fortificate in vista di un imminente attacco, per cui non fu possibile alle galere veneziane provocare danni considerevoli alle sue
marine. Erano stati anche eseguiti i pagamenti ai castellani di
S. Severina e della Torre S. Maurello in febbraio, di Crotone in
aprile, di Melissa in maggio sempre nel 1449 (47). Ma è da ritenere
che più di una spedizione punitiva e di conquista contro le popolazioni locali, le navi della Serenissima mirassero alla flotta di Re
Alfonso. Gli storici del tempo non ci hanno lasciato dati precisi
sui danni che i veneziani provocarono in Calabria in quell'anno,
per cui dobbiamo ritenere che non fossero di notevole entità.
Notizie più dettagliate abbiamo, invece, sui danni che la stessa
flotta provocò nel porto di Messina e nel porto di Siracusa, dopo
aver lasciato ricordo di sè anche a Reggio Calabria (48).
Nel frattempo, sempre nel 1449, Francesco Sforza aveva rotto
la sua allenza con Venezia, e si era posto contro la volontà di
questa, muovendo il suo esercito all'assedio di Milano. I Milanesi avevano saputo trarre profìtto da questa discordia, e con la
Serenissima avevano stretto e stipulato la pace e un'alleanza il
24 settembre 1449 (49).
Il Centelles, sperando sempre nella riconquista dei feudi calabresi, aveva considerato che non gli conveniva rompere con
Venezia. Allorché Francesco Sforza aveva cominciato a manife-
( 4 7 ) Fonti Aragonesi, cit., voi. I , pp. 7 3 - 7 4 .
( 4 8 ) Secondo il SANUDO (col. 1 1 3 5 ) in Messina vennero bruciate una
nave di 2 0 0 0 botti, e l'arsenale con dodici galere sottili, navi tutte di Re
Alfonso. In Siracusa, i veneziani si limitarono a bruciare due navi di
1 5 0 0 botti ciascuna; secondo l'autore dei « Diurnali del Duca di Monteleone », cit., p. 196, i veneziani « mesero in punto una armata de navi
et galere navigando per tutti li porti del Re de Rahona, tanto in lo Reame
de Sicilia, quanto per altri soi Reame, devastando et brusciando nave, galere, et ogni altre fuste trovaro, tra le quali in Messina brusciaro doe nave
grosse de tre milia butti l'una che nce foro de molti valenti homini morti,
et feriti, se dice havere damnificato de uno inextimabile danno »; D . DE
LELLO, Istoria, cit., p. 8 2 7 « ...et essa Segnoria (di Venezia) havea daneziato molte de le sue terre, precipue Rezo de Calavria et Messina in
Cicilia ultra farum »; contro la flotta veneziana, Re Alfonso ne mandò
un'altra, sotto il comando del celebre ammiraglio Bernardo Villamarino
che ebbe uno strepitoso successo nelle marine dell'Atta (Epiro), riuscendo
ad annientarla, cfr. PLACIDO TROYLI, Istoria Generale del Reame di Napoli,
tomo V, parte I I , Napoli 1 7 5 3 , p. 101-102.
( 4 9 ) P . C. DECEMBRI, Opuscolo, cit., p. 9 5 4 in nota.
,
Scarica

fortificate in vista di un imminente attacco, per cui non fu possi