Progetto per rivitalizzare
l’economia locale
Obiettivo di questo progetto è valorizzare le peculiarità del territorio e ricostruire un tessuto
sociale, culturale e imprenditoriale fortemente compromesso dalla globalizzazione selvaggia
dell’ultimo periodo.
Gli strumenti utilizzati sono:
1. il recupero della vocazione contadina del territorio attraverso un percorso di
riqualificazione dell’attività imprenditoriale agricola con attività tese alla creazione
di mercato, alla qualificazione del reddito di impresa e alla valorizzazione delle merci
prodotte localmente
2. un percorso scolastico, teorico e pratico, formativo della futura classe imprenditoriale
che riscopra la storia e la cultura locale con la consapevolezza di vivere in un mondo
aperto e in continua evoluzione, nel rispetto ed in armonia con la natura
3. l’utilizzo di un buono locale che favorisca gli scambi delle merci locali e aumenti il
potere di acquisto delle famiglie sempre più in difficoltà
1) Riqualificazione dell’attività imprenditoriale agricola
Secondo L’ISMEA i prezzi alla produzione in agricoltura sono aumentati nel mese di
giugno del 4,5% e del 19,1% rispetto allo stesso mese del 2007 e le voci colpite dai
maggiori aumenti ovviamente sono Gasolio e fertilizzanti chimici, anch’essi in gran parte
derivanti dal petrolio..
Dal 2000 al 2007 i prezzi alla vendita sono aumentati mediamente del 28% (fonte CIA)
Mentre i redditi dei produttori sono diminuiti, sempre dal 2000 al 2007, del 18%.
A fronte di questo sconfortante quadro, abbiamo un sistema distributivo con filiere “lunghe”
che hanno portato i prodotti agroalimentari ad avere un divario enorme tra prezzi alla
produzione e alla vendita. Eclatante il caso delle clementine che vengono pagate alla
produzione 15-20 centesimi mentre al consumatore sono arrivate a costare, a dicembre
scorso, anche 3 euro (fonte Coldiretti http://www.coldiretti.it/docindex/cncd/informazioni/890_07.htm ).
Poco giustificati anche gli aumenti dei prezzi relativi a pane, pasta e farina.
Il produttore quindi ha redditi sempre più bassi, costi sempre più alti ed una burocrazia che
assorbe 100 giorni l’anno (fonte CIA) per gli adempimenti, contabili, fiscali e
amministrativi.
Sul fronte della qualità, prosegue la contraddittoria politica comunitaria che continua a non
dare certezze agli agricoltori che chiedono invece risposte chiare e definite come quelle in
tema di modificazioni climatiche che chiedono urgentemente un cambiamento degli
orientamenti e un allargamento delle superfici coltivate a cereali oggi a set aside, ma la UE
ancora non si pronuncia.
Le risposte invece arrivano dalla Commissione europea (organo sovranazionale) in tema di
Ogm. Mentre in Italia 3 milioni di persone si esprimevano nella consultazione sugli OGM a
favore della sicurezza alimentare, la Commissione europea, contro alle indicazioni del
Parlamento Europeo (eletto dagli elettori) e dei consumatori europei che più volte si sono
espressi contro le colture transgeniche, ha dato il via libera definitivo
alla
commercializzazione del mais transgenico 59122 o “herculex”, oltre a un tipo di
barbabietola da zucchero geneticamente modificata e altre due qualità di mais ibridi.
Dal fronte dei consumatori i dati Istat sulla spesa delle famiglie italiane hanno rilevato che
dopo quasi un decennio di stagnazione i consumi sono calati a danno soprattutto dei
consumi alimentari e della produzione della qualità dei prodotti, favorendo così gli acquisti
nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e Hard Discount. Secondo un recente
sondaggio http://www.repubblica.it/2008/06/sezioni/economia/inflaistat-5/infla-sondaggio/inflasondaggio.html l’inflazione percepita è almeno 3 volte quella dichiarata e per il 71% del
campione intervistato la situazione familiare è poco o per nulla positiva.
