalmazia alla Roma di Villa Strohl-Fern. La mostra termina simbolicamente il 10 febbraio, Giorno del Ricordo dell’esodo e delle Foibe. Ingresso gratuito, orari di apertura: 10.00 - 12.00; 16.00 18.00 dal lunedì alla domenica. La Biblioteca Nazionale Marciana ha pubblicato, in collaborazione con la Fondazione Querini Stampalia, il libro in due volumi Venezia-Parigi 1795-1797. I dispacci di Alvise Querini ultimo ambasciatore in Francia della Repubblica Veneta, edito da Gaspari (Udine 2006, pp.750, 14.80 euro) a cura di Giandomenico Ferri Cataldi e Achille Gradella, con introduzione di Giovani Scarabello ed un saggio di Antonio Fancello e Barbara Poli. I dispacci, pubblicati per la prima volta, sono quelli che Querini inviò da Parigi negli anni del Direttorio, con i quali informava settimanalmente il governo della Serenissima della situazione politica a Parigi, dei suoi rapporti col Direttorio, dei suoi intenti diplomatici. Il primo dispaccio è del 23 maggio 1795, l’ultimo del 3 giugno 1797. Sono in tutto 188. I dispacci, evidenziano i curatori, costituiscono una documentazione essenziale per comprendere la situazione europea di quel complesso periodo e in specie per comprendere degli eventi che condussero alla ca- Quando la Serenissima perse anche l’Istria e la Dalmazia duta della Repubblica veneta. Quando infatti la Rivoluzione francese ebbe inizio, nel 1789, Venezia era ancora uno Stato indipendente, e sue erano l’Istria, la Dalmazia e le isole Ionie. Nel 1796 incomincia la campagna d’Italia: vinti i Piemontesi e gli Austriaci, Napoleone Bonaparte dilagò nel territorio veneto. Querini protestò col Direttorio ottenendone solo Due libri di Guido Rumici Esodo, Foibe e dopoguerra Guido Rumici (Gorizia, 1959) insegnante di Economia aziendale e ricercatore di Storia ed economia regionale, è cultore di Diritto dell’Unione Europea e di Organizzazione Internazionale nell’Università di Genova. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi sulla storia della Venezia Giulia e della Dalmazia, vincendo nel 1998 il Premio Carbonetti con lo studio L’Istria cinquant’anni dopo il grande esodo e nel 2001 il Premio Tanzella con La Scuola Italiana in Istria. Nel 2001 Due titoli sulla «questione orientale» Due i titoli recentemente editi Ai Molti problemi dell’Italia sulla «questione orientale», entrambi al confine orientale lo studioso per i tipi dell’editore Del Bianco di fiumano Mario Dassovich aveva Udine. Il primo è di Mainardo già dedicato due suoi volumi, Benardelli, La questione di Trieste, nel 1989 (per il periodo 1866storia di un conflitto diplomatico 1929) e nel 1990 (per il periodo (1945-1975), con una premessa di 1929-1977). Ora, la riedizione Sergio Romano. di questo titolo riguarda il priBernardelli, giovane studioso mo dei due volumi, che ha per nato a Gorizia nel 1964, diplomatisottotitolo Dall’armistizio di co di carriera, analizza il conteCormons alla decadenza del nzioso internazionale fra Italia e Jupatto Mussolini-Pasic (1866goslavia sui confini, iniziando dal1929). Autore prolifico, Dassovich si l’invasione di Trieste dei partigiani è sempre concentrato sull’area titini del 1° maggio 1945. Nei adriatico-balcanica. famigerati 40 giorni successivi la siRicordiamo, tra i suoi saggi, tuazione nella città giuliana fu, come In un bosco del Carso noto, drammatica. L’atteggiamento L’Impero e il Golfo (con i volusi cercano i resti di infoibati diTito riguardo la città diTrieste commi editi nel 2002 per il periodo promise infine anche i rapporti tra la federativa e l’Unione 1717- 1814, nel 2003 per il periodo 1815- 1866, nel Sovietica, che non rischiò un nuovo conflitto mondiale per 2005 per il periodo 1867- 1914); i due volumi Fronte proteggere l’ alleato jugoslavo, tanto più dopo la rottura jugoslavo (con l’edizione del 1999 per il biennio con il Cominform nel 1948, la diminuita tensione con l’Oc- 1941-1942 e l’edizione del 2000 per il 1943); i due cidente e l’esigenza di definire le frontiere settentrionali. volumi sulle vicende del confine orientale italiano Tra innumerevoli difficoltà e forti tensioni diplomatico- nel secondo conflitto mondiale (Guerriglia e guerra militari, culminate con la mobilitazione di truppe al confi- sui due versanti del Nevoso, 2001) e 1945-1947, anni ne ordinata a scopo dimostrativo dal governo Pella nel 1952, difficili e spesso drammatici, 2005. nel 1954 fu stipulato un accordo fra Roma e Belgrado in Di argomento propriamente giuliano e fiumano forza del quale la Zona B venne ceduta alla Jugoslavia (con sono invece Dopoguerra a Trieste (1996), La Fiumara alcune modifiche di confine a suo vantaggio), determinan- e le sue due sponde (1997), La diaspora fiumana do un’altra ondata di esodo della popolazione italiana. (1986). In appendice il testo del trattaro di pace del 1947. red. ha pubblicato con Mursia Fratelli d’Istria sulla storia, la situazione e le prospettive degli Italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dal 1945 a oggi. Nel 2002, sempre con Mursia, è uscito Infoibati, volume dedicato alla tragica vicenda delle Foibe. Collabora fattivamente con il nostro Comitato provinciale di Gorizia. Ha inoltre pubblicato Italiani d’Istria: da maggioranza a minoranza e Un paese nella bufera: Pedena 1943/1948. È relatore in numerose conferenze e convegni di carattere scientifico, in particolare su argomenti inerenti la storia e l’economia dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Ha più volte collaborato per programmi d’informazione con la R AI-Friuli Venezia Giulia e con Radio e TeleCapodistria. Come docente si è occupato in particolar modo della storia, dei problemi, dell’organizzazione e dei programmi delle scuole italiane nei territori ceduti, pubblicando saggi su queste tematiche, promuovendo scambi culturali e gemellaggi tra le istituzioni scolastiche della minoranza italiana in Istria e del Friuli Venezia Giulia. Ecco una sintentica descrizione di due suoi saggi, che proponiamo all’attenzione dei nostri Lettori. Fratelli d’Istria. La storia degli italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia dal 1945 ad oggi. Da maggioranza a minoranza: la prima opera che tratta le vicende che colpirono i territori ormai ex italiani del confine orientale. Il destino di quanti rimasero ad abitare in Istria e a Fiume sotto il regime del maresciallo Tito dopo l’occupazione delle truppe jugoslave al termine del secondo conflitto mondiale è una pagina importante di storia cui gli studiosi e gli organi di informazione hanno riservato scarsa attenzione. Pochi sanno, per esempio, che la maggior parte degli abitanti di quelle terre scelse l’esodo e abbandonò le buone intenzioni. La Francia non intendeva rinuciare al Belgio e compenserà l’Austria con i territori veneziani. Attraverso i dispacci del Querini è possibile seguire il continuo arretramento dello Stato veneto, dalle rivoluzioni organizzate dai Francesi nelle maggiori città di Terraferma sino all’attacco finale contro la stessa Venezia. proprie case e i propri averi per trasferirsi nella Penisola, pur di sottrarsi alla nuova realtà che veniva percepita come ostile e pericolosa. Chi rimase assistette invece, in breve tempo, allo sconvolgimento totale del tessuto sociale, della vita politica, delle relazioni umane ed economiche. Queste pagine sono dedicate alle vicende che investirono i territori ormai ex italiani del confine orientale e portano alla luce una tematica ingiustamente ignorata al di fuori dell’ambito strettamente locale. Il libro contiene un’abbondante documentazione fotografica, numerose testimonianze e diverse tabelle con i dati numerici dei censimenti jugoslavi dal 1945 al 1991 relativi alle località storicamente abitate da italiani. Per ognuna delle 50 Comunità Italiane esistenti sono indicati i dati relativi agli iscritti, così come per i 37 asili, le 14 Scuole Elementari e le 7 Scuole Medie Superiori in lingua italiana oggi funzionanti in Slovenia e in Croazia. Varie piantine corredano il testo che può essere considerato un vero manuale sulla storia della minoranza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia. Infoibati. Tra settembre del 1943 e la primavera del 1945, nei territori della Venezia Giulia occupati dal Movimento Popolare di Liberazione jugoslavo di Tito, migliaia di uomini e donne scomparvero nelle foibe, le cavità naturali che si aprono nel Carso. Infoibati: in questo termine sono racchiusi la memoria degli scomparsi e l’orrore di una tragedia della quale, a distanza di decenni, è ancora impossibile tracciare un bilancio definitivo. Con documenti di fonte jugoslava, inglese e italiana, con fotografie e testimonianze dirette di parenti e sopravvissuti, vengono ricomposti i tasselli di questa tragedia nazionale che per decenni è stata dimenticata e rimossa. Il contesto storico, i rapporti tra comunisti italiani e slavi, le uccisioni e gli infoibamenti dal 1943 in poi, i ritrovamenti del periodo bellico e del dopoguerra, i silenzi di Stato: un lavoro di ricerca senza precedenti che ricostruisce una pagina oscura della nostra storia e che, senza pregiudizi ideologici, ridà voce alle vittime delle foibe. 4 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007 STORIA E CULTURA, PER SAPERNE DI PIÙ Per approfondire i temi della storia giulianodalmata dell’esodo, delle foibe e delle vicende del confine orientale vi consigliamo alcune pubblicazioni, insieme ai gadget associativi che potranno risultare utili agli appartenenti alla nostra comunità.Tutti gli ordini possono essere trasmessi via posta (ANVGD, Via L. Serra 32, Roma 00153), via telefono o fax (06.58 16 852) o via mail ([email protected]). I richiedenti riceveranno il plico con all’interno il bollettino postale da utilizzare per il pagamento. Nulla è dovuto alla consegna. PERCHÉ LE FOIBE: gli eccidi in Venezia Giulia e in Dalmazia (1943-1950). Saggio di Lucio Toth edito dalla Sede nazionale dell’ANVGD sul dramma delle Foibe e la loro interpretazione della storiografia e nella politica. Edizione 2006. Pagg. 31. OPUSCOLO – CODICE 69 – EURO 5 oltre 10 copie euro 3 RESTITUZIONE O RISARCIMENTO DEI BENI ESPROPRIATI E NAZIONALIZZATI DAL REGIME JUGOSLAVO AGLI ESULI ISTRIANI, FIUMANI E DALMATI. Testo dell’avv. Gian Paolo Sardos Albertini edito dalla Sede Nazionale dell’ANVGD e riguardante gli aspetti giuridici dei beni abbandonati dagli Esuli. Edizione 2006. Pagg. 62 OPUSCOLO – CODICE 18 – EURO 5 oltre 10 copie euro 3 L’ESODO DI 350.000 GIULIANI, FIUMANI E DALMATI . Una vera enciclopedia dell’Esodo giuliano dalmata scritta da Padre Flaminio Rocchi: la storia, i fatti, la politica, le persone, gli orrori, le monografie delle città perdute, la cronologia degli avvenimenti in oltre 700 pagine. LIBRO - CODICE 41 – EURO 25 I gadget L’ISTRIA DELL’ ESODO. Un manuale legislativo sugli aspetti assistenziali e normativi sviluppatisi nei decenni in favore dei profughi giuliano dalmati. A cura di P. Flaminio Rocchi. Pagg. 274. LIBRO – CODICE 42 – EURO 15 FRANCOBOLLO DEL GIORNO DEL RICORDO. Elegante folder completo di: cartolina dedicata e affrancata (con annullo), busta Primo Giorno di Emissione affrancata, tessera filatelica con francobollo (formato bancomat), francobollo semplice. FOLDER COMPLETO CODICE 910 – EURO 10 IL CONFINE ORIENTALE NEL NOVECENTO. Volume che affronta il problema dell’ inserimento nei testi scolastici delle complesse vicende del confine orientale, con gli interventi di studiosi e politici. A cura di Patrizia C. Hansen ed edito dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Pagg. 135. LIBRO – CODICE 43 – EURO 15 L’ISTRIA È LONTANA – UN ESODO SENZA STORIA. Volume narrativo di Gianni Giuricin su tante piccole vicende che si sono intersecate negli anni dell’Esodo e su ciò che in Istria vi è rimasto. Interessante l’appendice con gli elenchi della diffusione dei cognomi in Istria. LIBRO – CODICE 46 – EURO 10 L’AUTOCTONIA DIVISA. Edito da Coordinamento Adriatico e a cura di Valeria Piergigli, tratta della tutela giuridica della minoranza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia. Ampi cenni storici. Volume di 490 pagine. Edizione 2005. LIBRO – CODICE 53 – EURO 20 ISTRIA RISCOPERTA. Ritrovare l’Istria, raccontare la sua storia per guardare al futuro nelle 18 recentissime interviste del giornalista Marco Rossi ad alcuni dei personaggi che questa storia l’hanno fatta o l’hanno solo ‘scoperta’.Volume di 226 pagine. LIBRO – CODICE 70 – EURO 12 ESODO – LA MEMORIA NEGATA, L’ITALIA DIMENTICATA. 110 minuti di documentario (diviso in 2 parti) prodotto dall’ANVGD, che riporta i temi storici, i fatti, le testimonianze dell’Esodo di 350.000 italiani, dei migliaia morti nelle Foibe e dei Campi Profughi. La prima parte di 50’ è particolarmente indicata per spettatori che non conoscono la storia del confine orientale. VHS CODICE 11: EURO 10 DVD CODICE 21: EURO 15 Un’immagine dalla fiction con Leo Gullotta PADRE FLAMINIO ROCCHI: L’APOSTOLO DEGLI ESULI. L’ultima intervista del francescano scomparso nel 2003, motore e anima della nostra Comunità. Un commovente excursus su 60 anni di storia degli Esuli. Edizione realizzata dalla Venicefilm con la autorizzazione della famiglia Rocchi. Durata 50’. VHS CODICE 13: EURO 7 DVD CODICE 23: EURO 7 IL CUORE NEL POZZO. La fiction Rai trasmessa su Rai Uno in occasione del primo Giorno del Ricordo, con Leo Gullotta, Beppe Fiorello e Antonia Liskova. Il racconto che parla di Foibe ed esodo entrato nelle case di 10 milioni di italiani. 2 DVD di 100’ ciascuno. 2 DVD – CODICE 24 – EURO 20 VIAGGIO SUI BINARI DELLA STORIA. La Storia della Parenzana, la mitica ferrovia che dal 1902 e per alcuni decenni collegò Trieste a Parenzo attraverso paesaggi incontaminati densi di colori, profumi ed emozioni, vere istantanee di un’Istria che non c’è più ma che ha lasciato un profondo segno nella storia e nella memoria. Prod. CDM-ANVGD. VHS – CODICE 14 – EURO 15 PIETRA D’ISTRIA – Architettura e territorio. Video prodotto in occasione della Mostra tenutasi a Trieste sulle Casite istriane, ovvero le tipiche Istria, una bella veduta di Montona costruzioni rurali che nei secoli hanno rappresentato nell’Istria la presenza di eterogenee evoluzioni architettoniche. Video curato da CDM-ANVGD. VHS CODICE 15: EURO 10 DVD CODICE 25: EURO 10 LA ROSA DEI TEMPI – L’esodo dal ricordo alla speranza. Video dello spettacolo di Rosanna Turcinovich Giuricin e prodotto dal CDM di Trieste. Racconti e riflessioni personali portati in scena, supportati nelle sensazioni da brani di autori celebri dell’esodo e dalle testimonianze visive degli esuli. DVD – CODICE 26 – EURO 15 NOSTALGIA DEL MAR. Raccolta di 14 canzoni istriane a cura dello storico coro “Istria Nobilissima” diretto dal Maestro G. Bosazzi. MUSICASSETTA CODICE 71: EURO 8 L’ACCORDO DI OSIMO SULLA ZONA B. Il contributo di P. Flaminio Rocchi che riporta una completa visuale sul nefasto accordo internazionale tra Italia e Jugoslavia del 1975. Il testo, le premesse, i commenti, gli errori, gli interventi, il dibattito in Parlamento, le proteste degli Esuli. Il tutto a cura dell’ANVGD. Pagg. 32. OPUSCOLO – CODICE 65 – EURO 3 CARTOLINE STORICHE. Riproduzioni da dipinti originali del 1915 rappresentanti le vedute e gli stendardi dell’Istria (Arena di Pola), della Dalmazia (sito archeologico di Salona), di Fiume (Arco Romano), di Trieste (Cattedrale di San Giusto), di Gorizia (Castello veneziano) e Trento (Castello del Buonconsiglio). SET 6 CARTOLINE – CODICE 92 – EURO 5 PENNA DELL’ANVGD. Penna Laser Rubber Grip, linea sobria ed elegante, impugnatura gommata nera che facilita la scrittura, corpo smaltato in colore blu cobalto, finiture placcate in oro con denominazione dell’Associazione, punta Refil di tipo cross. PENNA – COD. 94 – EURO 10 DISTINTIVO DELL’ANVGD. Spilla da giacca con il simbolo dell’ANVGD (scudetto sociale e Leone di San Marco) a colori, smaltata, cm. 2x1. DISTINTIVO – COD. 95 – EURO 5 CRAVATTA DELL’ANVGD. Cravatta blu 100% seta Made in Italy, interno in fibra naturale, rifiniture a mano con scudetto sociale e Leone di San Marco stampato al centro sotto il nodo. CRAVATTA – COD. 96 – EURO 25 FOULARD DELL’ANVGD. Elegante foulard 100% seta Made in Italy cm. 90x90 per le signore, con scudetto sociale e leone di San Marco su due dei quattro angoli. FOULARD – COD. 97 – EURO 28 Rovigno, scena marina (cartolina degli anni Cinquanta del Novecento) Febbraio 2007 5 DIFESA ADRIATICA Beni abbandonati, le sedute della Commissione interministeriale Pubblichiamo gli elenchi delle posizioni discusse nel corso delle sedute del 12 ottobre 2006 e dei mesi di novembre e dicembre 2006 della Commissione interministeriale insediata presso il Ministero dell’Economia ai sensi della Legge n. 98/’94 per la liquidazione degli indennizzi dei «beni abbandonati» (Legge 135/’85) dai cittadini italiani nei territori ceduti all’ex Jugoslavia e nella Zona B dell’ex Territorio Libero di Trieste. L’elenco della seduta del 6 dicembre 2006 sarà pubblicato sul numero di marzo 2007. Seduta del 12 ottobre 2006 Pos. n. 17801/TC Bencich Antonia (eredi) concesso avviamento commerciale Pos. n. 5347/TC Filipas Gregorio concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. 9623/ZB Perentin Giuseppe (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 9385/ZB Bossi Carlo (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 8996/ZB Pecchiari Jolanda (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 4734/ZB Cimador-Marzari (eredi) concessi indennizzi ex lege 135/85 Pos. n. 5464/ZB Benci Lino (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 7399-12856/TC Valdini concessa proroga per presentazione documenti probatori Pos. n. 4661/TC Mognazzi concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 20685/TC Gherghetta concesso aviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 21731/TC Giuricin concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 15706/TC Zennaro concessa integrazione ex lege 135/85 Pos. n. 2416/TC Sidrovich concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 4614/TC Suttora concesso avviamento per un’attività commerciale Pos. 23639/TC Moscheni rigetto richiesta liquidazione ex lege 135/85 Pos. n. 13354/TC Zanier rigetto richiesta di avviamento per un’attività commerciale Pos. n. 1773/TC Valencich concesso avviamento per un’attività commerciale Pos. n. 13080/TC Gelletti rigetto richiesta di revisione stima Pos. n. 537-538-539/TC Ragusa concessi avviamenti per aziende agricole ed altri esercizi commerciali Pos. n. 23228/TC Longoni istruttoria Seduta del 23 novembre 2006 Pos. n. 10785/TC Comici rigetto richiesta revisione della stima Pos. n. 2309/TC Santucci rigetto domanda di avviamento commerciale Seduta del 15 novembre 2006 Pos. n. 2971/TC Strolego rigetto domanda di rivalutazione crediti Pos. n. 13129/TC Buchberger Enrico concessa integrazione ex lege 135/85 previa acquisizione documentazione successoria; concesso aviamento commerciale per un’azienda agricola previa acquisizione documentazione successoria Pos. n. 14865/TC Civitico concesso avviamento per un’attività commerciale Pos. n. 23055/TC Sandri Cecilia (eredi) rigetto domanda di indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 8472/ZB Sossa Virginia ved. radin (eredi) concesso avviamento per azienda agricola Pos. n. 7811/TC Radelli concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 12183-14275/TC Dinelli Fulvia ed altri rigetto richiesta revisione stima Pos. n. 18957/TC Antolli-Cerlon concessa integrazione ex lege 135/85 previa acquisizione documentazione successoria Pos. n. 21458/TC Berdini istruttoria Pos. n. 21646/TC Valenti-Radojkovich istruttoria Seduta del 4 dicembre 2006 Pos. n. 6064/ZB Cantina Sociale di Buie concesso indennizzo ex lege 135/85 e avviamento commerciale per i soci accertati Pos. n. 9296/ZB Crevatin Benedetto e altri concesso indennnizzo previo perfezionamento documentazione Pos. n. 5834/ZB Ruzzer Silvano ed altri istruttoria Pos. n. 9856/ZB Sodnich Luigi (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 10248/TC Caenazzo-Chersi concessa rivalutazione crediti; concessi avviamenti per attività commerciali Pos. n. 3515/ZB Scrigner Giovanni e Guerrino rigetto primo indennizzo (documentazione carente) Pos. n. 2828/TC Romano rigetto domanda di avviamento commerciale Pos. n. 10763/TC Casalli Giovanni ed altri (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Seduta del 7 dicembre 2006 Pos. n. 11813/TC Giadrossi Angelina e Stefano (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 18338/TC Milomnich Maria (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. 