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lunedì 23 febbraio 2015 anno 119 - numero 45 euro 1,40
EUROJUVE A FORZA +9
Allungo scudetto con vista Borussia
Domani la sfida Champions: i numeri sono favorevoli ai bianconeri
Papastathopoulos: «Pirlo e Pogba grandi, però noi abbiamo carattere»
GRAZIANO, LAUDISA ALLE PAGINE 10-11
L’ANALISI
di Luigi Garlando
23
PRONTO IL PICNIC ALL’OLIMPICO
Più che preparare la partita di lunedì
prossimo, Massimiliano Allegri preparerà il
cestino del picnic. Con la Roma a -9, la
preventivata resa dei conti dell’Olimpico si è
trasformata in una piacevole scampagnata...
L'ARTICOLO A PAGINA 23
17
ZOLA-MANCINI
COSE DA PREMIER
IN CAGLIARI-INTER
Nerazzurri, senza Handanovic, per il tris di
fila. Napoli col Sassuolo sognando il 2° posto
Carlos Tevez, 31 anni.
Servono i suoi gol per
l’Europa
A VERONA 6° PARI IN 7 GARE
Roma, un’altra X
sulla rimonta
Ma Totti non molla
Sabatini chiude: «Il titolo non è per noi»
Il capitano segna e avvisa: «Aspettiamo
lunedì». Quando nella capitale arriva la Juve
BIANCHI, BOCCI, CATAPANO, CECCHINI, PUGLIESE PAG. 8-9
32
INZAGHI SI SALVA
MILAN
3 PUNTI...
DI SUTURA
Pippo ricuce il rapporto con Berlusconi con il 2-0
sul Cesena: «Forse è troppo bravo con me».
Bonaventura segna e ispira, Pazzini raddoppia su
rigore. Ma restano i problemi a centrocampo
OLIVERO, PASOTTO, PIERELLI, VERNAZZA ALLE PAGINE 2-3-5-6
GUASTO O MALORE:
ALONSO FUORI PISTA
E SVIENE TRE VOLTE
I soccorsi dopo l’incidente di Alonso con la McLaren
IANIERI, PERNA ALLE PAGINE 32-33
36
BASKET: SASSARI
FA IL BIS IN COPPA
LEZIONE A MILANO
Zola e Mancini hanno allenato in Inghilterra
BREGA, MALFITANO, G. MONTI ALLE PAGINE 17-19
9 771120 506000
50 2 2 3>
CANDREVA
GOL E FESTA
DA K.O.
LA LAZIO È 4a
Pioli supera il Palermo 2-1
(Dybala colpisce ancora)
Fiorentina: segna Salah
ma il Toro agguanta l’1-1
CALAMAI, CIERI, CITO, LONGHI,
SARDELLI ALLE PAGINE 12-15
Sacchetti, tecnico di Sassari, alza la coppa Italia
CHIABOTTI, ORIANI, ZAPELLONI ALLE PAGINE 36-37
Candreva dolorante dopo l’esultanza
Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano
12
39
TENNIS A RIO
Fognini, che peccato
prima batte Nadal
poi perde con Ferrer
Trionfa la Errani
Bonaventura esulta con Destro: il Milan di Inzaghi riesce così a tornare alla vittoria e scaccia gli incubi
RISULTATI & CLASSIFICA
24a GIORNATA
20
EMPOLI-CHIEVO
FIORENTINA-TORINO
JUVENTUS-ATALANTA
LAZIO-PALERMO
MILAN-CESENA
VERONA-ROMA
PARMA-UDINESE (RINV.)
OGGI
NAPOLI-SASSUOLO (1-0) ORE 19
CAGLIARI-INTER (4-1) ORE 21
DOMANI
SAMPDORIA-GENOA (1-0) ORE 18.30
3-0
1-1
2-1
2-1
2-0
1-1
INTER*
SASSUOLO*
UDINESE*
EMPOLI
VERONA
CHIEVO
ATALANTA
CAGLIARI*
CESENA
PARMA* (-1)
32
29
28
27
25
24
23
20
16
10
JUVENTUS
ROMA
NAPOLI*
LAZIO
FIORENTINA
GENOA*
SAMPDORIA*
MILAN
TORINO
PALERMO
57
48
42
40
39
35
35
33
33
33
*Una partita in meno
UNA CITTÀ IN CRISI
DA NON
PERDERE
Nella Parma sparita 1 Italia, pista d’argento
in campo la protesta Viviani e Bertazzo
americana da applausi
«Chiuso per rapina»
SALVINI, SCHIANCHI
A PAGINA 20
w
IL ROMPIPALLONE
di GENE GNOCCHI
Inzaghi: «Berlusconi
mi telefona anche alle 7
del mattino. Mentre
sono indaffarato
nel privè»
MARABINI A PAGINA 35
2 Noeckler e Pellegrino
nello sprint dei giganti
fondo azzurro di bronzo
ARCOBELLI A PAGINA 41
3 Ancelotti 100 volte Real
spinto da Ronaldo
vola a più 4 sul Barça
DE CALÒ E RICCI ALLE PAGINE 23-24
CRIVELLI, MARTUCCI
A PAGINA 39
2
Serie A R 24a giornata
22’ P.T.
Giacomo Bonaventura,
25 anni, segna il gol dell’1-0
Nel secondo tempo ha preso
anche un palo IPP
Milan, un goccio di Jack
per sorridere di nuovo
1Bonaventura ispira, segna e s’intende con Menez: con la coppia-fantasia Inzaghi abbatte
il Cesena e torna a sinistra in classifica. Di Pazzini il 2-0, ma in mediana gli equivoci restano
Sebastiano Vernazza
MILANO
@GazzaVernazza
A
lleluja, il Milan spezza le reni al Cesena, sempre più penultimo, e riguadagna la colonna
di sinistra della classifica. In tempi di magra
non si butta via nulla, neppure una faticosa vittoria
contro una squadra virtualmente retrocessa. Se fossimo in Inzaghi non esulteremmo più di tanto, perché la partita di ieri, tra le righe, ha detto che questo
Milan non è così scarso come lo dipingono, possiede
giocatori di qualità che se messi in condizione di essere se stessi, possono creare superiorità numerica
negli ultimi trenta metri. Ragion per cui si potrebbe
fare meglio.
TECNICA Il Milan ha vinto grazie alla superiorità
tecnica espressa dal tandem Menez-Bonaventura. I
due hanno dialogato come meglio non avrebbero
potuto, si sono trovati e cercati, ed è su quest’asse
che la squadra rossonera ha costruito il successo.
Unica variante ai virtuosismi della coppia di fantasisti, la preponderanza di Antonelli sulla fascia sinistra. Tre giocatori possono bastare per indirizzare
una gara, se l’avversario è di basso livello. Inzaghi
ha puntato sul semplice, Bonaventura trequartista
dietro Menez e Destro. Il francese però ha interpre- re più alibi, l’ex romanista è giovane e bravo. Eppure
tato il ruolo alla sua maniera, faceva quel che gli ieri pomeriggio, nei 63 minuti in cui è stato in campareva, andava dove lo portava l’istinto, tanto che a po, Mattia ha toccato la miseria di 11 palloni. Contro
un certo punto, data la nullità di Destro, quello mila- l’Empoli ne aveva agganciati 23, che sono pochi lo
stesso, ma uno lo aveva trasformanista sembrava un attacco 2-0,
to in gol. Ieri si è fatto notare per
Jack più Menez, col centravanti codue cose: il fuorigioco attivo sul time spettatore non pagante. Non a
ro di Bonaventura, offside che ha
caso il primo gol è nato da un apportato all’annullamento della rete
poggio di Menez a Bonaventura,
di Poli, e uno spiovente in curva
bravo quest’ultimo a liberare un
nella ripresa. Bonaventura e Medestro potente e angolato dal liminez se la cantavano e se la suonate. A centrocampo i soliti equivoci:
vano, e ignoravano la prima punta
De Jong regista distruttivo, ma non
davanti a loro. Destro ci ha messo
propositivo; Montolivo defilato a
del suo - una discreta apatia di fonsinistra con mansioni molto di lot«UNA VOLTA PER
do, non è che si impegnasse al limita e poco di governo; Poli mediano
VENIRE A S. SIRO
te di se stesso -, ma era tagliato fuoinfermiere, pronto a soccorrere
C’ERA CODA, ORA NO
ri dal gioco, la squadra non lo assichiunque fosse in difficoltà.
SPERO CHE I TIFOSI
steva. Roba da scomodare la psicaMISTERI È curioso che Pippo InABBIANO PAZIENZA»
nalisi: possibile che Inzaghi,
zaghi, uno dei più grandi centramaestro del ruolo, non riesca a rivanti della storia del calcio italia- RUUD GULLIT
cavare il meglio dai centravanti
no, da allenatore continui ad avere IERI ALLO STADIO
che la società gli ha fin qui conseil problema del numero nove. Prignato? Con Pazzini al posto di Dema dell’arrivo di Destro, quella del falso nueve Me- stro la situazione è migliorata. Il «Pazzo» ha rabbia
nez era una scelta, nonostante in panchina languis- in corpo da scaricare, si è dannato nel pressing alto
sero Torres, poi ceduto all’Atletico Madrid, e lo sta- e nei corpo a corpo coi centrali difensivi del Cesena,
gionato Pazzini. Con Destro non ci dovrebbero esse- ha trasformato il rigore della sicurezza. E allora c’è
da chiedersi perché Inzaghi non gli dia una possibilità dall’inizio. Misteri. Se potesse, forse SuperPippo
schiererebbe se stesso.
CONCLUSIONI Al di là dei quattro punti raggranellati, il Milan non esce bene dal doppio impegno interno contro le provinciali Empoli e Cesena. Otto
giorni fa Sarri gli ha impartito una lezione di gioco,
ieri il risultato è rimasto a lungo in bilico. Non che il
Cesena abbia creato chissà quali pericoli, ma c’è un
numero che induce alla riflessione: la squadra di De
Carlo porta a casa la supremazia territoriale, 52% a
48%. Significa che il pallone è circolato di più nella
metà rossonera del campo. E nella ripresa gli ospiti
hanno avuto il possesso palla, 54,7% contro 45,3%.
Il Milan non ha chiuso la partita per tempo né è stato
capace di gestire il vantaggio con sicurezza. Nonostante le evidenti differenze di valori, sull’1-0 si aveva la percezione che l’1-1 fosse possibile. Quanto a
organizzazione il Cesena ha tenuto botta: gli è mancata cattiveria, non ha scavato a sufficienza nelle insicurezze milaniste. Triste che Di Carlo si aggrappi
all’alibi del rigore conclusivo. Il fallo di Carbonero
su Antonelli c’è stato, da ingenui metter le mani addosso all’avversario. Se il Cesena riscenderà in B,
non sarà per colpa degli arbitri, ma perché la squadra è di cifra modesta. I piedi non mentono mai.
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LA PARTITA DI MATTIA
La solitudine di Destro
Solo 11 palle giocate in 63’
1Isolato e poco coinvolto: com’è dura
fare il centravanti nel Milan di Pippo
Matteo Pierelli
MILANO
L
Mattia Destro, 23 anni AP
a solitudine di Mattia Destro. O meglio, la solitudine dei centravanti nelle varie versioni del Milan di Pippo
Inzaghi. Il che suona quantomeno come un paradosso visto
il curriculum da giocatore del
tecnico rossonero. Eppure Torres è stato costretto a cambiare
aria, Pazzini solo ieri ha trovato
il primo gol in questo campionato e il nuovo numero 9, arrivato dalla Roma per risolvere i
guai, ha capito subito che il Milan non è proprio la squadra
ideale per un centravanti classico.
FUORI DAL GIOCO Era già successo contro l’Empoli: degli 11
titolari di partenza (a parte
Alex, uscito dopo 8’), Mattia era
stato quello che aveva toccato
meno palloni (23 in 85 minuti),
anche se era riuscito a segnare il
primo gol in maglia rossonera.
Ieri è successa la stessa cosa: in
63 minuti, Destro ha toccato solo 11 palloni, meno di qualsiasi
altro giocatore in campo. Segno
evidente che la manovra del Milan, a prescindere dai moduli,
coinvolge poco o nulla il centravanti. Strano, vista l’insistenza
con cui Galliani ha cercato sul
mercato un giocatore con quelle caratteristiche. Certo, ieri l’ex
giallorosso è apparso abulico,
quasi sfiduciato: è andato solo
una volta al tiro (in tribuna), ha
perso quattro palloni e non ha
quasi mai fatto a sportellate con
la tenera difesa del Cesena. E il
fatto di avere una spalla come
Menez, sicuramente ispirato,
ma che non dà punti di riferimento svariando in continuazione da destra a sinistra, di certo non lo aiuta.
MEGLIO COL PAZZO Con Pazzini al suo posto le cose sono andate un po’ meglio. In soli 27
PASSAGGI POSITIVI
PASSAGGI NEGATIVI
Palloni giocati
Bonera
91
Antonelli
80
Menez
78
De Jong
74
Destro
11
GDS
minuti il Pazzo ha toccato 10
palloni, solo uno in meno di Destro. Il tutto è stato condito dal
gol del 2-0 arrivato al tramonto
di un match non entusiasmante
per il Milan, ma che se non altro
ha portato i tanto sospirati tre
punti. Pazzini non segnava in
campionato addirittura dal 19
aprile 2014, Milan-Livorno 3-0,
partita che tra l’altro costò la
panchina a Di Carlo. «Non ho tirato benissimo il rigore - ha detto Pazzini -, ma l’importante è
che la palla sia entrata. Il gol ti
fa vedere tutto con più ottimismo e per un attaccante è molto
importante avere fiducia ed entusiasmo. Io sono un giocatore
che ha bisogno della squadra.
Abbiamo provato molti sistemi
di gioco, ma forse il 4-3-1-2 è
quello che ci permette di stare
più compatti». A patto, forse, di
coinvolgere di più i centravanti.
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
MILAN
2 0
CESENA
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Bonaventura al 22’ p.t.; Pazzini su rigore al 45’ s.t.
MILAN (4-3-1-2)
Abbiati: Bonera, Rami, Bocchetti,
Antonelli; Poli, De Jong, Montolivo
(dal 35’ s.t. Van Ginkel);
Bonaventura; Menez (dal 41’ s.t.
Cerci), Destro (dal 18’ s.t. Pazzini).
PANCHINA Gori, Donnarumma,
Muntari, Suso, Honda, Essien, Alex,
Felicioli, De Santis. ALL. Inzaghi.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO MEDIO 51 M.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Bocchetti per gioco
scorretto.
CESENA (4-3-1-2)
Leali; Nica (dal 21’ s.t. Capelli), Volta,
Lucchini, Renzetti; Giorgi, De Feudis
(dal 30’ s.t. Carbonero), Ze Eduardo
(dal 41’ p.t. Mudingayi); Brienza;
Djuric, Defrel.
PANCHINA Agliardi, Bressan,
Rodriguez, Krajnc, Magnusson,
Succi, Dalmonte. ALL. Di Carlo.
CAMBI SISTEMA 4-2-3-1 dal 30’ s.t.
BARICENTRO BASSO 48,4 M.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Lucchini, Nica, Volta, Carbonero per
gioco scorretto, Mudingayi proteste.
ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa.
NOTE spettatori paganti 8.454, incasso di 200.322 euro; abbonati 19.504,
quota di 453.906,11 euro. Tiri in porta: 3 (un palo)-2. Tiri fuori: 6-2.
In fuorigioco 2-1. Angoli 7-4. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 5’.
PRIMO TEMPO
2’ Quasi Milan Tiro di Bonaventura, respinta di Leali e rete di Poli in
ribattuta: gol annullato perché Destro era in fuorigioco attivo davanti
al portiere sulla prima conclusione.
10’ C’è anche il Cesena/1 Defrel per Djuric in area, Bocchetti evita il
peggio con una scivolata
18’ C’è anche il Cesena/2 Defrel da fuori, ma il rasoterra è centrale
22’ Milan in vantaggio Menez sulla sinistra appoggia a Bonaventura,
appostato al limite: tiro forte e angolato del trequartista, Leali battuto
48’ Abbiati in extremis Cross da destra di Brienza e bellissimo
diagonale al volo di De Feudis: respinta prodigiosa di Abbiati, poi
Rami è lesto a spazzare via la successiva palla vagante
SECONDO TEMPO
2’ Destro, uno e basta Come nel primo tempo, parte meglio il
Milan. Subito un tiro di Destro, ma resterà l’unico della sua partita
5’ Alla ricerca del pareggio C’è anche il Cesena. Djuric in area al
volo: Antonelli fa muro
8’ Ancora lui (quasi) Discesa di Menez sulla sinistra, cross basso
e Bonaventura al volo centra il palo
11’ Niente deviazione Defrel per Djuric sulla destra in area: palla
bassa in mezzo, ma non c’è nessuno del Cesena e Rami riesce a
liberare
28’ Entra il Pazzo e... Ci prova Pazzini: diagonale sull’esterno
della rete
41’ Il cambio Inzaghi dà una decina di minuti a Cerci: dentro lui
per Menez
45’ Il raddoppio arriva al 90’ Pazzini trasforma il rigore
concesso per una strattonata di Carbonero su Antonelli in area.
Milan-Cesena 2-0
3
fIL PROTAGONISTA
BONAVENTURA
Complimenti, il ruolo è tuo
Inzaghi ha trovato il 10
1Jack è il miglior
attore del Milan
«Cinici e vincenti,
come volevamo
Io dietro le punte?
Bello, ho libertà»
ATTACCO
3
1
2
1
MILANO
AL CENTRO DI TUTTO Il ruolo
da protagonista è cucito addosso a Bonaventura, schierato trequartista nel nuovo Milan di Inzaghi. Il 4-3-1-2 è una buona soluzione per due motivi: garantisce una discreta copertura degli
spazi e coinvolge gli interpreti che più di altri possono
aiutare la crescita generale del Milan. Il modulo è
fluttuante come il calcio
di Menez: un po’ seconda
punta, un po’ secondo trequartista, un po’ regista, un po’
non si sa cosa. A volte il 4-3-1-2
sembra un 4-3-2-1, ma cambia
poco. Menez ravviva la trama
con le sue iniziative individuali
e spettacolari, ma stavolta è solo
la spalla: importante, certo, ma
funzionale alla consacrazione
GOL
PALLE PERSE
Il colore è più intenso nelle zone in cui
ci sono stati più tocchi di palla
G.B. Olivero
I
in un certo senso da 10: tocchi in tutte le zone del campo, tanti
palloni toccati, qualche errore di troppo ma 4 tiri da posizioni
molto differenti. C’è tutto nel grafico qui sotto ANDREOLI
TOCCHI PER ZONA
2
l nome è da attore: Jack. Il
cognome è da personaggio
dei fumetti: Bonaventura. Il
sorriso è quello rassicurante
dell’amico che ti risolve i problemi. E la storia è esemplare perché lancia tanti messaggi positivi. Nella notte degli Oscar il film
di Milan-Cesena passerebbe
inosservato, ma la prestazione,
anzi l’interpretazione di Jack è
talmente convincente da meritare una nomination nonostante la mediocrità della pellicola.
Bonaventura vive la gara da
protagonista assoluto accompagnando lo spettatore dal primo
all’ultimo minuto, convincendolo a non abbandonare la visione e a sperare che qualcosa di
bello prima o poi accadrà. I titoli
di testa non sono ancora sfumati e Bonaventura ha già costretto
Leali alla parata difettosa che
consente a Poli il tap-in dell’1-0.
Ma il film non può durare un paio di minuti appena e così (giustamente) l’arbitro annulla per
fuorigioco di Destro.
1Bonaventura ha giocato 90’ da calciatore completo,
LA PARTITA
DI GIACOMO
1
1
1
2
1
1
5
2
3
1
2
1
2
2
3
1
4
4
3
4
4
3
1
1
CROSS CORRETTI
5
PASSAGGI EFFETTUATI
1
31
1
2
1
16
PALLE RECUPERATE
5
CROSS SBAGLIATI
18
1
7
PASSAGGI CORRETTI MILAN
Bonera
De Jong
Antonelli
Bonaventura
Montolivo
Bocchetti
PASSAGGI SBAGLIATI
8
OCCASIONI CREATE
55
47
44
39
38
38
3
28
CROSS
Corretti
Sbagliati
25
DESTINATARI
7 Menez
9
7
25 Bonera
31 Antonelli
18 Montolivo
5
4
I PUNTI DA CUI
HA CALCIATO IN PORTA
DRIBBLING CORRETTI
2
0
LANCI
DRIBBLING SBAGLIATI
1
3
GDS
dell’attore principale. In fondo
Inzaghi chiede a Bonaventura
una presenza costante nella trama. Lo mette al centro in tutti i
sensi: dal punto di vista «geografico», perché fa il trequartista, e dal punto di vista tattico,
perché con la sua intelligenza
calcistica deve capire quando
spingersi molto in avanti e
quando dare una mano al
centrocampo, soprattutto
deve prevenire eventuali
scompensi dovuti al consueto girovagare di Menez.
CHE BEL RUOLO Jack dà
un indirizzo chiaro al film
a metà del primo tempo: il
destro da fuori area fa male come un pugno di Rocky.
Il Cesena va al tappeto e
non si rialzerà più. Al tappeto ci va lo stesso Bonaventura provando a scavalcare i
cartelloni pubblicitari e inciampando: poco male, sembra
un fotogramma previsto nel copione. Poi nella ripresa Bonaventura si prende un altro paio
di scene: colpisce il palo con un
destro al volo e batte la punizione che genera il rigore su Antonelli poco prima dei titoli di coda. «Abbiamo fatto una partita
un po’ cinica e abbiamo vinto:
proprio quello che volevamo racconta Bonaventura -. Possiamo fare sicuramente meglio. Il
4-3-1-2 a tratti è stato interpretato bene: nel primo tempo ci
muovevamo tutti, dovremmo
riuscire a farlo per novanta minuti. Di sicuro questo ruolo mi
piace perché mi lascia libertà di
manovra e di iniziativa. Adesso
siamo un po’ più tranquilli, ma
le posizioni che spettano al Milan sono più avanti e dobbiamo
lavorare per raggiungerle». Non
è mai troppo tardi: è la speranza
del Milan e il titolo di un film del
2007. Attore protagonista: Jack.
Nicholson.
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4
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
5
LE PAGELLE di SEBASTIANO VERNAZZA
MILAN
CESENA
6
6,5
RAMI QUERCIA
DE JONG MURO
ANTONELLI SPINGE
MAL...DESTRO
ALLENATORE
FILIPPO
INZAGHI
6
Di positivo c’è il risultato,
per il bel gioco si prega di
ripassare. In lontananza si
vede qualcosa di ancelottiano,
il 4-3-qualcosa, una specie
di alberello di Natale, anche se
ieri di base si è giocato 4-3-1-2.
IL MIGLIORE
7
GIACOMO
BONAVENTURA
Non sarà un’avventura, Jack
Bonaventura. Sa recitare
diverse parti in commedia.
Ieri da trequartista un gol e
un palo, lavoro di fatica e belle
visioni. Maturo per il definitivo
lancio in Nazionale?
● TIRI 5 ● RECUPERI 5
● PASSAGGI POSITIVI 39
IL PEGGIORE
MATTIA
DESTRO
5
Il Milan soffre già di MalDestro.
Un’ora e spiccioli di solitudine,
abbandonato a se stesso là
in alto. La squadra e il cielo
non l’aiutano, ma lui non fa
niente per aiutarsi. Sta a
guardare e un po’ indispone.
● TIRI 1 ● RECUPERI 1
● PALLE PERSE 4
6
6
6,5
6
ABBIATI
Di parate vere
una sola, però
fondamentale:
che riflessi sul
«cazzotto» di De
Feudis. Senza
Lopez, Milan
lo stesso in
buone mani.
Abbiati fede.
BONERA
Ha 33 anni e
non gli si può
chiedere di
spingere come
un ragazzino.
È già molto che
poco conceda
a Defrel
e compagnia.
Resistente.
RAMI
Djuric è un
lungagnone con
molti tentacoli,
ma lui non si fa
avviluppare e
sbroglia un paio
di situazioni
difficili. Rami
ben ramificato,
meglio di Mexes
BOCCHETTI
Boccheggia
un po’ su Defrel,
però è decisivo
in scivolata
su Djuric. Lo
aspettiamo a test
più attendibili,
ma per ora ha
retto l’urto con
San Siro.
● PARATE 3
● PRESE ALTE 4
● RINVII FONDO 4
● PASSAGGI 55
● RECUPERI 6
● CROSS 3
● LANCI 9
● INTERCETTI 4
● RECUPERI 4
● LANCI 3
● FALLI FATTI 1
● PASSAGGI 38
7
6
6,5
6
ANTONELLI
Gli Antonelli sono
gente da Milan:
da papà Dustin
al figlio Luca, che
tradizione.
Antonelli junior
spinge e crossa,
e «mura» anche
Djuric. Un bel
riacquisto.
POLI
È il compagno
che tutti
vorrebbero
avere. Si fa in
quattro e corre
così tanto che
tocca 58 palloni,
pochi per un
centrocampista.
Top runner.
DE JONG
Dipende da che
punto guardate
il mondo:
se pensate che
davanti alla
difesa ci voglia
un cane da
guardia, De Jong
è il vostro uomo.
Infrangibile.
MONTOLIVO
Defilato
a sinistra, con
un’umiltà che
rasenta l’autoflagellazione.
Soffoca le sue
qualità, si
vota alla pura
quantità ed esce
per consunzione.
● CROSS 4
● RECUPERI 12
● INTERCETTI 4
● TIRI 1
● RECUPERI 5
● PASSAGGI 36
● TIRI 0
● RECUPERI 6
● INTERCETTI 4
● TIRI 3
● RECUPERI 7
● PASSAGGI 38
s.v.
s.v.
6,5
6
MENEZ
Mister «Ghe
pensi mi» prende
palla e va. È in
giornata buona,
salta uomini
a grappoli,
«strappa» e
rompe equilibri.
Menez, il solista
del dribbling.
PAZZINI
Primo gol
in campionato,
seppure
su rigore. Si
merita il ritorno
alla rete per
la furia che ci
mette nei 32
minuti giocati,
recupero incluso.
VAN GINKEL
Verso la fine,
per dare
il cambio a uno
stremato e
acciaccato
Montolivo.
Non lo si nota
granché,
né nel bene né
nel male.
CERCI
Com’è, come
non è, con lui
in campo il Milan
trova il rigore
spazza-paure.
Da valorizzare,
in qualche modo.
● CROSS 8
● SPONDE 8
● DRIBBLING 5
● TIRI 3
● SPONDE 1
● PASSAGGI 4
● TIRI 0
● RECUPERI 0
● PASSAGGI 2
● TIRI 0
● DRIBBLING 1
● PASSAGGI 3
5,5
6
NICA E CAPELLI
IL LATO DEBOLE
QUANTI CROSS
FA RENZETTI
ALLENATORE
5,5
DOMENICO
DI CARLO
Le battaglie si vincono coi
soldati che si hanno e quelli
del Cesena non sono fanti di
prima scelta. Di Carlo li
assembla abbastanza bene.
Mezzo voto in meno
per i lamenti sul rigore.
IL MIGLIORE
6
GREGOIRE
DEFREL
L’unico del Cesena che faccia
esclamare: «Ah, però».
Movimentista e interventista,
gli manca l’acuto, il tiro
inappellabile, ma è giusto che
di lui si parli bene. Conosce
l’arte del controllo e del tocco.
● TIRI 2 ● OCCASIONI CREATE 3
● PASSAGGI 18
IL PEGGIORE
5
CONSTANTIN
NICA
Per un tempo, il primo, è
ostaggio di Antonelli e Menez,
che fanno di lui ciò che
vogliono. Piglia una botta in
testa, si confonde ancor più e
si lancia in avanzamenti un po’
sconsiderati. Nica bene.
● CROSS 1 ● PALLE PERSE 13
● FALLI FATTI 5
TOMMASI Gli cade l’occhio sull’arpionamento di Antonelli da parte di Carbonero e fischia il rigore: si può discutere, ma dargli torto in toto no.
Almeno visivamente il rigore c’è. Bravo l’assistente De Fiore ad annullare il gol di Poli perché Destro in fuorigioco disturba Leali sul tiro precedente
ZUPPING
di VINCENZO
CITO
GASCOIGNE CONFESSA IN TV
«IL MIO SOGNO ERA IL MILAN»
P
aul Gascoigne a «BT»
programma della
domenica mattina in
Inghilterra. «Il mio sogno
era il Milan. Il rimpianto è
il Manchester United: avrei
potuto giocare lì, il
Tottenham offrì di più.»
Poi scherza sull’alcol:
«Sono a dieta di whisky».
Bentornato Gazza.
Comincia «90°minuto» (Rai
Due) e Marco Mazzocchi –
fra rinvii e orari spalmati –
si dice giustamente
scandalizzato di quante
poche partite possa
mostrarci. Ce le fa vedere
subito? Macché, dobbiamo
soffrire tutti assieme: le
prime immagini di una
gara domenicale (EmpoliChievo) arrivano solo alle
18.40, mezz’ora dopo il via
della trasmissione.
Sandro Piccinini al 24’08”
«Cristiano Ronaldo non
sembra al top». Sandro
Piccinini al 25’54” «Rete,
rete! Ha colpito ancora lui,
Cristiano Ronaldo!»
(Schalke-Real, Canale 5)
Brescia-Perugia,
Quaggiotto cade a terra
«Vediamo cosa decide
l’arbitro: calcio di rigore!...
No, rimessa dal fondo»
(Gianluca Di Marzio, Sky)
«Ma è una vergogna! Io lo
posso dire, è 25 anni che
faccio la giornalista
sportiva! Chi ha combinato
tutto questo deve pagare,
cose del genere non
devono più avvenire!». Con
coraggio, senso civico,
veemenza, passione e
ardore Maria Teresa Ruta,
dopo le devastazioni dei
tifosi del Feyenoord a
Roma, negli studi di
Canale 5 si scaglia contro
un interlocutore che aveva
detto esattamente la stessa
cosa.
Alessandro Alciato (Sky)
«Fra poco uscirà l’arbitro
Tommaso Rocchi per
valutare le condizioni del
campo». Pensavamo
giocasse ancora a pallone.
Dispiace che un raffinato
giornalista come Massimo
Caputi, si faccia
coinvolgere in simili arene
ma è quello che gli è
capitato come conduttore
di un programma sportivo
in una emittente
napoletana, fra gente che
aizzava il pubblico a
lasciare lo studio e ospiti
che lo hanno fatto
davvero. Fra questi
Raffaele Auriemma –
giornalista tifoso di
Mediaset – indignato
perché gli avevano dato
del tifoso. Magari
qualcuno dirà che tutto ciò
fa audience ma se vi
riguardate il video –
disponibile su you tube – vi
trasmetterà solo tanta
pena...
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5,5
5,5
6
LEALI
Prende gol su
un tiro potente
e preciso e su
rigore. Per il
resto, interventi
ordinari e un
palo salvifico,
segno che il
Milan tanto
pericoloso non è.
VOLTA
Destro è docile,
sono quegli altri
due a farlo
ballare. Sull’1-0
capisce in ritardo
il pericolo, anche
se lì Bonaventura
non è
di sua stretta
competenza
LUCCHINI
Condizionato da
subitanea
ammonizione, si
muove col freno
a mano tirato e
soffre
inserimenti e
incursioni di
Bonaventura e
Menez.
RENZETTI
I numeri gli
danno ragione,
non sono pochi
otto cross
effettuati in
trasferta a San
Siro. Peccato
che tanto
crossare non
venga sfruttato.
● PRESE ALTE 6
● PARATE 0
● RINVII 15
● LANCI 6
● RECUPERI 3
● PALLE PERSE 8
● RECUPERI 2
● PALLE PERSE 10
● PASSAGGI 25
● CROSS 8
● RECUPERI 3
● PASSAGGI 35
5,5
6
5,5
5
GIORGI
Venti palle perse
e il concorso di
colpa sul primo
gol gli costano la
sufficienza.
Peccato, perché
è uno che ci
prova: tre le
occasioni da lui
create.
DE FEUDIS
Come Giorgi
patisce
Bonaventura.
Più di Giorgi va
vicino al gol:
senza il paratone
di Abbiati,
scriveremmo di
San Siro feudo di
De Feudis...
ZE EDUARDO
De Jong in tackle
soffoca un suo
tentativo di tiro e
gli guasta un
ginocchio. Prima
dell’infortunio,
l’appuntamento
mancato su un
bel cross da
destra
BRIENZA
Da una vecchia
lenza come
Brienza ci
aspettavamo di
più. Che cosa
resta di lui?
Il cross per la
botta di De
Feudis. Pochino,
forse pochissimo.
● PALLE PERSE 20
● RECUPERI 4
● PASSAGGI 25
● TIRI 3
● RECUPERI 1
● PASSAGGI 23
● FALLI FATTI 1
● DRIBBLING 1
● PASSAGGI 10
● TIRI 0
● PALLE PERSE 12
● CROSS 1
5,5
5,5
5,5
5
DJURIC
Attaccante
del genere
«pennelloni».
Centravanti di
quasi 2 metri,
rompe le scatole
ma stringi stringi
la sua
pericolosità
è relativa.
MUDINGAYI
Gli anni passano
e chi nasce
tondo non può
morire quadrato.
Mudingayi punta
tutto sulla forza
bruta, però il
calcio sarebbe
anche qualcosa
d’altro.
CAPELLI
Dentro per
l’intontito Nica,
ma il prodotto
non cambia.
La fascia destra
è il lato debole
del Cesena,
dove il Milan
si infila
e le armi affila.
CARBONERO
Di Carlo lo
inserisce perché
spera che
apporti qualità.
Di fatto pasticcia
un paio di palloni
e sul fallo da
rigore è ingenuo:
mai allungare
le mani.
● TIRI RESPINTI 3
● DRIBBLING 0
● SPONDE 0
● TIRI 0
● RECUPERI 5
● PASSAGGI 24
● TIRI 1
● PALLE PERSE 8
● PASSAGGI 10
● TIRI 0
● FALLI FATTI 5
● PALLE PERSE 4
DI FIORE 6,5
STALLONE 6
ORSATO 6
MERCHIORI 6
6
Serie A R 24a giornata
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
La Silvio-sveglia
che stimola Pippo:
«Mi chiama alle 7»
1Inzaghi ride: «Berlusconi è troppo bravo con me
Questa vittoria non è nulla, ne servono 2-3 di fila»
IL TECNICO DEL CESENA
Di Carlo amaro
«Antonelli
si lascia cadere»
Per Pippo Inzaghi, 41 anni, il 2015 inizia a farsi un po’ più dolce FORTE
Marco Pasotto
MILANO
S
embra proprio che la linea con Arcore e Roma
nell’ultima settimana sia
stata rovente. Comunque andrà
a finire, Pippo Inzaghi non potrà dire di essere stato scaricato
da Berlusconi nel momento più
buio. Telefonate continue, dice
Pippo. Anche a orari piuttosto
anomali. D’altra parte è da luglio che Inzaghi racconta di co-
me sia difficile conciliare il mestiere di allenatore con il sonno:
evidentemente Silvio sa di non
disturbare. «Da quando le cose
non vanno bene mi chiama
sempre. Qualche giorno fa persino alle 7.45, confesso che stavo ancora dormendo...». Ma diciamo che in contesti del genere
è comunque sempre molto meglio ricevere le chiamate presidenziali, piuttosto che no. «So
della sua stima. Non mi ha mai
dato stoccatine, anzi, forse è
troppo bravo con me, sempre»,
● MILANO (m.pie.) Niente da
fare. Per il Cesena San Siro è
stregato: nessuna vittoria in 12
incroci in A, al massimo 2
pareggi, con un solo gol all’attivo,
che resta quello di Urban nel
maggio 1976. Con un Milan così,
forse questa era l’occasione
giusta. «Abbiamo giocato male i
primi 25 minuti - ha detto Di
Carlo - e al primo tiro in porta
abbiamo preso gol. Poi Abbiati
ha fatto una parata da campione
e questi sono gli episodi che
fanno la differenza. Quando
abbiamo pensato alle gare con
Juve e Milan pensavamo di
perderle entrambe, invece siamo
riusciti a fare un punto, quindi
siamo in vantaggio sulla tabella
di marcia». A Di Carlo non è
piaciuto l’episodio del rigore.
«Antonelli si è lasciato cadere, a
noi non ne hanno dati due
clamorosi e siamo stati zitti».
racconta Pippo. D’altra parte si
potrebbero usare le stesse parole per descrivere il rapporto fra
tecnico e squadra.
SNODO A ogni modo, adesso
che finalmente sono arrivati i
punti, la prospettiva dà la sensazione di una pendenza un po’
più morbida. Resta comunque
la salita, ma almeno si può usare una marcia più alta e dare un
minimo di respiro al motore.
Difficile dire se questa partita
ha davvero riacceso il Milan e se
si tratta di quella scintilla che
Inzaghi insegue da settimane:
senz’altro ha l’effetto di riconciliare la squadra con la gente di
San Siro e consegnare a Inzaghi
una settimana più tranquilla.
Aggettivo con cui Pippo da sempre non ha grande confidenza,
ma quelli appena passati sono
stati giorni particolarmente tesi. Il Cesena era uno snodo cruciale per la classifica e soprattutto per il suo futuro. Se non
altro da oggi a venerdì si parlerà
soltanto di calcio giocato. «Siamo contenti della vittoria, ma
non abbiamo fatto nulla. Occorre dare continuità ai risultati: per rimetterci in pista servono due-tre vittorie di fila. Ma oltre ai tre punti oggi siamo usciti
dal campo con la fiducia e questo ci potrà aiutare».
