Il Nome della Casa Mensile di informazione e approfondimento sociale N. 26 Anno 3 - 1 Marzo 2012 - ¤ 1,00 Bologna - www.coopansaloni.it fare una marchetta, per integrare i magri guadagni e mandare i soldi al marito disoccupato in uno sperduto paese dell’est. Non faccio in tempo ad attaccare discorso, che salgono tre ragazze cinesi con la loro travolgente allegria, mi guardano e scappano a ridere, chissà di che? Avranno tutta questa fame di vita e di futuro che si dice dei giovani cinesi, o saranno anche loro impigrite dalle mollezze occidentali? Scendo in via Rizzoli, vado dritto in Ugo Bassi al mercato delle erbe. Sulla scalinata trovo l’Andreina, più lurida che mai. Metto mano al portafoglio, mi sento generoso, prendo cinque euro, ma lei mi ferma: “Non darmi dei soldi, dammi una stanza a casa tua, ti pago l’affitto.” Centoquaranta chili di ciccia e tette, non ci stanno neanche nel mio monolocale, le metto i cinque euro in mano e scappo via. Si è fatto sera, vado nel Pratello all’happy hour con gli amici. Poche donne, tutte super accoppiate, ben attente a non far emergere i loro veri desideri: noia. Miracolosamente riesco a sgattaiolare via, mi fiondo in discoteca. Buio, luci stroboscopiche, spalle nude e piccoli seni sudati. Provo ad allungare una mano, chissà se arriva? Lo schiaffo, dico. Niente, allora ci sta o forse non se n’è nemmeno accorta. È ora di andare a casa. Faccio le scale tre alla volta, accendo la radio, c’è Lucio Dalla che canta: “…Con dolcezza è partita la mia mano…” La mia di mano si posa invece su un vecchio libro, regalato da chissà chi: “Wislawa Szymborska, Il Filo di Sofia.” Apro una pagina: “Ogni caso”. È una poesia d’amore, troppo lunga, vado alla fine: “Ascolta, come mi batte forte il tuo cuore”. Simona Atzori al Festival di Sanremo 2012 Primo piano Intervista A Gian Carlo Muzzarelli (pag. 2) Speciale donne Dal femminismo ad oggi Provincia Ambiente, Curiosità, Eventi (pag. 12) (pag. 15 e 16) I personaggi Speciale donne Lo sfizio Donne del XIX Secolo Bologna risponde alle donne Gioca e vinci con BNB! (pag. 3) (pag. 14) (pag. 23) Il direttore Maurizio Cocchi COPIA OMAGGIO Quella mattina potrei partire presto per essere a Rimini all’alba, magari per vedere come il sole passa tra le gambe di un'esile ragazza, proprio lì dove c’è tutto quel vuoto. Lascerei che il sole cominci a scaldare, per vedere rosolare i grossi seni delle signore russe e tedesche, ammirandone i sobbalzi scivolosi di crema. Verso mezzogiorno riprenderei la strada di casa, per fermarmi dalla piadinara di Cesena: “Allora, bel giovanotto, come gliela do la piadina: scarpazzone, squaquerone, prosciutto di Parma o per caso lei è uno di quelli che va a Nutella?” E poi via a casa, parcheggerei in via Genova e prenderei il 27, che va verso la Bolognina. Per prime salgono delle ragazze nigeriane, che abitano proprio lì in fondo alla via. È quindi la volta delle signore che scendono al Conad di via Mazzini. A Porta San vitale sale una badante, che va a passare la mezza giornata libera alla montagnola. Mi sorride, forse vuol fare due chiacchiere, stanca di parlare soltanto con assistiti, o forse vuol www.buonenotiziebologna.it L’8 marzo di un sono una donna perché... maschilista All'interno lo speciale dedicato all'8 marzo Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale 70% - CN BO Buone Notizie Bologna “Sostenibilità e Trasparenza con Cooperativa Edificatrice Ansaloni” 2 Primo Piano BNB 1 Marzo 2012 Idee chiare e pedalare www.buonenotiziebologna.it Gian Carlo Muzzarelli e la crisi in Emilia-Romagna Intervista a cura di Maurizio Cocchi Con me ci sono Luca Cavrini e Marcello Cominelli, quando l’assessore regionale Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive, piano energetico e sviluppo sostenibile, economia verde, edilizia, autorizzazione unica integrata) ci riceve, assieme al suo addetto stampa. Mi mantengo sulle mie e faccio una domanda generale. Sappiamo che sul suo tavolo passano tutte le vertenze che riguardano le imprese in crisi del nostro territorio. Com’è oggi la situazione? Abbiamo chiuso un 2011 tra ombre e luci, direi. Ad esempio con un Pil allo 0,9%, con una disoccupazione che è calata dal 5.8 al 5.2, con un meno 32% di utilizzo degli ammortizzatori sociali ed un export attorno al 14%. Voi capite che questi dati non sono particolarmente drammatici, se paragonati ai dati nazionali. La musica cambia se rapportiamo questi dati a quelli di qualche anno fa, dove si registravano performance della nostra regione molto lusinghiere ed un utilizzo degli ammortizzatori sociali sporadico e solo per qualche singola situazione d’emergenza. Dobbiamo quindi prendere atto che il mondo è profondamente cambiato e quindi anche il sistema delle nostre imprese si deve adeguare alle nuove regole, a partire dall’esigenza di imprese più strutturate, se noi non aumentiamo l’export non ce la facciamo. Adesso siamo in una fase molto delicata, abbiamo diverse situazioni di crisi che stiamo cercando di gestire, alcune di queste, io ritengo, saranno superate, mentre per altre ho forti dubbi. Ma a parte questo, ciò che è in crisi è il modello di sviluppo, che consuma troppa energia, ad esempio. Oggi ci troviamo a dovere fronteggiare radicali mutamenti climatici, ne abbiamo visto le conseguenze dirette non tanti giorni fa. Un altro cambiamento è quello demografico, con l’arrivo degli immigrati stranieri, che devono essere ritenuti come uno strumento per un nuovo sviluppo economico e non come uno ostacolo all’occupazione dei lavoratori di casa nostra. Poi c’è il tema della finanza, una questione che fino a poco tempo fa si dava per scontata. Oggi non ce lo possiamo più permettere, che ci piaccia o meno. L’assessore è un fiume in piena e non va tanto per le spicce. Io, ad esempio, faccio parte di quelli che ritengono che il popolo greco faccia bene ad incazzarsi. Perché è decisamente immorale che nel mondo ci siano altri che stabiliscono che fine debba fare quel popolo. Senza poi parlare delle banche: oggi si trovano da una parte lo Stato che dice loro di acquistare i Bot, la comunità europea che impone loro la ricapitalizzare, le imprese che chiedono i soldi per campare. Quindi accade che adesso le banche ti danno i soldi solo se hai il fisico giusto per reggere alle nuove sfide: a chi si ricapitalizza, a chi investe in ricerca e innovazione e via così. Ora, la domanda cruciale è questa: come la regione Emilia e Romagna orienta la propria strategia d’attacco per stare nel mondo? ze regionali, una nuova legge sarà introdotta per intervenire nei settori della logistica, dei trasporti, dei servizi e della distribuzione. In materia di appalti pubblici la Regione e le Autonomie Locali sono impegnate ad adottare le regole più stringenti consentite dalla normativa nazionale e comunitaria Con una mano davanti e una dietro? Nel novembre dell’anno scorso abbiamo siglato il Patto regionale per la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Dopo la difesa di tanti posti di lavoro, questo Piano significa il passaggio ad una strategia offensiva: accelerando e promuovendo concrete azioni di sistema. Gli assi fondamentali su cui si vuole orientare lo sviluppo sono fondati sul sapere, sulla green economy e sul made in Italy. Centrale sarà, infatti, il sostegno dell’export, le riforme strutturali delle istituzioni e della pubblica amministrazione, del welfare e del mercato del lavoro, ma anche una forte spinta alla ricerca e alla innovazione. Uno degli obiettivi di questo Piano è di difendere e promuovere la legalità e sostenere l’economia sana. L’azione congiunta di istituzioni e società civile dovrà far emergere e debellare le infiltrazioni della criminalità organizzata, l’usura, il caporalato, l’evasione fiscale e contributiva e ogni altra manifestazione delle attività economiche illegali. La partecipazione degli enti locali al recupero dell’evasione potrà dare un contributo rilevante alla lotta al sommerso e alla giustizia fiscale. Le maggiori entrate saranno destinate agli investimenti per la crescita e l’occupazione e alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro e le imprese. Ma davvero lei crede sia possibile fare qualcosa per debellare la mala pianta mafiosa? Con le leggi 11/2010 e 3/2011 la Regione si è dotata di ulteriori strumenti di contrasto alle infiltrazioni mafiose e criminali e di controllo della legalità e sicurezza sui cantieri edili. Nell’ambito delle competen- per impedire la concorrenza sleale e favorire la selezione delle imprese socialmente responsabili. In particolare le istituzioni regionali intendono verificare con il massimo rigore, negli appalti e sub-appalti, in attuazione delle norme del decreto sviluppo (DL 70/2011), il rispetto del costo del lavoro stabilito dai contratti collettivi nazionali. Parliamo ora di relazioni industriali, non crede lei che qualcuno ogni tanto rischi di tirare troppo la corda? La contrattazione è fondamentale per esaltare la centralità del valore del lavoro deve raggiungere risultati funzionali all’attività delle imprese e alla crescita di una occupazione stabile e tutelata e deve essere orientata ad una politica di sviluppo adeguata alle differenti necessità produttive, da conciliare con il rispetto dei diritti e delle esigenze delle persone. Fermo restando il ruolo del contratto collettivo nazionale di lavoro, lo sviluppo e la diffusione della contrattazione collettiva di secondo livello è essenziale per collegare gli aumenti retributivi alla redistribuzione del reddito, al raggiungimento di obiettivi di produttività, redditività, qualità, efficienza, efficacia ed altri elementi rilevanti ai fini del miglioramento della competitività e dell’andamento economico delle imprese. La Regione ritiene che tali principi siano bene interpretati, nella sua interezza, nell’accordo interconfederale del 28 giugno 2011, siglato il 21 settembre. Corrette ed avanzate relazioni sindacali sono parte integrante delle politiche di responsabilità sociale dell’impresa. Certo, le parti sociali non devono smarrire il senso della realtà e fissarsi su piccole questioni di bottega, che rischiano di apparire all’opinione pubblica solo come la difesa di vecchi privilegi. A proposito di privilegi, da più parti si dice che per promuovere l’occupazione giovanile, occorre togliere privilegi a chi è già occupato, lei come la vede? Obiettivo urgente è quello di riscrivere il patto intergenerazionale. Altrettanti importanti sono le riforme del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali. L’investimento principale riguarda Maurizio Cocchi intervista Gian Carlo Muzzarelli l’Università, la Scuola e la Formazione, innalzando le conoscenze e le competenze. È indispensabile raggiungere i traguardi europei in termini di giovani laureati e riduzione degli abbandoni scolastici; sostenere la cultura tecnica e i percorsi professionalizzanti, integrare formazione e lavoro e ridurre i tempi di transizione al lavoro. La Regione attiva per l’anno 2012 una misura di agevolazione finanziaria alle imprese che assumeranno con contratto a tempo indeterminato i giovani, compresi gli apprendisti, nel limite dei fondi previsti per il lavoro giovanile. Tutte le forme di incentivo terranno conto della differenza di genere per sostenere l’occupazione femminile. Nei bandi regionali per i contributi alle imprese sarà previsto un premio per le nuove assunzioni, la trasformazione dei contratti a termine in contratti a tempo indeterminato e l’assunzione di lavoratori che abbiano esaurito il periodo coperto dalla indennità di mobilità. Nel quadro della applicazione delle norme sul federalismo fiscale che entreranno in vigore nel 2013 la Regione si impegna ad esaminare la possibilità di ricorrere alla deduzione integrale a tempo dalla base imponibile Irap del costo del dipendente stabilizzato. Per il contratto di apprendistato sono previste risorse regionali a sostegno della dimensione formativa e un impegno congiunto per la sua diffusione ed il suo concreto utilizzo da parte delle imprese. Quindi, si prevede un forte impegno della regione nella formazione dei giovani? Per i giovani fra i 30 e 34 anni (per i quali non è possibile l’accesso al contratto di apprendistato) la Regione prevede una misura formativa mirata per inserimento lavorativo accompagnata da un incentivo all’assunzione con contratto a tempo indeterminato. La priorità assegnata alla occupazione giovanile non esclude attenzione a tutti i lavoratori disoccupati, in mobilità e coinvolti in situazioni di crisi: in questa direzione sono perciò orientati gli strumenti formativi e i criteri premianti dei bandi e la formazione delle persone in mobilità sarà finanziata con i fondi nazionali che lo Stato ha assegnato alla Regione con l’accordo Stato-Regioni del 12/02/2009. Nel settore agricolo si conferma la priorità ai giovani nell’accesso ai fondi del programma di sviluppo rurale che ha fin qui consentito di destinare agli under 40 il 19% delle risorse disponibili. Donne e lavoro: l’aumento della presenza femminile sul mercato del lavoro è un indicatore di crescita economica e di crescita sociale e culturale. Oltre alla precarietà, è necessario rimuovere le discriminazioni di genere negli accessi e nelle carriere e promuovere una organizzazione del welfare e della società che non solo non scarichi sulla donna il peso del lavoro di cura ma ne valorizzi l’apporto favorendo la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Come per i giovani, la politica per l’occupazione femminile integrerà le azioni di formazione con quelle di inserimento nel mercato del lavoro e sarà sostenuto con interventi finanziari e formativi l’avvio di attività autonome e di nuove imprese. L’assessore prende fiato, provo allora ad infilare una domanda bastarda: è di vostra competenza l’abbattimento delle barriere architettoniche? Certo e per fare applicare la nostra legge stiamo ancora impazzendo. A parte l’applicazione della legge 13, quella nazionale, per la quale lo Stato non ci mette un euro e la Regione ci deve mettere del suo e solo per tamponare le estreme emergenze, quello che deve cambiare è l’approccio culturale al problema. Come il termine “inclusione”, tradotto come una casa inclusiva e cioè aperta a tutti, compresi coloro che hanno delle difficoltà di carattere fisico. Noi vorremmo inoltre costruire un ulteriore momento, cioè come regione Emilia e Romagna vorremmo fare una legge sull’attrattività e l’appettività della nostra regione, di cui l’abbattimento delle barriere architettoniche è centrale per tutta la nostra credibilità. Ci stiamo lavorando, assieme al presidente Vasco Errani. Assessore abbiamo toccato argomenti che fanno tremare i polsi, ma la dimensione regionale è sufficiente per affrontare temi di questo spessore? La dimensione regionale è la dimensione minima-base. E poi lo sappiamo benissimo che il primo problema è quello dei campanili e cioè che tutti si ritengono i più bravi rispetto ai loro vicini. Ma se se vuole davvero incidere questo è il periodo delle alleanze e non dei campanili. In Redazione Marco Negri 1 Marzo 2012 Donne che non odiano gli uomini Parlano quattro donne di Bologna delle loro esperienze al femminile Giuseppina Carella Si marzo è per antonomasia il mese della donna, vista la ricorrenza dell’8 marzo come momento per soffermarsi su di noi. In realtà io appartengo a quel gruppo di donne che non crede tanto al festeggiamento di questa giornata, nel senso che questa data in realtà è stata determinata da un evento molto tragico la morte di 129 operaie fatte bruciare all’interno della fabbrica nella quale stavano lavorando perché intenzione ad ottenere con lo strumento dello sciopero i propri diritti di lavoratrici. Insomma più che festeggiare mi viene da pormi la domanda: oggi la situazione è cambiata? E la risposta ahimé mi sorge spontanea, forse non molto. Tutti i giorni si sente parlare di donne che vengono maltrattate, abusate, fin anche ammazzate spesso per mano di persone a loro molto vicine: fra- telli, padri fidanzati o ex mariti che non accettano la loro voglia di “autodeterminazione” e di “libertà”. Tutto sommato anche se in minor occasione rispetto forse al passato ancora oggi molta della ostentata superiorità maschile si perpetua sulla donna, soprattutto su quella che probabilmente non ha ricevuto gli strumenti per capire che è una delle due facce di una medaglia con pari diritti. Ci sono poi, per fortuna, segnali di miglioramento della così detta condizione della donna come comunemente viene detto. Ci sono donne che sono riuscite ad ottenere un ruolo importante nel tessuto sociale. Pensiamo alle nuove Ministre del governo Monti, oppure alle leader Camusso e Marcegaglia una a capo di un forte sindacato e l’altra “capa” della Confindustria, insomma viste così due “potenze”. Più in piccolo ci sono donne che come me hanno avuto l’opportunità di entrare nel mercato del lavoro ricoprendo il ruolo di Vicepresidente di una cooperativa sociale portando con se il doppio carico di essere donna e donna con handicap. Insomma con volontà e perseveranza gli obiettivi si ottengono, molti posti fino a pochi anni fa solo di esclusività maschile sono stati “presi” dal gentil sesso. Ci sono donne pilota di aerei di linea o soldatesse in missioni pepita RISTOCLUB di pace, ci sono donne che insegnano ai ragazzi a scuola e mamme sole che lo stesso curano e seguono i loro figli pur non avendo un uomo accanto, e gli esempi potrebbero continuare a lungo, ma i pregiudizi da sconfiggere sono ancora tanti. Il pregiudizio di una società che ancora nel terzo millennio naviga a vista sui diritti di molte categorie: bambini, anziani, omosessuali, disabili etc. etc. fa pensare che molte conquiste sono state fatte ma molte altre dovranno essere nel futuro prossimo terreno di confronto tra l’uomo e la donna in quanto appartenenti a un unico genere: il genere umano! Mariaraffaella Ferri Rispondo volentieri alla domanda della Redazione di Buone Notizie Bologna sul senso che possiamo t d Giar da Fuma ran e V e Federica Salsi Il significato di questa festa è quello di continuare a ricordarci che si è iniziato un cammino cento anni fa, ma che questo cammino è ancora lontano dalla meta. Il cambiamento culturale che ha portato alle conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, non ha ancora portato ad un reale equilibrio di genere. Basti pensare che mediamente gli stipendi delle donne sono inferiori a quelli dei loro colleghi a parità di contratto, basti pensare che in questa crisi la disoccupazione femminile aumenta maggiormente rispetto a quella maschile, basti pensare ai modelli che vengono proposti attraverso numerose pubblicità e trasmissioni televisive che riducono la donna ad un “grazioso soprammobile”, basti pensare al fatto che servono leggi per stabilire “quote rosa” nei CDA delle aziende, basti pensare ad esempio allo statuto del Comune di Bologna che prevede la costituzione della commissione “delle elette”. Finchè avremo bisogno di questi stratagemmi per avere un minimo equilibrio di genere garantito, avremo bisogno della festa dell’8 marzo. PIZZERIA - RISTORANTE Via Sicilia, 16 - 40017 S. Matteo della Decima (BO) Tel. 051 6824577 Cell 335 7620777 - Cell. 335 7620780 MENÙ A PREZZO FISSO Menu personalizzati e alternativi con buffet per eventi e cerimonie (Cresime, Comunioni, Feste di Laurea, Compleanni) Il venerdì sera animazione per bambini Pizze tradizionali e al metro (anche d’asporto) Noleggio sala per meeting stivo ri Pub con musica dal vivo ni o E o attribuire alla festa della Donna, a oltre 100 anni dalla sua istituzione. Certo possiamo vedere che in molti casi la festa della Donna si riduce ad una occasione esclusivamente commerciale ma questo è il rischio che purtroppo corrono molte ricorrenze; in ogni caso anche il semplice gesto di regalare la mimosa o una cena fra amiche possono essere modi gentili e garbati per fare festa e non sono certo da disdegnare. A me piace ricordare che l’8 marzo è la Giornata internazionale della donna e questo mi ricollega idealmente alle donne di tutto il mondo, alle loro lotte, le loro conquiste, alla vitalità generativa che esprimono, nella propria famiglia, nella comunità locale, nel loro paese, ovunque esse siano. Confesso che, facendo parte di un’associazione che sviluppa progetti di comunità in Africa, un posto particolarissimo del mio affetto è occupato dalle donne del sud del mondo, ma questo semplicemente perché si ama ciò che più si conosce. Come donna impegnata in politica trovo il senso di questa ricorrenza nelle sue origini, la lotta sindacale di quelle operaie tessili che all’inizio del secolo scorso a New York scioperavano per il lavoro ed insieme rivendicavano il diritto al voto per le donne. Lavoro e rappresentanza politica: cosa c’è di più attuale oggi, in tempo di crisi ed in piena recessione economica? Non è un caso se anche il movimento “Se non ora quando” s’incontrerà, proprio qui a Bologna il 3 e 4 marzo, per confrontarsi e costruire proposte concrete su “Vita, lavoro, non lavoro delle donne”. Per me quindi il significato pieno della giornata della donna sta proprio qui: rinnovare il senso di amicizia e di sorellanza fra donne per costruire qualcosa di bello e di buono per tutte e per tutti, cioè per fare buona politica. 