Dicembre 2003 La lettera di Federchimica Gran Bretagna: azioni concrete per una migliore comunicazione sui farmaci OTC. La Sanità inglese è convinta che una maggiore informazione sui farmaci di automedicazione comporti benefici concreti per i cittadini. e restrizioni alla comunicazione al pubblico dei farmaci da banco rappresentano una delle ragioni del freno allo sviluppo dell’automedicazione nel nostro Paese. L Eppure in Europa, a differenza che in Italia, si è da tempo capito che un corretto sviluppo di questo comparto va di pari passo con la modernizzazione dell'offerta terapeutica per i cittadini. Ne sono un esempio in questo senso quanto emerso dalle dichiarazioni del Ministero della Sanità Inglese, che risulta impegnato per rivedere in tempi rapidi le attuali norme sulla comunicazione dei prodotti da banco nel suo Paese, in chiave migliorativa e di maggiore efficacia. Le limitazioni sulla pubblicità andrebbero rimosse dalla grande maggioranza dei farmaci di automedicazione - si legge in una nota. Questo si tradurrebbe in un reale beneficio di sanità pubblica perché fornirebbe al paziente più potere di scelta e maggiori informazioni sui medicinali che normalmente utilizza per la cura del proprio benessere. La comunicazione rappresenta infatti uno strumento irrinunciabile di conoscenza per il pubblico dei farmaci di automedicazione. Il Governo britannico ha in programma una serie di consultazioni, anche con le industrie farmaceutiche, per fare in modo che le nuove linee guida per la pubblicità degli OTC siano concordate e condivise prima che vengano introdotte le necessarie modifiche. Queste non riguarderanno ovviamente i farmaci con obbligo di prescrizione medica che rimarranno soggetti alle attuali restrizioni pubblicitarie al pubblico. L'Europa dunque ancora in controtendenza rispetto al nostro Paese, ancora lontano dall'introduzione di una reale politica di sviluppo dell'automedicazione, che permetterebbe di sfruttare a pieno le potenzialità di un settore in grado di contribuire significativamente al miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale e alla crescita economica e di benessere del Paese. Per informazioni: Federchimica Anifa Direttore Responsabile: Luciano Ragni Registrazione Tribunale di Milano (N.REG. 712 DEL 01/12/03) Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione Via Giovanni da Procida, 11 20149 Milano telefono 02/345.65.251 fax 02/345.65.350 e-mail: [email protected] Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione Dicembre 2003 Anifa Automedicazione: un sistema di imprese al servizio di cittadini e SSN. Investire nel settore come volano di sviluppo dell'offerta di salute e di crescita economica per il Paese ono fermamente convinto che l’industria dell’automedicazione ha ancora molto da offrire – ai cittadini e allo Stato – e che si debba sapere guardare avanti con coraggio, per costruire un modello di sviluppo dinamico, in grado di assicurare risposte reali alla costante evoluzione della società, degli stili di comportamento, delle richieste e attese di salute. S “Emerge una marcata tendenza all’automedicazione, laddove il farmaco rappresenta la risposta più rapida, diffusa e autogestita all’insorgere di piccoli disturbi. Questa tendenza in sostanza opera come ammortizzatore sanitario che integra la carenza dei servizi sul territorio. Si rileva un divario consistente tra l’esasperata attenzione alle logiche dell’offerta che caratterizza la politica della sanità e le con- crete dinamiche individuali fatte di crescente autoregolazione della salute, automedicazione quotidiana, voglia di qualità, disponibilità a spendere per soddisfare questa esigenza”. Queste sono le testuali parole del Monitor Biomedico 2003 del Censis, che analizza la valutazione dei servizi sanitari da parte degli italiani e delinea il quadro di tendenza. Da queste pagine abbiamo più volte richiamato l’attenzione sulle caratteristiche e finalità dell’automedicazione, sulla necessità di dare a questo comparto – e dunque anche alle imprese che in esso operano – la possibilità di