Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto In contatto con Arpav ambiente veneto ambiente veneto DIREZIONE AMMINISTRATIVA Tel. 049/8239302 Fax 049/8239320 E-mail: [email protected] DIREZIONE TECNICA Tel. 049/8767610 Fax 049/8767670 E-mail: [email protected] > Settore Sistema Informativo Tel. 049/8767618 Fax 049/8767635 Email [email protected] > Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale Tel. 049/8767644 Fax 049/8767682 Email [email protected] DIPARTIMENTI PROVINCIALI (DAP) > Dipartimento di Belluno Via Tomea, 5 - 32100 BL Tel. 0437/935517 Fax 0437/930340 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Padova Via Ospedale, 22 Tel. 049/8227801 Fax 049/8227810 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Rovigo Via Porta Po, 87 - 45100 Rovigo Tel. 0425/473211 Fax 0425/473201 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Treviso Viale Trento e Trieste 27/a Treviso Tel. 0422/558515 Fax 0422/558516 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Venezia Via Lissa 6 30171 Mestre Venezia Tel. 041/5445501/2 Fax 041/5445500 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Verona Via A.Dominutti 9 - 37135 Verona Tel. 045/8016906 Fax 045/8016700 E-mail: [email protected] > Dipartimento di Vicenza Via Spalato, 16 - 36100 Vicenza Tel. 0444/217317 Fax 0444/217347 E-mail: [email protected] CENTRI > Centro Valanghe di Arabba Via Pradat, 5 - 32020 Arabba di Livinallongo (BL) Tel. 0436/755711 Fax 0436/79319 E-mail: [email protected] > Centro Meteorologico di Teolo Via Marconi, 55 - 35037 Teolo (PD) Tel. 049/9998111 Fax 049/9925622 E-mail: [email protected] URP Ufficio Relazioni con il Pubblico Email: [email protected] Tel. 049/8239360 Fax 049/660966 il Giornale dell' Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto Numero 2 Aprile 2005 av ambiente veneto - trimestrale dell'Arpav - anno 4 n. 2 - aprile 2005 - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in A.P. - 70% - DCB PD In caso di mancato recapito restituire all’Ufficio di Padova CMP, detentore del conto per la restituzione al mittente, previo pagamento resi DIREZIONE GENERALE Via Matteotti, 27 - 35137 Padova Tel. 049/8239341 Fax 049/660966 E-mail: [email protected] Quando gli uomini vivevano dentro la natura, gli alberi erano un tramite di comunicazione della terra con il cielo e del cielo con la terra. Mario Rigoni Stern Educare all’Ambiente ambiente veneto Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto RIVISTA TRIMESTRALE DELL’ARPAV Agenzia Regionale per la Prevenzione il Giornale dell' e Protezione Ambientale Agenzia Regionale per la Prevenzione e del Veneto Editoriale Paolo Cadrobbi Direttore Generale ARPAV [email protected] Protezione Ambientale del Veneto 3 Numero 2 Aprile 2005 indice redazione & indirizzi Chiuso il 1 febbraio 2005 Direttore Editoriale Paolo Cadrobbi Direttore Responsabile Federica Savio Hanno collaborato a questo numero Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale Paola Salmaso Gianfranco Baldo Paolo Bortolami Maria Carta Maria Grazia Dal Prà Anna Gardellin Wally Morello Renato Anoè, Ufficio Scolastico Regionale Veneto Gaetano Battistella, APAT Titti Braggion, Italia Nostra Angelo Mancone, Legambiente Meri Malaguti, Fondazione Aida Isabella Marras, UNEP Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente Rosa Picozzi, WWF Mario Rigoni Stern, scrittore 3 editoriale 4 l’ARPAV per la sostenibilità 5 scuola ed educazione ambientale 7 comunicare la frugalità 8 formare alla sostenibilità 9 educare alla (bio)diversità 10 educazione ambientale a teatro 11 l’Osservatorio dei comportamenti 12 intervista a Mario Rigoni Stern 14 le linee guida nel Sistema Agenziale Sito Internet: www.arpa.veneto.it E-mail: [email protected] 15 la parola alle associazioni Tipografia: Grafiche Brenta Via IV Novembre 11/13 - Limena (PD) 16 i giovani per il cambiamento Spedizione in A.P. TAB. D Legge 662/96 dci PD 18 l’educazione per la sostenibilità Foto in copertina: Maria Grazia dal Prà "La ponta di Bovolenta"(*) 19 biblioteca Registrazione Tribunale di Padova N. 1780 del 18.2.2002 Direzione, Redazione e Amministrazione Via Matteotti, 27 35137 Padova Tel. +39 049 8239341 Fax +39 049 660966 (*) particolare di un lavoro delle classi III^ A e III^ B della Scuola Elementare "Lombardo Radice" di Bovolenta (PD) - A.S. 2003 - 2004 Stampato su carta ecologica non sbiancata con cloro Il “Summit della Terra” di Rio de Janeiro (1992) ha riconosciuto l’educazione ambientale quale strumento per la promozione dello sviluppo sostenibile e propulsore di conoscenze e informazioni da offrire ad ogni cittadino. L’uomo per lungo tempo ha trattato con distacco e indifferenza ciò che gli stava attorno, che gli procurava risorse, che gli dava una mano per vivere, credendo che fosse eterno, inesauribile e gratuito. Col tempo tutto questo è mutato, frantumato, inquinato. L’essere umano, davanti a tale decadimento, è stato toccato dal dubbio e dal pensiero di dover ormai compiere una scelta vale a dire difendere l’ambiente, investendosi della responsabilità della sua tutela, misurandosi con le esigenze della natura o altrimenti irrimediabilmente compromettere la propria stessa esistenza senza lasciare futuro alle generazioni venture. Di qui una lenta resipiscenza, il sempre meno rado riconoscimento di qualche errore, l’accenno a un ravvedimento e via via una difficile, paziente azione di varco su coscienze a lungo spente per giungere a un metodo, ad un sistema, prima accennato e dopo articolato e codificato di informazione e di educazione proprio sui temi dell’ambiente. A partire dal “Summit della Terra” di Rio de Janeiro (1992), l’educazione ambientale è finalmente riconosciuta quale strumento per la promozione dello sviluppo sostenibile, come propulsore per far conoscere e promuovere un sistema di conoscenze e informazioni da offrire ad ogni cittadino per renderlo più sensibile ai valori e ai comportamenti necessari al rispetto, al riequilibrio dell’ambiente e al miglioramento della qualità della vita. La Regione del Veneto, da sempre sensibile ai problemi ambientali, ha ribadito, in numerosi documenti programmatici, la priorità della “questione ambientale”, riproponendola in tutte le proprie politiche di sviluppo. Prova ne è il DOCUP, obiettivo n° 2/2000-2006 e lo specifico Piano regionale di Sviluppo rurale nei quali la tematica ambientale, oltre che assumere un valore primario, si dipana con caratteri di assoluta trasversalità nei diversi settori destinati allo sviluppo. Ma forse la migliore testimonianza che la Regione del Veneto ha voluto dare per una reale politica di informazione ed educazione ambientale, capace di sviluppare la conoscenza e la corresponsabilità, è la chiara indicazione, fatta nella Legge Regionale istitutiva di ARPAV, di una funzione e un ruolo specifico in materia di informazione ed educazione ambientale ai cittadini. Gli impegni educativi, consolidati dal punto di vista operativo nella struttura del Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale di ARPAV, hanno portato alla redazione di un razionale e completo Piano Triennale di Educazione Ambientale (20012003) e all’avvio di quaranta progetti relativi all’informazione, la formazione e l’educazione ambientale, nell’ambito del Documento di Programmazione della Regione Veneto in materia IN.F.E.A. per il biennio 2002-2003 e del Documento Unico di Programmazione (DOCUP) per gli anni 2000-2006. Attualmente l’Agenzia per l’Ambiente del Veneto, in stretta collaborazione con la Regione che l’ha riconosciuta come Centro Regionale di Coordinamento IN.F.E.A., promuove la diffusione di una rete regionale per l’educazione alla sostenibilità. Nodi di tale sistema e soggetti attivi sono i laboratori territoriali provinciali e, su scala minore, i numerosi centri di esperienza distribuiti nel variegato tessuto regionale, a contatto con scuole, famiglie e cittadini, destinatari, ultimi ma principali, di tutto il nostro operato di pubblici amministratori. sostenibilità - “Educare nei Parchi” - rassegna delle proposte didattiche rivolte al mondo della scuola offerte dal sistema delle aree protette della Regione - “Fruizione educativa delle aree minori a forte valenza naturalistica” - censimento di aree naturali “minori” e realizzazione di una guida didattica per la lettura e l’interpretazione dei vari ambienti della Regione Veneto - “Rifiuto = Risorsa Ideale Futura In Una Terra Ospitale” - progetto didattico sui rifiuti per le scuole elementar L’ARPAV per la sostenibilità 4 Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected] Uno dei principi fondamentali su cui si basano le strategie operative del Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale dell’ARPAV è la promozione culturale dei cittadini mediante attività di educazione ed informazione ambientale tese a sviluppare comportamenti sostenibili, attraverso la proposta di conoscenze, valori e atteggiamenti, per la salvaguardia della qualità dell’ambiente di vita e delle sue risorse. La prospettiva dello sviluppo sostenibile, così come viene definita da tutti i programmi internazionali e nazionali, rilancia i temi dell’educazione, della formazione, della comunicazione e dell’informazione ambientale e il ruolo che queste azioni hanno nelle politiche tese a coniugare sviluppo economico, qualità della vita e