3 www.pepitaristoclub.it Da 11 e 14 € Amelia Frascaroli Oggi la festa ha ancora un grande significato, per tenere alta l’attenzione sulla condizione di marginalità silenziosa che molte donne vivono sulla propria persona, in particolare faccio alcuni esempi presenti nella nostra città: le donne rom e sinte; donne profughe e/o richiedenti asilo, donne italiane o migranti che vengono da percorsi di vita falliti, che quindi non possono tornare indietro nei propri paesi e non hanno più possibilità di inserimento dove si trovano. www.buonenotiziebologna.it BNB I Personaggi 4 Buone Pratiche BNB 1 Marzo 2012 la scommessa della sartoria delle detenute www.buonenotiziebologna.it Il Laboratorio della Dozza e le sue problematiche Altri sei mesi per non sparire, altri sei mesi per non lasciare senza lavoro tre detenute: “Gomito a gomito”, il laboratorio di sartoria aperto nella sezione femminile del carcere della Dozza di Bologna. È nato per offrire la possibilità alle detenute di imparare un mestiere e di sperimentare la propria creatività ed essere protagoniste di un’attività lavorativa reale. Non è facile. Ma per altri sei mesi proverà a vendere i suoi capi di abbigliamento in città e trovare quei soldi che servono per non chiudere questa esperienza. Ma non è facile: già entro Natale si voleva provare a raggiungere quel volume d’affari che dimostrasse che il progetto stava in piedi da solo, ma “la chiusura dell’anno è stata piuttosto in ribasso”. Insomma, non si è toccato il volume di vendite sperato. Ma la cooperativa sociale sociale “Siamo Qua” che ha avviato il progetto della sartoria ha deciso di riprovare. E allora in questi giorni ha lanciato un nuovo calendario di vendite in strada nel cuore della città e sta cercando altri punti per proporre i capi di abbigliamento realizzati dalle detenute. “Ci crediamo ancora, fino a giugno”, spiega Martino, religioso della comunità di Don Nicolini attiva alla parrocchia della Dozza e legale rappresentante della cooperativa. La fine del 2011 doveva dire se la sartoria in carcere poteva continuare a vivere grazie alle sue forze e ai suoi guadagni. Presto lancerete un nuovo calendario di vendite, è perchè ce l’avete fatta? No, ma ci siamo dati altri sei mesi per vedere se ce la facciamo a risollevare le sorti. Sapendo che se al 30 giugno la tendenza sarà simile a quella della chiusura d’anno, che è stata molto in ribasso, allora non ci sarà molto da fare. A Natale le vendite sono rimaste sotto la soglia di cui avevamo bisogno: abbiamo fatto 2.000 euro circa, ce ne servivano 3.500. Però ci crediamo ancora. O meglio, ci crediamo fino a giugno quando i numeri potranno smentirci o promuoverci. Quanto vi serve? Le principali voci di bilancio sono relative alle paghe delle tre detenute del laboratorio di sartoria. Erano quattro, ma una è stata scarcerata ed è tornata a casa. Le stoffe le recuiperiamo a destra e sinistra, sosteniamo solo i costi degli stipendi e di merceria come il cotone e le etichette... Dei ciappini di merceria, insomma. A conti fatti ci servono 2.500 euro al mese e se arriva una quarta detenuta saliamo a 3.000. Questa è la cifra che dobbiamo realizzare, sennò ogni ora, ogni mese che facciamo invece di salire ci fa scendere. Cosa vendete e come funziona la vendita? Principalmente capi di abbigliamento femminile. Finora di tipo invernale: sciarpe, cappotti, giacche, mantelle, maglie... Ma anche abiti lunghi e anche borse. Adesso ci stiamo preparando ai capi primaverili. Inoltre, si fanno lavori all’uncinetto: se ne occupa, gratuitamente, una detenuta al pomeriggio (il laboratorio funziona al mattino, ndr). In più realizziamo biancheria per la cucina, come tovaglie, grembiuli ed altro. Ma non la mettiamo sul solito banchetto: sono cose che magari si trovano anche a me. Ci sono dei campioni e se qualcuno li ordina li realizziamo. Sui capi che realizziamo c’è una etichetta con scritto “Gomito a gomito” e la ‘o’ finale raffigura un gomitolo. Abbiamo scelto questo nome perché il carcere è in via del Gomito, perché lì dentro si lavora gomito a gomito, perché il nome dà l’idea di un rapporto tra dentro e fuori. Ecco, appunto, ‘fuori’: dove si trovano i capi che vendete? Nel centro di Bologna: mettiamo un banchetto al sabato pomeriggio tra via Ugo Bassi e via Nazario Sauro sotto la statua. Arrivo con la macchina, scarico e poi una nostra sarta, che non è detenuta, assieme ad alcuni volontari si occupa della vendita. Il posto va benissimo, lì si riesce a vendere, ma d’inverno con il freddo è più difficile. Non c’è neanche la possibilità di provarsi un abito. E allora come farete ad aumentare le vendite? Stiamo cercando di muovere mari e monti, di fare un gran polverone per avere spazi più favorevoli. Pensiamo ai mercati rionali, ma poi servono volontari per vendere. Ho scritto e riscriverò a Igd (l’immobiliare a cui fanno capo i centri della grande distribuzione cooperativa, ndr) per sapere se possiamo avere spazi di vendita all’interno delle loro strutture. Stiamo ragionando con Piazza grande per unire le forze, o meglio per aggrapparci a loro che hanno un negozio in cui potremmo avere uno spazio per i nostri prodotti. Fino ad adesso abbiamo bussato dappertutto, ma l’unico aiuto ricevuto è stata la possibilità di non pagare l’energia elettrica del laboratorio alla Dozza. Nei prossimi giorni, rivedremo il sito internet della cooperativa perché parli di più del laboratorio di sartoria. Le detenute come vivono questo momento? Sono contente perchè abbiamo rinnovato i contratti di lavoro fino al 30 giugno, ma sono anche molto in apprensione: il lunedì mattina, quando la nostra sarta entra nella sartoria della Dozza subito le chiedono “Quando avete incassato sabato? Quanto avete incassato?”. Sotto Natale hanno chiesto e ottenuto dalla Direzione del carcere di poter lavorare in laboratorio anche al pomeriggio, sapendo che l’avrebbero fatto gratis. L’hanno fatto per sostenere la produzione e le vendite di Natale. Sono segnali... Come lo è il fatto che la detenuta che è tornata a casa in Trentino è disposta a continuare a produrre per noi le ciabatte e pantofole che faceva quando era in carcere. Le abbiamo proposto di regalarle la macchina che serve a confezionarle, tanto era lei che la usava, e ci ha proposto di tenersi in contatto realizzando per noi un paio di ciabatte al mese... Sono segnali. Dicono di non smettere ma alla fine i conti sono conti P.G. LA PREVENZIONE ONCOLOGICA STATI VEGETATIVI LILT: “Una dieta equilibrata riduce l'insorgere dei tumori” A Marzo la Settimana Nazionale della Prevenzione oncologica: un evento dedicato al lifestyle più adatto per vivere sani. La prevenzione passa anche dalla buona cucina, ed è per questo che la LILT offre, durante l’intero evento, uno degli alimenti più sani della nostra dieta, una bottiglia di olio extravergine d’oliva italiano. La prevenzione è innanzitutto uno stile di vita: prevenire significa offrire a ciascuno di noi gli strumenti principali con cui difendere la salute. Nel caso dei tumori, fare prevenzione vuol dire non fumare, svolgere un’attività fisica regolare, non abusare con l’alcol e non esagerare con l’esposizione ai raggi solari. E inoltre bisogna seguire un regime alimentare sano. Come quello della Dieta Mediterranea, modello di riferimento mondiale per la salute e dal novembre 2010 diventata patrimonio immateriale dell’Unesco. La LILT vuole ricordare tutto questo in un incontro pubblico rivolto alla cittadinanza che si terrà a Casalecchio alla Casa della Conoscenza mercoledì’ 21 alle ore 17 e sarà seguito da un assaggio di prodotti offerti dal Panificio Pizzirani con l’utilizzo dell’alimento principe della Settimana, l’olio extravergine di oliva della Lilt. Le nostre volontarie saranno inoltre presenti in dievrsi punti di Bologna con banchetti informativi e presso la Coop Adriatica di Sasso Marconi il giorno 17 Marzo e Coop Adriatica di Casalecchio di Reno il giorno 24 Marzo. La Lilt si occupa di prevenzione oncologica fin dalla sua fondazione nel 1922, portando avanti con passione ed impegno attività di informazione e sensibilizzazione del cittadino, progetti di educazione alla salute nelle scuole e programmi di diagnosi precoce delle principali neoplasie. Nella sede di via Turati 67 a Bologna, infatti, sono operativi 2 ambulatori dove è possibile usufruire di visite specialistiche come ecografie al seno, all’addome, alla tiroide e alla prostata, mappatura dei nevi, visite di diagnosi precoce del tumore al collo dell’utero… La Lilt è inoltre vicina a malati e familiari attraverso programmi di counselling oncologico, sostegno psicologico e, a breve, sarà attivo anche lo sportello per la tutela dei diritti del malato. LILT Giornata nazionale degli stati vegetativi, dichiarazione del fondatore dell’associazione Gli amici di Luca a margine del convegno al Ministero della salute: “Associazioni facciano ‘cartello’ per costruire un sistema comune di tutela” “Lo stato vegetativo è una condizione di grave disabilità: servono una legge e un fondo per l’assistenza che tuteli le persone e le loro famiglie”. Lo dice Fulvio De Nigris, fondatore dell’associazione Gli amici di Luca e direttore del Centro studi per la ricerca sul coma di Bologna, a margine del convegno sugli “Stati vegetativi e di minima coscienza in Italia: epidemiologia, ricerca, assistenza”, organizzato oggi a Roma dal Ministero della Salute in occasione della seconda Giornata nazionale degli stati vegetativi. “La Giornata odierna ci aiuta a riflettere per essere il più uniti possibile - continua De Nigris -. Il ministro della salute Renato Balduzzi ha dato alcune indicazioni per una interlocuzione forte con le associazioni, per passare dal ‘Libro bianco’ a un ‘Libro verde’ sugli stati vegetativi e di minima coscienza che oltre a rilevare si occupi anche di superare le criticità esistenti”. “È un’occasione importante che chiama a raccolta tutte le associazioni in una propositiva sfida di attivismo politico. Oggi però - aggiunge De Nigris - non è la ‘Giornata del testamento biologico o del fine vita’. È la giornata delle persone in stato vegetativo, una condizione che afferisce alle gravi disabilità. Se vogliamo fare il bene di queste persone e dei loro cari che le accudiscono, dobbiamo pensare ad una legge sugli stati vegetativi, ad un fondo ad hoc per la loro assistenza, all’applicazione delle ‘linee guida’ in ogni area geografica di riferimento. Perché anche nella malattia ci sia la tutela della persona, la garanzia dei diritti e di uguaglianza di tutti i cittadini”. Per fare questo, conclude De Nigris, occorre che le associazioni che si occupano di coma e di stato vegetativo, facciano “un ‘cartello’ comune per portare avanti le nostre richieste”. “Dobbiamo superare il dolore di ognuno, la propria autoreferenzialità per aprirsi alla rappresentatività delle famiglie sia in termini di accompagnamento e sostegno psicologico che economico. Come ha detto il Ministro della salute Balduzzi, per non essere lasciati soli e per non agire da soli”. Per informazioni: Associazione Gli amici di Luca, tel. 051.6494570, web www.amicidiluca.it. Sede Legale e Amm. - Via Emilia, 369 - 40011 Anzola dell'Emilia (BO) www.uniloggroup.it BNB L’Angolo Spinoso 1 Marzo 2012 5 NON SE NE Può Più di... A LORO INSAPUTA… Elsa Maria Fornero Qui si parla di quella distinta signora che alla sua prima apparizione di fianco a Supermario Monti, come ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, scoppiò in lacrime mentre stava annunciando che aveva DOVUTO tagliare le nostre pensioni, anche quelle miserevoli sotto i mille euro. Non ce la faceva proprio - la poverina - ad annunciarci questi sacrifici, seppure per il bene supremo della Patria. Infatti fu lo stesso Monti a dover spiegare la cosa, dato che la Ministra schizzava lacrime da ambedue gli occhi. Che lacrime erano quelle? Lacrime di sincera commozione per una scelta dolorosa ma necessaria? Forse. Qualcuno però disse che erano lacrime di coccodrillo. Che se poi la ministra Fornero quei soldi per raddrizzare il tragico bilancio italico li avesse cercati da qualche altra parte, magari avrebbe pianto di meno e ne avrebbe scovati di più. Esempi vari: i professionisti di ogni genere che NON ti danno la fattura, gli artigiani che NON rilasciano una ricevuta neanche a crepare, i BAR e RISTORANTI dove lo scontrino fiscale è un opzional, i possessori di auto da cinquantamila euro, di barche da centomila, di elicotteri da un milione eccetera, quelli che hanno la villa da seicento metri quadri con piscina… tutta gente che, se gli levi qualche migliaio di euro NEMMENO se ne accorgono. Però si deve dire che dopo quella volta delle lacrime, la ministra Fornero non ha più pianto: in compenso ha parlato moltissimo, sostenendo che l’articolo 18 che regola i licenziamenti dei dipendenti va RIFORMATO. Ah, sì? Riformato come, signora ministra? Sospettiamo un Lelus (Forestale Onorario) LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA COOPERATIVA SOCIETÀ DOLCE Sig. Presidente, ascoltando l’intenso dibattito che si sta svolgendo in questi giorni in Parlamento per quanto riguarda il famigerato articolo 18 mi sono posta delle domande. I Parlamentari stessi che tendono ad abolire il suddetto articolo dichiarano che comunque non potranno essere accettati licenziamenti su basi discriminatorie quali razza, religione, salute, ecc., ecc. Mi domando come una cooperativa come quella in cui ho lavorato per 6 anni possa, dichiarandosi di mutuo soccorso a fianco dei cittadini soli e più deboli, avermi riservato un trattamento quale ho ricevuto. Sono stata assunta a settembre del 2006 con contratto a tempo indeterminato, con invalidità dell’80%, prima lavorando c/o l’ospedale Maggiore nel reparto di medicina (senza per altro aver ancora conseguito la qualifica di O.S.S) poi perso dalla coop tale appalto ho lavorato prima come assistente domiciliare e in seguito al c.d. Melograno. A fine 2010 inizio 2011 ho subito un aggravamento del mio stato di salute, che mi ha portato a lunghi periodi di assenza dal lavoro. Ho presentato richiesta di visita dal medico competente il quale ha dichiarato la mia idoneità al lavoro con alcune limitazioni, tra le quali quella di non lavorare da sola, a questo punto sia la mia referente che la responsabile del personale mi hanno detto più volte di fare ricorso contro tale giudizio, il ché mi sembra già anomalo e contraddittorio. Inoltre le faccio presente che alla mia richiesta di un conteggio dei giorni di malattia per evitare lo sforamento previsto dalla legge, mi è stato dato per telefono dopo aver sollecitato più volte e trascorsi più di 2 mesi quando ormai avevo già sforato. Mi sono cosi rivolta al sindacato per avere un supporto. La persona che ha seguito il mio caso mi ha consigliato di fare un prospetto in base al mio stato di salute del lavoro che avrei potuto svolgere all’interno della cooperativa e in specifico al centro diurno, (faccio presente che la mia invalidità è arrivata al 100%). Dopo aver messo per iscritto tali prospetti, fatti in maniera da non rimanere in turno da sola per un fatto anche di responsabilità in quanto se mi fossi sentita male gli utenti sarebbero stati abbandonati a se stessi trattandosi di persone che non sono nemmeno in grado di effettuare una telefonata, questi prospetti non sono stati nemmeno presi in considerazione. A seguito di tutto ciò la cooperativa mi ha proposto una buonuscita pari a 3 mensilità, a questa proposta il sindacalista ha fatto presente il mio stato di indigenza, di salute (sono in attesa di trapianto) e che sono sola con un figlio minore, la riposta è stata che non è un vostro problema. Sono stata costretta per bisogno ad accettare quella miseria. Signor Presidente, è questo lo spirito di una cooperativa sociale come la Dolce? Spero in una risposta visto che da circa 3 mesi chiedo di poter parlare con lei e vengo ignorata puntualmente dalla sua segretaria e non solo, l’ultima volta mi ha fatto chiamare dal suo capo del personale la quale mi ha detto esplicitamente che non mi farà mai ricevere. Ringrazio, comunque vada, il Direttore della testata per avermi dato questa opportunità IN FEDE Susanna Morelli L’onorevole Claudio Scajola ovvero cose turche che capitano solo ai politici italiani Era accaduto al parlamentare del PdL, l’onorevole sbadato Claudio Scajola, di comprare un appartamento di pregio a Roma, proprio di fronte al Colosseo. Lui l’aveva pagato 600mila euro, gli sembrava un buon affare, per 180 metri quadri e l’aveva preso. Poi si scopre che l’appartamento in verità costava un milione e mezzo di euro, così stava scritto sul compromesso. E la domanda è: chi ha pagato la differenza? Cerca e ricerca ecco che salta fuori che l’imprenditore Diego Anemone (scandalo appalti per il G 8 in epoca Berlusconi), per farsi benvolere dall’onorevole Scaiola, decide di fargli una sorpresa: gli fa lo scherzetto di pagare al suo posto la differenza. Così lo stupefatto Scajola si ritrova un appartamento di lusso al prezzo di uno popolare. Stupore! Meraviglia! Incredulità! Scajola cade dalle nuvole: come si è permesso Anemone di farmi uno scherzo del genere? Perbacco, ma io lo denuncio! Non ne sapevo assolutamente nulla! Che figura ci faccio? Anemone ha pagato al mio posto, assolutamente a MIA INSAPUTA!!! Lo giuro. Onorevole, noi le crediamo sulla parola. Anche a me è successa la stessa cosa l’anno passato: mi ero comprato una Panda a metano e mi arriva a casa una Porsche Turbo 555 da centomila euro: che dovevo fare? Avendo io già versato il saldo di novemila euro, mi sono tenuto la Porsche e buonanotte. Qualcuno mi ha fatto un regalo a MIA INSAPUTA. Che male c’è? D’altra parte Scajola all’epoca era Ministro per lo Sviluppo Economico: ovvio che abbia provveduto subito a sviluppare la SUA personale economia. Un altro pezzo grosso cui è ca- pitata una cosa turca è il Sottosegretario del Governo Monti, tale Carlo Malinconico: l’estate passata è andato in vacanza, come tutti i comuni mortali, ed ha scelto un Hotel 5 stelle a Porto Ercole. Al momento di pagare s’è accorto che qualcuno aveva pagato il conto al posto suo. Migliaia di euro, cari miei, mica la pensioncina a Gatteo Mare. E poi salta fuori che anche nel 2007 e 2008 il triste Malinconico s’era ritrovato le vacanze pagate. Aveva chiesto alla reception e gli avevano detto: “Il conto è già pagato, signore”. “Pagato da chi, per Diana?” aveva gridato lui. “Non so, signore”. “Ho diritto di pagare io! Quant’è il conto?”, aveva strillato. “19.870 euro, signore. Ma non si preoccupi, tutto è già saldato”. E così, più Malinconico che mai, era tornato a casa in lacrime per non aver potuto pagare. Quando però salta fuori che tutti ‘sti conti li aveva pagati tale Francesco Maria Piscitelli, un imprenditore che ha fatto i soldi con gli appalti per il terremoto dell’ Aquila e i mondiali di nuoto a Roma, allora i soliti malpensanti cominciano a dubitare. Vuoi vedere che anche nel Governo Monti, tutta gente onestissima, serissima e intelligentissima, c’è qualche mela marcia? Fatto sta che, così come lo Scajola s’era dimesso da Ministro nel 2010, così il Malinconico s’è dimesso da Sottosegretario nel 2011. Ora siamo giunti al 2012, resta la curiosità su chi sarà il prossimo che scoprirà che qualcuno gli ha pagato qualcosa, a SUA INSAPUTA, naturalmente. Se tra i lettori di BNB c’è qualcuno cui è capitata una disgrazia simile, lo scriva in Redazione per favore. Rose Mary Georgini Ex-Sottosegretario del Governo Monti, Carlo Malinconico www.buonenotiziebologna.it L'onotevole Elsa Maria Fornero po’ che i licenziamenti saranno più facili, vero? Bel modo per aiutare i lavoratori! Poi la Ministra dice che il POSTO FISSO non è più un diritto e che i giovani devono abituarsi a fare i precari. Peccato che la figlia della Ministra, la 37enne SILVIA DEAGLIO di posti fissi ne abbia ben due, di cui uno come Docente all’Università di Torino, l’altro come Ricercatrice bla bla bla. Bravissima questa figlia di Ministra, nulla da dire! Ha ben 93 ricerche pubblicate in sedici anni, un vero record! È ovvio che essere figli di qualcuno è molto utile per diventare qualcuno! Come Piersilvio, Marina e altri vari BERLUSCONI che tutti quanti hanno fatto e faranno certamente una carriera luminosa, guarda caso! E pure LAPO ELKAN, che fa parte della categoria degli AGNELLI, pur avendo finora un ottimo curriculum di stronzate che ha fatto qua e là nel mondo, vedrete che farà strada e di sicuro non resterà precario! Scommetto che lo troveremo Presidente della FERRARI, non appena LUCA CORDERO di Montezemolo deciderà di lasciargli il giocattolo. Insomma, la Ministra Fornero ha la lacrima facile e la chiacchiera torrenziale, non priva di cavolate, pur essendo certissimamente un’ottima Ministra. Lo è da circa tre mesi e delle sue chiacchiere in libertà NON SE NE può più! Perciò, emerita Ministra, più fatti e meno parole! 6 Economia & Lavoro BNB 1 Marzo 2012 Lo “Stato sociale”: nascita, evoluzione e… morte? www.buonenotiziebologna.it 5. Il lavoro e la flessicurezza come argine alla crisi e fattore di riequilibrio fra generazioni Come si può cominciare a intravedere dalle informazioni che arrivano tramite i media, il “lavoro” sembra essere diventato l’obiettivo comune ed il ritorno ai fondamentali dell’industria un must senza il quale la crisi potrebbe perpetuarsi all’infinito. Dopo aver posto in atto politiche di salvaguardia del sistema bancario minato alle fondamenta dalla finanziarizzazione ed aver definito gli equilibri di bilancio come l’argine di sicurezza per il futuro, ci si sta rendendo conto che un’economia capitalistica è senz’altro destinata prima al declino e poi alla morte, senza una crescita continua e sostenuta, basata sui fondamentali pilastri della produzione industriale. È dalla crescita, infatti, che viene prodotta la ricchezza da suddividere fra le persone e con cui queste possono vivere e prosperare e sostenere il sistema capitalistico. Nei paesi industrializzati, infatti, oltre il 70% dello sviluppo proviene dai consumi delle persone. La preca- rietà, che sembrava il toccasana per facilitare la vita delle imprese e far tornare alti i profitti, si sta dimostrando un boomerang, poiché le persone in stato di precarietà, sentendosi continuamente in stato di insicurezza, non consumano e quindi non creano quel ciclo virtuoso di lavoro, creazione di ricchezza, consumo, produzione di beni, ecc. che è alla base delle economie occidentali. Si sta quindi cercando, non solo in Italia, di cambiare le regole del mondo del lavoro, per evitare che chi è dentro al circuito sia sempre garantito e chi ne è fuori non riesca mai ad entrare e, se entra, lo fa da precario con i problemi sopraddetti. Due sono gli obiettivi che ci si stanno ponendo: - fare in modo che chi perde il lavoro, gli sia garantita la possibilità di trovarne un altro; -fare in modo che sia più facile entrare nel mondo del lavoro per i giovani e che questi possano contare sulla certezza che il loro lavo- ro diventi stabile (non precario) in un tempo ragionevole (3 anni). È il tipico sistema della “flessicurezza”, cioè della flessibilità sia in entrata che in uscita e della garanzia che questa flessibilità, che vuol dire possibilità di licenziare da parte di un’azienda che si trovi in difficoltà, si coniughi con la sicurezza per i lavoratori di avere un salario garantito per un certo periodo di tempo, in attesa di una nuova collocazione. Quindi lo Stato dovrebbe garantire al lavoratore un salario di copertura in caso di perdita dell'impiego, aiutandolo però a cercare un nuovo lavoro di pari qualifica in tempi brevi, riducendo così i costi per la collettività. Questo permetterà alle persone, di poter vedere il futuro più stabile e garantito (anche se questo non è una garanzia del posto di lavoro o il reintegro, come avviene attualmente per la cassa integrazione) e quindi di pianificare la propria vita e, in ultima istanza, mantenere un adeguato livello di consumi a sostegno dell’economia e della crescita. Quali sono le condizioni perché questo avvenga? Prima di tutto occorre che lo Stato si faccia carico del sostegno dei lavoratori in caso di crisi e della spinta alla crescita dell’economia, per garantire la creazione di nuovi posti di lavoro su cui ricollocare i lavoratori espulsi o i giovani in cerca di nuova occupazione. Secondariamente occorre che le parti sociali condividano gli obiettivi di riequilibrio