Editore e copyright
©SVGW/SSIGA 2015
Pubblicazione trimestrale, 300 esemplari
Realizzazione: medialink, Zürich
Impressione: Zofinger Tagblatt AG
Redazione
Christoph Meier, Paul Sicher, SSIGA
Collaborazione in questa edizione
Raffaele Domeniconi, SSIGA
Johann H. Sonderegger
02 2015
Editoriale
Il pericolo invisibile
Le piccole aziende dell’acqua potabile non sono solitamente confrontate con importanti infortuni professionali e spesso non ritengono
che vi sia necessità di intervenire
sulla propria sicurezza. Se però si
pone consapevolmente l’attenzione
su tutti gli interventi e le condizioni
rischiose, si apre tutto un mondo:
punti con rischio di caduta, pozzi e
recipienti con pressione sconosciuta, macchinari e carichi pesanti, situazioni legate al cantiere e al traffico come pure sostanze corrosive per
flocculazione e disinfezione, solo
per citare i rischi più importanti.
Questi rischi possono verificarsi in
ogni momento, casualmente, e confrontare senza preavviso i datori di
lavoro con le proprie responsabilità.
A ciò si aggiunge un rischio ancora
poco considerato e invisibile: il
radon. Incolore e inodore, questo
gas nobile radioattivo che fuoriesce
dal sottosuolo, penetra negli impianti di distribuzione dell’acqua
potabile, diffondendovi dall’acqua o
da fughe nella muratura. Le aziende
dell’acqua potabile possono partecipare alla campagna di misurazione
2015 della Suva per chiarire la propria situazione. In particolare anche
qui vale: prevenire è meglio che
curare.
Matthias Freiburghaus
Il Radon si può accumulare negli impianti di distribuzione dell’acqua. Se il personale
passa più di un’ora la settimana nell’impianto, è necessario valutare il pericolo.
Attualità
Un pericolo nascosto
Il radon può essere un rischio per la salute durante i lavori agli impianti di
distribuzione dell’acqua. Per valutarlo meglio, quest’anno l’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva), esegue delle misurazioni in collaborazione con le aziende dell’acqua potabile. L’opuscolo
inviato dalla Suva e la lettera relativa hanno sollevato domande e in parte
anche perplessità nel settore. «Riflessi» cerca di chiarire.
Il radon è naturale. Il radon è però
anche insidioso. Questo gas nobile è
un prodotto dell’uranio, presente
naturalmente nel suolo. Come il precursore, anche il radon è radioattivo
e decade in prodotti a loro volta radioattivi, che aderiscono a oggetti,
polvere e particelle in sospensione.
In Svizzera il radon è responsabile
della maggior parte della dose di irradiazione media annua accumulata.
La gravità del rischio dovuto al radon
è confermata dal fatto che è la seconda causa di cancro ai polmoni. In
Svizzera, delle 2’700 vittime di questa malattia, da 200 a 300 sono da
ascrivere al radon.
Il radon è insidioso a causa del fatto
che è incolore, insapore e inodore e
si scioglie nell’acqua. Tramite l’acqua
o tramite il suolo può penetrare negli
impianti di distribuzione dell’acqua.
Vi è dunque anche qui un certo rischio, soprattutto in locali stagni e
poco aerati.
Da un canto i collaboratori possono
respirare il radon e i prodotti di
decadimento, che si accumulano
­negli impianti; dall'altro durante il
cambio del filtro una persona può
entrare in contatto con le sostanze
radioattive aspirate (cfr. riquadro). Il
rischio di contatto tramite l’aria dipende molto dalla durata della permanenza nell’impianto. Se un collaboratore dell’azienda dell’acqua potabile resta nel locale per meno di
un’ora, si può presupporre che non
vi siano rischi per la salute. Con i valori misurati sinora, anche in impianti con concentrazioni molto elevate –
in Ticino sono state misurate con-
centrazioni superiori a 100’000 Bq/
m3 – non viene superato il valore limite.
Radon – qual è il problema?
Quanto è conosciuto il carico di radon negli impianti di distribuzione
delle acque a livello svizzero? Questo quesito se lo è posto anche l’Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni (Suva). La
Suva quest'anno ha inviato l’opuscolo «Radon negli impianti di distribuzione dell’acqua – Misure a tutela dei
lavoratori». Il lettore è informato sul
radon e su come questo si infiltri negli impianti di distribuzione dell’acqua. Sono pure indicati i punti a rischio. Come prima misura di protezione contro il pericolo la Suva
propone una misurazione, nel caso
in cui il personale permanga per
più di un’ora alla settimana nell’impianto.