tutela dell’ambiente. Uno dei principi fondamentali su cui si basano pertanto le strategie operative del Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale dell’ARPAV è quindi la promozione culturale dei cittadini mediante la realizzazione di attività di educazione ed informazione ambientale tese a sviluppare comportamenti sostenibili, attraverso la proposta di conoscenze, valori e atteggiamenti, per la salvaguardia della qualità dell’ambiente di vita e delle sue risorse. Oggi sembra largamente condivisa l’idea che la tutela dell’ambiente non sia un contenuto nuovo ma sia soprattutto una nuova forma mentale che va costruita sviluppando le conoscenze attraverso la progettazione e la realizzazione di nuovi percorsi. L’emergenza ambientale da una parte e l’accresciuta sensibilità per i problemi ecologici dall’altra, hanno in questi anni favorito la crescita di un’offerta didattica che talora ha visto nell’ambiente l’occasione per ricercare l’innovazione e ripensare pratiche e modelli formativi. La richiesta di una diversa scientificità nel settore dell’informazione e dell’educazione rende, però, necessario uscire dalla carenza informativa qualitativa, dalla spontaneità e dall’occasionalità delle iniziative, ricercando sinergie ed economie di scala. E’ evidente che un programma di educazione, da solo, non è in grado di fornire la soluzione ai problemi ambientali, da affrontarsi in sede di programmazione politica e di scelte economiche, ma consente di trasferire conoscenza e cultura ai vari settori dell'attività umana per effettuare scelte compatibili con la difesa dell'ambiente. La costruzione di un sistema complessivo, ispirato ai principi dello "sviluppo sostenibile" in un’ottica di prevenzione, è quindi un percorso inevitabilmente lungo e graduale che richiede un lavoro attento ai diversi fattori che lo compongono. Il problema oggi non è “se”, ma “come” costruire una reale ed efficace integrazione tra le tematiche, le culture e le istituzioni ambientali e non. Occorre quindi creare nuove forme di integrazione in un campo, quello della “sostenibilità” appunto, che non accetta confini ma che necessita di una cooperazione e un impegno costante per tutti. IL SISTEMA DI INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, FORMAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE DELL’ARPAV Le linee di intervento e i principali progetti a) Promozione e sostegno ad Agenda 21 e a strumenti volontari - Cabina di Regia per Agenda 21 Locale - Realizzazione di processi di Agenda 21 Locale ed EMAS - Agenda 21 Locale a scuola - linee guida per l’applicazione di strumenti partecipativi di sostenibilità in ambito scolastico b) Rete regionale di educazione ambientale - Struttura regionale di coordinamento per la realizzazione della rete regionale di educazione ambientale - Attivazione e/o potenziamento dei laboratori di educazione ambientale in tutte le province c) Progetti di educazione ambientale - “Tutti per aria” - percorso educativo sull’inquinamento atmosferico per le scuole - “Dall’A-mianto alla Z-anzara”: glossario dei rischi ambientali - guida ragionata ai principali rischi ambientali nella vita di tutti i giorni - “Biodiversità: una risorsa” - percorso di educazione ambientale sul tema della biodiversità rivolto alle scuole - “Educazione all’osservazione del paesaggio” - percorso di educazione ambientale rivolto alle scuole d) Campagne di comunicazione e di informazione - “Consumo Quanto Basta” - campagna integrata di comunicazione sulla frugalità - “Ribelli…. per natura” - campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile e lo sviluppo sostenibile rivolta agli adolescenti - “A proposito di…. rifiuti” - opuscolo informativo sul tema dei rifuti urbani - “A proposito di….. conservazione della natura” - opuscolo informativo sul tema della conservazione della natura e della biodiversità e) Osservatorio dei comportamenti e monitoraggio delle attività di educazione ambientale - Indagini statistiche su conoscenze, percezioni e comportamenti di adulti e giovani - Sistema di valutazione delle strutture e dei progetti di educazione ambientale f) Formazione e aggiornamento in campo ambientale - Laboratori di formazione sui temi della “Metodologia della pianificazione, della progettazione educativa ambientale e degli strumenti valutativi di piani e progetti di educazione ambientale” - Corso di formazione a distanza sulla comunicazione del rischio da campi elettromagnetici - Corso di formazione sulla contabilità ambientale - Corsi di formazione “a catalogo” sulle diverse matrici ambientali Scuola ed educazione ambientale Renato Anoè - Referente per l’Educazione Ambientale, Ufficio Scolastico Regionale Veneto [email protected] Dagli anni novanta si è andata progressivamente diffondendo una cultura dell’ambiente che, rifuggendo da toni apocalittici e distruttivi, che in termini educativi hanno una ricaduta negativa, presenta agli studenti e alle famiglie una progettualità educativa concreta, fatta di impegno mirato, con un linguaggio ed una prospettiva di costruzione e di speranza. L’educazione ambientale nella scuola è uno dei temi dalle molteplici sfaccettature attraverso le quali è possibile leggere e interpretare l’evoluzione culturale, in senso ampio e diffuso, della società italiana, e anche i diversi orientamenti pedagogici attraverso i quali è stata realizzata. Molti ricorderanno la lettura un po’ ingenua e ottimistica del rapporto uomo – ambiente, con venature tardoromantico crepuscolari che la scuola elementare ha fornito a generazioni di allievi; una prospettiva capovolta negli anni settanta e ottanta quando la problematica uomo - ambiente si è presentata con una veste di contrapposizione drammatica tra lo sviluppo industriale, l’urbanizzazione e la difesa della natura dagli attacchi dell’uomo. A partire dagli anni novanta, la tematica della vita, della biologia ha assunto un peso anche nel definire nuovi paradigmi di natura scientifica che sono diventati esplicativi di una molteplicità di fenomeni, sociali e culturali: dai modelli della complessità dei sistemi biologici e sociali, all’interpretazione evolutiva di tipo psicologico del bambino, alla “vita” delle organizzazioni. Si è andata progressivamente diffondendo una cultura dell’ambiente che, rifuggendo da toni apocalittici e distruttivi, che in termini educativi hanno una ricaduta negativa, presenta agli studenti e alle famiglie una progettualità concreta, fatta di 5 scuola ed E. A. 6 impegno mirato, con un linguaggio e una prospettiva di costruzione e di speranza. Da una prima progettualità, legata a processi di ricerca spontanea, favorita da sensibilità anche personali, di grande impatto sul piano locale, si è consolidata una rete di esperienze e di progetti, favoriti anche dall’autonomia delle scuole, che hanno sempre più esteso l’educazione ambientale nel sistema scuola, creando connessioni a vari livelli tra campi e settori disciplinari. Con la legge 53/03 di riforma del sistema scolastico, l’educazione ambientale ha assunto un peso fondante nella costruzione del “Profilo educativo e culturale dello studente”, che rappresenta il traguardo della formazione dell’uomo e del cittadino, da attuare attraverso il primo ciclo scolastico. Il profilo non prevede solo di far acquisire conoscenze nel campo della tutela dell’ambiente umano e naturale, ma di esercitare nella vita quotidiana una competenza complessa che include comportamenti “sostenibili” da sviluppare in tutti i contesti. I documenti della riforma non includono esplicitamente il principio della “sostenibilità dello sviluppo” ma richiamano, nel profilo, la necessaria acquisizione da parte dell’alunno di competenze per “interagire con l’ambiente naturale e sociale che lo circonda e di influenzarlo positivamente”. Accanto all’educazione alimentare, stradale, alla cittadinanza e all’affettività, l’educazione ambientale è componente dell’“Educazione alla Convivenza Civile” che non costituisce una disciplina a sé stante ma si concretizza in un’offerta di attività educative e didattiche unitarie a cui concorrono i docenti del gruppo "classe". E’ una prospettiva ambiziosa e coerente con l’idea che la formazione della persona nella sua globalità richieda apporti diversi, e, pur proveniente da varie prospettive disciplinari, si concretizza in una conoscenza integrata e unitaria e in comportamenti nei quali le scelte dell’uomo e del cittadino non sono scindibili. Acquisite le condizioni istituzionali cioè leggi e regolamenti e le prospettive culturali, il problema si sposta sulla concreta realizzazione di questa ipotesi di educazione ambientale. La scuola non è, in questo come in altri campi, l’unico erogatore di istruzione e di formazione. Il settore dell’ambiente rappresenta un campo di ricerca e di azione a cui partecipano, in una vitale esplosione di iniziative e di energie, una quantità di soggetti pubblici e privati, di enti e associazioni, che immettono nella scena sociale stimoli, domande, proposte che direttamente ed indirettamente entrano nella vita scolastica. La convinzione che l’educazione ambientale panorama dell’offerta, alle scuole del Veneto. Tale collaborazione, già avviata dallo scrivente in qualità di referente sotto la gestione del dott. Enzo Martinelli, trova attualmente il convinto sostegno della