A «QUELLI CHE IL CALCIO»
«Alessio sta bene
non ha senso
metterlo alla fine»
1Dopo la moglie
di Pazzini, anche
Lady Cerci
attacca Inzaghi
per le sue scelte
MILANO
PIGLIO Un Milan ancora in
chiaroscuro, come le lampadine ad accensione graduale: occorre tempo perché facciano luce. E così troviamo una squadra
che riesce a tenere protetta la
porta dopo aver preso gol per
sette partite consecutive; ma
anche una squadra capace di tirare nello specchio soltanto tre
volte. «Dobbiamo ripartire da
questa partita – spiega Pippo –.
Abbiamo ritrovato molte delle
nostre giocate. Con questo piglio possiamo riprendere la
strada interrotta».
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C
i risiamo. Come se non
bastassero interferenze presidenziali e malumori dei giocatori, ci si
mettono anche le ingerenze
pubbliche di mogli/compagne/fidanzate a complicare il
lavoro degli allenatori. Ma se
non altro, quando un calciatore esprime il proprio cruccio per un’esclusione, è qualcosa che ci sta. Spesso, però,
a prendere le parti dei loro
adorati uomini sono direttamente le signore. Ieri è successo di nuovo. E di nuovo al-
la stessa persona. Ovvero Federica Riccardi, la fidanzata di
Cerci, che a «Quelli che il calcio»
ha spiegato delusa: «Alessio sta
bene, non ha senso metterlo alla
fine». Il riferimento va alla scelta
di Inzaghi di buttarlo dentro a
quattro minuti dal 90’. Per chi
non si ricordasse, Federica era
balzata agli onori delle cronache
quando Cerci si era trasferito dal
Toro all’Atletico Madrid: «Saluti
Serie A, noi ce ne andiamo nel
calcio che conta», aveva digitato
sui social. Non il massimo dell’eleganza come commiato. Potete immaginare gli sfottò che avevano accompagnato il ritorno
della coppia in Italia. Il giorno
della presentazione a Casa Milan, peraltro, lo stesso Cerci si
era visto costretto a giustificare
le parole della fidanzata: «Ha
sbagliato, ma per troppo amore
nei miei confronti». Ieri Federica
ha detto la sua sulle scelte di Inzaghi, anche se va sottolineato
come dalle prove in settimana
sembrava che il destinato alla
panchina fosse Menez e non
Alessio. Probabilmente è stata
una doccia fredda. Al Milan non
è il primo episodio simile quest’anno: la moglie di Pazzini, Silvia Slitti, all’ennesima panchina
di Giampaolo aveva scritto:
«Provo dispiacere nel pensare
che in Italia la famosa meritocrazia non sempre esiste».
m.pas.
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
7
8
Serie A R 24a giornata
LE PAGELLE di FA.BI.
TONI SOLITARIO
MARQUEZ LENTO
NAINGGOLAN OK
PJANIC SPARITO
VERONA
6
IL MIGLIORE
EMIL
HALLFREDSSON
6,5
Non solo muscoli e fiato. Recupera
un sacco di palloni, rilancia tutte le
azioni. Torosidis gli nega sulla
linea il gol del 2-1 che pareva fatto.
Cala nel finale di partita
BENUSSI 5,5 L’apparenza che
inganna. Reattivo su Naingo. Poi si
tuffa alla moviola su tiro di Totti. Ma
è coperto.
PISANO 5,5 Ljajic gli sguscia via:
contiene i danni cercando di non
dargli profondità.
MARQUEZ 5 Della serie vecchie
glorie. Lento e impacciato, arriva
tardi sui palloni, compresi i
passaggi dei compagni.
MORAS 6 Chiude i varchi anche
per il compagno.
BRIVIO 6 Concede un po’ troppo a
Gervinho che tuttavia si marca da
solo. Meglio nella ripresa.
IONITA 6 Lottatore di (sufficiente)
qualità. Entra nell’azione più
pericolosa del Verona.
OBBADI 5,5 Il rimpiazzo che
indebolisce. Tanta confusione, non
un passaggio pulito. Ma era fermo
da un po’.
TACHTSIDIS 6 Nel primo round
sembra giocare ancora per la
Roma. Cresce dopo l’intervallo.
GOMEZ 5,5 Il Juanito di inizio
stagione è lontano da venire, ma è
in crescita (Christodoulopoulos s.v.)
TONI 6 Il cavaliere solitario. Tiene
alta la squadra. Lotta su tutti i
palloni. Non trova l’occasione.
JANKOVIC 6 Alla prima vera gara
dopo 3 mesi, mette il sigillo di
zucca. È in ritardo di forma.
GRECO 5,5 Cincischia in offesa, si
sacrifica in mezzo.
ALL. MANDORLINI 6 Punto
pesante e squadra in crescita.
Scaccia i fantasmi dalla panchina
almeno fino a Cagliari.
ROMA
6
IL MIGLIORE
ADEM
LJAJIC
6,5
Si conferma l’uomo più in forma
dell’attacco giallorosso. È
presente nei tagli e negli affondi in
area avversaria. Poi la traversa su
punizione.
DE SANCTIS 6 Non una ma due
deviazioni per confondergli le idee
sul gol. Poi ringrazia Torosidis.
FLORENZI 6,5 Dove lo metti, sta. E
bene. Il jolly di Garcia spinge,
crossa e copre. Esce per un
pestone di Halfi.
TOROSIDIS 6,5 Salva il risultato
su Halfreddson.
MANOLAS 6 Gioca alla lotta con
Toni e vince ai punti.
ASTORI 6 Idem con patate. Se non
c’è Manolas, su Toni c’è lui. Tanto c’è
poco altro da controllare.
COLE 6 Contiene Jankovic, assiste
Gervinho, tiene la zona. Rischia col
fallo a Gomez.
NAINGGOLAN 6,5 Corre,
tampona, avanza e tira. Non
sempre preciso. Ma è l’unico
indispensabile in mezzo.
KEITA 6 Il geometra compassato.
Dà ordine alla manovra, 118
passaggi ok. Ma ritmi troppo lenti.
PJANIC 5 Dov’è il genietto di un
tempo? Lento, mai un invito
verticale. Alibi? Poco movimento
avanti (Verde s.v.)
GERVINHO 5 Tanto rumore per
nulla. Dribbling e confusione. È
rimasto alla Coppa d’Africa.
TOTTI 6 Capitano, pensaci tu. La
Roma non trova sbocchi e lui
indovina il tiro da fuori. Poco altro.
DOUMBIA 5 Svirgola un pallone in
area da brocco. Il vero Doumbia
non può essere questo. O sì?
ALL. GARCIA 5,5 Squadra stanca
dopo l’Europa? Ok, ma la pareggite
non se ne va e la grinta non si
ritrova.
GERVASONI
Sbaglia
valutazioni.
Grazia di un giallo Halfredsson,
Jankovic (che sarebbe stato
espulso) e Cole. E a quest’ultimo
manca un rigore.
COSTANZO 6 – DE LUCA 6
RUSSO 6 – DI PAOLO 6
5
Si scrive pari
si legge Roma
Pure con Totti
1Nonostante il gol del capitano, 8° pareggio
nelle ultime 11 partite: la squadra cammina
e quando il Verona se ne accorge l’1-1 è
fatto. Tra giovedì e lunedì Feyenoord e Juve
daranno l’indirizzo alla stagione giallorossa
Fabio Bianchi
INVIATO A VERONA
Twitter @fabiowhites
C
ome le influenze di questo inverno pigro e lacrimoso, anche la pareggite
della Roma è un virus che non
passa mai. E lo scudetto, se ci
fosse stato ancora bisogno di
una conferma, fugge via prima
ancora di aspettare la primavera. Siamo al sesto pareggio nelle ultime sette partite di campionato (di cui quattro 1-1),
l’ottavo nelle ultime 11. A conferma del virus, sono otto le
“X” nelle ultime undici gare in
totale. Un cammino da lumaca,
come i suoi giocatori in campo.
STONATURE Persino il disastrato Verona, che ha le gambe
che tremano e la panchina che
scricchiola, è riuscito a fermare l’orchestra Garcia che orchestra non è più da tempo. Continua a tenere la bacchetta del
concerto in mano, insiste a
proporre musica geometrica e
di larghe idee. Ma è come se
suonasse a 33 giri. Adesso alla
Roma tocca esibirsi in Olanda,
contro il Feyenoord che ieri ha
battuto in rimonta l’Excelsior,
con il morale sotto gli strumenti, e poi nel big match con la Juventus che doveva arrivare con
ben altre aspettative. Sarà comunque decisivo per la Roma,
solo che l’obiettivo è cercare di
non farsi raggiungere al secondo posto.
LA CHIAVE Se si analizzasse la
sfida soltanto con le statistiche, staremmo qui a domandarci: com’è possibile che la
Roma non abbia vinto? Ha
avuto un possesso palla del
76,7 per cento. Un’enormità.
Di più, un record per il campionato in corso. Il regista Keita ha
collezionato 118 passaggi positivi. Tutti segnali di una gara
dominata. Ma i numeri ingannano. Certo, ha giocato soltanto la Roma, soprattutto nel primo round. Ma non ha mai trovato uno sbocco, un guizzo per
creare pericoli in area. Ritmo
troppo lento per scoperchiare
RStraripante nel
possesso palla,
la Roma va a ritmo
troppo lento per
creare pericoli
RPer il Verona un
punto pesante:
il pareggio è una
buona medicina
prima di Cagliari
la barricata anni Cinquanta del
Verona. Troppi passaggi in
orizzontale (e Keita un po’ di
responsabilità ce l’ha) che permettevano alla squadra di
Mandorlini di piazzarsi sempre
nel modo migliore. Soltanto
Ljajic cercava qualche spunto,
ma trovava poca collaborazione. E Gervinho, l’uomo deputato al cambio di passo, s’incartava nei suoi dribbling. Non a
caso la Roma ha trovato il gol
da fuori area, con un’intuizione di Totti e la complicità di Benussi poco reattivo. Non a caso
anche le altre occasioni sono
arrivate da lontano, con le sassate di Nainggolan (uno dei
pochi a mantenersi su buoni livelli) e la punizione di Ljajic finita sulla traversa.
REAZIONE E FORTUNA Detto
questo, il Verona è stato fortunato a pescare il pareggio con
la doppia deviazione AstoriKeita sulla zuccata di Jankovic
da corner di Hallfredsson. E’
stato l’unico tiro in porta del
primo round di un Verona
troppo rinunciatario ma che ha
meritato il pari per come ha reagito nel secondo. Mandorlini
ha fatto alzare il baricentro alla
squadra e, data la lentezza rivale, ha intravisto la possibilità
di colpire in contropiede. Quasi ci riusciva alla seconda ripartenza, quando l’Hallfredsson
uomo ovunque si è trovato tra i
Hallfredsson rovina addosso
ad Astori: la Roma è ancora
una volta schiacciata sul pari
IL NUMERO
240
i gol in A di Francesco
Totti: al Bentegodi il
capitano giallorosso
ha segnato la quinta rete
in questo campionato
AREA TECNICA
pareggite acuta.
Florenzi? Pensava
di farcela, invece...
Doumbia crescerà»
Andrea Pugliese
INVIATO A VERONA
«L’
ho già detto, siamo
malati di pareggite
acuta. Ma stavolta
questa cosa non fa più ridere».
Già, anche perché nelle ultime
sette partite di campionato per
la Roma di pareggi ne sono arrivati ben 6 (nel mezzo compare il 2-1 strappato a Cagliari),
compreso quello di ieri a Verona. «Siamo stati sfortunati: nel
primo tempo abbiamo giocato
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QUI VERONA
«Siamo sfortunati
Pensiamo al 2o posto»
1Garcia: «Malati di
piedi il match ball ma anche
Torosidis (sostituto di Florenzi, k.o. a fine primo tempo) davanti alla porta, che ha salvato.
Sarebbe stato francamente
troppo. Dopo il pericolo Garcia
ha ridato una chance a Doumbia togliendo Totti, ma la situazione è peggiorata. E poi forse
ha speso troppo tardi Verde per
Pjanic. Il ragazzino poteva dare più freschezza. Ma tant’è.
L’ultima mezzora è stata una
musica triste, arresa alla situazione. Tranne che per il Verona: dopo tre sconfitte di fila, finalmente un punto pesante.
Buona medicina prima dello
scontro salvezza col Cagliari.
bene, ma alla fine ci siamo ritrovati incredibilmente sull’1-1
— dice Rudi Garcia —. Loro
hanno pareggiato con mezza
occasione, proprio nel momento in cui Florenzi si è fatto male.
Alessandro pensava di farcela,
mi ha chiesto di provare e loro
hanno fatto gol con un giocatore infortunato. Com’è
che si dice in italiano? Manca sempre
1 per far 31».
PENSANDO ALLA JUVE Già, ridendoci su, verrebbe da pensare che a 31 pareggi
la Roma non potrà arrivarci
mai. A Verona, però, era importante vincere per restare a
-7 dalla Juventus. «Ora dobbiamo solo pensare a conservare il secondo posto, quella
è l’unica cosa da fare — conti-
Rudi Garcia,
51 anni, è alla
seconda
stagione sulla
panchina della
Roma ANSA
Mandorlini vede la luce
«Ma certe voci su di me...»
nua il francese —. Dobbiamo
stare zitti e lavorare. E proteggere la posizione, solo così possiamo sperare di poter attaccare ancora il primo». Ieri, tra l’altro, la Roma si è trovata davanti
un muro, con il Verona bassissimo a protezione della propria
porta. «In questi casi devi trovare le soluzioni con il tiro da
fuori o allargando il gioco.
Quando giochiamo in velocità
possiamo dare fastidio a tutti,
ma dobbiamo sfruttare meglio
le occasioni che creiamo».
Chiusura con i problemi della
Roma: quello fisico («Ma non è
così, ogni volta che siamo andati sotto siamo stati bravi a recuperare, vuol dire che la
squadra fisicamente c’è») e
l’inserimento a partita in
corso di Doumbia: «Ha
bisogno di un gol per
sbloccarsi e prendere
fiducia. Lasciamogli
un po’ di tempo, piano piano recupererà,
viene da due mesi in
cui non ha quasi giocato». Ma la Roma
può aspettarlo per
quanto?
● VERONA Dopo quattro sconfitte nelle ultime
5 gare, un pareggio così ci voleva eccome per
il Verona. Magari neanche tanto per la
classifica, che punto più punto meno, ma per il
morale e per la panchina sì. «È stata una buona
gara, attenta ed equilibrata, anche se non
siamo in un ottimo momento, questo è evidente
— dice alla fine Andrea Mandorlini —. Peccato
per l’occasione di Hallfredsson, lì ho pensato
che avremmo potuto pagarla. La Roma
avrebbe potuto punirci, ma alla fine è arrivato
un buon punto». Già, un punto con cui
Mandorlini ha salvato probabilmente la
panchina, almeno per ora. «Per me contava
solo la partita e il presente, quello che sarebbe
successo nessuno avrebbe potuto saperlo. I
rumours ci sono, ma è anche vero che ho un
ottimo rapporto con la società e con il
presidente. Sono partito da molto lontano con
il Verona, sono qui da 5 anni. E ci stavo male
per tutte queste sconfitte e per i tanti gol presi
negli ultimi tempi». Ecco perché Mandorlini si è
anche affidato un po’ ai suoi, da Toni a Gomez
fino ad arrivare a Jankovic. «È un luogo
comune, però sono giocatori che ci sono
mancati molto, è vero, proprio come ci è
mancato Obbadi. Uno si affida alle certezze e
questi giocatori sono con me da tanti anni».
pug
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
mo vincere, ma la Roma sta alla
larga dall’argomento scudetto,
che abbiamo trattato in un’altra epoca. Adesso dobbiamo
pensare a proteggere il secondo
posto, e sarà molto difficile». Al
momento, il rosario delle difficoltà è davanti a tutti e Sabatini
analizza «la mancanza di brillantezza», «il senso di frustrazione» e soprattutto quel mercato di riparazione che finora
non ha funzionato. «Abbiamo
trattato diversi attaccante, ma
Doumbia non è stato un ripiego, è un ottimo giocatore, e sapevamo come il suo stato di forma non fosse brillante, ma non
ci vuole una grande condizione
per fare una mezza girata di sinistro...», alludendo a una occasione sciupata dall’attaccante ivoriano nella ripresa. «Forse, non aver riflettuto bene sulle condizioni fisiche sue e di
Ibarbo è un errore che ho fatto,
ma mi riferisco solo alla tempistica degli acquisti».
fBOTTA E RISPOSTA
SABATINI-TOTTI
9
I PRECEDENTI
Nessuno
ha mai perso
il titolo con +9
dopo 24 gare
Perugia-Juve 1-0: scudetto
addio con 4 punti di vantaggio AP
Fabiana Della Valle
Il d.s. della Roma Walter Sabatini, 59 anni, ieri al Bentegodi LIVERANI
«Lo scudetto
non è per noi»
«Aspettiamo
fino a lunedì»
1Il d.s. non crede
alla rimonta: «Non
prendiamoci in
giro». Il capitano
tiene aperta la porta
VERONA
1
1
ROMA
Massimo Cecchini
INVIATO A VERONA
MARCATORI Totti (R) 26’, Jankovic (V) al 38’ p.t.
VERONA (4-3-3) Benussi; Pisano,
Marquez, Moras, Brivio; Ionita (dal
24’ s.t. Obbadi), Tachtsidis,
Hallfredsson; J. Gomez (dal 39’ s.t.
Christodoulopoulos), Toni, Jankovic
(dal 24’ s.t. Greco). PANCHINA
Gollini, Sorensen, Saviola, N. Lopez,
Marques, Campanharo, Agostino,
Fernandinho, Martic.
ALL. Mandorlini
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Jankovic per gioco scorretto
CAMBI DI SISTEMA dal 24’ s.t. 4-5-1
BARICENTRO molto basso 44,3 m
ROMA (4-3-3) De Sanctis; Florenzi
(dal 40’ p.t. Torosidis), Manolas,
Astori, Cole; Nainggolan, Keita, Pjanic
(dal 38’ s.t. Verde); Gervinho, Totti
(dal 21’ s.t. Doumbia), Ljajic.
PANCHINA Curci, Skorupski, YangaMbiwa, De Rossi, Holebas, Paredes,
Spolli, Uçan, Doumbia, Sanabria.
ALL. Garcia
ESPULSI nessuno AMMONITI Cole,
Manolas, Nainggolan per gioco
scorretto.
CAMBI DI SISTEMA nessuno
BARICENTRO alto 55,2 m
ARBITRO Gervasoni. NOTE paganti 3.846, incasso 94.430 euro; abbonati
14.107, quota 208.204,91 euro. Tiri in porta: 3-7. Tiri fuori 6-3. In fuorigioco 43. Angoli 6-8. Recuperi: 1’ p.t., 3’ s.t.
L
a Befana sulla scopa aveva
il sacco giusto: quello dei
doni. Il 6 gennaio, vincendo a Udine, la concatenazione
dei risultati aveva portato la
Roma ad avere un punto di
svantaggio dalla Juventus e
ben 9 di distacco sul Napoli,
terzo in classifica. Poi si è spenta la luce. Da quel momento la
squadra di Garcia, in sette partite di campionato ne ha vinta
solo una (a Cagliari), pareggiando sei. Come dire, nel 2015
su 21 punti a disposizione i
giallorossi ne hanno raggranel-
lati appena 9. Se aggiungiamo
in sovrappiù l’eliminazione in
Coppa Italia e una Europa League già in bilico dopo il pari interno col Feyenoord, si capisce
come apparentemente la partita di lunedì prossimo contro la
capolista — quella che doveva
essere la Madre di tutte le Sfide
— pare ridotta a quello che il
d.s. Walter Sabatini dice sia: «Il
primo match-ball scudetto per
la Juve». A non arrendersi, al
momento, è chi da vent’anni
porta la bandiera, capitan Totti, che invece — trascurando il
suo 240O gol in Serie A segnato
al Verona — mastica un sorriso
amaro e mormora: «Discorso
scudetto chiuso? Aspettiamo fino a lunedì».
PRESA IN GIRO Purtroppo per
lui, il discorso del d.s. è però
molto più articolato. «Parlare
di primo posto adesso, significherebbe prendere in giro me
stesso e la gente. La gara con la
Juve non la viviamo più come
uno scontro al vertice. Voglia-
CONTRO L’EXCELSIOR
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DIFENDERE IL
SECONDO POSTO
SARÀ MOLTO
DIFFICILE
WALTER SABATINI
D.S. ROMA
N
ove punti di vantaggio
dopo 24 giornate sono
garanzia di scudetto.
Lo dicono le statistiche, perché il +9 sulla seconda rappresenta il massimo distacco
nell’era dei tre punti in questo
momento del campionato. E’
successo 5 volte che una
squadra abbia accumulato un
tesoretto così ampio e tutte e
5 hanno poi conquistato lo
scudetto. Lo sa bene la Juventus, che si è trovata in tutte e
due le situazioni: è stata inseguitrice nel 2008-09, quando
l’Inter vinse il campionato
con 10 punti di scarto, e inseguita nel 2005-06, quando
arrivò davanti a tutti ma il tricolore venne poi revocato per
lo scandalo del calcio e finì
sulle maglie dei nerazzurri.
Lo sa bene anche la Roma,
che 2000-01, anno dell’ultimo scudetto giallorosso, dopo 24 turni era a +9 sui bianconeri e pur dilapidando 7
punti riuscì comunque a festeggiare.
CHI SI FA SORPASSARE In
ogni caso, a prescindere dal
numero di punti di vantaggio, dal 1994-95 ad oggi solo
tre volte è capitato che chi era
in testa dopo 24 giornate non
ha poi vinto il campionato:
Lazio (1998-99), Juventus
(1999-2000: scudetto perso
all’ultima giornata sotto il diluvio di Perugia) e Inter e Roma (2001-02). Il distacco tra
prima e seconda, però, era al
massimo di 4 punti ed erano
tutti campionati a 18 squadre
(quindi con 34 giornate).
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RIMPATRIATI I SEI ARRESTATI DI PIAZZA DI SPAGNA
Rotterdam, derby-ironia
per distendere i nervi
Alessandra Bocci
U
na risata non può bastare a seppellire i rifiuti e i
rottami rimasti nelle
strade di Roma, ma può aiutare a calmare i nervi in attesa
del match di ritorno fra la Roma e il Feyenoord che si giocherà giovedì con qualche apprensione della polizia. Ieri gli
avversari della Roma in Europa League tornavano in campo
dopo le polemiche italiane, e i
tifosi dell’Excelsior ne hanno
approfittato per prendere in giro i vicini di casa attaccando
striscioni intorno alla Hofplein
Fontein, la più grande di Rotterdam: «Resisterà questa fontana? Cercate di non distruggere anche questa». L’Excelsior
è un piccolo club di Rotterdam,
in passato quasi un satellite del
Feyenoord. Vivacchia nella
GARCIA E TOTTI: NIENTE CASO In ogni caso Sabatini cancella ogni tentazione di mettere sul banco degli imputati Garcia. «Il dubbio di un suo addio
non deve insinuarsi nella mente di nessuno: rimarrà alla Roma anche nella prossima stagione». Per questo l’allenatore
cerca subito si spegnere le polemiche generate dalla sostituzione di Totti, uscito abbastanza stupito — «Chi io? Aspetta
un po’...» si legge dal labiale in
tv — ma dando la mano al tecnico e non creando casi. «Francesco non solo bisogna risparmiarlo ma l’ho visto anche un
po’ meno bene. Mi auguro che
qualcuno quando esce non sia
contento perché vuole continuare la partita. Il capitano è
uno di quelli, sempre con il rispetto per le scelte. Non cerchiamo problemi che non ci sono». Problemi potrebbero essercene invece se giovedì la Roma fosse eliminata dal
Feyenoord. «Sarebbe un fatto
grave — ammette Sabatini —
Non un fallimento, ma un inciampo grosso». Eppure di tutto questo, ne siamo convinti,
nel sacco della Befana non c’era
traccia.
Resisterà questa fontana? scrivono i tifosi dell’Excelsior di Rotterdam
bassa classifica della Eredivisie, ma ha trovato il modo di
prendersi gioco dei parenti più
titolati.
RIMONTA La Hofplein Fontein
è una specie di Cibeles di Rotterdam: è tradizione che i tifosi
del Feyenoord festeggino cop-
pe e scudetti tuffandosi dentro. I maligni fanno notare che
visto il declino del club la fontana è tranquilla da un pezzo,
ma intanto ieri il Feyenoord si
è preparato alla gara di Europa
League vincendo e conservando il terzo posto in condominio
con l’AZ. Feyenoord-Excelsior
non è stata una partita difficile, ma un derby tranquillo. A
parte il sarcasmo dei tifosi dell’Excelsior non c’è stato niente
da segnalare: l’avversaria della
Roma è andata in svantaggio
2-0, ha rimontato e vinto 3-2.
HOOLI-IMPIEGATI Ben più imbarazzante del momentaneo
svantaggio è stata la notizia
pubblicata dal Telegraaf: fra gli
spaccatutto di Rotterdam ci sarebbe anche un impiegato del
club, un ragazzo che lavora nel
fan shop. Il Feyenoord ha subito smentito («non ci sono hooligans nel nostro club»), ma
non è stata una bella pubblicità
per il marchio. I dirigenti però
hanno incassato la solidarietà
del collega dell’Ajax Edwin van
der Sar, che adesso si occupa
del marketing della sua vecchia squadra e ha commentato
diplomaticamente i fatti di Roma: «Quello che è successo al
Feyenoord potrebbe succedere
a qualunque club». Pur non essendo una bellezza artistica, a
Rotterdam sperano che la Hofplein Fontein non diventi bersaglio di qualche rappresaglia.
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Marino: «Risarcire i danni
con Olanda-Italia». Ok Figc
● (a.cat.) Arrestati,
scarcerati e rimpatriati a
proprie spese. Oggi gli ultimi
sei hooligan del Feyenoord
accusati delle devastazioni di
piazza di Spagna e detenuti
nel carcere di Regina Coeli,
lasceranno la città. Il
Tribunale di Roma ha
confermato per tutti e sei
l’arresto emettendo nei loro
confronti anche il divieto di
dimora nella Capitale. Ieri,
dopo che gli ultrà sono stati
ascoltati negli interrogatori di
garanzia, il giudice ha accolto
la richiesta di convalida del
pm titolare dell’inchiesta,
Eugenio Albamonte. Ai sei
vengono contestati i reati di
lesioni e resistenza a pubblico
ufficiale.
Prosegue, nel frattempo, la
visione dei filmati (per oltre
10 ore) e del materiale
fotografico relativi ai
momenti cruciali dell’assedio
di piazza di Spagna: i
magistrati romani cercano di
individuare altri colpevoli —
sfruttando anche la
collaborazione delle autorità
olandesi — ai quali potrebbero
contestare pure il reato di
devastazione.
Mentre sul fronte risarcimento
danni (non solo della Barcaccia),
arriva il primo concreto
contributo dall’Olanda: l’iniziativa
«Scusa Roma Actie», lanciata sul
web, ha già raccolto 4mila euro.
L’obiettivo assai ambizioso è
arrivare a 100mila. Sarà più
facile ottenerli, ammesso che
siano tutti d’accordo, con la
proposta lanciata ieri dal
sindaco Marino e dall’assessore
allo Sport Masini:
«Un’amichevole tra Olanda e
Italia, da disputare a Rotterdam,
con incasso destinato a riparare
i danni di piazza di Spagna».
Tavecchio e la Figc hanno già
detto sì («Ma la prima finestra
libera nel calendario
internazionale è novembre»), ora
tocca alla federcalcio olandese.
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10
Champions R Domani gli ottavi
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
FORMAZIONI A CONFRONTO
Presenze
BUFFON
LICHTSTEINER
BONUCCI
CHIELLINI
EVRA
MARCHISIO
PIRLO
POGBA
VIDAL
MORATA
TEVEZ
89
24
22
37
93
27
109
20
20
11
39
2
1
Reti
2
2
1
8
7
Champions
1
9
PALMARES
1 Mondiale,
1 Coppa Uefa
Presenze
1 Champions,
1 Mondiale per club
1 Mondiale,
2 Champions
2 Supercoppe Europee
1 Mondiale per club
1 Mondiale Under 20
KAMPL
WEIDENFELLER
PISZCZEK
SUBOTIC
HUMMELS
SCHMELZER
GUNDOGAN
SAHIN
35
28
25
25
27
18
17
Reti
2
1
1
6
1 Champions,
1 Mondiale per club,
1 Intercontinentale,
1 Coppa Libertadores,
1 Coppa Sudamericana
1 Champions
KAGAWA
REUS
AUBAMEYANG
22
24
15
1
Champions
11
PALMARES
1 Mondiale
1 Mondiale
1 Coppa d’Asia
2011
GAZZETTA DELLO SPORT
L’esperienza conta? Per la Juve sì
1Presenze europee, nazionali, trofei: bianconeri meglio del Borussia. Recuperato Vidal
Mirko Graziano
Carlos Tevez,
31 anni
MILANO
LAPRESSE
H
anno ragione a Torino a non farsi condizionare dall’attuale classifica in Bundesliga
del Borussia Dortmund. La banda Klopp
frequenta sì le zone basse, ma dopo la sosta invernale (lunghissima in Germania) ha cambiato
marcia, è reduce da tre vittorie consecutive, ha
obiettivamente valori tecnici di prima fascia e da
tre stagioni è uno dei top club a livello europeo:
finale di Champions nel 2013; quarto di finale
perso di misura l’anno scorso contro il Real poi
vincitore (vittoria 2-0 in casa dopo aver perso 3-0
a Madrid); primo posto nella fase a gironi di quest’anno. Detto ciò, mai come oggi la Juve può calare carte migliori rispetto ai gialloneri, e parliamo di valori tecnici, di profondità della rosa, di
esperienza e vittorie internazionali.
CHAMPIONS JUVE Prendiamo in considerazione le due probabili formazioni di domani sera.
Bianconeri con Buffon in porta; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa; Marchisio, Pirlo e Pogba a centrocampo, Vidal (recuperato e
da ieri di nuovo in gruppo) alle spalle di Tevez e
Morata. Borussia che dovrebbe affidarsi a Wei-
denfeller fra i pali; Piszczek, Subotic, Hummels Mondiale 2006, due Champions, due Supercoppe
(o Papastathopoulos) e Schmelzer dietro; Gun- europee e un Mondiale per club griffati Milan.
dogan e Sahin diga centrale; quindi Kampl, Ka- Ben messo pure Tevez: Libertadores (la Chamgawa e Reus a ridosso di Aubameyang. Somma pions sudamericana), Copa Sudamericana e copdelle presenze in Champions League (preliminari pa Intercontinentale con la maglia del Boca;
compresi) dei potenziali titolari: Juve-Borussia Champions e Mondiale per club con il Manchester United. Morata ha vinto la
491-242. Presenze nelle varie naChampions 2014 con il Real, e a lizionali: Juve-Borussia 713-328.
ALTRI NUMERI
vello giovanile vanta l’Europeo UnQuattro i bianconeri che hanno già
vinto almeno una Champions: Pir- Presenze nelle varie der 21 del 2011 (Italia seconda).
Infine, va citato pure Pogba, camlo (due volte), Evra, Tevez e Morapione del mondo Under 20 in carita. In rosa c’è pure Caceres, cam- nazionali dei
potenziali
titolari:
ca e miglior giocatore del torneo.
pione d’Europa con il Barcellona
2009. Zero coppe internazionali 713-328 per la Juve
CHIELLINI «Abbiamo grande riper il probabile undici di Klopp,
spetto per il Borussia — ha detto
con i soli Weidenfeller, Hummels e Chiellini: «Siamo più
Giorgio Chiellini ieri a “Stadio
Kagawa vincenti in nazionale:
Sprint” di Rai Due —, ma anche
campioni del mondo in carica i pri- forti rispetto al
tanta voglia di vincere, andare
mi due (zero presenze per il vice di passato. Scudetto?
avanti e continuare a sognare. Ci
Neuer), campione d’Asia 2011 il Ancora aperto...»
sentiamo più forti e maturi degli
giapponese.
anni scorsi. I rischi maggiori sono legati alle loro
BACHECHE È invece impressionante la bacheca ripartenze in velocità. Possono fare male, ma dieinternazionale dell’undici juventino. Buffon ha tro il Borussia si espone a rischi altissimi. Lo scuvinto il Mondiale 2006 e una Coppa Uefa con il detto? La corsa è aperta. Comunque non possiaParma. Evra vanta Champions League e Mondia- mo pensare allo scudetto già adesso, sarebbe un
le per club ai tempi del Manchester United. C’è errore gravissimo».
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quindi l’incredibile curriculum di Pirlo: oltre al
LA GUIDA
Domani a Torino
arbitra Lahoz
Giovedì le altre 5
Dopo Psg-Chelsea (1-1), ShakhtarBayern (0-0), Basilea-Porto (1-1) e
Schalke-Real Madrid (0-2) domani e
mercoledì si conclude l’andata degli
ottavi di Champions. Giovedì il ritorno
dei sedicesimi di Europa League.
DOMANI (Champions)
Manchester City (Ing)-Barcellona (Spa)
20.45, Sky, arb. Brych (Ger)
JUVENTUS-Borussia Dortmund (Ger)
20.45, Sky Sport 1 HD, arb. Lahoz (Spa)
MERCOLEDÌ (Champions)
Arsenal (Ing)-Monaco (Fra) 20.45, Sky
Leverkusen (Ger)-Atletico Madrid (Spa)
20.45, in tv su Canale 5.
GIOVEDÌ (Europa League)
INTER-Celtic (Sco) ore 19, and. 3-3
FIORENTINA-Tottenham (Ing) 19, 1-1
Athletic Bilbao (Spa)-TORINO 21.05, 2-2
Feyenoord (Ola)-ROMA 21.05, and. 1-1
NAPOLI-Trabzonspor (Tur) 21.05, 0-4
Tutte su Mediaset Premium
Champions R Domani gli ottavi
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fIL PERSONAGGIO
L'IDENTIKIT
PAPASTATHOPOULOS
SOKRATIS
PAPASTATHOPOULOS
«Pirlo e Pogba
due fuoriclasse
Ma il Borussia
cerca il colpo»
NATO IL 9 GIUGNO 1988
A CALAMATA (GRECIA)
RUOLO DIFENSORE
ALTEZZA 186 CM PESO 85 KG
2008-11
DAL GENOA ALLO SCUDETTO
Dopo gli inizi in Grecia, arriva in
Italia nell’estate 2008, al Genoa.
Nell’estate del 2010 passa al
Milan: con i rossoneri vince lo
scudetto collezionando però solo
5 presenze in A.
1L’ex del Milan: «In Italia ho imparato,
qui sono cresciuto. Immobile ha stoffa»
Carlo Laudisa
INVIATO A DORTMUND (GERMANIA)
S
okratis il pragmatico. Come il filosofo greco il difensore del Borussia Dortmund si prepara alla decisiva sfida con la Juve senza scomporsi.
Ci accoglie a casa, a due passi dal
centro sportivo del Borussia. Ad
aspettarlo i suoi due angeli: la
bella moglie Xanthi e la piccola
Chara. A soli 26 anni vanta già
una carriera al top, non senza alti e bassi. Il debutto in Champions con l’Aek nella vittoria sul
Milan ad appena 18 anni, l’approdo al Genoa l’anno successivo, quindi la grande chance al
Milan nel 2010 con uno scudetto
vinto da comparsa o poco più.
Poi, la svolta tedesca: due anni al
Werder Brema, dal 2013 il grande salto a Dortmund. Nel mezzo
i fasti con la nazionale greca e il
corredo di due Mondiali e un Europeo. Il Papa ha le spalle larghe. Ha appena superato anche
l’ultimo stop di due mesi per una
frattura al perone e Klopp fa conto su di lui e Hummels per guidare dalla difesa la rincorsa in Bundesliga e coltivare le ambizioni
di Champions. «La pausa ci ha
fatto bene. Siamo tornati carichi
— dice Papastathopoulos — dopo un incredibile avvio, con
troppe gare perse per caso. Siamo in risalita e qui la gente crede
nei miracoli, cioè nel visto
Champions. Sarà dura ma nell’Europa League ci conto. Dortmund è una città che vive per il
calcio: sono in 500 mila, vanno
allo stadio in 80 mila. Se ci fosse
il doppio dei posti li riempirebbero».
Ed è tornato pure Reus.
«È troppo importante per noi.
Non a caso abbiamo ripreso a fare più gol, il nostro marchio di
fabbrica».
Anche a Stoccarda avete subito
due gol balordi.
«Nel finale ci siamo distratti, ma
Sokratis Papastathopoulos, 26 anni, seconda stagione al Borussia REUTERS
la difesa non è il nostro punto
debole. Anche in questa stagione strana abbiamo subito le stesse reti di un anno fa».
Che succede a Immobile?
«Anche Aubameyang l’anno
scorso aveva faticato e ora va a
mille. Non è facile ambientarsi
in Bundesliga. Qui il gioco è meno tattico ma è più veloce. Incide
anche la nuova lingua: io e Aubameyang lo stiamo aiutando visto che parliamo l’italiano. Tuttavia Ciro si sta impegnando
molto. Ha stoffa chi vince la classifica marcatori in Italia e ho
molta fiducia in lui».
Klopp come vi aiuta?