L’opuscolo non informa sul significato e le conseguenze delle concentrazioni misurate. Alla fine dell’opuscolo si fa riferimento all’Ordinanza sulla radioprotezione, che prevede un
limite di 3’000 Bq/m3 sul posto di lavoro. Quali passi debbano essere intrapresi nel caso di un superamento
del limite vigente non è chiaro. Si
dice unicamente che in caso di concentrazione elevata – senza definire
cosa si intenda per «elevato» – possono essere implementate diverse
misure a tutela della salute come la
ventilazione, l’eliminazione della sorgente di radon o la riduzione del
tempo di permanenza negli impianti
di distribuzione.
Nella lettera di accompagnamento
la Suva chiede alle aziende dell’acqua potabile di fornire un feedback
se la problematica del radon li concerne. Dalla lettera si evince che
­l’unico criterio che definisce se concerne o meno è la citata permanenza
nell’impianto di un’ora.
I riscontri della SSIGA mostrano che
la lettera e l’opuscolo della Suva
hanno sollevato domande e in parte
Raccomandazione per il radon
Su www.svgw.ch/W10029 la SSIGA pubblicherà una breve raccomandazione su come trattare il
tema del radon negli impianti di distribuzione dell’acqua.
una certa perplessità nelle aziende
dell’acqua potabile. Non era ad
esempio chiaro perché il radon venisse trattato proprio ora. Quali
sono le motivazioni della Suva e
quale l’obiettivo di lungo termine?
«Nuovi studi hanno mostrato che il
radon è da due a tre volte più pericoloso di quanto ritenuto sinora», spiega Lisa Pedrazzi della Suva. Per
questo motivo, con la revisione
­
dell’Ordinanza sulla radioprotezione, è prevista la riduzione dei valori
operativi. Nonostante gli studi svolti
sinora non abbiano mostrato che negli impianti di distribuzione delle acque vi siano superamenti del valore
limite, ora la Suva vuole avere una
base di dati migliore grazie a misurazioni più circostanziate, proprio in vista dei nuovi valori operativi. «Gli invii della Suva hanno lo scopo di motivare le aziende dell’acqua potabile
a partecipare a queste misurazioni»,
dice Pedrazzi.
La mappa del radon non è applicabile
La collaboratrice della Suva può motivare anche il fatto che non sia menzionata nei propri invii la mappa del
radon dell’Ufficio federale della sanità, nella quale sono riportate le regioni a rischio radon. La mappa del
radon si basa su misurazioni effettuate in locali abitati e non è rappresentativa per gli impianti di distribuzione delle acque. È ormai in discussione quanto le misurazioni nei
locali abitati siano rappresentative
per le regioni. Inoltre il radon può essere trasportato anche su lunghe distanze dall’acqua. La signora Pedrazzi fornisce un esempio: «Recentemente abbiamo effettuato una
misurazione in un impianto di distribuzione posto, in base alla mappa,
in una regione a rischio radon basso,
e abbiamo rilevato una concentrazione molto elevata di 40’000 Bq/
m3».
C'è l’obbligo di partecipare? La signora Pedrazzi rassicura: «Per il momento, le misurazioni si basano sulla
responsabilità generale del datore di
lavoro verso i dipendenti.» Diverse
aziende dell’acqua potabile si sono
sinora annunciate alla Suva, così che
un insieme di dati di 50-60 impianti
è già assicurato. Anche alcuni Can-
Filtri poco contaminati
L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha misurato, su incarico della SSIGA, i raggi gamma di
17 filtri di impianti di distribuzione
dell’acqua in Svizzera. In due filtri
per l’aria – uno di una regione montana e l’altro di un impianto urbano
– è stata rilevata una radioattività
molto alta che, in base all’UFSP,
può essere ricondotta alle concentrazioni alte di radon nell’aria. Le
attività registrate erano superiori a
1000 Bq/m3, il probabile futuro valore limite per i locali di lavoro. Per
tutte le altre sostanze naturali sono
state registrate attività notevolmente più basse.
In due residui di filtrazione, ma non
nell’acqua potabile, è stato misurato anche cobalto radioattivo, che
deriva dall’impianto nucleare di
Mühleberg. Questo, come il cesio
riscontrato in altri 3 residui di filtrazione, è stato rilevato in concentrazioni innocue per la salute. Il cesio
potrebbe provenire dall’incidente
del reattore di Cernobyl. Ciò è
­avvalorato dal fatto che nel campione proveniente dal Ticino si è registrata la concentrazione più alta.
