Catalogo Interregionale di Alta Formazione 2011 - ID Corso: 8390… Corso di Alta Formazione in Comunicazione e Counselling Espressivo ARMONICHE VIBRAZIONI Relatore: Corsista: Dott.ssa Roberta Frison Rita Prandini Modena: 9 giugno 2012 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 ARMONICHE VIBRAZIONI “Dunque senza la musica nessuna disciplina può essere perfetta, perché senza di essa non esiste nulla. La musica muove i sentimenti e modula le emozioni. La musica consola la mente nel sopportare le tribolazioni e la modulazione della voce conforta la fatica di ogni lavoro. ….. ogni parola che pronunciamo, ogni pulsazione delle nostre vene è legata dal ritmo musicale ai poteri dell’armonia.” Isidoro di Siviglia, vescovo della città, in “Cosa può fare la musica”, 627ca., d.C. ___________________________________________________________________ 2 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 Indice dei Contenuti 1. Introduzione ....................................................................................................... 4 2. Cap. I Approcci teorici …………………....................................................... 5 1.1 1.2 1.3 1.4 1.5 Excursus storico ……………………………………………....……... 5 La memoria dell’acqua …………………………...…………..…........ 7 La Cimatica ……………………………………………………........ 10 Le campane tibetane ……………………………………………..…. 13 Tomatis e l'effetto Mozart: un metodo audio-psico-fonologico …… 14 3. Cap. II La Musicoterapia …………………………………………………. 17 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 2.8 Definizioni ………………………………………………….….…… 17 Tutto è terapia? …………………………………………….....…….. 19 Un approccio psicoanalitico: il modello Benenzon ………………… 21 Identità Sonora ………………………...…………………….....….. 22 Oggetti intermediari ………………...…………………………..….. 25 Il trattamento individuale o di gruppo, setting, tempo ……...…….... 26 I 15 passi per fare una seduta di musicoterapica …………...……… 27 Ambiti di trattamento musicoterapico …………...……………….... 28 4. Conclusioni ………………………………………………………………….. 30 5. Bibliografia ………………………………………………………………….. 32 6. Sitografia ……………………………………………………………………. 32 7. Glossario …………………………………………………………………….. 33 ___________________________________________________________________ 3 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 1. INTRODUZIONE Il filo conduttore di questa tesi ha a che vedere con le vibrazioni e, in particolare, con le vibrazioni del suono. Vibrazioni e sensibilità ai suoni in ogni luogo, in ogni cellula, in ogni sostanza, in ogni materiale, in ogni singolo atomo. Il suono è una forma di energia prodotta da vibrazioni. Attraverso gli studi sulle vibrazioni e sul suono è stato possibile realizzare ed applicare tecniche, strumenti, metodiche in molti ambiti. Le potenzialità dell’essere umano sono ancora ben lungi dall’essere scoperte in toto e ritengo che anche attraverso le vibrazioni, nella più ampia eccezione del termine, queste straordinarie potenzialità continueranno ad essere studiate e sviluppate. L’essere umano ha in sé capacità, risorse, talenti in gran parte ancora “dormienti” e l’utilizzo di “armoniche vibrazioni” e, in particolare quelle del suono, possono davvero favorirne il “risveglio” o la riscoperta. Tutto questo discorso porta anche a considerare che oggi esistono vere e proprie scuole che, utilizzando il potere dell’azione del suono classificato come musicoterapia, intervengono per recuperare il benessere e ridare salute. Gli ambiti d’intervento sono molteplici e tuttavia probabilmente non ancora completamente esplorati. La musicoterapia può agevolare processi di auto-guarigione, favorire lo sviluppo di capacità inespresse, modificare lo stato emotivo, fisico e mentale, rimuovere blocchi, paure, timidezze ed ancora può collaborare a ridurre l’ansia di una futura madre favorendo il rilascio di endorfine e l’elenco potrebbe essere ancora più ampio ed esteso. Di fatto queste vibrazioni, queste capacità e potenzialità del suono danno origine ad una precisa applicazione, definita musicoterapia, che interviene come elemento, come strategia, come mezzo, come opportunità di intervento a sostegno delle persone attraverso un percorso organizzato e definito per la conquista o per il raggiungimento del benessere. ___________________________________________________________________ 4 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 2. Cap. I: Approcci teorici 1.1 Excursus storico Fin da tempi primordiali, nasce con l’uomo il desiderio di lasciare un’impronta, un’immagine attraverso le quali esprimere il proprio sentire e lasciare una traccia di sé. Pensiamo ai graffiti rupestri, alla costruzione di oggetti in terracotta, ai riti della musica e della danza. Certamente si perdono nella notte dei tempi, tempi in cui misteriosi rituali sciamanici di guarigione venivano eseguiti anche mediante suoni, spesso di tamburi. Le vibrazioni che producono il suono sono manifestazioni dell’energia che è presente in tutta la natura, negli esseri umani e nell’universo. “tutta la materia è vibrazione e la vibrazione è energia…” (Einstein). “Tutto ciò che è vibra”, tutto ciò che esiste vibra, dalle cellule ai pianeti, ai componenti delle pietre, degli animali. Il suono è capace di produrre cambiamenti profondi a livello fisico, emozionale e spirituale ed è una forza universale e invisibile. La musica è un suono speciale, poiché racchiude in sé un sistema di ritmi, armonie e relazioni che esistono in tutto l'universo: dai movimenti dei pianeti attorno al sole fino alla crescita delle cellule. Il dottor Deepak Chopra dice: “Il suono primordiale è il misterioso collegamento che mantiene insieme l’Universo in una rete che è un campo quantico”.1 La musica è un linguaggio umano universale, è un cammino per raggiungere uno stato di guarigione intima e profonda, di pienezza di vita e, quasi sempre, di gioia interiore. E’ scritto nella storia che gli uomini si sono serviti dei suoni, specialmente di quelli musicali, come naturale strumento terapeutico. Le origini della cura attraverso i suoni e la musica risalgono alla preistoria. Nell'antico Egitto il geroglifico che rappresentava la musica era lo stesso con cui venivano raffigurati l'allegria e il benessere. I sapienti indiani ed i filosofi greci pensavano che tutte le forme fisiche fossero manifestazioni della musica. Secondo gli antichi testi indù, l'Universo si è formato a partire da un suono primordiale (OM) che poi si è scomposto in 50 vibrazioni madre. I mantra, che provengono da questi suoni cosmici, sono formule metriche, che, intonate ripetutamente, producono una vibrazione profonda e armonica. La loro funzione è di mettere l'uomo in condizione di vibrare con gli altri suoni dell'Universo, attivare le ghiandole, promuovere l'apertura dei "chakra" e l'equilibrio dell'energia. I saggi delle antiche culture concepivano la musica terrena come un'eco e una risonanza della musica cosmica, obbediente alle stesse leggi divine e perciò capace di alleviare il dolore e la sofferenza e di favorire la salute e il risanamento. La musica è in grado di superare i filtri logico-analitici della mente, per stabilire un contatto diretto con i sentimenti e le passioni nascosti nella memoria e nell'immaginazione. Questo provoca delle reazioni fisiche. 1 Karina Scelde Soul Voice – Libera la Voce dell’Anima – Macro Edizioni pag. 14. ___________________________________________________________________ 5 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 Il suono sembra possedere una forza poderosa ma il rispetto della vita è indispensabile per usare adeguatamente le energie sonore. I mantra che già abbiamo citato, erano antichi cantici ma anche formule curative. In ugual modo nei papiri egizi che contengono testi di medicina, si parla di cantici per curare la sterilità, i dolori reumatici e le punture d'insetto. Anche nell'antico testamento si ricorda come David alleviasse la depressione del re Saul suonando sull'arpa. Gli Esseni e i terapeuti formati alla loro scuola curavano col suono di parole sacre. Nella cultura ellenistica i dolori della sciatica e della gotta venivano placati attraverso la musica del flauto. La conoscenza dei suoni, dei ritmi e dei cantici era fondamentale per i poteri curativi degli sciamani, dei guaritori e dei sacerdoti delle culture celtiche. In Cina, Confucio nel LI-KI dice: “La Musica è intimamente connessa ai rapporti essenziali degli esseri ed agli spiriti vitali degli uomini, regolati dal tono del ciclo della terra”. Nel libro della Genesi troviamo all’inizio questa frase: “Iddio disse: “Sia la luce” e la luce fu”. In questa solenne espressione biblica Dio crea il cielo e la terra quando questa era nel buio e nel silenzio. E’ la sua voce che si diffonde nel mondo ed è essa stessa che genera la luce. Anche noi siamo partecipi del suono di tutta la creazione. Dio parla e il suono è la “voce” di Dio. Esiste dunque la voce come prerogativa divina. Innanzi tutto il suono stesso non viene creato, il suono “è” ed esiste in quanto Dio, creatore del cielo e della terra, esiste. Ritroviamo questo concetto in tutte le convinzioni cosmogoniche presenti sulla terra. “ Tutte le volte che la genesi del mondo è descritta con sufficiente precisione, un elemento acustico interviene nel momento decisivo dell’azione. Nell’istante in cui un dio manifesta la volontà di creare se stesso o un altro dio, di far apparire il cielo e la terra oppure l’uomo, egli emette un suono, espira, sospira, parla, canta, grida, urla, tossisce, espettora, singhiozza, vomita, tuona, oppure suona uno strumento musicale:”2 Il creatore dunque accompagna il suo atto con l’emissione di un suono, alcune volte un suono fragoroso. “…ogni volta che un’anima nuova discende nell’oceano del regno manifestato, essa produce una vibrazione che si trasmette all’intero oceano cosmico che comprende tutti i regni