Il produttore che si affida al mercato vendendo i suoi prodotti alla GDO, quando ci riesce, o
ai grossisti, spunta prezzi a volte molto inferiori anche al punto di pareggio, l’unica
alternativa quindi è rivolgersi alla vendita diretta e perseguire la qualità (Farmers Market,
Km 0, mercatini de biologico ecc.). La difficoltà maggiore comunque è creare il mercato
alle produzioni e anche ove si riuscisse in questa impresa, si tratta sempre di una nicchia di
mercato formato da consumatori consapevoli e disposti anche a spendere di più. Nicchia che
però si ridurrà sempre più con l’aumentare della crisi economica, come sopra evidenziato, e
del numero dei produttori che si rivolgono a questo segmento di mercato.
Seguendo il paradigma in cui il prezzo finale di un prodotto è dato dai costi più un giusto
guadagno, avremo prezzi molto elevati e quindi soddisferà solo una piccola parte di
produttori e di consumatori anche se si avrà una qualità superiore della produzione, oltre
naturalmente alla difficoltà a ritagliarsi spazi di vendita sufficienti, con un conseguente
dispendio di risorse, economiche ed umane che poi inevitabilmente si riflettono, anch’esse,
sul prezzo finale.
Per affrontare adeguatamente questo difficile periodo e portare i prodotti di qualità sulle
tavole di tutte le famiglie, facendo così tornare nella norma (il prodotto di qualità per tutti
ad un prezzo accessibile) quello che oggi invece è l’eccezione (il prodotto di qualità solo ai
ceti più agiati), è necessario inserire vari, ma facili correttivi:
CREAZIONE DI MERCATO:
il primo passo è quello di aderire al circuito che accetta i Buoni della Solidarietà ChE
Cammina SCEC come percentuale del prezzo (mediamente dal 10 al 30%). Poiché questi
Buoni sono distribuiti alle famiglie gratuitamente, si ottiene un aumento del potere di
acquisto pari alla percentuale dei Buoni accettata.
Le famiglie quindi preferiranno acquistare nei punti vendita che aderiscono a questo circuito
rispetto ad esempio alla GDO o Discount che invece non li possono accettare a causa della
loro organizzazione interna.
Gli SCEC possono essere utilizzati in tutti gli esercizi commerciali, produttori,
professionisti, strutture di ristorazione, alberghi ecc. non solo nella località, ma in tutte le
città-regioni in cui si utilizzano e aderiscono al circuito di ArcipelagoSCEC. Questo
permetterà alle eccedenze produttive di poter essere vendute nel circuito italiano
aumentando notevolmente il mercato alle merci locali di qualità.
Allo stato attuale molti enti locali stanno aderendo conferendo così corpo e consapevolezza
a tutto il progetto e aiutando le proprie comunità e le economie locali.
L’adesione dell’impresa al circuito nazionale di ArcipelagoSCEC darà la possibilità di
utilizzare anche i servizi predisposti per gli aderenti:
• data base nazionale in cui essere inseriti per avere visibilità e facilitare gli scambi fra
le varie realtà regionali
• la possibilità di effettuare scambi di merci on line (in preparazione)
• un programma di contabilità on line di facile gestione, con l’ausilio del personale
specializzato dell’associazione, per diminuire i costi di gestione dell’azienda (in
preparazione)
ACCORCIAMENTO DELLE FILIERE
Concetto tornato prepotentemente alla ribalta dopo gli aumenti, a volte ingiustificati, dei
prodotti agroalimentari, con punte che a volte hanno fatto pensare a vere e proprie
speculazioni. Anche qui, tutti parlano di filiera corta, ma concretamente è difficile da
mettere in pratica (farmers market-chilometri 0 ecc.) anche perché si richiede al produttore
di avere risorse per la vendita diretta e strutturare l’azienda in modo leggermente diverso.
Comunque sia, se applicato bene si potrebbero aumentare gli introiti dei produttori e offrire
prezzi più contenuti ai consumatori.
In questo concetto si inserisce perfettamente la filiera del grano che arriva fino alla vendita
del pane, quella della carne (allevamento, macellazione, trasformazione e vendita), l’attività
casearia ecc.
