Uni ve r s i t àde l l ’ I ns ubr i a Corso di laurea in Scienze della Comunicazione Seminario I quotidiani locali in Italia La stampa italiana, excursus storico Prima di partire per un viaggio di studio e di ricerca è sempre opportuno consultare una buona carta geografica e una guida dei luoghi che si intende visitare, in modo che quando si arriva nel luogo oggetto del nostro interesse esso non ci appaia totalmente sconosciuto. Non ci è più estraneo. Non sappiamo che cosa ci aspetti, ma almeno siamo preparati ad accogliere la novità. Questo è il motivo per cui vi propongo di cominciare il nostro viaggio nei quotidiani locali i nI t a l i ac onune xc ur s uss t or i c os ul l as t a mpai t a l i a na .Ne c e s s a r i a me nt eavol od’ uc c e l l o.Lo spazio di questo nostro primo incontro. Il nostro r a c c ont ohaunpunt od’ i ni z i one l l ’ I t a l i ade lqui ndi c e s i mos e c ol o,e s a t t a me nt ene l 1468.I lc ont e s t o.Ma nc a no24a nnia l l as c ope r t ade l l ’ Ame r i c a .Qua t t or di c ia nnif a ,ne l 1454, gli Stati italiani hanno messo una pietra sopra alle loro decennali rivalità e hanno firmato la Pace di Lodi, con cui hanno accettato di vivere in equilibrio. Qua l is onog l iSt a t ii t a l i a nide l l ’ e poc a ?Pa r t e ndodanor d-ovest, il Ducato di Savoia, la Repubblica marinara di Genova, il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia che è una grande potenza europea, i domini degli Estensi di Ferrara, le Repubbliche di Firenze e di Si e na ,l oSt a t ode l l aChi e s a ,i lRe g nodiNa pol i .AMi l a noc ’ èl aSi g nor i ade g l iSf or z a ,c on Galeazzo Maria Sforza. In Italia la pace tra i principi favorisce il fiorire del Rinascimento, che investe tutti i campi de ls a p e r e ,de l l ac ul t ur a ,de l l ’ a r t e .L’ e s pr e s s i onec hi a veèI lPr i nc i pi odiEqui l i br i o.Pa dova è stata la più pronta ad accogliere e sviluppare il nuovo verbo. Poi esplode Mantova con i Gonzaga. E che dire di Firenze. Anche in Europa il clima è favorevole. Quindici anni fa, nel 1453, è finita la Guerra dei Ce nt ’ a nnit r aFr a nc i aeI ng hi l t e r r a .Qua t t r oa nnif a ,ne l1464,i lpr i nc i pediMos c aI va nI I Is i è proclamato zar di tutte le Russie. Nella penisola iberica, Isabella di Castiglia ha sposato Fe r di na ndod’ Ar a g onaehapos t ol eba s ide l l af onda z i onede lpr i mog r a ndeSt a t ina z i ona l e de l l ’ e t àmode r na ,l aSpa g na .Alc e nt r ode lc ont i ne nt ec ’ èl ’ I mpe r oRoma noGe r ma ni c o. L’ uni c ami na c c i aa l l ’ Eur opag i ung edae s t ,c onl ’ i mpe r oot t oma no.I ls ul t a noMe hme dI Ine l 1453 ha conquistato Costantinopoli. Eccoci dunque al 1468. È morto il nobile patrizio Johannes Gensfleische zum Gutenberg, di Magonza, in Germania, che un paio di decenni prima ha inventato la stampa. La sua morte è avvolta nel mistero. Le sue spoglie sono andate disperse. La sua dimora, il palazzo dei Gutenberg, è stato distrutto. In realtà egli, che conosciamo più attraverso le cronache e le leggende delle liti giudiziarie con soci imprenditori e donne, ha fuso tecniche già conosciute e perfezionato la sintesi tecnica consistente nella composizione di una pagina con caratteri mobili indipendenti. L’ of f i c i naFus teSc hof f e rne l1 456has t a mpa t oi lpr i mol i br o,“ LaBi bbi adi42r i g he ” . Passerà alla storia come l aBi bbi adiGut e nbe r g .Pr i maa nc or ade l l amor t ede l l ’ i nve nt or e ,l a s t a mpas idi f f onder a pi di s s i ma me nt ei nt ut t aEur opa .L’ I t a l i a ,c ul l ade l l ’ Uma ne s i moede l l a Rinascenza, è il primo paese straniero che ospita il piccolo esercito di avventurosi stampatori venuto dalla Germania. Le ricche città sono notevolmente aperte alle novità e pullulano di imprenditori e officine dotate delle strutture adatte per consentire lo sviluppo su scala industriale della stampa. 1 Due artigiani tedeschi, Sweynheym e Pannartz, che f or s ea ve va noi mpa r a t ol ’ a r t epr opr i o nelle stamperie di Magonza, scelgono Subiaco, località laziale a 70 chilometri da Roma, per introdurre la stampa in Italia. A Subiaco ci sono due fiorentissimi monasteri benedettini, che da qualche anno –vi ricordo che siamo nel 1468 –per arginare la decadenza morale e fisica de l l eduei s t i t uz i onir e c l ut a nomo na c ida lr e s t od’ Eur opa .It e de s c his onodi ve nt a t iipi ù numerosi, e i monaci di Magonza, Francoforte, Norimberga e Monaco sono i più colti, i più cosmopoliti, i più assetati di nuovo. Provate a immaginarveli, questi due tipografi tedeschi, che arrancano su per la strada che porta al Sacro Speco di Subiaco, con i loro carichi pieni di piombo, cassette tipografiche con i caratteri, contenitori di colori, presse, tutto. Portano nella fucina benedettina un mondo nuovo. Guardateli in volto. Sono rossi, sudati, emozionati. Hanno occhi di fuoco. Vi chiederete come mai, in un seminario sui quotidiani locali in Italia, io abbia preso le mosse da questo forse troppo lungo r a c c ont o.Pe r c hét or na r ea l l ’ Eur opaea l l ’ I t a l i ade l Quattrocento, perché scomodare Gutenberg e i monaci di Subiaco. Oggi siamo nel ventunesimo secolo. Ecco la ragione. Io vorrei comunicarvi un concetto. Il mondo del giornalismo, soprattutto quello locale, provinciale, regionale italiano è ancora in una larga misura prima di tutto emozione, mito, trasporto. Non sopravvalutate il ruolo della tecnologia. Dagli Stati Uniti ci separano non soltanto un oceano, ma una cultura. Non saremo mai americani. Siamo fratelli degli americani, ma siamo noi. Lo spirito di Gutenberg. I lmi t oc ul t ur a l e ,s e nt i me nt a l e ,p e rme ,c hef a c c i og i or na l i s modaqua s it r e nt ’ a nni ,èa nc or a Gutenberg. Non Negroponte, non Bill Gates, non i guru dei nuovi media della East o West Coast. Il giornalismo di casa nostra si nutre di storie, di sentimenti, di passione, di volti. È lo s g ua r dos ul l apor t aa c c a nt o.Unpo’bont oneunpo’voy e ur i s mo. Certo ci sono Internet, il progresso tecnologico, la fotocomposizione. La carta che vediamo in redazione è paradossalmente quella della mattina dopo. Confezioniamo il prodotto interamente al computer. Ma il computer non ci comanda. Ci infiliamo dentro i nostri appunti, le nostre conoscenze, le nostre contraddizioni, i nostri condizionamenti, la nostra fede, le nostre autocensure. La nostra vita. Adesso siamo pronti a varcare la soglia del mondo dei giornali locali. Abbiamo consultato la carta geografica e letto la guida. Ci siamo acclimatati. Il Seicento È opinione comune che la prima gazzetta italiana sia uscita a Firenze nel 1636 con il ma r c hi ode l l as t a mpe r i aAma dor eMa s s ieLor e nz oLa ndi .Manons en’ èt r ova t at r a c c i a .I primi fogli documentati compaiono a Genova, nel 1639, poi tra il 1640 e il 1681 Roma, Bologna, Milano, Torino, Modena, Napoli. Fino al 1645 semplici raccolte di notizie senza un titolo preciso, a differenza dei periodici sorti un trentennio prima ad Anversa, Amsterdam, Vienna e Londra. Il primo giornale periodico italiano stampato con carattere di maggior continuità compare a Genova nel ma g g i o1642,c onr a g g ua g l idaog nipa r t ed’ Eur opaea nnunc is ul l ’ a t t i vi t à marittima e mercantile. Un personaggio genovese spicca in quegli anni. È Luca Assarino, c on l as uag a z z e t t a“ I lSi nc e r o”c hee s c epe run t r e nt e nni o ehag i àun’ i nt on a z i one giornalistica moderna, in linea con gli umori del Senato genovese ma anche attenta alle manovre diplomatiche dei Savoia di Torino e del cardinale Mazzarino alla corte francese. Dalla metà del Seicento giornali e gazzette finiscono col diventare uno dei mezzi della politica culturale del principe, di organizzazione di un clima di consenso al governo assoluto epe r s ona l e .I nt a ls e ns oe mbl e ma t i c aèl avi c e ndade lg i or na l e“ ISuc c e s s ide lMondo” , comparso a Torino nel febbraio 1645, diretta da Pietro Socini, un ecclesiastico di secondo pi a no.Ne lqua dr ode idi ve r s imut a me nt id’ umor ede l l ac or t es a ba uda ,l ag a z z e t t at or i ne s e 2 oc c upaf i nda l l ’ i ni z i ounpos t obe npr e c i s o,pe rl ’ ope r adis t r e t t of i a nc he g g i a me n t oa i disegni di egemonia francese in Italia. Il lavoro di un cronis t ade lSe i c e nt oèc ompl e s s oedi f f i c i l e .Dinor mal a vor as e nz al ’ a i ut odi a l t r ir e d a t t or i :de vedas ol o,oc o nl ’ a s s i s t e nz adiuns e mpl i c ea i ut a nt e ,s t a rdi e t r oa ic or r i e r i che arrivano e ripartono in gran fretta, raccogliere le notizie, cercare di controllarle attraverso persone di fiducia, redigerle, dare il lavoro alla tipografia, correggere le bozze, pa s s a r l ea ic e ns or i ,s ovr i nt e nde r ea l l ’ i mpa g i na z i one .Ne is uoic ompi t ir i e nt r a no a nc he l ’ a mmi ni s t r a z i oneel ave ndi t ade lg i or na l e . L’ Anc i e nRe gi me( 1688-1788) Ne l l ’ e t àde l l ’ Anc i e nRe g i me ,da l1668a l1789,l ’ a nnod’ i ni z i ode l l aRi vol uz i oneFr a nc e s e , l ’ e s pe r i e nz ag i or na l i s t i c apr i nc i pa l eèque l l ade l“ Gi or na l ede ’l e t t e r a t i ”diRoma ,c r e a t oda De ni sdeSa l l oc onl ops e udoni modiHé douvi l l e .L’ og g e t t ode l l ’ i nt e r e s s eèi ll i br o,l a r e c e ns i one .Si a mone l l ’ I t a l i ade l l ac ont r or i f or ma ,c onl oSt a t ode l l aChi e s a .Cis onog l iSt a t i regionali, come il Piemonte e la Toscana, che tendono a riprendere gli schemi politici degli St a t ia s s ol ut ie ur ope i ,Fr a nc i aeSpa g na .C’ èl apr e s e nz ade l l aSpa g nai nLomba r di aea Napoli. E ci sono gli Stati cittadini, Venezia e Lucca. Le gazzette rispondono allo stesso pubblico di quelle francesi ed europee, cioè funzionari, di pl oma t i c i ,uomi nidic or t eei ns e c ondai s t a nz ame r c a nt ieuomi nid’ a f f a r ii ng e ne r e .I l mode l l o,i lf a r o,èPa r i g i :l aFr a nc i aa s s ol ut i s t i c adiLui g iXI V,i lReSol e ,a lc uis e r vi z i oc ’ è un cor r e dodig a z z e t t e ,c heor g a ni z z a nol ac ul t ur ade l l eg r a ndia c c a de mi e .I l“ Gi or na l ede i l e t t e r a t i ”èunal i be r at r a duz i oneda lf r a nc e s e ,nonèi lf r ut t odiuns ol or e da t t or e ,mas i presenta come il prodotto di una redazione già abbastanza articolata. Tra i primi redattori c ompa r el ’ a ba t eFr a nc e s c oNa z a r i( na t oaBe r g a mone l1634) . I l“ Gi or na l ede il e t t e r a t i ”r oma nopr oduc eunas e r i edii mi t a z i onii nt ut t aI t a l i a .Pe re s e mpi o a Parma il monaco benedettino Benedetto Bacchini nel 1686 comincia a stendere il “ Gi or na l ede il e t t e r a t i ”diPa r ma ,or g a nodiung e ne r el e t t e r a r i oi npi e nae s pa ns i onee f onda me nt a l epe rl ’ or g a ni z z a z i o n ediunac ul t ur api ùmode r na ,c hepunt aa lr i nnova me nt o della storia civile, alla scoperta erudita del Medioevo politico e cristiano e di una religiosità nuova . L’ ul t i monume r oe s c ene l1693. Unanu o vaf a s es ia pr ene l1710c onl ana s c i t ade l“ Gi or na l ede il e t t e r a t id’ I t a l i a ”aVe ne z i a . L’ a nt i c ar e pubbl i c ave ne t aa ve vamos t r a t ounpr e c oc ei nt e r e s s epe ri lnuovog e ne r ei n s i e me letterario ed imprenditoriale. La repubblica raccoglie una popolazione di poco meno di due milioni di abitanti che si concentra a Brescia, Bergamo, Crema e nelle città venete, del Friuli ede l l ’ I s t r i a .Poic ’ èVe ne z i ac hene l1696hac i r c a138mi l aa bi t a nt i .Sit r a t t adiun notevole mercato per un giornale. Tutti i poteri sono concentrati in seimila patrizi, che costituiscono un’ a r i s t oc r a z i ac hi us a . ,c hehas p o s t a t oipr opr ii nve s t i me nt ida lc omme r c i oa l l at e r r a ,vi ve dir e ndi t aeus al ’ e g e moni ac ul t ur a l epe rdi f e nde r eipropri privilegi. I l“ Gi or na l ede il e t t e r a t id’ I t a l i a ”haunar e t edidi s t r i buz i onenons ol one l l aRe pubbl i c a ve ne t amai nt ut t aI t a l i a .Unade l l ef i r meèLudovi c oAnt oni oMur a t or i ,a ut or ede l l ’ ope r a “ Pr i midi s e g nide l l ar e pubbl i c al e t t e r a r i a ” ,c her a ppr e s e nta un tentativo di riorganizzazione della cultura, di dialogo tra dotti, di progetti collettivi di ricerca che postulano la pace tra i piccoli Stati della penisola. Scipione Maffei, Antonio Vallisnieri e Apostolo Zeno sono gli a ni ma t or ide l“ Gi or na l ede il e t t e r a t id’ I t a l i a ” .Sii nc ont r a noaPa dova ,doveope r aMa r c e l l o Malpigli, professore di medicina pratica, uno dei protagonisti del dibattito sulla generazione de l l ’ uomoede g l ia ni ma l i . La fase successiva della storia della stampa vede il centro propulsivo spostarsi da Venezia a Fi r e nz e .Si a mopoc odopoi l1740.LaTos c a nahae s a ur i t ol ’ e s pe r i e nz ar e pubbl i c a nade l l a f a mi g l i ame di c ies is pos t ane l l ’ a r e ag r a vi t a z i ona l ede g l iAs bur g o.Quina s c onol e“ Nove l l e l e t t e r a r i e ” ,i n un t e r r e no f e c ondo c a r a t t e r i z z a t o dai s t i t uz i onic omel ’ Ac c a de mi ade l l a 3 Cr us c a ,c hea mbi s c onoapr omuove r el ’ uni t àna z i ona l el i ng ui s t i c a . ,eda l l ’ Uni ve r s i t àdiPi s a . L’ a mbi e nt epol i t i c oèque l l ode lg ove r nof i or e nt i nodiPi e t r oLe opol do. Laf i g ur adi maggior prestigio è Giovanni Lami, inte l l e t t ua l ec heg i r al ’ I t a l i ael ’ Eur opa ,s t udi ada i Ge s ui t i ,poia l l ’ Uni ve r s i t àdiPi s adoves il a ur e ai nl e g g e .La mipor t ane l l e ” Nove l l e Le t t e r a r i e ”l es ue va r i ec ompe t e nz e :e r udi z i one s a c r a e pr of a na ,s t or i ae c c l e s i a s t i c a , f i l os of i a ,a nt i qua r i a . .E’a nt i gesuita, agostiniano, rigorista e nemico della Scolastica. L’ ul t i moqua r a nt e nni ode ldi c i ot t e s i mos e c ol oèc a r a t t e r i z z a t oda l l er i f or mei l l umi ni s t i c hea Milano, a Firenze, a Napoli. Il letterato cosmopolita con il libro al centro dei suoi interessi, protagoni s t ai nun’ e t àa nc or al e g a t aa l l aCont r or i f or ma ,c omeque l l ade l l apr i mame t àde l Settecento, non è più il ceto leader sviluppo sociale. Si afferma un pubblico nuovo, fatto di professionisti e artigiani, che affianca i letterati tradizionali. Per questo ceto medio che si emancipa dalla Chiesa contano più gli spettacoli, le mode, i dibattiti intorno alle arti meno individuali e più capaci di comunicare emozioni, immagini e problemi. Questo pubblico c hi e deg i or na l inuovi .I lmode l l oèl ’ i ng l e s e“ Spe c t a t or ” ,che si rivolge a una società borghese, che officia i suoi riti nei salotti e nelle coffee house. Il primo a cogliere queste esigenze in Italia è Gaspare Gozzi,nato nel 1713, che cresce ne l l ’ a mbi e nt ede l l aRe pubbl i c av e ne t a . .Pe rl os t a mpa t or eMa r c uz z ir e dige i 104 numeri de l l a“ Ga z z e t t ave ne t a ” ,c hea da t t aaunpubbl i c ove ne z i a noi lmode l l ode l l o“ Spe c t a t or ” . Essa riporta avvisi, anche a pagamento, su aste e prestazioni professionali, notizie su truffatori, mercanti disonesti, imbroglioni. Accanto a queste figure, che rivivono con la pe nnade lGoz z ii ng a l l e r i edir i t r a t t ide l i c a t i ,c ’ èl ac r ona c adi r e t t a ,i r oni c a ,pe t t e g ol a , i nnoc e nt e .La“ Ga z z e t t a ”c omi nc i aaus c i r ei l6f e bbr a i o1670:unbi s e t t i ma na l ec hee s c ei l mercoledì e il sabato. Accanto a Gaspare Gozzi si afferma la figura di Giuseppe Baretti, che dal 10 settembre 1763 pubbl i c ai lqui ndi c i na l e“ LaFr us t al e t t e r a r i a ” .Sit r a t t ade ls e c ondoi mpor t a nt et e nt a t i vodi a da t t a r ea l l ’ I t a l i ai lmode l l oi ng l e s ede l l o“ Spe c t a t or ” .Ba r e t t is ir i vol g enona ll e t terato pr of e s s i ona l emaa l l ’ uomoc ol t od e l l as oc i e t àc i vi l e ,a t t e nt oa g l is t i mol ide l l anuovac u l t ur a el e t t e r a t ur ade l l ’ e t àde l l er i f or mei l l umi ni s t i c he .Eg l ipr e ndel edi s t a nz eda l l e“ Nove l l e l e t t e r a r i e ”de lLa mi ,t a g l i avi aduei nt e r e s s ie s s e nz i a l ipe rl ar i vi s t af i or e nt i na :l ’ e r udi z i one sacra e profana e la teologia. Ed è critico nei confronti del montante Illuminismo. Uno dei bersagli critici di Giuseppe Baretti è Pietro Verri, una delle figure fondamentali della storia della stampa, della letteratura e della cultura italiana del Settecento. Chinonhas e nt i t opa r l a r ede l“ Ca f f è ”aMi l a no?Pi e t r oVe r r ièf i g l i opr i mog e n i t odi Gabriele, uno dei senatori e giuristi milanesi. Il figlio Pietro rifiuta però la cultura paterna, cioè il formalismo e tradizionalismo delle discipline legali e prende a frequentare i salotti mi l a ne s ide g l iI mbona t i ,diSe r be l l oni ,dovei nc ont r al ’ a mor eel ac ul t ur ac os mopol i t adic ui èa f f a ma t o.Ve r r idi ve nt ai nt e r l oc ut or ede lpr i momi ni s t r ode l l ’ Aus t r i a ,Fi r mi a n,pe run progetto dir i f or ma f i s c a l e .