www.salutare.info Prevenzione a cura del dott. Aldo Sabato - Farmacista Influenza e sindromi para-influenzali Facciamo un po' di chiarezza. A metà ottobre erano già circa 240.000 gli italiani costretti a casa da forme legate alle variazioni climatiche di stagione: ma non si tratta d’influenza, come molti ritengono erroneamente. Si tratta infatti delle classiche sindromi cosiddette para-influenzali, sostenute da altri virus, mentre l’influenza, quella vera, non arriverà prima di fine novembre e tra l’altro quest’anno la cosiddetta Australiana sarà più aggressiva per colpa dei tre ceppi virali attesi, tutti di nuova comparsa. Non per questo le forme da raffreddamento sono da trascurare, e non solo per i fastidi che causano. Solitamente la metà dei casi segnalati nella stagione fredda come influenza si rivela dovuta ad altri virus, detti para-influenzali, che causano sintomi simili ma non identici a quelli influenzali. Distinguere tra le due situazioni quindi è importante anche per sapere come affrontarle, e, ancor prima, come cercare di evitarle. Evitare sbalzi termici e luoghi affollati Tra gli agenti virali che con i primi freddi sostengono raffreddori, mal di gola e tosse ci sono rhinovirus, adenovirus, coronavirus, parenti comunque del virus influenzale. 20 www.salutare.info Sono soprattutto gli sbalzi di temperatura a favorire la proliferazione dei virus delle forme da raffreddamento, e queste non vanno sottovalutate anche perché, indebolendo le difese dell'organismo, spianano la strada all’influenza. In netta maggioranza (98%) sono di origine virale e quindi la prima regola è che gli antibiotici, se non ci sono complicanze batteriche, sono inutili. L’approccio corretto, in fase iniziale e in assenza di complicanze, è l’automedicazione responsabile, che tiene conto soprattutto dei sintomi, accompagnata da riposo. Come si distinguono, appunto, i sintomi, rispetto all’influenza? Prevalgono quelli nasali, con rinite acuta (raffreddore) che dà gocciolamento nasale, secchezza rino-faringea, starnuti, malessere, tosse e mal di gola. A volte anche febbre alta, ma sempre di breve durata. Nell’influenza, invece, ci sono sempre almeno tre fattori: febbre oltre i 38°, in genere con dolori ossei e muscolari e mancanza d’appetito, sintomi respiratori (quelli più pericolosi per bambini e anziani), concomitanza con la circolazione dei virus influenzali. Per prevenire le forme da raffreddamento valgono regole di buon senso: la principale è lavarsi spesso le mani (come per altre infezioni), poi ripararsi da sbalzi termici con giuste temperature al chiuso e coprendosi quando si esce, ed evitare la permanenza in luoghi affollati; si possono assecondare le difese con apporti vitaminici. Contro questi malanni non esiste vaccinazione, mentre per prevenire l’influenza questa resta la via maestra, ma non ancora abbastanza seguita soprattutto nella fascia pediatrica e tra gli operatori sanitario-assistenziali. Molte persone a rischio rifiutano di www.salutare.info Secondo una ricerca Eurisko tre italiani su quattro usano gli OTC per le piccole patologie riconoscibili che si possono affrontare senza prescrizione medica e nel 25% dei casi proprio per i sintomi da raffreddamento e da influenza. Li si identifica facilmente grazie al bollino rosso che riportano obbligatoriamente sulle confezioni. Per un utilizzo consapevole e responsabile si può consultare l’opuscolo “Automedicazione istruzioni per l’uso” scaricabile dal sito dell’ANIFA (Associazione nazionale dell’industria farmaceutica dell’automedicazione) e realizzato con l’Unione nazionale consumatori. vaccinarsi ritenendosi erroneamente immuni (“tanto io non la prendo mai l'influenza”...), senza rendersi conto che anche chi non contrae la malattia può comunque contagiarla se è stato a contatto con un ammalato. Inoltre, il virus dell'influenza è estremamente mutevole, e chi non ha contratto la malattia l'anno scorso può benissimo contrarla quest'anno. Trattare i sintomi con automedicazione. Ma come trattare adeguatamente queste forme? Per le sindromi para-influenzali e il raffreddore il trattamento è solo sintomatico, con farmaci di automedicazione o da banco (OTC). Si tratta di antipiretici, per abbassare la febbre quando è troppo alta (oltre i 38°), analgesici, per i dolori ossei o muscolari, antinfiammatori, decongestionanti nasali, antistaminici, fluidificanti per la tosse “grassa”, sedativi per quella secca. Solo se il disturbo permane oltre 4-5 giorni è opportuno rivolgersi al medico. Quanto al vaccino antinfluenzale non ha potere contro questi altri virus, così come in caso di mancata vaccinazione i farmaci da automedicazione possono aiutare contro i sintomi dell’influenza senza però sconfiggere il virus. L’uso degli antibiotici è da valutare con il medico ed è utile solo in presenza di infezioni batteriche, complicanza che si può verificare in concomitanza dell’influenza; le complicanze (virali o batteriche) possono essere rischiose per certi soggetti. Anche il ricorso all’automedicazione dev’essere però oculato. ogni 40 anni, e l'ultima si verificò nel 1968... - l'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda maggiore attenzione del solito a far vaccinare le categorie a rischio, in particolare gli over65, cercando di raggiungere i tetti di copertura previsti, che sono, però, ancora piuttosto lontani. Il momento migliore per vaccinarsi è appena possibile, e comunque entro la fine di dicembre, per essere coperti quando il virus sarà maggiormente in circolazione nel sud Europa. Per il resto, valgono le raccomandazioni di sempre. Un virus tutto nuovo E se arriverà l'influenza vera e propria? Difendersi non sarà facile quest'inverno: come abbiamo già detto, è in arrivo un virus tutto nuovo in ben tre varianti con cui comincerà a circolare ai primi freddi: l'A/Brisbane H1N1, l'A/Brisbane H3N2 e il Florida 2006, quest'ultimo individuato a metà ottobre proprio in Italia in due stranieri di passaggio. Non succedeva da 20 anni: si prevedono dai 5 ai 7 milioni di malati. Mai come quest'anno la campagna di vaccinazione antinfluenzale, decisa dal Ministero del Welfare ha assunto un'importanza cruciale. Il nostro sistema immunitario è completamente indifeso di fronte a questi nuovi antigeni virali: di qui la prospettiva poco allettante che quest'anno gli italiani che si metteranno a letto con l'”Australiana” saranno circa il doppio degli anni scorsi. Proprio per evitare questa che potrebbe diventare una vera e propria pandemia – stando al calcolo delle probabilità, una pandemia influenzale si verifica Intanto, c'è chi studia per poter realizzare un domani migliore: è iniziata nell'Università di Oxford la sperimentazione, su un piccolo numero di volontari, di un nuovo tipo di vaccino, chiamato “universale”, che, agendo sulle proteine più interne del virus anziché su quelle di superficie che cambiano in continuazione vanificando gli attuali vaccini, dovrebbe essere più efficace, conferendo un'immunità permanente, tramite semplici richiamo ogni 5 o 10 anni. fuori dalla zona a traffico limitato alutare 21