ECONOMIE DI SCALA
In questo caso è necessario comprendere che il futuro delle piccole aziende sarà sempre più
difficile e la collaborazione fra aziende invece il naturale antidoto all’attuale periodo
molto complesso.
I PSR (Piani di Sviluppo Rurali) regionale favoriscono l’unione fra produttori agricoli e
incentivano le economie di scala che ne derivano finanziando molte attività e in alcune
regioni, ad esempio la Calabria, la regione sta lavorando per destinare fondi alla
realizzazione di strutture per la vendita di merci locali.
L’unione di questi elementi:
• Creazione di mercato attraverso l’aumento del potere di acquisto alle famiglie con
l’utilizzo degli SCEC i Buoni della Solidarietà ChE Cammina
• Accorciamento delle filiere e trasformazione dei prodotti
• Economie di scala attraverso l’unione tra produttori
da vita a dei supermercati locali de “Il sapore del cuore” dal nome del progetto
http://www.centrofondi.it/sapore_cuore.htm e ai punti vendita denominati “SCEC Point
Market”. In questi punti vendita si troverà l’alimentare e tutti i prodotti di aziende locali,
artigianali che avranno una vetrina per le loro produzioni. Da specificare che i produttori
non agricoli non interverranno nell’associazione, ma conferiranno la merce in conto
vendita, pagando un canone.
Nei supermercati Locali si attiveranno anche lavorazioni come la macelleria e la produzione
del pane, dolci, pasta ecc., negli SCEC Point Market di superficie inferiore invece si
venderanno prodotti locali senza trasformazione o trasformati direttamente dalle aziende o
nei Supermercati del Sapore del Cuore. Utile prevedere un Supermercato che rifornisce
più SCEC Point Market sul territorio.
Queste due strutture avranno, oltre alla vendita diretta, la funzione di:
• snodo di rete per la piccola distribuzione locale (rapporto fornitore-commerciante)
• smistamento di ordini inter regionali che arrivano dalle altre Isole di
ArcipelagoSCEC
• punto distributivo per i Gruppi di Acquisto Solidale presenti nella zona
Ogni struttura, Il Sapore del Cuore e lo Scec Point Market, sarà gestito da più produttori
riuniti in associazione, con l’aiuto di ArcipelagoSCEC che aiuterà e coordinerà le attività.
VENDITA DIRETTA
All’interno del Supermercato del Sapore del Cuore troverà posto il nucleo
dell’agroalimentare con:
• un forno a legna per pane e prodotti da forno (pizza, pasticceria ecc.) necessarie due
persone (fornaio e pasticcere) più una alla vendita
• ortofrutta rigorosamente di stagione
• macelleria con carni provenienti da piccoli allevamenti di qualità della zona (1
persona)
• pizzicheria e salumi anche piatti semilavorati o pronti da portare via (1-2
persone)
Il settore avrà anche prodotti trasformati dall’associazione dei produttori, confetture,
passate di pomodoro, succhi di frutta, sughi pronti, olive e altre produzioni locali
oltre all’agroalimentare, che è il richiamo e la spina dorsale della struttura, troveranno
spazio e visibilità anche le altre produzioni locali artigianali con un addetto alla vendita
cumulativo. Ovviamente lo SCEC point Market non avendo le lavorazioni al suo interno
avrà necessità di meno personale per la gestione.
Nei punti vendita avremo anche prodotti alla spina come detersivi, latte, vino ecc. e molta
cura e attenzione sarà dedicata al rapporto con il cliente per fare informazione
(progettoSCEC, corretta alimentazione, antiche ricette locali da riscoprire, consigli,
informazioni sui metodi di coltivazione ecc.).
RIFIUTI 0
Tutta la merce verrà data sfusa, senza imballaggi, senza pellicola e polistirolo; ove sia
necessario un imballaggio per la conservazione, ad esempio le conserve, confetture ed i
succhi di frutta, ecc. saranno adottati contenitori di vetro e verrà richiesto un deposito
cauzionale che sarà restituito alla riconsegna del vuoto. Per il vino, il latte ed i detersivi si
useranno contenitori portati da casa dal cliente o forniti direttamente dal punto vendita,
salvo, anche in questo caso, un deposito cauzionale. Un omaggio o un piccolo sconto per chi
porta da casa il sacchetto per riporre la spesa, in ogni punto vendita comunque ci saranno in
vendita borse di tela o di carta riciclata.
