Agenzia Regionale
per la Prevenzione e
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del Veneto
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> Dipartimento di Vicenza
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il Giornale dell'
Agenzia Regionale per la Prevenzione e
Protezione Ambientale del Veneto
Numero 2
Aprile 2005
av ambiente veneto - trimestrale dell'Arpav - anno 4 n. 2 - aprile 2005 - Poste Italiane S.p.A. - spedizione in A.P. - 70% - DCB PD
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Quando gli uomini vivevano
dentro la natura,
gli alberi erano un
tramite di comunicazione
della terra con il cielo
e del cielo con la terra.
Mario Rigoni Stern
Educare
all’Ambiente
ambiente veneto
Agenzia Regionale
per la Prevenzione e
Protezione Ambientale
del Veneto
RIVISTA
TRIMESTRALE
DELL’ARPAV
Agenzia Regionale
per la Prevenzione
il Giornale dell'
e Protezione Ambientale
Agenzia Regionale per la Prevenzione e
del Veneto
Editoriale
Paolo Cadrobbi
Direttore Generale ARPAV
[email protected]
Protezione Ambientale del Veneto
3
Numero 2
Aprile 2005
indice
redazione & indirizzi
Chiuso il 1 febbraio 2005
Direttore Editoriale
Paolo Cadrobbi
Direttore Responsabile
Federica Savio
Hanno collaborato a questo numero
Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale
Paola Salmaso
Gianfranco Baldo
Paolo Bortolami
Maria Carta
Maria Grazia Dal Prà
Anna Gardellin
Wally Morello
Renato Anoè, Ufficio Scolastico Regionale Veneto
Gaetano Battistella, APAT
Titti Braggion, Italia Nostra
Angelo Mancone, Legambiente
Meri Malaguti, Fondazione Aida
Isabella Marras, UNEP Programma delle Nazioni
Unite per l’Ambiente
Rosa Picozzi, WWF
Mario Rigoni Stern, scrittore
3
editoriale
4
l’ARPAV per la sostenibilità
5
scuola ed educazione ambientale
7
comunicare la frugalità
8
formare alla sostenibilità
9
educare alla (bio)diversità
10
educazione ambientale a teatro
11
l’Osservatorio dei comportamenti
12
intervista a Mario Rigoni Stern
14
le linee guida nel Sistema Agenziale
Sito Internet: www.arpa.veneto.it
E-mail: [email protected]
15
la parola alle associazioni
Tipografia: Grafiche Brenta
Via IV Novembre 11/13 - Limena (PD)
16
i giovani per il cambiamento
Spedizione in A.P. TAB. D
Legge 662/96 dci PD
18
l’educazione per la sostenibilità
Foto in copertina:
Maria Grazia dal Prà
"La ponta di Bovolenta"(*)
19
biblioteca
Registrazione
Tribunale di Padova
N. 1780 del 18.2.2002
Direzione, Redazione e Amministrazione
Via Matteotti, 27
35137 Padova
Tel. +39 049 8239341
Fax +39 049 660966
(*) particolare di un lavoro delle classi III^ A e III^ B
della Scuola Elementare "Lombardo Radice"
di Bovolenta (PD) - A.S. 2003 - 2004
Stampato su carta ecologica non sbiancata con cloro
Il “Summit della Terra” di Rio de Janeiro
(1992) ha riconosciuto l’educazione
ambientale quale strumento per la
promozione dello sviluppo sostenibile e
propulsore di conoscenze e informazioni da
offrire ad ogni cittadino.
L’uomo per lungo tempo ha trattato con
distacco e indifferenza ciò che gli stava
attorno, che gli procurava risorse, che gli
dava una mano per vivere, credendo che
fosse eterno, inesauribile e gratuito. Col
tempo tutto questo è mutato, frantumato,
inquinato.
L’essere umano, davanti a tale decadimento,
è stato toccato dal dubbio e dal pensiero di
dover ormai compiere una scelta vale a dire
difendere l’ambiente, investendosi della
responsabilità della sua tutela, misurandosi
con le esigenze della natura o altrimenti
irrimediabilmente compromettere la propria
stessa esistenza senza lasciare futuro alle
generazioni venture.
Di qui una lenta resipiscenza, il sempre
meno rado riconoscimento di qualche errore,
l’accenno a un ravvedimento e via via una
difficile, paziente azione di varco su
coscienze a lungo spente per giungere a un
metodo, ad un sistema, prima accennato e
dopo articolato e codificato di informazione
e di educazione proprio sui temi
dell’ambiente.
A partire dal “Summit della Terra” di Rio de
Janeiro (1992), l’educazione ambientale è
finalmente riconosciuta quale strumento per
la promozione dello sviluppo sostenibile,
come propulsore per far conoscere e
promuovere un sistema di conoscenze e
informazioni da offrire ad ogni cittadino per
renderlo più sensibile ai valori e ai
comportamenti necessari al rispetto, al
riequilibrio dell’ambiente e al miglioramento
della qualità della vita.
La Regione del Veneto, da sempre sensibile
ai problemi ambientali, ha ribadito, in
numerosi documenti programmatici, la
priorità della “questione ambientale”,
riproponendola in tutte le proprie politiche
di sviluppo. Prova ne è il DOCUP, obiettivo
n° 2/2000-2006 e lo specifico Piano
regionale di Sviluppo rurale nei quali la
tematica ambientale, oltre che assumere un
valore primario, si dipana con caratteri di
assoluta trasversalità nei diversi settori
destinati allo sviluppo.
Ma forse la migliore testimonianza che la
Regione del Veneto ha voluto dare per una
reale politica di informazione ed educazione
ambientale, capace di sviluppare la
conoscenza e la corresponsabilità, è la
chiara indicazione, fatta nella Legge
Regionale istitutiva di ARPAV, di una
funzione e un ruolo specifico in materia di
informazione ed educazione ambientale ai
cittadini. Gli impegni educativi, consolidati
dal punto di vista operativo nella struttura
del Servizio Comunicazione ed Educazione
Ambientale di ARPAV, hanno portato alla
redazione di un razionale e completo Piano
Triennale di Educazione Ambientale (20012003) e all’avvio di quaranta progetti
relativi all’informazione, la formazione e
l’educazione ambientale, nell’ambito del
Documento di Programmazione della
Regione Veneto in materia IN.F.E.A. per il
biennio 2002-2003 e del Documento Unico
di Programmazione (DOCUP) per gli anni
2000-2006.
Attualmente l’Agenzia per l’Ambiente del
Veneto, in stretta collaborazione con la
Regione che l’ha riconosciuta come Centro
Regionale di Coordinamento IN.F.E.A.,
promuove la diffusione di una rete regionale
per l’educazione alla sostenibilità.
Nodi di tale sistema e soggetti attivi sono i
laboratori territoriali provinciali e, su scala
minore, i numerosi centri di esperienza
distribuiti nel variegato tessuto regionale, a
contatto con scuole, famiglie e cittadini,
destinatari, ultimi ma principali, di tutto il
nostro operato di pubblici amministratori.
sostenibilità
- “Educare nei Parchi” - rassegna delle proposte didattiche rivolte al mondo della scuola offerte dal sistema delle aree protette della Regione
- “Fruizione educativa delle aree minori a forte valenza naturalistica” - censimento di aree naturali “minori” e realizzazione di una guida didattica per
la lettura e l’interpretazione dei vari ambienti della Regione Veneto
- “Rifiuto = Risorsa Ideale Futura In Una Terra Ospitale” - progetto didattico sui rifiuti per le scuole elementar
L’ARPAV per la sostenibilità
4
Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected]
Uno dei principi fondamentali su cui si basano
le strategie operative del Servizio
Comunicazione ed Educazione Ambientale
dell’ARPAV è la promozione culturale dei
cittadini mediante attività di educazione ed
informazione ambientale tese a sviluppare
comportamenti sostenibili, attraverso la
proposta
di
conoscenze,
valori
e
atteggiamenti, per la salvaguardia della
qualità dell’ambiente di vita e delle sue
risorse.
La prospettiva dello sviluppo sostenibile, così
come viene definita da tutti i programmi
internazionali e nazionali, rilancia i temi
dell’educazione, della formazione, della
comunicazione e dell’informazione ambientale e
il ruolo che queste azioni hanno nelle politiche
tese a coniugare sviluppo economico, qualità
della vita e tutela dell’ambiente. Uno dei
principi fondamentali su cui si basano pertanto
le
strategie
operative
del
Servizio
Comunicazione ed Educazione Ambientale
dell’ARPAV è quindi la promozione culturale dei
cittadini mediante la realizzazione di attività di
educazione ed informazione ambientale tese a
sviluppare comportamenti sostenibili, attraverso
la proposta di conoscenze, valori e
atteggiamenti, per la salvaguardia della qualità
dell’ambiente di vita e delle sue risorse. Oggi
sembra largamente condivisa l’idea che la
tutela dell’ambiente non sia un contenuto
nuovo ma sia soprattutto una nuova forma
mentale che va costruita sviluppando le
conoscenze attraverso la progettazione e la
realizzazione di nuovi percorsi. L’emergenza
ambientale da una parte e l’accresciuta
sensibilità per i problemi ecologici dall’altra,
hanno in questi anni favorito la crescita di
un’offerta didattica che talora ha visto
nell’ambiente l’occasione per ricercare
l’innovazione e ripensare pratiche e modelli
formativi. La richiesta di una diversa scientificità
nel settore dell’informazione e dell’educazione
rende, però, necessario uscire dalla carenza
informativa qualitativa, dalla spontaneità e
dall’occasionalità delle iniziative, ricercando
sinergie ed economie di scala. E’ evidente che
un programma di educazione, da solo, non è in
grado di fornire la soluzione ai problemi
ambientali, da affrontarsi in sede di
programmazione politica e di scelte
economiche, ma consente di trasferire
conoscenza e cultura ai vari settori dell'attività
umana per effettuare scelte compatibili con la
difesa dell'ambiente. La costruzione di un
sistema complessivo, ispirato ai principi dello
"sviluppo sostenibile" in un’ottica di
prevenzione, è quindi un percorso
inevitabilmente lungo e graduale che richiede
un lavoro attento ai diversi fattori che lo
compongono. Il problema oggi non è “se”, ma
“come” costruire una reale ed efficace
integrazione tra le tematiche, le culture e le
istituzioni ambientali e non. Occorre quindi
creare nuove forme di integrazione in un
campo, quello della “sostenibilità” appunto,
che non accetta confini ma che necessita di una
cooperazione e un impegno costante per tutti.