creati, terreno e celeste, fisico e metafisico, mentre ognuna di queste vibrazioni fa risuonare in tutto l’universo una moltitudine di note consonanti, le loro inimmaginabili interferenze generano l’intera sinfonia delle sfere di cui parla Pitagora. Ogni creatura… è la cristallizzazione di una parte di questa sinfonia di vibrazioni. Così siamo simili a un suono pietrificato in materia solida che in essa continua a risuonare.”3 “XXV (110). Egli [Pitagora] era dell'opinione che anche la musica fornisse un 2 3 Schneider, M., 1960, Le ròle de la musique dans la mythologie et les rites des civilisations non europèennes, Editions Gallimard, Paris, trad, it, 1992, La musica primitiva, Adelphi Editore, Milano, pag.13. Pir Vialyat Khan citando dall’Hekaloth, un libro esoterico ebraico sulle Sfere Celesti; Verso l’Unico, p. 229. ___________________________________________________________________ 6 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 notevole contributo alla salute, qualora a essa ci si dedicasse nel modo confacente. In effetti la considerava un mezzo tutt'altro che secondario di procurare la "catarsi". Era questo il nome che dava alla cura operata per il tramite della musica. A primavera eseguiva questo esercizio musicale: faceva sedere in mezzo un liricine, mentre tutt'intorno sedevano i cantori e così, al suono della lira, cantavano insieme dei peani che ritenevano procurassero loro gioia, armonia e ordine interiore. Ma anche in altri periodi dell'anno i pitagorici si servivano della musica come mezzo di cura. (111). C'erano determinate melodie, composte per le passioni dell'anima - gli stati scoraggiamento e di depressione - che pensavano fossero di grandissimo giovamento. Altre erano per l'ira e l'eccitazione e ogni altra consimile perturbazione dell'animo. Inoltre esisteva una musica di genere differente, escogitata al fine di contrastare il desiderio. I pitagorici usavano anche danzare, e lo strumento di cui si servivano a questo fine era la lira, perché il suono del flauto lo consideravano violento, adatto alle feste popolari e del tutto indegno di uomini di condizione libera. Per favorire l'emendazione dell'animo usavano inoltre recitare versi scelti di Omero e di Esiodo.”4 Giamblico, La Vita Pitagorica, BUR, pag. 257 1.2 La memoria dell’acqua. Approcci di studio L’acqua è una fondamentale risorsa per tutte le forme di vita esistenti sul nostro pianeta, la sua qualità è essenziale per la sopravvivenza di ogni specie vivente. L’essere umano è composto all’incirca dal 70% di acqua e il cervello è l’organo che ne ha di più, l’85%, nelle cellule, tra le cellule, tutt’intorno. Galleggia. Così come nel grembo materno, il feto galleggia nel liquido amniotico. Inoltre l’acqua svolge moltissime ed importanti funzioni nel nostro organismo, il DNA stesso si organizza intorno all’acqua ed ancora è il mezzo di comunicazione tra cellule e la sostanza intercellulare. Ogni molecola dell’acqua possiede un’identità geometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili. Infatti, analizzando due fiocchi di neve al microscopio, risultano diversi uno dall’altro. Inoltre sciogliendo separatamente i due fiocchi e facendoli gelare nuovamente, si riotterranno gli stessi identici fiocchi. L’acqua trasmette sorprendenti messaggi e si deve a Masaru Emoto l’intuizione di “leggerli”. Il Dr. Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, esaminò al microscopio e fotografò i cristalli che si formano durante il congelamento di diversi tipi d'acqua, da quella di rubinetto e proveniente da diverse città, all’acqua prelevata da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai di varie parti del mondo. ha poi esposto l’acqua raccolta alle vibrazioni della musica o di parole scritte e pronunciate ed addirittura dei pensieri. I cristalli dell’acqua trattata hanno mutato la loro struttura, riflettendo i 4 Giamblico, La Vita Pitagorica, BUR, pag. 257. ___________________________________________________________________ 7 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 messaggi ricevuti. Le immagini di seguito riportate mostrano, come l’acqua, sia quasi un nastro magnetico liquido in grado di registrare in modo molto sensibile le informazioni energetiche che riceve dall'ambiente.5 Acqua esposta a tipi diversi di musica Kawachi, canzone di un ballo popolare Questa musica è stata amata e cantata da molte persone per centinaia di anni, forse per questo ha qualche potere terapeutico. "Aria per la 4a corda" di Bach "Canzone di addio" di Chopin Con questo famoso pezzo di violino sembra quasi che il cristallo sia rimasto incantato dal suono della musica. La ramificazione del cristallo di acqua si estendono liberamente. La forma di base del cristallo è quasi perfettamente divisa in piccole parti che si sono "separate" l'una dall'altra. --------------------------------Musica Heavy Metal "Sinfonia n° 40 in Sol Minore" di Mozart Questa musica è piena di rabbia e sembra avercela con il mondo intero. Di conseguenza, la base esagonale ben formata del cristallo si è spezzata in molti pezzi. Non è che la musica metal è negativa, solo che ci deve essere un problema con il testo. Questa sinfonia, più di ogni altro lavoro di Mozart, è una musica piena di sentimento che sembra inseguire la bellezza. Un pezzo di profonda riflessione che sembra quasi una preghiera alla bellezza. Questa musica cura quietamente il cuore di chi l'ascolta. 5 "Variazioni Goldberg" di Bach Questa musica venne dedicata al Sig. Goldberg, come riconoscenza per tutto quello che Bach gli doveva. A differenza dei cristalli formati dall'acqua distillata di base, qui si può vedere che dagli spigoli di un esagono si formano altri esagoni. ww.disinformazione.it ___________________________________________________________________ 8 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 --------------------------------Acqua "esposta" a parole scritte Amore/Apprezzamento "Grazie" in giapponese La coscienza delle persone conte- In questo esperimento abbiamo nuta dell'amore e nell'apprezzame- usato di base acqua distillata e la nto. Solo esprimendo amore e parola "Grazie". gratitudine l'acqua attorno a noi e nei nostri corpi cambia in modo così bello. "Mi hai stufato, Io ti ucciderò" Dopo aver esposto a queste parole, la forma dell'acqua è risultata brutta. Il cristallo era distorto, imploso e disperso. Vivere in un mondo dove parole come queste vengono usate senza ritegno suscita sgomento. --------------------------------Acqua di una lago, esposta ad una preghiera Prima della preghiera Dopo la preghiera Fonte di Lourdes L'acqua e i cristalli del bacino di L'acqua e i cristalli del bacino di "La fonte sacra di Lourdes" è nota per Fujiwara prima di dedicarle una Fujiwara dopo la preghiera. essere una fonte miracolosa. Questo preghiera. cristallo esprime i meriti della coscienza collettiva. Un cristallo misterioso che emana il sentimento della gloria mistica. L’acqua è composta da molecole che hanno la capacità di organizzarsi ed unirsi in cluster ordinati, strutture liquido cristalline con armoniose e regolari geometrie tetraedriche, e vi è conservazione e diffusione delle informazioni energetiche. ___________________________________________________________________ 9 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 Queste tesi sono state avvalorate, finalmente in modo scientifico, dal Premio Nobel 2008 per la Medicina il Prof. Luc Montagnier. Montagnier parla di un condizionamento dell’acqua che può essere interno od esterno ed in questo acquistano peso certi fattori ambientali quali l’inquinamento elettromagnetico delle nostre città. Egli parla di un fenomeno nelle molecole dell’acqua definito di “risonanza” quasi che essa fosse “condizionata” e quindi “condizionabile”.6 “Abbiamo svolto molti studi sui batteri – ha proseguito Montagnier – e ci sono segnali da parte di molecole ad alto peso molecolare che anche se diluite alla 10 alla diciottesima mantengono un loro proprio segnale: abbiamo dimostrato che questo fenomeno non dipende dalla quantità, ma è un fenomeno che afferisce alla fisica quantistica, alla struttura fisica dell’acqua. Ad esempio… abbiamo lasciato due distinte provette in un contenitore di lega metallica che impedisce l’irradiazione verso l’esterno, ed abbiamo visto che tra le due provette, una diluita a 10 alla terza ed una a 10 alla nona, c’era uno scambio di informazioni e di connotazioni a livello molecolare. Questo ci ha dimostrato che le molecole hanno un loro background elettromagnetico ed esso è in grado di trasferirsi da una molecola all’altra, da una provetta all’altra. Occorre ovviamente raffinare l’interpretazione di questi fenomeni – hanno precisato gli esperti presenti al congresso – ma quello che è certo è che rispetto agli esperimenti di Benveniste sulla memoria dell’acqua degli anni ’80, si è ora in grado di fare degli esperimenti e poi di ripeterli, esperimenti che hanno il requisito della riproducibilità e quindi scientificamente attendibili.”7 Ora, in considerazione del fatto che noi siamo costituiti di materia organica e di acqua, ogni qual volta siamo raggiunti da una vibrazione sonora riceviamo degli stimoli, che inevitabilmente modificano il nostro assetto. Come affermano gli studi di fisica quantistica le vibrazioni sonore influenzano sia il corpo che la mente. Ricapitolando l’acqua è alla base di ogni forma di vita, memorizza le informazioni che riceve e può trasmetterle, regola tutte le funzioni dell’organismo, è veicolo di energia e forza vitale e possiede un’identità. Inoltre sia l’acqua che le particelle di materia rispondono in modo analogo alle sollecitazioni sonore. Si distribuiscono in modo preciso ed ordinato, a seconda dello specifico stimolo sonoro ricevuto. Come se le sostanze avessero memorizzato che a ogni suono corrisponde una geometria ordinata e riconoscibile. Inoltre la vita si è sviluppata nel mare e l’embrione, durante i nove mesi che vanno dal concepimento alla nascita, percorre ognuna delle fasi dell’evoluzione. 