generazionale, insiti in questo meccanismo, senza arroccarsi dei posti di lavoro secondo metodi tradizionali, non sostenendo un ricambio generazionale. Uno stato esempio è la Danimarca, dove il lavoratore espulso riceve il 90% del salario per 1 anno e poi a scendere fino a 2 anni, tempo sufficiente a trovare un nuovo impiego. Nel periodo, lo Stato, mette in atto politiche di “formazione” dei lavoratori, in attesa di nuova occupazione, così da poter fornire loro nuove professionalità, in linea con il mondo produttivo che cambia con enorme rapidità. Inoltre, lo Stato, garantisce un impegno anche ai giovani pronti per entrare nel mondo del lavoro, indirizzandoli nelle scelte educative più adeguate al cambiamento degli scenari produttivi e favorendo il loro ingresso nel mondo del lavoro con un obiettivo di stabilità nel breve periodo (2-3 anni). A conti fatti questo meccanismo è assolutamente vantaggioso per le casse dello Stato che, fornendo sicurezza, crea però opportunità e certezze alle persone che lo “ripagano” con creazione di ricchezza. Si può quindi parlare di un “investimento” dello Stato nello sviluppo delle persone e nell’economia, con costi sempre inferiori ai successivi ricavi. Naturalmente l’avvio di una macchina di questo tipo non è né indolore né a basso costo. Trattandosi appunto di un investimento, prevede un ritorno nel medio-lungo periodo (almeno una decina d’anni), ma dà la certezza della positività di tale ritorno sia dal punto di vista economico che sociale. Fatti i conti per il sistema Italia, l’investimento dovrebbe aggirarsi sui 70-120 miliardi di EURO in 5 anni per mandare la macchina a regime e si potrebbero vedere dei risultati in una decina d’anni. Da dove prendere tutti questi soldi in una situazione debitoria come quella italiana? Fortunatamente esistono più opzioni su cui fare valutazioni: a. creare un fondo di liquidazione basato sul patrimonio immobiliare dello Stato, attualmente improduttivo; b. utilizzare una parte dell’enorme risparmio delle famiglie creando prodotti finanziari ad hoc che incentivino le persone a comprare quote di tale fondo, prevedendo guadagni a lungo termine garantiti dallo Stato; c. ridurre drasticamente (come forse, finalmente, si sta cominciando a fare) l'evasione fiscale italiana. Ognuno di questi tre sistemi (che, fra l’altro, potrebbero andare benissimo in parallelo) dovrebbero consentire di ricavare molto di più di quanto necessario a mettere in moto la macchina economica (qualcuno ha azzardato la cifra di almeno 400 miliardi di EURO); la parte residuale dovrà essere destinata alla riduzione del debito e quindi al riequilibrio del bilancio. Come si vede le strade per eliminare una grave piaga come la precarietà e rimettere equilibrio esistono e sono percorribili; è sufficiente avere la volontà politica per farlo e seguire la strada senza tentennamenti ma facendo capire alle persone che si sta costruendo per il futuro dei nostri figli senza distruggere nulla di quello che attualmente esiste. Questa è la scommessa dei prossimi mesi e speriamo che i nostri governanti lo capiscano e ne sia consci. “Buon lavoro”!! di innovazione, qualità e presenza all’estero e alle politiche di supporto della Regione. Seppur esistano elementi di debolezza, come un ritardo d’innovazione in ambito Information Technology e organizzativo e una domanda interna ancora poco sofisticata, le imprese della Regione appaiono pronte a reagire alla crisi degli ultimi anni, ma solo a patto che puntino sull’innovazione. In questo senso, la presenza di un operatore come Microsoft sul territorio regionale genera importanti ricadute economiche sull’ecosistema di partner. Dal modello sviluppato da NetConsulting emerge che l’impatto percentuale delle vendite legate a prodotti Microsoft sul valore della spesa Information Technology sostenuta dal totale delle aziende attive in Emilia-Romagna. Ciò evidenzia un impatto significativo sull’economia regionale e riconosce l’importanza della specializzazione dei partner Information Technology. Microsoft si impegna proattivamente per promuovere l’evoluzione di un ecosistema di partner qualificati in grado di rispondere alle esigenze delle aziende e delle amministrazioni locali e di farsi fautore dell’innovazione di tutto il territorio regionale. Gianni Cacchiani INFORMATION TECHNOLOGY: Un'impresa su dieci è in Emilia-Romagna In Italia un’impresa su dieci di Information Technology, si trova in Emilia-Romagna. Il settore in regione, comprende oltre 6.500 imprese, poco meno del 9% delle aziende Information Technology nazionali per un totale di circa trentaquattromila addetti, corrispondente al 9% della forza lavoro del comparto a livello nazionale. Nonostante la situazione di crisi, il trend delle imprese attive nel settore Information Technology in Emilia-Romagna è positivo, registrando negli ultimi anni, tassi di crescita costanti. I dati emergono da una ricerca condotta sugli operatori Information Technology emiliano romagnoli e presentata durante il convegno "Le aziende di Information Technology in EmiliaRomagna - L’ecosistema per l’innovazione in regione". L’indagine - commissionata da Microsoft a NetConsulting e realizzata in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna e con diversi partner Microsoft rappresentativi delle va- rie aree di business - si è proprio posta come obiettivo la valutazione dell’impatto dell’adozione di soluzioni Information Technology sul contesto economico dell’EmiliaRomagna, analizzando il contributo di queste aziende per l’innovazione delle imprese della Regione. Lo studio mette in luce come l’adozione di soluzioni Information Communication Technology giochi infatti un ruolo fondamentale di supporto alla crescita, con ritorni immediati in termini di efficienza ed efficacia dell’attività di business e da qui l’importanza nel promuovere e veicolare l’innovazione di aziende locali, soprattutto di medie e piccole dimensioni. «La diffusione della tecnologia anche nelle piccole e medie imprese è fondamentale: c’è una convenienza di fondo nell’aggiornamento e nella ricerca tecnologica che è patrimonio comune dei nostri imprenditori. A fine anno, abbiamo chiuso il secondo bando per passare dai distretti produttivi ai distretti tecnologici, con il quale abbiamo stanziato 12,5 milioni di euro, finanziando 16 programmi. Le risorse servono per finanziare anche un primo anno di lavoro per oltre 300 ricercatori». Dalla ricerca emerge che la spesa Information Technology sostenuta da imprese e utenti finali nella Regione, mostra un trend più dinamico rispetto a quello nazionale, grazie alla crescente propensione delle aziende verso l’innovazione tecnologica, così come all’incremento della penetrazione della tecnologia presso le famiglie. La ricerca dipinge l’Emilia-Romagna come una regione virtuosa, che nonostante risenta della delicata fase economica, presenta dinamiche di crescita generalmente migliori rispetto a quelle nazionali. L’economia regionale appare complessivamente più solida, con impatti positivi sul sistema imprenditoriale e occupazionale, grazie alle strategie messe in atto negli ultimi anni dal sistema produttivo locale a favore M.T. 1 Marzo 2012 Offerte di lavoro Provincia di Bologna Centro per l’impiego di San Giovanni in Persiceto Offerta valida fino al 9/03/2012 Mansione: Disegnatore meccanico Luogo di lavoro Anzola dell’Emilia etàdai 18 al 30 anni Contratto TIROCINIO Per candidarsi inviare curriculum via mail [email protected] Centro per l’impiego di Zola Predosa Offerta valida fino al 18/03/2012 Mansione: Tornitore CNC Gestione in autonomia della commessa di asportazione truciolo; attrezzaggio torni CNC da barra o robot con programmazione bordo macchina ISO; attività di manutenzione dei macchinari affidati Luogo di lavoro Casalecchio di Reno (BO) Caratteristiche candidati Esperienza nel settore della metalmeccanica. Conoscenza Pacchetto Office Word, Excel Patente B e mezzo proprio Per candidarsi Contattare l’azienda ESCLUSIVAMENTE attraverso mail inviando il curriculum a: [email protected] Offerta valida fino al 15/03/2012 Mansione: Assistente sociale abilitato alla professione Contenuti e contesto del lavoro Studio sociale del caso e analisi del fabbisogno dell’utenza, gestione dei servizi sociali e socio-sanitari; impostazione servizio informativo, bilancio, relazioni, delibere e piani di programma; responsabilizzazione dell’utenza, della famiglia e della collettività per creare opportunità di miglioramento/risoluzione della situazione problematica Luogo di lavoro Casalecchio di Reno (BO) Formazione Laurea in Servizio Sociale e Albo B oppure Albo A Caratteristiche Automunito/a; Esperienza professionale certificabile di almeno 6 mesi nell’ambito dei Servizi Sociali Contratto Tempo determinato Conoscenze Pacchetto Office Posta Elettronica Per candidarsi Compilare il form sul sito www.societadolce.it Offerta valida fino al 14/03/2012 Mansione: Addetto/a alle Macchine Utensili Frese CN 3 assi Programmazione CNC Fanuc Luogo di lavoro Sasso Marconi (BO) Caratteristiche candidati è richiesta esperienza nella programmazione CNC Conoscenza Programmazione Cad e disegno meccanico Per candidarsi Inviare curriculum tramite e-mail: [email protected] Offerta valida fino al 10/03/2012 Mansione: Addetto/a alle pulizie Luogo di lavoro Sasso Marconi (BO) Contratto a chiamata Per candidarsi Compilare il form sul sito www.societadolce.it Contattare il Sig. Giovanola Andrea al numero 328.8286714 o inviare il curriculum vitae tramite e-mail: [email protected] Centro per l’impiego di Minerbio Offerta valida fino al 15/03/2012 Mansione: Pulitore di locali Contenuti e contesto del lavoro Pulizie di uffici-scale-ambulatorifabbrica con attrezzature idonee. Luogo di lavoro Budrio - Castenaso - Granarolo dell’Emilia (BO) Caratteristiche candidati Patente B - Automunito/A 7 Contratto tempo determinato inviare curriculum via fax al n. 051.0457673 oppure via mail: [email protected] oppure compilare il form http://www.ab-services.it luogo di lavoro Porretta Terme (BO) contratto tempo determinato - apprendistato Inviare il curriculum tramite e-mail: [email protected] Centro per l’impiego di Porretta Terme Offerta valida fino al 12/03/2012 Mansione: Addetto alla Segreteria Formazione Diploma sms Contenuti e contesto del lavoro buona - ottima Conoscenza informatica Pacchetto Office Word Ecxel prioritario per i candidati il domicilio nel comune di Porretta Terme Offerta valida fino al 12/03/2012 Mansione Sarto Contenuti e contesto del lavoro Realizzazione di abiti da cerimonia Luogo di lavoro Gaggio Montano (BO) Conoscenza Esperienza Sartoriale Contratto Tempo Pieno Inviare il c.v al Cip di Porretta Terme al numero 0534.22276 o per e-mail: [email protected] www.buonenotiziebologna.it BNB Offerte di Lavoro 8 Auser BNB 1 Marzo 2012 w w w.italianoperimmagini.it www.buonenotiziebologna.it 2012: il volontariato Auser per l’invecchiamento attivo Si stima che entro il 2050 nell’Unione Europea il numero delle persone oltre i 65 anni d’età crescerà del 70%, mentre quello delle persone oltre gli 80 aumenterà del 170%. Dati che fanno ben riflettere non solo sulla necessità di ripensare e innovare le politiche sulla non autosufficienza, ma anche sull’importanza di promuovere un invecchiamento attivo e positivo e favorire l’apprendimento permanente come risorsa essenziale dello sviluppo civile e sociale della comunità. Per questo il Parlamento Europeo ha dichiarato il 2012 “Anno Europeo dell’Invecchiamento Attivo e della Solidarietà tra le Generazioni”, lanciando a politici e amministratori degli stati membri l’importante sfida di migliorare le possibilità dei cittadini di invecchiare restando attivi e di condurre una vita autonoma. Temi, questi, da sempre centrali nel volontariato Auser, che da vent’anni opera per valorizzare il ruolo dell’anziano quale soggetto attivo per la comunità, promotore di cultura, portatore di storia e di memoria da trasmettere alle nuove generazioni. “Noi siamo i volontari della memoria, portiamo avanti i ricordi, perché le stragi non vanno dimenticate - racconta Edda Rossi, volontaria Auser da anni impegnata a guidare gruppi e scolaresche attraverso Sacrario di Marzabotto e il Parco di Monte Sole - Ogni giorno il nostro gruppo di volontari conduce oltre duecento visitatori attraverso i luoghi della memoria e della Resistenza. Por- tiamo avanti questo impegno con grande passione, soprattutto con i giovani e le scolaresche, perché loro sono il futuro”. Ed emblema dell’impegno di Auser nella promozione e trasmissione della cultura è Odette Righi, recentemente premiata dall’associazione. Pedagogista, scrittrice, narratrice, poetessa, il “Microcredito per la casa” Un progetto di Auser, ASP e Emil Banca Un progetto di microcredito espressamente dedicato alle problematiche abitative. Dopo gli ottimi riscontri del progetto “Microcredito alla Persona”, Emil Banca, ASP Poveri Vergognosi, Comune di Bologna e Auser lanciano il “Microcredito per la casa”, che prevede l’erogazione di piccoli prestiti finalizzati a intervenire concretamente a favore delle famiglie in situazione di difficoltà economica temporanea, per risolvere problematiche legate al mantenimento della casa. Dal pagamento dell’affitto, a quello delle utenze domestiche. Il progetto, destinato a coloro che non possono accedere ai canali di credito tradizionali, prevede l’erogazione di prestiti fino ad un massimo di 5mila euro, con un tasso di interesse fisso del 3,25% e un piano di ammortamento con durata massima di 48 mesi. Per presentare la richie- sta di “Microcredito per la Casa”, le persone potranno rivolgersi ai servizi sociali del comune di Bologna, ma anche all’ASP Poveri Vergognosi o all’Auser che raccoglieranno le segnalazioni ed effettueranno una prima valutazione di idoneità dei soggetti. Come nel progetto di “Microcredito alla persona”, l’ASP realizzerà poi la prima valutazione sulla possibilità di accedere al Micro- credito; mentre Auser metterà a disposizione due volontari, esperti finanziari, che valuteranno la situazione economico-finanziaria dei richiedenti e coordineranno la stesura dell’istruttoria finanziaria. Emil Banca, infine valuterà l’opportunità delle richieste di finanziamento presentate dagli altri partner e, in caso di esito positivo, erogherà le somme richieste. L’iniziativa, oltre a far fronte alle difficoltà concrete di molte famiglie, si propone di contrastare l’ampliarsi delle cosidette “sacche di povertà”, prevenendo l’insorgere di situazioni emergenziali attraverso la realizzazione di piani di autonomia e di educazione al risparmio. A.N. Odette ha dedicato la vita alla formazione dei giovani e, una volta in pensione, ha scelto di proseguire questo impegno in modo estremamente originale: attraverso la promozione dell’arte e della cultura dialettale quale ponte tra generazioni, occasione per molti anziani di ritrovare le proprie radici, la propria storia. “Quando sono andata in pensione ho sentito il bisogno di riavvicinarmi al dialetto per ripercorrere la mia storia, far rivivere i ricordi. - racconta Odette - Così ho iniziato a scrivere zirudele e poesie ed assieme a mio marito abbiamo fondato il centro culturale dialettale l’Archegenési”. Da venticinque anni all’Archegenési si fa teatro dialettale, conferenze spettacolo, ma anche cori e musica d’altri tempi. Tra i cantanti e gli attori molti anche i giovani, che incuriositi hanno scelto di mettersi in gioco e sperimentarsi in questa originale forma d’arte, riscoprendo una lingua e una cultura apparentemente lontane. “Con la nostra compagnia fatta di giovani e anziani abbiamo portato le commedie e le canzoni bolognesi nei teatri della città, ma anche nelle case di riposo, nei centri, nei luoghi frequentati da anziani - continua Odette - Per molte persone, spesso sole, i nostri spettacoli sono stati occasione per uscire di casa, socializzare e, perché no, anche sorridere”. Ma il dialetto è anche, soprattutto, un modo per trasmettere la storia ai giovani, perché, raccontare il passato senza dialetto significa lasciar fuori una gran parte di cultura. “Ho vissuto così. - conclude Odette - sono riuscita a fare tante cose e a reagire alle difficoltà che la vita mi ha messo davanti. Ho sempre avuto la voglia di scrivere e ho aiutato tante persone attraverso la poesia, l’arte e il teatro a tirare fuori quello che avevano dentro, perché tutti abbiamo qualcosa da raccontare”. Promuovere l’invecchiamento attivo è proprio questo: valorizzare ciò che di profondo e di bello c’è dentro la storia, la vita di ognuno di noi; non disperdere quel patrimonio di saperi e conoscenze di cui la comunità ha sempre più bisogno. E la sussidiarietà, di cui tanto spesso oggi si parla, non può prescindere dalla valorizzazione e dalla messa in rete di queste preziose risorse. Annalisa Bolognesi Digitalizzazione dell’archivio dei processi per terrorismo Un lungo percorso che servirà a mettere online, a disposizione dei cittadini, gli atti dei mille faldoni dei processi di strage e terrorismo celebrati in Corte d’assise a Bologna. A occuparsi della catalogazione e digitalizzare di tutti questi documenti sarà un gruppo di volontari dell’Auser di Bologna, coordinati da un funzionario della Corte d’Assise. In pratica i volontari informatizzeranno i faldoni dei processi uno a uno e poi li riverseranno nell’Archivio di stato, in modo tale da crearne un patrimonio che tutti gli interessati potranno leggere online. Il progetto, partito su iniziativa dell’Associazione dei familiari del- le vittime della strage del 2 agosto 1980, è decollato grazie al Protocollo d’intesa firmato il 6 dicembre scorso tra il Tribunale di Bologna e l’Archivio di Stato. “Si tratta di un progetto di forte interesse per la comunità bolognese - ha sottolineato in una nota Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto - Grazie a questa iniziativa sarà possibile conservare la memoria dei gravi fatti di terrorismo e di eversione, giudicati dalla Corte d’Assise, che nel corso degli anni hanno segnato la città”. Per informazioni: [email protected] Annalisa Bolognesi w w w. p ro g e t t o d at a . i t BNB Barriere 1 Marzo 2012 9 Intervista a Lucia Vecere, dirigente dell'ACI Presentiamo oggi un’intervista con Lucia Vecere, dirigente dell’ACI (Automobile Club d’Italia), a proposito della peculiare situazione italiana, per cui ad oggi nel nostro Paese non è ancora stata recepita la Raccomandazione Europea sul contrassegno standard. Quest’ultima è datata 1998 e in quasi quindici anni, l’Italia non è ancora riuscita a percorrere fino in fondo la strada per farla propria. Sia quando abbiamo informato i lettori a proposito dell’esistenza dell’utile sito internet Fiadisabledtravellers - il sito curato dalla FIA (Fédération Internationale de l’Automobile) che fornisce indicazioni precise sulle regolamentazioni adottate dai diversi Paesi in merito a contrassegni auto e permessi di circolazione stradale per le persone con disabilità. Perché l’Italia non ha ancora recepito la Raccomandazione Europea sul contrassegno standard? A quanto tempo fa risale la raccomandazione? Il contrassegno europeo è stato introdotto da una Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea nel 1998, che prevede che i contrassegni auto per le persone con disabilità abbiano caratteristiche uniformi e vengano riconosciuti da tutti gli Stati Membri al fine di facilitare gli spostamenti in auto. In Italia, però, il contrassegno non è stato ancora adottato perché esisteva, fino a poco tempo fa, una disposizione di legge (l’articolo 74 del Codice in materia di protezione dei dati personali, di cui al Decreto Legislativo 196/03) che stabiliva che “i contrassegni rilasciati a persone invalide utili per la circolazione e la sosta dei veicoli devono contenere soltanto i dati indispensabili ad individuare l’autorizzazione rilasciata, senza l’apposizione di simboli o diciture dai quali può desumersi la speciale natura dell’autorizzazione per effetto della sola visione del contrassegno”. Questa disposizione, garantista della privacy, non consentiva però l’adozione del contrassegno europeo, perché lo stesso presenta come immagine una carrozzina per la deambulazione su sfondo azzurro, facilmente riconducibile alla disabilità. In seguito si è creata una situazione difficile perché molti Comuni, nell’intento di applicare la legge, hanno rilasciato contrassegni anonimi che però poi non venivano riconosciuti dalle forze di polizia e dai vigili di altri Comuni italiani e, ancor meno, dalle città estere. Com’è cambiata ora la situazione? Con l’entrata in vigore della Legge 120/10 di modifica del Codice della Strada, si è dato il via al superamento dell’empasse giuridica. Infatti, l’articolo 58 di tale norma stabilisce che il contrassegno per invalidi non debba contenere diciture dalle quali possa essere individuata solo la persona fisica interessata, facendo salvi simboli che richiamino la disabilità. Ora, con La legge 120, è possibile per il nostro Paese recepire la Raccomandazione Europea che invita a rendere omogenei i contrassegni per disabili nell’Unione, aggiungendo anche l’Italia agli oltre quindici Paesi che già hanno adottato quel documento. C’è una qualche apertura in questo senso? Esistono aperture in questo senso ed una generale sensibilità. Ma proprio mentre sembrava riattivarsi un processo positivo, la crisi, che ha originato l’insediamento di un governo tecnico in Italia, ha posticipato a una fase successiva tale priorità, come quelle relative ad altri interventi. L’ACI ha fatto delle pressioni perché si arrivi al contrassegno standard? Negli ultimi anni l’ACI ha svolto una rilevante attività di sensibilizzazione sul territorio in materia di effettivo esercizio del diritto alla mobilità delle fasce deboli - al fine di una loro effettiva integrazione nella società così come sono considerate dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo gli anziani, gli extracomunitari e le persone con disabilità. Ha infatti avviato un progetto, denominato ACI per il Sociale, che si propone di realizzare, in via sperimentale, presso alcuni Uffici Provinciali e con il supporto di alcuni Automobile Club locali, servizi informativi mirati ed eventi di informazione e sensibilizzazione. A livello nazionale, poi, l’ACI partecipa già da tre anni alla Giornata di Sensibilizzazione per l’Abbattimento delle Barriere (non solo fisiche, ma anche culturali) per le persone con disabilità, organizzata dall’Associazione Fiaba, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio e nota come Fiaba Day. E ancora, è stata da qualche mese attivata sul sito web dell’ACI, nella sezione Al servizio del cittadino, una voce dedicata alle persone con disabilità, in cui sono reperibili molte informazioni in materia di pratiche, esenzioni e facilitazioni. Infine, l’ACI ha reso consultabile