In tutti i punti vendita ci saranno delle compostiere per i rifiuti organici derivanti
dall’attività.
Per quanto riguarda i punti di ristoro verrano usati il più possibile contenitori non usa e
getta.
ENERGIA
Ove possibile verranno utilizzate fonti di energia rinnovabile. Nel Supermercato ad esempio
si può adottare un impianto a biomasse, alimentato dalle aziende della zona, con il quale
rendere autonomo dal punto di vista energetico il punto vendita e alimentare anche il forno a
legna. L'eventuale sovrapproduzione di energia potrà essere immessa in rete e venduta alla
tariffa di favore prevista in finanziaria 2008 per impianti a biomassa alimentati da filiera
corta.
SNODO DI RETE
Il Supermercato Locale de Il Sapore del Cuore avrà la funzione di rifornire gli Scec Point
Market sul territorio (i prezzi saranno uguali) e anche i negozi della piccola distribuzione
(negozio di prossimità o dei Centri Commerciali Naturali del centro cittadino) che
aderiranno al circuito ArcipelagoSCEC. In questo ultimo caso il prezzo praticato sarà
inferiore di quello offerto al pubblico onde permettere anche al piccolo negozio aderente al
circuito di offrire buoni prezzi.
In particolare si potranno rifornire i bar, ristoranti, gli alberghi, agriturismo che aderiscono
al circuito ArcipelagoSCEC e che avranno interesse a utilizzare gli Scec ricevuti dalla
propria clientela. Anche in questo caso sarà cura di ArcipelagoSCEC, con l’aiuto degli Enti
Locali, di “formare” questi esercizi commerciali a sensibilizzare la loro clientela sul fatto
che si stanno usando materie prime del territorio di qualità, magari attraverso la diffusione
di un opuscolo preparato allo scopo che informa i clienti sull’intero progetto.
SMISTAMENTO ORDINI da altre “isole” del circuito
In questo caso il Supermercato de Il Sapore del Cuore avrà il compito di soddisfare gli
ordini che arriveranno dalle altre “isole” dell’ArcipelagoSCEC che faranno richiesta,
attraverso la piattaforma informatica, di produzioni che il loro territorio non può offrire. Un
modo per gestire le eccedenze produttive.
PUNTO DISTRIBUTIVO PER I GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE
I nostri punti vendita, Supermercato de Il Sapore del Cuore e SCEC Point Market, posso
assolvere anche alla funzione di centro di smistamento degli ordini dei GAS presenti sul
territorio semplificando il loro lavoro organizzativo e gestionale.
RAPPORTI FRA I PRODUTTORI E I PUNTI VENDITA
I produttori agricoli riuniti in associazione che danno vita ai punti vendita del
progettoSCEC, conferiscono la loro merce e sono pagati a fine mese con un prezzo medio di
mercato. Periodicamente poi verranno ridistribuiti gli utili derivanti dalla vendita dei
prodotti trasformati dedotte le spese gestionali del punto vendita. In questo modo si
permette al produttore agricolo di avere un ritorno non solo dalla vendita del prodotto, ma
anche dalla vendita del prodotto finito e trasformato. A puro titolo di esempio ricordiamo
che 100kg di grano, che producono 100kg di pane, vengono oggi (ottobre 2008) pagati circa
30-40 euro, mentre i 100 kg di pane vengono venduti da 200 a 300 euro. Per non parlare dei
dolci dove la materia prima incide solo per un 3-5%. Stessa cosa per un piatto pronto o
semilavorato, succhi, confetture ecc.
Da specificare che ogni produttore viene considerato alla stregua degli altri senza fare
differenza fra le merci conferite. Il plusvalore, oltre il prezzo medio pagato dal mercato,
viene quindi redistribuito equamente deducendo solo i costi di gestione. Il coordinamento
di ArcipelagoSCEC varrà un 10% degli utili.
