Bollettino parrocchiale Santuario di Santa Maria d’Ongero (Carona) - XVII sec. Ligornetto Giugno - Settembre 2009 ORARIO SANTE MESSE Festivo sabato e vigilie domenica e feste Feriale lunedì, mercoledì e venerdì ore 7.30 martedì e giovedì ore 17.30 ore 17.30 ore 10.00 SANTE CONFESSIONI ORDINARIE Sabato e vigilie di festa ore 16.30 PARROCCHIA DI S. LORENZO MARTIRE Don Felice Falco Telefono E-mail Sito web Via Cantun Sota 9 091 647 12 66 [email protected] www.ligornetto.ch/parrocchia BENEFICENZA Conto corrente postale 65-260312-1 «Parrocchia San Lorenzo» 2 Buone vacanze È l’augurio che, con l’arrivo del mese di giugno, siamo soliti rivolgerci: BUONE VACANZE! Mi ci metto anch’io tra coloro che aspettano il periodo estivo per regalarsi qualche giorno di vacanza. Si sa, il ritmo della vita, diventato frenetico e stressante in maniera incredibile, ci impone un periodo di distensione e di tranquillità. “Vacanza” non è necessariamente sinonimo di “partenza”. Conosco molte persone – anche preti – che riescono a ritagliarsi l’atmosfera vacanziera anche rimanendo al loro domicilio. L’importante è che si faccia in modo di “staccare la spina” dalle preoccupazioni quotidiane che assillano la nostra mente. Scriveva qualche anno fa il vescovo emerito di Lugano mons. Ernesto Togni: “C’è bisogno di libertà dagli impegni e dai pensieri ordinari, di tempo del quale poter disporre liberamente, di contatto con la natura, di silenzio, di fuga dal rumore e dalla fretta, di possibilità di comunicare più tranquillamente con gli altri e di condividere più intensamente la vita”. E allora… BUONE VACANZE a chi parte per il mare. BUONE VACANZE a chi parte per la montagna. BUONE VACANZE a chi si reca a visitare una bella città. BUONE VACANZE anche a chi resta a casa. Carissimi parrocchiani, vi auguro con tutto il cuore un periodo estivo che rechi sollievo al corpo e… all’anima! Con affetto, il vostro Priore 3 Calendario parrocchiale Corpus Domini Iniziano le Quarantore, con la solenne esposizione del Santissimo Sacramento Ore 10.00 S. Messa festiva Ore 13.00-20.00 Adorazione eucaristica Venerdì 12 giugno Ore 7.30 Ore 13.00-20.00 S. Messa Adorazione eucaristica Sabato 13 giugno Ore 13.00-17.30 Ore 17.30 Adorazione eucaristica S. Messa prefestiva Giovedì 11 giugno Domenica 14 giugno XI Domenica del tempo ordinario Ore 10.00 S. Messa solenne seguita dalla processione eucaristica Lunedì 29 giugno Santi apostoli Pietro e Paolo Ore 10.00 S. Messa festiva Sabato 18 luglio Ricordo dell’ultima apparizione a Lourdes (16 luglio) Ore 17.30 S. Messa prefestiva celebrata alla Grotta Sabato 1° agosto Natale della patria Ore 17.30 S. Messa prefestiva Domenica 9 agosto Festa patronale di San Lorenzo martire Ore 10.00 S. Messa solenne Sabato 15 agosto Assunzione della B. V. Maria Ore 10.00 S. Messa solenne in San Giuseppe Domenica 16 agosto San Rocco Ore 10.00 Ore 20.00 S. Messa festiva Preghiera davanti al mosaico del Santo in Via Colombara Domenica 30 agosto Pellegrinaggio alla Madonna del Castelletto di Melano Ore 15.00 Rosario in Santuario Ore 15.30 S. Messa Lunedì 31 agosto Primo giorno di scuola Ore 08.00 S. Messa per scolari e docenti 4 Vita parrocchiale I santi martiri ugandesi A ricordo del nostro bellissimo viaggio in Uganda, don Paolo, prima di salutarci in aeroporto, mi ha consegnato un dono per la nostra comunità: un batik raffigurante i martiri ugandesi, la cui festa è inserita nel calendario romano il 3 giugno. Lo abbiamo fatto incorniciare e ha trovato degna collocazione nel vano che porta alla cappella iemale, a ricordo dell’amicizia che ci lega all’Uganda. I lavori di restauro in San Giuseppe Con l’arrivo della primavera i restauri della chiesa di San Giuseppe sono ripresi a pieno ritmo. Da inizio aprile il cantiere si è visto popolare sia dai restauratori per