IL SISTEMA DI INFORMAZIONE, COMUNICAZIONE, FORMAZIONE ED EDUCAZIONE AMBIENTALE DELL’ARPAV
Le linee di intervento e i principali progetti
a) Promozione e sostegno ad Agenda 21 e a strumenti volontari
- Cabina di Regia per Agenda 21 Locale
- Realizzazione di processi di Agenda 21 Locale ed EMAS
- Agenda 21 Locale a scuola - linee guida per l’applicazione di strumenti partecipativi di sostenibilità in ambito scolastico
b) Rete regionale di educazione ambientale
- Struttura regionale di coordinamento per la realizzazione della rete regionale di educazione ambientale
- Attivazione e/o potenziamento dei laboratori di educazione ambientale in tutte le province
c) Progetti di educazione ambientale
- “Tutti per aria” - percorso educativo sull’inquinamento atmosferico per le scuole
- “Dall’A-mianto alla Z-anzara”: glossario dei rischi ambientali - guida ragionata ai principali rischi ambientali nella vita di tutti i giorni
- “Biodiversità: una risorsa” - percorso di educazione ambientale sul tema della biodiversità rivolto alle scuole
- “Educazione all’osservazione del paesaggio” - percorso di educazione ambientale rivolto alle scuole
d) Campagne di comunicazione e di informazione
- “Consumo Quanto Basta” - campagna integrata di comunicazione sulla frugalità
- “Ribelli…. per natura” - campagna di sensibilizzazione sul consumo responsabile e lo sviluppo sostenibile rivolta agli adolescenti
- “A proposito di…. rifiuti” - opuscolo informativo sul tema dei rifuti urbani
- “A proposito di….. conservazione della natura” - opuscolo informativo sul tema della conservazione della natura e della biodiversità
e) Osservatorio dei comportamenti e monitoraggio delle attività di educazione ambientale
- Indagini statistiche su conoscenze, percezioni e comportamenti di adulti e giovani
- Sistema di valutazione delle strutture e dei progetti di educazione ambientale
f) Formazione e aggiornamento in campo ambientale
- Laboratori di formazione sui temi della “Metodologia della pianificazione, della progettazione educativa ambientale e degli strumenti valutativi di piani
e progetti di educazione ambientale”
- Corso di formazione a distanza sulla comunicazione del rischio da campi elettromagnetici
- Corso di formazione sulla contabilità ambientale
- Corsi di formazione “a catalogo” sulle diverse matrici ambientali
Scuola ed educazione ambientale
Renato Anoè - Referente per l’Educazione Ambientale, Ufficio Scolastico Regionale Veneto [email protected]
Dagli
anni
novanta
si
è
andata
progressivamente diffondendo una cultura
dell’ambiente che, rifuggendo da toni
apocalittici e distruttivi, che in termini
educativi hanno una ricaduta negativa,
presenta agli studenti e alle famiglie una
progettualità educativa concreta, fatta di
impegno mirato, con un linguaggio ed una
prospettiva di costruzione e di speranza.
L’educazione ambientale nella scuola è uno
dei temi dalle molteplici sfaccettature
attraverso le quali è possibile leggere e
interpretare l’evoluzione culturale, in senso
ampio e diffuso, della società italiana, e
anche i diversi orientamenti pedagogici
attraverso i quali è stata realizzata. Molti
ricorderanno la lettura un po’ ingenua e
ottimistica del rapporto uomo – ambiente,
con venature tardoromantico crepuscolari che
la scuola elementare ha fornito a generazioni
di allievi; una prospettiva capovolta negli
anni settanta e ottanta quando la
problematica uomo - ambiente si è
presentata con una veste di contrapposizione
drammatica tra lo sviluppo industriale,
l’urbanizzazione e la difesa della natura dagli
attacchi dell’uomo. A partire dagli anni
novanta, la tematica della vita, della biologia
ha assunto un peso anche nel definire nuovi
paradigmi di natura scientifica che sono
diventati esplicativi di una molteplicità di
fenomeni, sociali e culturali: dai modelli della
complessità dei sistemi biologici e sociali,
all’interpretazione evolutiva di tipo
psicologico del bambino, alla “vita” delle
organizzazioni. Si è andata progressivamente
diffondendo una cultura dell’ambiente che,
rifuggendo da toni apocalittici e distruttivi,
che in termini educativi hanno una ricaduta
negativa, presenta agli studenti e alle
famiglie una progettualità concreta, fatta di
5
scuola ed E. A.
6
impegno mirato, con un linguaggio e una
prospettiva di costruzione e di speranza.
Da una prima progettualità, legata a processi
di ricerca spontanea, favorita da sensibilità
anche personali, di grande impatto sul piano
locale, si è consolidata una rete di esperienze
e di progetti, favoriti anche dall’autonomia
delle scuole, che hanno sempre più esteso
l’educazione ambientale nel sistema scuola,
creando connessioni a vari livelli tra campi e
settori disciplinari. Con la legge 53/03 di
riforma del sistema scolastico, l’educazione
ambientale ha assunto un peso fondante
nella costruzione del “Profilo educativo e
culturale dello studente”, che rappresenta il
traguardo della formazione dell’uomo e del
cittadino, da attuare attraverso il primo ciclo
scolastico. Il profilo non prevede solo di far
acquisire conoscenze nel campo della tutela
dell’ambiente umano e naturale, ma di
esercitare nella vita quotidiana una
competenza
complessa
che
include
comportamenti “sostenibili” da sviluppare in
tutti i contesti.
I documenti della riforma non includono
esplicitamente il principio della “sostenibilità
dello sviluppo” ma richiamano, nel profilo, la
necessaria acquisizione da parte dell’alunno
di competenze per “interagire con l’ambiente
naturale e sociale che lo circonda e di
influenzarlo positivamente”.
Accanto all’educazione alimentare, stradale,
alla
cittadinanza
e
all’affettività,
l’educazione ambientale è componente
dell’“Educazione alla Convivenza Civile” che
non costituisce una disciplina a sé stante ma
si concretizza in un’offerta di attività
educative e didattiche unitarie a cui
concorrono i docenti del gruppo "classe".
E’ una prospettiva ambiziosa e coerente con
l’idea che la formazione della persona nella
sua globalità richieda apporti diversi, e, pur
proveniente da varie prospettive disciplinari,
si concretizza in una conoscenza integrata e
unitaria e in comportamenti nei quali le
scelte dell’uomo e del cittadino non sono
scindibili.
Acquisite le condizioni istituzionali cioè leggi
e regolamenti e le prospettive culturali, il
problema si sposta sulla concreta
realizzazione di questa ipotesi di educazione
ambientale. La scuola non è, in questo come
in altri campi, l’unico erogatore di istruzione
e di formazione. Il settore dell’ambiente
rappresenta un campo di ricerca e di azione a
cui partecipano, in una vitale esplosione di
iniziative e di energie, una quantità di
soggetti pubblici e privati, di enti e
associazioni, che immettono nella scena
sociale stimoli, domande, proposte che
direttamente ed indirettamente entrano nella
vita scolastica.
La convinzione che l’educazione ambientale
panorama dell’offerta, alle scuole del
Veneto. Tale collaborazione, già avviata dallo
scrivente in qualità di referente sotto la
gestione del dott. Enzo Martinelli, trova
attualmente il convinto sostegno della dott.
Carmela Palumbo, attuale Direttore Generale
e si avvale anche del concreto apporto dei
referenti provinciali per l’ambiente e la salute
che operano presso i Centri di Servizio
Comunicare la frugalità
Sandro Boato - ARPAV Direttore Area Ricerca e Informazione - [email protected]
Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale
- [email protected]
“Frugalità” è una modalità di consumo che
promuove uno stile di vita rivolto al
contenimento degli sprechi, orientando gli
attuali modelli di comportamento verso una
logica di ecosostenibilità delle azioni
quotidiane e privilegiando la qualità piuttosto
che la quantità.
Disegno degli alunni della Scuola Elementare "Lambruschini" di Padova - A.S. 2003 - 2004
sia un campo di integrazione e di interazione
tra scuola e territorio, tra istituzioni che
hanno responsabilità diverse ma incidono
sullo stessa popolazione, ha portato la
Direzione Generale del Veneto e l’ARPAV alla
definizione di un’intesa sulla base di
un’ipotesi condivisa che lo sviluppo di cultura
e sensibilità al rispetto dell’ambiente
passano attraverso azioni concrete, che
hanno come protagoniste i docenti, gli
alunni, le scuole autonome, da coinvolgere
su un piano di collaborazione e di
partenariato.
Le
attività
di
ricerca
congiunta
sull’Educazione Ambientale nelle scuole del
Veneto, già realizzate, altre in corso sulle
conoscenze e sui comportamenti degli alunni
della secondaria, la formazione di gruppi di
personale docente e la disponibilità di
materiali, di opportunità, di informazioni
costituiscono elementi di rilievo nel
Amministrativo del MIUR.