«Dando fiducia a tutti. Questo
Borussia è a sua immagine e somiglianza e cerca sempre di imporre il proprio gioco. Esattamente quello che ci ripromettiamo di fare a Torino, pur sapendo
che la Juve è la squadra italiana
più forte e schiera tanti giocatori
al top come Pirlo e Pogba».
ESTATE 2011
ESPERIENZA TEDESCA
Un anno al Werder, poi l’approdo
al Borussia, con cui vince la
Supercoppa di Germania.
È pronto a marcare Tevez o Morata?
«L’Apache l’ho incrociato con la
Grecia, ma non ci ho mai giocato
contro. Morata invece l’ho affrontato l’anno scorso con il Real: sono entrambi molto forti».
Un suo pronostico?
«50 % pari. Ci siamo ripresi, possiamo farcela».
Ritroverà Pirlo.
«L’ho conosciuto nel suo ultimo
anno al Milan. Uno dei migliori
nell’ultimo decennio nel ruolo. È
anche un grande uomo: ricordo
come a Milanello fosse disponibile con tutti».
In quel Milan non trovò grandi
spazi.
«Quella era una grandissima
squadra: con Ibra, Seedorf, Robinho e Ronaldinho. Io avevo davanti un idolo per me come Nesta così come il bravissimo Thiago Silva. Ho imparato tanto da
tutti. Anche se in seconda fila».
11
Nel 2011 arriva Mexes, poi una
sterile girandola di difensori.
«Tutto il livello della rosa rossonera è calato. Come l’intero calcio italiano è in evidente crisi
tecnica. Sono andati via troppi
big, l’unica a non risentirne è
proprio la Juve che invece ha saputo attrezzarsi».
La A non ha più grandi difese.
«E’ solo un problema generazionale: non a caso Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini fanno ancora la differenza. Di sicuro in
Italia si difende meglio che altrove: in A ho imparato tanto».
Avrà di fronte Allegri, l’allenatore che l’ha bocciata.
«Lui mi parlava tanto, mi spronava. Poi mi lasciava fuori. Ho
chiesto io di andare via: a 22 anni volevo giocare. Quella sconfitta mi fatto crescere. E credo
che le successive esperienze in
rossonero siano servite anche a
lui. Non era facile sostituire Conte, lo sta facendo bene».
Nel 2013 l’ha cercata la Juve...
«Non ho avuto offerte dirette. So
solo che sono contentissimo di
aver scelto Dortmund: sto bene e
i programmi sono ambiziosi».
ALLEGRI
MI SPRONAVA MA POI
MI LASCIAVA FUORI
ORA È PIÙ ESPERTO
ANCHE LUI
SU ALLEGRI
SUO ALLENATORE AL MILAN
E i 20 milioni dell’Arsenal?
«Ho un contratto sino al 2018 e
intendo rispettarlo».
C’è tanta Grecia in serie A.
«Mi fa piacere che tanti miei
compagni si stiano facendo rispettare da voi. Soprattutto
quelli della Roma».
Perché Ranieri ha fallito?
«Dopo un bel Mondiale e l’addio
di Karagounis e Katsouranis abbiamo perso troppi punti di riferimento: non mi sento di dare
colpe a Ranieri. È una bravissima persona, s’è trovato in una situazione troppo complicata».
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12
Serie A R 24a giornata
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE PAGELLE di S.CIE.
MAURICIO HORROR
KEITA PUNGE
VAZQUEZ GENIALE
BARRETO EVAPORA
LAZIO
CANDREVA
7,5
Il gol con cui decide la partita è
una perla assoluta. E non si limita
a quella. Sulla fascia, ma anche
accentrandosi, manda sempre in
crisi la difesa ospite (Onazi s.v.).
1
NON SOLO CANDREVA
Salti, barelle
e dita mozzate:
quando esultare
fa un male boia
1
PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Terzi,
Gonzalez, Andelkovic; Morganella (dal
40’ s.t. Rispoli), Quaison (dal 30’ s.t.
Belotti), Jajalo, Barreto, Lazaar (dal
25’ s.t. Daprelà); Vazquez, Dybala.
(Ujkani, Milanovic, Vitiello, Ortiz,
Emerson, Della Rocca, Chochev,
Bentivegna, Joao Silva). ALL. Iachini.
ESPULSI Barreto al 50’ s.t. per
doppia ammonizione (entrambe
gioco scorretto). AMMONITI
Quaison, Jajalo e Rispoli per g.s.
BARICENTRO MOLTO BASSO 47 M.
CAMBI DI SISTEMA dal 30’ s.t.
3-4-1-2.
La rete di Stefano Mauri, 35 anni, che aveva portato all’1-1 LIVERANI
ARBITRO Di Bello di Brindisi.
NOTE paganti 9.816, abbonati 17.370,
incasso e quota n.c. Tiri in porta: 9-6.
Tiri fuori: 7-2. In fuorigioco: 4-1.
Angoli: 6-2. Recuperi: p.t. 0’; s.t. 6’.
Mauri-Candreva
il Palermo balla
la Lazio rimonta
● 1 Candreva segna al Palermo, nell’esultare sotto la curva scivola,
sbatte il ginocchio sul cemento e si fa male 2 Bonaventura festeggia
in Milan-Cesena: inciampa ma senza conseguenze 3 Martin Palermo
si infortuna esultando in maglia Villarreal AFP KOMUNICARE
2
1Avanti con Dybala, i siciliani dietro sono fragili:
Pioli sorpassa, Zamparini s’arrabbia con Iachini
5,5
IL MIGLIORE
VAZQUEZ
7
Giocate geniali ed efficaci, sempre
a testa alta, come quella che
Dybala non trasforma nel 2-0.
Sfiora il gol con un pregevole
pallonetto, ne salva uno su Mauri.
SORRENTINO 6,5 Nega per due
volte il gol a Candreva, ma sul
terzo tentativo non può nulla.
TERZI 5,5 Un esterno atipico
come Mauri non è facile da
controllare. E infatti paga dazio.
G. GONZALEZ 5 Provoca un
rigore (che l’arbitro non vede),
troppo spesso in affanno.
ANDELKOVIC 5,5 Cerca di
cavarsela col mestiere, sparisce
nel finale.
MORGANELLA 6 Alterna iniziative
interessanti a black-out improvvisi
(Rispoli s.v.).
QUAISON 6,5 Ottimo primo
tempo, con la gemma dell’assist a
Dybala. Si appanna nella ripresa.
BELOTTI 5,5 Iachini gli chiede il
guizzo spacca-partita, ma lui si
perde nel traffico.
JAJALO 6 Poco appariscente,
molto efficace nel dettare i tempi
della manovra. Ma pure lui cala
alla distanza.
BARRETO 5 Si perde Candreva sul
2-1. Poi, nel recupero, lascia pure
la squadra in dieci.
LAZAAR 6,5 Grande primo
tempo, ha il solo torto di non
capitalizzare al meglio l’occasione
che ha prima dell’intervallo.
DAPRELA’ 5,5 Troppo timido, non
riesce ad entrare in partita.
DYBALA 6,5 Freddo e spietato in
occasione del gol, troppo sicuro in
quella del mancato raddoppio.
ALL. IACHINI 5,5 Buon Palermo
per un’ora, poi sbaglia i cambi,
specie quello Quaison-Belotti.
DI BELLO Sullo
0-0 non vede un
rigore per la
Lazio: lo sgambetto di Gonzalez a
Parolo era da punire. Convincono
poco pure certe decisioni a metà
campo nel secondo tempo.
POSADO 6 - MARZALONI 6
CALVARESE 5 - ABBATTISTA 6
5
PALERMO
LAZIO (4-3-3) Marchetti; Cavanda,
De Vri, Mauricio, Radu; Cataldi,
Biglia (dal 15’ s.t. Ledesma), Parolo;
Candreva (dal 37’ s.t. Onazi), Klose
(dal 30’ s.t. Keita), Mauri. (Berisha,
Strakosha, Novaretti, Cana,
Braafheid, Ederson, Perea).
ALL. Pioli.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Parolo, Radu e Mauricio per g.s.
BARICENTRO BASSO 49,7 M.
CAMBI DI SISTEMA dal 37’ s.t.
4-3-2-1.
IL MIGLIORE
PALERMO
2
PRIMO TEMPO 1-1
MARCATORI Dybala (P) al 26’, Mauri
(L) al 33’ p.t.; Candreva (L) al 33’ s.t.
6,5
MARCHETTI 6,5 Grande
intervento su Lazaar. Attento su
Vazquez e Morganella.
CAVANDA 6 Brutto errore in
avvio, ma poi esce bene alla
distanza.
DE VRIJ 6 Efficace anche se
grossolano il salvataggio su
Vazquez.
MAURICIO 4,5 Clamoroso
l’errore che determina l’1-0. Ha il
merito di non scomporsi.
RADU 5,5 Bene davanti (entra
nell’azione dell’1-1), dietro invece
commette due errori gravi.
CATALDI 6 L’assist a Mauri e altre
buone iniziative, ma anche qualche
pausa di troppo.
BIGLIA 5,5 La febbre lo mette k.o.
prima ancora di iniziare. Non può
dare il solito apporto.
LEDESMA 6,5 Entra bene in
partita. Prezioso nel finale quando
c’è da congelare il risultato.
PAROLO 6,5 Moto perpetuo senza
mai perdere la lucidità. Quanti
palloni recuperati.
KLOSE 6 Non trova il gol, ma fa
pesare il suo carisma nei momenti
importanti.
B. KEITA 6 La sua freschezza è
utilissima per l’assalto finale.
S. MAURI 7 Colpo da biliardo per
l’ottavo gol di questo campionato.
E’ il suo record. E Vazquez gli nega
la doppietta.
ALL. PIOLI 7 Nonostante assenze
(ben cinque) e avversità varie la
Lazio va. Cambi giusti al momento
giusto.
LAZIO
Stefano Cieri
ROMA
A
ncora Candreva, e la Lazio torna a sognare la
Champions. Dopo il cucchiaio di Udine il romano regala
altri tre punti d’oro alla sua
squadra con un gol da campione, cui fa seguito un’esultanza
fantozziana. Che però, alla fine,
rende unico il suo pomeriggio.
Perché non capita spesso di farsi male (pare senza conseguenze) per eccesso di gioia.
CHE CARATTERE Un’esultanza
«preterintenzionale» da capire,
tuttavia. Perché la Lazio in generale e Candreva in particolare inseguono e alla fine ottengono il secondo successo consecutivo grazie a un carattere
grande così. Contro un Palermo
che, pure all’Olimpico, si rivela
ottima squadra ma con una fase
difensiva problematica (e il presidente Zamparini alla fine tirerà le orecchie a Iachini per non
aver confermato la difesa a
quattro), i biancocelesti vanno
sotto, rischiano il colpo del k.o.,
restano in piedi e con pazienza
e tenacia ribaltano - meritatamente - il risultato. Priva di cinque titolari e con un Biglia a
mezzo servizio causa febbre
(uscirà dopo un’ora) la squadra
di casa deve arrangiarsi. Lo fa
con intelligenza, senza scomporsi nonostante un rigore negato sullo 0-0 (Gonzalez su Parolo) e un gol regalato agli avversari (Mauricio la fa grossa).
Soffre anche, la Lazio, ma poi
sale in cattedra negli ultimi venti minuti quando i giochi si decidono dopo il botta e risposta di
Dybala e Mauri.
EQUILIBRIO E ORRORI Per oltre
un’ora, in effetti, la gara è in assoluto equilibrio. Lazio e Palermo la giocano a viso aperto,
confermando di essere entrambe belle dalla cintola in su, molto meno quando c’è da difendersi. La Lazio cerca di sfondare
sulle fasce con i tandem Candreva-Cavanda e Mauri-Radu.
In mezzo però prevale la densità del Palermo e davanti
Vazquez e Dybala sono sempre
in agguato. Ma anche Quaison e
Lazaar rompono il gioco e ripartono in un amen. È proprio lo
svedese di origini ghanesi, in
pressing, a provocare il macroscopico errore di Mauricio da
cui nasce l’1-0 degli ospiti. Innescato da Quaison, l’argentino
arriva tutto solo davanti a Marchetti e lo fredda. E un minuto
HANNO DETTO
«MATURITÀ
E INTELLIGENZA IN
UNA GARA DIFFICILE:
PER L’EUROPA È
LA STRADA GIUSTA»
STEFANO PIOLI
TECNICO DELLA LAZIO
«PERSEVERARE
CON LA DIFESA A TRE
È DA STUPIDI
E LA STUPIDITÀ
MI FA ARRABBIARE»
MAURIZIO ZAMPARINI
PRESIDENTE DEL PALERMO
dopo, con una Lazio in stato
confusionario, potrebbe chiudere i giochi, ma spedisce alto
l’assist al bacio di Vazquez. Arriva invece il pari di Mauri con un
tocco felpato in area piccola su
assist di Cataldi (ottavo gol stagionale per il capitano: record
personale). Iachini giustamente si rammarica. E non è tutto,
perché poco prima dell’intervallo i rosanero sprecano una
doppia ghiotta occasione per
tornare in vantaggio (Marchetti
salva su Lazaar, poi De Vrij respinge il pallonetto di
Vazquez). Ma il Palermo paga
soprattutto un finale di partita
in cui progressivamente sparisce dal campo.
MOSSE DECISIVE Sì, perché
l’inerzia della gara, in equilibrio
per settanta minuti (anche la
Lazio ha le sue occasioni, con
Candreva e Klose), si spezza negli ultimi venti. Decidono la migliore condizione e la maggiore
determinazione dei padroni di
casa, ma anche i cambi degli allenatori. Pioli butta dentro prima Ledesma che organizza la
manovra meglio del febbricitante Biglia, quindi Keita che
ravviva il gioco d’attacco. Iachini, invece, prova a vincerla inserendo una punta (Belotti) per
un centrocampista (Quaison),
ma finisce per perderla. Perché
la sua squadra, già in debito di
ossigeno, si allunga pure, lasciando alla Lazio troppi spazi.
Nei quali si infilano a meraviglia gli uomini più esperti di
Pioli. Mauri va vicino alla doppietta di testa su cross di Candreva. Klose, prima di uscire,
sfiora la traversa. Ma è Candreva quello che le gambe e la mira
giuste. Ci prova due volte e Sorrentino si supera, ma al terzo
tentativo fa bingo. Con un gol
da top-player (esultanza a parte).
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1Ieri il laziale e
Bonaventura sono
cascati, Palermo si
ruppe una gamba,
Serena si ustionò
3
Vincenzo Cito
S
egno, quindi esulto.
Una volta se la cavavano con la manina
sventolata verso il pubblico,
oggi si fanno proprio male.
Prima di Candreva - e ieri ha
rischiato anche Bonaventura, come Bonucci una settimana prima - hanno imperversato veri e propri miti. Il
più grande di tutti? Martin
Palermo, una gloria nazionale in Argentina, in Europa
ricordato soprattutto per i
tre rigori tre sprecati in una
partita col Villarreal e per
come buttò via una stagione
dopo una rete, fratturandosi
tibia e perone per l’impatto
con un cartellone pubblicitario. Se l’è cavata per fortuna con meno danni ieri Candreva, scivolato sotto la curva e poi uscito. In tv si è bec-
cato pure la battuta del tecnico
Stefano Pioli «Spero succeda
ancora, vorrà dire che avrà segnato un altro gol». Gli allenatori però dovrebbero essere gli
ultimi a parlare. Nel 2008 Ilario Castagner, nell’esultare per
la promozione in A del Perugia,
si lesionò il tendine d’Achille
della gamba destra. E vogliamo
parlare di quelli che dovrebbero proteggere l’integrità fisica
degli altri e non sanno badare
alla loro? Mondiale 2014: l’Inghilterra segna all’Italia e viene
portato fuori in barella il fisioterapista Gary Lewin che festeggiando si è lesionato la caviglia sinistra
PERICOLI E SFORTUNA Per fortuna ci sono gli specialisti,
quelli che non si fanno mai male come lo era Martins, il re delle capriole, tutte perfettamente
eseguite. Il guaio sono gli imitatori: l’argentino Espindola
cercò di fare altrettanto, si fece
male alla caviglia e gli annullarono pure il gol. Peggio andò a
Paulo Diogo che si aggrappò
alla rete di recinzione dopo un
gol col Servette, rimanendovi
impigliato con la fede nuziale.
Nel ricadere giù perse due falangi dell’anulare, poi amputato. E si beccò anche il giallo.
Pura iella quella di Aldo Serena
che in nazionale, nel 1986 ad
Avellino, travolto dall’affetto
dei compagni dopo un gol alla
Germania si ustionò la coscia
scivolando sulle linee del campo, tracciate in calce viva. Perché spesso il pericolo maggiore
può arrivarti proprio dagli
amici come capitò a Quagliarella dopo un gol al Catania.
Schizzato dalla panchina per
esultare con lui, Storari gli prese la testa e non voleva più mollargliela. Alla fine comunque si
convinse.
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
13
14
Serie A R 24a giornata
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Doppietta di Big Mac
Empoli, scatto salvezza
Il Chievo è ipnotizzato
1Apre Rugani, poi si scatena l’attaccante: toscani al quarto
risultato utile di fila. Maran mischia le carte ma gialloblù spenti
EMPOLI
3
CHIEVO
0
PRIMO TEMPO 1-0
MARCATORI Rugani al 22’ p.t.;
Maccarone al 1’ e al 22’ s.t.
EMPOLI (4-3-1-2)
Sepe; Hysaj, Tonelli, Rugani, Rui;
Vecino (dal 37’ s.t. Signorelli),
Valdifiori, Croce; Saponara (dal 13’
s.t. Zielinski); Maccarone (29’ s.t.
Mchedlidze), Tavano. PANCHINA
Pugliesi, Bassi, Laurini, Barba,
Somma, Verdi, Brillante,
Pucciarelli. ALL. Sarri.
CAMBIO DI SISTEMA nessuno.
BARICENTRO MEDIO 52,2 M.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
nessuno.
CHIEVO (3-4-1-2)
Bizzarri; Dainelli, Gamberini,
Zukanovic; Schelotto, Izco,
Radovanovic (dal 19’ s.t.
Fetfatzidis), Hetemaj; Birsa (dal 1’
s.t. Paloschi); Meggiorini (dal 19’ s.t.
Pellissier), Botta.PANCHINA Bardi,
Seculin, Mattiello, Cesar, Sardo,
Biraghi, Cofie, Pozzi. ALL. Maran.
CAMBIO DI SISTEMA dal 30’ p.t.
al 4-4-2; dal 1’ s.t. al 4-3-3.
BARICENTRO BASSO 48,8 M.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Radovanovic e Botta per g.s.
ARBITRO Tagliavento di Schio.
NOTE paganti 1.137, incasso di
9.456 euro, abbonati 6.201, quota
di 40.135,83. Tiri in porta: 5-3. Tiri
fuori: 6-6. In fuorigioco: 0-8.
Angoli: 3-9. Recuperi: 1’ p.t.; 2’ s.t.
pevolezza del da farsi dalla
metà campo in su. Nella stessa
giornata, i padroni di casa ritrovano un eccellente Vecino,
autore di due splendidi assist
per i gol di Maccarone, e un
Croce tutto sostanza, cui non
pesa affatto il lavoro di facchinaggio in fase difensiva. E così
si spengono tutte le luci in casa Chievo, che tradisce in pieno la fama di squadra scomoda per tutti: nel tentativo di
sorprendere, passando dal 43-1-2 (con Birsa arma tattica
sulla trequarti) al 4-4-2 fino al
4-3-3 finale della disperazione, Maran finisce presto nel
tunnel, ipnotizzato dal possesso palla toscano (63,3%) e
sorpreso dalle verticalizzazioni di Valdifiori e compagni
(ben 205 contro 134, emblematiche quelle subite dopo
l’intervallo), in coincidenza
pure con la giornata no di
molti fedelissimi, da Zukanovic a Radovanovic, da Hetemaj a Izco, ieri deludenti in un
contesto di assoluto grigiore.
Per stessa ammissione del tecnico.
Massimo Maccarone, 35 anni, festeggiato dai compagni ANSA
Alessio D’Urso
INVIATO A EMPOLI
E
ffetto Rugani. Effetto
Maccarone. La somma
produce una vittoria
strameritata. Una dittatura di
90’. Sono i gol del golden boy
della difesa e dell’esperto Big
Mac, così belli da sembrare facili quando invece non lo sono
per niente, la chiave e insieme
la sintesi del netto successo
dell’Empoli sull’irriconoscibile Chievo. Due squadre separate ieri da un abissale divario
tecnico. I lampi da salvezza illuminano il cammino dei toscani e accecano gli avversari
lungo il sentiero del match: il
sigillo di Maccarone vuole es-
sere, in più, lo sfoggio di classe
di un attaccante a segno da
quattro giornate di fila, simbolo della più bella provinciale di questo campionato.
AVANTI TUTTA Sono tre punti
pesanti per come arrivano e
per quello che dicono: l’Empoli è una gioia per gli occhi, vede all’orizzonte la salvezza assumere più nitide fattezze e
costringe gli avversari a un’attenta riflessione dopo le due
vittorie di fila su Parma e Sampdoria. Fedeli al loro credo, gli
angeli dalla faccia sporca di
Sarri applicano con sempre
maggiore incisività il calcio in
libertà del loro allenatore, tutto brio, inserimenti dei centrocampisti e perfetta consa-
CAPOLAVORI I gol sono tutti
piccoli capolavori di talento e
velocità d’esecuzione. Il solito
assist di Valdifiori per la testa
vincente di Rugani, un mammasantissima sulle palle alte.
Poi le intuizioni felici di Vecino per il destro caldo di Maccarone fanno il resto: sotto la
traversa e in diagonale sul palo più lontano, i colpi vincenti
dell’attaccante. Un’altra partita perfetta di un gruppo al
quarto risultato utile consecutivo (due vittorie e due pareggi) che dispone di un ampio
repertorio e che ai naviganti
nei mari tempestosi della salvezza sembra voler dire: noi
dell’Empoli vi salutiamo, voi
buttate le scialuppe a mare e si
salvi chi può
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LE PAGELLE di A.D’U.
VECINO, CHE ASSIST. VALDIFIORI SHOW
MEGGIORINI LOTTA, PELLISSIER GRIGIO
EMPOLI
7,5
CHIEVO
5
IL MIGLIORE
IL MIGLIORE
MACCARONE
MEGGIORINI
6
7,5
Implacabile sottoporta, destro d’alta
scuola. A segno da 4 gare di fila,
l’ultima volta gli era capitato nel
maggio 2007 a Siena. Cinque degli
ultimi 7 gol empolesi sono suoi.
L’ultimo ad arrendersi, spinge
sempre il Chievo. Crea due occasioni
e lotta finché può con i giganti
Rugani e Tonelli. Assist per Paloschi,
fiore nel deserto.
SEPE 6 Rischia in disimpegno nel
primo tempo, più sicuro nella
ripresa. Stoppa Pellissier nel finale.
HYSAJ 6,5 Il solito casellante
inflessibile sulla fascia.
TONELLI 6,5 Faccia severa, anticipo
da giaguaro. Sicuro.
RUGANI 7 A lui tocca il ruolo di
narciso: gol in bello stile, non solo
tackle e respinte.
MARIO RUI 7 Polizza di rendimento,
non ne sbaglia una. Chiusura
importante su Botta.
VECINO 7 Appannato nell’ultimo
periodo, rivede una luce fortissima:
che assist per i gol di Maccarone.
(Signorelli s.v.)
VALDIFIORI 6,5 Suo il cross per la
testa vincente di Rugani, 70 passaggi
positivi: il solito spettacolo.
CROCE 6,5 Importante per il suo
lavoro difensivo, ci mette cuore e
intelligenza.
SAPONARA 6 Rientro positivo dopo
2 turni. Dialoga spesso con Big Mac.
ZIELINSKI 6 Tanta corsa e un po’ di
ruggine. Ci prova dalla distanza.
MCHEDLIDZE 5,5 Qualche sponda,
impegno innegabile. Non incide.
TAVANO 5 Preferito a Pucciarelli,
non ripaga la fiducia. Gli manca il gol.
Ne divora uno.
ALL. SARRI 7 Empoli straripante
palla a terra. Battuto due volte in
passato 3-0 da Maran, si prende
pure una rivincita.
BIZZARRI 6 Allunga le manone sul
tracciante di Saponara, nulla può sui
gol.
DAINELLI 5,5 Sorpreso anche lui da
Rugani.
GAMBERINI 5 Partecipa al patatrac
di una difesa incerta, a malpartito
con la velocità dei toscani.
ZUKANOVIC 4,5 Partita in
sofferenza. Soverchiato da Vecino,
perde 20 palloni e l’amor proprio.
SCHELOTTO 5,5 Irretito da Mario
Rui e Croce, valica la metà campo
senza lasciare il segno.
IZCO 5,5 L’«Arsenio Lupin» dei
palloni rubati perde lo smalto delle
giornate migliori.
RADOVANOVIC 5 Anche lui in
confusione, soffre assai in mezzo.
FETFATZIDIS 6 Spinge in attacco
con generosità, andava inserito
prima.
HETEMAJ 5 Attacca e difende male,
perde distanze e contatto con la
realtà.
BIRSA 6 Svaria sulla trequarti.
Sacrificato per esigenze tattiche.
PALOSCHI 5 Un tiro potente, ma
centrale. L’assist di Meggiorini
meritava ben altro finale.
PELLISSIER 5 Un rasoterra nei titoli
di coda. Nient’altro.
BOTTA 5 Occasione sprecata.
Salterà il Milan.
ALL. MARAN 5 Il Chievo più brutto
in 4 mesi di gestione. Poca lucidità.
6,5
TAGLIAVENTO Partita facile, pomeriggio di relax.
Nemmeno un minuto di recupero, gialli condivisibili.
DI LIBERATORE 6,5-RANGHETTI 6,5
FABBRI 6,5-MANGANIELLO 6,5
Serie A R 24ª giornata
FIORENTINA
1
TORINO
1
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LE PAGELLE di L. CAL.
CONFERMA BADELJ, AQUILANI ARRUGGINITO
JANSSON NON SFIGURA, PADELLI ALZA IL MURO
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORI Salah (F) al 40’, Vives (T)
al 42’ s.t.
FIORENTINA
FIORENTINA (3-4-2-1)
Tatarusanu; Tomovic, Rodriguez,
Basanta; Rosi (dal 10’ s.t. Joaquin),
Badelj, Aquilani, Vargas; Diamanti (dal
20’ s.t. Salah), Ilicic; Babacar (dal 33’
s.t. Gilardino). PANCHINA Rosati,
Lazzari, Kurtic, Savic, Pasqual, Pizarro,
Richards, M. Fernandez, Gomez.
ALLENATORE Montella.
CAMBI DI SISTEMA dal 33’ s.t.
4-3-3
BARICENTRO MOLTO ALTO 60, 3 M
AMMONITI Diamanti per g.s.
ARBITRO Guida di Torre Annunziata.
NOTE paganti 3.928, incasso di
83.680 euro, abbonati 23.160, quota
di 385.150. Tiri in porta 4-5. Tiri fuori
12-3. Angoli: 8-1. In fuorigioco 2-4.
Rec.i: p.t. 1’; s.t. 4’
L’esultanza di Alberto Gilardino, 32 anni, uomo assist e Mohamed Salah, 22, autore dell’1-0 RAMELLA
Fiorentina gelata
Salah la illude
ma il Toro è Vives
1L’egiziano punge ma in 2’ è pari granata. Babacar
spreca un rigore, Quagliarella furioso per il cambio
Luca Calamai
FIRENZE
U
na settimana da incubo.
Panchina al White Hart
Lane contro il Tottenham; macchina confiscata
in piena notte sui Jviali di Firenze per guida senza patente
e anche un rigore sbagliato
contro il Torino. El Kouma Babacar non dimenticherà facilmente questo passaggio della
sua carriera. Che non ridimensiona il valore del talento senegalese ma che impone al giovane viola di prendere atto che il
suo percorso di crescita è da
completare. Nonostante il rigore sbagliato dopo dieci minuti dal suo gioiellino (a proposito, perché dal dischetto
6
non si è esibito lo specialista
Diamanti?) la Fiorentina arriva comunque a un passo dalla
vittoria grazie a un’altra invenzione di Montella. Sempre più
geniale nelle sue intuizioni
dalla panchina. Nel finale il
tecnico viola inserisce Salah e
Gilardino al posto dei deludenti Babacar e Diamanti. E i due
nuovi entrati al 40’ confezionano l’azione che sblocca la gara.
Una triangolazione che permette all’egiziano di fulminare
il portiere Padelli. Una magia
che la squadra viola rovina
beccando due minuti dopo il
gol del pari con un contropiede
del Torino chiuso da un destro
di Vives. Dopo che Tatarusanu
aveva compiuto un miracolo
sulla prima conclusione di Maxi Lopez. Ma che errore dei vio-
la concedere una ripartenza
agli avversari con la partita in
pugno.
IL TURNOVER Finisce 1 a 1. Un
risultato che produce due effetti, entrambi negativi, per la
squadra di Montella: il sorpasso della Lazio e una bella occasione persa nella caccia al terzo posto. Non è facile, però, tenere la giusta intensità esibendosi ogni tre giorni. Dopo la
grande notte di Europa League
la Fiorentina si presenta con un
altro volto in campionato. Ben
otto giocatori diversi rispetto
alla notte del Tottenham. Un
turnover inevitabile ma pesante. Gente dell’esperienza di Pizarro o Borja Valero avrebbe
saputo gestire con ben altra
saggezza gli ultimi minuti di
gara. Resta la soddisfazione da
parte del club viola di aver operato con successo durante il
mercato invernale. Salah, avuto per il momento in prestito
gratuito dal Chelsea nell’ambito dell’operazione Cuadrado,
si sta rivelando un giocatore
decisivo e anche Gilardino può
mettere sul piatto la sua esperienza. Visto che è uno che riesce subito a entrate nella gara
può diventare l’Altafini di casa
viola. Il Torino invece centra
l’undicesimo risultato utile
consecutivo. Nell’ultimo mese
nessuno ha fatto meglio dei ragazzi di Ventura. Migliore in
campo Padelli, bravo anche
dopo il rigore poi bene Molinaro e Maxi Lopez sempre molto
presenti, Martinez entrato nella gara con grande incisività e,
naturalmente, Vives autore del
gol del pareggio. La Fiorentina
ha avuto più possesso palla
ma, alla resa dei conti, i granata hanno avuto le stesse azioni
da gol. Non a caso, Tatarusanu
è stato uno dei migliori nella
formazione di Montella. L’unico volto scuro tra gli ospiti è
quello di Quagliarella che non
ha gradito la sostituzione con
Martinez (rivelatasi azzeccata). L’attaccante ha rifiutato di
dare la mano a Ventura infilandosi dritto in panchina. Un segno di nervosismo incomprensibile per un elemento della
sua esperienza. Ora Fiorentina
e Torino dovranno voltare pagina. L’Europa League è dietro
l’angolo.
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La coppia Diamanti-Ilicic
fantasia ma anche fatica
Guglielmo Longhi
LA MOSSA
L
BABACAR
PASSAGGIO
ILICIC
MOVIMENTO
GDS
a mossa funziona a metà:
Montella cambia modulo
e prova il doppio trequartista alle spalle di Babacar. Diamanti accanto a Ilicic: il primo
si accentra partendo da sinistra e cercando di saltare il velocissimo Bruno Peres che per
fermarlo nella prima mezz’ora
deve limitare di molto la sua
spinta sulla fascia. Se Peres viene superato, tocca a Maksimovic intervenire su Diamanti.
Ilicic è molto mobile dalla parte opposta dove incrocia Molinaro e Moretti. Ma è dal lato di
Diamanti che si sviluppa soprattutto l’azione dei viola. Bilancio contrastante il suo: 34
passaggi positivi (40 quelli di
Ilicic), ma anche 19 palle perse, tre falli fatti, altrettanti
quelli subiti. Ma un dato è significativo: un solo dribbling
positivo per entrambi contro i
4 di Salah che resta in campo
molto di meno. La dimostrazione che i due trequartisti si
sono sacrificati anche in fase di
6
IL MIGLIORE
SALAH
PADELLI
E’ il crack della partita. Gol
pregevole e conclusione da
cecchino: due reti con i primi tre tiri
nello specchio della porta. Non male
come impatto con la Serie A
In area piovono da tutte le parti,
non si fa prendere dalla frenesia.
Para il terzo rigore in serie A (su 17)
chiude lo specchio a Babacar anche
sulla ribattuta.
TATARUSANU 6,5 Chiamato a due
soli interventi, entrambi su Maxi.
TOMOVIC 6 Una mano ai compagni,
tiene a bada Farnerud.
GONZALO RODRIGUEZ 6,5 Si
scambia con Basanta le punte, evita
sulla riga il gol.
BASANTA 6 Va a nozze quando
incoccia in zona con Quagliarella.
ROSI 5,5 Gioca pochi palloni, non
per colpa sua.
JOAQUIN 5,5 Entra per Rosi,
affonda con i compagni sul
contropiede del pareggio granata
BADELJ 6 Taglia e cuce a
centrocampo, si cerca il rigore.
AQUILANI 5,5 Torna dopo un paio
di mesi di ruggine. Il gioco non
transita dalle sue parti
VARGAS 5,5 Spinge Pasqual in
panchina. Pochi palloni sul binario,
perde tempo dietro a Peres.
DIAMANTI 5,5 Nervosetto,
ammonito per proteste, galleggia tra
la linee, non incide
ILICIC 6 Come Diamanti: Moretti è
un osso duro.
BABACAR 5,5 Si danna, mette in
affanno la difesa, rovina tutto con un
rigore calciato malissimo.
GILARDINO 6 Gioca poco ma il suo
ingresso non è mai banale. Sponda e
assist a Salah sul gol.
ALL. MONTELLA 6 Festeggia le 100
in campionato sulla panchina viola
con un’alchimia tattica.
MAKSIMOVIC 5,5 Fatica: timido
dopo il brutto avvio con l’Athletic
JANSSON 6 Torna in campo dopo
due mesi, si fa il mazzo per fermare il
furetto Babacar, sbanda su Salah.
MORETTI 6 Deve dar fondo a tutte
le energie e l’esperienza per frenare
Ilicic, tagliato fuori sul gol viola.
PERES 5 Spinge poco, e il sinistro è
da registrare.
BENASSI 5,5 Sciupa un
contropiede, offre il fianco per il
rigore su Badelj, si riscatta correndo
per due.
GAZZI 6 Prova a dar manforte a
Vives e Farnerud puntellando il
centrocampo.
VIVES 6 Deve fare il guerriero.
Rischia il rosso dopo 10 minuti, gol
pesantissimo.
FARNERUD 5,5 Va a cozzare con
Tomovic quando non deve farsi in
quattro da mediano davanti alla
difesa. (AMAURI s.v.)
MOLINARO 6,5 Buona prova su
Rosi dopo il buon giovedì di Coppa.
MAXI LOPEZ 6 Prima da titolare in
campionato, due palloni giocabili,
uno è assist l’altro ci pensa il portiere
QUAGLIARELLA 5,5 Un colpo di
tacco, fiacco nel pressing, lento.
MARTINEZ 6,5 Da una sua giocata
la palla gol più pericolosa della
partita, salva sulla linea Gonzalo.
ALL. VENTURA 6 Porta a casa un
punto prezioso con il turnover.
7
GUIDA Esagera sul rigore concesso con generosità, sbaglia
un minuto dopo su Vives che placca Ilicic all’ingresso in
area, solo giallo, meritava il rosso. Confuso in altri giudizi.
MUSOLINO 6 GAVA 6
DAMATO 6 PEZZUTO 6
5
Montella: «Meritavamo 3 punti»
Ventura: «Il pareggio è giusto»
● FIRENZE Maledetto
contropiede. Vincenzo
Montella ha piu di un
rammarico per come la sua
squadra si è fatta raggiungere
nel finale dopo il vantaggio
appena trovato. «Abbiamo
gestito male quella situazione spiega il tecnico della
Fiorentina-, c’è amarezza
perché abbiamo provato a
vincere più del Torino pur non
avendo la solità continuità di
gioco. Dispiace, meritavamo
questi tre punti».
La rotazione dell’undici titolare
è stata quasi totale rispetto a
Londra. Otto i cambi. «Lo
rifarei - prosegue Montella quando si gioca il giovedì
cambiare poi è fisiologico».
Chiusura su Babacar. «Ha
fLA SFIDA AI RAGGI X
copertura. Il Torino va in difficoltà nel primo tempo, si chiude, affidando a Vives, schierato davanti alla difesa, il compito di far ripartire l’azione. Ma il
play granata è disturbato non
poco dai due trequartisti viola.
Risultato: il Toro resta a lungo
schiacciato nella sua metà
campo e limita al minimo le
spinte in avanti, puntando soprattutto sul lancio lungo a
scavalcare il centrocampo,
proprio il tipo di gio che non
vuole Ventura. I movimenti dei
tre giocatori offensivi sono
continui: Diamanti a volte va a
a fare il centravanti al posto di
Babacar che arretra di una ventina di metri sulla sinistra. Ilicic si accentra di meno, ma
quando lo fa (succede al 10’ del
primo tempo) costringe Vives a
rischiare il rigore con un intervento al limite dell’area.
TORINO
IL MIGLIORE
7
TORINO (3-5-2)
Padelli; Maksimovic, Jansson, Moretti;
Peres, Benassi (dal 30’ s.t. Gazzi),
Vives, Farnerud (dal 41’ s.t. Amauri),
Molinaro; Quagliarella (dal 20’ s.t.
