Il Nome della Casa
Mensile di informazione
e approfondimento sociale
N. 26 Anno 3 - 1 Marzo 2012 - ¤ 1,00
Bologna - www.coopansaloni.it
fare una marchetta, per integrare i
magri guadagni e mandare i soldi
al marito disoccupato in uno sperduto paese dell’est.
Non faccio in tempo ad attaccare
discorso, che salgono tre ragazze cinesi con la loro travolgente
allegria, mi guardano e scappano
a ridere, chissà di che? Avranno
tutta questa fame di vita e di futuro che si dice dei giovani cinesi, o
saranno anche loro impigrite dalle
mollezze occidentali?
Scendo in via Rizzoli, vado dritto in
Ugo Bassi al mercato delle erbe.
Sulla scalinata trovo l’Andreina,
più lurida che mai. Metto mano
al portafoglio, mi sento generoso,
prendo cinque euro, ma lei mi ferma: “Non darmi dei soldi, dammi
una stanza a casa tua, ti pago l’affitto.” Centoquaranta chili di ciccia
e tette, non ci stanno neanche nel
mio monolocale, le metto i cinque
euro in mano e scappo via.
Si è fatto sera, vado nel Pratello
all’happy hour con gli amici. Poche donne, tutte super accoppiate,
ben attente a non far emergere i
loro veri desideri: noia. Miracolosamente riesco a sgattaiolare via, mi
fiondo in discoteca. Buio, luci stroboscopiche, spalle nude e piccoli
seni sudati. Provo ad allungare una
mano, chissà se arriva? Lo schiaffo, dico. Niente, allora ci sta o forse
non se n’è nemmeno accorta.
È ora di andare a casa. Faccio
le scale tre alla volta, accendo
la radio, c’è Lucio Dalla che canta: “…Con dolcezza è partita la
mia mano…” La mia di mano si
posa invece su un vecchio libro,
regalato da chissà chi: “Wislawa Szymborska, Il Filo di Sofia.”
Apro una pagina: “Ogni caso”. È
una poesia d’amore, troppo lunga,
vado alla fine:
“Ascolta,
come mi batte forte il tuo cuore”.
Simona Atzori al Festival di Sanremo 2012
Primo piano Intervista
A Gian Carlo Muzzarelli
(pag. 2)
Speciale donne Dal femminismo ad oggi
Provincia
Ambiente, Curiosità, Eventi
(pag. 12)
(pag. 15 e 16)
I personaggi
Speciale donne
Lo sfizio
Donne del XIX Secolo
Bologna risponde alle donne
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(pag. 3)
(pag. 14)
(pag. 23)
Il direttore
Maurizio Cocchi
COPIA OMAGGIO
Quella mattina potrei partire presto
per essere a Rimini all’alba, magari
per vedere come il sole passa tra le
gambe di un'esile ragazza, proprio
lì dove c’è tutto quel vuoto.
Lascerei che il sole cominci a
scaldare, per vedere rosolare i
grossi seni delle signore russe e
tedesche, ammirandone i sobbalzi
scivolosi di crema.
Verso mezzogiorno riprenderei la
strada di casa, per fermarmi dalla
piadinara di Cesena: “Allora, bel
giovanotto, come gliela do la piadina: scarpazzone, squaquerone,
prosciutto di Parma o per caso lei
è uno di quelli che va a Nutella?”
E poi via a casa, parcheggerei in
via Genova e prenderei il 27, che
va verso la Bolognina. Per prime
salgono delle ragazze nigeriane,
che abitano proprio lì in fondo alla
via. È quindi la volta delle signore che scendono al Conad di via
Mazzini. A Porta San vitale sale
una badante, che va a passare la
mezza giornata libera alla montagnola. Mi sorride, forse vuol fare
due chiacchiere, stanca di parlare
soltanto con assistiti, o forse vuol
www.buonenotiziebologna.it
L’8 marzo di un sono una donna perché...
maschilista All'interno lo speciale dedicato all'8 marzo
Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% - CN BO
Buone Notizie
Bologna
“Sostenibilità e Trasparenza
con Cooperativa Edificatrice Ansaloni”
2
Primo Piano
BNB
1 Marzo 2012
Idee chiare e pedalare
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Gian Carlo Muzzarelli e la crisi in Emilia-Romagna
Intervista a cura di Maurizio Cocchi
Con me ci sono Luca Cavrini e
Marcello Cominelli, quando l’assessore regionale Gian Carlo
Muzzarelli (Attività produttive,
piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia,
autorizzazione unica integrata)
ci riceve, assieme al suo addetto
stampa. Mi mantengo sulle mie e
faccio una domanda generale.
Sappiamo che sul suo tavolo
passano tutte le vertenze che riguardano le imprese in crisi del
nostro territorio. Com’è oggi la
situazione?
Abbiamo chiuso un 2011 tra ombre e luci, direi. Ad esempio con
un Pil allo 0,9%, con una disoccupazione che è calata dal 5.8 al
5.2, con un meno 32% di utilizzo
degli ammortizzatori sociali ed un
export attorno al 14%.
Voi capite che questi dati non
sono particolarmente drammatici,
se paragonati ai dati nazionali. La
musica cambia se rapportiamo
questi dati a quelli di qualche anno
fa, dove si registravano performance della nostra regione molto lusinghiere ed un utilizzo degli
ammortizzatori sociali sporadico e
solo per qualche singola situazione d’emergenza.
Dobbiamo quindi prendere atto
che il mondo è profondamente
cambiato e quindi anche il sistema
delle nostre imprese si deve adeguare alle nuove regole, a partire
dall’esigenza di imprese più strutturate, se noi non aumentiamo
l’export non ce la facciamo.
Adesso siamo in una fase molto
delicata, abbiamo diverse situazioni di crisi che stiamo cercando
di gestire, alcune di queste, io ritengo, saranno superate, mentre
per altre ho forti dubbi.
Ma a parte questo, ciò che è in crisi è il modello di sviluppo, che consuma troppa energia, ad esempio.
Oggi ci troviamo a dovere fronteggiare radicali mutamenti climatici,
ne abbiamo visto le conseguenze
dirette non tanti giorni fa.
Un altro cambiamento è quello demografico, con l’arrivo degli immigrati stranieri, che devono essere
ritenuti come uno strumento per un
nuovo sviluppo economico e non
come uno ostacolo all’occupazione
dei lavoratori di casa nostra.
Poi c’è il tema della finanza, una
questione che fino a poco tempo
fa si dava per scontata. Oggi non
ce lo possiamo più permettere,
che ci piaccia o meno.
L’assessore è un fiume in piena
e non va tanto per le spicce.
Io, ad esempio, faccio parte di
quelli che ritengono che il popolo
greco faccia bene ad incazzarsi.
Perché è decisamente immorale
che nel mondo ci siano altri che
stabiliscono che fine debba fare
quel popolo. Senza poi parlare
delle banche: oggi si trovano da
una parte lo Stato che dice loro di
acquistare i Bot, la comunità europea che impone loro la ricapitalizzare, le imprese che chiedono i
soldi per campare. Quindi accade
che adesso le banche ti danno i
soldi solo se hai il fisico giusto per
reggere alle nuove sfide: a chi si ricapitalizza, a chi investe in ricerca
e innovazione e via così.
Ora, la domanda cruciale è questa: come la regione Emilia e Romagna orienta la propria strategia
d’attacco per stare nel mondo?
ze regionali, una nuova legge sarà
introdotta per intervenire nei settori
della logistica, dei trasporti, dei servizi e della distribuzione.
In materia di appalti pubblici la Regione e le Autonomie Locali sono
impegnate ad adottare le regole
più stringenti consentite dalla normativa nazionale e comunitaria
Con una mano davanti e una
dietro?
Nel novembre dell’anno scorso
abbiamo siglato il Patto regionale
per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Dopo la difesa
di tanti posti di lavoro, questo Piano significa il passaggio ad una
strategia offensiva: accelerando
e promuovendo concrete azioni
di sistema. Gli assi fondamentali
su cui si vuole orientare lo sviluppo sono fondati sul sapere, sulla
green economy e sul made in Italy.
Centrale sarà, infatti, il sostegno
dell’export, le riforme strutturali
delle istituzioni e della pubblica
amministrazione, del welfare e del
mercato del lavoro, ma anche una
forte spinta alla ricerca e alla innovazione.
Uno degli obiettivi di questo Piano è di difendere e promuovere
la legalità e sostenere l’economia
sana. L’azione congiunta di istituzioni e società civile dovrà far
emergere e debellare le infiltrazioni
della criminalità organizzata, l’usura, il caporalato, l’evasione fiscale
e contributiva e ogni altra manifestazione delle attività economiche
illegali. La partecipazione degli enti
locali al recupero dell’evasione potrà dare un contributo rilevante alla
lotta al sommerso e alla giustizia
fiscale. Le maggiori entrate saranno destinate agli investimenti per la
crescita e l’occupazione e alla riduzione della pressione fiscale sul
lavoro e le imprese.
Ma davvero lei crede sia possibile fare qualcosa per debellare
la mala pianta mafiosa?
Con le leggi 11/2010 e 3/2011 la
Regione si è dotata di ulteriori strumenti di contrasto alle infiltrazioni
mafiose e criminali e di controllo
della legalità e sicurezza sui cantieri edili. Nell’ambito delle competen-
per impedire la concorrenza sleale e favorire la selezione delle
imprese socialmente responsabili.
In particolare le istituzioni regionali
intendono verificare con il massimo rigore, negli appalti e sub-appalti, in attuazione delle norme del
decreto sviluppo (DL 70/2011), il
rispetto del costo del lavoro stabilito dai contratti collettivi nazionali.
Parliamo ora di relazioni industriali, non crede lei che qualcuno ogni tanto rischi di tirare
troppo la corda?
La contrattazione è fondamentale
per esaltare la centralità del valore
del lavoro deve raggiungere risultati funzionali all’attività delle imprese e alla crescita di una occupazione stabile e tutelata e deve
essere orientata ad una politica di
sviluppo adeguata alle differenti
necessità produttive, da conciliare
con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone.
Fermo restando il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro, lo sviluppo e la diffusione
della contrattazione collettiva di
secondo livello è essenziale per
collegare gli aumenti retributivi
alla redistribuzione del reddito, al
raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza, efficacia ed altri elementi
rilevanti ai fini del miglioramento
della competitività e dell’andamento economico delle imprese.
La Regione ritiene che tali principi
siano bene interpretati, nella sua
interezza, nell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, siglato il 21 settembre. Corrette ed
avanzate relazioni sindacali sono
parte integrante delle politiche di
responsabilità sociale dell’impresa. Certo, le parti sociali non devono smarrire il senso della realtà
e fissarsi su piccole questioni di
bottega, che rischiano di apparire
all’opinione pubblica solo come la
difesa di vecchi privilegi.
A proposito di privilegi, da più
parti si dice che per promuovere l’occupazione giovanile,
occorre togliere privilegi a chi è
già occupato, lei come la vede?
Obiettivo urgente è quello di riscrivere il patto intergenerazionale.
Altrettanti importanti sono le riforme del mercato del lavoro e degli
ammortizzatori sociali.
L’investimento principale riguarda
Maurizio Cocchi intervista Gian Carlo Muzzarelli
l’Università, la Scuola e la Formazione, innalzando le conoscenze
e le competenze. È indispensabile
raggiungere i traguardi europei in
termini di giovani laureati e riduzione degli abbandoni scolastici;
sostenere la cultura tecnica e i
percorsi professionalizzanti, integrare formazione e lavoro e ridurre
i tempi di transizione al lavoro.
La Regione attiva per l’anno 2012
una misura di agevolazione finanziaria alle imprese che assumeranno con contratto a tempo
indeterminato i giovani, compresi
gli apprendisti, nel limite dei fondi
previsti per il lavoro giovanile. Tutte
le forme di incentivo terranno conto
della differenza di genere per sostenere l’occupazione femminile. Nei
bandi regionali per i contributi alle
imprese sarà previsto un premio
per le nuove assunzioni, la trasformazione dei contratti a termine in
contratti a tempo indeterminato e
l’assunzione di lavoratori che abbiano esaurito il periodo coperto dalla
indennità di mobilità. Nel quadro
della applicazione delle norme sul
federalismo fiscale che entreranno
in vigore nel 2013 la Regione si impegna ad esaminare la possibilità di
ricorrere alla deduzione integrale a
tempo dalla base imponibile Irap del
costo del dipendente stabilizzato.
Per il contratto di apprendistato
sono previste risorse regionali a
sostegno della dimensione formativa e un impegno congiunto per la
sua diffusione ed il suo concreto
utilizzo da parte delle imprese.
Quindi, si prevede un forte impegno della regione nella formazione dei giovani?
Per i giovani fra i 30 e 34 anni
(per i quali non è possibile l’accesso al contratto di apprendistato)
la Regione prevede una misura
formativa mirata per inserimento
lavorativo accompagnata da un
incentivo all’assunzione con contratto a tempo indeterminato.
La priorità assegnata alla occupazione giovanile non esclude attenzione a tutti i lavoratori disoccupati,
in mobilità e coinvolti in situazioni
di crisi: in questa direzione sono
perciò orientati gli strumenti formativi e i criteri premianti dei bandi e la formazione delle persone in
mobilità sarà finanziata con i fondi
nazionali che lo Stato ha assegnato alla Regione con l’accordo
Stato-Regioni del 12/02/2009.
Nel settore agricolo si conferma la
priorità ai giovani nell’accesso ai
fondi del programma di sviluppo
rurale che ha fin qui consentito di
destinare agli under 40 il 19% delle risorse disponibili.
Donne e lavoro: l’aumento della
presenza femminile sul mercato
del lavoro è un indicatore di crescita economica e di crescita sociale
e culturale. Oltre alla precarietà, è
necessario rimuovere le discriminazioni di genere negli accessi e
nelle carriere e promuovere una
organizzazione del welfare e della
società che non solo non scarichi
sulla donna il peso del lavoro di
cura ma ne valorizzi l’apporto favorendo la conciliazione dei tempi
di vita e di lavoro. Come per i giovani, la politica per l’occupazione
femminile integrerà le azioni di formazione con quelle di inserimento nel mercato del lavoro e sarà
sostenuto con interventi finanziari
e formativi l’avvio di attività autonome e di nuove imprese.
L’assessore prende fiato, provo
allora ad infilare una domanda
bastarda: è di vostra competenza l’abbattimento delle barriere
architettoniche?
Certo e per fare applicare la nostra
legge stiamo ancora impazzendo.
A parte l’applicazione della legge
13, quella nazionale, per la quale
lo Stato non ci mette un euro e la
Regione ci deve mettere del suo
e solo per tamponare le estreme emergenze, quello che deve
cambiare è l’approccio culturale
al problema. Come il termine “inclusione”, tradotto come una casa
inclusiva e cioè aperta a tutti, compresi coloro che hanno delle difficoltà di carattere fisico.
Noi vorremmo inoltre costruire un
ulteriore momento, cioè come regione Emilia e Romagna vorremmo fare una legge sull’attrattività
e l’appettività della nostra regione,
di cui l’abbattimento delle barriere
architettoniche è centrale per tutta la nostra credibilità. Ci stiamo
lavorando, assieme al presidente
Vasco Errani.
Assessore abbiamo toccato
argomenti che fanno tremare i
polsi, ma la dimensione regionale è sufficiente per affrontare
temi di questo spessore?
La dimensione regionale è la dimensione minima-base. E poi lo
sappiamo benissimo che il primo
problema è quello dei campanili
e cioè che tutti si ritengono i più
bravi rispetto ai loro vicini. Ma se
se vuole davvero incidere questo
è il periodo delle alleanze e non
dei campanili.
In Redazione
Marco Negri
1 Marzo 2012
Donne che non
odiano gli uomini
Parlano quattro donne di Bologna
delle loro esperienze al femminile
Giuseppina Carella
Si marzo è per antonomasia il
mese della donna, vista la ricorrenza dell’8 marzo come
momento per soffermarsi su di
noi. In realtà io appartengo a
quel gruppo di donne che non
crede tanto al festeggiamento
di questa giornata, nel senso
che questa data in realtà è stata
determinata da un evento molto
tragico la morte di 129 operaie
fatte bruciare all’interno della
fabbrica nella quale stavano
lavorando perché intenzione
ad ottenere con lo strumento
dello sciopero i propri diritti di
lavoratrici. Insomma più che
festeggiare mi viene da pormi
la domanda: oggi la situazione
è cambiata? E la risposta ahimé mi sorge spontanea, forse
non molto. Tutti i giorni si sente
parlare di donne che vengono
maltrattate, abusate, fin anche
ammazzate spesso per mano di
persone a loro molto vicine: fra-
telli, padri fidanzati o ex mariti
che non accettano la loro voglia
di “autodeterminazione” e di “libertà”. Tutto sommato anche se
in minor occasione rispetto forse al passato ancora oggi molta
della ostentata superiorità maschile si perpetua sulla donna,
soprattutto su quella che probabilmente non ha ricevuto gli
strumenti per capire che è una
delle due facce di una medaglia
con pari diritti.
Ci sono poi, per fortuna, segnali
di miglioramento della così detta condizione della donna come
comunemente viene detto. Ci
sono donne che sono riuscite
ad ottenere un ruolo importante
nel tessuto sociale. Pensiamo
alle nuove Ministre del governo Monti, oppure alle leader
Camusso e Marcegaglia una a
capo di un forte sindacato e l’altra “capa” della Confindustria,
insomma viste così due “potenze”. Più in piccolo ci sono donne
che come me hanno avuto l’opportunità di entrare nel mercato
del lavoro ricoprendo il ruolo di
Vicepresidente di una cooperativa sociale portando con se il
doppio carico di essere donna e
donna con handicap.
Insomma con volontà e perseveranza gli obiettivi si ottengono, molti posti fino a pochi anni
fa solo di esclusività maschile
sono stati “presi” dal gentil sesso. Ci sono donne pilota di aerei
di linea o soldatesse in missioni
pepita
RISTOCLUB
di pace, ci sono donne che insegnano ai ragazzi a scuola e
mamme sole che lo stesso curano e seguono i loro figli pur
non avendo un uomo accanto, e
gli esempi potrebbero continuare a lungo, ma i pregiudizi da
sconfiggere sono ancora tanti. Il pregiudizio di una società
che ancora nel terzo millennio
naviga a vista sui diritti di molte categorie: bambini, anziani,
omosessuali, disabili etc. etc.
fa pensare che molte conquiste
sono state fatte ma molte altre dovranno essere nel futuro
prossimo terreno di confronto
tra l’uomo e la donna in quanto
appartenenti a un unico genere:
il genere umano!
Mariaraffaella Ferri
Rispondo volentieri alla domanda
della Redazione di Buone Notizie
Bologna sul senso che possiamo
t
d
Giar da Fuma
ran
e
V
e
Federica Salsi
Il significato di questa festa è
quello di continuare a ricordarci che si è iniziato un cammino
cento anni fa, ma che questo
cammino è ancora lontano dalla
meta. Il cambiamento culturale
che ha portato alle conquiste
sociali, politiche ed economiche delle donne, non ha ancora
portato ad un reale equilibrio di
genere. Basti pensare che mediamente gli stipendi delle donne sono inferiori a quelli dei loro
colleghi a parità di contratto,
basti pensare che in questa crisi
la disoccupazione femminile aumenta maggiormente rispetto a
quella maschile, basti pensare
ai modelli che vengono proposti
attraverso numerose pubblicità
e trasmissioni televisive che riducono la donna ad un “grazioso soprammobile”, basti pensare al fatto che servono leggi per
stabilire “quote rosa” nei CDA
delle aziende, basti pensare ad
esempio allo statuto del Comune di Bologna che prevede la
costituzione della commissione
“delle elette”. Finchè avremo bisogno di questi stratagemmi per
avere un minimo equilibrio di genere garantito, avremo bisogno
della festa dell’8 marzo.
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o
attribuire alla festa della Donna, a
oltre 100 anni dalla sua istituzione. Certo possiamo vedere che in
molti casi la festa della Donna si
riduce ad una occasione esclusivamente commerciale ma questo
è il rischio che purtroppo corrono
molte ricorrenze; in ogni caso anche il semplice gesto di regalare
la mimosa o una cena fra amiche
possono essere modi gentili e
garbati per fare festa e non sono
certo da disdegnare. A me piace
ricordare che l’8 marzo è la Giornata internazionale della donna
e questo mi ricollega idealmente
alle donne di tutto il mondo, alle
loro lotte, le loro conquiste, alla
vitalità generativa che esprimono,
nella propria famiglia, nella comunità locale, nel loro paese, ovunque esse siano. Confesso che,
facendo parte di un’associazione
che sviluppa progetti di comunità
in Africa, un posto particolarissimo del mio affetto è occupato
dalle donne del sud del mondo,
ma questo semplicemente perché si ama ciò che più si conosce. Come donna impegnata in
politica trovo il senso di questa ricorrenza nelle sue origini, la lotta
sindacale di quelle operaie tessili
che all’inizio del secolo scorso a
New York scioperavano per il lavoro ed insieme rivendicavano il
diritto al voto per le donne. Lavoro e rappresentanza politica: cosa
c’è di più attuale oggi, in tempo di
crisi ed in piena recessione economica? Non è un caso se anche
il movimento “Se non ora quando”
s’incontrerà, proprio qui a Bologna il 3 e 4 marzo, per confrontarsi e costruire proposte concrete
su “Vita, lavoro, non lavoro delle
donne”. Per me quindi il significato pieno della giornata della
donna sta proprio qui: rinnovare il
senso di amicizia e di sorellanza
fra donne per costruire qualcosa
di bello e di buono per tutte e per
tutti, cioè per fare buona politica.
3
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Da 11 e 14 €
Amelia Frascaroli
Oggi la festa ha ancora un
grande significato, per tenere
alta l’attenzione sulla condizione di marginalità silenziosa
che molte donne vivono sulla
propria persona, in particolare
faccio alcuni esempi presenti
nella nostra città: le donne rom
e sinte; donne profughe e/o richiedenti asilo, donne italiane
o migranti che vengono da percorsi di vita falliti, che quindi
non possono tornare indietro
nei propri paesi e non hanno
più possibilità di inserimento
dove si trovano.
www.buonenotiziebologna.it
BNB
I Personaggi
4
Buone Pratiche
BNB
1 Marzo 2012
la scommessa della sartoria delle detenute
www.buonenotiziebologna.it
Il Laboratorio della Dozza e le sue problematiche
Altri sei mesi per non sparire, altri
sei mesi per non lasciare senza lavoro tre detenute: “Gomito a gomito”, il laboratorio di sartoria aperto
nella sezione femminile del carcere della Dozza di Bologna. È nato
per offrire la possibilità alle detenute di imparare un mestiere e di
sperimentare la propria creatività
ed essere protagoniste di un’attività lavorativa reale. Non è facile.
Ma per altri sei mesi proverà a
vendere i suoi capi di abbigliamento in città e trovare quei soldi che
servono per non chiudere questa
esperienza. Ma non è facile: già
entro Natale si voleva provare a
raggiungere quel volume d’affari
che dimostrasse che il progetto
stava in piedi da solo, ma “la chiusura dell’anno è stata piuttosto in
ribasso”.
Insomma, non si è toccato il volume di vendite sperato. Ma la cooperativa sociale sociale “Siamo
Qua” che ha avviato il progetto
della sartoria ha deciso di riprovare. E allora in questi giorni ha lanciato un nuovo calendario di vendite in strada nel cuore della città e
sta cercando altri punti per proporre i capi di abbigliamento realizzati
dalle detenute. “Ci crediamo ancora, fino a giugno”, spiega Martino,
religioso della comunità di Don
Nicolini attiva alla parrocchia della Dozza e legale rappresentante
della cooperativa.
La fine del 2011 doveva dire se
la sartoria in carcere poteva
continuare a vivere grazie alle
sue forze e ai suoi guadagni.
Presto lancerete un nuovo calendario di vendite, è perchè ce
l’avete fatta?
No, ma ci siamo dati altri sei mesi
per vedere se ce la facciamo a
risollevare le sorti. Sapendo che
se al 30 giugno la tendenza sarà
simile a quella della chiusura d’anno, che è stata molto in ribasso,
allora non ci sarà molto da fare.