È i lpr e l udi oa l l ’ i nt e r e s s ef onda me nt a l e de l l as ua vi t a , l ’ e c ono mi apol i t i c a .At t or noaVe r r ic is onoi lf r a t e l l omi nor eAl e s s a ndr o,Ce s a r eBe c c a r i a , Luigi Lambertenghi, Visconti, Rinaldo Carli. Gli incontri a casa Verri sono così tumultuosi c heda nnoor i g i nea l l ’ Ac c a de mi ade iPug ni .L’ i de adir i c a va r neung i or na l es ii mpone . Na s c ec os ì ,r i pr e nde ndoa nc or aunavol t ai lmode l l ode l l o“ Spe c t a t or ,“ I lCa f f è ” ,c heè indubbiamente il più significativo giornale illuministico italiano, opera di un gruppo di giovani che hanno un ruolo significativo della cultura politica ed economica del proprio t e mpo,e mbl e made l l anuovabor g he s i ami l a ne s e ,“ I lCa f f è ”èunos t r ume nt odil ot t a ,mol t o più vicino delle precedenti esperienze al periodico moderno. Lott aa nc hea l l ’ i nt e r node l l a redazione, dove Pietro Verri è il più impegnato sui temi politici e delle riforme. Economia e s c i e nz edi ve nt a no t e midic onf r ont oa c c e s o.Dur aèl apol e mi c ac on l al ’ Ac c a de mi a fiorentina della Crusca e la cultura pedante. Dal gruppode l“ Ca f f è ”vi e nef uor il ’ ope r a“ De i de l i t t iede l l epe ne ”diCe s a r eBe c c a r i a ,unode ic a pol a vor ide l l ’ I l l umi ni s mo.Lepa g i nede l “ Ca f f è ”r e s pi r a nodiMont e s qui e u, Vol t a i r e ,Di de r otede l l ’ ” Enc y c l opé di e ” . 4 Un’ ul t i mavoc e ,nonme nos i g ni f i c a t i va ,c onc l ude la storia del diverso riferimento italiano al mode l l og i or na l i s t i c o de l l o“ Sp e c t a t or ”i ng l e s e ,que l l a diCa r l o De ni na e de ls uo “ Pa r l a me nt oot t a vi a no” ,c hee s c edopoi l1762.Fr ut t ode l l as c uol api e mont e s er i nnov a t ada Amedeo II, da voce alla tradizione ortodossa dal punto di vista religioso presente a Torino, ma anche ai temi nuovi. Pubblica i testi del filosofo e matematico Leibniz. Dà spazio a Lagrange e ai grandi divulgatori scientifici riuniti attorno alla corte sabauda, che porteranno alla fondazionede l l ’ Ac c a de mi ad e l l eSc i e nz e . Un altro filone del giornalismo in Italia viene inaugurato dalla nascita degli emuli del “ J our na lEnc y c l opé di que ”diPi e r r eRous s e a u,c hec omi nc i aa dus c i r eda l1755e dèuna de l l eba ndi e r ede lmovi me nt ode i“ phi l os ophe s ”ede l l ’ I l l umi ni s mo.Lar i vi s t avi e net r a dot t a i nI t a l i aaLuc c a .Los t a mpa t or eGi unt i nil apubbl i c ac oni lt i t ol o“ Gi or na l ee nc i c l ope di c odi Li e g ide lme s edig e nna i o1756t r a dot t oi nl i ng uai t a l i a nac onmol t ea g g i unt e ” .I lGi unt i nis i assicura 16 corrispondenti in Italia e fin dal primo numero, di 96 pagine, comincia l ’ ope r a z i onet i pi c ade l l adi f f us i o n ede l l ’ ” Enc y c l opé di e ”i nI t a l i a ,l ’ a c c e t t a z i oneei n s i e me l ’ e s pun z i onede g l ie l e me nt ime noor t odos s ide l l a“ phi l os of i e ”a t t r a ve r s oun’ a bi l ec hi os a t ur a . La seconda metà del Settecento vede, insomma, la crescita impetuosa dei generi. In crisi il giornale dei letterati, che è stato il punto di riferimento dalla fine dei Seicento agli anni quaranta del diciottesimo secolo, cresce la stampa di opinione. Le gazzette, senza perdere i profondi legami con il privilegio di Stato, diventano sempre meno elenchi di notizie, per trasformarsi spesso in strumenti di appoggio alle politiche riformatrici. In Toscana convivono, abbiamo visto, tre gazzette che appoggiano il governo di Pietro Leopoldo. A Venezia prevale la cronaca urbana, che è eco dei delicati equilibri fra città-stato diVe ne z i aes t a t odit e r r a f e r ma .I nLomba r di a ,i nf i ne ,e me r g onol ’ i nf or ma z i onepol i t i c aei l dibattito letterario militante. I giornali di riferimentoe ur ope i ,a bbi a movi s t o,s onol ’ i ng l e s e “ Spe c t a t or ”ei l“ J our na lEnc y c l opé di e que ” .Nona bbi a mopot ut o,pe rr a g i onidit e mpo, approfondire la questione del giornalismo letterario e politico nel Regno di Napoli e nello Stato della Chiesa. La Rivoluzione Francese (1789-1999) I giornali italiani nella seconda metà del Settecento avevano seguito con passione non più e non solo le contese dinastiche, le rivalità coloniali, i giochi di alleanze per il mantenimento de l l ’ e qui l i br i o,ma l el ot t e de ipopol ipe rl al i be r t àel ’ i ndi pe nde nz a ,ic ona t idi rinnovamento interno ispirati ai concetti giusnaturalistici e illuministici del patto sociale e dei rapporti tra sudditi e governanti. È inutile ricordare con quanta partecipazione il ceto colto europeo e italiano seguisse le vicende della Corsica, della Polonia, dei Paesi Bassi, la guerra di liberazione americana e la nascita degli Stati Uniti. Il primo e più autorevole commento agli eventi parigini seguiti al 14 luglio 1789 è di Pietro Ve r r is ul“ Ca f f è ” .I lpol e mi s t ai l l umi ni s t ami l a ne s ec og l i es ubi t oi lnoc c i ol ode lpr obl e ma : «Le idee francesi –scrive - servono di modello agli altri popoli. Sin tanto che i diritti de l l ’ uomoe r a nos t a bi l i t if r al emont a g nede l l eAl pi ,f r al epa l udide iPa e s iBa s s iene l l ’ i s ol a de l l aGr a nBr e t a g na ,que s t is i s t e mipoc ai nf l ue nz aa ve va nos ul l amol t i t udi ned’ a l t r iRe g ni . Or al al uc es t ar i pos t ane lc uor ed ’ Eur opa » . Ogni bottega, ogni caffè in tutta la Penisola diventano un luogo per il divampare di appassionate discussioni. I giornalisti letterari lamentano la riduzione degli spazi e vantaggio della dilagante informazione politica. Il best-seller diventa un opuscolo di Saverio Scrofani c hes ii nt i t ol a“ Tut t iha nt or t oo s s i al e t t e r aami oz i os ul l aRi vol uz i onediFr a nc i a ” .A Fi r e nz ee s c eun“ Gi or na l es t or i c o -pol i t i c ode l l ’ a s s e mbl e ana z i ona l ediPa r i g i ”eaGe novaun “ Gi or na l ede g l iSt a t iGe ne r a l i ” .Tut t ipubbl i c a nol aDi c hi a r a z i oneUni ve r s a l ede iDi r i t t i de l l ’ Uomo.I lnume r odil e t t or iea c quirenti di gazzette e pubblicazioni varie aumenta a dismisura. 5 Al c uneg a z z e t t ema ni f e s t a nos e nz ave l il ’ a de s i onea ipr i nc i pide l l ’ 89.Al me nof i noaqua ndo non s is e r r a no l ema g l i ede l l ac e ns ur a .Lapi ùa va nz a t apol i t i c a me nt eèl a“ Ga z z e t t a uni ve r s a l e ”diFi r e nz e ,di r e t t ada l l ’ a ba t eVi nc e nz oPi ombi ,c hede f i ni s c el aPr e s ade l l a Ba s t i g l i ac ome« una vve ni me nt oc hea t t i r e r àa if r a nc e s il ’ a mmi r a z i oneel el a c r i mede i vi ve nt i » .I npi e noSt a t ode l l aChi e s a ,l a“ Ga z z e t t adiBol og na ”nonl e s i nal odia lTe r z os t a t o che si è costituito in Assemblea nazionale. Ma le voci favorevoli alla Rivoluzione sono minoritarie in Italia. La propaganda c ont r or i vol uz i ona r i as if as e mpr epi ùa g g r e s s i va .Sidi s t i ng uel a“ Ga z z e t t ae nc i c l ope d i c a ”di Milano che dipinge i parigini «trasformati in cannibali». Il coro è particolarmente forte nello Stato pontificio, dove le voci della stampa condannano senza appello gli ideali di libertà e ug ua g l i a nz a .L’ or g a nopi ùi mpor t a nt edique s t ac a mpa g naèi l“ Gi or na l ee c c l e s i a s t i c odi Roma ” ,f onda t onel 1785 da Luigi Cuccagni per rinsaldare il fronte cattolico in vista « de l l ’ i ne vi t a bi l es c ont r ot r al ac onc e z i onec r i s t i a nael ac onc e z i onel a i c ade l l avi t a » .La conclusione è chiara: la Rivoluzione francese mette a repentaglio il potere temporale dei Papi. Tr al af i nede l1789 el ’ i ni z i o de l1790 na s c ono ipr i mig i or na l ic os i dde t t i“ l i be r i ” , a nt i c i pa z i onidi r e t t ede lg i or na l i s mod’ opi ni oner i vol uz i ona r i o.Ri c or di a mol ’ ” App e ndi c e pol i t i c a ”s t a mpa t aaMode nada lf i or e nt i noGi ova nniRi s t or i ,i l“ Gi or na l epa t riottico di Cor s i c a ”pubbl i c a t oaBa s t i ada lr i vol uz i ona r i ot os c a noFi l i ppoBuona r r ot i ,i l“ Mo n i t or e i t a l i a nopol i t i c oel e t t e r a r i o”e di t oaMona c oda l l ’ e s ul eve r c e l l e s eGi ova nniAnt oni oRa nz a . Ei l“ Gi or na l ediSa r de g na ”c heus c ìaCa g l i a r ida ll ug l i o1795 al marzo 1796. Il dilagare delle armate francesi in Italia dalla primavera 1796 è accompagnato da una vera e propria esplosione della stampa periodica paragonabile a quella registrata in Francia nel 1788-89. Nella sola Milano nascono nel triennio 1796-1799 quaranta pubblicazioni, a Bologna diciassette, a Genova una ventina, a Venezia una ventina, altrettante a Roma e a Napoli. Debuttano nel giornalismo Bergamo, Brescia, Verona, Padova, Morbegno, Lodi, Cr e ma ,Fa e nz a ,Fe r r a r a ,Anc ona ,Luc c a ,Ar e z z o.E’unainondazione di libri nuovi, giornali e nuove idee, descritta da tutti i cronisti contemporanei. Ciò è reso possibile grazie a l l ’ e l i mi na z i onede l l er e s t r i z i onia l l al i be r t àdis t a mpaa t t ua t ada l l ea ut or i t àmi l i t a r if r a n c e s i , che si sposa con la libertà di espressione rivendicata da tempo dai circoli riformatori italiani. Ba s t ar i c or da r eGa e t a noFi l a ng i e r i ,a ut or ede l l a“ Sc i e nz ade l l al e g i s l a z i one ” . Lac os t i t uz i onede l l eRe pubbl i c aCi s a l pi nane lnor dd’ I t a l i aeCi s pa da nane lc e n t r oè accompagnata dalla nascita di fogli rivoluzionari, presto chiusi con la forza quando Na pol e o ne ,c onc l us avi t t or i os a me nt el ac a mpa g nac ont r ol ’ Aus t r i a ,s ivol g es e mpr epi ù chiaramente verso le forze moderate e, ad esempio, impone al Direttorio Cisalpino di «reprimere gli abusi della stampa». Con la pace di Compoformio del 6 novembre 1796, Napoleone fa emanare una legge sulla polizia tipografica. A fare le spese sono giornali come “ I lCe ns or e ” diMe l c hi or r e Gi o i a a Mi l a no e i l“ Gi or na l er e pubbl i c a no dipubbl i c a i s t r uz i one ”aMode na . La Repubblica Cisalpina, il Veneto, la Repubblica ligure, il Piemonte, Roma, Napoli e la Toscana hanno ciascuna le proprie gazzette, i propri diari, le proprie antologie, i propri moni t o r ic hee s a l t a noipr i nc i pide l l ’ Ot t a nt a noves a l vopoif a r eic ont ic on la frenata napoleonica, la repressione delle tendenze repubblicane. L’ e t ànapol e oni c a I lr i t i r ode g l ie s e r c i t if r a nc e s ida l l aPe ni s ol aei lc r ol l ode l l e“ r e pubbl i c hes or e l l e ”s ot t oi col pide l l as e c ondac oa l i z i onea nt i na pol e oni c aede l l ’ i ns or g e nz as a nf e di s t ade t e r mi na no, i ne vi t a bi l me nt eun’ e c a t ombedig i or na l i .Sis a l va noque l l eg a z z e t t ec henons ie r a not r oppo compromesse con i regimi del Triennio rivoluzionario 1796-1799. È il caso, ad esempio, de l l a“ Ga z z e t t adiBol og na ”ed e l“ Gi or na l ee c c l e s i a s t i c ouni ve r s a l e ” ,de lc a ma l d ol e s e 6 Clemente Biagi, che ripropone nel 1799 il programma di difesa del primato papale e di alleanza di trono e altare. La vittoria di Napoleone nella battaglia di Marengo non risuscita gli antichi entusiasmi. Tr oppei l l us i onie r a noc a dut e ,ne l l ’ a ni mode ipa t r i ot i ,da l l ’ i ng e nuaf e dene ldi s i nt e r e s s ede i “ l i be r a t or i ”ea l l ’ a l t r e t t a nt oi ng e nuas pe r a nz adiunar a pi dac onve r s i onede l l ema s s ea i principi repubblicani. Nello stato di precarietà e confusione che caratterizza la vita pubblica ne l l as e c ondaRe pubbl i c aCi s a l pi na ,l as t a mpavi vea l l ag i or na t a .I l“ Re g ol a me nt odipol i z i a mi l i t a r epe rl ac i t t àdiMi l a no”e ma na t oi l21di c e mbr e2000pr e s c r i veaog nig i or na l i s t adi comunicare al comandante della piazza gli articoli che vorrà pubblicare, « per non c ompr ome t t e r el eope r a z i onide l l ’ Ar ma t a » . Non meno di quattordici giornali vedono la luce a Torino nei dieci mesi dalla battaglia di Marengo (giugno 1800) alla trasformazione del Piemonte in 27ª divisione militare francese. Ve ng onos oppr e s s i“ I lRe pubbl i c a nos a c r o-pol i t i c o” ,“ I lPa t r i ot as uba l pi no”e“ I lGi or na l e e c c l e s i a s t i c o” .Og nidi ba t t i t op o l i t i c o vi e neas pe g ne r s ipe rl os f a l da r s ide l l ec or r e nt i democratiche. Con la proc l a ma z i onede l l ’ I mp e r o,l as t a mpavi e nes ot t opos t aaunos t r e t t or e g i medi sorveglianza. Il decreto del 1° gennaio 1800 lascia in vita solo 13 giornali nel dipartimento della Senna a Parigi. In Italia la cinghia di trasmissione della volontà di Napoleone sono i prefetti che a volte trovano una concorrenza nelle autorità di polizia, e di queste frizioni si t r ovaun’ e c os ul l as t a mpa . Qua s it ut t iig i or na l ipi e mont e s i ,l i g ur i ,t os c a nier oma ni ,dopo l ’ a nne s s i onede iva r i di pa r t i me nt ia l l ’ I mpe r o,s onobi l i ng uios c r i t t ii nf r a nc e s e .La“ Ga z z e t t ade lPi e mont e ” , c hi us ane l1804,r i s or g ene lg i ug no1805c ome“ Cour r i e rdeTur i n”e dèbi l i ng uea f f i nc hé , c omes pi e g ai lpr e f e t t o,« e s pr i mal ar i uni onede l l eduena z i oni » .La“ Ga z z e t t adiGe nova ” pubblica gli atti ufficia l ine l l al i ng uade idomi na t or ieda l1809s ic hi a ma“ J our na lde Ge ne s ” . E l ’ oppos i z i onea nt i na pol e oni c a ?Es i s t e ?Comes is uoldi r e ,ba t t eunc ol po?Unode i pr i nc i pa l ic e nt r ièl ’ i s ol adiMa l t a ,dovet r ovar i pa r oVi t t or i oBa r z oni ,c hef ondag i o r na l i antifr a nc e s ic ome “ L’ Ar g o” e “ I lCa r t a g i ne s e ” .Es s ide ni g r a no Na pol e one ,e s a l t a no l ’ I ng hi l t e r r aepol e mi z z a noc onl as t a mpaf r a nc e s e .Ba r z onipubbl i c apoi“ I lGi or n a l edi Ma l t a ”( 1812-1813) ,i nf i ne“ LaGa z z e t t ade lg ove r nodiMa l t a ” .Al t r if og l ia nt i f r a nc e s i escono in Sicilia La Restaurazione (1815-1847) L’ e t àd e l l aRe s t a ur a z i one ,c hec omi nc i ac oni lCong r e s s odiVi e nnade l1815i lqua l es e g na l ac a n c e l l a z i onede l l ’ e r e di t àna pol e oni c aei lr i pr i s t i node lve c c hi opr i nc i pi odil e g a l i t à monastica in tutta Europa, èr a ppr e s e nt a t ai nI t a l i as opr a t t ut t odaunar i vi s t a :“ LaBi b l i ot e c a I t a l i a na ” .Vi e nef onda t adaGi us e ppeAc e r bi ,uomodic ul t ur api ut t os t ova s t aepol i g l ot t a (parla francese, inglese e tedesco), ferocemente antinapoleonico, nato nel Mantovano nel 1773. Acerbi corre a Vienna nel 1814 e segue il Congresso. Il governo austriaco del Lombardo-Ve ne t og l ia f f i dai lc ompi t odif onda r e“ LaBi bl i ot e c aI t a l i a na ” . Lo scopo del mensile era di fungere da organo di propaganda, un dissimulato ma accorto organizzatore del consenso, specialmente fra i ceti intellettuali della Penisola, senza però a ppa r i r ec omeun’ e s pr e s s i oneuf f i c i a l ede lnuovor e g i me .Bi s og na va« r e t t i f i c a r el eop i ni oni erronee sparse intutte le forme dal cessato governo», cioè quello napoleonico. Il giornale a ve val ’ i mpr i ma t urde lPr i nc i pediMe t t e r ni c h,i lt r i onf a t or ea lCong r e s s odiVi e nna .I l g ove r no a us t r i a c os t a nz i ane l l ’ i mpr e s ae di t or i a l e6. 000 l i r ea nnue ,unaf or t una .Tr ai redattori figurano il poeta Vincenzo Monti e Pietro Giordani. Più di quattrocento sono i letterati ingaggiati. Alessandro Manzoni e il giurista Giandomenico Romagnosi, invitati, si schermiscono con parole cortesi. 7 “ LaBi bl i ot e c aI t a l i a na ”e s c ef i n oa l1841,qua ndoc onf l ui s c ene l“ Gi or na l ede l l ’ I s t i t ut o Re g i oLomba r do” .Har a g g i unt ounadi f f us i oner a g g ua r de vol ene l l ’ i nt e l l i g e nt s i a( ne l1835 tirava 750 copie). Ha osservato Alessandro Galante Garrone: «Il suo finale estinguersi riflette in modo significativo il fallimento politico e culturale della Restaurazione in Italia. L’ a mbi z i os opr og r a mmai ni z i a l edia t t r a r r eas él ’ opi ni onei l l umi na t ade l l ape ni s ol a ,o almeno del Lombardo-Ve ne t o,s f r ut t a ndol as t a nc he z z ael ’ a vve r s i onea c c umul a t ac ont r oi l pesante dominio napoleonico, e di raccogliere fiduciosi consensi attorno alle vecchie monarchie legittime e al mondo austro-t e de s c o,nonr i e s c eame t t e r er a di c i .Seune f f e t t o“ La Bi bl i ot e c aI t a l i a na ”ot t i e ne ,s e mma i ,èque l l odis us c i t a r epe rr e a z i one ,l apr e c i s avol ont àdi opporre giornale a giornale, di dare voce a un latente spirito di opposizione». L’ oppos i z i onedis t a mpaa lr e g i mea us t r i a c o,na s c os t as ot t oi lve l a mede l l edot t r i nee t e nz onil e t t e r a r i e ,t r ovane l181 8i ls uoor g a none l“ Conc i l i a t or e ” ,c uidàvi t al anuova generazione romantica sospinta dalla magnetica parola di Madame de Stael. I nomi? Silvio Pellico, Ludovico di Breme, Pietro Corsieri, Giovanni Berchet, Federico Gonfalonieri, Luigi Porro Lambertenghi, Ermes Visconti, Giovanni Rasori, Giandomenico Romagnosi. Il programma della pubblicazione così lo delinea Silvio Pellico: «Lo scopo principale a ppa r e nt es a r àl adr a mma t i c a ,pr o f ondic omme nt is ul l ’ Al f i e r i ,pa r a g oned’ e s s oc onSc hi l l e r , Shakespeare, Calderon della Barca. Quindi i poemi e le storie come fonti del tragico, i romanzi, le novelle, gli aneddoti, come attinenti al comic o.I l“ f og l i oa z z ur r o” ,c os ì c hi a ma t oda lc ol or ea z z ur r i noc omi nc i aa dus c i r ei l3s e t t e mbr e1818.Muor ene l l ’ o t t obr e 1919, in seguito alle perentorie intimidazioni fatte a Pellico, che finirà nel carcere dello Spielberg e diventerà noto in tutta Europa pe ri ll i br o“ Lemi epr i g i oni ” . Sonopa l e s ene l“ Conc i l i a t or e ”l ’ i mpe g noc omba t t i voel ’ a mpi e z z adir e s pi r oc ul t ur a l ec on c uiig i ova nii nt e l l e t t ua l ic onc e pi s c onol ’ i ni z i a t i va .Ba s t ir i c or da r el ’ i mpe g nodiBr e mepe r l ’ I t a l i a ma dr i g a l e s c a ,l as ua c hi us ur a pr ovinciale, la «pettegola repubblica letteraria i t a l i a na » ,l a« l e t t e r a t ur ac a na g l i e s c a » .