la pulitura degli affreschi, sia dall’impresa per l’applicazione di un intonaco traspirante sulle pareti della chiesa per ridurre l’umidità dello stabile. Durante i lavori di pulitura della parte superiore della facciata (l’affresco del XVII sec. realizzato da Giovanni Battista Tarilli) è venuta alla luce la cornice originale che racchiudeva l’affresco (quella visibile in precedenza risaliva al XIX sec. e riprendeva solo grossolanamente i motivi della cornice seicentesca), che verrà ripristinata. Inoltre sul lato sinistro della facciata, accanto a San Rocco, è stato rinvenuto un frammento di un affresco risalente probabilmente al XIV sec. (precedente dunque alla facciata del Tarilli). Al momento i restauratori, sotto la supervisione della Commissione cantonale dei beni culturali e del nostro architetto Lino Caldelari e in accordo con il Consiglio parrocchiale, stanno valutando la possibilità di staccare questo frammento dalla facciata, per poi conservarlo separatamente in chiesa (sono però ancora diverse le analisi da effettuare su questo frammento prima di prendere una decisione in merito). Se non vi saranno imprevisti i restauratori prevedono di finire con il ripristino pittorico tra circa due mesi. Al termine di questo periodo lasceranno “asciugare” la facciata per 30 giorni e poi procederanno agli ultimi ritocchi. Nel frattempo il Comune ha provveduto al taglio dei vecchi alberi lungo il viale e alla loro sostituzione con giovani piante. Questo rinnovo non potrà che portare beneficio anche alla facciata restaurata della nostra chiesetta. 5 Per quanto concerne la situazione finanziaria va in primo luogo segnalato che l’azione “mattoni”, lanciata alla fine di gennaio, ha avuto un insperato successo. Com’è possibile infatti ammirare sul pannello esposto in chiesa parrocchiale sono stati venduti praticamente tutti i mattoni previsti (oltre quattrocento), per un ricavato di oltre CHF 40’000.-! Il consiglio parrocchiale si rallegra dell’enorme successo che ha raccolto questa iniziativa e ringrazia tutte le persone che con il loro generoso contributo hanno reso possibile questa importante raccolta di fondi. Anche la riffa di San Giuseppe ha dato un buon contributo ai restauri; grazie anche alla bella giornata primaverile sono stati infatti raccolti oltre CHF 4’500.-. Dopo Pasqua il Consiglio parrocchiale ha avuto inoltre il piacere di accompagnare durante un sopralluogo presso il cantiere di San Giuseppe alcuni rappresentanti della Fondazione Dietler-Kottmann, che hanno risolto di donare alla parrocchia CHF 30’000.- per i restauri. Nelle prossime settimane il Consiglio parrocchiale si impegnerà a cercare anche gli ultimi finanziamenti per poter arrivare a coprire il costo complessivo dell’opera (CHF 270’000.-). Se questa tabella di marcia prevista dai restauratori dovesse effettivamente essere rispettata, il Consiglio parrocchiale prevede di inaugurare la facciata già in autunno. Francesca Luisoni Il taglio delle vecchie piante. 6 Il rifacimento dell’intonaco nella parte inferiore. Parte di un affresco trovato sotto il vecchio intonaco (XIV sec.?). 7 Il pensiero del laico Fuorigioco Premessa Il pittore greco Apelle (che dev’essere il figlio d’Apollo che fece una palla ecc…), rivolgendosi a un ciabattino il quale, dopo aver criticato il modo con cui aveva raffigurato certe scarpe in un quadro, pretendeva di dare un giudizio anche sul resto dell’opera, lo invitò a non giudicare più in su della scarpa. Anch’io cercherò di non parlare oltre le scarpe. A proposito di… Il Padre nostro Qualche tempo fa, a una trasmissione condotta da Fabio Fazio, venne presentata una delle ultime interviste al giornalista e scrittore Enzo Biagi. Tra le altre cose rievocate, il celebre giornalista ricordò la preghiera che diceva tutte le sere: il Padre nostro. E