Grazie a questa convergenza di intese
organizzative ed istituzionali, si ritiene di
poter proseguire nel percorso avviato e
ampliarlo, sviluppando le potenzialità,
impegnative, ma stimolanti, che l’educazione
ambientale riveste nella costruzione del
futuro delle generazioni.
Il settore dell’ambiente rappresenta un campo
di ricerca e di azione a cui partecipano, in una
vitale esplosione di iniziative e di energie, una
quantità di soggetti pubblici e privati.
Il tema su cui si è sviluppata la campagna di
comunicazione realizzata dall’ARPAV è una
rivisitazione in chiave moderna del concetto di
“frugalità”, inteso come modalità di consumo
che promuova uno stile di vita rivolto al
contenimento degli sprechi, orientando gli
attuali modelli di comportamento verso una
logica di ecosostenibilità delle azioni
quotidiane e privilegiando, quindi, la qualità
piuttosto che la quantità. Non si è voluto
mettere in discussione la necessità del
consumo. Tutti siamo consapevoli che
l’automobile è necessaria, che l’acqua è
indispensabile per una molteplicità di usi, che i
rifiuti sono un qualcosa che non possiamo non
produrre. Il cittadino è conscio di tutto ciò
perché ogni giorno è inevitabilmente
consumatore di queste risorse. Nella campagna
è stato quindi scelto un messaggio
minimalista, veloce, diretto per suggerire,
attraverso l’essenzialità, l’adozione di
comportamenti vicini ad una “new semplicity”.
Si è cercato di comunicare che l’essenzialità
non è privazione bensì un valore,
rappresentando una scelta contemporanea e
intelligente. La soluzione individuata
essenziale e minimalista, ha cercato al
contempo di diffondere il messaggio e di dare
il buon esempio, sostenendo le parole con i
fatti. Non si può infatti predicare
morigeratezza facendo sfoggio di effetti
speciali. Le parole sono le uniche protagoniste
della campagna in ogni sua declinazione. Lo
slogan della campagna “Consumo Quanto
Basta” racchiude un richiamo al senso della
misura che responsabilizza il cittadino
invitandolo a usare criterio. Il buon senso a cui
si fa appello ha confini labili e soggettivi e non
è quindi sentito come una costrizione e
nemmeno come un ricatto morale. È
semplicemente un consiglio, un invito a usare
la propria intelligenza e la propria sensibilità,
per il proprio bene prima ancora che per quello
degli altri. I manifesti non hanno colori e
immagini ma solo parole scritte con i caratteri
irregolari di una vecchia macchina da scrivere a
formare semplici frasi. Il messaggio quindi si
autogiustifica, il manifesto stesso funge di per
sé da esempio pratico di frugalità condensando
in un'unica strategia comunicativa due
obiettivi distinti: la trasmissione del messaggio
e la sua esemplificazione, assicurando la
massima sintesi possibile indispensabile per
catturare in pochi attimi e parole l’attenzione
dei cittadini. Per quanto riguarda gli spot
Si è cercato di comunicare che l’essenzialità
non è privazione bensì un valore, rappresentando una scelta contemporanea e intelligente.
televisivi e cinematografici, per conferire alla
comunicazione quel minimo di appeal
indispensabile per attirare l’attenzione degli
spettatori, è stata introdotta la visione di una
macchina da scrivere che scrive le stesse frasi
riportate sui manifesti in un foglio bianco. Non
ci sono voci, nè suoni, solo il rapido susseguirsi
del battito dei tasti. La macchina da scrivere è
uno strumento che nel mondo ormai dominato
dai computer richiama alla semplicità e
all’essenzialità. Se infatti l’obiettivo è quello di
“scrivere parole” la vecchia macchina da
scrivere è più che sufficiente. Per un mezzo
come la radio, che non può contare su
suggestioni visive, la soluzione minimalista
individuata è una voce che illustra in modo
chiaro e sintetico le finalità del messaggio. Per
guadagnare interesse lo spot comincia con una
frase ad effetto, presentandosi come una
“pubblicità a rovescio”. A questa segue la
spiegazione di tale frase, una spiegazione che
racchiude in sé il nocciolo del messaggio:
l’invito a consumare meno risorse naturali che
è l’esatto opposto di ciò che ci si aspetta dalla
pubblicità.
7
Formare alla sostenibilità
8
Gianfranco Baldo - ARPAV, Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected]
I bisogni formativi sono facilmente
individuabili per il personale interno di
un’organizzazione, pubblica o privata ma
molto più difficili da definire per gli operatori
ambientali, esterni all’Agenzia, che svolgono
funzioni e compiti di tutela ambientale
diversificati in rapporto al ruolo e alla
professione svolta
Quando tre anni fa l’ARPAV ha deciso di dare
attuazione a un Catalogo di Formazione
Ambientale, si è posto il problema di definire
quali fossero gli obiettivi salienti del progetto
formativo, quali i soggetti a cui rivolgersi e
come rilevare i bisogni formativi, tenuto
conto dei compiti istituzionali di prevenzione
e protezione ambientale.
Gli approcci alla tutela dell’ambiente sono
riconducibili sostanzialmente a tre principi:
- le regole e il rispetto delle regole (comando
- controllo);
- il miglioramento continuo delle prestazioni
ambientali degli enti pubblici e delle
aziende private,
- la responsabilizzazione dei consumatori per
uno stile di vita più frugale.
Si tratta di aspetti diversi della protezione
ambientale che richiedono interventi
formativi ed educativi per sviluppare e
rafforzare competenze adatte alle necessità e
alle emergenze ambientali del momento e
contemporaneamente
creare
la
consapevolezza indispensabile per adottare
nuovi comportamenti coerenti con visioni di
futuro sostenibile. In particolare la
formazione ambientale, proposta nel
Catalogo dei corsi 2003/2004, è stata
finalizzata a trasferire informazioni
aggiornate sulla normativa ambientale
rispondente alla logica del “comando controllo”, e a fornire competenze volte a
incoraggiare una migliore pianificazione e
gestione del territorio o a indurre
cambiamenti nei modelli di produzione. I
risultati conseguiti sono stati certamente
positivi in termini quantitativi, sono stati fatti
ventidue corsi e qualitativi in riferimento alla
rilevazione
della
soddisfazione
dei
partecipanti anche se sono riscontrabili
oggettive difficoltà nella rilevazione dei
bisogni formativi.Un aspetto questo
importantissimo ma di non facile attuazione.
I bisogni formativi sono facilmente
individuabili per il personale interno di
un’organizzazione pubblica o privat ne sono
un esempio le “Linee guida per la formazione
UNI ISO 10015” ma molto più difficili da
definire per gli operatori ambientali, esterni
all’Agenzia, che svolgono funzioni e compiti
di tutela ambientale diversificati in rapporto
al ruolo e alla professione svolta cioè
amministratori e dipendenti pubblici,
imprenditori, liberi professionisti. La
questione si complica ulteriormente se le
esigenze di miglioramento non si limitano
alla qualità delle singole matrici aria, acqua e
suolo ma riguardano la tutela dell’ambiente
di vita e della salute di una comunità
regionale. Quali sono le esigenze a cui fare
riferimento? Quali le competenze da
formare? Quale formazione erogare? Come
valutare i risultati della formazione?
Domande alle quali non è facile dare una
risposta poiché la tutela ambientale, in
un’ottica di sviluppo sostenibile, richiede alle
comunità locali la ricerca di soluzioni
differenziate ai molti e complessi problemi
che influenzano la qualità della vita in
un’area densamente abitata come il Veneto.
Una sfida che impone di adeguare sempre di
più le nostre proposte formative alle esigenze
di sviluppo di conoscenze e competenze
coerenti con i principi della sostenibilità
intesa come gestione integrata di ambiente,
salute, economia e territorio. In questo senso
sarà particolarmente importante verificare i
bisogni di formazione legati all’utilizzo di
processi e strumenti di tutela ambientale,
definiti volontari in quanto non imposti per
legge. Esiste ormai una molteplicità di tali
strumenti (Agenda 21 Locale, EMAS,
Contabilità Ambientale, ISO 14001, Ecolabel,
Green Public Procurement, IPP, ecc.) proposti
e raccomandati dalla stessa Unione Europea.
Le statistiche mostrano tuttavia che in Italia e
nel Veneto tali strumenti sono ancora poco
diffusi presso le imprese private e ancor
meno presso gli enti locali nonostante le
indubbie potenzialità del loro utilizzo per
migliorare l’impatto ambientale della
produzione di beni e servizi o della
pianificazione e gestione del territorio.
E’ sempre più importante verificare i bisogni di
formazione legati all’utilizzo di processi e strumenti di tutela ambientale, definiti volontari in
quanto non imposti per legge.