« L’ I t a l i a–scrive Breme –ha bisogno per risorgere, pe ri nt i mi di r eis uoic a r ne f i c i ,dic onos c e r el ’ i mme ns oc hevi a g g i ai nEur opa » .Ma da mede Stael, la scrittrice rifug i a t a s iaGi ne vr a ,èi lmi t oi dol a t r a t oda ig i ova nide l“ Conc i l i a t or e ” . Tr aic a r a t t e r idif ondode l l ’ i mp r e s ag i or na l i s t i c ae me r g ei nna nz i t ut t ol ’ i nc ont r of r aa l c uni e l e me n t ide l l ’ a r i s t oc r a z i al omba r d aeung r uppodii nt e l l e t t ua l ipi c c ol o-borghesi., uniti da una visione europea, moderna dei problemi di civiltà, con una coloritura di liberalismo. Durante i moti carbonari del 1820-21 emergono una stampa clandestina e una pubblicata a l l al uc ede ls ol e .Ec c ol i .A For l ìne l1819e s c ei l“ Qua dr a g e s i ma l eI t a l i a no”di Casotti e Farini di Russi, espressione della Carboneria romagnolam violentemente ostile allo Stato pontificio. Le idee politiche sono: un vago costituzionalismo e un vago aspirare a una c onf e d e r a z i onef r ag l iSt a t ide l l ape ni s ol a .Una l t r oor g a noè“ I lRa c c og l i t or eRoma g nol o” , c hes ipr e s e nt ac ome“ g i or na l es e mi pubbl i c o-critico-politico-piacevole-l e t t e r a r i ope rl ’ a nno 1820” .C’ èpoi“ L’ I l l umi na t or e ” ,c hef aa pe r t apr of e s s i onedil i be r a l i s moc os t i t uz i ona l e . L’ ul t i modique s t ig i or na l iè“ Not i z i eda lMondo.Ga z z e t t aI t a l i a naSt r a or di na r i a ” . Di maggiore rilievo sono i giornali apparsi a Napoli durante i moti del 1820-21.Inomi ?“ I l Gi or na l ede g l iAmi c ide l l aPa t r i a ” ,“ LaLuc e ” ,“ L’ Ami c ode l l aCos t i t uz i one ” ,“ Gl iAnna l i de lPa t r i ot t i s mo” ,“ L’ I mpa r z i a l e ” ,“ I lLi c e oCos t i t uz i ona l e ” ,l a“ Mi ne r vaNa pol i t a na ” ,“ LA Voc ede lPopol o” .Ec os ìvi a .I lpi ùi nt e r e s s a nt eèl a“ Mi ne r vaNa pol e t a na ” ,c ompi l a t ada Ca r l oTr oy a ,Gi us e ppeFe r r i g nieRa f f a e l eLi be r a t or e .I lg i or na l enonènél ’ or g a node l l a classe insediata al potere né della Carboneria. Essi non vedono mai intaccata la loro libertà di stampa, dicono sempre senza impacci quello che vogliono dire. I limiti sono connaturati in loro, non imposti dal di fuori. E questa è la g r a ndenovi t àde l l as t a mpai t a l i a nade l l ’ e poca. Chi si duole di questa libertà conquistata sul c a mpoèi lc l e r oc ont r or i vol uz i o na r i ona pol e t a no.L’ a pi c el ot oc c al ’ a r c i ve s c ovoLui g i Russo in una violentissima requisitoria contro la libertà di stampa. 8 I moti carbonari del 1820-1821 non rovesciano i governi assolutisti, ma per la prima volta il s i s t e made l l aSa nt aAl l e a nz as c r i c c hi ol ael ’ onda t ade l l ei ns ur r e z i oniede l l er e pr e s s i oni militari e poliziesche sconvolge un mondo che ancora nel 1819 sembrava consolidarsi in una a s s ol ut a qui e t e .L’ i nf l ue nz a sul piano della stampa periodica è duplice: in campo legittimista, con i giornali della reazione cattolica e in campo liberale. Il cattolicesimo più intransigente e retrivo risponde attraverso i propri giornali alla crisi cospirativa e rivoluzionaria che aveva squassato la Penisola. Di qui il carattere scopertamente o larvatamente politico di questa stampa, che pur si presenta con preminenti aspetti devozionali e apologetici. Pa dr eGi oa c c hi noVe nt ur ane l1821f ondaaNa pol ii lg i or na l e” Enc i c l ope di aEc c l e s i a s t i c a ” , c hes is c a g l i ac ont r oi lg ove r noc os t i t uz i ona l e .A Tor i nona s c e“ L’ Ami c i z i ac a t t ol i c a ” . Ne l l ’ I t a l i ame r i di ona l ec ompa r el ’ ” Ami c od’ I t a l i a ” ,pa l a di node lpr i nc i pi odil e g i t t i mi t à dinastica. Sono riviste spesso dipinte come totalmente conformiste, ma la Santa Sede non sempre gradì quel loro atteggiamento di gladiatoria intransigenza. E anche i sovrani non furono sempre pronti a riconoscere la gladiatoria intransigenza. Erano riviste soporifere e di scarsa risonanza. Oltre alla risposta reazionaria cattolica, i moti del 1820-21 provocarono una risposta della stampa liberale. Dalla riflessione per il fallimento dei moti rivoluzionari delle Due Sicilie e de lPi e mont eaFi r e nz ena s c el ’ ” Ant ol og i a ,g i or na l edis c i e nz e ,l e t t e r eea r t i ” ,f onda t oda Gian Pietro Viesseux, nato nel 1779 a Oneglia da una famiglia di origine ginevrina. Nel 1819 Viesseux fonda a Firenze un gabinetto di lettura. Si incontra il fior fiore della cultura t os c a naei t a l i a na ,vis il e g g onol epr i nc i pa l ir i vi s t ee ur ope ec omel ’ ” Edi nbur g hRe vi e w” ,i l “ J our na lde sSa va nt s ” ,i l“ Me r c ur edeFr a nc e ” ,l a“ Re vueEnc y c l opé di que ” .Sulg i or na l e viene pubblicato un progetto di unione federale della Penisola. La censura del Granducato i mpe di s c eaVi e s s e uxdipubbl i c a r el apoe s i a“ I lCi nqueMa g g i o”di Manzoni. Al t r ig i or na l il i be r a l is ono“ Gl iAnna l idiComme r c i o”aMi l a no,“ Gl iAnna l iUni ve r s a l idi St a t i s t i c a ” ,c heda l1827hac o medi r e t t or eGi a ndome ni c oRoma g nol i ,g i ur i s t a ,f i l os of o, economista e, oggi si direbbe, politologo. Tra i collaboratori compare Carlo Cattaneo,. A Ge novae s c e“ L’ I ndi c a t or eGe nov e s e ” ,f og l i oc omme r c i a l edia vvi s i ,i ndus t r i aediva r i e t à , che è un soffio di aria nuova nel giornalismo italiano della Restaurazione. Vi appaiono le prime recensioni di libri scritte da Giuseppe Mazzini. Sui giornali si manifesta la funzione rivoluzionaria del democratismo e del mazzinianesimo, premessa della rivolta contro l ’ Aus t r i a . I moti del 1831, la cui figura principale è quella di Ciro Menotti, hanno un programma che mira a realizzare libertà costituzionali, riforme amministrative ed economiche e alla laicizzazione dello Stato e determinano il sorgere di una serie di giornali che escono a Bol og n a ,Mode na ,Ra ve nna ,For l ìea l t r ec i t t àde l l ’ I t a l i ac e nt r a l e .Ti t ol ic ome“ I lMo n i t or e Bol og n e s e ” ,“ I lMode r noQuot i di a noBol og ne s e ” ,i l“ Pr e c ur s or e ” ,“ LaPa l l a deI t a l i a na ” ,“ La Se nt i ne l l ade l l aLi be r t à ” .Mai lg i or na l edig r a nl ung api ùi mpor t a nt edit ut t ièl ar i vi s t a“ La Gi ovi neI t a l i a ”l a nc i a t aaMa r s i g l i adaGi us e ppeMa z z i nine l1832.Da ig i or na l ide l1831 la s e pa r auna bi s s o.L’ or i g i na l i t àd iMa z z i nièdia t t i ng e r ec opi os a me nt ea lma r e g g i a r edi sdegni, ripensamenti critici, invettivi, propositi di rivincita degli emigrati sconfitti e di ricavare da tutto questo un programma immediato per il futuro. I suoi articoli da tutto ciò traevano un inconfondibile accento, del tutto nuovo nella storia del nostro giornalismo; erano «opera di apostolato» e, prima ancora, di azione. Negli anni che seguono, fino al moto delle riforme e ai primi editti di liberalizzazione della s t a mpa ,s ia s s i s t ea lg r a dua l er a f f or z a r s ide l l ’ of f e ns i val i be r a l e . ,s ol l e c i t a t adaunas e mpr e più diffusa aspirazione al progresso economico-sociale, con una netta prevalenza delle c or r e nt imode r a t es uque l l ede moc r a t i c he .A muove r ea l l ’ a t t a c c ode l l ’ ” Ant ol og i a ”f i l oa us t r i a c as onot e s t a t ec omei l“ NuovoGi or na l eLi g us t i c o”diGe nova ,l emode ne s i“ Lavoc e de l l aVe r i t à ”e“ L’ Ami c ode l l aGi ove nt ù” ,l a“ Voc ede l l aRa g i one ”diPe s a r o.L’ Aus t r i a 9 preme sul Granducato di Toscana invocando misure di repressione e censura nei confronti dei fogli più arditi. A Torino Giuseppe Pomba, tipografo-editore (fonda quella che oggi è la c a s ae di t r i c eUt e t )i nt e r pr e t al ’ a c c r e s c i ut as e t edic ul t ur ade l l ac l a s s eme di a . L’ a z i o n ei nPi e mont epr e ndel af or made l l as t a mpaliberale, che comincia a incalzare re Carlo Alberto chiedendo più voci, sempre più ricche di varietà di ogni genere. Il sovrano r i s pondene l1834t r a s f or ma ndol ’ uf f i c i os aes mor t a“ Ga z z e t t aPi e mont e s e ”dat r i s e t t i ma na l e in quotidiana, dando più spazio alle rubriche di scienze, lettere e arti e affidando la direzione a Felice Romani, più brioso e colto del suo predecessore. Lat r a s f or ma z i onede l l a“ Ga z z e t t a ”vi e neac oi nc i de r ec onunr a pi doe s pa nde r s ide l l as t a mpa periodica in Piemonte. Ricordiamo titoli come“ I lFol l e t t o”( 1837) ,“ Fur e t t o”( 1 838) , l ’ i ns i pi d o“ Annot a t or ePi e mont e s e ” ,i l“ Pol i g r a f oTor i ne s e ”( 1839) ,i l“ Mus e os c i e n t i f i c o, l e t t e r a r i o ea r t i s t i c o” ( 1839)di r e t t o da Lui g iCi c c oni ,e s opr a t t ut t oi l“ Me s s a g g i e r e Tor i ne s e ”( 1835)diAng e l oBr of f e r i o.Que s t ipol e mi z z ac onRoma niel a“ Ga z z e t t a ”e d e s a l t ai l“ Pol i t e c ni c o” diCa r l o Ca t t a ne o.A Ge nova a s s i s t i a mo a lr a f f or z a me n t o de l “ Cor r i e r eme r c a nt i l e ” .A Na pol i ,dopoi l1830,i nc oi nc i de nz ac onl ’ a vve nt oa lt r onodi Ferdinando II, si ha una dilagante f i or i t ur adig i or na l i .Ci t i a mo“ LaFa r f a l l a ” .“ L’ Omn i bus ” , “ L’ I ndu s t r i a l e ” ,“ I lNuovoDi og e ne ” ,“ I lVe s uvi o” ,“ I lFol l e t t o” ,mac enes a r e bbe r ot a nt i altri. Torniamo in Lombardia. Il sempre più evidente affiorare di un impegno politico in senso liberale ne l l at r a t t a z i onedia r g ome nt it e c ni c i ,l ’ e me r g e r ediuni mpe g nos e mpr epi ùa p e r t oe c omba t t i vo,l ’ e l us i onede l l ac e ns ur ade lg ove r node lLomba r do-Veneto si caratterizzano come un mare in piena. Certi temi per lo meno scabrosi riescono a penetrare perfino ne l l ’ uf f i c i a l e“ Ga z z e t t adiMi l a n o”ene l l ’ ” Appe ndi c e ” .I l“ Gi or na l edig i ur i s pr u d e nz a pr a t i c a ”os pi t ai lpr i mog r a ndel a v or odiCa t t a ne os ul l e“ I nt e r di z i onii s r a e l i t i c he ” .Lar a pi da e vol uz i onede lg i or na l i s mol omba r dos ir i s pe c c hi ane l l a“ Ri vi s t ae ur ope a ”di Carlo Tenca, che si abbevera tanto a Cattaneo quanto a Mazzini. I nque g l ia nni ,l ave t t ade lg i or na l i s mol omba r doèt oc c a t ada l“ Pol i t e c ni c o”diCa r l o Cattaneo (1839-1844) .I ndi me nt i c a bi l e una s ua de f i ni z i one dig i or na l i s mo “ I os ono giornalista; il che vuol dire uomo che sta lì al giorno al giorno. Le cose della settimana scorsa per me sono cose morte, stramorte, antiche come le mummie». Per lui il giornalismo significa impegno civile, sdegno delle vanità letterarie e di vacue metafisicherie. Lo scopo de l“ Po l i t e c ni c o”èt ut t opr a t i c o:« Sus s i di oa lf a r epi ut t os t oc hea l l ’ a s t r a t t os a pe r e » .Ca t t a ne o punta tutte le sue speranze sulla nuova classe borghese, che doveva «trasformare la natura c onl ’ i ndus t r i aeuni f i c a r ei lmond odi vi s oc oni lc omme r c i o» . Uno de ipe r i odi c ipi ùi mpor t a nt idi ve nt ada l1837aTor i no“ Le t t ur ePopol a r i ”diLor e nz o Va l e r i o ,c hevi a g g i amol t one l l ’ Eur opac e nt r a l eeor i e nt a l eedi ve nt auna pos t ol ode l l a na z i ona l i t à , de l l ’ i ndi pe nde nz a de i popol i , un pr opa g a ndi s t a de l mondo s l a v o e de l l ’ a r r e t r a t e z z ade l l ema s s ec ont a di ne .Lo ve di a mo a l l ’ ” Er i da no” ,a l“ Te l e g r a f o” ,a l l a “ Ga z z e t t aPi e mont e s e ” ,dovec omi nc i aas c r i ve r ea nc heCa mi l l oCa vour ,r i e nt r a t oaTor i no ne l1843da is uoivi a g g ia l l ’ e s t e r o.Ne l1846r i ve di a moi na z i oneGi us e ppePombac ondue pe r i odif i g l ide lnuovoc l i ma :“ L’ Ant ol og i aI t a l i a na ”ei l“ Mondoi l l us t r a t o” .I l15ma r z o 1847,l ’ e f f e r ve s c e nt es pi r i t opub bl i c os t r a ppal ’ e di t t os ul l as t a mpaaPa paPi oI X.Ne l Granducato di Toscana la legge sulla libertà di stampa è promulgata il 7 maggio 1847. Il biennio rivoluzionario 1848-1849 Ig i or n a l ipi ùi mpor t a nt ide lpe r i o doaTor i nos onot r e“ Conc or di a ” ,“ Me s s a g g i e r eTor i ne s e ” diAng e l oBr of f e r i oe“ Ri s or g i me n t o” ,il cui principale articolista è Camillo Cavour. Il tema principale è la riforma elettorale del Parlamento del Regno di Sardegna. Tutti salutano con e nt us i a s mol ade c i s i onediCa r l oAl be r t odidi c hi a r a r el ag ue r r aa l l ’ Aus t r i ai l23ma r z o1848 (Prima guerra d’ i ndi pe nde nz a ) .Ig i or na l imode r a t il i be r a l is os t e ng onol at e s idiun’ I t a l i ade l 10 Nord riunificata sotto lo Stato sabaudo. Nella prima parte del 1848 prende corpo in Piemonte una stampa periodica provinciale bisettimanale e trisettimanale (la cui tradizione s ièma nt e nut af i noa ig i or ninos t r i ) ,r a ppr e s e nt a t adar i vi s t ec omel a“ Ga z z e t t adiCune o” . Mentre gli eserciti combattevano, i giornalisti contendono sui temi politici del momento: l ’ a mpi e z z ade ipot e r ide l l aCos t i t ue nt e ,l aque s t i onede l l ac a pi t a l ede l Regno, il problema de lr e g i met r a ns i t or i ode l l aLomba r di a .A Tor i nol ’ a c ui r s ide lc onf r ont ot r amod e r a t ie democratici ha il suo riscontro sul piano giornalistico nella netta contrapposizione tra il l i be r a l e“ Ri s or g i me nt o”ei lf i l o-ma z z i ni a no“ Me s s a g g i e r eTor i ne s e ” ,c i oèf r aCa voure Brofferio. Nella seconda metà del 1848, nella capitale piemontese, due nuovi giornali si distinguono ne lvi va c i s s i mopa nor a madit e s t a t ea ppe nas or t e .Sonol a“ Ga z z e t t ade lPopol o”( c hea vr à una lunga gloria e chiuderà i ba t t e nt is ol t a nt one l1981)el ’ ” Ar moni ade l l ar e l i g i onec onl a c i vi l t à ” , c hes is c hi e r a nos uduef r o nt ic ont r a ppos t i . La“ Ga z z e t t ade lPopol o”a ppa r ei l16g i ug no1848,f onda t adaGi ova nniBa t t i s t aBo t t e r o, medico di Nizza, concittadino di Garibaldi, e dal compositore Felice Govean. Bottero mira da subito alla conquista di un mercato popolare, puntando sul basso prezzo e la vivacità. Scrive Bottero: «Partito non abbiam nessuno, opinioni quelle dei galantuomini». Pol i t i c a me nt el a“ Ga z z e t t a ”s is e g na l ape ri l suo avanzato liberalismo e si colloca a metà s t r a dat r ai l“ Ri s or g i me nt o”e“ Conc or di a ” . Or g a node ic a t t ol i c ic ons e r va t or ièi nve c el ’ ” Ar moni a ” mc hec omi nc i al epubbl i c a z i onii l4 luglio 1848 (diventerà quotidiana nel 1856), per iniziativa del teologo Guglielmo Audisio, del vescovo di Ivrea Luigi Moreno, del marchese Carlo Emanuele Birago di Vische, di Gaetano Alimonia e di Gustavo Benso di Cavour, fratello di Camillo. Il programma è di stretta obbedienza al pontefice e afferma che qualsiasi ordinamento deve porsi sotto l ’ a ut or i t àde l l aChi e s a . A Genova, i gruppi democratici hanno un orientamento più radicale di quelli piemontesi. Compa i onof og l ic omei l“ Ba l i l l a ”ei l“ Di a r i ode lPopol o” .I l“ Ba l i l l a ”a dot t aimot t i ma z z i ni a ni“ Uni t àDi o-popol o” . A Torino, i nt a nt o,c oni lmi ni s t e r ode l l ’ a ba t eVi nc e nz oGi obe r t i ,c os t i t ui t os ii l15di c e mbr e 1848 in seguito alle dimissioni del gabinetto Pinelli, si ha la confluenza Giobertidemocratici e questo fatto ha rilevanti implicazioni sulla stampa periodica. Gioberti tende a realizzare un accordo dei vari sovrani in una confederazione egemonizzata dal Piemonte e richiede quindi il rovesciamento dei governi democratici andati al potere a Firenze e a Roma. Concentriamo ora la nostra attenzione sulla stampa del 1848-1849 in Lombardia, tralasciando inevitabilmente i paralleli sviluppi nel resto della Penisola. Nei pochi mesi tra le Cinque Giornate e il ritorno degli Austriaci i giornali sono il principale strumento della vita politica, che si sviluppa intensa a Milano e nel resto della Lombardia. Organo ufficiale del Gove r n opr ovvi s or i o,c hes ide f i ni s c ei ns e ns os e mpr epi ùmode r a t o,èi l“ 22Ma r z o”c he viene pubblicato dal 26 marzo al 3 agosto 1848. Ma la linea è unitaria. La redazione viene affidata a Carlo Tenca, che lo r i c o r di a modi r e t t or ede l l ac e s s a t a“ Ri vi s t aEur ope a ” ,i nque l mome nt oa s s a ia pe r t oa l l ’ i nf l ue nz ade l l ei de ede moc r a t i c heema z z i ni a ne .Vis c r i vono contemporaneamente sostenitori di Re Carlo Alberto, carbonari e mazziniani. Una chiara coloritura moderata in c hi a vene og ue l f aa s s umei lt r i s e t t i ma na l e“ Pi oI X” ,di r e t t o da l l ’ i s t r i a noVi nc e nz oDeCa s t r o,c hedi vi e neor g a node lCi r c ol opa t r i ot i c oec ont r a s t al e t e nde nz er e pubbl i c a ne .Al“ Pi oI X”s uc c e dei lquot i di a no“ Avve ni r ed’ I t a l i a ” ,c hepur ma nt e n e ndol ’ a t t e g giamento critico verso i repubblicani non risparmia censure al Governo provvisorio per le sue incertezze e il suo isolamento dalle masse popolari. Sostenitore de l l ’ uni onec oni lPi e mont eea nt i r e pubbl i c a noèi lbi s e t t i ma na l e“ I lCr oc i a t o”diCr i s t i na Belgioi o s o,c hes ic ont r a pponeaMa z z i niqua ndoque s t idavi t aa l l ’ ” I t a l i ade lPopol o” . 