1.3 La Cimatica Il termine Cimatica deriva dal greco "Kyma", cioè grande onda. "In principio era il Verbo" e in sanscrito "Nada Brahma". "Il mondo è suono". La Cimatica è una 6 7 http://www.omeopatiainospedale.org/brochure%20MEDICINE%20CAM.pdf http://gabrielepierattelli.wordpress.com/2010/05/18/lacqua-posssiede-memoria-premio-nobel-2008medicina-luc/ ___________________________________________________________________ 10 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 scienza antica come il mondo, se ne parla già nelle scritture vediche. Tutta la creazione è una sinfonia di suoni, di vibrazioni, in cui le singole parti si inseriscono attratte dalla risonanza con i suoni simili. La Cimatica è una scienza che studia le forme prodotte dalle onde ovvero da frequenze che possono essere sonore, elettromagnetiche ecc. Le fondamenta di questa disciplina furono poste nel XVIII secolo dal fisico e musicista tedesco Ernst Florenz Friedrich Chaldni che pubblicò "Entdeckungen ùber die Theorie des Klanges" (Scoperte sulla teoria dei suoni). Egli distribuì su una sottile lamina metallica una piccola quantità di sabbia e provò a farla vibrare mediante un arco da violino. Le vibrazioni formavano meravigliose forme simmetriche e geometriche. Con questo esperimento egli diede vita a studi della fisica che avrebbero poi assunto la denominazione di acustica ossia la scienza del suono e dimostrò inoltre che il suono influisce sulla materia fisica. Figure di Chaldni Questo fu l’inizio di uno studio che continuò anche grazie al dr. Hans Jenny, altro scienziato e fisico svizzero vissuto nel secolo scorso, il quale dedicò la sua vita a sperimentare la capacità del suono di creare forme. A tale scopo utilizzò vari dispositivi: apparecchiature fotografiche, microfoni, oscillatori sonori, registrazioni di voci parlate e di musica classica. Le vibrazioni sonore di determinati suoni producevano sempre le medesime figure geometriche. “Pronunciando sillabe di antichi linguaggi, sanscrito ed ebraico, la sabbia assumeva la forma dei simboli scritti corrispondenti a quei suoni mentre dalle nostre lingue moderne non si ___________________________________________________________________ 11 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 otteneva lo stesso risultato.”8 Dunque questi popoli conoscevano già questo legame tra suono e materia? Esistono connessioni con i “sacri linguaggi”? Egli dimostrò che le vibrazioni producevano forme geometriche e che ogni figura è la forma visibile di una energia invisibile.”Jenny ha dimostrato che la musica produce una struttura simile all’armatura di un tessuto: il suono lentamente crea la forma.”9 Partendo da questi presupposti egli cercò di comprendere come la frequenza sonora agisse sulle cellule e sulle strutture del corpo. Evidenziò poi il fatto che facendo vibrare una lastra secondo frequenze ed ampiezze particolari, il materiale posto sulla lastra costruiva le forme e gli schemi di movimento caratteristici di quella vibrazione; modificando la frequenza o l’ampiezza variavano anche lo sviluppo e lo schema, aumentando la frequenza altrettanto accadeva alla complessità degli schemi. Altra scoperta interessante rilevava che le forme createsi ricordavano le strutture cellulari degli organi viventi. Ogni cellula quindi ha il suo suono, la sua nota. Lo studio di questa scienza consente di provare che esiste un rapporto tra forma e frequenza e che il suono e la vibrazione influenzano la materia. Pitagora asseriva che la geometria è “musica cristallizzata”. Anche in questo caso, così come si evince dagli studi di Masaru Emoto, se ogni suono, sentimento, pensiero e movimento creano forme, anche noi stiamo continuamente creando forme più o meno consapevolmente. 10 Questa idea di una forma generata da un campo vibrazionale e che risuona potrebbe sembrare irrazionale. Ogni figura è invece la forma visibile di una energia invisibile ed ogni forma contiene le informazioni sulle vibrazioni che l'ha generata, infatti mescolando la sabbia sul piatto nel giro di pochi secondi ricompare la stessa forma. “Com'è possibile spiegare questo? Solo ammettendo che il suono ha delle proprietà 8 Randall McClellan Musica per guarire Ed. Riuniti pag. 68. Luca Vignali Musica e suoni nell’arte della guarigione Ed. La Mandragora 2006 pag. 99 10 http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/chaldni_e_cimatica.html 9 ___________________________________________________________________ 12 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 particolari di modulare e modellare l'energia, cioè la materia! Il Verbo è l'azione del suono.”11 Come applicare tutto questo all’essere umano allo scopo di favorire il miglioramento della salute psico-fisica? Peter Manners, osteopata britannico, ha permesso che la Cimaticoterapia si diffondesse soprattutto negli Stati Uniti. Egli sostiene che: “Se affrontiamo la lettura della struttura muscolare, per quanto possibile, vi troviamo un segnale, un’armonia, un suono. Sappiamo che nella struttura muscolare o nella formazione delle ossa qualsiasi deviazione dal segnale corretto è indice di malattia, malformazione, mutamento”… ”La causa è uno squilibrio, un turbamento dell’armonia del corpo… Cuore, fegato, ossa, muscoli e cervello hanno una loro armonia che ne detta il funzionamento: siamo un pulsare armonico se siamo sani. Ma se una qualsiasi parte perde la propria armonia ed è sfasata, allora sorgono i problemi.”12 La terapia cimatica utilizza onde sonore somministrate attraverso la pelle. La trasmissione di frequenze corrispondenti a quelle dei tessuti sani favoriscono il ristabilirsi della giusta risonanza in quelli malati. Infatti dove c’è la malattia c’è una situazione di squilibrio della vibrazione fondamentale ed è possibile ripristinarla mediante la trasmissione di frequenze risonanti. Infermieri, chiropratici, osteopati e agopuntori di tutto il mondo utilizzano gli strumenti per praticare la terapia cimatica da oltre vent'anni. Le onde sonore sono emesse dallo speciale apparecchio elettronico chiamato applicatore a impugnatura manuale, posto a contatto con la parte malata o lungo i meridiani dell’agopuntura. La frequenza impostata viene calcolata dal computer al quale l’apparecchio è collegato. Ogni singola seduta ha una durata massima di 10-15 minuti, mentre la durata del ciclo di trattamento viene stabilita caso per caso. La terapia cimatica non è considerata come una cura infatti essa si limita a ripristinare nell'organismo le condizioni antecedenti la malattia. Ciò permette al corpo di guarire da solo senza dolore e senza dover ricorrere alla chirurgia o a farmaci13. 1.4 Le campane tibetane Albert Rabenstein è direttore del Centro de Terapia de Sonido y Estudios Armonicos di Buenos Aires in Argentina, esperto del potere terapeutico dei suoni armonici e dell'uso delle ciotole tibetane (dette anche campane tibetane). Dal 1987 studia il potere curativo della musica ed in particolare di musica vibrazionale. In particolare egli è apprezzato per il suo lavoro con le campane tibetane mediante le quali crea una connessione tra antiche conoscenze e moderne scoperte scientifiche. Egli parla di esperimenti effettuati grazie agli astronauti del Voyager, i quali hanno registrato la vibrazione dello spazio esterno, suono peraltro non udibile dall’orecchio umano perché vibra ad una frequenza molto bassa. Ebbene questa 11 http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/chaldni_e_cimatica.html 12 Randall McClellan Musica per guarire. Ed. Riuniti pag. 71. Luca Vignali Musica e Suoni nell’arte della guarigione. Ed. La Mandragora pag. 100. 13 ___________________________________________________________________ 13 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 frequenza è stata duplicata fino ad arrivare ad un suono udibile e la scoperta straordinaria è che questo suono coincide esattamente con quello delle ciotole tibetane. I monaci tibetani, infatti, dicevano che le ciotole racchiudono il mistero dell’universo da migliaia di anni. Quindi i monaci 4000 anni fa non solo avevano sentito il suono dell’universo ma riuscirono a riprodurlo, e alcuni studiosi ritengono che lo stesso Buddha le utilizzasse per facilitare la meditazione. In Occidente vengono utilizzate le campane tibetane per creare stati interiori di rilassamento profondo. Sfiorate o toccate da una bacchetta le campane producono un suono che racchiude armonici che si espandono nell’aria per parecchi minuti. Queste vibrazioni sono molto intense, profonde, alcune delle quali neppure udibili dall’uomo perché troppo basse, e tuttavia in grado di entrare in risonanza con la dimensione non solo fisica delle persone. Pare infatti che il suono delle campane tibetane consenta il raggiungimento di onde theta e delta tipiche degli stati meditativi più profondi. Alcuni musicoterapeuti stanno ri-scoprendo questo antico strumento e lo utilizzano nelle sessioni del massaggio sonoro: la persona viene fatta sdraiare in un ambiente tranquillo, protetto e le vibrazioni delle campane tibetane vengono fatte risuonare dal terapeuta vibrando sia all’interno che all’esterno del soggetto. Le loro vibrazioni sonore entrano in risonanza con il corpo e l’energia della persona, creando le condizioni ideali per trasformare ansia, agitazione, forte stress in stati di rilassamento profondo e di distensione. Ogni singola cellula della persona viene dolcemente massaggiata ed armonizzata e riacquista la sua naturale frequenza vibratoria.14 1.5 Tomatis e l'effetto Mozart: un metodo audio-psico-fonologico Tomatis ha teorizzato che la musica influenzi l’umore. Non si tratta di un’idea