agire secondo logiche coerenti. E più di una volta abbiamo dovuto sottolineare come non sono le soluzioni a mancare, bensì la volontà – e forse la de- terminazione – a guardare all’automedicazione come a una risorsa vera, in grado di portare al Paese sviluppo anche in termini occupazionali, di offrire un contributo positivo alla crescita socioculturale dei cittadini nel trattamento delle lievi e riconoscibili patologie e, non da ultimo, di concorrere efficacemente al contenimento della spesa farmaceutica pubblica. Investire nell’automedicazione significa saper guardare a questo comparto anche come realtà economica e imprenditoriale. Il settore dei farmaci di automedicazione è infatti costituito da prodotti che sono in fase di piena maturità, e questo si traduce in basse barriere all’entrata e in prezzi più bassi a parità di effetto terapeutico. Ciò stimola il comparto ad una forte concorrenzialità e le Dicembre 2003 La lettera di Anifa L’opinione l contributo del medico di medicina generale è fondamentale per consentire un buon uso dei farmaci da banco da parte di cittadini, che necessitano di informazioni su quando e come ricorrere all’automedicazione. D’altra parte, lo stesso medico trova nei farmaci OTC il naturale completamento della gamma di offerta di cura a disposizione per la sua attività professionale, in special modo per quanto attiene al trattamento delle lievi patologie. I Si tratta di due aspetti del medesimo fenomeno, ossia della domanda di salute dei cittadini che sarà sempre di più associata ad una crescente richiesta di coinvolgimento decisionale; ed occorre prendere coscienza che il farmaco di automedicazione rappresenta in questo senso un’autentica risorsa, che va incoraggiata e sviluppata in un’ottica di miglioramento del nostro sistema sanitario e di risposta alle attese ed esigenze dei cittadini. Sono certo che i medici hanno da tempo capito che un cittadino informato e partecipe delle scelte di cura è il migliore investimento, e che in questo ambito risulta insostituibile il loro ruolo di educatori primari della salute. E’ in questo scenario che si colloca la collaborazione tra Anifa e FIMMG, e come Vice Presidente Anifa delegato ai rapporti con la classe medica è imprese sono spinte ad investire in ricerca e sviluppo al fine di migliorare costantemente l’offerta terapeutica e le opportunità di cura per i cittadini. Purtroppo però questo comparto continua a soffrire di una serie di freni che ne impediscono lo sviluppo. E’ necessario operare affinché sia dato al comparto uno scenario operativo in grado di assicurare alle imprese competitività e sviluppo. mia intenzione proseguire in questa direzione. Non è un caso che nel congresso annuale FIMMG del 2003 l’automedicazione abbia trovato spazio nelle sessioni scientifiche, e che il Presidente di Anifa abbia avuto modo di esprimere le posizioni e proposte dell’Associazione nell’ambito della parte più propriamente istituzionale del Congresso FIMMG. Sono segnali importanti, a dimostrazione di un percorso di collaborazione concreto e positivo che dura da tempo, e che ha permesso, tra le altre cose, la realizzazione di un opuscolo congiunto Anifa-FIMMG contenente informazioni per il paziente sull’automedicazione, e di cui il medico potrà servirsi nella propria attività professionale. In un momento come quello attuale, che vede perdurare tensioni e criticità sul versante della spesa farmaceutica pubblica, diviene strategico comunicare efficacemente al paziente. Sostenere l’automedicazione rappresenta una delle chiavi a disposizione del medico per la diffusione di una corretta cultura sanitaria nel nostro Paese, in grado di assicurare risposte appropriate, compartecipazione, ambiti di corretta autonomia e, in una sola parola, una reale ottimizzazione delle risorse economiche e terapeutiche disponibili. E’ indispensabile favorire il passaggio dei farmaci dallo status di obbligo di prescrizione a quello di automedicazione – il cosiddetto switch – in modo da aumentare la qualità dell’offerta a disposizione degli utenti e favorire gli investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo. Parallelamente, una comunicazione più semplice e immediata, ed un uso più moderno dei marchi, metterebbero i cittadini nelle condizioni migliori per riconoscere agevolmente i farmaci di automedica- Alberto Pelis Vice-Presidente Anifa zione e quindi indirizzarsi con sicurezza verso quei medicinali appositamente studiati per l’impiego nelle patologie leggere. L’automedicazione rappresenta un’opzione terapeutica moderna, in linea con le attese di salute dei cittadini e in grado di contribuire efficacemente alla crescita economica e di benessere del nostro Paese. Angelo Zanibelli (Presidente Anifa) Favorire concorrenza e sviluppo secondo processi che assicurino competitività e miglioramento. Lo sviluppo dell'OTC in una visione allargata che coniughi tutela della salute e prospettive di impresa. uando si parla di farmaci il pensiero corre istintivamente ai profili di sicurezza e tutela della salute, eppure dietro ai farmaci c’è un comparto industriale all’avanguardia, capace di produrre innovazione e ricchezza per il Paese. La questione assume ancor più risalto quando si analizzano i crescenti oneri del Servizio Sanitario Nazionale e si scopre - ad esempio - che i farmaci di automedicazione potrebbero essere una reale soluzione per favorire il contenimento della spesa pubblica. Su questi argomenti abbiamo sentito l’onorevole Bruno Tabacci, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. Q Presidente Tabacci, il Sistema Sanitario Nazionale non sembra aver trovato ancora soluzioni stabili per il contenimento della spesa. L’automedicazione in diversi paesi europei si è dimostrata una reale opzione in grado di contribuire a questo obiettivo. Quali sono le motivazioni del ritardo italiano? Un corretto sviluppo del settore dell’automedicazione potrebbe realmente essere favorito proprio dalle necessità di contenimento della spesa pubblica. Le imprese chiedono di ridurre la durata temporale delle procedure autorizzative necessarie a svincolare i farmaci dall’obbligo di prescrizione - il cosiddetto switch - e la semplificazione dell’iter di autorizzazione dell’attività di comunicazione al pubblico dei farmaci di automedicazione. E se, da un lato, una maggiore flessibilità non può in alcun modo andare a discapito della tutela della salute del cittadino, dall’altro, occorre superare eventuali resistenze: mi riferisco a quegli ambiti di autoreferenzialità amministrativa privi di giustificazione, e che finiscono per ostacolare l’ottimale utilizzo delle risorse. In questo senso, mi chiedo quali controindicazioni vi siano a riconoscere in Italia la qualifica di farmaci da banco a quei medicinali da tempo definiti tali in altri Paesi UE. E per la pubblicità dei farmaci OTC quali soluzioni si possono proporre? Anche i controlli sulle forme di pubblicità dovrebbero essere resi più snelli e funzionali, prevedendo ad esempio un sistema che responsabilizzi le imprese al rispetto delle norme vigenti e introduca interventi amministrativi sanzionatori “ex-post” nel caso di violazione delle regole. Occorrerebbe operare nella stessa direzione anche per quanto riguarda la politica dei marchi: un patrimonio industriale che deve poter essere usato, con la necessaria correttezza, per facilitare l’identificazione ed il ricorso ai medicinali di automedicazione da parte dei cittadini. Esistono linee di intervento prioritarie per superare questi ostacoli? In linea generale, ritengo auspicabile che le vicende del comparto dell’automedicazione siano affrontate in tutta la loro complessità. Oltre all’intervento Ministero della salute è necessario quello del Ministero delle attività produttive, in modo da poter considerare accanto alle prioritarie esigenze di tutela della salute pubblica, i legittimi interessi delle imprese e del mercato. Non si tratta di far prevalere le ragioni dell’industria su quelle della salute, ma di far convergere obiettivi e strategie in piena trasparenza, nella consapevolezza che un comparto industriale “in buona salute” è sempre una ricchezza per il