in lingua italiana il sito Fiadisabledtravellers.it Fondo Regionale Disabili Prende il via la Conferenza Territoriale Socio-sanitaria Per l’integrazione dei servizi per le persone con disabilità la Provincia di Bologna programma unitamente ai servizi sociosanitari, le modalità di utilizzo del Fondo Regionale Disabili (FRD) che riceve dalla Regione. Nel triennio di programmazione 2011-2013, il FRD ha complessivamente assegnato alla Provincia 7.961.863 euro, vale a dire importi annui di 2.653.954 euro. Nel documento provinciale di Programmazione delle risorse Fondo Regionale Disabili del 18 ottobre 2011 si è stabilito non solo di proseguire il percorso di collaborazione a livello progettuale realizzato finora, ma anche di armonizzare la programmazione in materia di istruzione e lavoro con quella socio-sanitaria. Se l’anno 2011 si è configurato come “anno ponte”, in cui si è avviato il percorso, il 2012 è l’anno della costruzione di una vera e propria co-programma- zione nell’ambito dell’Atto di Indirizzo e coordinamento provinciale 2011/2013, dal quale deriverà la programmazione distrettuale sociosanitaria. Questa fase potrà essere preceduta da una rilevazione dei bisogni specifici nelle varie zone del territorio provinciale e da un confronto con tutti gli altri soggetti presenti ai tavoli dei Piani di zona socio-sanitari, per poi concludersi con l’inserimento della programmazione del FRD nell’Accordo di Programma previsto dal processo di programmazione socio-sanitario. Di tutto questo si è discusso oggi nell’incontro dei componenti della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria di cui fanno parte Provincia (con l’assessore alla Sanità e Servizi Sociali Giuliano Barigazzi, che ne è il Presidente), Comune di Bologna, Comuni capo-distretto dei Distretti socio-sanitari. Sono inoltre invitati permanenti il Direttore dell’Azienda USL di Bologna, il Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, degli Istituti ortopedici Rizzoli, un rappresentante nominato dall’Università di Bologna, e uno della Giunta del Nuovo Circondario di Imola (a cui partecipano, analogamente, il Presidente del Nuovo Circondario Imolese ed i vertici dell’Ausl per quel territorio). L’assessore provinciale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Giuseppe De Biasi, che ha partecipato alla seduta per promuovere, assieme al collega Barigazzi, la programmazione integrata, ha sottolineato come “questo percorso rappresenti un passo avanti decisivo nella collaborazione fra i servizi provinciali che si occupano di formazione e di lavoro e i servizi socio-sanitari del territorio. Una programmazione integrata presuppone condivisione di lin- Un viaggiatore italiano che si reca all’estero, in Stati dove il suo contrassegno non è riconosciuto, che tipo di documenti deve fornire e dove deve rivolgersi per ottenerli? Per ogni Stato la risposta è diversa. In alcuni casi basta un cartellino di autorizzazione che si affianca a quello nazionale e che viene rilasciato dalle autorità locali che si occupano della circolazione, ma la risposta - come detto - varia caso per caso ed è in ogni caso facilmente reperibile sul sito appena citato Fiadisabledtravellers. Chi ha preso una multa all’estero a causa del contrassegno italiano non valido come deve comportarsi? Può fare ricorso? Nei confronti di chi? Quale procedura si apre? E intanto deve pagare? Non conosco la casistica in materia perché fino a oggi non sono pervenute segnalazioni in merito. Rispondo perciò in via teorica, basandomi sulla conoscenza generale relativa alle contestazioni transfrontaliere delle contravvenzioni. Deve essere sempre garantito il diritto di difesa e perciò è sempre ammissibile il ricorso, in genere all’autorità che opera la contestazione o a quella segnalata nel verbale di notifica della stessa, nei termini e modalità comunicati. La comunicazione dovrebbe avvenire nella lingua del trasgressore, per garantire la comprensione della contestazione stessa. Per quanto concerne il pagamento preventivo, spesso è richiesto, ma dipende dalla disciplina vigente nel Paese dove è stata commessa l’infrazione. B.P. guaggi, obiettivi e strumenti di lavoro: va dunque costruita attraverso un percorso che parte dall’analisi dei fabbisogni, dalla messa in rete delle risposte e delle risorse, dalla condivisione di luoghi di concertazione con il territorio e tutti i suoi attori, coinvolgendo le persone con disabilità che di questa innovazione devono essere le principali fruitrici. In un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo, programmare assieme le politiche territoriali e l’utilizzo delle risorse può essere la chiave di volta affinché la pubblica amministrazione, anche in collaborazione col privato sociale, garantisca servizi di qualità ai cittadini.” R.M. Contrassegni disabili Cambiano le procedure per il rinnovo dei contrassegni temporanei disabili, ovvero rilasciati per un periodo inferiore ai 5 anni. I contrassegni temporanei, a partire da quelli in scadenza dal 15 gennaio 2012, non saranno infatti più rinnovabili con il certificato del medico curante. I titolari di contrassegni rilasciati per invalidità temporanea che, alla scadenza, presentino anco- ra gravi difficoltà di deambulazione, dovranno come prevede la normativa nazionale sottoporsi a visita del Settore Medico Legale dell’Ausl. La visita può essere prenotata presso qualunque punto Cup, escluse le farmacie. Nel nodo mobilità del sito del Comune di Bologna è disponibile una scheda dettagliata e la nuova modulistica per effettuare la richiesta di rinnovo. www.buonenotiziebologna.it in Italia non c’è ancora il contrassegno europeo 10 Ambiente & Territorio BNB SPI S ervizi Pr i m a I nfanzia 1 Marzo 2012 Nido Sistema Integrato per la Gestione delle Anagrafiche e delle Rilevazioni relative ai Servizi per la Prima Infanzia www.virtualcoop.net pensare all’ambiente Energia & risparmio www.buonenotiziebologna.it Alberi, oltre diecimila quelli messi a dimora Un albero per ogni bambino. Sono 10.230 le nuove piante messe a dimora in Emilia-Romagna nel 2011 per altrettanti nuovi nati: aceri, frassini, carpini, querce ed altre varietà locali. L’iniziativa avviene grazie alla Regione che mette a disposizione dei Comuni che ne fanno richiesta piante provenienti dai vivai forestali regionali Zerina di Imola, Castellaro di Galeata (FC) o dalla struttura convenzionata Scodogna di Collecchio (PR). “Si tratta di un intervento promosso da una legge nazionale che questa Regione sostiene con convinzioneha commentato l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda - è un modo semplice, ma concreto di pensare all’ambiente in cui viviamo, aumentando la dotazione di verde pubblico, migliorando la qualità della vita nelle nostre aree urbane. Il fatto poi che la messa a dimora di un nuova pianta venga legata alla nascita di un bambino ne aumenta il significato anche simbolico e può servire ad aumentare il coinvolgimento e la sensibilità ambientale delle nuove generazioni.” Nel 2011 i Comuni emiliano-romagnoli che hanno aderito all’iniziativa sono stati 74. Ad essi la Regione ha assegnato, grazie a uno stanziamento complessivo di 50 mila euro, un contributo di 4,52 euro per ogni pianta prelevata gratuitamente dai vivai regionali e di 22,86 euro nel caso l’albero provenga dalla struttura vivaistica convenzionata. Le piante provenienti da quest’ultima nel 2011 sono state 205 su 10.230. Il Comune a sua volta ha il compito di comunicare alla famiglia del bambino l’avvenuto “gemellaggio”. Gli alberi messi a dimora nel 2011 si riferiscono ai bambini nati nel 2009. Quest’anno verranno piantati gli alberi per i bambini nati nel 2010. P.F. Servizio idrico e la raccolta rifiuti Migliorare e risparmiare con la riforma delle ATO Quasi un milione di euro in meno di costi di funzionamento, risorse che ora saranno destinate a investimenti per migliorare il servizio idrico e di raccolta rifiuti. È il primo effetto della riforma delle Ato, prevista dalla legge regionale 23/2011 approvata lo scorso dicembre e che ha stabilito il superamento delle nove Ato esistenti a vantaggio di un’unica Agenzia per tutta l’Emilia-Romagna. La Giunta regionale oggi ha stabilito i costi massimi di funzionamento della nuova Ato unica quantificati in 3,9 milioni di euro, il che significa oltre 970.000 euro in meno rispetto alla somma dei costi di funzionamento delle nove realtà precedenti. Visto che, attraverso un’espressa clausola sociale, la legge regionale ha posto le condizioni per garantire gli stessi livelli occupazionali del passato, i risparmi derivano da economie di scala e dalla riduzione del numero delle posizioni dirigenziali. “Questo risparmio è un primo positivo effetto di quanto previsto dalla legge regionale frutto della collaborazione con gli enti locali e le parti sociali”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione e assessore con delega alla Regolazione dei Servizi Pubblici locali. “Con l’ottimizzazione delle spese di funzionamento - aggiunge Saliera - liberiamo risorse che potranno essere utilizzate per investimenti per migliorare il servizio. Un’unica Ato, anziché nove, sarà uno strumento formidabile in mano ai sindaci per rendere più forte il ruolo pubblico in settori così delicati e di grande attenzione per i cittadini come l’acqua e i rifiuti e avrà anche il merito di aumentarne la partecipazione, visto che ogni Consiglio locale dell’Ato dovrà assicurare la consultazione delle organizzazioni economiche, sociali, ambientali, sindacali e degli utenti”. M.L. Quattro scuole emiliano romagnole - delle province di Bologna, Modena, Forlì-Cesena e Ravenna sono state premiate per il concorso “Enel Play Energy” edizione 2011, la competizione che l’azienda elettrica dedica da otto anni al mondo della scuola in Italia e nel mondo. La consegna dei premi si è svolta oggi a Bologna, presso l’Aula Magna della Regione, alla presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli, mentre erano presenti per Enel Luciano Martelli, (relazioni esterne e territoriali area centro nord), Luigino Zuin (Customer service area nord est), Roberto Nisci (responsabile rete elettrica Emilia Romagna e Marche) e Piergiorgio Tonti (responsabile della Centrale Teodora di Porto Corsini a Ravenna). In Emilia Romagna hanno partecipato 450 istituti scolastici per un totale di 20 mila studenti e 850 kit distribuiti, i cui progetti sono stati giudicati, nei mesi scorsi, da una giuria composta da rappresentanti delle istituzioni, della scuola e dei media. I premi (stampanti a colori di alta qualità per ciascuna scuola) sono andati: per la categoria Fantastica alla scuola primaria di San Mauro Pascoli (ForlìCesena) con il progetto “Plastico del mondo energetico ideale”; per la categoria Creativa alla scuola secondaria di 1°grado Don Milani di Grizzana Morandi (Bologna) con il progetto “SuperQuark Energetico”; per la categoria Illuminata alla scuola secondaria di 2°grado I.I.S Cavazzi Sorbelli di Pavullo nel Frignano (Modena) con il progetto “Fonti energetiche: uno studio triennale”. Menzione speciale è stata assegnata alla scuola secondaria di 1°grado E. Mattei di Marina di Ravenna (Ra) con il progetto “Le energie del territorio di Ravenna”. «Educare, divertendo, le giovani generazioni al risparmio energetico, alla cura per l’ambiente e le sue risorse finite, ai benefici che la tecnica offre per migliorare la vita, sono obiettivi di straordinaria importanza. Obiettivi - ha sottolineato l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - che, i maniera diversificata, sostiene e promuove anche la Regione EmiliaRomagna. Oggi vi sono degli aspetti della vita quotidiana che sembrano banali e scontati, ma che rivelano la loro importanza soltanto quando ci vengono a mancare. Quindi è nostra responsabilità crescere ed educare, fin dall’età scolare, i futuri cittadini ad avere una approccio sostenibile con tutte le azioni che si compiono ogni giorno». Il Concorso ‘Play Energy’ punta sui temi dell’energia, della scienza, della tecnologia e dell’ambiente. Da 9 anni sono questi gli argomenti che il progetto ludico-educativo gratuito di Enel porta nelle classi di tutto il mondo. Con un obiettivo importantissimo per il futuro del nostro Pianeta: diffondere tra i giovani una cultura energetica responsabile, partendo dalla conoscenza delle fonti e degli impianti per arrivare alla distribuzione nelle nostre case e ai corretti comportamenti di utilizzo. È un impegno che ogni anno si rinnova coinvolgendo migliaia di studenti di ogni grado scolastico con materiali on e off line e iniziative sul territorio. L’edizione 2011-2012 di PlayEnergy conferma la sua formula consolidata e propone interessanti novità per avvicinare sempre di più i bambini e i ragazzi, a scuola come a casa, ai temi dell’energia e della sostenibilità. In questa edizione si esplora le differenti realtà energetiche di Brasile, Cile, Costa Rica, Guatemala, Italia, Panama, Romania, Russia, Slovacchia e Stati Uniti. Tutte le zone sismiche dell’Emilia-Romagna A quanto pare (ma la cosa dovrebbe essere risaputa da tempo) la terra può “tremare” anche in Emilia Romagna. Ricordiamolo e, per quanto possibile, diamoci una regolata. Una bella documentazione di una quarantina d’anni fa (stampata e diffusa dalla Camera di Commercio di Bologna) è più che mai d’attualità. Si deve a due docenti universitari dell’epoca: i Professori Carlo Elmi (dell’Istituto giacimenti minerari della Facoltà d’Ingegneria) e Rodolfo Zacchi (dell’Istituto di Geologia e Paleontologia della Facoltà di Scienze). Premesso che “il più antico terremoto di cui si ha notizia nella nostra Regione, risale all’anno 150 d.c.”. Vediamo qualche passo della ricerca, presentato in maniera schematica. Zona del piacentino. L’intera provincia di Piacenza è sismologicamente la meno attiva dell’intera Regione Emila-Romagna. Zona del parmense. Il grado si si- smicità di questa provincia è sensibilmente la maggiore dell’intera Regione. Zona del reggiano. Datato il 1249 è il più antico evento segnalato. Zona del modenese. Il massimo sisma storicamente ricordato è del 1501. L’attività più intensa si manifesta nell’area appenninica di Fanano, Piumalbo, Pieve Pelago e Pavullo. Zona bolognese. I terremoti più antichi di cui si hanno notizie certe, sia pure imperfette, risalgono agli anni 1174, 1229, e 1280. Zona del ferrarese. I primi eventi ricordati vanno dal 1234 al 1285. L’evento maggiore si ebbe intorno al 1570. Zona del ravennate. Nella zona sono segnalati i più antichi terremoti della nostra regione, risalenti ai primi secoli dell’era volgare e soprattutto riferiti a Bagnacavallo, Castelbolognese, Brisighella ed Alfonsine. Zona del forlivese. È la provincia in cui si raggiunge il maggior grado di sismicità dell’Emilia-Romagna. L’interessante studio di Elmi e Zecchi, ricorda poi in maniera dettagliata la data dei terremoti che si sono verificati nei Comuni delle varie provincie. Alle zone sismiche, la nostra Regione dedicò un interessante convegno nell’ormai remoto 1981. Utile, infine, ricordare quanto dovrebbe essere già noto: i terremoti sono un fenomeno inevitabile. Quindi l’unica possibilità di difesa o di contenimento di possibili effetti disastrosi sta, parola degli esperti, in opportuni accorgimenti nella costruzione di edifici, dighe ed affini. Uomo avvisato mezzo salvato. Non a caso vari Comuni da tempo stampano e diffondono opportuni opuscoli d’educazione antisismica. In uno di questi, già in apertura si sottolinea: “Ricordarsi innanzitutto che la migliore protezione è quella di non lasciarsi prendere dal panico. I terremoti sono forti vibrazioni del suolo che si attenuano nel giro di poche decine di secondi. Se non si riesce a farsi sopraffare dalla paura. In questo breve lasso di tempo, la presenza di spirito ci si può salvare”. Quindi, ripetiamolo, calma e sangue freddo e guai a lasciarsi prendere dal panico. Giuliano Vincenti BNB Speciale Donne 1 Marzo 2012 SpecialeDONNE 8 marzo 2012 11 Diritto a lottare per avere un mondo più libero per tutte e per tutti non www.buonenotiziebologna.it a Diritto soffrire violenza in nessun momento della nostra vita Diritto ad avere un lavoro degno. Diritto all’equità e al giusto compenso nel lavoro, senza discriminazione Diritto all’educazione e alla parità. Diritto ad esprimere liberamente il proprio sesso 12 Speciale Donne BNB 1 Marzo 2012 www.buonenotiziebologna.it Io sono femminista perchè... L’organizzazione sociale del passato che vedeva nella storica subordinazione delle donne all’uomo, l’unico modello di società possibile, ha significato per decenni l’impossibilità di queste di veder riconosciuti i più elementari diritti di parità nei principali settori: economici, legislativi e sociali. Il movimento politico, culturale e sociale che ha rivendicato e rivendica pari diritti e dignità tra donne e uomini viene chiamato femminismo. Il femminismo è stato un movimento complesso ed eterogeneo, che si è sviluppato con caratteristiche peculiari in ogni paese ed epoca. Al suo interno ci sono state diverse posizioni e approcci teorici, tant’è che oggi si parla di femminismi. Nel nostro paese, diventato Nazione solo nel 1861, la lotta per l’emancipazione della donna rispetto al resto d’Europa è arrivata in forte ritardo anche perché la rivoluzione industriale che portò numerose famiglie dalle campagne alla città giunse solo verso la fine del secolo XIX. Uno dei primi obiettivi delle donne fu quello di rivendicare il diritto di voto, per essere parte attiva nelle decisioni politi- che del paese Italia e nella seconda metà dell’Ottocento nacquero i primi movimenti delle suffragette, così chiamate perché rivendicavano il suffragio femminile. Ai primi nuclei femminili organizzati aderirono in gli uomini partiti per il fronte, queste lavorarono nelle fabbriche in loro assenza assumendo ruoli chiave nella società. Quando il conflitto finì non fu più possibile negare loro il diritto di voto. Così, le donne italiane «Se la sua funzione di femmina non basta a definire la donna, se ci rifiutiamo anche di spiegarla con “l’eterno femminino” ... dobbiamo ben porci la domanda: che cos’è una donna?» S. De Beauvoir “Il secondo sesso”, 1949. un primo tempo le donne della media borghesia, alle quali si affiancarono successivamente le masse femminili cattoliche e socialiste, ma il movimento in realtà aggregò più stratificazioni sociali poiché andava smantellato il vecchio modello patriarcale e debellato il cliché della condizione di subordinazione in cui le donne erano tenute da un’educazione improntata sui falsi valori maschili, secondo i quali sarebbe stata «naturalmente» inferiore all’uomo. Un’eguale educazione impartita fin dall’infanzia, senza distinzione di sesso, avrebbe invece eliminato alla radice tale problematica. Durante il primo conflitto Mondiale le suffragette dovettero sostituire ottennero l’emancipazione giuridica nel 1919 riuscendo a fare abolire l’obbligo dell’autorizzazione del coniuge sulla gestione dei propri beni fino a quel momento in vigore. Nel 1923 ottennero il diritto di voto alle elezioni amministrative, ma questo non trovò attuazione a causa della riforma fascista degli enti locali di quel nefasto ventennio. Si dovettero attendere ancora decenni prima di ottenere il diritto al voto che venne infine riconosciuto nel 1945 con un decreto dell’ultimo re d’Italia. La seconda guerra mondiale è finita,le elezioni del 2 giugno 1946 chiamano gli italiani a scegliere tra la monarchia e la repubblica e sanciscono per l’Italia stremata l’inizio di un nuovo emozionante periodo storico, ricco di fermenti e di speranze. Le donne italiane votano per la prima volta; è giunto il momento della scelta individuale, un momento di forte affermazione dei loro diritti. Negli anni ’50 le femministe italiane lottarono per le riforme legislative e si schierano dalla parte delle mondine e delle operaie conserviere molestate spesso dai padroni. Le donne riescono finalmente ad affermare la propria forte personalità, capiscono di poter lavorare come un uomo e, soprattutto, di avere dei diritti. I partiti investono sulla partecipazione femminile alla politica italiana: tra i 365 deputati del primo governo, 21 sono donne. Viene, forse per la prima volta, reso attivo l’Articolo 3 della Costituzione italiana che recita: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» L’ideale di donna come moglie e madre viene superato, e non si può più tornare indietro Ormai il cammino delle donne è segnato: vogliono decidere da sole il proprio destino. In diversi paesi nascono associazioni, spesso affiliate ai partiti di sinistra, con il compito di promuovere l’emancipazione e di tutelare i progressi già compiuti nel campo della parità. Negli anni ’60 inizia la campagna per il diritto all’aborto in strutture sanitarie non clandestine. L’autocoscienza costituisce un momento di profonda riflessione sull’importanza di essere donna. Il discorso verte su vari temi: la sessualità, le loro insoddisfazioni, le proprie aspirazioni, il rapporto con il marito, il desiderio di essere sé stesse in quanto donne. I movimenti del ’68 dimostrano al mondo intero che è possibile rivoluzionare la società per avvicinarla ad un ideale condiviso. Negli anni ’70, anche grazie al movimento femminista, passa in Italia la legge sul divorzio e viene approvata la legge sul diritto di famiglia. Negli anni successivi, infine, passa l’emendamento che dichiara lo stupro un reato e nasce anche la Commissione Nazionale per le Pari Opportunità. Ricordiamoci che la data dell’8 marzo ricorda in realtà un bruttissimo giorno del 1908 in cui le operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono per prote- stare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero durò per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. Data storica ed importante per le battaglie femministe è sicuramente quella del Primo Congresso Internazionale Femminile di Copenaghen nel 1910 in cui le rappresentanti delle associazioni femminili vi presero parte e durante il quale l’8 marzo fu dichiarata Giornata Internazionale della Donna. Molti uomini e anche molte donne, quando sentono la parola femminismo mostrano un atteggiamento difensivo o negativo. Ma le motivazioni di molte donne e anche uomini per riconoscere essere femminista sono: Io sono femminista perché prima di nascere donna, sono nata persona; Io sono femminista perché credo nella parità d’opportunità; Io sono femminista perché sono una donna; Io sono femminista perché sono uomo; Io sono femminista perché quando mi alzo alla mattina non devo chiedere il permesso per respirare; Io sono femminista perché vorrei e credo in un mondo senza violenza; Io sono femminista perché da quando ho 18 anni voto; Io sono femminista perché scelgo chi amare, sposare o convivere; Io sono femminista perché sono contraria