Educare alla (bio)diversità
Paolo Bortolami - ARPAV Responsabile Unità Operativa Educazione Ambientale - [email protected]
Il concetto di biodiversità esprime
intrinsecamente la complessità della vita e dei
suoi valori che non sono solo biologici e
genetici ma, per quanto riguarda la specie
umana anche etici, sociali, culturali, economici
ed estetici.
esprime pertanto intrinsecamente
la complessità della vita e dei suoi
valori che non sono solo biologici e
genetici ma, per quanto riguarda la
specie umana, anche etici, sociali,
culturali, economici ed estetici. Nel
vasto campo della ricerca
La diversità è una caratteristica peculiare della
interdisciplinare tra scienza e
vita, è il risultato del processo evolutivo che ha
società, la biodiversità assume il
generato, attraverso la selezione naturale, la
ruolo di indicatore ambientale,
grande varietà di animali e vegetali presenti nel
scientifico e politico, dei complessi
nostro pianeta. E’ proprio da tale grande varietà
fenomeni connessi alla gestione
di esseri viventi che dipende la capacità degli
delle risorse, ai sistemi ecologici,
stessi di sopravvivere e di adattarsi ai continui
L’Adige, nato in montagna, non ha mai smesso di crescere durante il suo
alla conservazione della natura e percorso, che ora conclude perdendosi nel mare.
cambiamenti indotti dalle condizioni ambientali
dei
patrimoni
genetici,
e più di recente dall’uomo. Il concetto di
collettiva nella gestione dell’ambiente, la messa
all’economia ambientale. In queste accezioni la
biodiversità, così come emerso dal dibattito
in discussione dell’antropocentrismo della
biodiversità acquista un’alta valenza educativa
promosso dalla Conferenza Mondiale
nostra cultura, la valorizzazione delle differenze
non
solo
nella
formazione
scientifica,
ma
in
tutti
sull’Ambiente e lo Sviluppo di Rio de Janeiro del
sia naturali che sociali come fonte di ricchezza.
i processi di educazione alla complessità ed al
1992, rappresenta non solo in termini
Educare alla biodiversità significa quindi
pensiero sistemico. Educare alla biodiversità è
quantitativi e qualitativi la ricchezza di animali
educare ad una lettura dell’ambiente che premi
indispensabile per la salvaguardia dell’ambiente
e piante nelle comunità biotiche, ma esplica
innanzitutto le “diversità” di interpretazione, di
nelle
sue
molteplici
manifestazioni
e
tutti gli esclusivi caratteri di diversità dei viventi
considerazione, di conoscenze, di modi
rappresenta nel contempo un mezzo attraverso
nelle varie loro manifestazioni, in una visione
guardare la realtà, di ricercare modelli, di
cui veicolare concetti fondamentali propri
integrata e globale che mette in luce la
atteggiamenti, che contraddistinguono in modo
dell’educazione alla sostenibilità, come il senso
complessa ragnatela di relazioni che regge la
sostanziale un altro fondamentale carattere
del limite e della responsabilità personale e
vita degli ecosistemi. Il concetto di biodiversità
della biodiversità della specie umana: la
diversità culturale. Tutto ciò richiede che al
L’ARPAV PER L’EDUCAZIONE ALLA BIODIVERSITA’
concetto di biodiversità si associno altre idee ed
Percorsi educativi con le scuole
emozioni legate all’etica e alla morale che,
• Bidoversità: una risorsa - le presenze nascoste
travalicando la sfera cognitiva e fondendosi con
• Paesaggio: tra memoria e futuro - dal guardare al comprendere per progettare
quella dei valori e degli atteggiamenti,
Corsi di formazione
trasformino l’interesse per l’ambiente in vera
• Rete Natura 2000 - corsi rivolti ad Amministratori e Tecnici degli Enti locali e altri soggetti pubblici
passione civile, nella ricerca di una nuova
Pubblicazioni
alleanza tra l’uomo e la natura.
• Esplorare per conoscere
• A proposito di conservazione della natura.
• Liste rosse della flora vascolare in provincia di Belluno
Educare alla biodiversità è indispensabile per la
• Censimento delle aree naturali “minori”della Regione Veneto
salvaguardia dell’ambiente nelle sue molteplici
• Educare nei Parchi - rassegna delle proposte educative delle Aree Protette della Regione Veneto
manifestazioni e rappresenta nel contempo un
mezzo attraverso cui veicolare concetti fonda• Guida agli ambienti del Veneto
mentali propri dell’educazione alla sostenibilità
9
Educazione ambientale a teatro
10
Meri Malaguti - Fondazione Aida - [email protected]
“Tutti per aria” è un progetto nato dalla
collaborazione tra ARPAV e Fondazione Aida
con l’obiettivo di fare educazione sul problema
dell’inquinamento atmosferico, rendendo più
appetibili, utili e dirette le informazioni
riguardanti l’aria, le sue funzioni, le sue
caratteristiche, il suo stato di salute, la sua
storia.
Per prendere consapevolezza dei problemi
ambientali è necessario conoscerne la cause e
comprenderne i meccanismi: i dati scientifici, di
indubbia utilità, hanno bisogno di “rivestirsi” in
modo da poter essere fruibili anche per il
giovane o la persona disinformata. Soprattutto,
le conoscenze devono poi tradursi in abitudini
concrete. In questi casi, il teatro può rivelarsi
uno strumento efficace. Il teatro è, per sua
natura, un linguaggio multimediale che parla
all’occhio e all’orecchio, alla mente e al cuore.
E’, perciò, in grado di presentare una
situazione, un problema per farlo conoscere e
favorirne la comprensione ad un pubblico vasto,
anche non specializzato. Ma, soprattutto, il
teatro riesce a coinvolgere l’intera persona,
suscitando una reazione, una risposta da parte
dello spettatore. Appartiene alla vocazione
storica del teatro, l’aspirare a diventare il luogo
in cui confrontarsi sui problemi che riguardano
le persone e l’intera società. Fondazione Aida,
in qualità di teatro stabile di innovazione per
ragazzi di Verona riconosciuto dal Ministero per
i Beni e le Attività Culturali, ha sempre
coniugato la propria attività di produzione
teatrale con una particolare attenzione ai temi
sociali. Rientra tra i suoi principali obiettivi
quello di contribuire alla crescita culturale,
sociale, umana dei bambini, dei ragazzi e dei
giovani mettendo a punto progetti e iniziative
culturali che hanno nel teatro il loro proprio
fulcro. Sono diversi i progetti, i temi e le
modalità affrontate da Fondazione Aida nel
corso di più di vent’anni di attività: i disturbi del
comportamento alimentare, lo sfruttamento del
lavoro minorile, il recupero della memoria
storica, il disagio in ogni sua forma. Nel
progetto “Tutti per aria”, nato dalla
collaborazione tra ARPAV e Fondazione Aida
l’obiettivo è stato quello di fare educazione sul
problema dell’inquinamento atmosferico,
rendendo più appetibili, utili e dirette le
informazioni riguardanti l’aria, le sue funzioni,
le sue caratteristiche, il suo stato di salute, la
sua storia. L’iniziativa, realizzata durante l’anno
scolastico 2003-2004, ha coinvolto quasi 4000
studenti delle scuole elementari e medie del
Veneto.
Attraverso la drammatizzazione, è stato
possibile trasformare le conoscenze scientifiche
in spunti per giocare, costruire, confrontarsi e
discutere. Ma, soprattutto, si è riusciti a
proporre nuovi atteggiamenti da assumere già
in prima persona, per dare il proprio, seppur
piccolo contributo individuale alla soluzione del
problema ambientale. “Tutti per aria” è
riuscito, così, a sposare rigore scientifico e gioco
teatrale. Nel corso dei laboratori sperimentali
previsti dal progetto, svolti in alcune scuole
della provincia di Verona, la questione
dell’inquinamento ambientale è stata affrontata
presentando alcuni personaggi di finzione che,
interagendo direttamente con i ragazzi, li hanno
sollecitati a porsi domande, a proporre
riflessioni e soluzioni pratiche relative all’aria e
al suo inquinamento. Attraverso piccole
situazioni teatrali ricreate in classe, i ragazzi
hanno appreso non solo alcune nozioni
scientifiche fondamentali (com’è fatta l’aria,
quali
sono
le
cause
principali
dell’inquinamento…), ma hanno anche
analizzato i comportamenti virtuosi che
ciascuno di loro (e di noi) può adottare nella
propria vita di tutti i giorni.
Il percorso laboratoriale è diventato, alla fine,
un CD-Rom: uno strumento didattico a
disposizione di tutti gli insegnanti che vogliono
riproporre l’iniziativa alla propria classe.
Il progetto “Tutti per aria” si è concluso con
l’allestimento dello spettacolo teatrale “La
fabbrica delle farfalle”, che narra la storia di tre
giovani Disegnatori di Tutte le Cose che
desiderano creare “qualcosa che possa nello
stesso tempo volare come un uccello ed essere
bello come un fiore”. La storia – di Gioconda
Belli – propone il messaggio, già evidenziato
nel corso del laboratorio, della responsabilità
dell’uomo verso la natura e l’ambiente in cui
vive e opera. Lo spettacolo è stato presentato
agli studenti delle scuole elementari e medie dei
sette capoluoghi di provincia del Veneto. La
rappresentazione ha riscosso un notevole
successo sia presso gli spettatori, sia presso gli
insegnanti e i genitori, ed è ormai entrato a far
parte del repertorio stabile proposto alle scuole.
I risultati per Fondazione Aida sono
assolutamente positivi. Soprattutto, ci fa piacere
che attraverso il teatro si sia riusciuto a
coniugare conoscenza scientifica ed educazione
civica, superando le storiche barriere tra le due
culture.
Attraverso la drammatizzazione, è stato possibile trasformare le conoscenze scientifiche in
spunti per giocare, costruire, confrontarsi e discutere.