diceva che lo ricordava per due richieste: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano” e su ciò il motivo non occorreva spiegarlo, e “Non ci indurre in tentazione”, considerando quasi una connivenza di Dio Padre nei nostri peccati. È probabile che l’interpretazione ufficiale di tale richiesta non sia proprio quella intesa da Biagi. Forse occorrerebbe una migliore traduzione del testo. Ma questo è talmente difficile da spiegare che è opportuno lasciare l’incarico ai competenti. Nella sua prima parte la preghiera non ci impegna più di tanto: vengono espressi desideri più che filiali nei confronti di nostro Padre; forse la conclusione di questa prima parte viene incoscientemente modificata: oggi sembra che la volontà del Padre sia fatta non più come ha insegnato Gesù Cristo “come in cielo così in terra”, ma “così in cielo come in terra”. Il che può corrispondere ai desideri di assoluta libertà e di “religione a misura d’uomo”, ma non sembrerebbe essere questa la giusta interpretazione delle parole di nostro Signore. Nella seconda parte il Padre nostro contiene una frase molto chiara: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Qui purtroppo è espressa una nostra promessa. Generalmente le nostre preghiere si riducono a richieste (tantissime: vedi le litanie dei santi), a qualche lode (il Gloria), scarsi ringraziamenti (Te Deum), qualche rara confessione o atto di pentimento (Confiteor), ma, che io sappia, a una sola promessa: “come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Ci sono i Comandamenti, ma, come il nome stesso dice, sono ordini che si devono eseguire senza discutere. La promessa invece è tutt’altra cosa. Secondo il vocabolario la promessa è un impegno formale a fare q.c. o a comportarsi in un determinato modo. Si riesce veramente a perdonare in modo sincero chi (così noi riteniamo) ci ha offesi? O magari perdoniamo ma “ce la leghiamo al dito”? È pur vero che la ferita si rimargina però la cicatrice resta. Ma questa cicatrice più è grande più richiama la nostra promessa di “rimettere i debiti dei nostri debitori”. Per fortuna, detto tra noi, il nostro Padre ci vuole talmente bene che sorriderà sempre delle nostre promesse di marinai. Un parrocchiano 8 Preghiera Nell’istante supremo Signore, ti prego, permettimi d’aver amato sol cose pure: lo stormire del vento tra le fronde, lo scroscio della pioggia estiva, il sorriso d’un fratello che piangeva sul mio sentiero. Don Fausto Bernasconi (1935-1962) 25 Postille storiche di Giovanni Piffaretti 1. La prima chiesa parrocchiale In una carta del 1209 è menzionato un “S. Laurencius de Ligurnio” (Schäfer “Il Sottoceneri nel Medioevo”). La seconda notizia è indubitabile: è del 1557. In quell’anno infatti per decidere delle loro cose i parrocchiani si riunirono “in ecclesia seu capella S. Laurentii loci de Ligorneto” (fondo Torriani). Nasceva quell’anno la parrocchia di Ligornetto che si staccava dalla chiesa matrice di Balerna. Il pro visitatore (l’arciprete di Balerna) nel 1582 ordinava che, al posto dei due altari rimossi nella visita precedente, si facessero cappelle, ovvero “nizie” come disposto, si finisse il frontispizio, sopra la porta “maggiore”, si provvedesse a costruire la sagrestia, si provvedesse a un vaso più decente per l’acqua santa e che “il Vaso del batiste rio vechio” che ingombrava la chiesa, fosse allontanato (Giuseppe Martinola, Visite pastorali nella pieve di Balerna). È difficile immaginare come fosse stata quella chiesa. Mancano troppi elementi per poter realizzare un identikit. La chiesa, a una navata, compreso l’abside, doveva avere la lunghezza di quella attuale, dalla porta principale d’entrata alla balaustra attuale (metri 15 x 9,85). La sagrestia, di cui si parla nel documento dell’arciprete di Balerna (1582) venne