dott. Carmela Palumbo, attuale Direttore Generale e si avvale anche del concreto apporto dei referenti provinciali per l’ambiente e la salute che operano presso i Centri di Servizio Comunicare la frugalità Sandro Boato - ARPAV Direttore Area Ricerca e Informazione - [email protected] Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected] “Frugalità” è una modalità di consumo che promuove uno stile di vita rivolto al contenimento degli sprechi, orientando gli attuali modelli di comportamento verso una logica di ecosostenibilità delle azioni quotidiane e privilegiando la qualità piuttosto che la quantità. Disegno degli alunni della Scuola Elementare "Lambruschini" di Padova - A.S. 2003 - 2004 sia un campo di integrazione e di interazione tra scuola e territorio, tra istituzioni che hanno responsabilità diverse ma incidono sullo stessa popolazione, ha portato la Direzione Generale del Veneto e l’ARPAV alla definizione di un’intesa sulla base di un’ipotesi condivisa che lo sviluppo di cultura e sensibilità al rispetto dell’ambiente passano attraverso azioni concrete, che hanno come protagoniste i docenti, gli alunni, le scuole autonome, da coinvolgere su un piano di collaborazione e di partenariato. Le attività di ricerca congiunta sull’Educazione Ambientale nelle scuole del Veneto, già realizzate, altre in corso sulle conoscenze e sui comportamenti degli alunni della secondaria, la formazione di gruppi di personale docente e la disponibilità di materiali, di opportunità, di informazioni costituiscono elementi di rilievo nel Amministrativo del MIUR. Grazie a questa convergenza di intese organizzative ed istituzionali, si ritiene di poter proseguire nel percorso avviato e ampliarlo, sviluppando le potenzialità, impegnative, ma stimolanti, che l’educazione ambientale riveste nella costruzione del futuro delle generazioni. Il settore dell’ambiente rappresenta un campo di ricerca e di azione a cui partecipano, in una vitale esplosione di iniziative e di energie, una quantità di soggetti pubblici e privati. Il tema su cui si è sviluppata la campagna di comunicazione realizzata dall’ARPAV è una rivisitazione in chiave moderna del concetto di “frugalità”, inteso come modalità di consumo che promuova uno stile di vita rivolto al contenimento degli sprechi, orientando gli attuali modelli di comportamento verso una logica di ecosostenibilità delle azioni quotidiane e privilegiando, quindi, la qualità piuttosto che la quantità. Non si è voluto mettere in discussione la necessità del consumo. Tutti siamo consapevoli che l’automobile è necessaria, che l’acqua è indispensabile per una molteplicità di usi, che i rifiuti sono un qualcosa che non possiamo non produrre. Il cittadino è conscio di tutto ciò perché ogni giorno è inevitabilmente consumatore di queste risorse. Nella campagna è stato quindi scelto un messaggio minimalista, veloce, diretto per suggerire, attraverso l’essenzialità, l’adozione di comportamenti vicini ad una “new semplicity”. Si è cercato di comunicare che l’essenzialità non è privazione bensì un valore, rappresentando una scelta contemporanea e intelligente. La soluzione individuata essenziale e minimalista, ha cercato al contempo di diffondere il messaggio e di dare il buon esempio, sostenendo le parole con i fatti. Non si può infatti predicare morigeratezza facendo sfoggio di effetti speciali. Le parole sono le uniche protagoniste della campagna in ogni sua declinazione. Lo slogan della campagna “Consumo Quanto Basta” racchiude un richiamo al senso della misura che responsabilizza il cittadino invitandolo a usare criterio. Il buon senso a cui si fa appello ha confini labili e soggettivi e non è quindi sentito come una costrizione e nemmeno come un ricatto morale. È semplicemente un consiglio, un invito a usare la propria intelligenza e la propria sensibilità, per il proprio bene prima ancora che per quello degli altri. I manifesti non hanno colori e immagini ma solo parole scritte con i caratteri irregolari di una vecchia macchina da scrivere a formare semplici frasi. Il messaggio quindi si autogiustifica, il manifesto stesso funge di per sé da esempio pratico di frugalità condensando in un'unica strategia comunicativa due obiettivi distinti: la trasmissione del messaggio e la sua esemplificazione, assicurando la massima sintesi possibile indispensabile per catturare in pochi attimi e parole l’attenzione dei cittadini. Per quanto riguarda gli spot Si è cercato di comunicare che l’essenzialità non è privazione bensì un valore, rappresentando una scelta contemporanea e intelligente. televisivi e cinematografici, per conferire alla comunicazione quel minimo di appeal indispensabile per attirare l’attenzione degli spettatori, è stata introdotta la visione di una macchina da scrivere che scrive le stesse frasi riportate sui manifesti in un foglio bianco. Non ci sono voci, nè suoni, solo il rapido susseguirsi del battito dei tasti. La macchina da scrivere è uno strumento che nel mondo ormai dominato dai computer richiama alla semplicità e all’essenzialità. Se infatti l’obiettivo è quello di “scrivere parole” la vecchia macchina da scrivere è più che sufficiente. Per un mezzo come la radio, che non può contare su suggestioni visive, la soluzione minimalista individuata è una voce che illustra in modo chiaro e sintetico le finalità del messaggio. Per guadagnare interesse lo spot comincia con una frase ad effetto, presentandosi come una “pubblicità a rovescio”. A questa segue la spiegazione di tale frase, una spiegazione che racchiude in sé il nocciolo del messaggio: l’invito a consumare meno risorse naturali che è l’esatto opposto di ciò che ci si aspetta dalla pubblicità. 7 Formare alla sostenibilità 8 Gianfranco Baldo - ARPAV, Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected] I bisogni formativi sono facilmente individuabili per il personale interno di un’organizzazione, pubblica o privata ma molto più difficili da definire per gli operatori ambientali, esterni all’Agenzia, che svolgono funzioni e compiti di tutela ambientale diversificati in rapporto al ruolo e alla professione svolta Quando tre anni fa l’ARPAV ha deciso di dare attuazione a un Catalogo di Formazione Ambientale, si è posto il problema di definire quali fossero gli obiettivi salienti del progetto formativo, quali i soggetti a cui rivolgersi e come rilevare i bisogni formativi, tenuto conto dei compiti istituzionali di prevenzione e protezione ambientale. Gli approcci alla tutela dell’ambiente sono riconducibili sostanzialmente a tre principi: - le regole e il rispetto delle regole (comando - controllo); - il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali degli enti pubblici e delle aziende private, - la responsabilizzazione dei consumatori per uno stile di vita più frugale. Si tratta di aspetti diversi della protezione ambientale che richiedono interventi formativi ed educativi per sviluppare e rafforzare competenze adatte alle necessità e alle emergenze ambientali del momento e contemporaneamente creare la consapevolezza indispensabile per adottare nuovi comportamenti coerenti con visioni di futuro sostenibile. In particolare la formazione ambientale, proposta nel Catalogo dei corsi 2003/2004, è stata finalizzata a trasferire informazioni aggiornate sulla normativa ambientale rispondente alla logica del “comando controllo”, e a fornire competenze volte a incoraggiare una migliore pianificazione e gestione del territorio o a indurre cambiamenti nei modelli di produzione. I risultati conseguiti sono stati certamente positivi in termini quantitativi, sono stati fatti ventidue corsi e qualitativi in riferimento alla rilevazione della soddisfazione dei partecipanti anche se sono riscontrabili oggettive difficoltà nella rilevazione dei bisogni formativi.Un aspetto questo importantissimo ma di non facile attuazione. I bisogni formativi sono facilmente individuabili per il personale interno di un’organizzazione pubblica o privat ne sono un esempio le “Linee guida per la formazione UNI ISO 10015” ma molto più difficili da definire per gli operatori ambientali, esterni all’Agenzia, che svolgono funzioni e compiti di tutela ambientale diversificati in rapporto al ruolo e alla professione svolta cioè amministratori e dipendenti pubblici, imprenditori, liberi professionisti. La questione si complica ulteriormente se le esigenze di miglioramento non si limitano alla qualità delle singole matrici aria, acqua e suolo ma riguardano la tutela dell’ambiente di vita e della salute di una comunità regionale. Quali sono le esigenze a cui fare riferimento? Quali le competenze da formare? Quale formazione erogare? Come valutare i risultati della formazione? Domande alle quali non è facile dare una risposta poiché la tutela ambientale, in un’ottica di sviluppo sostenibile, richiede alle comunità locali la ricerca di soluzioni differenziate ai molti e complessi problemi che influenzano la qualità della vita in un’area densamente abitata come il Veneto. Una sfida che impone di adeguare sempre di più le nostre proposte formative alle esigenze di sviluppo di conoscenze e competenze coerenti con i principi della sostenibilità intesa come gestione integrata di ambiente, salute, economia e territorio. In questo senso sarà particolarmente importante verificare i bisogni di formazione