ASSISTENZA PRIMARIA
Agosto/Settembre 2005
Volume 11
Numero 8/9
INCORAGGIARE
L’ALLATTAMENTO MATERNO
I
l latte materno è, da sempre,
l’alimento con il quale le madri
hanno naturalmente allevato i propri bambini.
Nelle società industrializzate, a
partire dagli anni Sessanta, si è
però registrato un progressivo abbandono dell’allattamento al seno
a favore di quello artificiale. I motivi sono numerosi e soprattutto
ascrivibili alle mutate condizioni di
vita e di lavoro delle famiglie e
delle collettività nella maggior parte dei Paesi del mondo.
Se è indubbio il ruolo dei
cambiamenti sociali nell’aver condizionato le scelte delle donne e
delle famiglie sul come nutrire i
propri figli, attribuendo all’allattamento materno una valenza negativa, non meno significativa è
risultata la responsabilità delle
pratiche sanitarie.
I numerosi studi mostrano
come lo stato socio-economico,
l’età della madre, i comportamenti
tenuti nei reparti di maternità (tipo
di parto, rooming-in, precoce somministrazione di liquidi, incentivazione all'uso di formule adattate),
la frammentazione assistenziale
nel percorso nascita e la non appropriata informazione sul tema
siano associati alla prevalenza e
alla durata dell’allattamento al seno.
Negli ultimi anni, tuttavia,
si sta fortunatamente riscoprendo
il valore e l'unicità del latte della
mamma e un numero sempre
In allegato:
maggiore di donne vi ricorre.
Grazie all'opinione di autorevoli
agenzie nazionali e internazionali,
come l'Organizzazione Mondiale
della Sanità e l'UNICEF, si sta maturando una diffusa consapevolezza rispetto ai numerosi ed importanti benefici dell'allattamento al
seno per la salute della mamma e
del bambino.
Un numero crescente di
studi epidemiologici mostra che
tale pratica sia da promuovere e
sostenere poiché si è dimostrata
essere, in termini di salute, la mi-
glior scelta possibile sia per il neonato, sia per la madre. Si è dimostrato efficace per gli aspetti affettivo-relazionali, nutrizionali e preventivi.
Le evidenze scientifiche,
emerse negli ultimi anni, ci confermano che l’alimentazione del bambino con latte materno diminuisce
l’incidenza e/o la gravità di diarrea, infezioni delle basse vie respiratorie, otite media, batteriemia,
meningite batterica,
infezione
delle vie urinarie e malattie allergiche; ha un effetto protettivo nei
confronti della sindrome della
morte improvvisa del neonato, del
diabete mellito insulino dipendente, del morbo di Crohn, della colite
ulcerosa e di altre patologie
dell’apparato digestivo.
L’allattamento al seno è inoltre
stato correlato ad un potenziamento dello sviluppo cognitivo.
Non meno significativi so(Continua a pagina 2)
“L'immunizzazione è la medicina preventiva per eccellenza. Se si
scoprisse un nuovo vaccino capace di impedire la morte di un milione o più di bambini ogni anno, e se per di più questo vaccino fosse a
buon mercato, sicuro, da somministrare oralmente, e se non richiedesse una catena del freddo, diventerebbe immediatamente un imperativo di salute pubblica.
L'allattamento materno potrebbe fare tutto questo, ed anche più ma
necessita di una propria "catena di solidarietà" - cioè cure speciali e
specializzate che infondano fiducia nelle madri e che mostrino loro
in che modo procedere, e che tutelino contro pratiche nocive. Se
questa catena di solidarietà è andata perduta per cultura, oppure è
difettosa, deve essere riassestata a cura dei servizi sanitari.” (tratto
da Editorial.A warm chain for breastfeeding. Lancet 1994;344:1239-41)
- Opuscolo: Allattamento materno
- Primo monitoraggio sull’allattamento materno
nell’Asl di Brescia
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Non meno significativi sono i vantaggi dimostrati per la salute della
madre: è documentata una riduzione del rischio di tumore al seno,
del rischio di cancro dell’epitelio
ovarico, in età premenopausale e,
in età senile, la protezione
dell’osteoporosi e della frattura
dell’anca.
Accanto a questi vantaggi sono da
ricordare l’effetto contraccettivo, il
minor sanguinamento post partum
e un recupero di riserve di ferro
nel sangue materno.