costruita agli inizi del Seicento e occupava lo spazio che oggi ospita la chiesa iemale. Oltre all’altare maggiore c’era un altare laterale dedicato alla Madonna. Il pro visitatore accenna alla presenza “su mensola sopra l’altare di legno dorato d’una statua di legno che presenta la Vergine col Bambino in braccio”. Non si tratta della statua della Madonna del santo Rosario che venne acquistata solo verso la fine del Settecento. Di che statua si tratta? Secondo me, la statua che alla fine del Cinquecento si trovava in chiesa parrocchiale è la Madonna della Sapienza, restaurata nel 1980 e messa sotto un parallelepipedo di vetro per proteggerla dalla polvere e… dai ladri. Si tratta di una statua di legno di noce, scolpita da un abilissimo scultore nella prima metà del secolo XVI, non lavorata nella parte posteriore che è stata svuotata per impedire la formazione di crepe. Nell’iconografia medievale la Madonna della Sapienza (Arnolfo di Cambio ce ne offre uno splendido esempio) è rappresentata come una regina seduta in trono e col Bambinello in braccio. Gesù tiene in mano il rotolo della Legge (Arnolfo di Cambio) o la simbologia del cosmo, una palla sormontata dalla croce. Anche da noi i Maestri Seregnesi, operanti come frescanti nella seconda metà del Quattrocento, in parecchie chiesette del Ticino e dei Grigioni dipinsero la Madonna della Sapienza, sempre in trono e sempre in sintonia con l’iconografia medievale. Ad Arzo, per esempio, nel bellissimo ed artistico Oratorio della Madonna del Ponte, ostenta la sua genuina bellezza, sopra la mensa dell’altare maggiore, un bellissimo affresco che ci mostra la Vergine Maria seduta in trono. In una mano tiene un libro. Con l’altra sorregge il Bambino che ci offre il cosmo sormontato dalla croce. Nel cosmo fanno spicco le due lettere estreme dell’alfabeto greco: l’alfa e l’omega. “Cristo è l’inviato di Dio rivelato come Padre, è il solo Signore mediante il quale tutto esiste e per il quale noi esistiamo (cf. 1Cor 8,6). Tutto è creato per mezzo di Lui e per Lui (Col 1,16), che sostiene ogni cosa con la potenza della sua Parola (Eb 1,3). Poiché Egli è il Verbo che esiste fin dal principio con Dio (Gv 1,1). La Madonna della Sapienza ha una particolarità che scoprimmo nel 1979 quando, guardando in un armadio della sala san Lorenzo che ospita ora il museo parrocchiale, vedemmo questa statua che si presentò al nostro sguardo vestita come una donna che 26 simboleggia il Ticino: veste rossa e manto azzurro. Ciò che maggiormente ci stupì fu la parte col Bambino che si staccò dal resto della statua quando terminammo di effettuare il trasporto della statua malconcia in una zona meno oscura del locale. Il braccio è snodabile. La statua portava una collana che si rivelò preziosa e che consegnammo al Parroco Priore affinché la riponesse in un posto sicuro insieme con gli ori donati dai devoti alla Madonna del Rosario. Nell’armadio c’erano due vestitini del medesimo colore, pieni di povere, inservibili. E capimmo presto sia il perché del braccio snodabile e sia la funzione che un tempo svolgevano i vestitini. Bisogna risalire al Seicento. Epoca in cui il gusto spagnolesco, attraverso la Lombardia, giunse anche da noi. Era, allora, in auge la “moda” (chiamiamola pure così) di vestire le statue della Madonna e del Bambino con abiti, più o meno riccamente ricamati, in sintonia con i colori liturgici (rosso, bianco, viola, verde, nero, rosa) dei tempi forti, del tempo “per annum” e delle festività. Anche la Madonna del Sasso di Locarno, fino alla fine del secolo scorso, si presentava vestita con abiti dei colori liturgici. Oggi ancora ad Einsiedeln e a Mariastein la statua lignea della Madonna ostenta paramenti sacri di inestimabile valore. Anche l’Addolorata di Mendrisio, che ogni anno viene portata in processione