legati all’utilizzo di processi e strumenti di tutela ambientale, definiti volontari in quanto non imposti per legge. Esiste ormai una molteplicità di tali strumenti (Agenda 21 Locale, EMAS, Contabilità Ambientale, ISO 14001, Ecolabel, Green Public Procurement, IPP, ecc.) proposti e raccomandati dalla stessa Unione Europea. Le statistiche mostrano tuttavia che in Italia e nel Veneto tali strumenti sono ancora poco diffusi presso le imprese private e ancor meno presso gli enti locali nonostante le indubbie potenzialità del loro utilizzo per migliorare l’impatto ambientale della produzione di beni e servizi o della pianificazione e gestione del territorio. E’ sempre più importante verificare i bisogni di formazione legati all’utilizzo di processi e strumenti di tutela ambientale, definiti volontari in quanto non imposti per legge. Educare alla (bio)diversità Paolo Bortolami - ARPAV Responsabile Unità Operativa Educazione Ambientale - [email protected] Il concetto di biodiversità esprime intrinsecamente la complessità della vita e dei suoi valori che non sono solo biologici e genetici ma, per quanto riguarda la specie umana anche etici, sociali, culturali, economici ed estetici. esprime pertanto intrinsecamente la complessità della vita e dei suoi valori che non sono solo biologici e genetici ma, per quanto riguarda la specie umana, anche etici, sociali, culturali, economici ed estetici. Nel vasto campo della ricerca La diversità è una caratteristica peculiare della interdisciplinare tra scienza e vita, è il risultato del processo evolutivo che ha società, la biodiversità assume il generato, attraverso la selezione naturale, la ruolo di indicatore ambientale, grande varietà di animali e vegetali presenti nel scientifico e politico, dei complessi nostro pianeta. E’ proprio da tale grande varietà fenomeni connessi alla gestione di esseri viventi che dipende la capacità degli delle risorse, ai sistemi ecologici, stessi di sopravvivere e di adattarsi ai continui L’Adige, nato in montagna, non ha mai smesso di crescere durante il suo alla conservazione della natura e percorso, che ora conclude perdendosi nel mare. cambiamenti indotti dalle condizioni ambientali dei patrimoni genetici, e più di recente dall’uomo. Il concetto di collettiva nella gestione dell’ambiente, la messa all’economia ambientale. In queste accezioni la biodiversità, così come emerso dal dibattito in discussione dell’antropocentrismo della biodiversità acquista un’alta valenza educativa promosso dalla Conferenza Mondiale nostra cultura, la valorizzazione delle differenze non solo nella formazione scientifica, ma in tutti sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro del sia naturali che sociali come fonte di ricchezza. i processi di educazione alla complessità ed al 1992, rappresenta non solo in termini Educare alla biodiversità significa quindi pensiero sistemico. Educare alla biodiversità è quantitativi e qualitativi la ricchezza di animali educare ad una lettura dell’ambiente che premi indispensabile per la salvaguardia dell’ambiente e piante nelle comunità biotiche, ma esplica innanzitutto le “diversità” di interpretazione, di nelle sue molteplici manifestazioni e tutti gli esclusivi caratteri di diversità dei viventi considerazione, di conoscenze, di modi rappresenta nel contempo un mezzo attraverso nelle varie loro manifestazioni, in una visione guardare la realtà, di ricercare modelli, di cui veicolare concetti fondamentali propri integrata e globale che mette in luce la atteggiamenti, che contraddistinguono in modo dell’educazione alla sostenibilità, come il senso complessa ragnatela di relazioni che regge la sostanziale un altro fondamentale carattere del limite e della responsabilità personale e vita degli ecosistemi. Il concetto di biodiversità della biodiversità della specie umana: la diversità culturale. Tutto ciò richiede che al L’ARPAV PER L’EDUCAZIONE ALLA BIODIVERSITA’ concetto di biodiversità si associno altre idee ed Percorsi educativi con le scuole emozioni legate all’etica e alla morale che, • Bidoversità: una risorsa - le presenze nascoste travalicando la sfera cognitiva e fondendosi con • Paesaggio: tra memoria e futuro - dal guardare al comprendere per progettare quella dei valori e degli atteggiamenti, Corsi di formazione trasformino l’interesse per l’ambiente in vera • Rete Natura 2000 - corsi rivolti ad Amministratori e Tecnici degli Enti locali e altri soggetti pubblici passione civile, nella ricerca di una nuova Pubblicazioni alleanza tra l’uomo e la natura. • Esplorare per conoscere • A proposito di conservazione della natura. • Liste rosse della flora vascolare in provincia di Belluno Educare alla biodiversità è indispensabile per la • Censimento delle aree naturali “minori”della Regione Veneto salvaguardia dell’ambiente nelle sue molteplici • Educare nei Parchi - rassegna delle proposte educative delle Aree Protette della Regione Veneto manifestazioni e rappresenta nel contempo un mezzo attraverso cui veicolare concetti fonda• Guida agli ambienti del Veneto mentali propri dell’educazione alla sostenibilità 9 Educazione ambientale a teatro 10 Meri Malaguti - Fondazione Aida - [email protected] “Tutti per aria” è un progetto nato dalla collaborazione tra ARPAV e Fondazione Aida con l’obiettivo di fare educazione sul problema dell’inquinamento atmosferico, rendendo più appetibili, utili e dirette le informazioni riguardanti l’aria, le sue funzioni, le sue caratteristiche, il suo stato di salute, la sua storia. Per prendere consapevolezza dei problemi ambientali è necessario conoscerne la cause e comprenderne i meccanismi: i dati scientifici, di indubbia utilità, hanno bisogno di “rivestirsi” in modo da poter essere fruibili anche per il giovane o la persona disinformata. Soprattutto, le conoscenze devono poi tradursi in abitudini concrete. In questi casi, il teatro può rivelarsi uno strumento efficace. Il teatro è, per sua natura, un linguaggio multimediale che parla all’occhio e all’orecchio, alla mente e al cuore. E’, perciò, in grado di presentare una situazione, un problema per farlo conoscere e favorirne la comprensione ad un pubblico vasto, anche non specializzato. Ma, soprattutto, il teatro riesce a coinvolgere l’intera persona, suscitando una reazione, una risposta da parte dello spettatore. Appartiene alla vocazione storica del teatro, l’aspirare a diventare il luogo in cui confrontarsi sui problemi che riguardano le persone e l’intera società. Fondazione Aida, in qualità di teatro stabile di innovazione per ragazzi di Verona riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha sempre coniugato la propria attività di produzione teatrale con una particolare attenzione ai temi sociali. Rientra tra i suoi principali obiettivi quello di contribuire alla crescita culturale, sociale, umana dei bambini, dei ragazzi e dei giovani mettendo a punto progetti e iniziative culturali che hanno nel teatro il loro proprio fulcro. Sono diversi i progetti, i temi e le modalità affrontate da Fondazione Aida nel corso di più di vent’anni di attività: i disturbi del comportamento alimentare, lo sfruttamento del lavoro minorile, il recupero della memoria storica, il disagio in ogni sua forma. Nel progetto “Tutti per aria”, nato dalla collaborazione tra ARPAV e Fondazione Aida l’obiettivo è stato quello di fare educazione sul problema dell’inquinamento atmosferico, rendendo più appetibili, utili e dirette le informazioni riguardanti l’aria, le sue funzioni, le sue caratteristiche, il suo stato di salute, la sua storia. L’iniziativa, realizzata durante l’anno scolastico 2003-2004, ha coinvolto quasi 4000 studenti delle scuole elementari e medie del Veneto. Attraverso la drammatizzazione, è stato possibile trasformare le conoscenze scientifiche in spunti per giocare, costruire, confrontarsi e discutere. Ma, soprattutto, si è riusciti a proporre nuovi atteggiamenti da assumere già in prima persona, per dare il proprio, seppur piccolo contributo individuale alla soluzione del problema ambientale. “Tutti per aria” è riuscito, così, a sposare rigore scientifico e gioco teatrale. Nel corso dei laboratori sperimentali previsti dal progetto, svolti in alcune scuole della provincia di Verona, la questione dell’inquinamento ambientale è stata affrontata presentando alcuni personaggi di finzione che, interagendo direttamente con i ragazzi, li hanno sollecitati a porsi domande, a proporre riflessioni e soluzioni pratiche relative all’aria e al suo inquinamento. Attraverso piccole situazioni teatrali ricreate in classe, i ragazzi hanno appreso non solo alcune nozioni scientifiche fondamentali (com’è fatta l’aria, quali sono le cause principali dell’inquinamento…), ma hanno anche analizzato i comportamenti virtuosi che ciascuno di loro (e di noi) può adottare nella propria vita di tutti i giorni. Il percorso laboratoriale è diventato, alla fine, un CD-Rom: uno strumento didattico a disposizione di tutti gli insegnanti che vogliono riproporre l’iniziativa alla propria classe. Il progetto “Tutti per aria” si è concluso con l’allestimento dello spettacolo teatrale “La fabbrica delle farfalle”, che narra la storia di tre giovani Disegnatori di Tutte le Cose che desiderano creare “qualcosa che possa nello stesso tempo volare come un uccello ed essere bello come