A Natale le vendite sono rimaste
sotto la soglia di cui avevamo bisogno: abbiamo fatto 2.000 euro
circa, ce ne servivano 3.500. Però
ci crediamo ancora. O meglio, ci
crediamo fino a giugno quando i
numeri potranno smentirci o promuoverci.
Quanto vi serve?
Le principali voci di bilancio sono
relative alle paghe delle tre detenute del laboratorio di sartoria.
Erano quattro, ma una è stata
scarcerata ed è tornata a casa.
Le stoffe le recuiperiamo a destra
e sinistra, sosteniamo solo i costi
degli stipendi e di merceria come
il cotone e le etichette... Dei ciappini di merceria, insomma. A conti
fatti ci servono 2.500 euro al mese
e se arriva una quarta detenuta
saliamo a 3.000. Questa è la cifra
che dobbiamo realizzare, sennò
ogni ora, ogni mese che facciamo
invece di salire ci fa scendere.
Cosa vendete e come funziona
la vendita?
Principalmente capi di abbigliamento femminile. Finora di tipo invernale: sciarpe, cappotti, giacche,
mantelle, maglie... Ma anche abiti
lunghi e anche borse. Adesso ci
stiamo preparando ai capi primaverili. Inoltre, si fanno lavori all’uncinetto: se ne occupa, gratuitamente, una detenuta al pomeriggio (il
laboratorio funziona al mattino,
ndr). In più realizziamo biancheria
per la cucina, come tovaglie, grembiuli ed altro. Ma non la mettiamo
sul solito banchetto: sono cose che
magari si trovano anche a me. Ci
sono dei campioni e se qualcuno li
ordina li realizziamo. Sui capi che
realizziamo c’è una etichetta con
scritto “Gomito a gomito” e la ‘o’
finale raffigura un gomitolo. Abbiamo scelto questo nome perché il
carcere è in via del Gomito, perché
lì dentro si lavora gomito a gomito,
perché il nome dà l’idea di un rapporto tra dentro e fuori.
Ecco, appunto, ‘fuori’: dove si
trovano i capi che vendete?
Nel centro di Bologna: mettiamo
un banchetto al sabato pomeriggio tra via Ugo Bassi e via Nazario
Sauro sotto la statua. Arrivo con
la macchina, scarico e poi una
nostra sarta, che non è detenuta,
assieme ad alcuni volontari si occupa della vendita. Il posto va benissimo, lì si riesce a vendere, ma
d’inverno con il freddo è più difficile. Non c’è neanche la possibilità
di provarsi un abito.
E allora come farete ad aumentare le vendite?
Stiamo cercando di muovere mari
e monti, di fare un gran polverone per avere spazi più favorevoli.
Pensiamo ai mercati rionali, ma
poi servono volontari per vendere. Ho scritto e riscriverò a Igd
(l’immobiliare a cui fanno capo i
centri della grande distribuzione
cooperativa, ndr) per sapere se
possiamo avere spazi di vendita
all’interno delle loro strutture. Stiamo ragionando con Piazza grande
per unire le forze, o meglio per aggrapparci a loro che hanno un negozio in cui potremmo avere uno
spazio per i nostri prodotti. Fino
ad adesso abbiamo bussato dappertutto, ma l’unico aiuto ricevuto
è stata la possibilità di non pagare
l’energia elettrica del laboratorio
alla Dozza. Nei prossimi giorni,
rivedremo il sito internet della cooperativa perché parli di più del
laboratorio di sartoria.
Le detenute come vivono questo momento?
Sono contente perchè abbiamo
rinnovato i contratti di lavoro fino al
30 giugno, ma sono anche molto
in apprensione: il lunedì mattina,
quando la nostra sarta entra nella
sartoria della Dozza subito le chiedono “Quando avete incassato sabato? Quanto avete incassato?”.
Sotto Natale hanno chiesto e ottenuto dalla Direzione del carcere di
poter lavorare in laboratorio anche
al pomeriggio, sapendo che l’avrebbero fatto gratis. L’hanno fatto
per sostenere la produzione e le
vendite di Natale. Sono segnali...
Come lo è il fatto che la detenuta
che è tornata a casa in Trentino è
disposta a continuare a produrre
per noi le ciabatte e pantofole che
faceva quando era in carcere. Le
abbiamo proposto di regalarle la
macchina che serve a confezionarle, tanto era lei che la usava,
e ci ha proposto di tenersi in contatto realizzando per noi un paio di
ciabatte al mese... Sono segnali.
Dicono di non smettere ma alla
fine i conti sono conti
P.G.
LA PREVENZIONE ONCOLOGICA STATI VEGETATIVI
LILT: “Una dieta equilibrata riduce l'insorgere dei tumori”
A Marzo la Settimana Nazionale della Prevenzione oncologica: un evento dedicato al lifestyle più adatto per
vivere sani. La prevenzione passa
anche dalla buona cucina, ed è per
questo che la LILT offre, durante l’intero evento, uno degli alimenti più
sani della nostra dieta, una bottiglia
di olio extravergine d’oliva italiano. La
prevenzione è innanzitutto uno stile di vita: prevenire significa offrire a
ciascuno di noi gli strumenti principali
con cui difendere la salute. Nel caso
dei tumori, fare prevenzione vuol dire
non fumare, svolgere un’attività fisica
regolare, non abusare con l’alcol e non
esagerare con l’esposizione ai raggi
solari. E inoltre bisogna seguire un
regime alimentare sano. Come quello della Dieta Mediterranea, modello
di riferimento mondiale per la salute e
dal novembre 2010 diventata patrimonio immateriale dell’Unesco. La
LILT vuole ricordare tutto questo in un
incontro pubblico rivolto alla cittadinanza che si terrà a Casalecchio alla
Casa della Conoscenza mercoledì’ 21
alle ore 17 e sarà seguito da un assaggio di prodotti offerti dal Panificio Pizzirani con l’utilizzo dell’alimento principe
della Settimana, l’olio extravergine
di oliva della Lilt. Le nostre volontarie
saranno inoltre presenti in dievrsi punti
di Bologna con banchetti informativi
e presso la Coop Adriatica di Sasso
Marconi il giorno 17 Marzo e Coop
Adriatica di Casalecchio di Reno il
giorno 24 Marzo. La Lilt si occupa di
prevenzione oncologica fin dalla sua
fondazione nel 1922, portando avanti
con passione ed impegno attività di
informazione e sensibilizzazione del
cittadino, progetti di educazione alla
salute nelle scuole e programmi di
diagnosi precoce delle principali neoplasie. Nella sede di via Turati 67
a Bologna, infatti, sono operativi 2
ambulatori dove è possibile usufruire
di visite specialistiche come ecografie al seno, all’addome, alla tiroide
e alla prostata, mappatura dei nevi,
visite di diagnosi precoce del tumore
al collo dell’utero… La Lilt è inoltre
vicina a malati e familiari attraverso
programmi di counselling oncologico, sostegno psicologico e, a breve,
sarà attivo anche lo sportello per la
tutela dei diritti del malato.
LILT
Giornata nazionale degli stati vegetativi, dichiarazione del fondatore dell’associazione Gli amici di
Luca a margine del convegno al
Ministero della salute: “Associazioni facciano ‘cartello’ per costruire un sistema comune di tutela”
“Lo stato vegetativo è una condizione di grave disabilità: servono una
legge e un fondo per l’assistenza
che tuteli le persone e le loro famiglie”. Lo dice Fulvio De Nigris, fondatore dell’associazione Gli amici
di Luca e direttore del Centro studi
per la ricerca sul coma di Bologna,
a margine del convegno sugli “Stati
vegetativi e di minima coscienza in
Italia: epidemiologia, ricerca, assistenza”, organizzato oggi a Roma
dal Ministero della Salute in occasione della seconda Giornata nazionale degli stati vegetativi.
“La Giornata odierna ci aiuta a riflettere per essere il più uniti possibile - continua De Nigris -. Il ministro della salute Renato Balduzzi
ha dato alcune indicazioni per una
interlocuzione forte con le associazioni, per passare dal ‘Libro
bianco’ a un ‘Libro verde’ sugli stati vegetativi e di minima coscienza
che oltre a rilevare si occupi anche
di superare le criticità esistenti”.
“È un’occasione importante che
chiama a raccolta tutte le associazioni in una propositiva sfida
di attivismo politico. Oggi però
- aggiunge De Nigris - non è la
‘Giornata del testamento biologico o del fine vita’. È la giornata
delle persone in stato vegetativo, una condizione che afferisce
alle gravi disabilità. Se vogliamo
fare il bene di queste persone e
dei loro cari che le accudiscono,
dobbiamo pensare ad una legge
sugli stati vegetativi, ad un fondo ad hoc per la loro assistenza, all’applicazione delle ‘linee
guida’ in ogni area geografica di
riferimento. Perché anche nella
malattia ci sia la tutela della persona, la garanzia dei diritti e di
uguaglianza di tutti i cittadini”.
Per fare questo, conclude De Nigris, occorre che le associazioni
che si occupano di coma e di stato
vegetativo, facciano “un ‘cartello’
comune per portare avanti le nostre richieste”. “Dobbiamo superare il dolore di ognuno, la propria
autoreferenzialità per aprirsi alla
rappresentatività delle famiglie sia
in termini di accompagnamento e
sostegno psicologico che economico. Come ha detto il Ministro della salute Balduzzi, per non essere
lasciati soli e per non agire da soli”.
Per informazioni:
Associazione Gli amici di Luca,
tel. 051.6494570,
web www.amicidiluca.it.
Sede Legale e Amm. - Via Emilia, 369 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO)
www.uniloggroup.it
BNB
L’Angolo Spinoso
1 Marzo 2012
5
NON SE NE Può Più di... A LORO INSAPUTA…
Elsa Maria Fornero
Qui si parla di quella distinta signora che alla sua prima apparizione di
fianco a Supermario Monti, come
ministro del Lavoro e delle Politiche
Sociali, scoppiò in lacrime mentre
stava annunciando che aveva DOVUTO tagliare le nostre pensioni,
anche quelle miserevoli sotto i mille
euro. Non ce la faceva proprio - la
poverina - ad annunciarci questi
sacrifici, seppure per il bene supremo della Patria. Infatti fu lo stesso
Monti a dover spiegare la cosa,
dato che la Ministra schizzava lacrime da ambedue gli occhi. Che
lacrime erano quelle? Lacrime di
sincera commozione per una scelta dolorosa ma necessaria? Forse.
Qualcuno però disse che erano
lacrime di coccodrillo. Che se poi
la ministra Fornero quei soldi per
raddrizzare il tragico bilancio italico
li avesse cercati da qualche altra
parte, magari avrebbe pianto di
meno e ne avrebbe scovati di più.
Esempi vari: i professionisti di ogni
genere che NON ti danno la fattura,
gli artigiani che NON rilasciano una
ricevuta neanche a crepare, i BAR
e RISTORANTI dove lo scontrino
fiscale è un opzional, i possessori
di auto da cinquantamila euro, di
barche da centomila, di elicotteri da
un milione eccetera, quelli che hanno la villa da seicento metri quadri
con piscina… tutta gente che, se
gli levi qualche migliaio di euro
NEMMENO se ne accorgono. Però
si deve dire che dopo quella volta
delle lacrime, la ministra Fornero
non ha più pianto: in compenso
ha parlato moltissimo, sostenendo
che l’articolo 18 che regola i licenziamenti dei dipendenti va RIFORMATO. Ah, sì? Riformato come,
signora ministra? Sospettiamo un
Lelus (Forestale Onorario)
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE
DELLA COOPERATIVA SOCIETÀ DOLCE
Sig. Presidente, ascoltando l’intenso dibattito che si sta svolgendo in questi giorni in Parlamento
per quanto riguarda il famigerato articolo 18 mi sono posta
delle domande. I Parlamentari
stessi che tendono ad abolire il
suddetto articolo dichiarano che
comunque non potranno essere
accettati licenziamenti su basi discriminatorie quali razza, religione, salute, ecc., ecc. Mi domando come una cooperativa come
quella in cui ho lavorato per 6
anni possa, dichiarandosi di mutuo soccorso a fianco dei cittadini
soli e più deboli, avermi riservato
un trattamento quale ho ricevuto.
Sono stata assunta a settembre
del 2006 con contratto a tempo indeterminato, con invalidità
dell’80%, prima lavorando c/o
l’ospedale Maggiore nel reparto
di medicina (senza per altro aver
ancora conseguito la qualifica di
O.S.S) poi perso dalla coop tale
appalto ho lavorato prima come
assistente domiciliare e in seguito al c.d. Melograno. A fine 2010
inizio 2011 ho subito un aggravamento del mio stato di salute, che
mi ha portato a lunghi periodi di
assenza dal lavoro. Ho presentato richiesta di visita dal medico
competente il quale ha dichiarato la mia idoneità al lavoro con
alcune limitazioni, tra le quali
quella di non lavorare da sola, a
questo punto sia la mia referente
che la responsabile del personale mi hanno detto più volte di
fare ricorso contro tale giudizio,
il ché mi sembra già anomalo e
contraddittorio. Inoltre le faccio
presente che alla mia richiesta
di un conteggio dei giorni di malattia per evitare lo sforamento
previsto dalla legge, mi è stato
dato per telefono dopo aver sollecitato più volte e trascorsi più di
2 mesi quando ormai avevo già
sforato. Mi sono cosi rivolta al
sindacato per avere un supporto.
La persona che ha seguito il mio
caso mi ha consigliato di fare un
prospetto in
base al mio stato di salute del
lavoro che avrei potuto svolgere
all’interno della cooperativa e in
specifico al centro diurno, (faccio presente che la mia invalidità è arrivata al 100%). Dopo
aver messo per iscritto tali prospetti, fatti in maniera da non
rimanere in turno da sola per
un fatto anche di responsabilità in quanto se mi fossi sentita
male gli utenti sarebbero stati
abbandonati a se stessi trattandosi di persone che non sono
nemmeno in grado di effettuare
una telefonata, questi prospetti
non sono stati nemmeno presi
in considerazione. A seguito di
tutto ciò la cooperativa mi ha
proposto una buonuscita pari a
3 mensilità, a questa proposta il
sindacalista ha fatto presente il
mio stato di indigenza, di salute
(sono in attesa di trapianto) e
che sono sola con un figlio minore, la riposta è stata che non
è un vostro problema. Sono
stata costretta per bisogno ad
accettare quella miseria.
Signor Presidente, è questo lo
spirito di una cooperativa sociale
come la Dolce?
Spero in una risposta visto che
da circa 3 mesi chiedo di poter
parlare con lei e vengo ignorata
puntualmente dalla sua segretaria e non solo, l’ultima volta mi
ha fatto chiamare dal suo capo
del personale la quale mi ha detto esplicitamente che non mi farà
mai ricevere.
Ringrazio, comunque vada, il Direttore della testata per avermi
dato questa opportunità
IN FEDE
Susanna Morelli
L’onorevole Claudio Scajola
ovvero cose turche che capitano solo ai politici italiani
Era accaduto al parlamentare del
PdL, l’onorevole sbadato Claudio
Scajola, di comprare un appartamento di pregio a Roma, proprio
di fronte al Colosseo. Lui l’aveva
pagato 600mila euro, gli sembrava un buon affare, per 180 metri
quadri e l’aveva preso. Poi si scopre che l’appartamento in verità
costava un milione e mezzo di
euro, così stava scritto sul compromesso. E la domanda è: chi
ha pagato la differenza? Cerca e
ricerca ecco che salta fuori che
l’imprenditore Diego Anemone
(scandalo appalti per il G 8 in epoca Berlusconi), per farsi benvolere
dall’onorevole Scaiola, decide di
fargli una sorpresa: gli fa lo scherzetto di pagare al suo posto la differenza. Così lo stupefatto Scajola
si ritrova un appartamento di lusso
al prezzo di uno popolare. Stupore! Meraviglia! Incredulità! Scajola cade dalle nuvole: come si è
permesso Anemone di farmi uno
scherzo del genere? Perbacco,
ma io lo denuncio! Non ne sapevo
assolutamente nulla! Che figura ci
faccio? Anemone ha pagato al mio
posto, assolutamente a MIA INSAPUTA!!! Lo giuro. Onorevole, noi
le crediamo sulla parola. Anche
a me è successa la stessa cosa
l’anno passato: mi ero comprato
una Panda a metano e mi arriva
a casa una Porsche Turbo 555 da
centomila euro: che dovevo fare?
Avendo io già versato il saldo di
novemila euro, mi sono tenuto la
Porsche e buonanotte. Qualcuno
mi ha fatto un regalo a MIA INSAPUTA. Che male c’è? D’altra parte
Scajola all’epoca era Ministro per
lo Sviluppo Economico: ovvio che
abbia provveduto subito a sviluppare la SUA personale economia.
Un altro pezzo grosso cui è ca-
pitata una cosa turca è il Sottosegretario del Governo Monti,
tale Carlo Malinconico: l’estate
passata è andato in vacanza,
come tutti i comuni mortali, ed
ha scelto un Hotel 5 stelle a Porto Ercole. Al momento di pagare
s’è accorto che qualcuno aveva pagato il conto al posto suo.
Migliaia di euro, cari miei, mica
la pensioncina a Gatteo Mare.
E poi salta fuori che anche nel
2007 e 2008 il triste Malinconico
s’era ritrovato le vacanze pagate. Aveva chiesto alla reception
e gli avevano detto: “Il conto è
già pagato, signore”. “Pagato da
chi, per Diana?” aveva gridato
lui. “Non so, signore”. “Ho diritto
di pagare io! Quant’è il conto?”,
aveva strillato. “19.870 euro,
signore. Ma non si preoccupi,
tutto è già saldato”. E così, più
Malinconico che mai, era tornato a casa in lacrime per non
aver potuto pagare. Quando
però salta fuori che tutti ‘sti conti
li aveva pagati tale Francesco
Maria Piscitelli, un imprenditore
che ha fatto i soldi con gli appalti per il terremoto dell’ Aquila e i
mondiali di nuoto a Roma, allora i soliti malpensanti cominciano a dubitare. Vuoi vedere che
anche nel Governo Monti, tutta
gente onestissima, serissima
e intelligentissima, c’è qualche
mela marcia? Fatto sta che, così
come lo Scajola s’era dimesso
da Ministro nel 2010, così il Malinconico s’è dimesso da Sottosegretario nel 2011. Ora siamo
giunti al 2012, resta la curiosità
su chi sarà il prossimo che scoprirà che qualcuno gli ha pagato qualcosa, a SUA INSAPUTA,
naturalmente. Se tra i lettori di
BNB c’è qualcuno cui è capitata
una disgrazia simile, lo scriva in
Redazione per favore.
Rose Mary Georgini
Ex-Sottosegretario del Governo Monti, Carlo Malinconico
www.buonenotiziebologna.it
L'onotevole Elsa Maria Fornero
po’ che i licenziamenti saranno più
facili, vero? Bel modo per aiutare i
lavoratori! Poi la Ministra dice che il
POSTO FISSO non è più un diritto
e che i giovani devono abituarsi a
fare i precari. Peccato che la figlia
della Ministra, la 37enne SILVIA
DEAGLIO di posti fissi ne abbia
ben due, di cui uno come Docente
all’Università di Torino, l’altro come
Ricercatrice bla bla bla. Bravissima questa figlia di Ministra, nulla
da dire! Ha ben 93 ricerche pubblicate in sedici anni, un vero record!
È ovvio che essere figli di qualcuno
è molto utile per diventare qualcuno! Come Piersilvio, Marina e altri
vari BERLUSCONI che tutti quanti
hanno fatto e faranno certamente una carriera luminosa, guarda
caso! E pure LAPO ELKAN, che fa
parte della categoria degli AGNELLI, pur avendo finora un ottimo curriculum di stronzate che ha fatto
qua e là nel mondo, vedrete che
farà strada e di sicuro non resterà
precario! Scommetto che lo troveremo Presidente della FERRARI,
non appena LUCA CORDERO di
Montezemolo deciderà di lasciargli
il giocattolo. Insomma, la Ministra
Fornero ha la lacrima facile e la
chiacchiera torrenziale, non priva
di cavolate, pur essendo certissimamente un’ottima Ministra. Lo è da
circa tre mesi e delle sue chiacchiere in libertà NON SE NE può più!
Perciò, emerita Ministra, più fatti e
meno parole!
6
Economia & Lavoro
BNB
1 Marzo 2012
Lo “Stato sociale”: nascita, evoluzione e… morte?
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5. Il lavoro e la flessicurezza come argine alla crisi e fattore di riequilibrio fra generazioni
Come si può cominciare a intravedere dalle informazioni che arrivano tramite i media, il “lavoro” sembra essere diventato l’obiettivo
comune ed il ritorno ai fondamentali dell’industria un must senza il
quale la crisi potrebbe perpetuarsi
all’infinito. Dopo aver posto in atto
politiche di salvaguardia del sistema bancario minato alle fondamenta dalla finanziarizzazione ed
aver definito gli equilibri di bilancio
come l’argine di sicurezza per il
futuro, ci si sta rendendo conto
che un’economia capitalistica è
senz’altro destinata prima al declino e poi alla morte, senza una
crescita continua e sostenuta, basata sui fondamentali pilastri della produzione industriale. È dalla
crescita, infatti, che viene prodotta
la ricchezza da suddividere fra le
persone e con cui queste possono vivere e prosperare e sostenere il sistema capitalistico. Nei
paesi industrializzati, infatti, oltre
il 70% dello sviluppo proviene dai
consumi delle persone. La preca-
rietà, che sembrava il toccasana
per facilitare la vita delle imprese
e far tornare alti i profitti, si sta dimostrando un boomerang, poiché
le persone in stato di precarietà,
sentendosi continuamente in stato
di insicurezza, non consumano e
quindi non creano quel ciclo virtuoso di lavoro, creazione di ricchezza, consumo, produzione di
beni, ecc. che è alla base delle
economie occidentali. Si sta quindi cercando, non solo in Italia, di
cambiare le regole del mondo del
lavoro, per evitare che chi è dentro al circuito sia sempre garantito
e chi ne è fuori non riesca mai ad
entrare e, se entra, lo fa da precario con i problemi sopraddetti. Due
sono gli obiettivi che ci si stanno
ponendo:
- fare in modo che chi perde il lavoro, gli sia garantita la possibilità
di trovarne un altro;
-fare in modo che sia più facile
entrare nel mondo del lavoro per i
giovani e che questi possano contare sulla certezza che il loro lavo-
ro diventi stabile (non precario) in
un tempo ragionevole (3 anni).
È il tipico sistema della “flessicurezza”, cioè della flessibilità sia in
entrata che in uscita e della garanzia che questa flessibilità, che
vuol dire possibilità di licenziare
da parte di un’azienda che si trovi in difficoltà, si coniughi con la
sicurezza per i lavoratori di avere
un salario garantito per un certo
periodo di tempo, in attesa di una
nuova collocazione. Quindi lo Stato dovrebbe garantire al lavoratore
un salario di copertura in caso di
perdita dell'impiego, aiutandolo
però a cercare un nuovo lavoro di
pari qualifica in tempi brevi, riducendo così i costi per la collettività.
Questo permetterà alle persone,
di poter vedere il futuro più stabile
e garantito (anche se questo non
è una garanzia del posto di lavoro
o il reintegro, come avviene attualmente per la cassa integrazione)
e quindi di pianificare la propria
vita e, in ultima istanza, mantenere un adeguato livello di consumi
a sostegno dell’economia e della
crescita. Quali sono le condizioni
perché questo avvenga? Prima di
tutto occorre che lo Stato si faccia
carico del sostegno dei lavoratori
in caso di crisi e della spinta alla
crescita dell’economia, per garantire la creazione di nuovi posti di
lavoro su cui ricollocare i lavoratori espulsi o i giovani in cerca di
nuova occupazione. Secondariamente occorre che le parti sociali
condividano gli obiettivi di riequilibrio generazionale, insiti in questo meccanismo, senza arroccarsi
dei posti di lavoro secondo metodi tradizionali, non sostenendo
un ricambio generazionale. Uno
stato esempio è la Danimarca,
dove il lavoratore espulso riceve il
90% del salario per 1 anno e poi
a scendere fino a 2 anni, tempo
sufficiente a trovare un nuovo impiego. Nel periodo, lo Stato, mette
in atto politiche di “formazione” dei
lavoratori, in attesa di nuova occupazione, così da poter fornire
loro nuove professionalità, in linea
con il mondo produttivo che cambia con enorme rapidità. Inoltre,
lo Stato, garantisce un impegno
anche ai giovani pronti per entrare nel mondo del lavoro, indirizzandoli nelle scelte educative più
adeguate al cambiamento degli
scenari produttivi e favorendo il
loro ingresso nel mondo del lavoro con un obiettivo di stabilità nel
breve periodo (2-3 anni). A conti
fatti questo meccanismo è assolutamente vantaggioso per le casse
dello Stato che, fornendo sicurezza, crea però opportunità e certezze alle persone che lo “ripagano”
con creazione di ricchezza. Si può
quindi parlare di un “investimento” dello Stato nello sviluppo delle persone e nell’economia, con
costi sempre inferiori ai successivi ricavi. Naturalmente l’avvio di
una macchina di questo tipo non
è né indolore né a basso costo.