Paese. Dicembre 2003 La lettera di Anifa L’opinione l contributo del medico di medicina generale è fondamentale per consentire un buon uso dei farmaci da banco da parte di cittadini, che necessitano di informazioni su quando e come ricorrere all’automedicazione. D’altra parte, lo stesso medico trova nei farmaci OTC il naturale completamento della gamma di offerta di cura a disposizione per la sua attività professionale, in special modo per quanto attiene al trattamento delle lievi patologie. I Si tratta di due aspetti del medesimo fenomeno, ossia della domanda di salute dei cittadini che sarà sempre di più associata ad una crescente richiesta di coinvolgimento decisionale; ed occorre prendere coscienza che il farmaco di automedicazione rappresenta in questo senso un’autentica risorsa, che va incoraggiata e sviluppata in un’ottica di miglioramento del nostro sistema sanitario e di risposta alle attese ed esigenze dei cittadini. Sono certo che i medici hanno da tempo capito che un cittadino informato e partecipe delle scelte di cura è il migliore investimento, e che in questo ambito risulta insostituibile il loro ruolo di educatori primari della salute. E’ in questo scenario che si colloca la collaborazione tra Anifa e FIMMG, e come Vice Presidente Anifa delegato ai rapporti con la classe medica è imprese sono spinte ad investire in ricerca e sviluppo al fine di migliorare costantemente l’offerta terapeutica e le opportunità di cura per i cittadini. Purtroppo però questo comparto continua a soffrire di una serie di freni che ne impediscono lo sviluppo. E’ necessario operare affinché sia dato al comparto uno scenario operativo in grado di assicurare alle imprese competitività e sviluppo. mia intenzione proseguire in questa direzione. Non è un caso che nel congresso annuale FIMMG del 2003 l’automedicazione abbia trovato spazio nelle sessioni scientifiche, e che il Presidente di Anifa abbia avuto modo di esprimere le posizioni e proposte dell’Associazione nell’ambito della parte più propriamente istituzionale del Congresso FIMMG. Sono segnali importanti, a dimostrazione di un percorso di collaborazione concreto e positivo che dura da tempo, e che ha permesso, tra le altre cose, la realizzazione di un opuscolo congiunto Anifa-FIMMG contenente informazioni per il paziente sull’automedicazione, e di cui il medico potrà servirsi nella propria attività professionale. In un momento come quello attuale, che vede perdurare tensioni e criticità sul versante della spesa farmaceutica pubblica, diviene strategico comunicare efficacemente al paziente. Sostenere l’automedicazione rappresenta una delle chiavi a disposizione del medico per la diffusione di una corretta cultura sanitaria nel nostro Paese, in grado di assicurare risposte appropriate, compartecipazione, ambiti di corretta autonomia e, in una sola parola, una reale ottimizzazione delle risorse economiche e terapeutiche disponibili. E’ indispensabile favorire il passaggio dei farmaci dallo status di obbligo di prescrizione a quello di automedicazione – il cosiddetto switch – in modo da aumentare la qualità dell’offerta a disposizione degli utenti e favorire gli investimenti delle aziende in ricerca e sviluppo. Parallelamente, una comunicazione più semplice e immediata, ed un uso più moderno dei marchi, metterebbero i cittadini nelle condizioni migliori per riconoscere agevolmente i farmaci di automedica- Alberto Pelis Vice-Presidente Anifa zione e quindi indirizzarsi con sicurezza verso quei medicinali appositamente studiati per l’impiego nelle patologie leggere. L’automedicazione rappresenta un’opzione terapeutica moderna, in linea con le attese di salute dei cittadini e in grado di contribuire efficacemente alla crescita economica e di benessere del nostro Paese. Angelo Zanibelli (Presidente Anifa) Favorire concorrenza e sviluppo secondo processi che assicurino competitività e miglioramento. Lo sviluppo dell'OTC in una visione allargata che coniughi tutela della salute e prospettive di impresa. uando si parla di farmaci il pensiero corre istintivamente