a qualsiasi guerra; Io sono femminista perché difendo la libertà di espressione; Io sono femminista perché lavoro; Io sono femminista perché ho il mio conto in banca; Io sono femminista perché difendo le donne, gli uomini, i bimbi, gli anziani, le persone; Io sono femminista perché penso per me stessa; Io sono femminista perché sono casalinga; Io sono femminista perché voglio condividere col mio compagno l’educazione dei figli; Io sono femminista perché difendo la diversità culturale, politica, sociale e sessuale; Io sono femminista perché... Le donne della Virtual Coop 1 Marzo 2012 MARLENE DIETRICH La donna che sconvolse il cinema Venere bionda, gambe chilometriche e occhi di ghiaccio, come il suo cuore sul grande schermo. Marlene Dietrich incantò le platee di tutto il mondo grazie a una sensualità innata e al magnetismo che sprigionava in qualunque gesto (più che mai, nel modo di tenere in mano la sigaretta); ma soprattutto perché sapeva cantare in un’epoca in cui il cinema andava trasformandosi, e alle dive per essere tali non bastava più la sola espressività. Già dalla prima folgorante apparizione ne L’angelo azzurro (1930), sembrava possedere tutte le carte in regola per entrare nell’immaginario collettivo e restarci a lungo: attraente, affascinante, di talento. Disse di lei lo scrittore Ernest Hemingway: “Con la sola sua voce potrebbe spezzarti il cuore. Ma ha anche un corpo stupendo e il volto di una bellezza senza tempo”. Ingaggiata come nuova grande star dalla Paramount Pictures (in risposta alla Mgm, che si era accaparrata Greta Garbo), la Dietrich poté presto prendere le distanze da una Germania che stava pericolosamente mutando, emigrare negli Stati Uniti e costruire lì la sua ascesa. Senza però rinunciare a portare con sé il regista con cui aveva mosso i primi passi e a cui resterà sempre profondamente legata. L’unico in grado di valorizzarne l’incredibile bellezza: Josef von Sternberg. Insieme a Hollywood daranno vita a sei pellicole, le più importanti delle rispettive carriere: Marocco (1930); Disonorata (1931); Shanghai Express (1932); Venere bionda (1932); L’imperatrice Caterina (1934); Capriccio spagnolo (1935). Dopo quell’ultimo rullo di pellicola, l’attrice verrà diretta da autori come Frank Borzage, George Marshall, René Clair, Billy Wilder, Alfred Hitchcock, Orson Welles, Stanley Kramer, ma con nessuno di loro sarà in grado di ri- creare un sodalizio così viscerale. Chi ha avuto modo di visitare il Berlin Filmmuseum, che oltre a vari reperti personali ospita i vestiti più celebri indossati dalla diva, sarà rimasto senza fiato di fronte alla lunghezza delle stoffe. Lo scandaloso smoking di Marocco, il tailleur bianco da yachtman, l’abito di piume nere di Shanghai Lili, le grandi scarpe, da soli trasmettono l’idea di una figura divina e lasciano immaginare di aver avvolto un corpo giunonico, perfetta incarnazione di quella razza ariana in nome della quale si sarebbero scatenati gli orrori della guerra. Per non parlare degli oggetti che decoravano l’esistenza della Dietrich, eccessivi, come quelli che il costumista Travis Banton e gli scenografi della Paramount provvedevano a realizzare per lei quando recitava. Toelette degne di una Regina, specchi intarsiati, spazzole tempestate di pietre preziose, vestaglie di seta, e un corredo interminabile di valigie con cui era solita spostarsi. Viziata e coccolata come ogni grande star, ciò che emerge particolarmente dai numerosi documenti presenti nella mostra a lei dedicata nella capitale tedesca, è una quasi totale coincidenza tra immagine filmica e immagine della persona. Come avrà fatto a uscire sana e salva dalle tenaglie dello star system? Viene spontaneo domandarsi, passeggiando tra quelle stanze. Sappiamo che lo show business come fabbrica dei sogni, così come ha prodotto tante stelle ne ha distrutte altrettante. Impeccabili nei film, ma fragili e indifese nella vita, spesso vivevano amori tutt’altro che unici, a cui seguivano tradimenti, delusioni, gravi problemi personali. L’esempio massimo riguarda Marilyn Monroe, debole ragazza dall’infanzia tormentata, imprigionata in una bionda con un fisico da urlo, fino alla fine in balìa di uomini che se ne presero gioco (anche se uno l’amò veramente, Joe DiMaggio). Di lei resta, oltre allo sguardo malinconico al termine di una delle tante risate con cui camuffava la timidezza nelle pellicole di Wilder, il potere attrattivo di un quadro prodotto in serie da Warhol, simbolo di una donna la cui sensibilità venne calpestata in favore di un fascino tramutato in merce di consumo. Ma furono molte le femmes fatales del cinema a entrare in conflitto col proprio mito. Si pensi al caso di Veronica Lake, la cui pettinatura divenne leggenda, che negli anni di maggiore fama finì per soffrire di disturbi psichici perdendo la custodia dei figli. Alcune, non riuscirono mai ad arrendersi alle false leggi illusorie di Hollywood, rifiutandosi di percorrere il viale del tramonto per celebrare fino alla fine, in un culto solitario, le glorie perdute del passato (come la Garbo, che a trentasei anni si ritirò dalle scene rimanendo nascosta per il resto della sua vita). Altre, quando decidevano con coraggio di andare avanti, subivano l’umiliazione di vedersi assegnati via via ruoli marginali, di prostitute, donne alcolizzate, dalla bellezza sfiorita, come accadde alla Hayworth, che in tarda età nell’alcol sembrò effettivamente trovare conforto. Marlene Dietrich invece, con freddo e lucido distacco riuscì a non farsi stritolare dalla posizione di oggetto del desiderio che ricopriva, sapendo autogestirsi e scegliendo liberamente cosa fare. Un’attrice/autrice del proprio destino, ma soprattutto una donna che non conobbe mai la solitudine tipica del divismo, nemmeno quando 13 i riflettori si spensero. La chiave del successo esistenziale probabilmente, si deve a un carattere forte, dominante, che le permise di condurre un’esistenza longeva (muore a 91 anni), seppur con alti e bassi, e di tenere in mano le redini del gigantesco meccanismo che le ruotava intorno. Il segreto della sua invincibilità trapela dalla visione di uno dei tanti frames che ne congelano un’interpretazione scenica, per continuare poi nella scoperta dei dettagli sul suo privato. Sono innumerevoli le lettere di intellettuali, registi, produttori, nonché diverse donne che affannosamente si muovevano alle sue dipendenze. Ma ciò che più colpisce, è l’esagerata ammirazione rivoltale. L’atteggiamento rispettoso e quasi di inibizione di chi comunicava con lei, suggeriscono la natura di un fascino ipnotico che non si limitava ad essere esclusivamente iconografico. Apprendere che una personalità del calibro di Hemingway, si fosse ridotto a chiamarla “my little kraut” supplicando un po’ d’attenzione, suscita un certo effetto e lo accosta molto all’inebetito insegnante de L’Angelo Azzurro. Quando infatti Marlene/Lola-Lola in quel film, si rivolge al professore Emil Jannings, dicendogli “Sapevo che sarebbe tornato: da me ritornano tutti.”, c’è da credere che non stesse affatto recitando. Paola Gianderico POESIA AL FEMMINILE La percezione del mondo nei versi di Ivana Brigliadori scrizione del mondo del tango (che l’autrice frequenta da anni), fanno da filo conduttore in un viaggio che può scandalizzare e quindi essere rifiutato da qualcuno come forma d’arte, ma che ha l’indiscutibile pregio di far riflettere e di creare immagini vivide che restano impresse. Ugo De Santis Ivana Brigliadori è una poetessa bolognese che vive nel nome della cultura, della danza, del tango. Chi la conosce sa che in lei alberga un personaggio vulcanico, colmo di vitalità e ironia. Ma sa anche che i suoi occhi profondi tradiscono una scura malinconia che le consente di fare introspezione su di sé e sulla sua percezione del mondo. Ivana ha pubblicato due volumi di poesie: “Letras de Tango” (2007 - Casa Editrice Il Filo) e “Magri da morire” (2011 - Il Ponte Vecchio). Nei suoi versi non cerca di consolare il lettore con la leggerezza di una poesia rarefatta, ma piuttosto di colpirlo, da buona romagnola, con un sorriso beffardo dal retrogusto amaro. Non la leggerezza che trascende la sofferenza umana, ma la cruda rappresentazione della pesantezza dell’essere, sostenuta da un verso che diventa prosa disadorna e filastrocca infantile. Una cronaca spietata che getta uno sguardo lucido sugli orrori della società contemporanea. Note autobiografiche e de- La mia fossa Faceva così freddo ed era così buio al cimitero. Troppo piccolo quel cero! Avevo anche un po’ fame a dire il vero. Avrei voluto scappare da quella fossa. Ma poi è arrivato il mio cane con in bocca una fetta di salame. L’ha appoggiata sul mio seno e si addormentato sui miei fiori e le mie ossa. E così non mi sono mossa. L’ultimo amante Stava arrivando la mia ora. Volevo finirla con un bell’aspetto. Così mi ero messa un po’ di ombretto e un bel rossetto. Ma ero come sospesa su una fune in un confine. Non si decideva ad arrivare sta’ benedetta fine. Così prima che il trucco mi tradisse per dare una mano alla mia sorte e per andare incontro alla mia morte ho fatto un inchino al mio becchino. Lui mi ha tirato su per il coppetto e mi ha slacciato il reggipetto. Tu Volevo comprare un cane per avere un po’ di compagnia poi sei arrivato tu e il cane non lo voglio più. Volevo andare a Malibù per vedere il mare blu poi sei arrivato tu e il mare di Rimini è sempre più blu. Volevo cambiare lavoro perché non rendevo più poi sei arrivato tu e sono la più brava della tribù. Volevo cambiare arredamento perché non mi piaceva più poi sei arrivato tu e mi piace sempre più. Volevo cambiare il guardaroba perché era fuori moda poi sei arrivato tu e sono sempre nuda. Ora sei qui di fronte a me stai sorseggiando il tuo caffè. ti tendo una mano ti dico: “Non potrei più vivere senza di te! Io ti amo”. Tu ti alzi stringi le spalle ti tocchi le palle ti giri te ne vai piano piano e mi saluti con una mano. www.buonenotiziebologna.it BNB Speciale Donne 14 Speciale Donne BNB 1 Marzo 2012 www.buonenotiziebologna.it Bologna risponde alle Donne Con la legge regionale n. 2 del 2003 la Regione Emilia Romagna promuove la cittadinanza sociale e riconosce nei Comuni i garanti della realizzazione del sistema locale dei servizi sociali. Ai Comuni compete la promozione e il sostegno di interventi rivolti a case e centri antiviolenza che hanno come obiettivo prioritario l’acco- glienza e l’ascolto di donne, anche con figli, minacciate o vittime di violenza fisica, sessuale, psicologica e di costrizione economiche. Violenza fisica È la forma più tradizionale di violenza e ricorre nei reati di percosse (art. 581 cp), lesione personale (art. 582 cp), violenza privata (art. 610 cp), violazione di domicilio ( art. 614 cp), sequestro di persona (art. 605 cp). Violenza sessuale Comprende le situazioni di costrizione a fare o subire atti sessuali di diverso tipo contro la propria volontà ed è sanzionata tramite le figure di reato riformate dalla L.15 febbraio 1996 n.66, Norme contro la violenza sessuale. Violenza psicologica Racchiude ogni forma di abuso che lede l’identità della donna: umiliazione, minacce, denigrazione. Questa violenza ricorre nei delitti di ingiuria (art. 594 cp) e minaccia (art. 612 cp). Violenza economica Si intende ogni forma di privazione e di controllo diretti a limitare e a impedire l’indipendenza economica della donna. Tale violenza può essere punita attraverso il delitto di violazione degli obblighi di assistenza familiare (art. 570 cp) e l’analogo delitto previsto dalla legge sul divorzio (art.12-sexies L. 898/70). Maltrattamento È un’autonoma figura di reato (art. 572 cp): raccoglie la violenza fisica, psicologica e anche gli altri tipi di violenza, con condotte ripetute nel tempo. Stalking È la condizione di persecuzione cui le donne vengono sottoposte, tale da indurre le stesse a modificare la propria esistenza. È stata introdotta come autonoma figura di reato dal D. L. n.11 del 23/02/09, convertito nella L. 38/2009. “Se hai bisogno di aiuto, se hai subito violenza, se ti servono informazioni contatta un centro antiviolenza. Ti può offrire: colloqui, Sportello informativo per le donne immigrate A seguito della collaborazione avviata tra l’Associazione di Donne italiane e immigrate “Agorà dei Mondi” e l’Ufficio delle Consigliere di Parità della provincia di Bologna nell’ambito del progetto “Donne inVisibili - Alla Conquista della Parità”, è stato riattivato lo Sportello informativo di Agorà. Da ottobre 2011 a settembre 2012 le donne immigrate potranno rivolgersi, secondo le modalità prestabilite, alle operatrici dello Sportello per ottenere: •Informazioni di base sugli aspetti normativi collegati al lavoro ed in specifico alla partecipazione femminile al mercato del lavoro tra i quali la normativa sulle pari opportunità tra donne e uomini nel mercato del lavoro, la normativa a tutela della maternità/paternità, la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro •Informazioni di base sugli enti e istituzioni del territorio che si occupano di orientamento, accesso al lavoro e formazione •Informazioni sul riconoscimento dei titoli di studio e delle qualifiche professionali, certificazione del curriculum attraverso la veri- fica dei titoli e delle abilità acquisite nelle esperienze precedenti •Informazioni sul bilancio e lo sviluppo delle competenze in ottica di genere per valorizzare le competenze e le esperienze trasversali delle donne •Consulenza e assistenza personalizzata sulla stesura del curriculum professionale, lettera di accompagnamento, colloquio di lavoro •Informazioni sulla formazione professionale e linguistica •Informazioni sull’imprenditorialità femminile •Mediazione interculturale e traduzioni giurate •Indicazioni sui servizi territoriali attivi con riferimento a temi d’interesse nella sfera legale, sociale, sanità, scuola, accoglienza, cultura, tempo libero, associazionismo, ecc. per facilitare l’integrazione sociale e culturale delle donne immigrate Sarà inoltre accessibile un servizio di informazione e assistenza personalizzata per la stesura del curriculum professionale, della lettera di accompagnamento, per la partecipazione ad un colloquio di lavoro. Si specifica che lo Sportello non intende sostituirsi o sovrapporsi a servizi territoriali già attivi ma al contrario da un lato integrarsi rispetto a questi per quanto concerne il tema specifico della partecipazione femminile delle donne immigrate al mercato del lavoro e dall’altro rafforzare la dimensione di rete di tali servizi sostenendo il target di riferimento ad individuare correttamente i referenti più utili per le esigenze presentate Apertura al pubblico Preferibilmente su appuntamento lunedì e mercoledì ore 13.3017.30 e giovedì ore 9 -12, presso la sede dell’Associazione a Bologna in via Andrea da Faenza n. 14/a e/o presso la sede dell’Ufficio delle Consigliere di Parità della provincia di Bologna in via Benedetto XIV, 3. Si consiglia di prenotare l’incontro al n. di tel. 051.353980, cell. 333.58182828 o all’indirizzo [email protected] http://www.consparita.provincia. bologna.it/Engine/RAServeFile. php/f/Home/Scheda_progetto_ Donne_inVisibili_def.pdf informazioni, consulenza e se sei in pericolo, ospitalità temporanea per te e per i tuoi figli.” Prima Accoglienza. La donna può telefonare o rivolgersi direttamente presso il Centro: troverà una operatrice o una volontaria che raccoglierà le sue richieste. Percorsi di accoglienza e di sostegno. I Centri offrono una serie di colloqui, attraverso i quali mettere a fuoco i bisogni della donna e instaurare con lei una relazione che la sostenga nell’affrontare le difficoltà causate dalla situazione di violenza. Percorsi di ospitalità. Quando la donna, insieme ai suoi figli, deve allontanarsi dalla propria casa, può essere ospitata, temporaneamente, nei Centri dotati di case rifugio. Percorsi di uscita dalla violenza. Sia nei percorsi di accoglienza che di ospitalità, si predispone, insieme alla donna, un progetto personalizzato di uscita dalla violenza che, su richiesta della donna, potrà prevedere anche forme di sostegno psicologico, gruppi di sostegno o auto-aiuto, consulenza legale e aiuto nella ricerca e/o nel rafforzamento del lavoro, spesso perso a causa della violenza. Alcuni supporti d’attenzione alle donne e bambini vittime della violenza a Bologna: Numero verde nazionale contro la violenza alle donne: 1522 Casa delle donne per non subire violenza tel: 051.333173 Sos Donna Bologna: 051.434345 (orari serali) Ospedale Maggiore Pronto Soccorso Generale Largo B. Nigrisoli, 2 - tel. 051.6478111 Il Servizio Sociale può fornire sostegno alla donna e ai minori, può reperire una sistemazione per madre e figli, trasmettere informazioni e segnalazioni al Tribunale, fornire sostegno economico. Sportello Sociale dei Quartieri del Comune di Bologna: • Borgo Panigale Via Marco Emilio Lepido, 25/3 Telefono diretto: 051.6418242 E-mail: [email protected] • Navile/Bolognina Via Saliceto, 5 Telefono diretto: 051.4151313-56 [email protected] • Navile/Lame Via Marco Polo, 51 Telefono diretto: 051.6353612-37 [email protected] • Porto Via Pier de’ Crescenzi, 14 Telefono diretto: 051.525822-9 [email protected] • Reno Via Battindarno, 123 Telefono diretto: 051.6177831-47-48; [email protected] • San Donato Via Garavaglia, 7 Telefono diret,to: 051.6337549 [email protected] • San Vitale Via Rimesse, 1/13 Telefono diretto: 051.4296009 [email protected] • Santo Stefano Via Santo Stefano, 119 Telefono diretto: 051.301232 [email protected] • Saragozza Via Pietralata, 58/60 Telefono diretto: 051.526340-75 [email protected] • Savena Via Faenza, 4 Telefono diretto: 051.6279381 [email protected] L’articolo 18 è la normativa prevista dal testo unico legge immigrazione (t.u.l.i.) che tutela gli stranieri migranti dallo sfruttamento. Questo articolo è molto importante per le donne perché offre una via di uscita alle vittime di tratta. Le donne che decidono di sottrarsi a qualsiasi tipo di sfruttamento o assoggettamento, hanno infatti la possibilità di intraprendere un programma di protezione sociale e inserimento socio lavorativo presso associazioni accreditate. Il percorso previsto dall’articolo 18 vale per tutte le donne, anche quelle senza documenti che possono così non essere collocate presso i Cie con procedura di espulsione: un esito che, in ultima analisi, rafforzerebbe la tratta. In caso di denuncia, retate, arresti e ogni volta che riconosci una donna in stato di sfruttamento assoggettamento contatta: casa delle donne per non subire violenza onlus via Dell’Oro 3, 40124 Bologna | www.casadonne.it [email protected] tel. 051.6440163 - Cellulare di reperibilità: 335.7849373 Fonti d’informazione: www.casadonne.it http://www.allapari.regione.emilia-romagna.it/ http://www.comune.bologna.it/politichedelledifferenze/index.php http://www.consparita.provincia.bologna.it/Engine/RAServePG.php INSERIMENTO DATI www.virtualcoop.net BNB Provincia 1 Marzo 2012 15 Persiceto al verde Incentivi per le auto a metano e gpl auto da benzina a metano e gpl. Gli incentivi riguarderanno: 1)installazione di impianti di alimentazione in automezzi privati alimentati a benzina - Euro 2 / Euro 3; 2)progetto pilota per la conversione dei motori Diesel in propulsori alimentati contemporaneamente a gasolio e a gas (metano o gpl); 3) trasformazione dei veicoli commerciali alimentati a benzina - Euro 2/Euro 3 Per i punti 1) e 3), la procedura per ottenere gli incentivi è semplice: il cittadino dal 1 marzo 2012 deve prenotare la trasformazione a Gpl o a metano presso un’officina aderente all’iniziativa che, dopo avere verificato la disponibilità dei fondi, comunica quando potrà installare sul veicolo l’impianto a gas. Per il punto 2) Progetto Dual Fuel - gli incentivi partiranno fra qualche settimana, presumibilmente dal 19 Marzo 2012 Per tutte le informazioni dettagliate per accedere agli incentivi è possibile consultare la scheda “Incentivi per metano e gpl 2012”, oppure telefonare all’Ufficio Ambiente del Comune: 051.6812846 spettacoli ed eventi organizzati da T.I.L.T. Il T.I.L.T. (Trasgressivo Imola Laboratorio Teatro) presenta il suo calendario di eventi per il “Marzo delle Donne 2012”. Come anticipato nella conferenza stampa di settembre, il T.I.L.T. procede nelle sue attività di formazione e spettacoli per cercare di fronteggiare la crisi che avanza. Noi non ci diamo per vinti! E dedichiamo questo quinto “Marzo delle Donne” alla nostra amica recentemente scomparsa, Elisabetta Marchi, socia di T.I.L.T. e grande animatrice del gruppo di afrodanza Uongai. Grazie alla fitta rete di collaborazioni e residenze artistiche sviluppate all’interno del Teatro Lolli, T.I.L.T. può presentare il suo programma di marzo con artisti di grande livello come Maurizio Cardillo, Angela Malfitano, Elisabetta di Terlizzi, Ivana Petito ed esiti di propri laboratori artistici non meno interessanti. Inoltre, come gli anni precedenti, il Teatro Lolli durante il Marzo delle Donne si trasformerà anche in una galleria di opere d’arte femminili: “Segni, alfabeti, identità negate”: mostra espositiva di opere prodotte in carta realizzata a mano a cura dell’associazione E Pas E Temp (dal 3 al 15 marzo); Mostra fotografica dell’artista Vicky De Palma (dal 17 al 24 marzo). Siamo convinti che le attività che si svolgono in teatro siano un forte valore aggiunto per la nostra Comunità e che la nostra programmazione possa sensibilizzare maggiormente le Istituzioni e il nostro pubblico di riferimento sull’importanza del Teatro Lolli. Senza questo spazio, la nostra realtà e le molte altre incontrate durante questi anni di attività non potrebbero svilupparsi e dare un apporto culturale e sociale alla città e alle comunità con cui entra in contatto: a tutt’oggi T.I.L.T. collabora attivamente con il Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL di Imola, con il Comune di Imola, con associazioni come ING (Immigrazione Nuove Generazioni) a Borgo Tossignano, Panta Rei, Uongai, e tante altre. Le attività T.I.L.T., svolte senza scopo di lucro, hanno infatti l’unica finalità di diffondere il teatro e l’arte in genere, sia in quanto forma di spettacolo ricreativo che come strumento per il miglioramento della vita sociale, dell’individuo e dei gruppi. Per continuare, sono sempre più necessari il contributo e la collaborazione di cittadini, Istituzioni e dell’Azienda USL che mette a disposizione lo spazio del teatro. Sabato 3 marzo ore 17.45 Compagnia Cardillo/Associazione Culturale Le Belle Bandiere “IL MALE OSCURO: LA MOGLIE RAGAZZETTA E ALTRI AMORI” con Maurizio Cardillo, regia Elena Bucci e Maurizio Cardillo Sabato 10 marzo ore 17.45 Elisabetta di Terlizzi “NERA MAMBA” assolo di video-danza con Elisabetta di Terlizzi (20’) Ivana Petito “L’ANIMATRICE” assolo di teatro-danza con Ivana Petito (30’) Sabato 