la sera del Venerdì Santo, indossa un ricco abito con manto, entrambi spagnoleschi, retaggio dei Padri Serviti. Decidemmo di restaurare la statua della Madonna della Sapienza e chiamammo il prof. Bogani di Como, il quale si trovò di fronte a un’autentica opera d’arte (sono parole sue). Il Bogani fece studi attenti e ci presentò il suo progetto che consisteva nel fare apparire la Madonna della Sapienza come una gran dama del Quattrocento, sontuosamente vestita e adorna di diadema. E scelse il ritratto di una nobildonna, dipinta nel 1472 dal grandissimo pittore Andrea Mantegna nella “Sala degli sposi” del Palazzo Ducale di Mantova. Anche l’affresco di Arzo, dipinto dai Seregnesi, ci mostra una nobildonna, seduta in trono, vestita con abiti ricchissimi, damascati. Bogani rimase impressionato dal primitivo strato di colore, immediatamente steso sullo stucco che era stato messo sul legno di noce. Ci disse che quel pittore era un “vero artista”. Peccato, aggiunse, che la parte rimasta fosse insufficiente per affrontare un lavoro di restauro secondo le indicazioni precise di quel pittore il quale aveva rivestito la Madonna e il Bambino con abiti regali. Bogani, quindi, non si sbizzarrì, ma seguì i dettami dell’epoca. Nell’altare laterale della vecchia chiesa parrocchiale di Ligornetto, per almeno due secoli, certamente circondata dalla venerazione di tutta la comunità, la statua della Madonna della Sapienza, che ora ammiriamo e preghiamo nel vano che dalla navata porta alla chiesetta iemale, aveva trovato il suo giusto posto. L’8 agosto 1600 il Vicario generale della diocesi di Como, mons. Lunati, promulgò un decreto relativo al diritto “in stazione del RR. Capitolo di Balerna nella Chiesa parrocchiale in Ligornetto, 10 agosto”. “Nella Chiesa parrocchiale di S. Lorenzo di Ligornetto ha il RR. Capitolo il permesso di andarvi tutto, o parte a suo arbitrio con la ragione di cantare la Messa e secondi Vesperi nella Festa di detto Santo lì 10 agosto, ed il Sig. Curato è tenuto dare il pranzo e cena a tutti li interessenti, ed il stalazzo alle cavalcature, oltre l’offerta che si fa alla Messa cantata.” Il Visitatore mons. Torriani, nel 1671, trovava la chiesa a una navata, imbiancata e “arcuata”, con una cappella provvista di ancona lignea a due valve dipinte col Battista nel battistero in emiciclo, il campanile “fastigiato”, la sagrestia posta dietro la cappella laterale e in facciata l’immagine del titolare dipinta “sotto la fenestra”. Negli atti della visita pastorale del 1671, mons. Torriani accennava alla presenza, sotto il pavimento della chiesa parrocchiale, di “tre sepolcri, uno per i bambini, uno per le donne e uno per gli uomini. Anche il sepolcro dei parroci si trova in chiesa”. (continua) 27 Un musicista si racconta Don Luigi Cansani, maestro di musica sacra e professore emerito dei Seminari diocesani Esprimo molto volentieri un pensiero su quanto la musica, in special modo quella sacra, abbia influito sulla mia persona e su quanto io abbia composto nella mia vita, in sessant’anni di lavoro. È certamente la prima volta che mi si fa una simile proposta e perciò ho anche un po’ di pudore nel rivangare nella mia vita tutto il lavoro compiuto in questo campo. Mi viene in aiuto il Vangelo dove Gesù dice chiaramente: “risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5, 16). Quindi tutto quello che dirò e che riguarda la mia opera musicale nel campo della liturgia vada solo e unicamente a gloria di Dio, che ha voluto darmi dei doni particolari nel campo musicale. Doni che ho cercato di mettere al completo servizio di Dio, della musica sacra e della diocesi a cui appartengo. Spero che anche con questo semplice scritto possa trasmettere anche ai lettori questo bellissimo dono musicale ricevuto. Ho iniziato nel Seminario diocesano