ai profili di sicurezza e tutela della salute, eppure dietro ai farmaci c’è un comparto industriale all’avanguardia, capace di produrre innovazione e ricchezza per il Paese. La questione assume ancor più risalto quando si analizzano i crescenti oneri del Servizio Sanitario Nazionale e si scopre - ad esempio - che i farmaci di automedicazione potrebbero essere una reale soluzione per favorire il contenimento della spesa pubblica. Su questi argomenti abbiamo sentito l’onorevole Bruno Tabacci, Presidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati. Q Presidente Tabacci, il Sistema Sanitario Nazionale non sembra aver trovato ancora soluzioni stabili per il contenimento della spesa. L’automedicazione in diversi paesi europei si è dimostrata una reale opzione in grado di contribuire a questo obiettivo. Quali sono le motivazioni del ritardo italiano? Un corretto sviluppo del settore dell’automedicazione potrebbe realmente essere favorito proprio dalle necessità di contenimento della spesa pubblica. Le imprese chiedono di ridurre la durata temporale delle procedure autorizzative necessarie a svincolare i farmaci dall’obbligo di prescrizione - il cosiddetto switch - e la semplificazione dell’iter di autorizzazione dell’attività di comunicazione al pubblico dei farmaci di automedicazione. E se, da un lato, una maggiore flessibilità non può in alcun modo andare a discapito della tutela della salute del cittadino, dall’altro, occorre superare eventuali resistenze: mi riferisco a quegli ambiti di autoreferenzialità amministrativa privi di giustificazione, e che finiscono per ostacolare l’ottimale utilizzo delle risorse. In questo senso, mi chiedo quali controindicazioni vi siano a riconoscere in Italia la qualifica di farmaci da banco a quei medicinali da tempo definiti tali in altri Paesi UE. E per la pubblicità dei farmaci OTC quali soluzioni si possono proporre? Anche i controlli sulle forme di pubblicità dovrebbero essere resi più snelli e funzionali, prevedendo ad esempio un sistema che responsabilizzi le imprese al rispetto delle norme vigenti e introduca interventi amministrativi sanzionatori “ex-post” nel caso di violazione delle regole. Occorrerebbe operare nella stessa direzione anche per quanto riguarda la politica dei marchi: un patrimonio industriale che deve poter essere usato, con la necessaria correttezza, per facilitare l’identificazione ed il ricorso ai medicinali di automedicazione da parte dei cittadini. Esistono linee di intervento prioritarie per superare questi ostacoli? In linea generale, ritengo auspicabile che le vicende del comparto dell’automedicazione siano affrontate in tutta la loro complessità. Oltre all’intervento Ministero della salute è necessario quello del Ministero delle attività produttive, in modo da poter considerare accanto alle prioritarie esigenze di tutela della salute pubblica, i legittimi interessi delle imprese e del mercato. Non si tratta di far prevalere le ragioni dell’industria su quelle della salute, ma di far convergere obiettivi e strategie in piena trasparenza, nella consapevolezza che un comparto industriale “in buona salute” è sempre una ricchezza per il Paese. Dicembre 2003 La lettera di Federchimica Gran Bretagna: azioni concrete per una migliore comunicazione sui farmaci OTC. La Sanità inglese è convinta che una maggiore informazione sui farmaci di automedicazione comporti benefici concreti per i cittadini. e restrizioni alla comunicazione al pubblico dei farmaci da banco rappresentano una delle ragioni del freno allo sviluppo dell’automedicazione nel nostro Paese. L Eppure in Europa, a differenza che in Italia, si è da tempo capito che un corretto sviluppo di questo comparto va di pari passo con la modernizzazione dell'offerta terapeutica per i cittadini. Ne sono un esempio in questo senso quanto emerso dalle dichiarazioni del Ministero della Sanità Inglese, che risulta impegnato per rivedere in tempi rapidi le attuali norme sulla comunicazione dei prodotti da banco nel suo Paese, in chiave migliorativa e di maggiore efficacia. Le limitazioni