Trattandosi appunto di un investimento, prevede un ritorno nel
medio-lungo periodo (almeno una
decina d’anni), ma dà la certezza
della positività di tale ritorno sia
dal punto di vista economico che
sociale. Fatti i conti per il sistema
Italia, l’investimento dovrebbe aggirarsi sui 70-120 miliardi di EURO
in 5 anni per mandare la macchina
a regime e si potrebbero vedere
dei risultati in una decina d’anni.
Da dove prendere tutti questi soldi
in una situazione debitoria come
quella italiana? Fortunatamente
esistono più opzioni su cui fare
valutazioni:
a. creare un fondo di liquidazione basato sul patrimonio immobiliare dello Stato, attualmente
improduttivo;
b. utilizzare una parte dell’enorme
risparmio delle famiglie creando
prodotti finanziari ad hoc che incentivino le persone a comprare
quote di tale fondo, prevedendo
guadagni a lungo termine garantiti
dallo Stato;
c. ridurre drasticamente (come forse, finalmente, si sta cominciando
a fare) l'evasione fiscale italiana.
Ognuno di questi tre sistemi (che,
fra l’altro, potrebbero andare benissimo in parallelo) dovrebbero
consentire di ricavare molto di più
di quanto necessario a mettere
in moto la macchina economica
(qualcuno ha azzardato la cifra di
almeno 400 miliardi di EURO); la
parte residuale dovrà essere destinata alla riduzione del debito
e quindi al riequilibrio del bilancio. Come si vede le strade per
eliminare una grave piaga come
la precarietà e rimettere equilibrio esistono e sono percorribili;
è sufficiente avere la volontà politica per farlo e seguire la strada
senza tentennamenti ma facendo
capire alle persone che si sta costruendo per il futuro dei nostri figli
senza distruggere nulla di quello
che attualmente esiste. Questa è
la scommessa dei prossimi mesi e
speriamo che i nostri governanti lo
capiscano e ne sia consci. “Buon
lavoro”!!
di innovazione, qualità e presenza
all’estero e alle politiche di supporto della Regione. Seppur esistano
elementi di debolezza, come un
ritardo d’innovazione in ambito
Information Technology e organizzativo e una domanda interna
ancora poco sofisticata, le imprese della Regione appaiono pronte a reagire alla crisi degli ultimi
anni, ma solo a patto che puntino
sull’innovazione. In questo senso,
la presenza di un operatore come
Microsoft sul territorio regionale
genera importanti ricadute economiche sull’ecosistema di partner.
Dal modello sviluppato da NetConsulting emerge che l’impatto
percentuale delle vendite legate
a prodotti Microsoft sul valore della spesa Information Technology
sostenuta dal totale delle aziende attive in Emilia-Romagna. Ciò
evidenzia un impatto significativo
sull’economia regionale e riconosce l’importanza della specializzazione dei partner Information
Technology. Microsoft si impegna
proattivamente per promuovere l’evoluzione di un ecosistema
di partner qualificati in grado di
rispondere alle esigenze delle
aziende e delle amministrazioni
locali e di farsi fautore dell’innovazione di tutto il territorio regionale.
Gianni Cacchiani
INFORMATION TECHNOLOGY:
Un'impresa su dieci è in Emilia-Romagna
In Italia un’impresa su dieci di
Information Technology, si trova
in Emilia-Romagna. Il settore in
regione, comprende oltre 6.500
imprese, poco meno del 9% delle aziende Information Technology nazionali per un totale di
circa trentaquattromila addetti,
corrispondente al 9% della forza
lavoro del comparto a livello nazionale. Nonostante la situazione
di crisi, il trend delle imprese attive
nel settore Information Technology
in Emilia-Romagna è positivo, registrando negli ultimi anni, tassi
di crescita costanti. I dati emergono da una ricerca condotta sugli
operatori Information Technology
emiliano romagnoli e presentata
durante il convegno "Le aziende di
Information Technology in EmiliaRomagna - L’ecosistema per l’innovazione in regione". L’indagine
- commissionata da Microsoft a
NetConsulting e realizzata in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e con diversi partner
Microsoft rappresentativi delle va-
rie aree di business - si è proprio
posta come obiettivo la valutazione dell’impatto dell’adozione di soluzioni Information Technology sul
contesto economico dell’EmiliaRomagna, analizzando il contributo di queste aziende per l’innovazione delle imprese della Regione.
Lo studio mette in luce come l’adozione di soluzioni Information
Communication Technology giochi
infatti un ruolo fondamentale di
supporto alla crescita, con ritorni
immediati in termini di efficienza
ed efficacia dell’attività di business
e da qui l’importanza nel promuovere e veicolare l’innovazione
di aziende locali, soprattutto di
medie e piccole dimensioni. «La
diffusione della tecnologia anche
nelle piccole e medie imprese è
fondamentale: c’è una convenienza di fondo nell’aggiornamento
e nella ricerca tecnologica che
è patrimonio comune dei nostri
imprenditori. A fine anno, abbiamo chiuso il secondo bando per
passare dai distretti produttivi ai
distretti tecnologici, con il quale
abbiamo stanziato 12,5 milioni di
euro, finanziando 16 programmi.
Le risorse servono per finanziare
anche un primo anno di lavoro per
oltre 300 ricercatori». Dalla ricerca
emerge che la spesa Information
Technology sostenuta da imprese
e utenti finali nella Regione, mostra un trend più dinamico rispetto
a quello nazionale, grazie alla crescente propensione delle aziende
verso l’innovazione tecnologica,
così come all’incremento della penetrazione della tecnologia presso
le famiglie. La ricerca dipinge l’Emilia-Romagna come una regione
virtuosa, che nonostante risenta
della delicata fase economica,
presenta dinamiche di crescita
generalmente migliori rispetto a
quelle nazionali. L’economia regionale appare complessivamente
più solida, con impatti positivi sul
sistema imprenditoriale e occupazionale, grazie alle strategie
messe in atto negli ultimi anni dal
sistema produttivo locale a favore
M.T.
1 Marzo 2012
Offerte di lavoro
Provincia di Bologna
Centro per l’impiego di San Giovanni in Persiceto
Offerta valida fino al 9/03/2012
Mansione: Disegnatore meccanico
Luogo di lavoro Anzola dell’Emilia
etàdai 18 al 30 anni
Contratto TIROCINIO
Per candidarsi inviare curriculum
via mail [email protected]
Centro per l’impiego di Zola
Predosa
Offerta valida fino al 18/03/2012
Mansione: Tornitore CNC
Gestione in autonomia della commessa di asportazione truciolo;
attrezzaggio torni CNC da barra o
robot con programmazione bordo
macchina ISO; attività di manutenzione dei macchinari affidati
Luogo di lavoro Casalecchio di
Reno (BO)
Caratteristiche candidati Esperienza
nel settore della metalmeccanica.
Conoscenza Pacchetto Office Word, Excel
Patente B e mezzo proprio
Per candidarsi Contattare l’azienda ESCLUSIVAMENTE attraverso
mail inviando il curriculum a:
[email protected]
Offerta valida fino al 15/03/2012
Mansione: Assistente sociale abilitato alla professione
Contenuti e contesto del lavoro
Studio sociale del caso e analisi del
fabbisogno dell’utenza, gestione
dei servizi sociali e socio-sanitari;
impostazione servizio informativo,
bilancio, relazioni, delibere e piani
di programma; responsabilizzazione dell’utenza, della famiglia e
della collettività per creare opportunità di miglioramento/risoluzione della situazione problematica
Luogo di lavoro Casalecchio di
Reno (BO)
Formazione Laurea in Servizio
Sociale e Albo B oppure Albo A
Caratteristiche
Automunito/a;
Esperienza professionale certificabile di almeno 6 mesi nell’ambito dei Servizi Sociali
Contratto Tempo determinato
Conoscenze Pacchetto Office Posta Elettronica
Per candidarsi Compilare il form
sul sito www.societadolce.it
Offerta valida fino al 14/03/2012
Mansione: Addetto/a alle Macchine Utensili Frese CN 3 assi
Programmazione CNC Fanuc
Luogo di lavoro Sasso Marconi (BO)
Caratteristiche candidati è richiesta esperienza nella programmazione CNC
Conoscenza
Programmazione
Cad e disegno meccanico
Per candidarsi Inviare curriculum
tramite e-mail:
[email protected]
Offerta valida fino al 10/03/2012
Mansione: Addetto/a alle pulizie
Luogo di lavoro Sasso Marconi
(BO)
Contratto a chiamata
Per candidarsi Compilare il form
sul sito www.societadolce.it
Contattare il Sig. Giovanola Andrea al numero 328.8286714 o
inviare il curriculum vitae tramite
e-mail: [email protected]
Centro per l’impiego di Minerbio
Offerta valida fino al 15/03/2012
Mansione: Pulitore di locali
Contenuti e contesto del lavoro
Pulizie di uffici-scale-ambulatorifabbrica con attrezzature idonee.
Luogo di lavoro Budrio - Castenaso - Granarolo dell’Emilia (BO)
Caratteristiche candidati Patente
B - Automunito/A
7
Contratto tempo determinato
inviare curriculum via fax al n.
051.0457673 oppure via mail:
[email protected] oppure compilare il form
http://www.ab-services.it
luogo di lavoro Porretta Terme (BO)
contratto tempo determinato - apprendistato
Inviare il curriculum tramite
e-mail:
[email protected]
Centro per l’impiego di Porretta
Terme
Offerta valida fino al 12/03/2012
Mansione: Addetto alla Segreteria
Formazione Diploma sms
Contenuti e contesto del lavoro buona - ottima Conoscenza
informatica Pacchetto Office
Word Ecxel prioritario per i candidati il domicilio nel comune di
Porretta Terme
Offerta valida fino al 12/03/2012
Mansione Sarto
Contenuti e contesto del lavoro
Realizzazione di abiti da cerimonia
Luogo di lavoro Gaggio Montano (BO)
Conoscenza Esperienza Sartoriale Contratto Tempo Pieno
Inviare il c.v al Cip di Porretta Terme
al numero 0534.22276 o per e-mail:
[email protected]
www.buonenotiziebologna.it
BNB
Offerte di Lavoro
8
Auser
BNB
1 Marzo 2012
w w w.italianoperimmagini.it
www.buonenotiziebologna.it
2012: il volontariato Auser
per l’invecchiamento attivo
Si stima che entro il 2050 nell’Unione Europea il numero delle persone oltre i 65 anni d’età
crescerà del 70%, mentre quello
delle persone oltre gli 80 aumenterà del 170%. Dati che fanno ben
riflettere non solo sulla necessità
di ripensare e innovare le politiche sulla non autosufficienza, ma
anche sull’importanza di promuovere un invecchiamento attivo
e positivo e favorire l’apprendimento permanente come risorsa
essenziale dello sviluppo civile e
sociale della comunità.
Per questo il Parlamento Europeo ha dichiarato il 2012 “Anno
Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà tra le Generazioni”, lanciando a politici e
amministratori degli stati membri
l’importante sfida di migliorare le
possibilità dei cittadini di invecchiare restando attivi e di condurre
una vita autonoma.
Temi, questi, da sempre centrali nel volontariato Auser, che da
vent’anni opera per valorizzare il
ruolo dell’anziano quale soggetto attivo per la comunità, promotore di cultura, portatore di storia
e di memoria da trasmettere alle
nuove generazioni. “Noi siamo i
volontari della memoria, portiamo
avanti i ricordi, perché le stragi
non vanno dimenticate - racconta
Edda Rossi, volontaria Auser da
anni impegnata a guidare gruppi
e scolaresche attraverso Sacrario
di Marzabotto e il Parco di Monte
Sole - Ogni giorno il nostro gruppo
di volontari conduce oltre duecento visitatori attraverso i luoghi della
memoria e della Resistenza. Por-
tiamo avanti questo impegno con
grande passione, soprattutto con
i giovani e le scolaresche, perché
loro sono il futuro”.
Ed emblema dell’impegno di
Auser nella promozione e trasmissione della cultura è Odette
Righi, recentemente premiata
dall’associazione. Pedagogista,
scrittrice, narratrice, poetessa,
il “Microcredito per la casa”
Un progetto di Auser, ASP e Emil Banca
Un progetto di microcredito espressamente dedicato alle problematiche abitative. Dopo gli ottimi riscontri del progetto “Microcredito alla
Persona”, Emil Banca, ASP Poveri
Vergognosi, Comune di Bologna
e Auser lanciano il “Microcredito
per la casa”, che prevede l’erogazione di piccoli prestiti finalizzati a
intervenire concretamente a favore
delle famiglie in situazione di difficoltà economica temporanea, per
risolvere problematiche legate al
mantenimento della casa. Dal pagamento dell’affitto, a quello delle
utenze domestiche.
Il progetto, destinato a coloro che
non possono accedere ai canali di
credito tradizionali, prevede l’erogazione di prestiti fino ad un
massimo di 5mila euro, con
un tasso di interesse fisso del
3,25% e un piano di ammortamento con durata massima di
48 mesi.
Per presentare
la richie-
sta di “Microcredito per la Casa”,
le persone potranno rivolgersi ai
servizi sociali del comune di Bologna, ma anche all’ASP Poveri
Vergognosi o all’Auser che raccoglieranno le segnalazioni ed effettueranno una prima valutazione di
idoneità dei soggetti.
Come nel progetto di “Microcredito alla persona”, l’ASP realizzerà poi la prima valutazione sulla
possibilità di accedere al Micro-
credito; mentre Auser metterà a
disposizione due volontari, esperti finanziari, che valuteranno la
situazione economico-finanziaria
dei richiedenti e coordineranno la
stesura dell’istruttoria finanziaria.
Emil Banca, infine valuterà l’opportunità delle richieste di finanziamento presentate dagli altri
partner e, in caso di esito positivo, erogherà le somme richieste.
L’iniziativa, oltre a far fronte alle
difficoltà concrete di molte
famiglie, si propone di contrastare l’ampliarsi delle cosidette “sacche di povertà”,
prevenendo l’insorgere di
situazioni emergenziali attraverso la realizzazione
di piani di autonomia
e di educazione al
risparmio.
A.N.
Odette ha dedicato la vita alla
formazione dei giovani e, una
volta in pensione, ha scelto di
proseguire questo impegno in
modo estremamente originale:
attraverso la promozione dell’arte e della cultura dialettale quale
ponte tra generazioni, occasione
per molti anziani di ritrovare le
proprie radici, la propria storia.
“Quando sono andata in pensione ho sentito il bisogno di riavvicinarmi al dialetto per ripercorrere la mia storia, far rivivere i
ricordi. - racconta Odette - Così
ho iniziato a scrivere zirudele e
poesie ed assieme a mio marito
abbiamo fondato il centro culturale dialettale l’Archegenési”. Da
venticinque anni all’Archegenési
si fa teatro dialettale, conferenze
spettacolo, ma anche cori e musica d’altri tempi. Tra i cantanti
e gli attori molti anche i giovani,
che incuriositi hanno scelto di
mettersi in gioco e sperimentarsi
in questa originale forma d’arte,
riscoprendo una lingua e una
cultura apparentemente lontane.
“Con la nostra compagnia fatta di
giovani e anziani abbiamo portato le commedie e le canzoni bolognesi nei teatri della città, ma
anche nelle case di riposo, nei
centri, nei luoghi frequentati da
anziani - continua Odette - Per
molte persone, spesso sole, i
nostri spettacoli sono stati occasione per uscire di casa, socializzare e, perché no, anche
sorridere”. Ma il dialetto è anche,
soprattutto, un modo per trasmettere la storia ai giovani, perché, raccontare il passato senza
dialetto significa lasciar fuori una
gran parte di cultura.
“Ho vissuto così. - conclude Odette
- sono riuscita a fare tante cose e a
reagire alle difficoltà che la vita mi
ha messo davanti. Ho sempre avuto la voglia di scrivere e ho aiutato
tante persone attraverso la poesia,
l’arte e il teatro a tirare fuori quello
che avevano dentro, perché tutti
abbiamo qualcosa da raccontare”.
Promuovere l’invecchiamento attivo è proprio questo: valorizzare
ciò che di profondo e di bello c’è
dentro la storia, la vita di ognuno
di noi; non disperdere quel patrimonio di saperi e conoscenze di
cui la comunità ha sempre più
bisogno. E la sussidiarietà, di cui
tanto spesso oggi si parla, non
può prescindere dalla valorizzazione e dalla messa in rete di queste preziose risorse.
Annalisa Bolognesi
Digitalizzazione dell’archivio
dei processi per terrorismo
Un lungo percorso che servirà a
mettere online, a disposizione dei
cittadini, gli atti dei mille faldoni dei
processi di strage e terrorismo celebrati in Corte d’assise a Bologna.
A occuparsi della catalogazione e digitalizzare di tutti questi
documenti sarà un gruppo di
volontari dell’Auser di Bologna,
coordinati da un funzionario della
Corte d’Assise. In pratica i volontari informatizzeranno i faldoni dei
processi uno a uno e poi li riverseranno nell’Archivio di stato, in
modo tale da crearne un patrimonio che tutti gli interessati potranno leggere online.
Il progetto, partito su iniziativa
dell’Associazione dei familiari del-
le vittime della strage del 2 agosto
1980, è decollato grazie al Protocollo d’intesa firmato il 6 dicembre
scorso tra il Tribunale di Bologna e
l’Archivio di Stato.
“Si tratta di un progetto di forte interesse per la comunità bolognese
- ha sottolineato in una nota Paolo
Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime
del 2 agosto - Grazie a questa iniziativa sarà possibile conservare
la memoria dei gravi fatti di terrorismo e di eversione, giudicati dalla
Corte d’Assise, che nel corso degli
anni hanno segnato la città”.
Per informazioni:
[email protected]
Annalisa Bolognesi
w w w. p ro g e t t o d at a . i t
BNB
Barriere
1 Marzo 2012
9
Intervista a Lucia Vecere, dirigente dell'ACI
Presentiamo oggi un’intervista
con Lucia Vecere, dirigente dell’ACI (Automobile Club d’Italia), a
proposito della peculiare situazione italiana, per cui ad oggi nel
nostro Paese non è ancora stata
recepita la Raccomandazione Europea sul contrassegno standard.
Quest’ultima è datata 1998 e in
quasi quindici anni, l’Italia non è
ancora riuscita a percorrere fino
in fondo la strada per farla propria.
Sia quando abbiamo informato
i lettori a proposito dell’esistenza dell’utile sito internet Fiadisabledtravellers - il sito curato dalla
FIA (Fédération Internationale de
l’Automobile) che fornisce indicazioni precise sulle regolamentazioni adottate dai diversi Paesi in
merito a contrassegni auto e permessi di circolazione stradale per
le persone con disabilità.
Perché l’Italia non ha ancora
recepito la Raccomandazione
Europea sul contrassegno standard? A quanto tempo fa risale
la raccomandazione?
Il contrassegno europeo è stato
introdotto da una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione
Europea nel 1998, che prevede
che i contrassegni auto per le
persone con disabilità abbiano
caratteristiche uniformi e vengano riconosciuti da tutti gli Stati
Membri al fine di facilitare gli spostamenti in auto. In Italia, però, il
contrassegno non è stato ancora
adottato perché esisteva, fino a
poco tempo fa, una disposizione
di legge (l’articolo 74 del Codice in materia di protezione dei
dati personali, di cui al Decreto
Legislativo 196/03) che stabiliva
che “i contrassegni rilasciati a
persone invalide utili per la circolazione e la sosta dei veicoli
devono contenere soltanto
i dati indispensabili ad individuare l’autorizzazione
rilasciata, senza l’apposizione di simboli o diciture
dai quali può desumersi la
speciale natura dell’autorizzazione per effetto della
sola visione del contrassegno”. Questa disposizione,
garantista della privacy,
non consentiva però l’adozione del contrassegno
europeo, perché lo stesso
presenta come immagine
una carrozzina per la deambulazione su sfondo
azzurro, facilmente riconducibile alla disabilità. In
seguito si è creata una
situazione difficile perché
molti Comuni, nell’intento
di applicare la legge, hanno rilasciato contrassegni anonimi che però poi non venivano
riconosciuti dalle forze di polizia
e dai vigili di altri Comuni italiani
e, ancor meno, dalle città estere.
Com’è cambiata ora la situazione?
Con l’entrata in vigore della Legge 120/10 di modifica del Codice
della Strada, si è dato il via al superamento dell’empasse giuridica.
Infatti, l’articolo 58 di tale norma
stabilisce che il contrassegno per
invalidi non debba contenere diciture dalle quali possa essere
individuata solo la persona fisica
interessata, facendo salvi simboli
che richiamino la disabilità.
Ora, con La legge 120, è possibile per il nostro Paese recepire la
Raccomandazione Europea che
invita a rendere omogenei i contrassegni per disabili nell’Unione,
aggiungendo anche l’Italia agli oltre quindici Paesi che già hanno
adottato quel documento.
C’è una qualche apertura in
questo senso?
Esistono aperture in questo senso
ed una generale sensibilità. Ma proprio mentre sembrava riattivarsi un
processo positivo, la crisi, che ha originato l’insediamento di un governo
tecnico in Italia, ha posticipato a una
fase successiva tale priorità, come
quelle relative ad altri interventi.
L’ACI ha fatto delle pressioni
perché si arrivi al contrassegno
standard?
Negli ultimi anni l’ACI ha svolto
una rilevante attività di sensibilizzazione sul territorio in materia di
effettivo esercizio del diritto alla
mobilità delle fasce deboli
- al fine di una loro effettiva
integrazione nella società così come sono considerate
dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo gli anziani, gli
extracomunitari e le persone con disabilità. Ha infatti
avviato un progetto, denominato ACI per il Sociale,
che si propone di realizzare,
in via sperimentale, presso
alcuni Uffici Provinciali e
con il supporto di alcuni Automobile Club locali, servizi
informativi mirati ed eventi
di informazione e sensibilizzazione.
A livello nazionale, poi, l’ACI partecipa già da tre anni
alla Giornata di Sensibilizzazione per l’Abbattimento delle Barriere (non solo
fisiche, ma anche culturali) per
le persone con disabilità, organizzata dall’Associazione Fiaba,
con il patrocinio della Presidenza
del Consiglio e nota come Fiaba
Day. E ancora, è stata da qualche mese attivata sul sito web
dell’ACI, nella sezione Al servizio
del cittadino, una voce dedicata
alle persone con disabilità, in cui
sono reperibili molte informazioni
in materia di pratiche, esenzioni e
facilitazioni. Infine, l’ACI ha reso
consultabile in lingua italiana il
sito Fiadisabledtravellers.it
Fondo Regionale Disabili
Prende il via la Conferenza Territoriale Socio-sanitaria
Per l’integrazione dei servizi
per le persone con disabilità la
Provincia di Bologna programma unitamente ai servizi sociosanitari, le modalità di utilizzo
del Fondo Regionale Disabili
(FRD) che riceve dalla Regione.
Nel triennio di programmazione
2011-2013, il FRD ha complessivamente
assegnato
alla Provincia 7.961.863
euro, vale a dire importi
annui di 2.653.954 euro.