7528/TC Tunis Ludovico (eredi) concesso indennizzo ex lege 135/85 per una quota rimasta sospesa Pos. n. 15312/TC Mattesich Margherita rigetto domanda di indennizzo Pos. 14852/TC Derocchi Onorato ed altri concessi indennizzi ex lege 135/85; istruttoria per un esercizio commerciale Pos. n. 9308/TC Parmeggiani Luigi e Marinich Angela (eredi) rigetto domanda di indennizzo Pos. n. 9660/TC Lenuzzi Bruno rigetto domanda di avviamento commerciale Pos. n. 14238/TC Grego Matteo (eredi) concesso indennnizzo ex lege 135/85 previo perfezionamento documentazione successoria Pos. 15801/TC Niccoli Mirto (eredi) concesso indennnizzo ex lege 135/85; rigetto richieste di avviamento commerciale e revisione stima Seduta del 6 novembre 2006 Pos. n. 8445/TC Lux Amelia (eredi) istruttoria Pos. n. 7035/TC Bunder concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 17963/TC Kisvarday concesso indennizzo ex lege 135/85 Pos. n. 5790/TC Cervai concesso aviamento commerciale per un’azienda agricola Pos n. 4773/TC Defranceschi concesso avviamento commerciale per un’azienda agricola Pos. n. 23055/TC Sandri Libera (eredi) rigetto richiesta indennizzo ex lege 135/85 ELARGIZIONI «PRO FIUMANA» Elenchiamo in maniera sintetica le offerte pervenute dopo il nostro appello in favore di una Esule fiumana in disagiate condizioni economiche e seguita da un nostro Comitato provinciale. Gli offerenti hanno ricevuto già una comunicazione tramite la quale possono contattare il nostro comitato e seguire da vicino l’evolversi del caso. Chi volesse ancora contribuire può versare l’offerta tramite bollettino postale sul conto 52691003 intestato ANVGD - Roma, indicando nella causale «pro-fiumana». N.T. F.S. L.L. G.B. P.G. C.M. € 50 € 15 € 10 € 100 € 100 € 50 S.F. F.P. C.L. E.T. N.R. N.C. € 20 € 100 € 400 € 50 € 50 € 10 Il giovane Giano e i suoi scudieri Dal numero di settembre-ottobre del notiziario dell’Unione degli Istriani, giuntoci però solo a dicembre, rileviamo la nuova grafica data al giornale dal suo direttore Enrico Neami che, nei suoi intendimenti innovativi intende «lasciar perdere la baruffa chiozzotta e la ripicca fanciullesca che molti altri sembrano coltivare per meglio affumicare gli esuli nella nebbia mortifera dell’attendismo ottimista senza risultati». Tradotto in italiano sarebbe “basta polemiche inutili”. Encomiabile e apprezzato intento da parte di uno dei rappresentanti della generazione dei trentenni che tanto va in voga all’Unione. Ma l’intento come nasce, così muore nella stessa pagina, quando le polemiche vengono rinfocolate a cura del presidente Lacota: sarà il caso che i due ragazzi si parlino per capire se queste polemiche vanno pubblicate o no! Ma stavolta, tanto per cambiar gusto al minestrone, ce n’è anche per me anche se – ahimé – relegato in penultima pagina... Prendendo alcuni brani di un mio scritto su Internet in un forum, cioè quei siti dove si discute in libertà sugli argomenti più disparati, vengo trascritto nella lista dei cattivi per aver affermato un’opinione sull’estremizzazione politica dei vertici dell’Unione degli Istriani. A parte che un forum in Internet non è un documento ufficiale ma equivale in realtà alle chiacchere tra amici, a parte che ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, a parte che una qualsiasi dichiarazione va messa nel contesto in cui si è sviluppata, vediamo invece nello stesso “bar” cosa hanno scritto i sostenitori di Lacota & C., vediamo quali opinioni hanno espresso (spesso senza il coraggio di firmarsi) e in che termini, così comprenderemo meglio tante cose... «Mi sembra esagerato dare spazio al Congresso ANVGD, a meno che non si decidano di togliere di mezzo Toth, Zoia, anche Rocchi non sarebbe male, visto che sbafa i soldi degli abbonati a Difesa Adriatica ed ai soci dell’Associazione. [...] Buona fortuna, anche se temo non basterà a chi ha ben salde le maniglie delle porte a Roma e si prostituisce volentieri». «Quando farete qualcosa di concreto? Quando qualcuno potrà dire: era ora, finalmente, brava ANVGD? Quando? Sapete solo - siete professionisti in questo - fare politica, di quella sporca e... nient’altro. [...] Andatevene, gli esuli ve ne saranno grati!». «Mummie e servi del padrone. Vergognatevi, avete ridotto l’ANVGD alla succursale di un ospizio, succube del potere». «L’ineffabile signor Fabio Rocchi [...] non è altro che il nipote di uno dei più famosi, se non il più famoso, inventore di balle sulle foibe: padre Flaminio Rocchi». «ANVGD, Codarin, Toth, sono tutti pronti a prostituirsi per quattro quattrini, in barba alla nostra dignità. Ecco quello che fanno». «L’ANVGD ha continuato da anni la stessa politica prona a qualunque pagliaccio di turno, senza ottenere un bel nulla». «I vari padre Rocchi, i vari Barbi, i vari Toth hanno macabramente ucciso gli esuli, coprendo e favorendo i vari governi italiani». E questi non sono i peggiori interventi che ho letto! Altri sono irreferibili in quanto sarebbero destinati solo ad un pubblico adulto... Capirete dal tono come possa poi nascere la convinzione che queste persone, ben alimentate da chi vuole distruggere l’ANVGD, rappresentino un’estremizzazione anche a carattere politico. Non commento i singoli interventi perché si commentano da soli. Ho comunque sempre pensato che chi ha tante energie dovrebbe dedicarle a costruire qualcosa di utile a tutti e non a distruggere gli altri solo perché la vedono in modo diverso. I lettori e i soci sapranno ora ben valutare cosa hanno letto. Chi è convinto che l’ANVGD segua la giusta strada o, pur dissentendo, pensa di dare comunque un contributo di crescita, è sempre ben accetto. Gli altri possono tranquillamente e serenamente accomodarsi altrove: non si offenderà nessuno. Fabio Rocchi 6 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007 GIORNO DEL RICORDO 2007 CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI EMILIA ROMAGNA Programma previsto nei capoluoghi di provincia con l’aggiornamento dati al 22 gennaio 2007. I dati completi e aggiornati sono contenuti nel sito www.anvgd.it alla voce “Giorno del Ricordo”. Aggregazione dati a cura della Sede Centrale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Via Leopoldo Serra 32 – Roma 00153 – tel/fax 06 5816852 – mail [email protected]). Le manifestazioni sono divise per regioni in ordine alfabetico. Ci scusiamo per le manifestazioni che non hanno trovato spazio a causa del gran numero di informazioni pervenuteci. ABRUZZO PESCARA Sabato 10 febbraio Alle 10.30 nella chiesa dello Spirito Santo, Santa Messa in suffragio con la partecipazione del Coro degli Alpini di Pescara. Alle 11.30 presso il Monumento ai Martiri giulianodalmati nella omonima piazzetta, deposizione di una corona con accompagnamento delle note del “Silenzio”. Alle 17.30 presso l’Auditorium Castellammare della Circoscrizione 5 (Viale Bovio), incontro con la cittadinanza. Intervengono il prof. Antonio Fares, il prof. Vincenzo Centorame e il coordinamento della delegata ANVGD locale Donatella Bracali. Alle 19.00 nello stesso Auditorium, esibizione del quartetto “Mitteleuropa Ensemble” del Maestro Mario Fragiacomo in un concerto letterario ispirato all’Istria e ai suoi autori. Sabato 17 febbraio Alle 17.30 nella Sala “F.P.Michetti” del Palazzo del Governo in Piazza Italia, convegno su “Nazionalismi e le ideologie del Novecento nelle vicende del confine orientale italiano – La tragedia delle Foibe e l’Esodo del 1943/1954 – Le prospettive nel processo di integrazione europea” con la partecipazione dei proff. Giuseppe Parlato, Vincenzo Centorame, Antonio Fares e del presidente nazionale ANVGD Lucio Toth. Iniziative a cura della delegazione ANVGD di Pescara con la collaborazione della Provincia di Pescara. CAMPANIA CASERTA Venerdì 9 febbraio Nell’Aula Magna dell’ITC Pavese, conferenza e memoria storica degli avvenimenti legati al Giorno del Ricordo, con la partecipazione del delegato per Salerno dell’ANVGD. SALERNO Sabato 10 febbraio Alle 10.00 Santa Messa presso la Basilica dell’Immacolata in Piazza San Francesco, celebrata dall’Arcivescovo Mons. Gerardo Pierro in ricordo dei caduti giuliano dalmati. Interventi delle autorità. Consegna da parte del Prefetto dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati. Alle 11.30 deposizione di una corona presso il Liceo Tasso, sulla lapide che ricorda i caduti della prima guerra mondiale. Iniziative a cura del-l’ANVGD di Salerno e Avellino. BOLOGNA Martedì 6 febbraio Alle 16.00 presso il Palazzo della Provincia, convocazione del Consiglio Provinciale per un’assemblea pubblica di commemorazione del Giorno del Ricordo. Intervengono i rappresentanti ANVGD di Bologna. Sabato 10 febbraio Alle 17.00 posa di una lapide nella Stazione Centrale di Bologna a ricordo del rifiuto di dare assistenza ad un treno di profughi nel febbraio 1947. Iniziativa a cura del Comune. Domenica 11 febbraio Alle 16.30 cerimonia commemorativa presso il Giardino dedicato ai Martiri dell’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia a cura dell’ANVGD di Bologna, con la partecipazione delle Associazioni d’Arma e le autorità. Deposizione di una corona d’allora sul cippo e discorsi ufficiali. FERRARA Mercoledì 7 febbraio Alle 9.00 al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara apre la Mostra “Ricordo di un esodo: Istria, Fiume, Zara”, realizzata in collaborazione tra ANVGD di Bologna, Ass. Partigiani Cristiani di Ferrara, Centro Documentazione Storica, Comune di Ferrara, A.N.T.E.A. Ferrara, USTCISL Ferrara. La Mostra resta aperta fino al 21 febbraio. Orario di visita 9-18. Venerdì 9 febbraio Alle 17.30 nel Museo del Risorgimento e della Resistenza, presentazione ufficiale della Mostra “Ricordo di un esodo: Istria, Fiume, Zara”. Martedì 13 febbraio Alle 21.00 al Museo del Risorgimento e della Resistenza, conferenza sul tema dell’Esodo con relatore Gian Paolo Sardos Albertini, vicepresidente nazionale ANVGD, e Marino Segnan, consigliere nazionale ANVGD. FRIULI-VENEZIA GIULIA TRIESTE Venerdì 9 febbraio Alle 10.30 (riservato alle scuole) nella SalaTripcovich di Piazza Libertà, rappresentazione del dramma “Istria Terra amata” di Bruno Carra Nascimbeni. Allestimento dell’Associazione Grado Teatro, a cura di Tullio Svettini. Iniziativa del Libero Comune di Pola in Esilio. Sabato 10 febbraio Alle 11.00 presso la Foiba di Basovizza cerimonia ufficiale di inaugurazione del nuovo Monumento di copertura della Foiba, dichiarata monumento nazionale. Alle 12.00 in Prefettura, consegna dei riconoscimenti ai congiunti di alcuni infoibati, secondo quanto stabilito dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Venerdì 23 febbraio Alle 16.00 nella Sala convegni di Via Belpoggio 29/1, incontro dal tema “L’impronta culturale latino veneta, il periodo asburgico, l’unione all’Italia”. Interventi di Giuseppe Cuscito, Luigi Tomaz, David Di Paoli Paulovich, PaoloValenti, Giuliana Zelco, Livio Dorigo. Coordina Carmen Palazzolo Debianchi. Iniziativa a cura dell’Associazione delle Comunità Istriane. GORIZIA Sabato 3 febbraio Alle 16.00 al Villaggio dell’Esule di Campagnuzza, celebrazione dei 50 anni della fondazione della parrocchia, alla presenza dell’ Arcivescovo Mons. Dino De’Antoni. Nell’occasione l’ANVGD di Gorizia presenta una pubblicazione sul Villaggio e colloca una Targa sulla facciata esterna dell’oratorio. Alle 18.00 Santa Messa in onore del patrono San Biagio. Sabato 10 febbraio Alle 17.15 omaggio floreale in Largo Martiri delle Foibe, alla presenza delle Autorità. Alle 17.30 nell’Auditorium di Via Roma, conferenza sul Giorno del Ricordo e con- certo di musiche dell’autore istriano Luigi Donorà con interpretazioni dell’attore Tullio Svettini. Consegna da parte del prefetto dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati. Interventi del presidente ANVGD di Gorizia Rodolfo Ziberna, del Sindaco Vittorio Brancati, del prof. Guglielmo Cevolin Lunedì 12 febbraio Alle 17.30 nella Biblioteca Statale di Via Mameli, presentazione del libro sulla vita dell’Arcivescovo di Cherso Padre Vitale Bommarco a cura di Padre Apollonio Tottoli, con la testimonianza dell’ex segretario don Maurizio Qualizza. Iniziativa del locale comitato ANVGD. PORDENONE Sabato 10 febbraio Nel pomeriggio deposizione di una corona di fiori nei pressi della Targa che ricorda l’Esodo nell’atrio della sede della Provincia. Discorsi delle autorità. Iniziativa a cura del locale comitato ANVGD. UDINE Mercoledì 7 febbraio Alle 17.00 Conferenza organizzata dall’ANVGD di Udine sul tema “Chiesa ed Esodo” con la partecipazione del vescovo di Trieste Mons. Ravignani. Sabato 10 febbraio Alle 17.00 nella Chiesa della Purità, Santa Messa in suffragio delle vittime giuliano-dalmate a cura del comitato ANVGD. Giovedì 15 febbraio Alle 17.00 nella Sala Comunale Ajace, presentazione a cura dell’ANVGD di Udine dei libri di Luigi Tomaz sull’architettura dalmata fra le due sponde dell’Adriatico. Lunedì 19 febbraio Alle 16.00 al Palamostra la Compagnia del Teatro Popolare di Trieste presenta la commedia “La locanda granda” di Carpentieri e Faraguna, in dialetto triestino. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Udine. LAZIO ROMA Martedì 6 febbraio Alle 21.00 nel Teatro Sala Uno (Piazza Porta San Giovanni 10, dietro Scala Santa), rappresentazione di “Sensacuor – Memorie dal confine orientale, Istria 1919-1947”, spettacolo teatrale di prosa su progetto e regia di Valentina Kastlunger, ispirato alla storia di una famiglia di Pola. Repliche fino al 18 febbraio. Tutti i giorni ore 21.00, domenica ore 18.00, biglietto 5 euro. Venerdì 9 febbraio Alle 18.00 presso la Bibliotecas Bibli (Via dei Fienaoli 28) tavola rotonda su “rapporto tra arte e storia nel particolare caso dell’Istria e della Dalmazia”. Intervengono Raoul Pupo, Anna Maria Mori, Alberto Negrin (regista de “Il cuore nel pozzo”), il giornalista Francesco D’Ayala, il presidente nazionale ANVGD Lucio Toth; moderatrice la giornalista Alessandra Luogo. Sabato 10 febbraio Al Palazzo del Quirinale il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano consegna i riconoscimenti ai familiari degli infoibati. Alle 10.00 nella Sala Di Liegro del palazzo della Provincia, consegna dei riconoscimenti ai familiari degli infoibati da parte del Prefetto. Alle 10.00 sul Monumento ai Caduti giuliano-dalmati di Via Laurentina, posa di una corona d’alloro a cura del comitato romano ANVGD. Alle 10.30 a Largo Vittime delle Foibe istriane (Stazione Metro Laurentina), posa di una corona d’alloro a cura del comitato romano ANVGD, con il patrocinio del XII Municipio e la presenza di banda militare. Alle 11.30 presso il Centro Wellness Town (Via Giangiacomo 55, zona Fiera di Roma) inaugurazione della Mostra “Foibe: la forma della Memoria” con i dipinti, i disegni e le sculture di Giuseppe Mannino. La Mostra resta aperta fino al 28 febbraio con orario dal lunedì al venerdì 9-20.30 e il sabato 9-17.30. Alle 18.00 al Palazzo degli Uffici dell’Eur (Rifugio anti-aereo, Piazzale Adenauer 8) chiusura della mostra pittorica “Giusep- pe Lallich (1867-1953) dalla Dalmazia alla Roma di Villa Strohl-Fern”: era aperta dal 25 gennaio. Lunedì 12 febbraio Alle ore 10.30 nella Sala consiliare di Via Silone, Consiglio Municipale del XII Municipio di Roma (che comprende il Quartiere giuliano-dalmata) per la commemorazione ufficiale, con gli interventi del presidente del XII Municipio Patrizia Prestipino, del presidente dell’Ass.ne per la Cultura Fiumana Istriana e Dalmata nel Lazio Marino Micich, del presidente del Comitato ANVGD di Roma Oliviero Zoia, del consigliere nazionale ANVGD Donatella Schurzel. Martedì 13 febbraio Alle 17.30 nella Sala Quaroni del Palazzo Uffici Eur (Via Ciro il Grande 16), “Immagini fissate nella memoria”, percorso di immagini sull’Esodo accompagnate da una tavola rotonda con gli interventi dell’On. Maurizio Gasparri, del presidente della Commissione Cultura della Regione Lazio Antonio Zanon, del presidente dell’Associazione Nazionale Dalmata Guido Cace, del presidente dell’ ANVGD di Roma Oliviero Zoia e la conclusione del presidente della Società di Studi Fiumani Amleto Ballarini. Conduce Marino Micich, presidente dell’Ass.ne per la Cultura Fiumana Istriana e Dalmata nel Lazio. LATINA Venerdì 9 febbraio Alle 16.00 nell’Università di Latina, presentazione del libro “L’Esodo a Latina - Storia dimenticata dei profughi giuliano-dalmati” di Francesco Orsini. Relatori il direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume Marino Micich e il Prof. Giuseppe Monsagrati dell’Università di Roma. Sabato 10 febbraio Alle 9.30 nell’Aula Magna dell’ITC “VittorioVeneto”, proiezione di un documentario sull’Esodo, con la testimonianza del Sen. Finestra e dei componenti il locale comitato ANVGD Alberto Musco e Ottavio Sicconi. Alle 11.00 Santa Messa presso la Chiesa dell’Immacolata con allocuzione del presidente provinciale ANVGD Benito Pavazza, benedizione della nuova bandiera, preghiera ed invocazioni ai Martiri delle Foibe. Alle 12.30 inaugurazione del Monumento ai Martiri delle Foibe, deposizione di una corona da parte del Sindaco, del Prefetto, del Presidente della Provincia, con la partecipazione delle associazioni combattentistiche e d’arma. Alle 17.00 convegno nell’Aula Magna dell’ITC “Vittorio Veneto” con interventi del presidente provinciale ANVGD, del SindacoVincenzo Zaccheo, dell’On. Riccardo Pedrizzi. Moderatore Cesare Bruni. LIGURIA GENOVA Venerdì 9 febbraio Alle 10.00 presso la Prefettura vengono consegnati i riconoscimenti ai congiunti degli infoibati, così come previsto dalla legge sul Giorno del Ricordo. Domenica 11 febbraio Alle 10.00 nei Giardini Cavagnaro deposizione di corone presso il cippo dedicato al sacrificio delle popolazioni di Istria, Venezia Giulia e Dalmazia. Iniziativa a cura del Consiglio di Circoscrizione IV Valbisagno. Lunedì 12 febbraio Alle 16.00 presso il Teatro della Gioventù (Via Cesarea 14) cerimonia ufficiale a cura della Presidenza del Consiglio Regionale della Liguria. Presenti il presidente del Consiglio Regionale Giacomo Ronzitti, il presidente del Comitato ANVGD di Genova Claudio Eva, il presidente del Centro di Cultura Giuliano Dalmata Pietro Tarticchio. Consegna dei premi agli studenti vincitori del concorso regionale “Il sacrificio degli Italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia; mantenere la memoria, rispettare la verità, impegnarsi per garantire i diritti dei popoli”. Consegna delle targhe “Premio Ernesto Bruno Valenziano” con prolusione del consigliere nazionale ANVGD Fulvio Mohoratz. Sabato 24 febbraio Alle 10.00 presso la sala “Punto d’incontro della Cooperativa Valbisagno” in Lungobisagno Dalmazia 75, convegno con la partecipazione di autorità comunali e rappresentanti del mondo della cultura. IMPERIA Sabato 10 febbraio Alle 10.30 Preghiera presso la lapide commemorativa nel Cimitero di Imperia Oneglia e deposizione di corona d’alloro alla presenza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma. Alle 11.30 Cerimonia di commemorazione alla presenza delle Autorità Comunali e Provinciali, consegna di Targa di riconoscimento a Franco Amoretti, Vicepresidente emerito del Consiglio Regionale della Liguria. Intervento del presidente ANVGD di Genova prof. Claudio Eva Iniziative a cura del locale comitato ANVGD. LOMBARDIA MILANO Domenica 4 febbraio Alle 16.30 nel Teatro dell’Arte (Viale Alemagna 6), rappresentazione del dramma “Istria Terra amata” di Bruno Carra Nascimbeni. Allestimento dell’Associazione Grado Teatro. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Milano e del Libero Comune di Pola in Esilio. Patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano. Sabato 10 febbraio Alle 10.00 in Largo Martiri delle Foibe (Piazzale Istria), posa di una corona d’alloro a cura del comitato milanese ANVGD. Alle 15.30 al Cinema Gnomo (Via Lanzone 30/A) proiezione del film “La rosa rossa” (1973) di Franco Giraldi, tratto dall’omonimo romanzo di Quarantotti Gambini, e alle 18.00 proiezione del film “La frontiera” (1996) di Franco Giraldi, ispirato a un romanzo di Franco Vegliani. Alle proiezioni sarà presente il regista Franco Giraldi per un incontro con il pubblico. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Milano in collaborazione con Milano Cinema. Domenica 11 febbraio Alle 15.30 nel Cinema Gnomo (Via Lanzone 30/ A), proiezione del film “La città dolente” (1948) di Mario Bonnard, soggetto tratto dalla storia dell’esodo da Pola. Alle 18.00 proiezione del film “Cuori senza frontiere” (1950) di Luigi Zampa, ambientato in un paesino tagliato in due dal nuovo confine orientale alle fine della seconda guerra mondiale. I film sono presentati dal critico cinematografico Claudio Villa. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Milano in collaborazione con Milano Cinema. BERGAMO Sabato 10 febbraio Alle 15.30 il Sindaco Roberto Bruni depone una corona al Monumento dedicato alle vittime giuliano-dalmate, alla presenza dei rappresentanti dell’ANVGD di Bergamo. BRESCIA Giovedì 8 febbraio Alle 11.30 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Via Trieste 17) inaugurazione della Mostra documentale e fotografica “Istria, Fiume, Dalmazia: Arte, Storia, Natura, Foibe, Esodo” a cura di Nidia Cernecca e del consigliere nazionale ANVGD Luigi D’Agostini. La Mostra resta aperta fino al 14 febbraio con orari 9.30-12.30 e 15-18. Sabato 10 febbraio Alle 16.30 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, convegno internazionale “L’eclissi della bellezza: genocidi e diritti umani” con la partecipazione del presidente ANVGD di Brescia Luciano Rubessa. Domenica 11 febbraio Alle 9.45 deposizione di fiori e corone al Monumento ai Caduti e agli Infoibati della Venezia Giulia e Dalmazia presso il Cimitero Vantiniano di Via Milano. Alle 11.00 Santa Messa in suffragio nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, con successiva deposizione di corone presso la vicina Via Vittime d’Istria, Fiume e Dalmazia. Febbraio 2007 7 DIFESA ADRIATICA GIORNO DEL RICORDO 2007 CALENDARIO DELLE MANIFESTAZIONI COMO Sabato 3 febbraio Alle 16.30 nell’Aula Magna del Politecnico di Milano (Sede di Como) in Via Castelnuovo 57, rappresentazione del dramma “Istria Terra amata” di Bruno Carra Nascimbeni. Allestimento dell’Associazione Grado Teatro con la Compagnia “La Cisterna” di Trieste, a cura di Tullio Svettini. Iniziativa in collaborazione tra ANVGD Como, Libero Comune di Pola in Esilio e Ass.ne Nazionale Alpini-sez. Como, con il patrocinio degli Assessorati alla Cultura del Comune e della Provincia. Giovedì 8 febbraio Alle 16.30 nella Sede della Provincia in Villa Gallia, convegno “La scomparsa della presenza millenaria dei popoli latino-veneti dalla sponda orientale dell’Adriatico”. Relatori il presidente ANVGD di Milano Piero Tarticchio, Carlo Montani e il presidente del Forum Istria Fiume e Dalmazia Rinaldo Jurkovich. Presiede Edgardo Arosio, Assessore alla Cultura della Provincia. Venerdì 9 febbraio Alle 15.30 si chiude nella sede della Provincia in Villa Gallia la Mostra “L’orrore delle Foibe nel ricordo dei sopravvissuti e degli esuli – Una tragedia rimossa, una questione di verità – Per la costruzione di una memoria comune”, aperta dal 1° febbraio. CREMONA Venerdì 9 febbraio Alle 21.00 presso il Castello Sommi Picenardi il Gruppo Culturale di Torre de’ Picenardi presenta “Foibe: tombe senza nomi e senza fiori. Tutto quello che i libri di storia non hanno mai scritto”. Relatore il prof. Adolfo Morganti, con le testimonianze di Mario Ive e Petrisso de Petris del comitato ANVGD di Cremona. Sabato 10 febbraio Alle 10.00 nel Cimitero di Cremona, reparto Sacrario dei Caduti, deposizione di corona d’alloro da parte del Sindaco della città e del presidente ANVGD di Cremona, alla presenza delle autorità e delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, presso il monumento ai caduti giulianodalmati di tutte le guerre e al cippo che ricorda gli esuli deceduti a Cremona. Alle 20.30 nel Teatro Monteverdi la compagnia “Coltelleria Einstein di Valmadonna (AL) presenta “Naufraghi nella tempesta della pace”, traccia storica e testimonianze sulle vicende di 60 anni fa nellaVenezia Giulia e Dalmazia. Iniziativa a cura del Comune, della Provincia e del Comitato di Difesa e Sviluppo della Democrazia. Ingresso libero per la cittadinanza. Domenica 11 febbraio Alle 11.00 presso la chiesa parrocchiale di Borgo Loreto Santa Messa solenne in suffragio, celebrata da Don Giuseppe Ghisolfi. Iniziativa a cura dell’ANVGD locale, con la partecipazione delle autorità e delle Associazioni combattentistiche e d’Arma. VARESE Sabato 10 febbraio Alle 9.30 nell’Aula Magna dell’Università dell’Insubria, incontro dal tema “Ricordo e identità, una sola colpa: essere italiani”. Interventi del Rettore Renzo Dionigi, del prof. Claudio Bonvecchio (titolare della Cattedra di Filosofia politica), di Ottavio Missoni (Sindaco onorario del Libero Comune di Zara in Esilio), di Sissy Corsi (presidente ANVGD Varese). Proiezione di filmati originali d’epoca. Momento di musica tradizionale a cura del complesso della Consulta Studentesca. Premiazioni di studenti che hanno sviluppato lavori inerente il tema. In contemporanea nel rettorato dell’Università si tiene la mostra “Storia filatelica delle Regioni Giuliano-Dalmate”, con annullo filatelico speciale. Iniziative a cura del comitato ANVGD di Varese. Domenica 11 febbraio Alle 20.30 nel Salone Estense del Comune di Varese, concerto del maestro Giovanni Sollima ed i violoncellisti della Scala di Milano, dedicato alla memoria degli Esuli e delle vittime delle Foibe. A cura del comitato ANVGD di Varese con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune. MARCHE ANCONA Sabato 10 febbraio Dalle 9 alle 20 in Piazza Roma punto informativo con distribuzione di materiale multimediale ANVGD e ADES riguardante i temi dell’Esodo. Alle 11.00 presso la chiesa di San Cosma, Santa Messa di commemorazione. Alle 12.00 nell’ex Caserma Villarey, già campo profughi, posa di una lapide in ricordo dell’Esodo, a cura del Comune di Ancona in collaborazione con il locale comitato ANVGD e l’ADES. Venerdì 23 febbraio Alle 17.00 nella Sala S.Agostino di Via Cialdini, gentilmente concessa dal Dipartimento Militare Marittimo, l’Accademia Mediterranea presieduta dalla prof. Giuliana Calogiuri Consales presenta l’incontro “Venezia Giulia e Dalmazia: due millenni di storia”, con il patrocinio di Regione Marche, Comune di Ancona, Mediateca delle Marche, ANVGD Ancona. Intervengono il presidente della Giunta Regionale, il Sindaco di Ancona, Bruno Crevato-Selvaggi (storia dall’antica Roma alle guerre mondiali), Gianni Oliva (le foibe e l’esodo) e il presidente nazionale ANVGD Lucio Toth (gli esuli e i rimasti). MOLISE CAMPOBASSO Sabato 10 febbraio Nel pomeriggio presso l’Università del Molise, conferenza sul Giorno del Ricordo con la partecipazione del Rettore dell’Università, del presidente della Regione Molise e del presidente nazionale ANVGD Lucio Toth. PIEMONTE TORINO Sabato 3 febbraio Presso la Sala dell’ex-asilo “Isabella” del quartiere Lucento-Vallette, spettacolo “Le Istriane” di Carlos Velasquez, presentato da Arte Media, per iniziativa della Circoscrizione 5. Giovedì 8 febbraio Alle 17.30 presso il Museo della resistenza (Corso Valdocco 4) presentazione della nuova opera del giovane scrittore Enrico Miletto. Intervengono l’Ass. Regionale alla Cultura Gianni Oliva e il prof. Marco Buttino dell’Università di Torino. Sabato 10 febbraio Alle 9.15 al Duomo di Torino, Santa Messa cantata in suffragio. Alle 11.00 al Cimitero Monumentale, cerimonia di commemorazione presso il Monumento che ricorda i giuliano-dalmati, con la partecipazione delle autorità. Giovedì 15 febbraio In Corso Cincinnato ang. Via Pirano presso la Targa del Villaggio giuliano-dalmata, posa di una corona da parte della Circoscrizione 5. Venerdì 16 febbraio Alle 18.30 nella chiesa di San Lorenzo a Piazza Castello, Santa Messa in suffragio dei Martiri delle Foibe. Tutte le iniziative sono a cura del comitato ANVGD di Torino. NOVARA Venerdì 9 febbraio Alle 10.30 nel Salone d’onore della Prefettura, il Prefetto consegna i riconoscimenti ai congiunti degli infoibati, previsti dalla legge istitutiva del Giorno del Ricordo. Intervengono i rappresentanti ANVGD di Novara. Sabato 10 febbraio Alle 10.30 nella Chiesa di San Giovanni Battista Decollato, Santa Messa in memoria dei caduti giuliano-dalmati a cura del locale comitato ANVGD. Al termine posa di corone di fiori presso la Targa in Largo Martiri delle Foibe nel Villaggio Dalmazia. PUGLIA BARLETTA Venerdì 9 febbraio Alle 10.00 nella Scuola Media Statale “Fieramosca”, conferenza sul Giorno del Ricordo e proiezione del documentario ANVGD “Esodo”. Iniziativa a cura della locale delegazione provinciale ANVGD. SARDEGNA FERTILIA (Sassari) Venerdì 9 febbraio Alle 16.00 nella palestra della Scuola Media apertura della Mostra sulla storia di Istria, Fiume e Dalmazia attraverso la storia della posta e della filatelia, curata da Bruno Crevato-Selvaggi. Inoltre Mostra fotografica sull’Esodo. Alle 16.30 presentazione del documentario “Fertilia” realizzato dalla B1-Org. Sabato 10 febbraio Alle 9.00 nei saloni parrocchiali apertura dell’Ufficio postale speciale per l’emissione primo giorno e annullo postale del francobollo sul 60° della borgata giuliana di Fertilia. Alle 10.00 Santa Messa. Alle 11.00 cerimonia di conferimento dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati. Alle 11.30 processione e deposizione delle corone d’alloro. Alle 12.00 saluto delle autorità. Iniziative a cura dell’ANVGD di Sassari. TOSCANA LIVORNO Sabato 10 febbraio Alle 10.00 deposizione di corona al Cimitero della Misericordia presso il monumento ai caduti giuliano-dalmati. Alle 11.00 Santa Messa nella Chiesa dei Sette Santi Fondatori, celebrata dal cappellano dell’Accademia Navale Don Aldo Nigro. Iniziative a cura del comitato ANVGD di Livorno. LUCCA Sabato 10 febbraio Convegno presso la struttura della Chiesa di San Nicolao con la partecipazione delle classi degli Istituti Superiori della città, con proiezione di filmati video prodotti dall’ANVGD, testimonianze, poesie e dibattito. Commemorazione ufficiale davanti al monumento ai caduti in Piazza XX Settembre, alla presenza delle autorità locali. Iniziative realizzate con la collaborazione della delegazione locale dell’ANVGD. MASSA CARRARA Venerdì 9 febbraio Presso l’Auditorium San Sebastiano di Massa, mostra fotografica organizzata dall’ADES sul Giorno del Ricordo. Sabato 10 febbraio Alle 10.00 cerimonia commemorativa presso la lapide a ricordo della presenza degli esuli giuliano-dalmati all’ex campo profughi di Marina di Carrara (zona Paradiso), in collaborazione tra ANVGD e l’Amministrazione comunale di Carrara e alla presenza delle autorità locali. Intitolazione del parco antistante ai “Martiri delle Foibe”. Alle 16.00 nell’Auditorium San Sebastiano di Massa proiezione di un documentario sull’Esodo. Alle 18.00 Santa Messa in suffragio nella chiesa di San Sebastiano di Massa. TRENTINO ALTO ADIGE TRENTO Sabato 10 febbraio Alle 15.30 nella Badia di San Lorenzo Santa Messa in suffragio delle vittime delle Foibe, alla presenza delle massime autorità cittadine. Partecipa il Coro dei Vigili del Fuoco di Trento. Iniziative a cura del locale comitato ANVGD. Alle 16.30 presso la Lapide in Via Vittime delle Foibe deposizione di una corona d’alloro da parte del Comune, alla presenza delle autorità. Iniziative a cura del comitato ANVGD di Trento. Giovedì 1° marzo Alle 21.00 presso il Teatro Cuminetti di Via Santa Croce, rappresentazione dello spettacolo teatrale di prosa “Sensacuor – Memorie dal confine orientale, Istria 1919-1947” su progetto e regia di Valentina Kastlu-nger, ispirato alla storia di una famiglia di Pola. VENETO VENEZIA-MESTRE Giovedì 8 febbraio Alle 17.00 presso il centro Culturale S.Maria delle Grazie, convegno “L’Esodo giuliano-dalmata nella storia d’Italia”. Introduce il presidente ANVGD di veneziaTullio vallery. Interventi del presidente nazionale ANVGD Lucio Toth, di Stelio Spadaro e Roberto Spazzali. Sabato 10 febbraio Alle 11.00 nel Duomo di San Lorenzo, Santa Messa in memoria dei caduti giuliano-dalmati, celebrata dal delegato patriarcale di Mestre Mons. Fausto Bonini. Lunedì 12 febbraio Alle 17.00 presso il Centro Culturale Candiani, proiezione del documentario ANVGD “Esodo – La memoria negata”. Intervengono Gianfranco Bettin, Alessandro Cuk e Tullio Vallery dell’ANVGD di Venezia. Martedì 27 e mercoledì 28 febbraio Presso l’Istituto Scolastico “Berna”, conferenza sul tema “L’esodo giuliano-dalmata”. Domenica 11 marzo Alle 17.00 nel Teatro Toniolo di Piazza Battisti, rappresentazione del dramma “Istria Terra amata” di Bruno Carra Nascimbeni. Allestimento dell’Associazione Grado Teatro, a cura diTullio Svettini. Iniziativa del Libero Comune di Pola in Esilio. BELLUNO Venerdì 9 febbraio Alle 17.00 nell’Auditorium comunale Luigi Tomaz inaugura la Mostra dei suoi disegni sull’ architettura adriatica. Iniziativa della Lega Nazionale. La Mostra resta aperta fino al 18 febbraio. Sabato 10 febbraio Alle 10.00 nella chiesa di San Rocco, Santa Messa in suffragio celebrata da don Carlo Onorini di Dignano, alla presenza delle autorità civili, militari e dei rappresentanti locali dell’ANVGD. Alle 11.00 cerimonia di intitolazione del piazzale della stazione alle “Vittime delle Foibe”, alla presenza del vicesindaco, delle autorità, delle scolaresche e l’intervento del presidente ANVGD di Belluno Giovanni Ghiglia-novich. Martedì 13 febbraio Presso il Teatro comunale rappresentazione dello spettacolo “Per non dimenticare”, a cura della compagnia Stabile di Verona. Spettacolo mattutino per le scolaresche, serale per la cittadinanza. PADOVA Sabato 10 febbraio Alle 10.30 in Via VIII Febbraio (di fronte Municipio) commemorazione ufficiale della Giornata del Ricordo, a cura del Comune e con le autorità civili e militari. Deposizione di una corona d’alloro alla lapide dei martiri delle Foibe in Via Oberdan. Domenica 11 febbraio Alle 11.30 Santa Messa nel Tempio dell’Internato Ignoto presso il viale omonimo (Terra-negra). A seguire deposizione di una corona di alloro al cippo dedicato ai caduti giulianodalmati nel parco antistante il Tempio. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Padova. Venerdì 2 marzo Alle 17.00 nella Sala Livio Paladin di Palazzo Moroni (Municipio) incontro con il presidente nazionale ANVGD Lucio Toth. TREVISO Domenica 11 febbraio Alle 17.30 nel teatro Eden di Via Monte Rumici, rappresentazione del dramma “Istria Terra amata” di Bruno Carra Nascimbeni. Allestimento dell’Associazione Grado Teatro, a cura di Tullio Svettini. Iniziativa del Libero Comune di Pola in Esilio. VERONA Mercoledì 7 febbraio Alle 17.00 nel Foyer del Teatro Nuovo (ingresso dal Cortile di Giulietta in Via Cappello), Cerimonia di consegna dei riconoscimenti per il Premio Letterario Tanzella, dedicato ad opere sulla storia delle terre di Istria, Fiume e Dalmazia. A cura del comitato ANVGD veronese in collaborazione con il Comune di Verona. Giovedì 8 febbraio Alle 9.30 nell’Auditorium del Palazzo della Gran Guardia, spettacolo multimediale “Per non dimenticare” di Marco Ongaro per la regia di Paolo Valerio, riservato alle scuole medie e superiori. A cura del locale comitato ANVGD in collaborazione con il Comune di Verona. Interventi di presentazione del Sindaco, del presidente della Provincia, del presidente di Assoarma, della presidente del comitato ANVGD Francesca Briani e del Prefetto, che presiederà la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai congiunti degli infoibati. Venerdì 9 febbraio Alle 16.00 presso il Cinema Fiume, proiezione del film “Cuori senza frontiere” (1950) di Luigi Zampa, con Cesco Baseggio, Gina Lollobrigida e Callisto Cosulich. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Verona in collaborazione con il Comune. Sabato 10 febbraio Alle 10.30 Santa Messa commemorativa presso il Cimitero monumentale di Verona. Segue l’omaggio al cippo alla presenza delle autorità cittadine. Alle 15.00 in Piazza Martiri delle Foibe cerimonia com-memorativa organizzata dalla IV Circoscrizione cittadina. Iniziative a cura del locale comitato ANVGD in collaborazione con il Comune di Verona. Venerdì 16 febbraio Alle 20.45 al Teatro Alcione la Compagnia del Teatro Popolare di Trieste presenta la commedia “La locanda granda” di Carpentieri e Faraguna, in dialetto triestino. Iniziativa a cura dell’ANVGD di Verona in collaborazione con l’Associazione Veronese Neocon. Ingresso gratuito. VICENZA Giovedì 8 febbraio Alle 18.00 nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino (sede municipale), presentazione del libro di Luigi Tomaz “L’architettura Adriatica tra le due sponde: gli storici possono sbagliare, le pietre no”. Presenti il Sindaco Enrico Hullweck e il presidente dell’Istituto Regionale Ville Venete Nadia Qualarsa. Iniziativa a cura del locale comitato ANVGD. Sabato 10 febbraio Alle 11.00 in Via Martiri delle Foibe, deposizione di una corona d’alloro da parte del Sindaco Enrico Hullweck. ESTERO BUENOS AIRES (Argentina) Domenica 11 febbraio Alle 11.00 nella Chiesa Mater Misericordiae (Calle Moreno 1669), Santa Messa in omaggio ai defunti giuliano-dalmati, celebrata dal veneziano Padre Sante Cervellin. OTTAWA (Canada) Venerdì 9 febbraio Celebrazione del Giorno del Ricordo presso l’Associazione Giuliano-Dalmata di Ottawa. WOODBRIDGE (Canada) Sabato 10 febbraio Alle 10.30 nella St. Peter’s Church, celebrazione del Giorno del Ricordo a cura del Club Giuliano Dalmato di Toronto. 8 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007 dai comitati 27 febbraio: il Trattato di Osimo; la memoria negata per 60 anni, a cura di Garibaldi. 6 marzo: letteratura e teatro fra ’800 e ’900, a cura di Tarticchio. 13 marzo : musica istriana e dalmata dal 1400 in poi, a cura di Gregorovich. 20 marzo: le minoranze rimaste: realtà e prospettive, a cura di Vignoli. 27 marzo: storia dell’associazionismo e rapporti con le minoranze rimaste, a cura di Brazzoduro. 3 aprile: i giovani: gli Esuli di seconda generazione, a cura di Gambaro. COMITATO DI CREMONA COMITATO DI VARESE Come ogni anno il Comitato di Varese ha organizzato il “Pranzo degli Auguri” domenica 10 dicembre 2006. Hanno partecipato circa 130 persone provenienti da tutta la provincia nonché da Como e Milano. Quest’anno l’incontro è stato particolarmente festoso perché allietato dalla presenza di numerosi giovani della seconda e terza generazione che assieme agli Esuli, all’inizio dell’incontro, hanno cantato il “nostro” Va’ Pensiero. La lotteria, con ricchi premi offerti dai membri del Comitato e da numerosi soci, è stata accompagnata da musica e dal ballo dei nostri sempre giovani amici. Un delizioso angioletto, figlia di un nostro fedele socio, ha affiancato Babbo Natale che è apparso con una slitta carica di omaggi per le signore presenti. COMITATO DI NOVARA Il 12 dicembre l’assemblea dei soci della provincia di Novara ha provveduto al rinnovo delle cariche triennali. All’unanimità sono state riconfermate le cariche uscenti: Presidente Antonio Sardi, vicepresidente Pietro Fioretti, tesoriere Andrea Delton, segretaria Gina Decleva. L’assemblea ha poi nominato presidente onorario del Comitato l’avv. Luigi Peteani. COMITATO DI LATINA Il Comitato pontino ha partecipato alle cerimonie per il 74° anniversario della fondazione di Latina. Le tre celebrazioni principali si sono tenute presso il monumento al Bonificatore, al Teatro D’Annunzio per la commemorazione ufficiale e nella cattedrale di San Marco per la S. Messa solenne. Erano presenti tutte le autorità cittadine e provinciali. Rappresentavano l’ANVGD, oltre al Presidente del Comitato di Latina Pavazza, Giorgio Molon e Luciano Bencich. COMITATO DI GORIZIA Prima di Natale il pranzo sociale per San Tommaso è stato preceduto dall’interpretazione di liriche di autori istriani da parte dell’attore Tullio Svettini e della prof.ssa Ada Merni, accompagnati al piano dal compositore triestino Silvio Donati. Al termine del pranzo il Comitato ha presentato al pubblico goriziano l’ultimo libro di Piero Tarticchio Storia di un gatto profugo. «Non ritengo irriverente - ha sottolineato l’autore - parlare di animali per ricordare una tragedia di così vaste proporzioni. Ho voluto semplicemente inserirla in una favola moderna i cui contorni finiscono per fondersi nella più cruda realtà degli eventi». Il sodalizio ha concluso le festività con il cenone di fine anno organizzato ad Abbazia (Fiume). In occasione di San Tommaso patrono di Pola, il comitato cremonese ha presentato “El fogoler polesan”, mini-notiziario per gli esuli di Cremona, che si affianca ormai tradizionalmente ai “fratelli” notiziari “El fogoler zaratin” e “El fogoler istrian”. Nel numero di San Tommaso viene anche ricordato Oscar Del Bello, scomparso a novembre, per lungo tempo segretario del Comitato e “postino” con la sua bicicletta per portare il notiziario nelle case degli Esuli. La comunità degli Esuli di Cremona si è ritrovata il 17 dicembre per il tradizionale pranzo augurale, preceduto dalla Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Borgo Loreto. COMITATO DI AVELLINO Il Parco delle Rimembranze a Bergamo: un momento della cerimonia COMITATO DI BERGAMO Il Comitato provinciale di Cremona, guidato dagli instancabili Laura Calci e Mario Ive, pubblicano puntualmente in occasione della festività di San Tommaso “El fogoler polesan”, e durante l’anno altri numeri dedicati a Fiume e a Zara. La copertina di questo numero è dedicata alla piccola ma preziosa Chiesa di S. Maria del Canneto, le cui forme architettoniche richiamano quelle ravennati. «La piccola antica cappella […] – si legge sul “Fogoler” – rappresenta oggi uno dei simboli di Pola, mentre era quasi sconosciuta in quella di ieri. AI tempo della nostra gioventù, infatti, era chiusa nel giardinetto della vecchia Banca d’Italia, circondata da lauri e pitosphori e non appariva neanche nelle cartoline illustrate. Oggi, questo avanzo della grande basilica bizantina di Santa Maria Formosa, detta dal popolo “Santa Maria del Canneto”, appare su libri e opuscoli turistici e cartoline. Lo storico polese A. Kandler riuscì, ancora nell’ ’800, a disegnarne la pianta che mostra la stretta somiglianza che la lega alle basiliche ravennati. Fu edificata per volere del nostro illustre concittadino Massimiano, divenuto, nel 554, Arcivescovo di Ravenna per designazione dell’Imperatore Giustiniano. Della imponente costruzione a tre navate e dei ricchi colonnati poco rimane, anche perchi varie colonne sono state usate dai Veneziani per le chiese della laguna. Restano qualche pavimento, dei muri, statue e questa cappella con mosaico raffigurante il Cristo fra i Santi Pietro e Paolo». Ci giunge la breve cronaca dell’inaugurazione, a cura del Comitato ANVGD bergamasco e dell’Amministrazione comunale, di un cippo composto da una roccia del Carso e dedicato ai «Martiri delle foibe e agli Italiani delle terre d’Istria,del Quarnaro e della Dalmazia Esuli in patria e nel mondo». Il monumento è collocato nel Parco della Rimembranza della Rocca in città alta. Sotto il cippo sono incisi i versi del IX canto dell’Inferno della Divina Commedia «Sì come a Pola presso del Carnaro che Italia chiude e i suoi termini bagna». Presenti alla cerimonia il prefetto Federico Cono, il vice sindaco Ebe Sorti Ravasio, il presidente della Provincia Valerio Bettoni, il comandante generale dell’Accademia della Guardia di Finanza, il presidente del Comitato ANVGDVincenzo Barca, rappresentanti politici e delle associazioni d’arma e combattentistiche nonché varie scolaresche. «Questi drammatici avvenimenti ha detto il vice sindaco - formano parte integrante della nostra vicenda nazionale e devono essere radicati nella nostra memoria, ricordati e spiegati alle nuove generazioni». Ha preso naturalmente la parola Vincenzo Barca rievocando gli episodi drammatici avvenuti dopo l’8 settembre 1943 e nella primavera del 1945 che sconvolsero la Venezia Giulia. Ha ricordato anche le due date infauste: il 10 febbraio 1947, firma del trattato di pace e il 10 novembre 1975, firma del trattato di Osimo. Per i giovani hanno parlato, con sensibilità e attenzione, i ragazzi del Liceo “Mascheroni” del capoluogo lombardo, che hanno condotto uno studio sulle vicende dell’Istria e della Dalmazia sotto la guida delle insegnanti Elena De Petroni (triestina), Elisabetta Sestito e Rosaria Siciliano. posto: Luigi Arvali (Fiume), Francesco Benussi (Rovigno), Claudio Chiappetta (Pinguente), Regina Cimmino (Pola), Alessandro Cuk (Fiume), Luigi D’Agostini (Capodistria), Piero Gazzari (Zara), Irma Sandri (Sissano), Raimondo Sbona (Abbazia), Aldo Sigovini (Neresine), Luigi Tomaz (Cherso), Luciano Toncetti (Pola), Tullio Vallery (Zara), Antonio Zett (Cherso), Erminio Zuliani (Pola). Il Comitato ha due sedi operative: a Venezia in Castello 3297/a (Fondamenta dei Furlani) aperta il giovedì dalle 16.30 alle 18.30, tel. 041.522 31 01; a Mestre in Via Poerio 24 presso l’Associazione Artiglieri e aperta il martedì dalle 16.00 alle 18.00. COMITATO DI MILANO Proseguino i corsi alla UNITRE di Milano sulla storia e la cultura dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia a cura del nostro Comitato milanese. Ecco gli appuntamenti da febbraio e fino al termine del corso. 6 febbraio 2007: Zara, 2 esodi e 54 bombardamenti; il Trattato di pace del 10 febbraio 1947, a cura di Grigillo e Tarticchio. 13 febbraio: la politica imperiale di Tito e l’atteggiamento degli Alleati; conseguenze sui confini orientali d’Italia, a cura di Mauri. 20 febbraio: i fatti di Trieste del 1953; Memorandum di Londra del 1954; l’Italia torna a Trieste; la Zona B all’amministrazione jugoslava, a cura di Cociancich. L’Aula Magna del palazzo Vescovile di Avellino ha ospitato lo scorso 16 dicembre il convegno «L’Istria dell’esodo»a cura del locale nostro Comitato guidato sapientemente da Carmelo Testa. Sono intervenuti lo stesso Carmelo Testa per gli indirizzi di saluto e ringraziamento, il prof. Giuseppe Iuliano che ha riletto la storia dell’esodo attraverso gli autori letterari del ’900, Fabio Rocchi della Sede nazionale ANVGD sui perché delle ombre nella storiografia ufficiale e MirianaTramontina, delegata ANVGD per Salerno, che ha portato la sua toccante esperienza personale. Erano presenti delegazioni di tutte le forze armate e una scolaresca a cui sono stati donati i nostri Dvd «Esodo». Particolarmente apprezzati i pannelli espositivi preparati dalla nostra Delegazione di Salerno e che vengono regolarmente utilizzati a scopo didattico nelle conferenze presso le locali scuole. COMITATO DI ROMA Alcuni teppisti hanno danneggiato, nella notte tra il 28 e il 29 dicembre 2006, la Lupa romana in bronzo, monumento centrale del Quartiere giuliano-dalmata della capitale: è stato abbattuta la statua che rappresenta Romolo in allattamento. Il Comitato ANVGD della capitale ha presentato denuncia alle autorità affinché si verifichi l’origine dell’atto e si individuino i responsabili, segnalando inoltre il grave episodio al sindaco Veltroni e al presidente del XII Municipio Prestipino. Lo stesso Comitato ha inoltre organizzato per i soci un viaggio a Trie- COMITATO DI VENEZIA Nel foglio-notizie di dicembre del Comitato, il sodalizio guidato da Tullio Vallery ha ricordato la presenza del Comitato di Venezia a “La Bancarella” di Trieste, al raduno mestrino degli Alpini, alla mostra «Istria - Fiume Dalmazia» ad Asiago e al raduno dei dalmati a Brescia. Il Natale dell’Esule è stato celebrato il 17 dicembre con una S. Messa in San Girolamo e il successivo pranzo sociale. Intanto l’assemblea provinciale del 12 novembre aveva proceduto al rinnovo delle cariche sociali del Comitato, il cui Esecutivo provinciale per il prossimo triennio sarà così com- Il convegno ad Avellino «L’Istria dell’esodo». Da sin. il presidente del Comitato ANVGD avellinese prof. Carmelo Testa, il prof. Giuseppe Iuliano, la delegata ANVGD di Salerno prof.ssa Miriana Tramontina e Fabio Rocchi della Sede nazionale. In primo piano i pannelli espositivi della delegazione salernitana (foto Greco) Febbraio 2007 9 DIFESA ADRIATICA dai comitati SU INTERNET IN DIRETTA CON L’ANVGD La newsletter settimanale con le più recenti informazioni La Lupa capitolina al Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma. Sul basamento è stata a suo tempo apposta una targa bronzea in ricordo delle due visite presidenziali al Quartiere: di Luigi Einaudi nel 1949 e di Giovanni Gronchi nel 1956 È stato rinnovato nella grafica e nei servizi il sito internet dell’ANVGD all’indirizzo www.anvgd.it. I documenti e i contenuti storici, le news e le notizie utili, l’archivio di “Difesa Adriatica” e la biblioteca oggi sono più facilmente accessibili grazie ad una grafica più funzionale ed intuitiva. Inoltre, due nuovi importanti servizi sono a disposizione di tutti per avere notizie più aggiornate e praticamente in tempo reale. Chi si registra nel sito, gratuitamente e senza obblighi, può accedere al blog dove è possibile discutere le problematiche di interesse degli Esuli e dei loro discendenti e inoltre riceverà settimanalmente la newsletter direttamente sulla sua mail con le notizie più recenti. Sono due importanti novità che consentiranno a moltissimi utenti di essere continuamente aggiornati in tempo reale e quindi in linea con le necessità di un mondo che, anche nel campo della nostra storia e della nostra cultura, gira sempre più velocemente. Pensiamo per esempio a tutte le notizie impellenti che riceviamo in Sede nazionale e che se stampate su un mensile come “Difesa Adriatica” arrivano nelle Vostre case troppo tardi per esserVi utili. Non avete Internet? Poco male. Avete un figlio, un nipote, un conoscente che ne dispone? Ditegli di collegarsi al sito www.anvgd.it, di registrarsi e di stamparVi ogni settimana le ultime notizie che gli arriveranno. Il tutto – naturalmente – gratuitamente. Le notizie che riceverete saranno sintetiche e parziali e quindi non sostituiranno la centralità di “Difesa Adriatica” che, come organo ufficiale dell’Associazione, rappresenta il pri- mario e insostituibile canale di informazione per la nostra estesa Comunità. Allora,Vi siete registrati? Che aspettate? Chi tardi arriva, male alloggia! Ma per l’occasione potete alloggiare comodamente anche se arrivate tardi: sul nostro sito c’è spazio in abbondanza per tutti!!! Vi aspettiamo su www.anvgd.it. I MARTIRI DELLE FOIBE ONORATI A LA SPEZIA Il discorso del sindaco Giorgio Pagano in occasione dell’intitolazione di una piazza ai “Martiri delle Foibe” il 18 novembre 2006 ll monumento senza Romolo e il basamento deturpato da scritte con vernice spray (foto Marchiolli/Univertical) ste in occasione del Giorno del Ricordo per partecipare alla cerimonia presso la Foiba di Basovizza. Giorno del Ricordo, l’incontro conviviale con i soci si terrà domenica 18 febbraio. COMITATO DI TORINO CONSULTA DELLA LOMBARDIA La sede sociale di Via Parenzo ha ospitato a ridosso di Natale la mostra del Gruppo Donne del comitato che si riuniscono abitualmente il martedì pomeriggio per eseguire lavori di découpage. COMITATO DI TRENTO Rinnovato il direttivo provinciale nel corso dell’assemblea sociale lo scorso 17 dicembre. Dall’Assemblea, presieduta da Luigi D’Antoni, e dal successivo direttivo provinciale sono scaturite le seguenti cariche: presidente Anna Maria Marcozzi Keller, vicepresidente Claudio Neri, segretario Claudio Taverna, tesoriere Francesco Sponza, consiglieri Francesco Sponza, Isabella Sponza, Fiorella Saule Lombardi, Gemma Marangoni Falcioni, Zeffirino Girardelli. Oltre alle manifestazioni per il AlTeatro Donizetti di Bergamo erano più di mille gli spettatori dello spettacolo curato dall’AIDO e che vedeva anche la Consulta lombarda dell’ANVGD come sponsor. Vi ha partecipato l’attore Tullio Svettini, accompagnato dal violino e pianoforte di Igor Riva e Fabiano Casanova con le Elegie Istriane di Biagio Marin. Il recital è stato introdotto dal presidente del Comitato ANVGD di Milano, Piero Tarticchio. Applausi hanno accompagnato anche le performaces di Coruslain nel gospel e del musical, di Dance Mania nel balletto, di Giampiero Bernabeo e di Katia Ricciarelli, che hanno entusiasmato nella romanza d’opera e lieder. Erano stati invitati, per la partecipazione gratuita, i soci dei Comitati ANVGD lombardi. Con l’intitolazione di questa piazza ai Martiri delle Foibe, La Spezia vuole rendere omaggio alle donne e agli uomini vittime della tragica conclusione delle vicende del confine orientale d’Italia alla fine della seconda guerra mondiale. È questa una delle pagine più dolorose e, a lungo rimosse, della storia del Novecento. Dai territori della Dalmazia e dell’Istria, in cui erano storicamente insediate, e che le conseguenze della sconfitta avevano posto sotto il dominio jugoslavo, le comunità italiane furono strappate a forza e quasi integralmente cancellate. Intitolare questo luogo a quegli avvenimenti, lasciare in città un segno concreto (l’esistenza di una piazza a quei fatti intitolata) significa dare concretezza all’impegno che da tempo questa Amministrazione ha assunto e sta portando avanti per la costruzione di un percorso della memoria che non può non affrontare anche queste drammatiche vicende sulle quali, troppo a lungo, il nostro Paese non ha saputo confrontarsi fino in fondo cogliendone la portata e il significato nazionale. Tra il 1944 e la fine degli anni Cinquanta, gran parte della comunità italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia abbandona la propria terra. A ondate successive, quasi 300.000 persone, appartenenti a ogni classe sociale, vengono costrette a fuggire dal nuovo regime nazionalcomunista di Tito che confisca le loro proprietà, le emargina dalla vita pubblica, le reprime con la violenza poliziesca, giungendo talora a un vero e proprio tentativo di “pulizia etnica”. I profughi vennero dispersi in oltre cento campi di raccolta disseminati in tutto il nostro Paese dove per molto tempo – in alcuni casi persino dieci anni – vivono in una situazione di totale emergenza, attorniati da un clima di avversione e indifferenza. Mentre i profughi iniziano il faticoso cammino per conservare la propria identità storica e culturale, sul loro dramma scende un impenetrabile silenzio di Stato. L’esodo di tante famiglie originarie dell’Istria, della Dalmazia, di Fiume e le foibe sono una tragedia della storia di tutti gli italiani. Sono vicende che devono essere lette con onestà e grande senso di responsabilità da parte di tutti al fine di arrivare a costruire finalmente nel nostro Paese una memoria condivisa. In questa azione le istituzioni devono giocare un ruolo fondamentale: hanno per prime il dovere di lavorare perché anche su queste vicende venga riconosciuta e rispettata la verità storica, perché su di esse cresca una storia comune, un valore civile condiviso. Voglio citare in questa occasione le parole di Ada Sereni, a capo – insieme a tanti altri –dell’emigrazione ebraica, sulla nostra città: «Migliaia di profughi continuarono a partire dalla Spezia; per tutti il contatto con la popolazione fu stupefacente e tonificante rivelazione dopo le brutalità subite nei Paesi dai quali provenivano: ‘gli italiani sono gentili’ ripetevano attoniti, quasi non credessero che ci potesse essere una popolazione non ebrea, cortese