Non sono da sottovalutare
infine i benefici economici a carico
della famiglia quali: risparmi
sull’acquisto di latte artificiale, minori spese mediche e meno tempo
per l’accudimento a malattie
dell’infanzia,
evitabili
con
l’allattamento al seno.
L’insieme delle evidenze
disponibili suggerisce, come obiettivi prioritari degli interventi di salute pubblica, la pratica e la promozione dell'allattamento al seno
sia nell’ambito dell’assistenza al
percorso nascita sia nel campo
dell’educazione alla salute.
La prevalenza dell’allattamento materno esclusivo al 6°
mese di vita è il più importante
indicatore sintetico della qualità
dei servizi preposti all’assistenza e
alla promozione alla salute.
LE RACCOMANDAZIONI
REGIONALI
Il Decreto della Direzione
Generale Sanità 15132/04 sancisce
una serie di raccomandazioni atte
a promuovere e a favorire
l’allattamento materno nella realtà
lombarda, in particolare:
• l’allattamento al seno esclusivo
rappresenta nei primi sei mesi di
vita il metodo di alimentazione
più indicato e di prima scelta per
il neonato. In seguito, nel corso
del divezzamento, per tutto il
secondo semestre di vita, rappresenta il complemento ideale
degli alimenti solidi;
• solo in caso di sua accertata insufficienza o in presenza di controindicazioni all’allattamento
materno, ed una volta che siano
•
•
state messe in atto tutte le azioni a sostegno dell’allattamento, è
indicata una formula adatta nei
primi 4-6 mesi, e, successivamente, una formula di proseguimento;
sono da scoraggiare le cosiddette “aggiunte” di latte artificiale
nei primi giorni di vita, non essendo supportate da alcun razionale scientifico;
il passaggio a complementazione, sostituzione, o la controindicazione nei confronti dell’allattamento al seno è un atto medico che deve tener conto sia delle
condizioni cliniche materne che
delle esigenze nutrizionali del
lattante.
LE PROPOSTE
DELL’ASL DI BRESCIA
L’opuscolo informativo
L’Azienda Sanitaria Locale di Brescia ha ritenuto opportuno avviare
un percorso comune con i Punti
Nascita e i Pediatri di libera scelta
con la produzione di un opuscolo
che promuove e sostiene
l’allattamento materno (in allegato
a questo numero). L'opuscolo è
dedicato alle mamme in attesa,
alle mamme che hanno già partorito, ai papà ed al loro bambino.
Rappresenta un contributo per
l’informazione ai genitori e costituisce un supporto al lavoro degli
operatori sanitari dei consultori
familiari, degli ospedali e dei pediatri.
Con la stampa dell’opuscolo prenderà l’avvio, su tutto il territorio
dell’ASL, una campagna informativa tesa a fornire supporto nel tempo alla donna per l’allattamento al
seno ed a potenziare l’integrazione
tra Punti Nascita, Consultori Familiari e Pediatri di libera scelta.
La rete di sostegno
all’allattamento
L’ASL è impegnata in un progetto
dedicato al percorso nascita che
segue la donna per tutto il periodo
necessario garantendo momenti di
incontro e sostegno.
Durante la gravidanza sono organizzati i corsi di accompagnamento
alla nascita con incontri dedicati
al tema dell’allattamento al seno.
Dopo la nascita, per orientare e
supportare la donna e la famiglia
si è creata una rete di continuità,
rappresentata dalla collaborazione
tra consultori e punti nascita attraverso il servizio di Dimissione Protetta.
Sono offerte alle neomamme visite
domiciliari di ostetriche e assistenti
sanitarie, per assicurare accompagnamento e sostegno al rientro a
casa.
Nelle sedi consultoriali le mamme
trovano spazi appositamente creati
perché possano incontrarsi, incontrare le operatrici sanitarie, in
gruppo o individualmente, per trovare un aiuto per superare le difficoltà, e tramite il confronto con
altre, ridimensionare le proprie
ansie e preoccupazioni e non sentirsi sole.
E’ attivo un numero verde per tutte le donne che desiderano avere
informazioni sull’allattamento, risolvere eventuali difficoltà, chiarire
dubbi, fugare timori.
Il Numero Verde:
800.077.040
è in funzione dal lunedì al venerdì
dalle 9.00 alle 12.00
La linea verde dedicata esclusivamente ai temi dell’allattamento
garantisce continuità al sostegno
offerto alle mamme ed è facilmente fruibile; la consulenza telefonica
rappresenta un ulteriore accesso
immediato alle operatrici del consultorio per ritrovare la sicurezza e
la serenità necessarie.
