1 Francesco Faà di Bruno 2 Una vita nella storia 3 La Famiglia 4 L’infanzia 5 Il Collegio di N. Ligure L’Accademia Militare 6 Il Soldato Esperienza francese 12 Il matematico Un esempio profetico 13 Il Prete… Il Padre 8 Un laico cristiano 14 La Biblioteca 9 Un Fondatore 15 Il Museo La Chiesa 16 7 10 11 Il Campanile Opere e Pubblicazioni, Bibliografia Ringraziamento, Indice, Piantina luoghi Faà di Bruno 12. Il Matematico, l’Astronomo, l’Inventore Il Faà di Bruno era uomo che aveva una visione europea e mondiale dei problemi. Questa si era potuta realizzare attraverso la sua formazione fuori dall’Italia, specialmente in Francia, durante le due permanenze a Parigi del 1849 e del 1854, nell’ultima delle quali si era addottorato alla Sorbona con Cauchy. Inoltre manteneva contatti costanti con le culture scientifiche inglesi, tedesche e francesi, nelle quali era presente con la traduzione delle sue ricerche in matematica ed in astronomia. Questa tendenza di guardare dal Piemonte al mondo, era proprio di un vasto settore piemontese, e della famiglia Faà in particolare. Il fratello Giuseppe, sacerdote pallottino, risiedeva a Londra e si recava in America ad organizzare le sedi della Compagnia. Tutti questi fattori contribuivano a sensibilizzarlo sulle aree mondiali economicamente, socialmente e culturalmente più evolute ed in via di sviluppo. Ma un aspetto concreto e determinato dimostra tangibilmente l’interesse del Faà di Bruno per quanto esprimeva il mondo in tutti i settori più vitali. La sua partecipazione alle più importanti Esposizioni Internazionali, ove sovente intervenne anche come espositore, ci illumina sulla sua appassionata partecipazione alla crescita del mondo, in un’epoca di pace che consentiva queste manifestazioni. Nel 1855 è presente all’Esposizione Universale di Parigi, e nel 1862 di nuovo a Londra, nel 1867 e 1870 alle esposizioni di Parigi. All’Esposizione Nazionale dei Prodotti dell’Industria in Torino del 1858 era premiato con medaglia d’argento per lo scrittoio per ciechi, e per lo stesso motivo ebbe menzione onorevole a Dublino nel 1865 ed ancora a Torino all’Esposizione Didattica per il sesto Congresso Pedagogico Italiano, gli venne conferito il premio di primo grado. Medaglia d’argento Torino 1858 71 Dal Condio riportiamo il parere della Reale Accademia delle Scienze sullo scrittoio per ciechi, del 6 giugno 1858: «Al pregio della semplicità nella costruzione e della facilità ch’esso offre, l’Apparecchio Faà ne raggiunge un altro da non dimenticarsi ed è quello del poco costo. Gli apparecchi del Barochin, del Foucault, del Coataux e di altri che trovansi descritti, per far scrivere i ciechi senza caratteri rialzati, sono tutti d’una costruzione complicata, esigono tutti un lungo esercizio e speciale istruzione per poter essere adoperati e sono tutti d’un valore più o meno elevato. Quello del Cav. Bruno non costa che 25 lire, mentre quello del Barochin vale 100 lire, e poco minore si è il prezzo di quello di Foucault» Scrittoio per ciechi Il Faà era pronto a cogliere tutti gli aspetti che potevano interessare la sua ecclettica formazione e sensibilità, e a tentare in vari modi di adattarle alla Torino di quel tempo, una città in via di sviluppo che si apprestava a diventare, anche se per breve tempo, capitale d’Italia. La sua autorità scientifica si evidenzia nei molteplici suoi lavori (il lettore potrà trovare l’elenco nel cap. 16) nei quali si evidenzia l’impronta del pensatore, che non lavora a tarsia, come disse il Prof. Vincenzo Papa nell’elogio funebre, ma di getto come i grandi artisti. La carriera scientifica del Prof. Faà di Bruno inizia nel 1857 e proseguirà fino alla morte nel 1888. Iniziò nel febbraio del 1857 all’Università di Torino con corsi liberi di alta analisi e di astronomia fisica di cui non esisteva neppure la cattedra. Nello stesso anno, per espressa autorizzazione ottenuta dal Ministero dell’Istruzione Pubblica, iniziava in una sala dei Reali Musei in altro corso libero a carattere popolare, come egli stesso volle chiamarlo, di Astronomia popolare. Troviamo che nel 1859 «il signor Cav. Faà di Bruno, già capitano di stato maggiore, stava facendo il corso di Topografia e di Trigonometria agli allievi della Militare Accademia della Guerra». 72 Nel 1860 con decreto firmato dal Re Vittorio Emanuele II e controfirmato da Terenzio Mamiani, ministro della Pubblica Istruzione nel ministero di Cavour, gli veniva concesso «il grado di Dottore in Matematiche nelle Università del Regno con dispensa da ogni esame». Con tale nomina gli veniva legalmente aperta la via dell’insegnamento universitario come Dottore Aggregato alla Facoltà di Scienze Matematiche fisiche e naturali. Il 28 dicembre 1860 il Rettore dell’Università di Torino comunicava al Prof. Faà di Bruno che «era stato designato a surrogare, nell’anno accademico 1860-61 il Chiarissimo sig. cav. Genocchi, Professore di Analisi Superiore». Con decreto del Ministro Segretario di Stato per gli affari della Guerra, in data 30 settembre 1864, veniva incaricato dell’insegnamento della Geodesia presso la Scuola di Applicazione del Corpo di Stato Maggiore. Fu nell’ottobre 1871 che il Prof. Faà di Bruno divenne insegnante ufficiale della Reale Università di Torino. Ebbe l’incarico di Analisi Matematica e Geometria Analitica, egli conservò l’insegnamento dell’Analisi, in qualità di professore straordinario, fino alla morte. Diploma di Laurea della Sorbona Svegliarino Elettrico Invenzione del Faà di Bruno 1878 73 Vogliamo qui ancora ricordare tra le molteplici attività svolte dal Faà a favore della scienza ed alla sua divulgazione, un’iniziativa che ci aiuta a capire il senso del suo amore profondo per lo studio e la cultura in generale. Esprimeva già questa sua inclinazione in una lettera al fratello Alessandro il 22 agosto 1852: «L’istruirmi e l’essere utile altrui sono i cardini della porta della mia felicità». Sarà stato veramente felice quando alcune signore dell’aristocrazia torinese, ammirate per quanto si diceva della scienza del prof. Faà di Bruno, lo pregarono di tenere loro e per altre signore che