San Carlo all’età di 16 anni ad avere una responsabilità nel campo musicale. Il professore di musica di quel tempo era don Luigi Agustoni che, unitamente al maestro Luigi Picchi di Como, ha individuato in me delle possibilità di sviluppare quella innata tendenza allo studio del pianoforte e dell’organo che avevo. E quindi mi ha nominato organista e capo cantore del Seminario e suo assistente durante la sua assenza. Come studente di prima liceo mi è quindi cascata addosso, senza volerlo, una dignità, unita ad un lavoro che certamente io non avevo cercato. Questa missione di insegnare già il canto gregoriano e di esibirmi all’organo in tutte le funzioni liturgiche sia nel Seminario che nella Cattedrale di Lugano, non ha mai creato sensi di gelosia nei miei compagni, che erano così anche miei allievi. Capivano. Tra questi ricordo il cardinal Gilberto Agustoni, il vescovo emerito Ernesto Togni, i defunti vescovi Giuseppe Torti ed Eugenio Corecco, per non tralasciare nemmeno il vescovo attuale Piergiacomo Grampa, almeno nel suo ultimo anno di teologia prima dell’ordinazione. E già in quegli anni di Seminario, studente, poi giovane vicario nella parrocchia del Sacro Cuore di Lugano e poi professore di musica nei due Seminari di Lucino a Breganzona e di San Carlo a Lugano, ho iniziato a comporre qualche mottetto rigorosamente in latino, come si usava in quel tempo. Ma la necessità di comporre altri brani si è amplificata al Sacro Cuore di Lugano dove dirigevo la corale. In questa situazione ho preparato anche liturgicamente la Prima Messa celebrata nel 1958 da don Emilio Conrad, dedicandogli un “Tu es Sacerdos” per organo e coro a 4 voci dispari e un concerto d’organo con musiche di Bach e di altri autori. Ma la mia chiamata come insegnante di musica nei Seminari avvenne nel 1958 da parte del vescovo Jelmini che mi ha 28 permesso di perfezionare la mia predisposizione musicale con un diploma in pianoforte, organo, canto gregoriano e composizione presso il Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra a Milano. Da quel momento la produzione musicale è continuata come un fiume in piena. Per 15 anni ho diretto la corale della Cattedrale componendo moltissimi mottetti e il primo ordinario della Messa in volgare. Per non parlare della produzione musicale di inni, Messe, armonizzazioni di canti popolari, brani per quartetto d’archi, brani per pianoforte, banda, arrangiamenti da musiche di grandi autori per organo e coro a 4 voci che ho composto quando, per eventi e giudizi umani, a me in gran parte estranei, sono stato catapultato a Novazzano, dove ho lavorato intensamente con la locale Corale S. Cecilia. Nello scorso anno 2007, raccogliendo il materiale che ho composto nella mia vita, ho catalogato il tutto in sei volumi ben distinti, con tanti manoscritti e fotocopie che sono diventati il materiale per la stampa, voluta e desiderata dal mio grande amico don Sandro Vitalini e pubblicato dalla Commissione di musica sacra della diocesi di Lugano. Insomma, una grande passione per la musica che spero riesca un po’ a trasmettere anche a chi mi legge. A questo punto devo dire, perché qualcuno potrebbe chiedermelo, come facevo a comporre le musiche. Se si trattava di musiche per strumenti, le componevo al pianoforte e poi le scrivevo in una partitura speciale. Se invece si trattava di inni, con testi nella maggior parte del defunto mons. Franco Poretti, appena ricevuto il testo per posta, mi mettevo seduto, leggevo il testo e intanto lo cantavo con una melodia che mi ispiravano le parole stesse del testo. Componevo il tutto senza strumento. Poi scrivevo la partitura al pianoforte, la correggevo in parte a bella, la fotocopiavo e quasi subito la spedivo al richiedente. Per terminare questa presentazione veloce, incompleta e lacunosa, dirò che il mio amico don Vitalini mi ha posto questa domanda: “Don Luigi, come hai fatto a comporre tutta questa musica?”