11 Las e r i ede ig i or na l ir e pubbl i c a nièa pe r t ada l“ Lomba r do” ,quot i di a nodibr e vi s s i madur a t a r e da t odaRoma nieLa ve l l i .Vièpoi“ LaVoc ede lPopol o” ,quot i di a noa5c e nt e s i mi, che c os t i t ui s c eunade l l ee s pe r i e nz epi ùi nt e r e s s a nt ide lg i or na l i s mol omba r do.La“ Voc e ” , espressione di Mazzini, afferma però la sua obbedienza al Governo provvisorio nato dalle Ci nqueGi or na t epoi c héMa z z i nidaPa r i g is ubor di naa l l ’ obi e t t i vouni t a r i o della guerra a l l ’ Aus t r i al edi s c us s i onis ulf ut ur oa s s e t t oi s t i t uz i ona l e .Vis onopoiunas e r i er i c c hi s s i madi testate minori. Un’ i ns i s t e nt ea t t e nz i ones ut ut t ig l ior g a nil omba r diède di c a t aa it e midina t ur as oc i a l e , come riflesso alle tensioni manifestatesi nelle città e nelle campagne. Quando le sorti della guerra precipitano e si fanno più manifesti i segni di malcontento nelle campagne, anche alcuni giornali democratici danno spazio agli avvenimenti nelle realtà rurali, più sensibili alle ragioni de l l ’ Aus t r i a . L’ Uni t àd’ I t al i aei lLi be r al i s mo L’ uni f i c a z i one na z i ona l e por t aa l l ’ e s t e ns i one a t ut t al a Pe ni s ol a de ipr i nc i pil i be r a l i c ont e nut ine l l ’ Edi t t os ul l as t a mp apr omul g a t odaCa r l oAl be r t oi l26ma r z o1848.I lnuovo ordinamento statuale italiano riconosce la libertà di stampa e il diritto di pubblicare periodici eg i or na l is e nz abi s og nod’ a ut or i z z a z i one . Eve nt ua l ia bus iei l l e c i t is onoc o l pi t ime di a nt el ’ a ppl i c a z i onedis pe c i f i c ipr ovve di me nt i contemplati dalla legge sulla stampa e, in caso di reati altrimenti previsti, con il ricorso alle norme comuni del codice penale. In particolare viene punita qualsiasi offesa o istigazione a commettere reato contro gli istituti rappresentativi, i capi delle potenze estere, il personale diplomatico, nonché contro i culti, il buon costume e il diritto di proprietà. Il giudizio è de ma nda t oa l l ama g i s t r a t ur ad’ a p pe l l o,a s s i s t i t adaunag i ur i adif a t t o.Lenuoven or me eliminano la prassi in vigore in alcuni Stati fondata sulla concessione governativa. Il principio non esclude però forzature e manomissioni. Le autorità di polizia e la ma g i s t r a t ur at e ndonoaf or z a r el os pi r i t ode l l al e g g e .I lmi ni s t e r ode l l ’ i nt e r nos ia r r og al a pretesa di autorizzare la pubblicazione, e non semplicemente di prendere atto della dichiarazione degli interessati a farlo. I lme r c a t oe di t or i a l eède bol e .L’ a na l f a be t i s mone l1861èdiol t r ei l74%,c onpunt emi ni me del 42-45% in Piemonte e Lombardia. Il diritto di voti attivo e passivo è limitato al 2% della popolazione. I bassi redditi e le scarse possibilità di mobilità sociale creano ulteriori diaframmi tra stampa e pubblica opinione. I giornali vengono venduti dai botteghini e dalle l i br e r i e ,pr e va l el ’ a bbona me nt oa l l a ve ndi t a di r e t t a e ne l1873 s ic ont aun g i or na l e , quotidiano o periodico, ogni 24 mila abitanti. I giornali di Torino e Milano continuano ad essere i più diffusi e influenti. Il passaggio della capitale a Roma nel 1870 non comporta lo sviluppo colà di iniziative editoriali. Al centro prevalgono solo i giornali di Firenze. Malgrado il severo controllo esercitato da prefetti e que s t or i ,un g i or na l ea g g r e s s i v oc ome l a“ Ga z z e t t a diMi l a no” c on l e de nunc e di s pe c ul a z i oner i e s c eaf a rc a de r el ’ a mmi ni s t r a z i onec omuna l edide s t r ade lc ont eAnt oni o Beretta. Particolarmente importante diventa la casa editrice di Raffaele e Edoardo Sonzogno, sorta ne l181 8,c hel a nc i ai lquot i di a no“ I lSe c ol o”ne l1866aMi l a no,dit r a di z i onea ut onomi s t i c o r e pubbl i c a na ,pr e s t odi ve nut oi lpi ùdi f f us oquot i di a noi t a l i a no.“ I lSe c ol o”s oppi a nt a“ I l Pung ol o”che fino al 1870 è stato il padrone incontrastato di Milano. Per quanto abbia alle spalle editori di grandi tradizioni come i fratelli Civelli, proprietari di vari giornali a Firenze eVe r o n a ,i lquot i di a nol i be r a l e“ LaLomba r di a ” ,na t one l1859,nons f onda. Né ha più s pa z i oi lquot i di a nodie s t r e mas i ni s t r a“ I lLomba r do” ,diFe l i c eCa va l l ot t i ,f onda t one l 1871. 12 Gli ambienti conservatori e il patriziato agrario milanese riconoscono come loro giornale “ LaPe r s e ve r a nz a ” ,di r e t t ada l1 8 66daRug g e r oBong hi ,r elatore nel 1871 del disegno di l e g g ed e l l eg ua r e nt i g i eeda l1847mi ni s t r ode l l apubbl i c ai s t r uz i one .“ LaPe r s e ve r a n z a ”s i batte contro la frantumazione della Destra tra partito piemontese e toscano, con lo spostamento della capitale da Torino a Firenze. E contribuisce a fare dello schieramento moderato lombardo il gruppo più ortodosso e coerente del partito conservatore. È comunque la stampa piemontese a esprimere per lungo tempo motivi e istanze rigidamente regionalistici. Il giornalismo piemontese, che è stato il primo vivaio della s t a mpai t a l i a nadur a nt ei lde c e nni oc a vour r i a no,dopol ’ Uni t àpr og r e s s i va me nt es ii s ol a .A g i or na l ic omel amode r a t a“ Ga z z e t t ade lPopol o”e“ LaDi s c us s i one ”diPi e rCa r l oBo g g i o, i nc uil ’ e r e di t àr i s or g i me nt a l ea s s umec ol or i t ure fortemente cavourriane, si contrappone dal 1861“ LaSt a mpa ”( diRug g e r oBong hi ,Pa ul oFa mbr i ,Si l vi oSpa ve nt aea l t r ie s pone nt i mode r a t i ,c oni lde l i be r a t opr opos i t odi“ ne ut r a l i z z a r el ’ i nf l ue nz api e mont e s ene lg ove r no”e quindi di rottura ai vertici del blocco moderato. La“ Ga z z e t t ade lPopol o”diGi o va nBa t t i s t aBot t e r os of f i as ulf uoc oe de c c i t al api a z z a c ont r o“ l ac ons or t e r i at os c o-e mi l i a na ”a l l ’ e poc ade l l os pos t a me nt ode l l ac a pi t a l edaTor i noa Fi r e nz e .Bot t e r or i ma nef i noaol t r el ’ Ot t a nt al af i g ura più singolare e rappresentativa de l l ’ i nt e r as t a mpai t a l i a na .I lg i or na l er a g g i ung el e20mi l ac opi e ,quot i di a noi t a l i a nopi ù diffuso. È anche il giornale della Sinistra, per le simpatie accordate a Garibaldi che si era opposto alla cessione di Nizza alla Francia e a Francesco Crispi. I nt a nt one lf e bbr a i o1867na s c eaTor i noi lquot i di a no“ Ga z z e t t api e mont e s e ” ,diVi t t or i o Be r s e z i o.A Fi r e nz es ia f f e r ma“ LaNa z i one ” ,f onda t ane l1859da lmode r a t ou ni t a r i o Bettino Ricasoli. Roma, invece, pur capitale non riesce a imporre un proprio primato culturale liberale. Le iniziative principali sono in campo cattolico: il 17 ottobre 1870 risorge “ L’ Os s e r va t or eRoma no” ,or g a node l l aSa nt aSe de( c heès t a t of onda t one l1849) .Tr ai nuovi giornali cattolici intransigentii lpi ùa ut or e vol eè“ LaVoc ede l l aVe r i t à ” . Un solco sempre più profondo si stabilisce dal 1866-67 fra la stampa della Sinistra storica, dioppos i z i onec r i t i c ac os t i t uz i ona l e , eig i or na l ide moc r a t i c ier e pubbl i c a ni ,c ome“ La Ri vi s t aRe pubbl i c a na ”diAr cangelo Ghisleri e Alberto Mario dal 1878, che recupera il f e de r a l i s modiCa r l oCa t t a ne o.A Mi l a nona s c ene l1867i l“ Ga z z e t t i nor os a ” ,g a r i ba l di no, violentemente repubblicano. L’ a vve nt ode l l aSi ni s t r aa lpot e r ene lma r z o1876c onAg os t i noDe pr e t i spr ovoc aimportanti mut a me nt ine l l ’ or g a ni z z a z i one de l l as t a mpa .È i mpos s i bi l es e g ui r et ut t el es i ng ol e evoluzioni a Torino, Milano, Genova, Venezia e altre città, dove testate moderate e de moc r a t i c hes if r ont e g g i a no.A Mi l a nos if ondono“ Ga z z e t t adiMi l a no”e“ Se c ol o”di Edoa r d oSonz og no.A RomaDe pr e t i sc r e ai lpr opr i of og l i o“ I lPopol oRoma no” .ATor i no l a“ Ga z z e t t ade lPopol o”ède pr e t i s i a nae“ Ga z z e t t api e mont e s e ”mode r a t a . I nt a nt oaMi l a none l1876na s c ei l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ” ,c hemi l i t ai na r e amode r a t a .Ma il mondo politico-giornalistico è scosso da ben altri eventi, come lo scandalo Oblieght, scoppiato nel 1882, protagonista il finanziere di origine ungherese Eugenio Oblieght che, c onl ’ a i ut ode l l ’ e x-mi ni s t r ode l l ’ i nt e r noNi c ot e r ac e r c adipr i va t i z z a r el ’ a g e nz i a“ St e f a ni ” . Si profilano manovre clericali. Alla fine Oblieght rinuncia. Nel 1893 lo scandalo della Banca Romana fa emergere sovvenzioni illecite a decine di g i or na l i .I nt a nt o,l a“ Ga z z e t t ade lPopol o”s is e g na l ac omei lpr i mog i or na l ei t a l i a noa ma nda r euni nvi a t os pe c i a l e ,a l l ’ i n a ug ur a z i onede lCa na l ediSue zne l1869.RomaeNa pol i sono le piazze dove più attive sono le campagne giornalistiche a sostegno della politica coloniale in Africa. I giornali si dividono in pro e contro le spedizioni coloniali in Somalia e dEr i t r e a .Fr ai l1894e1896t r aipr i nc i pa l ig i or na l ii t a l i a nis is e g na l a“ LaTr i buna ”di Roma, uscita malconcia dallo scandalo della Banca Romana. Collaboratori come Gabriele D’ Annunz i oda nnol us t r oa lg i or na l e . 13 In coincidenza con le imprese coloniali a Milano si gioca la partita decisiva per la s upr e ma z i at r a“ I lSe c ol o”ei l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”diEug e ni oTor e l l i -Viollier, a partire dal 1880.Ac ol pidii nvi a t iaMa s s a ua ,nuovema c c hi ner ot a t i ve ,s e r vi z it e l e g r a f i c iI l“ Co r r i e r e ” si s c hi e r ape runapol i t i c adii nf l ue nz ade l l ’ I t a l i ane lMe di t e r r a ne oes pe nde18mi l al i r e ,pa r i a g l is t i pe ndide l l ’ i nt e r ar e da z i onepe runa nno,pe rma nda r el ’ i nvi a t oVi c oMa nt e g a z z ai n Af r i c adopol ’ e c c i di odiDog a l i . Nel 1887 si contano in Italia ben 145 quot i di a ni .Be r s e z i oa l l a“ Ga z z e t t api e mont e s e ” i na ug u r al af or mul ade l l ’ i ns e r t ol e t t e r a r i o.AVa r e s ene ldi c e mbr e1891“ LaPr e a l pi na ” ,na t a il 2 dicembre 1888 come bisettimanale, diventa quotidiano. A Milano nel luglio 1892 nasce l ’ ” Ava nt i ! ” ,por t a voc e e tribuna ufficiale del partito socialista, diretto da Camillo Pr a mpol i ni .I nt ut t aI t a l i as idi f f ondonoif og l is oc i a l i s t iema r xi s t i .L’ a l l a r g a me nt ode l suffragio elettorale nel 1882 dà il voto a operai e contadini e rende inevitabile profonde trasformazioni della stampa. Le cannonate di Bava Beccaris sulla folla a Milano nel 1898 e il ministero reazionario Di Rudi nìpr ovoc a nol ac ont r a ppos i z i onet r aiduepr i nc i pa l ig i or na l ide lnor d:“ LaSt a mpa ”di Al f r e doTr a s s a t iaTor i noei l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”diMilano, dove Torelli-Viollier si era di me s s ope rl epr e s s i onie de r adi v e nt a t odi r e t t or ei ls upe r c ons e r va t or eDome ni c oOl i va .“ La St a mpa ”i nvoc ar i f or mepe rdi s i nne s c a r el ami c c i ade lma l c ont e nt ode ic e t ipi ùumi l i .I l secondo, invece, invoca il superamento della legge elettorale perfermare la marea montante del popolo. Dopo la sconfitta della reazione, il 17 maggio 1900 Luigi Alberini riesce a pubblicare un editoriale di critica al direttore Oliva e a capovolgere la tendenza c ons e r va t r i c ea l“ Cor r i e r e ” . Il Nov e c e nt opor t al ar i duz i onede l l ’ a na l f a be t i s mo,l ’ a ume nt ode l l apopol a z i one ,pr of onde innovazioni tecniche ed editoriali nei giornali. Milano, Torino, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma e Napoli sono le piazzeforti della stampa italiana. È tempo ora di introdurre la figura di Luigi Albertini, uno dei grandissimi del giornalismo i t a l i a no.È Al be r t i nic hea s s umel ag ui dadiun“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”na t one l l ’ e s t r e mo autunno della Destra, cresciuto con alterna fortuna fra le diffidenze al colonialismo di Crispi e le simpatie iniziali per Pelloux, e ne fa un grande quotidiano attestato su posizioni liberali e di statura europea. L’ I t al i adiGi ol i t t i Al be r t i nièg i unt oa l“ Cor r i e r e ”nel 1896 trovandovi un giornale conservatore moderato, liberista in economia, fedele alla Triplice Alleanza Italia-Austria Ungheria- Prussia. Alla f i nede ls e c ol o,i nt a nt o,c omi nc i ai ll ung ope r i ododiGi ova nniGi ol i t t ia l l ag ui dade l l ’ I t a l i a . E ne l l ’ I t a l i ag i ol i t t i a nal ’ a r i s t oc r a t i c o,dot t r i na r i oemor a l i s t aLui g iAl be r i ni ,i nt e r pr e t ee continuatore delle idealità etico-politiche e intellettuali della Destra storica. Imbocca de c i s a me nt el avi ade l l al ot t as e nz aqua r t i e r ec ont r oi l“ s i s t e maGi ol i t t i ” .If i nanziatori pr i nc i pa l is onot r e :i lc ot oni e r eBe ni g noCr e s pi ,l ’ i ndus t r i a l ede l l ag ommaGi ova nBa t t i s t a Pirelli e il fabbricante di tessuti Ernesto De Angeli. Innumerevoli le innovazioni, e mbl e ma t i c aque l l ade l l a“ t e r z apa g i na ”ne l1905. Un altro gigante del g i or na l i s moèAl be r t oBe r g a mi ni ,di r e t t or ede“ I lGi or na l ed’ I t a l i a ”c he e s c eaRomaene ls udea s s umeda l1901l os t e s s or uol ode l“ Cor r i e r e ”a lnor d,que l l odi critico feroce del giolittismo, guida spirituale della borghesia moderata e conservatrice meridionale. Tra i collaboratori figurano nomi altisonanti della politica come Sidney Sonnino, il futuro ministro degli esteri Di San Giuliano, lo storico meridionalista Giustino For t una t o.I l“ Gi or na l e d’ I t a l i a ”i nnova c onc e de ndo l a r g his pa z ia l l al e t t e r a t ura, alla monda ni t à ,a ldi vi s mo,a l l ’ i ndi s c r e z i oneg a l a nt e . A que s t opunt obi s og napa r l a r ede lt e r z og r a ndepr ot a g oni s t ade lg i or na l i s mod’ i ni z i o Nove c e nt o:i ldi r e t t or ede“ LaSt a mpa ”Al f r e doFr a s s a t i .I lquot i di a not or i ne s es ot t ol as ua 14 gestione diventa un’ i mpr e s ae di t or i a l emode r nadis t a mpoe ur ope o,i s pi r a t aa lmode l l o t e de s c o( me nt r ei l“ Cor r i e r e ”g ua r da va a l“ Ti me s ”l ondi ne s e )e ,s ulpi a no pol i t i c o, strettamente associata al giolittismo. Inizia una fase esaltante della storia del giornalismo, un periodoc a r a t t e r i z z a t odaunl un g hi s s i mo“ de r by ”t r aAl be r i nieTr a s s a t i ,l ’ unope r vi c a c e oppos i t or eel ’ a l t r of e de l i s s i mos os t e ni t or e .ConFr a s s a t i“ LaSt a mpa ”s upe r al e10 0mi l a c opi e .L’ a l l i ne a me nt o de lg i or n a l eaGi ol i t t ida t ada lqua r t o mi ni s t e r o de l1906:“ La St a mpa ”s os t i e net ut t el es vol t ed e l l ’ ” uomodiDr one r o” ,da l l ’ a pe r t ur aa lpa r t i t os oc i a l i s t aa l patto con i cattolici. Ne lpr i moNove c e nt o,i nt a nt o,s ia s s i s t ea l l ac r e s c i t adipe s ode ig i or na l id’ i s pi r a z i one cattolica, rinnovatisi in parte o in tutto rispetto ai tradizionali motivi della stampa clericale post-unitaria. Al Congresso Cattolico Italiano di Pavia del 1894 si contano 26 quotidiani, la maggior parte di osservanza intransigente: quattro nel Veneto, cinque in Lombardia, tre in Piemonte e in Lig ur i a ,qua t t r oaRoma .Unas vol t as ihadopoi l1898:l ’ i nt e l l e t t ua l i t à cattolica si schiera nettamente contro il tentativo autoritario del capo del governo Pelloux sfociato nelle cannonate del generale Bava Beccarsi contro la folla a Milano. Fra tutte le t e s t a t ec a t t ol i c hei lr uol og ui das pe t t aa l“ Cor r i e r ed’ I t a l i a ” ,diRoma .Que s t o giornale, in occasione della guerra di Libia del 1911, si schiera decisamente a favore della s pe di z i o ne ,r e a l i z z a ndo pe rl apr i mavol t adopo qua r a nt ’ a nnida l l apr e s adiRomaun c onnub i od’ i nt e r e s s ic onl ac l a s s edi r i g e nt el i be r a l ec hea ve vaf a t t ol ’ I t a l i a .