L’analisi ha dato ulteriore prova del
fatto che è in primo luogo il radon
responsabile della contaminazione
negli impianti di distribuzione
dell’acqua.
toni si sono offerti di aiutare. Il Canton Argovia ha inoltre coordinato la
campagna di misurazioni e ne spiega
in una propria lettera lo scopo.
Quali siano le conseguenze che
emergeranno dalle misurazioni, dipende evidentemente dai risultati.
Se il rischio è basso, potrebbero, secondo la signora Pedrazzi, non essere necessari ulteriori provvedimenti.
Se invece si mostrasse che vi sono ripetutamente dei rischi, potrebbe essere previsto dall’Ordinanza sulla radioprotezione un obbligo di misurazione.
Attualmente
però
le
misurazioni avvengono su base volontaria, ma più aziende parteciperanno alla campagna di misurazione,
mettendo a diposizione della Suva i
risultati, e più significativo sarà lo
studio.
Christoph Meier
2
­
La pagina blu
Il ciclo dell’acqua in un evento
Lo scorso 13 marzo, a Lugano, ha avuto luogo la prima edizione di ACQUA 360, il convegno organizzato da SSIGA
e VSA (Associazione Svizzera dei professionisti della protezione delle acque) con lo scopo di radunare tutti gli
attori che hanno a che fare con il ciclo dell’acqua e con la sua gestione. Durante la giornata, ben frequentata, le
relazioni proposte hanno spaziato in vari ambiti: dalla ricerca alla gestione economica, dai cambiamenti climatici
alla gestione dei conflitti. Il sondaggio proposto ai partecipanti ha dato un esito molto positivo e l’evento verrà
riproposto in futuro.
3
L’acqua è una risorsa irrinunciabile
per la vita e deve quindi essere ben
protetta. Con queste parole il Consigliere di Stato Claudio Zali ha aperto
la prima edizione di ACQUA 360,
per poi ribadire la necessità di considerare il ciclo completo dell’acqua
nella sua gestione.
È da una riflessione simile che è nata
l’idea del convegno ACQUA 360, un
evento che vuole sia mettere in contatto il mondo dell’approvvigionamento idrico con quello dello smaltimento e della protezione delle acque, sia invitare e coinvolgere tutti
gli interessati in discussioni, confronti e scambi su temi che riguardano il
presente e il futuro della gestione
delle acque. Un convegno sul tema
del ciclo dell’acqua a 360 gradi!
La giornata ha percorso tre blocchi
tematici. Nel primo blocco si è parlato del ruolo delle istituzioni nella gestione delle acque. Il secondo bloc-
co, incentrato su problemi comuni e
soluzione integrate, ha proposto interessanti presentazioni sui temi
dell’energia, dei cambiamenti climatici e dei microinquinanti. Il blocco
conclusivo era invece dedicato al finanziamento e al mantenimento del
valore delle infrastrutture. Sapientemente moderati dal Dr. Giovanni
Pellegri, i nove relatori, provenienti
dal mondo della ricerca, dell’ingegneria e della pubblica amministrazione, hanno presentato, nei loro interventi, importanti aspetti relativi al
ciclo dell’acqua, offrendo una panoramica sulla sua gestione.
Il convegno, tradotto simultaneamente in italiano, tedesco e fran­
cese, è stato caratterizzato da una
forte affluenza di partecipanti (quasi
170 le persone, inclusi i relatori) da
tutti i settori della gestione delle
­acque. Molte figure professionali con
ruoli sociali diversi hanno partecipato:
Il moderatore Dr. Giovanni Pellegri di fronte alla platea gremita.
il logo di ACQUA 360 rappresenta il ciclo
dell’acqua
dal ricercatore, al gestore, al funzionario, al politico di livello comunale.
Visto il successo della prima edizione
e il riscontro molto positivo dei partecipanti, l’evento verrà riproposto.
Raffaele Domeniconi
Sul sito www.ssiga.ch/acqua360_ 2015 è
visibile una galleria di fotografie della
giornata.
La
SBV-Nachrichten
pagina dell’Associazione Acquedotti Ticinesi AAT
Assemblea 2015 a Vico Morcote e
Melide
Mercoledì 3 giugno a Vico Morcote e Melide ha avuto luogo l’assemblea
generale ordinaria di AAT. Stanziato un contributo di Fr. 500.– a favore del
Nepal. Nominati i nuovi revisori. Congratulazioni ai neodiplomati Fontanieri, che hanno ricevuto l’attestato federale alla fine dell'assemblea.