verso di loro». In queste poche parole è sintetizzata l’anima solidale e generosa della nostra comunità. Di una comunità capace di umanità, di farsi carico e sentire come proprie le sofferenze, le tragedie degli altri. Un’anima che oggi è viva e che dobbiamo continuare a nutrire e a rendere sempre più forte: lo facciamo con il nostro impegno per la pace in Medio Oriente, lo facciamo con la presenza di un forum interreligioso, lo facciamo nell’essere una comunità capace di accogliere chi oggi fugge dalla guerra, dalla persecuzione e dalla miseria alla ricerca di una vita dignitosa. Lo facciamo tenendo viva la memoria della nostra storia. Della storia della nostra città, del nostro Paese e dell’Europa. Un impegno che in tutti questi anni abbiamo perseguito con tenacia, onestà intellettuale, senza ambiguità o reticenze. In questa storia c’è appunto il dramma degli esuli giuliano-dalmati, c’è la tragedia delle foibe. Nel nostro Paese si è iniziato a celebrare il Giorno del Ricordo per tenere viva la memoria di un passato che appartiene alla storia nazionale ed europea come a quella della nostra comunità: l’esodo dei profughi giuliano-dalmati e l’arrivo di molti di loro nella nostra città alla ricerca di una nuova radicata appartenenza. E proprio in questo quartiere si ritrova alla Spezia la più forte presenza dei profughi giuliano-dalmati, tanto che questo quartiere è conosciuto alla Spezia proprio come quartiere dei “polesani”. La Spezia ha saputo accogliere quei profughi, ha saputo essere – come nella sua tradizione – città accogliente e ospitale. Come sono tante città di mare, tante città del Mediterraneo anche La Spezia è una città di esuli e di esilii, una città dove è forte e radicata la cultura della solidarietà, della capacità di accogliere nelle proprie braccia chi vi arriva, anche da molto lontano. La familiarità tra persone differenti, la possibilità di sentirsi a casa propria è parte integrante della nostra identità e della nostra storia di comunità. Un’identità e una storia che trova in Exodus la sua pagina simbolicamente più significativa, e che ha fatto ottenere alla nostra città il più alto riconoscimento della Repubblica, la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Pagine che abbiamo il dovere di ricordare, di tenere vive nei nostri cuori e nelle nostre menti perché – prendendo a prestito le parole di Barbara Spinelli – «l’uomo resta il giunco fragile e credulo che è sempre stato. Ma un giungo pensante, che può avere il coraggio e non il culto della memoria». Nell’intitolare questo luogo mettiamo in pratica proprio questo coraggio, il coraggio di una memoria attiva che ci aiuta a costruire il futuro. Quella memoria che «conferisce al presente una prospettiva fatta di lontananze e profondità che permettono alla vista di spaziare», che ci danno la speranza, che ci permettono di impegnarci e lavorare per costruire un futuro di pace. Giorgio Pagano 10 DIFESA ADRIATICA DALL’ITALIA Trieste. La Regione Friuli Venezia Giulia ha stanziato 4,7 milioni di euro a sostegno delle attività nella minoranza slovena nella regione. Ventuno sono gli enti beneficiari. Un milione di euro sarà destinato alle attività editoriali, tre milioni per attività culturali, artistiche ed educative, il resto per attività di associazioni minori. Alghero (Sassari). Il Rotary Club di Alghero ha edito il libro Da Alghero a Fertilia di Enrico Valsecchi. Ripercorrendo la storia di Alghero del ’900, l’autore dedica ampio spazio agli esuli giuliano-dalmati di Fertilia, un omaggio per il silenzio su questa triste pagina di storia italiana. La riflessione sulla borgata giuliana si arricchisce con Note di storia urbana degli architetti Zoagli e Peghin, con il contributo memorialistico di Pietro Fiore. Roma. In occasione del Concerto dell’Immacolata tenutosi nella chiesa di San Marco al Quartiere giuliano-dalmata della capitale, è stato cantato il brano La preghiera del Profugo, inedito composto dal maestro Lodovico Zeriav, esule al quale sono dedicati i giardini della piazza principale del quartiere. Il pubblico ha apprezzato con prolungati applausi l’evento commentato e cantato dal tenore Ignazio Semeraro. Pesaro. In occasione della Giornata delle Marche presentata la mostra fotografica «Chiaravalle, le sigaraie e la Manifattura» che ripercorre i 250 anni della Manifattura tabacchi di Chiaravalle, poi trasferitasi a Pesaro, con una particolare sottolineatura nei confronti delle lavoratrici provenienti nel secondo dopoguerra dalle manifatture di Fiume e Zara. La Spezia. Lo scorso 18 novembre alla presenza delle autorità civili, militari e religiose e della cittadinanza è stata scoperta dal Sindaco Giorgio Pagano, con la benedizione del Vescovo Bassano Staffieri, la targa della piazza dedicata ai Martiri delle Foibe. È stato il prof. Giuseppe Sincich a tenere la prolusione, nella quale ha ricordato i riferimenti storici, geografici e culturali delle nostre terre, oltre a ripercorrere i dolorosi momenti degli anni ’40. Trieste. Si è aperto il progetto SA.PE.VA. finanziato dalla Comunità Europea, il cui obiettivo principale è il miglioramento della collaborazione e dei legami tra le minoranze e le popolazioni di maggioranza a cavallo del confine tra Italia e Slovenia, attraverso l’analisi e lo studio della situazione che verrà effettuato tramite la fondazione di gruppi di lavoro in diversi settori della vita e dell’attività delle minoranze. Tre convegni a Gorizia, Capodistria e Trieste porteranno alla luce i risultati. Venezia. In occasione dello scorso Natale e con il contributo della Regione Veneto, la Scuola Dalmata dei Ss. Giorgio e Trifone ha pubblicato un interessante fascicolo sulla sua sede e su quanti negli anni l’hanno visitata. Casale Monferrato (Torino). La cittadina piemontese ha ospitato presso la Galleria Santa Croce la mostra di tele ad olio dell’artista istriano Eligio Juricich, opere della produzione paesaggistica più recente e viatico per future interpretazioni artristiche. Sirolo (Ancona). Nel corso dell’assemblea generale della Euroregione Adriatica istituita a Pola il luglio scorso, è stato definito il programma 2007. I rappresentanti delle regioni italiane bagnate dall’Adriatico e di Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro e Albania hanno anche costituito le commissioni di lavoro: attività produttive, ambiente, pesca turismo e cultura, affari istituzionali, trasporti e infrastrutture. L’attività principale sarà l’utilizzo dei fondi messi a disposizione dall’Unione Europea. Firenze. Il governo croato ha detto no alla proroga dell’esposizione del Bronzo di Lussino oltre il previsto 30 gennaio a Palazzo Medici. La mostra, indegnamente intitolata «L’atleta della Croazia» e sulle cui proteste vi abbiamo già riferito, ospita l’antichissimo bronzo greco che ormai giornali, media e istituzioni chiamano Bronzo di Lussino, mandando letteralmente in soffitta l’ignorante dicitura che aveva caratterizzato la presentazione della mostra. Febbraio 2007 TRA VIRGOLETTE “ Fatti, fatterelli, curiosità e notizie dalle associazioni e dalla stampa Trieste. Si terrà nel capoluogo giuliano a fine marzo il primo congresso europeo delle associazioni degli esuli, che raccoglierà alcune delle associazioni rappresentative delle diverse realtà europee, tra cui quella rappresentata dall’Unione degli Istriani. Viterbo. Maretta al consiglio provinciale della Tuscia sul tema delle foibe. Una mozione che prevedeva l’allargamento di un viaggio-studio per le scuole alla Foiba di Basovizza, dopo aver visitato i campi di sterminio nazisti, ha suscitato le ire dell’estrema sinistra. Al voto i pochi negazionisti sono rimasti isolati ed hanno dovuto accettare... la verità storica. Roma. Presentato alla Fondazione Europea Dragan il libro La Rivoluzione mancata curato a sei mani da Amleto Ballarini, Marino Micich e Augusto Sinagra. Alla presentazione sono intervenuti, oltre agli autori, anche Marcello Veneziani e Pierluigi Winkler. ” Regione Toscana. Vogliamo sperare che qualcuno ricordi agli ignari turisti come la foiba fu utilizzata nei confronti degli italiani. Sperare è lecito ma i dubbi sono molto forti... Fiume. Dopo sei anni di lavori è stato inaugurato il più grande centro commerciale della Croazia e dell’Europa sudorientale. Realizzato interamente da una impresa italiana, dispone di 150 negozi, 2100 posti auto, 8 livelli di cui 5 commerciali. Ora i fiumani si chiedono dove troveranno le kune per andarci a spendere. Isola d’Istria. Nuovo numero del periodico della Comunità degli Italiani “Dante Alighieri”, pieno di notizie che dimostrano le ferventi attività degli italiani oltre confine. La comunità è stata fondata otto anni fa in “concorrenza” con quella già esistente. Importante la cronaca del raduno di Loreto (Ancona) che ha raccolto a settembre gli isolani di qua e di là dal confine. Pirano. Si è tenuto nella città istriana il 37° Festival della canzone per l’infanzia “Voci nostre” organizzato dall’Unione Italiana. Lo “Zecchino d’oro” delle nostre terre è stato ospitato quest’anno dal Teatro Tartini con la collaborazione, tra gli altri, di Tele Capodistria. Capodistria. È in corso il restauro del Convento di Sant’Anna, monumento storico medioevale di grande importanza. Le autorità jugoslave dopo la guerra lo degradarono a istituto di pena. Tre anni fa il governo sloveno lo ha consegnato alla Chiesa cattolica locale. Dopo la ristrutturazione il convento ospiterà solo tre religiosi ma fungerà da centro culturale con una biblioteca, un centro convegni e una pinacoteca. OLTRE CONFINE Fiume. Aperta al Museo d’Arte moderna e contemporanea di Fiume la mostra delle opere pittoriche di artisti fiumani prodotte tra il 1920 e il 1940. I quadri esposti sono un centinaio e rappresentano la testimonianza delle correnti artistiche fiumane fra le due guerre. La mostre chiuderà i battenti il prossimo 10 febbraio. Pirano, la «casa veneziana» Spalato. Il Consolato italiano in Dalmazia ha messo a disposizione di tutti su internet la modulistica necessaria per richiedere la cittadinanza italiana. Ecco l’indirizzo: www.consspalato.esteri.it/ C o n s o l a t o _ S p a l a t o / A r ch iv i o _ N e w s / CircolareCittadinanza.htm Rovigno. L’ambasciatore italiano Pietro Ercole Ago ha tenuto presso il centro Ricerche Storiche di Rovigno una conferenza sul tema «La mia esperienza di diplomatico in Istria, Fiume e Dalmazia», organizzata dall’Unione Italiana, dal Centro Ricerche e dall’Università Popolare di Trieste. Pola. Alla XII Fiera del Libro di Pola l’EDIT, che pubblica il quotidiano in lingua italiana “La Voce del Popolo” ha presentato le sue collane di pubblicazioni in italiano e che rappresentano il punto di riferimento dell’editoria italiana oltre confine. Fiume. Il celebre attore americano Richard Gere è stato insignito della cittadinanza onoraria del «Virtuale Stato libero di Fiume». Il “passaporto” gli è stato consegnato in occasione di alcune riprese girate in Croazia per il suo prossimo film. L’organizzazione del Virtuale Stato libero di Fiume si pone come obiettivo la promozione e l’affermazione dell’identità storico-culturale del capoluogo quarnerino. Zagabria. L’istituto nazionale di statistica croato ha pubblicato i dati relativi all’editoria nello Stato slavo.Tra le edizioni in lingua straniera quelle in italiano sono al secondo posto, dopo l’inglese. Pisino. L’ente croato “Natura Histrica” ha proposto la rivalorizzazione della Foiba di Pisino come prodotto turistico. Nel progetto, tra gli altri finanziamenti, risulterebbe anche quello della DALL’ESTERO La facciata della Chiesa di S. Anna Pola. Nel parco di Via della Confraternita Ragusea sorgerà il progetto l’«Arca di Noè», dedicato al cantante Sergio Endrigo, scomparso nel 2005, e che ricorda una delle sue più famose canzoni. Per questo il parco avrà una connotazione fruibile ai bambini, che potranno interagire e giocare come il cantante avrebbe sempre voluto. Il progetto è stato presentato alla Comunità degli Italiani di Pola. Lussingrande. Domenica 10 dicembre la Santa Messa celebrata nella chiesa di Sant’Antonio Abate è stata trasmessa in diretta radiofonica in tutto il mondo. Vi ha partecipato anche il coro parrocchiale guidato da Corino Stuparich. La storia della chiesa è stata raccontata da Sara Sirola, membro della locale Comunità degli Italiani, che ha sottolineato i legami storico-artistici con Venezia rappresentati dalle presenze pittoriche nella chiesa. La celebrazione si è conclusa con il canto «Benediteci» eseguito in lingua italiana. Fiume. Bobby Solo, uno tra i più famosi protagonisti della musica leggera italiana, è stato ospite della Comunità italiana di Fiume esibendosi nel Salone delle feste di palazzo Modello. Nell’occasione il cantante (all’anagrafe Roberto Satti) ha ricordato le sue origini familiari fiumane legate alla sua nonna paterna. Toronto (Canada). La festa natalizia organizzata dalla Lega Istriana di Chatam per la numerosa comunità giuliano-dalmata ha riscosso grande successo. Nella prima parte, dedicata ai bambini, ha fatto la sua comparsa Babbo Natale; nella seconda parte gli adulti si sono ritrovati per la cena con lotteria e ballo. Nel 2007 la Lega Istriana ricorderà i 50 anni dall’arrivo dei primi istriani in Canada; tra il 31 agosto e il 3 settembre si terrà quindi il terzo Raduno Istriano in Canada (18 anni dopo l’ultimo) con feste, convegni e mostre. Buenos Aires (Argentina). Si è concluso con successo il Convegno dei giuliano-dalmati del Sud America, organizzato dall’Associazione Giuliani nel Mondo e dalla Federazione dei Circoli Giuliani d’Argentina, con il sostegno della Regione Friuli Vnezia Giulia. Vi hanno partecipato sessanta delegati provenienti da Argentina, Brasile, Venezuela, Cile e Uruguay. Il notiziario della comunità giuliano-dalmata della capitale argentina, diretto da Livio Giuricin, sottolinea come sia fondamentale, nel concedere la cittadinanza italiana, che coloro che la richiedono conoscano la storia, la cultura e la lingua italiana. Ti sei iscritto all’ANVGD? Prosegue la campagna abbonamenti 2007 Cosa aspetti? Noi Ti aspettiamo Rivolgiti ai nostri Comitati Provinciali o contatta la nostra Sede nazionale (tel. 06 5816852) L’orrida foiba di Pisino nel suo insieme e un suo dettaglio L’abbonamento a Difesa Adriatica non equivale alla quota associativa Febbraio 2007 11 DIFESA ADRIATICA ANCHE IL TELEFONO CHIUSO IN FACCIA Il sottoscritto chiede alla Agenzia delle Entrate di Udine la sostituzione della tessera sanitaria in quanto riporta quale luogo di nascita l’indicazione errata «Jug (Serbia-Montenegro)» anziché quella corretta «Pirano». Lamenta poi la difficoltà ad ottenere risposta dal numero verde indicato: nel momento in cui è riuscito a parlare con un operatore non solo non ha avuto modo di veder riconosciuto il proprio palese diritto ma, pur citando la Legge 54/ 1989, è stato trattato male e gli è stata tolta la comunicazione. Egidio Contento, Cividale del Friuli (Udine) Non finisce mai la lista degli ignoranti nel nostro bel Paese. Sempre più di frequente si preferisce la maleducazione all’accertamento dei diritti dei nostri Esuli. È sconcertante vedere ogni giorno che bieco trattamento subiamo da ogni amministrazione. E il guaio è che purtroppo né leggi né norme sono in grado di guarire l’inciviltà e gli abusi nei nostri confronti. Il consiglio è sempre lo stesso: solo la lotta può (purtroppo) darci ragione. QUANDO TOCCA A ME? Avendo fatto domanda di indennizzo con riferimento a diverse posizioni con valore 1938 alcune sopra e altre sotto le 100.000 lire, vorrei capire se ognuna verrà indennizzata a seconda dello scaglione cui appartiene. Mario Fabretto, mail Con una domanda del genere entriamo in un argomento che somiglia molto a una palude. In linea teorica il Ministero per motivi di praticità ha messo insieme le posizioni con eguali beneficiari, sommando i valori al 1938 e andando a pagare l’indennizzo con un unico bonifico a seconda di qual è lo scaglione di questa somma complessiva. Nella realtà può essere anche capitato, invece, che le pratiche siano rimaste ben distinte, così da essere pagate una per una, ognuna nello scaglione cui appartengono singolarmente. Sia comunque chiaro che non c’è una differenza di indennizzi pagati tra l’una e l’altra soluzione, ma soltanto di tempi di erogazione differenziati. VITTORIA... PER SBAGLIO Dopo la lettura degli articoli riguardanti la perequazione automatica delle pensioni INPS, ho presentato la mia richiesta alla sede Lettere al giornale FERMO POSTA di Fabio Rocchi I quesiti (possibilmente brevi) possono essere inviati alla Redazione (Via Leopoldo Serra 32, 00153 Roma, fax 06.5816852, e-mail [email protected]). Alcuni vengono tratti da più ampie interrogazioni che giungono alla sede nazionale dell’Anvgd. INPS di Carmagnola (Torino). A novembre, insieme alla pensione, l’Isituto mi ha accreditato anche gli arretrati della perequazione. Oggi l’INPS di Carmagnola mi ha comunicato che si sono sbagliati e che a breve recupereranno le somme sul mio conto corrente... Umberto Del Sarto - Villastellone (Torino) Siamo di fronte a un caso sul quale non sappiamo se piangere o ridere. L’INPS locale aveva applicato la richiesta in quanto ritenuta corretta. Poi deve aver avuto una tirata d’orecchi dalla sede centrale e ha fatto retromarcia. In effetti il recupero delle somme per errore da parte dell’INPS è consentito: un esempio classico è quello delle pensioni erogate dopo la morte del pensionato. Al nostro lettore diamo appuntamento ai prossimi numeri per le iniziative nei confronti di chi si trova nella sua stessa condizione. MAGLIA NERA ALLA TOSCANA Segnalo, a completamento della notizia da voi pubblicata nel numero di agosto-settembre relativamente all’iniziativa SEENET (che vede coinvolta anche la Regione Toscana su progetti di recupero come quello di Piemonte d’Istria), che nella relazione storica disponibile sul sito della stessa organizzazione toscana appare una grave affermazione che offende la nostra memoria di esuli e dimostra ancora una volta quanta poca attenzione venga rivolta alla nostra tragedia. La Toscana è riuscita anche nel caso di Piemonte d’Istria, come per il Bronzo di Lussino, a compiere l’ennesimo falso storico, adducendo alle «scarse possibilità offerte dalla zona [...] la causa dell’emigrazione della popolazione» che alla fine della seconda guerra mondiale ha abbandonato «il villaggio in rovina». La verità è ben altra e la conoscono tutti i 350.000 che fuggirono dall’Istria e dalle terre dalmate. Franco Biloslavo, segretario Comunità Piemonte d’Istria SONO NATO UN PO’ DAPPERTUTTO Dopo essere nato in Jugoslavia, Croazia ed in una non meglio identificata Laureana, sita in sud Italia, da ultimo sono nato anche in Australia. In quante altre parti del mondo dovrò constatare di essere nato a mia insaputa, naturalmente tranne che in Italia? Johnny Mihich Dalla documentazione risulta che il Lettore e la madre sono nati in almeno sette diverse