. Io gli ho risposto: “Non lo so”. E lui ha replicato: “È l’unica risposta che mi puoi dare”. Ma è la pura verità. Termino questa mia esposizione con un augurio: desidero che la mia persona sia dimenticata, ma che si ricordino e si usino per la gloria di Dio tutte quelle melodie che mi sono uscite più dal cuore che dalla testa e spero che questo venga recepito da chi ascolta la mia musica. Ora, arrivato oramai all’età di oltre 80 anni, mi sento di dire che è giunto il momento di chiudere il libro della mia vita di 58 anni di prete e di musicista con questa riflessione che mi suggerisce ancora una volta il Vangelo di Luca: “Quando un servo ha fatto quel che gli è stato comandato, il padrone non ha obblighi speciali verso di lui. Questo vale anche per voi! Quando avete fatto tutto quello che vi è stato comandato, dite: siamo soltanto servitori. Abbiamo fatto quel che dovevamo fare” (Lc 17, 9-10). Ringrazio il prof. don Luigi Cansani che mi ha permesso di pubblicare questa sua testimonianza apparsa sull’opuscolo “L’anziano e la musica” (Associazione Anziani Pensionati Invalidi - OCST Mendrisiotto, 2007). Don Luigi ha collaborato per molto tempo con la nostra corale, ha formato il nostro organista Marco Frangi e in occasione della mia Ordinazione presbiterale e Prima Messa (Balerna, 26-27 giugno 1999) ha composto un magnifico inno sacerdotale su testo del compianto canonico mons. Franco Poretti. Esprimo profonda gratitudine a don Luigi, perché da lui ho appreso quelle fondamentali nozioni musicali che tanto mi sono di aiuto nello svolgimento del mio ministero pastorale. 29 OFFERTE Dal 2 febbraio al 30 aprile 2009 Opere parrocchiali: i famigliari, in memoria di Giuseppina Pessina e Nelda Fattorini 100; Fausto e Elisabetta Yurietti, Novazzano 50; nonna Maria e zia Teresita, in memoria di Daniela Bertini-Morini 50; Gianni Piffaretti 20; Patrizia e Pierangelo Bellini 30; Domenico Morelli 20; fam. Giovanni Combi 50; i famigliari, in memoria di Heinz Lüthi 50; NN, in memoria del nipote Aldo 30; mons. Sandro Vitalini, Sorengo 20; la figlia, in memoria di Laura e Paul Frieden 200; Marino Moretti 50; Roberta Ceppi-Pfister, Morbio Inf. 30; Maria Pusterla 50; Maria Luisa Staffieri, Balerna 50; Evelyn e Roberto Valbuzzi 10; i figli, in memoria di Agostino Casanova 100; E. A., Novazzano 50; Daniela, in memoria dei nonni 100. Bollettino: Elda Giudici 50; Mariangela Falconi, Balerna 20; Marialuisa Staffieri, Balerna 50; Flavia Pellegrini, Stabio 50; fam. Zatta-Maggi, Rancate 20; Teresita Caimi 100; Anna e Giovanni Piffaretti 50; Graziella Guglielmazzi, Aubonne 30; Arturo e Tiziana Livi 50; Moccia 20; Teresita Pontiggia 20; Amelita Cairoli, Balerna 10; Clara Corti, Balerna 50; Tiziana Minieri, Balerna 20; Giorgio Strufaldi 50; Domenico Morelli 20; Luisa e Pina Perucchi, Stabio 30; Mario Ferrari 20; Giuseppina Palini 50; E. G. 50; T. F. 20; Antonio Pagani 100; Irco e Sonia Maspoli, Balerna 50; Rosetta Pontiggia 20; NN 30; mons. Sandro Vitalini, Sorengo 20; Enrico Pontiggia 50; Mario Consonni, Balerna 50; NN 30; Alberto Negri 20; Giulio Meroni, Balerna 20; A. Pellegrini 10; Angelina Sassi 50; NN, Mendrisio 40; Riccardo Cereghetti, in memoria di Angelina 100; fam. Mirko e Renato Colombo 50; NN 20. San Lorenzo: don Giuseppe Pessina, Mendrisio 50; i genitori, per il Battesimo di Rebecca Brunelli 200; Teresita Pontiggia 20; Tiziana Minieri, Balerna 20; Domenico Morelli 20; F. V. 50; i genitori, per il Battesimo di Lucrezia Cassina 100; mons. Sandro Vitalini, Sorengo 20; per un 45° di matrimonio 100; i genitori, per il Battesimo di Serena Bosisio 100; i nonni Tiziano e Elena Pagani, per il Battesimo di Serena Bosisio 100; i famigliari, per il