17 marzo ore 17.45 Associazione Culturale T.I.L.T. “LA BITTA - primo studio” con Cristina Gallingani e Giuliana Zanelli. “IL LATO D - studio” con Bianca Bellini, Tiziana Borsetti, Emma Donattini, Antonella Giovannini, Angela Girgenti, Moira Orrù, Sandra Pistone, Katya Polo. Sabato 24 marzo ore 17.45 “Tra un atto e l’altro”/Angela Malfitano “LA REGINA DEGLI ELFI” di e con Angela Malfitano. Sabato 31 marzo ore 17.45 Associazione Culturale T.I.L.T. “TRÌTONO in concerto: musica italiana anni ’50/’60/’70” Con flash di storia femminile tra cronaca e letteratura; voce Massimiliano Buldrini, violoncello Elisa Gazzelli, chitarra Davide Villani. Tutti gli eventi sono gratuiti. Teatro Lolli Via Caterina Sforza, 3 - Imola cell. 340.5790974 - fax 0542.066306 www.tiltonline.org www.buonenotiziebologna.it Sono nuovamente attivi gli incentivi per l’installazione di impianti a metano e gpl per le autovetture private di proprietà dei cittadini residenti nei comuni aderenti alla Convenzione “Iniziativa Carburanti a Basso Impatto” (Icbi), tra cui San Giovanni in Persiceto Grazie alle risorse messe a disposizione dei sottoscrittori della Convenzione nel corso dell’ultima conferenza Icbi, ripartono i progetti a favore della diffusione di carburanti a basso impatto ambientale, in particolare con la riattivazione degli incentivi alla trasformazione delle 16 Provincia BNB 1 Marzo 2012 SOSTIENI BNB DONANDO ALLA VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS Disabili che lavorano... Bene! Il paese dei diari di Mario Perrotta www.buonenotiziebologna.it Arrivano a Pieve di Cento le grandi storie dell’Archivio Diaristico Nazionale Il paese dei diari, spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta e co-prodotto da Biografilm Festival insieme all’Archivio diaristico nazionale, arriva a Pieve di Cento, nella splendida cornice del Teatro Comunale “Alice Zeppilli” martedì 27 marzo alle ore 20.45. La pièce teatrale di Perrotta - tratta dal suo omonimo libro – fa parte di un progetto più ampio che porterà il pubblico di Pieve di Cento alla scoperta dell’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano. Gli spettatori avranno l’opportunità di conoscere le emozionanti autobiografie, narrate sulla scena da Perrotta e Paola Roscioli, che sono raccolte nell’Archivio fondato da Saverio Tutino – il grande giornalista cui Biografilm Festival 2011 ha attribuito il Lancia Celebration of Lives Award 2011 per il suo straordinario progetto di memoria: l’Archivio diaristico nazionale. Nel 1984 Saverio Tutino ha ideato e fondato un archivio per raccogliere la memoria dell’Italia e degli nei Ducati Store La nuova 1199 Panigale Dalla sua prima apparizione ad EICMA, la nuova Ducati 1199 Panigale ha subito polarizzato l’attenzione degli appassionati, ducatisti e non solo. La Superbike Ducati di ultima generazione, la 1199 Panigale, supera le barriere ingegneristiche del design motociclistico e fissa lo standard di riferimento più estremo di sempre, tracciando la strada per le sportive del futuro. Sviluppata nell’ambiente delle corse - dove la competitività è ovviamente altissima - e progettata per alzare ai massimi livelli le prestazioni, utilizza soluzioni innovative di derivazione Ducati Corse per rendere fruibile a tutti una tecnologia da Campioni del Mondo. Il Superquadro, il bicilindrico di produzione più avanzato e più potente del pianeta, è ora parte integrante di un innovativo telaio monoscocca: insieme, consentono di raggiungere un’impressionante potenza di 195CV per 164kg di peso a secco. Cifre futuristiche offerte da una fuoriclasse tutta italiana. Alla base degli incredibili risultati ottenuti da Ducati con la 1199 Panigale ci sono il rapporto potenza/peso e il rapporto coppia/ peso mai raggiunte per una moto di produzione. Con un semplice clic si attivano tre differenti Riding Mode che offrono altrettante combinazioni di sette diverse tecnologie al vertice della categoria: ABS sportivo di ultima generazione, Ducati Traction Control (DTC), Ducati Electronic Suspension (DES), Ducati Quick-Shift (DQS), il nuovo Engine Brake Control (EBC) Ducati di derivazione sportiva e il Ride-by-Wire (RbW), tutti programmati per fornire al pilota un’assistenza elettronica caratterizzata da grande continuità. Perfino il display TFT a colori del dashboard è concepito per adattarsi al Riding Mode selezionato. La 1199 Panigale è una Ducati in tutto e per tutto: racchiude in ogni componente tecnologia avanzata ben integrata con entusiasmanti elementi iconici della casa costruttrice. La competizione rappresenta da sempre, per Ducati, un’arena dove misurarsi e raccogliere sfide, uno strumento di disciplina per i progettisti e la base motivazionale di una casa costruttrice per la quale la tensione costante verso la vittoria è diventata una filosofia di vita. Con oltre 300 vittorie nel Campionato del Mondo Superbike e più titoli mondiali di tutti gli altri costruttori messi insieme, e con la passione che ha guidato la spinta innovativa in MotoGP, Ducati è più che mai concentrata sulle supersportive. Oggi Ducati combina l’innovativa soluzione telaistica monoscoc- italiani. In quasi trent’anni si sono accumulati negli scaffali di Pieve Santo Stefano taccuini dalle trincee di guerra, lettere di emigranti, racconti d’amore e di lavoro, gioie e sofferenze, storie antiche e moderne che parlano di due secoli di Storia. L’Archivio diaristico, creato con lo scopo di conservare brani di scrittura popolare, è una vera e propria “banca della memoria” in cui chiunque può consultare i diari e gli scritti autobiografici degli italiani. Uno straordinario progetto che ha rappresentato un’occasione unica per tutti quelli che hanno lasciato il loro diario e che ha cambiato la vita dei molti che, in questi anni, hanno visitato l’archivio. Nel 2009 Mario Perrotta racconta l’Archivio diaristico in un romanzo pubblicato da Terre di mezzo con il titolo Il paese dei diari, affascinato ca con lo straordinario nuovo motore, il bicilindrico a L “Superquadro”, e con l’elettronica di derivazione racing per produrre la regina di tutte le Superbike. Creata per la pista, educata alla strada, la nuova 1199 Panigale rappresenta una vera ‘rivoluzione’ della specie, destinata ad influenzare l’intero segmento delle sportive. All’evoluzione della Superbike Ducati si accompagna un pari livello di sviluppo del sistema frenante. La 1199 Panigale è equipaggiata in esclusiva con le nuove pinze Monoblocco Brembo M50, caratterizzate dal loro design compatto, che consente un risparmio di peso pari a 0,5 kg totali di masse non sospese. Tutte le versioni della 1199 Panigale ‘calzano’ in esclusiva i nuovi pneumatici Pirelli Diablo Supercorsa SP, la versione stradale degli pneumatici utilizzati nel Campionato Mondiale Superstock 1000: 120/70 ZR17 all’anteriore e 200/55 x ZR17 al posteriore, i più larghi mai montati sino ad oggi su una Ducati Superbike stradale. Il suo arrivo sul mercato internazionale è ormai prossimo. A marzo le prime 1199 Panigale saranno già disponibili presso i Ducati Store in Europa (entro aprile e maggio arriveranno anche negli USA e in Giappone e Australia), dove le richieste e le prenotazioni crescono quotidianamente, confermando il grande interesse per questo nuovo riferimento tra le moto supersportive. La nuova moto sarà disponibile nelle versioni 1199 Panigale, 1199 Panigale S e 1199 Panigale S Tricolore. Il prezzo, chiavi in mano, della nuova Ducati 1199 Panigale, parte da 19.190 Euro per la versione base, fino a 28.990 Euro per la versione S Tricolore. Tutte le informazioni relative alla 1199 Panigale sono disponibili e continuamente aggiornate sul sito ufficiale Ducati www.ducati.it L.O. dall’idea che queste storie siano in qualche modo costrette a convivere, una “appiccicata” all’altra, seguendo un ordine casuale nella disposizione fisica del sistema d’inventariazione adottato. Accostamenti improbabili, tasselli unici di un mosaico collettivo, i diari dell’Archivio che Saverio Tutino ha ospitato nelle stanze dell’Archivio di Pieve Santo Stefano, presi singolarmente sono mondi da scoprire, presi collettivamente ci parlano della Storia del nostro Paese. Oggi Il paese dei diari torna sul palcoscenico e, dopo la prima al Biografilm Festival lo scorso giugno e la tourneè nazionale che l’ha visto protagonista, arriva a Pieve di Cento. Uno spettacolo che è un vero omaggio alla memoria e a chi ha creduto nell’idea di raccoglierla, Saverio Tutino, il giornalista e scrittore recentemente scomparso. Un’iniziativa che consolida il legame fra l’Archivio dei diari e il talentuoso autore, attore e regista teatrale Mario Perrotta, vincitore a dicembre 2011 del Premio speciale Ubu per la trilogia sull’individuo sociale. A conclusione dello spettacolo, come una sorta di fuori programma ogni volta diverso, Paola Roscioli e Mario Perrotta leggeranno brani dei diari dell’Archivio, scelti a sorpresa in base al luogo che ospita la replica, ai diaristi che lì sono nati o hanno vissuto. Per informazioni: U.R.P. Comune di Pieve di Cento tel. 051 6862 611 urp@comune. pievedicento.bo.it G.P. PRIMAVERA IN PROVINCIA LA FESTA DELLA RAVIOLA La 201° edizione della Festa della Raviola a Trebbo Di Reno (BO), prevede un’anteprima dal 10 al 13 marzo con lo stand ristoro dei Bon da Gninta che funzionerà in Piazza della resistenza per tutto il periodo della manifestazione. Sabato 19 marzo 9 apertura degli stand 10.30 presso la Chiesa di S.Giovanni Battista inaugurazione della mostra “Quadri ritrovati e restaurati” e presentazione del libro “Trebbo di Reno e la Chiesa di San Giovanni Battista” 14.30 da Piazza della Resistenza parte la caccia al tesoro in bicicletta 15 il concorso “Regina (o re) della Raviola sceglierà la migliore raviola 16 20 camminata della Raviola 16.30 alla Contea Malossi spettacolo per bambini 21 in chiesa il Gruppo Canticum con l’esibizione di musiche corali Domenica 20 marzo 9 apertura degli stand espositori della’rtigiano e hobbisti, mercato straordinario, raduno moto d’epoca 10 messa solenne 11.30 premiazione del concorso “Regina (o re) della Raviola” 14.30 sfilata dei carri allegorici con lancio di doni 15.30 presso la scuola primaria I.Calvino tradizionale esposizione dei alvori degli alunni e mostra fotopittorica 17.30 esibizione di arti marziali 17.30 esibizione del gruppo Frustatori Cassani di Solarolo ABITI e LIBRI USATI ecc.. Nell’ambito delle iniziative per la riduzione dei rifiuti e il “riuso” delle cose. Anche nel 2012 Ogni ultimo sabato del mese dalle h. 15 alle 18, presso la Sede della Consulta di Frazione ex Scuola di Tignano Roma - Sasso Marconi- Via Olivetta, n. 63 è possibile portare VESTITI o altri oggetti da scambiare o regalare…e LIBRI per metterli a disposizione di chiunque li voglia portare a casa, leggere, conservare, oppure riportare dopo averli letti! Vivi in Rosa Domenica 25 Marzo, in concomitanza con il Mercato degli Ambulanti, Pro Loco Mezzolara con produttori e commercianti locali organizzano in Piazza Baldini, a partire dalle ore 10, la settima edizione di “vivi in rosa - le delizie del porcello”, consueto appuntamento con le tradizioni locali nella lavorazione delle carni di maiale.Salsicce, cotechini, braciole, coppe di testa, spuntature e, soprattutto, la preparazione dei “ciccioli” cotti come una volta nei paioli, rendono questo appuntamento annuale un evento da non perdere per tutti i buongustai e gli amanti della cucina tradizionale. Nello stand, anche altre specialità enogastronomiche, con formaggi, vini, prodotti tipici. Castel S. Pietro Terme & cioccolato Delizia per la gola e per lo spirito, l’11, 12 e 13 marzo il cioccolato potrà essere assaporato in tutti i modi e in tutte le forme alla seconda edizione di Castel San Pietro - Terme&Cioccolato, organizzatadall’Assessorato all’Economia del Territorio con il patrocinio della Provincia di Bologna e lacollaborazione di Istituto Alberghiero Bartolomeo Scappi, Osservatorio Nazionale del Miele, Terme di Castel San Pietro e CiocchinBò, l’associazione che annovera più di 50 Maestri Cioccolatieri da tutta Italia, nata nel 2005 per promuovere il cioccolato di qualità artigianale e promotore del Cioccoshow di Bologna. Sagra del raviolo (Casalfiumanese) Come da tradizione i ravioli venivano regalati agli allevatori e ai mediatori in occasione della fiera del bestiame che si svolgeva il 19 marzo per San Giuseppe. Durante la festa vengono lanciati dalle torri paesane quintali di ravioli dolci sulla folla presente. Festa di primavera e trofeo della Pedamobile (Medicina) L’ultima domenica di marzo Medicina dà il benvenuto alla primavera con varie mostre al Carmine e all’Auditorium a cura del Comune e della Pro Loco. BNB Mangiar sano 1 Marzo 2012 17 Salute e la sana alimentazione Quando egli si presenta ai suoi ospiti, alcuni rimangono sorpresi dell’aspetto giovanile e si domandano come faccia a dimostrare meno anni di quelli che in realtà avrebbe e lui risponde: “..sono completamente vegetariano e dormo 12 ore al giorno”. Un arzillo vecchietto, in cui m’imbatto spesso andando a correre nel parco, con un fisico da invidia e un sorriso radioso mi dice «…il segreto del mio vivere bene a 90 anni è una scodella di verdura, settanta grammi di pasta, pesce fresco e sano esercizio fisico, il tutto senza esagerare». In “Invito a cena con delitto” di Robert Moore, Lionell Twain é un eccentrico milionario che invita i migliori investigatori del mondo a risolvere un delitto che ancora deve accadere. Dieta vegetariana, riposare e fare esercizio fisico in giuste quantità sembrano essere gli ingredienti per un elisir di lunga vita. Atleti da ogni parte del mondo possono testimoniare i benefici di una dieta a base di vegetali. Dave Scott, considerato il più grande triatleta del mondo, sostiene che “è un errore ridicolo” pensare che gli atleti abbiano bisogno di proteine animali. La pensano allo stesso modo Edwin Moses, medaglia d’oro, che per otto anni non ha mai perso la gara dei 400 metri a ostacoli, e Murray Rose, il quale, all’età di 17 anni, vinse tre medaglie d’oro nelle gare di nuoto alle Olimpiadi. Il campione olimpico Carl Lewis, vincitore di svariate medaglie d’oro nel salto in lungo, è vegano (che non mangia cibi di derivazione animale) per motivi etici e religiosi. Alcune religioni suggeriscono, o implicano, la rinuncia parziale o totale alla carne, motivandola o con questioni di salute (spirituale, mentale e/o corporea), o attraverso una generale etica del rispetto verso le varie forme di vita. L’Induismo, la religione più antica al mondo, è noto (almeno nella sua forma ortodossa) per il rigoroso rifiuto di qualunque tipo di carne; in conseguenza alla legge del karma, stando ai Veda, testi sacri dell’induismo l’uomo è chiamato a trascendere la propria natura animalesca in favore dell’espansione della propria coscienza, con lo scopo di raggiungere la liberazione. In alcune città dell’India come ad esempio Rishikesh è vietato il consumo di carne, pesce e uova e non è possibile trovare questi prodotti in vendita in negozi o ristoranti. Il Giainismo, predicando un’assoluta non-violenza ,prevede una forma estrema di vegetarianismo: la dieta del fedele esclude anche molti vegetali e persino l’acqua viene filtrata al fine di non ingerire involontariamente piccoli organismi. L’Ebraismo scoraggia le pratiche ascetiche in generale, ed incoraggia a gustare la bontà di questo mondo in modo corretto. “Del resto ,dell’uso di mangiar carne, non si sente parlare dai tempi del Diluvio Universale.”, sostiene John Evelyn, scrittore inglese del Seicento, in un suo libro dedicato alle erbe ed insalate scrive: “L’uso delle piante è di tale importanza per tutto il corso della nostra esistenza che non è possibile vivere adeguatamente e civilmente, e anzi vivere tout court senza di loro e quanto più innocente, gustosa salutifera è un tavola imbandita da prodotti ortolani di quella lordata dalla carne sanguinolenta di animali macellati. Di certo per natura l’uomo non è un animale carnivoro; non e affatto attrezzato per inseguire e ammazzare prede; non ha zanne.., ne artigli…; è dotato di mani gentili adatte alla raccolta della frutta e della verdura e denti per masticare questi cibi.” L’uomo è prima raccoglitore poi coltivatore e il passaggio dal raccoglier al coltivare è visto come una grande occasione per celebrare l’acutezza della mente umana. Oltre che motivo di orgoglio, la coltivazione delle piante e delle erbe commestibili deve anche dirsi il risultato di una volontà politica ed economica che risale ai tempi di Carlo Magno e del suo erede immediato Ludovico il Pio. Attraverso il capitolare “De Villis”, una raccolta di 70 direttive per il governo e la gestione dei latifondi di proprietà dell’imperatore, si scopre come i Carolingi, che saremmo più propensi ad immaginare carnivori a tutto raggio (con il biondo imperatore sempre a cavallo e dietro qualche cinghiale, come Adone e Asterix), fossero in realtà invischiati in una tresca amorosa con le piante eduli ed officinali, quest’amore nel coltivarle aveva a che fare sia con un’idea di un regime alimentare sia con la medicina, ma nulla si riferiva a raffinatezze gastronomiche. “La modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva. Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana”, sosteneva Albert Einstein. Al giorno d’oggi confrontando i dati scientifici ottenuti da una moltitudine di studi epidemiologici si evidenzia che una dieta che minimizzi (latto-ovo-vegetariana) o elimini completamente (vegana) i cibi animali, è in grado di ridurre considerevolmente l’incidenza di gravi patologie ,quali tumori, ipertensione, arteriosclerosi, infarto, ictus, diabete, obesità, osteoporosi, calcoli e altre patologie che costutuiscono le principali cause di mortalità nei paesi industrializzati Anche l’American Dietetic Association ed i Dietitians del Canada hanno recentemente ribadito che le diete vegetariane correttamente bilanciate comportano benefici per la salute, nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie, in quanto offrono molteplici vantaggi sul piano nutrizionale, compresi ridotti contenuti di acidi grassi saturi, colesterolo e proteine animali, a fronte di più elevati contenuti di carboidrati, fibre, magnesio, potassio, acido folico ed antiossidanti, quali ad esempio le vitamine C ed E, inoltre aiuterebbero a ridimensionare i relativi costi sanitari e sociali. mina sono quasi esclusivamente animali (i vegetali ne possono contenere delle tracce, in genere non sufficienti, sebbene su questo argomento ci siano ancora dubbi). Dal momento che la fonte comune di vitamina B12 per gli onnivori è la carne di altri animali, la conclusione ovvia è che coloro che scelgano di non mangiare carne siano destinati ad andare in carenza. La vitamina B12, o cianocobalamina, è importante per la divisione cellulare e la funzionalità del sistema nervoso, le conseguenze della sua carenza si verificano prima di tutto nel sangue e poi nel sistema nervoso. L’anemia, denominata megaloblastica poiché è caratterizzata da globuli rossi più grandi, è una manifestazione comune di carenza. La riduzione del numero dei globuli rossi, anche quando severa, è assolutamente ben tollerata dai pazienti, e si cura con facilità assumendo piccole quantità di vitamina B12. Possono inoltre comparire modesti problemi al sistema nervoso, caratterizzati da formicolii e ridotta sensibilità ai piedi e alle mani. Questi disturbi sono reversibili nelle prime fasi, ma i danni al sistema nervoso, se non curati, possono divenire più gravi e irreversibili con una carenza di lunga durata. È quindi necessario che i vegani introducano nella loro dieta delle fonti affidabili di vitamina B12 (prodotti alimenta- Se adeguatamente bilanciata, questo tipo di alimentazione non comporta rischi di carenze, al contrario, le patologie correlate con il consumo di alimenti animali, sono malattie croniche che necessitano di terapie farmacologiche di lunga durata, non prive di rischi ed effetti collaterali e/o di interventi chirurgici, non sempre risolutivi. Al giorno d’oggi le persone informate sui fatti non credono più che la carne sia indispensabile per fornire le proteine necessarie o che il latte sia la fonte privilegiata di calcio. Con la capitolazione del fronte di queste due tradizionali battaglie, la questione “vitamina B12” è diventata l’argomento più di moda quando si discute della dieta vegetariana stretta (vegana). Questa è l’unica vitamina generalmente carente in una dieta vegana perché le fonti di questa vita- ri fortificati come latte di soia, cereali, hamburger vegetariani, etc., oppure specifici integratori). La vitamina B12 è in realtà un inquinante, viene prodotta dai microrganismi del terreno che si trovano sui vegetali non lavati e che abitano l’intestino dell’animale (da dove passa poi nel sangue e viene depositata nei tessuti); se dai cibi animali la vitamina è ineliminabile, essa viene facilmente allontanata dai cibi vegetali con le comuni pratiche igieniche. In passato una alimentazione vegana sarebbe stata probabilmente adeguata anche per quanto riguarda l’introduzione di vitamina B12, non essendoci all’epoca la necessità di lavare i cibi per allontanare residui di prodotti chimici utilizzati dall’agricoltura moderna. Anche se c’è un briciolo di verità in questa preoccupazione, in realtà il rischio di sviluppare problemi di salute a causa di una carenza di vitamina B12 in una dieta vegetariana stretta condotta con buon senso è estremamente raro, inferiore a una probabilità su un milione. Puoi scegliere di mangiare un sacco di cibi animali ricchi di vitamina B12 ed evitare il rischio di uno su un milione di sviluppare una forma reversibile di anemia o, anche se meno comune, un danno al sistema nervoso. Questa decisione, però, ti mette a rischio di morire prematuramente di infarto o ictus: una possibilità su due. Oppure, di tumore della mammella: una possibilità su sette. Di tumore della prostata: una possibilità su sei. Altre possibilità sono di diventare obeso, diabetico, osteoporotico, stitico, artritico e con problemi di digestione. Non son mai stato un grande mangiatore di carne e, sono emiliano di madre siciliana cresciuto a dieta mediterranea e maiale.Non avevo mai pensato alla carne come un problema etico: “animali da macello, animali in provetta”, immaginavo una filiera di produzione di salami, prosciutti e tortellini a circuito chiuso e questo bastava a non considerare il problema. Le mie prime esperienze nel sociale mi informano e documentano di quanta violenza produce la cultura della carne, violenza sugli animali, violenza sull’ambiente, violenza sugli stessi uomini. Pochi, forse, sono a conoscenza del fatto che l’allevamento intensivo di animali è tra le attività che maggiormente hanno concorso e concorrono all’aumento della temperatura terrestre, un recente