avessero voluto prendervi parte, un corso di lezioni di fisica, chimica e di astronomia (per questo attrezzò la cupola della chiesa). Fin dal primo anno le conferenze furono molto frequentate. Durarono vari anni, e man mano allo studio delle scienze naturali, si vennero aggiungendo lezioni di pianoforte ed harmonium, di lingua francese, inglese e tedesca. Da Parigi già nel febbraio ’56 esprimeva al Fratello Alessandro le congratulazioni per l’elezione a Membro della Camera d’Agricoltura esortandolo ad una visione della “carità” a 360°, come si direbbe oggi. Scriveva: «Spero che ciò ti animerà vieppiù a far conoscere ai tuoi connazionali i metodi agricoli più utili ed economici… A mio avviso, insegnando agli altri la maniera di trarre maggior profitto dalla terra, fai una vera carità. V’è la carità del cuore, della borsa come quella dell’intelletto». Telescopi del Faà Usati per le sue osservazioni Astronomiche dalla cupola della Chiesa e dal Campanile Per questo suo agire, ricorda il Condio: … a Torino era conosciuto ormai non solo come scienziato profondo, ma ancora come un santo uomo che della scienza si era fatto scala per salire nella sua fede e pietà. 74 13. Il Prete… il Padre Scandagliare l’origine della tardiva vocazione di Francesco Faà di Bruno è cosa ardua. Fu ordinato prete il 22 ottobre 1876. Tra l’acquisizione della certezza di essere chiamato al sacerdozio e l’ordinazione sacerdotale passarono soltanto 10 mesi. Quando il Card. Luigi Oreglia di S. Stefano lo consacrò prete aveva 51 anni suonati con alle spalle una vita complicatissima, una serie di realizzazioni caritative sociali e culturali notevoli, un nome noto in Piemonte e fuori. C’era tutto un complesso di Opere a carattere religioso e sociale; c’era una chiesa in costruzione, c’era tutto un vasto campo di apostolato che esigeva una regolare conduzione e direzione. «Una casa non può andar bene materialmente, moralmente e religiosamente senza una corporazione religiosa – egli lasciò scritto – Possono contentarsi delle maestre secolari coloro che mirano solo a se stessi, alla loro vita, poco o nulla al bene delle anime. Ma chi mira a Dio, a lasciar per secoli una successione di bene non può far senza religiose». Ecco dunque come questo laico innamorato di Dio si accinse a fondare una Congregazione. Ma quante difficoltà dovette incontrare! Si raccomandò a tutti i Parroci che conosceva perché gli fossero indirizzate brave giovani inclini alla vita religiosa, disposte ad affrontare le incertezze proprie di tutti gli inizi. Gli fu così indirizzata da mons. Galletti, Vescovo di Alba la sig.na Giovanna Gonella che tanta parte avrà negli sviluppi successivi dell’Opera divenendone la Superiora Generale e poco dopo era seguita dalla sig.na Maria Ferrero, che diverrà la Vicaria della nuova Congregazione. Madre Ferrero Fu la prima a ricevere dalle mani del Fondatore una mantellina nera, parte del futuro abito religioso. 75 Strana coincidenza: la sig.na Ferrero entrò nell’Opera il 22 ottobre 1868, esattamente il giorno in cui, otto anni dopo, Francesco Faà di Bruno diventerà sacerdote. Francesco aveva una soda preparazione filosofica e teologica; era imbevuto di Sacra Scrittura; aveva alimentato una intensissima vita interiore dando largo spazio ogni giorno alla preghiera e alla meditazione. Quindi aveva tutti i requisiti per guidare quel piccolo stuolo di anime desiderose di donarsi a Dio nella totale consacrazione. Constata il Condio: «Si era nel 1869, il cav. Faà di Bruno ascese al Sacerdozio nel 1876. Potrà meravigliare qualcuno che ad ideare, pensare e preparare una Congregazione religiosa di Suore si accingesse un uomo che, per quanto pio, buono, rigido di carattere e di costume, era pur sempre però un secolare». “Basi Fondamentali della Congregazione delle Piccole Suore del Suffragio” Archivio Istituto Faà di Bruno a Torino Un’idea veniva facendosi strada nell’animo suo: se fosse stato sacerdote, molto diversa avrebbe potuto essere la sua incidenza sulle anime che guidava. Senza contare che la chiesa di N.S. del Suffragio richiedeva per se stessa la presenza di un Rettore. Gruppo Suore Minime di N.S. del Suffragio 76 Man mano che procedeva la costruzione della Chiesa al cav. Francesco Faà di Bruno si andava sempre maggiormente chiarendo il volere di Dio attraverso manifestazioni, che ad altri potevano quasi passare inosservate, ma che per lui furono certo di grande valore. Proprio verso il 1867, egli si portava a Mondovì per fare una visita a quel Vescovo, Mons. Ghilardi dell’ordine dei Dominicani , al quale lo legava una lunga e forte amicizia. Il Ghilardi, che da tempo lo stava studiando, in quei giorni che stette nel suo Episcopato aveva notato che il suo ospite si fermava lungamente durante la notte a pregare, e nelle conversazioni familiari parlava volentieri di cose religiose. Prima che partisse gli disse: «Signor cavaliere che manca a lei per essere Prete? Si decida, vesta l’abito ecclesiastico e in breve tempo sarà Sacerdote». Semplici, ma chiare e precise parole che impressionarono profondamente il cavaliere. La nuova Chiesa era ormai terminata, quando il cav. Faà di Bruno annunziava che voleva portarsi a Roma per ricevere il Sacerdozio. Superati i vari ostacoli che parevano opporsi alla sua decisione, partiva per la città eterna. Quando però il cav. Faà di Bruno parlò di questo suo disegno all’Arcivescovo di Torino Mons. Lorenzo Gastaldi, questi vi si oppose, convinto che meglio avrebbe giovato alla Chiesa nel laicato cattolico con la gloria del suo nome e con la profondità della sua scienza. Non sappiamo quanto tempo abbia durato questa lotta tra i due uomini ugualmente umili, ma fermi ciascuno nella sua idea. Soffriva il Faà, non riuscendo a convincere il suo Arcivescovo che venerava e stimava; soffriva il Gastaldi, che nel Fondatore di una grande Opera vedeva un uomo veramente di Dio, eppure egli era convinto che gli uomini di quella tempra il laicato cattolico ne aveva bisogno. A questo punto, nella storia della vita del cav. Faà di Bruno compare il P. Felice Carpignano, parroco nella Chiesa di S. Filippo in Torino. Il suo confessionale era sempre affollato nella chiesa di S. Filippo, e fra i suoi penitenti più insigni aveva Mons. Gastaldi ed il cav. Faà di Bruno. Il P. Carpignano, per la stima e la confidenza che godeva da parte dell’Arcivescovo, e per la conoscenza profonda che aveva dell’anima del Faà, perorò la causa presso Mons. Gastaldi che finì per concedere il consenso; ma a condizione però che egli si assoggettasse ad un anno di studi e di prova. 