Luisa Soldati
Servizio Infermieristico
Tecnico Riabilitativo dell’Asl di BS
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Risultati del Progetto PLS
MEMANTINA
Paramorfismo e
per malati di
dimorfismo del piede
Alzheimer
I
l Progetto Aziendale 2003-2004
della pediatria di famiglia
“Paramorfismo e dimorfismo del
piede”, si è concluso secondo i
tempi previsti: sono ora disponibili
i risultati complessivi.
Il Progetto ha preso origine dalla richiesta effettuata dai Pediatri,
di approfondire la semeiotica del
piede, per essere in grado di contenere le numerose richieste di
visita specialistica ortopedica o
fisiatrica, effettuate dai genitori di
bambini in età prescolare, finalizzate alla prescrizione di plantari o
di scarpe ortopediche e di indirizzare allo specialista soli i casi di
effettiva necessità o dubbi.
I dati in possesso dell’ASL, relativi alla fornitura di scarpine e
plantari ortopedici, confermavano
il riscontro di un eccessivo ricorso
a tali presidi, presumibilmente per
problematiche “minori”, da considerare parafisiologiche.
Si era, quindi, concordato di attuare un Progetto con l’obiettivo
organizzativo di sensibilizzare il
Pediatra al controllo sistematico,
anche tramite idonei strumenti
diagnostici, dei piedi dei bambini,
per rilevare eventuali paramorfismi
ed evitare ricorsi impropri allo specialista.
Il progetto individuava, come
obiettivi di salute, l’identificazione
dei bambini con paramorfismo
fisiologico dei piedi per differenziarli dai bambini affetti da dismorfismo, per i quali è indicato il trattamento correttivo nonché la disincentivazione di prescrizioni di presidi incongrue.
Il Progetto prevedeva che ogni
PLS, per almeno il 70% dei bambini di quattro anni, nati negli anni
“filtro” 1999 e 2000, effettuasse i
seguenti interventi:
• eseguire un adeguato esame
obiettivo del piede per la discriminazione di paramorfismi e
•
•
•
dismorfismi;
inviare allo specialista solo i casi
di sospetto dismorfismo;
effettuare una visita di controllo
dei bambini screenati per dimorfismo, dopo un anno;
inviare al Distretto un report annuale sul numero di visite eseguite e numero di bambini inviati
allo specialista.
A supporto della piena attuazione del progetto, era stato organizzato uno specifico incontro di formazione con specialisti in ortopedia pediatrica dell’Ospedale Careggi di Firenze.
Al Progetto hanno aderito 104
Pediatri di libera scelta su un totale di 115, che hanno screenato
12.116 bambini su un
target
complessivo di 15.562 (77,86%).
Sono stati inviati al controllo
specialistico 895 bambini (7,3%) e
sono state effettuate 206 prescrizioni di scarpe ortopediche e 487
plantari, per un totale di 693 prescrizioni.
I dati dell’ASL, relativi alla fornitura di presidi, benché non siano
perfettamente
confrontabili
in
quanto si riferiscono a tutte le forniture di plantari e scarpine effettuate a bambini di età inferiore a 6
anni, evidenziano, ad ogni modo
un’inversione di tendenza (da
1.407 forniture nel secondo semestre 2003 a 1.239 forniture nel II
semestre 2004).
Il Progetto, che ha permesso di
evidenziare l’importanza del controllo sistematico effettuato dal
Pediatra di famiglia è concluso;
dovrebbe rimanere patrimonio di
ciascun Pediatra
l’abitudine
all’uso di uno strumento semplice
come il podoscopio nella pratica
giornaliera.
L
a Regione Lombardia si è impegnata ad attivare uno studio osservazionale finalizzato alla valutazione del profilo di costo-beneficio della
terapia con il medicinale a base di
memantina (Ebixa), già classificato in
classe c), per il trattamento di pazienti
con malattia di Alzheimer in fase intermedio – grave, che non possono accedere alle terapie disponibili a carico
del S.S.N. (Dgr n. 20954 del 16 febbraio 2005).
Il protocollo dello studio osservazionale denominato “Progetto di
monitoraggio della somministrazione
di memantina a pazienti con malattia
di Alzheimer (AD) moderata severa”
verrà attivato a partire dal mese di
luglio 2005.