nuova ma meno risaputo è che la musica possa agire direttamente sull’organismo modificando il nostro stato emotivo, fisico e mentale. Questo fenomeno, chiamato effetto Mozart, non si verifica solo ascoltando le sinfonie del grande compositore, ma anche i canti gregoriani, un certo tipo di jazz e di pop, i ritmi sudamericani, le armonie new age e persino un po’ di sano e robusto rock’n’roll. La musica di Mozart è utilizzata alla stregua della voce materna. "Mozart è un'ottima madre", dice Tomatis, la sua musica ha sollecitato la rinascita dell'udito, di molti bambini.15 Ma perché Mozart? Tomatis ritiene che la musica di Mozart sia la più amata, la più conosciuta e che essa esplichi il massimo effetto sul corpo umano. Il concerto K 482 viene usato anche in musicoterapica. Probabilmente l’insolito potere della musica di Mozart scaturisce dalla vita stessa del compositore. Concepito in un luogo speciale, la sua gestazione fu quotidianamente pervasa dalla musica, in particolare dal suono del violino di suo padre, che quasi certamente potenziò il suo sviluppo neurologico. Il padre, Leopold Mozart era un maestro di cappella a Salisburgo e la madre, figlia di un musicista, svolse per tutta la vita un ruolo importante nella sua educazione musicale, a cominciare dai canti 14 15 http://www.amadeusonline.net/musicaterapia.php?ID=1327312822 http://www.marcostefanelli.com/subliminale/altramedicina.htm ___________________________________________________________________ 14 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 e dalle serenate durante la gravidanza. Grazie a questo privilegiato ambiente, Mozart nacque formato alla musica. Pare infatti che il padre durante i parti della consorte le tenesse una mano, con l’altra scrivesse musica e con la voce facesse Humming. Il trattamento inizia con musica di Mozart non filtrata poi si eliminano gradualmente le frequenze più basse. Il trattamento dura due ore al giorno per cinque giorni la settimana per tre settimane. Lo strumento messo a punto da Tomatis è chiamato “orecchio elettronico” una cuffia speciale dotata di auricolari e di uno strumento che fa vibrare anche le ossa craniche. Infatti pare che nell’utero materno il suono venga percepito dalle ossa, specie da quelle craniche, prima ancora che dalle orecchie. Il canto gregoriano viene utilizzato anch’esso ma senza alcun tipo di filtro in quanto pare fatto apposta per sincronizzarsi con i ritmi respiratorio e cardiaco favorendo la concentrazione ed un effetto terapeutico La musica di Mozart e la voce materna, filtrate in modo da simulare l’ambiente amniotico secondo Tomatis e il suo metodo, possono curare le difficoltà di apprendimento, la dislessia, il ritardo mentale e il deficit di attenzione dei bambini. Anche se Mozart ha delle affinità con Haydn ed altri compositori del suo tempo, Tomatis afferma in “Mozart?” che quella musica “... ha un effetto, un impatto che altri non hanno. Eccezione fra le eccezioni, ha un potere liberatorio, curativo, direi persino risanatore. La sua efficacia supera di gran lunga quella dei suoi predecessori… i suoi contemporanei o i suoi successori”16. Nel momento in cui qualcuno ci parla, il nostro cervello inizia un velocissimo lavoro, analogo a quello svolto dai computer, di elaborazione dati: memorizzazione di informazioni, controllo comparativo rispetto ad informazioni già note, risposta adeguata sulla base di concetti elaborati in precedenza, istantanea produzione di immagini mentali suscitate dalle parole dell'interlocutore. Se davvero ascoltiamo avviene tutto questo e molto di più, altrimenti perderemmo il senso delle parole e queste non avrebbero in noi alcun tipo di risonanza, sarebbero parole nel vuoto. Indifferenza è il termine col quale si può definire tale fenomeno, se volontario, ed è da considerarsi del tutto normale. Tale fenomeno, sia in positivo che in negativo, avviene anche quando a parlare siamo noi: “la trasformazione in elaborazione concettuale e immagini mentali delle onde sonore prodotte dagli organi della fonazione presuppone il contemporaneo e complesso funzionamento degli organi dell'udito”. Per Alfred Tomatis, un otorinolaringoiatra che per oltre quarant'anni si è occupato del problema dell'ascolto e dei suoi risvolti audiologici e psicolinguistici, “l'udito non è solo uno dei cinque sensi: è il senso per eccellenza perché è grazie all'udito che l'uomo ha parlato, ha potuto ideare, perfezionare e differenziare il linguaggio”. Poiché produciamo soltanto i suoni dei quali siamo in grado di udire le frequenze, secondo Tomatis “non ci si deve limitare a pensare all'udito come funzione delegata all'orecchio esterno e alla membrana timpanica, ma come funzione delegata soprattutto all'orecchio interno, al sistema vestibolo-cocleare”. E non solo per quanto riguarda l'ascolto e le sue molteplici risonanze 16 D. Campbell L’effetto Mozart (1997) Ed. Baldini & Castaldi pag.42 Tit.orig. “The Mozart effect”. ___________________________________________________________________ 15 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 neurofisiologiche, ma anche relativamente al modo che ognuno di noi ha di percepire la propria spazialità. Tutti, o quasi, sono capaci di udire, ma ascoltare è un'abilità particolare, ed è la chiave dell'apprendimento, del linguaggio e perfino dell'identità personale. Tomatis era convinto che prima di saper parlare bisogna saper ascoltare, e cioè che non solo il cantare bene, ma anche il parlare, il pensare, l’apprendere bene e, in ultima analisi, la buona salute psicofisica, dipendono da un buon udito. E’ certamente sottostimato il fatto che le disfunzioni dell'udito possono indurre numerosi disturbi dell'apprendimento e delle capacità mentali dei bambini; così, poiché come diceva Montaigne: "Tutto è stato detto, ma dal momento che nessuno ascolta, occorre sempre ricominciare", Tomatis ha ricominciato tutto da capo in otorinolaringoiatria elaborando una sua particolare tecnica di stimolazione uditiva mirante a rieducare l'orecchio ad ascoltare. All’inizio Tomatis sperimentò il suo metodo di controllo della voce nei cantanti lirici, colleghi ed amici del padre, i più famosi dei quali furono Maria Callas e Placido Domingo mentre ora il suo metodo è praticato in oltre 250 centri terapeutici sia in Europa che in America. Tomatis cominciò a spostare la sua attenzione dai cantanti ai bambini con difficoltà di apprendimento e autismo quando, nel 1954, inventò un apparecchio di rieducazione uditiva chiamato l'Orecchio Elettronico. Il metodo Tomatis è da anni considerato altamente efficace nel trattamento dei disturbi dell’apprendimento in bambini in età scolare. A verifica di tali successi è stata effettuata una ricerca per valutare i risultati conseguiti con l'Orecchio Elettronico su 400 bambini che seguivano un programma di trattamento di sei mesi presso il Centro Audiologico di Toronto. La ricerca ha dimostrato che si erano ottenuti i seguenti miglioramenti: dell'attenzione nell'86%, dell'atteggiamento verso la scuola associato ad un aumento delle motivazioni ad imparare nell'87% dei casi, del rendimento scolastico nel 90%, della capacità di leggere e comprendere e del rapporto con i familiari e con i compagni nell'83%. Dopo sei mesi, nell'83% dei bambini i risultati si dimostrarono stabili o in ulteriore miglioramento. In un tipico Centro Audiologico Tomatis, tutti gli ospiti, sia bambini che adolescenti, possono divertirsi come vogliono: giocare a carte o a scacchi, disegnare e dipingere, giocare tra di loro o fare ginnastica. Nello stesso momento, però, il loro udito viene rieducato ascoltando quanto viene trasmesso da speciali apparecchiature collegate con gli auricolari che indossano: musiche di Mozart o la voce materna "filtrate". Con l'Orecchio Elettronico di Tomatis si ascoltano solo le frequenze più alte della musica, ma si possono anche ascoltare canti gregoriani non filtrati che, secondo Tomatis, sono in grado di apportare molta energia al cervello. Tomatis ritiene che il suono sia un alimento del cervello e che l’orecchio sia l’organo preposto a fornirgli energia. E’ stato accertato infatti che un eccesso di silenzio può essere nocivo e che un’atmosfera senza vibrazioni sonore può provocare depressione da deprivazione sensoriale fino a spingere quasi al suicidio. Tomatis ha calcolato che l’80% dell’energia necessaria al cervello è elaborata nell’orecchio interno. Egli inoltre sostiene che "La cosa più importante da ricordare è che il cervello non produce energia, la cattura”. Il cervello riceve energia da suoni ad alta frequenza mentre suoni a bassa frequenza sottraggono energia. Pare che ___________________________________________________________________ 16 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 l’energia cerebrale sia direttamente collegata all’intelligenza. Tomatis ha notato che se il cervello viene caricato di potenziale elettrico produce suoni ad alta frequenza. . Otteniamo un netto potenziamento della capacità di apprendere, di concentrarsi, di risoluzione di problemi, di organizzarsi e lavorare senza fatica per periodi di tempo più lunghi di quelli usuali. Le cellule sensoriali sono più numerose nella zona dei suoni ad alta frequenza della coclea rispetto a quelle della zona dei suoni a basse frequenze. Il training stimola l’orecchio per farlo funzionare al massimo delle sue possibilità, migliorando il potenziale di apprendimento e creando un senso di generale benessere. In presenza di difficoltà di apprendimento o deficit di attenzione spesso il vestibolo può essere una causa del problema. Altre persone possono avere difficoltà motorie, posturali o di equilibrio ed in tutti questi casi si tratta di difficoltà riconducibili all’udito. Il metodo Tomatis è utile anche in situazioni patologiche all’apparenza lontane dall’orecchio come ad