Èuns o s t e g no critico verso le tendenze nazionalistiche, ma pur sempre sostegno è. Un altro mondo, oltre a quello cattolico, si affacciava nella storia della stampa: quello na z i ona l i s t a ,e s pr e s s i onediun’ é l i t ec ul t ur a l e ,diunos t a t od’ a ni mot r a s f or ma t os ii npoc hi anni in un movimento solido e aggressivo, che spezza in due la vecchia classe dirigente l i be r a l e .I lquot i di a no c hei nt e r pr e t ai lmovi me nt o na z i ona l i s t aè“ L’ I de aNa z i o n a l e ” , fondato e diretto da Enrico Corradini nel marzo 1911. Con Papini e Prezzolino, Corradini avanza la candidatura a alfiere e interprete della rinascita borghese in funzione nettamente antisocialista e di opposizione altrettanto categorica al disegno giolittiano di allargamento de l l eb a s ide l l oSt a t o.Lag ue r r adiLi bi aèi lba nc odipr ovade l l ’ ” I de aNa z i ona l e ” . Al programma espansivo in politica estera si convertono, tra il 1913 e 1914, anche settori di stampa come quelli della Destra conservatrice, pur estranei alle matrici ideologiche del na z i ona l i s move r oepr opr i o.L’ oppos i z i onea ls i s t e mag i ol i t t i a noa s s umene l“ Gi or na l e d’ I t a l i a ”e s pr e s s i oninonmol t odi s t a nt ida l l et e nde nz ea ut or i t a r i ede l l ’ ” I de ana z i ona l e ” . I n que g l ia nniidi r i g e nt ide l l ’ Associazione agraria di Bologna e degli zuccherifici s e t t e nt r i ona l is c a l a no“ I lRe s t ode lCa r l i no”diBol og na ,dovel ’ a t t e g g i a me nt ode g l ia g r a r ie delle leghe contadine si radicalizza sempre di più. Conl ’ i nt r oduz i onede ls uf f r a g i ouni ve r s a l ema s c hi l ea l l eelezioni generali del 1913, che vedono il fallimento della mobilitazione dei clerico-mode r a t iel ’ a va nz a t ade is oc i a l i s t i , questo partito estende la sua area di intervento a tutta la Penisola. Tuttavia, contrariamente a quanto era avvenuto per i cattolici, alla presenza più massiccia e organizzata dei socialisti in Parlamento, nelle amministrazioni locali, nei sodalizi di categoria, non corrispond un’ a na l og apr e s e nz ane ls e t t or ede ime z z id’ i nf or ma z i one . L’ ” Ava nt i ! ” ,c hes ipr opone vadi“ f or ma r eunac ul t ur apopol a r edima s s a ” ,s ir i vol g e a l l ’ a r i s t oc r a z i aope r a i a .Dif a t t os f ug g ea lquot i di a nos oc i a l i s t al ’ i mpor t a nz ade l l al e t t e r a t ur a c omeme z z odidi vul g a z i onede l l ’ i de ol og i aal i ve l l odima s s a ,c her i ma nec os ìa ppa nn a g g i o de l l ec o r r e nt id’ oppos i z i onede moc r atica. La crescita delle lotte operaie è accompagnata dal s or g e r e di un pr of l uvi o di f og l i di ma t r i c ea s s oc i a z i oni s t i c a .“ I l Mur a t or e ” ,“ I l Me t a l l ur g i c o” ,“ Las ve g l i ade lpa ne t t i e r e ” ,“ I lFa s c i of e r r ovi a r i o”ec os ìvi as onoin omidi queste testate. I foglipi ùpr e s t i g i os ide lpa r t i t os oc i a l i s t as ono“ LaGi us t i z i a ”diRe g g i o Emi l i a ,“ LaPl e be ”diPa vi a ,“ LaNuovaTe r r a ”diMa nt ova ,“ I lGr i dode lPopol o”diTor i no, “ LaLot t a ”diI mol a . 15 L’ ul t i maf a s ede lpe r i odog i ol i t t i a nove dei lpr og r e s s i vode c l i node l l as t a mpad’ i s pi r a z i one laica. Quotidiani democratico-r a di c a l ic ome“ I lGa z z e t t i no”diVe ne z i ae“ I lRe s t ode l Ca r l i no”diBol og nas ia f f e r ma nopr e s s oi lpubbl i c o.I nde f i ni t i va ,ma ic omene lpe r i odo giolittiano il giornalismo italiano sa unire il massimo di prestigio al massimo della tiratura, c onc i l i a r el es ueor i g i nie l i t a r i ec o nl ’ i nc i pi e nt ef or ma z i onediun’ opi ni onepubbl i c a ,me nt r e l ’ i ndus t r i a l i z z a z i oneel ’ a f f a c c i a r s idinuovef or z es oc i a l ic a mbi ai lqua dr ode lPa e s e . La prima guerra mondiale Il problemac e nt r a l ec heoc c upal as t a mpaquot i di a naa l l ’ i ndoma nide l l os c oppi o de l c onf l i t t oèque l l ode l l ’ i nf or ma z i ones ul l eope r a z i onimi l i t a r i ,s ul l ’ a nda me nt ode g l is c ont r i , sulle caratteristiche nuove di guerra totale che affiorano presto da tutta Europa. I primi a or g a ni z z a r eunar e da z i one“ mi l i t a r e ”s onoiquot i di a nii nt e r ve nt i s t i“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”e “ I lSe c ol o” ,c hef or ni s c eis e r vi z ia nc hea l“ Gi or na l ede lma t t i no”diBol og naea l “ Me s s a g g e r o”diRoma ,s e g ui t ida“ LaSt a mpa ”e“ LaTr i buna ” . Presto il gove r noe ma nat ut t au n as e r i edide c r e t ic hel i mi t a nol al i be r t àd’ i nf or ma r e .I l decreto reale 23 maggio 1915 vieta di dare qualsiasi informazione sulle operazioni belliche e dà ai prefetti la facoltà di arrivare fino al sequestro dei giornali che procurano danno agli interessi nazionali. I corrispondenti di guerra fanno servizi per mantenere alto il morale della popol a z i oneena s c ondonol ’ i mpr e pa r a z i onemi l i t a r eeic ont r a s t it r aic oma ndi . Nel grigiore che caratterizza la stampa nei primi due anni di guerra l ’ uni c avoc eda lt i mbr o di s t i nt oea ut onomoèl ’ ” Ava nt i ! ” ,c hema l g r a dol apr e s e nz adil a r g his pa z ibi a nc h ide l l a c e ns ur ac onduc ec onf or z al apo l e mi c ac ont r og l ia r bi t r ide l l ’ a ut or i t àpol i t i c aemi l i t a r ee contro i fasci interventisti costituitisi in chia ve a nt i s oc i a l i s t a .It e r mi ni“ f a s c i s t i ”e “ f a s c i s mo”c ompa i onope rl apr i mavol t ai nque s t ope r i odope ri ndi c a r eime mbr idit a l i gruppi, che conducono il controspionaggio privato, e i loro rappresentanti in Parlamento. Nel fronte interventista si distingu el ’ e x-di r e t t or ede l l ’ ” Ava nt i ! ”Be ni t oMus s ol i nic he ,s u“ I l Popol od’ I t a l i a ” ,a c c us ai« que r u l iz e l a t or idiunpa c i f i s moi nve r t e br a t o” ,c i oèis oc i a l i s t ic he nei convegni di Zimmerwald e Kienthal (1915-1916)ha nnol a nc i a t ol apa r ol ad’ or di nediun nuovo i nt e r na z i ona l i s moel ar ot t ur ade l l ’ i poc r i s i abur oc r a t i c ade l l aSe c ondaI nt e r na z i ona l e . Titoli e commenti sulla battaglia per la conquista di Gorizia (agosto 1916) rivelano l ’ i mpr e p a r a z i onede l l as t a mpaa da f f r ont a r ei nma ni e r amode r naipr obl e mide l l ag ue rra. Si vada it onie nf a t i c ide“ I lGi or na l ed’ I t a l i a ”( “ Ent r a ndoi nGor i z i aa nc or af uma nt e .Ag ua do, anuot o,dic or s at r ai lt ur bi nede l l ami t r a g l i a .Conl ’ e s e r c i t ot r i onf a t or e ” )a l“ Cor r i e r ede l l a Se r a ” ,c uii nt e r e s s ae s a l t a r ei lc oma nda nt e Lui g iCa dor na e attaccare i fautori della neutralità. La Rivoluzione di Febbraio (17 febbraio 1917) in Russia sorprende la stampa italiana che nonhade di c a t of i nor as ove r c hi os pa z i oaqua nt os uc c e de vane l l ’ i mpe r oz a r i s t a .Lanot i z i a a r r i vad a l l ’ a g e nz i a“ St e f a ni ” .Al c uni giornali spiegano la Rivoluzione e il governo Kerenski che ne nasce come lo scatto di consapevolezza di un popolo che combattendo scopre di e s s e r ee s s os t e s s ol o St a t o.I l“ Cor r i e r e de l l a Se r a ”e s a l t al ’ i ni z i o de l l ’ e vol uz i one de l l ’ a ut oc r a z i az a r i s t aela coincidenza degli obiettivi del movimento rivoluzionario con que l l id e l l ’ I nt e s a .“ I lPopol o d’ I t a l i a ” ,i nve c e ,ut i l i z z ag l ia vve ni me nt idiRus s i ape r i nt e ns i f i c a r el apol e mi c ac onis o c i a l i s t i .L’ ” Ava nt i ! ”èi lpi ùa ppr of ondi t one l l ea na l i s ie pubblica l ebi og r a f i ede ic a pir i v o l uz i ona r i .L’ a g e nz i aSt e f a nidànot i z i al ’ 8nove mbr ede l l a Ri vol uz i one bol s c e vi c ac on undi c is t or i c he pa r ol e :“ Ima s s i ma l i s t is ono pa dr onidi Pi e t r og r a do.Ke r e ns kiès t a t ode pos t o” .Ig r a ndig i or na l is ia t t e ng onoa l l enot i z i ed’ a genzia e nel primo periodo non fanno commenti. Il dramma della disfatta di Caporetto è seguito dai giornali in modo lontano e sfocato. L’ a t t e nz i oneès ul l apr e oc c upa z i o nedit r a nqui l l i z z a r el ’ opi ni onepubbl i c as ul l as ol i di t àde l l e nostre difese e sulle misure che il nuovo governo Orlando attua per attuare la difesa del 16 sacro suolo nazionale. Il 28 ottobre i giornali riconoscono la gravità del rovescio e sottolineano la necessità della concordia nazionale. Subito dopo Caporetto i cosiddetti giornali di trince a ,c i oè di f f us it r al et r uppe ,c onos c ono un’ i mpr e s s i ona nt ef i o r i t ur a . Al l ’ i ndoma nide l l avi t t or i ane lnove mbr e1918ig r a ndig i or na l is ii nt e r r og a nos ulf ut ur o, s ul l ane c e s s i t àdiuna“ pol i t i c anuo va ” . Dalla Grande Guerra al fascismo Vediamo ora la diffus i onedia l c u nede l l epr i nc i pa l it e s t a t e .“ Cor r i e r ede l l aSe r a ” :ne l1900, 70mi l ac opi e ;ne l1906,150mi l a ;ne l1920,600mi l a .“ Ga z z e t t ade lPopol o” :ne l19067080 mila; 1915-17, 180 mila; 1918-20, 130-180mi l a .“ I lGi or na l ed’ I t a l i a ” :1913,100mi l a ; 1915-22, 200-300 mila. La logica politica ed economica che presiede ai mutamenti della stampa si inserisce in a l c unel i ne edit e nde nz a ,c hee me r g onone l l ’ ul t i mope r i odode l l ag ue r r aes ubi t od opol a Vittoria. La prima è la conquista di testate di ogni dime ns i onene l l ’ I t a l i as e t t e nt r i ona l eea Romad apa r t ede l l ’ i ndus t r i ape s a nt e .Ade s e mpi o,a l l ’ Ans a l doa ppa r t e ng onodi r e t t a me nt ee i ndi r e t t a me nt e“ I lSe c ol oXI X”ei l“ Cor r i e r eme r c a nt i l e ”diGe nova ,e“ L’ I de aNa z i o n a l e ” . I siderurgici controllano in tutto qua t t or di c iquot i di a ni :ol t r ea ig i àc i t a t i ,“ I lSe c ol o”di Mi l a no,“ I lPopol od’ I t a l i a ”e“ I lPa e s e ”diRoma ,“ LaNa z i one ”e“ I lNuovoGi or na l e ”di Fi r e nz e ,“ I lPi c c ol o”diTr i e s t e .“ I lCor r i e r ede l l aSe r a ”ne l1920vi e nec e dut oda iPi r e l l ia i due fratelli Al be r i niea it r ef r a t e l l iCr e s pi .“ LaSt a mpa ” ,c hehar a g g i unt ol e200mi l ac opi e , i l1°di c e mbr e1920ve del ’ i ng r e s s ot r ag l ia z i oni s t idiGi ova nniAg ne l l i .“ L’ Ava n t i ! ”s i dibatte in gravi problemi finanziari. La seconda linea di tendenza è il sorgere tra il 1920 e il 1924 a Milano e a Roma di una serie di testate espressione diretta di movimenti politici e partiti sorti o cresciuti nel dopoguerra: “ LaVoc eRe pubbl i c a na ”ne l1 9 21,“ I lPopol o”or g a no de lpa r t i t opopol a r ene l1923, “ L’ Uni t à ”de lpa r t i t oc omuni s t ad’ I t a l i ane l1924,“ LaGi us t i z i a ”de lpa r t i t os oc i a l i s t a uni t a r i odiTur a t ieTr e ve sne l1922.Lat e r z al i ne adit e nde nz aèl ’ e vol uz i onede lmo dodi fare il giornale quotidiano con le novità della terza pagina, della cronaca cittadina e della politica estera. Lapr i maque s t i onec heig i or n a l ia f f r ont a nodopol ’ e uf or i ade l l avi t t or i aèque l l ade l l a mobi l i t a z i one e de l l ec ons e g ue nz ec he ne de r i va no:l ’ a s s i s t e nz aa ir e duc ie i ll or o r e i ns e r i me nt one l l avi t ac i vi l e ,l ar i c onve r s i onede l l ’ i ndus t r i ai t a l i ana. Largo spazio ha la Re g i ac ommi s s i one d’ i nc hi e s t as ulr i pi e g a me nt o diCa por e t t o,ne ll ug l i o 1919.Al t r e questioni sono i moti per il carovita a Forlì e la questione di Fiume. La stampa nazionalista pe rme s ir i ve ndi c ape rl ’ I t a l i aFi umeet ut t al aDa l ma z i aeig i or na l is idi vi donos ul l ’ i mpr e s a diGa b r i e l ed’ Annunz i o. Il fatto nuovo per i giornali nel 1920 è che la classe dirigente borghese e monarchica del pr i mos e s s a nt e nni ode l l ’ I t a l i aUni t ade vef a r eic ont ic onduepot e nt if or ma z i onipol i t i c he ,i cattol i c ieis oc i a l i s t i ,c r e s c i ut ie nt r a mbia ldif uor iei nc ont r a ppos i z i onea l l ’ e di f i c i ol i be r a l e . “ LaSt a mpa ”diAl f r e doTr a s s a t ide di c aun’ a t t e nz i onec os t a nt ea lmondoc a t t ol i c o .Lo s c i ope r ode lmovi me nt ode iCons i g l idif a bbr i c a ,s os t e nut ida l l ’ ” Or di neNuovo”ne l l ’ a pr i l e 1920 a Torino divide la stampa italiana tra reazionari e moderati che invocano la mano forte, riformisti che sollecitano un rinnovamento delle strutture del Paese per rispondere ai bisogni dei ceti più poveri e sostenitori del movimento rivoluzionario. “ I lPop ol od’ I t a l i a ”diMus s ol i niede if a s c idic omba t t i me nt oèi lc a pof i l ade l l os c hi e r a me t o antisocialista e che sostiene la necessità di reprimere il movimento operaio. Il ritorno di Giolitti al potere viene accettato dalla stampa liberale come un male da accettare. I temi più importanti diventano il timore della rivoluzione bolscevica e le insufficienze dello Stato liberale. 17 Dal 1921 il tema che campeggia sui giornali è il ruolo e il destino del movimento fascista. Il congresso di Livorno che si apre il 15 gennaio 1921 e porta alla fondazione del partito c omuni s t ac os t i t ui s c eun’ oc c a s i onedive r i f i c ai mpor t a nt ede g l is c hi e r a me nt id’ opi n i one .I g r a ndi g i or na l i di pi ng ono i l nuovo pa r t i t oc ome l ’ e s pr e s s i one de l l ’ e s a s pe r a z i one massimalista e i lc e di me nt oa g l ior di nidiMos c a .Qua nt oa l l a“ nuovede s t r a ”diMus s ol i ni , vis onog i or na l ic ome“ LaGa z z e t t ade lPopol o”ei lc a t t ol i c o“ L’ Avve ni r ed’ I t a l i a ”c he da nnoung i udi z i oc ompl e s s i va me nt epos i t i vode l l ’ a z i onef a s c i s t a .“ I lCor r i e r ede l l aSe r a ” parla di «eccessi della coscienza nazionale risorta», ma dà anche atto che i fascisti sono « l ’ a l ae s t r e madiung r a ndepa r t i t ona z i ona l ec hehavol ut oi ls a c r i f i c i ode l l ag ue r r ape ri l be ned e lPa e s e ” . Il complesso dei giornali accoglie la Marcia su Roma del28ot t obr e1922c omel ’ a t t e s a s ol uz i one« pa c i f i c ael e g a l i t a r i a »de l l ac r i s ii t a l i a na .Sol o“ LaSt a mpas e g na l ai lc a r a t t e r e di t t a t or i a l ede lf a s c i s mo” ,me nt r ei l“ Cor r i e r e ”l a me nt ane lf a l l i me nt o de l l ’ a c c or d ot r a l i be r a l ie f a s c i s t il ’ i mpos s i bi l i t à di a s s or bi r el as ovve r s i one di de s t r a ne l l ’ a l ve o c os t i t uz i ona l e .“ LaVoc eRe pub b l i c a na ”e s c ec l a nde s t i na me nt e ,g l ior g a nide l l as i ni s t r a restano del tutto isolati. L’ e t àf as c i s t a I lde c l i node l l al i be r t àdis t a mpac oni lr e g i mef a s c i s t aèc os t a nt et r al ’ ot t obr e1922el ’ a pr i l e 1924. Ma è con il delitto Matteotti e il discorso di Mussolini al Parlamento il 3 gennaio 1925 c hel ’ a s s e r vi me nt ode l l as t a mpaa lr e g i mef a s c i s t as ic ompi ef i noi nf ondo.I ldi s c or s o sanziona la fine del compromesso tra il fascismo e lo Stato liberale. A Mi l a nomut al ac ompos i z i ones oc i e t a r i ade l“ Se c ol o” ,c onl anomi naadi r e t t or ede l na z i ona l i s t aGi us e ppeBe vi one .La“ Ga z z e t t ade lPopol o”di ve nt adipr opr i e t àde l l aSoc i e t à idroelettrica piemontese. Il 28 novembre 1925 il senatore e guidapol i t i c ade l“ Cor r i e r ede l l a Se r a ”Lui g iAl be r i nivi e nec os t r e t t oal a s c i a r ei lg i or na l e .Lat e s t a t adi ve nt adipr opr i e t à e s c l us i vade iCr e s pi ,c her i l e va nol ea l t r equot ed’ i nt e s ac oni lr e g i me .I l29s e t t e mbr e1925 “ LaSt a mpa ”vi e nes os pe s ada lpr e f e t t o con la scusa di manovre militari a Ivrea e torna in edicola il 30 novembre 1926 con una nuova società editrice, direttore Andrea Torre. La legge sulla stampa del 31 dicembre 1925, firmata dal guardasigilli Alfredo Rocco, stringe i giornali in una rete di mi s ur el i be r t i c i de .Gl ia r t i c ol ic hi a ves onodue .L’ a r t . 1i s t i t u i s c el a figura del direttore responsabile al posto di quella del gerente: egli deve ottenere il r i c onos c i me nt ode lpr oc ur a t or eg e ne r a l epr e s s ol aCor t ed’ a ppe l l o.L’ a r t .7i s t i t ui s c el ’ o r di ne dei giornalisti, al quale bisogna essere iscritti per esercitare la professione. Tutti i giornali i ndos s a nol ac a mi c i ane r a .L’ or g a node lr e g i mef a s c i s t aè“ I lPopol od’ I t a l i a ” ,e mbl e ma personale di Mussolini. La stampa cattolica si mette al riparo. Molti capi fascisti locali vedono i preti e i loro giornali come fumo negli occhi. Così, ad esempio, il gerarca Farinacci riesce ad ottenere l ’ a l l ont a na me nt o de ldi r e t t or ed e“ L’ Ec o diBe r g a mo” .