L’ Osservatorio dei comportamenti
Maria Carta - Anna Gardellin – ARPAV Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected]
Il progetto “Osservatorio dei comportamenti”
avviato da ARPAV, attraverso la realizzazione
di indagini statistiche periodiche, studia la
percezione che i cittadini veneti hanno dei
problemi ambientali e i conseguenti
comportamenti adottati
I problemi ambientali, dell’inquinamento, del
traffico, pongono ad ognuno di noi domande
come “chi è responsabile?”, “cosa possiamo
fare per migliorare l’aria delle nostre città o per
avere mare e spiagge più pulite?” Il punto focale
dell’educazione ambientale è riconoscere
l’importanza della responsabilità individuale
nella risoluzione dei problemi ambientali. Se
qualcuno ha dei dubbi sull’utilità delle scelte
individuali basta riflettere su questo dato: in
Europa il 10 % dei consumi domestici di
elettricità deriva dal consumo in modalità di
attesa di apparecchi come televisori, computer,
lettori di DVD, ecc., per una quantità di energia
che corrisponde al consumo energetico di tutto il
Belgio (fonte: L’Ambiente per gli Europei,
n.17/2004). Il progetto “Osservatorio dei
comportamenti” avviato da ARPAV, attraverso la
realizzazione di indagini statistiche periodiche,
studia la percezione che i cittadini veneti hanno
dei problemi ambientali e i conseguenti
comportamenti adottati. L’analisi, articolata per
classi di età e luogo di residenza, fornisce un
quadro dei bisogni educativi della popolazione.
Indagini Arpav
Arpav ha già realizzato alcune indagini
conoscitive rivolte ai cittadini in qualità di
consumatori per rilevare:
• conoscenza dei principali problemi
ambientali locali e globali;
• comportamenti in atto relativi alle
problematiche ambientali;
• percezione e consapevolezza delle
ricadute sull'ambiente causate da
comportamenti quotidiani.
Metodologia d’indagine
Popolazione
di riferimento
Campionamento
Modalità
di rilevazione
Interviste realizzate
Data rilevazione
Indagine pilota
Monitoraggio attività
Indagine
Indagine scuola
adulti
EA nelle scuole
adulti
Adulti residenti
Scuole statali e
Adulti residenti
Studenti tra i
tra i 18 e 75 anni
paritarie del Veneto
tra i 15 e 75 anni
7 e i 19 anni
1 campione
2 campioni
1 campione
casuale stratificato
casuali stratificati casuale stratificato
Interviste telefoniche
Questionari
Interviste telefoniche
Questionari
assistite da computer
autocompilati
assistite da computer
autocompilati
in classe
1332
627
2018
1520
aprile 2002
maggio 2003
dicembre 2003
marzo 2004
Tab. 1 - Metodologie di indagine
In particolare, le questioni poste all’attenzione
dei cittadini hanno riguardato:
• consumi energetici e qualità
dell’aria;
• consumi idrici e qualità dell’acqua;
• produzione e smaltimento di rifiuti
domestici;
• onde elettromagnetiche.
Le informazioni raccolte sono state utilizzate
nella pianificazione e strutturazione di azioni
educative per:
> definire gli interventi educativi necessari
per agire sui comportamenti;
< verificare l’efficacia e l’efficienza delle
azioni intraprese;
> monitorare l’adeguatezza della
programmazione adottata e le necessarie
correzioni.
Tra queste la campagna di comunicazione sulla
frugalità “Consumo Quanto Basta”, realizzata
ad ottobre 2004, attraverso la quale si è voluto
indurre i cittadini ad una riflessione sui loro
comportamenti nei confronti dell’ambiente.
COMPORTAMENTI
Spengono le luci spostandosi da una stanza all’altra
Negli spostamenti quotidiani usano il mezzo…
ADULTI
80%
privato 62%
Negli acquisti non prestano attenzione agli imballaggi
Separano (sanno che vanno separati)
66%
-carta/vetro 99%
-plastica 98%
-resti di cibo 85%
86%
Fanno attenzione all’acqua consumata
STUDENTI
75%
-pubblico 74% (per scuola)
-privato 54% (per altri motivi)
76%
-plastica/vetro 86%
-carta 70%
-resti di cibo 58%
40%
Tab. 2 - Comportamenti quotidiani: Adulti e giovani a confronto
Rapporti pubblicati:
> ARPAV, 2003, L’ambiente e i cittadini del
Veneto, comportamenti, conoscenze,
percezioni, ARPAV, Padova.
> ARPAV e Direzione Scolastica Regionale,
settembre 2003, L’educazione ambientale
nelle scuole del Veneto: il primo monitoraggio
regionale.
> I risultati dell’indagine, Documento pdf
scaricabile dal sito
http://www.arpa.veneto.it/eduamb/htm/indagine_s
cuole.asp,.
Il punto focale dell’educazione ambientale è riconoscere l’importanza della responsabilità individuale nella risoluzione dei problemi ambientali.
11
mario rigoni stern
Intervista a Mario Rigoni Stern
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Paola Salmaso - ARPAV Responsabile Servizio Comunicazione ed Educazione Ambientale - [email protected]
Mario Rigoni Stern - uno dei più grandi e
intensi scrittori italiani del dopoguerra - è nato
ad Asiago, dove vive tuttora, nel 1921. Le sue
opere descrivono con semplicità e
immediatezza il legame con la terra, l’essenza
della montagna, il confronto con una natura
non sempre benigna ma ricca di momenti
intensi e veri.
La semplicità, la serenità e un grande rispetto
per tutto e per tutti pervadono ogni sua
pagina.
Di sé dice di essere un “salice nano della
letteratura”, uno degli alberi più piccoli
presenti nelle montagne dell’Altopiano di
Asiago. Tra le sue opere più famose: Il
Sergente nella neve, Il bosco degli urogalli,
Storia di Tönle, Le stagioni di Giacomo.
Arrivo ad Asiago in una splendida e
freddissima giornata di metà gennaio. Colori
accecanti, c'è poca gente, anche soltanto per
chiedere informazioni sulla casa in cui vive
Mario Rigoni Stern.
Seguo le indicazioni e mi incammino verso la
strada che porta al Monte Zebio; vedo una
casa colorata dalla quale si gode una vista
stupenda e sono arrivata. Scuoto una piccola
campanella che rimbalza il suo suono
nell’aria.
Mi apre il maestro, sono emozionata, mi
presento e farfuglio qualcosa… Arriva la
moglie, che mi offre un caffè e con lui
cominciamo a parlare di Asiago. È un bella
persona, mi mette a mio agio, emana serenità
e finalmente comincio a rilassarmi. Possiamo
iniziare l’intervista parlando delle sue opere.
In tutta la Sua produzione letteraria è
sempre
presente,
in
maniera
intimamente intrecciata, il rapporto tra
“Memoria” e “Natura”. Quali sono gli
elementi principali che caratterizzano
questo legame?
Per persone che hanno una certa età il
confronto è facile perché chi ha 80 anni
ricorda come era l’ambiente nel 1930 e via
via si rende conto di come è mutato
velocemente. Il paesaggio è cambiato
moltissimo. La campagna di 50-60 anni fa,
per non dire di 80, non è più quella: le
monocolture si sono estese, difficilmente
vediamo filari di alberi come una volta, le
nostre colline, pur ancora molto belle, hanno
cambiato aspetto.
Quando vado in montagna mi stupisco
sempre: il paesaggio è vivo e cambia
continuamente. Ci sono cose che
scompaiono e altre che ricompaiono: una
persona che ha la memoria lunga e che
osserva se ne accorge e vede come mutano
le cose. La condizione del bosco muta in
continuazione
da
una
s t a g i o n e
all’altra,
i
c o l o r i ,
l’umidità,
la
presenza
di
animali sono
s e g n a l i
importanti.
La natura è in
c o n t i n u o
movimento con
alti e bassi,
esplosioni
esuberanti di
s a l u t e ,
regressioni
dovute ad un
malessere. Non
sempre le cause di una cattiva salute sono
provocate dall’uomo: la Natura non è
sempre benigna; l’inclemenza del tempo, i
terremoti, una valanga che scende da un
canalone possono cambiare l’aspetto di una
valle. L’uomo, però, intervenendo male può
incrementare questi disastri.
La cosa peggiore nel rapporto tra l’uomo e
la natura è l’ignoranza. Una volta le persone
vivevano con la natura: anche se non
avevano studiato capivano i fenomeni,
cercavano di affrontarli e di modificarli
trovando una soluzione positiva.
Il rapporto che c’era con la natura era
diretto e partecipe, faceva parte della vita.
Oggi si parla spesso di natura ma resta una
cosa lontana: non si può imparare a
conoscere la natura guardando solo la
televisione, nella terra bisogna metterci le
mani. Con lo studio e la passione, però, ci si
riesce, ci si può arrivare.
Si parla molto di sviluppo sostenibile e
dell’equilibrio tra ambiente, economia
e qualità della vita: cosa ne pensa?
È una cosa importantissima perché
rappresenta il nostro futuro; se oggi non
stiamo attenti lasciamo una brutta eredità.
Già temo che l’eredità che lasciamo sia in
parte compromessa, ma se la aggraviamo
sarà impossibile vivere. Ogni elemento della
natura ha caratteristiche diverse: la
montagna ha particolari esigenze, la pianura
ne ha altre, l’acqua ne ha altre, l’aria ne ha
altre ancora.
La terra, l’aria e l’acqua sono le cose
essenziali della vita e noi le usiamo male e
non abbiamo rispetto. Le persone quindi
devono avere più rispetto perché né la terra,
né l’aria, né l’acqua sono eterne. Le regole
ci sono e vanno rispettate: non è bello
vedere le moto da cross che corrono per i
pascoli e le mulattiere, urlando e
travolgendo quelli che fanno le passeggiate,
o annusare gli odori di barbecue puzzolenti.
Vorrei più attenzione da parte dei fruitori dei
boschi: i cittadini che hanno necessità di
aria buona, di camminare, di passeggiare
dovrebbero esser coscienti che il bosco è un
grande patrimonio e non si può distruggere,
ma soprattutto non lo si può offendere. I
cercatori di funghi ad esempio sono spesso
poco attenti nei confronti della natura e
poco rispettosi delle regole.