Battesimo di Eleonora Rezzonico 300; i famigliari, per il Battesimo di Gianluca Riva 200. San Giuseppe: colletta funerale Angelina Cereghetti 300; i famigliari, in memoria di Angelina Cereghetti 200; Martillo Favaro 20; Associazione Anziani Pensionati Invalidi dell’OCST, sezione di Mendrisio 100; Dario e Ivan Pagani 40; ricordando i genitori Maria e Pepin 50; Maria Pina, in memoria di Antonio Crivelli 30; Livio Pessina, in memoria di Antonio Crivelli 30; Graziella Guglielmazzi, Aubonne, in memoria del fratello Antonio Crivelli 50; Elena Fieni, in memoria di Antonio Crivelli 50; Giovanni e Mariangela Corna, in memoria di Antonio Crivelli 30; Anna e Giovanni Piffaretti 50; fam. Zatta-Maggi, Rancate 20; NN 100; Luigina Ostinelli, Balerna 50; Edmondo Piffaretti 100; Arturo e Tiziana Livi 50; NN 100; Domenico Morelli 20; Fabiano Fattorini, Balerna 50; Lucinda Galli 30; NN, Rancate 20; Fabrizio Falco, Novazzano 30; Clara Fattorini, Balerna 20; Elio e Sonia Gerosa, Balerna 30; mons. Sandro Vitalini, Sorengo 20; gruppo potatura ulivi 50; Giuseppina Palini 20; Letizia Travaini 30; Carla Casanova 50; Amalia Realini 50; colletta funerale Emiro Morniroli 680; colletta funerale Maria Pontiggia 346; Graziella Mariotti, Mendrisio, in memoria di Maria Pontiggia 30; Fulvio Camponovo 50; Andrea Salvadè, San Pietro 30; fam. Iatarulo-Petrosino 100; fam. Jelmini 50; Vittorio Casartelli 50. 30 Novena e festa di San Giuseppe: frs. 9’120 (offerte in chiesa 4’320, pesca di beneficienza 4’800). Vendita mattoni facciata: 430 mattoni, per un totale di frs. 43’000. Madonna di Lourdes: Elda Giudici 50; Carla Casanova 20; Aurelia Ceppi 20; i genitori, per il Battesimo di Samuele Prelli 100; NN 20; fam Gustavo Sassi, in memoria dei famigliari defunti 50. Oratorio: Tiziana Minieri, Balerna 20; Domenico Morelli 20; NN 50; mons. Sandro Vitalini, Sorengo 20; fam. Battaglia 20; Evelyn e Roberto Valbuzzi 10; fam. Gasparetti 20. Fiori in chiesa: NN 100; NN 50; le sorelle, per i 75 anni di Romano 100; fam. Maggi 50; B+R, per un compleanno 50; fam. Giovanni Combi 50, E. G. 50; Carla Casanova 20; fam. Rocco Salvadè 200; Aurelia Ceppi 20; Giuseppina Palini 40; i genitori, in memoria di Luana Casula 30; NN 20; NN, in memoria di don Ermanno 20. Opere missionarie e di beneficenza Per l’Uganda: dr. Ubaldo Ballinari 50; i famigliari, in memoria di Ernestina Carugati 50; NN, in ringraziamento 400; NN 100; NN 100; Giuseppe e Carmen Piffaretti 200; Donata Colucci 50; i famigliari, in memoria di Aldo Maggi 100; un amico fraterno 200; Antonella Veronelli, Balerna 20; NN 30; Enrica e colleghi di lavoro 600; NN 100. Per il Kenya (tramite Eliana Cavadini): i genitori, per il Battesimo di Samuele Prelli 100. Sacrificio Quaresimale: frs. 4’650.- (cena povera 970; azione rose 1’000; buste e offerte 2’680). Il Signore benedica la generosità di ogni offerente. Si può fare del bene, molto bene, un bene immenso, senza parole, senza prediche, senza rumore, nel silenzio, nel dare il buon esempio: l’esempio della pietà, degli impegni verso Dio compiuti amorevolmente, della bontà verso tutti gli uomini, della tenerezza verso quanti ci circondano, degli impegni domestici compiuti santamente, della povertà, dell’abbassamento, dell’abiezione nel raccoglimento, dell’oscurità di una vita nascosta, di una vita di preghiera, di ritiro, tutta inabissata in Dio… beato Charles de Foucauld 31 Scegli Scegli di amare invece di odiare. Scegli di sorridere invece di fare smorfie. Scegli di costruire invece di distruggere. Scegli di perseverare invece di rinunciare. Scegli di lodare invece di spettegolare. Scegli di guarire invece di ferire. Scegli di dare invece di prendere. Scegli di perdonare invece di maledire. Scegli di pregare invece di disperare. Fonte ignota TBS, La Buona Stampa sa, Pregassona (Lugano)