località: Laureana, Laurana, Abbazia, Trieste, Australia, Croazia, Jugoslavia. Al di là del rispetto morale per il luogo che li ha visti aprire gli occhi la prima volta (e a questo punto dubitiamo anche di quali siano...) come mai in termini di tassazione l’Agenzia delle Entrate non sbaglia un colpo ed identifica i nostri Esuli sempre in maniera univoca? Forse perché l’esazione fiscale non deve commettere errori? E allora perché non estendere questa “macchina perfetta” anche a tutte le amministrazioni? A OGNUNO LA SUA PARTE Nei tempi previsti ho inviato al Ministero dell’Economia la domanda per l’indennizzo in base alla Legge 137/2001. Nel giugno 2005 ho dato mandato ad un avvocato di assistermi innanzi alle Autorità giudiziarie, alle quali dovrà essere promossa un’azione finalizzata a raggiungere gli scopi di cui sopra. Al momento non ho notizie e oso sperare anche nel vostro impegno. Matteo Fabris - Torino Dobbiamo fare una distinzione. Gli indennizzi previsti dalla legge del 2001 sono in corso di pagamento: in questo caso non vi è bisogno dell’intervento di un legale, salvo per posizioni particolarmente complesse. Invece le iniziative legali di cui sentiamo parlare sono sì legate agli indennizzi, ma nel senso che vogliono dimostrare che il valore base attribuito ai beni era troppo basso. Il nostro impegno di Associazione in questo momento è far sì che i pagamenti degli indennizzi avvengano il più rapidamente possibile e si faccia spazio alla nuova legge per l’erogazione del saldo definitivo. TELEX DALLA SEDE NAZIONALE NOTIZIE DAL… CAMPANILE tima fatica letteraria di Piero Tarticchio. Per contattare la redazione scrivere a “Gente di Nell’apprezzamento e nel rispetto che Gallesano”, Residenza del Cantone 761, Segrate l’ANVGD nutre verso le attività delle altre associa- (Milano) 20090, tel. 02.264 10 573. zioni degli Esuli giuliano-dalmati, pubblichiamo una selezione di notizie e curiosità dai sodalizi Associazione delle Comunità Istriane. L’asche rappresentano le tante anime dell’esodo. sociazione edita il quindicinale “La Voce Giuliana”, con le cronache e gli appuntamenti delle Libero Comune di Fiume in Esilio. Il numero comunità ad essa collegate. In uno degli ultimi del 30 novembre del mensile “La Voce di Fiu- numeri, a proposito del 50° anniversario della me” riporta alcuni interessanti articoli sulla Fiu- “Fiaccola della fraternità istriana”, la redazione me che fu e sulla sua vita, non mancando l’at- ha specificato che «l’Associazione delle Comutualità con la cronache dei fiumani sparsi nel nità Istriane è la diretta derivazione del Comitato mondo e delle loro attività in memoria della cit- di Liberazione Nazionale (CLN) dell’Istria e ractà d’origine. Per riceverlo scrivere a “La Voce di coglie in sé anche la Comunità istriana ex alunni Fiume”, Riviera Ruzzante 4, Padova 35123, tel. di Padre Damiani». Per ricevere il quindicinale 049.875 90 50. contattare l’Associazione a Via Belpoggio 29/1, Trieste 34123, tel. 040.31 47 41. Società di Studi Fiumani. A Fiume, in occasione della presentazione degli atti del conveUnione degli Istriani. Dal numero di settemgno Fiume: crocevia di popoli e culture tenutosi bre-ottobre della rivista dell’Unione, giunta a dia Roma nel 2005, il Presidente della Società di cembre e rinnovata nella grafica, apprendiamo Studi Fiumani di Roma Amleto Ballarini ha che la Bielorussia ha presentato alle Nazioni espresso il desiderio di aprire una sezione del Unite una risoluzione di critica verso gli Stati Uniti sodalizio proprio a Fiume. sull’applicazione della democrazia e i diritti dell’uomo in quel Paese. Chi desidera ricevere queComunità Chersina. Il “foglio” della comu- ste e altre interessanti notizie può scrivere alnità (ma di ben 43 pagine!) si fa sempre più ricco l’Unione degli Istriani,Via Pellico 2, Trieste 34122, di notizie e informazioni. Il numero di dicembre tel. 040.63 60 98. ricorda l’appuntamento del 2 gennaio a Trieste per festeggiare il patrono S. Isidoro e dedica molte Famea Piranesa. Da “L’Eco de Piram”, orgapagine alle cronache provenienti dai chersini di no dei piranesi aderenti all’Unione degli Istriani, tutto il mondo, oltre ad un allegato che riposta i apprendiamo delle affermazioni del gen. diari di Nicolò Spadoni e Giacomo Sablich. Per Mazzaroli, sindaco del Libero Comune di Pola ricevere il notiziario scrivere a Comunità in Esilio, che avrebbe dichiarato che «il comporChersina, Via Belpoggio 29/1, Trieste 34123.ù tamento dell’ANVGD danneggia gli interessi degli esuli e getta discredito sulla loro dirigenza». VieComunità di Lussinpiccolo. Il numero di di- ne anche citato il presidente dell’Unione degli cembre del notiziario della comunità riporta l’esi- Istriani Lacota, che «muove un’aperta critica alla to del concorso per la Borsa di Studio intitolata a data del 10 febbraio come Giorno del Ricordo. Giuseppe Favrini, per anni presidente della Co- Questa data è la ricorrenza della pacificazione munità, storie della celebre marineria lussignana, politica che ha condannato al genocidio». Il giorun approfondito articolo sul Bronzo di Lussino nale può essere richiesto presso l’Unione degli esposto a Firenze, numerosi interventi di Istriani. lussignani da tutto il mondo e un interessante repertorio fotografico. Chi desidera ricevere il Dalmati Italiani del Mondo – Libero Comugiornale può scrivere alla Comunità di Lussin- ne di Zara in Esilio. L’Associazione dei dalmati piccolo, Via Denza 5, Trieste 34143, tel. 040.30 attraverso il presidente della delegazione di Trie53 65. ste on. Renzo de Vidovich, ha espresso il cordoglio per la scomparsa di Franco Bragagnolo, fonFameia Gallesanesa. Ritorna il foglio della datore della Pasta Zara, ricordando che nel lonComunità di Gallesano con le cronache del 43° tano 1946, quando era vietato alla stampa e alla raduno tenutosi a Peschiera del Garda. Inoltre televisione di parlare delle Terre cedute ed in notizie e curiosità di diversa natura, un ampio particolare di Zara, egli volle chiamare il suo servizio fotografico e l’approfondimento sull’ul- pastificio con il nome della città dalmata, nella quale il padre aveva operato nel centro della città. La diffusione nel mondo della Pasta Zara fu una scelta coraggiosa di Franco Bragagnolo che i dalmati e gli esuli non hanno dimenticato perché fu il primo tentativo di rompere la cortina di silenzio imposta intorno all’Esodo adriatico ed in particolare a quello della Dalmazia. verrà resa ufficiale la costituzione del Comitato di Coordinamento delle Associazioni degli Esuli Istriani (Libero Comune di Pola, Unione Istriani, Associazione Comunità Istriane). Per ricevere “L’Arena di Pola” scrivere alla redazione di Trieste, Via Malaspina 1, Trieste 34147, tel. 040.83 02 94. Fameia Capodistriana. Piero Sardos Albertini ha lasciato la direzione del periodico “La Sveglia”, che è stato affidato a Enrico Neami aggiungendo al suo già ampio carnet un ulteriore incarico. Sul suo primo numero da direttore, Neami ospita il presidente dell’Unione degli Istriani Lacota che dichiara: «A quelle nostre associazioni che invece continuano nel ruolo di utili idioti di Governi negazionisti va invece l’intera responsabilità di essere coscientemente complici di chi insiste a voler condannare istriani, fiumani e dalmati al genocidio». Per ricevere “La Sveglia” scrivere all’Unione degli Istriani. Famiglia Pisinota. Gli Esuli da Pisino festeggiano nell’ultimo numero di “Notiziario Pisinoto” Margherita Granbassi, campionessa mondiale di fioretto a Torino nell’accesa finale contro la più titolata Valentina Vezzali. La Granbassi è di origini pisinote e a Trieste ha ricevuto un riconoscimento da parte della città. Le cerimonia l’ha vista nella sua divisa da carabiniere, per il cui gruppo sportivo gareggia. La redazione del notiziario è in Via Silvio Pellico 2, Trieste 34122. Famiglia Umaghese. Sul numero di novembre di “Umago viva” Mariella Manzutto scrive che «Vogliamo parlare forte come il ruggito del nostro leone, intrepidi di fronte ai vagiti e alle titubanze di quegli mezziuomini, ominicchi e quaqquaraqquà, secondo la classificazione di Sciascia, che ben abbondano nel mondo della politica e anche dell’esodo, e che privilegiano l’essere, l’apparire, al fare per la collettività. E questo fanno, ottengono poco, le briciole elargite dalla politica del momento». Il notiziario degli Esuli da Umago che fanno capo all’Unione degli Istriani è reperibile presso la medesima associazione. Dalmati nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio. L’ultimo numero de “Il Dalmata” è interamente dedicato alla più recente produzione letteraria sulla Dalmazia e sulle sue molteplici sfaccettature. Nel corsivo di prima pagina si sottolinea l’importanza delle conquiste bilingui in Istria, esprimendo la speranza che in un vicino futuro anche le località dalmate possano beneficiare del questo diritto delle popolazioni autoctone. La redazione del periodico è in via Giacinti 8, Trieste 34135, tel. 040.42 51 18. Famiglia Montonese. Il periodico “4 ciacole soto la losa” dà ampio risalto all’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana ottenuta dal pilota montonese Mario Andretti, da decenni residente negli Stati Uniti. Rilievo anche al rinnovo delle cariche sociali della “Famiglia”, tra cui alcuni esponenti in comune con l’ANVGD, come la Presidente Simone Peri e i consiglieri Italia Giacca e Giorgio Zaccariotto, segno evidente che uno spirito di collaborazione paga più di inutili polemiche. Il notiziario dei montonesi può essere richiesto alla Famiglia Montonese, Via Felluga 108, Trieste 34142 o chiamando lo 040.94 61 77 (Silva Peri) o con una mail a [email protected]. Comunità degli Isolani. Il numero di dicembre di “Isola Nostra”, destinato agli Esuli da Isola d’Istria, è come sempre particolarmente ricco. Nel 15° anniversario della morte il 25 gennaio la comunità ha reso omaggio al ricordo di don Attilio Delise con una S. Messa a Trieste in riconoscenza di quanto ha fatto al fine di mantenere unita la Comunità di Isola d’Istria. Il giornale ricorda che le copie vengono inviate a 1960 famiglie di origine isolana in Italia e 225 all’estero. Per avere il notiziario scrivere a Isola Nostra, PiazFamiglia Parentina. L’ultimo numero di “In za S.Antonio 2, Trieste 34122, tel. 040.63 82 36. Strada Granda” riporta, tra gli altri, le cronache del 61° Raduno dei Patentini in esilio, articoli Libero Comune di Pola in Esilio. Le pagine sulla Parendo che fu, un divertente vocabolario dell’“Arena di Pola” riportano la decisione del dei modi di dire dialettali. Per ricevere il notiziagen. Mazzaroli di dimettersi dalla carica di rio contattare l’Unione degli Istriani. vicepresidente vicario della Federazione degli Esuli, contemporaneamente all’annuncio che F.R. 12 DIFESA ADRIATICA Notizie liete... Nozze d’oro Bailo-Stefani Il Comitato provinciale di Bologna festeggia, insieme con i figli Paolo e don Egidio, i cittadini di Zara, i coniugi Anna Bailo e Simeone Stefani, che il 21 novembre scorso hanno festeggiato le nozze d’oro. “Difesa Adriatica” porge loro le più vive felicitazioni. Note dolorose... Il Comitato di Roma ANVGD ricorda Negli scorsi mesi del 2006 la comunità giuliano-dalmata di Roma ha reso omaggio a quanti sono mancati durante l’anno trascorso: Il 27 ottobre è deceduto il dott. Giulio Raiola esule da Pola, giornalista, collaboratore di diversi quotidiani, della RAI e direttore per vent’anni della rivista “Teknos”. • • • Il 4 dicembre è deceduta l’esule da Fiume, signora Loretta Kregar ved. Baretich dopo lunga malattia affrontata con grande coraggio e forza d’animo. Era stata per lunghi anni apprezzata collaboratrice nella grande schiera dei dipendenti dell’Opera per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati ed era vedova del comm. Dario Baretich, a sua volta dirigente dell’Ente. Lascia i figli Stelio ed Erica con il marito e la figlia. Molta gente del «Villaggio» e di ex colleghi alle esequie . • • • Il 23 novembre è deceduto Febbraio 2007 La tutela dei monumenti cimiteriali in Dalmazia e Istria Stimato in 12 milioni di euro lo stanziamento necessario al restauro e alla tutela La questione dei siti e dei monumenti funerari italiani in Dalmazia, nel Quarnero e Istria riguarda, secondo recentissime stime, circa 300 cimiteri, per un totale di 22 mila tombe, delle quali un terzo è in condizioni di grave degrado. Secondo un ragionevole calcolo il totale dei defunti italiani nelle tombe istriane sarebbe di circa 100 mila. A ciò si deve aggiungere che un numero non definito ma certamente molto rilevante è andato per così dire disperso durante un lungo periodo fra la promulgazione della legge jugoslava del 1960 (che prevedeva la revoca delle concessioni perpetue senza indennizzo) e la nuova legge croata del 1998 (che ha ripristinato detto regime, sia pure a fronte del versamento di canoni molto più alti). Le ultime stime, riporta la stampa ita- In particolare, la Comunità Osserina desidera unirsi alla famiglia nella commemorazione della cara Maria. In Sua memoria la Comunità Osserina elargisce 50 euro a “Difesa Adriatica”. • • • Ed anche il Comitato provinciale di Latina non ha mancato di commemorare gli esuli defunti nell’anno 2006 con una Messa officiata nella Chiesa francescana dell’Immacolata, nel capoluogo pontino, da padre Fabrizio Ciampicali o.f.m. Nel corso della celebrazione liturgica il presidente del locale Comitato, Benito pavazza, ha voluto ricordare le «persone, anzi personaggi, che più degli altri hanno sofferto il calvario dell’Esodo, hanno vissuto una vita dura e traumatica nei Campi Profughi,centri di accoglienza sparsi per tutto il territorio nazionale». A Latina e nel suo territorio, ha tuttavia evidenziato, «bisogna ricordare che la popolazione e le istituzioni manifestarono allora una buona accoglienza a differenza di altre città, ove furono accolti con indifferenza e freddezza». «È giusto e degno ricordare i Martiri delle Foibe – ha proseguito –, tragedia tenuta nascosta e dimenticata per oltre circa sessanta anni, e con Loro i Martiri di Nassirya, i caduti per la pace, tutti gli esuli che ci hanno lasciato, Padre Flaminio Rocchi, figura simbolo, padre francescano ed esule che ha trasformato il suo sacerdozio nella nobilissima missione di pace e di bene, orgoglioso figlio di San Francesco». Alla cerimonia religiosa era presente il vice prefetto dott. Orlando Bramini, che ha avuto parole di solidarietà e di affetto per la comunità giuliano-dalmata di Latina. Franco Badolato Margherita Giurissich esule da Zara Francesca Surina ved. Cossi esule da Fiume La piangono i figli Lucio e Aldo con le rispettive famiglie. Infine, nel mese di novembre, l’ANVGD - Comitato di Roma e l’Associazione Triestini e Goriziani in Roma hanno congiuntamente ricordato tutti i Defunti giuliano-dalmati, deceduti nell’ultimo anno. Particolare menzione per mons. Antonio Santin, rovignese, vescovo di Fiume e poi di Trieste. • • • Il 27 novembre 2006 si è serenamente spenta la cara Maria Zuccoli Era nata a Ossero il 20 marzo 1899. Dopo aver lasciato il luogo natio, ha vissuto con la sorella Giovanna.ved.Grisan, a Udine. Ha continuato a coltivare nel ricordo l’attaccamento alle proprie origini ed alle persone che con tanto affetto pregheranno per Lei. come nei suoi racconti i primi anni trascorsi da esule furono difficili e faticosi, ma pieni di speranza e riscaldati dalla solidarietà di coloro che ne condividevano la sorte. Conforto e spinta ad iniziare una nuova vita Le venne dall’incontro con il futuro marito, Giordano Zucchi, da Neresine (Lussino), anch’egli forzatamente lontano dalla sua terra e dai suoi cari, rimasto in servizio dopo la guerra nella Marina militare, per continuare la carriera come ufficiale di porto. Da quell’incontro e dal matrimonio nacquero, una a Marghera e l’altra a Trieste, dove la famiglia ha sempre vissuto, le figlie Marina e Silvana, che ora, per mezzo di queste poche righe, desiderano rievocare la figura dell’amata mamma Lidia, affinché una traccia condivisa nella memoria sia segno del ponte possibile fra le dimensioni terrestre e spirituale. Dal matrimonio in avanti profuse tutte le Sue forze e le Sue aspirazioni nell’ambito familiare e degli affetti, non senza una partecipazione appassionata, a volte amara, a volte ironica e disincantata, alle vicende più ampie del mondo intorno. Una lunga infermità ne ha fiaccato la resistenza fisica infondendo però,crediamo, una luce positiva al Suo sguardo interiore. Un saluto commosso Le rivolgono i nipoti Donato e Maddalena, suoi fiori all’occhiello e Sua finestra sul mondo che cambia. Marina Zucchi • • • Il giorno 6 novembre 2006, dopo una lunga e dolorosa malattia, si è spenta a Roma Lida Legaz ved. Ballarin all’età di 66 anni anni, anche lui dipendente dell’Opera per l’Assistenza ai Profughi Giuliani e Dalmati e, dopo lo scioglimento della stessa, del Comune di Roma. Lo piangono la moglie, tre figli ed il fratello Bruno, anche lui a suo tempo dipendente dell’Ente. Era esule da Pola. • • • Il 14 dicembre ci ha lasciato, all’età di 91 anni, la signora Lascia i nipoti Flora con il marito e Giovanni con la moglie, i figli e i nipoti. • • • Il 17 dicembre è deceduta all’età di 95 anni la signora liana d’oltreconfine, enumerano in 1.154 il numero delle sepolture dismesse secondo un accertamento iniziato nel 1995, quando gran parte del degrado era già evidente, addirittura spesso senza possibilità di recupero. Circa 12 milioni milioni di euro, infine, è la somma richiesta da un programma di restauro e di tutela delle tombe italiane nei cimiteri dalmati e istriani. • • • Il 2 gennaio 2007 è deceduta la signora Daniza Zuccon ved. Gissi esule da Stignano (Pola), all’età di 95 anni. La signora Gissi era vedova del compianto Giovanni Gissi, che per una vita è stato pilastro della nostra Associazione fin dagli esordi, aiutando sempre in ogni modo gli esuli. La piangono le figlie Liliana con il marito Riccardo e Gianna, nota stilista, con il marito Giorgio, i nipoti ed i pronipoti ed il cognato Bernardo Gissi, nostro Consigliere Nazionale e Delegato all’Amministrazione. Sul feretro, in un ultimo saluto, la bandiera dell’Istria. Alle esequie erano presenti, oltre ai parenti, tanti amici e conoscenti. • • • Il 23 ottobre 2006 è mancata, all’età di 78 anni, la signora Lidia Durin ved. Zucchi nata a Gallesano (Pola) l’11 giugno 1928. Durante la prima giovinezza fu costretta, come tanti Suoi conterranei, ad abbandonare affetti e beni affrontando un esodo reso, nei primi tempi ancora più travagliato dall’incertezza sulla sorte dei Suoi familiari, che si sarebbero riuniti solo in un tempo successivo, e dal dolore per la precedente perdita del giovanissimo fratello aviatore. Ricordiamo nata a Lussingrande il 26 novembre 1928. Ha raggiunto così il Suo amato Renato che L’ha preceduta in Cielo pochi mesi prima. In noi figli, Maria e Antonio, con Marco e Lorie e nei nipoti Pietro, Anna, Giovanni, Marco e Caterina, ha lasciato un grande senso di