Da specificare che al produttore non si richiede di ristrutturare la sua azienda, ma solo di
fare bene il suo lavoro, al resto penserà, per quanto possibile, ArcipelagoSCEC.
Un capitolo a parte per i produttori non agricoli che esporranno la loro produzione,
artigianale e non, nei punti vendita. In questo caso possono dirottare nei punti vendita, parte
della loro produzione (spacci aziendali) comprese alcune rimanenze di magazzino che
possono essere vendute con percentuali di SCEC più elevate. La loro merce sarà in conto
vendita e pagheranno solo un canone di affitto per la visibilità, lo spazio ed il servizio
offerto dai punti vendita.
PUNTI DI RISTORO
I punti vendita possono essere arricchiti anche da punti di ristoro, chioschi o da ristoranti,
magari stagionali gestiti sempre dalla stessa associazione che gestisce i punti vendita.
Nel punto di ristoro si potranno trovare piatti freddi, panini e altre piccole cose, tutte
rigorosamente locali.
Nel chiosco, anche ambulante, si potranno vendere tutte le produzioni con la frutta, succhi,
macedonie, angurie, sorbetti e gelati artigianali, riscoprendo anche l’antica arte della
ristorazione da strada.
La loro conduzione non richiede una particolare specializzazione mentre hanno un buon
ritorno economico.
Da utilizzare in zone turistiche, vicino ad uffici e anche questi possono contribuire al
miglioramento della redditualità della produzione.
Diverso è il caso del ristorante, anche stagionale,
In questo caso va individuato o un locale adatto o una zona all’aperto da poter adibire alla
ristorazione con 50/70 coperti. I prezzi molto contenuti anche con l’ausilio dei Buoni della
Solidarietà ChE Cammina SCEC. Qui è necessaria una professionalità adeguata alla
gestione anche se il menù sarà semplice e improntato alla cucina casalinga.
2) un percorso scolastico per la formazione teorica e pratica
della nuova classe imprenditoriale
Oggi il nostro mondo è in continua evoluzione e conoscerne i motivi aiuta a comprendere
questo particolare momento storico e a dare soluzioni concrete e utili a coloro i quali, dopo
il percorso scolastico, dovranno entrare nel mondo imprenditoriale e del lavoro. Questa
sperimentazione, portata avanti con docenti di provata esperienza, offrirà oltre ad una
comprensione chiara dei meccanismi economici che regolano la nostra realtà, anche delle
soluzioni imprenditoriali per trasformare e utilizzare le conoscenze apprese durante il
percorso formativo scolastico in attività imprenditoriali capaci di affermarsi positivamente
sul territorio.
L’obiettivo di questo corso è quello di dare consapevolezza ai ragazzi e fornire loro
strumenti per rendere redditizia l’attività imprenditoriale, sia essa agricola o turistico
alberghiera, conservando la cultura socio-economica originale del luogo e valorizzandone
quegli aspetti, oggi sempre più spesso dimenticati e ridicolizzati, quali la solidarietà tra i
componenti della comunità.
Il ciclo prevede:
• una parte teorica che racchiude i temi legati:
o
o
o
o
alla comprensione dell’economia e dello strumento monetario;
al fare impresa nell’attuale contesto socio-economico;
alle problematiche relative all’utilizzo di energie rinnovabili in azienda;
alle tecniche di risparmio energetico nelle costruzioni.
• una parte pratica in cui le classi possono sperimentare direttamente sul campo quanto
esaminato in quella teorica. Gli studenti potranno supportare laboratori gestiti da
cooperative di ex allievi già diplomati che complessivamente porteranno avanti:
o un supermercato di merci ortofrutticole prodotte localmente (provenienti in
gran parte dall’azienda agricola dell’Istituto stesso);
o una piccola attività di ristorazione all’aperto nel periodo estivo (giugnosettembre).