77 Ma il Faà desiderava di essere Prete per la consacrazione della sua Chiesa. Sarebbe troppo lungo riferire tutti i particolari di questa vicenda che finì col creare un certo attrito tra il Faà e il suo Arcivescovo, che egli non voleva assolutamente contristare. Basterebbero queste parole da lui scritte alla Sig.na Gonella, incaricata della direzione dell’Istituto, nel periodo in cui Francesco si era recato a Roma, esse attestano le sua rettitudine e il suo fermo proposito di non contraddire l’Arcivescovo: «Non mi stupirei che taluni avessero pensato ch’io venissi a Roma per sottrarmi all’Arcivescovo… Io posso desiderare di essere Sacerdote ai Santi; far contro l’Arcivescovo, mai! Né volendo potrei, né potendo vorrei. Posso belare come pecora, ma intanto stare unito al mio Pastore…». Personaggi influenti presentarono la cosa al papa Pio IX, il quale ben conosceva il Faà e lo aveva aiutato anche materialmente con consistenti offerte per le sue opere. Egli comprese l’imbarazzo di una persona ricca di cultura religiosa e profana, operatore di cose eccezionali, costruttore di una Chiesa e si assunse ogni responsabilità dell’Ordinazione abbreviando i tempi: in tre settimane poteva ricevere gli ordini minori e alla quarta, che cadeva il 22 ottobre 1876 la sospirata Ordinazione. Come segno di benevolenza Pio IX volle donare al neo sacerdote un bellissimo calice perché lo usasse nella sua prima Messa. Calice dono di Pio IX Usato dal Sacerdote Francesco Faà di Bruno nella sua Il pomeriggio del 31 ottobre 1876 l’Arcivescovo di Torino, con il concorso di numeroso clero e alla presenza di numerosissima folla, benediva la Chiesa di Nostra Signora del Suffragio. prima Messa. 78 Invano gli occhi di tutti cercarono l’artefice di quell’insigne monumento di fede: Francesco Faà di Bruno, ora don Francesco (Abate per i tempi) non era presente, benché a Torino. Soltanto la sera di quella memoranda giornata, verso le 20,30, giunse in carrozza chiusa al Conservatorio (così era chiamato il complesso delle Opere), accolto dal giubilo di tutta la sua numerosa famiglia, e il giorno successivo alle ore 6,15 celebrava la sua prima Messa nella chiesa da lui edificata, per tutta la comunità in festa. Come un Padre l’Abate Francesco si occupò di tutta la direzione spirituale dell’Istituto, volgendo specialmente le sue cure alla Comunità Religiosa che si veniva formando. Ogni domenica, dopo che la giornata della Casa era finita, ed il silenzio più assoluto regnava nel Conservatorio perché tutte, alunne e ricoverate erano andate a riposare, l’Abate radunava le Suore e le Postulanti nel suo studio per una conferenza spirituale. E quante volte gli sgorgavano dal cuore parole che erano come il commento della sua stessa vita: «Vi raccomando lo spirito di preghiera. Quando non potete recitare lunghe orazioni sollevate la vostra mente ed il vostro cuore a Dio con brevi aspirazioni». «Educare la gioventù al lavoro, al buon senso, alla disinvoltura, alla sincerità, al sacrificio». Le parole da lui ripetute vennero trascritte dalle prime suore. Eccole: «Non v’ha niente di più utile a un’anima quanto l’elevare spesso il pensiero alle cose celesti e divine con brevi affetti, preghiere e giaculatorie». «Quando correggete non lasciate l’amarezza nei cuori, ma fate che dopo la correzione le figliuole vi amino più di prima». «Spirito di sacrificio, di preghiera, di lavoro, figliuole mie. Pregare, agire, soffrire sia il vostro motto; la vostra bandiera: Suore Minime del Suffragio. San Paolo dice che chi non lavora non mangia. Il lavoro è dovere, il lavoro è sacrificio, specialmente quando al lavoro si deve dare una parte del tempo destinato al riposo». 79 Alla sua morte quasi improvvisa il 27 marzo 1888 non dimenticò le Sue Suore, infatti nel suo testamento lasciò il dono più prezioso del suo carisma, scrisse: “ Io continuerò continuerò a pregare, perché perché la goccia della provvidenza non vi abbia mai a mancare” mancare” E la goccia ancora oggi non manca, e come la rugiada sul fiore, dona alle Minime quella certezza che il loro Fondatore dal cielo continuerà a essere al loro fianco come Padre premuroso. Lezionario Ostensorio e paramenti Carte Gloria e paramenti usati dal Beato Francesco Faà di Bruno Statuetta dell’Immacolata Concezione portata da Parigi dal Beato Francesco Faà di Bruno, che il Santo Padre Giovanni Paolo II ha avuto sulla scrivania dello studio, in occasione del soggiorno estivo in valle d’Aosta del 10 luglio 2000. Reliquario donato da Pio IX 80 14. La Biblioteca Un uomo di vasta cultura ed uno studioso di scienze matematiche e astronomiche come il cav. Faà di Bruno non poteva non aver a cuore “il libro” e la sua diffusione. Nei consigli alla giovinetta alla voce “zelo” in “Tutta di Gesù” diceva: “Non tenete nascosti ed oziosi i buoni libri, ma imprestateli, fateli girare di mano in mano, affinché molte anime ne approfittino. Non temete di smarrirli o che si guastino: un’anima, un peccato in meno, non valgono ben più di un libro che si perda?” Tra il ’62 – ’63 il Faà si preoccupò di dare il suo apporto alla diffusione delle «buone letture» costituendo, primo in ciò fra i cattolici torinesi, una Biblioteca Mutua, che possiamo ritenere ispirata dall’Opera delle Librerie e Biblioteche della Società Vincenziana. Si viene a sapere dal programma che con quest’opera Faà di Bruno, appoggiato da «autorevoli persone», realizzava «voti da lungo espressi». È certo comunque che, pur essendone il promotore ebbe dei collaboratori, come è provato dal fatto che la biblioteca era situata non presso L’Opera di S. Zita, ma al capo opposto della città, in via della Rocca, dove