Martinez), Maxi Lopez. PANCHINA
Castellazzi, Ichazo, Darmian,
Perdomo, Glik, Masiello, Basha.
ALLENATORE Ventura.
CAMBI DI SISTEMA dal 41’ s.t.
4-3-3.
BARICENTRO MOLTO BASSO 40,3 M
AMMONITI Vives, Moretti, Benassi e
Peres per gioco scorretto
DIAMANTI
15
VIVES OVUNQUE Nel secondo
tempo il Torino comincia a farsi vedere nella metà campo viola e allora il compito dei trequartisti diventa più complicato, dovendo seguire almeno
nella fase iniziale due esterni
veloci come Peres e Molinaro.
Nell’ultima mezz’ora Montella
si gioca la carta Salah per Diamanti. Ora si sta giocando sotto ritmo e al Torino va bene così. Ilicic, poi, comincia ad essere stanco mentre Salah, dopo
aver faticato a entrare in partita, va a segno dopo un ottimo
scambio con Gilardino. L’egiziano conferma di avere già
un’ottima intesa col centravanti di turno: Babacar contro il
Sassuolo, Gilardino ieri. Il pareggio premia la partita di Vives: 37 passaggi ok, 10 palle recuperate.
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pagato quel rigore sbagliato in
avvio, un errore che forse lo ha
condizionato. Il rigorista
comunque era lui». Dopo
Gonzalo Rodriguez e Mario
Gomez, Babacar è il terzo viola
a fallire dal dischetto in questo
campionato. «Abbiamo
affrontato una squadra forte e
in salute - replica Ventura,
tecnico del Torino - ma il
pareggio per me è meritato.
Abbiamo concesso poco ai
viola mentre abbiamo avuto 45 situazioni importanti che
dovevamo sfruttare meglio.
Ci è mancata la lucidità
necessaria per farlo. Sono
comunque orgoglioso e
soddisfatto della mia squadra».
Giovanni Sardelli
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11
● Le palle recuperate da Badelj,
che è al primo posto tra i viola
(con Gonzalo Rodriguez, Rosi e
Diamanti) anche come numero
di falli fatti: 3
71
● I palloni giocati Maksimovic,
al primo posto davanti a Vives
(62). E’ Maxi Lopez il granata ad
avere tirato di più in porta: due
conclusioni.
16
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Posticipi 24a giornata
17
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Zola e Mancini se la giocano di tacco
1Cagliari-Inter sfida dal sapore british fra due tecnici ex grandi numeri 10 di Serie A
GIANFRANCO
DIVENTÒ COSÌ
«MAGIC BOX»
TUTTO ROBERTO
NELL’ISTINTO
DI QUEL COLPO
● È il 16 gennaio del 2002, il
Chelsea sfida il Norwich.
Calcio d’angolo dalla destra,
Gianfranco Zola anticipa tutti
sul primo palo e con il destro
si inventa un colpo di tacco
eccezionale che supera il
portiere avversario. La
giocata al volo diventa uno
dei gol più belli di sempre.
● Anche per Roberto Mancini
tutto nasce da un calcio
d’angolo. Era il 18 gennaio
1999, partita Parma-Lazio.
Calcio d’angolo dalla sinistra,
il Mancio va incontro al
pallone sul primo palo e quasi
con una giravolta inventa un
tacco che finisce giusto sotto
la traversa.
IL PALMARES
Matteo Brega
ZOLA
U
INVIATO AD APPIANO GENTILE (COMO)
DA GIOCATORE
1989-90
Scudetto
1
Supercoppa italiana
1990
1
Fa Cup
2
1996-97,
1999-2000
Coppa di Lega inglese
1997-98
1
Community Shield
2000
1
Supercoppa europea
2
Coppa Uefa
1993,
1998
1994-95
1
Coppa delle Coppe
1997-98
1
CENTIMETRI
Gianfranco Zola,
48 anni, allena
il Cagliari
da dicembre.
Ha preso
il posto
di Zdenek
Zeman MANCINI
n colpo di tacco è una virgola disegnata
con i piedi. Questa volta quella virgola
non divide, unisce. Gianfranco Zola e
Roberto Mancini si sfidano per la prima volta in
Italia da tecnici. Idealmente mantenendo il numero 10 sulle spalle, un autografo sulla qualità
del calcio che hanno portato in giro per anni.
L’emblema che li accomuna è proprio un colpo
di tacco, i due gol che simboleggiano la carriera
di ciascuno.
LA SFIDA «Sono contento che sia tornato in Italia – ha detto il tecnico di Jesi - sta facendo bene
e mi fa piacere incontrarlo». C’è da affrontare
un Cagliari che non vince da un mese (24 gennaio col Sassuolo), ma che rimane «una squadra
abbastanza solida e difficile da battere, come
tutte le sue squadre». Obiettivo interista, migliorare l’aspetto difensivo: «Ranocchia ha un
problema al ginocchio da tre settimane. Cerchiamo le colpe dei singoli quando invece è di
tutti, anche mia. I miei primi 100 giorni? Belli e
faticosi. Vedere la squadra che migliora pian
piano dà soddisfazione». «Dobbiamo forzare
l’Inter e metterla in una situazione a lei non congeniale – ha risposto Zola -. È anche una squadra che concede qualcosa».
TACCHI D’AUTORE A distanza di
tre anni, entrambi nel mese di
gennaio. Prima è il Mancio, nel
SMORFIA NAZIONALE A legarli,
1999, a saltare su quel pallone a
in passato, pure un rapParma vestendo la maglia della
porto poco appaganLazio. Nel 2002 tocca a Zola
te con la Nazionale.
con il Chelsea contro il
Zola: espulso al
Norwich (Fa Cup). Come riscrivere la storia da un anoni- GIANFRANCO ZOLA
Mondiale Usa del
mo corner. Si ritrovano oggi ALLENATORE DEL CAGLIARI
1994 per un fallo
in panchina, Gianfranco e
enigmatico ed
Roberto, in quei pochi metri
errore dal diquadri dell’area tecnica che
schetto a Euro ‘96
da giocatori sarebbero bastain Inghilterra contro la Gerti per liberare la fantasia. In
mania che costò l’eliminaziocomune hanno molto, come
ne. Unico comune denomiil passato british. Zola ha vinnatore il numero 21, lo vestito con il Chelsea per 7 anni,
va a Boston come a Manchela sua maglia numero 25 non
ster. Mancini con l’azzurro
è stata mai più usata (uffinon sfondò mai, pagò ancialmente sarebbe disponibi- ROBERTO MANCINI
che per il carattere poco pole), si è meritato un sopran- ALLENATORE DELL’INTER
litically correct quando nel
nome dagli orgogliosi inglesi
1987 venne punito per aver
(«Magic Box»), ha pure ricevuto il titolo di detto «Gli ultrà dovrebbero sfondare i cancelli
Membro onorario dell’ordine dell’impero e andare a picchiare gli arbitri» dopo un’Atabritannico dalla Regina Elisabetta (come Da- lanta-Sampdoria. Niente Nazionale.
vid Beckham e Mick Jagger) ed è stato definito uno dei 10 artisti del pallone dei campio- SI TORNA A... CAGLIARI La curiosità finale rinati inglesi (secondo a George Best). E in In- guarda il campo. Cagliari-Inter torna a... casa
ghilterra ha iniziato ad allenare con West dopo cinque anni. A causa dei problemi di agibiHam e Watford. Mancini oltre Manica ha gioca- lità legati al Sant’Elia si è giocato a Trieste (due
to poco (sprazzi col Leicester), ma ha contribui- volte) e a Quartu Sant’Elena (una). Trasferte
to a forgiare il Manchester City «vincitutto» in grigie per l’Inter con due pareggi e una sconfitta.
patria. In meno di quattro anni ha portato i Citi- L’ultima vittoria risale proprio all’ultima gara al
zens a essere una delle squadre di ten- Sant’Elia, 1-0 nell’ottobre 2010 con gol di Eto’o.
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denza.
IN DIFFICOLTÀ
L’INTER CONCEDE
QUALCOSA
LI PRESSEREMO
IL PALMARES
MANCINI
DA GIOCATORE
Scudetto
Roberto
Mancini,
50 anni,
guida l’Inter
da novembre.
Ha sostituito
Walter Mazzarri
CAMPO E SOCIETA’
Niente Handanovic. Kovacic, quinta panchina?
1Il portiere k.o. per una botta al piede
Mateo scalpita: ballottaggio con Shaqiri
Moratti: «Nell’Inter non conto più nulla»
APPIANO GENTILE
I
l Mancio decide in giornata. Certezze ne ha: Brozovic l’Equilibratore rientra
di sicuro, Podolski (l’altro big
senza Europa) è favorito su Palacio per affiancare Icardi.
I LATERALI E KOVACIC Poi, le
incertezze: Campagnaro regge
un’altra gara? Dodò scalpita. E
Santon? Di sicuro non pare ancora tempo per D’Ambrosio
(convocato, con anche Andreolli), e quindi qualcuno dovrà
sacrificarsi, per esempio pro-
prio l’ex Newcastle a meno che
non appaia Obi. In mezzo, Medel pare intoccabile e magari
anche Guarin. E Kovacic? Probabilmente in panca un’altra
volta (sarebbe la quinta di fila)
a meno che Shaqiri non debba
rifiatare. «Il futuro sarà basato
su Kovacic - fa Mancio -, ma l’Inter di ora non può essere costruita attorno a lui. Non sarà
felice per la situazione, come
Hernanes».
MORATTI E TOULALAN Intanto,
ecco Massimo Moratti in un’intervista all’Equìpe. «Se ho ancora potere decisionale nell’In-
ter? No: non decido più niente
tranne che col potere di veto su
alcuni temi, tipo siti di scommesse che non ho mai voluto fare. Perché ho lasciato? Era giusto: speravo fossero meno i soldi da mettere ma non diminuivano mai. La Milano del calcio?
Per rinascere servono anni».
Detto che ogni momento può
essere buono per il tesseramento di Felipe (ma l’Inter potrebbe
voler attendere il passaggio del
turno in EL), eccoci ancora in
Francia: il vicepresidente del
Monaco Vasiliyev ha proposto a
Jeremy Toulalan (in scadenza a
giugno) un rinnovo biennale
sfruttando una clausola che
prevede l’opzione di allungamento fino al 2016. Ma sul regista l’Inter s’è mossa in anticipo
ed è molto forte.
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CAGLIARI
(4-3-2-1)
INTER
(4-3-1-2)
OGGI ore 21 ARBITRO Mazzoleni (4-1)
44
BRKIC
14
15
33
8
PISANO ROSSETTINI CAPUANO AVELAR
16
5
30
DESSENA
CONTI
DONSAH
20
EKDAL
11
PODOLSKI
7
COSSU
90
COP
9
ICARDI
91
SHAQIRI
77
18
13
BROZOVIC MEDEL
GUARIN
22
5
23
21
DODÒ JUAN JESUS RANOCCHIA SANTON
30
CARRIZO
Coppa Italia
PANCHINA 1 Colombi, 27 Cragno,
2 Gonzalez, 37 Diakitè, 3 Murru,
32 Ceppitelli, 4 Crisetig, 17 Farias,
22 Husbauer, 10 Joao Pedro, 40 M’Poku,
9 Longo.
ALLENATORE Zola.
BALLOTTAGGI Capuano- Ceppitelli 7030%; Conti- Crisetig 70-30%; PisanoM’Poku 60-40%.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Balzano, Ceppitelli, Cossu,
Conti, Longo, Joao Pedro.
INDISPONIBILI Sau (2 gg), Balzano (5
gg).
PANCHINA 46 Berni, 98 Radu,
6 Andreolli, 14 Campagnaro, 15 Vidic,
33 D’Ambrosio, 10 Kovacic, 17 Kuzmanovic,
20 Obi, 88 Hernanes, 8 Palacio,
28 Puscas.
ALLENATORE Mancini.
BALLOTTAGGI Santon-Campagnaro 5545%, Podolski-Palacio 55-45%, ShaqiriKovacic 55-45%.
SQUALIFICATI nessuno.
DIFFIDATI Dodò, Icardi.
INDISPONIBILI Handanovic (5 giorni),
Nagatomo (40 giorni), Jonathan (stagione
finita).
PREZZI da 23 a 80 euro.
TV Sky Sport 1 HD, Sky Supercalcio HD,
Calcio 1 HD; Premium Calcio, Calcio HD.
84-85, 87-88,
88-89, 93-94,
6 97-98, 99-00
Supercoppa italiana
FOTOPRESS
LE SQUADRE
DI GIANFRANCO
SONO SOLIDE,
DURE DA BATTERE
1990-91,
1999-2000
2
2
1991,
1998
1989-90,
1998-99
Coppa delle Coppe
2
Supercoppa europe
europea
1999
1
DA ALLENATORE
Scudetto
3
Coppa
C
oppa Italia
4
2005-06,
2006-07,
2007-08
22000-01, 2003-04,
2004-05,
2005-06
Supercoppa italiana
italian
2
Premier League
2005,
2006
2011-12
1
2010-11
Fa Cup
1
Community Shield
Communit
2012
1
Coppa di Turchia 2013-14
Cop
1
CENTIMETRI
Cagliari, sos
per tre: Ekdal,
Sau e Capuano
● CAGLIARI (m.f.) I problemi
di Zola si chiamano Ekdal
(influenza), Sau (problemi
muscolari) e Capuano
(tacchettata sulla tibia). Sono
loro tre gli acciaccati
dell’ultimo minuto con i quali
dovrà confrontarsi questa
mattina prima di scegliere la
formazione da schierare
contro l’Inter. «Non ci
aspettiamo sconti, dobbiamo
deciderlo noi il nostro
percorso. I ragazzi si sono
allenati molto bene, non vedo
l’ora di giocare» - ha
commentato il tecnico dei
sardi. In tutta questa
situazione guadagnano
posizioni Pisano e M’Poku. Il
primo potrebbe giocare
dall’inizio, il secondo invece
sarà più probabile vederlo
all’opera a gara in corso.
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie A R Posticipi 24a giornata
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ruggito Napoli
E Zapata indossa
l’abito da Pipita
1C’è il Sassuolo, Benitez può andare a -3 dal 2°
posto. Spazio al colombiano, ex sogno neroverde
FATTORE ZETA
A
FUORIGROTTA
DUVAN ZAPATA
SIMONE ZAZA
PRESENZE
GOL
12
17
4
8
% PRECISIONE AL TIRO
86
OCCASIONI CREATE
5
% PASSAGGI GIUSTI
67
Duvan Zapata, 23 anni, colombiano, è al Napoli dall’estate del 2013. Arrivò in Italia dall’Estudiantes AFP
Mimmo Malfitano
INVIATO A CASTELVOLTURNO (CE)
È
il momento del dentro o
fuori. Stavolta sbagliare
potrebbe essere davvero
dannoso per come s’è messa la
classifica. Il Napoli può andare
a -3 dalla Roma e, dunque, dal
secondo posto, se batte il Sassuolo questa sera al San Paolo.
Diversamente, dovrà preoccuparsi anche della terza posizione, braccato com’è dalla Fiorentina. Per l’ambiente è, forse, il momento più intenso della stagione. Il lavoro di Rafa
Benitez è indirizzato verso i tre
obiettivi a disposizione: un posto in Champions League il
prossimo anno, e la conquista
dell’Europa League e della
Coppa Italia. Una sfida difficilissima ma alla portata, che
l’allenatore spagnolo potrà
proseguire soltanto se la squadra avrà continuità nei risultati. Finora tutte le volte che il
Napoli ha avuto l’opportunità
di svoltare l’ha fallita. Stavolta,
ci sono tutti i presupposti per
crederci.
TURNOVER ZAPATA Il mercato
di gennaio, con gli arrivi di
Strinic e Gabbiadini, è servito a
completare l’organico e renderlo competitivo per quelle
che sono le ambizioni del club.
Il turnover a cui ricorre, sistematicamente, il tecnico sta in-
fluendo poco o niente sui risultati recenti della squadra, decisamente brillanti. Questo
aspetto conferma quanto siano
simili i valori tra gli abituali titolari e i cosiddetti «panchinari». Tra questi, c’è Duvan Zapata, 20 presenze e 6 reti in stagione. Tocca a lui sostituire lo
squalificato Gonzalo Higuain.
Benitez l’ha tenuto in panchina
giovedì a Trebisonda, inserendolo soltanto nei minuti finali,
giusto il tempo per fargli realizzare la quarta rete contro i
malcapitati turchi del Trabzonspor.
Rafael tra i pali
Gabbiadini-Callejon
signori delle fasce
● NAPOLI (g.m.) Almeno
40.000 spettatori sono attesi
stasera al San Paolo. Rafa
Benitez, raggiunto dalla moglie
Maria de Montserrat con la
quale ha cenato sabato in uno
dei ristoranti più prestigiosi
della Campania, potrebbe dare
ulteriore fiducia a Rafael tra i
pali. Andujar resta l’opzione di
riserva, comunque molto
affidabile e da non trascurare.
Difficile lasciare in panchina
Manolo Gabbiadini, cui Rafa
potrebbe affidare la fascia
sinistra con il compito di
scambiarsi posizione con
Callejon.
FIDUCIA ILLIMITATA Per tutto
il mese di gennaio Riccardo Bigon ha respinto le numerose richieste per l’attaccante colombiano. Strano, ma vero, come il
direttore sportivo del Napoli
abbia dovuto discutere sull’incedibilità di un giocatore destinato, prevalentemente, alla
panchina, e quanti «no» piuttosto secchi ha dovuto pronunciare, rinunciando anche a
qualche buona proposta. Né
Bigon né Benitez si sono voluti
privare di questo ragazzo dal
fisico possente. E stasera, toccherà a lui provare ad abbattere la resistenza della difesa del
Sassuolo, guidata da un ex
spesso rimpianto: Paolo
Cannavaro. I due si conoscono, entrambi sanno i
pregi e i difetti di ciascuno. Sarà una sfida
nella sfida, Napoli e
Sassuolo prediligono la
fase offensiva. Proprio Eusebio Di Francesco è un ammiratore di Zapata, tant’è che
l’aveva richiesto nella scorsa
estate, ma anche quella volta il no della società fu deciso. Stasera, il San Paolo potrebbe ammirarlo insieme a
Manolo Gabbiadini, il grande
colpo di Riccardo Bigon nel
mercato di gennaio. L’ex doriano è l’uomo del momento,
resta da capire se Rafa Benitez
se ne priverà o lo riproporrà
dietro Zapata.
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63
10
67
% DUELLI VINTI DI TESTA
55
AMMONIZIONI
1
FALLI SUBITI
5
37
9
26
19
L’AVVERSARIO
C’è il castiga-big
Un gol al S. Paolo
e la A scoprì Zaza
1Nel 2013 firmò
una rete-gioiello
Da allora ha
segnato a Juve,
Milan, Inter e Roma
Gianluca Monti
NAPOLI
C
lasse ’91, piede mancino
e pronto a incantare
nuovamente il San Paolo. Non parliamo di Manolo
Gabbiadini, ma di Simone Zaza. Uno che a Fuorigrotta ha
già segnato un gol storico,
quello che regalò lo scorso anno il primo punto in Serie A al
Sassuolo. Una rete indimenticabile, non soltanto per Zaza.
AMMAZZAGRANDI Da quella
sera del 25 settembre 2013, infatti, è cambiata la storia di Paolo Cannavaro, l’ex capitano
del Napoli che stasera tornerà
da avversario nel suo vecchio
stadio. Cannavaro lasciò qualche metro di spazio a Zaza perché forse non lo conosceva bene: Simone calciò forte con il
sinistro sul palo di Reina e non
lasciò scampo al portiere spagnolo. Da allora, Cannavaro ha
praticamente chiuso la sua avventura azzurra mentre Zaza
ha iniziato a costruire la sua fama di «ammazzagrandi». In
cinquanta partite di A, ha già
fatto gol due volte contro Ju-
NAPOLI
(4-2-3-1)
SASSUOLO
(4-3-3)
OGGI ORE 19 ARBITRO MASSA (1-0)
11
MAGGIO
1
RAFAEL
33
26
ALBIOL KOULIBALY
77
GARGANO
7
CALLEJON
3
STRINIC
19
LOPEZ
17
23
HAMSIK GABBIADINI
91
ZAPATA
17
SANSONE
10
ZAZA
7
4
MISSIROLI MAGNANELLI
3
LONGHI
15
ACERBI
25
BERARDI
19
TAIDER
28
23
CANNAVARO GAZZOLA
47
CONSIGLI
ventus, Milan e Roma e una
volta è andato a segno contro
l’Inter. Le grandi avversarie e i
grandi palcoscenici, evidentemente, lo esaltano. Quest’anno
Zaza è a quota otto centri in
campionato e stasera potrebbe
eguagliare il bottino della passata stagione (9 gol al suo primo anno in A).
DESTINI INCROCIATI Di conseguenza, quella con Gabbiadini (arrivato a quota 10) è anche una sfida per il titolo di capocannoniere italiano del campionato, in attesa magari di
ritrovare Manolo in Nazionale
(i due sono stati compagni in
Under 21, ma non hanno mai
giocato insieme). Napoli-Sassuolo racconta storie di bomber che si incrociano. Già, perché Zaza nell’estate del 2013
poteva arrivare a Napoli (proprio mentre Zapata stava per
finire al Sassuolo). Simone era
reduce dai 18 gol di Ascoli e Bigon, che stravedeva per lui,
aveva saputo in anticipo delle
tante difficoltà del ragazzo nel
rinnovare il contratto con la
Sampdoria (proprietaria allora del cartellino di Zaza). Poi,
Marotta fece valere i suoi buoni rapporti con il club blucerchiato e insieme al Sassuolo
acquistò Zaza, sul quale la Juve
continua ad avere un diritto di
«ricompra». Dunque, Zaza poteva vestirsi d’azzurro. Intanto, però, con la maglia del Sassuolo sta facendo faville. Il Napoli si è già scottato una volta.
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PANCHINA 45 Andujar, 15 Colombo,
16 Mesto, 4 Henrique, 5 Britos,
31 Ghoulam, 88 Inler, 8 Jorginho,
14 Mertens, 6 De Guzman.
ALLENATORE Benitez
BALLOTTAGGI Gabbiadini-De Guzman 6040%, Rafael-Andujar 55-45%
SQUALIFICATI Higuain (1)
DIFFIDATI Ghoulam, Lopez, Inler, Albiol.
INDISPONIBILI Zuniga (2 settimane),
Insigne (6 settimane), Michu (4
settimane).
PANCHINA 16 Polito, 86 Celeste, 5 Antei,
20 Bianco, 6 Chibsah, 8 Biondini 33 Brighi,
14 Donis, 83 Floro Flores, 99 Floccari,
30 Lazarevic.
ALLENATORE Di Francesco
BALLOTTAGGI Taider-Biondini 55-45 %,
Sansone-Floro Flores 55-45%
SQUALIFICATI nessuno
DIFFIDATI Gazzola, Magnanelli, Brighi
INDISPONIBILI Pegolo (2 mesi),
Terranova (stagione finita), Vrsaljko (20
giorni), Peluso (7 giorni), Pomini (15
giorni).
TV Sky SuperCalcio, Calcio 2; Premium
Calcio
20
Serie A R Gialloblù nel tunnel
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
UNA CITTÀ IN CRISI
CONTENUTO
PREMIUM
Parma
cotta
L’ISOLA FELICE
DELLO SPORT
DALL’EUROPA
ALLA SERIE B
DAI TROFEI
VINTI AI
PROBLEMI
DI OGGI:
IL VOLLEY
È SPARITO,
IL RUGBY
È A RISCHIO,
PERSINO
IL BASEBALL
È IN CRISI.
Nevio Scala
con la
Supercoppa
vinta nel ‘94
IL RACCONTO
di MARIO SALVINI
T
rent’anni fa esatti, nel
1985, in questi giorni il
Parma calcio stava retrocedendo dalla serie B alla C.
Ma la città era campione d’Europa di due sport. L’anno prima
aveva vinto le Coppe dei Campioni di pallavolo e di baseball.
Due titoli continentali maschili
nella stessa stagione, prima di
allora, li avevano messi insieme solo Madrid, Mosca, Bucarest, Brno e Milano (nel 1969
calcio col Milan e baseball).
Dopo il 1984 ci sono riuscite
anche Barcellona e Kazan. Per
dire che Parma, coi suoi
190mila abitanti, per un bel po’
di anni è stata una capitale dello sport anche senza il calcio. È
stata, e non lo è più.
IL BUCO Il buco in cui la città
sembra precipitare ha inghiottito molto delle tre discipline
che sono la tradizione. Diamante, schiacciate e palle ovali
si sono adeguate alla mesta situazione del Comune che sta
cercando di ripianare un mostruoso debito contratto negli
anni del sindaco Vignali. A
quella dell’aeroporto che è a rischio chiusura. Alla stagione lirica del teatro Regio, contesta-
ta perché non è all’altezza del
blasone. Ma non ci sono fondi
per far di meglio.
RUGBY Solo fino al 2010 nel
rugby c’era il derby. Il campionato italiano si chiamava Super 10, dal numero dei club che
vi partecipavano, e di quei dieci due erano di Parma. Uno era
quello storico, la Rugby Parma.
L’altro il Gran, fusione tra
Amatori e Noceto. Solo che poi
di ritiri e ridimensionamenti,
fusioni e ripensamenti ce ne
sono stati parecchi altri. Col risultato che oggi Parma, Amatori e Noceto sono tutte in serie
B. La gente non ci fa molto caso
(gli appassionati a dir la verità
sì), perché in città son rimaste
le Zebre, squadra di proprietà
della federazione, ultima nella
Celtic League con club di Irlanda, Scozia e Galles. Ma è di due
giorni fa la notizia che la Fir intende cederla, e se qualche privato si farà avanti potrà portarsela via già dal prossimo anno.
Il tutto a quasi 60 anni dall’ultimo scudetto parmigiano, che è
del 1957.
VOLLEY Allora in campo c’era
Umberto Belledi. Oggi suo nipote Luca Vettori, azzurro della
pallavolo, schiaccia per Modena. Ma tanto non c’è più nessun
tifoso che possa sentirsi beffa-
Andrea Giani, a destra, e Renan festeggiano lo scudetto ‘92 del volley TARANTINI
I PRIMI SONO DIVENTATI GLI ULTIMI
Squadra
Calcio
Pallavolo
Pallavolo
donne
Rugby
Palmares
2 Coppe Uefa, 1 Coppa Coppe
3 Coppe Italia, 1 Supercoppa Europea
8 Scudetti, 2 Champions
3 Coppe Cev, 3 Coppe Coppe
1 Scudetto
3 scudetti
Baseball
10 Scudetti, 13 Champions
Basket
donne
Softball
1 scudetto, 3 Coppe Italia
3 Coppe Ronchetti
2 Scudetti
Football
4 Scudetti
TOTALE
28 scudetti
Ultimo titolo Oggi
Coppa Italia Rischio
2002
fallimento
Coppa Cev
In serie B-2
(4° serie)
1995
Scudetto
Serie C
1971
(5° serie)
Scudetto
In serie B
1957
(4° serie)
Scudetto
In IBL
2010
(1° serie)
Coppa Italia In A-1
2002
Scudetto
In ISL*
1989
(1° serie)
Scudetto
In IFL
2013
(1° serie)
*è un altro club
to. Perché, dopo tante crisi,
un’autoretrocessione in A-2
(nel 1996) e un paio di ritorni,
la società che è stata Santàl e
Maxicono, quella che ha vinto
8 scudetti e 2 Coppe Campioni,
è sparita. E anche il femminile,
che vinse uno scudetto nel
1971 e in qualche modo era tornato in A-1 nel 2011, l’ha dovuta abbandonare subito, cedendo i diritti a Conegliano. Così il
vecchio PalaRaschi oggi è vuoto e parzialmente inagibile, triste simbolo di un passato che
non ritorna. E di un presente rimasto senza più concerti.
BASEBALL Resta il baseball, ovvero il club sportivo italiano
più titolato in Europa, con le
sue 13 Champions. Per dar
l’idea: sono solo 5 le società
maschili che potrebbero appuntarsi sulla divisa una ipotetica stella d’Europa. Oltre al
Parma baseball: i Cska Mosca
di hockey ghiaccio e pallavolo,
il Barcellona hockey pista e da
quest’anno il Real Madrid che –
curioso – è arrivato a 10 Champions guidato da un simbolo
dello sport parmigiano, Carlo
Ancelotti. Il Parma dei diamanti rimane, ma soffre. L’ultimo
scudetto, quello della stella, lo
ha vinto nel 2010. Nel 2013 ha
ceduto l’allora capitano Leo Zileri al Rimini, una cosa inimmaginabile. Eppure ripetuta:
anche quest’inverno i pezzi più
pregiati, Desimoni e Sambucci,
son partiti. Così nel 2015 si farà
quel che sarà possibile coi ragazzini. Non c’è nemmeno più
l’Europeo, lo stadio delle finali
dei Mondiali del 1978 e 1988.
L’hanno abbattuto nel 2010 per
far spazio all’Efsa, l’authority
dell’Unione Europea per la sicurezza alimentare. Il nuovo
diamante , realizzato grazie alla Federazione, è un gioiellino,
va detto, ma ha meno di 3000
posti, contro i quasi 6000 del
vecchio Europeo.
BASKET E FOOTBALL Resta anche il basket femminile, quart’ultimo in A-1 e coi dirigenti
Gianni Bertolazzi e Romana
Tarroni che fanno i salti mortali. E restano i Panthers del football, la realtà migliore, a oggi,
con suoi 4 scudetti tra 2010 e
2013, e col Super Bowl giocato
e perso (contro i Seamen Milano) lo scorso luglio. Ma il 1985
è lontano. Lontanissimo.
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DOMENICA SENZA CALCIO
Al Tardini gioca la protesta: «Chiuso per rapina»
1In corteo anche il sindaco
figlio dell’indimenticato presidente Ernesto, protagonista lui stesso negli anni d’oro del Parma di
Tanzi. Sui social network si scatenano i giocatori,
Lucarelli su tutti: «È domenica, siamo a casa, Parma-Udinese non si gioca e non è un problema di
sport???». Alle parole è allegato il video in cui il
presidente della Figc Tavecchio dice che Parma è
una situazione da tribunale e non più di sport.
Chiara la polemica.
Pizzarotti: «La credibilità di
Manenti è finita». L’ultima
speranza è il fallimento pilotato
Andrea Schianchi
INVIATO A PARMA
«C
hiuso per rapina». Decine di manifesti
appesi attorno ai cancelli dello stadio
Tardini raccontano una giornata di straordinaria indignazione. Il Parma non può giocare
contro l’Udinese, perché la gara è stata sospesa per
«manifesta indigenza» (non ci sono i soldi per pagare gli steward e l’azienda dell’energia), ma i tifosi
alla loro partita non rinunciano. Protestano, urlano, appendono striscioni. E tutto avviene senza incidenti, sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine. C’è anche il sindaco Pizzarotti davanti al Tardini: gli regalano una sciarpa gialloblù, lui se le
mette al collo e dichiara che oggi alle 10.30 sarà in
Procura, assieme ai tecnici della Figc, della Lega e
dell’Aic, per concordare con i magistrati il percorso
giudiziario più breve: si cerca di arrivare al fallimento pilotato, ma non si vedono imprenditori in-
teressati alla partita. «La credibilità dell’attuale presidente Manenti mi pare sia finita. Adesso bisogna
velocizzare le procedure e, soprattutto, osservare i
conti. Chi c’è ora, se non ha le possibilità di andare
avanti, si faccia da parte». Non pare che Manenti sia
intenzionato a muoversi in questo senso.
PAROLE La protesta dei Boys della curva inizia alle
14 e si chiude intorno alle 17. Un migliaio di persone, ma non ci sono soltanto i giovani: tra loro anche signore di mezz’età, uomini attempati, famiglie, dipendenti della società che non vedono un
euro da molti mesi. E, in mezzo al corteo, oltre al
team manager Sandro Melli, c’è Fulvio Ceresini,
A sinistra lo striscione dei Boys, gli ultras del Parma
che apriva il corteo di protesta. La manifestazione si
è svolta senza alcun incidente. Sopra, uno degli
striscioni con la scritta «Chiuso per rapina» appeso
all’ingresso principale del Tardini ANSA/SCHIANCHI
RABBIA Dal piazzale del Tardini il gruppo si trasferisce a piedi sotto la casa del direttore generale Pietro Leonardi, a un chilometro di distanza. Scoppiano i petardi, partono i cori, non proprio benevoli,
contro il dirigente ritenuto assieme all’ex presidente Ghirardi il maggior responsabile del disastro. E
proprio le recenti parole di Ghirardi, in un programma Rai, fanno arrabbiare la gente di Parma:
«Sono stufo di sentire sciocchezze. Invito tutti a leggere i bilanci. Sono addolorato per quello che sta
succedendo. Abbiamo fatto una collaborazione con
il Nova Gorica che però non è un club di mia proprietà. Nessun dirigente del Parma ha mai ricoperto cariche nel Nova Gorica». L’allenatore del Nova
Gorica era Luigi Apolloni, poi esonerato e tuttora a
libro paga del Parma. Quanto a leggere i bilanci, è
sufficiente osservare le mosse dei magistrati e vedere la lunga fila dei creditori per rendersi conto
che dev’esserci qualcosa di strano.
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Calcio R Cronache dal palazzo
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Tavecchio: «Manenti,
ora i libri in tribunale»
1Il presidente della Figc sul caso Parma: «Salviamo il torneo
col fallimento pilotato. Spese fino a giugno coperte dalla Lega»
Alessandro Catapano
I
l caso dell’anno e l’uomo
del giorno. Parma e Lotito.
Due scandali da gestire,
due spine con cui convivere,
non senza imbarazzi. Ma Carlo
Tavecchio, ospite della Domenica Sportiva, non si sottrae. Non
ha dubbi, il presidente federale,
sul destino del club ducale. «Il
Parma arriverà alla fine del
campionato grazie all’esborso
volontario degli altri club di A
— annuncia —. Ci sono tanti interessi convergenti, le società
non perderanno l’occasione di
salvarlo». Dunque, col paracadute della Lega di A e sotto l’ala
protettiva, diciamo così, della
Figc, il Parma potrà tirare a
campare fino al termine della
stagione (con tutti i dubbi sull’effettiva regolarità del torneo), ma poi? Qui, l’invito del
presidente è perentorio: «Manenti porti subito i libri del tribunale. Senza questo passaggio, noi non possiamo intervenire per avviare tutte le procedure che portino al cosiddetto
fallimento concordato. Ci vorranno tanti soldi, ma intanto
non c’è un minuto da perdere».
Visto, oltretutto, tutto il tempo
che per incapacità o complicità
si è perso in passato. Tavecchio
non si sente responsabile. «No,
la Covisoc a giugno ci disse che
la volontà di istituire una commissione, in cui troverà posto
un rappresentante per ogni
componente del Consiglio.
«Perciò — racconta Tavecchio
— ho chiesto a Leghe e componenti di inviarmi delle proposte
e di indicarmi dei nomi». Proprio in questo passaggio si cela
la possibilità che Lotito, cacciato dalla porta, rientri dalla finestra, continuando ad avere titolo a riformare il calcio italiano.
«La Lega di A indicherà chi vorrà», conferma Tavecchio. Ma
nel caso in cui Lotito continuasse ad avere titolo a riformare il
calcio, come la prenderebbe il
Governo, che attraverso la moral suasion di Delrio aveva spinto Tavecchio, con l’approvazio-
R«Cacciare Lotito
dal consiglio Figc?
Non posso farlo,
dovrebbe essere
inibito»
l’iscrizione del Parma era regolare. Dite che avremmo dovuto
controllare maggiormente? Allora siamo tutti responsabili,
anche voi giornalisti. Non a caso, comunque, abbiamo appena
importato il fair play finanziario. Come a dire: in futuro non
ricapiterà.
un’inchiesta federale in corso».
Se è una mia cambiale? Io a 70
ammi mi ritengo un uomo indipendente». Il presidente federale conferma di aver inviato alle
Leghe e alle componenti del
Consiglio federale la lettera in
cui... «ho comunicato la decisione di avocare a me tutte le competenze relative alle riforme».
Compresa la famigerata delega
in possesso di Lotito. Nella missiva, come stabilito alla luce
della telefonata con Pino Iodice, Tavecchio comunica anche
CASO LOTITO Intanto, il presente contiene l’altra spina dolorosa... «Su Lotito — mette subito
le mani avanti Tavecchio —:
non posso esprimere giudizi, c’è
Carlo
Tavecchio,
71 anni,
presidente
della
Federcalcio
dall’agosto
2014 LAPRESSE
ne di Malagò, al passo decisivo?
Il presidente federale non risponde e così risponde a chi gli
chiede di cacciare Lotito dalla
Figc. «Non posso farlo, prima
dovrebbe essere inibito, se lo facessi ora violerei le regole democratiche. E poi — aggiunge
con una considerazione che solleverà polemiche —, Lotito ha
già tanti problemi, perché aggiungerne un altro?». Intanto,
solo ieri sera il d.g. dell’Ischia
Pino Iodice ha scoperto di essere stato convocato in Procura federale per martedì pomeriggio,
eppure Palazzi aveva fatto partire la comunicazione venerdì.
L’altro fascicolo, quello relativo
alle dichiarazioni contro gli arbitri raccolte da Farina, procede
spedito: Lotito può già decidere
se difendersi o patteggiare.