un fiore”. La storia – di Gioconda Belli – propone il messaggio, già evidenziato nel corso del laboratorio, della responsabilità dell’uomo verso la natura e l’ambiente in cui vive e opera. Lo spettacolo è stato presentato agli studenti delle scuole elementari e medie dei sette capoluoghi di provincia del Veneto. La rappresentazione ha riscosso un notevole successo sia presso gli spettatori, sia presso gli insegnanti e i genitori, ed è ormai entrato a far parte del repertorio stabile proposto alle scuole. I risultati per Fondazione Aida sono assolutamente positivi. Soprattutto, ci fa piacere che attraverso il teatro si sia riusciuto a coniugare conoscenza scientifica ed educazione civica, superando le storiche barriere tra le due culture. Attraverso la drammatizzazione, è stato possibile trasformare le conoscenze scientifiche in spunti per giocare, costruire, confrontarsi e discutere. L’ Osservatorio dei comportamenti Maria Carta - Anna Gardellin – ARPAV Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected] Il progetto “Osservatorio dei comportamenti” avviato da ARPAV, attraverso la realizzazione di indagini statistiche periodiche, studia la percezione che i cittadini veneti hanno dei problemi ambientali e i conseguenti comportamenti adottati I problemi ambientali, dell’inquinamento, del traffico, pongono ad ognuno di noi domande come “chi è responsabile?”, “cosa possiamo fare per migliorare l’aria delle nostre città o per avere mare e spiagge più pulite?” Il punto focale dell’educazione ambientale è riconoscere l’importanza della responsabilità individuale nella risoluzione dei problemi ambientali. Se qualcuno ha dei dubbi sull’utilità delle scelte individuali basta riflettere su questo dato: in Europa il 10 % dei consumi domestici di elettricità deriva dal consumo in modalità di attesa di apparecchi come televisori, computer, lettori di DVD, ecc., per una quantità di energia che corrisponde al consumo energetico di tutto il Belgio (fonte: L’Ambiente per gli Europei, n.17/2004). Il progetto “Osservatorio dei comportamenti” avviato da ARPAV, attraverso la realizzazione di indagini statistiche periodiche, studia la percezione che i cittadini veneti hanno dei problemi ambientali e i conseguenti comportamenti adottati. L’analisi, articolata per classi di età e luogo di residenza, fornisce un quadro dei bisogni educativi della popolazione. Indagini Arpav Arpav ha già realizzato alcune indagini conoscitive rivolte ai cittadini in qualità di consumatori per rilevare: • conoscenza dei principali problemi ambientali locali e globali; • comportamenti in atto relativi alle problematiche ambientali; • percezione e consapevolezza delle ricadute sull'ambiente causate da comportamenti quotidiani. Metodologia d’indagine Popolazione di riferimento Campionamento Modalità di rilevazione Interviste realizzate Data rilevazione Indagine pilota Monitoraggio attività Indagine Indagine scuola adulti EA nelle scuole adulti Adulti residenti Scuole statali e Adulti residenti Studenti tra i tra i 18 e 75 anni paritarie del Veneto tra i 15 e 75 anni 7 e i 19 anni 1 campione 2 campioni 1 campione casuale stratificato casuali stratificati casuale stratificato Interviste telefoniche Questionari Interviste telefoniche Questionari assistite da computer autocompilati assistite da computer autocompilati in classe 1332 627 2018 1520 aprile 2002 maggio 2003 dicembre 2003 marzo 2004 Tab. 1 - Metodologie di indagine In particolare, le questioni poste all’attenzione dei cittadini hanno riguardato: • consumi energetici e qualità dell’aria; • consumi idrici e qualità dell’acqua; • produzione e smaltimento di rifiuti domestici; • onde elettromagnetiche. Le informazioni raccolte sono state utilizzate nella pianificazione e strutturazione di azioni educative per: > definire gli interventi educativi necessari per agire sui comportamenti; < verificare l’efficacia e l’efficienza delle azioni intraprese; > monitorare l’adeguatezza della programmazione adottata e le necessarie correzioni. Tra queste la campagna di comunicazione sulla frugalità “Consumo Quanto Basta”, realizzata ad ottobre 2004, attraverso la quale si è voluto indurre i cittadini ad una riflessione sui loro comportamenti nei confronti dell’ambiente. COMPORTAMENTI Spengono le luci spostandosi da una stanza all’altra Negli spostamenti quotidiani usano il mezzo… ADULTI 80% privato 62% Negli acquisti non prestano attenzione agli imballaggi Separano (sanno che vanno separati) 66% -carta/vetro 99% -plastica 98% -resti di cibo 85% 86% Fanno attenzione all’acqua consumata STUDENTI 75% -pubblico 74% (per scuola) -privato 54% (per altri motivi) 76% -plastica/vetro 86% -carta 70% -resti di cibo 58% 40% Tab. 2 - Comportamenti quotidiani: Adulti e giovani a confronto Rapporti pubblicati: > ARPAV, 2003, L’ambiente e i cittadini del Veneto, comportamenti, conoscenze, percezioni, ARPAV, Padova. > ARPAV e Direzione Scolastica Regionale, settembre 2003, L’educazione ambientale nelle scuole del Veneto: il primo monitoraggio regionale. > I risultati dell’indagine, Documento pdf scaricabile dal sito http://www.arpa.veneto.it/eduamb/htm/indagine_s cuole.asp,. Il punto focale dell’educazione ambientale è riconoscere l’importanza della responsabilità individuale nella risoluzione dei problemi ambientali. 11 mario rigoni stern Intervista a Mario Rigoni Stern 12 Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected] Mario Rigoni Stern - uno dei più grandi e intensi scrittori italiani del dopoguerra - è nato ad Asiago, dove vive tuttora, nel 1921. Le sue opere descrivono con semplicità e immediatezza il legame con la terra, l’essenza della montagna, il confronto con una natura non sempre benigna ma ricca di momenti intensi e veri. La semplicità, la serenità e un grande rispetto per tutto e per tutti pervadono ogni sua pagina. Di sé dice di essere un “salice nano della letteratura”, uno degli alberi più piccoli presenti nelle montagne dell’Altopiano di Asiago. Tra le sue opere più famose: Il Sergente nella neve, Il bosco degli urogalli, Storia di Tönle, Le stagioni di Giacomo. Arrivo ad Asiago in una splendida e freddissima giornata di metà gennaio. Colori accecanti, c'è poca gente, anche soltanto per chiedere informazioni sulla casa in cui vive Mario Rigoni Stern. Seguo le indicazioni e mi incammino verso la strada che porta al Monte Zebio; vedo una casa colorata dalla quale si gode una vista stupenda e sono arrivata. Scuoto una piccola campanella che rimbalza il suo suono nell’aria. Mi apre il maestro, sono emozionata, mi presento e farfuglio qualcosa… Arriva la moglie, che mi offre un caffè e con lui cominciamo a parlare di Asiago. È un bella persona, mi mette a mio agio, emana serenità e finalmente comincio a rilassarmi. Possiamo iniziare l’intervista parlando delle sue opere. In tutta la Sua produzione letteraria è sempre presente, in maniera intimamente intrecciata, il rapporto tra “Memoria” e “Natura”. Quali sono gli elementi principali che caratterizzano questo legame? Per persone che hanno una certa età il confronto è facile perché chi ha 80 anni ricorda come era l’ambiente nel 1930 e via via si rende conto di come è mutato velocemente. Il paesaggio è cambiato moltissimo. La campagna di 50-60 anni fa, per non dire di 80, non è più quella: le monocolture si sono estese, difficilmente vediamo filari di alberi come una volta, le nostre colline, pur ancora molto belle, hanno cambiato aspetto. Quando vado in montagna mi stupisco sempre: il paesaggio è vivo e cambia continuamente. Ci sono cose che scompaiono e altre che ricompaiono: una persona che ha la memoria lunga e che osserva se ne accorge e vede come mutano le cose. La condizione del bosco muta in continuazione da una s t a g i o n e all’altra, i c o l o r i , l’umidità, la presenza di animali sono s e g n a l i importanti. La natura è in c o n t i n u o movimento con alti e bassi, esplosioni esuberanti di s a l u t e , regressioni dovute ad un malessere. Non sempre le cause di una cattiva salute sono provocate dall’uomo: la Natura non è sempre benigna; l’inclemenza del tempo, i terremoti, una valanga che scende da un canalone possono cambiare l’aspetto di una valle. L’uomo, però, intervenendo male può incrementare questi disastri. La cosa peggiore nel rapporto tra l’uomo e la natura è l’ignoranza. Una volta le persone vivevano con la natura: anche se non avevano studiato capivano i fenomeni, cercavano di affrontarli e di modificarli trovando una soluzione positiva. Il rapporto che c’era con la natura era diretto e partecipe, faceva parte della vita. Oggi si parla spesso di natura ma resta una cosa lontana: non si può imparare a conoscere la natura guardando solo la televisione, nella terra bisogna metterci le mani. Con lo studio e la passione, però, ci si riesce, ci si può arrivare. Si parla molto di sviluppo sostenibile e dell’equilibrio tra ambiente, economia e qualità della vita: cosa ne pensa? È una cosa importantissima perché rappresenta il nostro futuro; se oggi non stiamo attenti lasciamo una brutta eredità. Già temo che l’eredità che lasciamo sia in parte compromessa, ma se la aggraviamo sarà impossibile vivere. Ogni elemento della natura ha caratteristiche diverse: la montagna ha particolari esigenze, la pianura ne ha altre, l’acqua ne ha altre, l’aria ne ha altre