nei giorni feriali, dalle 12 alle 15, v’era chi prestava o spediva ai soci i libri. Per aver diritto al prestito bisognava associarsi versando una quota di £ 16 annue anticipate, cifra abbastanza elevata, che rivela non essere la biblioteca, negli intenti del promotore, rivolta genericamente ai poveri o al popolino, secondo la tradizione vigente per l’analoga istituzione della Società Vincenziana. Mentre i confratelli costituivano un fondo di libri da prestarsi poi gratuitamente agli assistiti perché s’istruissero nella religione o per aiutarli a passare il tempo con buone letture, nell’iniziativa del Faà, solo associandosi con la quota annuale s’acquisiva il diritto di portarsi o farsi inviare a domicilio due libri per volta che era consentito tenere non più di due mesi. 81 Faà di Bruno mirava non a una lettura devota qualsiasi, ma a fornire agli associati uno strumento di formazione e d’informazione piuttosto serio, come appare dal programma in cui si manifesta il proposito di «alimentare, moltiplicare e variare la lettura di libri buoni religiosi e scientifici con modica spesa per ogni persona». I libri scientifici erano per davvero tali e quelli religiosi comprendevano volumi di seria formazione spirituale. Alcuni titoli dal Catalogo 1863 della Biblioteca Mutua: Libri scientifici Libri religiosi AVOGADRO, Fisica dei corpi ponderali; BERZELIUS, Traité de chimie; OLIVIER, Dévéloppement de Géometrie descriptive. ARNAUD, Oeuvres de Sainte Thérèse ; BALMAS, Il protestantesimo comparato al cattolicesimo; VENTURA, Le bellezze della Fede. Volumi filosofici, letterari e di storia BALBO, Pensieri sulla storia d’Italia; PEYRETTI, Elementi di filosofia; PELLICO, Opere complete. Ignoriamo quanto sia durata l’opera per la quale aveva riunito più di 200 volumi e «che dapprima funzionò benissimo» ma «venne in seguito sospesa per motivi indipendenti dal fondatore», come testimonia il Berteu. Per il primo tentativo non riuscito appieno, Faà di Bruno non abbandonò l’idea della biblioteca circolante associativa. Nel 1872 diede vita ad un’altra fondazione sotto il titolo di Biblioteca Mutua Circolante del Suffragio per tutta l’Italia a vantaggio dei fedeli studiosi. Questa volta l’iniziativa era sotto il suo diretto controllo, essendo stabilita sotto la sua completa direzione presso l’Opera di S. Zita. I tempi però erano mutati: la caduta del potere temporale… la stampa cattolica in perpetua mobilitazione contro il «paese legale»… «la Chiesa, temporalmente vinta, riprese spiritualmente la lotta, quasi a dar ragione a coloro che nella perdita del potere temporale avevano riconosciuto non una diminuzione, bensì accrescimento della Chiesa nel campo che era suo» 82 Tali avvenimenti politici e religiosi colpirono Faà di Bruno. Il programma della sua seconda biblioteca, mutua circolante postale, rispecchia il nuovo atteggiamento. Essa è destinata «al Clero ed ai buoni fedeli», ma più a quello che a questi, perché agli Ecclesiastici, «difettavano i mezzi per supplire alla lettura di opere degne de’ loro studii» a causa delle «tribolazioni de’ tempi». La biblioteca doveva fornire «libri attinenti specialmente allo studio della religione, ed in genere libri che possano interessare la sana e seria coltura intellettuale di un giovane distinto». Altro criterio ispiratore era quello di mettere a disposizione dei soci «libri di tal importanza e di tal prezzo, che difficilmente possono comprarsi da individui isolatamente… talché l’abbonato possa conoscere ciò che vi esce di meglio in fatto d’attualità in Italia e Francia». Scriveva: Con 10 LIRE ALL’ANNO si potranno d’ora innanzi, colla nostra Biblioteca Mutua, leggere in ogni angolo d’Italia i migliori libri che escono di fresco o siansi già pubblicati. Profittando delle risorse de’ tempi, cioè della posta, manderemo i libri ovunque ci sarà un abbonato. Biblioteca nello studio di Francesco Faà di Bruno 83 La Biblioteca Faà di Bruno come abbiamo visto, vede la sua nascita nel secolo XIX ed è una delle tantissime attività messe in opera dal Beato Francesco Faà di Bruno. Alla sua morte le Suore della Congregazione conservarono la raccolta dei libri, che a tutt’oggi sono circa 10.000. La raccolta è caratterizzata da un fondo più antico, relativo agli studi del Faà di Bruno, con edizioni di teologia, agiografia, matematica, musica, astronomia, e da un secondo fondo più recente, legato all’Istituto Scolastico con edizioni di storia, filosofia, di letteratura italiana e latina, di scienze religiose. Testi di Matematica e Astronomia del barone Agostino Cauchy Professore alla Sorbona 84 15. Il Museo Ogni viaggio che si rispetti annovera tappe irrinunciabili e, in un itinerario virtuale come quello condotto alla scoperta del genio e del carisma di Faà di Bruno, non può mancare l’appuntamento con le tracce tangibili e i documenti. L’Istituto che sorge in Via S. Donato può considerarsi il segno certamente più visibile ed ancor oggi fruibile di quella che fu l’opera del Faà, e tra le sue spesse mura è possibile visitare un luogo davvero evocativo: L’appartamento originario del cosiddetto abate “delle ciabatte”. Studio di Francesco Faà di Bruno 85 Da qualche anno una piccola targa nel cortiletto adiacente alla chiesa indica l’accesso a questo angolo denso di suggestioni denominato Museo Francesco Faà di Bruno. Ma le Suore Minime continuano a chiamare questo prezioso nucleo della casa così come hanno sempre fatto: le stanze del Fondatore… è un modo forse più vivo, più presente e più familiare per indicare i luoghi dove Faà di Bruno ha studiato, scritto e meditato, sognato, progettato e calcolato, sudato e pregato per alcuni anni. Potremmo definirlo il “quartiere generale” delle sue attività materiali e spirituali… ed è così che appare agli occhi del visitatore fin dalla prima stanza, quella delle origini: origini di famiglia e origini di una vocazione che non fu subito e soltanto religiosa. Alle pareti enormi pannelli riproducono volti e simboli della nobile casata dei Faà, svelandone l’antico lignaggio; essi introducono all’ambiente famigliare numeroso e affiatato, narrano veloci gli anni dell’infanzia e della prima formazione fino alla decisione di intraprendere la carriera militare. Una vetrina espone alcuni degli oggetti personali appartenenti al giovane ufficiale tra cui la sciabola, le mostrine e i guanti d’ordinanza. 