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GENOVA
I
l colpevole per il rinvio del derby? Giove
Pluvio. Secondo la ricostruzione della Lega Calcio, il problema ha avuto origine
dai «trenta millimetri di pioggia concentrati
dalle 18.30 di sabato» su Marassi. La stessa Lega precisa come «l’uso dei teloni sarebbe stato
praticamente inutile», visto il nubifragio «abbattutosi dalle 18.30». Ma è solo un aspetto
della vicenda. Il Ferraris non ha spazio per alloggiare i teloni a bordo campo. Ecco perché
vengono custoditi in un magazzino. Da lì, per
trasporto e srotolamento in campo servono
due ore e mezza. Analoghi i tempi per chiusura e rimozione. Ecco perché a maggior ragione il manto erboso dovrebbe essere tenuto a
regola d’arte. Eppure l’estate scorsa i lavori
previsti dal Consorzio Stadium e suggeriti a
Genoa e Samp sono rimasti lettera morta. L’alluvione di ottobre ha messo ulteriormente in
sofferenza il sistema drenante. A giugno è previsto «il rifacimento integrale del sottofondo e
del sistema di drenaggio», imposto ai club.
CAMBIO DI GESTIONE Con quali risorse, non
si sa. Rimangono in sospeso i due milioni di
euro per affitti arretrati non versati dai club
genovesi. E qui si innesta l’altro problema.
Possibile che due club con vista sull’Europa
non paghino l’affitto dell’impianto? Il concetto − opinabile − è che tutto sia fermo nell’attesa del passaggio a una gestione diretta del
Ferraris (auspicata ieri anche dal sindaco Doria), visto che mancherebbero a loro giudizio
migliorie evidenti alla struttura negli ultimi
anni. Poi c’è l’ultima beffa. Molti tifosi (non
abbonati Samp) hanno smarrito o gettato il
biglietto d’ingresso. Per loro impossibile chiedere un duplicato o il rimborso». La maledizione del derby della Lanterna continua.
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9,17; n. 15: € 4,17; n. 17: € 4,58;
n. 18, 19: € 3,33; n. 24: € 5,42.
22
Serie A R 24a giornata
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
RISULTATI
CLASSIFICA
CAGLIARI-INTER
Stasera, ore 21
SQUADRE
EMPOLI-CHIEVO
Rugani (E), Maccarone (E),
Maccarone (E)
PARTITE
IN CASA
3-0
FIORENTINA-TORINO
Salah (F), Vives (T)
1-1
JUVENTUS-ATALANTA
Migliaccio (A), Llorente (J), Pirlo (J)
2-1
LAZIO-PALERMO
Dybala (P), Mauri (L), Candreva (L)
2-1
MILAN-CESENA
Bonaventura (M), Pazzini (M) rigore
2-0
NAPOLI-SASSUOLO
stasera, ore 19
PARMA-UDINESE
Rinviata
SAMPDORIA-GENOA
Domani, ore 18.30
VERONA-ROMA
Totti (R), Jankovic (V)
MARCATORI
PT
1-1
JUVENTUS
ROMA
NAPOLI
LAZIO
FIORENTINA
GENOA
SAMPDORIA
MILAN
TORINO
PALERMO
INTER
SASSUOLO
UDINESE
EMPOLI
VERONA
CHIEVO
ATALANTA
CAGLIARI
CESENA
PARMA (-1)
57
48
42
40
39
35
35
33
33
33
32
29
28
27
25
24
23
20
16
10
RETI
FUORI
TOTALE
IN CASA
FUORI
RIGORI
TOTALE
G
V
N
P
G
V
N
P
G
V
N
P
F
S
F
S
F
S
DIFF.
RETI
12
12
11
12
12
12
11
13
12
12
11
11
12
13
12
12
11
11
12
12
10
7
6
8
4
4
5
6
4
7
5
3
4
4
4
2
3
2
2
2
2
5
3
0
6
5
6
3
6
4
3
6
4
5
3
4
4
3
5
1
0
0
2
4
2
3
0
4
2
1
3
2
4
4
5
6
4
6
5
9
12
12
12
12
12
11
12
11
12
12
12
12
11
11
12
12
13
12
12
11
7
6
6
4
6
5
3
2
4
1
3
3
3
1
2
4
2
2
1
1
4
4
3
4
3
3
5
6
3
5
5
5
3
7
4
2
4
5
2
1
1
2
3
4
3
3
4
3
5
6
4
4
5
3
6
6
7
5
9
9
24
24
23
24
24
23
23
24
24
24
23
23
23
24
24
24
24
23
24
23
17
13
12
12
10
9
8
8
6
9
6
4
9
8
11
9
9
9
8
11
7
12
7
6
8
8
7
2
1
2
5
8
5
6
4
7
7
7
7
6
9
7
11
12
11
11
14
18
32
23
26
23
16
17
16
18
14
21
24
13
16
13
15
10
13
12
14
12
7
7
17
13
11
14
9
11
9
13
14
11
14
12
18
15
18
21
23
21
19
14
16
17
20
18
13
17
13
17
13
16
10
12
12
8
8
18
9
8
6
11
13
14
13
14
17
19
16
26
16
22
17
15
25
15
17
22
24
26
51
37
42
40
36
35
29
35
27
38
37
29
26
25
27
18
21
30
23
20
13
18
30
27
24
28
26
30
25
39
30
33
31
27
43
30
35
43
47
47
38
19
12
13
12
7
3
5
2
-1
7
-4
-5
-2
-16
-12
-14
-13
-24
-27
8
8
8
6
7
5
6
6
5
4
3
3
FAVORE
CONTRO
T.
R.
T.
R.
5
4
5
2
3
5
2
7
5
4
4
5
0
3
3
0
2
7
5
1
4
3
3
1
0
3
2
7
2
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3
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0
3
2
0
1
4
4
1
2
3
0
4
2
5
5
1
5
3
4
3
8
2
4
3
5
1
8
4
1
3
0
4
2
2
4
0
4
3
1
2
7
1
3
1
3
1
5
3
PUNTI
POSIZIONE
'13-14
STAGIONE
E DIFFERENZA
13-14
63 (-6)
57 (-9)
50 (-8)
32 (+8)
44 (-5)
31 (+4)
28 (+7)
32 (+1)
36 (-3)
in B
39 (-7)
17 (+12)
27 (+1)
in B
36 (-11)
18 (+6)
27 (-4)
24 (-4)
in B
36 (-26)
1
2
3
10
4
11
12
9
6
in B
5
20
13
in B
8
19
14
15
in B
7
A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza
reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B.
CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
PROSSIMO TURNO
SABATO 28 FEBBRAIO
CHIEVO-MILAN ore 20.45
DOMENICA 1 MARZO ore 15
CAGLIARI-VERONA ore 12.30
ATALANTA-SAMPDORIA
CESENA-UDINESE
GENOA-PARMA
PALERMO-EMPOLI
SASSUOLO-LAZIO
INTER-FIORENTINA ore 18
TORINO-NAPOLI ore 20.45
LUNEDI’ 2 MARZO
ROMA-JUVENTUS ore 20.45
(0-2)
(0-1)
(0-1)
(1-1)
(2-1)
(0-3)
(2-3)
(0-3)
(1-2)
(2-3)
L’ANTICIPO DI VENERDÌ
Llorente-Pirlo
e la Juve va
Atalanta k.o.
JUVENTUS
2
ATALANTA
1
MARCATORI Migliaccio (A) al 25’,
Llorente (J) al 39’, Pirlo (J) al 45’ p.t.
JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon 6,5;
Caceres 6,5, Bonucci 6,5, Chiellini
6,5, Padoin 5; Marchisio 5,5, Pirlo 7,
Pogba 5 (dal 20’ s.t. Lichtsteiner
5,5); Pereyra 6; Llorente 6 (dal 29’
s.t. Morata 6), Tevez 5,5 (dal 44’ s.t.
Coman s.v.). All. Allegri 6.
ATALANTA (4-4-1-1) Sportiello 7;
Scaloni 5,5, Masiello 6,5, Bellini 6,5,
Dramè 5,5; Emanuelson 6,5,
Migliaccio 6, Cigarini 5,5,
Zappacosta 6 (dal 6’ s.t.
D’Alessandro 5,5); Baselli 5,5 (dal
37’ s.t. Gomez s.v.); Denis 5 (dal 25’
s.t. Boakye 5,5). All. Colantuono 6.
ARBITRO Irrati di Pistoia 6,5.
NOTE espulso il tecnico Colantuono
(A) al 30’ s.t.. Ammoniti: Marchisio,
Morata, Padoin, Pereyra e
Lichtsteiner (J), Baselli, Bellini e
Migliaccio (A).
TACCUINO
LA MOVIOLA
di FRANCESCO CENITI
[email protected]
PRIMAVERA
ROMA E LAZIO «PARI» NEI RIGORI NEGATI
E’ OKAY QUELLO CONCESSO AL MILAN
VIVES GRAZIATO: MERITAVA IL ROSSO
Posticipi: Juve ok
G
CERIMONIA ALLE 18
iornata allungata all’infinito e giudizio
parziale sulla squadra arbitrale: mancano due
rigori (alle squadre romane). Insomma, si poteva fare
meglio.
EMPOLI-CHIEVO 3-0
Tagliavento di Terni
Tutto tranquillo e nessun caso da moviola.
FIORENTINA-PALERMO 1-1
Guida di Torre Annunziata
In avvio braccio largo di Moretti, sul rinvio sbagliato di
Molinaro, giudicato involontario, ma il difensore ha rischiato. Netto il rigore dato
alla Fiorentina: Baselli tampona Badelj: Poco dopo graziato Vives (nel finale autore
del pareggio): solo giallo per
il fallo su Ilicic, ma serviva il
rosso per la chiara occasione
da gol negata ai viola.
LAZIO-PALERMO 2-1
Di Bello di Brindisi
Sullo 0-0 era da punire con
Rigore non visto su Cole SKY
il rigore lo sgambetto di
Gonzalez su Parolo. Nel finale due entrate dure di
Barreto e altrettanti gialli,
ma il secondo (su Keita) valeva il rosso diretto.
MILAN-CESENA 2-0
Tommasi di Bassano
Giusta l’interpretazione dell’assistente Di Fiore sul gol
annullato al Milan: sul tiro
di Bonaventura c’è Destro in
fuorigioco che disturba la
parata di Leali. Inutile la deviazione vincente di Poli (in
CONCORSI N. 15 DEL 22/02/2015
● Posticipi di campionato:
Entella-Juventus 0-1, TorinoSamp rinviata. Class. (prime):
Fiorentina 42; Spezia, Torino 36;
Juventus 32; Samp 28.
posiizone regolare). Nel finale il rigore per il Milan:
Carbonero in modo ingenuo
fa una «cravatta» su Antonelli. Difficile capire l’entità
della trattenuta, Tommasi è
nella posizione giusta e non
ha dubbi.
VERONA-ROMA 1-1
Gervasoni di Mantova
Roma senza un rigore nel
primo tempo (sullo 0-0)
quando Rafa Marquez si disinteressa del pallone e abbatte Cole sulla linea dell’area. Dubbi pure sul tocco
di Ionita sul piede di
Ljajic.Gervasoni non convince nella gestione dei cartellini: impunite due entrate pericolose di Hallfredsson su Florenzi; rischia il secondo giallo Jankovic,
mentre doppia ammonizione quando Gomez continua
l’azione, nonostante sia in
fuorigioco, subendo fallo
da Cole.
TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE
1-X-1-1-1X2-X-1-1-X-1-X-X-1-X
Al nostro Garlando
il premio «Palumbo»
● Luigi Garlando, giornalista
della Gazzetta dello Sport, ha
vinto il premio «Gino Palumbo».
Altri riconoscimenti USSI-GLGS
a Giancarlo Mazzuca (Il
Giorno), Dario Ceccarelli (Radio
24), Matteo Caronni
(Telelombardia), Monica
Colombo (Corriere della Sera),
Roberto Bettini (foto). La
cerimonia oggi alle 18 a Palazzo
Cusani, via Brera 15 a Milano.
CALCIO A 5
Rissa in tribuna,
stop Pescara-Lazio
● (m.cal.) Il posticipo tra
Pescara e Lazio interrotto al
14’40’’ s.t. per incidenti in
tribuna. Subito dopo il gol del 21 per gli abruzzesi sono nati
disordini che hanno coinvolto
anche diversi tesserati.
TOTOGOL - COLONNA VINCENTE
3 – 13 – 1 – 5 – 2 – 6 – 9
14 RETI Tevez (2) (Juventus).
13 RETI Icardi (2) (Inter).
12 RETI Menez (6) (Milan); Higuain
(2) (Napoli); Dybala (2) (Palermo).
10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella
Sampdoria).
9 RETI Callejon (Napoli);
Quagliarella (2) (Torino); Di Natale
(Udinese); Toni (2) (Verona).
8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1)
(Roma); Zaza (1) (Sassuolo);
Thereau (Udinese).
7 RETI Maccarone (1) (Empoli);
Babacar (Fiorentina); Matri
(Juventus; 7 nel Genoa); Djordjevic
(Lazio); Vazquez (Palermo); Eder (1)
(Sampdoria); Berardi (3)
(Sassuolo).
6 RETI Morata, Pogba e Vidal (2)
(Juventus); Destro (5 nella Roma)
e Honda (Milan).
5 RETI Moralez (Atalanta); Brienza
(2) e Defrel (Cesena); Iago Falquè
(1) (Genoa); Guarin e Osvaldo
(Inter; ora è nel Boca Juniors);
Llorente (Juventus); Felipe
Anderson, Klose e Parolo (Lazio);
Belotti (1) e Rigoni (Palermo);
Cassano (1) (Parma); Totti (2)
(Roma); Glik (Torino).
4 RETI Denis (1) e Pinilla (Atalanta;
3 nel Genoa); Avelar (3), Ekdal e
Sau (Cagliari); Paloschi (Chievo);
Tonelli (Empoli); Cuadrado (ora è
nel Chelsea) e Rodriguez
(Fiorentina); Kovacic (Inter);
Candreva (1) (Lazio); Antonelli (3
nel Genoa) e Bonaventura (Milan);
Zapata (Napoli); Nico Lopez
(Verona).
3 RETI Boakye e Zappacosta
(Atalanta); Farias e Joao Pedro
(Cagliari); Rodriguez (1) (Cesena);
Meggiorini e Pellissier (Chievo);
Pucciarelli e Rugani (Empoli);
Perotti (1) (Genoa); Palacio (Inter);
De Ceglie (3 nel Parma),
Lichtsteiner e Pirlo (Juventus);
Lulic (Lazio); De Guzman e Hamsik
(Napoli); Nainggolan e Pjanic
(Roma); Obiang e Okaka
(Sampdoria); Acerbi e Sansone
(Sassuolo); Tachtsidis (Verona).
2 RETI Cossu (1), Donsah e
Rossettini (Cagliari); Djuric
(Cesena); Fetfatzidis (2 con 1 rigore
nel Genoa), Izco e Zukanovic
(Chievo); Tavano (1) (Empoli);
Basanta, Borja Valero, Fernandez,
Gomez, Pasqual, Salah e Savic
(Fiorentina); Bertolacci e Niang
(Genoa); Hernanes e Ranocchia
(Inter); Bonucci e Marchisio
(Juventus); De Jong e Muntari
(Milan); Mertens (1) (Napoli);
Barreto e Quaison (Palermo);
Coda e Palladino (Parma); Florenzi,
Gervinho e Ibarbo (Roma; 2 nel
Cagliari); Gastaldello (Sampdoria;
ora è nel Bologna); Floccari,
Missiroli e Taider (Sassuolo);
Bruno Peres, El Kaddouri,
Martinez e Maxi Lopez (Torino; 1
nel Chievo); Danilo, Fernandes e
Widmer (Udinese); Ionita (Verona).
1 RETE 94 giocatori
1 AUTORETE 17 giocatori
RETI SEGNATE in questo turno 15
(1 rigore); RETI TOTALI 626 (50
rigori, 17 autoreti)
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
OPINIONI
23
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TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO
Allunga sul Barça (+4) spinto da Ronaldo
La vignetta
Il campionato
LE CENTO VOLTE
DI ANCELOTTI
IN FUGA COL REAL
di Stefano Frosini
LA RESA DEI CONTI?
NO, PICNIC A ROMA
DELLA SIGNORA
IL COMMENTO
TO
DRO
di ALESSANDRO
DE CALÒ
F
ino a ieri, la grande
anomalia in Europa era la
Bundesliga: c’era un abisso
di undici punti tra il
poderoso Bayern di Pep
Guardiola e il meno glorioso
Wolsfburg, inseguitore solitario. Ieri
– nel posticipo domenicale – la
squadra sponsorizzata dalla
Volkswagen ha superato l’Herta
Berlino, accorciando il distacco a
otto lunghezze: un punto in meno
della distanza che adesso, in Italia,
separa la Juve dalla Roma. Titolo già
deciso, campionati finiti? La bilancia
della risposta pende verso il sì: il
rischio è concreto per la differenza
dei valori in campo, oltre che per il
distacco formalizzato nelle
classifiche. Di sicuro bavaresi e
bianconeri hanno il vantaggio di
potersi concentrare con più serenità
sugli impegni di Champions, dopo
essersi portati avanti sul fronte
interno. Il test di domani col
Borussia Dortmund ci dirà molto
dell’attuale dimensione continentale
dei bianconeri. L’Europa tende a
esaltare le personalità forti.
Cristiano Ronaldo ha ritrovato il gol,
mercoledì scorso in Germania,
contro lo Schalke, dopo essere
rimasto all’asciutto per tre partite. E
Carlo Ancelotti, con quella secca
vittoria, nell’andata degli ottavi, ha
ridimensionato il fuoco delle accuse
piovutegli addosso dopo il tracollo
(0-4) nel derby con l’Atletico.
Quando incombono le partite a
eliminazione diretta, la Champions
pesa sulla testa e le gambe dei
giocatori più di quanto pensiamo. Il
Barça, per dire: veniva da undici
successi di fila, era convinto di
dormire in testa alla classifica della
Liga nella notte tra sabato e
domenica. Ai blaugrana bastava un
più che probabile successo al Camp
Nou per scavalcare il Real in vetta.
Invece pensando alla sfida di
martedì col Manchester City –
match clou degli ottavi di coppa –
Messi e Neymar sono rimasti spenti,
consentendo al catenacciaro Malaga
di fare il colpaccio a Barcellona. In
pochi giorni, la deriva psicologica
tra Real e Barça si è ribaltata. Può
succedere, dove c’è ancora equilibrio
e si corre sul filo.
Ieri, nello stadio di Elche, Carlo
Ancelotti si è seduto per la
centesima volta sulla panchina dei
Blancos e si è goduto il regalo
confezionato la sera prima dal
Malaga. Ancora una volta è stato
Cristiano Ronaldo, con una delle sue
percussioni, a costruire le basi
dell’ennesima vittoria. Dopo aver
centrato un palo, il fuoriclasse
portoghese ha propiziato l’1-0 di
Benzema con la complicità di un
fortunoso rimpallo che ha favorito il
francese e infine ha scaraventato di
testa nella porta dell’Elche il gol del
definitivo 2-0. Niente di
memorabile, intendiamoci, il Real
può migliorare molto sul piano del
gioco, ma il successo di ieri è
pesantissimo. Cristiano Ronaldo si
rimette a segnare anche in
campionato e conferma di essere
decisivo. Ancelotti recupera i
quattro punti di vantaggio sul Barça
– persi nella disastrosa sconfitta con
Simeone – e si riprende in mano il
destino di capolista della Liga. Tra
un mese, se tiene questo passo, il
Real può anche perdere nel Clasico
al Camp Nou e rimanere davanti al
Barça. L’effetto spareggio, al
momento, è scongiurato. In queste
cento panchine da tecnico
madridista, Ancelotti ha vinto
Champions e Coppa di Spagna,
Supercoppa Europea e Mondiale per
club. Ogni 25 match un titolo. Roba
da far invidia a Mou. Anche perché
l’avventura col Real sembra
tutt’altro che finita.
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L’ANALISI
di LUIGI
GARLANDO
MAURO ICARDI
Calciatore dell’Inter
● Ringrazio il mio amore per la
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ossessione!
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P
iù che preparare la partita
di lunedì prossimo,
Massimiliano Allegri
preparerà il cestino del
picnic. Con la Roma a -9,
la preventivata resa dei conti
dell’Olimpico si è trasformata in una
piacevole scampagnata della
Signora tra le rovine della Capitale.
Era il 17 ottobre quando Rudi
Garcia, alla vigilia dell’impegno
casalingo con il Chievo, annunciò
urbi et orbi: «Siamo più forti della
Juve. Dopo il confronto allo Stadium
ne sono sicuro: vinceremo lo
scudetto». Ieri , dopo il triste
incrocio con l’altra veronese, il d.s.
Sabatini mandava a dire: «Lo
scudetto? Non prendiamoci in
giro...». In mezzo campionato si è
ribaltato il mondo. Garcia, che
aveva abbandonato i delicati tratti
filosofici per vestire i panni del
gladiatore, attaccare di petto la Juve
e propagandare speranza, aveva in
pugno il suo popolo. Ora è nel
mucchio dei contestati, incapace di
governare il timone di una Roma
smarrita, guardato storto da ogni
sostituito. La Juve ha preso il largo,
superiore in tutto.
Atleticamente. Anche a Verona la
Roma è stata rimontata. C’era una
volta la squadra di Garcia che
sfiancava l’avversario a colpi di
ripartenze, come un pugile che
picchia ai fianchi, per sferrare il k.o.
nella ripresa, con la pazienza dei
forti. Ora, più spesso, la Roma si
ritrova sulle gambe dopo l’intervallo
e cala di brutto come contro il
Feyenoord. Anche la Juve di questi
tempi non vola, ma tatticamente è
attrezzata per vincere pure sotto
ritmo. La Roma no. È come un
aquilone: si alza solo se Gervinho e
gli altri esterni corrono a mille. Non
ha un attaccante di ruolo da
piantare in area nella speranza che
s’inventi un gol o che faccia fruttare
un cross disperato. Quelli che aveva
li ha sbolognati: Destro, Borriello.
La Juve ha il capocannoniere del
campionato, Tevez, e sta trovando
sempre più spesso i gol di Morata. Il
Napoli, che sta risalendo
minaccioso, ha tre attaccanti oltre
gli 8 gol: Callejon (9), Gabbiadini
(10), Higuain (12). La Roma ha il
solo Ljajic oltre le 5 reti. Troppo
poco per sognare. La memoria li
tramanda come gli scudetti di Falcao
e Totti, ma, all’ombra dei due re di
Roma, Pruzzo ne segnò 12 e
Batistuta 20. Se non segni, non
vinci. Garcia ha pareggiato 6 delle
ultime 7, passando da -1 a -9: è qui
che si è creato il baratro con la Juve.
Nel calcio dei 3 punti pareggiare è
quasi perdere. Molti hanno trovato
l’antidoto al bel gioco di Garcia che
avrebbe dovuto inventarsi nuove
soluzioni offensive per spiazzare.
Ma non è solo questione di gambe,
tattica e mercato. C’entrano anche il
calo di troppi protagonisti (Totti, De
Rossi, Pjanic, Maicon...) e una
ridotta disponibilità di cuore: la
Roma non si diverte, non lotta, non
soffre, non vuole con la forza di un
anno fa, quando sembrava vincere
per l’unità del gruppo, per la gioia
che esprimeva correndo sotto la
curva mano nella mano. Una
stagione di elogi, dopo tanti stenti,
ha imborghesito i costumi e
smorzato le voglie. Alla Juve, che
pure ha vinto tanto, non succede.
Tevez, che ne è il simbolo, ha
segnato 9 gol su 14 nel primo quarto
d’ora dei due tempi. Scende in
campo con una fame feroce. Dopo
aver segnato il gol del 2-2 in un
derby da vincere a tutti i costi per
rimontare, l’Apache avrebbe
riportato di corsa la palla al centro
del campo. Mai si sarebbe fermato
sotto la curva a farsi un selfie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Che cosa ci ha lasciato l’impresa di Bonatti sul Cervino
L’ALPINISMO TRADIZIONALE, MOLTO PIÙ DI UNA SCALATA
L’AVVENTUROSO
di REINHOLD
MESSNER
Q
uello che Walter Bonatti ha fatto 50
anni fa sul Cervino è una pietra miliare
anche dal punto di vista culturale.
Perché l’alpinismo tradizionale, di cui
egli è il massimo interprete, non è una attività
solo fisica. Walter non è partito per caso quel
18 febbraio del 1965, ma perché ricorrevano i
100 anni della prima salita della Grande
Becca. È andato da solo, d’inverno e su una via
nuova per riassumere in una volta sola tutti i
problemi, il massimo delle difficoltà superabili
in quel periodo. E così ci ha lasciato un punto
di riferimento. Uno di quelli che indicano la
strada ai giovani che, con le loro idee, le loro
visioni tengono vivo l’alpinismo tradizionale.
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
ANDREA MONTI
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VICEDIRETTORE VICARIO
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things are done when men and mountains
meet», cioè che succede qualcosa di grande
quando la montagna e l’uomo si incontrano.
Che non deve morire. E oggi consiste nella
conquista di se stessi. Perché quello che
studiamo andando a scalare non è più la
montagna: l’epoca della conquista è finita.
Nemmeno è la neve, il ghiaccio o la roccia:
ormai non esistono più le spedizioni
scientifiche dell’epoca dell’esplorazione.
Oggi quella che studiamo, affrontando i nostri
limiti, è una questione psicologica. E così
ritorniamo a William Blake che diceva: «Great
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Nascono emozioni fortissime. Che i più validi
hanno saputo esprimere e trasmettere. Non a
tutti riesce. Ma è quello che sapeva fare
specialmente Bonatti. Perché il grande
alpinismo tradizionale non è soltanto
esprimersi attraverso la salita - e la discesa,
perché altrimenti non è grande alpinismo -,
ma anche attraverso ciò che si può
trasmettere agli altri in una conferenza o in
un libro.
PREZZI D’ABBONAMENTO
C/C Postale n. 4267 intestato a: RCS MEDIAGROUP
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dell’1 settembre 1948
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La tiratura di domenica 22 febbraio
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doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero.
PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,20; Argentina $ 15,50; Austria 2,20; Belgio 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,20; Croazia Hrk 17; Francia 2,20; Germania 2,20; Grecia 2,50; Irlanda 2,20; Lux 2,20; Malta 2,20; Monaco P. 2,20; Olanda 2,20; Portogallo/Isole 2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,20; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria
Huf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00.
24
Mondo R Spagna
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
INGHILTERRA
Mou, show in tv
E ora rischia
la squalifica
Cristiano Ronaldo, 30 anni, abbraccia Karim Benzema, 27: sono loro gli autori dei due gol con cui il Real Madrid ha battuto l’Elche AFP
Il Real non sbaglia: +4
con Benzema-Ronaldo
1 I Blancos passano ad Elche e allungano sul Barcellona,
Carletto festeggia le 100 partite in panchina superando Mourinho
ELCHE
REAL MADRID
0
Filippo Maria Ricci
2
CORRISPONDENTE DA MADRID
@filippomricci
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORI Benzema all’11’,
C. Ronaldo al 24’ s.t.
ELCHE (4-4-2)
Tyton 6,5; Damian Suárez 6, Enzo
Roco 6,5, Lombán 5,5, Albacar 6,5;
Aaron Ñíguez 6 (dal 19’ s.t.
Rodrigues 5), Pasalic 6 (dal 30’ s.t.
Rafa Galvez 5,5), Adrián 5,5 (dal 36’
s.t. Cristian Herrera 6), Víctor 5,5;
Fajr 6,5, Jonathas 6,5.
PANCHINA Manu Herrera, Cisma,
Coro, Álvaro Giménez.
ALLENATORE Escribà 6.
ESPULSI nessuno. AMMONITI
Albacar, Jonathas, Aaron Ñíguez,
Enzo Roco per gioco scorretto.
REAL MADRID (4-3-3)
Casillas 6; Carvajal 7, Pepe 6,5,
Varane 6,5, Marcelo 6,5; Lucas
Silva 6,5 (dal 39’ s.t. Illarramendi
s.v.), Kroos 7, Isco 7,5 (dal 43’ s.t.
Arbeloa s.v.); Bale 6, Benzema 7
(dal 48’ s.t. s.v.), C. Ronaldo 6.
PANCHINA Keylor Navas, Nacho,
Medrán, Hernandez.
ALLENATORE Ancelotti 7.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Marcelo per c.n.r.
ARBITRO Iglesias Vilanueva 5,5.
NOTE Spettatori 31.512. Tiri in
porta 1-7. Tiri fuori 1-5. In
fuorigioco 1-7. Angoli 1-6. Recuperi:
p.t. 1’, s.t. 3’.
L’
occasione per il Madrid
era troppo grande per
lasciarla passare. L’inattesa
sconfitta del Barça col Malaga
andava capitalizzata e il Real
ieri è partito per Elche determinatissimo. È tornato a casa
con un 2-0 che manda i catalani a -4 e lascia l’Atletico a -7.
E vale la 78a vittoria per Ancelotti nelle sue 100 panchine
col Madrid. Una in più rispetto a Mourinho, che deteneva
il record: per Carlo la miglior
percentuale di successi nella
storia della Liga all’altezza
delle 100 partite. Altra celebrazione, Casillas è arrivato a
500 partite di Liga, nessuno
qui ne ha mai accumulate tante con una sola squadra, e a
710 col Madrid: davanti ha
solo Raul a 741. Per Iker 328
vittorie nel campionato spagnolo, supererà presto le 333
di Zubizarreta.
ELCHE DURO Carlo, sempre
senza Modric, James Rodriguez, Ramos e Khedira, ha ri-
proposto gli stessi 11 di Gelsenkirchen, con Lucas Silva
preferito a Illarramendi. L’Elche veniva da due successi di
fila e il morale ha permesso
alla squadra di Escribá di resistere per tutto il primo tempo
all’assedio del Madrid. Che è
entrato in campo perfettamente cosciente dell’importanza strategica della sfida, e
non ha mai mollato la presa.
Di fronte però ha trovato una
squadra in grado di difendersi anche in apnea, molto dura,
compatta, ruvida anche in
contropiede affidato alla classe di Fajr e alla grinta sgomitante di Jonathas, una vita in
Italia, lo scorso anno a Latina,
totem dell’Elche e una delle
rivelazioni di questa Liga. Ronaldo ha colpito il palo al 4’
con un bel destro a giro, poi
però il portoghese ha sprecato ben tre occasioni tra il
grande e il clamoroso innervosendosi parecchio.
TUTTO BENZEMA L’Elche non
ha mai impensierito Casillas,
giusto un tiro di Pasalic largamente sballato in tutto il primo tempo, e al 39’ ha tirato
un sospiro di sollievo quando
il guardalinee ha alzato la
bandierina annullando la meravigliosa rete di Benzema,
che in sforbiciata aveva mandato in rete un cross di Bale.
Valutazione azzeccata per
una scarpa: l’unico «pezzo»
del francese in fuorigioco.
Benzema sfortunato, e poi
fortunatissimo quando all’11’
della ripresa un cross di Ronaldo viene respinto da Lomban contro il proprio portiere
e da questi sui piedi di Karim:
porta vuota e vantaggio del
Madrid. Che poco prima si
era lamentato per un’entrata
orrenda di Aaron sulla caviglia di Bale, punita solo con
un giallo: simbolica espressione della partita oltre i limiti giocata dall’Elche. Da quando è al Madrid Ronaldo non
ha mai passato più di tre partite senza far gol in Liga. Era a
tre giornate e non è arrivato a
quattro: al 24’ con una perfetta torsione del collo ha piazzato all’incrocio un cross di
Isco arrivando a 29 gol in Liga
(Messi è a 26) e a 290 col Madrid, in 281 partite. Felicità
per Ronaldo, ovazione sincera e molto sportiva del Martinez Valero per Isco al momento del cambio.
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ARGENTINA
Tecnico colpito dalla tribuna:
«Non sospendete la partita»
Adriano Seu
S
ono trascorsi due giorni,
ma in Argentina continua
a tenere banco il gesto del
tecnico Gustavo Alfaro, che sabato sera ha chiesto all’arbitro
Ceballos di non sospendere la
gara contro il Rosario Central
nonostante la testa sanguinante, frutto di un oggetto piovutogli addosso dagli spalti. «Andiamo avanti», ha sentenziato il
tecnico del Tigre subito dopo
aver ricevuto le cure dello staff
medico. «Non ci si può fermare
per colpa di un idiota». Un gesto
nobile e coraggioso, ha sottoli-
neato la stampa locale all’unisono. Perché sottolinea la volontà
di non darla vinta ai soliti facinorosi e perché dimostra la
sportività di un tecnico che
avrebbe tranquillamente potuto
avvantaggiarsi della circostanza. «Ma resta il fatto che il calcio
argentino è una vergogna», ha
tuonato Alfaro a fine gara.
OSTAGGIO DEI DELINQUENTI
Per Eduardo Coudet, tecnico del
Rosario, «Alfaro ha dimostrato
di avere due palle enormi». Ma
l’allenatore del Tigre, che per la
cronaca ha finito col perdere
(2-1) anche per colpa di un gol
in fuorigioco, ha sottolineato di
Gustavo Alfaro dopo l’incidente
non averlo fatto per mostrare i
muscoli. «Non si può permettere che un disadattato rovini lo
spettacolo a migliaia di persone». Detto ciò, Alfaro ha però lamentato l’impunità di cui godono i violenti, puntando il dito
anche sul direttore di gara. «Qui
il calcio è ostaggio dei delinquenti. Oltretutto non può essere che l’arbitro chieda a un tecnico se preferisce andare avanti
o sospendere la partita dopo un
fatto del genere.
A cosa serve avere un responsabile del servizio d’ordine a bordo campo? E’ ora che qualcuno
si assuma le proprie responsabilità». Implicito ma evidente l’attacco alla federazione che, dopo
oltre un anno di partite a porte
chiuse, a inizio stagione ha
riammesso il pubblico ospite.
Senza aver trovato un antidoto
alla violenza.
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Josè Mourinho, 52 anni GETTY
Stefano Boldrini
di vantaggio sul Manchester City, non cinque. I miei giocatori
non meritano questo trattamento. Se quelli di Costa sono stati
definiti i Costa’s crime, non so
che cosa dire dei falli di Barnes.
Il mio inglese non è così buono
per trovare la parola adatta per
descriverli. Ho parlato con
Atkinson e mi ha detto che non
aveva la tv a disposizione per vedere gli episodi avvenuti al 30’,
33’, 42’ e 69’. Gli arbitri cercano
di fare del loro meglio, ma non si
può più rinunciare alla tecnologia. So che queste mie parole
possono costarmi un’altra squalifica e potrei saltare la finale di
Coppa di Lega contro il Tottenham, domenica prossima».
CORRISPONDENTE DA LONDRA
J
osè Mourinho Show. Ai
piani alti di Sky, a Londra, pensavano fosse
uno scherzo quando è arrivata questa telefonata: «Pronto,
sono Mourinho, vorrei venire
a parlare in televisione». A
Sky, nonostante le recenti litigate con il portoghese, non
ci hanno pensato due volte:
«Prego, si accomodi». Con
quest’ennesimo colpo di teatro, di un uomo che, piaccia o
no, ha una marcia in più rispetto ai comuni mortali, la
trasmissione Goals on Sunday è stata un autentico
show. Mou, camicia nera e
giacca grigia, ben rasato, è
tornato sulle questioni delle
ultime ore, in un intervento
durato 27 minuti: gli errori di
Atkinson in Chelsea-Burnley,
i presunti torti ripetuti alla
sua squadra, l’espulsione di
Matic.
MONOLOGO «Matic è un ragazzo fortunato. Il fallo di
Barnes poteva rovinargli la
carriera. Se Costa è stato fermato tre giornate per l’entrata su Can, a Barnes dovrebbero darne il doppio. Stiamo
parlando di un calciatore che
una volta è stato squalificato
per sette turni per aver aggredito un arbitro. Atkinson è
uno dei migliori fischietti inglesi, ma tutti possono sbagliare. Lui ha commesso errori nel derby di Liverpool e sabato. È come un avvocato che
ha perso quindici cause: uno
così non lo vuoi più. Nel calcio si prende e si dà, ma nel
nostro caso è troppo. Avremmo potuto avere dodici punti
WEMBLEY O NO? Oggi sapremo
se davvero Mourinho rischia di
non andare in panchina a Wembley nel match che potrebbe
consentire al portoghese di tornare a vincere un trofeo dopo
due anni e mezzo. Le autorità
calcistiche sorvoleranno, o cercheranno lo scontro frontale con
Mou? La decisione, stavolta, sarà tutta politica.
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Magia di Coutinho
e il Liverpool va
anche senza Balo
● LONDRA Una perla nella
pioggia. Uno straordinario gol
dell’ex interista Coutinho lancia
il Liverpool verso una vittoria
importante sul campo del
Southampton. La rete del
brasiliano, una sassata
all’incrocio, arriva al 3’, poi ci
pensa Sterling a firmare il 2-0 al
73’. Successo meritato, da parte
dei Reds, ma c’è l’ombra di due
rigori negati ai Saints per i falli
di Can e Allen su Djuricic. Anche
il Liverpool ha chiesto un
penalty, per un’entrataccia su
Sterling. Niente confronto a
distanza Pellè-Balotelli: Mario è
rimasto in panchina. Il Liverpool
è ora sesto, a due punti dal 4o
posto, occupato dal Manchester
United. La squadra di Rodgers è
l’unica imbattuta in Premier nel
2015: 23 punti su 27. Ecco
Rodgers: «Vittoria importante,
siamo a tre punti dal terzo
posto. Peccato l’inizio di
stagione difficile. Coutinho?