“ L’ Avve ni r ed’ I t a l i a ” ,i nc r i s i f i na nz i a r i adopol ’ a l l i ne a me nt oa lfascismo, viene salvato in extremis dalla Compagnia San Paolo. Me nt r epr oc e del ’ ope r ade lmi ni s t r oRoc c one l l ac os t r uz i onede l l ’ i mpa l c a t ur af a s c i s t ade l l o St a t o,ne l1927l adi t t a t ur adàg l iul t i mia s s e s t a me nt ia l l as t a mpa .Al l ’ i ni z i ode l l ’ a nnovi e ne costi t ui t oi lSi nda c a t ona z i ona l ef a s c i s t ade ig i or na l i s t i :l ’ i s c r i z i oneuf f i c i a l me nt enonè obbligatoria ma aperta a quanti diano prova di fedeltà al regime con la erre maiuscola. In ba s ea l l ’ or di nede lg i or node l16nove mbr e1927de lGr a nCons i g l i o,“ i lRe g i me riconosce la necessità di poter contare incondizionatamente sui più importanti organi giornalistici, a f f i daa ls e g r e t a r i ode lPa r t i t oNa z i ona l eFa s c i s t al ’ e s a mede lpr obl e maea f f i daip o s t idi direttore a Camicie Nere Fedelissime (tre parole scritte con le lettere maiuscole). 18 Il numero dei quotidiani viene ridotto con soppressioni e accorpamenti di testate. Dai 110 de l1926s is c e ndea i77de l1933.Soppr e s s it ut t iig i or na l id’ oppos i z i one .I lnuovodi r e t t or e de“ LaSt a mpa ”èCur z i oMa l a pa r t e ,i lpi ùbr illante scrittore del Regime fascista. Lo ha scelto Giovanni Agnelli, che si è piegato. Malaparte sostiene lo squadrismo provinciale, dal quale proviene. Il 1° maggio 1929 viene istituita la Commissione superiore per la stampa, presieduta da Arnaldo Mussoli ni .Èl ’ a t t of i na l ede lmi ni s t r oRoc c o.L’ a r t .57de lCodi c ede l 1930 disciplina i reati commessi a mezzo stampa. Nel 1930 comincia anche un processo di modernizzazione tecnicam editoriale e giornalistica della stampa per rispondere alla duplice esigenza de lRe g i me :i lpr e s t i g i oa l l ’ i nt e r noeve r s o l ’ e s t e r o ,l apr opa g a ndadima s s a .Ci nquet e s t a t eha nnoc or r i s ponde nt ia l l ’ e s t e r o:i l“ Co r r i e r e de l l aSe r a ” ,l a“ Ga z z e t t ade lPo pol o” ,“ LaSt a mpa ” ,“ I lPopol od’ I t a l i a ”e“ I lGi or na l e d’ I t a l i a ” .La“ Ga z z e t t ade lPopol o ”l a nc i al ag a r ade mog r a f i c at r aiComuni .Iquot i di a nis i r i e mpi onodir ubr i c he :da ipi c c ol i ,a l l al e t t e r a t ur a ,a l l ’ a r t e ,a l l os por t .ATor i novi e nec r e a t o l ’ Ei a r ,l ’ e nt er a di of oni c ona z i on a l e .Ne l1931i lnuovoc a pouf f i c i os t a mpade lPa r t i t o, Polverelli stabilisce che le notizie di cronaca nera debbano avere al massimo titoli a una colonna e lunghezze di 30 righe. Ne l1933Mus s ol i nia f f i dal ’ Uf f i c i os t a mpaaGa l e a z z oCi a no,i ls uo“ de l f i no” .I lvi aa l l a c a mpa g naèunc or s i vode l12s e t t e mbr es u“ I lPopol od’ I t a l i a ” .I l13g i ug no1935vi e ne i s t i t ut ol ’ Ent eNa z i ona l eCe l l ul os aeCa r t ape rf r ont e g g i a r el ac r i s ide l l ac a r t a :l ar a r e f a z i one de l l adi s poni bi l i t àdic e l l ul os af al i e vi t a r ei lpr e z z ode l l ac a r t a .Lac a mpa g nad’ Et i opi avi e ne avviata mobilitando la stampa. Nasce il giornalismo di guerra. Il ministero della stampa e propaganda affidato a Dino Alfieri, creatura di Ciano, fa le cose in grande. Ai giornalisti è offerto vitto, alloggio, automezzi e carburante. I giornalisti trasmettono dispacci e articoli per telegrafo o attraverso le stazioni radio delle forze armate. Nel 1937 nasce il Minculpop, il Ministero della Cultura Popolare. Nei primi mesi del 1938 la stampa di regime dà il via alla campagna antisemita a sostegno delle leggi razziali. Gli orga ni c ide l l er e da z i onis onopot e nz i a t i .I l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”ha 76g i or na l i s t i ,“ LaSt a mpa ”67,l a“ Ga z z e t t ade lPopol o”57.L’ a g e nz i aSt e f a none l1939ha 32 uf f i c idic or r i s ponde nz ai nI t a l i ae16 a l l ’ e s t e r o.Gl is t i pe ndide ig i or na l i s t is ono decisament ea ume nt a t i :pi ù10% ne l1940.Las t a mpahaunr uol oc r uc i a l ene l l ’ e nt r a t ai n g ue r r ade l l ’ I t a l i ane l1940.I lDuc ef i r mape r s ona l me nt es uig i or na l il er ubr i c he“ Bol l e t t i no de l l as t upi di t àne mi c a ”e“ St upi da r i one mi c o” . La stampa antifascista 1926-1943 Lac on s a pe vol e z z ac hel avi t t or i af a s c i s t ar a ppr e s e nt ape rl ’ a nt i f a s c i s mobe npi ùdiuna ba t t a g l i ape r dut aa l i me nt ai ldi ba t t i t os ul l ar i vi s t adic ul t ur apol i t i c a“ I lQua r t oSt a t o” , di r e t t adaPi e t r oNe nnieCa r l oRos s e l l i ,c hee s c eda lma r z oa l l ’ ot t obr e1926. Per il fronte c omuni s t a ,da l l ade c i nadif og l ide l1924r e s t ai npi e dis ol t a nt o“ L’ Uni t à ” .Ne l l ’ a pr i l e1927 Fi l i ppo Tur a t ia nnunc i aal an a s c i t aaPa r i g ide l l a“ Li be r t à ” ,or g a nos e t t i ma na l ede l l a Conc e nt r a z i onea nt i f a s c i s t a .Mal ’ i r r uz i ones ul l as c e nade lmovi me nt o“ Gi us t i z i aeLi be r t à ” , i rapporti difficili tra GL, socialisti e repubblicani, la morte di Turati (1932) e Treves(1933) sono i sintomi del declino del cartello concentrazionista. L’ e s i g ui t àde l l apr e s e nz ade ipopol a r it r aif uor us c i t inonde vei ndur r eat r a s c ur a r el ’ a t t i vi t à pubblicistica di alcuni: Luigi Sturzo, Giuseppe Donati, Luigi Ferrari. Don Sturzo, fondatore de lPa r t i t opopol a r e ,l a s c i al ’ I t a l i ane l l ’ ot t obr e1924,r i s i e dei nI ng hi l t e r r af i noa1939,poi ripara negli Stati Uniti, costantemente inseguito dai moniti di Papa Pio XII a evitare esplicite i ni z i a t i vepol i t i c he .I lr uol o pi ùi nt e ns o es i g ni f i c a t i vo a l l ’ e s t e r o ès vol t o daGa e t a no Sa l ve mi ni ,i ne s i l i ovol ont a r i oda l1925,de t t o“ l ’ e br e oe r r a nt ede l l ’ a nt i f a s c i s mo” ,a t t i vo dapprima in Inghilterra, poi in Francia, poi dal 1934 negli Stati Uniti. 19 I lpr i mo nume r o de l l ’ ” Ava nt i ! ”i ne s i l i oe s c eaPa r i g ii l10 di c e mbr e1926.Por t ai l s ot t ot i t ol o“ Bol l e t t i node lPa r t i t os oc i a l i s t ai t a l i a no” ,di r e t t odaUg oCoc c i ac heès c hi e r a t o con Pietro Ne nni .Ne l l ’ a pr i l ede l1928e s c ei lqui ndi c i na l e“ Ri na s c i t as oc i a l i s t a ” ,di r e t t oda Modiglioni e con vecchi i nuovi esponenti del riformismo: Turati, Treves, Saragat e Buozzi È dur al apol e mi c ac on l ’ “ Ava nt i ! ” .Tr al ec or r e nt ima s s i ma l i s t a ,s oc i a l de moc r a t ica e unitaria gli scontri dialettici sono continui. I nc a s ac omuni s t a ,l ’ ” Uni t à ”e s c eaPa r i g ida l1928,c onun’ e di z i onedi f f us ai nI t a l i adoveda vita a varie edizioni locali clandestine. Dal 1935 il giornale comunista diventa un strumento di riorganizzaz i onede lpa r t i t o.Lag ue r r ad’ Af r i c ael ag ue r r adiSpa g na ,s ul l os f ondode l l a politica dei fronti popolari, hanno la funzione di aggregare ogni forma di protesta. A Parigi e s c ea nc heda l1927a l1939“ LoSt a t oope r a i o” ,c heda l1940èaNe wYor kf i noa l1943. Pa s s i a moa l l ea l t r ec ompone nt ide l l ’ a nt i f a s c i s mo.Da lg e nna i o1932e s c onoi“ Qua de r nidi Gi us t i z i aeLi be r t à ” ,or g a node lmovi me nt odiGLg ui da t odaCa r l oRos s e l l i .Ne l1 935i l movi me nt odavi t aa ls e t t i ma na l e“ Gi us t i z i aeLi be r t à ” . Insieme al partito comunista e a quello socialista, il terzo partito che conserva una struttura ne l l ’ e mi g r a z i onef uor us c i t aèi lpa r t i t or e pubbl i c a no.“ LaVoc eRe pubbl i c a na ”s ic onqui s t a unpos t odir i l i e vone l l as t a mpad’ oppos i z i onene l1923-26. I gruppi repubblicani operano in Svi z z e r a ,dovec ’ èRa ndol f oPa c c i a r di ,aPa r i g i( c onMont a ni ni ,Fa c c hi ne t t iePi s t oc c hi )ea Ma r s i g l i a ,dovec ’ èi lg r uppde l l ’ ” I t a l i ade lPopol o”c onSc hi a ve t t ieVol t e r r a . Un’ ul t i mac ompone nt ef uor us c i t aèque l l aa na r c hi c a .Ladi a s por aèi nSvi z z e ra, Francia, Stati Uniti e America Latina. Una forte stampa antifascista si sviluppa negli Stati Uniti e in Ame r i c aLa t i na ,c ont e s t a t ec ome“ LaPa r ol a ”( Chi c a g o) ,“ I lPr ol e t a r i o”( Ne w Yor k) .Un ruolo di diffusione è la Casa italiana costituita sin dagli anni trenta presso la Columbia Uni ve r s i t y .I nAr g e nt i na ,Br a s i l e ,Ur ug ua yl ’ a nt i f a s c i s modàvi t aanume r os epubbl i c a z i oni . La Resistenza e la Repubblica di Salò (1943-1945) Lac a dut ade lf a s c i s mo i l25 l ug l i o 1943 ès e g ui t ada i“ 45 g i or ni ”c hei nt e r c or r ono da l l ’ a r r e s t odiMus s ol i nia l l ’ 8s e t t e mbr e .Pi e t r oBa dog l i oc r e aunas t r ut t ur aa c c e nt r a t aal ui fedele presso il Ministero della Cultura Popolare, affidato a Guido Rocco. Con l ’ 8s e t t e mbr ec r ol l a noit r a di z i ona l ipunt idir i f e r i me nt oi s t i t uz i ona l ede ig i ornali italiani. Molti giornali non escono per qualche giorno. Il 14 giungono le prima disposizioni del Minculpop: si congela la situazione in attesa di personale giornalistico direttivo di ricambio. Intanto, Mussolini con la Repubblica Sociale Italiana cerca di darsi un consenso di ma s s ar ove s c i a ndol epos i z i onide lVe nt e nni o:i na ug eèl ’ ” a l ape r be ni s t a ”o“ l i be r a l e ” , me nt r el ’ e l e me nt os qua dr i s t aèg i udi c a t o“ r e s t a ur a t or e ”e“ c ons e r va t or e ” .LaRs ii l9 dicembre 1943 vara una raffica di nomine di nuovi dire t t or i .“ LaSt a mpa ”ei l“ Co r r i e r e de l l aSe r a ”e r a none l l ’ I t a l i aa nc or af a s c i s t as ot t oMus s ol i ni .Dueg i or na l ide l l ac r i s if i na l e s ono“ L’ Or i z z ont e ”e“ L’ I t a l i ade lpopol o” .L’ ul t i mor a ppor t oa idi r e t t or idig i or na l iède l 14 gennaio 1945, Dal 25 luglio 1943l ’ a t t i vi t àde l l as t a mpas if af r e ne t i c ane l l ’ I t a l i al i be r a t a .C’ èi lt e nt a t i vodi rinnovare la direzione liberale dei giornali. Conviene accennare alle iniziative giornalistiche delle varie componenti: la stampa azionista, la stampa comunista, quella socialista, quella cattolica, quella moderata e del Cln (Il Comitato di liberazione nazionale), quella delle formazioni partigiane. I lc ong r e s s oc l a nde s t i no de lPa r t i t o d’ Az i oneaFi r e nz ene ls e t t e mbr e1943 de c i d edi pubbl i c a r eun’ e di z i onena z i ona l ede l l ’ ” I t a l i aLi be r a ” .Lal i ne apol i t i c af ar i f e r i me nt oaun illuminismo moderato. Esce fino alla liberazione di Roma il 4 giugno 1944. In redazione ci s onoLe oneGi nz bur geMa nl i oRos s iDor i a .L’ e di z i onemi l a ne s e ,di r e t t aaLe oVa l i a ni , avvia il dibattito sulla ricostruzione, ad esempio con un Piano economico della democrazia. Anc hei nPi e mont ee s c eun’ e di z i o nede l l ’ ” I t a l i aLi be r a ” . 20 Pe rqua nt or i g ua r dal as t a mpac omuni s t a ,l ’ ” Uni t à ”t or naaus c i r ec l a nde s t i naaRomai l19 settembre 1943, sotto la direzione di Mario Alicata e Aldo Natoli, tiratura 8-10 mila copie, us c i t ei r r e g ol a r i .L’ e di z i onemi l a ne s e ,i nve c e ,èqui ndi c i na l es ubi t odopol ’ 8s e t t e mbr e , diretta da Pietro Secchia e più tardi da Eugenio Curiel. La linea è rafforzare il processo di unità nel Comitato di l i be r a z i onena z i ona l e .Se c c hi af aus c i r ea nc hei lqui ndi c i na l e“ La Lot t aComuni s t a ” ,pubbl i c a t oi n35nume r if i noa l l aLi be r a z i onei l25a pr i l e194 5 .La stampa comunista comprende anche una serie di testate minori. A sinistra del Pci, poi, si formano gruppidi s s i de nt ic hepubbl i c a noil or of og l i ,c ome“ Ba ndi e r ar os s a ”e“ Le ni n og g i ” . Passando alla stampa socialista, il movimento era diviso in tre: il Psi di Nenni e Romita, il Movi me nt odiUni t àPr ol e t a r i ad iLe l i oBa s s oel ’ Uni onePr ol e t a r i adiGi ul i a noVa s salli. Ne i45g i or niba dog l i a ni ,l ’ ” Ava nt i ! ”ne l l eduee di z i onidiRomaeMi l a nor i s pe c c hi ai l di ba t t i t ot r ait r eg r uppi .Ne l l ’ I t a l i ade lnor d,l adi f f us i onea r r i vaa15mi l ac opi e .I nun f a mos oa r t i c ol o“ Tut t oi lpot e r ea iCl n” ,Ne nnis i nt e t i z z al apr oposta di ricostruzione rivolta a lPc iea l l aDe moc r a z i aCr i s t i a na .Ne l l ’ I t a l i aoc c upa t ae s c e“ Pol i t i c adic l a s s e ” ,r i vi s t a i de ol og i c adi r e t t adaLe l i oBa s s o,i lqua l ef ondaa nc he“ Ba ndi e r ar os s a ” ,por t a t r i c ed iuna visione classista e rivoluzionaria. Quanto a l l as t a mpac a t t ol i c a ,“ I lPopol o”r i c omi nc i aaus c i r eaRomai l23ot t obr e1943,pe r iniziativa di Spataro, Guido Gonella, Scelba, nonostante alcune perplessità di De Gasperi, c hede l e g ai ls uode l f i noGi ul i oAndr e ot t i .“ I lPopol o”e s c ec l a nde s t i na me nt ea nche a Firenze: uno dei collaboratori è Giorgio La Pira. Nel Nord compaiono molti giornali: “ De mo c r a z i a ”aMi l a no( c hehape rs ot t ot i t ol oi lmot t odiLe oneXI I I“ Lade moc r a z i as a r à c r i s t i a n aonons a r à ” ) ,aPa dova“ LaLi be r t à ” ,aVi c e nz a“ I lMome nt o”di r e t to da Mariano Rumor. La stampa moderata e del Cln trae origine dalle figure antifasciste liberali Amendola, Ei na udi ,Cr oc e ,Sf or z a .Fi nda l1944e s c onoi“ Qua de r nidiRi s or g i me nt ol i be r a l e ”ei “ Qua de r nide lPa r t i t ol i be r a l e ” ,e r e dide l l apos i z i onemode r a t a espressa dal Comitato delle opposizioni che si è formato a Roma nella primavera 1943. Il 18 agosto viene pubblicato “ Ri s or g i me nt o Li be r a l e ” ,or g a no de lPl i ,c he ne l l ee di z i onil omba r da e pi e mo nt e s e raggiunge le 6-10 mila copie. I repubblicani sono present ic on“ LaVoc eRe pubbl i c a na ”c he e s c ed a l l ’ a ut unno1943i nLa z i o,Lomba r di aeEmi l i aRoma g na . Las t a mpade l l ef or ma z i onipa r t i g i a neve dei npr i mal i be r a“ I lRi be l l e ”diTe r e s i oOl i ve l l i , pr of e s s o r edidi r i t t oa mmi ni s t r a t i voa l l ’ Uni ve r s i t àdiPa vi aec hemorirà il 12 gennaio 1945 nel lager nazista di Hersbruck, per il quale è avviata in Vaticano la causa di beatificazione. I nVa l l ed’ Aos t a ,i lr i f or mi s moc a t t ol i c oèr a ppr e s e nt a t oa“ LaVa l l è ed’ Aos t el i b r e ”di Federico Chabod e Emile Chanoux. Ci sono poi fog l id’ i s pi r a z i onea z i oni s t aea ut onomi s t a , c ome“ I lPi oni e r e ” ,c her a g g i ung el e15mi l ac opi ee de s c eaTor r ePe l l i c e ,va l l a t ava l de s e profondamente antifascista. Dal 25 Aprile 1945 al centrosinistra La Liberazione porta con sé il ritorno della stampa libera sotto il controllo degli Alleati a Na pol i ,Pa l e r mo,Ba r ieRoma .Ma nma noc heg l ie s e r c i t ia l l e a t ir i s a l g onol ’ I t a l i ae s c ono nug ol idif og l id’ i nf or ma z i one ,c hee s pr i monol et e nde nz ede is e ipa r t i t ipr e s e nt ine lCl n.Gl i a me r i c a nime t t onoapunt oun“ Pi a nos t a mpape rl ’ I t a l i a ” ,c hemi r aai nt e g r a r ei lPa e s ene l l a Carta atlantica e a ridurre il peso delle sinistre. Improvviso e inatteso, arriva il r i c onos c i me nt ode lg ove r noBa d o g l i odapa r t ede l l ’ Uni oneSovi e t i c aeTog l i a t t i ,a ppe na sbarcato a Napoli, propone di formare un governo di unità nazionale e di accantonare la pregiudiziale anti-monarchica. Il governo Badoglio viene formato il 22 aprile con i sei partiti de lCl n. Ne lNor dpa r t i g i a nor i c o mpa i onoiquot i di a nid’ i nf or ma z i one . 21 Nel 1946 il numero di quotidiani arriva a 150: a Roma 20-25 testate, a Milano 18, a Torino 9,aGe nova7.Pe rva r ime s ie s c onoaduepa g i ne ,i lpr e z z oè4l i r e .I l“ Cor r i e r e ”t oc c al e 500mi l ac opi e .