vuoto che non riusciremo più a colmare. Moglie, madre e nonna amorevolissima, ha dato tutta se stessa alla famiglia sapendo affrontare un’esistenza carica di difficoltà con spirito positivo ed ottimista sostenuta dal marito nei cinquanta anni di matrimonio. Dotata di straordinaria tenacia e forza di volontà, ha condotto noi figli sino alla laurea, dandoci l’esempio di un fortissimo spirito di sacrificio e senso del dovere. Agli amati nipoti ha riservato i lati più allegri e teneri del suo temperamento, diventando per loro una presenza quotidiana e un punto di riferimento insostituibile. Di carattere aperto e comunicativo, era interessata alla vita in tutti i suoi aspetti, con particolare attenzione alla dimensione religiosa e sociale. Si è infatti prodigata ad aiutare persone bisognose e sole ed ha offerto il suo servizio presso la Parrocchia di S. Marco Evangelista al Villaggio Giuliano Dalmata in qualità di catechista per lunghi anni. Con la sua bella voce accompagnava la liturgia e, fino alla comparsa della malattia, ha portato l’Eucaristia ai malati della Parrocchia. Chiunque l’abbia conosciuta non superficialmente è rimasto colpito dalla forte carica di umanità che emanava dalla Sua persona. Sono state tantissime infatti, in questi due mesi, le testimonianze di solidarietà e cordoglio che abbiamo ricevuto. Ma, soprattutto, Lidia apparteneva alla sua Lussingrande. Esule dal 1954, la ferita del distacco, con il passare degli anni, si è andata sempre più approfondendo. Ogni mattina, aperti gli occhi, diceva di vedere - come in un lampo - il mare, gli scogli, i pini, il duomo e la gente operosa del paese. Queste sensazioni e ricordi vivissimi l’hanno accompagnata per tutta la vita, li ha condivisi con il marito, anche lui di Lussingrande, e li ha trasmessi a noi figli e ai nipoti, educandoci a coltivare l’amore per la libertà e la terra natìa. Ha portato con orgoglio e dignità la condizione di esule, fiera delle proprie origini. Confortata dai sacramenti ha lasciato questa terra, ma è ogni giorno più vivo e presente il suo esempio di bontà, rettitudine ed altruismo. Maria e Antonio Ballarin Febbraio 2007 13 DIFESA ADRIATICA TRE VOCI PER L’ESODO La memorialistica di autori giuliani e dalmati si è arricchita in questi anni di molte testimonianze, letterarie e non. Tra i tanti titoli pervenuti alla nostra biblioteca scegliamo tre brani tratti da altrettanti libri dedicati rispettivamente all’Istria, a Fiume e alla Dalmazia. Tre citazioni che, naturalmente, non esauriscono il catalogo dei titoli e degli autori, ma che hanno in questo caso un valore evocativo. Per l’Istria citiamo una pagina da Semplici cose istriane, di Myriam Andreatini Sfilli (Firenze 1997). Per Fiume la scrittrice Ina Sicchi Abbondanza, con il suo Compassione, Edizioni Segno, Udine 2006. Per la Dalmazia riproduciamo un brano dal volume di Beppo Marussi, La Borgo Erizzo della Zara di un tempo, riedito dalla Società Dalmata di Storia Patria (Roma) nel 2006. * * * Semplici cose istriane [...] Non l’ avrei mai immaginato, ma dopo tanti anni, munita di passaporto, tornavo da turista nella mia città natale. Però, sarà stato il cielo monotono, grigio, senza riflessi o forse il vento e la pioggerella settembrina, sarà stata insomma quella brutta giomata a mutare l’aspetto della mia città, ma non la ricordavo così opaca, spenta. Va bene che il tempo muta molte cose, ma una decadenza così sfacciata, un impoverimento così visibile non me li sarei mai aspettati! Dov’erano le strade, le piazze rimaste nei miei ricordi? E dove gli spazi ampi e verdi? Erano quelle le case una volta assai dignitose ornate di pergole fiorite? Le vie per le quali passavo mi sembravano sconosciute, mai percorse, eppure risvegliavano in me continue memorie. A poco a poco le riconoscevo, ridiventavano familiari pur sotto quel velo di trascuratezza, sciatteria ed abbandono. Sentii il bisogno di girarla tutta la mia città, di ritrovarla, di godere di ogni suo angolo anche il più remoto e dietro al sipario lucido della pioggia, tra il verde di annose piante, subito mi apparve il maestoso anfiteatro romano, l’Arena, il simbolo più vistoso del nostro legame con Roma, vecchio di secoli e di storia ma la purezza originale delle sue linee era stata profanata da enormi blocchi di pietra bianca che chiudevano la luce di alcune arcate inferiori, deturpandone l’architettonica armonia. Impossibile fu non soffrire. Poi andai a cercare la mia strada e la mia casa. A metà salita mi fermai ansante, sorrisi ricordando quante volte avevo percorso quella strada di corsa senza affanno, con tra le braccia i libri di scuola. La mia casa aveva le persiane, il portone e la facciata completamente in rovina, una volta sorgeva quasi solitaria tra orti pieni di alberi Zara, la Porta di Terraferma in una cartolina a colori di fine Ottocento * * * La Borgo Erizzo della Zara di un tempo da frutta, ora intorno era stato costruito uno squallido, disordinato quartiere e così era sparito il soffice, verde prato colmo di fiori di camomilla durante l’estate, e non c’ erano più i rovi e more nere e non c’era più nemmeno l’antica zampillante fontanella dispensatrice di acqua fresca, ombrosa sotto le chiome folte degli alberi. Il mio cuore era gonfio di dolorosi trasalimenti. Ritornai delusa nel centro cittadino, nella piazza alberata dove un tempo passeggiavano i giovani della città e sfilavano di corsa i bersaglieri, girai lo sguardo intorno: quanto squallore! Niente era stato fatto per contrastare l’opera devastatrice del tempo e quel poco di nuovo che era stato costruito appariva più decrepito del vecchio. Passò una corriera che andava verso il mare, vi salii quasi di corsa e mi pareva che il tragitto non finisse mai tanta era l’ansia di rivedere il mare della mia fanciullezza. E, finalmente, dietro le chiome dei pini pesanti d’acqua, lo vidi: era increspato dal vento, verde sotto il cielo grigio [...]. Myriam Andreatini Sfilli Semplici cose istriane, Firenze 1997 * * * Compassione [...] Le parole mancano. ‘Oh mia patria, sì bella e perduta’. Fuggimmo quasi tutti. Portavamo nel cuore e nel cervello l’orrore delle foibe e delle torture inflitte alla nostra gente, la paura costante dell’Ozna, la polizia segreta dei nuovi padroni che ci rendeva inermi, vili, chiusi in un muro di silenzio e di ansia. Ripeto, sono profuga. Sogno ogni giorno, ogni notte la mia terra; vedo, con l’immaginazione, il molo con il leone di San Marco in cima, il molo delle mie giovani passeggiate con gli amici. Inneggiavamo tutti alla vita, all’amore, ignari della spada di Damocle che pendeva sulle nostre teste. Pieni di spavalda sicurezza, di fede nel nostro futuro, cantavamo vittoria. Sono profuga, ripeto, e so che cosa significa essere profughi. Pola, 1947, masserizie accatastate nel porto in attesa di essere caricate sulla motonave “Toscana” Dove sono le mie, le nostre radici? Chi ricorda con me i noti nomi? Le note famiglie? Le note tradizioni? I nostri canti, persi, persino le nostre barzellette stupide? Dov’è quel parlare insieme, fatto di accenni, mozziconi di epiteti, di frasi, interpretati con rapida comune intesa, condita di assenso, ilarità generale, entusiasmo, dolore, magari un... ringhio finale? [...] E poi? Nel ricordo mi vedo ancora abbandonare straziata, eppure esultante, perché ancora viva, viva - la mia Fiume, e mi vedo arrivare, con cocente disagio, nella mia Italia. Ero senza casa, senza mezzi. Avevo al seguito una grande valigia di ricordi amari. Nessuno mi conosceva ed io non conoscevo nessuno. [...] Ero bollata in partenza: ‘Da Fiume? Fuggiasca? Perché? Perché non è rimasta? Nemica del popolo, fascista!’. Nella mia Italia non riuscivo a gridare, libera, emozionata, violenta: ‘Sono fuggita perciò sono viva, viva per miracolo! La ribellione cova in me... Cerco comprensione, voglio la compassione nel senso nobile della parola, animata da sentimenti veri: sei fra la tua gente! Riposati! Sei ritornata nella tua famiglia!’. [...] Anni ed anni sono trascorsi dal giorno della mia fuga da Fiume. Ho amici cari, veri, trovati nell’esilio. C’è comunque stata una frattura nella mia vita e vi è rimasto un vuoto che non si colmerà mai. È per me l’ultima splendida nuvola rossa di un tramonto che si spegne: una visione folgoreggiante, priva di contenuto. A volte mi chiedo: è esistito un mio passato? È stato un bel sogno? Un infernale incubo? Allora tutto è perduto? No! No! Tutto è esistito e nulla è perduto. Il ricordo non me lo ruba nessuno, soprattutto lo straziante ricordo della mia terra nativa [...]. Ina Sicchi Abbondanza Compassione, Edizioni Segno, Udine 2006 Via E. Fermi, 6 33010 Feletto Umberto - Tavagnacco (Udine) LA FONTANA DELLE COLOVARE [...] Il nostro argomento oggi vuol essere la Fontana, argomento non nuovo ma sempre di attualità, perche la Fontana, costruzione caratteristica di Borgo Erizzo [...] continua ad assillare il nostro pensiero e la nostra fantasia. Fontana vuol dire anche Colovare, perche senza Fontana non c’è Colovare. È questa una premessa che dobbiamo sottolineare. Che la Fontana con la sua sagoma, che si vede già a distanza abbia saputo attirare l’attenzione di chi, per la prima volta, si è avventurato lungo la riviera delle Colovare, non c’è dubbio, Ma bisognerebbe forse pensare che cosa in ogni epoca ha rappresentato la Fontana per noi e per le generazioni che ci hanno preceduto [...]. Non dimentichiamo che la Fontana viene chiamata napoleonica anche se la sua costruzione risale al 1400 e quella del suo rifacimento all’anno 1546. Il molo è stato costruito nel 1790. Lo stile della Fontana è abbastanza semplice, con l’ampia cupola di mattoni rossi, sorretta da alcuni archi che poggiano su larghe colonne quadrate di pietra. Nel mezzo il vasto pozzo poligonale, alimentato da una vena d’ acqua sotterranea, c’ è la lapide latina che ricorda la data di costruzione e lo scopo per cui l’ edificio è stato eretto. Queste in breve le notizie storiche. Per noi era qualcosa di ben più importante. Era l’ambiente dove si svolgeva parte della nostra fanciullezza. La sua ubicazione era a portata di mano e d’estate andare alla Fontana era un po’ come andare a casa propria. In fondo si trattava del più bello stabilimento balneare che potevamo vantare. Benché il molo fosse piuttosto ristretto e l’afflusso dei bagnanti enorme, ci si trovava posto un po’ per tutti. Nell’interno della Fontana una specie di banco di pietra circolare serviva da guardaroba, che cabine d’intorno non c’erano ne sarebbero state tollerate per non deturparne la bellezza architettonica. In origine l’acqua del pozzo era potabile, poi lentamente andò inquinandosi e serviva quindi solo per il lavaggio dei panni e per abbeverare il Riflessi del Quarnero bestiame. Tutto questo fuori della Fontana perché non era ammesso che il bestiame venisse portato all’interno. Le operazioni di lavaggio avvenivano sul molo. D’ estate quando mancava l’ acqua molti contadini venivano a prelevarla per innaffiare gli orti, ma se il livello continuava ascendere allora non si permetteva il prelievo. Per eludere queste disposizione emanate a voce, qualche trasgressore veniva in piena notte ad effettuare questa operazione, quando tutti dormivano. Ma a quell’ora si diceva che sul molo venivano le fate, fantasmi di bianco vestite, a sciacquare le vesti fino alle prime luci dell’alba e poi, non appena si accorgevano che qualcuno nascosto le stava osservando, sparivano verso l’interno del canale per dileguarsi. Da Borgo Erizzo ci sono giunte notizie alquanto tristi: la Fontana si trova in uno stato di completo abbandono. È strano, perché mentre ora si cerca di valorizzare le Colovare, [...] mentre la zona circostante sta per essere rinnovata ed attrezzata per diventare un centro turistico e balneare, la Fontana, questo singolare monumento, l’unico che trovasi in tutta la zona, viene lasciata nell’oblio e nell’incuria [l’articolo di Beppo Marussi apparve sul n. 7/1970 del periodico “Zara”, n.d.r.]. Un nostro parlamentare ebbe a dire, tempo fa, che le autorità jugoslave ostentano un certo rispetto per i monumenti romani. [...] Per quanto si riferisce ai monumenti ed alle vestigia venete, invece, l’atteggiamento è prettamente negativo quando addirittura non si tratta di un astio spesso degenerato in veri e propri atti vandalici, come la profanazione dei leoni veneti di Zara nel marzo del 1951. Non si sa perché, mentre la dominazione romana è ritenuta un fattore di civiltà e di privilegio, quella veneta invece è considerata una specie di imposizione arbitraria. Tesi questa che non trova ragione né conferma presso nessun testo di storia degno di tale nome. Ma è proprio così. Avversione ed incuria verso tutto ciò che sa di veneto anche se non espresso legalmente. Una rivista turistica di Zara, presentata in veste lussuosa con la riproduzione dei più celebri monumenti della città, nella prefazione afferma che Zara ha subito negli ultimi quattro secoli, quattro pesanti dominazioni straniere, e precisamente quella turca (alla periferia), quella veneta, l’austriaca e quella italiana, fino a che le armate popolari di Tito non sono venute a liberarla ai primi di novembre del 1944. Ora la Fontana anche se di veneto non ha che la lapide interna è stata presa di mira e posta in quarantena. La struttura esterna con la sua ampia cupola ci richiama più al Pantheon che non alla cupola metallica del San Demetrio. I monumenti veneti, a cupola, in Dalmazia sono pochi e la Fontana è uno di questi [...]. Beppo Marussi La Borgo Erizzo della Zara di un tempo, Società Dalmata di Storia Patria, Roma 2006 Via F.lli Reiss Romoli 19 00143 Roma 14 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007 Day of Remembrance 2006 President Carlo Azeglio Ciampi decorated twenty relatives of foibe victims Rome. On February 8th, 2006, in a formal ceremony at the “Quirinale” Presidential Palace, Italian President Carlo Azeglio Ciampi decorated twenty relatives of foibe victims, as part of the Day of Remembrance. The highest Parliamentary officials, as well as civil and military authorities, were present. The president of the Federation of the Associations of the Exiled Istrians, Fiumani and Dalmatians, Guido Brazzoduro, and the A NVGD national vice-presidents, Fulvio Aquilante and Silvio Cattalini, as well as the national Secretary, Oliviero Zoia, also attended. The predecessor of the current Head of State, Giorgio Napolitano, spoke (a copy of his speech follows) and then conferred diplomas and commemorative medals, as well as bestowing a posthumous Gold Medal for Civil Merit to Norma Cossetto, victim and symbol of the violence practiced by Tito’s partisans. The medal was presented to Norma’s sister, Licia. The President’s speech follows. I am here today with you to honor the newly-made law which, with nearly total unilateral support in Parliament, has established Remembrance Day. I quote its purpose: ‘to preserve and to renew the memorial of the tragedy of Italians and all the victims of the foibe, of the exodus of the Istrians, Fiumani and Dalmatians in the period following the Second World War, and the sensitive, complex matter of Italy’s eastern border. It is only right that now, after years of silence on this issue, we solemnly affirm the celebration of this Day. This year’s celebration has been enriched with an event of great meaning: for the first time, relatives of foibe victims have been presented with a medal, dedicated to the victims’ sacrifice and atrocious sufferings in the foibe at the end of the Second World War. Our recognition of their suffering is an act of justice toward each of these victims: it brings them tangibly into the present, and allows us to honor them fully, both as individuals and as Italian citizens. We are gathered here today in respect and meditation, as we evoke their suffering, as well as the pain of those who were forced to leave their homes in Istria, the Quarnaro Gulf, and Dalmatia. Our gathering is not purely symbolic: it is a testimony to the awakening of our whole nation’s conscience. Italy cannot and will not forget: not because we let resentment de- cide our actions, but because we do not want the mistakes of the past to be repeated in the future. The responsibility that we feel towards the younger generations impels us to pass down to them the full knowledge of events which have shaped a vital part of out country’s history. Remembrance allows us to look back at the past with a wholeness of feelings, to recognize ourselves in our unique identity, and to let the past’s well-founded values take root within us, in order to build a new and better future. Hatred and ethnic cleansing were the abominable corollary of the tragedy of the 19th century, in which Europe was crushed by allencompassing civil strife and war between exasperated nationalisms. The Second World War, brought about by dictatorial regimes that upheld perverse racist ideologies, destroyed the lives of millions of people on our continent, brought entire nations to their knees, and indeed risked burying European civilization. This civilization – to which we Italians, throughout the centuries, have given an extraordinary intellectual and spiritual contribution – is made of humanity, respect for “the other”, belief in reason and rights, and solidarity. The tota- litarian regimes’ betrayal of these beliefs was incapable of destroying these principles: they rose up again, stronger than ever, from the devastation of war, and cemented the will of all Europeans to pursue, united, the goals of peace and progress. Italy was reconciled in the name of Democracy and rebuilt after the disasters of World War II along with the contribution, both of intelligence and work, of the Istrian, Fiumani and Dalmatian refugees, and it has reached a fundamental decision. It has recognized its own destiny as one and the same with a Europe that leaves hatred and rancor behind, a Europe that has decided to build it future on collaboration among its nations, based on trust, freedom, and comprehension. In this Europe of brotherhood and peace, minorities are no longer victims of divisions and exclusions, but rather are a source and symbol of respect and reciprocal enrichment, of dialogue and constructive collaboration. Enlivened by this spirit, Italy has reinforced its pledge to promote the process of rebirth and reaffirmation of the Italian minority’s rights in Slovenia and Croatia, according to the principles to which every European Remembering the pain of the past to build a better future An article published by Paolo Barbi, honorary counsellor of ANVGD, for Remembrance Day 2006 January 25th: Holocaust Memorial Day. February 10th: Foibe Remembrance Day. Is there a connection between the two events? I think there is. Although the dimensions of the two are radically different (the former is European or even worldwide, and the latter is regional or, at most, national), both represent the intention never to forget the disgraceful