ancora. La terra, l’aria e l’acqua sono le cose essenziali della vita e noi le usiamo male e non abbiamo rispetto. Le persone quindi devono avere più rispetto perché né la terra, né l’aria, né l’acqua sono eterne. Le regole ci sono e vanno rispettate: non è bello vedere le moto da cross che corrono per i pascoli e le mulattiere, urlando e travolgendo quelli che fanno le passeggiate, o annusare gli odori di barbecue puzzolenti. Vorrei più attenzione da parte dei fruitori dei boschi: i cittadini che hanno necessità di aria buona, di camminare, di passeggiare dovrebbero esser coscienti che il bosco è un grande patrimonio e non si può distruggere, ma soprattutto non lo si può offendere. I cercatori di funghi ad esempio sono spesso poco attenti nei confronti della natura e poco rispettosi delle regole. Ci vuole quindi più educazione e più convincimento soprattutto nei giovani che rappresentano il nostro futuro. Ai ragazzi dico sempre che devono spegnere la televisione e leggere un libro, che devono giocare e non fare il “tifo”. Purtroppo però sono soggetti a messaggi contraddittori: la pubblicità infatti invita al consumo e il consumo porta anche al consumo della natura. Come potrebbero le istituzioni orientare ad una maggiore attenzione e ad una maggiore sensibilità e responsabilità? Nel nostro Veneto lo sviluppo edilizio e industriale è stato disordinato e non ha tenuto conto, di come si sarebbe meritato, dell’ambiente. Se pensiamo all’ambiente veneto del 1700 non c’è confronto con il nostro di oggi. Allora la gente stava attenta all’architettura, dove costruire, come costruire; era, sì, anche più facile scegliere perchè c’era più spazio, ma proprio perché lo spazio si è ridotto dobbiamo stare ancora più attenti. Dobbiamo quindi stare attenti all’uso del territorio: questo è un aspetto talmente evidente e lampante davanti agli occhi di tutti che anche i meno avveduti dovrebbero accorgersene; dico “dovrebbero”, con il condizionale, perché spesso non se ne accorgono, a volte in mala fede. Attenzione all’uso del territorio, quindi, e riqualificazione dell’industria, dal punto di vista della produzione ma anche dell’architettura e del recupero: non dobbiamo fare di un capannone demolito un terreno arido. Un altro aspetto importante da non trascurare è la riqualificazione e la specializzazione dell’agricoltura per le evidente ricadute che ha sull’ambiente. Per quanto riguarda la montagna bisognerebbe avere molta più attenzione per i boschi perché i boschi vanno coltivati e non abbandonati. E in ultimo, non per importanza, la conoscenza e l’educazione. L’uomo senza la natura non può vivere - lo diceva anche Leopardi nello Zibaldone -: è una cosa molto semplice, l’uomo senza la natura è come un albero senza radici. Purtroppo c’è molta ignoranza da parte degli uomini nei confronti della natura. Io sono convinto che più del 90% delle persone che vengono sull’Altopiano di Asiago confondono i pini con gli abeti; non abbiamo pini (o molto pochi)! Bisogna quindi avere più attenzione e cercare di conoscere meglio il nostro ambiente, e questo significa avere “Amore”. Amore vuol dire anche conoscenza e conoscenza vuol dire fare un piccolo sforzo per studiare e confrontare. Credo che ne valga la pena, sempre. Ho salutato il maestro e me ne sono andata, molto più ricca di quando sono arrivata Ogni elemento della natura ha caratteristiche diverse: la montagna ha particolari esigenze, la pianura ne ha altre, l’acqua ne ha altre, l’aria ne ha altre ancora. La terra, l’aria e l’acqua sono le cose essenziali della vita e noi le usiamo male e non abbiamo rispetto. Le persone quindi devono avere più rispetto perché né la terra, né l’aria, né l’acqua sono eterne. 13 14 Le “Linee Guida per l’Educazione Ambientale nel Sistema Agenziale” La parola alle associazioni Gaetano Battistella - APAT – Responsabile Servizio Promozione Federica Savio – Arpav - Direttore AV – [email protected] della Formazione Ambientale - [email protected] Le ‘Linee Guida per l’Educazione Ambientale nel Sistema Agenziale APAT-ARPA-APPA’ concretizzano una delle priorità operative del gruppo di Lavoro interagenziale dei Referenti per la Comunicazione, Informazione, Formazione ed Educazione ambientale (C.I.F.E.) delle Agenzie per la protezione dell’ambiente, coordinato dall’APAT La pubblicazione del documento dal titolo ‘Linee Guida per l’Educazione Ambientale nel Sistema Agenziale APAT-ARPA-APPA’ costituisce una sostanziale novità nel panorama di queste attività e concretizza una delle priorità operative del Gruppo di Lavoro interagenziale dei Referenti per la Comunicazione, Informazione, Formazione ed Educazione ambientale (C.I.F.E.) delle Agenzie per la protezione dell’ambiente, coordinato dall’APAT. Tale mandato nasce dall’esigenza di far convergere il lavoro, in un certo senso preparatorio, di condivisione e di confronto tra le modalità di intervento e le metodologie operative adottate dalle agenzie in questo campo - testimoniato anche dal precedente rapporto dal titolo ‘L’Educazione Ambientale nelle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente” nonché dalla volontà di porre delle basi di riferimento condivise per l’impostazione di attività future e di progetti comuni, fissando criteri validi e omogenei per le diverse fasi realizzative, dalla pianificazione, alla progettazione fino alla valutazione. Questo compito ha rappresentato indubbiamente un salto di qualità nel cammino intrapreso dal gruppo di lavoro stesso, che a sua volta riflette anche una crescita complessiva del Sistema Agenziale per quanto riguarda l’educazione alla sostenibilità, attraverso la volontà e l’impegno di approfondire alcuni temi portanti del dibattito nazionale attuale in questo. Tra questi temi va citato il tema, ad esempio, dell’innovazione dei processi e metodi di insegnamento e apprendimento, in relazione sia al contesto di riferimento che all’emergere di una nuova visione pedagogica che vede al centro la persona e gli obiettivi dell’apprendimento stesso, come pure il tema della ricerca di criteri ed indicatori di qualità adatti ad offrire una rappresentazione obiettiva ed esaustiva di processi ed azioni complesse, quali quelle promosse dall’educazione alla sostenibilità per poter conseguire un arricchimento delle competenze (empowerment) ed il cambiamento di comportamenti ed atteggiamenti verso modelli maggiormente rispettosi dell’ambiente. Oppure, infine, il tema della realizzazione di un sistema di accreditamento della qualità dei prodotti e dei servizi erogati, attraverso procedure di autovalutazione e di valutazione delle strutture e delle organizzazioni, che punti al raggiungimento dell’eccellenza e che quindi si ponga al di là e al di sopra del livello autorizzativi attraverso l’avvio di procedimenti di miglioramento della qualità. Tali sono stati alcuni degli argomenti su cui i Referenti del Sistema agenziale si sono confrontati per arrivare ad individuare le proprie “Linee Guida”, predisposte attraverso il lavoro di uno specifico Sottogruppo, il cui coordinamento operativo è stato affidato all’ARPA Veneto. Le Linee Guida, sebbene siano da considerare come un lavoro ancora aperto in alcune sue parti che vengono affrontate in un documento successivo, relativo agli aspetti specifici della qualità, rappresentano indubbiamente un importante punto di riferimento comune, sia perché cercano di portare a coerenza di sistema le metodologie educative attualmente in uso, ancora alquanto disomogenee e frammentate, senza per questo annullare le specificità storiche, culturali e normative di ogni singola Agenzia, ma anzi con l’intento di dare loro più forza e visibilità all’interno del sistema; sia perché intendono fornire un valido riferimento per quanti operano nel sistema agenziale (e anche fuori di esso) nel definire modalità condivise di lavoro per l’educazione ambientale nonché creare un senso di appartenenza e di continuità all’insegna della comune ispirazione ai dati ambientali; sia, infine, perché sono tese a favorire l’apertura del sistema agenziale verso altre realtà nazionali, come il sistema INFEA, ed inoltre verso altri interlocutori fondamentali quali la scuola dell’autonomia, la sanità, le organizzazioni non governative e tutte le altre forze istituzionali e sociali che lavorano a livello sia nazionale che internazionale, europeo e mediterraneo, per il comune intento di promuovere, attraverso l’educazione, lo sviluppo sostenibile. In ultima analisi, la collaborazione alla costruzione di linee guida vuole rappresentare un modo concreto per far conoscere i principi di riferimento delle proprie attività di educazione ambientale da parte del Sistema Agenziale, basate su un serio fondamento tecnico-scientifico di conoscenza del dato ambientale, e per stimolare se stessi e gli altri a fare rete in un sistema integrato per la protezione dell’ambiente. Per Legambiente quali sono i temi su cui dovrebbe puntare oggi l’educazione ambientale? L’abbiamo chiesto ad Angelo Mancone, responsabile per il Veneto dell’associazione ambientalista? «La preoccupazione ambientale è certamente diffusa nella testa delle persone ma non lo è del tutto nei comportamenti, ancor più nelle politiche rimane molto settoriale, isolata dal resto. Questi sono i limiti da superare. Il problema ambientale, infatti, dovrebbe essere