86 La seconda stanza è un corridoio ricco di bozze, schizzi, disegni, progetti e foto più recenti riguardanti la chiesa ed il campanile che ne tracciano la genesi e il progressivo sviluppo prima nella mente del fondatore e successivamente nel cuore del borgo San Donato. La terza stanza propone una serie di strumenti e accessori fotografici verso il cui funzionamento il Faà si mostrava affascinato e curioso, pur evitando in ogni modo di farsi immortalare. Insieme alle lastre fotosensibili, ad alcune diapositive (ad esempio quelle acquistate a Parigi per l’insegnamento del Catechismo alle ragazze dell’Istituto) e ad uno dei primi esemplari di dagherrotipo, si possono osservare alcuni torchi e delle macchine utilizzate nella tipografia del Suffragio, un laboratorio di stampa e rilegatura interno all’Opera di S. Zita per la diffusione di letture e manuali economici, completamente gestito dalle allieve compositrici. La quarta stanza è detta “degli strumenti”: qui, infatti, sono raccolti molti degli strumenti scientifici che Faà di Bruno inventò o che semplicemente gli appartennero e che utilizzò per le sue ricerche. Nelle vetrine si possono distinguere un prezioso telescopio di Foucault, con autografo dello scienziato francese di cui sembra ne rimangano oggi al mondo soltanto due esemplari; il fasiscopio lunare costruito dal Faà per lo studio delle fasi lunari; lo scrittoio per ciechi che gli valse più di un riconoscimento internazionale, ed ancora l’ellipsigrafo, lo svegliarino e il barometro differenziale per citare soltanto le sue invenzioni fra gli oggetti in mostra. Telescopio di Foucault 87 Strumenti scientifici usati dal Faà a scopo didattico durante le lezioni di astronomia all’Università di Torino La quinta stanza ospita un salotto appartenuto al Faà che funge da anticamera allo studio, dove sembra davvero di poter immaginare il cavaliere intento sui suoi carteggi, sui suoi appunti, ora di analisi matematica ora di speculazione teologica. La libreria è intatta e conserva nel medesimo ordine tutti i volumi ben rilegati che Faà di Bruno stesso vi aveva riposto: nulla è stato spostato, nulla è stato alterato. L’alto leggio che utilizzava per disegnare e progettare, lascia intuire la statura fuori del comune dell’ex ufficiale del Re, più di un metro e novanta: certo non doveva servigli a molto quella sedia da lui stesso ideata e costruita perché si trasformasse con un rapido e semplice gesto in una piccola scala. La sedia campeggia ancora dietro alla gigantesca scrivania, corredata anche da un grazioso quanto imponente carillon polifonico acquistato in Svizzera e dell’harmonium con cui collaudava dell’apprezzabile musica prevalentemente sacra. 88 Dallo studio si accede alla camera da letto, la settima stanza: molti visitatori rimangono perplessi di fronte alle dimensioni del letto in ferro battuto… decisamente ridotte per un uomo della statura del Faà di Bruno. Tuttavia molti non sanno che era in uso tra i nobili dormire semi seduti, la cui posizione facilitava la digestione del pasto più sostanzioso della giornata: la cena. Accanto al letto si trovano l’inginocchiatoio, un grazioso salottino le cui poltrone furono ricamate a mano dalle ragazze ospiti dell’opera, una piccola teca con alcuni effetti personali del Faà ed infine un curioso quadretto acquistato a Parigi che ritrae la Madonna, Gesù Cristo e San Francesco da Paola contemporaneamente ma in maniera distinta, a seconda della posizione da cui lo si osserva: un’ennesima prova del gusto del Faà per tutto ciò che risultava originale ed insolito. Dalla camera da letto, attraverso una piccola porticina, è possibile accedere ad uno stanzino veramente suggestivo: quasi un antro, un’intercapedine tra cielo e terra, un luogo di inevitabile raccoglimento. La luce è fioca e dove le pareti si congiungono verso la Chiesa, è posto un inginocchiatoio, lo stesso su cui Faà di Bruno trascorse notti di segreta veglia all’Eucaristia. Già, poiché in quel punto la parete ha una piccola finestra munita di grata: un’improvvisa breccia che permette di ritrovarsi inaspettatamente proiettati verso il tabernacolo posto sul retro dell’altare maggiore della Chiesa, sovrastato dalla Vergine del Suffragio. … trascorse notti di segreta veglia all’Eucaristia. 89 In diversi momenti della giornata, da tale posizione, si possono ascoltare voci e suoni delle funzioni liturgiche che contribuiscono a creare un’atmosfera mistica, quasi irreale. Proseguendo si raggiunge la stanza numero otto dove sono esposti oggetti sacri, paramenti liturgici acquistati dal Faà di Bruno, il suo breviario e diversi libri sacri o in uso al tempo per le celebrazioni liturgiche. Qui si conserva pure il calice donatogli da Pio IX come segno di benevolenza e di incoraggiamento alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale. Accanto è posto un monumentale Ostensorio dal peso di 15 Kg. muto testimone dell’amore del Beato per l’Eucaristia. Ancora è da notare parte di una notevole collezione di reliquie di Santi, tre bozzetti originali del Gonin per gli affreschi laterali del presbiterio e una statuetta dell’Immacolata, portata dalla Francia per ricordare la proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione nel 1854. Dopo un percorso che circolarmente riconduce verso il punto di partenza, si giunge alla stanza numero nove, l’ultima, quella dove si trovano su pannelli le notizie sulla morte dell’Abate Faà di Bruno, il suo testamento, le testimonianze sulla causa della beatificazione e momenti della beatificazione di Francesco Faà di Bruno il 25 settembre 1988 a Roma in piazza S. Pietro. Qui vi è pure il calco del suo viso preso nel giorno della sua morte. Bozzetto originale del Gonin per l’affresco laterale sinistro del Presbiterio 90 Prima di ritornare al punto di partenza troviamo un quadro di P.G. Crida - 1942 - , raffigurante