Nel documento provinciale
di Programmazione delle
risorse Fondo Regionale Disabili del 18 ottobre
2011 si è stabilito non solo
di proseguire il percorso di
collaborazione a livello progettuale realizzato finora,
ma anche di armonizzare
la programmazione in materia di istruzione e lavoro
con quella socio-sanitaria.
Se l’anno 2011 si è configurato come “anno ponte”,
in cui si è avviato il percorso, il 2012 è l’anno della
costruzione di una vera
e propria co-programma-
zione nell’ambito dell’Atto di Indirizzo e coordinamento provinciale
2011/2013, dal quale deriverà la
programmazione distrettuale sociosanitaria. Questa fase potrà essere
preceduta da una rilevazione dei
bisogni specifici nelle varie zone
del territorio provinciale e da un
confronto con tutti gli altri soggetti
presenti ai tavoli dei Piani di zona
socio-sanitari, per poi concludersi
con l’inserimento della programmazione del FRD nell’Accordo di
Programma previsto dal processo
di programmazione socio-sanitario.
Di tutto questo si è discusso oggi
nell’incontro dei componenti della
Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di cui fanno parte
Provincia (con l’assessore
alla Sanità e Servizi Sociali Giuliano Barigazzi,
che ne è il Presidente),
Comune di Bologna, Comuni capo-distretto dei
Distretti
socio-sanitari.
Sono inoltre invitati permanenti il Direttore dell’Azienda USL di Bologna, il
Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, degli
Istituti ortopedici Rizzoli,
un rappresentante nominato dall’Università di Bologna, e uno della Giunta
del Nuovo Circondario di
Imola (a cui partecipano,
analogamente, il Presidente del Nuovo Circondario Imolese ed i vertici
dell’Ausl per quel territorio).
L’assessore provinciale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Giuseppe De Biasi, che ha partecipato alla seduta per promuovere,
assieme al collega Barigazzi, la
programmazione integrata, ha sottolineato come “questo percorso
rappresenti un passo avanti decisivo nella collaborazione fra i servizi provinciali che si occupano di
formazione e di lavoro e i servizi
socio-sanitari del territorio.
Una programmazione integrata
presuppone condivisione di lin-
Un viaggiatore italiano che si
reca all’estero, in Stati dove il
suo contrassegno non è riconosciuto, che tipo di documenti
deve fornire e dove deve rivolgersi per ottenerli?
Per ogni Stato la risposta è diversa. In alcuni casi basta un cartellino di autorizzazione che si affianca a quello nazionale e che viene
rilasciato dalle autorità locali che
si occupano della circolazione,
ma la risposta - come detto - varia
caso per caso ed è in ogni caso facilmente reperibile sul sito appena
citato Fiadisabledtravellers.
Chi ha preso una multa all’estero
a causa del contrassegno italiano
non valido come deve comportarsi? Può fare ricorso? Nei confronti di chi? Quale procedura si
apre? E intanto deve pagare?
Non conosco la casistica in materia perché fino a oggi non sono
pervenute segnalazioni in merito.
Rispondo perciò in via teorica, basandomi sulla conoscenza generale relativa alle contestazioni transfrontaliere delle contravvenzioni.
Deve essere sempre garantito il
diritto di difesa e perciò è sempre
ammissibile il ricorso, in genere
all’autorità che opera la contestazione o a quella segnalata nel
verbale di notifica della stessa, nei
termini e modalità comunicati.
La comunicazione dovrebbe avvenire nella lingua del trasgressore,
per garantire la comprensione della
contestazione stessa. Per quanto
concerne il pagamento preventivo,
spesso è richiesto, ma dipende dalla disciplina vigente nel Paese dove
è stata commessa l’infrazione.
B.P.
guaggi, obiettivi e strumenti di
lavoro: va dunque costruita attraverso un percorso che parte dall’analisi dei fabbisogni, dalla messa
in rete delle risposte e delle risorse, dalla condivisione di luoghi di
concertazione con il territorio e
tutti i suoi attori, coinvolgendo le
persone con disabilità che di questa innovazione devono essere le
principali fruitrici.
In un momento di crisi economica
come quello che stiamo vivendo,
programmare assieme le politiche
territoriali e l’utilizzo delle risorse
può essere la chiave di volta affinché la pubblica amministrazione,
anche in collaborazione col privato
sociale, garantisca servizi di qualità ai cittadini.”
R.M.
Contrassegni disabili
Cambiano le procedure per il rinnovo dei contrassegni temporanei disabili, ovvero rilasciati per
un periodo inferiore ai 5 anni. I
contrassegni temporanei, a partire da quelli in scadenza dal 15
gennaio 2012, non saranno infatti più rinnovabili con il certificato
del medico curante.
I titolari di contrassegni rilasciati
per invalidità temporanea che,
alla scadenza, presentino anco-
ra gravi difficoltà di deambulazione, dovranno come prevede la
normativa nazionale sottoporsi
a visita del Settore Medico Legale dell’Ausl. La visita può essere prenotata presso qualunque
punto Cup, escluse le farmacie.
Nel nodo mobilità del sito del
Comune di Bologna è disponibile una scheda dettagliata e la
nuova modulistica per effettuare
la richiesta di rinnovo.
www.buonenotiziebologna.it
in Italia non c’è ancora il contrassegno europeo
10
Ambiente &
Territorio
BNB SPI
S ervizi
Pr i m a
I nfanzia
1 Marzo 2012
Nido
Sistema Integrato per la Gestione delle Anagrafiche
e delle Rilevazioni relative ai Servizi per la Prima Infanzia
www.virtualcoop.net
pensare all’ambiente Energia & risparmio
www.buonenotiziebologna.it
Alberi, oltre diecimila quelli messi a dimora
Un albero per ogni bambino. Sono
10.230 le nuove piante messe a dimora in Emilia-Romagna nel 2011
per altrettanti nuovi nati: aceri, frassini, carpini, querce ed altre varietà
locali. L’iniziativa avviene grazie alla
Regione che mette a disposizione dei
Comuni che ne fanno richiesta piante
provenienti dai vivai forestali regionali
Zerina di Imola, Castellaro di Galeata
(FC) o dalla struttura convenzionata
Scodogna di Collecchio (PR).
“Si tratta di un intervento promosso
da una legge nazionale che questa
Regione sostiene con convinzioneha commentato l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda - è
un modo semplice, ma concreto di
pensare all’ambiente in cui viviamo,
aumentando la dotazione di verde
pubblico, migliorando la qualità della vita nelle nostre aree urbane. Il
fatto poi che la messa a dimora di
un nuova pianta venga legata alla
nascita di un bambino ne aumenta
il significato anche simbolico e può
servire ad aumentare il coinvolgimento e la sensibilità ambientale
delle nuove generazioni.” Nel 2011
i Comuni emiliano-romagnoli che
hanno aderito all’iniziativa sono
stati 74. Ad essi la Regione ha assegnato, grazie a uno stanziamento complessivo di 50 mila euro, un
contributo di 4,52 euro per ogni
pianta prelevata gratuitamente dai
vivai regionali e di 22,86 euro nel
caso l’albero provenga dalla struttura vivaistica convenzionata. Le
piante provenienti da quest’ultima
nel 2011 sono state 205 su 10.230.
Il Comune a sua volta ha il compito di comunicare alla famiglia del
bambino l’avvenuto “gemellaggio”.
Gli alberi messi a dimora nel 2011 si
riferiscono ai bambini nati nel 2009.
Quest’anno verranno piantati gli alberi per i bambini nati nel 2010.
P.F.
Servizio idrico e
la raccolta rifiuti
Migliorare e risparmiare con la riforma delle ATO
Quasi un milione di euro in meno
di costi di funzionamento, risorse
che ora saranno destinate a investimenti per migliorare il servizio
idrico e di raccolta rifiuti. È il primo effetto della riforma delle Ato,
prevista dalla legge regionale
23/2011 approvata lo scorso dicembre e che ha stabilito il superamento delle nove Ato esistenti
a vantaggio di un’unica Agenzia
per
tutta
l’Emilia-Romagna.
La Giunta regionale oggi ha stabilito i costi massimi di funzionamento della nuova Ato unica
quantificati in 3,9 milioni di euro,
il che significa oltre 970.000 euro
in meno rispetto alla somma dei
costi di funzionamento delle nove
realtà precedenti. Visto che, attraverso un’espressa clausola sociale, la legge regionale ha posto le
condizioni per garantire gli stessi
livelli occupazionali del passato, i
risparmi derivano da economie di
scala e dalla riduzione del numero delle posizioni dirigenziali.
“Questo risparmio è un primo positivo effetto di quanto previsto
dalla legge regionale frutto della
collaborazione con gli enti locali e
le parti sociali”, spiega Simonetta
Saliera, vicepresidente della Regione e assessore con delega alla
Regolazione dei Servizi Pubblici
locali. “Con l’ottimizzazione delle
spese di funzionamento - aggiunge Saliera - liberiamo risorse che
potranno essere utilizzate per investimenti per migliorare il servizio. Un’unica Ato, anziché nove,
sarà uno strumento formidabile
in mano ai sindaci per rendere
più forte il ruolo pubblico in settori
così delicati e di grande attenzione per i cittadini come l’acqua e i
rifiuti e avrà anche il merito di aumentarne la partecipazione, visto
che ogni Consiglio locale dell’Ato
dovrà assicurare la consultazione
delle organizzazioni economiche,
sociali, ambientali, sindacali e degli utenti”.
M.L.
Quattro scuole emiliano romagnole - delle province di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna sono state premiate per il concorso
“Enel Play Energy” edizione 2011,
la competizione che l’azienda elettrica dedica da otto anni al mondo
della scuola in Italia e nel mondo.
La consegna dei premi si è svolta
oggi a Bologna, presso l’Aula Magna della Regione, alla presenza
dell’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, mentre erano presenti per Enel
Luciano Martelli, (relazioni esterne
e territoriali area centro nord), Luigino Zuin (Customer service area
nord est), Roberto Nisci (responsabile rete elettrica Emilia Romagna
e Marche) e Piergiorgio Tonti (responsabile della Centrale Teodora di Porto Corsini a Ravenna). In
Emilia Romagna hanno partecipato
450 istituti scolastici per un totale di
20 mila studenti e 850 kit distribuiti,
i cui progetti sono stati giudicati, nei
mesi scorsi, da una giuria composta
da rappresentanti delle istituzioni,
della scuola e dei media.
I premi (stampanti a colori di alta qualità per ciascuna scuola) sono andati:
per la categoria Fantastica alla scuola
primaria di San Mauro Pascoli (ForlìCesena) con il progetto “Plastico del
mondo energetico ideale”; per la categoria Creativa alla scuola secondaria di 1°grado Don Milani di Grizzana
Morandi (Bologna) con il progetto
“SuperQuark Energetico”; per la categoria Illuminata alla scuola secondaria di 2°grado I.I.S Cavazzi Sorbelli
di Pavullo nel Frignano (Modena) con
il progetto “Fonti energetiche: uno
studio triennale”. Menzione speciale
è stata assegnata alla scuola secondaria di 1°grado E. Mattei di Marina
di Ravenna (Ra) con il progetto “Le
energie del territorio di Ravenna”.
«Educare, divertendo, le giovani
generazioni al risparmio energetico,
alla cura per l’ambiente e le sue risorse finite, ai benefici che la tecnica offre per migliorare la vita, sono
obiettivi di straordinaria importanza.
Obiettivi - ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - che, i
maniera diversificata, sostiene e
promuove anche la Regione EmiliaRomagna. Oggi vi sono degli aspetti
della vita quotidiana che sembrano
banali e scontati, ma che rivelano
la loro importanza soltanto quando
ci vengono a mancare. Quindi è
nostra responsabilità crescere ed
educare, fin dall’età scolare, i futuri cittadini ad avere una approccio
sostenibile con tutte le azioni che si
compiono ogni giorno».
Il Concorso ‘Play Energy’ punta sui
temi dell’energia, della scienza, della
tecnologia e dell’ambiente. Da 9 anni
sono questi gli argomenti che il progetto ludico-educativo gratuito di Enel
porta nelle classi di tutto il mondo. Con
un obiettivo importantissimo per il futuro del nostro Pianeta: diffondere tra i
giovani una cultura energetica responsabile, partendo dalla conoscenza
delle fonti e degli impianti per arrivare
alla distribuzione nelle nostre case e ai
corretti comportamenti di utilizzo.
È un impegno che ogni anno si rinnova coinvolgendo migliaia di studenti di ogni grado scolastico con
materiali on e off line e iniziative
sul territorio. L’edizione 2011-2012
di PlayEnergy conferma la sua formula consolidata e propone interessanti novità per avvicinare sempre
di più i bambini e i ragazzi, a scuola
come a casa, ai temi dell’energia
e della sostenibilità. In questa edizione si esplora le differenti realtà
energetiche di Brasile, Cile, Costa
Rica, Guatemala, Italia, Panama,
Romania, Russia, Slovacchia e
Stati Uniti.
Tutte le zone sismiche dell’Emilia-Romagna
A quanto pare (ma la cosa dovrebbe essere risaputa da tempo)
la terra può “tremare” anche in
Emilia Romagna. Ricordiamolo e,
per quanto possibile, diamoci una
regolata. Una bella documentazione di una quarantina d’anni fa
(stampata e diffusa dalla Camera
di Commercio di Bologna)
è più che mai d’attualità. Si
deve a due docenti universitari dell’epoca: i Professori Carlo Elmi (dell’Istituto
giacimenti minerari della
Facoltà d’Ingegneria) e Rodolfo Zacchi (dell’Istituto di
Geologia e Paleontologia
della Facoltà di Scienze).
Premesso che “il più antico
terremoto di cui si ha notizia nella nostra Regione,
risale all’anno 150 d.c.”. Vediamo
qualche passo della ricerca, presentato in maniera schematica.
Zona del piacentino. L’intera provincia di Piacenza è sismologicamente la meno attiva dell’intera
Regione Emila-Romagna.
Zona del parmense. Il grado si si-
smicità di questa provincia è sensibilmente la maggiore dell’intera
Regione.
Zona del reggiano. Datato il 1249
è il più antico evento segnalato.
Zona del modenese. Il massimo
sisma storicamente ricordato è del
1501. L’attività più intensa si manifesta nell’area appenninica
di Fanano, Piumalbo, Pieve Pelago e Pavullo.
Zona bolognese. I terremoti più antichi di cui si hanno
notizie certe, sia pure imperfette, risalgono agli anni
1174, 1229, e 1280.
Zona del ferrarese. I primi
eventi ricordati vanno dal
1234 al 1285. L’evento maggiore si ebbe intorno al 1570.
Zona del ravennate. Nella
zona sono segnalati i più antichi
terremoti della nostra regione,
risalenti ai primi secoli dell’era
volgare e soprattutto riferiti a Bagnacavallo, Castelbolognese, Brisighella ed Alfonsine.
Zona del forlivese. È la provincia in
cui si raggiunge il maggior grado
di sismicità dell’Emilia-Romagna.
L’interessante studio di Elmi e Zecchi, ricorda poi in maniera dettagliata la data dei terremoti che si
sono verificati nei Comuni delle varie provincie. Alle zone sismiche, la
nostra Regione dedicò un interessante convegno nell’ormai remoto
1981. Utile, infine, ricordare quanto
dovrebbe essere già noto: i terremoti sono un fenomeno inevitabile.
Quindi l’unica possibilità di difesa o
di contenimento di possibili effetti
disastrosi sta, parola degli esperti, in opportuni accorgimenti nella
costruzione di edifici, dighe ed affini. Uomo avvisato mezzo salvato.
Non a caso vari Comuni da tempo
stampano e diffondono opportuni
opuscoli d’educazione antisismica.
In uno di questi, già in apertura si
sottolinea: “Ricordarsi innanzitutto
che la migliore protezione è quella
di non lasciarsi prendere dal panico. I terremoti sono forti vibrazioni del suolo che si attenuano nel
giro di poche decine di secondi.
Se non si riesce a farsi sopraffare
dalla paura. In questo breve lasso
di tempo, la presenza di spirito ci
si può salvare”. Quindi, ripetiamolo, calma e sangue freddo e guai a
lasciarsi prendere dal panico.
Giuliano Vincenti
BNB
Speciale Donne
1 Marzo 2012
SpecialeDONNE 8 marzo 2012
11
Diritto
a lottare
per avere
un mondo
più libero
per tutte
e per tutti
non
www.buonenotiziebologna.it
a
Diritto
soffrire
violenza
in nessun
momento
della nostra vita
Diritto
ad avere
un lavoro
degno.
Diritto
all’equità
e al giusto
compenso
nel lavoro,
senza
discriminazione
Diritto
all’educazione
e alla parità.
Diritto
ad esprimere
liberamente
il proprio sesso
12
Speciale Donne
BNB
1 Marzo 2012
www.buonenotiziebologna.it
Io sono femminista perchè...
L’organizzazione
sociale
del
passato che vedeva nella storica subordinazione delle donne
all’uomo, l’unico modello di società possibile, ha significato per
decenni l’impossibilità di queste di
veder riconosciuti i più elementari
diritti di parità nei principali settori:
economici, legislativi e sociali.
Il movimento politico, culturale e sociale che ha rivendicato e rivendica
pari diritti e dignità tra donne e uomini viene chiamato femminismo. Il
femminismo è stato un movimento
complesso ed eterogeneo, che si è
sviluppato con caratteristiche peculiari in ogni paese ed epoca. Al suo
interno ci sono state diverse posizioni e approcci teorici, tant’è che oggi
si parla di femminismi. Nel nostro
paese, diventato Nazione solo nel
1861, la lotta per l’emancipazione
della donna rispetto al resto d’Europa è arrivata in forte ritardo anche
perché la rivoluzione industriale che
portò numerose famiglie dalle campagne alla città giunse solo verso la
fine del secolo XIX. Uno dei primi
obiettivi delle donne fu quello di rivendicare il diritto di voto, per essere parte attiva nelle decisioni politi-
che del paese Italia e nella seconda
metà dell’Ottocento nacquero i primi movimenti delle suffragette, così
chiamate perché rivendicavano il
suffragio femminile. Ai primi nuclei
femminili organizzati aderirono in
gli uomini partiti per il fronte, queste
lavorarono nelle fabbriche in loro
assenza assumendo ruoli chiave
nella società. Quando il conflitto finì
non fu più possibile negare loro il diritto di voto. Così, le donne italiane
«Se la sua funzione di femmina non basta a definire la
donna, se ci rifiutiamo anche di spiegarla con “l’eterno
femminino” ... dobbiamo ben porci la domanda: che cos’è
una donna?»
S. De Beauvoir “Il secondo sesso”, 1949.
un primo tempo le donne della media borghesia, alle quali si affiancarono successivamente le masse
femminili cattoliche e socialiste, ma
il movimento in realtà aggregò più
stratificazioni sociali poiché andava
smantellato il vecchio modello patriarcale e debellato il cliché della
condizione di subordinazione in cui
le donne erano tenute da un’educazione improntata sui falsi valori maschili, secondo i quali sarebbe stata
«naturalmente» inferiore all’uomo.
Un’eguale educazione impartita
fin dall’infanzia, senza distinzione
di sesso, avrebbe invece eliminato
alla radice tale problematica.
Durante il primo conflitto Mondiale
le suffragette dovettero sostituire
ottennero l’emancipazione giuridica
nel 1919 riuscendo a fare abolire
l’obbligo dell’autorizzazione del coniuge sulla gestione dei propri beni
fino a quel momento in vigore. Nel
1923 ottennero il diritto di voto alle
elezioni amministrative, ma questo
non trovò attuazione a causa della
riforma fascista degli enti locali di
quel nefasto ventennio. Si dovettero
attendere ancora decenni prima di
ottenere il diritto al voto che venne
infine riconosciuto nel 1945 con un
decreto dell’ultimo re d’Italia.
La seconda guerra mondiale è
finita,le elezioni del 2 giugno 1946
chiamano gli italiani a scegliere
tra la monarchia e la repubblica
e sanciscono per l’Italia stremata
l’inizio di un nuovo emozionante
periodo storico, ricco di fermenti e
di speranze. Le donne italiane votano per la prima volta; è giunto il
momento della scelta individuale,
un momento di forte affermazione
dei loro diritti.
Negli anni ’50 le femministe italiane lottarono per le riforme legislative e si schierano dalla parte delle
mondine e delle operaie conserviere molestate spesso dai padroni. Le donne riescono finalmente
ad affermare la propria forte personalità, capiscono di poter lavorare come un uomo e, soprattutto,
di avere dei diritti. I partiti investono sulla partecipazione femminile
alla politica italiana: tra i 365 deputati del primo governo, 21 sono
donne. Viene, forse per la prima
volta, reso attivo l’Articolo 3 della
Costituzione italiana che recita:
«Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali di fronte alla
legge, senza distinzione di sesso, di
razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali»
L’ideale di donna come moglie e
madre viene superato, e non si
può più tornare indietro Ormai il
cammino delle donne è segnato:
vogliono decidere da sole il proprio
destino. In diversi paesi nascono
associazioni, spesso affiliate ai
partiti di sinistra, con il compito di
promuovere l’emancipazione e di
tutelare i progressi già compiuti
nel campo della parità. Negli anni
’60 inizia la campagna per il diritto all’aborto in strutture sanitarie
non clandestine. L’autocoscienza
costituisce un momento di profonda riflessione sull’importanza
di essere donna. Il discorso verte
su vari temi: la sessualità, le loro
insoddisfazioni, le proprie aspirazioni, il rapporto con il marito, il
desiderio di essere sé stesse in
quanto donne.
I movimenti del ’68 dimostrano al
mondo intero che è possibile rivoluzionare la società per avvicinarla
ad un ideale condiviso. Negli anni
’70, anche grazie al movimento
femminista, passa in Italia la legge
sul divorzio e viene approvata la
legge sul diritto di famiglia. Negli anni successivi, infine, passa
l’emendamento che dichiara lo
stupro un reato e nasce anche la
Commissione Nazionale per le
Pari Opportunità.
Ricordiamoci che la data dell’8
marzo ricorda in realtà un bruttissimo giorno del 1908 in cui le operaie dell’industria tessile Cotton di
New York scioperarono per prote-
stare contro le terribili condizioni
in cui erano costrette a lavorare.
Lo sciopero durò per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario
Mr. Johnson, bloccò tutte le porte
della fabbrica per impedire alle
operaie di uscire. Allo stabilimento
venne appiccato il fuoco e le 129
operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme.
Data storica ed importante per le
battaglie femministe è sicuramente
quella del Primo Congresso Internazionale Femminile di Copenaghen nel 1910 in cui le rappresentanti delle associazioni femminili vi
presero parte e durante il quale l’8
marzo fu dichiarata Giornata Internazionale della Donna.
Molti uomini e anche molte donne,
quando sentono la parola femminismo mostrano un atteggiamento
difensivo o negativo. Ma le motivazioni di molte donne e anche
uomini per riconoscere essere
femminista sono:
Io sono femminista perché prima di
nascere donna, sono nata persona;
Io sono femminista perché credo
nella parità d’opportunità;
Io sono femminista perché sono
una donna;
Io sono femminista perché sono
uomo;
Io sono femminista perché quando
mi alzo alla mattina non devo chiedere il permesso per respirare;
Io sono femminista perché vorrei e
credo in un mondo senza violenza;
Io sono femminista perché da
quando ho 18 anni voto;
Io sono femminista perché scelgo
chi amare, sposare o convivere;
Io sono femminista perché sono
contraria a qualsiasi guerra;
Io sono femminista perché difendo la libertà di espressione;
Io sono femminista perché lavoro;
Io sono femminista perché ho il
mio conto in banca;
Io sono femminista perché difendo le donne, gli uomini, i bimbi,
gli anziani, le persone;
Io sono femminista perché penso
per me stessa;
Io sono femminista perché sono
casalinga;
Io sono femminista perché voglio
condividere col mio compagno
l’educazione dei figli;
Io sono femminista perché difendo la diversità culturale, politica,
sociale e sessuale;
Io sono femminista perché...
Le donne della Virtual Coop
1 Marzo 2012
MARLENE DIETRICH
La donna che sconvolse il cinema
Venere bionda, gambe chilometriche e occhi di ghiaccio, come
il suo cuore sul grande schermo.