percepito come un anello importante delle questioni politiche più generali, dello sviluppo, della globalizzazione. Dunque la consapevolezza ecologica innanzitutto deve entrare in modo trasversale nella vita individuale e collettiva, poi deve considerare quegli aspetti che sono parte dell’esperienza quotidiana delle persone, ma campo di decisione delle istituzioni. Questa doppia dimensione può consentire di legare la propria esistenza individuale a quella degli altri, prossimi o lontani che siano. Ecco che i temi si candidano da soli come problemi di una comunità su cui si chiede un intervento, una trasformazione, un’evoluzione. Parlare di una comunità non significa dare all’educazione ambientale una dimensione localistica, si pensi al peso che va assumendo il nesso tra clima e povertà del Sud del mondo, sotto la spinta della tesi, ormai universalmente condivisa nella comunità scientifica, dell’origine antropica del cambiamento del clima». In Veneto l'educazione ambientale è più o meno sviluppata rispetto ad altre regioni? «A determinare attenzione verso la questione ambientale non è sempre stato negli ultimi decenni un fattore comune a tutto il paese. Questo si è verificato, forse solo con la svolta antinucleare del 1987 che determinò una sensibilità diffusa in tema di pericoli del nucleare verificabile ancora oggi. In altri campi invece vicende locali hanno svolto il ruolo di acceleratore della coscienza ambientale, questo ha determinato non tanto sviluppi diversi per regioni, quanto approcci, sensibilità, pratiche diverse su Disegno degli alunni della Scuola Elementare "Lambruschini" di Padova - A.S. 2003 - 2004 scala cittadina, provinciale, di bacino, cioè in relazione al tema «Legambiente ha istituito un proprio settore di sollecitante. In tema di rifiuti negli anni ’90 nel intervento nell’educazione ambientale fin dal Veneto fiorirono molte iniziative di educazione 1987 con l’obiettivo di far avanzare il legame ambientale che accompagnarono e a volte fra scuola e territorio con campagne come anticiparono l’evoluzione che ha fatto di molte “Lavori in Corso”, che per molti anni ha fatto parti del Veneto gli esempi più avanzati in tema nascere attenzione nei confronti di fatti di raccolta differenziata. Si sono manifestati ambientali del territorio facendo maturare orientamenti, poi consolidatisi nel tempo, verso coscienza collettiva della possibilità di il tema delle acque e dei fiumi in provincia di trasformare ciò che era degradato, valorizzare Treviso. L’attenzione alla qualità urbana è le risorse ambientali e culturali di un territorio, sviluppata nella provincia di Padova e far nascere esperienze di trasformazione soprattutto nel capoluogo. L’interesse ai beni sostenibile di tratti di vita individuale e culturali è solido a Verona. Così per le altre collettiva. Oggi in Veneto sono in atto due province e comuni. Tale differenziazione accade campagne: “Clima e Povertà” che intende nel resto d’Italia. Differente è poi la risposta scoprire i nessi fra stili di vita del Nord del che le istituzioni regionali danno alle mondo, trasformazioni del clima e sollecitazioni del mondo della formazione, impoverimento dei paesi del Sud, indicando le creando così ambienti più o meno favorevoli scelte positive fondate su sistemi energetici alla diffusione di tematiche comuni». fatti di efficienza, fonti rinnovabili e risparmio. E poi “Tesori del Veneto” che mira a far Che importanza attribuisce Legambiente scoprire quel capitale artistico, storico, all'educazione ambientale e quali sono le culturale che si annida soprattutto nei piccoli iniziative più importanti messe in atto in Comuni e che rischia di sparire, di non essere Veneto? conosciuto nemmeno dagli stessi abitanti» 15 associazioni Italia Nostra nasce nel 1955 da un piccolo gruppo di persone che si oppone allo sventramento del centro storico di Roma. Nell’arco di quattro decenni l’associazione si è diffusa su tutto il territorio nazionale impegnate a proteggere i beni culturali e ambientali. Per informazioni www.italianostra.org 16 In Veneto Italia Nostra è presente su tutto il territorio con una ventina di sezioni, quale ruolo riservano all'educazione ambientale? L'abbiamo chiesto a Titti Braggion responsabile del settore educazione ambientale per la sezione di Verona. «Sin dagli anni settanta Italia Nostra si è occupata della formazione degli insegnanti seguendo le indicazioni dei documenti internazionali che in quel periodo aprivano il dibattito sulla questione ambientale. L’Associazione è impegnata in Veneto soprattutto con iniziative di formazione rivolte agli insegnanti, tra l’altro un’esperienza è stata fatta l’anno scorso proprio con ARPAV. Purtroppo nonostante il grande impegno rivolto i alla formazione nella scuola non è passato un metodo organico di educazione ambientale, vi sono tante iniziative isolate manca un percorso omogeneo e continuativo nel tempo, unica modalità per garantire un cambiamento nei comportamenti. Riconosco comunque come aspetto positivo della riforma della scuola aver riservato una quota pari al 30 % nei curricula scolastici alle conoscenze che lo studente deve acquisire nel proprio ambiente di vita». La sigla WWF deriva dal nome originario World Wildlife Fund: Fondo Mondiale per la "vita selvaggia", il termine inglese "wildlife", cioè "piante e animali selvatici" nelle altre lingue può essere tradotto con "Natura" Il WWF opera da anni in tutto il mondo per la difesa del pianeta e dei suoi abitanti. Numerose sono le iniziative di educazione ambientale rivolta ai giovani e gli adulti per informazioni sulle azioni in Veneto: www.wwf.it/veneto Rosa Picozzi è la referente didattica per il Veneto del WWF, a lei abbiamo chiesto quali sono a suo parere i temi più attuali oggi per l’educazione ambientale: «Accanto ai temi proposti a livello nazionale dall’associazione, ogni sezione del WWF si occupa degli argomenti legati alla realtà territoriale in cui opera, ad esempio in Veneto ci sono iniziative mirate alla salvaguardia della laguna, al ciclo dell’acqua. Dal 1998 ci sono in provincia di Venezia due centri di educazione ambientale a Spinea e ad Alvisopoli che collaborano attivamente con l’amministrazione provinciale e dei comuni afferenti. L’educazione ambientale proposta dal WWF si rivolge alle scuole e anche agli adulti, in particolare alle altre associazioni, negli ultimi anni hanno richiesto il nostro intervento gruppi di anziani e disabili. Con la scuola abbiamo un rapporto ormai consolidato e con alcune classi, grazie alla sensibilità degli insegnanti siamo riusciti a portare avanti programmi pluriennali. Lo scopo principale dell’educazione ambientale è la modifica dei comportamenti, cioè tentare di creare uno stile di vita rispettoso delle risorse della natura, il WWF è impegnato non solo a diffondere conoscenze scientifiche sui temi ambientali ma anche a creare l’esigenza di uno stile di vita diverso». I giovani per il cambiamento Isabella Marras - UNEP Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Divisione tecnologia, industria ed economia - [email protected] Youthxchange è un progetto che cerca di rispondere al desiderio di informazione e di comprensione delle sfide per il futuro della terra e dei suoi abitanti e di come queste sfide possono essere affrontate con piccoli gesti quotidiani. Per la loro forza come consumatori e futuri professionisti i giovani dai 16 ai 18 anni rappresentano l’alleato ideale di UNEP nello sviluppo di azioni dirette al raggiungimento di uno sviluppo sostenibile. Secondo l’United Nations Population Fund, - 1 miliardo di abitanti nel mondo ha un’età tra i 18 ed i 25 anni - il 90% dei giovani con meno di 25 anni vive in paesi in via di sviluppo; - tra oggi ed il 2010, 700 milioni di giovani entreranno sul mercato del lavoro. “Un boom demografico mai visto ed un gruppo enorme di persone che già ora aspirano a riprodurre i modelli di comportamento e lo stile di vita delle società di consumo” (UN Population Fund, 2001). I modelli che i giovani dei paesi in via di sviluppo seguiranno sono dati da altri ragazzi, più fortunati, che appartengono alla cosiddetta «classe di consumatori globali». Nonostante differenze considerevoli nell’accesso e nel livello qualitativo del consumo, la classe media a livello mondiale ha uno stile di vita abbastanza omogeneo. I ragazzi della classe media hanno tutti accesso a Internet, ascoltano per lo meno in parte musica simile, hanno le stesse icone, pop star, film, e si riferiscono perciò ad una mitologia omogenea. Certo, il numero di appartenenti a questa classe varia se siamo in Brasile o in Italia. Ma se considerati come gruppo di consumatori questi ragazzi hanno il potere di formulare desideri ed idee, sono coccolati dalla pubblicità e dalle grandi marche alla stessa maniera in tutto il mondo e plasmano, nel loro modo di rispondere a questi stimoli, le politiche di produzione industriale (e allo stesso tempo ne sono plasmati). UNEP ed UNESCO nel 2000 hanno svolto uno studio sulle attitudini al consumo dei giovani adulti, nelle città di 24 paesi in tutto il mondo. In Italia l’indagine e’ stata fatta a Roma grazie al supporto dell’Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale e del RISMES. I risultati hanno rivelato l’ambivalenza latente nelle attitudini dei giovani consumatori di