sulla pubblicità andrebbero rimosse dalla grande maggioranza dei farmaci di automedicazione - si legge in una nota. Questo si tradurrebbe in un reale beneficio di sanità pubblica perché fornirebbe al paziente più potere di scelta e maggiori informazioni sui medicinali che normalmente utilizza per la cura del proprio benessere. La comunicazione rappresenta infatti uno strumento irrinunciabile di conoscenza per il pubblico dei farmaci di automedicazione. Il Governo britannico ha in programma una serie di consultazioni, anche con le industrie farmaceutiche, per fare in modo che le nuove linee guida per la pubblicità degli OTC siano concordate e condivise prima che vengano introdotte le necessarie modifiche. Queste non riguarderanno ovviamente i farmaci con obbligo di prescrizione medica che rimarranno soggetti alle attuali restrizioni pubblicitarie al pubblico. L'Europa dunque ancora in controtendenza rispetto al nostro Paese, ancora lontano dall'introduzione di una reale politica di sviluppo dell'automedicazione, che permetterebbe di sfruttare a pieno le potenzialità di un settore in grado di contribuire significativamente al miglioramento del Servizio Sanitario Nazionale e alla crescita economica e di benessere del Paese. Per informazioni: Federchimica Anifa Direttore Responsabile: Luciano Ragni Registrazione Tribunale di Milano (N.REG. 712 DEL 01/12/03) Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione Via Giovanni da Procida, 11 20149 Milano telefono 02/345.65.251 fax 02/345.65.350 e-mail: [email protected] Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione Dicembre 2003 Anifa Automedicazione: un sistema di imprese al servizio di cittadini e SSN. Investire nel settore come volano di sviluppo dell'offerta di salute e di crescita economica per il Paese ono fermamente convinto che l’industria dell’automedicazione ha ancora molto da offrire – ai cittadini e allo Stato – e che si debba sapere guardare avanti con coraggio, per costruire un modello di sviluppo dinamico, in grado di assicurare risposte reali alla costante evoluzione della società, degli stili di comportamento, delle richieste e attese di salute. S “Emerge una marcata tendenza all’automedicazione, laddove il farmaco rappresenta la risposta più rapida, diffusa e autogestita all’insorgere di piccoli disturbi. Questa tendenza in sostanza opera come ammortizzatore sanitario che integra la carenza dei servizi sul territorio. Si rileva un divario consistente tra l’esasperata attenzione alle logiche dell’offerta che caratterizza la politica della sanità e le con- crete dinamiche individuali fatte di crescente autoregolazione della salute, automedicazione quotidiana, voglia di qualità, disponibilità a spendere per soddisfare questa esigenza”. Queste sono le testuali parole del Monitor Biomedico 2003 del Censis, che analizza la valutazione dei servizi sanitari da parte degli italiani e delinea il quadro di tendenza. Da queste pagine abbiamo più volte richiamato l’attenzione sulle caratteristiche e finalità dell’automedicazione, sulla necessità di dare a questo comparto – e dunque anche alle imprese che in esso operano – la possibilità di agire secondo logiche coerenti. E più di una volta abbiamo dovuto sottolineare come non sono le soluzioni a mancare, bensì la volontà – e forse la de- terminazione – a guardare all’automedicazione come a una risorsa vera, in grado di portare al Paese sviluppo anche in termini occupazionali, di offrire un contributo positivo alla crescita socioculturale dei cittadini nel trattamento delle lievi e riconoscibili patologie e, non da ultimo, di concorrere efficacemente al contenimento della spesa farmaceutica pubblica. Investire nell’automedicazione significa saper guardare a questo comparto anche come realtà economica e imprenditoriale. Il settore dei farmaci di automedicazione è infatti costituito da prodotti che sono in fase di piena maturità, e questo si traduce in basse barriere all’entrata e in prezzi più bassi a parità di effetto terapeutico. Ciò stimola il comparto ad una forte concorrenzialità e le