esempio deficit di coordinazione motoria, la stanchezza cronica, la depressione, le sindromi ansiose o i traumi cranici. Il metodo Tomatis parte dall’idea che, riportando l’udito del paziente ai primi istanti in cui questa funzione si stava formando, si possano stimolare le capacità di apprendimento del cervello. Pare che il feto possa udire solo le frequenze più alte della voce della madre e partendo da questo presupposto Tomatis ha elaborato il modo di escludere le frequenze più basse della voce materna per poter simulare l’esperienza di ascolto intrauterino. La voce della madre o di una sostituta viene dunque “filtrata” per renderla il più simile possibile ai suoni uditi dal feto in grembo. Ciò consente al bambino di rivivere in modo simbolico tutte le fasi di sviluppo che portano al linguaggio con l’idea che questo renda possibile recuperare le fasi andate perdute. L’obiettivo è anche il risvegliare il “desiderio di ascoltare” in modo attivo e non di udire passivamente, ricostruendo così la meccanica dell’ascolto e “riprogrammando” il modo di ascoltare. Tenendo presente che il feto ode i suoni che riceve attraverso il liquido amniotico ed imitando il processo evolutivo, si porta lentamente il bambino dai suoni filtrati ad alta frequenza ai suoni non filtrati a frequenza mista fino ad arrivare alla cosiddetta “nascita sonora”, ossia l’ascolto della voce non filtrata della madre. “Molti utenti dei centri Tomatis hanno sottolineato il suo impatto psicologico, menzionando un’accresciuta fiducia in se stessi, un migliorato livello d’energia e di motivazione, così come una maggiore chiarezza di pensiero e un migliorato senso di benessere.”17 3. Cap.II La Musicoterapia 2.1 Definizioni Dopo questa ricerca di fondamenti storici, culturali e terapeutici per i significati e i valori di risonanze, suono e musica, provo ad affrontare il tema centrale del mio 17 http://www.centrorubbi.it/siteimgs/Benchmarking%20delle%20Terapie%20-%20Appendice%205.pdf ___________________________________________________________________ 17 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 lavoro. Secondo il Dott. Bruscia, esistono oltre quaranta definizioni di musicoterapia ufficialmente accreditate dalle associazioni di categoria di tutto il mondo, ne riporterò solo alcune, ovvero: Secondo Benenzon: “Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società” (1981, p.3)18. Del resto Freud, che amava molto le arti ed in particolare la poesia e le arti figurative, di certo non ebbe particolare interesse per la musica. Ciononostante fu assolutamente consapevole del potere evocativo della musica che può sollecitare ricordi e “sfiorare” le fantasie ad essi collegate. La tesi sostenuta da Bruscia è che: “La musicoterapia è un processo interpersonale che coinvolge il terapeuta ed il cliente in certe relazioni di ruolo, ed in una varietà di esperienze musicali, tutte designate ad aiutare i clienti a trovare le risorse necessarie per risolvere i problemi, e ad aumentare il loro potenziale di benessere (1984b).19 Secondo l’Associazione Canadese di Musicoterapia: è “l’uso della musica per favorire l’integrazione fisica, psicologica ed emotiva dell’individuo, e l’uso della musica nella cura di malattie e disabilità. Può essere applicata a tutti i gruppi di età, in una varietà di ambiti di cura. La musica ha una qualità non-verbale ma offre un’ampia possibilità di espressione verbale e vocale. Come membro di un’équipe terapeutica, il Musicoterapeuta professionista partecipa all’accertamento dei bisogni del cliente, alla formulazione di un approccio e di un programma individuale per il cliente, e poi offre specifiche attività musicali per raggiungere gli scopi. Valutazioni regolari accertano ed assicurano l’efficacia del programma. La natura della musicoterapia amplifica l’approccio creativo nel lavoro con gli individui handicappati. La musicoterapia fornisce un approccio umanistico possibile che riconosce e sviluppa le risorse interne del cliente spesso non sfruttate. 18 19 Benenzon, R. (1981). Music therapy manual. Springfield, Il: Charles C. Thomas Publishers. Bruscia, K., (1984b), Stiamo perdendo la nostra identità come musicoterapeuti? Documento presentato all’annuale conferenza della regione Medio-Atlantica del NAMT, 5 Aprile 1984, Philadelphia, ___________________________________________________________________ 18 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 I musicoterapeuti desiderano aiutare l’individuo per spingerlo verso un migliore concetto di sé, e, nel senso più ampio, per far conoscere ad ogni essere umano le proprie maggiori potenzialità " (Da un opuscolo intitolato “Sulla musicoterapia”)20 Che cos’è quindi la musicoterapia se, di fatto, ne esistono innumerevoli? Allo stato attuale dei fatti quindi, non c’è un solo modo di intendere e di applicare la musicoterapia. Perciò ogni musicoterapista deve ben sapere che il proprio modo di “fare” musicoterapia non è l’unico ma soltanto uno dei possibili. “Personalmente ritengo che la musicoterapia sia una delle pratiche che utilizzano la musica volta ad aiutare (terapia) la persona a riattivare il processo relazionale ridotto o interrotto mediante la sua musica (musica) agita, ascoltata e condivisa." Giangiuseppe Bonardi. La World Federation of Music Therapy (Federazione Mondiale di Musicoterapia) da la seguente definizione di musicoterapia: è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l'integrazione intra- e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.21 2.2 Tutto è terapia? Oggigiorno il termine terapia assume l’ambiguo significato di “valore aggiunto” e quindi ogni bene di consumo, attività sportiva o artistica, con l’aggiunta della parola “terapia” è considerata migliore di altre perché… fa bene! In realtà il termine terapia deriva dal greco “therapeía” che significa assistere, curare. Questo termine quindi si riferisce all’atto di assistere, curare, o prendersi cura, ossia all’attività compiuta da una persona nei riguardi di un’altra. Si tratta quindi di un pregiudizio culturale che questo termine sia legato ad un mondo medico, psicologico. In realtà si può parlare di una valenza d’aiuto, per facilitare una persona a migliorare il proprio stato psicofisico. In realtà “per farsi carico di una persona non è indispensabile avere competenze 20 21 Associazione Canadese di Musicoterapia (CAMT) (senza data). Sulla musicoterapia. Pamphlet. www.psychotherapie.org/MUTIG/wfmt.html ___________________________________________________________________ 19 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 mediche: farsi carico di una persona significa prendersene cura da un punto di vista formativo educativo ed è l’aspetto di processo. Nell’ambito di tale processo terapeutico non usiamo la parola cambiamento perché da un punto di vista etico, etimologico e di significato, è più corretto parlare di trasformazione e non di cambiamento. Noi non andiamo a cambiare le persone, non intendiamo compiere sostituzioni ma ci proponiamo di trasformare degli aspetti, delle cose, a costruire degli input, degli stimoli” (Roberta Frison). Secondo Giangiuseppe Bonardi “non esiste una musica terapeutica in sé ma può esistere un evento musicale specifico che aiuta, di fatto, la persona a star meglio poiché è il singolo che stabilisce un rapporto intersoggettivo significativo con quel particolare fatto musicale”. Il vero soggetto dell’attività terapeutica è quindi la persona e l’assisterla è un’attività che richiede una paziente attività di ricerca e di ascolto della stessa. Il termine musicoterapia dunque nasce dai vocaboli musica e terapia e dalle interazioni esistenti tra discipline musicologiche e quelle terapeutiche. L’ambito di ricerca immediatamente attivato è necessariamente quello culturale, di provenienza della persona. Essenziale è la ricerca dell’individuazione delle rappresentazioni culturali, musicali ed acustiche. Ad ogni etnia infatti si riferisce una precisa area geografica, sonora e musicale ed è perciò importante studiare la cultura elaborata da quella etnia, quali strumenti musicali, quali stili musicali, quali peculiari musiche di quella medesima cultura. In particolare R. Leydi (1961) afferma che in <<...ogni comunità culturalmente distinta e socialmente organizzata (...), esista un particolare "modo" di espressione sonora, un vero e proprio "stile" che realizza l'intero fenomeno musicale in una fondamentale unità. L'origine degli stili musicali e la loro definizione è quindi nell'origine stessa, etnica, culturale, religiosa, sociale, economica, del gruppo umano cui appartengono e le sue continue mutazioni rispecchiano fedelmente l'evoluzione del gruppo medesimo...>>.22 Ognuno di noi quindi percepisce la musica mediante filtri culturali che ci consentono di mettere in relazione i suoni con la musica. E’ il complesso apparato neurofisiologico di cui disponiamo che consente alle persone di percepire e di esprimersi sonoramente e musicalmente. Nel momento in cui poniamo l’attenzione alle capacità di percepire ed esprimere, di fatto stiamo ponendo la persona al centro dei nostri studi. In questo modo, ricercando il sonoro ed il musicale caratterizzanti la persona, abbiamo la possibilità di aiutare, medianti i canali percettivi conosciuti dalla persona, il riattivarsi di modalità comunicative precocemente interrotte. Porsi in situazione musicoterapeutica significa cercare di ri-attivare tutto questo mediante sonorità ambientali (naturali, tecnologiche, familiari) e delle musiche (strutture ritmiche, melodie, canti, brani musicali) facenti parte del patrimonio mnemonico di una persona. Il patrimonio mnemonico è il risultato di percezioni ed espressioni elaborati dalla 22 LEYDI ROBERTO, La musica dei primitivi, Il Saggiatore, Milano, 1961. ___________________________________________________________________ 20 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 persona nei confronti dell’habitat acustico-musicale di appartenenza, è la realtà storico-evolutiva che caratterizza la vita di una persona. È quindi procedendo dallo studio dell'habitat acustico-musicale di appartenenza del singolo e delle sue modalità di percezione e di espressione sonoro-musicale che è possibile individuare alcuni aspetti utili ad attivare il processo interattivo non verbale in un sistema di relazione in musicoterapia. 