manifestations of inhuman cruelty that determined the aberrant cultural and political concessions of ethnic cleansing, produced and fed by exasperated and chauvinistic 18th- and 19th-century nationalism. On the altar of an idol called the “Nation-State” – a concept made all-powerful by Nazi and communist totalitarian regimes – it was deemed necessary to sacrifice not only the rights but even the human dignity and life itself of minorities which “polluted” the purity and uniformity of the dominant national group. Millions of Jews, Gypsies and other minorities fell victim to this in Germany; tens of millions of free peasants, Tartars, religious leaders and political dissidents in the USSR. And also hundreds of thousands of Italians on the other side of the Adriatic: many tortured, executed by shooting, or by being thrown into the “foibe”, and nearly all the rest forced into “exiled repatriation”. From Pola and all of Istria, from Fiume and the Quarnaro Gulf, from Zara and all of Dalmatia, Italians fled by every means possible and often risking their lives: for fear of persecution, to be sure, but also, in most cases, to escape fromTito’s totalitarian regime (which had created that reign of terror intentionally) in order to remain free, to continue living as Italians and Christians, to remain loyal to their Italian homeland. The political developments of those years, the international situation, and the conditioning brought about by the Cold War reduced the coveted Motherland, for which native sons had once sacrificed all, to the status of mere Stepmother. Italy was forced, in haste, to resolve and close its “Adriatic Matter” – because Tito had to be placated, and encouraged to break with Moscow – and thus it was persuaded to eliminate the JulianDalmatian refugee problem, to cause the refugees to be forgotten. And this was the most painful aspect of exile: to feel ignored regarding material needs and rights, and, even worse, erased from the memory of one’s own nation. But now, with Tito dead andYugoslavia tragically dissolved, communism a failure and the international balance – or imbalance! - of power radically changed, it has become possible to break through the silence and allow memory to live again. Last year - even before the UN codified the “Holocaust Memory Day”, in fact - the Italian Parliament voted unanimously to ratify a law establishing “Remembrance Day” of the Julian-Istrian exodus, evoking that 10th of February 1947 on which the Treaty of Versailles was signed, marking the “loss of the Territories of the Eastern Adriatic”. But how can we best live this day? How best can we use the roots of historic memory to cultivate the plant of present and future life? Above all, I feel that the survivors of the Istrian Exodus, by now a dwindling number, need to free themselves from the strong, and humanly understandable, temptation to succomb to recriminations regarding the sufferings and hardships they went through, and also the nobile but sterile feelings of homesickness for their native land. Moreover, I would like to see an end put to the intolerable political speculations that certain parties have made, and continue to make, regarding our tragic history, and I would suggest that these parties might do better to use this occasion to reflect on how damaging it can be to perpetuate theories of opposing nationalisms, with their consequences of dreams of revenge, proposals of vendettas, and explosions of hatred and violence. We are now half a century past our tragedy; today there is no need for recrimination, nor to plan any kind of revenge. What we do need is historical reflection that abandons any pretense of condemning or defending and which, instead, proposes to understand the reasons behind that conflict and the tragic events that saw us participants and victims. We need to understand the errors of both sides, in order to move ahead and heal the wounds and sufferings of our people, to allow our nostalgia of the past nourish our hopes for the future “To move ahead” and build, realistically and concretely, the future of the Italian presence on the eastern shore of the Adriatic – which was produced and maintained not by firepower, but by cultural and commercial values. This is possible today – with the collapse of the Iron Curtain Comminity member must adhere. Our Europeanism does not deny, but rather reinforces, our love for our nation, founded in the ideals of the Italian Risorgimento. These ideals have conveyed to us, together with a renewed conscience of national unity, a profound sense of fraternity with all independent and free nations. Over fifty years have passed since the beginning of the project for European political unity: the knowledge of the reasons which determine it, and the memory of the fatal risks taken by the European peoples, are necessary factors in maintaining a watchful defense over the basis for a civil society: respect for human dignity. As we reflect on the road travelled since then, we can be proud, after the wretched cruelties of the last century, of the extraordinary progress we have accomplished. The memory of those cruelties, and the inexpressible burden of pain which they forced the nations of Europe to shoulder, reinforce our recognition of those values of civilization upon which the European identity is substantiated. Europe’s present and future are based on the sentiment of common belonging of all Europeans, and on the consolidation of a unique space in which the principles and freedoms of the European Union can be fully shared by all. The will of people who were once so fiercely hostile to the idea of unified living, assures a future of common progress, in the name of democracy and liberty. Carlo Azeglio Ciampi and, hopefully, the extension of the European Union to include the countries of ex-Yugoslavia – because the way has been cleared for peaceful human relations, and the cultural and economic ties that, for centuries, characterized the relationships among all peoples on both sides of the Adriatic, before this relationship was poisoned by the most ill-omened of nationalisms. Paolo Barbi (traduzioni di Lorie Ballarin) Periodico mensile dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Centro studi padre Flaminio Rocchi DIRETTORE RESPONSABILE Patrizia C. Hansen Editrice: ASSOCIAZIONE NAZIONALE VENEZIA GIULIA E DALMAZIA Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5816852 Con il contributo della legge 72/2001 Redazione e amministrazione Via Leopoldo Serra, 32 00153 Roma - 06.5894900 Fax 06.5816852 Abbonamenti: Annuo 30 euro Socio Sostenitore 50 euro Solidarietà a piacere Estero 40 euro (non assegni stranieri) Una copia 1 euro - Arretrati 2 euro C/c postale n° 32888000 Intestato a “Difesa Adriatica” Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 91/94 dell’11 marzo 1994 Spedizione in abbonamento Postale di ROMA Grafica e impianti: CATERINI EDITORE (Roma) Servizi Integrati per l’Editoria e la Comunicazione Tel. 06.58332424 E-mail: [email protected] Stampa: Beta Tipografica Srl (Roma) Finito di stampare il 23 gennaio 2006 Febbraio 2007 15 DIFESA ADRIATICA Día del Recuerdo 2006 El Presidente de la República Ciampi confería por primera vez las condecoraciones a los cónyuges de veinte enfoibados La medalla de oro al Mérito Civil a la memoria de Norma Cossetto Roma. El Presidente de la República Carlo Azeglio Ciampi ha consignado, el 8 de febrero del 2006, en el curso de una solemne ceremonia en el palacio del Quirinale con ocasión del Día del Recuerdo, veinte condecoraciones a otros tantos cónyuges de enfoibados. Estaban presentes los más altos cargos del Estado, parlamentarios, autoridades civiles y militares. Presentes el presidente de la Federación de las Asociaciones de los desterrados Istrianos, Fiumanos y Dalmatos, Guido Brazzoduro, y de la ANVGD los vicepresidentes nacionales Fulvio Aquilante y Silvio Cattalini, así como el Secretario nacional, Oliviero Zoia. El predecesor del actual Jefe de Estado Giorgio Napolitano ha pronunciado un discurso que reproducimos y ha, sucesivamente, consignado los diplomas y las medallas conmemorativas y, además, ha consignado una Medalla de Oro al Mérito Civil a la Memoria de Norma Cossetto – emblema de la violencia ejercitada por los partidarios de Tito – a la hermana señora Licia. ______________________ Estoy hoy aquí con vosotros, para honorar las finalidades de la Ley que, con una decisión tomada unánimemente por el Parlamento, ha instituido el Día del Recuerdo. La cito: ‘conservar y renovar la memoria de la tragedia de los italianos y de todas las víctimas de las foibe, del éxodo de sus tierras de los istrianos, fiumanos y dalmatos después de la guerra y de la más compleja vicisitud del confín oriental’. Es justo que a los años del silencio le siga la solemne afirmación del recuerdo. La celebración de este año se enriquece de un momento de grande significado: la primera consigna a cónyuges de las víctimas de una medalla dedicada a cuantos perecieron en modo atroz, en las foibe, al final de la segunda guerra mundial. El reconocimiento del suplicio padecido es un acto de justicia de cara a cada una de las víctimas, devuelve su existencia a la realidad presente porque las custodia en la plenitud de su valor, como individuos y ciudadanos italianos. La evocación de sus sufrimientos, y del dolor de cuantos se vieron obligados a alejarse para siempre de sus casas en Istria, en Quarnaro y en Dalmazia, nos une hoy en el respeto y en la meditación. Nuestro encuentro no tiene un valor puramente simbólico; testifica la toma de conciencia de la entera comunidad nacional. Italia no puede y no quiere olvidar: no porque nos anime el resentimiento, sino porque queremos que las tragedias del pasado no se repitan en el futuro. La responsabilidad que advertimos de frente a las jóvenes generaciones nos impone el transmitirles el conocimiento de acontecimientos que constituyen parte integrante de la historia de nuestra patria. La memoria nos ayuda a mirar el pasado con entereza de sentimientos, a reconocernos en nuestra identidad, a radicarnos en sus valores fundantes para construir un futuro nuevo y mejor. El odio y la limpieza étnica han sido el abominable corolario de la Europa trágica del Novecientos, sacudida por una lucha sin cuartel entre nacionalismos exasperados. La Segunda guerra mundial, desencadenada por los regímenes dictatoriales portadores de perversas ideologías racistas, ha destruido la vida de millones de personas en nuestro continente, ha lacerado enteras naciones, ha corrido el riesgo de tragarse la misma civilización europea. Esta civilización – a la cual nosotros italianos hemos dado, en el curso de los siglos, una extraordinaria contribución intelectual y espiritual – esta hecha de humanidad, respeto por ‘el otro’, fe en la razón y en el derecho, solidaridad. Las prevaricaciones de los totalitarismos no han conseguido destruir estos principios: éstos has resucitado, más fuertes que nunca, sobre las devastaciones de la guerra; han cimentado la voluntad de los europeos de perseguir, unidos, objetivos de paz y de progreso. Italia, reconciliada en nombre de la democracia, reconstruida después de los desastres de la Segunda Guerra Mundial también con la contribución de inteligencia y de trabajo de los desterrados istrianos, fiumanos y dalmatos, ha concluido una opción fundamental. Ha identificado el propio destino con el de una Europa que se ha dejado a la espalda odios y rencores, que ha decidido construir el propio futuro con la colaboración entre sus pueblos basada en la confianza, en la libertad, en la comprensión. En esta Europa de hermandad y de paz, las minorías ya no son víctimas de divisiones y de exclusiones, sino que son fuente y símbolo de respeto y enriquecimiento recíproco, de diálogo y de constructiva colaboración. Animada por este espíritu, Italia ha reforzado el propio compromiso para favorecer el proceso de renacimiento y de reafirmación de los derechos de las minorías italianas en Eslovenia y Croacia, en base a los principios a los Una intervención de Paolo Barbi EL RECUERDO DEL DOLOROSO PASADO PARA CONSTRUIR UN FUTURO MEJOR Con ocasión del Día del Recuerdo 2006 el consejero honorario de la ANVGD, Paolo Barbi, ha publicado un artículo que aquí reproducimos. ______________________ 27 enero: Memory day del Shoah. 10 febrero: Día del Recuerdo de las Foibe. ¿Hay una unión entre los dos acontecimientos? Creo que si. Los dos – aún en las tan diversas dimensiones: europea o mundial el primero, regional o al máximo nacional el segundo – representan la intención de no olvidar nunca las ignominiosas manifestaciones de maldad inhumana en que se concretaron las aberrantes concepciones culturales y políticas de la limpieza étnica, producidas y alimentadas por el exasperado nacionalismo del ochocientos-novecientos. Sobre el altar del ídolo “Estado nacional” – hecho omnipotente por los totalitarismos nacista y comunista – se retiene el deber sacrificar no sólo los derechos sino hasta la dignidad humana y la vida misma de las minorías que “contaminaban” la pureza y la uniformidad del pueblo dominante. Fueron víctimas a millones hebreos, gitanos y otras minorías en Alemania; a decenas de millones kulakos y tártaros, exponentes religiosos y disidentes políticos en URSS. Y también a centenares de millares los italianos del otro lado del Adriático: muchos torturados, fusilados y “enfoibados”, casi todos los demás obligados al “exilio en patria”. De Pola y de toda Istria, de Fiume y de Carnaro, de Zara y de Dalmazia se huyó con todos los medios y a menudo arriesgando la vida: por miedo de las persecuciones, claro, pero también y en la mayor parte de los casos para sustraerse al régimen totalitario de Tito (que aquel terror había intencionalmente creado), para mantenerse libres, para continuar siendo italianos y cristianos, para mantenerse fieles a la Patria. Pero los asuntos políticos de aquellos años, la situación internacional, los condicionamientos de la “guerra fría” hicieron de aquella Madre Patria anhelada, por la cual se había sacrificado todo, una madrastra. Obligada a cerrar rápidamente la “cuestión adriática” – porque Tito debía ser halagado y alentado en la ruptura con Moscú - Italia fue inducida a alejar el problema de los desterrados giuliano-dalmatos, y hacerlos olvidar. Y esto fue el aspecto más doloroso del exilio: sentirse ignorados en las propias exigencias materiales y en los propios derechos, y aún más, cancelados de la memoria del propio pueblo. Pero ahora, muerto Tito y trágicamente disuelta Yugoslavia, fallido el comunismo y radicalmente cambiados los equilibrios – ¡o los desequilibrios! - internacionales, se ha podido romper aquel silencio y hacer revivir aquel recuerdo. Hasta el punto de obtener – antes de que la ONU codificase el “día de la memoria” del Shoah – que ya el año pasado el Parlamento italiano votase por unanimidad una ley para fijar “el día del recuerdo” del éxodo giuliano-dalmato aquel 10 de febrero de 1947 en el que fue firmado en Versalles el Tratado de paz que había señalado la “pérdida de las tierras del Adriático oriental”. ¿Pero cómo vivir este día? ¿De qué modo hacer que las raíces de la memoria histórica nazcan y venga alimentada la planta de la vida actual y futura? Sobretodo yo creo que los pocos supervivientes de los desterrados deben liberarse de la fuerte y humanamente bien comprensible tentación de las recriminaciones sobre los sufrimientos y sobre las renuncias de entonces y también del noble pero estéril sentimiento de nostalgia por sus tierras. Después querría que se renunciara a las insoportables especulaciones políticas que algunos partidos han hecho y hacen sobre este trágico asunto y que, más bien, se tomase la ocasión para reflexionar sobre las ruinosas teorías y prácticas de los contrapuestos nacionalismos con sus séquitos de sueños de reconquistas, de propuestas de venganzas, de explosiones de odio y de violencia. Estamos a medio siglo de distancia de nuestra tragedia: hoy no sirve recriminar, ni proyectar venganzas de ningún tipo. Hace falta una reflexión histórica que abandone la pretensión de condenar o de defender, y se proponga, en su lugar, el comprender las razones de aquel conflicto y de los trágicos acontecimientos de los que hemos sido actores y víctimas. Se necesita entender los errores y las responsabilidades de una y otra parte, Pirano (Istria) 1890 que deben atenerse todos los Países miembros de la Unión Europea. Nuestro europeísmo no niega, al contrario, refuerza el amor por la patria, enraizado en los ideales del la Independencia. Estos nos han transmitido, junto a la descubierta conciencia de la unidad nacional, el sentimiento profundo de fraternidad entre todas las naciones, libres e independientes. A más de cincuenta años de distancia del inicio del proyecto político europeo, el conocimiento de las razones que lo determinaron, la memoria de los riesgos fatales corridos por los pueblos europeos, son necesarios para mantener vigilantes las defensas de los cimientos del vivir civil, del respeto por la dignidad de la persona humana. Al recordar el camino recorrido desde entonces, podemos reivindicar con orgullo, después de los crueles trabajos del siglo pasado, las extraordinarias acciones concluidas. El recuerdo de aquellos trabajos y del indecible fardo de dolor que esos han impuesto a los pueblos europeos refuerza la conciencia de los valores de civilización en los que se hace palpable la identidad europea. El presente y el futuro de Europa se fundan en el sentimiento de común pertenencia de todos los europeos y en la consolidación de un único espacio en el que los principios y las libertades de la Unión Europea sean plenamente condivididas por todos. La voluntad de pueblos un tiempo fieramente adversos de vivir juntos, en la Unión Europea, asegura un futuro de común progreso, en la democracia y en la libertad. Carlo Azeglio Ciampi para poder ir más allá y para rescatar aquellas laceraciones y aquellos sufrimientos de nuestra gente, para hacer madurar en la nostalgia del pasado la esperanza del futuro. “Ir más allá” para construir realistamente, concretamente el futuro de la presencia italiana sobre la orilla oriental del Adriático – que ha sido producida y alimentada no con la fuerza de las armas, sino con los valores de la cultura y de los comercios. Es una cosa posible hoy - caída la “cortina de hierro” y realizada, para nuestra fortuna, la esperada “utopía” de la extensión de la Unión Europea también a los países de la exYugoslavia – hoy es efectivamente posible porque se ha abierto la vía a aquellas relaciones humanas pacíficas y a aquellos intercambios culturales y económicos que habían caracterizado la vida de todos los pueblos de los dos lados del Adriático por muchos siglos, antes de que fuera envenenada del más nefasto nacionalismo. Paolo Barbi (traduzioni di Marta Cobian) 16 DIFESA ADRIATICA Febbraio 2007