“ I lCor r i e r ed’ i nf or ma z i one ” ,“ LaNuovaSt a mpa ”e“ I lTe mpo”r i e s c onoa d assicur a r s iiDi a r idiCi a noer a g g i ung onounanot e vol edi f f us i one .Al“ Cor r i e r e ”r i t or na no pr opr i e t a r iiCr e s pi .A “ LaSt a mpa ” ,Al f r e doTr a s s a t ic e dei l75% de lg i or na l eaGi ova nni Agnelli, dopo la riconferma di Vittorio Valletta. Tornano anche Pio e Mario Perrone col “ Me s s a g g e r o”diRoma . Fra il 1946 e 1947 si delinea la mappa della stampa italiana che rimarrà inalterata per molti a nni .Let e s t a t es idi vi dono i n quot i di a ni“ i ndi pe nde nt i ”od’ i nf or ma z i onepr odot t ida un’ i mpr e s ae di t or i a l eeor g a nidip a r t i t o.Iquot i di a nid’ i nf or ma z i ones onoc ont r a ddi s t i n t ipe r tipologia (cioè giornali del mattino o del pomeriggio), per aree geografiche di diffusione e pe rt e ma t i c he( c is onol et e s t a t eg e ne r a l i s t e ,c omei l“ Cor r i e r e ”e“ LaSt a mpa ” ,eque l l e specialistiche, come g l ie c onomi c i“ Sol e ”ei l“ 24Or e ” eg l is por t i vi“ LaGa z z e t t ade l l o Spor t ”aMi l a no,“ I lCor r i e r ed e l l oSpor t ”aRoma ,“ St a di o”aBol og na ,“ Tut t os por t ”a Torino). Si aggiunge la Radio, politicamente sotto il controllo della Dc. Dal punto di vista della f a t t ur a ,l ’ i mpos t a z i one r e s t a que l l at r a di z i ona l e de lpe r i odo a nt e g ue r r a :t e r z apa g i na ,c r ona c h el oc a l i .Unanovi t àèi l“ pa s t one ” ,c i oèi lr e s oc ont ocommento della politica romana, in cui notizie e opinioni sono mescolate e spesso indistinguibili (a differenza dei giornali anglosassoni). Grandi novità maturano invece nel settore dei periodici. I tre settimanali di politica e attualità usciti a Milano –“ Og g i ” , “ L’ Eur ope o”e“ Te mpo”–de c ol l a nove l oc e me nt e .Sonof i g l idi“ Omni bus ” ,i lpe r i odi c odi Leo Longanesi di prima della guerra. Il lavoro nelle redazioni è accentrato in strutture sostanzialmente autoritarie. Il direttore è un monarca senza Costituzione. Il caporedattore è il suo luogotenente. Ma i giornalisti non hanno ancora maturato una coscienza collettiva e non avanzano rivendicazioni, per ora. Gli stipendi sono modesti e il posto non è sicuro, motivo per cui prevalgono le spinte a ut oc e ns or i e .Ig i or na l i s t ipe rque s t er a g i onis it e ng onos t r e t t il ’ Al bopr of e s s i ona l e ,e r e di t à del regime fascista, che è percepito come garanzia di stabilità professionale. Sono questioni affrontate nel primo congresso della Fnsi (5-9 ottobre 1946). Solo i giornalisti dei quotidiani, dipendenti delle rispettive aziende, possono esercitare la professione giornalistica. Definita appunto professione perché tutelata da un Ordine. La strada per diventare giornalisti professionisti è quella del praticantato, che esiste ancora a di s t a nz adic i nqua nt ’ a nni . Il congresso della Fnsi chiede, inoltre, una disciplina giuridica delle aziende giornalistiche soprattutto a garanzia delle liquidazioni; una legge organica sulla stampa; il riassetto f i na nz i a r i oel ’ a ut onomi ade l l ’ I npg i ,l ’ I s t i t ut odipr e vi de nz ade ig i or na l i s t i ;unc o nt r a t t o nazionale di lavoro nel cui quadro realizzare un rafforzamento dei poteri del direttore, i de nt i f i c a t oc omeuni c or e s pons a bi l ede l l ’ i ndi r i z z opol i t i c ode lg i or na l e ,ene l l os t e s s o t e mpo,l aFns ic hi e del ’ i s t i t uz i onediComi t a t odir e da z i onec hea s s i s t a noidi r e t t or ine il or o compiti e vengano consultati sui licenziamenti e sulla disciplina interna. Il primo contratto nazionale di lavoro viene firmato dalla Fnsi e dalla Fieg, la Federazione italiana editori, il 23 luglio 1947. Le parti normative sono nel complesso deludenti. I poteri del direttore non sono condizionabili dalla redazione, come la Fnsi chiedeva. I Cdr sono istituiti e sono elettivi, ma il loro compito è limitato e generico. Si parla di «tutela dei diritti morali e materiali derivanti dal presente contratto». Una tappa cruciale diventa la discussione a l l ’ As s e mbl e aCos t i t ue nt ede l l ’ a r t i c ol o,c hes a r ài l 21°, sulla libertà di espressione. È un confronto memorabile, con continui colpi di scena, tra le grandi concezioni storiche, giuridiche, filosofiche e politiche. Protagonisti sono la Democrazia Cristiana, il mondo cattolico con in testa papa Pio XII, le forze di ispirazione liberale, quelle marxiste e socialiste. La disciplina del sequestro è uno dei punti di maggior c ont r a s t o.I lvot of i na l es ul l ’ a r t i c ol o21a vvi e nei l15a pr i l e1948. 22 Ecco il testo: «Tutti hanno diritto a manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato da l l ’ a ut or i t à giudiziaria nel caso di delitti per i quali la legge sulla stampa espressamente lo a ut or i z z i ,one lc a s odivi ol a z i onede l l enor mec hel al e g g es t e s s apr e s c r i vape rl ’ i ndi c a z i one dei responsabili. In tali casi, quando vi è assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo i nt e r ve nt ode l l ’ a ut or i t àg i udi z i a r i a ,i ls e que s t r ode l l as t a mpapuòe s s e r ee s e g ui t odau f f i c i a l i di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre 24 ore, fare denunzia a l l ’ a ut or i t àg i udi z i a r i a .Seque s t anonl oc onva l i da nelle 24 ore successive, il sequestro si intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni». Il trionfo elettorale della Dc di Alcide De Gasperi sul Fronte popolare di Palmiro Togliatti e Pietro Nenni il 18 aprile 1948 ha tre ordini di conseguenze sulla stampa italiana. Il primo è la polarizzazione dei giornali nei due campi. Il secondo è il grado elevatissimo di c oi nvol g i me nt ode l l ef or z et e s t a t ec hes ide f i ni s c onod’ i nf or ma z i oneoi ndi pe nde nt ie che si risolve a favore della Dc. Il terzo è che la propaganda finisce per avere un sopravvento di proporzioni mai viste. L’ of f e ns i vade moc r i s t i a nape ri lc ont r ol l ool ac onqui s t ade ime z z id’ i nf or ma z i o nes i sviluppa lungo alcune direttrici. La prima in ordine di tempo, nel 1949, è la conquista del quot i di a no “ I lMa t t i no”diNa p o l i ,c on una c c or doc on l ’ a r ma t or eAc hi l l eLa ur o.Poi l ’ a g e nz i aAns avi e nes ot t opos t aa lc ont r ol l og ove r na t i vo,a t t r a ve r s ol ’ a s s e g na z i onediun contributo annuale della presidenza del consiglio dei ministri. Terza operazione nel 1951 è la creazione di una catena di piccoli quotidiani indipendenti, il Cei-Centro editoriale italiano, che acquista vari quotidiani in provincia e ne fonda di nuovi in tutta Italia. Quarta operazione è la c onqui s t ade l l a“ Ga z z e t t ade lPopol o”edi“ Ga z z e t t aSe r a ”diTor i no, rilevata dalla Sip che voleva vendere a causa del deficit della gestione. La Confindustria crea una catena di propri giornali. Nuove proprietà vicine alla Dc si insediano a Bologna, dove c ’ è“ I lRe s t ode lCa r l i no” ,eaFi r e nz e ,c on“ LaNa z i one ” .Mal a novità maggiore è a Milano, al «Corriere», dove nuovo direttore diventa Mario Missiroli, uomo di indiscusso prestigio. La cornice è il tentativo della Dc di rilanciare il centrismo in vista delle elezioni politiche del 1953. A sinistra la sconfitta elettorale del 18 aprile 1948 provoca il contrattacco editoriale da parte de lPc i ,c oni lpot e nz i a me nt ode l l equa t t r oe di z i onide l l ’ ” Uni t à ”el ac r e a z i oneaRo madi “ Pa e s eSe r a ” .I lPs ir i e s c eas os t e ne r el eduee di z i onide l l ’ ” Ava nt i ! ”ede l“ La vor o”di Ge nova .Chi udonoiqua t t r og i o r na l is oc i a l de moc r a t i c i .E c omi nc i al epubbl i c a z i oni“ I l Se c ol od’ I t a l i a ” ,quot i di a node lMovi me nt oSoc i a l eI t a l i a no. Intanto, tra il 1948 e il 1951 il prezzo dei giornali sale da 10 a 25 lire, il numero delle testate scende da 136 a 111. Le vendite sono scarse: il rapporto è di un quotidiano ogni dieci i t a l i a ni .Ipr i midueg i or na l is onoi l“ Cor r i e r e ”c on370mi l ac opi ee“ LaSt a mpa ”c o n270 mila. Seguono sette testate tr al e140mi l ael e100mi l a .L’ ” Uni t à ”ve nde250mi l ac opi ee l ’ ” Ava nt i ! ”90mi l a . Ne l1950e s pl odei lboom de is e t t i ma na l i :i lma g g i ors uc c e s s oède l l a“ Se t t i ma naI n c om” . Poic ’ è“ Epoc a ”diAr nol doMo n da t or is ulmode l l odi“ Li f e ” .I l19f e bbr a i o1949vi e ne f onda t o“ I lMondo”diMa r i oPa n nunz i o,e di t or eGi a nniMa z z oc c hi ,c hedi ve nt ai lg i or na l e de l l ’ é l i t el i be r a l de moc r a t i c a ,i ns i e me a l l ’ ” Eur ope o” ,a ni ma t o da Ga e t a no Sa l ve mi nie Ernesto Rossi. Nella stagnante scena del giornalismo italiano la data del 21 aprile 1956 è storica. Arriva ne l l ee d i c ol e“ I lGi or no”diEnr i c oMa t t e i .L’ i mpor t a nz as t ane lf a t t oc hel ei nt e nz i o niei 23 motivi che ne determinano la nascita, la formula e la collocazione politica sono in contrapposizione con le tendenze dominanti sul terreno politico-economico e giornalistico. “ I lGi o r no” na s c e da l l ’ i nc ont r of r a un pr ot a g oni s t a dir i l e va nt ii nt e r e s s ipol i t i c ie d e c onomi c i ,i lf onda t or ede l l ’ En iEnr i c o Ma t t e i ,eun g i or na l i s t adinot e vol et a l e nt oe intraprendenza, Gaetano Baldacci.. Mattei sente la necessità di avere un giornale nazionale a s os t e g n ode ls uodi s e g nodis vi l u ppode lPa e s eec omes t r ume nt ope rc ont r oba t t e r el ’ os t i l i t à di cui è fatto segno. Presto il giornale entra in crisi, ma si riprende. Il 1° gennaio 1960 alla direzione succe deI t a l oPi e t r a .“ I lGi or no”èor ma ia f f e r ma t oeve ndes t a bi l me nt e15 0mi l a copie. Intanto nel febbraio 1956 le sinistre e la stampa di sinistra sono investiti dal ciclone provocato dal rapporto Kruscev al XX Congresso del Partito comunista sovietico, che denuncia i crimini di Stalin e avvia la destalinizzazione. Seguono i moti di Poznan in Pol oni ael ar i vol t ad’ Ung he r i ac onl as a ng ui nos ar e pr e s s i onea dope r ade ic a r r ia r ma t idi Mos c aede ic os i dde t t i“ Pa e s if r a t e l l i ” .Ipr i mis t r a l c ide lr a ppor t oc ompa i ono sui giornali occidentali il 29 maggio. Il lungo testo viene pubblicato negli Stati Uniti. In Italia lo riporta i nt e g r a l me nt ei ls e t t i ma na l e“ L’ Es pr e s s o” .Las e ns a z i oneèe nor me ,imi l i t a nt ic omuni s t i s onos bi g ot t i t i ,mal ’ ” Uni t à ”t a c e ,nondàne ppur el anotizia. Il Pci rompe il silenzio il 13 g i ug no.L’ ” Uni t à ”a nnunc i ape ri l17l ’ i nt e r vi s t adiTog l i a t t is ul l ar i vi s t at r i me s t r a l e“ Nuovi Ar g ome nt i ” ,di r e t t adaAl be r t oMo r a vi aeAl be r t oCa r oc c i . La stampa italiana cresce e si ramifica, partecipa al fermento di crescita del Paese impegnato, nella seconda metà degli anni cinquanta, nel miracolo economico, e alla lotta pol i t i c a ,mapa r l apoc odis és t e s s aede is uoipr obl e mi .L’ uni c ae c c e z i oneèr a ppr e s e nt a t a da l l adi c hi a r a z i onede g l iAmi c ide“ I lMondo”ne lgennaio 1958. Un convegno porta alla ribalta e denuncia il conformismo dei mass media, le intimidazioni e i ripetuti procedimenti g i udi z i a r ic hec ondi z i ona nol ’ e s e r c i z i ode l l al i be r t àdis t a mpa .Ladi c hi a r a z i oneèf i r ma t ada 387 uomini di cultura e giornalisti. Alla fine del 1959 i quotidiani sono 93. Il prezzo di vendita è 30 lire. Il numero medio delle pagine va dalle 8 dei giornali di provincia alle 16 di quelli nazionali. I quotidiani che r a g g i ung onol ’ i nt e r oPa e s es onot r e :i l“ Cor r i e r e ” ,“ LaSt a mpa ”e“ I lGi or no” . La stampa dal 1960 al 1975 Nei primi mesi del 1960 quasi tutti i quotidiani che si dichiarano indipendenti e i più diffusi s e t t i ma na l id’ a t t ua l i t àa ppog g i a n oi lg ove r no monoc ol or ede moc r i s t i a no pr e s i e dut o da Antonio Segni e sorretto da liber a l i ,mona r c hi c iemi s s i ni ,es vol g onoa nc heun’ ope r a ma r t e l l a nt edipe r s ua s i oneedipr opa g a ndade l l ’ e qui l i br i oc e nt r i s t aede l l ’ e r ade g a s p e r i a na . Quando cade Segni, il coro dei giornali approva la soluzione della crisi scelta dal presidente della Repubblica Gronchi: il monocolore presieduto da Fernando Tambroni, che cade dopo i fatti di giugno a Genova, le cariche della polizia contro i dimostranti. La Dc toglie la fiducia aTa mbr oniec hi a maFa nf a ni ,c hepr e pa r al ’ e r ade lc e nt r os i ni s t r a .Oc c or r e r àf i noa l 1962 perché il progetto venga varato. In questo quadro si delineano i primi timidi tentativi di rinnovamento giornalistico. I pr og e t t idis pi c c os ono due :i lpr og e t t o de l l ’ e di t or eAng e l o Ri z z ol i ,de t t oi l“ r ede l r ot oc a l c o” ,dil a nc i a r ei lquot i di a n o“ Og g i ” ,s t a mpa t os i mul t a ne a me nt eaMi l a noeaRoma ; i lc a mbi a me nt ode ldi r e t t or eed e l l ’ a mmi ni s t r a t or ede l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ” .Lac or ni c eè r a ppr e s e nt a t ada l l ’ e f f i me r apr os pe r i t àde lboom e c onomi c o,s e g ui t aa da nnidiba s s is a l a r ie produttività crescente, da l l epr oveg e ne r a l ide lc e nt r os i ni s t r adiFa nf a nieda l l ’ a c c r e s c i ut a c onc or r e nz at r aiquot i di a nii ns e g ui t oa l l ’ a f f e r ma z i onede l“ Gi or no” . Las os t i t uz i onediMa r i oMi s s i r ol ic onAl f i oRus s oa l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”a vvi e nei l14 ottobre 1961. Missiroli e r as t a t ol ’ i nt e r pr e t ede l l apol i t i c ac e nt r i s t ade g a s pe r i a na ,or ai Crespi ritenevano necessario un direttore per il centrosinistra che si stava preparando. Lo 24 scontro nel mondo della stampa diventa acuto per effetto della rottura che si è verificata a l l ’ i nt e r no de ig r uppi domi na nt i de l l ’ e c onomi a .I l pomo de l l a di s c or di aèl a na z i ona l i z z a z i onede l l ’ e ne r g i ae l e t t r i c a ,c heèl ’ i mpe g nopi ùi mpor t a nt ede lqua r t og ove r no Fa nf a ni ,i nc a r i c ada l22f e bbr a i o1962.I l“ Cor r i e r e ”ène t t a me nt eos t i l eer i f l e t t el a posi z i one de l l eg r a ndif or z ei mpr e ndi t or i a l i .“ La St a mpa ”a s s ume una pos i z i on e pi ù pos s i bi l i s t a .“ I lGi or no” diMa t t e iè l ’ uni c ot r a ig r a ndig i or na l ic he a ppog g i ai l centrosinistra, nel quadro del progetto di politica interna e internazionale perseguito dal pr e s i de n t ede l l ’ Eni . I l1962èa nc hel ’ a nnode ig r a ndic a mbi a me nt ine l l as t a mpac a t t ol i c a .I lpa pa t odiGi ova nni XXI I Iei lConc i l i oVa t i c a noI I ,c hes ia pr ei l12ot t obr e ,f a nnomut a r el ’ a t t e g g i a me nt o de l l ’ ” Os s e r va t or eRoma no” .A“ L’ Avve ni r ed’ I t a l i a ”diBologna, il principale dei quotidiani cattolici, viene nominato direttore Raniero La Valle, legato al cardinale Lercaro e a Giuseppe Dossetti, leader e teorico del primo nucleo della sinistra democristiana. L’ a r c i ve s c ovodiMi l a no,Mont i ni ,f ut ur opa paPa olo VI, molto vicino a Aldo Moro, affida “ L’ I t a l i a ”aGi us e ppeLa z z a t i ,a mi c odiDos s e t t i . Intanto il Pci concentra le proprie risorse sugli organi ufficiali: il 9 marzo 1962 vengono de c i s ii lr i l a nc i ode l l ’ ” Uni t à ” ,c h eda l1957hape r s ol ee di z i onit or i ne se e genovese e vede i nc a l ol ave ndi t ane ig i or nif e r i a l i ,el at r a s f or ma z i onedi“ Ri na s c i t a ” ,l ar i vi s t adi or i e nt a me nt opol i t i c oei de ol og i c of onda t adaTog l i a t t i ,dame ns i l eas e t t i ma na l e .L’ ” Uni t à ” diventa il secondo giornale che si acquista la domenica o nei periodi cruciali. A fine anno la situazione finanziaria delle testate peggiora: la concorrenza fa aumentare il numero delle pagine, mentre la tv sottrae fette di risorse pubblicitarie. Molte testate investono per aumentare il numero delle pagine, per pubblicare il numero del lunedì, per assumere più giornalisti, per creare impianti di stampa in varie città. In questa situazione, i lavoratori poligrafici scendono in lotta e proclamano lo sciopero più duro, mentre il quadro normativo si precisa con l’ i s t i t u z i one de l l ’ Or di nepr of e s s i ona l e :l al e g g eèa ppr ova t a a l l ’ una ni mi t àdaCa me r aeSe na t oc onl al e g g e69de l3f e bbr a i o1963.L’ obi e t t i vode i g i or na l i s t ièdis ot t r a r r el apr of e s s i onea l l ’ a r bi t r i ode g l ie di t or iea l l ei nt e r f e r e nz ede l l a politica di sottogoverno e anche per riqualificarla dal punto di vista culturale e sociale. A partire dal 1964 la recessione e la crescita dei costi si fanno sentire acutamente ne l l ’ e di t or i ag i or na l i s t i c a .Tr af i ne1965ei l1966c hi udonos e t t equot i di a niet r es e t t i ma nali d’ a t t ua l i t à .Unodique s t ièi l“ So l e ” ,c hel aConf i ndus t r i af ac onf l ui r ene l“ 24Or e ” .I nt a nt o prende corpo la prima grossa concentrazione di testate: è Attilio Monti, imprenditore di pr i mopi a none l l ’ i ndus t r i ape t r ol i f e r a ,ada rvi t aauni mpe r oe di t oriale del tipo di quelli costruiti negli anni precedenti in Gran Bretagna e Germania (Axel Springer). Gl is c opidiMont is onopol i t i c ie de c onomi c i :c onqui s t a r ei lmonopol i one l l ’ i nf or ma z i one territoriale e ridurre i costi razionalizzando la produzione. Monti diventa azionista di ma g g i or a nz adi“ I lRe s t ode lCa r l i no”diBol og na ,“ LaNa z i one ”diFi r e nz eel os por t i vo “ St a di o”diBol og na ,c ompr a“ I lTe l e g r a f o”diLi vor noe“ I lGi or na l ed’ I t a l i a ”diRoma .I l caso del trust Monti arriva anche in Parlamento, con un dibattito al Senato nel dicembre 1969, su richiesta di misure anti-trust da parte della sinistra. Novità anche nel mondo c a t t ol i c o :adi c e mbr e1968na s c e“ Avve ni r e ” ,dipr opr i e t àde l l aConf e r e nz ae pi s c opa l ee della curia ambrosiana, che accorpa varie testate. Tra il febbraio 1968 e il marzo 1969 cinque quotidiani leader cambiano direttore: è il r i c a mbi opi ùa mpi oda ldopog ue r r a .Gi ova nniSpa dol i nivaa l“ Cor r i e r e ”a lpos t odiAl f i o Rus s o,Al be r t oRonc he ys os t i t ui s c eGi ul i oDeBe ne de t t ia“ LaSt a mpa ” ,Piero Ottone va al “ Se c ol oXI X diGe nova ,Al be r t oCa va l l a r ia l“ Ga z z e t t i no”diVe ne z i a ,Dome ni c oBa t ol i s uc c e d eaGi ova nniSpa dol i nia l l adi r e z i onede“ I lRe s t ode lCa r l i no” .Ipr i miqua t t r oha nno meno di 45 anni. Il ricambio è il frutto ritardato dei nuovi fenomeni sociali: la contestazione s t ude nt e s c aene l l ef a bbr i c he .Lac r i s ide l l as t a mpas ia l l a r g a :daun’ a na l i s ipubbl i c a t avi e ne fuori per il 1969 un passivo di 28 miliardi. 