il Beato in preghiera davanti a Nostra Signora del Suffragio. La preghiera per il Beato Francesco Faà di Bruno è stata il vero motore della sua vasta opera, dice il Palazzini: “Una sola cosa non misurava, la preghiera. Fedelissimo nel servizio di Dio, come può esserlo un militare di carriera al suo Sovrano; umilissimo perché da vero scienziato conosceva i limiti della scienza umana e la grandezza di Dio”. Il suo testamento “Desidero che la mia salma sia trasportata al cimitero con nessun altra pompa che quella che si farebbe ad un povero, quale io potrei morire, o nel quale spirito vorrei morire. Il mio erede universale farà celebrare i funerali secondo la consuetudine, in quanto al tempo, ma in quanto a spese assai semplici. Farà celebrare Sante Messe nella Chiesa del Suffragio, nella Parrocchia Borgo San Donato, in Alessandria, presso gli Istituti del Cottolengo, dell’Oratorio Salesiano, degli Artigianelli, del Buon Pastore, di S. Anna. Raccomando ai membri di essi di pregare e fare Comunioni per il riposo dell’anima mia. Inoltre distribuirà complessivamente mille franchi tra i ritiri delle Cappuccine Borgo Po e Borgo San Salvario, delle Sacramentine e della Sacra Famiglia affinché preghino per me. Intendo che l’erede faccia celebrare 100 messe a favore di coloro che in vita io avessi scandalizzato, disgustato o leso i loro interessi. Che essi lo possano sapere attraverso i giornali cattolici. Nella stessa occasione si dirà che io perdono di cuore a quanti credessero avermi offeso o danneggiato. Intendo che nessun apponga iscrizioni onorifiche nella Chiesa del Suffragio o nei miei Istituti. Il puro bene che ho procurato di fare fu per redimere i miei peccati ed accaparrarmi la vita eterna, tutto d’altronde è opera di Dio e dei benefattori che egli si è degnato di suscitare. Così Dio mi aiuti nel tempo e nell’eternità.” «Il cadavere… cadavere…, l’ho veduto io stessa sottolinea suor Margherita Sansoè Sansoè… così così appena fu vestito il Cadavere, venne tosto presa la maschera del suo volto…» volto…» 91 16. Opere e pubblicazioni di Francesco Faà di Bruno Opere musicali, devozionali, devozionali, agiografiche, storiche, catechistiche, teologiche. 1. Reconnaissance - Respect - Dévouement, tre Polkas-Mazurkas, ParisTurin s.d. (1849). 2. Evénements de la guerre faite en Italie par l’armée autrichienne du 7 mai au 9 aout 1848,Ouvrage traduit de l’Allemand, Paris 1851. 3. Musica per sacre lodi con l’accompagnamento di pianoforte composta, raccolta e umilmente dedicata a Monsignor Tommaso Ghilardi dell’Ordine de’ Predicatori, Vescovo di Mondovì, dal Cav. Faà di Bruno…, Torino 1853 (ed. De Agostini-Cattaneo). 4. Lira Cattolica, Raccolta di sacre lodi scelte e poste in musica, Torino 1854 (ed. De Agostini). 5. Gran Polka-Mazurka per piano-forte, Torino s. d.(ed. L. Martinet). 6. Fantasia e variazioni per piano-forte, Torino, s. d. 7. Litanies Pupulaires de la Très-S.te Vierge, Paris s. d. 8. Riflessi cristiani sulla musica-Traduzione libera dal Francese con aggiunte del Cav. F. Faà di Bruno…, Torino 1858(ed.Speirani e Tortone). 9. Considerazioni sulla moralizzazione delle donne di servizio, Torino 1861 (ed. Speirani). 10. Tutta di Gesù - Ricordi pratici alla pia giovinetta di lavoro, di servizio e di compagnia, a cura dell’Ab. Cav. F. Faà di Bruno, Torino 1861 (ed. Speirani). 11. Il divoto dei Morti, ossia il mese di novembre santificato. Raccolta di molte e varie pratiche di pietà… per cura dell’Ab. Cav. F. Faà di Bruno, Torino 1862 (ed. Speirani). 12. Bouquet à Marie pour le décennaire de la definition dogmatique…, ParisTurin-London (1864). 13. Manuale del soldato cristiano, Torino 1853 (ed. Marietti). 14. Vesperale - Toni dei vespri a 3 voci, salmi ed inni più comuni…, per il Cav. Francesco Faà di Bruno, s.l. e s.d. (1864). 15. Sunti di morale ad uso delle Scuole Magistrali Maschili e Femminili pel Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino (ed. 4°, Emporio Cattolico). 16. Piccolo omaggio alla Divina Eucaristia, Torino 1872 (ed. Marietti; una 4° ed. è stata fatta nel 1964). 17. Lira popolare italiana. Canti educativi per la gioventù… per il Cav. F. Faà di Bruno, Torino 1874 (ed. Paravia). 18. Saggio di Catechismo Ragionato ad uso degli studiosi della Cattolica Religione, Torino 1875 (Tip. S. Giuseppe, Emporio Cattolico). 19. Consigli dell’amico soldato cristiano, Torino 1870 (2° ed. Emporio Cattolico, ivi, 1876). 20. Indulgenze che la Santità di Nostro Signore Pio Papa IX concede ai fedeli… per cura del Cav. Abate F. Faà di Bruno, Torino 1877 (ed. Emporio Cattolico). 21. Una mano morta, ossia una mano scolpita col fuoco del Purgatorio Narrazione autentica… pel Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1877 (ed. Emporio Cattolico). 22. Atto eroico di carità verso le Sante Anime del Purgatorio per cura dell’Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1878 (ed. Emporio Cattolico). 23. Novenario - Raccolta di Novene… desunte dalle opere dei più accreditati autori per cura dell’abate Faà di Bruno, Torino 1879 (ed. Emporio Cattolico). 24. Manuale dell’operaio cristiano - Raccolta di consigli e di preghiere ad uso specialmente della classe operaia per cura dell’abate F. Faà di Bruno, Torino 1880 (ed. Speirani, Emporio Cattolico). 25. Vesperale delle famiglie a cura del Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1884 (ed. 4°, Emporio Cattolico). 26. Manuale del cristiano ossia raccolta delle preghiere… a cura dell’abate F. Faà di Bruno, Torino 1885 (ed. 6°, Emporio Cattolico). 27. L’ora di adorazione - Tesoretto dei divoti delle Quarantore e del SS. Sacramento, ossia raccolta di tutte le preghiere indulgenziate… per cura dell’abate F. Faà di Bruno, Torino 1886 (2° ed., Emporio Cattolico). 28. Amore di Gesù per gli uomini nell’Eucaristia e loro ingratitudine verso di lui del Padre G. Giuseppe di S.ta Teresa Carmelitano Scalzo Portoghese, con una lettera inedita di Mons. Fénélon sulla comunione frequente per cura dell’abate F. Faà di Bruno, Torino 1886 (ed. 2°, Emporio Cattolico). 29. Memento Sacerdotum… per cura dell’Ab. F. Faà di Bruno, Taurini 1886 (apud Emporium Catholicum). 