Marlene Dietrich incantò le platee di tutto il mondo grazie a una
sensualità innata e al magnetismo
che sprigionava in qualunque
gesto (più che mai, nel modo di
tenere in mano la sigaretta); ma
soprattutto perché sapeva cantare in un’epoca in cui il cinema
andava trasformandosi, e alle dive
per essere tali non bastava più la
sola espressività. Già dalla prima
folgorante apparizione ne L’angelo azzurro (1930), sembrava possedere tutte le carte in regola per
entrare nell’immaginario collettivo
e restarci a lungo: attraente, affascinante, di talento. Disse di lei
lo scrittore Ernest Hemingway:
“Con la sola sua voce potrebbe
spezzarti il cuore. Ma ha anche
un corpo stupendo e il volto di una
bellezza senza tempo”. Ingaggiata
come nuova grande star dalla Paramount Pictures (in risposta alla
Mgm, che si era accaparrata Greta Garbo), la Dietrich poté presto
prendere le distanze da una Germania che stava pericolosamente
mutando, emigrare negli Stati Uniti e costruire lì la sua ascesa. Senza però rinunciare a portare con
sé il regista con cui aveva mosso i
primi passi e a cui resterà sempre
profondamente legata. L’unico in
grado di valorizzarne l’incredibile bellezza: Josef von Sternberg.
Insieme a Hollywood daranno
vita a sei pellicole, le più importanti delle rispettive carriere: Marocco (1930); Disonorata (1931);
Shanghai Express (1932); Venere
bionda (1932); L’imperatrice Caterina (1934); Capriccio spagnolo
(1935). Dopo quell’ultimo rullo di
pellicola, l’attrice verrà diretta da
autori come Frank Borzage, George Marshall, René Clair, Billy
Wilder, Alfred Hitchcock, Orson
Welles, Stanley Kramer, ma con
nessuno di loro sarà in grado di ri-
creare un sodalizio così viscerale.
Chi ha avuto modo di visitare il Berlin Filmmuseum, che oltre a vari
reperti personali ospita i vestiti più
celebri indossati dalla diva, sarà
rimasto senza fiato di fronte alla
lunghezza delle stoffe. Lo scandaloso smoking di Marocco, il tailleur
bianco da yachtman, l’abito di piume nere di Shanghai Lili, le grandi
scarpe, da soli trasmettono l’idea
di una figura divina e lasciano immaginare di aver avvolto un corpo
giunonico, perfetta incarnazione di
quella razza ariana in nome della
quale si sarebbero scatenati gli
orrori della guerra. Per non parlare degli oggetti che decoravano
l’esistenza della Dietrich, eccessivi, come quelli che il costumista Travis Banton e gli scenografi
della Paramount provvedevano a
realizzare per lei quando recitava. Toelette degne di una Regina,
specchi intarsiati, spazzole tempestate di pietre preziose, vestaglie
di seta, e un corredo interminabile
di valigie con cui era solita spostarsi. Viziata e coccolata come
ogni grande star, ciò che emerge
particolarmente dai numerosi documenti presenti nella mostra a lei
dedicata nella capitale tedesca, è
una quasi totale coincidenza tra
immagine filmica e immagine della
persona. Come avrà fatto a uscire
sana e salva dalle tenaglie dello
star system? Viene spontaneo domandarsi, passeggiando tra quelle stanze.
Sappiamo che lo show business
come fabbrica dei sogni, così
come ha prodotto tante stelle ne
ha distrutte altrettante. Impeccabili nei film, ma fragili e indifese
nella vita, spesso vivevano amori
tutt’altro che unici, a cui seguivano
tradimenti, delusioni, gravi problemi personali. L’esempio massimo
riguarda Marilyn Monroe, debole
ragazza dall’infanzia tormentata,
imprigionata in una bionda con un
fisico da urlo, fino alla fine in balìa
di uomini che se ne presero gioco
(anche se uno l’amò veramente,
Joe DiMaggio). Di lei resta, oltre
allo sguardo malinconico al termine di una delle tante risate con cui
camuffava la timidezza nelle pellicole di Wilder, il potere attrattivo
di un quadro prodotto in serie da
Warhol, simbolo di una donna la
cui sensibilità venne calpestata in
favore di un fascino tramutato in
merce di consumo.
Ma furono molte le femmes fatales
del cinema a entrare in conflitto
col proprio mito. Si pensi al caso
di Veronica Lake, la cui pettinatura
divenne leggenda, che negli anni
di maggiore fama finì per soffrire di
disturbi psichici perdendo la custodia dei figli. Alcune, non riuscirono
mai ad arrendersi alle false leggi
illusorie di Hollywood, rifiutandosi
di percorrere il viale del tramonto
per celebrare fino alla fine, in un
culto solitario, le glorie perdute del
passato (come la Garbo, che a
trentasei anni si ritirò dalle scene
rimanendo nascosta per il resto
della sua vita). Altre, quando decidevano con coraggio di andare avanti, subivano l’umiliazione
di vedersi assegnati via via ruoli
marginali, di prostitute, donne alcolizzate, dalla bellezza sfiorita,
come accadde alla Hayworth, che
in tarda età nell’alcol sembrò effettivamente trovare conforto.
Marlene Dietrich invece, con freddo e lucido distacco riuscì a non
farsi stritolare dalla posizione di
oggetto del desiderio che ricopriva, sapendo autogestirsi e scegliendo liberamente cosa fare.
Un’attrice/autrice del proprio destino, ma soprattutto una donna che
non conobbe mai la solitudine tipica del divismo, nemmeno quando
13
i riflettori si spensero. La chiave
del successo esistenziale probabilmente, si deve a un carattere
forte, dominante, che le permise
di condurre un’esistenza longeva
(muore a 91 anni), seppur con alti
e bassi, e di tenere in mano le redini del gigantesco meccanismo
che le ruotava intorno. Il segreto
della sua invincibilità trapela dalla
visione di uno dei tanti frames che
ne congelano un’interpretazione
scenica, per continuare poi nella
scoperta dei dettagli sul suo privato. Sono innumerevoli le lettere
di intellettuali, registi, produttori,
nonché diverse donne che affannosamente si muovevano alle sue
dipendenze. Ma ciò che più colpisce, è l’esagerata ammirazione
rivoltale. L’atteggiamento rispettoso e quasi di inibizione di chi comunicava con lei, suggeriscono la
natura di un fascino ipnotico che
non si limitava ad essere esclusivamente iconografico. Apprendere che una personalità del calibro
di Hemingway, si fosse ridotto a
chiamarla “my little kraut” supplicando un po’ d’attenzione, suscita
un certo effetto e lo accosta molto
all’inebetito insegnante de L’Angelo Azzurro. Quando infatti Marlene/Lola-Lola in quel film, si rivolge al professore Emil Jannings,
dicendogli “Sapevo che sarebbe
tornato: da me ritornano tutti.”, c’è
da credere che non stesse affatto
recitando.
Paola Gianderico
POESIA AL FEMMINILE
La percezione del mondo nei versi di Ivana Brigliadori
scrizione del mondo del tango (che
l’autrice frequenta da anni), fanno
da filo conduttore in un viaggio che
può scandalizzare e quindi essere
rifiutato da qualcuno come forma
d’arte, ma che ha l’indiscutibile pregio di far riflettere e di creare immagini vivide che restano impresse.
Ugo De Santis
Ivana Brigliadori è una poetessa
bolognese che vive nel nome della
cultura, della danza, del tango. Chi
la conosce sa che in lei alberga un
personaggio vulcanico, colmo di vitalità e ironia. Ma sa anche che i
suoi occhi profondi tradiscono una
scura malinconia che le consente
di fare introspezione su di sé e sulla sua percezione del mondo. Ivana ha pubblicato due volumi di poesie: “Letras de Tango” (2007 - Casa
Editrice Il Filo) e “Magri da morire”
(2011 - Il Ponte Vecchio). Nei suoi
versi non cerca di consolare il lettore con la leggerezza di una poesia
rarefatta, ma piuttosto di colpirlo,
da buona romagnola, con un sorriso beffardo dal retrogusto amaro.
Non la leggerezza che trascende
la sofferenza umana, ma la cruda
rappresentazione della pesantezza
dell’essere, sostenuta da un verso
che diventa prosa disadorna e filastrocca infantile. Una cronaca spietata che getta uno sguardo lucido
sugli orrori della società contemporanea. Note autobiografiche e de-
La mia fossa
Faceva così freddo
ed era così buio al cimitero.
Troppo piccolo quel cero!
Avevo anche un po’ fame
a dire il vero.
Avrei voluto scappare da quella fossa.
Ma poi è arrivato il mio cane
con in bocca una fetta di salame.
L’ha appoggiata sul mio seno
e si addormentato
sui miei fiori
e le mie ossa.
E così non mi sono mossa.
L’ultimo amante
Stava arrivando la mia ora.
Volevo finirla con un bell’aspetto.
Così mi ero messa un po’ di ombretto
e un bel rossetto.
Ma ero come sospesa su una fune
in un confine.
Non si decideva ad arrivare
sta’ benedetta fine.
Così prima che il trucco mi tradisse
per dare una mano alla mia sorte
e per andare incontro alla mia morte
ho fatto un inchino al mio becchino.
Lui mi ha tirato su per il coppetto
e mi ha slacciato il reggipetto.
Tu
Volevo comprare un cane
per avere un po’ di compagnia
poi sei arrivato tu
e il cane non lo voglio più.
Volevo andare a Malibù
per vedere il mare blu
poi sei arrivato tu
e il mare di Rimini è sempre più blu.
Volevo cambiare lavoro
perché non rendevo più
poi sei arrivato tu
e sono la più brava della tribù.
Volevo cambiare arredamento
perché non mi piaceva più
poi sei arrivato tu
e mi piace sempre più.
Volevo cambiare il guardaroba
perché era fuori moda
poi sei arrivato tu
e sono sempre nuda.
Ora sei qui di fronte a me
stai sorseggiando il tuo caffè.
ti tendo una mano
ti dico:
“Non potrei più vivere senza di te!
Io ti amo”.
Tu ti alzi
stringi le spalle
ti tocchi le palle
ti giri
te ne vai piano piano
e mi saluti con una mano.
www.buonenotiziebologna.it
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Speciale Donne
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Speciale Donne
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1 Marzo 2012
www.buonenotiziebologna.it
Bologna risponde alle Donne
Con la legge regionale n. 2 del
2003 la Regione Emilia Romagna
promuove la cittadinanza sociale
e riconosce nei Comuni i garanti
della realizzazione del sistema
locale dei servizi sociali. Ai Comuni compete la promozione e il
sostegno di interventi rivolti a case
e centri antiviolenza che hanno
come obiettivo prioritario l’acco-
glienza e l’ascolto di donne, anche
con figli, minacciate o vittime di
violenza fisica, sessuale, psicologica e di costrizione economiche.
Violenza fisica È la forma più tradizionale di violenza e ricorre nei
reati di percosse (art. 581 cp),
lesione personale (art. 582 cp),
violenza privata (art. 610 cp), violazione di domicilio ( art. 614 cp),
sequestro di persona (art. 605 cp).
Violenza sessuale Comprende
le situazioni di costrizione a fare
o subire atti sessuali di diverso
tipo contro la propria volontà ed è
sanzionata tramite le figure di reato riformate dalla L.15 febbraio
1996 n.66, Norme contro la violenza sessuale.
Violenza psicologica Racchiude
ogni forma di abuso che lede l’identità della donna: umiliazione,
minacce, denigrazione. Questa
violenza ricorre nei delitti di ingiuria (art. 594 cp) e minaccia
(art. 612 cp).
Violenza economica Si intende
ogni forma di privazione e di controllo diretti a limitare e a impedire
l’indipendenza economica della
donna. Tale violenza può essere
punita attraverso il delitto di violazione degli obblighi di assistenza
familiare (art. 570 cp) e l’analogo
delitto previsto dalla legge sul divorzio (art.12-sexies L. 898/70).
Maltrattamento È un’autonoma figura di reato (art. 572 cp): raccoglie la violenza fisica, psicologica
e anche gli altri tipi di violenza, con
condotte ripetute nel tempo.
Stalking È la condizione di persecuzione cui le donne vengono sottoposte, tale da indurre le
stesse a modificare la propria esistenza. È stata introdotta come
autonoma figura di reato dal D. L.
n.11 del 23/02/09, convertito nella
L. 38/2009.
“Se hai bisogno di aiuto, se hai
subito violenza, se ti servono informazioni contatta un centro antiviolenza. Ti può offrire: colloqui,
Sportello informativo
per le donne immigrate
A seguito della collaborazione avviata tra l’Associazione di Donne
italiane e immigrate “Agorà dei
Mondi” e l’Ufficio delle Consigliere di Parità della provincia di
Bologna nell’ambito del progetto
“Donne inVisibili - Alla Conquista
della Parità”, è stato riattivato lo
Sportello informativo di Agorà.
Da ottobre 2011 a settembre
2012 le donne immigrate potranno rivolgersi, secondo le modalità
prestabilite, alle operatrici dello
Sportello per ottenere:
•Informazioni di base sugli aspetti
normativi collegati al lavoro ed in
specifico alla partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i
quali la normativa sulle pari opportunità tra donne e uomini nel
mercato del lavoro, la normativa
a tutela della maternità/paternità,
la conciliazione dei tempi di vita e
di lavoro
•Informazioni di base sugli enti e
istituzioni del territorio che si occupano di orientamento, accesso al lavoro e formazione
•Informazioni sul riconoscimento
dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, certificazione
del curriculum attraverso la veri-
fica dei titoli e delle abilità acquisite nelle esperienze precedenti
•Informazioni sul bilancio e lo
sviluppo delle competenze in
ottica di genere per valorizzare
le competenze e le esperienze
trasversali delle donne
•Consulenza e assistenza personalizzata sulla stesura del
curriculum professionale, lettera di accompagnamento, colloquio di lavoro
•Informazioni sulla formazione
professionale e linguistica
•Informazioni sull’imprenditorialità femminile
•Mediazione interculturale e traduzioni giurate
•Indicazioni sui servizi territoriali
attivi con riferimento a temi d’interesse nella sfera legale, sociale, sanità, scuola, accoglienza,
cultura, tempo libero, associazionismo, ecc. per facilitare l’integrazione sociale e culturale delle
donne immigrate
Sarà inoltre accessibile un servizio
di informazione e assistenza personalizzata per la stesura del curriculum professionale, della lettera
di accompagnamento, per la partecipazione ad un colloquio di lavoro.
Si specifica che lo Sportello non
intende sostituirsi o sovrapporsi
a servizi territoriali già attivi ma
al contrario da un lato integrarsi
rispetto a questi per quanto concerne il tema specifico della partecipazione femminile delle donne
immigrate al mercato del lavoro e
dall’altro rafforzare la dimensione
di rete di tali servizi sostenendo il
target di riferimento ad individuare
correttamente i referenti più utili
per le esigenze presentate
Apertura al pubblico
Preferibilmente su appuntamento
lunedì e mercoledì ore 13.3017.30 e giovedì ore 9 -12, presso
la sede dell’Associazione a Bologna in via Andrea da Faenza n.
14/a e/o presso la sede dell’Ufficio delle Consigliere di Parità
della provincia di Bologna in via
Benedetto XIV, 3.
Si consiglia di prenotare l’incontro al n. di tel. 051.353980, cell.
333.58182828 o all’indirizzo [email protected]
http://www.consparita.provincia.
bologna.it/Engine/RAServeFile.
php/f/Home/Scheda_progetto_
Donne_inVisibili_def.pdf
informazioni, consulenza e se sei
in pericolo, ospitalità temporanea
per te e per i tuoi figli.”
Prima Accoglienza. La donna può
telefonare o rivolgersi direttamente presso il Centro: troverà una
operatrice o una volontaria che
raccoglierà le sue richieste.
Percorsi di accoglienza e di sostegno. I Centri offrono una serie
di colloqui, attraverso i quali mettere a fuoco i bisogni della donna
e instaurare con lei una relazione
che la sostenga nell’affrontare le
difficoltà causate dalla situazione
di violenza.
Percorsi di ospitalità. Quando
la donna, insieme ai suoi figli,
deve allontanarsi dalla propria
casa, può essere ospitata, temporaneamente, nei Centri dotati
di case rifugio.
Percorsi di uscita dalla violenza.
Sia nei percorsi di accoglienza
che di ospitalità, si predispone,
insieme alla donna, un progetto personalizzato di uscita dalla
violenza che, su richiesta della
donna, potrà prevedere anche
forme di sostegno psicologico,
gruppi di sostegno o auto-aiuto,
consulenza legale e aiuto nella
ricerca e/o nel rafforzamento del
lavoro, spesso perso a causa
della violenza.
Alcuni supporti d’attenzione alle donne e bambini vittime della violenza
a Bologna:
Numero verde nazionale contro la violenza alle donne: 1522
Casa delle donne per non subire violenza tel: 051.333173
Sos Donna Bologna: 051.434345 (orari serali)
Ospedale Maggiore
Pronto Soccorso Generale
Largo B. Nigrisoli, 2 - tel. 051.6478111
Il Servizio Sociale può fornire sostegno alla donna e ai minori, può
reperire una sistemazione per madre e figli, trasmettere informazioni e
segnalazioni al Tribunale, fornire sostegno economico.
Sportello Sociale dei Quartieri del Comune di Bologna:
• Borgo Panigale Via Marco Emilio Lepido, 25/3
Telefono diretto: 051.6418242
E-mail: [email protected]
• Navile/Bolognina Via Saliceto, 5
Telefono diretto: 051.4151313-56
[email protected]
• Navile/Lame Via Marco Polo, 51
Telefono diretto: 051.6353612-37
[email protected]
• Porto Via Pier de’ Crescenzi, 14
Telefono diretto: 051.525822-9
[email protected]
• Reno Via Battindarno, 123
Telefono diretto: 051.6177831-47-48;
[email protected]
• San Donato Via Garavaglia, 7
Telefono diret,to: 051.6337549
[email protected]
• San Vitale Via Rimesse, 1/13
Telefono diretto: 051.4296009
[email protected]
• Santo Stefano Via Santo Stefano, 119
Telefono diretto: 051.301232
[email protected]
• Saragozza Via Pietralata, 58/60
Telefono diretto: 051.526340-75
[email protected]
• Savena Via Faenza, 4
Telefono diretto: 051.6279381
[email protected]
L’articolo 18 è la normativa prevista dal testo unico legge immigrazione (t.u.l.i.) che tutela gli stranieri migranti dallo sfruttamento.
Questo articolo è molto importante per le donne perché offre una via di
uscita alle vittime di tratta.
Le donne che decidono di sottrarsi a qualsiasi tipo di sfruttamento o assoggettamento, hanno infatti la possibilità di intraprendere un programma di protezione sociale e inserimento socio lavorativo presso associazioni accreditate.
Il percorso previsto dall’articolo 18 vale per tutte le donne, anche quelle senza documenti che possono così non essere collocate presso i Cie con procedura di espulsione: un esito che, in ultima analisi, rafforzerebbe la tratta.
In caso di denuncia, retate, arresti e ogni volta che riconosci una donna
in stato di sfruttamento assoggettamento contatta:
casa delle donne per non subire violenza onlus
via Dell’Oro 3, 40124 Bologna | www.casadonne.it
[email protected]
tel. 051.6440163 - Cellulare di reperibilità: 335.7849373
Fonti d’informazione:
www.casadonne.it
http://www.allapari.regione.emilia-romagna.it/
http://www.comune.bologna.it/politichedelledifferenze/index.php
http://www.consparita.provincia.bologna.it/Engine/RAServePG.php
INSERIMENTO
DATI
www.virtualcoop.net
BNB
Provincia
1 Marzo 2012
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Persiceto al verde
Incentivi per le auto a metano e gpl
auto da benzina a metano e gpl.
Gli incentivi riguarderanno:
1)installazione di impianti di alimentazione in automezzi privati
alimentati a benzina - Euro 2 /
Euro 3;
2)progetto pilota per la conversione dei motori Diesel in
propulsori alimentati contemporaneamente a gasolio e a gas
(metano o gpl);
3) trasformazione dei veicoli
commerciali alimentati a benzina - Euro 2/Euro 3
Per i punti 1) e 3), la procedura per ottenere gli incentivi
è semplice: il cittadino dal 1
marzo 2012 deve prenotare la
trasformazione a Gpl o a metano presso un’officina aderente
all’iniziativa che, dopo avere
verificato la disponibilità dei
fondi, comunica quando potrà
installare sul veicolo l’impianto
a gas.
Per il punto 2) Progetto Dual
Fuel - gli incentivi partiranno fra
qualche settimana, presumibilmente dal 19 Marzo 2012
Per tutte le informazioni dettagliate per accedere agli incentivi è possibile consultare la
scheda “Incentivi per metano
e gpl 2012”, oppure telefonare
all’Ufficio Ambiente del Comune:
051.6812846
spettacoli ed eventi organizzati da T.I.L.T.
Il T.I.L.T. (Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro) presenta il suo
calendario di eventi per il “Marzo
delle Donne 2012”. Come anticipato nella conferenza stampa di settembre, il T.I.L.T. procede nelle sue
attività di formazione e spettacoli
per cercare di fronteggiare la crisi
che avanza. Noi non ci diamo per
vinti! E dedichiamo questo quinto
“Marzo delle Donne” alla nostra
amica recentemente scomparsa,
Elisabetta Marchi, socia di T.I.L.T.
e grande animatrice del gruppo di
afrodanza Uongai.
Grazie alla fitta rete di collaborazioni e residenze artistiche sviluppate
all’interno del Teatro Lolli, T.I.L.T.
può presentare il suo programma
di marzo con artisti di grande livello come Maurizio Cardillo, Angela
Malfitano, Elisabetta di Terlizzi, Ivana Petito ed esiti di propri laboratori
artistici non meno interessanti.
Inoltre, come gli anni precedenti, il
Teatro Lolli durante il Marzo delle
Donne si trasformerà anche in una
galleria di opere d’arte femminili:
“Segni, alfabeti, identità negate”:
mostra espositiva di opere prodotte in carta realizzata a mano a cura
dell’associazione E Pas E Temp
(dal 3 al 15 marzo);
Mostra fotografica dell’artista Vicky
De Palma (dal 17 al 24 marzo).
Siamo convinti che le attività che si
svolgono in teatro siano un forte valore aggiunto per la nostra Comunità e che la nostra programmazione
possa sensibilizzare maggiormente le Istituzioni e il nostro pubblico
di riferimento sull’importanza del
Teatro Lolli.
Senza questo spazio, la nostra
realtà e le molte altre incontrate
durante questi anni di attività non
potrebbero svilupparsi e dare un
apporto culturale e sociale alla città e alle comunità con cui entra in
contatto: a tutt’oggi T.I.L.T. collabora attivamente con il Dipartimento
di Salute Mentale dell’AUSL di
Imola, con il Comune di Imola, con
associazioni come ING (Immigrazione Nuove Generazioni) a Borgo
Tossignano, Panta Rei, Uongai, e
tante altre.
Le attività T.I.L.T., svolte senza
scopo di lucro, hanno infatti l’unica
finalità di diffondere il teatro e l’arte in genere, sia in quanto forma
di spettacolo ricreativo che come
strumento per il miglioramento della vita sociale, dell’individuo e dei
gruppi.
Per continuare, sono sempre più
necessari il contributo e la collaborazione di cittadini, Istituzioni e
dell’Azienda USL che mette a disposizione lo spazio del teatro.
Sabato 3 marzo ore 17.45
Compagnia Cardillo/Associazione
Culturale Le Belle Bandiere
“IL MALE OSCURO: LA MOGLIE
RAGAZZETTA E ALTRI AMORI”
con Maurizio Cardillo, regia Elena
Bucci e Maurizio Cardillo
Sabato 10 marzo ore 17.45
Elisabetta di Terlizzi
“NERA MAMBA”
assolo di video-danza con Elisabetta di Terlizzi (20’)
Ivana Petito
“L’ANIMATRICE”
assolo di teatro-danza con Ivana
Petito (30’)
Sabato 17 marzo ore 17.45
Associazione Culturale T.I.L.T.
“LA BITTA - primo studio”
con Cristina Gallingani e Giuliana
Zanelli.
“IL LATO D - studio” con Bianca
Bellini, Tiziana Borsetti, Emma
Donattini, Antonella Giovannini,
Angela Girgenti, Moira Orrù, Sandra Pistone, Katya Polo.