25 La contestazione dei giovani dà vita a gruppi politici nuovi che si esprimono attraverso settimanali e periodici di controinformazione che nascono nel 1968 e dai quali nasceranno anni dopo i quotidiani della sinistra extra-pa r l a me nt a r e .Tr a ipe r i odi c i“ Qui ndi c i ” , “ Qua de r niRos s i ” ,“ Pot e r eope r a i o ” ,“ Cont r oi nf or ma z i one ” ,“ Ros s o” ,“ Lot t aCont i nua ” ,“ I l Ma ni f e s t o” ,“ I lQuot i di a node il a vor a t or i ” . Giovanni Agnelli e Leopoldo Pirelli in Confindustria portano avanti progetti di r i nnova me nt oc hec ompr e ndonoa nc heunpr og e t t odig i or na l ei s pi r a t oa l l ee s pe r i e nz ed i“ Le Monde ”ode l“ Fi na nc i a lTi me s ” ,c hepe r òr e s t a nos ul l ac a r t a .Lac r i s is oc i a l ede l1968e 1969, con la strage di piazza Fontana, le bombe di Roma del dicembre 1969, la ripresa ma s s i c c i ade lt e r r or i s modima r c af a s c i s t ael ac a mpa g nadis t a mpadi“ Lot t ac ont i nua ” ,c he accusa il commissario Calabresi della morte di Pinelli costituiscono il quadro politico nel qua l es ir i uni s c ei lc ong r e s s odiSa l e r node l l aFns ine l l ’ ot t obr e1970.Vai ns c e nal as vol t a , con la vittoria della corrente sindacale di Rinnovamento. Segretario è Luciano Cerchia, giornalista Radio-Tv. La nuova linea strategica della Federazione Nazionale della Stampa è l ar i f or made l l ’ i nf or ma z i ones t a mpa t aer a di ot e l e t r a s me s s a . Gr a ndimut a me nt iva nnoi ns c e na .Ne l l ’ a pr i l e1971na s c ei lquot i di a no“ I lMa ni f e s t o ” ,l ’ 11 a pr i l e“ Lot t ac ont i nua ” ,ve ndut ia50a nz i c héa90l i r e .I lc ol os s ode l l ac hi mi c aede l l a f i na nz aMont e di s on,g ui da t odaEug e ni oCe f i se nt r ane l l ’ e di t or i aes iponei nr ot t adi c ol l i s i onec onl aFns i ,c e r c a ndodia c qui s t a r ei l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”e“ I lGi or no” .Ama r z o 1972i l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”s c e g l i ec omedi r e t t or ePi e r oOt t one .Gui dade lg i or n a l eè diventata Giulia Maria Mozzoni Crespi, proprietaria di un terzo della società editrice. Ga e t a noAf e l t r aag i ug nodi ve nt adi r e t t or ede“ I lGi or no” . Nel c o n g r e s s ode l l aFns idiBol z a node l l ’ ot t obr e1972l os c ont r ot r ade s t r aes i n i s t r aè durissimo. Prevale Rinnovamento, la corrente di sinistra, che rielegge presidente Adriano Falvo con 123 voti, mentre Flaminio Piccoli, leader della corrente dorotea della Dc e di r e t t or ede l l ’ ” Adi g e ”ot t i e ne121vot i .I nt a nt os ia c c e ndel aba t t a g l i ape ri lpos s e s s ode l “ Se c ol oXI X“ diGe novaede l“ Me s s a g g e r o”diRoma ,a mmi ni s t r a t idaFe r di na ndoPe r r one , con giornate di scioperodi giornalisti e poligrafici La prima grossa crisi editoriale esplode a Torino nel 1974. La Democrazia Cristiana, pr opr i e t a r i ade“ LaGa z z e t t ade lPopol o” i nf or t epa s s i vo,c e dei lg i or na l ea l l os t a mpa t or e Alberto Caprotti, che promette il rilancio fidando su un finanziamento garantito dalla MontedisondiEug e ni oCe f i s ,f i e r one mi c odiGi a nniAg ne l l ie di t or ede“ LaSt a mpa ”el i e t o dipor t a r el ag ue r r as ulme r c a t oe di t or i a l et or i ne s e .“ La Ga z z e t t a de lPopol o” vi vr à pe r i c ol os a me nt epe rqua t t or di c ime s i ,c onl ’ a ut og e s t i onedig i or na l i s t iet i pog r a f is os t e nuta dalle sinistre, dalla Federazione della stampa e dal Cgil-Cisl-Uil, finchè il giornale verrà comprato da Carlo Donat Cattin, leader della corrente Dc di Forze Nuove. Il referendum sul di vor z i o( ma g g i o1974)ve del ag r a ndes t a mpaaf a vor ede l“ no” ,c i oè per il mantenimento della legge. I l26 g i ug no 1974 e s c eaMi l a no“ I lGi or na l enuovo”diI ndr o Mont a ne l l i .I lg r a nde g i or na l i s t aès t a t ol i c e nz i a t oda l“ Cor r i e r e ”dopoa ve rc r i t i c a t ol ag e s t i onediGi ul i aMa r i a Moz z oniCr e s pii nun’ i nt e r vi s t aa l“ Mondo”di Pannunzio. Il congresso della Fns del s e t t e mbr e1974s ic onc l udec onl ac onf e r madiRi nnova me nt oel ’ e l e z i onediPa ol oMur i a l di alla presidenza. È t e mp odis vol t a ,i nt a nt o,pe rl aRa i :i lPa r l a me nt oa ppr oval ’ 11a pr i l e1975i nvi a definitiva il progetto di riforma, che sostituisce il monopolio esercitato per anni da Ettore Be r na b e ic on l al ot t i z z a z i one ;l apr e s i de nz ade lc ons i g l i o d’ a mmi ni s t r a z i onet oc c aa i socialisti, la vicepresidenza ai socialdemocratici, la direzione generale ai democristiani. 26 Dal 1975 ad oggi Nel 1975 la vendita media dei quotidiani è di poco oltre 4 milioni 600 mila copie. Il più di f f us oèi l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”( 500mi l ac opi e ) ,s e g ui t oda“ LaSt a mpa ”( 360mi l a ) ,da l l e duee di z i onide l l ’ ” Uni t à ”( 239mi l a )eda l“ Me s s a g g e r o”( 227mi l a ) .Poia bbi a mo“ I l Gi or no”e“ I lGi or na l eNuovo” .Al l adi f f us i onel i mi t a t ac or r i s pondel as t a g na z i oneoqua s i degli investimenti pubblicitari. Il risultato è che solo 17 testate su 74 chiudono in pareggio o i na t t i vo.Ne l1974“ I lCor r i e r ede l l aSe r a ”èpa s s a t oa l l af a mi g l i aRi z z ol i ,c oni ls o s t e g no de lpa dr onede l l aMont e di s onEu g e ni oCe f i s ,c hehac ompr a t o“ I lMe s s a g g e r o”da iPe r r one ef i na nz i aa nc he“ Pa e s eSe r a ”diRoma( de lPc i )et e s t a t evi c i nea l l aDc . I nt a nt o,i ni z i al ’ e r ade l l ee mi t t e nt ipr i vate. La prima è Telebiella nel 1972. Il servizio pubblico Rai con la riforma del 1975 è affidato al Parlamento, che lo esercita attraverso una commissione di vigilanza. Nel 1976 una sentenza della Corte Costituzionaledà il via a l l ’ e mi t t e nz apr i va t ai na mbi t ol o c a l e .LaRa ic ons e r vai lmonopol i one l l ’ i nf or ma z i onea livello nazionale. “ I lGi or na l eNuovo”diMont a n e l l ihada t ol ’ a vvi oa lg i or na l i s modit e nde nz adic e nt r ode s t r a .Ne l l ’ a r e apol i t i c ade l l as i ni s t r as uc c e del as t e s s ac os ac on“ l aRe pubbl i c a ” ,c he nasce i l14g e nna i o1976di r e t t adaEug e ni oSc a l f a r i .Comee r as uc c e s s oc on“ I lGi or no”ne l1956, “ l aRe pubbl i c a ”uni s c ea l l apa r t i c ol a r ec ol l oc a z i onepol i t i c aunaf or mul ar i vol uz i ona r i a s e nz apr e c e de nt ii nI t a l i a :l a“ f or mul aomni bus ” ,c i oèunquot i di a no per tutti, che si presenta c ome“ i ls e c ondog i or na l e ” ,di r e t t oi nt ut t oi lPa e s eaunpubbl i c oqua l i f i c a t opol i t i c a me nt e c heg i àl e g g eun“ pr i mog i or na l e ” . Las c omme s s ae di t or i a l eèa r di t a .L’ a f f r ont a noc onSc a l f a r il ’ e di t or eCa r l oCa r a c c i ol o,c he invest onoipr ove nt ide“ L’ Es pr e s s o” ,el aMonda t or i ,g ui da t ada lpr i mog e ni t odiAr nol do, Gi or g i o,eda lg e ne r oMa r i oFor me nt on.I lpr i moa nnoèdi f f i c i l e :“ l aRe pubbl i c a ”ve nde 100 mi l ac opi e .Sc a l f a r il as pos t ad a l l ’ a r e apol i t i c ar a di c a l e g g i a nt ea l l ’ a t t e nz i onealla sinistra extraparlamentare al Pci, assecondando il disegno della possibile intesa tra la Dc di Aldo Moro e il Pci di Enrico Berlinguer. “ Re pubbl i c a ”i mpone ne l l ’ e di t o r i ai t a l i a na un nuovo s t i l e ,un nuovo modo dif a r e giornalismo. Punto di forza sono i commenti: i lettori, essendo informati di prima mano, il giorno dopo cercano soprattutto i commenti. Fra gli opinionisti compare il vignettista satirico, Giorgio Forattini. È un successo. Il primo balzo in avanti nella diffusione si ha nei 55 giorni del sequestro Moro, dal 16 marzo al 9 maggio 1978. Scalfari schiera il giornale per la linea della fermezza, in opposizione alla linea trattativista del Psi di Bettino Craxi. I nt a nt oa l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ”c omi nc i al as uas t r a dane ll ug l i o1974l apr opr i e t àRizzoli. Andrea demanda la conduzione al figlio Angelo, che conferma Piero Ottone direttore e adotta un atteggiamento più riservato verso Cefis e la Montedison. Ma in via Solferino esiste una grave questione finanziaria: 20 miliardi di deficit patrimoniale,a l t r e t t a nt id’ e s e r c i z i o,50 miliardi di costo del lavoro su 66 di fatturato. Rizzoli cerca di uscire dalla crisi progettando un quotidiano popolare a basso prezzo, come quelli che escono in Gran Bretagna e Germania. Ma il progetto affidato a Cesare Lanza non decolla. Rizzoli lancia, inoltre, Telemalta, presentata come la Tv tutta estera italiana. Ma i benefici pubblicitari sono pochi. Tut t a vi a ,nonos t a nt el ac r i s idil i qui di t à ,Ri z z ol ii nve s t ees pe nde .Ri l e va“ I lLa vor o”di Genova. Interviene con contributi a Padova e Trento, roccaforti dei Dc Antonio Bisaglia e Flaminio Piccoli. Chi dà questi soldi a Rizzoli? Spunta il nome di Roberto Calvi, presidente de lBa n c oAmbr os i a no,ede lf i na nz i e r eUmbe r t oOr t ol a ni .Dopounpo’dit e mpos is c opr i r à che dietro il “ Cor r i e r e ”c is onoa n c hel al og g i ama s s oni c aP2diLi c i oGe l l iel oI or ,l ’ I s t i t ut o opere di religione di monsignor Marcinkus, cioè la banca del Vaticano. Con la ricapitalizzazione sale al vertice gestionale il finanziere Bruno Tassan Din. Il direttore Ottone si dimette il 22 ottobre 1977. Al suo posto viene nominato Franco Di Bella, direttore 27 de“ I lRe s t ode lCa r l i no” .I lvi c e d i r e t t or eMi c he l eTi t o,Gi a mpa ol oPa ns aeBe r na r doVa l l i lasciano via Solforino. I l1977èa nc hel ’ a nnode l l as f i dat e r r or i s t i c a .I n quattro anni verranno assassinati due g i or na l i s t i ,Wa l t e rToba g ii nvi a t ode l“ Cor r i e r e ”eCa r l oCa s a l e g novi c e di r e t t or ed e“ La St a mpa ” ,es e t t es a r a nnog a mbi z z a t i . I l1981èl ’ a nnode l l as vol t ape rl ea z i e ndee di t or i a l ide iquot i di a ni .Lar i c onve r s i one t e c nol o g i c ac onl ’ i nt r oduz i oned e l l af ot oc ompos i z i oneede l l at e l e t r a s mi s s i onei nf a c s i mi l e c ons e nt edir i s pa r mi a r es uic os t idipr oduz i one .Fi ni s c el ’ e r ade l l et i pog r a f i eac a l d o ,c he us a noi lpi ombo;a r r i va nog l ii mpi a nt i“ af r e ddo” .Ne l1980,be nl ’ 80% dei quotidiani è pa s s a t oa lnuovo s i s t e ma .Un pot e nt ei mpul s oa l l ’ i nnova z i one t e c nol og i c aa r r i v a da l presidente della Federazione degli editori Giovanni Giovannini. Intanto nel 1977 decolla il pr i monume r ode iquot i di a nil oc a l ide lg r uppoL’ Es pr e s s odiCa r l oCa r a c c i ol o,c onl ’ u s c i t a de“ I lTi r r e no”diLi vor no.Aque s t ac a t e nae di t or i a l ede di c he r e mounal e z i onea dhoc . Sel ea z i e ndee di t or i a l ir i e s c onoai mboc c a r el ’ a ut os t r a dade l l ar i c onve r s i onet e c nol og i c ai l me r i t oes opr a t t ut t ode l l al e g g es ul l ’ e di t or i a ,la n°416 del 5 agosto 1981, che ha richiesto di e c ia nnipe ra r r i va r ea l l ’ a ppr ova z i one .Ne l l apr i mapa r t ede l l al e g g es pi c c a nol en or me dirette ad assicurare la trasparenza delle proprietà, i finanziamenti, i trasferimenti delle aziende e le nome anti-trust. Il limite nazionale di concentrazione è fissato al 20% della tiratura globale dei quotidiani. Ir i f l e t t or is ir i vol g onoa l“ Cor r i e r ede l l aSe r a ” .Lanuoval i ne ae s pr e s s adaTa s s a nDi ns i ma ni f e s t ac onduei ni z i a t i ve :l ’ a t t a c c og i or na l i s t i c oa lpr e s i de nt e della Fiat Giovanni Agnelli el ’ i nt e r vi s t ade l5ot t obr e1980diMa ur i z i oCos t a nz oaLi c i oGe l l i ,Gr a nMa e s t r ode l l a loggia massonica P2, che parla del suo progetto politico per imprimere una svolta autoritaria a lPa e s e ,l ’ a bol i z i onede ls e r vi z i opubbl i c o Rai e il controllo dei giornali principali. Rizzoli e Ta s s a nDi npe ra pr i r eunnuovof r ont epubbl i c i t a r i oc r e a no“ L’ Oc c hi o” ,quot i di a nopopol a r e c hes ii s pi r aa l l ’ i ng l e s e“ Da i l yMi r r or ” ,a f f i da t oaCos t a nz o:32pa g i ne ,200l i r ec on t r ol e 300 degli altri quotidiani. Nel 1980 si mette in mostra un giovane imprenditore rampante: Silvio Berlusconi, che pa r t e nd o da una Tv vi ac a vo e da un’ e mi t t e nt e vi ae t e r ec os t r ui s c e un c i r c ui t o di di s t r i buz i onedif i l m el a nc i a“ Ca na l e5” .Es ul adaque s t os e mi na r i ol at r a t tazione delle questioni radiotelevisive, che meriterebbero uno spazio ad hoc. Al“ Cor r i e r e ”g l ie ve nt ipr e c i pi t a no.I l20ma g g i o1981i lba nc hi e r eRobe r t oCa l vivi e ne arrestato per esportazione illegale di capitali. La sera stessa il presidente del consiglio Ar na l doFor l a nide c i dedir e nde r epubbl i c ol ’ e l e nc ode l962a f f i l i a t ia l l al og g i aP2,s c o pe r t o tre giorni prima nella villa di Gelli ad Arezzo. Vi sono ventotto giornalisti, quattro editori e sette dirigenti editoriali. Il 18 giugno muove impiccato a Londra Roberto Calvi. Si è impiccato? È stato impiccato? Non è ancora stato accertato processualmente. Ta s s a nDi nc oni l10, 5% dia z i onièa r bi t r ode l“ Cor r i e r e ” ,i mponel anomi naadi r e t t or edi Alberto Cavallari, in sostituzione del piduista Di Bella costretto a dimettersi. Tassan Din è coperto discretamente in questa fase dal Pci. Lasciano via Solforino Alberto Ronchey, Enzo Bi a g ieGa e t a noSc a r doc c hi a ,c h eva nnoa“ Re pubbl i c a ” .I lquot i di a nodiSc a l f a r ic r e s c e r a pi da me nt es f r ut t a ndol ac r i s ide l“ Cor r i e r e ” .Not e vol i s s i moa nc hel os vi l uppode l“ Sol e24 Or e ” ,q uot i di a node l l aConf i ndus t r i a ,c oni ldi r e t t or eGi a nniLoc a t e l l i .Èboom a nc hepe rl a “ Ga z z e t t ade l l oSpor t ”ei l“ Cor r i e r ede l l os por t ” .Me nt r ei l31a g os t o1981c e s s a nol e pubbl i c a z i oni“ LaGa z z e t t ade lPopol o”ei l“ Roma ”diNa pol i . Intanto, la categoria dei giornalisti va incontro a notevoli cambiamenti: di ordine qualitativo e quantitativo, di cultura e mentalità professionale. Fra il 1978 e il 1983 entrano nei ranghi dei professionisti 2.441 nuovi giornalisti, pari al 25% degli iscritti globali che sono 9.638, f r ac uiunmi g l i a i odipe ns i ona t i .Tr el er a g i oni :l ’ a t t i va z i onede lTg 3,l ar e g ol a r i z z a z i onedi mol t ig i or na l i s t idif og l ie xt r a pa r l a me nt a r iel ’ a ppor t o de ipr i mic or s ide l l as c uol adi 28 giorna l i s moc r e a t ada l l ’ Or di nede l l aLomba r di aeda l l ebor s edis t udi oi s t i t ui t et r aFi e ge Fnsi. L’ a vve ni me nt oc e nt r a l ede g l ia n niOt t a nt aès e nz ’ a l t r ol ag ue r r ac hes is c a t e nap e ri l c ont r ol l ode l l aMonda t or iede lg r uppoL’ Es pr e s s o,c hehaa ls uoi nt e r nol ’ e di t or i a l e“ La Re pubbl i c a ” .L’ a nt e f a t t oèi lpr og e t t odiCa r l oDeBe ne de t t idii nc or por a r ene l l aMon d a t or i l ’ e di t or i a l e ,c on“ LaRe pubbl i c a ”eiquot i di a nil oc a l iFi ne g i l -g r uppoL’ Es pr e s s o,c hes i stavano estenendo soprattutto nel Nord. De Benedetti ne parla sin dal 1986 con Mario For me nt on,pr e s i de nt ede l l aMonda t or i ,c hepe r òg i udi c apr e ma t ur al ’ i de a . For me nt ons c ompa r ei l29ma r z o1987el ’ a c c or dot r ag l ie r e dis ir ompe .DeBe ne de t t is i a l l e ac o n iFor me nt on ei ns i e meha nno l ama g g i or a nz ane l l ’ Ame f ,l af inanziaria che controlla la Mondatori. Mimma Mondatori e il figlio Leonardo si alleano con Silvio Be r l us c oni ,l ’ a l t r onuovoa z i oni s t ade l l ’ Ame f .Ne lma g g i o1988iMonda t or is onoe s pul s i dalla finanziaria, nella quale entrano gli uomini della Cir di De Benedetti. Questi e i due ma g g i or ia z i oni s t ide l l ’ Es pr e s s oCa r l oCa r a c c i ol oeEug e ni oSc a l f a r if a nnouna c c or d ope r cui Caracciolo e Scalfari vendono le proprie quote. I l10a pr i l e1989a r r i val ’ a nnunc i oc heMonda dor ièpa s s a t oda l50% a l100% de l l ’ Es p r e s s o e dei quotidiani Finegil. Caracciolo diventa presidente e Luca Formenton vicepresidente. Sc a l f a r ie nt r ai nc ons i g l i od’ a mmi ni s t r a z i onec omeundi c e s i mome mbr o,g l ia l t r is on o5di e s pr e s s i oneMonda dor ie5de l l ’ Es pr e s s o.Mat r al ’ e s t a t eel ’ a ut unnoLuc aFor me nton fa pace col cugino Leonardo e passa con Berlusconi. Il 22 dicembre 1989 un giudice dà ragione alla cordata Formenton-Mondadori-Berlusconi e dichiara decaduto il cda con Caracciolo presidente. La nuova maggioranza elegge Berlusconi presidente il 25 gennaio 1980. Il 22 marzo la Camera approva definitivamente la legge Mammì sulla regolamentazione del sistema radiotv. Il 4 aprile il Tribunale dà torto a Berlusconi a proposito del cda della Mondadori-L’ Es pr e s s o.A l ug l i oig i udi c ia f f i da nol a delega del cda a Caracciolo e Antonio Coppi, con Corrado Passera della Cir direttore g e ne r a l e .Sul“ Gi or na l e ”Mont a n e l l ic r i t i c aBe r l us c onidinona c c us a r el as c onf i t t adopo a ve r l as ubi t a .Ne l1994Mont a n e l l ia bba ndonai l“ Gi or na l e ” ,qua ndoBe r l us c onie n t r ai n politica,ef ondai lnuovoquot i di a n o“ LaVoc e ” . 29 30