Ci vuole quindi più educazione e più
convincimento soprattutto nei giovani che
rappresentano il nostro futuro. Ai ragazzi
dico sempre che devono spegnere la
televisione e leggere un libro, che devono
giocare e non fare il “tifo”. Purtroppo però
sono soggetti a messaggi contraddittori: la
pubblicità infatti invita al consumo e il
consumo porta anche al consumo della
natura.
Come
potrebbero
le
istituzioni
orientare ad una maggiore attenzione e
ad una maggiore sensibilità e
responsabilità?
Nel nostro Veneto lo sviluppo edilizio e
industriale è stato disordinato e non ha
tenuto conto, di come si sarebbe meritato,
dell’ambiente. Se pensiamo all’ambiente
veneto del 1700 non c’è confronto con il
nostro di oggi.
Allora la gente stava attenta all’architettura,
dove costruire, come costruire; era, sì, anche
più facile scegliere perchè c’era più spazio,
ma proprio perché lo spazio si è ridotto
dobbiamo stare ancora più attenti.
Dobbiamo quindi stare attenti all’uso del
territorio: questo è un aspetto talmente
evidente e lampante davanti agli occhi di
tutti che anche i meno avveduti dovrebbero
accorgersene; dico “dovrebbero”, con il
condizionale, perché spesso non se ne
accorgono, a volte in mala fede.
Attenzione all’uso del territorio, quindi, e
riqualificazione dell’industria, dal punto di
vista
della
produzione
ma
anche
dell’architettura e del recupero: non
dobbiamo fare di un capannone demolito un
terreno arido. Un altro aspetto importante
da non trascurare è la riqualificazione e la
specializzazione dell’agricoltura per le
evidente ricadute che ha sull’ambiente. Per
quanto riguarda la montagna bisognerebbe
avere molta più attenzione per i boschi
perché i boschi vanno coltivati e non
abbandonati. E in ultimo, non per
importanza, la conoscenza e l’educazione.
L’uomo senza la natura non può vivere - lo
diceva anche Leopardi nello Zibaldone -: è
una cosa molto semplice, l’uomo senza la
natura è come un albero senza radici.
Purtroppo c’è molta ignoranza da parte degli
uomini nei confronti della natura. Io sono
convinto che più del 90% delle persone che
vengono
sull’Altopiano
di
Asiago
confondono i pini con gli abeti; non abbiamo
pini (o molto pochi)! Bisogna quindi avere
più attenzione e cercare di conoscere meglio
il nostro ambiente, e questo significa avere
“Amore”. Amore vuol dire anche conoscenza
e conoscenza vuol dire fare un piccolo sforzo
per studiare e confrontare. Credo che ne
valga la pena, sempre.
Ho salutato il maestro e me ne sono andata,
molto più ricca di quando sono arrivata
Ogni elemento della natura ha caratteristiche
diverse: la montagna ha particolari esigenze,
la pianura ne ha altre, l’acqua ne ha altre,
l’aria ne ha altre ancora.
La terra, l’aria e l’acqua sono le cose essenziali
della vita e noi le usiamo male e non abbiamo
rispetto.
Le persone quindi devono avere più rispetto
perché né la terra, né l’aria, né l’acqua sono
eterne.
13
14
Le “Linee Guida per l’Educazione Ambientale
nel Sistema Agenziale”
La parola alle associazioni
Gaetano Battistella - APAT – Responsabile Servizio Promozione
Federica Savio – Arpav
- Direttore AV – [email protected]
della Formazione Ambientale - [email protected]
Le ‘Linee Guida per l’Educazione Ambientale nel
Sistema
Agenziale
APAT-ARPA-APPA’
concretizzano una delle priorità operative del
gruppo di Lavoro interagenziale dei Referenti per
la Comunicazione, Informazione, Formazione ed
Educazione ambientale (C.I.F.E.) delle Agenzie
per la protezione dell’ambiente, coordinato
dall’APAT
La pubblicazione del documento dal titolo ‘Linee
Guida per l’Educazione Ambientale nel Sistema
Agenziale APAT-ARPA-APPA’ costituisce una
sostanziale novità nel panorama di queste attività e
concretizza una delle priorità operative del Gruppo
di Lavoro interagenziale dei Referenti per la
Comunicazione, Informazione, Formazione ed
Educazione ambientale (C.I.F.E.) delle Agenzie per
la protezione dell’ambiente, coordinato dall’APAT.
Tale mandato nasce dall’esigenza di far convergere
il lavoro, in un certo senso preparatorio, di
condivisione e di confronto tra le modalità di
intervento e le metodologie operative adottate
dalle agenzie in questo campo - testimoniato anche
dal precedente rapporto dal titolo ‘L’Educazione
Ambientale nelle Agenzie per la Protezione
dell’Ambiente” nonché dalla volontà di porre delle
basi di riferimento condivise per l’impostazione di
attività future e di progetti comuni, fissando criteri
validi e omogenei per le diverse fasi realizzative,
dalla pianificazione, alla progettazione fino alla
valutazione. Questo compito ha rappresentato
indubbiamente un salto di qualità nel cammino
intrapreso dal gruppo di lavoro stesso, che a sua
volta riflette anche una crescita complessiva del
Sistema Agenziale per quanto riguarda
l’educazione alla sostenibilità, attraverso la volontà
e l’impegno di approfondire alcuni temi portanti del
dibattito nazionale attuale in questo.
Tra questi temi va citato il tema, ad esempio,
dell’innovazione dei processi e metodi di
insegnamento e apprendimento, in relazione sia al
contesto di riferimento che all’emergere di una
nuova visione pedagogica che vede al centro la
persona e gli obiettivi dell’apprendimento stesso,
come pure il tema della ricerca di criteri ed
indicatori di qualità adatti ad offrire una
rappresentazione obiettiva ed esaustiva di processi
ed azioni complesse, quali quelle promosse
dall’educazione alla sostenibilità per poter
conseguire un arricchimento delle competenze
(empowerment) ed il cambiamento di
comportamenti ed atteggiamenti verso modelli
maggiormente rispettosi dell’ambiente.
Oppure, infine, il tema della realizzazione di un
sistema di accreditamento della qualità dei prodotti
e dei servizi erogati, attraverso procedure di
autovalutazione e di valutazione delle strutture e
delle organizzazioni, che punti al raggiungimento
dell’eccellenza e che quindi si ponga al di là e al di
sopra del livello autorizzativi attraverso l’avvio di
procedimenti di miglioramento della qualità.
Tali sono stati alcuni degli argomenti su cui i
Referenti del Sistema agenziale si sono confrontati
per arrivare ad individuare le proprie “Linee
Guida”, predisposte attraverso il lavoro di uno
specifico Sottogruppo, il cui coordinamento
operativo è stato affidato all’ARPA Veneto.
Le Linee Guida, sebbene siano da considerare
come un lavoro ancora aperto in alcune sue parti
che vengono affrontate in un documento
successivo, relativo agli aspetti specifici della
qualità, rappresentano indubbiamente un
importante punto di riferimento comune, sia perché
cercano di portare a coerenza di sistema le
metodologie educative attualmente in uso, ancora
alquanto disomogenee e frammentate, senza per
questo annullare le specificità storiche, culturali e
normative di ogni singola Agenzia, ma anzi con
l’intento di dare loro più forza e visibilità all’interno
del sistema; sia perché intendono fornire un valido
riferimento per quanti operano nel sistema
agenziale (e anche fuori di esso) nel definire
modalità condivise di lavoro per l’educazione
ambientale nonché creare un senso di
appartenenza e di continuità all’insegna della
comune ispirazione ai dati ambientali; sia, infine,
perché sono tese a favorire l’apertura del sistema
agenziale verso altre realtà nazionali, come il
sistema INFEA, ed inoltre verso altri interlocutori
fondamentali quali la scuola dell’autonomia, la
sanità, le organizzazioni non governative e tutte le
altre forze istituzionali e sociali che lavorano a
livello sia nazionale che internazionale, europeo e
mediterraneo, per il comune intento di
promuovere, attraverso l’educazione, lo sviluppo
sostenibile. In ultima analisi, la collaborazione alla
costruzione di linee guida vuole rappresentare un
modo concreto per far conoscere i principi di
riferimento delle proprie attività di educazione
ambientale da parte del Sistema Agenziale, basate
su un serio fondamento tecnico-scientifico di
conoscenza del dato ambientale, e per stimolare se
stessi e gli altri a fare rete in un sistema integrato
per la protezione dell’ambiente.
Per Legambiente quali sono i temi su cui
dovrebbe puntare oggi l’educazione
ambientale? L’abbiamo chiesto ad Angelo
Mancone, responsabile per il Veneto
dell’associazione ambientalista?
«La preoccupazione ambientale è certamente
diffusa nella testa delle persone ma non lo è
del tutto nei comportamenti, ancor più nelle
politiche rimane molto settoriale, isolata dal
resto. Questi sono i limiti da superare. Il
problema ambientale, infatti, dovrebbe essere
percepito come un anello importante delle
questioni politiche più generali, dello sviluppo,
della
globalizzazione.
Dunque
la
consapevolezza ecologica innanzitutto deve
entrare in modo trasversale nella vita
individuale e collettiva, poi deve considerare
quegli aspetti che sono parte dell’esperienza
quotidiana delle persone, ma campo di
decisione delle istituzioni. Questa doppia
dimensione può consentire di legare la propria
esistenza individuale a quella degli altri,
prossimi o lontani che siano. Ecco che i temi si
candidano da soli come problemi di una
comunità su cui si chiede un intervento, una
trasformazione, un’evoluzione. Parlare di una
comunità non significa dare all’educazione
ambientale una dimensione localistica, si pensi
al peso che va assumendo il nesso tra clima e
povertà del Sud del mondo, sotto la spinta
della tesi, ormai universalmente condivisa nella
comunità scientifica, dell’origine antropica del
cambiamento del clima».