30. Manuale Cantorum, Torino 1886 (ed. Emporio Cattolico). 31. Eucaristia - Dodici conferenze del Can. Dott. G. Emanuele Weith… tradotte per cura del Cav. Ab. Faà di Bruno, Torino 1886 (Emporio Cattolico, Libreria Salesiana). 32. Ufficio del SS. Sacramento secondo il Rito Romano con traduzione italiana e note del Cav. Ab. F. Bruno ad uso principalmente dei divoti…, Torino 1887 /ed. 2°, Emporio Cattolico). 33. La chiave del Paradiso, ossia raccolta di preghiere per cura del Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1887 (ed. Emporio Cattolico). 92 34. De Imitatione Christi - Edito novissima ad fidem incunabili veneti anni MCDLXXXIII presbytero Faà di Bruno curante, Torino 1887 (apud Emporium Catholicum). 35. Discrepantiae inter codicem de Advocatis et novissimam editionem taurinensem De Imitatione Christi, ivi, 1887. 36. Ufficio della Beata Vergine per cura del Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1888 (ed. Emporio Cattolico). 37. Piccola Lira Cattolica - Raccolta d’inni e cantici latini ed italiani con accompagnamento, Torino 1883 (ed. Emporio Cattolico). 38. Vita di S. Zita lucchese serva di condizione per cura del Cav. Ab. F. Faà di Bruno, Torino 1891 (ed. 4°, Emporio Cattolico). 39. Il Rosario meditato…, Torino 1892 (ed. 2°, Emporio Cattolico). 40. Lira Ecclesiastica - Raccolta d’inni della Chiesa, Torino s.d. 41. Cenni biografici del barone Agostino Cauchy, Torino 1857 (ed. De Agostini. Sono articoli pubblicati su «L’Armonia», poi raccolti in estratto). 42. Nel 1879-1871 Francesco Faà di Bruno si interessò ad un Dizionario dei Santi, di cui fece ricerche in tutta Italia. Nel periodo 1880-1885 riprese il tentativo della composizione di un Dizionario Agiografico, che rimase, però, incompiuto. Avrebbe dovuto essere un lavoro scientificamente condotto. Per questo aveva raccolto una serie di 182 biografie, da cui trarre indicazioni. Per i Patroni delle Diocesi si era rivolto ai rispettivi Ordinari (tra il 1880 e il 1885), e circa 70 Vescovi avevano risposto al suo appello. Opere scientifiche o di diffusione scientifica 1. Mémoire sur les colonnes torses, Paris 1850. 2. Note sur un nouveau proédé pour reconnaître immédiatement dans certains cas l’existence de recines immaginaires dans une équation numérique, in «Journal de Mathématiques pures et appliquées» (de Lionville), t. XV, 1850, pp. 363 ss. 3. Démonstration d’un théorème de M. Sylvester relatif à la décomposition d’un produit de deux déterminants, in «Journal de Mathématique…», t. XVII, 1852, pp. 190 ss. 4. Démonstration d’un théorème relatif à la reduction des fonction homogénes à deux lettres à leur forme canonuque, in «Journal de Mathématique…», t. XVII, 1852, pp. 183 ss. 5. Memoria sopra lo stabilimento di un Osservatorio Magnetico e Meteorologico in Torino, presentata all’Accademia delle scienze nell’inverno del 1853…, Torino 1854. 6. Note sur un théorème de M. Brioschi, in «Journal de Mathématique…», t. XIX, 1854, pp. 304 ss. 7. Sulla teorica degli invariati, in «Annali di Scienze Matematiche e Fisiche» (del Tortolini), agosto-settembre 1855. 8. Sulla determinazione di una funzione simmetrica delle radici di una equazione in funzione dei coefficienti della medesima, in «Annali di Scienze…», settembre 1855. 9. Sulle funzioni simmetriche delle radici di un’equazione, in Ibid., ottobre 1855. 10. Sullo sviluppo delle funzioni, Ibid., novembre 1855. 11. Addizione alla nota inserita nel fascicolo di ottobre ultimo, Ibid. novembre 1855. 12. Sopra i resti di Sturm, Ibid., agosto 1856. 13. Sur les restes produit par la recherche du plus grand commun diviseur entre deux polynômes, in «Compts Rendus», t. XLII, 1856, 8, pp. 407 ss. 14. Sulle funzioni isobariche, in «Annali di Scienze», febbraio-marzo 1856. 15. Thèses presentées à la Faculté des Sciences de Paris - Thèse d’Analyse: Théorie de l’élemination; Thèse d’Astronomie: Développement de la fonction perturbatrice et des coordonnées d’une planète dans son mouvement elliptique, Paris 1856. 16. Note sur un théorème de M. Brioschi, in «Journal für die reine und angewandte Mathematik» (di Borchardt), t. LIV, 1857, pp. 283 ss. 17. Prolusione al corso di alta analisi ed astronomia, letta all’Università di Torino il giorno 27 febbraio 1857, in Due prolusioni del cav. Faà di Bruno, 2° ed., Torino 1872. 18. Vantaggi delle scienze, in Due Prolusioni…, cit. 19. Note sur une nouvelle formule de calcul différentiel, in «Quarterly Journal», t. I, 1857. 20. Invariant of the twelfth degree of the Quantic, Ibid. 21. Sulla risultante di due equazioni di 4° grado, in «Annali di Matematica pura ed applicata», 6, 1858, pp. 1-2. 22. Théorie générale de l’élimination, Paris 1859. 23. Cenni elementari sul calcolo degli errori, Torino-Parigi 1867. 24. Calcul des erreurs, Paris 1869. 25. Nuovo barometro a mercurio, in «Atti della Reale Accademia delle Scienze di Torino», V, 1870. 26. Sunti di fisica e chimica pei Licei, Torino 1871. 27. Sunti di Fisica, Meteorologia e Chimica con tavole ad uso delle scuole maschili e femminili, Torino 1871. 28. Sur les fonction symétriques, in «Compts Rendus», t. LXVII, 1873, pp. 163 ss. 29. Sur la fonction génératrice de Borchardt , in «Journal für die reine…», t. LXXXI, 1876, pp. 217 ss. 30. Théorie des formes binaires, Turin-Paris 1876. 93 Bibliografia di Faà di Bruno 31. Sur la partition des nombres, in «Mathematische Annalen», t. XIV, 1878, pp. 241-247. 32. Sur la partition des nombres, in «Comptes Rendus», t. LXXXVI, 1878, p. 1189. 33. Sur la partition des nombres, Ibid., p. 1259 34. Sur la partition des nombres, in «Journal für die reine…», t. LXXXV, p. 317. 35. On the partition of numbers, in «Quarterly Journal», t. XV, 1878, p. 272. 36. Sur un Théorème général de la théorie des covariants, in «Comptes Rendus», t. XC, 1880, pp. 1203 ss. 37. Sur quelques théorème relatifs au dévéloppement des fonctios et aux covariats, in «Journal für die reine…», t. XC, 1880, pp. 186 ss. 38. Notes on modern Algebra, in «American Journal of Mathematics», t. III, 1880, pp. 154 ss. 39. Einleitung in die Theorie der Binären Formen, Leipzig 1881. 