2.3 Un approccio psicoanalitico: il modello Benenzon Il modello teorico di Benenzon si fonda su alcuni presupposti concettuali. Sono essenzialmente desunti dalla teoria psicoanalitica Freudiana, dalla teoria dell’oggetto transazionale di D. W. Winnicott. Per quanto riguarda i concetti di comunicazione analogica e digitale fa riferimento a P. Watzlawick, le teorie di C. G. Jung, e per la prossemica di E. Hall ed altri ancora.23 Partendo dal presupposto che TUTTO CIO’ CHE E’ VIBRA, nel preciso istante in cui l’ovulo si unisce allo spermatozoo essi continueranno in quella meravigliosa danza che è la vita. Un universo di vibrazioni, suoni, movimenti e silenzi circonderanno il prodotto del concepimento in una armonia di vibrazioni che resteranno iscritte in ogni sua cellula. Questo primo uovo avrà in sé, nelle sue memorie, tutta una serie di elementi sonori, di movimenti, di silenzi e di vibrazioni che saranno stampati nelle infinite strutture in continuo movimento. Infinite strutture dinamiche in movimento perpetuo e generanti proprie energie esistono in questo primo embrione che si sviluppa a vertiginosa velocità. Tempo ed esperienza passano mentre miriadi di micro-atomi si completano tra loro formando sistemi di energia individuale. L’archetipo, il vero prototipo, il modello originale e primario è ricreato da tutti questi sistemi sonori di movimenti, di silenzi e generati a loro volta da tutta la dinamica dei movimenti ed equilibri e squilibri degli altri sistemi di micro-atomi. “E’ questo archetipo che Jung ha elaborato sotto forma di immagini (“immagini arcaiche primordiali”), di simboli e di sogni ma ha dimenticato che in loro si incontra in primo luogo il suono, la vibrazione il movimento e il silenzio. Freud, ugualmente, ha dimenticato che nell’inconscio dello psichismo fetale, le fondamenta sono fatte di queste energie costituite dal movimento del suono e dalle vibrazioni e dal silenzio di questi micro-atomi che compongono l’essenza fondamentale dell’esistenza.” Questa parte dimenticata Benenzon la chiama ISO.24 23 24 http://www.centrobenenzon.it/ilmodello.html Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007 pag. 32. ___________________________________________________________________ 21 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 2.4 Identità Sonora ISO è l’acronimo formato dalle lettere I e da SO che significano rispettivamente Identità e Sonoro. Pertanto, riferendoci all’ISO, si parlerà di Identità Sonora. ISO in greco significa: uguale. Nello stesso modo in cui siamo esseri unici ed irripetibili, così l’ISO differisce tra un essere umano e l’altro seguendo una legge definita e uguale. ”Chiamo ISO (Identità Sonora) l’accumulo di energie e il suo processo dinamico formato da suoni, da movimenti e da silenzi che caratterizzano ogni essere umano e lo differenziano dall’altro. Chiamerò principio dell’Iso il principio della musicoterapica che enuncia: per aprire canali di comunicazione tra il paziente e il musicopsicoterapista è necessario riconoscere gli ISO del paziente e di equilibrarli con gli ISO del musicopsicoterapista”.25 Benenzon definisce diversi tipi di ISO tra cui: ISO universale, ISO gestaltico, ISO complementare, ISO gruppale. “L’ISO universale è il vero archetipo corporosonoro-musicale, formato dall’eredità ontogenetica e filogenetica.”26 E’ una identità sonora che caratterizza o identifica ogni essere umano, indipendentemente dal particolare contesto sociale, culturale, storico, e psico-fìsiologico. Farebbero parte dell'ISO universale le caratteristiche particolari del battito del cuore, dei suoni di inspirazione ed espirazione e la voce della madre al momento della nascita e nei primi giorni di vita. La ripetizione quotidiana e costante di fenomeni corporosonoro-musicali hanno stimolato l’essere umano provocando percezioni, sensazioni che si sono localizzate nell’inconscio di ogni individuo. La razza umana ha ottenuto in questo modo una sorta di deposito energetico di suoni, movimenti e silenzi contenente modelli originali e primari, veri prototipi che tutti possediamo. L'ISO Universale secondo Benenzon è formato anche dai seguenti archetipi corporo-sonoro-musicali: 1) il battito cardiaco, con la sua struttura di base del ritmo binario; 2) i suoni d’inspirazione ed espirazione; 3) i rumori della natura, il vento, il mare, i fiumi, i suoni dell'acqua e il canto degli uccelli rappresentano l’universalità dei suoni; 4) il ritmo del camminare, del trottare, del correre e del battito cardiaco; 5) i movimenti ancestrali come, ad esempio, le danze tribali; 25 26 Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007 pag. 33. Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007 pag. 34. ___________________________________________________________________ 22 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 6) i sistemi di messaggi degli animali, soprattutto delle balene e dei delfini (osservato nei malati autistici, che sono soliti imitare il suono di questi animali e sono attratti dagli stessi); 7) a tutti questi suoni, prototipi primitivi, se ne andarono via via aggiungendo altri nuovi, che l'evoluzione stessa della razza, della civilizzazione e della cultura a poco a poco introiettarono nell'individuo: i suoni emessi attraverso tubi, come il corno, le canne di bambù o dei sonagli, la comparsa degli intervalli, delle melodie e di certe scale, ad esempio la scala pentatonica, dal momento che forma parte delle canzoni infantili. A nessuna madre s’insegna a cantare una nenia tuttavia, in modo istintivo, compaiono gli intervalli di seconda e terza minore. 8) il silenzio e le pause, infatti è all’interno delle pause che c’è la musica, all’interno di quelle pause pulsanti. Il silenzio è un momento tra ciò che è stato e ciò che sarà, un modo per riconnettersi a sé. Possiamo dunque definire che, indipendentemente da contesti sociali, culturali, storici e della sua psicofisiologia, l’ISO Universale dunque è l'identità sonora e dinamica che caratterizza ogni singolo essere umano. L’ISO GESTALTICO è un fenomeno sonoro e di movimento interno che è il sunto dei nostri archetipi sonori, il nostro vissuto sonoro intra-uterino, il nostro vissuto sonoro alla nascita dall'infanzia e per tutta la vita. E' un suono strutturato all'interno di un collage sonoro e che fondamentalmente è in perpetuo movimento. La differenza con l’ISO universale consiste nel fatto che quest’ultimo è identico per tutti gli esseri umani mentre l’ISO gestaltico è assolutamente personale e lo distingue da tutti gli altri. E’ in questo ISO che confluiscono tutti gli eventi che accadono durante il parto e durante la nascita. L'ISO gestaltico, durante i nove mesi di gestazione si nutre di tre grandi fonti: 1) Tutti i suoni che permeano la madre durante il tempo gestazionale e che arrivano al feto attraverso il liquido amniotico: a) voce del padre e altre voci; b) rumori del contesto sociale; c) musica, cultura e folklore; d) vibrazioni non identificabili; e) fenomeni acustici diversi; f) movimenti di pressione, tensione e distensione; ___________________________________________________________________ 23 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 g) le pause e i silenzi. 2) Dall'interno del corpo della madre: a) la voce della madre; b) i ritmi e suoni di inspirazione ed espirazione; c) il battito del suo cuore; d) lo stridio delle pareti uterine; e) i rumori intestinali; f) i suoni articolari e muscolari; g) i suoni propri del funzionamento globale dell'organismo; h) i movimenti gravitazionali; i) altri fenomeni sonori non identificabili; j) le pause e i silenzi. 3) Dall'inconscio della madre all'inconscio del feto. Questo canale che unisce l'inconscio della madre con l'inconscio del feto si mantiene nella vita post-natale durante gran parte dei primi mesi di vita e in seguito si va atrofizzando a causa degli altri stimoli che finiscono con l’annullarlo, ma può tornare a fluidificarsi con certe persone con cui s’installa una comunicazione profonda e regressiva come, ad esempio, durante gli stati d’innamoramento, o stati psicotici etc. Questo canale può anche venire recuperato in certi vincoli terapeutici non verbali. Con il termine “canale” ci riferiamo a qualunque condotto del corpo e deriva dal latino. Così come il termine “comunicazione” deriva dal latino e si dice del passaggio di alcune cose con altre, ciascuno dei mezzi con cui sono unite dette cose. Perché si formino gli ISO, continuino nel loro movimento e i cambiamenti energetici vengano prodotti è necessaria la presenza di infiniti canali di comunicazione e di percezione. Il feto recepisce comunicazioni, sensazioni attraverso la pelle, il movimento del suo corpo e dall’interno dello stesso, in questa fase della vita intrauterina infatti pare che il feto non ascolti col sistema uditivo ma con tutto il corpo. In particolare pare che una sensibilità maggiore sia localizzata nella zona del cordone ombelicale che, dopo la nascita, diverrà la zona del plesso solare. L’insieme di questi messaggi corporo-sonoro-musicali e del silenzio saranno ___________________________________________________________________ 24 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 attivi in ogni espressione non verbale, o analogica, dell’individuo. Altro aspetto da considerare è la reciprocità