oggi: le sfide riconosciute per il futuro sono quelle « giuste »: ambiente, salute, diritti umani. Parallelamente tuttavia, la coscienza ambientale degli intervistati si limita alla raccolta differenziata dei rifiuti! I ragazzi intervistati non vedono alcun legame tra il loro comportamento d’acquisto (e quindi la scelta dei prodotti) e la ricaduta sull’ambiente. Insomma il concetto di consumo sostenibile resta « la grande ignoranza » e le alternative ai correnti modelli di consumo sono poco o per nulla comprese e conosciute. Nonostante tutto, a livello diffuso e in tutto il mondo assistiamo alla crescita notevole di una coscienza di cittadini e di consumatori ed al desiderio di vivere in maniera più vicina alla natura e più rispettosa delle condizioni dei lavoratori anche in paesi molto lontani. I ragazzi vogliono partecipare alla costruzione del loro futuro ed è su questo desiderio che UNEP ed UNESCO si appoggiano per Youthxchange. Youthxchange è un progetto che cerca di rispondere al desiderio di informazione e di comprensione delle sfide per il futuro della terra e dei suoi abitanti e di come queste sfide possono essere affrontate con piccoli gesti quotidiani. Youthxchange risponde al senso di isolamento che molti ragazzi possono sentire quando cercano di adottare stili di vita o posizioni più sostenibili, dando risalto ad esempi concreti di buone pratiche ed a storie - tante e sparse per il globo - di attivismo e di battaglie vinte dai ragazzi per giovani la sostenibilità. E’ facendo leva sul naturale senso critico e di ribellione di molti ragazzi, che si può avere un i m p a t t o concreto sulle loro attitudini di cittadini e di consumatori. Per essere e f f i c a c e Youthxchange ha bisogno di r e f e r e n t i nazionali, di una traduzione ed una distribuzione locale. In Veneto, prima in Italia, ARPAV, Agenzia per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, ha tradotto Youthxchange come parte di un programma chiamato Ribelli per Natura che verrà promosso nelle scuole superiori del Veneto e che si sposa perfettamente con la filosofia di Youthxchange e ne rappresenta la declinazione locale. I casi, le storie e le esperienze raccolte in Italia saranno riversate nel progetto internazionale e contribuiranno alla sua riuscita. Il lavoro di traduzione di ARPAV si aggiunge alle altre traduzioni di Youthxchange nove finora più altre in futuro, e rappresenta la continuazione ideale di un progetto che e’ fatto per creare ponti di solidarietà e di scambio tra ragazzi e tra iniziative che contribuiscono ad una ribellione pacifica per migliorare la qualita’ della vita e del futuro per i ragazzi di tutto il mondo. Per approfondimenti www.uneptie.org www.uneptie.org/sustain Il lavoro di traduzione di ARPAV si aggiunge alle altre traduzioni di Youthxchange (9 fino ad ora, più altre in futuro) e rappresenta la continuazione ideale di un progetto che e’ fatto per creare ponti di solidarietà e di scambio tra ragazzi 17 L’educazione per la sostenibilità lavora in rete 18 Maria Grazia Dal Prà, Anna Gardellin, Wally Morello – ARPAV Idee per lavorare in rete Lo sviluppo di un sistema di rete comporta un’organizzazione delle modalità di lavoro che interpreta ed esprime i paradigmi propri dell’educazione ambientale. Gli schemi tradizionali vengono messi in discussione: la tutela del risultato delle singole attività, cioè l’esclusività di un progetto e la concorrenza tra le varie proposte, vengono trascurati in favore di una modalità di lavoro sistemica, intersecabile, partecipata, di rete, in una prospettiva di maggiore ampiezza e di più lungo termine. Ogni soggetto o nodo della rete è parte di una struttura più ampia e ne persegue gli stessi obiettivi. In quest’ottica è più semplice parlare di partecipazione e collaborazione piuttosto che di autonomia e dipendenza. L’appartenenza ad una rete implica come presupposto essenziale un’alleanza tra i soggetti coinvolti, intesa come una sorta di reciproco interscambio, che tuttavia non va ad intaccare l’autonomia e la potenzialità di ciascuno. D’altra parte se le finalità del lavoro in rete sono quelle di promuovere, attraverso l’educazione ambientale, capacità, attitudini, valori, utili per lo sviluppo dell’individuo, della società e dell’ambiente, non deve venire meno, da parte di ciascun nodo, l’impegno alla comunicazione e diffusione delle informazioni cioè alla circolazione di idee ed esperienze. ARPAV e le reti per la sostenibilità Il Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale di ARPAV sviluppa e partecipa, a livello regionale e nazionale, a diverse strutture a rete per l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile, in primis: - la rete IN.F.E.A. regionale e nazionale dei Biblioteca Unità Operativa Educazione Ambientale - [email protected] laboratori territoriali e dei centri di esperienza, - il sistema APAT-ARPA-APPA nell’ambito del gruppo nazionale di lavoro CIFE, - la rete di Coordinamento Agende21 locali italiane. A supporto della rete regionale di educazione ambientale ARPAV sta sviluppando un Sistema Informativo che offrirà a enti pubblici, associazioni, istituti scolastici, educatori, studenti e privati cittadini un accesso immediato on line alle informazioni, alle strutture, ai servizi, alle risorse educative, ai soggetti relativi all’educazione ambientale in Veneto. Per approfondimenti: http://www.arpa.veneto.it/educazione_sosteni bilita/htm/reti.asp Per iscriversi alla newletter Retedamb, inviare una e-mail a: [email protected] 19 A proposito di…Educazione Ambientale Opuscolo informativo che ripercorre le tappe dell'educazione ambientale attraverso i documenti ufficiali e si propone come supporto didattico per insegnanti ed educatori (ottobre 2000). Piano Triennale Regionale di Educazione Ambientale 2001-2003 Testo che presenta le linee guida per impostare e programmare azioni di educazione ambientale di lungo periodo con obiettivi di sviluppo sostenibile e crescita culturale (dicembre 2001). Acqua…Riflettiamoci! L'acqua e la sua storia, il suo cammino con l'umanità, i suoi riferimenti con le arti, la musica, la letteratura sono il leit motiv di questo opuscolo realizzato per spiegare come utilizzare e salvaguardare un bene prezioso (febbraio 2001). A proposito di…Agenda 21 Locale Opuscolo informativo per sensibilizzare le singole comunità locali ad avviare un Piano d'Azione Locale di medio-lungo periodo per la sostenibilità dello sviluppo (giugno 2001). Guida ai Centri di Educazione Ambientale nel Veneto Guida che contiene la descrizione di centri, laboratori, aree e percorsi didatticonaturalistici per un’educazione allo sviluppo sostenibile (ottobre 2001). Esplorare per conoscere: itinerari in ambiente Guida metodologica per leggere il territorio e progettare nuovi itinerari di educazione ambientale (gennaio 2002). Rubrica dell’Educazione Ambientale Vademecum che raccoglie informazioni sintetiche su "chi fa cosa" nel mondo dell’educazione ambientale della nostra Regione (giugno 2002). descrive in modo analitico 303 aree non rientranti nell’elenco delle aree naturali protette in base alla legge 394/91 (luglio 2004). Di prossima pubblicazione L’ambiente e i cittadini del Veneto Comportamenti Conoscenze Percezioni Rapporto su un’indagine statistica pilota effettuata su un campione di cittadini del Veneto per rilevarne comportamenti, conoscenze, percezioni rispetto alle problematiche ambientali (giugno 2003). A proposito di…Conservazione della Natura Opuscolo informativo che illustra argomenti quali la biodiversità, le aree naturali protette, le zone umide, la rete Natura 2000 e le reti ecologiche (aprile 2004). Educare nei parchi Rassegna delle aree protette del Veneto descritte nel loro aspetto ambientale, naturalistico e storico-culturale, dando particolare rilievo alle strutture di educazione ambientale presenti e alle attività didatticoeducative proposte (luglio 2004). Censimento delle aree naturali “minori” della Regione Veneto Censimento che raccoglie i risultati di un lavoro realizzato dall’ARPAV in collaborazione con il WWF Sezione Veneto e Linee guida per Agenda 21 a scuola Pubblicazione utile per sensibilizzare i docenti sui processi di Agenda 21 Locale e per promuovere progetti partecipati orientati allo sviluppo sostenibile in ambito scolastico, di quartiere e cittadino. Guida agli ambienti del Veneto Pubblicazione didattico-scientifica per la lettura e l’interpretazione dell’ambiente veneto attraverso la conoscenza dei caratteri ambientali e la descrizione di itinerari in cui svolgere attività didattiche. Dall’A-mianto alla Z-anzara - Glossario dei rischi ambientali Testo in forma di glossario in cui sono descritti i principali rischi per la salute e per l’ambiente. Flepy Kit educativo rivolto ai bambini dai 3 ai 7 anni, promosso dall’Unione Europea, composto da due libriccini contenenti le storie “Flepy e l’acqua” e “Flepy e l’aria”, un manuale per gli educatori, una videocassetta ed un gioco, adesivi e poster. Ribelli per natura Pubblicazione realizzata sulla base dei temi trattati nella brochure “Youth x change” dell’UNEP-UNESCO, intesa a sviluppare ed orientare i loro comportamenti nei consumi verso una dimensione più sostenibile. Per l’elenco completo dei testi editi consultare la sezione Pubblicazioni del sito dell’Agenzia www.arpa.veneto.it.