40. Trois notes sur la théorie des formes, in «Mathematische Annalen», t. XVIII, 1881, p. 280. 41. Quelques applications de la Théorie des formes binaires aux fonctions elliptiques, in «American Journal…», t. V, 1, 1882, pp.1-23. 42. Sur le dévéloppement des fonctions rationelles, in «American Journal…», t. V, 1883, n. 3, pp. 1-3. 43. Démostration directe de la formule Jacobienne de la transformation cubique , in «American Journal… » t. X, 1887. 44. Dizionario tecnico Francese - Italiano: non sono stampati che alcuni fascicoli a causa della morte dell’editore (Loescher) e per difficoltà finanziarie. 45. Da segnalare ancora l’incompleto trattato che il Faà cominciò a scrivere negli ultimi anni di vita, e che avrebbe dovuto comporsi di tre volumi. Di essi non fece stampare, e neppure compiutamente, che il secondo, nel quale si espone la teoria delle funzioni ellittiche. 46. Si devono infine ricordare i contributi minori su «Les Mondes», la rivista del Moigno: 1863, I, pp. 512-517; 1865, II, pp. 739-740; 1866, III, pp. 259-260; 1870, I, pp. 16-17; 94 1871, III, p. 361; 1873, I, pp. 453-454; 1878, III, pp. 677-67 Testi e lavori a ricordo di questo grande personaggio, per approfondirne la conoscenza: Brachet Contol - Cecchetto - Innaurato “Francesco Faà di Bruno” - Miscellanea - Bottega D’Erasmo Torino, 1977. Bairati Suor Anna Maria, “Il Certosino laico” - Francesco Faà di Bruno -Coll. Pionieri, Elle Di Ci, Asti, 1988. Berteu Can. Agostino, “Vita dell’Abate Francesco Faà di Bruno Tipografia Suffragio, Torino, 1897. Condio Mons. Luigi, “Francesco Faà di Bruno” Tipografia Suffragio, Torino, 1932. De Ambrogio Carlo, “Scienziato e militare” Elle Di Ci, Torino, 1963. Del Mazza Valentino, “Il Coraggio della Carità” - Francesco Faà di Bruno - Gribaudi, Torino, 1988. Lanzavecchia Renato, “Francesco Faà di Bruno” Centro stampa della Diocesi Alessandria, 1980. di Messori Vittorio, “Un italiano serio” - Il beato Francesco Faà di Bruno - ediz. Paoline, Milano, 1990. Messori Vittorio, “Il beato Francesco Faà di Bruno” - Un cristiano in un mondo ostile Rizzoli, Milano, 1998 Palazzini Pietro, “Francesco Faà di Bruno scienziato e prete” vol. 1 - 2, Città Nuova, Roma, 1980. Parisi Giuseppe, “ Musica sposa della creazione” Centro Studi Francesco Faà di Bruno, San Paolo, Torino, 2002. Risso Paolo, “Un genio per Cristo” Profilo biografico del beato Francesco Faà di Bruno CECC, Padova, 1992. Suore Minime del Suffragio, “Il Sacerdote Francesco Faà di Bruno” Tipografia Suffragio, Torino, 1941. Trabucco Carlo, “Francesco Faà di Bruno, pioniere dell’assistenza sociale” Ediz. 5 Lune, Roma, 1957. Giuseppe Parisi “Musica sposa della creazione” Centro Studi Francesco Faà di Bruno – SAN PAOLO 2002. “I Cardini della Felicità” Francesco Faà di Bruno nella Torino del XIX secolo Centro Studi Francesco Faà di Bruno Atti Convegno, Torino 2003. Livia Giacardi, “ FRANCESCO FAÀ DI BRUNO Ricerca Scientifica Insegnamento e Divulgazione ” UNIVERSITÀ DI TORINO, Torino 2004 95 Ringraziamento Il primo grazie per l’idea di un opuscolo che raccogliesse notizie notizie ed azioni sul Beato Francesco Faà di Bruno, va proprio a Colui che è al centro di questa raccolta raccolta di notizie sulla sua vita. “Conoscere per Amare” in sintesi fu il pensiero del Faà. Su questi questi due verbi ha vissuto la sua vita: da un lato l’uomo di scienza che con la “conoscenza” si apre apre ai misteri del creato, e, dall’altro, l’uomo di Dio che con la “carità” partecipa i fratelli fratelli dei frutti del conoscere. Uno dei mezzi usati dal Faà per far arrivare a tutti questo “conoscere “conoscere per amare” era proprio il raccogliere in libricini sintesi di corposi volumi su svariati argomenti argomenti sia religiosi che scientifici, con lo scopo preciso di dare a tutti la possibilità di elevare il proprio spirito attraverso il conoscere. Questo opuscolo nasce dalla stessa idea: far “conoscere e amare” Francesco Faà di Bruno. Un secondo grazie va ai biografi, agli studiosi, alle molte persone persone che hanno scritto su questa figura di “Cristiano sul serio” come lo definì il Card. Michele Pellegrino. Senza le loro ricerche, le loro analisi sul personaggio, questo opuscolo non avrebbe visto visto la luce. Un terzo grazie è per Suor Costanza paziente ed attenta consigliera consigliera nella redazione, a Silvia Vinciguerra per la collaborazione sui “ricordi” lasciati dalla vita “multidisciplinare ” del “multidisciplinare” Fondatore e a Gianna Solaro impareggiabile catturatrice d’immagini che ha reso l’opuscolo un album di famiglia. Ed infine un grazie alle “Minime” tutte, che con la loro comunione comunione al Carisma del Fondatore sono per noi laici, esempio di vita comunitaria, riflesso riflesso della Trinità, che vive in ciascuno per il Battesimo. 96 Indice 1. Francesco Faà Faà di Bruno pag. 1 2. Una vita nella storia Politica e religiosa pag. 4 La famiglia, tradizioni nobiliari dei Faà Faà di Bruno pag. 17 4. L’infanzia pag. 23 5. Il Collegio di Novi Ligure L’Accademia Militare pag. 28 Il soldato, la guerra, la scelta pag. 33 3. 6. 7. 8. 97 Esperienza Francese, gli incontri, lo studio, l’esempio cristiano pag. 39 - Un esempio profetico - pag. 48 Un laico cristiano Impegnato nel sociale pag. 50 9. Un “Fondatore” Fondatore” in Borgo S. Donato pag. 54 10. La Chiesa di N. S. del Suffragio pag. 59 11. Il Campanile pag. 65 12. Il matematico, l’ l’astronomo, l’inventore pag. 71 13. Il Prete… Prete… il Padre pag. 75 14. La Biblioteca pag. 81 15. Il Museo pag. 85 16. Opere e Pubblicazioni di Francesco Faà Faà di Bruno pag. 92 Bibliografia di Francesco Faà Faà di Bruno pag. 95 Ringraziamento pag. 96 Indice pag. 97 Piantina di Torino, sulle orme del Faà Faà di Bruno pag. 98 9. Istituto Suore Minime 10. Chiesa di N.S. del Suffragio 11. Il Campanile 14. La Biblioteca 15. Il Museo 5. L’Accademia Militare di Torino nell’anno 1840 98 5. Chiesa M. Ausiliatrice Istituto Salesiano 5. Chiesa di S. Massimo 5. Chiesa delle Religiose Sacramentine (oggi: S. Francesco di Sales) 8. Via del Belvedere, 3 abitazione del Faà nel 1856. (oggi V. Fratelli Calandra)