studio ha inoltre rilevato come siano responsabili dell’emissione in atmosfera di ben il 51% dei gas serra (GHG), soprattutto di anidride carbonica, metano e protossido d’azoto e quindi possano essere annoverati tra i maggiori responsabili del riscaldamento globale. Già oggi, l’aumento di temperatura sta producendo i suoi effetti sul clima come accrescimento della piovosità e scioglimento dei ghiacci da una parte, e desertificazione dall’altra. Crocchette di zucchine Ingredienti per 4 persone 500 g di zucchine 2 fette di pane a cassetta 2 cucchiai di lievito alimentare 2 cucchiai di pangrattato 4 cucchiai di fiocchi d’avena mezzo bicchiere di latte di soia noce moscata Lavare le zucchine, spuntarle e grattarle con la grattugia per verdure; immergere le fette di pane nel latte di soia, scaldare a fuoco molto basso, strizzarle e unirle alle zucchine. Aggiungere il lievito alimentare, il pangrattato, i fiocchi d’avena, una grattata di noce moscata e il sale. Mescolare bene, formare delle crocchette con le mani bagnate, compattarle bene e friggere in olio caldo. Scolare e servire ben calde. Clino Occhi www.buonenotiziebologna.it Le scelte che allungano la vita: il Vegetarianismo e il Veganesimo www.buonenotiziebologna.it 18 Strips & Trips BNB 1 Marzo 2012 "Borghezio" di Emanuela De Siati La superficialità travestita da tolleranza Stasera ho pensato che nonostante tutto il bombardamento mediatico, politico, culturale, che ricevo a pillole invisibili ogni giorno, io rimango una mente critica verso tutto e tutti, questo mi fa essere in un individuo libero. Persino Dio mi ha lasciato il libero arbitrio, che non hanno nemmeno gli angeli in cielo. E questa libertà di scelta in ogni cosa rende ognuno di noi re e regine al pari di ogni altro essere umano. Premessa fatta, farò il mio gesto banale dell’anno: parlare male di Sanremo. Cittadina sul mare, con le impronte dei nomi dei cantanti sui marciapiedi, poco italiana, francesizzata dalla vicina Costa Azzurra e dai turisti dall’età avanzata e dai conti in banca pesanti, Sanremo risulta una città banale, merlettata e sterile. Spiccano il Casinò e il teatro Ariston che s’intravedono da alcune vie con l’insegna al neon. Dicono che l’emozione sia tanta al Festival e infatti lo noto dalle stonature dei cantanti che si emozionano come se fosse la prima volta che cantano. Ma arrivo al punto. Questo Festival rinomato per essere bacchettone, fa una performance in cui ancora una volta si parla di gay. Sembra che per fare ascolti non ne possa più fare a meno, sembra che lo si faccia pure per smitizzare questo razzismo e il risultato è invece il razzismo più assoluto; il razzismo tutto tipico italiano, dove si ride, si sghignazza, si prende in giro una categoria vantandosi di cotanta superficialità che vuole passare pure per tolleranza. La performance è di Francesco Mandelli (ex chierichetto) e Fabrizio Biggio. Da tempo ormai su mtv vanno in onda i loro video dove ritraggono una coppia di omosessuali, con tutte le loro caratteristiche da gay, rese all’estremo. Certo, loro si difendono spiegando che questi sono dei cliché estremi e che bisogna prenderla con superficialità. Ma vorrei dire a questi due gai attori che sono proprio questi cliché a non rendere normale la vita di tante persone omosessuali o senza etichettarle per una volta, le chiamerei persone che sono innamorate e provano sentimenti d’amore verso una persona dello stesso sesso. Vorrei smitizzare la figura dell’omosessuale maschio che si crede una donna o di una donna omosessuale che desidera essere un maschio. Per queste idee sbagliate, molti genitori hanno cacciato dalla loro casa i loro figli, figli presi a calci e offesi nelle proprie scuole, figli che hanno preferito suicidarsi piuttosto che non essere accettati. In questa ‘divertentissima’ performance, a un certo punto la coppia gay chiede a Morandi di sposarli, e mi chiedo davvero dove sgorghi il riso, la battuta, quando l’Italia è uno dei pochi paesi a non legalizzare il matrimonio gay, uno dei pochi paesi a non rispettarli, e a ucciderli rendendoli invisibili. Durante il Fascismo in Italia, nacque la cultura del maschio come figura predominante sulle donne, condizionate al marito in tutto e per tutto e considerate inferiori e dal 1938 le leggi razziali inclusero anche le persone omosessuali. Mussolini, rispose a Hitler che in Italia “siamo tutti maschi” e non c’erano nel nostro paese persone omosessuali. In realtà le cose andarono diversamente: nel nostro amato meridione , nelle isole Tremiti e di S.Domino esistevano dei veri e propri lager, che chiamavano campi di lavoro, e dove un numero modesto di uomini perse la vita e la propria dignità, accusati proprio della colpa di un orientamento sessuale sbagliato e malato. Oggi si parla molto di ebrei, e come di dovere si è chiesto scusa per l’orrore della strage, ma in questa strage c’erano pure zingari, slavi, malati mentali e omosessuali, a cui non solo nessuno ha chiesto mai scusa, ma di cui si ride ancora, giustificando questa ironia da quattro soldi con una superficialità che dovrebbe far tollerare i gay, perché..magari ci fanno ridere. Non credo che le persone omosessuali (e mi sento in errore a chiamarli tali come se fossero così lontani, come se non stessimo parlando di noi stessi), preferirebbero far ridere per essere tollerati, vorrei per una volta che fossero loro a non tollerare un Festival immorale, di cattivo gusto, pieno, pienissimo di note stonate. Emanuela De Siati ANLADI PROGETTI 2012 SEDE c/o Studio legale Russo Valentini, Via Marconi 34 - 41122 Bologna www.annulliamoladistanza.org / [email protected] BNB Almanacco 1 Marzo 2012 19 Lucio Dalla è nato a Bologna il 4 marzo 1943. La sua carriera artistica è divisa in quattro periodi quello iniziale con un complesso “Gli idoli” tra il 1964 e il 1972, il periodo Roversi dal 1973 e il 1976, la maturità artistica dal 1977 al 1993 e la fase pop dell’ultimo periodo. Inizialmente Lucio Dalla faceva parte di gruppi musicali ma ben presto all’età di 21 anni su consiglio di Gino Paoli che l’aveva visto esibirsi al Cantagiro comincia la sua carriera di solista. Nel 1967 esordisce a Sanremo con “Bisogna saper perdere” una canzone che ottiene un buon successo ma non si classifica tra le finaliste. Quell’anno è funestato dal suicidio di Luigi Tenco con cui Dalla aveva fatto amicizia. Successivamente Lucio Dalla pubblica dei brani come “Lucio dove vai” e “Il cielo” che viene presentato anche a Canzonissima nel 1968. Nel 1969 Lucio Dalla ha un discreto successo con la canzone “Fumetto” scelta dalla RAI come sigla di un programma per ragazzi “Gli eroi di cartone”. In questo periodo Lucio Dalla collabora con Gianni Morandi di cui reinterpreta “Occhi di ragazza” e con un giovanissimo Rosalino Cellamare. Nel 1971 Lucio Dalla si ripresenta a Sanremo con una canzone che fece scalpore. La canzone viene scritta con la poetessa Paola Pallottino e si intitola “Gesù Bambino” ma il titolo viene giudicato irrispettoso e viene cambiato in “4 marzo 1943” ma non è una canzone autobiografica. Poi per l’argomento. La canzone narra le vicende di una ragazza violentata da un soldato americano. Alcune parti del brano fanno discutere come l’inseri- mento della parola puttane poi sostituita da gente del porto. La canzone nonostante gli strali della censura ottiene il terzo posto assoluto e resterà la canzone più famosa di Lucio Dalla. In quell’anno esce l’album “Storie di casa mia” contenente canzoni come “Il gigante e la bambina” scritta per Cellamare, “Itaca”, “La casa in riva al mare”. Nel 1972 Lucio Dalla torna a Sanremo con “Piazza Grande” una canzone dedicata a un senzatetto. La canzone si classifica all’ottavo posto. Nel 1973 finisce la collaborazione tra Lucio Dalla e Gianfranco Baldazzi e comincia il “periodo Roversi”. La collaborazione Dalla Roversi si interrompe nel 1976 quando Roversi rifiuta di firmare il 33 giri “Automobili”. Nel 1977 Lucio Dalla pubblica l’album “Com’è profondo il mare”. La canzone viene scritta alle Isole Tremiti e contiene una strofa “Babbo, tu eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani caccia via queste mosche che non mi fanno dormire che mi fanno arrabbiare” in ricordo di suo padre. Nel 1979 Lucio Dalla, collabora con Francesco De Gregori in “Ma come fanno i marinai” e in “Banana Republic”. Esce l’album “1983” che non ottiene il successo sperato. Nel 1986 esce l’album “Dallamericaruso” che contiene la canzone “Caruso” un brano col quale Lucio Dalla ottiene un successo strepitoso. Nel 1988 Lucio Dalla inizia una nuova collaborazione con Gianni Morandi. Dopo l’uscita dell’album “Ciao” nel 1999, nel 2001 esce l’album “Luna Matana” che contiene brani come “Siciliano” con la partecipazione di Carmen Consoli. Nel 2011 Lucio Dalla partecipa al concerto del 1 maggio e prosegue la collaborazione con Francesco De Gregori iniziata l’anno precedente. Alessandro Legnani Marco Biagi è nato a Bologna il 24 novembre 1950 ed è stato un giurista, un giuslavorista e un consulente del Governo. Ha insegnato nelle Facoltà di Giurisprudenza di Pisa, di Ferrara, di Modena e della Calabria. Ha svolto diversi incarichi come esperto di Diritto del Lavoro come consigliere presso i Ministeri del Lavoro del Governo italiano. Dopo la laurea Marco Biagi vince una borsa di studio e di perfezionamento in Diritto del Lavoro presso il collegio medico giuridico di Pisa diretto dal professor Luigi Montuschi attuale docente di Diritto del Lavoro presso l’Università di Bologna. Dal 1974 insegna presso le Università di Modena e Ferrara ed è professore incaricato presso l’Università della Calabria. In questo periodo Marco Biagi pubblica due volumi, “La dimensione dell’impresa nel diritto del lavoro” e “Cooperative e rapporti di lavoro”. Nel 1984 dopo aver vinto un concorso Marco Biagi diventa professore straordinario di Diritto del Lavoro e di Diritto Sindacale Comparato del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Modena. Dal 1987 al 2002 Marco Biagi è professore ordinario della Facoltà di Economia dell’Università di Modena. La comparazione e l’arric- chimento delle sue opere con cultori di esperienze diverse caratterizzano l’opera di Marco Biagi. Dal 1988 al 2000 Marco Biagi è direttore del Sinnea International, l’istituto di ricerca e di formazione della Lega delle Cooperative. Nel 1993 Marco Biagi diventa membro della Commissione ministeriale per la riforma dell’orario di lavoro. In questo periodo Marco Biagi si occupa di tematiche di lavoro scrivendo per “Il Resto del Carlino”, “La Nazione”, “Il Giorno” e “Italia Oggi”. Il 19 marzo 2002 verso le 8 di sera Marco Biagi scende dal treno che da Modena lo riporta a Bologna. Prende la bicicletta è morto all'età di 51 anni, mentre si dirigeva alla sua abitazione. La sua riforma sull’occupazione sarà approvata solo dopo la sua morte. La Legge Biagi ha toccato diversi punti tra cui la flessibilità dell’orario di lavoro e l’introduzione dei contratti di lavoro a progetto. Le aziende che hanno introdotto la Legge Biagi hanno usufruito di vantaggi contributivi e fiscali. “Il Resto del Carlino” ha istituito il Premio Marco Biagi a favore delle aziende e delle associazioni giudicate meritevoli per il loro operato. Per volere della moglie Mimma Orlandi pochi mesi dopo la morte di Marco Biagi nel dicembre 2002 è stata istituita la Fondazione Universitaria Marco Biagi. La mission della Fondazione è quella di onorare la memoria del professore portando avanti i suoi progetti innovativi e consolidamento dei rapporti tra Università e il mondo del lavoro. Fondazione Marco Biagi ha sede in Viale Storchi 2 a Modena. Si può telefonare al numero 059.2056031 [email protected] A.L www.buonenotiziebologna.it “Parlava un'altra lingua MARCO BIAGI però sapeva amare...” 20 Cultura & Eventi BNB VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS STAMPA DIGITALE [email protected] 1 Marzo 2012 BUFFALO BILL E IL SUO CIRCO A BOLOGNA www.buonenotiziebologna.it Il fascino del selvaggio west. La cultura americana in europa tra 800 e 900 È stato giustamente detto che l’America ci ha colonizzato l’inconscio, nel senso che dalla fine dell’800 ha iniziato a inondare il mondo con una serie di contenuti, simboli, immagini appartenenti soprattutto alla cultura popolare, con i quali si è impossessata dell’immaginario collettivo ed ha fortemente condizionato nel bene, ma anche nel male, le nostre vite. Questa invasione, pacifica ma inesorabile, ha origini lontane ed è strettamente legata alla creazione e diffusione dell’ epopea del selvaggio West (il territorio ad ovest degli Stati Uniti, la frontiera da conquistare, strappata con la forza ai nativi). Negli Stati Uniti, mentre viene completata la conquista politica e militare dell’ attuale territorio, giornalisti e scrittori diffondono storie intrise di leggenda e fantasia, utili a creare una mitologia ad uso e consumo degli americani, che contribuisce alla costruzione di una identità nazionale, in un Paese giovane e multietnico e quindi sprovvisto di modelli culturali autonomi. Quando questa letteratura popolare varca i confini, inizia il processo di “occupazione culturale” che nel 900 si diffonderà a macchia d’olio nel mondo intero. Intendiamoci: chi scrive ama molti aspetti della cultura americana, quali il cinema e la musica, ma come tanti avrebbe fatto volentieri a meno della tv spazzatura, del consumismo sfrenato, del culto della celebrità e altro. Gli americani nell’800 sentono l’esigenza di rendere leggendarie le storie legate a indiani, cercatori d’oro, banditi, coloni indifesi, cacciatori di bisonti, indomiti sceriffi. Con queste creano una letteratura popolare eroica che veicola le idee di progresso, di speranza in una vita migliore, di sogno americano, di uomo che si fa da sé. Tutti elementi che fanno da collante alla nascente società americana e che offrono una direzione allo stile di vita dell’americano medio. L’epopea western è particolarmente accattivante perché esalta lo spirito d’avventura, si svolge in spazi liberi e incontaminati, vede per protagonisti eroi forti e coraggiosi. È espressione del puritanesimo di UFFIZI DA TOCCARE Percorso tattile in autonomia per ipovedenti e non vedenti Nella “Giornata internazionale del Braille”, all’interno della Galleria degli Uffizi nasce il percorso tattile in autonomia per ipovedenti e non vedenti. Denominato “Uffizi da toccare” e avviato nel 2009 nella Soprintendenza fiorentina su iniziativa della Sezione Didattica e della Direzione Galleria degli Uffizi con il Dipartimento di Antichità Classica del Museo, l’ambizioso progetto si evolve rivolgendosi ai visitatori disabili visivi e proponendo alla fruizione il percorso tattile che coinvolge alcune delle opere di statuaria classica presenti in Galleria. Pensare un percorso tattile in Galleria ha indubbia rilevanza anche per il fatto che per secoli gli Uffizi sono stati noti in Europa come la “Galleria delle statue”. L’accesso libero per visitatori portatori di disabilità visiva prenderà il via domani quando i visitatori potranno accedere al percorso museale, senza bisogno di prenotazione. Si tratta di un percorso tattile per il quale il responsabile del Dipartimento di Antichità Classica del primo museo d’Italia hanno selezionato 16 sculture antiche esposte in vari ambienti della Galleria, scegliendole in base alla loro rilevanza storico-artistica. A queste si aggiunge un diciassettesimo elemento da “toccare”, ovvero la replica, in scala, de La nascita di Venere di Sandro Botticelli che rappresenta anche la “traduzione” in 3D di un’opera pittorica, quindi bidimensionale per sua natura, presentata lo scorso 5 ottobre. Pur con le necessarie precauzioni, tutte le opere comprese nel percorso tattile potranno essere toccate e capite dai visitatori ipo- vedenti e non vedenti che ne faranno richiesta. «Firenze sa accogliere nel mondo dell’arte anche chi non vede - commenta Antonio Quatraro, presidente provinciale Unione italiana ciechi -. Per noi il metodo Braille significa poter toccare’ i pensieri racchiusi dentro le parole. Significa libertà di leggere in qualsiasi momento del giorno e della notte, di leggere senza intermediari, in silenzio, come fanno i vedenti. Ecco, poter legare il Braille all’arte, al sentimento del bello, per noi è motivo di grande gioia». Ai disabili visivi che si presenteranno alla biglietteria degli Uffizi (con apposita documentazione che dà diritto alla gratuità dell’ingresso), sarà consegnato un paio di guanti monouso in latex. Ad assistere i visitatori portatori di handicap sarà lo stesso personale di custodia della Galleria, appositamente formato nell’ottica di un essenziale processo di adeguamento del Museo a standard più elevati di accoglienza e ponendosi come obiettivo l’opportunità di elevare la qualità di fruizione per questa tipologia di utenza. O.L. stampo anglosassone che esalta la lotta del Bene contro il Male. Parla insomma un linguaggio universale e quindi arriva a tutti. La diffusione del modello culturale americano, attraverso la narrazione mitica del West, inizia già dal 1883 con lo spettacolo che Buffalo Bill portò in giro nel mondo. Si chiamava: Il Selvaggio West ed il Convegno dei Cavalieri più duri al mondo. Era un circo ambientato nel West, che rappresentava episodi storici della vita di frontiera (incluse le battaglie contro gli indiani) e mostrava all’opera cow-boy e indiani in esibizioni di tiro al bersaglio, cavalcate frenetiche, cattura di bisonti e cavalli selvaggi col lazo. Lo spettacolo fu replicato per più di vent’anni in Europa e Stati Uniti e fu ammirato dal Papa e della Regina Vittoria. E arrivò a Bologna per ben due volte. La prima fu nel 1890, con un treno speciale di 18 carrozze, contenente 500 persone, carri e diligenze smontate, capanne indiane, cavalli e bisonti e la strumentazione necessaria alla costruzione dell’arena per lo spettacolo. Gli spettacoli ebbero luogo all’ippodromo Zappòli (sorto nel 1888, nella zona periferica di via Emilia Ponente e demolito nel 1928 per dar spazio ad abitazioni) per 8 giorni. Bologna fu invasa da manifesti e volantini, ma il colpo di scena si ebbe con le sfilate per le vie cittadine di indiani a cavallo, fieri nei costumi tradizionali, armati di coltelli e asce, che invogliarono i cittadini ad accorrere agli spettacoli ed occupare le gradinate fino all’ultimo posto. Il biglietto costava 5 lire, tantissime per l’epoca e l’incasso del primo giorno fu di ben 18 mila lire. Durante lo spettacolo, era possibile mangiare per la prima volta, i pop corn provenienti direttamente dagli USA. Il circo fece ritorno nel 1906 con quattro treni speciali contenenti centinaia di uomini e animali. Un’efficientissima organizzazione montò l’impianto in poco tempo ai Prati di Caprara (all’epoca vasta area riservata ad esercitazioni militari e corse di cavalli). Molto apprezzate le simulazioni di sparatorie e di assalti a carovane e diligenza da parte degli indiani. Alla sua partenza il circo lasciò un dolce ricordo, lanciò la moda dell’abbigliamento alla Buffalo Bill e suggerì la creazione della Crema cordial col nome del nostro eroe. Il giornalista Enrico Franceschini, fa notare come l’anno di morte di Buffalo Bill con conseguente consacrazione a mito imperituro, il 1917, veda anche la nascita del comunismo russo, che per decenni sarà antagonista degli Stati Uniti. E ironicamente scrive: “Ma la Russia comunista non ebbe mai un Buffalo Bill che s’impenna sul cavallo bianco, agita il cappello e salva la fanciulla del saloon dai feroci Sioux che inseguono la diligenza. Chi lo vide a Bologna nel 1906 sapeva già come sarebbe finita, molti anni dopo, la guerra fredda.” Insomma, dobbiamo rassegnarci: moriremo americanizzati tra montagne di pop corn e film western! Ugo De Santis CENTRO EUROPA UNO Se volete rimodernare un abito, fare diventare un pantalone a sigaretta, togliere le maniche ad una camicetta, questo è il corso per voi. Vi insegneremo anche cose più semplici come cambiare una lampo, attaccare bene i bottoni, fare qualche rammendo e tutto quello che vi può servire. Dal 7 MARZO 2012 tutti i mercoledì dalle 20.30 alle 22.30 Inoltre, con ago, uncinetto e ferri insegneremo ad eseguire un guardaroba completo per la tua bambola e per ogni bambina accessori quali collane, braccialetti, borsette e cerchietti. Dedicato alle bambine dai 6- 12 anni. Dal 3 MARZO 2012 tutti i sabati dalle 9.30 alle 12. Iscrizioni e Tesseramento Centro Europa Uno tel 051.6257007 dal lun. al ven. 9-12.30 [email protected] Oppure contattando Cristina Cell. 339.3238824 Tiziana Cell. 338.1431368 Anzola e la biblioteca Martedì 13 marzo ore 20 Presentazione del nuovo e innovativo servizio Medialibrary Online promosso nelle biblioteche dalla Provincia di Bologna e vedrà svolgersi un dibattito dal tema: Quale biblioteca per il futuro ad Anzola? Parteciperanno Dede Auregli (Responsabile Servizio Cultura e Pari Opportunità Provincia di Bologna) con l’intervento dal titolo “Ruolo della provincia nel processo di alfabetizzazione digitale”; ci sarà Giulio Blasi (Horizon Unlimited con Medialibraryonline) che parlerà del tema: “Nuovi alfabeti - illustrazione del servizio di medialibraryonline”; Antonella Agnoli (Consiglio di amministrazione Istituzione Biblioteca Comune di Bologna) che interviene su “La biblioteca come centro di riflessione e di condivisione di saperi “e Loris Ropa (Sindaco di Anzola dell’Emilia), che parlerà de “L’impegno dell’ Amministrazione Comunale a sostegno della biblioteca e della cultura” ATTIVITÀ EDITORIALE Realizzazione e gestione di strumenti editoriali sia cartacei che on-line. 1 Marzo 2012 Vado e ci Provo? Da un racconto inventato, la situazione di molti aspiranti attori Un bel giorno Pietro un baldanzoso giovanotto della provincia emiliana, uscito da un illustrissimo Istituto Superiore della proprio provincia, non sa che pesci prendere. Da una parte ha una strada bella spianata,scrivania, posto assicurato, una futura casa, una famiglia futura; dall’altra un destino incerto, con mille domande e poche risposte. Spinto da una voglia matta di fare teatro, decide, di iscriversi all’università di Bagnolo. Vedendo i trentasei denti sorridenti e splendidi dei propri genitori, comunica loro che si iscriverà al Das Tartaro di Bagnolo. I genitori si rabbugliano, pensando che il proprio figlio sia sotto l’effetto di qualche droga pesante. Spiega ai suoi che il Das è la giusta direzione, che vuole fare proprio quello e che al di fuori della decisione dei genitori, lui ha già fatto la sua scelta. I genitori, sbigottiti e impauriti, ma vedendo la luce negli occhi del proprio figlio, acconsentono la scelta del giovanotto Pietro. Dopo poche settimane, Pietro insieme al padre Fulgenzio, sono in viaggio per Bagnolo, devono cercare casa e iscriversi alla fiaccola di lerette e solofia, indirizzo Das Tartaro. Trovata casa, non