Fantastico».
bold
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TACCUINO
GERMANIA
EURORIVALI
Doppietta di Dost,
Wolfsburg ok
Vincono Celtic
e Athletic Bilbao
● Si sono giocati ieri due
posticipi della ventiduesima
giornata in Bundesliga. Il
Wolfsburg allunga al secondo
posto grazie a un super Dost:
doppietta nel 2-1 contro
l’Hertha Berlino, per
l’attaccante olandese nono
gol nelle ultime 5 partite di
campionato (più altri due in
Europa League contro lo
Sporting Lisbona). Il
Wolfsburg resta così a -8
dalla capolista Bayern e
allunga a +2 sul Borussia
Moenchengladach terzo in
classifica, che viene rallentato
sull’1-1 ad Amburgo nell’altro
posticipo.
● Due vittorie e due pareggi per
le eurorivali di Inter, Torino,
Fiorentina e Napoli. Vincono gli
scozzesi del Celtic (4-0
all’Hamilton) avversari dell’Inter
giovedì a San Siro, successo
anche per gli spagnoli
dell’Athletic Bilbao (1-0 al Rayo)
che sfideranno il Torino al San
Mames. Pareggia il Tottenham
(2-2 in casa con il West Ham)
che sarà di scena allo stadio
«Artemio Franchi» con la
Fiorentina e non vanno oltre il
pari anche i turchi del
Trabzonspor (1-1 sul campo del
Kasimpasa) che giovedì saranno
di scena al «San Paolo» contro il
Napoli.
Mondo R Francia
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
NON BASTA BATSUHAYI
Marsiglia
solo pari
a St Etienne
Ora è terzo
L’esultanza di Nabil Fekir, 21 anni, Alexandre Lacazette, 23, e Mouhamadou Dabo, 28 ACTION IMAGES
Il sorriso del Lione
Torna Lacazette
e passa la paura
TALENTO FEKIR Rete che consolida in ogni caso l’ascesa di una
mezza punta che la Francia di
rischia di perdersi. Su Fekir si
muove con insistenza l’Algeria,
paese d’origine del papà che gli
faceva tirare 400 punizioni al
giorno da piccolo. Esercizio ripetuto al 40’ p.t., stampatosi all’incrocio. Ma che avrebbe premiato una prestazione piena,
culminata con il fallo subito in
area allo scadere, per il rigore
fallito dal capitano Gonalons. Il
21enne, al nono centro stagionale, oltre a sei assist, prende
tempo: «Deciderò entro marzo». Nel frattempo, il Lione se lo
tiene stretto come Lacazette,
salvo offerte indecenti estive.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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il Nantes decide Fekir, su assist di tacco del bomber
Alessandro Grandesso
LIONE
1
LIONE
@agrandesso
NANTES
0
S
tavolta non ha fatto gol,
ma dopo quasi un mese di
assenza, e considerato il suo
pregiato curriculum stagionale,
glielo si può perdonare. Alexandre Lacazette ha portato lo stesso fortuna al Lione che senza di
lui aveva infilato tre pari, segnando la miseria di due reti.
Contro il Nantes, invece, è tornata la vittoria. Certo di misura
e firmata da Fekir, l’altro gioiellino di casa, ma comunque con
il contributo di tacco del bomber che guida la classifica dei
marcatori con 21 reti. Dieci in
più di Ibrahimovic. Poco meno
della metà del totale del Lione,
che si riprende la vetta dopo il
successo del Psg di sabato sul
Tolosa (3-1).
IL GOL Proprio Ibrahimovic aveva lanciato la sfida dai corridoi
del Parco dei Principi: «Ora vediamo di cos’è capace il Lione».
E i ragazzini terribili di Fournier
non si sono fatti intimidire, gestendo con maturità un Nantes
mai pericoloso, che in 90’ non
ha mai tirato in porta. Nonostante un primo tempo equilibrato, anche perché Lacazette
doveva ritrovare ritmo e automatismi. Così dopo un paio di
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Fekir al 22’ s.t.
LIONE (4-3-1-2)
Lopes 7; Dabo 6, Koné 6,5, Umtiti
6,5, Bedimo 6; Tolisso 6, Gonalons
6,5, Ferri 6 (dal 40’ s.t.
Malbranque 6); Gourcuff 7 (dal 31’
s.t. Ghezzal 6); Lacazette 6,5 (dal
22’ s.t. Njie 6), Fekir 7.
PANCHINA Gorgelin, Zeffane,
Rose, Yattara.
ALLENATORE Fournier 7.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Ferri, Dabo per gioco
scorretto.
NANTES (4-2-3-1)
Riou 6; Cissokho 6,5, Vizcarrondo
5,5, Djilobodji 5,5, Veigneau 6;
Hansen 6, Deaux 6; Gakpé 5 (dal
28’ s.t. Nkoudou 6), Veretout 5,
Bessat 5,5 (dal 35’ s.t. Iloki 6);
Bangoura 5 (dal 28’ s.t. Bammou
6).
PANCHINA Dupé, Dubois,
Alhadhur, Gomis.
ALLENATORE Der Zakarian 6.
CAMBI DI SISTEMA nessuno.
ESPULSI Nessuno.
AMMONITI Deaux per proteste,
Bessat per c.n.r, Djilobodji, Gakpé,
Cissokho per gioco scorretto.
ARBITRO Fautrel 6.
NOTE spettatori 36.819. Tiri in
porta 3 (1 palo)-0. Tiri fuori 7-2. In
fuorigioco 3-2. Angoli 5-4.
Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’.
tiri dalla distanza, il bomber si è
consolato confezionando l’assist decisivo, quando al 22’ s.t. si
è fatto servire al limite da Gourcuff. Il colpo di tacco, istintivo,
a innescare Fekir compensa
quella dose di fiducia che andava cercando e che magari sperava di godersi scuotendo come al
solito la rete avversaria. Stavolta a rubargli il piacere è stato
l’altro talento cresciuto nell’accademia del Lione, fortunato
nel colpo di tacco involontario,
nato dal contrasto con Hansen,
che ha beffato Riou. Gol rocambolesco, tanto da meritare la
battuta di Lacazette: «Non pensavo gli fosse attribuito».
ITALIANI ALL’ESTERO
Romania, vedi Napoli e poi... voli
Di Matteo coraggio, Pascali 2 assist
Iacopo Iandiorio
T
ecnici italiani crescono.
Per una volta partiamo
con un torneo minore: in
Romania (al via dopo la pausa
invernale) Nicolò Napoli (7,5)
con lo Iasi espugna Chiajna battendo 3-0 il Viitorul, concorrente per una salvezza che ora è solo 3 punti più su. In campo dopo
7’ il portiere ex Grosseto Caparco (7) che se la cava bene. In
Germania la difesa di Di Matteo
(Schalke, 6,5) si fa beffare (1-1
col Werder) solo nel recupero.
Il problema è davanti senza
Huntelaar k.o. e con ChoupoMoting che non trova la porta.
Mezzo voto in più perché schiera due 19enni (Wellenreuther e
Platte): coraggioso. Immobile
(Dortmund) e Donati (Leverkusen) in panchina, Caldirola
(Werder) non convocato.
In Inghilterra l’atteso scontro
fra bomber italiani non si è avuto: Balotelli (Liverpool) è rimasto in panchina (Borini, in tribuna) e Pellé (5,5 Southampton) non va; un tiro a lato, sotto
la pioggia appare un pulcino
bagnato, altro che il bomber
che conosciamo. In panca Mannone del Sunderland (Giaccherini era out). Paradossalmente
da difensore, Pascali (6, Kilmarnock), nel 3-3 con l’Inverness, le cose migliori le fa in at-
L
a scena è stata tragicomica. Giovedì Marcelo
Bielsa, come al solito,
aveva anticipato in conferenza stampa l’undici per
Saint Etienne. Il giorno dopo in allenamento si è ritrovato con un solo titolare a
disposizione. Gli altri erano
tutti dati per malati o in palestra. El Loco allora ha dato
di testa e ha pure cacciato
Gignac che stava facendo
una corsetta post influenzale. Scorcio, raccontato dell’Equipe, che spiega il clima
di tensione che assedia il
Marsiglia. Indotto anche
dalle incertezze sul futuro
del tecnico argentino che,
sempre giovedì, ha fatto il
vago: «Il mio contratto scade a giugno, ogni altra ipotesi va discussa». A tutto ciò
si aggiungono le scadenze
non rinnovabili di senatori
come Gignac, Ayew, dagli
ingaggi troppo alti, o di quadri come Fanni e Morel dalle prospettive non chiare. E
anche incomprensioni tra
staff tecnico e medico. Insomma, ingredienti esplosivi che includono le lamentele dei giocatori sui carichi di
lavoro accompagnati da poco apprezzate e interminabili sedute video. In tale
contesto andava letta la trasferta a St Etienne, condizionata però dalle scelte dei
tecnici. Bielsa al 17’ s.t. infatti ha tolto tre uomini, tra
cui Gignac per Batshuayi. E
il belga è andato in rete dopo 55’’, pareggiando il rigore di Gradel (9’ s.t.), ripetendosi pure dopo 2’ su assist dell’altro innesto Alessandrini. Bis però vanificato
da Erding, mandato in campo da Galtier al 26’ s.t. per
Van Volfswinkel. Ma il 2-2
brucia di più al Marsiglia
che scende al terzo posto, a
-2 dal Psg, a -4 dal Lione.
a.g.
1Senza Alexandre solo tre pari per Fournier. Contro
tacco: un lancio lungo e un assist di testa per 2 reti dei suoi;
sui gol rivali non ha colpe però
è il capitano…
In Francia in campo solo Sirigu
(Psg, 7): Motta e Raggi rotti,
Verratti squalificato. Per Sirigu
2 parate cruciali per blindare i
tre punti nel 3-1 al Tolosa.
In Spagna Fausto Rossi (6 Cordoba) nel k.o. casalingo col Valencia 90’ volenterosi ma poco
produttivi. Va meglio a Carlo
Ancelotti (7): il suo Real Madrid ha la meglio di un Elche indiavolato e non sciupa l’occasione per portarsi a +4 sul
Barça. Oro in vista del Clásico
del 22 marzo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LE CLASSIFICHE
Michy Batsuhayi, 21 anni AFP
Scarpa d’Oro
Avanza soltanto
Cristiano Ronaldo
25
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CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI
TOP 11: HITZ, PORTIERE GOLEADOR
7,5
8
Il brasiliano Neymar, 23 anni AFP
● 1) 58 punti, C. Ronaldo
(Real Madrid/Spa), 29 gol;
2) 52 punti, Messi
(Barcellona/Spa), 26 gol;
3) 36 punti, Kabaev
(Kalev/Est), 36 gol;
4) 34 punti, Diego Costa
(Chelsea/Ing), 17 gol;
5) 34 punti, Neymar
(Barcellona/Spa), 17 gol.
TIGHADOUINI
Nac Breda
GRIEZMANN
Atletico M.
7,5
7,5
ANDRÉ GOMES
Valencia
COUTINHO
Liverpool
RABIOT
Psg
8
DOST
Wolfsburg
7,5
7,5
SILVA
Manchester C.
7,5
LUISÃO
Benfica
7
THIAGO SILVA
Psg
7,5
ROSALES
Malaga
8
HITZ
Augsburg
GDS
26
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Serie B R I posticipi della 27a giornata
LIVORNO
0
AVELLINO
1
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
CLASSIFICA
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Trotta al 39’ s.t.
LIVORNO (3-4-1-2) Mazzoni 6;
Bernardini 6, Emerson 6,
Lambrughi 5,5; Maicon 5,5 (dal
34’ s.t. Jelenic 6), Luci 5, Biagianti
6,5, Gemiti 5,5 (dal 40’ s.t. Rivas
s.v.); Belingheri 5 (dal 17’ s.t.
Galabinov 5,5); Siligardi 6,
Vantaggiato 6,5.
PANCHINA Bastianoni, Rafati,
Macera, Appelt, Moscati,
Jefferson.
ALLENATORE Gelain 5.
AVELLINO (5-3-2) Gomis 7,5;
Regoli 6, Pisacane 6, Ely 5,5 (dal 9’
s.t. Fabbro 5,5), Chiosa 6, Bittante
6; Kone 6,5, Arini 6, Sbaffo 6 (dal
17’ s.t. Zito 6,5); Trotta 6,5 (dal 43’
s.t. Comi s.v.), Castaldo 6.
PANCHINA Frattali, Almici, Angeli,
Schiavon, Soumarè, Mokulu.
ALLENATORE Rastelli 6.
SQUADRE
PT
CARPI
BOLOGNA (-1)
AVELLINO
LIVORNO
VICENZA
FROSINONE
SPEZIA
LANCIANO
PESCARA
PERUGIA
TERNANA
BARI
PRO VERCELLI
TRAPANI
MODENA
LATINA
CITTADELLA
ENTELLA
BRESCIA
CATANIA
VARESE (-3)
CROTONE
52
47
45
43
43
41
39
37
36
36
35
33
33
33
30
30
30
30
29
28
28
25
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
27
27
27
27
27
27
27
27
27
27
27
27
27
27
26
27
27
27
27
26
27
27
14
13
12
12
12
11
10
8
9
8
9
9
9
8
6
6
6
6
7
7
7
6
10
9
9
7
7
8
9
13
9
12
8
6
6
9
12
12
12
12
8
7
10
7
3
5
6
8
8
8
8
6
9
7
10
12
12
10
8
9
9
9
12
12
10
14
43
36
28
44
28
38
31
39
42
29
24
30
29
39
24
23
33
23
32
38
31
27
21
23
23
31
24
33
26
33
35
31
31
36
36
50
24
26
38
34
39
41
38
38
SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI
ARBITRO Mariani di Aprilia 6,5.
GUARDALINEE Calò 6-Citro 6.
ESPULSI nessuno.
AMMONITI Luci (L), Sbaffo (A),
Ely (A), Arini (A), Comi (A) e
Castaldo (A) per gioco scorretto.
NOTE paganti 4.589, incasso di
31.493 euro; abbonati 4.351, quota
di 21.274,31 euro. Tiri in porta 14
(con un palo)-3. Tiri fuori 4-2. In
fuorigioco 5-1. Angoli 7-7.
Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’.
PROSSIMO TURNO
Marcello Trotta, 21 anni, segna così il secondo gol stagionale LAPRESSE
VENERDÌ 27 FEBBRAIO LATINA-TRAPANI
(ore 19) (0-1); BOLOGNA-VICENZA (ore 21)
(0-0); SABATO 28 FEBBRAIO (ore 15);
AVELLINO-TERNANA (2-2); CATANIA-FROSINONE (0-1); CROTONE-LIVORNO (0-1); ENTELLA-PESCARA (0-4); LANCIANO-CITTADELLA (3-2); MODENA-BARI (1-1); PERUGIASPEZIA (0-2); PRO VERCELLI-CARPI (0-1);
VARESE-BRESCIA (1-1)
Trotta segna, Gomis salva
L’Avellino sbanca Livorno
1Quarta vittoria di fila per Rastelli, che fa il sorpasso e ora è terzo
Gelain, prima sconfitta casalinga: è amara la festa per i 100 anni
Alessio Da Ronch
INVIATO A LIVORNO
C
ent’anni amari per il Livorno, che si fa beffare
dall’Avellino e lascia ai
campani la terza posizione sulla
scia del Bologna. Una classifica
che non nasce dal caso, quella
in Toscana è la quarta vittoria
consecutiva dell’Avellino e, pure, la quarta partita senza subire reti. Gelain, invece, scopre il
sapore amaro della sconfitta interna, dopo due successi roboanti, colpa di un pizzico di sfortuna, di un portiere prodigioso,
ma anche di alcune scelte che lo
hanno ripagato poco.
PRODEZZE GLOBALI Il gol decisivo lo sigla Marcello Trotta,
sfruttando, di sinistro, un’incertezza di Emerson, che rinvia
corto di testa cercando di risolvere una mischia. Ma l’attaccante, al secondo centro in due
partite da titolare, vede esaltare
la sua prodezza dalle imprese
del portiere Alfred Gomis, che
mette al sicuro il successo con
parate importanti, una, al 42’
del secondo tempo, prodigiosa,
su Biagianti. Due esempi del
calcio moderno e globale: Trotta, 22 anni, nato in Campania,
cresciuto calcisticamente in Inghilterra ed appena tornato in
Italia, e Gomis, 21 anni, nato in
Senegal, ma cresciuto calcisticamente a Torino, tanto da sentirsi azzurro a tutti gli effetti.
FORTUNA Rastelli è umile, non
si fa trascinare dall’entusiasmo
dei 1.500 tifosi al seguito (straordinari per tutta la sfida), ma
gioca le sue carte con prudenza: chiude le corsie laterali e infoltisce il centrocampo. Proprio
nel finale Trotta trova il guizzo
vincente, su azione d’angolo.
Sul destro dell’attaccante, 20’
prima, era capitata anche l’altra
occasione per i campani, stavolta con errore di Lambrughi, ma
Mazzoni lo aveva stoppato. La
fortuna bisogna andarsela a
scovare e il tecnico dell’Avellino
se la merita perché non rinuncia mai alle due punte, con un
centrocampista a supporto, prima Sbaffo e, dopo, Zito.
14 TIRI Il Livorno non demerita, ma appare lento, Luci è incredibilmente impreciso, Berlingheri, rispolverato nel ruolo
che lo aveva visto protagonista
nell’utima promozione, si fa vedere poco. Maicon e Gemiti sono timidi sulle fasce. Eppure i
IL MIGLIORE
7,5
● GOMIS
PORTIERE DELL’AVELLINO
Non è certo perfetto di stile,
ma con talento e reattività
sa rimediare alle sbavature
toscani centrano la porta 14
volte. Emerson quasi sorprende
Gomis su punizione (1’), poi
manda il pallone a colpire l’incrocio dei pali con una conclusione da 25 metri. Nella prima
ora di gioco quelle create dal difensore sono le uniche vere occasioni da rete. Prima del vantaggio avellinese Gomis trema
su una deviazione di Pisacane,
che sfiora l’autogol, poi ribatte
un sinistro potente di Gemiti.
BEFFA Il rimpianto più grande
per il Livorno nasce dai 10 minuti finali, quelli che seguono
la rete di Trotta: la rabbia e la
disperazione mostrano la faccia
migliore dei toscani, che sfiorano il pari grazie a due invenzioni di Vantaggiato, assist per Biagianti e Siligardi. Gomis è strepitoso soprattutto sul mediano,
sul quale salva di piede. Ed è
beffardo il fatto che a commettere gli errori decisivi siano
Emerson e Biagianti, i due migliori in campo, fino a quel momento, nel Livorno.
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27
Sansovini premia
il Pescara in 10
Catania senza idee
PESCARA
1
CATANIA
0
PRIMO TEMPO 0-0
MARCATORE Sansovini al 48’ s.t.
PESCARA (4-4-2) Fiorillo 6,5;
Zampano 6, Zuparic 7, Salamon 7,
Rossi 6; Politano 6,5 (dal 31’ s.t.
Gessa 6), Selasi 6,5 (dal 38’ s.t.
Brugman s.v.), Memushaj 6,
Bjarnason 7; Melchiorri 6,5 (dal 30’
s.t. Sansovini 7,5), Pasquato 4.
PANCHINA Aldegani, Boldor,
Caprari, Abecasis, Pettinari,
Paolucci. ALLENATORE Baroni 7.
CATANIA (4-3-1-2) Gillet 6;
Belmonte 5,5, Schiavi 5,5, Ceccarelli
6, Mazzotta 5,5; Sciaudone 5 (dal 10’
s.t. Castro 6), Rinaudo 6, Coppola 6;
Rosina 5,5; Calaiò 5,5 (dal 41’ s.t.
Barisic s.v.), Maniero 5,5 (dal 22’ s.t.
Martinho 5). PANCHINA
Terracciano, Escalante, Sauro,
Chrapek, Capuano, Odjer.
ALLENATORE Marcolin 5.
ARBITRO Pairetto di Nichelino 6.
GUARDALINEE Segna 6-Marinelli 6.
ESPULSI Pasquato (P) al 42’ p.t. per
proteste.
AMMONITI Selasi (P), Pasquato (P),
Politano (P), Maniero (C) e
Memushaj (P) per gioco scorretto.
NOTE paganti 2.185, incasso di
12.419 euro; abbonati 3.580, quota di
17.273 euro. Tiri in porta 4 (con una
traversa)-2. Tiri fuori 7-5. In
fuorigioco 2-2. Angoli 8-7. Recuperi:
p.t. 1’; s.t. 6’.
Massimiliano Ancona
INVIATO A PESCARA
R
aphael Martinho, classe
1988, in gara da meno di
mezz’ora, alza troppo la
mira a due passi dalla porta al
92’. Marco Sansovini, 34 anni,
in campo da 18’, fa centro con
un sinistro da 40 metri. E al
93’ esulta all’Adriatico con il
Pescara — dove il 2 febbraio è
tornato per la terza volta — a
due anni e mezzo dal gol nel
6-0 al Vicenza (1 maggio
2012). Così gli abruzzesi di
Marco Baroni — che indovina
i cambi e puntella la panchina
— ritrovano i tre punti in casa
dopo due mesi (2-0 al Varese il
24 dicembre) e agguantano il
Perugia a -1 dai playoff.
ANALISI Al di là delle parole
di Dario Marcolin («Il gol non
cambia la valutazione della
gara sotto il piano del gioco»),
il Catania deve fare mea culpa
e ritrovare umiltà. Non solo
per la sconfitta — giunta sì a
tempo scaduto, ma dopo 52’
giocati in superiorità numerica —, che lascia gli etnei penultimi e ne interrompe la
striscia di tre risultati utili.
Bensì per l’atteggiamento, ai
limiti della presunzione. Perché il Catania — due pari e
dieci k.o. stagionali fuori casa
— quasi nulla ha fatto per vincere una gara che ne ha confermato i limiti. Anche nel
nuovo corso. Più «adeguato»
alla situazione Emanuele Calaiò, uno dei quattro ex in
campo (con Schiavi, Mazzotta
e Maniero, tornato all’Adriatico un mese e mezzo dopo l’addio choc e fischiato al momento della sostituzione con Martinho): «Facciamo un bagno di
umiltà e pensiamo a tirarci
fuori da questa situazione».
LA CHIAVE Il 4-4-2 del Pescara
copre di più e meglio gli spazi
rispetto al 4-3-1-2 del Catania, in cui Rosina viene limitato da Memushaj e Selasi e non
s’accende. Calaiò e Maniero
non ricevono un pallone pulito (come nella ripresa) da indirizzare in porta. Abruzzesi
compatti davanti ai difensori
centrali Salamon e Zuparic.
Più Politano e Melchiorri abili
a offendere e a difendere. Nulla accade fino al 42’, quando
Pasquato, appena ammonito
(fallo su Mazzotta), dice una
parola di troppo all’arbitro e
viene espulso. Direttamente.
LA SVOLTA Nella ripresa si attende che il Catania osi. E invece non è così. Marcolin passa al 4-3-3 con Castro, con Rosina che arretra a destra in
mediana. Poi al 4-2-3-1 con
Martinho (fuori Maniero). Ma
l’andamento lento dei suoi
prosegue. Eccezion fatta per
un lancio di Rosina che pesca
Castro: ma Fiorillo c’è. È invece un diligente Pescara a impegnare Gillet con Memushaj
(2’), a colpire la traversa con
Bjarnason (21’) e a sfiorare il
palo ancora con Memushaj
(38’) legittimando l’1-0 prima
di ottenerlo.
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IL MIGLIORE
7,5
● SANSOVINI
ATTACCANTE DEL PESCARA
Gli bastano 18’ per decidere
la gara con un gran sinistro
all’incrocio e imparabile
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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30
Lega Pro R 26a giornata
LA POLEMICA
di STEFANO
SPINELLI
CASO PUBALGIA
CHE SCINTILLE
TRA PEA E L’EX
GASBARRONI
D
erby da mezzogiorno
di fuoco tra Giana e
Monza. Nel
parcheggio del Brianteo, al
termine della gara, due
tifosi della Giana sono stati
aggrediti a sprangate da 5
del Monza e sono finiti in
ospedale con diverse ferite.
Picchiato anche un terzo
tifoso (solidarietà a tutti da
Andrea Gasbarroni, 33 anni LAPRESSE
parte della Giana), un
supporter del Monza è stato
fermato. In sala stampa
altro scontro, ma verbale,
tra Andrea Gasbarroni e il
suo ex tecnico Fulvio Pea. A
scatenare il diverbio una
frase di Pea («L’aria di
Gorgonzola guarisce la
pubalgia»), visto che l’ex
fantasista del Monza,
appena arrivato alla Giana,
ha giocato tre gare in una
settimana. «Secondo Pea mi
sono inventato la pubalgia?
– domanda Gasbarroni – Ci
sono rimasto male perché
sono stato attaccato sulla
persona. Solo io so cosa ho
passato». Poi arriva Pea e
rincara la dose: «Quando
avremo un altro giocatore
con la pubalgia lo
manderemo a Gorgonzola».
«Lei non si deve permettere
di dire che non avevo la
pubalgia – la risposta del
giocatore – così mi
offende». «Io non mi faccio
prendere per il c..o da
nessuno – la piccata replica
di Pea – potevi restare al
Monza e rescindere il
contratto il 30 giugno se ci
tenevi alla società». «Ma
quale società? Nessuno mi
ha telefonato in sei mesi».
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GIRONE A
Dickmann-Corazza
Il Novara rimane
davanti nel terzetto
1Gara dominata: la Torres cade nella ripresa
La classifica avulsa tiene Toscano al comando
NOVARA
2
TORRES
0
MARCATORI Dickmann al 15’,
Corazza al 20’ s.t.
NOVARA (3-5-2) Tozzo 6; Vicari 6,5,
Gavazzi 6, Freddi 6; Dickmann 7,5,
Bianchi 6,5 (dal 32’ s.t. Faragò 6),
Buzzegoli 7, Foglio 6, Garofalo 6 (dal
12’ s.t. Pesce 6); Evacuo 6 (dal 16’ s.t.
Della Rocca 6), Corazza 6,5. (Montipò,
Bergamelli, Miglietta, Gonzalez). All.
Toscano 6,5.
TORRES (4-3-3) Testa 6; Imparato 5,
Marchetti 5, Aya 5,5, Minarini 5; Foglia
5,5, Petermann 5, Cerone 5 (dal 23’
s.t. Bottone 5,5); Baraye 6 (dal 14’ s.t.
Buonaiuto 5,5), Barbuti 5, Maiorino
5,5 (dal 36’ s.t. Marinaro s.v.).
(Costantino, Migliaccio, Ligorio,
Schiavino). All. Bucchi 5,5.
ARBITRO Boggi di Salerno 6.
NOTE paganti 748, abbonati 3.140,
incasso di 17.746 euro. Ammoniti
Barbuti, Dickmann, Buzzegoli,
Marchetti, Gavazzi, Corazza e Testa.
Angoli 5-3.
Perla di Ferretti
Pavia scatenato
AlbinoLeffe stop
NOVARA
B
astano cinque minuti al
Novara per superare la
Torres e mantenere saldo il primato, seppur in coabitazione (ma in vantaggio nella
classifica avulsa), nel girone A.
Cinque minuti a metà della seconda frazione, segnati dall’uno-due del giovane Lorenzo
Dickmann, 18 anni (al secondo
gol da professionista) e da Simone Corazza, che si conferma top-scorer azzurro nel girone di ritorno con 4 marcature.
Due reti che hanno mandato al
tappeto una Torres ordinata e
compatta, capace di reggere
l’urto della pressione costante
azzurra fino al momento del
vantaggio, ma inconcludente
in zona gol.
E’ super Arezzo:
decide Sabatino
Il Bassano delude
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0
AREZZO
1
GIANA
2
PAVIA
2
BASSANO
0
MONZA
1
BERGAMO Il Pavia domina e
interrompe a 5 gare la striscia
dell’AlbinoLeffe dell’ex Mangone.
Troppo netto il divario tecnico,
tanto che gli ospiti giostrano a
piacimento imponendo subito il
proprio ritmo. E bastano 4’ a
Cesarini per battere Amadori con
un delizioso interno destro da
dentro l’area. Il raddoppio è
un’altra perla, stavolta di Ferretti
(13° gol) che controlla con il destro
e calcia con il mancino dal limite.
L’AlbinoLeffe sbatte su Facchin,
super su Silva Reis e Vorobjovs.
Federico Errante
MARCATORE Sabatino al 29’ s.t.
AREZZO (3-5-2) Benassi 6,5;
Villagatti 7, Panariello 7, Guidi 7;
Franchino 6,5, Cucciniello 6 (dal 6’
s.t. Carcione 6,5), Gambadori 7,
Dettori 7, Sabatino 7,5; Bonvissuto
7, Testardi 6 (dal 14’ s.t. Yaisien 6,5).
(Rosti, De Martino, Brumat,
Coppola, Padulano). All. Capuano 7.
BASSANO (4-2-3-1) Rossi 6,5;
Toninelli 5,5, Priola 6, Bizzotto s.v.
(dal 19’ s.t. Zanella 6), Semenzato
5,5 (dal 36’ s.t. Spadafora s.v.);
Cenetti 6, Proietti 6; Furlan 5,5,
Nolè 6, Iocolano 5,5; Pietribiasi 5,5
(dal 22’ s.t. Cattaneo 5,5). (Grandi,
Stevanin, Davì, Cortesi). All. Asta
5,5.
ARBITRO Fourneau di Roma 6.
NOTE paganti 821, abbonati 825,
incasso non comunicato. Espulso
Toninelli al 48’ s.t.; ammoniti
Proietti, Villagatti, Toninelli e
Carcione. Angoli 6-8.
● AREZZO E’ un Arezzo da
stropicciarsi gli occhi quello che ha
battuto il deludente Bassano:
pronto a soffrire nel primo quarto
di gara, dove Benassi ha fatto due
grandi interventi, e poi bravissimo
a prendere in mano la partita.
Difesa impeccabile, centrocampo
roccioso ed esterni reattivi a tutto
campo, con Bonvissuto davanti che
ha lottato come un leone. Ennesima
lettura perfetta della gara di
Capuano e gol di Sabatino come
premio meritato.
Stefano Brandini Dini
SQUADRE
PT
NOVARA
ALESSANDRIA
PAVIA (-1)
BASSANO
REAL VICENZA
COMO
FERALPI SALO'
SUDTIROL
AREZZO
VENEZIA
TORRES
MANTOVA (-3)
MONZA
RENATE
CREMONESE
GIANA
LUMEZZANE
ALBINOLEFFE
PRO PATRIA (-1)
PORDENONE
50
50
50
46
41
41
41
40
36
34
34
33
33
32
31
30
24
21
17
17
MARCATORI Sinigaglia (G) al 1’ p.t.;
Rossini (G) al 7’, Uliano (M) al 12’ s.t.
GIANA (4-4-1-1) Paleari 6; Perico 6,
Polenghi 6,5 (dal 15’ s.t. Bonalumi 6),
Montesano 6,5, Solerio 6; Rossini 7 (dal
34’ s.t. Pinto s.v.), Marotta 7, Biraghi
6,5, Augello 6; Gasbarroni 7 (dal 28’ s.t.
Perna 6); Sinigaglia 7,5. (Ghislanzoni,
Crotti, Spiranelli, Recino). All. Albé 7.
MONZA (5-3-2) Chimini 6; Giorgi 5,5
(dal 34’ s.t. Carbonaro s.v.), El Hasni
5,5, Martinez 6, De Bode 5, Pugliese
5,5; Toskic 5,5 (dal 1’ s.t. Frasciello 6),
Uliano 7, Pessina 6,5; Torri 6,5, Valencic
5 (dal 10’ s.t. Bernasconi 6). (De Lucia,
Corduas, Asante, Conti). All. Pea 6.
ARBITRO Schirru di Nichelino 6.
NOTE paganti 477, non ci sono
abbonati, incasso di 5.057 euro.
Espulso De Bode al 48’ p.t.; ammoniti
Polenghi, Frasciello e Pinto. Angoli 6-6.
●
MONZA Trascinata dagli ex Monza,
la Giana centra la seconda vittoria in
quattro giorni battendo la squadra di
Pea, alla quinta sconfitta nelle ultime
sei partite. Dopo appena 26 secondi
Sinigaglia batte Chimini con un
diagonale, poi al 13’ si mangia il
raddoppio e al 48’ provoca l’espulsione
di De Bode (doppio giallo). A inizio
ripresa Rossini raddoppia su cross di
Sinigaglia, ma Uliano accorcia con un
missile su punizione che sorprende
Paleari. Nel finale di gara la Giana ha
rischiato di incassare il pareggio, ma
ha anche sfiorato il terzo gol in
contropiede con Sinigaglia.
s.s.
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
26
26
26
26
26
26
26
26
25
26
26
26
26
26
26
26
25
26
26
26
14
14
15
12
10
12
11
11
10
10
9
10
9
8
7
8
6
5
3
4
8
8
6
10
11
5
8
7
6
4
7
6
6
8
10
6
6
6
9
5
4
4
5
4
5
9
7
8
9
12
10
10
11
10
9
12
13
15
14
17
42
40
46
38
35
31
35
32
25
32
28
26
30
30
30
21
24
16
28
20
25
22
32
25
25
26
33
26
23
30
29
21
29
39
31
26
39
36
50
42
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
RISULTATI
ALBINOLEFFE-PAVIA
AREZZO-BASSANO
COMO-FERALPI SALO'
CREMONESE-PORDENONE
GIANA-MONZA
LUMEZZANE-RENATE
MANTOVA-PRO PATRIA
NOVARA-TORRES
SUDTIROL-ALESSANDRIA
VENEZIA-REAL VICENZA
0-2
1-0
1-1
0-0
2-1
3-1
2-0
2-0
1-2
1-2
PROSSIMO TURNO
VENERDÌ 27 FEBBRAIO
REAL VICENZA-LUMEZZANE (ore 19.30) (2-1)
SABATO 28 FEBBRAIO
TORRES-GIANA (ore 14.30)
(0-1)
PORDENONE-AREZZO (ore 15)
(0-1)
BASSANO-NOVARA (ore 16)
(1-1)
MONZA-VENEZIA (ore 17)
(1-0)
RENATE-SUDTIROL (ore 19.30)
(2-1)
DOMENICA 1 MARZO
PAVIA-MANTOVA (ore 12.30)
(0-3)
PRO PATRIA-COMO (ore 14.30)
(3-4)
ALESSANDRIA-CREMONESE (ore 16) (1-1)
FERALPI SALO’-ALBINOLEFFE (ore 18) (0-0)
MARCATORI
15 RETI Bruno (4, Real Vicenza).
13 RETI Ferretti (Pavia).
12 RETI Maiorino (2, Torres).
11 RETI Momente’ (3, AlbinoLeffe);
Fischnaller (1, Sudtirol).
10 RETI Brighenti (1, Cremonese);
Gonzalez (Novara); Cesarini (3, Pavia).
9 RETI Marconi (1, Alessandria); Nole’ (4) e
Pietribiasi (Bassano); Corazza e Evacuo (3,
Novara); Soncin (4, Pavia).
8 RETI Ganz (Como); Vita (2, Monza;
ora è nel Vicenza); Bellazzini (6, Venezia).
7 RETI Rantier (Alessandria);
Ranellucci (Feralpi Salo’);
Magnaghi (Venezia).
6 RETI Guazzo (Alessandria); Erpen
(2, Arezzo); Jadid (1, Cremonese); Candido
e Serafini (3, Pro Patria); Cocuzza (Renate);
Raimondi (1, Venezia).
5 RETI Mezavilla (Alessandria);
Iocolano (1) e Maistrello (Bassano);
Defendi e Le Noci (1, Como); Romero
(Feralpi Salo’); Anastasi (Monza; ora
è nella Pistoiese); Maccan (Pordenone);
Cristini (Real Vicenza); Marras (Sudtirol).
Sinigaglia-Rossini
La Giana fa festa
anche col Monza
ALBINOLEFFE
MARCATORI Cesarini al 4’, Ferretti
al 23’ p.t.
ALBINOLEFFE (4-3-3) Amadori 6;
Salvi 6, Moi 6, Allievi 6, Anghileri
5,5; Gazo 5,5, Nichetti 5 (dal 1’ s.t.
Bentley 5,5), Maietti 6 (dal 37’ s.t.
Calì s.v.); Momentè 5 (dal 25’ s.t.
Bradaschia 6), Silva Reis 5,5,
Vorobjovs 5. (Prandini, Cortinovis,
Ondei, Pacifico). All. Mangone 5,5.
PAVIA (4-3-1-2) Facchin 7;
Ghiringhelli 6,5, Cristini 6, Biasi 6
(dal 23’ s.t. Marino 6), Malomo 5,5;
Corvesi 6, Pederzoli 7 (dal 35’ s.t.
Sereni s.v.), Carraro 6,5; Cesarini 7;
Ferretti 7 (dal 21’ s.t. Marchi 6),
Soncin 6,5. (Fiory, Romanini,
Cogliati, Grbac). All. Maspero 7.
ARBITRO Marini di Roma 6.
NOTE paganti 286, abbonati 1.014,
incasso di 4.320 euro. Ammoniti
Cesarini, Gazo, Malomo, Allievi,
Carraro e Corvesi. Angoli 6-7.