All’interno del supermercato saranno realizzati un forno a legna, per chiudere la
filiera del grano, e vari laboratori per la produzione di pasta e la trasformazione delle
eccedenze produttive (succhi, salse, confetture e altri semilavorati) vedi punto 1 del
progetto;
Parte teorica
Analisi e comprensione della fase economica attuale
Possibili sviluppi nel breve e medio termine
Ripercussioni sulle attività imprenditoriali
Soluzioni aziendali immediatamente attuabili
La moneta in generale
La spesa pubblica ed il suo finanziamento
La moneta bancaria
Le monete complementari
Il problema energetico
Le energie rinnovabili
Il loro impiego in azienda e nelle strutture ricettive
Strutture e materiali da costruzione per il risparmio energetico
Ogni argomento verrà affrontato da docenti con una preparazione specifica sui temi trattati,
con un linguaggio molto semplice e accessibile in modo da facilitare la comprensione degli
studenti.
Parte pratica
Per trasferire nella realtà quotidiana quanto esposto nella parte teorica e offrire ulteriori e
continui spunti di riflessione, si utilizzerà un supermercato di merci prodotte localmente
(vedi punto 1) e gestito a livello imprenditoriale da una o più cooperative formate da ex
allievi già diplomati.
Il Supermercato Locale de Il Sapore del Cuore venderà ortofrutta e avrà al suo interno
anche un forno a legna per la chiusura della filiera del grano, una piccola macelleria e altri
prodotti tipici della zona, anche con l’ausilio di imprenditori e allevatori locali per la
produzione non coperta dall’azienda agricola dell’istituto. La struttura sarà anche la vetrina
per altre lavorazioni di artigianato locale.
Tra le attività previste c’è anche la trasformazione dei prodotti ortofrutticoli in prodotti finiti
o semilavorati e di un laboratorio per la produzione di pasta fresca, dolci. Se non presenti
nella struttura alcune attività potranno essere svolte nei laboratori della scuola o nelle
aziende che metteranno a disposizione le loro strutture di trasformazione.
Nel periodo estivo (giugno-settembre) si può dare vita anche ad un piccolo ristorante
all’aperto organizzato dalle stesse cooperative di ex allievi che gestiscono il supermercato e
potrà essere terreno di ulteriore sperimentazione per gli studenti. Ovviamente verranno
utilizzate materie prime di stagione che proverranno dal supermercato o dai suoi laboratori.
Nella struttura verranno accettati anche i Buoni della Solidarietà ChE Cammina del progetto
ArcipelagoSCEC, ovvero gli SCEC, che potranno essere ivi spesi in percentuale sul prezzo
in euro delle merci.
3) Il Buono SCEC della Solidarietà ChE Cammina
I Buoni Locali SCEC (la Solidarietà ChE Cammina) nascono dall’esperienza e dallo studio
di oltre 4.000 esempi di monete complementari presenti in tutto il mondo, compreso il
circuito WIR svizzero e il Regio tedesco.
Una caratteristica dell’economia odierna globalizzata è quella di “drenare” la ricchezza
prodotta localmente per alimentare mercati lontani migliaia di chilometri. E’ il caso della
grande distribuzione che solo in minima parte acquista e vende prodotti locali e
dell’industria che con la delocalizzazione delle produzioni in paesi dove il costo del lavoro è
molto più basso investe sempre meno nel mercato domestico.
L’obiettivo è quello di invertire questo processo di progressivo impoverimento che rende la
moneta un bene sempre più “raro” ed insufficiente ad alimentare le economie locali
attraverso due punti:
1. Il Buono Locale di Solidarietà che aumenta il potere di acquisto delle famiglie e agevola
l’economia locale circolando in un territorio limitato a fianco dell’euro come percentuale
di prezzo (es. 10-20%)
2. L’attuazione di progetti aziendali per rivitalizzare il settore agroalimentare (vedi punto
1), oggi a rischio di collasso e le altre produzioni locali e artigianali che rischiano
anch’esse di scomparire. Collaborazione tra imprese, riduzione delle filiere produttive,
creazione di economie di scala e gruppi di acquisto per settori merceologici per
aumentare il potere contrattuale con i fornitori, sono elementi che aiuteranno il prodotto
locale a competere con i prodotti di importazione in termini di prezzo e qualità.