Sabato 24 marzo ore 17.45
“Tra un atto e l’altro”/Angela Malfitano
“LA REGINA DEGLI ELFI”
di e con Angela Malfitano.
Sabato 31 marzo ore 17.45
Associazione Culturale T.I.L.T.
“TRÌTONO in concerto: musica
italiana anni ’50/’60/’70”
Con flash di storia femminile tra
cronaca e letteratura; voce Massimiliano Buldrini, violoncello Elisa
Gazzelli, chitarra Davide Villani.
Tutti gli eventi sono gratuiti.
Teatro Lolli Via Caterina Sforza,
3 - Imola cell. 340.5790974 - fax
0542.066306 www.tiltonline.org
www.buonenotiziebologna.it
Sono nuovamente attivi gli incentivi per l’installazione di
impianti a metano e gpl per le
autovetture private di proprietà
dei cittadini residenti nei comuni aderenti alla Convenzione
“Iniziativa Carburanti a Basso
Impatto” (Icbi), tra cui San Giovanni in Persiceto
Grazie alle risorse messe a
disposizione dei sottoscrittori
della Convenzione nel corso
dell’ultima conferenza Icbi, ripartono i progetti a favore della
diffusione di carburanti a basso
impatto ambientale, in particolare con la riattivazione degli incentivi alla trasformazione delle
16
Provincia
BNB
1 Marzo 2012
SOSTIENI
BNB
DONANDO ALLA
VIRTUAL COOP
Cooperativa Sociale ONLUS
Disabili che lavorano... Bene!
Il paese dei diari di Mario Perrotta
www.buonenotiziebologna.it
Arrivano a Pieve di Cento le grandi storie dell’Archivio Diaristico Nazionale
Il paese dei diari, spettacolo teatrale
scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta e co-prodotto da Biografilm Festival insieme all’Archivio
diaristico nazionale, arriva a Pieve
di Cento, nella splendida cornice
del Teatro Comunale “Alice Zeppilli”
martedì 27 marzo alle ore 20.45.
La pièce teatrale di Perrotta - tratta
dal suo omonimo libro – fa parte di
un progetto più ampio che porterà
il pubblico di Pieve di Cento alla
scoperta dell’Archivio diaristico di
Pieve Santo Stefano. Gli spettatori
avranno l’opportunità di conoscere le emozionanti autobiografie,
narrate sulla scena da Perrotta e
Paola Roscioli, che sono raccolte
nell’Archivio fondato da Saverio
Tutino – il grande giornalista cui
Biografilm Festival 2011 ha attribuito il Lancia Celebration of Lives
Award 2011 per il suo straordinario progetto di memoria: l’Archivio
diaristico nazionale.
Nel 1984 Saverio Tutino ha ideato
e fondato un archivio per raccogliere la memoria dell’Italia e degli
nei Ducati Store
La nuova 1199 Panigale
Dalla sua prima apparizione ad
EICMA, la nuova Ducati 1199 Panigale ha subito polarizzato l’attenzione degli appassionati, ducatisti e non solo.
La Superbike Ducati di ultima generazione, la 1199 Panigale, supera le barriere ingegneristiche
del design motociclistico e fissa
lo standard di riferimento più
estremo di sempre, tracciando
la strada per le sportive del futuro.
Sviluppata nell’ambiente delle corse - dove la competitività è ovviamente altissima - e progettata per
alzare ai massimi livelli le prestazioni, utilizza soluzioni innovative
di derivazione Ducati Corse per
rendere fruibile a tutti una tecnologia da Campioni del Mondo.
Il Superquadro, il bicilindrico di
produzione più avanzato e più
potente del pianeta, è ora parte
integrante di un innovativo telaio
monoscocca: insieme, consentono di raggiungere un’impressionante potenza di 195CV per 164kg
di peso a secco. Cifre futuristiche
offerte da una fuoriclasse tutta
italiana. Alla base degli incredibili
risultati ottenuti da Ducati con la
1199 Panigale ci sono il rapporto
potenza/peso e il rapporto coppia/
peso mai raggiunte per una moto
di produzione.
Con un semplice clic si attivano
tre differenti Riding Mode che offrono altrettante combinazioni di
sette diverse tecnologie al vertice della categoria: ABS sportivo
di ultima generazione, Ducati
Traction Control (DTC), Ducati
Electronic Suspension (DES),
Ducati Quick-Shift (DQS), il nuovo Engine Brake Control (EBC)
Ducati di derivazione sportiva
e il Ride-by-Wire (RbW), tutti
programmati per fornire al pilota
un’assistenza elettronica caratterizzata da grande continuità.
Perfino il display TFT a colori del
dashboard è concepito per adattarsi al Riding Mode selezionato.
La 1199 Panigale è una Ducati in tutto e per tutto: racchiude
in ogni componente tecnologia
avanzata ben integrata con entusiasmanti elementi iconici della
casa costruttrice. La competizione
rappresenta da sempre, per Ducati, un’arena dove misurarsi e
raccogliere sfide, uno strumento
di disciplina per i progettisti e la
base motivazionale di una casa
costruttrice per la quale la tensione costante verso la vittoria è
diventata una filosofia di vita. Con
oltre 300 vittorie nel Campionato
del Mondo Superbike e più titoli
mondiali di tutti gli altri costruttori
messi insieme, e con la passione
che ha guidato la spinta innovativa
in MotoGP, Ducati è più che mai
concentrata sulle supersportive.
Oggi Ducati combina l’innovativa
soluzione telaistica monoscoc-
italiani. In quasi trent’anni si sono
accumulati negli scaffali di Pieve
Santo Stefano taccuini dalle trincee di guerra, lettere di emigranti,
racconti d’amore e di lavoro, gioie
e sofferenze, storie antiche e moderne che parlano di due secoli di
Storia. L’Archivio diaristico, creato
con lo scopo di conservare brani
di scrittura popolare, è una vera
e propria “banca della memoria”
in cui chiunque può consultare i
diari e gli scritti autobiografici degli
italiani. Uno straordinario progetto
che ha rappresentato un’occasione unica per tutti quelli che hanno
lasciato il loro diario e che ha cambiato la vita dei molti che, in questi
anni, hanno visitato l’archivio.
Nel 2009 Mario Perrotta racconta
l’Archivio diaristico in un romanzo
pubblicato da Terre di mezzo con il
titolo Il paese dei diari, affascinato
ca con lo straordinario nuovo motore, il bicilindrico a L “Superquadro”, e con l’elettronica di
derivazione racing per produrre
la regina di tutte le Superbike.
Creata per la pista, educata alla
strada, la nuova 1199 Panigale
rappresenta una vera ‘rivoluzione’ della specie, destinata ad influenzare l’intero segmento delle
sportive. All’evoluzione della Superbike Ducati si accompagna un
pari livello di sviluppo del sistema
frenante. La 1199 Panigale è equipaggiata in esclusiva con le nuove pinze Monoblocco Brembo
M50, caratterizzate dal loro design
compatto, che consente un risparmio di peso pari a 0,5 kg totali di
masse non sospese.
Tutte le versioni della 1199 Panigale ‘calzano’ in esclusiva i nuovi
pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP, la versione stradale degli pneumatici utilizzati nel
Campionato Mondiale Superstock
1000: 120/70 ZR17 all’anteriore
e 200/55 x ZR17 al posteriore, i
più larghi mai montati sino ad oggi
su una Ducati Superbike stradale.
Il suo arrivo sul mercato internazionale è ormai prossimo. A
marzo le prime 1199 Panigale
saranno già disponibili presso
i Ducati Store in Europa (entro
aprile e maggio arriveranno anche
negli USA e in Giappone e Australia), dove le richieste e le prenotazioni crescono quotidianamente,
confermando il grande interesse
per questo nuovo riferimento tra le
moto supersportive.
La nuova moto sarà disponibile nelle versioni 1199 Panigale,
1199 Panigale S e 1199 Panigale
S Tricolore.
Il prezzo, chiavi in mano, della
nuova Ducati 1199 Panigale, parte da 19.190 Euro per la versione
base, fino a 28.990 Euro per la
versione S Tricolore.
Tutte le informazioni relative alla
1199 Panigale sono disponibili e
continuamente aggiornate sul sito
ufficiale Ducati www.ducati.it
L.O.
dall’idea che queste storie siano
in qualche modo costrette a convivere, una “appiccicata” all’altra,
seguendo un ordine casuale nella disposizione fisica del sistema
d’inventariazione adottato. Accostamenti improbabili, tasselli unici di un mosaico collettivo, i diari
dell’Archivio che Saverio Tutino ha
ospitato nelle stanze dell’Archivio
di Pieve Santo Stefano, presi singolarmente sono mondi da scoprire, presi collettivamente ci parlano
della Storia del nostro Paese.
Oggi Il paese dei diari torna sul
palcoscenico e, dopo la prima al
Biografilm Festival lo scorso giugno e la tourneè nazionale che
l’ha visto protagonista, arriva a
Pieve di Cento.
Uno spettacolo che è un vero
omaggio alla memoria e a chi ha
creduto nell’idea di raccoglierla,
Saverio Tutino, il giornalista e
scrittore recentemente scomparso. Un’iniziativa che consolida il
legame fra l’Archivio dei diari e il
talentuoso autore, attore e regista
teatrale Mario Perrotta, vincitore
a dicembre 2011 del Premio speciale Ubu per la trilogia sull’individuo sociale.
A conclusione dello spettacolo,
come una sorta di fuori programma ogni volta diverso, Paola Roscioli e Mario Perrotta leggeranno
brani dei diari dell’Archivio, scelti
a sorpresa in base al luogo che
ospita la replica, ai diaristi che lì
sono nati o hanno vissuto.
Per informazioni:
U.R.P. Comune di Pieve di Cento
tel. 051 6862 611 urp@comune.
pievedicento.bo.it
G.P.
PRIMAVERA IN PROVINCIA
LA FESTA DELLA RAVIOLA
La 201° edizione della Festa della
Raviola a Trebbo Di Reno (BO),
prevede un’anteprima dal 10 al
13 marzo con lo stand ristoro dei
Bon da Gninta che funzionerà in
Piazza della resistenza per tutto il
periodo della manifestazione.
Sabato 19 marzo
9 apertura degli stand
10.30 presso la Chiesa di
S.Giovanni Battista inaugurazione della mostra “Quadri ritrovati
e restaurati” e presentazione del
libro “Trebbo di Reno e la Chiesa
di San Giovanni Battista”
14.30 da Piazza della Resistenza parte la caccia al tesoro in
bicicletta
15 il concorso “Regina (o re) della
Raviola sceglierà la migliore raviola
16 20 camminata della Raviola
16.30 alla Contea Malossi spettacolo per bambini
21 in chiesa il Gruppo Canticum
con l’esibizione di musiche corali
Domenica 20 marzo
9 apertura degli stand espositori
della’rtigiano e hobbisti, mercato straordinario, raduno moto
d’epoca
10 messa solenne
11.30 premiazione del concorso
“Regina (o re) della Raviola”
14.30 sfilata dei carri allegorici
con lancio di doni
15.30 presso la scuola primaria
I.Calvino tradizionale esposizione
dei alvori degli alunni e mostra fotopittorica
17.30 esibizione di arti marziali
17.30 esibizione del gruppo Frustatori Cassani di Solarolo
ABITI e LIBRI USATI ecc..
Nell’ambito delle iniziative per
la riduzione dei rifiuti e il “riuso”
delle cose.
Anche nel 2012 Ogni ultimo sabato del mese dalle h. 15 alle 18,
presso la Sede della Consulta di
Frazione ex Scuola di Tignano
Roma - Sasso Marconi- Via Olivetta, n. 63 è possibile portare
VESTITI o altri oggetti da scambiare o regalare…e LIBRI per
metterli a disposizione di chiunque li voglia portare a casa, leggere, conservare, oppure riportare dopo averli letti!
Vivi in Rosa
Domenica 25 Marzo, in concomitanza con il Mercato degli Ambulanti, Pro Loco Mezzolara con
produttori e commercianti locali
organizzano in Piazza Baldini,
a partire dalle ore 10, la settima edizione di “vivi in rosa - le
delizie del porcello”, consueto
appuntamento con le tradizioni
locali nella lavorazione delle carni
di maiale.Salsicce, cotechini, braciole, coppe di testa, spuntature
e, soprattutto, la preparazione dei
“ciccioli” cotti come una volta nei
paioli, rendono questo appuntamento annuale un evento da non
perdere per tutti i buongustai e gli
amanti della cucina tradizionale.
Nello stand, anche altre specialità
enogastronomiche, con formaggi,
vini, prodotti tipici.
Castel S. Pietro
Terme & cioccolato
Delizia per la gola e per lo spirito, l’11, 12 e 13 marzo il cioccolato potrà essere assaporato
in tutti i modi e in tutte le forme
alla seconda edizione di Castel
San Pietro - Terme&Cioccolato,
organizzatadall’Assessorato
all’Economia del Territorio con il
patrocinio della Provincia di Bologna e lacollaborazione di Istituto
Alberghiero Bartolomeo Scappi,
Osservatorio Nazionale del Miele, Terme di Castel San Pietro e
CiocchinBò, l’associazione che
annovera più di 50 Maestri Cioccolatieri da tutta Italia, nata nel
2005 per promuovere il cioccolato
di qualità artigianale e promotore
del Cioccoshow di Bologna.
Sagra del raviolo (Casalfiumanese)
Come da tradizione i ravioli venivano regalati agli allevatori e ai
mediatori in occasione della fiera
del bestiame che si svolgeva il 19
marzo per San Giuseppe. Durante la festa vengono lanciati dalle
torri paesane quintali di ravioli
dolci sulla folla presente.
Festa di primavera e trofeo della Pedamobile (Medicina)
L’ultima domenica di marzo Medicina
dà il benvenuto alla primavera con varie mostre al Carmine e all’Auditorium
a cura del Comune e della Pro Loco.
BNB
Mangiar sano
1 Marzo 2012
17
Salute e la sana alimentazione
Quando egli si presenta ai suoi
ospiti, alcuni rimangono sorpresi
dell’aspetto giovanile e si domandano come faccia a dimostrare
meno anni di quelli che in realtà
avrebbe e lui risponde: “..sono
completamente vegetariano e dormo 12 ore al giorno”.
Un arzillo vecchietto, in cui m’imbatto spesso andando a correre
nel parco, con un fisico da invidia
e un sorriso radioso mi dice «…il
segreto del mio vivere bene a 90
anni è una scodella di verdura,
settanta grammi di pasta, pesce
fresco e sano esercizio fisico, il
tutto senza esagerare». In “Invito
a cena con delitto” di Robert Moore, Lionell Twain é un eccentrico
milionario che invita i migliori investigatori del mondo a risolvere un
delitto che ancora deve accadere.
Dieta vegetariana, riposare e fare
esercizio fisico in giuste quantità
sembrano essere gli ingredienti
per un elisir di lunga vita.
Atleti da ogni parte del mondo
possono testimoniare i benefici di
una dieta a base di vegetali. Dave
Scott, considerato il più grande
triatleta del mondo, sostiene che
“è un errore ridicolo” pensare che
gli atleti abbiano bisogno di proteine animali. La pensano allo stesso
modo Edwin Moses, medaglia d’oro, che per otto anni non ha mai
perso la gara dei 400 metri a ostacoli, e Murray Rose, il quale, all’età
di 17 anni, vinse tre medaglie d’oro
nelle gare di nuoto alle Olimpiadi. Il
campione olimpico Carl Lewis, vincitore di svariate medaglie d’oro nel
salto in lungo, è vegano (che non
mangia cibi di derivazione animale)
per motivi etici e religiosi.
Alcune religioni suggeriscono, o
implicano, la rinuncia parziale o
totale alla carne, motivandola o
con questioni di salute (spirituale,
mentale e/o corporea), o attraverso una generale etica del rispetto
verso le varie forme di vita. L’Induismo, la religione più antica al mondo, è noto (almeno nella sua forma
ortodossa) per il rigoroso rifiuto di
qualunque tipo di carne; in conseguenza alla legge del karma, stando ai Veda, testi sacri dell’induismo
l’uomo è chiamato a trascendere
la propria natura animalesca in favore dell’espansione della propria
coscienza, con lo scopo di raggiungere la liberazione. In alcune città
dell’India come ad esempio Rishikesh è vietato il consumo di carne,
pesce e uova e non è possibile
trovare questi prodotti in vendita
in negozi o ristoranti. Il Giainismo,
predicando un’assoluta non-violenza ,prevede una forma estrema di
vegetarianismo: la dieta del fedele
esclude anche molti vegetali e persino l’acqua viene filtrata al fine di
non ingerire involontariamente piccoli organismi.
L’Ebraismo scoraggia le pratiche
ascetiche in generale, ed incoraggia a gustare la bontà di questo
mondo in modo corretto.
“Del resto ,dell’uso di mangiar carne, non si sente parlare dai tempi
del Diluvio Universale.”, sostiene
John Evelyn, scrittore inglese del
Seicento, in un suo libro dedicato
alle erbe ed insalate scrive: “L’uso
delle piante è di tale importanza
per tutto il corso della nostra esistenza che non è possibile vivere
adeguatamente e civilmente, e
anzi vivere tout court senza di loro
e quanto più innocente, gustosa
salutifera è un tavola imbandita da
prodotti ortolani di quella lordata
dalla carne sanguinolenta di animali macellati. Di certo per natura
l’uomo non è un animale carnivoro; non e affatto attrezzato per inseguire e ammazzare prede; non
ha zanne.., ne artigli…; è dotato
di mani gentili adatte alla raccolta
della frutta e della verdura e denti
per masticare questi cibi.”
L’uomo è prima raccoglitore poi
coltivatore e il passaggio dal raccoglier al coltivare è visto come una
grande occasione per celebrare
l’acutezza della mente umana. Oltre che motivo di orgoglio, la coltivazione delle piante e delle erbe
commestibili deve anche dirsi il
risultato di una volontà politica ed
economica che risale ai tempi di
Carlo Magno e del suo erede immediato Ludovico il Pio. Attraverso
il capitolare “De Villis”, una raccolta di 70 direttive per il governo e la
gestione dei latifondi di proprietà
dell’imperatore, si scopre come i
Carolingi, che saremmo più propensi ad immaginare carnivori a
tutto raggio (con il biondo imperatore sempre a cavallo e dietro qualche cinghiale, come Adone e Asterix), fossero in realtà invischiati in
una tresca amorosa con le piante
eduli ed officinali, quest’amore nel
coltivarle aveva a che fare sia con
un’idea di un regime alimentare sia
con la medicina, ma nulla si riferiva
a raffinatezze gastronomiche. “La
modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. Nulla
darà la possibilità di sopravvivenza
sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”, sosteneva Albert Einstein.
Al giorno d’oggi confrontando i
dati scientifici ottenuti da una moltitudine di studi epidemiologici si
evidenzia che una dieta che minimizzi (latto-ovo-vegetariana) o
elimini completamente (vegana) i
cibi animali, è in grado di ridurre
considerevolmente l’incidenza di
gravi patologie ,quali tumori, ipertensione, arteriosclerosi, infarto,
ictus, diabete, obesità, osteoporosi, calcoli e altre patologie che costutuiscono le principali cause di
mortalità nei paesi industrializzati
Anche l’American Dietetic Association ed i Dietitians del Canada
hanno recentemente ribadito che
le diete vegetariane correttamente
bilanciate comportano benefici per
la salute, nella prevenzione e nel
trattamento di alcune patologie, in
quanto offrono molteplici vantaggi
sul piano nutrizionale, compresi
ridotti contenuti di acidi grassi saturi, colesterolo e proteine animali, a fronte di più elevati contenuti
di carboidrati, fibre, magnesio,
potassio, acido folico ed antiossidanti, quali ad esempio le vitamine
C ed E, inoltre aiuterebbero a ridimensionare i relativi costi sanitari
e sociali.
mina sono quasi esclusivamente
animali (i vegetali ne possono
contenere delle tracce, in genere
non sufficienti, sebbene su questo
argomento ci siano ancora dubbi).
Dal momento che la fonte comune
di vitamina B12 per gli onnivori è
la carne di altri animali, la conclusione ovvia è che coloro che scelgano di non mangiare carne siano
destinati ad andare in carenza. La
vitamina B12, o cianocobalamina,
è importante per la divisione cellulare e la funzionalità del sistema
nervoso, le conseguenze della
sua carenza si verificano prima di
tutto nel sangue e poi nel sistema
nervoso. L’anemia, denominata
megaloblastica poiché è caratterizzata da globuli rossi più grandi,
è una manifestazione comune di
carenza. La riduzione del numero
dei globuli rossi, anche quando
severa, è assolutamente ben tollerata dai pazienti, e si cura con
facilità assumendo piccole quantità di vitamina B12. Possono inoltre comparire modesti problemi
al sistema nervoso, caratterizzati
da formicolii e ridotta sensibilità ai
piedi e alle mani. Questi disturbi
sono reversibili nelle prime fasi,
ma i danni al sistema nervoso, se
non curati, possono divenire più
gravi e irreversibili con una carenza di lunga durata. È quindi necessario che i vegani introducano
nella loro dieta delle fonti affidabili
di vitamina B12 (prodotti alimenta-
Se adeguatamente bilanciata,
questo tipo di alimentazione non
comporta rischi di carenze, al contrario, le patologie correlate con il
consumo di alimenti animali, sono
malattie croniche che necessitano
di terapie farmacologiche di lunga
durata, non prive di rischi ed effetti
collaterali e/o di interventi chirurgici, non sempre risolutivi.
Al giorno d’oggi le persone informate sui fatti non credono più che
la carne sia indispensabile per
fornire le proteine necessarie o
che il latte sia la fonte privilegiata
di calcio. Con la capitolazione del
fronte di queste due tradizionali
battaglie, la questione “vitamina
B12” è diventata l’argomento più
di moda quando si discute della
dieta vegetariana stretta (vegana).
Questa è l’unica vitamina generalmente carente in una dieta vegana perché le fonti di questa vita-
ri fortificati come latte di soia, cereali, hamburger vegetariani, etc.,
oppure specifici integratori).
La vitamina B12 è in realtà un inquinante, viene prodotta dai microrganismi del terreno che si trovano sui vegetali non lavati e che
abitano l’intestino dell’animale (da
dove passa poi nel sangue e viene
depositata nei tessuti); se dai cibi
animali la vitamina è ineliminabile,
essa viene facilmente allontanata
dai cibi vegetali con le comuni pratiche igieniche. In passato una alimentazione vegana sarebbe stata
probabilmente adeguata anche
per quanto riguarda l’introduzione
di vitamina B12, non essendoci
all’epoca la necessità di lavare i
cibi per allontanare residui di prodotti chimici utilizzati dall’agricoltura moderna.
Anche se c’è un briciolo di verità in
questa preoccupazione, in realtà il
rischio di sviluppare problemi di salute a causa di una carenza di vitamina B12 in una dieta vegetariana
stretta condotta con buon senso è
estremamente raro, inferiore a una
probabilità su un milione.
Puoi scegliere di mangiare un sacco di cibi animali ricchi di vitamina
B12 ed evitare il rischio di uno su
un milione di sviluppare una forma reversibile di anemia o, anche
se meno comune, un danno al sistema nervoso. Questa decisione,
però, ti mette a rischio di morire
prematuramente di infarto o ictus:
una possibilità su due. Oppure, di
tumore della mammella: una possibilità su sette. Di tumore della prostata: una possibilità su sei. Altre
possibilità sono di diventare obeso,
diabetico, osteoporotico, stitico, artritico e con problemi di digestione.
Non son mai stato un grande mangiatore di carne e, sono emiliano
di madre siciliana cresciuto a dieta
mediterranea e maiale.Non avevo
mai pensato alla carne come un
problema etico: “animali da macello, animali in provetta”, immaginavo una filiera di produzione
di salami, prosciutti e tortellini a
circuito chiuso e questo bastava
a non considerare il problema. Le
mie prime esperienze nel sociale
mi informano e documentano di
quanta violenza produce la cultura
della carne, violenza sugli animali, violenza sull’ambiente, violenza
sugli stessi uomini. Pochi, forse,
sono a conoscenza del fatto che
l’allevamento intensivo di animali
è tra le attività che maggiormente hanno concorso e concorrono
all’aumento della temperatura terrestre, un recente studio ha inoltre
rilevato come siano responsabili
dell’emissione in atmosfera di ben
il 51% dei gas serra (GHG), soprattutto di anidride carbonica, metano
e protossido d’azoto e quindi possano essere annoverati tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale. Già oggi, l’aumento di
temperatura sta producendo i suoi
effetti sul clima come accrescimento della piovosità e scioglimento dei
ghiacci da una parte, e desertificazione dall’altra.