●
Giuseppe Maddaluno
ASSALTO Il Novara ha provato
a fare la partita fin dai primi
minuti, tanto che prima Corazza e poi Evacuo (cui solo l’incrocio ha negato la gioia del
gol) hanno sfiorato subito il
vantaggio. Poi, lentamente, il
ritmo è calato fino all’intervallo. In avvio di ripresa, gli azzurri hanno offerto il massimo
sforzo offensivo con Buzzegoli
che ha costretto in corner Testa
con un gran tiro dalla distanza.
Sono state le prove generali del
gol che è arrivato al quarto
d’ora con... Tozzo protagonista. Il portiere prima è stato attento sul tentativo di Aya, poi
ha ispirato il vantaggio: lungo
rinvio per Dickmann che ha
controllato e superato la difesa
avversaria, entrando in area e
superando l’incolpevole Testa
con un gran sinistro. La Torres
ha subito il colpo e il Novara ha
accelerato, trovando dopo cinque minuti il raddoppio complice un buco di Marchetti: Corazza è stato il più lesto di tutti
e ha firmato il nono gol stagionale. La reazione dei sardi è
tutta in una punizione di Bonaiuto, ben controllata da Tozzo,
mentre il Novara ha imparato
la lezione di Pavia e ha addormentato la partita, controllando palla e abbassando il ritmo
fino al triplice fischio
CLASSIFICA
REGOLAMENTO
SALGONO IN 4:
UNA AI PLAYOFF
SCEN DONO IN 9:
SEI AI PLAYOUT
●
Ecco il regolamento della nuova
Lega Pro unica, che prevede quattro
promozioni in Serie B (con una
nuova formula dei playoff) e nove
retrocessioni in Serie D.
PROMOZIONI Salgono in Serie B le
prime di ciascun girone. Le seconde
e le terze più le due migliori quarte
(si guardano i punti conquistati, poi
la differenza reti, o il maggior
numero di reti segnate, ecc...)
accedono ai playoff, nei quali (il
primo turno sarà a gara unica) la
miglior seconda riceve la peggior
quarta, la seconda miglior seconda
riceve l’altra quarta, la peggior
seconda riceve la peggior terza, la
miglior terza riceve la seconda delle
terze. In caso di parità si va a
supplementari e poi eventualmente
ai calci di rigore. Poi ci sono le
semifinali e le finali con andata (in
casa delle peggio classificate) e
ritorno: anche qui in caso di parità
supplementari e rigori.
RETROCESSIONI Scendono in
Serie D le ultime classificate di ogni
girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e
19a di ogni girone con la seguente
formula: 19a contro 16a e 18a contro
17a. Sono partite di andata e ritorno:
in caso di parità di punteggio si
salva la squadra meglio classificata
in campionato.
L'ANALISI
di NICOLA
BINDA
IL CAMPO
DIVERTE
LA POLITICA
DISTRUGGE
E’
il primo campionato
a lega unica, dopo
la divisione del 1978
in C1 e C2: una scelta
allora accettabile, oggi
improponibile. E' il primo
campionato in assoluto in
streaming, con tutte le
partite visibili in diretta:
non è la tv, ma resta
un’iniziativa di successo.
E’ il primo campionato che
Mario Macalli, 77 anni FORTE
avrà i playoff incrociati,
con otto squadre per una
sola promozione: ci sarà
da divertirsi.
Tutte premesse che non
stanno andando deluse.
Evitiamo di addentrarci in
discorsi sulla qualità del
calcio offerto: diciamo
solo che è conseguenza di
quello che si vede sopra.
GIRONE B
Abruzzo, il derby
lo vincono i tifosi
E anche... l’Ascoli
1L’Aquila e Teramo a secco: la capolista va
Festa sugli spalti, grande equilibrio in campo
L’AQUILA
0
TERAMO
0
L’AQUILA (3-4-3) Zandrini 6;
Pomante 6,5, Maccarrone 6,
Zaffagnini 6,5; Scrugli 5,5, Corapi
6, Del Pinto 6,5, Triarico 5,5 (dal
18’ s.t. Karkalis 6); Pacilli 6 (dal 27’
s.t. Djuric 6), Pozzebon 5,5 (dal 30’
s.t. Perna 6), Sandomenico 6.
(Cacchioli, Carini, De Francesco,
Vella). All. Zavettieri 5,5.
TERAMO (3-5-2) Tonti 6; Caidi 6,
Speranza 6,5, Perrotta 6; Scipioni
6, Di Matteo 6 (dal 34’ s.t. Petrella
s.v.), Amadio 6,5, Cenciarelli 6,5
(dal 45’ s.t. Bucchi s.v.), Masullo 6
(dal 23’ s.t. Di Paolantonio 6);
Lapadula 6, Donnarumma 6.
(Narduzzo, Brugaletta, Diakite,
Milicevic). All. Vivarini 6.
ARBITRO Serra di Torino 6,5.
NOTE paganti 2.843, abbonati
340, incasso non comunicato.
Ammoniti Scipioni, Pomante,
Donnarumma e Corapi. Angoli 4-1.
Spal, una vittoria
buttata al vento
Il San Marino c’è
Alessandro Fallocco
L’AQUILA
F
inisce a reti inviolate il
derby del Gran Sasso.
Il Teramo allunga a sedici la serie di risultati utili e
raccoglie un punto prezioso, L’Aquila si sforza di vedere il pareggio sotto l’ ottica
del bicchiere mezzo pieno.
Ma a gioire c’ è anche e soprattutto l’ Ascoli, di nuovo
solitario al comando e unica
squadra tra le prime ad aver
raccolto i tre punti nell’ ultimo turno.
COREOGRAFIA Dopo tanta
attesa, il clima del Fattori
non delude: circa 3.200 gli
spettatori, con la coreografia dei 630 ospiti e gli immancabili sfottò. Persino il
Gherardi inventa
e Cellini fa 2 gol
Carrarese show
SPAL
1
CARRARESE
3
SAN MARINO
1
LUCCHESE
0
MARCATORI Di Quinzio (Sp) al 45’
p.t.; Cruz (SM) al 7’ s.t.
SPAL (5-3-2) Menegatti 6,5; Lazzari
6, Gasparetto 5,5, Cottafava 5,5,
Silvestri 5,5, Nava 6,5 (dal 27’ s.t.
Gerbaudo s.v.); Gentile 6, Capece
5,5, Di Quinzio 6,5; Fioretti 5,5 (dal
18’ s.t. Zigoni 5,5), Rovini 6 (dal 39’
s.t. Finotto s.v.). (Ranieri,
Aldrovandi, Giani, Landi). All.
Semplici 5,5.
SAN MARINO (4-4-2) Secco 6,5;
Bregliano 5,5, Benassi 6,5,
Cammaroto 6,5, Cruz 6,5;
Magnanelli 5,5 (dal 1’ s.t. Bationo
6,5), Diawara 7, Cuffa 6, Varone 6
(dal 28’ s.t. Soligo s.v.); La Mantia
6,5, Musetti 5,5 (dal 46’ s.t. Fogacci
s.v.). (Vivan, Palazzi, Baldazzi, Dia
Pape). All. Tazzioli 6,5.
ARBITRO Mei di Pesaro 6,5.
NOTE paganti 844, abbonati 1.737,
incasso non comunicato. Ammoniti
Diawara e Cruz. Angoli 5-6.
● FERRARA La Spal, andata in
vantaggio alle soglie del riposo con
un preciso diagonale di Di Quinzio
da centroarea, ha sprecato
l’occasione di conquistare un
successo che l’avrebbe portata in
zona tranquillità, denunciando
vistose difficoltà specie in fase di
costruzione della manovra. La
sconfitta sarebbe stata una
punizione immeritata per il San
Marino, che ha pareggiato con
Cruz e ha creato più occasioni
rispetto agli avversari.
Alessandro Sovrani
MARCATORI Cellini al 34’, Castagnetti al 38’ p.t.; Cellini al 23’ s.t.
CARRARESE (4-3-1-2) Calderoni
6,5; Berra 7, Sbraga 7, Massoni 7,
Gorzegno 6,5 (dal 39’ p.t. Lancini 7);
Pedone 7,5 (dal 23’ s.t. Disabato s.v.;
dal 30’ s.t. Beltrame 6,5),
Castagnetti 7,5, Galli 7; Gherardi 7,5;
Merini 7, Cellini 8. (Zanotti,
Battistini, Gnahoré, Di Nardo). All.
Remondina 7,5.
LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi 6,5;
Calcagni 5, Risaliti 5, Calistri 5,
Espeche 5; Degeri 5,5, Mingazzini 5
(dal 1’ s.t. Santeramo 5); Ferretti 5,
Lo Sicco 5,5, Strizzolo 5 (dal 13’ s.t.
Benedetti 5); Forte 5,5 (dal 25’ s.t.
Scapinello 5). (Pazzagli, Cazè,
Bianchi, Pizza). All. Galderisi 5,5.
ARBITRO Valiante di Nocera 6,5.
NOTE paganti 590, abbonati 380,
inc. di 3.941 euro. Espulsi Calistri al
37’ p.t. e il tecnico Galderisi al 36’
s.t.; ammoniti Berra, Sbraga, Cellini
e Castagnetti. Angoli 6-5.
● CARRARA Dopo 28 anni la
Carrarese torna a battere la
Lucchese in campionato davanti al
proprio pubblico grazie a due gol
di Marco Cellini, entrambi su assist
di Gherardi (il primo di tacco, il
secondo in contropiede).
L’espulsione di Calistri ha favorito la
Carrarese, che dopo la prima rete
ha raddoppiato con Castagnetti, il
quale prima ha colpito la traversa e
poi ha ripreso palla e messo in rete
con un sinistro sporco.
Luca Santoni
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ci sarebbe da obiettare
qualcosa sul livello dei
giovani impiegati: questa
è la mission della Lega,
ma quante società fanno
una vera politica di
valorizzazione? E quante
invece sfruttano la linea
verde soltanto per
risparmiare stipendi e
incassare qualche euro in
più? E’ un grosso limite.
Ci consoliamo però a
guardare l’andamento
delle partite e lo sviluppo
delle classifiche. Davanti
nei tre gironi è lotta
apertissima per la
promozione diretta e per
la conquista dei playoff.
Ricordiamo che una delle
quarte starà fuori, ma
adesso è impossibile fare
un check viste le tante
partite mancanti. Il vero
pericolo è che le tante
presidente teramano Campitelli, dopo il riscaldamento delle squadre, ha preferito attraversare il campo per
raccogliere l’ abbraccio dei
propri sostenitori e seguire
il match con loro. Nessuna
sorpresa per Vivarini, mentre Zavettieri stupisce tutti
spedendo Virdis in tribuna,
Pozzebon e Triarico in campo. Parte bene L’Aquila, ma
le trame si smarriscono in
mezzo a tanto agonismo.
Scipioni e Caidi raddoppiano sistematicamente su
Sandomenico, Cenciarelli e
Amadio imbrigliano Corapi.
Nella ripresa il Teramo è più
brillante e prova a pungere
con Lapadula. L’Aquila risponde con Triarico, che divora un paio di occasioni,
poi nel finale anche Sandomenico perde l’ attimo con
Tonti fuori dai pali.
RECUPERI Al triplice fischio
il Teramo gioisce per il punto guadagnato sulla Reggiana, L’Aquila prova a guardare con fiducia al tour de force che l’attende: le due gare
con Pontedera e Tuttocuoio,
entrambe rinviate per neve,
si svolgeranno il 4 e il 24
marzo. Ben 9 incontri in un
mese cruciale.
squadre al centro della
classifica mollino prima
falsando le volate:
sarebbe bastato dare più
incentivi in base al
piazzamento, speriamo
non ci sia il pericolo.
CLASSIFICA
E’ un torneo comunque
vivace. Così come sono
vivaci i presidenti, da
sempre silenziosi e
schierati per l’unità di
Lega e ora, dopo la
devastante spaccatura,
tutti pronti a interventire
con argomenti a volte
costruttivi e altre fuori da
ogni ragione. Ma almeno
parlano, sono vivi e
consci del problema. La
soluzione ancora non si
vede. In settimana ci
saranno altre puntate.
Brutto spettacolo quello
fuori dal campo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alfonso stoppa
la Reggiana
Pro Piacenza ok
PRO PIACENZA
2
REGGIANA
0
MARCATORI Alessandro su
rigore al 5’, Sall al 10’ p.t.
PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso
8; Rieti 6,5, Sall 7, Bini 6,
Castellana 6,5; Barba 6,5 (dal 47’
s.t. Marmiroli s.v.), Silva 6,
Porcino 7; Matteassi 7, Speziale 6
(dal 33’ s.t. Giovio s.v.),
Alessandro 6 (dal 41’ s.t. Sane
s.v.). (Iali, Bacher, Caboni, Mella).
All. Franzini 6,5.
REGGIANA (4-3-3) Feola 6;
Andreoni 6, Spanò 6,5, Sabotic 6,
Magnanelli 5,5; Giannone 6,5,
Vacca 5,5, Angiulli 6,5; Tremolada
6 (dal 6’ s.t. Petkovic 6), Ruopolo
5,5 (dal 38’ s.t. Alessi s.v.), Siega 6
(dal 31’ s.t. Messetti s.v.).
(Messina, De Giosa, Rampi,
Bianciardi). All. Colombo 6.
ARBITRO Giovani di Grosseto 5.
NOTE spettatori 600 circa;
abbonati 154, paganti e incasso
n.c. Ammoniti Vacca, Andreoni,
Silva e Matteassi. Angoli 3-10.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● PIACENZA Si arresta la corsa
verso la vetta della Reggiana.
Impresa della Pro Piacenza, che
tiene in pugno il primo tempo,
trasformando un rigore con
Alessandro e raddoppiando con
Sall, e che nel secondo viene
esaltata dalle prodezze del
portiere Alfonso, che para ad
Alessi anche un rigore, peraltro
inesistente: il pallone sbatte sulla
schiena di Matteassi.
Paolo Gentilotti
Pistoiese cinica
Sottili cala il bis
Forlì sfortunato
Gubbio salvato
da Mancosu
ma sotto accusa
PISTOIESE
2
GUBBIO
1
FORLÌ
1
PRATO
1
MARCATORI Docente (F) al 22’,
Falzerano (P) al 45’ p.t.; Anastasi (P)
al 10’ s.t.
PISTOIESE (4-3-1-2) M. Ricci I 7;
Celiento 5, L. Ricci 6,5, Falasco 6,
Frascatore 6,5; Calvano 6,
Pacciardi 6,5, M. Ricci II 5 (dal 9’
s.t. Martignago 5,5); Vassallo 6,5
(dal 29’ s.t. Piana 6); Falzerano 6,5
(dal 23’ s.t. Coulibaly 6), Anastasi 6.
(Olczak, Bortoletti, Poggi, Romeo).
All. Sottili 6.
FORLI’(4-3-1-2) Scotti 6; Catacchini
5, Fantini 6, L. Arrigoni 6 (dal 1’ s.t.
Drudi 6), Fantoni 5,5; Casini 6,5,
Hamlili 6,5, T. Arrigoni s.v. (dal 13’
p.t. Turi 6); Rosafio 6; Docente 6,
Castellani 5,5 (dal 20’ s.t. Gliozzi 6).
(Casadei, Reato, Cejas, Morga). All.
Vanigli 6.
ARBITRO Martinelli di Roma 5.
NOTE paganti 591, abbonati 501,
incasso di 8.935 euro. Espulso
Celiento al 27’ s.t.; amm. Casini, L.
Ricci, Fantini e Pacciardi. Angoli 1-6.
● PISTOIA Il Forlì ha giocato e la
Pistoiese (2 vittorie su 2 per il
nuovo allenatore Sottili) ha vinto in
rimonta. I toscani hanno segnato
nelle uniche occasioni capitate - la
prima con un’azione magistrale
Anastasi-Vassallo-Falzerano e la
seconda dopo un grossolano
errore di Catacchini - e dopo
l’espulsione di Celiento si sono
difesi, mentre il Forlì ha sprecato
grosse occasioni per il 2-2 con
Docente, Casini e Fantoni.
Enzo Cabella
MARCATORI Bocalon (P) al 40’
p.t.; Mancosu (G) al 23’ s.t.
GUBBIO (4-3-3) Iannarilli 6,5;
Luciani 6, Manganelli 6, Lasicki 6,
D’Anna 6; Guerri 6, Loviso 6,5,
Casiraghi 6,5; Mancosu 6,5 (dal
37’ s.t. Esposito s.v.), Marchionni 5
(dall’11’ s.t. Tutino 6,5), Vettraino 6
(dal 1’ s.t. Cais 6,5). (Citti, Rosato,
Caldore, Domini). All. Acori 6.
PRATO (4-3-2-1) Gazzoli 6;
Dametto 6,5, Rinaldi 6, Sorbo 6,
Bandini 6; Coccolo 6,5, Pasa 6
(dal 1’ s.t. Knudsen 6), Urso 7;
Gabbianelli 6,5 (dal 16’ s.t. Grifoni
6,5), Santini 6,5 (dal 32’ s.t.
Ogunseye s.v.); Bocalon 7. (Ivusic,
Lorenzo, Rickler, Rubino). All.
Esposito 6,5.
ARBITRO Zanonato di Vicenza
6,5.
NOTE paganti 321, abbonati 721,
incasso di 6.924 euro. Ammoniti
Casiraghi, Coccolo, Gabbianelli e
Urso. Angoli 2-6.
●
GUBBIO (Pg) Il Gubbio, 7 pari e
3 sconfitte in 10 partite, non sa
più vincere e il presidente Notari
sbotta: «Basta scuse. Abbiamo
regalato il primo tempo al Prato e
certe scelte non mi hanno
convinto. La prossima partita è
fondamentale, pretendo la
vittoria». I toscani sono passati
con Bocalon al 40’, ma nella
ripresa Mancosu (al quinto gol
stagionale) ha pareggiato.
Euro Grilli
SQUADRE
PT
ASCOLI
TERAMO
REGGIANA
PISA
ANCONA
L'AQUILA
PONTEDERA
GROSSETO (-1)
CARRARESE
PISTOIESE
GUBBIO
SPAL
LUCCHESE
TUTTOCUOIO
PRATO
FORLI'
SAVONA
SANTARCANGELO
PRO PIACENZA (-8)
SAN MARINO
50
48
44
44
38
38
36
33
33
33
32
32
31
31
29
28
27
26
22
20
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
26
26
25
25
26
24
25
26
26
26
26
26
26
25
26
26
26
26
26
26
14
13
13
12
9
9
9
8
6
9
7
9
7
7
6
7
7
6
8
4
8
9
5
8
11
11
9
10
15
6
11
5
10
10
11
7
6
8
6
8
4
4
7
5
6
4
7
8
5
11
8
12
9
8
9
12
13
12
12
14
42
36
35
31
32
27
30
34
33
31
33
24
24
31
32
25
26
23
24
29
23
24
20
17
28
19
27
30
24
43
31
27
27
43
36
38
42
29
34
40
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
RISULTATI
ASCOLI-SAVONA
CARRARESE-LUCCHESE
GROSSETO-ANCONA
GUBBIO-PRATO
L'AQUILA-TERAMO
PISTOIESE-FORLI'
PONTEDERA-PISA
PRO PIACENZA-REGGIANA
SANTARCANGELO-TUTTOCUOIO
SPAL-SAN MARINO
1-0
3-0
1-1
1-1
0-0
2-1
0-0
2-0
2-3
1-1
PROSSIMO TURNO
VENERDÌ 27 FEBBRAIO
PISA-ASCOLI (ore 20.45)
(1-1)
SABATO 28 FEBBRAIO
LUCCHESE-L’AQUILA (ore 14.30)
(0-1)
PRATO-PRO PIACENZA (ore 15)
(1-1)
ANCONA-FORLI’ (ore 16)
(2-1)
GUBBIO-CARRARESE (ore 17)
(1-1)
SAN MARINO-PISTOIESE (ore 19.30) (1-2)
DOMENICA 1 MARZO
TUTTOCUOIO-GROSSETO (ore 12.30) (2-2)
SAVONA-PONTEDERA (ore 14.30)
(1-1)
TERAMO-SPAL (ore 16)
(0-0)
LUNEDÌ 2 MARZO
REGGIANA-SANTARCANGELO (ore 20.45) (1-0)
MARCATORI
14 RETI Cellini (4, Carrarese);
Arma (4, Pisa).
13 RETI Bocalon (2, Prato);
Donnarumma (3, Teramo).
12 RETI Altinier (3, Ascoli).
11 RETI Torromino (1, Grosseto);
Lapadula (1, Teramo).
9 RETI Loviso (3, Gubbio);
Sandomenico (L’Aquila).
8 RETI Grassi (8 con 1 rigore
nel Pontedera) e Perez (2, Ascoli);
Pichlmann (1, Grosseto);
Regolanti (Gubbio).
7 RETI Tavares (2, Ancona); Merini
(Carrarese); Melandri (Forli’); Lo Sicco
(Lucchese); Guidone (Santarcangelo);
Fioretti (2, Spal); Colombo (1, Tuttocuoio).
6 RETI Docente (1, Forli’); Fanucchi (Prato);
Alessandro (2) e Matteassi (Pro Piacenza);
Ruopolo (Reggiana); Graziani
(Santarcangelo); Scappini (2, Savona).
5 RETI Tulli (Ancona); Mustacchio (Ascoli);
De Feo (Grosseto; 5 nel Savona); Mancosu
(Gubbio); Forte (1, Lucchese;
2 nel Forli’); Romeo (Pistoiese); Rubino
(1, Prato); Angiulli (Reggiana); La Mantia (1)
e Sensi (1, San Marino); Germinale
(1, Spal; ora è nell’Alessandria).
SERIE D
PADOVA E RIMINI
FUGA DECISIVA
CHIERI CHE BALZO
SIENA, LO 0-0 È OK
● (r.c.) Rinviate per neve Bra-Valle
d’Aosta, Novese-Caronnese (A) e
Sondrio-Seriate (B). Nel big match il
Chieri (A) batte il Cuneo: la squadra
che schiera giocatori di esperienza
come Semioli e Grauso balza per la
prima volta in vetta, anche grazie al
k.o. della Pro Settimo. Dopo due
sconfitte il Castiglione (B) ritrova i
tre punti e si riporta a +5 sul
Seregno, battuto nel derby a Carate.
Il Padova (C) ha ipotecato la
promozione salendo a +10
sull’Altovicentino (C), che ha perso
in casa con la Triestina e ha fatto un
punto in 4 gare. Giochi fatti anche
per il Rimini (D), ora a +13 su Este e
Correggese; il Formigine ha
esonerato Belletti e chiamato il
veterano Gianni Balugani, 68 anni.
Nell’E il derby-scontro diretto tra
Poggibonsi e Siena è finito 0-0,
quindi la Robur resta a +3. Invariato
anche il +8 tra Maceratese (F) e
Fano. La Lupa Castelli (G) ha i due
attaccanti Nohman e Siclari a 35 gol
totali: la Viterbese perde in casa e
s’allontana (-7). Fidelis Andria (H) in
crisi: 2 punti in 3 gare, ma sempre
+6 sul Potenza crollato a Brindisi
(tripletta di Gennaro Esposito,
ingaggiato da poco). Si riporta a +4
l’Akragas (I): il Torrecuso infatti cade
pesantemente a Rende.
● I risultati e le classifiche li trovate
sul nostro sito www.gazzetta.it.
IL PROTAGONISTA
di ROBERTO
PELUCCHI
IANNINI DA 10
ORA BRILLA
SOLTANTO
PER I GOL
G
aetano Iannini ha 31
anni, è napoletano e
fa il centrocampista.
In 15 anni è stato in 12
squadre, dalla D alla Lega
Pro. A Matera, ultima tappa
del suo giro d’Italia, è
amatissimo e questa fiducia
deve proprio sentirsela
addosso, visto che segna a
ripetizione: con i 2 gol
contro la Casertana, è
salito a 10 (il secondo che
non gli avevamo dato è suo:
devia con una coscia il tiro
di De Franco). Una stagione
da incorniciare e i titoli sui
giornali. Finalmente per un
fatto positivo, che rende
merito alle sue qualità. Già,
perché negli ultimi anni il
nome di Iannini era stato
associato a fatti discutibili.
Nel 2012, a Casale, prese
un Daspo di 4 anni per aver
spintonato dei poliziotti
dopo la semifinale playoff
contro l’Entella, secondo
giocatore a subire un tale
provvedimento. Un anno fa,
già a Matera, fu il primo a
prendere 10 giornate di
squalifica per aver detto
«negro di m...» al ghanese
Ekuban del Südtirol. Brutte
pagine che Iannini cerca di
cancellare. Sul campo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
GIRONE C
Catanzaro, che botta
Mangiacasale da urlo
e l’Aversa fa il colpo
1La squadra di Sanderra crolla e non reagisce
Gli uomini di Marra risalgono: presa la Reggina
AVERSA NORMANNA
3
CATANZARO
0
MARCATORI Mangiacasale al 2’,
Mosciaro al 6’ p.t.; Mangiacasale al 24’
s.t.
AVERSA NORMANNA (4-3-3)
Lagomarsini 6; Balzano 6,5, Cossentino
6,5, Magliocchetti 7, Amelio 7; Catinali
6,5, Geroni 6,5, Capua 6;
Mangiacasale 7,5 (dal 45’ s.t.
Scognamillo s.v.), De Vena 6,5 (dal 18’
s.t. Sassano 5,5), Mosciaro 6,5 (dal 33’
s.t. Personè s.v.). (Despucches,
Esposito, Giannusa, Giannattasio). All.
Marra 7.
CATANZARO (4-4-2) Bindi 6; Daffara 6,
Rigione 6, Ghosheh 5,5, Squillace 6;
Mounard 6, Giampà 6, Zappacosta 6
(dal 7’ s.t. Russotto 6), Mancuso 6 (28’
s.t. Caputa 5,5); Bernardo 6 (28’ s.t.
Badara s.v.), Razziti 6. (Migani, Orchi,
Calvarese, Ilari). All. Sanderra 5,5.
ARBITRO Fiorini di Frosinone 6.
NOTE spettatori 500 circa; paganti,
abbonati e incasso non comunicati.
Ammoniti Mounard, Magliocchetti,
Daffara e Sassano. Angoli 7-3.
● AVERSA (Ce) Disco rosso per il
Catanzaro. Contro l’ultima in classifica,
la squadra di Sanderra gioca una
brutta partita e va subito sotto senza
mai dare l’impressione di riuscire a
tornare a galla. Dopo due minuti
l’Aversa Normanna va in rete grazie a
un eurogol di Mangiacasale (schierato
a sorpresa da Marra), che da circa
venti metri fa partire un bolide che si
insacca nel sette. Al 6’ il raddoppio:
punizione contestata dai calabresi e
Mosciaro (ex Cosenza), di destro,
spedisce la palla all’incrocio. Il
Catanzaro non è in partita e non
reagisce; l’Aversa invece gioca e
convince. Nella ripresa sono ancora i
casertani a fare la gara e sciupano tre
palle gol. Poi al 24’ Amelio, da
centrocampo, lancia Mangiacasale
sulla sinistra, che supera in velocità
Daffara e di sinistro trafigge il portiere.
I tifosi dell’Aversa hanno scioperato (lo
slogan era «Io non entro») per
mancanza di risultati, ma forse si
saranno mangiati le mani: agganciata
la Reggina, si torna a sperare nella
salvezza.
Giovanni Aruta
Pepe spaventa
la Vigor Lamezia
Ma c’è Montella
VIGOR LAMEZIA
1
MARTINA
1
MARCATORI Pepe (M) all’8’,
Montella (VL) all’11’ p.t.
VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Forte 6;
Spirito 7, Rapisarda 6, Gattari 6,
Malerba 6; Papa 6, Battaglia 6,5
(dal 35’ s.t. Voltasio s.v.), Scarsella
5,5; Montella 7, Held 5,5 (dal 25’
s.t. Catalano s.v.), Improta 6 (dal
46’ s.t. Di Marco s.v.). (Mercuri,
Kostadinovic, Rossini, Maglia). All.
Erra 6.
MARTINA (4-3-3) Bleve 6; De
Giorgi 6, Patti 6, Fabiano 6,
Memolla 7; Diop 6, Bucolo 6,5,
Tomi 6; Pepe 6,5 (dal 39’ s.t.
Caruso s.v.), Montalto 6,
Arcidiacono 5,5. (Modesti,
Samnick, Kalombo, Calvetti, Leto,
Pivkovski). All. Ciullo 6.
ARBITRO Fornato di Benevento 6.
NOTE paganti 619, abbonati 243,
incasso di 5.354 euro. Ammoniti
De Giorgi, Diop e Malerba. Angoli
2-2.
● LAMEZIA TERME (Cz) Un gol e
un punto per parte. Troppo
ragionieristiche Vigor Lamezia e
Martina, che nell’ultimo quarto
d’ora decidono di non farsi male
per tutelare i rispettivi interessi di
classifica. Gara combattuta,
spezzettata, con pochi sussulti e
tante imprecisioni, e per larghi
tratti della ripresa noiosa e
scontata, e giocata su un terreno
appesantito dalla pioggia che ha
condizionato non poco la qualità
delle giocate. Il pareggio permette
31
CLASSIFICA
SQUADRE
PT
BENEVENTO
SALERNITANA
JUVE STABIA
LECCE
CASERTANA
MATERA
FOGGIA (-1)
CATANZARO
BARLETTA
VIGOR LAMEZIA
LUPA ROMA
PAGANESE
COSENZA
MARTINA
MELFI (-2)
MESSINA
ISCHIA
SAVOIA
REGGINA (-1)
AVERSA NORMANNA
59
55
48
45
45
44
43
39
35
32
30
29
28
28
25
25
22
20
19
18
PARTITE
RETI
G
V
N
P
F
S
26
26
26
25
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
26
25
26
26
26
26
17
16
13
13
13
12
11
11
9
7
7
7
6
7
5
5
5
4
4
3
8
7
9
6
6
8
11
6
8
11
9
8
10
7
12
10
7
8
8
9
1
3
4
6
7
6
4
9
9
8
10
11
10
12
9
10
14
14
14
14
43
37
36
35
38
39
39
31
24
29
28
21
28
28
23
27
22
20
17
23
21
20
25
23
23
25
24
28
22
32
39
31
32
31
30
37
35
36
37
37
PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA
RISULTATI
AVERSA NORMANNA-CATANZARO 3-0
BARLETTA-LUPA ROMA
0-2
BENEVENTO-MELFI
2-1
COSENZA-REGGINA
2-0
ISCHIA-SAVOIA
2-0
JUVE STABIA-PAGANESE
2-0
LECCE-MESSINA
oggi, ore 20.45
MATERA-CASERTANA
2-1
SALERNITANA-FOGGIA
2-2
VIGOR LAMEZIA-MARTINA
1-1
PROSSIMO TURNO
SABATO 28 FEBBRAIO
MARTINA-LUPA ROMA (ore 15)
(0-0)
BENEVENTO-BARLETTA (ore 16)
(1-0)
REGGINA-MATERA (ore 17)
(0-1)
DOMENICA 1 MARZO
PAGANESE-COSENZA (ore 11)
(1-1)
CATANZARO-VIGOR LAMEZIA (ore 14) (1-2)
MESSINA-JUVE STABIA (ore 14)
(1-1)
FOGGIA-ISCHIA (ore 14.30)
(3-1)
SAVOIA-SALERNITANA (ore 14.30) (0-2)
CASERTANA-LECCE (ore 16)
(0-2)
MELFI-AVERSA NORMANNA (ore 18) (0-0)
MARCATORI
15 RETI Eusepi (4, Benevento).
13 RETI Caetano (3, Salernitana).
11 RETI Moscardelli (1, Lecce).
10 RETI Iemmello (Foggia); Di Carmine
(2, Juve Stabia); Iannini (Matera).
9 RETI De Vena (5, Aversa Normanna);
Corona (1, Messina).
8 RETI Marotta (Benevento); Cavallaro
(4, Foggia); Ciotola (3, Ischia); Montalto
(3, Martina); Madonia (Matera); Caturano
(2, Melfi); Del Sante (1, Vigor Lamezia).
7 RETI Raffaello (1, Lupa Roma);
Arcidiacono (3, Martina); Insigne
(Reggina).
6 RETI Fall e Floriano (1, Barletta; ora è nel
Pisa); Alfageme (Benevento); Caccavallo
(Casertana; 4 con 1 rigore nella Paganese);
Calderini (2, Cosenza); Sarno (1, Foggia);
Ripa (1, Juve Stabia); Carretta
(3 nel Martina), Letizia (1) e Mucciante
(Matera); Scarpa (4, Savoia); Montella
(Vigor Lamezia).
5 RETI Scognamiglio (Benevento); Bianco,
Cisse (1), Diakite e Mancino (Casertana);
Russotto (4, Catanzaro); Cori (Cosenza);
Del Sorbo (Lupa Roma; 3 nel Savoia);
Tortori (Melfi); Orlando (Messina); Negro
(Salernitana); Scarsella (Vigor Lamezia).
IL POSTICIPO
LECCE-MESSINA
SERATA RICCA
RITORNA MICCOLI:
SALUTA O RESTA?
Antonio Montella, 28 anni TANOPRESS
alla Vigor Lamezia, a cui mancavano
Del Sante, Puccio, Filosa, Piacenti e Di
Bella, di portarsi a +8 sulle
quint’ultime, mentre anche al Martina
- con qualche assenza di troppo a
centrocampo e con Arcidiacono non
al top - il pareggio torna molto utile (la
squadra di Ciullo adesso ha tre punti
di vantaggio sulla zona playout).
Appena apprezzabile il primo tempo
della partita con le due segnature
arrivate nell’arco di appena duecento
secondi. Vantaggio pugliese con un
colpo di testa di Pepe su bel cross da
sinistra di Memolla. Gioia che, però,
dura poco: Papa riceve da Battaglia e
mette in mezzo per Montella, che con
un tiro angolato dall’altezza del
dischetto non fallisce e pareggia.
Francesco Saverio Caruso
● COPPA ITALIA Mercoledì si gioca il
ritorno delle semifinali per la Coppa
Italia di Lega Pro: ecco il programma
e gli orari delle due partite. Ore 15:
Como-Spal (andata 2-0); ore 20.30:
Pontedera-Cosenza (0-1).
● Posticipo tutto giallorosso stasera
tra Lecce e Messina. Nel Salento,
sferzato dallo scirocco, piove da due
giorni, ma la partita non pare a
rischio. La squadra di Bollini vuole
riprendersi il terzo posto insieme
con la Juve Stabia: il tecnico (due
vittorie in due incontri) dispone per
la prima volta di Miccoli, che andrà
in panchina portandosi dentro il
dubbio se dare stasera l’addio ai
tifosi e chiudere la carriera oppure
continuare fino a giugno; nel 4-3-3
Bollini tiene in ballo per due maglie
gli esterni Lepore, Gustavo ed
Embalo, mentre Herrera dovrebbe
andare in panchina. Nel Messina
(preoccupato dopo i risultati delle
rivali nel weekend) è probabile
l’utilizzo dall’inizio di Spiridonovic,
arrivato a gennaio dal Vicenza.
Così in campo (inizio ore 20.45):
LECCE (4-3-3) Caglioni; Mannini,
Diniz, Abruzzese, Lopez; Salvi, Papini,
Sacilotto; Lepore, Moscardelli,
Gustavo. (Scuffia, Beduschi, Embalo,
Di Chiara, Filipe, Herrera, Miccoli).
All. Bollini.
MESSINA (4-3-3) Iuliano; Cane,
Altobello, Stefani, Rullo; Damonte,
Mancini, Bortoli; Ciciretti, Corona,
Spiridonovic. (Berardi, Sciliberto, De
Paula, Donnarumma, Silvestri, Nigro,
Orlando). All. Grassadonia.
ARBITRO Rasia di Bassano
(Sbrescia-Vitiello).
32
Formula 1 R Test al Montmelò
Alonso, paura
Esce di pista, sviene nell’abitacolo
Ipotesi: malore, guasto, vento...
ALLA CURVA 3, DECELERAZIONE 30G
Barcellona
VETTEL
SPAGNA
Muretto
di protezione
PISTA DI MONTMELO’
(Barcellona, Spagna)
3
L’auto di ALONSO
imposta la curva poi
perde il controllo
13
12
11
14
15
9
10
Repsol
3
4
16
6
2
7
1
X
Curve
Tracciato percorso
Tracciato fuoricontrollo
1Urto con la McLaren nel giro di uscita.
Agli amici confida: «Strano, dopo mi sono
mancate le forze». Estratto dai dottori,
in elicottero avrà altri due mancamenti
LA DINAMICA
PAOLO IANIERI
INVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA)
VETTEL
ALONSO
INGRESSO IN CURVA 3
La McLaren-Honda di Alonso all'inizio della percorrenza della curva 3.
Si nota, in secondo piano, la Ferrari di Sebastian Vettel
PERDITA DI CONTROLLO E URTO
Cambiata all'improvviso traiettoria, la McLaren scarta verso l'interno
e va a sbattere con la parte laterale contro il muro
M
a cosa è successo a Fernando Alonso? E’ la
grande domanda che
tiene la Formula 1 col fiato sospeso, dopo lo stranissimo incidente che ha visto coinvolto il
campione della McLaren-Honda alle 12.35 del quarto e ultimo giorno di prove. «Andava
abbastanza lento, direi sui 150
orari, poi all’improvviso ha piegato verso destra, non sembrava neanche un incidente. La
macchina ha avuto un paio di
contatti contro il muro, dopodiché l’ho perso di vista». Il testimone oculare si chiama Sebastian Vettel. Il pilota della Ferrari si trovava infatti un centinaio di metri in scia a Fernando
quando nell’affrontare la curva
3 — quella nella quale 2 anni fa
Alonso si esaltò sorpassando all’esterno Lewis Hamilton al via
del GP —, ha visto la McLaren
puntare inspiegabilmente verso l’interno. Sull’asfalto il segno della frenata è minimo: un
paio di metri prima della striscia bianca.