1) lo SCEC è uno strumento che ha un rapporto di parità con l’euro (1:1), non è convertibile
in euro, è gratuito e viene distribuito con criteri univoci e trasparenti, uguali in tutte le zone
d’italia che aderiscono al progetto ArcipelagoSCEC.
Il Buono della Solidarietà ChE Cammina è una percentuale di prezzo pagata (min. 10%) sul
prezzo di un bene e può essere riutilizzato dal commerciante all’interno delle imprese,
professionisti, produttori ecc. che aderiscono al circuito di ArcipelagoSCEC in tutta Italia.
Il Buono della Solidarietà ChE Cammina essendo distribuito gratuitamente non crea
debito come accade per la creazione monetaria cartacea e elettronica. Fa rimanere nel
territorio tutto l’importo (anche quello pagato in euro) e circolando nel circuito locale
consente di aumentare e reinvestire questa ricchezza nel territorio.
Il Buono della Solidarietà ChE Cammina aumenta il potere di acquisto delle famiglie per
la percentuale di Buoni accettata (il pensionato con 500 euro avrà un potere si acquisto
maggiorato di 100 euro nel caso la percentuale media accettata sia del 20%)
Fiscalmente il Buono Locale è assimilabile ad un abbuono http://it.wikipedia.org/wiki/Abbuono e
come tale non concorre alla determinazione della base imponibile. Essendo solo una piccola
percentuale del prezzo pagato in euro non si corre nemmeno il rischio di creare inflazione,
poiché i Buoni acquisicono valore insieme all’euro e non ne sono indipendenti.
Il progetto ArcipelagoSCEC prevede che ogni isola regionale che adotta i buoni possa
scambiare con le altre le eccedenze produttive e i flussi turistici, ogni isola infatti potrà
pagare nella percentuale accettata con i Buoni che circolano nella propria zona (i Buoni
avranno una timbro di attivazione locale). Ogni isola sarà garante nei confronti delle altre
della qualità dei prodotti e dei servizi scambiati, ad esempio di un prodotto agroalimentare o
di un servizio di ristorazione e alberghiero, insomma una sorta di certificazione di qualità
spontanea e veritiera.
Dal punto di vista sociale, la distribuzione dei Buoni della Solidarietà ChE Cammina che
avviene anche agli immigrati, opera un’integrazione che fa scemare tensioni sociali
inevitabili e con l’aumento del reddito alle imprese, agricole e non, può portare
all’emersione del lavoro nero. Aumentando il potere di acquisto delle famiglie e dei
pensionati è un ottimo ammortizzatore sociale.
Si possono mettere in essere anche forme di solidarietà fornendo beni di prima necessità
(ricavati dalle rimanenze dei punti vendita diretti e della piccola distribuzione del circuito,
come pane, pasta ortofrutta ecc.) alle famiglie meno abbienti.
Allo stesso modo sarà facile organizzare il servizio a domicilio della spesa agli anziani soli,
organizzando magari alla domenica pranzi e occasioni di ritrovo in strutture messe
appositamente a disposizione dalle amministrazioni locali.
E’ allo studio anche un progetto per i malati lungodegenti e anche per quelli terminali anche
sulla scorta di esperienze di altre associazioni, da presentare alle Regioni per l’assistenza
domiciliare.
Il progetto permetterà notevoli risparmi per la sanità pubblica e creerà posti di lavoro e ai
malati darà l’opportunità di rimanere nelle loro case, con i loro cari.
Il servizio in parte sarà pagato dalla regione e parte dalle famiglie con una percentuale in
Buoni.
Lo scopo e l’obiettivo dei Buoni della Solidarietà ChE Cammina possiamo dire sia quello
di far intravedere alle persone che li usano che esiste la possibilità di un altro modo di
relazionarci con il prossimo, facendo anche una sana economia. Uno stimolo a non vedere
l’altro come un nemico, ma come parte di una comunità armonica. E’ un progetto fatto
dalla gente per la gente e ha costi irrisori oltre ad essere semplice e pratico.
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Progetto per rivitalizzare l`economia locale