In Veneto l'educazione ambientale è più
o meno sviluppata rispetto ad altre
regioni?
«A determinare attenzione verso la questione
ambientale non è sempre stato negli ultimi
decenni un fattore comune a tutto il paese.
Questo si è verificato, forse solo con la svolta
antinucleare del 1987
che determinò una
sensibilità diffusa in
tema di pericoli del
nucleare verificabile
ancora oggi. In altri
campi invece vicende
locali hanno svolto il
ruolo di acceleratore
della
coscienza
ambientale, questo ha
determinato
non
tanto sviluppi diversi
per regioni, quanto
approcci, sensibilità,
pratiche diverse su
Disegno degli alunni della Scuola Elementare "Lambruschini" di Padova - A.S. 2003 - 2004
scala
cittadina,
provinciale, di bacino, cioè in relazione al tema
«Legambiente ha istituito un proprio settore di
sollecitante. In tema di rifiuti negli anni ’90 nel
intervento nell’educazione ambientale fin dal
Veneto fiorirono molte iniziative di educazione
1987 con l’obiettivo di far avanzare il legame
ambientale che accompagnarono e a volte
fra scuola e territorio con campagne come
anticiparono l’evoluzione che ha fatto di molte
“Lavori in Corso”, che per molti anni ha fatto
parti del Veneto gli esempi più avanzati in tema
nascere attenzione nei confronti di fatti
di raccolta differenziata. Si sono manifestati
ambientali del territorio facendo maturare
orientamenti, poi consolidatisi nel tempo, verso
coscienza collettiva della possibilità di
il tema delle acque e dei fiumi in provincia di
trasformare ciò che era degradato, valorizzare
Treviso. L’attenzione alla qualità urbana è
le risorse ambientali e culturali di un territorio,
sviluppata nella provincia di Padova e
far nascere esperienze di trasformazione
soprattutto nel capoluogo. L’interesse ai beni
sostenibile di tratti di vita individuale e
culturali è solido a Verona. Così per le altre
collettiva. Oggi in Veneto sono in atto due
province e comuni. Tale differenziazione accade
campagne: “Clima e Povertà” che intende
nel resto d’Italia. Differente è poi la risposta
scoprire i nessi fra stili di vita del Nord del
che le istituzioni regionali danno alle
mondo, trasformazioni del clima e
sollecitazioni del mondo della formazione,
impoverimento dei paesi del Sud, indicando le
creando così ambienti più o meno favorevoli
scelte positive fondate su sistemi energetici
alla diffusione di tematiche comuni».
fatti di efficienza, fonti rinnovabili e risparmio.
E poi “Tesori del Veneto” che mira a far
Che importanza attribuisce Legambiente
scoprire quel capitale artistico, storico,
all'educazione ambientale e quali sono le
culturale che si annida soprattutto nei piccoli
iniziative più importanti messe in atto in
Comuni e che rischia di sparire, di non essere
Veneto?
conosciuto nemmeno dagli stessi abitanti»
15
associazioni
Italia Nostra nasce nel 1955 da un piccolo
gruppo di persone che si oppone allo
sventramento del centro storico di Roma.
Nell’arco di quattro decenni l’associazione si è
diffusa su tutto il territorio nazionale
impegnate a proteggere i beni culturali e
ambientali.
Per informazioni www.italianostra.org
16
In Veneto Italia Nostra è presente su
tutto il territorio con una ventina di
sezioni,
quale
ruolo
riservano
all'educazione ambientale? L'abbiamo
chiesto a Titti Braggion responsabile del
settore educazione ambientale per la
sezione di Verona.
«Sin dagli anni settanta Italia Nostra si è
occupata della formazione degli insegnanti
seguendo le indicazioni dei documenti
internazionali che in quel periodo aprivano il
dibattito sulla questione ambientale.
L’Associazione è impegnata in Veneto
soprattutto con iniziative di formazione rivolte
agli insegnanti, tra l’altro un’esperienza è stata
fatta l’anno scorso proprio con ARPAV.
Purtroppo nonostante il grande impegno rivolto
i
alla formazione nella scuola non è passato un
metodo organico di educazione ambientale, vi
sono tante iniziative isolate manca un percorso
omogeneo e continuativo nel tempo, unica
modalità per garantire un cambiamento nei
comportamenti. Riconosco comunque come
aspetto positivo della riforma della scuola aver
riservato una quota pari al 30 % nei curricula
scolastici alle conoscenze che lo studente deve
acquisire nel proprio ambiente di vita».
La sigla WWF deriva dal nome originario
World Wildlife Fund: Fondo Mondiale per la
"vita selvaggia", il termine inglese "wildlife",
cioè "piante e animali selvatici" nelle altre
lingue può essere tradotto con "Natura" Il
WWF opera da anni in tutto il mondo per la
difesa del pianeta e dei suoi abitanti.
Numerose sono le iniziative di educazione
ambientale rivolta ai giovani e gli adulti per
informazioni sulle azioni in Veneto:
www.wwf.it/veneto
Rosa Picozzi è la referente didattica per il
Veneto del WWF, a lei abbiamo chiesto
quali sono a suo parere i temi più attuali
oggi per l’educazione ambientale:
«Accanto ai temi proposti a livello nazionale
dall’associazione, ogni sezione del WWF si
occupa degli argomenti legati alla realtà
territoriale in cui opera, ad esempio in Veneto
ci sono iniziative mirate alla salvaguardia della
laguna, al ciclo dell’acqua. Dal 1998 ci sono in
provincia di Venezia due centri di educazione
ambientale a Spinea e ad Alvisopoli che
collaborano attivamente con l’amministrazione
provinciale e dei comuni afferenti. L’educazione
ambientale proposta dal WWF si rivolge alle
scuole e anche agli adulti, in particolare alle
altre associazioni, negli ultimi anni hanno
richiesto il nostro intervento gruppi di anziani e
disabili. Con la scuola abbiamo un rapporto
ormai consolidato e con alcune classi, grazie
alla sensibilità degli insegnanti siamo riusciti a
portare avanti programmi pluriennali. Lo scopo
principale dell’educazione ambientale è la
modifica dei comportamenti, cioè tentare di
creare uno stile di vita rispettoso delle risorse
della natura, il WWF è impegnato non solo a
diffondere conoscenze scientifiche sui temi
ambientali ma anche a creare l’esigenza di uno
stile di vita diverso».
I giovani per il cambiamento
Isabella Marras - UNEP Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, Divisione tecnologia, industria ed economia - [email protected]
Youthxchange è un progetto che cerca di
rispondere al desiderio di informazione e
di comprensione delle sfide per il futuro
della terra e dei suoi abitanti e di come
queste sfide possono essere affrontate
con piccoli gesti quotidiani.
Per la loro forza come consumatori e futuri
professionisti i giovani dai 16 ai 18 anni
rappresentano l’alleato ideale di UNEP nello
sviluppo di azioni dirette al raggiungimento
di uno sviluppo sostenibile.
Secondo l’United Nations Population Fund,
- 1 miliardo di abitanti nel mondo ha un’età
tra i 18 ed i 25 anni
- il 90% dei giovani con meno di 25 anni vive
in paesi in via di sviluppo;
- tra oggi ed il 2010, 700 milioni di giovani
entreranno sul mercato del lavoro. “Un
boom demografico mai visto ed un gruppo
enorme di persone che già ora aspirano a
riprodurre i modelli di comportamento e lo
stile di vita delle società di consumo” (UN
Population Fund, 2001).
I modelli che i giovani dei paesi in via di
sviluppo seguiranno sono dati da altri
ragazzi, più fortunati, che appartengono alla
cosiddetta «classe di consumatori globali».
Nonostante
differenze
considerevoli
nell’accesso e nel livello qualitativo del
consumo, la classe media a livello mondiale
ha uno stile di vita abbastanza omogeneo. I
ragazzi della classe media hanno tutti
accesso a Internet, ascoltano per lo meno in
parte musica simile, hanno le stesse icone,
pop star, film, e si riferiscono perciò ad una
mitologia omogenea.
Certo, il numero di appartenenti a questa
classe varia se siamo in Brasile o in Italia.
Ma se considerati come gruppo di
consumatori questi ragazzi hanno il potere di
formulare desideri ed idee, sono coccolati
dalla pubblicità e dalle grandi marche alla
stessa maniera in tutto il mondo e plasmano,
nel loro modo di rispondere a questi stimoli,
le politiche di produzione industriale (e allo
stesso tempo ne sono plasmati). UNEP ed
UNESCO nel 2000 hanno svolto uno studio
sulle attitudini al consumo dei giovani adulti,
nelle città di 24 paesi in tutto il mondo. In
Italia l’indagine e’ stata fatta a Roma grazie
al supporto dell’Agenzia Nazionale per la
Protezione Ambientale e del RISMES.
I risultati hanno rivelato l’ambivalenza
latente nelle attitudini dei giovani
consumatori di oggi: le sfide riconosciute per
il futuro sono quelle « giuste »: ambiente,
salute, diritti umani. Parallelamente tuttavia,
la coscienza ambientale degli intervistati si
limita alla raccolta differenziata dei rifiuti! I
ragazzi intervistati non vedono alcun legame
tra il loro comportamento d’acquisto (e
quindi la scelta dei prodotti) e la ricaduta
sull’ambiente.