ci mette molto ad ambientarsi anche se tutto a Bagnolo gli sembra nuovo, un altro mondo, pieno di giovani sognatori come lui. Stringe amicizie come non mai; però l’università non inizia nel migliore dei modi. Troppa teoria divide lui dal suo sogno coltivato. Dopo due anni, decide di lasciare l’università ma non abbandona il suo piccolo orticello; infatti frequenta molti lab di recitazione per vedere se quella è realmente la sua strada. Si imbatte in insegnanti di dizione, di recitazione e molti altri sapientoni dell’ambiente. Dopo questi laboratorio per due anni si divide in innumerevoli viaggi su e giù per lo stivale in scuole di tartaro a Maro, Novagè, Nolami. Purtroppo la giuria fanfarona non gli risparmia mai un giudizio negativo, anzi. Allora, il povero Pietro a Bagnolo, decide di rituffarsi in altri laboratori, questa volta informandosi meglio su chi organizza i laboratori, evitando di perdere tempo e di regalare soldi a persone che non lo meritano. I laboratori si rivelano molto formativi, tant’è che ha in mano molti attestati di frequenza e conosce molti giovani baldanzosi che hanno gli stessi suoi sogni. Parla, si confronta con loro, a anche un serio ma breve tentativo di fondare una compagnia di tartaro. Ma come molti fanfaroni del Das Tartaro, dopo un po’ mollano, preferendo la via del finto intellettuale. Pietro inesorabile procede; legge testi di drammaturghi antichi, che sono il fondamento del tartaro. Sogna un giorno di diventare come loro, ma sa di certo che non potrà mai esserlo se non si impegna. Riflette sul fatto che una base teorica gli serve, quindi ritorna a scriversi al Das tartaro e riprende, in maniera più seria, lo studio delle varie discipline. Dopo 4 anni si laurea. Dopo un breve ritorno estivo a casa, decide di ristudiare per entrare in una di quelle scuole di tartaro che qualche anno prima lo avevano escluso. Pietro passa tutta l’estate a studiare, per tre mesi. Rimane in casa e studia molto. Poi arriva il momento dei lunghi viaggi a Maro, Novagè, Nolami. Ma in nessuna di queste scuole riesce ad entrare. Disperato e senza alcuna speranza, ritorna a Bagnolo, convinto che quei 4 anni non gli FUTURE FILM FESTIVAL 2012 That’s the end of the world as we know it - La fine del mondo (and I feel fine) Sarà dedicata alla “Fine del mondo” la XIV edizione del Festival internazionale di cinema, animazione e nuove tecnologie in programma a Bologna. Nell’anno della prevista fine del nostro pianeta, il Festival riproporrà alcuni dei principali film sulle catastrofi mostrate al cinema, tra cui Twister, Airport e il pluripremiato Titanic. Contemporaneamente, però, il Future Film Festival proverà anche a preservare il pianeta Terra, puntando gli occhi sull’ecologia: la possibilità di un “Cinema Green” sarà infatti l’altro tema della rassegna, che proporrà diversi modi per realizzare un cinema ad impatto zero. L’inaugurazione quest’anno sarà affidata al guru dell’avanguardia musicale contemporanea Bill Laswell, il bassista, compositore e produttore newyorkese che da anni spazia tra jazz, rock, heavy metal. L’artista accompagnerà Cinema & Teatro con le sue musiche un inedito ed esclusivo montaggio di spettacolari immagini, a cura di Cristiano Travaglioli, tratte dai film storici sulle catastrofi cinematografiche. l Periodo di svolgimento del Festival sarà dal 27/03/2012 al 01/04/2012. Tutte le informazioni su orari e programma sono presenti sul sito. L’inaugurazione sarà affidata al concerto/performance di Bill Laswell e Cristiano Travaglioli. Il Festival prenderà ufficialmente l’avvio il 27 marzo al Teatro Manzoni con l’ inedito montaggio di spettacolari immagini, tratte dai film storici sulle catastrofi cinematografiche, e firmato da Cristiano Travaglioli, il pluripremiato montatore dei film di Paolo Sorrentino (This Must Be The Place, Il Divo). Se la “fine del mondo” sarà il tema cardine dell’edizione di questa edizione, il Future Film Festival quest’anno si occuperà tuttavia anche di un altro tema di stretta attualità: “Green”, inte- so come ecologia, ambiente, e quindi cinema ad impatto zero e a km zero. Un convegno affronterà il tema del green tra cinema e buone pratiche per il futuro, passando in rassegna le esperienze realizzate da architetti, designer, sceneggiatori e ingegneri, da Andrea Satta, il cantante dei Têtes des Bois a Francesco Cucari, il giovanissimo creatore della App per la raccolta differenziata, fino a Nicola Lusuardi (sceneggiatore e coordinatore nazionale dell’Associazione 100 Autori. Anche i bambini saranno coinvolti in questo progetto di attenzione verso l’ecologia. La rassegna di cinema e laboratori per i più piccoli - Future Film Kids - organizza un’area green dove giocare con il cinema e con il riciclo. I laboratori per bambini, all’interno della programmazione di Future Film Kids, saranno quest’anno dedicati alla produzione di un piccolo film mediante l’utilizzo materiali di recupero quali alluminio, carta, legno, ecc. Il tradizionale concorso sarà come sempre diviso in due sezioni: Future Film Short, riservato ai cortometraggi provenienti da tutto il mondo, per l’assegnazione del Premio del Pubblico e del Premio della Giuria-Provincia di Bologna; e il Platinum Grand Prize per i lungometraggi in concorso, a cui si affiancano le sezioni le anteprime fuori concorso 21 sono bastati affatto. Ha un timido tentativo nell’iscriversi alla supermega-specialistica che viene poi smorzato dall’avvertimento del suo professore-correlatore di tesi, che gli dice di non iscriversi perché per quello che vuole fare lui, l’università di Bagnolo non gli serve a nulla. Prova a guardarsi intorno, a chiedere spazi per provare ciò che per anni ha studiato, sia dentro l’università del Das tartaro e sia nei vari laboratori. Trova molte persone avide di denaro che per l’affitto dello spazio gli chiedono cifre esorbitanti. Vedendo che con i molti piccoli lavoretti che fa non riesce a trovare uno spazio per provare, abbandona temporaneamente la propria scelta. Nota però che altre persone ci sono riuscite ad avere uno spazio, chiede a loro d’aiutarlo e gli danno dei consigli, altri, invece, evitano di darglieli perché impauriti dal nuovo che avanza. Da questi consigli, il povero Pietro, ne trae maggiore forza; inizia a spedire bandi per cui mandare la propria candidatura, le proprie idee, le proprie sculture. Attende per un breve periodo ma non viene tenuto in considerazione da nessuno. Pietro non si perde di animo e cerca in tutti i modi di lavorare bene ma i suoi sforzi sono vani, non viene mai preso in considerazione da nessuno. Decide di frequentare un atelier di tartarologi dassiani. Questi tartaroli sono abbastanza mistici e fannulloni. Pietro stufo di questa situazione un giorno si alza e davanti a tutti urla: ”Voi siete dei terribili stronzi, che non fate altro che blaterare a destra e a manca senza proporre mai nulla di concreto, vergognatevi!”. Se ne va sbattendo la porta, gli altri si guardano attoniti e dopo mezzo secondo ricominciano a ciarlare. Quella sera Pietro vaga per tutta la notte indisturbato nella città di Bagnolo, venendo catturato dai lunghissimi e meravigliosi portici di un colore marrone, che ricorda la vicina Verenzia. Vorrebbe ritornare indietro ma non può farlo, ormai deve guardare avanti. Passeggia guardando le orri degli inelli dove un tempo l’eccelso Ammelo male ha recitato Ante Alghieri, Eolos de Berardos ha fondato una sua compagnia di tartaro di cerca. Arriva in un rudimentale e lascivo centro sociale dove qualche anno prima, la famosa compagnia Lello Sanzio, ha mosso i primi passi. Immagina quei tempi nella sua mente, nei libri che ha letto. Vorrebbe cancellare tutto quel marciume e quel fricchettonaggio che c’è intorno, ma non può. Purtroppo quelle persone hanno qualcosa che lui non ha: le conoscenze, gli spazi, i soldi. Che cosa può fare il baldanzoso Pietro per non perdere tempo? La risposta la lascio a voi lettori bolognesi e non per farvi capire meglio come un ragazzo, non tanto più baldanzoso, può fare in una città come Bologna dove se veramente le strutture che ci sono per chi ha seriamente voglia di fare cultura,teatro,arte ecc.. non si deve lasciarsi andare ma provarci in continuazione. e le “Follie di Mezzanotte”. Dopo India, Canada e Cina, nel 2012 il Festival ha scelto di legarsi al Brasile per creare sinergie produttive e occasioni di scambio tra le case di produzione cinematografiche della Regione EmiliaRomagna e quelle brasiliane. L’iniziativa si colloca nell’ambito delle attività che la Regione Emilia-Romagna, insieme al Governo italiano e alle altre Regioni, sta intraprendendo in occasione dell’Anno dell’Italia in Brasile. Sarà organizzato un workshop con le case di produzione del Brasile e gli studi professionali presenti, diviso in due sessioni: - illustrazione del mercato cinematografico brasiliano e possibilità di co-produzioni con il Brasile - parte tecnica di tutorials per la Motion Graphics Gli ospiti brasiliani inoltre saranno portati in visita alle case di produzione della Regione EmiliaRomagna. www.futurefilmfestival.org Sono stati appena presentati i corsi di laurea dell’Alma Mater, della città di Bologna, con le sue istituzioni e i suoi servizi agli studenti che vi abitano o che verranno ad abitarla per frequentare l’università. Grazie alla collaborazione di Bologna Fiere, l’Arena del Sole è stata presente alla manifestazione con uno stand in cui le future matricole sono state informate sulle attività del Teatro Stabile di Bologna. Attraverso la proiezione di video informativi sulla stagione 20112012 e una connessione internet per mostrare le numerose attività sul web, sono state fornite informazioni sulle varie proposte e promozioni dell’Arena del Sole: spettacoli, laboratori, visite guidate, incontri con gli artisti. In particolare, le riduzioni esclu- sive per i giovani Under 29 e il GiovedìGiovani per gli Under 25 (ingresso a teatro il giovedì a soli € 5) che da tempo l’Arena del Sole propone e applica, oltre alla speciale convenzione con il Dipartimento Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna, con speciali riduzioni per gli studenti Dams. Per l’occasione, sempre in accordo con gli enti promotori di Univercity, l’Arena del Sole ha ideato Matricola Unibo, uno speciale abbonamento riservato alle Matricole dell’anno accademico 2012-2013, che propone un carnet di 4 spettacoli a scelta su tutto il programma dell’Arena del Sole al prezzo scontatissimo di soli € 44 (dietro presentazione dell’iscrizione all’Università di Bologna - Alma Mater Studiorum per l’A.A. 2012-13). F.B.I. L’Arena del Sole a Univercity C.G. www.buonenotiziebologna.it BNB www.virtualcoop.net 22 Sport il pericolo è il loro mestiere www.buonenotiziebologna.it VIRTUAL COOP Cooperativa Sociale ONLUS 1 Marzo 2012 donne al volante Intervista a Yasmine e Vellutini. Yasmine a quanti anni hai iniziato ad occuparti di rally e da che cosa è nata questa passione? Ad occuparmi di Rally ho cominciato nel 2007. È una passione che ho sempre avuto fin da piccola in quanto dove vivo, c’era uno dei Rally più importanti dell’ Emilia, se non di Italia. Il Rally dell’Appennino Reggiano, tutt’ora esistente anche se ha perso i fasti di un tempo, quando ancora si svolgeva in not- BNB SITI WEB turna, e con gli amici era motivo di organizzare veri e propri campeggi a bordo strada, con tanto di grigliata, trasformando così un evento rallistico in una grande festa. Come si allena un rallista, sia come pilota sia come navigatore e per essere al top quali sacrifici bisogna fare? Non esiste un vero e proprio allenamento. Se non nei giorni che anticipano una gara rallistica. Vengono istituite dagli organizzatori delle ricognizioni sui tratti di strada che verranno interessate dalla gara. Queste ricognizioni autorizzate consistono in vari passaggi dell’equipaggio in gara con macchina non ufficiale chiamata muletto. In questi passaggi viene segnato il percorso su un quaderno. Questi appunti si chiamano NOTE e sono quelle che il navigatore detterà in gara al pilota. Hai mai pensato “ma chi me l’ha fatto fare”? Sempre. Nonostante ci si lascia trasportare dall’euforia e la passione per la velocità non c’è volta che di fronte al semaforo nei 10 secondi che precedono lo start il navigatore non pensi “ MA CHI ME LO HA FATTO FARE”. Ma una volta partiti ci si dimentica di tutto. Ed è positivo pensarci, perché ti rende consapevole del fatto che non stai giocando, e nulla deve essere preso con superficialità. Il Rally è uno sport pericoloso. E questo è un dato di fatto che non va sottovalutato. Cosa vuol dire essere donna nel mondo dei rally? C’è molta diffidenza dalla parte maschile? La maggior parte dei piloti ricercano navigatori donne perché dicono, siano più precise. Con un ottimo senso dell’organizzazione. Quindi non è cosa inusuale la presenza di donne nel mondo Rallistico. Tant’è vero che il pilota Paolo Andreucci, sei volte campione d’ Italia, come copilota ha una donna, Anna Andreussi. Quindi nessuna competizione uomo-donna o inferiorità dei sessi. Anzi, delle due, forse siamo temute!! Come riesci a conciliare la tua vita privata, il tuo lavoro e i vari hobby e se sei fidanzata cosa ne pensa il tuo ragazzo dei rally? Facendo veri e propri salti mortali. Non è facile far conciliare uno sport così impegnativo che ti porta ad essere lontano da casa per giorni, per chi è donna e madre come me. Se non ci fossero i miei genitori che in mia assenza accudiscono mia figlia di 8 anni, tutto questo sarebbe irrealizzabile. E quando non si corre ci si dedica alla casa, alla famiglia e al lavoro. Ultimamente sono molto impegnata, in quanto, insieme ad alcune persone stiamo lavorando all’organizzazione del primo Rally dei Colli Bolognesi che si terrà in quella che sarà la “Giornata Nazionale Trapianti”, il 26-27 Maggio. Per quanto riguarda la vita privata ...beh, il problema fidanzato si risolve trovandone uno che ha le tue stesse passioni, condividendo magari anche lo stesso abitacolo!. Situazione ormai consolidata nel tempo in questo settore. Luca Cavrini Il basket acrobatico Gli Harlem Globetrotters sono nati intorno all’anno 1925 quando la società americana considerava una colpa l’essere nato nero o semplicemente diverso; e grazie agli Harlem si è potuto cambiare una parte di usi societari. Il problema degli spettacoli del tempo era quello di intrattenere le persone durante le pause: gli alti costi dei musicisti portò un ebreo di nome “Abe Saperstein” ad avere una idea che rimarrà storica negli anni e cioè quella di far montare due canestri ed organizzare una sfida tra cinque giganti di colore e cinque spettatori del pubblico per una scommessa economica. Harlem è il nome di un quartiere di New York in cui la maggior parte delle persone sono afro-americane e il nome “Harlem Globetrotters” è stato dato proprio per enfatizzare questa appartenenza e anche come forma di protesta verso quelle persone che ostacolavano la partecipazione ai campionati sportivi delle persone di colore. Grazie al loro gioco estremo fatto di palleggi acrobatici, schiacciate spettacolari, numeri da lasciare gli spettatori a bocca aperta, questa squadra vinse nel 1930 il campionato NBA contro i Los Angeles che ai tempi giocava a Minneapolis e non come attualmente a Los Angeles. Ma Abe Saperstein, il fondatore di questa squadra, si accorse ben presto che la gente era attratta più dalla parte spettacolare, dal gioco e dal divertimento che questo gruppo di giocatori riusciva a creare e decise così di creare un vero e proprio tour. Nel tempo hanno vestito questa maglia giocatori del calibro di Wilt Chamberlain, Earvin Magic Johnson … ma lo spirito della squadra non è solo quello di offrire solo uno spettacolo all’interno del parquet ma di stare accanto alle persone di più deboli e alle persone che soffrono. Quando nel 2007 la squadra venne a giocare a Torino i giocatori hanno visitato i bambini della Fondazione Ospedale Infantile Regina Margherita ed è anche per questo motivo che sono stati nominati dall’Unesco “Ambasciatori della fratellanza tra i popoli”. A Bologna si sono già presentati nel 2005 con uno spettacolo all’interno del Paladozza di Bologna anticipando però con uno spettacolo completamente gratuito tenutosi all’interno dei giardini margherita, riuscendo a regalare sorrisi, gioia e tanto spettacolo. A Bologna, il 23 aprile 2012 alle ore 20.30, al Paladozza di Piazza Azzarita I.E. ASSITENZA CENTRO RIPARAZIONI TUTTE LE MARCHE Bologna, Via Massarenti, 223/3-E/3-F Tel. 051.6014850 BNB 1 Marzo 2012 doppio Rebus Sudoku avanzato 4 9 2 5 3 1 3 5 7 2 8 3 7 9 4 1 7 6 9 3 4 3 4 1 2 9 8 1 6 6 9 2 5 3 8 9 3 2 5 3 9 7 1 4 2 3 6 5 AR CHE REBUS (4.6.) 1 9 1 8 2 5 3 7 2 6 9 8 2 2 6 Risolvi i due facilissimi rebus, mandaci le soluzioni in redazione e noi ti regaliamo un abbonamento a BNB, il nostro giornale per tutto il 2012. Puoi usare il fax: 051.530761, oppure l’e-mail: [email protected] Infine, se ami la lettura, riceverai per posta elettronica in omaggio l’ebook del romanzo “Le ruspe del Parma”. Buon divertimento!!! S 9 7 4 7 4 1 5 4 8 8 3 3 9 4 8 2 5 6 8 7 6 7 2 8 4 2 7 9 1 1 4 3 1 9 3 5 6 3 2 1 23 Lo Sfizio 4 7 8 5 F N REBUS (5.10.) La Dama per tutti! Le prime son buone! Oggi tratteremo la 2° e la 3° posizione della dama. In entrambi i casi si vince con o senza mossa a favore. Nella 2° posizione (diagr. 1) il N. per non perdere un pezzo è costretto a ripetere sempre le mosse 28-32 e 32-28 dando agio al B. Con o senza mossa in favore di vincere. Tratto al B. :7-11, 28-32, 11-15, 32-28, 15-19, 28-32, 19-23, 24-28, 27-31 b.v. Ecco un finale che dà origine alla seconda posizione(diagr. 2). Il B.vince elegantemente con: 28-23, x, 13-18, x b.v. La 3° posizione è costituita da due dame bianche in 18 e 29 e di due dame nere,e le nere in21 e 32. Il B. vince sempre anche senza il favore della mossa(diagr. 3). Tratto al B. (che ha la mossa). 29-26, 28-23, 26-22 etc. b.v. tratto al N.: bianco vince col cambio 18-21,x, b.v. Ecco poi nel diagr. 4 un istruttivo finale che forza una posizione analoga alla 3 °posizione. Tratto al B.: 11-14, 25-21, 29-25 a) 21-17, 14-10, 9-13, 25-29, 13-18, 10-14, 18-22, 14-18, 22-27, 18-21 b.v. a) con 14-10 si vince agevolmente facendo rientrato il finale nella 1° posizione già trattata in più occasioni. Concludiamo con due problemi il 1° in 4 mosse ed il 2° in 5. Per i più attenti notiamo la simmetrica posizione in asse verticale e costituisce perfettamente la lettera “ M”. Arrivederci a aprile! di Federico Piras Buone Notizie Bologna mensile. N. 26 distribuito il 1 marzo 2012 Registrazione c/o Tribunale di Bologna n. 8003 del 01/10/2009 Indovina chi sono i tre personaggi delle foto, le prime lettere dei loro cognomi (da 2 a 5) compongono una frase di due parole (5. 6.). In palio anche questo mese 5 abbonamenti al giornale di 1 anno del valore di 10 euro cdu. In omaggio l’e-book del romanzo “Le ruspe del Parma”. Proprietà: Virtual Coop Cooperativa Sociale ONLUS Viale Lenin, 55 - 40138 Bologna Tel. 051.533106 - Fax: 051.530761 www.virtualcoop.net Redazione c/o Virtual Coop Direttore Responsabile: Maurizio Cocchi Redattore Capo: Marco Negri Ufficio Stampa: Giuseppina Carella www.buonenotiziebologna.it [email protected] [email protected] [email protected] Grafico Virtual Coop: Gaetano Pancetti Le soluzioni dei giochi le trovi sul sito: www.buonenotiziebologna.it Stampa: Galeati Industrie Grafiche s.r.l. Via Selice, 187/189 - 40026 Imola (Bo) www.galeati.it www.buonenotiziebologna.it ... tutta la telefonia La ricetta del mese TAGLIATELLE DELLE DONNE Ingredienti (per 6 persone) ■ 500 gr. di tagliatelle ■ 2 bustine di zafferano ■ 350 gr. di ricotta ■ 200 gr. di noci tritate ■ 70 gr. Di grana padano grattuggiato ■ 5 cucchiai d'olio extravergine d'oliva ■ sale e pepe q.b Preparazione Mettete in una padella l’olio e non appena è caldo, aggiungete le noci e fatele insaporire per qualche minuto a fuoco vivace mescolandole sempre con il cucchiaio di legno. Abbassate poi la fiamma, aggiungete la ricotta, lo zafferano sciolto in qualche cucchiaio di acqua calda e mescolate con cura in modo che si ammorbidisca bene senza mai raggiungere l’ebollizione. Dopo circa due minuti togliete la padella dal fuoco. Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione. Quando sono bene al dente, scolatele e conditele con la salsa alla ricotta, con il grana padano e con qualche cucchiaiata di acqua di cottura della pasta. Servite subito. Oroscopo di Marzo Le previsioni del Mago di Durbio ARIETE Cogliete le nuove prospettive che vi si presenteranno abbondanti in questo mese di marzo. Non siate più apprensivi del dovuto e valutate con calma ogni situazione. TORO Questo marzo 2012 è un mese decisamente lento, sappiate tenerne conto per poter fare con ponderazione tutte le scelte importanti che potrebbero cambiare in meglio il corso dei prossimi mesi. GEMELLI questo mese i nati sotto il segno dei Gemelli devono prepararsi ad un’ inaspettata situazione nei rapporti amorosi: il partner avrà bisogno di aiuto e di discorsi appropriati. CANCRO www.buonenotiziebologna.it State attraversando un periodo che finora non è stato a voi favorevole, per la fretta con cui vi siete cimentati in situazioni spesso non alla vostra portata, cercate di non ripetere gli stessi errori fatti in passato. LEONE In questo marzo dovrete imparare ad essere più riflessivi: ogni titubanza in situazioni dove è richiesta una scelta rapida potrebbe costarvi più di quanto pensiate. VERGINE Dovrete saper approfittare di un periodo in cui la fortuna vi sta venendo incontro: non lasciatevi coinvolgere in problemi che non vi competono e abbiate cura di voi stessi. BILANCIA Importanti cambiamenti in atto per quando concerne il vostro lavoro che potrebbe avere risvolti decisamente positivi: non per questo dovrete dare meno conto chi vi sta vicino e lo è sempre stato anche in periodi difficili. SCORPIONE Avrete la tendenza ad essere un pò più egoisti del dovuto: cercate di contrastare questa vostra tendenza in vista di relazioni che potrebbero essere importanti. SAGITTARIO Dovrete prestare più attenzione del solito a chi vi sta attorno che potrebbe spesso non comportarsi con la correttezza che vi aspettate. CAPRICORNO Continua un periodo che è decisamente a vostro favore: dovrete cercare di non mostrare troppo entusiasmo e limitare il vostro egocentrismo che si va pronunciando un pò troppo. ACQUARIO Fate attenzione alle scelte che avete fatto in periodi recenti e valutate in questo mese se sia veramente il caso di tornare sopra a quanto avete fermamente deciso in passato per cambiare qualcosa della vostra impostazione di vita. PESCI Vi Aspetta un periodo tranquillo, spesso asettico e privo di forti emozioni: cercate di non lasciarvi andare ad ozi e a leggerezze che in un futuro anche non troppo prossimo potrebbero esservi rinfacciate spesso