caratterizzante il tempo della gravidanza. La madre infatti riceverà dal feto suoni, pause, ritmi provenienti dal battito cardiaco, dai suoi movimenti ed è questo il primo vero momento di comunicazione non verbale. In una parte molto profonda della nostra memoria saranno impressi questi segni e daranno origine alle espressioni della personalità di un individuo nella comunicazione non verbale. L’ISO complementare è definito un cumulo di energie che compare e scompare a seconda dello stato d’animo dell’individuo e delle relazioni che stabilisce con gli altri, potrebbe essere completamente diverso dall’ISO gestaltico che caratterizza la persona ed è collegato a tutti i fenomeni energetici che provengono dagli altri ISO. L’ISO complementare inoltre è fondamentale nel processo terapeutico perché rappresenta le modifiche che determinano i momentanei cambiamenti dell’ISO gestaltico e rappresenta le modifiche che intervengono nel corso delle sedute. ISO GRUPPALE è profondamente connesso allo schema sociale all'interno del quale l'individuo evolve. Dopo la nascita il neonato continua ad essere sommerso da vibrazioni, da silenzi e da fonti sonore, dall’impatto con la cultura della sua famiglia, le sue abitudini, la sua routine, i suoi riti e successivamente dai suoi usi e costumi. L'Iso di gruppo è fondamentale allo scopo di raggiungere una unità di integrazione in un gruppo terapeutico. E' una dinamica che pervade il gruppo come sintesi stessa di tutte le identità sonore. Raccoglie in sé un insieme di fattori psicofisiologici di suoni e di movimenti che dipendono in ultima istanza dall'Iso gestaltico di ciascun individuo (R. Benenzon Manuale di Musicoterapia). In conclusione, “l'ISO può essere considerato una metafora della personalità”.27 2.5 Oggetti intermediari Osservando il rapporto tra la mamma ed il suo neonato possiamo vedere che il primo elemento che favorisce la loro interazione è il corpo della madre. Attraverso i movimenti materni, i suoi movimenti muscolari, la sua voce, le sue labbra, i contatti, le carezze, il suo odore e tanto altro ancora, madre e figlio aprono reciprocamente canali comunicativi verbali ma soprattutto non verbali. Successivamente saranno altri oggetti che la madre utilizzerà come prolungamento del suo corpo, quali ad esempio sonagli e tessuti colorati, che le consentano di imitare suoni e movimenti del figlio. La funzione dell’oggetto intermediario è di fluidificare i canali di comunicazione. “E' come se la madre dicesse: sono qui! ti capisco e te lo dimostro, imitando 27 Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007 pag. 46. ___________________________________________________________________ 25 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 esattamente ciò che tu mi hai comunicato!”28 Il principio dell’oggetto intermediario deriva dal concetto di oggetto transizionale di Winnicot ed è definito come lo “strumento di comunicazione in grado di agire terapeuticamente sul paziente in seno alla relazione, senza dar vita a stati di allarme intensi”.29 Un oggetto intermediario possiede le seguenti caratteristiche: Innocuità: non da vita a reazioni d'allarme; Malleabilità: può essere usato a volontà per qualsiasi ruolo; Trasmettitore: permette la comunicazione, sostituendosi al legame e mantenendo la distanza; Adattabilità: si adatta ai bisogni del soggetto; Assimilabile a sé stessi: consente una relazione molto intima, in quanto il soggetto può identificarlo con se stesso; Strumentale: in quanto può essere utilizzato come prolungamento del soggetto; Identifìcabile: può essere riconosciuto immediatamente. Il suono può essere considerato oggetto intermediario e dipenderà dall’abilità del Musicoterapeuta la corretta scelta dell'oggetto intermediario identificando l'identità sonora o iso gestaltico del paziente. L'oggetto intermediario dipende dall'ISO universale, gestaltico, complementare e dall'ISO culturale.30 Quando un oggetto intermediario consente la comunicazione tra più di due persone viene definito oggetto integratore, ad esempio quando due o più persone possono utilizzare un grande strumento in contemporanea. L’obiettivo principale è aprire canali di comunicazione a vari livelli consci o inconsci in un contesto non verbale. In ogni processo terapeutico la persona del Musicoterapeuta è parte integrante nella costruzione della terapia ed egli porterà inevitabilmente delle proprie caratteristiche. Il lavoro pedagogico e psicologico consentirà al paziente lo sviluppo delle capacità, rafforzamento dell’io, delle relazioni interpersonali, della socializzazione. 2.6 Il trattamento individuale o di gruppo, setting, tempo Quali sono i parametri fondamentali che caratterizzano una seduta di musicoterapia? Nella seduta di musicoterapia, la persona e il terapista, intenti a interagire musicalmente, assumono posizioni e posture mettendosi in relazione tra 28 Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007 pag. 47. 29 Benenzon 1983 pag. 47. 30 http://www.benessere.com/psicologia/arg00/musicoterapia/principi_teorici.htm ___________________________________________________________________ 26 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 loro, vivendo l’esperienza per un determinato tempo. Spazio, tempo, comunicazione, prossemica sono parametri essenziali che caratterizzano le situazioni considerate. La seduta è vissuta in modo estremamente soggettivo sia dal paziente che dal terapeuta dal punto di vista del tempo e dal punto di vista dello spazio. L’assunzione di una postura e di una posizione manifestata in un ambiente e la durata della seduta può quindi essere considerata come la manifestazione dei vissuti che la persona esperimenta in quella situazione. In quello spazio ed in quel tempo la persona esprime sensazioni corporee, emozioni, tonalità emotive e sentimenti rappresentati dalla persona stessa. In quest’ottica la scelta di una postura o il tempo di permanenza sono importanti indicatori. Perciò una postura eretta può evocare tensione, quella prona o supina può esprimere uno stato di regressione, mentre quella seduta su una sedia può esprimere il desiderio di interloquire o ascoltare l’altro. Le posture che assumiamo sono diverse a seconda dello stato emotivo, conscio o inconscio che sia, che stiamo vivendo in un determinato ambiente. L’ascolto-accoglienza dell’altro o degli altri, a seconda che si tratti di sedute individuali o di gruppo, si realizza nel tempo. Durante una seduta di musicoterapia, all’interno della durata determinata, esistono vari tipi di tempo. Il tempo vissuto dal terapista, il tempo vissuto dalla persona ed il tempo condiviso interagendo mediante la musica. Il tempo è da considerarsi pertanto un tempo oggettivo o un tempo soggettivo e possono essere percepiti dai protagonisti in modo molto diverso, ora dilatato, interminabile, pesante ora ristretto, brevissimo, leggero. “L’esercizio della comunicazione terapeutica è tanto delicato e complesso quanto un atto chirurgico.”31 Atto chirurgico in quanto paziente e musicoterapista entrano in uno stato di particolare vulnerabilità. Tale stato è definito livello regressivo. Esso consente ad entrambi, in comunicazione analogica, di ricontattare le prime relazioni maternoinfantili rompendo nodi difensivi ed aprendo canali di comunicazione. Trattandosi di un processo inconscio non è soggetto a meccanismi di difesa. Il musicoterapeuta favorisce l’espressione del paziente grazie all’apertura dei canali comunicativi. L’integrazione comunicativa può essere ampliata anche all’ambiente circostante ed al gruppo familiare.32 2.7 I 15 passi per fare una seduta di musicoterapia Secondo Benenzon sono 15 i passi per realizzare una seduta musicoterapica ed attenendosi a norme e regole precise il professionista può sentirsi tranquillo o, come asserisce Roberta Frison, può “sentirsi comodo”. 31 Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapia Ed. Borla, Roma 2007 pag. 65. 32 Benenzon R. , Manuale di musicoterapia, Borla Roma 1983. ___________________________________________________________________ 27 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 I 15 passi per fare una seduta di musicoterapia sono: essere presenti venti minuti prima della seduta con il paziente; rileggere il protocollo della o delle sedute precedenti; preparare il setting; andare in bagno; compilare i protocolli I e II; provare gli strumenti; riscaldare il corpo e osservare; respirare profondamente almeno tre volte; accogliere il paziente; fare la seduta; salutare il paziente; osservare e camminare nel setting; compilare i protocolli III e IV; riparare, pulire e riporre gli strumenti; archiviare i protocolli; supervisione. Essere presenti venti minuti prima della seduta con il paziente ha il significato di essere sul luogo dell’appuntamento ed avere davanti a sé un tempo sufficiente a decontaminarsi dall’ambiente esterno e dai nostri pensieri e problemi e per compiere i primi sette passi del protocollo. Tra un paziente e l’altro l’etica vorrebbe ci fosse un tempo sufficiente a compiere gli ultimi quattro passi, decontaminarsi dal paziente col quale ha appena lavorato e centrarsi nuovamente per il paziente successivo. Le logiche del mondo imprenditoriale cozzano con queste idee eticamente corrette, a favore di tempistiche decisamente meno a “misura d’uomo” ed in certi ambienti lavorativi è difficile rispettare tempi così rispettosi sia del paziente che del musicoterapeuta. Una seduta di musicoterapia fa parte di un percorso ed è strutturata in funzione di quella precedente ed è propedeutica a quella successiva. Rileggere il protocollo della o delle sedute precedenti significa che facendolo è possibile ricontattare e ricordare gli eventi della o delle sedute precedenti, valutando le possibilità di variare protocolli in funzione ai progressi o meno