Insomma il concetto di
consumo sostenibile resta « la grande
ignoranza » e le alternative ai correnti
modelli di consumo sono poco o per nulla
comprese e conosciute. Nonostante tutto, a
livello diffuso e in tutto il mondo assistiamo
alla crescita notevole di una coscienza di
cittadini e di consumatori ed al desiderio di
vivere in maniera più vicina alla natura e più
rispettosa delle condizioni dei lavoratori
anche in paesi molto lontani. I ragazzi
vogliono partecipare alla costruzione del loro
futuro ed è su questo desiderio che UNEP ed
UNESCO si appoggiano per Youthxchange.
Youthxchange è un progetto che cerca di
rispondere al desiderio di informazione e di
comprensione delle sfide per il futuro della
terra e dei suoi abitanti e di come queste
sfide possono essere affrontate con piccoli
gesti quotidiani. Youthxchange risponde al
senso di isolamento che molti ragazzi
possono sentire quando cercano di adottare
stili di vita o posizioni più sostenibili, dando
risalto ad esempi concreti di buone pratiche
ed a storie - tante e sparse per il globo - di
attivismo e di battaglie vinte dai ragazzi per
giovani
la sostenibilità.
E’ facendo leva
sul
naturale
senso critico e
di ribellione di
molti ragazzi,
che si può
avere
un
i m p a t t o
concreto sulle
loro attitudini
di cittadini e di
consumatori.
Per
essere
e f f i c a c e
Youthxchange
ha bisogno di
r e f e r e n t i
nazionali, di
una traduzione
ed una distribuzione locale. In Veneto, prima
in Italia, ARPAV, Agenzia per la Prevenzione
e Protezione Ambientale del Veneto, ha
tradotto Youthxchange come parte di un
programma chiamato Ribelli per Natura che
verrà promosso nelle scuole superiori del
Veneto e che si sposa perfettamente con la
filosofia di Youthxchange e ne rappresenta la
declinazione locale. I casi, le storie e le
esperienze raccolte in Italia saranno riversate
nel progetto internazionale e contribuiranno
alla sua riuscita. Il lavoro di traduzione di
ARPAV si aggiunge alle altre traduzioni di
Youthxchange nove finora più altre in futuro,
e rappresenta la continuazione ideale di un
progetto che e’ fatto per creare ponti di
solidarietà e di scambio tra ragazzi e tra
iniziative che contribuiscono ad una
ribellione pacifica per migliorare la qualita’
della vita e del futuro per i ragazzi di tutto il
mondo.
Per approfondimenti
www.uneptie.org
www.uneptie.org/sustain
Il lavoro di traduzione di ARPAV si aggiunge
alle altre traduzioni di Youthxchange (9 fino
ad ora, più altre in futuro) e rappresenta la
continuazione ideale di un progetto che e’ fatto per creare ponti di solidarietà e di scambio
tra ragazzi
17
L’educazione per la sostenibilità lavora in rete
18
Maria Grazia Dal Prà, Anna Gardellin, Wally Morello – ARPAV
Idee per lavorare in rete
Lo sviluppo di un sistema di rete comporta
un’organizzazione delle modalità di lavoro
che interpreta ed esprime i paradigmi propri
dell’educazione ambientale.
Gli schemi tradizionali vengono messi in
discussione: la tutela del risultato delle
singole attività, cioè l’esclusività di un
progetto e la concorrenza tra le varie
proposte, vengono trascurati in favore di una
modalità di lavoro sistemica, intersecabile,
partecipata, di rete, in una prospettiva di
maggiore ampiezza e di più lungo termine.
Ogni soggetto o nodo della rete è parte di
una struttura più ampia e ne persegue gli
stessi obiettivi. In quest’ottica è più semplice
parlare di partecipazione e collaborazione
piuttosto che di autonomia e dipendenza.
L’appartenenza ad una rete implica come
presupposto essenziale un’alleanza tra i
soggetti coinvolti, intesa come una sorta di
reciproco interscambio, che tuttavia non va
ad intaccare l’autonomia e la potenzialità di
ciascuno.
D’altra parte se le finalità del lavoro in rete
sono quelle di promuovere, attraverso
l’educazione ambientale, capacità, attitudini,
valori, utili per lo sviluppo dell’individuo,
della società e dell’ambiente, non deve
venire meno, da parte di ciascun nodo,
l’impegno alla comunicazione e diffusione
delle informazioni cioè alla circolazione di
idee ed esperienze.
ARPAV e le reti per la sostenibilità
Il Servizio Comunicazione ed Educazione
Ambientale di ARPAV sviluppa e partecipa, a
livello regionale e nazionale, a diverse
strutture a rete per l’educazione ambientale
e lo sviluppo sostenibile, in primis:
- la rete IN.F.E.A. regionale e nazionale dei
Biblioteca
Unità Operativa Educazione Ambientale - [email protected]
laboratori territoriali e dei centri di
esperienza,
- il sistema APAT-ARPA-APPA nell’ambito del
gruppo nazionale di lavoro CIFE,
- la rete di Coordinamento Agende21 locali
italiane.
A supporto della rete regionale di educazione
ambientale ARPAV sta sviluppando un
Sistema Informativo che offrirà a enti
pubblici, associazioni, istituti scolastici,
educatori, studenti e privati cittadini un
accesso immediato on line alle informazioni,
alle strutture, ai servizi, alle risorse
educative, ai soggetti relativi all’educazione
ambientale in Veneto.
Per approfondimenti:
http://www.arpa.veneto.it/educazione_sosteni
bilita/htm/reti.asp
Per iscriversi alla newletter Retedamb,
inviare una e-mail a: [email protected]
19
A proposito di…Educazione Ambientale
Opuscolo informativo che ripercorre le tappe
dell'educazione ambientale attraverso i
documenti ufficiali e si propone come
supporto didattico per insegnanti ed
educatori (ottobre 2000).
Piano
Triennale
Regionale
di
Educazione Ambientale 2001-2003
Testo che presenta le linee guida per
impostare e programmare azioni di
educazione ambientale di lungo periodo con
obiettivi di sviluppo sostenibile e crescita
culturale (dicembre 2001).
Acqua…Riflettiamoci!
L'acqua e la sua storia, il suo cammino con
l'umanità, i suoi riferimenti con le arti, la
musica, la letteratura sono il leit motiv di
questo opuscolo realizzato per spiegare come
utilizzare e salvaguardare un bene prezioso
(febbraio 2001).
A proposito di…Agenda 21 Locale
Opuscolo informativo per sensibilizzare le
singole comunità locali ad avviare un Piano
d'Azione Locale di medio-lungo periodo per
la sostenibilità dello sviluppo (giugno 2001).
Guida ai Centri di Educazione
Ambientale nel Veneto
Guida che contiene la descrizione di centri,
laboratori, aree e percorsi didatticonaturalistici per un’educazione allo sviluppo
sostenibile (ottobre 2001).
Esplorare per conoscere: itinerari in
ambiente
Guida metodologica per leggere il territorio e
progettare nuovi itinerari di educazione
ambientale (gennaio 2002).
Rubrica dell’Educazione Ambientale
Vademecum che raccoglie informazioni
sintetiche su "chi fa cosa" nel mondo
dell’educazione ambientale della nostra
Regione (giugno 2002).
descrive in modo analitico 303 aree non
rientranti nell’elenco delle aree naturali
protette in base alla legge 394/91 (luglio
2004).
Di prossima pubblicazione
L’ambiente e i cittadini del Veneto Comportamenti Conoscenze Percezioni
Rapporto su un’indagine statistica pilota
effettuata su un campione di cittadini del
Veneto per rilevarne comportamenti,
conoscenze, percezioni rispetto alle
problematiche ambientali (giugno 2003).
A proposito di…Conservazione della
Natura
Opuscolo informativo che illustra argomenti
quali la biodiversità, le aree naturali
protette, le zone umide, la rete Natura 2000
e le reti ecologiche (aprile 2004).
Educare nei parchi
Rassegna delle aree protette del Veneto
descritte nel loro aspetto ambientale,
naturalistico e storico-culturale, dando
particolare rilievo alle strutture di educazione
ambientale presenti e alle attività didatticoeducative proposte (luglio 2004).
Censimento
delle
aree
naturali
“minori” della Regione Veneto
Censimento che raccoglie i risultati di un
lavoro
realizzato
dall’ARPAV
in
collaborazione con il WWF Sezione Veneto e
Linee guida per Agenda 21 a scuola
Pubblicazione utile per sensibilizzare i
docenti sui processi di Agenda 21 Locale e
per promuovere progetti partecipati orientati
allo sviluppo sostenibile in ambito scolastico,
di quartiere e cittadino.
Guida agli ambienti del Veneto
Pubblicazione didattico-scientifica per la
lettura e l’interpretazione dell’ambiente
veneto attraverso la conoscenza dei caratteri
ambientali e la descrizione di itinerari in cui
svolgere attività didattiche.
Dall’A-mianto alla Z-anzara - Glossario
dei rischi ambientali
Testo in forma di glossario in cui sono
descritti i principali rischi per la salute e per
l’ambiente.
Flepy
Kit educativo rivolto ai bambini dai 3 ai 7
anni, promosso dall’Unione Europea,
composto da due libriccini contenenti le
storie “Flepy e l’acqua” e “Flepy e l’aria”,
un manuale per gli educatori, una
videocassetta ed un gioco, adesivi e poster.
Ribelli per natura
Pubblicazione realizzata sulla base dei temi
trattati nella brochure “Youth x change”
dell’UNEP-UNESCO, intesa a sviluppare ed
orientare i loro comportamenti nei consumi
verso una dimensione più sostenibile.
Per l’elenco completo dei testi editi
consultare la sezione Pubblicazioni del
sito dell’Agenzia www.arpa.veneto.it.
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