Crocchette di zucchine
Ingredienti per 4 persone
500 g di zucchine
2 fette di pane a cassetta
2 cucchiai di lievito alimentare
2 cucchiai di pangrattato
4 cucchiai di fiocchi d’avena
mezzo bicchiere di latte di soia
noce moscata
Lavare le zucchine, spuntarle e
grattarle con la grattugia per verdure; immergere le fette di pane
nel latte di soia, scaldare a fuoco
molto basso, strizzarle e unirle alle
zucchine.
Aggiungere il lievito alimentare, il
pangrattato, i fiocchi d’avena, una
grattata di noce moscata e il sale.
Mescolare bene, formare delle crocchette con le mani bagnate, compattarle bene e friggere in olio caldo.
Scolare e servire ben calde.
Clino Occhi
www.buonenotiziebologna.it
Le scelte che allungano la vita: il Vegetarianismo e il Veganesimo
www.buonenotiziebologna.it
18
Strips & Trips
BNB
1 Marzo 2012
"Borghezio" di Emanuela De Siati
La superficialità travestita da tolleranza
Stasera ho pensato che nonostante tutto il bombardamento mediatico, politico, culturale, che ricevo
a pillole invisibili ogni giorno, io
rimango una mente critica verso
tutto e tutti, questo mi fa essere
in un individuo libero. Persino Dio
mi ha lasciato il libero arbitrio, che
non hanno nemmeno gli angeli in
cielo. E questa libertà di scelta in
ogni cosa rende ognuno di noi re
e regine al pari di ogni altro essere umano. Premessa fatta, farò il
mio gesto banale dell’anno: parlare male di Sanremo. Cittadina sul
mare, con le impronte dei nomi
dei cantanti sui marciapiedi, poco
italiana, francesizzata dalla vicina
Costa Azzurra e dai turisti dall’età avanzata e dai conti in banca
pesanti, Sanremo risulta una città
banale, merlettata e sterile. Spiccano il Casinò e il teatro Ariston che
s’intravedono da alcune vie con
l’insegna al neon. Dicono che l’emozione sia tanta al Festival e infatti lo noto dalle stonature dei cantanti che si emozionano come se
fosse la prima volta che cantano.
Ma arrivo al punto. Questo Festival
rinomato per essere bacchettone,
fa una performance in cui ancora
una volta si parla di gay. Sembra
che per fare ascolti non ne possa
più fare a meno, sembra che lo si
faccia pure per smitizzare questo
razzismo e il risultato è invece il
razzismo più assoluto; il razzismo
tutto tipico italiano, dove si ride, si
sghignazza, si prende in giro una
categoria vantandosi di cotanta superficialità che vuole passare pure
per tolleranza. La performance è di
Francesco Mandelli (ex chierichetto) e Fabrizio Biggio. Da tempo
ormai su mtv vanno in onda i loro
video dove ritraggono una coppia
di omosessuali, con tutte le loro caratteristiche da gay, rese all’estremo. Certo, loro si difendono spiegando che questi sono dei cliché
estremi e che bisogna prenderla
con superficialità. Ma vorrei dire
a questi due gai attori che sono
proprio questi cliché a non rendere normale la vita di tante persone
omosessuali o senza etichettarle
per una volta, le chiamerei persone che sono innamorate e provano sentimenti d’amore verso una
persona dello stesso sesso. Vorrei
smitizzare la figura dell’omosessuale maschio che si crede una
donna o di una donna omosessuale che desidera essere un maschio. Per queste idee sbagliate,
molti genitori hanno cacciato dalla
loro casa i loro figli, figli presi a
calci e offesi nelle proprie scuole,
figli che hanno preferito suicidarsi
piuttosto che non essere accettati.
In questa ‘divertentissima’ performance, a un certo punto la coppia
gay chiede a Morandi di sposarli,
e mi chiedo davvero dove sgorghi
il riso, la battuta, quando l’Italia è
uno dei pochi paesi a non legalizzare il matrimonio gay, uno dei
pochi paesi a non rispettarli, e a
ucciderli rendendoli invisibili. Durante il Fascismo in Italia, nacque
la cultura del maschio come figura
predominante sulle donne, condizionate al marito in tutto e per tutto
e considerate inferiori e dal 1938
le leggi razziali inclusero anche le
persone omosessuali. Mussolini,
rispose a Hitler che in Italia “siamo
tutti maschi” e non c’erano nel nostro paese persone omosessuali.
In realtà le cose andarono diversamente: nel nostro amato meridione
, nelle isole Tremiti e di S.Domino
esistevano dei veri e propri lager,
che chiamavano campi di lavoro,
e dove un numero modesto di
uomini perse la vita e la propria
dignità, accusati proprio della colpa di un orientamento sessuale
sbagliato e malato. Oggi si parla
molto di ebrei, e come di dovere si
è chiesto scusa per l’orrore della
strage, ma in questa strage c’erano pure zingari, slavi, malati mentali e omosessuali, a cui non solo
nessuno ha chiesto mai scusa, ma
di cui si ride ancora, giustificando
questa ironia da quattro soldi con
una superficialità che dovrebbe
far tollerare i gay, perché..magari
ci fanno ridere. Non credo che le
persone omosessuali (e mi sento
in errore a chiamarli tali come se
fossero così lontani, come se non
stessimo parlando di noi stessi),
preferirebbero far ridere per essere tollerati, vorrei per una volta
che fossero loro a non tollerare un
Festival immorale, di cattivo gusto,
pieno, pienissimo di note stonate.
Emanuela De Siati
ANLADI
PROGETTI
2012
SEDE c/o Studio legale Russo Valentini, Via Marconi 34 - 41122 Bologna
www.annulliamoladistanza.org / [email protected]
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Almanacco
1 Marzo 2012
19
Lucio Dalla è nato a Bologna il 4
marzo 1943. La sua carriera artistica è divisa in quattro periodi
quello iniziale con un complesso
“Gli idoli” tra il 1964 e il 1972,
il periodo Roversi dal 1973 e
il 1976, la maturità artistica
dal 1977 al 1993 e la fase pop
dell’ultimo periodo.
Inizialmente Lucio Dalla faceva parte di gruppi musicali ma
ben presto all’età di 21 anni su
consiglio di Gino Paoli che l’aveva visto esibirsi al Cantagiro
comincia la sua carriera di solista. Nel 1967 esordisce a Sanremo con “Bisogna saper perdere” una canzone che ottiene un
buon successo ma non si classifica tra le finaliste. Quell’anno
è funestato dal suicidio di Luigi
Tenco con cui Dalla aveva fatto amicizia. Successivamente
Lucio Dalla pubblica dei brani
come “Lucio dove vai” e “Il cielo” che viene presentato anche
a Canzonissima nel 1968. Nel
1969 Lucio Dalla ha un discreto
successo con la canzone “Fumetto” scelta dalla RAI come sigla di un programma per ragazzi
“Gli eroi di cartone”. In questo
periodo Lucio Dalla collabora
con Gianni Morandi di cui reinterpreta “Occhi di ragazza” e
con un giovanissimo Rosalino
Cellamare. Nel 1971 Lucio Dalla si ripresenta a Sanremo con
una canzone che fece scalpore.
La canzone viene scritta con la
poetessa Paola Pallottino e si
intitola “Gesù Bambino” ma il titolo viene giudicato irrispettoso
e viene cambiato in “4 marzo
1943” ma non è una canzone
autobiografica.
Poi per l’argomento. La canzone
narra le vicende di una ragazza
violentata da un soldato americano. Alcune parti del brano
fanno discutere come l’inseri-
mento della parola puttane poi
sostituita da gente del porto.
La canzone nonostante gli strali
della censura ottiene il terzo posto assoluto e resterà la canzone più famosa di Lucio Dalla. In
quell’anno esce l’album “Storie
di casa mia” contenente canzoni
come “Il gigante e la bambina”
scritta per Cellamare, “Itaca”,
“La casa in riva al mare”.
Nel 1972 Lucio Dalla torna a Sanremo con “Piazza Grande” una
canzone dedicata a un senzatetto.
La canzone si classifica all’ottavo posto. Nel 1973 finisce la
collaborazione tra Lucio Dalla
e Gianfranco Baldazzi e comincia il “periodo Roversi”. La
collaborazione Dalla Roversi si
interrompe nel 1976 quando Roversi rifiuta di firmare il 33 giri
“Automobili”. Nel 1977 Lucio
Dalla pubblica l’album “Com’è
profondo il mare”. La canzone
viene scritta alle Isole Tremiti e
contiene una strofa “Babbo, tu
eri un gran cacciatore di quaglie
e di fagiani caccia via queste
mosche che non mi fanno dormire che mi fanno arrabbiare” in
ricordo di suo padre. Nel 1979
Lucio Dalla, collabora con Francesco De Gregori in “Ma come
fanno i marinai” e in “Banana
Republic”.
Esce l’album “1983” che non ottiene il successo sperato.
Nel 1986 esce l’album “Dallamericaruso” che contiene la
canzone “Caruso” un brano col
quale Lucio Dalla ottiene un
successo strepitoso. Nel 1988
Lucio Dalla inizia una nuova
collaborazione con Gianni Morandi. Dopo l’uscita dell’album
“Ciao” nel 1999, nel 2001 esce
l’album “Luna Matana” che
contiene brani come “Siciliano”
con la partecipazione di Carmen Consoli.
Nel 2011 Lucio Dalla partecipa al concerto del 1 maggio e
prosegue la collaborazione con
Francesco De Gregori iniziata
l’anno precedente.
Alessandro Legnani
Marco Biagi è nato a Bologna il 24 novembre 1950 ed è stato un giurista,
un giuslavorista e un consulente del
Governo. Ha insegnato nelle Facoltà
di Giurisprudenza di Pisa, di Ferrara, di Modena e della Calabria. Ha
svolto diversi incarichi come esperto
di Diritto del Lavoro come consigliere
presso i Ministeri del Lavoro del Governo italiano. Dopo la laurea Marco
Biagi vince una borsa di studio e di
perfezionamento in Diritto del Lavoro presso il collegio medico giuridico
di Pisa diretto dal professor Luigi
Montuschi attuale docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di
Bologna. Dal 1974 insegna presso
le Università di Modena e Ferrara
ed è professore incaricato presso
l’Università della Calabria. In questo
periodo Marco Biagi pubblica due
volumi, “La dimensione dell’impresa
nel diritto del lavoro” e “Cooperative
e rapporti di lavoro”. Nel 1984 dopo
aver vinto un concorso Marco Biagi
diventa professore straordinario di
Diritto del Lavoro e di Diritto Sindacale Comparato del Dipartimento di
Economia Aziendale dell’Università
di Modena. Dal 1987 al 2002 Marco
Biagi è professore ordinario della Facoltà di Economia dell’Università di
Modena. La comparazione e l’arric-
chimento delle sue opere con cultori
di esperienze diverse caratterizzano l’opera di Marco Biagi. Dal 1988
al 2000 Marco Biagi è direttore del
Sinnea International, l’istituto di ricerca e di formazione della Lega delle
Cooperative. Nel 1993 Marco Biagi
diventa membro della Commissione
ministeriale per la riforma dell’orario
di lavoro. In questo periodo Marco
Biagi si occupa di tematiche di lavoro scrivendo per “Il Resto del Carlino”, “La Nazione”, “Il Giorno” e “Italia
Oggi”. Il 19 marzo 2002 verso le 8
di sera Marco Biagi scende dal treno
che da Modena lo riporta a Bologna.
Prende la bicicletta è morto all'età di
51 anni, mentre si dirigeva alla sua
abitazione. La sua riforma sull’occupazione sarà approvata solo dopo la
sua morte. La Legge Biagi ha toccato diversi punti tra cui la flessibilità
dell’orario di lavoro e l’introduzione
dei contratti di lavoro a progetto. Le
aziende che hanno introdotto la Legge Biagi hanno usufruito di vantaggi contributivi e fiscali. “Il Resto del
Carlino” ha istituito il Premio Marco
Biagi a favore delle aziende e delle
associazioni giudicate meritevoli
per il loro operato. Per volere della
moglie Mimma Orlandi pochi mesi
dopo la morte di Marco Biagi nel
dicembre 2002 è stata istituita la
Fondazione Universitaria Marco
Biagi. La mission della Fondazione è quella di onorare la memoria
del professore portando avanti i
suoi progetti innovativi e consolidamento dei rapporti tra Università e il
mondo del lavoro.
Fondazione Marco Biagi ha sede
in Viale Storchi 2 a Modena. Si può
telefonare al numero 059.2056031
[email protected]
A.L
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“Parlava un'altra lingua MARCO BIAGI
però sapeva amare...”
20
Cultura & Eventi
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Cooperativa Sociale
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1 Marzo 2012
BUFFALO BILL E IL SUO CIRCO A BOLOGNA
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Il fascino del selvaggio west. La cultura americana in europa tra 800 e 900
È stato giustamente detto che
l’America ci ha colonizzato l’inconscio, nel senso che dalla fine
dell’800 ha iniziato a inondare il
mondo con una serie di contenuti, simboli, immagini appartenenti
soprattutto alla cultura popolare, con i quali si è impossessata
dell’immaginario collettivo ed ha
fortemente condizionato nel bene,
ma anche nel male, le nostre vite.
Questa invasione, pacifica ma
inesorabile, ha origini lontane ed
è strettamente legata alla creazione e diffusione dell’ epopea
del selvaggio West (il territorio
ad ovest degli Stati Uniti, la frontiera da conquistare, strappata
con la forza ai nativi). Negli Stati
Uniti, mentre viene completata la conquista politica e militare
dell’ attuale territorio, giornalisti e
scrittori diffondono storie intrise di
leggenda e fantasia, utili a creare
una mitologia ad uso e consumo
degli americani, che contribuisce
alla costruzione di una identità
nazionale, in un Paese giovane e
multietnico e quindi sprovvisto di
modelli culturali autonomi. Quando questa letteratura popolare
varca i confini, inizia il processo
di “occupazione culturale” che nel
900 si diffonderà a macchia d’olio
nel mondo intero. Intendiamoci:
chi scrive ama molti aspetti della
cultura americana, quali il cinema
e la musica, ma come tanti avrebbe fatto volentieri a meno della tv
spazzatura, del consumismo sfrenato, del culto della celebrità e altro. Gli americani nell’800 sentono
l’esigenza di rendere leggendarie
le storie legate a indiani, cercatori
d’oro, banditi, coloni indifesi, cacciatori di bisonti, indomiti sceriffi.
Con queste creano una letteratura popolare eroica che veicola le
idee di progresso, di speranza in
una vita migliore, di sogno americano, di uomo che si fa da sé. Tutti elementi che fanno da collante
alla nascente società americana e
che offrono una direzione allo stile
di vita dell’americano medio. L’epopea western è particolarmente
accattivante perché esalta lo spirito d’avventura, si svolge in spazi liberi e incontaminati, vede per
protagonisti eroi forti e coraggiosi.
È espressione del puritanesimo di
UFFIZI DA TOCCARE
Percorso tattile in autonomia per ipovedenti e non vedenti
Nella “Giornata internazionale del
Braille”, all’interno della Galleria
degli Uffizi nasce il percorso tattile
in autonomia per ipovedenti e non
vedenti. Denominato “Uffizi da toccare” e avviato nel 2009 nella Soprintendenza fiorentina su iniziativa della Sezione Didattica e della
Direzione Galleria degli Uffizi con il
Dipartimento di Antichità Classica
del Museo, l’ambizioso progetto si
evolve rivolgendosi ai visitatori disabili visivi e proponendo alla fruizione il percorso tattile che coinvolge alcune delle opere di statuaria
classica presenti in Galleria.
Pensare un percorso tattile in Galleria ha indubbia rilevanza anche
per il fatto che per secoli gli Uffizi
sono stati noti in Europa come la
“Galleria delle statue”. L’accesso
libero per visitatori portatori di disabilità visiva prenderà il via domani quando i visitatori potranno
accedere al percorso museale,
senza bisogno di prenotazione.
Si tratta di un percorso tattile per
il quale il responsabile del Dipartimento di Antichità Classica del
primo museo d’Italia hanno selezionato 16 sculture antiche esposte in vari ambienti della Galleria,
scegliendole in base alla loro rilevanza storico-artistica. A queste
si aggiunge un diciassettesimo
elemento da “toccare”, ovvero la
replica, in scala, de La nascita di
Venere di Sandro Botticelli che
rappresenta anche la “traduzione”
in 3D di un’opera pittorica, quindi
bidimensionale per sua natura,
presentata lo scorso 5 ottobre.
Pur con le necessarie precauzioni, tutte le opere comprese nel
percorso tattile potranno essere
toccate e capite dai visitatori ipo-
vedenti e non vedenti che ne faranno richiesta.
«Firenze sa accogliere nel mondo
dell’arte anche chi non vede - commenta Antonio Quatraro, presidente
provinciale Unione italiana ciechi -.
Per noi il metodo Braille significa
poter toccare’ i pensieri racchiusi
dentro le parole. Significa libertà di
leggere in qualsiasi momento del
giorno e della notte, di leggere senza intermediari, in silenzio, come
fanno i vedenti. Ecco, poter legare il
Braille all’arte, al sentimento del bello, per noi è motivo di grande gioia».
Ai disabili visivi che si presenteranno alla biglietteria degli Uffizi (con
apposita documentazione che dà
diritto alla gratuità dell’ingresso),
sarà consegnato un paio di guanti
monouso in latex. Ad assistere i visitatori portatori di handicap sarà lo
stesso personale di custodia della
Galleria, appositamente formato
nell’ottica di un essenziale processo
di adeguamento del Museo a standard più elevati di accoglienza e ponendosi come obiettivo l’opportunità
di elevare la qualità di fruizione per
questa tipologia di utenza.
O.L.
stampo anglosassone che esalta
la lotta del Bene contro il Male.
Parla insomma un linguaggio universale e quindi arriva a tutti. La
diffusione del modello culturale
americano, attraverso la narrazione mitica del West, inizia già dal
1883 con lo spettacolo che Buffalo Bill portò in giro nel mondo. Si
chiamava: Il Selvaggio West ed il
Convegno dei Cavalieri più duri al
mondo. Era un circo ambientato
nel West, che rappresentava episodi storici della vita di frontiera (incluse le battaglie contro gli indiani)
e mostrava all’opera cow-boy e
indiani in esibizioni di tiro al bersaglio, cavalcate frenetiche, cattura di bisonti e cavalli selvaggi col
lazo. Lo spettacolo fu replicato per
più di vent’anni in Europa e Stati
Uniti e fu ammirato dal Papa e della Regina Vittoria. E arrivò a Bologna per ben due volte. La prima fu
nel 1890, con un treno speciale di
18 carrozze, contenente 500 persone, carri e diligenze smontate,
capanne indiane, cavalli e bisonti
e la strumentazione necessaria
alla costruzione dell’arena per lo
spettacolo. Gli spettacoli ebbero
luogo all’ippodromo Zappòli (sorto
nel 1888, nella zona periferica di
via Emilia Ponente e demolito nel
1928 per dar spazio ad abitazioni)
per 8 giorni. Bologna fu invasa da
manifesti e volantini, ma il colpo di
scena si ebbe con le sfilate per le
vie cittadine di indiani a cavallo,
fieri nei costumi tradizionali, armati
di coltelli e asce, che invogliarono
i cittadini ad accorrere agli spettacoli ed occupare le gradinate fino
all’ultimo posto. Il biglietto costava
5 lire, tantissime per l’epoca e l’incasso del primo giorno fu di ben
18 mila lire. Durante lo spettacolo,
era possibile mangiare per la prima volta, i pop corn provenienti direttamente dagli USA. Il circo fece
ritorno nel 1906 con quattro treni
speciali contenenti centinaia di uomini e animali. Un’efficientissima
organizzazione montò l’impianto
in poco tempo ai Prati di Caprara (all’epoca vasta area riservata
ad esercitazioni militari e corse di
cavalli). Molto apprezzate le simulazioni di sparatorie e di assalti
a carovane e diligenza da parte
degli indiani. Alla sua partenza il
circo lasciò un dolce ricordo, lanciò la moda dell’abbigliamento alla
Buffalo Bill e suggerì la creazione
della Crema cordial col nome del
nostro eroe. Il giornalista Enrico
Franceschini, fa notare come l’anno di morte di Buffalo Bill con conseguente consacrazione a mito
imperituro, il 1917, veda anche la
nascita del comunismo russo, che
per decenni sarà antagonista degli
Stati Uniti. E ironicamente scrive:
“Ma la Russia comunista non ebbe
mai un Buffalo Bill che s’impenna
sul cavallo bianco, agita il cappello
e salva la fanciulla del saloon dai
feroci Sioux che inseguono la diligenza. Chi lo vide a Bologna nel
1906 sapeva già come sarebbe
finita, molti anni dopo, la guerra
fredda.” Insomma, dobbiamo rassegnarci: moriremo americanizzati tra montagne di pop corn e film
western!
Ugo De Santis
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Anzola e la biblioteca
Martedì 13 marzo ore 20
Presentazione del nuovo e innovativo servizio Medialibrary Online promosso nelle biblioteche
dalla Provincia di Bologna e vedrà
svolgersi un dibattito dal tema:
Quale biblioteca per il futuro ad
Anzola?
Parteciperanno Dede Auregli (Responsabile Servizio Cultura e Pari
Opportunità Provincia di Bologna)
con l’intervento dal titolo “Ruolo
della provincia nel processo di alfabetizzazione digitale”; ci sarà Giulio
Blasi (Horizon Unlimited con Medialibraryonline) che parlerà del tema:
“Nuovi alfabeti - illustrazione del servizio di medialibraryonline”; Antonella
Agnoli (Consiglio di amministrazione
Istituzione Biblioteca Comune di Bologna) che interviene su “La biblioteca come centro di riflessione e di
condivisione di saperi “e Loris Ropa
(Sindaco di Anzola dell’Emilia), che
parlerà de “L’impegno dell’ Amministrazione Comunale a sostegno della biblioteca e della cultura”
ATTIVITÀ EDITORIALE
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1 Marzo 2012
Vado e ci Provo?
Da un racconto inventato, la situazione di molti aspiranti attori
Un bel giorno Pietro un baldanzoso giovanotto della provincia
emiliana, uscito da un illustrissimo
Istituto Superiore della proprio provincia, non sa che pesci prendere.
Da una parte ha una strada bella
spianata,scrivania, posto assicurato, una futura casa, una famiglia
futura; dall’altra un destino incerto,
con mille domande e poche risposte. Spinto da una voglia matta
di fare teatro, decide, di iscriversi
all’università di Bagnolo. Vedendo
i trentasei denti sorridenti e splendidi dei propri genitori, comunica
loro che si iscriverà al Das Tartaro
di Bagnolo. I genitori si rabbugliano, pensando che il proprio figlio
sia sotto l’effetto di qualche droga
pesante. Spiega ai suoi che il Das
è la giusta direzione, che vuole
fare proprio quello e che al di fuori
della decisione dei genitori, lui ha
già fatto la sua scelta. I genitori,
sbigottiti e impauriti, ma vedendo
la luce negli occhi del proprio figlio,
acconsentono la scelta del giovanotto Pietro. Dopo poche settimane, Pietro insieme al padre
Fulgenzio, sono in viaggio per
Bagnolo, devono cercare casa e
iscriversi alla fiaccola di lerette e
solofia, indirizzo Das Tartaro. Trovata casa, non ci mette molto ad
ambientarsi anche se tutto a Bagnolo gli sembra nuovo, un altro
mondo, pieno di giovani sognatori
come lui. Stringe amicizie come
non mai; però l’università non inizia nel migliore dei modi. Troppa
teoria divide lui dal suo sogno
coltivato. Dopo due anni, decide di
lasciare l’università ma non abbandona il suo piccolo orticello; infatti
frequenta molti lab di recitazione
per vedere se quella è realmente la
sua strada. Si imbatte in insegnanti di dizione, di recitazione e molti
altri sapientoni dell’ambiente. Dopo
questi laboratorio per due anni si divide in innumerevoli viaggi su e giù
per lo stivale in scuole di tartaro a
Maro, Novagè, Nolami. Purtroppo
la giuria fanfarona non gli risparmia mai un giudizio negativo, anzi.