del paziente. Quando si parla di andare in bagno tra un paziente e l’altro ha sì una funzione fisiologica ma ha anche la funzione di consentire al musicoterapeuta, guardandosi allo specchio, di rafforzare e recuperare la propria identità. Identità messa in gioco durante il momento di regressione condiviso col paziente e che qui può recuperare attraverso il tocco del viso, della sua maschera percependosi e riconoscendosi.33 2.8 Ambiti di trattamento musicoterapico - Anoressia; - Prevenzione primaria (scuole, ospedali, R.S.A., integrazione ed inserimento di minori in contesti scolastici e comunitari); - Ansia da stress; - Autismo; 33 Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapia Ed. Borla, Roma 2007 cap. Secondo. ___________________________________________________________________ 28 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 - Alzheimer; - Bambini prematuri; - Consapevolezza; - Deficit attentivi; - Depressioni; - Demenze; - Disabilità motorie; - Disturbi del comportamento; - Disturbi dell’umore; - Dolore cronico; - Gravidanza, e post-parto; - Insonnie, iper e parasonnie; - Iperattività; - Ipoacusia; - Parkinson; - Psicosi e patologie psichiatriche; - Problematiche emotivo - affettive; - Sindrome di down; - Stati vegetativi e Coma.34 34 http://www.artecuratrasformazione.net/MUSICOTERAPIA.html ___________________________________________________________________ 29 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 4. Conclusioni A conclusione di questa tesi vorrei aggiungere un paio di curiosità che potrebbero essere utili ai fini di ulteriori approfondimenti rispetto alle frequenze alle quali vibrano i singoli organi e, dunque, alle frequenze considerate di “guarigione”. Infatti nello stato più naturale e rilassato il nostro corpo vibra ad una frequenza fondamentale attorno agli 8 cicli al secondo. Schumann ritiene che la risonanza della terra, ossia la frequenza fondamentale alla quale vibra, sia di circa 8 cicli al secondo, stessa frequenza del sistema nervoso di tutte le forme di vita. La meditazione consente alle onde del cervello di accedere allo stato alfa, ossia uno stato di serena vigilanza. Una musica terapeutica consente o facilità l’accesso allo stesso stato in modo da consentire che le emozioni si plachino e si possa ripristinare uno stato di equilibrio psico-fisico. Nel libro “La vita segreta delle piante”, di Christopher Bird e Peter Tompkins, si parla di come le piante sottoposte a musica dura come l’hard rock, crescessero in direzione opposta cercando di allontanarsi “disperatamente” dalla fonte del suono. Le piante alle quali venne sottoposta musica d’altro tipo, anche classica, crescevano invece verso l'altoparlante. ”Una pianta, addirittura, si attorcigliò "amorevolmente" attorno alla cassa. Tuttavia, il successo maggiore lo rilevò la musica indiana del sitar di Ravi Shankar. Le piante ebbero un’inclinazione verso la fonte musicale mai raggiunta prima!”35 L’ambito della musicoterapia è tutto questo e molto molto di più. Tanto altro si sarebbe potuto dire ma per ovvie ragioni ho fatto delle scelte. Ci saranno grandi ed ampie possibilità di sviluppo dello studio delle vibrazioni, dei suoni e molto altro ci sarà da scoprire, anzi da ri-scoprire come afferma Randall McClellan nel suo libro “Musica per guarire”. Egli afferma infatti che “l’utilizzo del suono e della musica a scopi terapeutici è un’arte, o una scienza, ancora in embrione perché, nonostante il suo valore sia noto da secoli, teorie, metodi e procedure non sono ancora sufficientemente indagati, sperimentati e diffusi“. Infatti non si tratterà di fare altro se non continuare ad ampliare gli studi di ciò che fin dai tempi dei tempi veniva ampiamente utilizzato. La musica, grazie alla sua capacità di dar voce all'inneffabile, di esprimere la bellezza ed il dolore simultaneamente, e di trasportarci in un altro tempo ed in un altro spazio ove sono i nostri vissuti, i nostri ricordi personali e collettivi, offre al musicoterapeuta uno strumento particolarmente adatto con cui aiutare i pazienti. La musica sollecita l’immaginazione e la mente non distingue l’immaginazione dalla realtà e dunque, perché no, si possono suggerire viaggi, viaggi nei ricordi oppure evocare insieme visioni di luoghi ed emozioni meravigliose. La musica aiuta anche a rafforzare il sentimento di vicinanza tra individui, facendo condividere molti ricordi evocati attraverso la musica, esperienze dell'infanzia e della vita in comune. Ogni suono esercita un’influenza su di noi emotivamente, fisicamente, mentalmente e spiritualmente, con effetti a volte sorprendenti. 35 http://www.musicoterapiaonline.it/musicoterapia/guarireconlamusica.htm ___________________________________________________________________ 30 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 L’evoluzione degli studi condotti dal dott. Masaru Emoto in collaborazione con il dott. Massimo Citro portano a risultati che sono già pubblicati su diversi video disponibili su You Tube dal titolo “Codice Primo: Farmaci del futuro nei cristalli d'acqua” e descritti nel loro libro “La scienza dell’invisibile” ove si parla di come sia possibile il TFF, ossia il Trasferimento Farmacologico Frequenziale! Ovvero come trasferire all’acqua i messaggi frequenziali contenuti nei farmaci consentendo quindi l’assunzione dei principi attivi senza subirne gli effetti collaterali. Scienziati russi stanno studiando il modo di ottenere il ri-creare organi asportati a pazienti ma io non sono un medico, né un fisico, né uno scienziato e, dunque, mi limiterò come fa la dottoressa Ana Spasic, a cantare una canzone o, come fa la dottoressa Canonici a raccontare una fiaba e, magari rispolverando dall’inconscio collettivo il ruolo di “strega” o di “curandera” o di “sciamana” potrei offrire non una mela ma un bicchiere d’acqua, un bicchiere d’acqua speciale, magico, “informato” che possa offrire alla persona messaggi di salute, gioia, guarigione e chissà che l’amore verso il prossimo non possa compiere qualche “piccolo miracolo”. ___________________________________________________________________ 31 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 5. Bibliografia Karina Scelde Soul Voice – Libera la Voce dell’Anima – Macro Edizioni 2010 pag. 14. Schneider, M., 1960, Le ròle de la musique dans la mythologie et les rites des civilisations non europèennes, Editions Gallimard, Paris, trad, it, 1992, La musica primitiva, Adelphi Editore, Milano, pag.13. Pir Vialyat Khan citando dall’Hekaloth, un libro esoterico ebraico sulle Sfere Celesti; Verso l’Unico, p. 229. I Messaggi dall’acqua di Masaru Emoto. Giamblico, La Vita Pitagorica, BUR, pag. 257. Randall McClellan Musica per guarire Ed. Riuniti pag. 68, pag. 71. Luca Vignali Musica e suoni nell’arte della guarigione Ed. La Mandragora 2006 pag. 99, pag. 100. A music learning theory for newborn and young children, GIA pub.inc. Chicago 1997. L’apprendimento musicale del bambino dalla nascita all’età prescolare di Gordon Ed. Curci. Stampato -2003 Milano. Benenzon, R. (1981). Music therapy manual. Springfield, IL: Charles C. Thomas Publishers. Bruscia, K., (1984b), Stiamo perdendo la nostra identità come musicoterapeuti? Documento presentato all’annuale conferenza della regione Medio-Atlantica del NAMT, 5 Aprile 1984, Philadelphia, Bruscia K., (1986), Music therapy brief. Philadelphia: Temple University, Esther Boyer College of Music. Bruscia K., (1987a). Improvisational models of music therapy. Springfield, IL: Charles C Thomas Publishers. Associazione Canadese di Musicoterapia (CAMT) (senza data). Sulla musicoterapia. Pamphlet dell’associazione. Rolando Omar Benenzon La parte dimenticata della personalità – Nuove tecniche per la musicoterapica Ed. Borla, Roma 2007. 6. Sitografia o http://gabrielepierattelli.wordpress.com/2010/05/18/lacqua-posssiedememoria- premio-nobel-2008-medicina-luc/ o http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/chaldni_e_cimatica.html ___________________________________________________________________ 32 ISTITUTO MEME S.R.L.- MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES Rita Prandini - “Corso di Alta Formazione in Comunicazione & Counselling espressivo” - Catalogo Interregionale 2011 o http://www.centrorubbi.it/siteimgs/Benchmarking%20delle%20Terapie%20%20Appendice%205.pdf o http://www.benessere.com/psicologia/arg00/musicoterapia/principi_teorici.h tm o o o o o http://www.marcostefanelli.com/subliminale/altramedicina.htm www.psychotherapie.org/MUTIG/wfmt.html http://www.centrobenenzon.it/ilmodello.html http://www.artecuratrasformazione.net/MUSICOTERAPIA.html http://www.musicoterapiaonline.it/musicoterapia/guarireconlamusica.htm 7. Glossario Risonanza fis. Fenomeno per il quale, in un sistema oscillante, si producono oscillazioni di grande ampiezza determinate da una vibrazione esterna, di frequenza vicina a quella naturale del sistema stesso. Sabatini Coletti La risonanza è un principio fisico fondamentale, con molte applicazioni valide nella cura attraverso i suoni. Cosmogonia Il termine cosmogonia deriva dal corrispondente greco κοσμογονία e significa nascita del cosmo, ovvero origine dell’universo. Fonazione s.f. FISIOL Produzione di suoni vocali e del linguaggio articolato per mezzo della laringe e delle corde vocali. Prossemica s.f. SCIENT Parte della semiologia che studia l'uso dello spazio fisico, e in part. la tendenza a interporre maggiore o minore spazio tra sé e gli altri, come elemento di comunicazione. Ontogenesi s.f. inv.• biol. L'insieme degli stadi di sviluppo attraverso i quali un organismo passa dallo stato iniziale di ovocellula o di germe a quello di individuo completo. Filogenesi s.f. inv.• biol. Storia dell'evoluzione di una specie animale o vegetale. ___________________________________________________________________ 33