Lo studio verrà condotto
presso i Centri di Unità di Valutazione
Alzheimer (UVA), che dovranno individuare i pazienti, compilare la scheda
di arruolamento, fornire il trattamento
con memantina, compilare la scheda
di monitoraggio a tre mesi e la scheda
finale a sei mesi.
Per tutta la durata dello studio il farmaco verrà fornito gratuitamente dalla ditta produttrice.
Nelle fasi di reclutamento dei
soggetti che potranno essere inclusi
nello studio, è strategico il ruolo del
medico di medicina generale, che
potrà indirizzare i pazienti all’UVA di
più facile accesso.
Si riportano, pertanto, i criteri
di eligibilità al trattamento indicati nel
protocollo sperimentale:
• diagnosi di Malattia di Alzheimer;
• fase intermedio-grave di malattia
(MMSE 5-14);
• assenza di concomitante trattamento
con
farmaci
inibitori
dell’acetilcolinesterasi (AchEs-I).
Sono eligibili tutti i pazienti
che hanno sospeso il trattamento con
AchEs-I per uno dei seguenti motivi:
• intolleranza;
• inefficacia;
• assenza di compliance;
• non
rimborsabilità del farmaco
(MMSE<10).
Pagina 4
Il nuovo Progetto Aziendale della
Pediatria di Libera Scelta
per gli anni 2005 / 2006
(approvato dal Comitato Aziendale PLS dell’ASL di Brescia il 17 giugno 2005)
Titolo:
Assistenza interdisciplinare ai bambini con grave disabilità
Obiettivo:
Garantire, per i bambini con grave disabilità, nel caso in cui il PLS e gli operatori distrettuali lo ritengano
opportuno, la definizione e l’attivazione di un piano globale interdisciplinare di intervento con la partecipazione dei PLS e degli operatori distrettuali.
Destinatari:
Bambini affetti da patologie croniche gravi e/o invalidanti o in condizioni socio famigliare a grave rischio
quali ad esempio:
Malattie cromosomiche e/o genetiche - Malattie rare - Gravi artropatie, deformità scheletriche congenite ed
acquisite con limitazione funzionale - Patologie oncologiche ed ematologiche - Tetraplegici, cerebropatici
e cerebrolesi con forme gravi - Sindromi neurologiche, neuromuscolari e neurocutanee - Bambini con gravi
deficit visivi, uditivi e del linguaggio - Disturbi del comportamento - Bambini con gravi situazioni di disagio
familiare.
Durata:
Attori:
anni 2005-2006
- Pediatri di libera scelta aderenti al Progetto
- Operatori distrettuali
Modalità: - Individuazione in ogni Distretto di un operatore distrettuale di riferimento per i PLS;
- Proposta di attivazione del piano globale di intervento sui singoli soggetti da parte del PLS o del Distretto;
- Stesura concordata e congiunta, quando ritenuto opportuno, di un programma di intervento;
- Attivazione, quando ritenuto opportuno, dell’Assistenza Programmata Ambulatoriale (APA) del PLS;
- Confronto di follow up almeno annuale.
Strumenti di lavoro: - Scheda per Attività Programmata Ambulatoriale (APA)
- Tagliando per rendicontazione mensile APA
- Report trimestrale APA
Percorso formativo: - Corso di presentazione del Progetto in plenaria (2° semestre 2005)
- Incontri distrettuali per presentazione ai PLS e all’Equipe distrettuale (2° semestre 2005)
- Iniziativa/e di follow up (ottobre 2006)
Obiettivi PLS:
- Garantire la presa in carico APA dei casi segnalati e per i quali è stato concordato il piano di lavoro.
Indicatori:
- Numero di Pediatri aderenti
- Per ogni Pediatra aderente: - n. proposte di attivazione del Pediatra
- n. proposte di attivazione del Distretto
- n. piani concordati ed attivati
- n. visite APA effettuate
Soglia per accedere al compenso: attuazione di almeno 1 progetto concordato tra PLS e Distretto.
Nel mese di settembre verranno raccolte le adesioni dei PLS che intendono partecipare al Progetto, tramite
nota scritta.
Entro la fine dell’anno verrà realizzato
un incontro formativo per la presentazione dei criteri e delle modalità di
lavoro.
stampato in proprio
Direzione e Amministrazione a cura
Dipartimento Cure Primarie
Azienda Sanitaria Locale di Brescia
Via Galileo Galilei, 20
25128 Brescia
Tel. 030/383.9244
Fax 030/383.9317
e-mail: [email protected]
website: http://www.aslbrescia.it
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