Allora, il povero Pietro a Bagnolo,
decide di rituffarsi in altri laboratori, questa volta informandosi meglio su chi organizza i laboratori,
evitando di perdere tempo e di
regalare soldi a persone che non
lo meritano. I laboratori si rivelano
molto formativi, tant’è che ha in
mano molti attestati di frequenza
e conosce molti giovani baldanzosi che hanno gli stessi suoi sogni.
Parla, si confronta con loro, a anche un serio ma breve tentativo
di fondare una compagnia di tartaro. Ma come molti fanfaroni del
Das Tartaro, dopo un po’ mollano,
preferendo la via del finto intellettuale. Pietro inesorabile procede;
legge testi di drammaturghi antichi,
che sono il fondamento del tartaro.
Sogna un giorno di diventare come
loro, ma sa di certo che non potrà
mai esserlo se non si impegna. Riflette sul fatto che una base teorica
gli serve, quindi ritorna a scriversi al
Das tartaro e riprende, in maniera
più seria, lo studio delle varie discipline. Dopo 4 anni si laurea. Dopo
un breve ritorno estivo a casa,
decide di ristudiare per entrare in
una di quelle scuole di tartaro che
qualche anno prima lo avevano
escluso. Pietro passa tutta l’estate
a studiare, per tre mesi.
Rimane in casa e studia molto. Poi
arriva il momento dei lunghi viaggi a Maro, Novagè, Nolami. Ma in
nessuna di queste scuole riesce
ad entrare. Disperato e senza alcuna speranza, ritorna a Bagnolo,
convinto che quei 4 anni non gli
FUTURE FILM FESTIVAL 2012
That’s the end of the world
as we know it - La fine del
mondo (and I feel fine)
Sarà dedicata alla “Fine del mondo” la XIV edizione del Festival
internazionale di cinema, animazione e nuove tecnologie in
programma a Bologna. Nell’anno
della prevista fine del nostro pianeta, il Festival riproporrà alcuni
dei principali film sulle catastrofi
mostrate al cinema, tra cui Twister,
Airport e il pluripremiato Titanic.
Contemporaneamente, però, il
Future Film Festival proverà anche a preservare il pianeta Terra,
puntando gli occhi sull’ecologia:
la possibilità di un “Cinema Green” sarà infatti l’altro tema della
rassegna, che proporrà diversi
modi per realizzare un cinema ad
impatto zero.
L’inaugurazione quest’anno sarà
affidata al guru dell’avanguardia musicale contemporanea Bill
Laswell, il bassista, compositore
e produttore newyorkese che da
anni spazia tra jazz, rock, heavy
metal. L’artista accompagnerà
Cinema & Teatro
con le sue musiche un inedito ed
esclusivo montaggio di spettacolari immagini, a cura di Cristiano
Travaglioli, tratte dai film storici
sulle catastrofi cinematografiche.
l Periodo di svolgimento del
Festival sarà dal 27/03/2012 al
01/04/2012. Tutte le informazioni
su orari e programma sono presenti sul sito. L’inaugurazione
sarà affidata al concerto/performance di Bill Laswell e Cristiano
Travaglioli.
Il Festival prenderà ufficialmente l’avvio il 27 marzo al Teatro
Manzoni con l’ inedito montaggio di spettacolari immagini,
tratte dai film storici sulle catastrofi cinematografiche, e firmato da Cristiano Travaglioli, il pluripremiato montatore dei film di
Paolo Sorrentino (This Must Be
The Place, Il Divo).
Se la “fine del mondo” sarà il
tema cardine dell’edizione di
questa edizione, il Future Film
Festival quest’anno si occuperà
tuttavia anche di un altro tema
di stretta attualità: “Green”, inte-
so come ecologia, ambiente, e
quindi cinema ad impatto zero e
a km zero. Un convegno affronterà il tema del green tra cinema e
buone pratiche per il futuro, passando in rassegna le esperienze
realizzate da architetti, designer,
sceneggiatori e ingegneri, da Andrea Satta, il cantante dei Têtes
des Bois a Francesco Cucari, il
giovanissimo creatore della App
per la raccolta differenziata, fino
a Nicola Lusuardi (sceneggiatore
e coordinatore nazionale dell’Associazione 100 Autori.
Anche i bambini saranno coinvolti in questo progetto di attenzione
verso l’ecologia. La rassegna di
cinema e laboratori per i più piccoli - Future Film Kids - organizza un’area green dove giocare
con il cinema e con il riciclo. I
laboratori per bambini, all’interno
della programmazione di Future
Film Kids, saranno quest’anno
dedicati alla produzione di un
piccolo film mediante l’utilizzo
materiali di recupero quali alluminio, carta, legno, ecc.
Il tradizionale concorso sarà
come sempre diviso in due sezioni: Future Film Short, riservato ai cortometraggi provenienti
da tutto il mondo, per l’assegnazione del Premio del Pubblico e
del Premio della Giuria-Provincia
di Bologna; e il Platinum Grand
Prize per i lungometraggi in concorso, a cui si affiancano le sezioni le anteprime fuori concorso
21
sono bastati affatto. Ha un timido
tentativo nell’iscriversi alla supermega-specialistica che viene poi
smorzato dall’avvertimento del suo
professore-correlatore di tesi, che
gli dice di non iscriversi perché per
quello che vuole fare lui, l’università di Bagnolo non gli serve a nulla.
Prova a guardarsi intorno, a chiedere spazi per provare ciò che per
anni ha studiato, sia dentro l’università del Das tartaro e sia nei vari
laboratori. Trova molte persone avide di denaro che per l’affitto dello
spazio gli chiedono cifre esorbitanti.
Vedendo che con i molti piccoli lavoretti che fa non riesce a trovare
uno spazio per provare, abbandona
temporaneamente la propria scelta.
Nota però che altre persone ci sono
riuscite ad avere uno spazio, chiede a loro d’aiutarlo e gli danno dei
consigli, altri, invece, evitano di darglieli perché impauriti dal nuovo che
avanza. Da questi consigli, il povero
Pietro, ne trae maggiore forza; inizia
a spedire bandi per cui mandare la
propria candidatura, le proprie idee,
le proprie sculture. Attende per un
breve periodo ma non viene tenuto
in considerazione da nessuno. Pietro non si perde di animo e cerca in
tutti i modi di lavorare bene ma i suoi
sforzi sono vani, non viene mai preso in considerazione da nessuno.
Decide di frequentare un atelier di
tartarologi dassiani. Questi tartaroli
sono abbastanza mistici e fannulloni. Pietro stufo di questa situazione
un giorno si alza e davanti a tutti
urla: ”Voi siete dei terribili stronzi,
che non fate altro che blaterare a
destra e a manca senza proporre
mai nulla di concreto, vergognatevi!”. Se ne va sbattendo la porta,
gli altri si guardano attoniti e dopo
mezzo secondo ricominciano a
ciarlare. Quella sera Pietro vaga
per tutta la notte indisturbato nella
città di Bagnolo, venendo catturato dai lunghissimi e meravigliosi
portici di un colore marrone, che
ricorda la vicina Verenzia. Vorrebbe ritornare indietro ma non può
farlo, ormai deve guardare avanti.
Passeggia guardando le orri degli
inelli dove un tempo l’eccelso Ammelo male ha recitato Ante Alghieri, Eolos de Berardos ha fondato
una sua compagnia di tartaro di
cerca. Arriva in un rudimentale e
lascivo centro sociale dove qualche
anno prima, la famosa compagnia
Lello Sanzio, ha mosso i primi passi. Immagina quei tempi nella sua
mente, nei libri che ha letto. Vorrebbe cancellare tutto quel marciume e
quel fricchettonaggio che c’è intorno, ma non può. Purtroppo quelle
persone hanno qualcosa che lui
non ha: le conoscenze, gli spazi,
i soldi. Che cosa può fare il baldanzoso Pietro per non perdere
tempo? La risposta la lascio a voi
lettori bolognesi e non per farvi capire meglio come un ragazzo, non
tanto più baldanzoso, può fare in
una città come Bologna dove se
veramente le strutture che ci sono
per chi ha seriamente voglia di
fare cultura,teatro,arte ecc.. non
si deve lasciarsi andare ma provarci in continuazione.
e le “Follie di Mezzanotte”.
Dopo India, Canada e Cina, nel
2012 il Festival ha scelto di legarsi al Brasile per creare sinergie
produttive e occasioni di scambio
tra le case di produzione cinematografiche della Regione EmiliaRomagna e quelle brasiliane.
L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività che la Regione
Emilia-Romagna, insieme al Governo italiano e alle altre Regioni,
sta intraprendendo in occasione
dell’Anno dell’Italia in Brasile.
Sarà organizzato un workshop
con le case di produzione del Brasile e gli studi professionali presenti, diviso in due sessioni:
- illustrazione del mercato cinematografico brasiliano e possibilità di co-produzioni con il Brasile
- parte tecnica di tutorials per la
Motion Graphics
Gli ospiti brasiliani inoltre saranno portati in visita alle case di
produzione della Regione EmiliaRomagna.
www.futurefilmfestival.org
Sono stati appena presentati i
corsi di laurea dell’Alma Mater,
della città di Bologna, con le sue
istituzioni e i suoi servizi agli studenti che vi abitano o che verranno ad abitarla per frequentare
l’università.
Grazie alla collaborazione di Bologna Fiere, l’Arena del Sole è stata
presente alla manifestazione con
uno stand in cui le future matricole
sono state informate sulle attività
del Teatro Stabile di Bologna.
Attraverso la proiezione di video
informativi sulla stagione 20112012 e una connessione internet
per mostrare le numerose attività
sul web, sono state fornite informazioni sulle varie proposte e
promozioni dell’Arena del Sole:
spettacoli, laboratori, visite guidate, incontri con gli artisti.
In particolare, le riduzioni esclu-
sive per i giovani Under 29 e il
GiovedìGiovani per gli Under 25
(ingresso a teatro il giovedì a soli
€ 5) che da tempo l’Arena del Sole
propone e applica, oltre alla speciale convenzione con il Dipartimento Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, con speciali
riduzioni per gli studenti Dams.
Per l’occasione, sempre in accordo
con gli enti promotori di Univercity,
l’Arena del Sole ha ideato Matricola Unibo, uno speciale abbonamento riservato alle Matricole
dell’anno accademico 2012-2013,
che propone un carnet di 4 spettacoli a scelta su tutto il programma dell’Arena del Sole al prezzo
scontatissimo di soli € 44 (dietro
presentazione dell’iscrizione all’Università di Bologna - Alma Mater
Studiorum per l’A.A. 2012-13).
F.B.I.
L’Arena del Sole
a Univercity
C.G.
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Sport
il pericolo è il loro mestiere
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VIRTUAL COOP
Cooperativa Sociale
ONLUS
1 Marzo 2012
donne al volante
Intervista a Yasmine e Vellutini.
Yasmine a quanti anni hai iniziato ad occuparti di rally e da che
cosa è nata questa passione?
Ad occuparmi di Rally ho cominciato nel 2007. È una passione che
ho sempre avuto fin da piccola in
quanto dove vivo, c’era uno dei
Rally più importanti dell’ Emilia, se
non di Italia. Il Rally dell’Appennino
Reggiano, tutt’ora esistente anche
se ha perso i fasti di un tempo,
quando ancora si svolgeva in not-
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SITI WEB
turna, e con gli amici era motivo di
organizzare veri e propri campeggi
a bordo strada, con tanto di grigliata, trasformando così un evento
rallistico in una grande festa.
Come si allena un rallista, sia
come pilota sia come navigatore e per essere al top quali sacrifici bisogna fare?
Non esiste un vero e proprio allenamento. Se non nei giorni che
anticipano una gara rallistica. Vengono istituite dagli organizzatori
delle ricognizioni sui tratti di strada
che verranno interessate dalla gara.
Queste ricognizioni autorizzate consistono in vari passaggi dell’equipaggio in gara con macchina non
ufficiale chiamata muletto. In questi
passaggi viene segnato il percorso
su un quaderno. Questi appunti si
chiamano NOTE e sono quelle che
il navigatore detterà in gara al pilota.
Hai mai pensato “ma chi me l’ha
fatto fare”?
Sempre. Nonostante ci si lascia
trasportare dall’euforia e la passione per la velocità non c’è volta
che di fronte al semaforo nei 10
secondi che precedono lo start il
navigatore non pensi “ MA CHI ME
LO HA FATTO FARE”. Ma una volta partiti ci si dimentica di tutto. Ed
è positivo pensarci, perché ti rende consapevole del fatto che non
stai giocando, e nulla deve essere
preso con superficialità. Il Rally è
uno sport pericoloso. E questo è
un dato di fatto che non va sottovalutato.
Cosa vuol dire essere donna nel
mondo dei rally? C’è molta diffidenza dalla parte maschile?
La maggior parte dei piloti ricercano
navigatori donne perché dicono, siano più precise. Con un ottimo senso
dell’organizzazione. Quindi non è
cosa inusuale la presenza di donne
nel mondo Rallistico. Tant’è vero che
il pilota Paolo Andreucci, sei volte
campione d’ Italia, come copilota ha
una donna, Anna Andreussi. Quindi
nessuna competizione uomo-donna
o inferiorità dei sessi. Anzi, delle
due, forse siamo temute!!
Come riesci a conciliare la tua
vita privata, il tuo lavoro e i vari
hobby e se sei fidanzata cosa ne
pensa il tuo ragazzo dei rally?
Facendo veri e propri salti mortali.
Non è facile far conciliare uno sport
così impegnativo che ti porta ad essere lontano da casa per giorni, per
chi è donna e madre come me. Se
non ci fossero i miei genitori che in
mia assenza accudiscono mia figlia
di 8 anni, tutto questo sarebbe irrealizzabile. E quando non si corre ci
si dedica alla casa, alla famiglia e
al lavoro. Ultimamente sono molto
impegnata, in quanto, insieme ad
alcune persone stiamo lavorando
all’organizzazione del primo Rally
dei Colli Bolognesi che si terrà in
quella che sarà la “Giornata Nazionale Trapianti”, il 26-27 Maggio. Per
quanto riguarda la vita privata ...beh,
il problema fidanzato si risolve trovandone uno che ha le tue stesse
passioni, condividendo magari anche lo stesso abitacolo!. Situazione
ormai consolidata nel tempo in questo settore.
Luca Cavrini
Il basket acrobatico
Gli Harlem Globetrotters sono
nati intorno all’anno 1925 quando
la società americana considerava
una colpa l’essere nato nero o
semplicemente diverso; e grazie
agli Harlem si è potuto cambiare
una parte di usi societari.
Il problema degli spettacoli del
tempo era quello di intrattenere
le persone durante le pause: gli
alti costi dei musicisti portò un
ebreo di nome “Abe Saperstein”
ad avere una idea che rimarrà
storica negli anni e cioè quella di
far montare due canestri ed organizzare una sfida tra cinque giganti di colore e cinque spettatori
del pubblico per una scommessa
economica.
Harlem è il nome di un quartiere
di New York in cui la maggior parte delle persone sono afro-americane e il nome “Harlem Globetrotters” è stato dato proprio per
enfatizzare questa appartenenza
e anche come forma di protesta
verso quelle persone che ostacolavano la partecipazione ai campionati sportivi delle persone di
colore.
Grazie al loro gioco estremo fatto
di palleggi acrobatici, schiacciate
spettacolari, numeri da lasciare gli spettatori a bocca aperta,
questa squadra vinse nel 1930 il
campionato NBA contro i Los Angeles che ai tempi giocava a Minneapolis e non come
attualmente a
Los Angeles.
Ma Abe Saperstein, il fondatore
di questa squadra, si accorse ben
presto che la gente era attratta
più dalla parte spettacolare, dal
gioco e dal divertimento che questo gruppo di giocatori riusciva a
creare e decise così di creare un
vero e proprio tour.
Nel tempo hanno vestito questa
maglia giocatori del calibro di Wilt
Chamberlain, Earvin Magic Johnson … ma lo spirito della squadra
non è solo quello di offrire solo
uno spettacolo all’interno del parquet ma di stare accanto alle persone di più deboli e alle persone
che soffrono. Quando nel 2007 la
squadra venne a giocare a Torino
i giocatori hanno visitato i bambini della Fondazione Ospedale
Infantile Regina Margherita ed
è anche per questo motivo che
sono stati nominati dall’Unesco
“Ambasciatori della fratellanza tra
i popoli”.
A Bologna si sono già presentati nel 2005 con uno spettacolo
all’interno del Paladozza di Bologna anticipando però con uno
spettacolo completamente gratuito tenutosi all’interno dei giardini
margherita, riuscendo a regalare
sorrisi, gioia e tanto spettacolo.
A Bologna, il 23 aprile 2012 alle
ore 20.30, al Paladozza di Piazza Azzarita
I.E.
ASSITENZA CENTRO RIPARAZIONI TUTTE LE MARCHE
Bologna, Via Massarenti, 223/3-E/3-F
Tel. 051.6014850
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1 Marzo 2012
doppio Rebus
Sudoku avanzato
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Risolvi i due facilissimi rebus, mandaci le soluzioni in redazione e noi ti
regaliamo un abbonamento a BNB, il nostro giornale per tutto il 2012.
Puoi usare il fax: 051.530761, oppure l’e-mail:
[email protected]
Infine, se ami la lettura, riceverai per posta elettronica in omaggio l’ebook del romanzo “Le ruspe del Parma”. Buon divertimento!!!
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Lo Sfizio
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REBUS (5.10.)
La Dama per tutti!
Le prime son buone!
Oggi tratteremo la 2° e la 3° posizione della dama.
In entrambi i casi si vince con o senza mossa a favore.
Nella 2° posizione (diagr. 1) il N. per non perdere un pezzo è costretto a
ripetere sempre le mosse 28-32 e 32-28 dando agio al B.
Con o senza mossa in favore di vincere. Tratto al B. :7-11, 28-32, 11-15,
32-28, 15-19, 28-32, 19-23, 24-28, 27-31 b.v.
Ecco un finale che dà origine alla seconda posizione(diagr. 2). Il B.vince
elegantemente con: 28-23, x, 13-18, x b.v.
La 3° posizione è costituita da due dame bianche in 18 e 29 e di due
dame nere,e le nere in21 e 32. Il B. vince sempre anche senza il favore
della mossa(diagr. 3). Tratto al B. (che ha la mossa). 29-26, 28-23, 26-22
etc. b.v. tratto al N.: bianco vince col cambio 18-21,x, b.v.
Ecco poi nel diagr. 4 un istruttivo finale che forza una posizione analoga
alla 3 °posizione. Tratto al B.: 11-14, 25-21, 29-25 a) 21-17, 14-10, 9-13,
25-29, 13-18, 10-14, 18-22, 14-18, 22-27, 18-21 b.v.
a) con 14-10 si vince agevolmente facendo rientrato il finale nella 1°
posizione già trattata in più occasioni.
Concludiamo con due problemi il 1° in 4 mosse ed il 2° in 5. Per i più
attenti notiamo la simmetrica posizione in asse verticale e costituisce
perfettamente la lettera “ M”.
Arrivederci a aprile!
di Federico Piras
Buone Notizie Bologna mensile.
N. 26 distribuito il 1 marzo 2012
Registrazione c/o Tribunale di Bologna
n. 8003 del 01/10/2009
Indovina chi sono i tre personaggi delle foto, le prime lettere dei loro cognomi (da 2 a 5) compongono
una frase di due parole (5. 6.). In palio anche questo mese 5 abbonamenti al giornale di 1 anno del
valore di 10 euro cdu. In omaggio l’e-book del romanzo “Le ruspe del Parma”.
Proprietà:
Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS
Viale Lenin, 55 - 40138 Bologna
Tel. 051.533106 - Fax: 051.530761
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Redazione c/o Virtual Coop
Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi
Redattore Capo: Marco Negri
Ufficio Stampa: Giuseppina Carella
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Grafico Virtual Coop:
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Le soluzioni dei giochi le trovi sul sito: www.buonenotiziebologna.it
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... tutta la telefonia
La ricetta
del mese
TAGLIATELLE
DELLE DONNE
Ingredienti (per 6 persone)
■ 500 gr. di tagliatelle
■ 2 bustine di zafferano
■ 350 gr. di ricotta
■ 200 gr. di noci tritate
■ 70 gr. Di grana padano grattuggiato
■ 5 cucchiai d'olio extravergine d'oliva
■ sale e pepe q.b
Preparazione
Mettete in una padella l’olio e non appena è caldo,
aggiungete le noci e fatele insaporire per qualche
minuto a fuoco vivace mescolandole sempre con il
cucchiaio di legno. Abbassate poi la fiamma, aggiungete la ricotta, lo zafferano
sciolto in qualche cucchiaio
di acqua calda e mescolate con cura in modo che si
ammorbidisca bene senza
mai raggiungere l’ebollizione. Dopo circa due minuti
togliete la padella dal fuoco. Cuocete le tagliatelle in
abbondante acqua salata
per il tempo indicato sulla
confezione. Quando sono
bene al dente, scolatele e
conditele con la salsa alla
ricotta, con il grana padano
e con qualche cucchiaiata
di acqua di cottura della
pasta. Servite subito.
Oroscopo
di Marzo
Le previsioni del Mago di Durbio
ARIETE
Cogliete le nuove prospettive che
vi si presenteranno abbondanti in
questo mese di marzo. Non siate
più apprensivi del dovuto e valutate con calma ogni situazione.
TORO
Questo marzo 2012 è un mese decisamente lento, sappiate tenerne
conto per poter fare con ponderazione tutte le scelte importanti che
potrebbero cambiare in meglio il
corso dei prossimi mesi.
GEMELLI
questo mese i nati sotto il segno
dei Gemelli devono prepararsi
ad un’ inaspettata situazione nei
rapporti amorosi: il partner avrà
bisogno di aiuto e di discorsi appropriati.
CANCRO
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State attraversando un periodo che
finora non è stato a voi favorevole,
per la fretta con cui vi siete cimentati in situazioni spesso non alla vostra portata, cercate di non ripetere
gli stessi errori fatti in passato.
LEONE
In questo marzo dovrete imparare
ad essere più riflessivi: ogni titubanza in situazioni dove è richiesta una scelta rapida potrebbe costarvi più di quanto pensiate.
VERGINE
Dovrete saper approfittare di un periodo in cui la fortuna vi sta venendo
incontro: non lasciatevi coinvolgere
in problemi che non vi competono e
abbiate cura di voi stessi.
BILANCIA
Importanti cambiamenti in atto per
quando concerne il vostro lavoro che
potrebbe avere risvolti decisamente
positivi: non per questo dovrete dare
meno conto chi vi sta vicino e lo è
sempre stato anche in periodi difficili.
SCORPIONE
Avrete la tendenza ad essere un
pò più egoisti del dovuto: cercate
di contrastare questa vostra tendenza in vista di relazioni che potrebbero essere importanti.
SAGITTARIO
Dovrete prestare più attenzione del
solito a chi vi sta attorno che potrebbe spesso non comportarsi con
la correttezza che vi aspettate.
CAPRICORNO
Continua un periodo che è decisamente a vostro favore: dovrete
cercare di non mostrare troppo
entusiasmo e limitare il vostro
egocentrismo che si va pronunciando un pò troppo.
ACQUARIO
Fate attenzione alle scelte che
avete fatto in periodi recenti e valutate in questo mese se sia veramente il caso di tornare sopra a
quanto avete fermamente deciso
in passato per cambiare qualcosa
della vostra impostazione di vita.
PESCI
Vi Aspetta un periodo tranquillo,
spesso asettico e privo di forti emozioni: cercate di non lasciarvi andare
ad ozi e a leggerezze che in un futuro anche non troppo prossimo potrebbero esservi rinfacciate spesso
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