Mercoledì 3 giugno alle ore 18.00 si
è svolta presso la sala al Doyro di
Melide, alla presenza di un’ottantina
di partecipanti, l’Assemblea generale
ordinaria dell’Associazione Acquedotti Ticinesi.
L’Assemblea, organizzata congiuntamente dai Comuni di Melide e di
Vico Morcote, è stata preceduta dalla visita guidata del magnifico nucleo di Vico Morcote con le sue belle
fontane e dalla visita del nuovo serbatoio di Pizzora, messo in servizio
recentemente.
Dopo una salutare passeggiata lungo
il rinnovato percorso del lungolago di
Melide, i lavori assembleari sono iniziati con il saluto del Presidente Michele Broggini e dei rappresentanti dei
Comuni di Vico Morcote e Melide.
Dopo la relazione del Presidente, nel
corso della quale è stato tra l’altro
annunciato lo stanziamento di un
contributo di Fr. 500.– a favore dei
terremotati del Nepal, e la relazione
finanziaria, entrambe approvate
all’unanimità, si è proceduto alle nomine statutarie, con la sostituzione
degli «storici» revisori dei conti Gatti
e Monti, dimissionari, con i nuovi revisori Martinelli e Vitale.
Il Presidente comunica poi che il
prossimo corso sorveglianti si terrà
giovedì 26 e venerdì 27 novembre
2015 presso la sede AIL a Muzzano.
Tutti gli Associati saranno informati
personalmente a tempo debito.
I rappresentanti del Comune di Mesocco hanno in seguito proposto di
tenere l’Assemblea 2016 in Mesolcina, percisamente a San Bernardino;
la proposta è stata accettata all’unanimità.
In coda all’Assemblea il rappresentante SSIGA ing. Domeniconi ha proceduto alla consegna dei diplomi di
Fontaniere ai 15 candidati che hanno
conseguito l’ambito attestato.
Dopo un ricco aperitivo offerto dal
Comune di Melide i partecipanti si
sono trasferiti presso un albergo di
Melide per la tradizionale cena conviviale, quest’anno sull’incantevole
sfondo del lago di Lugano, con le bibite come di consueto offerte dalla
Von Roll.
Franco Gobbi
Prossimi appuntamenti
10 settembre 2015: Workshop sulla
direttiva W4, in collaborazione con la
SSIGA
24 e 25 settembre 2015: Visita tecnica,
presso GWF, Lucerna
26 e 27 novembre 2015: Corso sorveglianti, presso AIL, Muzzano
I circa 80 partecipanti all’assemblea hanno visitato lo splendido nucleo di Vico Morcote.
Il nuovo Ufficio della
protezione delle acque
e dell’approvvigionamento idrico (UPAAI)
Come riportato nell’edizione 3-2014
di Riflessi, l’Ufficio cantonale per
l’approvvigionamento idrico e la sistemazione fondiaria (UAS) è stato
sciolto lo scorso 1° luglio 2014 e le
sue attività integrate in altri settori
della pubblica Amministrazione. La
scelta s’inserisce in una logica di gestione integrata e coordinata delle
acque, un progetto già avviato con
successo in altri Cantoni svizzeri e
che intende riordinare l’intero settore. Lo scopo è quello di completare il
«ciclo dell’acqua» partendo dalla
protezione delle captazioni e delle
sorgenti, integrando la distribuzione
e finendo con la depurazione e reimmissione nei corpi d’acqua, il tutto a
garanzia della qualità della risorsa
acqua.
In particolare le attività dell’UAS legate all’approvvigionamento idrico
sono state riprese dall’Ufficio della
protezione e della depurazione delle
acque (UPDA), che già si occupava di
tutela qualitativa delle acque. In seguito all’accorpamento l’UPDA ha
cambiato denominazione in Ufficio
della protezione delle acque e
dell’approvvigionamento
idrico
(UPAAI).
Attualmente l’UPAAI, di cui è responsabile Mauro Veronesi, conta
17 collaboratori ed è articolato in tre
settori: emissioni (scarichi industriali
e artigianali, serbatoi), smaltimento
acque (canalizzazioni, IDA, PGS comunali e consortili) e protezione acque (approvvigionamento, piani protezione acque sotterranee, autorizzazioni/concessioni
uso
acque
sotterranee, monitoraggi). Le attività dell’UPAAI sono descritte nel dettaglio nel sito tematico dedicato
all’acqua:
www.ti.ch/acqua.
Mauro Veronesi
Scarica

Un pericolo nascosto