SEDATO Malore? Guasto tecni- del circuito, dove subiva una
co? Le varie ipotesi si sono subi- prima serie di visite mediche.
to accavallate, rincorse, so- «Fernando è confuso ma covrapposte, mentre quello che sciente, sta bene — rassicurava
sembrava un innocuo incidente Fabrizio Borra, suo preparatoassumeva toni seri. Perché re, prima di partire per l’ospequando il primo commissario dale General de Catalunya, a
raggiungeva la MP4-30, trova- Sant Cugat —. Non sappiamo
va Alonso immobile all’interno cosa sia successo, ma non sono
dell’abitacolo, la visiera abbas- preoccupato». Un paio di minusata. «Non si
ti dopo, coperto
muove, non si
da un telo, FerIN OSPEDALE
muove» le urla
nando usciva in
indirizzate a un La Tac ha escluso
barella per essesecondo comre caricato sulmissario. Arriva- danni, ma oggi e
l’elicottero.
va l’ambulanza, forse domani resta
mentre al pilota, in osservazione
FONTE CERTA A
svenuto, il medifine giornata la
co toglieva il ca- Vettel lo seguiva:
McLaren, nel desco. Da quello
finirlo un «te«Andavamo
piano»
che è trapelato,
sting accident»,
da lì a poc hi Il manager nega:
semplice inciistanti Fernando «Sempre cosciente» dente dei test, oltornava coscientre a non fornire
te, seppur in uno stato parec- una spiegazione tecnica sull’acchio confuso e agitato tanto caduto negava anche lo sveniche, estratto dalla vettura e mento di Fernando. Ma da
adagiato al suolo, i medici oltre quanto ci ha riferito una fonte
ad applicargli un collarino, affidabile, al centro medico l’ex
provvedevano a sedarlo.
pilota della Ferrari ha perso
due volte conoscenza.
ELISOCCORSO Fernando veniva trasportato al centro medico ESAMI A metà pomeriggio la
McLaren rendeva noto che la
Tac alla quale il pilota era stato
sottoposto aveva dato esito negativo. Qualcosa di più, ai giornalisti spagnoli la diceva Luis
Garcia Abad, il manager, che
spiegava come Fernando sarebbe rimasto una notte in ospedale per monitorare la situazione
(ma la degenza potrebbe raddoppiare), escludendo l’ipotesi
del malore. «È stata colpa del
vento che ha fatto scartare la
macchina» la spiegazione in serata che lascia perplessi. Alonso era appena uscito dai box e,
stando a Vettel, non procedeva
ad alta velocità. Dalle foto,
sembra che la macchina più che
picchiare abbia strisciato lungo
il muro. Però un tecnico della
Federazione internazionale ha
rivelato come la decelerazione
abbia avuto un picco di 30,4G e
che per 50 millisecondi abbia
oltrepassato i 15G: dato che obbliga i piloti a recarsi al centro
medico e che indica un incidente piuttosto violento.
AUTO INTEGRA Eppure l’esame
visivo sulla MP4-30, fatte salve
l’ala anteriore e la sospensione
posteriore destra, rotte nell’impatto contro il muro, non mostrava altri danni. Tanto che a
un certo punto si pensava che
Button sarebbe sceso in pista il
pomeriggio. Qualcuno ha parlato di un malore causato da
una scossa causata da un malfunzionamento dell’Ers o dell’impianto elettrico. Ma l’ipotesi è stata subito esclusa prima
dai tecnici della Magneti Marelli e quindi da quelli della Fede-
LA GIORNATA
PASSA VETTEL
Strisciando contro il muro, la monoposto di Alonso rallenta fino a fermarsi,
mentre Vettel nel frattempo lo sfila
Grosjean davanti a Rosberg. Ma con le soft
INVIATO A MONTMELÒ
E
PRIMI SOCCORSI
Fernando resta immobile nell'abitacolo, privo di conoscenza,
mentre i commissari chiamano l'ambulanza
finalmente, quando il
Mondiale invernale taglia
il traguardo dei due terzi
del percorso, la Mercedes esce
allo scoperto. Il miglior tempo
che chiude la prima quattro
giorni di Barcellona è ancora
appannaggio della Lotus, che
con Pastor Maldonado firma
un tempo di 1’24”067. Ma il
crono del venezuelano realiz-
zato con gomme super soffici è
di soli 2 decimi più veloce di
quello ottenuto da Nico Rosberg montando gomme medie. Secondo la Pirelli, la differenza tra le due mescole si aggira intorno ai 2” e se consideriamo che Danjil Kvyat, terzo con
la Red Bull, ha chiuso a 6 decimi dalla Mercedes pur montando gomme soffici, l’allarme per
i rivali di Stoccarda suona già
preoccupante. Ancora nessuna
simulazione gara per la Ferrari,
con Sebastian Vettel che ha
chiuso con soli 76 giri e il 7°
tempo a 2”2 da Maldonado,
senza però mai cercare l’acuto
sul giro. «Ci siamo concentrati
sull’affidabilità, completando
alcuni long-run e collaudando
diversi assetti e gomme. Non
siamo riusciti a girare quanto
avremmo voluto, ma ci sono
sempre problemi di gioventù
da affrontare». Soddisfatto anche il capo progetto della
SF15-T, Simone Resta: «Abbia-
mo seguito il programma, basato sullo sviluppo e la messa a
punto delle varie componenti.
Abbiamo anche portato avanti
misurazioni aerodinamiche in
funzione degli elementi che saranno sviluppati in galleria del
vento, come prove di hardware
e assetti». Da segnalare che nel
pomeriggio alla curva 3 fatale
ad Alonso, ha sbattuto anche la
Toro Rosso di Carlos Sainz Jr.
p.i.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
e mistero
33
Superbike R A Phillip Island
Aprilia e Haslam:
ecco il 50° sigillo
E in Supersport
è doppietta Mv
Il britannico Leon Haslam, 31 anni, figlio d’arte (papà Ron corse in 500 negli
anni 80), sul podio con Romano Albesiano, responsabile corse Aprilia ANSA
1La moto di Noale
Da sinistra, il manager Garcia Abad e il papà di Alonso, Josè Luis, escono allarmati dal box dopo l’incidente; i primi soccorsi: un medico apre la visiera del casco
dell’asturiano e constata lo stato di intontimento; l’elicottero lascia il circuito direzione ospedale; Alonso in barella viene caricato sull’eliambulanza COLOMBO-IPP
razione. Anche perché il pilota
è completamente isolato all’interno dell’abitacolo. L’unico
elemento, in teoria, che potrebbe trasmettere corrente al corpo del pilota è rappresentato
dagli auricolari e dalle cuffie.
Ma a escludere categoricamente una scossa ci sono la luce verde della telecamera e quella sul
cockpit, visibile dal pilota, che
segnalavano che la corrente
elettrostatica si era scaricata.
AMNESIA In serata, a chi ha potuto parlargli Fernando avrebbe raccontato di non ricordare
l’incidente, ma che il tutto sarebbe avvenuto in maniera
strana. E che quando dopo l’impatto ha cercato di uscire dalla
macchina, si sarebbe sentito
mancare le forze. Insomma,
tanti punti oscuri che la McLaren non ha per nulla tentato di
dissipare. Complice una situazione tecnica quasi disastrosa,
con una macchina fin qui incapace di girare con continuità
per i continui problemi della
power unit Honda, l’incidente
di Alonso ha mandato nel pallone la dirigenza: sarebbe bastato dire che un piccolo problema
tecnico aveva causato l’uscita di
pista e tutte le speculazioni si
sarebbero arrestate. Invece, i
casi sono due: o a Woking non
sanno davvero cosa sia successo in vettura, o dai dati hanno
capito che Fernando ha sofferto di qualche problema fisico. E
questo potrebbe essere un guaio infinitamente molto più devastante in ottica futura.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TEMPI: SEB 7°
●
Questi i tempi della quarta giornata
di test sulla pista di Montmeló (4.655
metri):
1. Grosjean (Fra/Lotus-Mercedes)
1'24"067 (111 giri); 2. Rosberg
(Ger/Mercedes) 1'24"321 (131); 3. Kvyat
(Rus/Red Bull-Renault) 1'24"941 (104);
4. Nasr (Bra/Sauber-Ferrari) 1'24"956
(73); 5. Bottas (Fin/WilliamsMercedes) 1'25"345 (124); 6. Sainz Jr
(Spa/Toro Rosso-Renault) 1'25"604
(88); 7. Vettel (Ger/Ferrari) 1'26"312
(76); 8. Hülkenberg (Ger/Force IndiaMercedes) 1'26"591 (36); 9. Alonso
(Spa/McLaren-Honda) 1'27"956 (20).
●
Prossima sessione di test dal 26
febbraio all'1 marzo 2015 a Montmeló.
Il primo GP del Mondiale si disputa
a Melbourne (Australia) il 15 marzo.
●
trasforma Leon, a
secco da 5 anni.
In gara 1, Rea vince
al debutto Kawasaki
Fernando pilota ironman
Per i campioni di F.1
P
sentirsi male al volante
non è contemplato
PAOLO GOZZI
PHILLIP ISLAND (AUSTRALIA)
Fernando Alonso, a sinistra, si allena per la reattività e a destra fa un test con Fabrizio Borra
1Salgono in
auto soltanto
se sono al 100%.
Lo spagnolo si è
allenato in altura
Luigi Perna
twitter@pernagazzetta
D
i incidenti ne ha avuti
alcuni terribili, ma era
sempre sceso dalla
macchina con le sue gambe.
Anche in Brasile, nel 2003,
quando Fernando Alonso
perse il controllo sui detriti
della Jaguar di Webber e si
schiantò in rettilineo distruggendo la sua Renault,
per poi uscirne zoppicante.
Lo stesso a Spa 2012, centrato dalla Lotus di Grosjean
che gli volò sopra, rischiando di decapitarlo: pure allora Alonso aveva anticipato i
commissari balzando fuori
dalla Ferrari. E ad Abu Dhabi 2013 era arrivato in fondo
alla gara nonostante un urto
su un cordolo da 28G. Non
ieri. Non per un botto all’apparenza meno cruento.
SUPER ATLETI La curva 3 del
Montmelò, quella dove Fernando due anni fa aveva realizzato
uno storico sorpasso all’esterno
su Raikkonen e Hamilton, è
una piega da 4G di accelerazione laterale e circa 250 all’ora.
Ma per un pilota bravo e allenato come lo spagnolo equivale a
bere un bicchiere d’acqua. Tanto più che Alonso era in un giro
di uscita dai box, ad andatura
ridotta. Insomma, la velocità e
l’impatto non sono sembrati
trascendentali. Ecco perché il
mistero. Se fosse stato un malore, ipotesi smentita dal suo entourage, sarebbe un caso inusuale e allarmante. Per un pilota di F.1, come per i top gun dell’aeronautica militare, non è
infatti contemplata la possibilità di sentirsi male al volante. Si
dà per scontato che questi ragazzi (dei super atleti) ogni
volta che salgono in macchina
siano sempre al cento per cento
delle condizioni fisiche e di salute. Lo impongono lo stress e i
rischi di uno sport così estremo. Altrimenti si resta ai box.
SUGLI SCI La Mercedes, non a
caso, giovedì aveva fatto fermare Lewis Hamilton perché febbricitante, sostituendolo con
Wehrlein. E anche Nico Rosberg ha rischiato di dover rinunciare, per un’infiammazione a un nervo. Insomma, nulla
si improvvisa quando guidi monoposto che sembrano proiettili. Ora Alonso è il più attento di
tutti i campioni della F.1 alla
preparazione fisica. Quasi ossessionato. Perfino più di Button, che ha un team di triathlon. Corre la mezza maratona, va in bici per 10 mila chilometri all’anno e nuota come un
pesce. E’ un ironman del volante. Una settimana fa aveva concluso quindici giorni di allenamento in Val Gardena con Fabrizio Borra e il cognato Edoardo Bendinelli, gli uomini che ne
curano la forma. Roba da quasi
4 ore al giorno di arrampicate
sugli sci di fondo, fino a 2500
metri di altitudine (per favorire
l’ossigenazione), con 12 gradi
sottozero di temperatura e dislivelli quotidiani di 1100-1300
metri. Nulla spaventa Alonso.
Né questo, né pedalare per ore
ai 40 gradi di Dubai, quando la
stagione dei GP è nel vivo. E ovviamente ci sono anche test periodici per monitorare i suoi dati fisiologici (lui la chiama telemetria...). Perciò l’episodio di
ieri ha suscitato tante domande. Ma i dubbi si chiariranno
presto. Alonso dovrà essere infatti visitato dai dottori Fia per
ottenere l’idoneità a tornare in
pista nelle prove della prossima
settimana al Montmelò.
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ensare che dopo la magica notte Mondiale in
Qatar l’Aprilia voleva
mollare la Superbike per
puntare tutto sulla MotoGP.
Sarebbe stato un delitto. Tre
mesi dopo in festeggia la 50a
vittoria strappata alla Kawasaki per dieci millesimi, 42
centimetri di pista, rilanciando il mastino Leon Haslam a secco da cinque anni.
E’ più facile fare i fenomeni
con la Rsv4-RF, ancora un
missile sul dritto nonostante
le restrizioni regolamenti
chieste e ottenute dalle concorrenti. Haslam ha diviso la
posta con un fantastico Jonathan Rea vincente al debutto con la Kawasaki a Phillip Island dove ha trovato
l’amore ma mai il podio. Nell’apertura australiana tanto
bella da perderci la testa ha
brillato anche la Ducati col
doppio podio di Chaz Davies
ma soprattutto con le magie
di Troy Bayliss, 45 anni, fermo da 7: gli sono bastati 3
turni di prova per regalare
4-5 giri coi primi prima di arrendersi al degrado della
gomma. Sul web sta montando l’onda degli appassionati che lo vorrebbero rivedere in Thailandia, la Ducati
però pensa al tester Javier
Fores.
NOALE Haslam si è preso la
rivincita che fatto gonfiare il
petto all’intero Gruppo Piaggio.
«Abbiamo deciso di rinnovare
l’impegno nelle derivate solo in
dicembre, a livello organizzativo è un trionfo nato in poche
settimane ma lo sviluppo del
nostro V4 non si è mai fermato»
spiega il responsabile corse Romano Albesiano. «Abbiamo vinto con il regolamento cucito su
misura per la bicilindrica (la rivale Ducati, ndr). Haslam è andato oltre le aspettative, ma sapevamo quanto fosse veloce».
Albesiano è volato in Malesia
dove cominciano i test MotoGP
con Marco Melandri a rischio
crisi d’identità avendo visto in
tv vincere la Sbk che voleva guidare lui.
ANCORA ITALIA Ciliegiona sulla torta la doppietta Mv Agusta
nella Supersport con il francese
Jules Cluzel in parata col bresciano Lorenzo Zanetti, primo
trionfo dall’ingresso con quota
di minoranza di Amg Mercedes.
Sulla pista dove nel 2014 era
tornata al successo 38 anni dopo l’ultimo acuto di Giacomo
Agostini la marca varesina mette nel mirino il 76° Mondiale.
● Arrivo del GP Australia, 1° round
del Mondiale Sbk (m. 4445). Gara 1 (22
giri, km 97,790): 1. Rea Jonathan (GBKawasaki) in 33’58”385 media 172,707
km/h; 2. Haslam (GB-Aprilia); 3. Davies
(GB-Ducati); 4. Torres (Spa-Aprilia); 5.
Van der Mark (Ola-Honda); 6. Sykes
(GB-Kawasaki); 7. Guintoli (Fra-Honda);
8. Terol (Spa-Ducati); 9. Lowes A. (GBSuzuki); 10. Camier (GB-MV Agusta); 11.
Baiocco (Ita-Ducati); 13. Bayliss (AusDucati). Gara 2: (22 giri): Haslam in
33’58”711 media 172,680 km/h; 2. Rea
Jonathan; 3. Davies; 4. Sykes; 5. Guintoli;
6. Terol; 7. De Puniet; 8. Camier; 9. Baiocco; 10. Ramos; 16. Bayliss. Classifica: 1.
Haslam e Rea J. punti 45; 3. Davies 32; 4.
Sykes 23; 5. Guintoli 20; 6. Terol 18; 7. Camier 14; 8. Torres 13; 9. Baiocco 12; 10.
van der Mark 11; Costruttori: 1. Aprilia e
Kawasaki punti 45; 3. Ducati 32; 4. Honda 22; 5. Suzuki 16; 6. MV Agusta 14; 7.
Bmw 5; 8. EBR 2. Prossimo round: 22
marzo Thailandia.
MotoGP a Sepang: la Ducati
scopre il valore della GP15
● (f.f.) La più attesa si fa
aspettare. Ieri sera i
meccanici Ducati hanno fatto
le ore piccole per completare
la GP15 che a tutti gli effetti è
la grande protagonista della
seconda tornata di test sulla
bollente pista malese. Andrea
Dovizioso e Andrea Iannone
partiranno dalla prova di tre
settimane fa per poi passare
alla nuova arma appena
presentata a Bologna.
«Eccitato? È un anno che lo
sono, aspettando questo
momento. Che la moto sia bella
si è visto, aspettiamo di capire se
va anche bene». Dovizioso ha
vissuto una vigilia senza frenesia:
sa che, in ogni caso, il lavoro
sarà lungo. L’altra grande attesa
sarà la Yamaha M1, finalmente
con l’invocato cambio seamless
anche in staccata. Ufficialmente i
giapponesi non annunciano la
novità, ma solo «qualcosa di
nuovo». Tre i giorni di prova, poi
l’anteprima dei piloti ufficiali con
le Michelin per il 2016.
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Ciclismo R Mondiali su pista a Parigi
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
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2
LE SCHEDE
Elia Viviani è nato il 7 febbraio
1989 a Isola della Scala e abita a
Vallese di Oppeano (Verona). Pro’
dal 2010, corre con Sky. Su strada
31 vittorie, tra cui una tappa al
Delfinato 2013 e la Bernocchi
2014. Su pista, ai Mondiali è stato
argento nello scratch nel 2011,
argento nell’ Americana 2015 e
bronzo nell’Omnium 2015. Più
quattro titoli Europei.
Liam Bertazzo è nato a Este il 17
febbraio 1992 e abita a Tribano
(Padova). Pro’ nel 2014 con la MgK.Vis (Continental), da quest’anno
è alla Southeast. In pista nel 2013
con Viviani ha vinto l’oro europeo
nell’Americana, nel 2014 è stato
argento europeo nella corsa a
punti. E’ fratello dell’ex pro’ Omar.
3
5
● Foto 1. L’ultima volata di Elia Viviani nell’Americana. Quello del veronese è uno sprint capolavoro sul francese Bryan Coquard, 22 anni, professionista nell’Europcar, ottimo
stradista e argento olimpico nell’Omnium a Londra 2012. Ma non basta, la Francia è iridata con un punto sull’Italia: 21 a 20. Bronzo al Belgio con 15. Media finale 54,797 km/h
● Foto 2. Guardate questa immagine: in curva, a 50 all’ora, Elia Viviani (a sinistra) e Liam Bertazzo si danno il cambio. E parlano anche di strategia FOTO AFP
● Foto 3. La commozione degli azzurri sul podio: da sinistra il padovano Liam Bertazzo, 23 anni, e il veronese Viviani, 26, al suo settimo Mondiale BETTINI
● Le medaglie azzurre
nell’Americana ai Mondiali:
oro 1995 Martinello-Villa
oro 1996 Martinello-Villa
argento 1997 Martinello-Villa
argento 1998 MartinelloCollinelli
argento 2015 Viviani-Liam
Bertazzo
Sì, questa è l’Italia di Viviani
1Americana d’argento a 55 orari di media e volata finale da urlo. Oro Francia 21-20
Il veronese si riscatta dopo il bronzo nell’Omnium e con Bertazzo la coppia vola
Paolo Marabini
INVIATO A SAINT QUENTIN
EN YVELINES (FRANCIA)
A
un punto dall’oro. Quel
maledetto oro, che ci
sfugge da 18 anni e che
mai come questa volta meritavamo di portare a casa. Cuore,
gambe, testa, fiato: ci hanno
messo tutto Elia Viviani e Liam
Bertazzo per vincere il titolo
dell’Americana, la gara a coppie di cui vent’anni fa eravamo
maestri e che stiamo ritrovando adatta alle nostre corde.
Non basta nemmeno la volata
pazzesca di Viviani sull’ultimo
traguardo, un capolavoro come tanti altri a cui Elia ci ha
abituato. No, non basta battere
i francesi, spinti sulla pista di
casa da un tifo indiavolato.
L’oro va ai Bleus — Morgan
Kneisky e Bryan Coquard, i favoriti — e si fa presto a dire
sfortuna quando un misero
punto diventa il filo che divide
la gioia dalla disperazione. A
noi resta l’argento, amarissimo
da digerire, perché fa malissimo perdere così, anche se fa
medagliere e mica puoi sputare sopra il secondo podio azzurro di questi Mondiali, dopo
il bronzo di sabato dello stesso
Viviani nell’omnium: due medaglie al maschile l’ultima volta le avevamo prese nel secolo
scorso, anno domini 1998,
un’altra era. E allora viene da
dire: un po’ godiamocele, non è
che siamo l’armata australiana
che può fare la schizzinosa, anche se si può capire il Viviani in
lacrime, inconsolabile, seduto
nel box con l’argento al collo.
IN FUGA Americana, o Madison all’inglese: 200 giri a tutta,
ogni 20 un traguardo intermedio. Il c.t. Marco Villa getta nella mischia Bertazzo al posto di
Coledan, che si porta addosso
un’influenza non del tutto guarita e al mattino alza bandiera
bianca. Ma Liam non è un muletto di scorta: due anni fa, Elia
con il padovano ha vinto l’Europeo e c’è grande fiducia.
Pronti-via e l’Union Jack — ancora a secco di vittorie: non accadeva dal 2001 — si prende il
giro di vantaggio sullo slancio
della prima volata. La Francia
ha il fuoco addosso e anima la
battaglia, il Belgio con De
Buyst e Vergaerde l’asseconda,
mentre l’Australia di Bobridge
e O’Shea prova e riprova a
scappare. Anche Germania e
Spagna raccolgono punti qua e
là e sono sempre in corsa.
TACHICARDIA Viviani e Bertazzo però sono lì, attaccati alla zona medaglie. Lucidi, pronti: insomma, sul pezzo, con il
padovano bravo a rilanciare
l’azione nei momenti caldi e il
veronese pronto a entrare in
moto quando serve. I due azzurri si infilano subito in tre volate, poi gestiscono la parte
centrale attenti a non sprecare
energie per il finale che sarà di
sicuro infuocato. Villa, due vol-
te campione del mondo con Silvio Martinello, li dirige dalla
balaustra da par suo.
La corsa esplode a 40 giri dalla
fine. Ed è uno spettacolo. Gli
azzurri vincono l’ottava volata
e, sullo slancio, vanno all’attacco con la Spagna. I tedeschi si
accodano subito. Poi i 5000 del
Velodrome spingono la Francia
che, chissà dove trovando le
energie, tappa un buco impossibile. Pace, speravamo di no,
LA CHIAVE
200
I giri di pista (250 metri)
dell’Americana, cioè 50
chilometri. Ogni 20 giri
c’è una volata che
assegna punti: 5, 3, 2, 1
Il c.t.
Marco
Villa BETTINI
Francia regina del medagliere con
5 ori: non succedeva dal 2004. Gran
Bretagna senza ori (solo 3 argenti):
l’ultima volta nel 2001. Italia con 2
medaglie al maschile: dopo il 1998, non
era più successo. Tra le donne, 11° oro
MALEDETTO SPRINT Venti giri
alla fine, il Velodrome diventa
una bolgia in attesa dell’ultimo
sprint, che deciderà il podio.
Possiamo salirci, anche sul gradino più alto. Come perderlo.
Però Elia e Liam vogliono l’oro.
E allora niente calcoli, via a tutta: bisogna vincere quell’ultima volata e sperare che qualcuno si infili prima della Francia.
Ma ai meno 2 Coquard spara
tutto e fa malissimo. Bertazzo
lancia Viviani, che gli salta addosso, però dietro c’è il vuoto.
Un vuoto terribile. E’ la volata
della disperazione, la volata
della vita. Elia fa un capolavoro, aggancia Bryan in curva,
poi lo infila sul traguardo. Ma
non basta, la vittoria ha solo il
sapore della beffa. Francia 21,
Italia 20. Un punto maledetto.
Dai “cugini”, poi... E in casa loro... Nel Mondiale che regala ai
Blues 7 medaglie e 5 ori...
Ma arriverà il giorno della
rivincita, ne siamo certi.
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LA GUIDA
Gran Bretagna
zero ori: nel 2001
l’ultima volta
ma il quartetto di testa fila e
prende il giro: Gran Bretagna
azzerata, Francia in testa a 16,
Belgio a 14, Italia a 12, Germania a 11, Spagna a 10. Tachicardia a manetta e siamo alla volata n. 9. Viviani è una furia, ma
gli manca meno di una spanna
per rimontare la Spagna e fare
bottino pieno, mentre la Francia è terza si prende 2 punti che
valgono oro. Anzi, l’oro. Perché
adesso vola a 18, con Italia e
Spagna a 15, Belgio a 14.
BOX AZZURRO
Il pianto a dirotto di Elia
«No, perdere così no»
Liam: «Ero disoccupato»
INVIATO A SAINT QUENTIN
I
due volti opposti della
stessa medaglia. Quello
sgomento, inconsolabile, di Elia Viviani. E quello
inebetito, comunque felice,
di Liam Bertazzo. E ci sta
tutto. Perché all’uomo di
punta della pista azzurra
manca solo l’oro mondiale,
mentre il suo compagno è
alla prima medaglia importante della carriera.
Fa fatica Elia a raccontare la
beffa atroce. «Non abbiamo
sbagliato nulla, ma perdere
per un punto fa malissimo
— dice il veronese di Sky
con gli occhi lucidi, che devono ancora scoppiare in un
pianto a dirotto —. Avrei
preferito perdere di un giro,
così invece no. Non mi do
pace per quella penultima
volata, che ho perso dalla
Spagna per un niente. Così
come non posso ancora credere che nessuno sia riuscito a inserirsi tra noi e i francesi nell’ultimo sprint. Que-
sto oro mondiale comincia a
diventare una maledizione (2°
nello scratch 2001, ndr), chissà
mai se passeranno altre occasioni. Certo, il bronzo dell’omnium vale di più dell’oro dell’americana, è una specialità
olimpica. Ma l’oro è sempre
l’oro. E lo meritavamo».
Le lacrime scendono a fiotti subito dopo la premiazione. Bertazzo gli si siede in fianco, lo
abbraccia, lo ringrazia, lo consola. Un gesto tenerissimo, intimo. «Posso capire la delusione di Elia — dice il padovano
della Southeast, 23 anni compiuti 6 giorni fa, proprio qui —:
lui è abituato alle medaglie,
immagino quanto gli manchi
quella d’oro. Ma io, anche se
mi brucia quel punto, sono più
contento che deluso, perché è
la mia prima medaglia importante. Se penso che fino a due
mesi fa ero disoccupato... Devo
dire grazie a Elia, al c.t. Villa, a
tutti i compagni di nazionale,
perché siamo un gruppo fantastico, una grande famiglia».
p. mar.
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Ruta del Sol a Froome con 2” su Contador
e 26a medaglia (record assoluti) per
l’australiana Anna Meares.
UOMINI - Velocità*: 1. Baugè (Fra).
Velocità a squadre*: 1. Francia.
Keirin*: 1. Pervis (Fra). 21. CECI.
Chilometro: 1. Pervis (Fra). 13. CECI.
Scratch: 1. Liss (Ger). 18. BUTTAZZONI
Corsa a punti: 1. Ershov (Rus). 6.
BERTAZZO. Omnium*: 1. Gaviria (Col). 3.
VIVIANI. Inseguimento: 1. Kung (Svi).
17. COLEDAN; 18. BERTAZZO. Inseg. a
squadre*: 1. Nuova Zelanda; 2. GB; 16.
ITALIA. Americana: 1. Francia p. 21; 2.
ITALIA (Bertazzo-Viviani) 20; 3. Belgio 15
DONNE - Velocità*: 1. Vogel (Ger)
Velocità a squadre*: 1. Cina. Keirin*:
1. Meares (Aus). 500: 1. Voynova (Rus)
Scratch: 1. Wild (Ola). 6. CUCINOTTA.
Corsa a punti: 1. Pohl (Ger). 5.
BRONZINI. Omnium*: 1. Edmondson
(Aus). 13. FRAPPORTI. Inseguimento:
1. Wiasak (Aus). 17. VALSECCHI. Inseg.
a squadre*: 1. Australia; 2. G.Bretagna;
8. ITALIA. * (specialità olimpiche)
● (ci. sco.) «Se la tappa di
sabato si fosse disputata
regolarmente (neutralizzata
per il clima, ndr), avrei cercato
di vincerla» La riflessione di
Vincenzo Nibali arriva a Tour
of Oman archiviato (ultima
tappa a Brandle, classifica a
Valls) e sorprende fino a un
certo punto, visto che
raramente il re del Tour 2014
interpreta una corsa in maniera
anonima. Il siciliano dell’Astana
rientra oggi (volo diretto MuscatMalpensa, poi a casa a Lugano)
con la moglie Rachele e la piccola
Emma che lo hanno seguito nel
Sultanato. Domani il premio
Mendrisio d’oro, poi allenamenti
intensi: il 7 marzo la Strade
Bianche, dall’11 al 17 la TirrenoAdriatico. Lì troverà Chris Froome
e Alberto Contador, che si sono
scannati alla Ruta del Sol, chiusa
dallo sprint di Lobato. Meglio
Alberto all’inizio (a crono e sul
primo arrivo in salita), poi Chris
ha ribaltato la situazione vincendo
il secondo arrivo in quota e la
generale per 2” su Contador.
36
Basket R Coppa Italia Beko Final Eight a Desio
L'ANALISI
di UMBERTO
ZAPELLONI
MILANO
94
SASSARI
101
(21-33, 47-51; 66-77)
EA7 MILANO: Hackett 12 (2/6,
1/1), M. Brooks 18 (4/8, 3/8),
Moss 6 (0/1, 2/3), Melli 12 (2/2,
2/5), Samuels 10 (5/6);
Ragland 21 (7/8, 2/5), Gentile 5
(2/5, 0/3), Kleiza 8 (2/2, 1/4),
James 2 (0/1), Meacham. N.e.:
Cerella, Gigli. All. Banchi.
DUE MODI
DIVERSI
DI VIVERE
LA COPPA
C’
è chi con la coppa
Italia si esalta e chi
invece si intristisce
nel gioco e nello spirito.
Milano riesce nell’impresa
di perdere ancora da
favorita, confermando che
sulla partita secca non
potrà mai stare tranquilla.
Sassari si tiene la coppa
vinta un anno fa al Forum
e la aggiunge alla
supercoppa strappata
sempre a Milano all’inizio
della stagione. In un anno
ha cambiato volto, ha
rifatto la squadra, ma Meo
Sacchetti, un maestro di
basket con pochi rivali,
dirige ancora l’orchestra
con lo stesso spartito e si
vede. Nel corri e tira
Sassari non ha avversari e
in una serata in cui Dyson
ne mette 27, Logan 25 e
Sanders 20 può arrivare
sulla luna. Soprattutto se
dall’altra parte non c’è una
squadra vera, ma un
gruppo che si ritrova sul
parquet per provare a
giocare di squadra. Le
fiammate di classe non
bastano. Riaccendono
sporadicamente le
speranze, ma se in 40
minuti l’Olimpia non è mai
riuscita a mettere il naso
davanti c’è da
preoccuparsi. In
campionato non c’è
all’orizzonte squadra che
possa battere Milano in
una serie di playoff, ma se
qualcuno riuscirà a
portarla alla settima gara
allora ci sarà da divertirsi
perché anche quest’anno
l’Olimpia riesce a
sciogliersi
meravigliosamente
quando il gioco si fa duro.
Sassari ormai non è più
una sorpresa. Ha una sua
idea di pallacanestro (a cui
ha aggiunto una difesa
bella tosta) e e la mette in
pratica cambiando
interpreti come noi
cambiamo camicia ogni
mattina. Gioca, si diverte e
vince. Che cosa altro
volete? Ci piacerebbe
vedere qualche italiano in
più in campo. E non
crediamo sia pretendere
troppo per il futuro del
nostro basket. Ma questo è
un altro discorso.
BANCO SARDEGNA SASSARI:
Logan 25 (2/5, 7/13), Dyson 27
(5/8, 2/7), Sanders 20 (5/12,
3/5), J. Brooks 6 (2/2, 0/2),
Lawal 9 (4/5); Sosa 5 (1/3, 0/2),
Formenti, Devecchi (0/2 da 3),
B. Sacchetti 5 (1/1 da 3), Kadji 4
(0/1, 1/2). N.e.: Vanuzzo, Chessa.
All.: R. Sacchetti.
ARBITRI: Lamonica, Di
Francesco, Sardella.
NOTE - T.l.: Mil 13/15, Sas 21/34.
Rim.: Mil 36 (Hackett, Kleiza 9),
Sas 39 (Sanders 7). Ass.: Mil 15
(Hackett 6), Sas 13 (Sosa 4), .
Prog.: 5’ 11-20, 15’ 33-42, 25’ 5466, 35’ 85-87. Usc. 5 f.: Hackett
36’44” (80-93), Kleiza 37’53”
(83-97), Ragland 39’04” (91-97).
Ant.: Dyson 22’07” (52-56). Tec.:
R. Sacchetti 18’52” (42-49),
panc. Milano 26’12 (57-69). Mvp:
Logan. Spett.: 5440.
Dyson-Logan, Milano k.o.
Sassari, che magico bis!
1Il Banco schizza via, l’EA7 torna a -1 e poi affonda
Sacchetti: «Batterli ai playoff? Siamo più fisici, chissà»
subito tanta fisicità e abbiamo espresso la nostra
pallacanestro ad alta intensità. Nel primo quarto i
ragazzi sembravano dei bambini felici di giocare a
pallacanestro, è stato di altissimo livello». Il coach
cchi di tigre? No, da bambini felici. Sono dello showtime sembra quasi più contento della
quelli che ha visto Meo Sacchetti, non alla prova di maturità data dalla sua squadra che dal
fine, mentre la sua Sassari festeggia la se- trofeo vinto: «Logico che conquistare una coppa è
conda Coppa Italia vinta. Ma all’inisempre importante, vincerla giozio, nel primo quarto, anzi nei primi
cando anche bene una doppia sodLA CHIAVE
8’22” strepitosi, in cui la Dinamo sedisfazione: gran primo quarto ma
gna 33 punti ed è avanti di 18 contro
bellissimo il modo in cui siamo riMilano. E’ il terzo trofeo del Banco
partiti quando Kleiza ha segnato il
di Sardegna nell’ultimo anno, la secanestro del -1, migliorando il
conda finale in pochi mesi vinta
vantaggio con Logan e Dyson in
contro i campioni d’Italia che restapanchina. Grande lavoro di
no sotto 40’, dal classico 0-7 inizia- I punti segnati dalle
Sanders con rimbalzi e canele, fino al tripudio degli avversari, guardie di Sassari.
stri ad alta difficoltà che hansuperiori in tutto. Un successo che
no chiuso la partita. Adesso
non solo fa risplendere bacheca del- Dyson 27, Logan 25
speriamo di non cadere in uno
la Dinamo ma fa scricchiolare la con 9 triple su 20
dei nostr i momenti di
certezza che Milano si possa battere tentativi.
down...». Milano parte con la
solo in una partita secca, ma non in
guardia già abbassata, subisce 33
una serie di playoff. «Ne eravamo convinti anche punti da Logan e Dyson nel 1° tempo, è sotto 33noi, ma oggi abbiamo un pochettino più fisicità ri- 15, recupera contro i cambi di Sassari con Raspetto all’anno scorso - dice Sacchetti ricordando gland, Brooks e Kleiza, torna a -1 (53-52) ma sula semifinale scudetto persa nel 2014 -, perdendo bisce due triple di fila da Logan, poi Sanders e
magari un po’ in creatività e lettura. Contro questa Dyson e si ritrova sotto di 15 al 27’. Nuovo 9-0
Milano, però, è meglio così, altrimenti si soffre un (72-66) con immediato contro 8-0 di Sassari:
po’ troppo, l’EA7 ti macera. Stavolta non abbiamo l’Olimpia si arrende. A 4’30” dalla fine, è sotto di
Luca Chiabotti
Jerome
Dyson, 27 anni
INVIATO A DESIO (MB)
CIAMILLO
O
52
CASTORIA
15 prima di produrre un 8-0 in 8” che può riaprire
miracolosamente la gara con Moss e Melli (97-91 a
66” dalla fine) quando Dyson sbaglia due liberi.
METRO ARBITRALE La rimonta sarebbe stata clamorosa, Ragland però sbraccia col braccio esterno
e gli viene fischiato sfondamento. Milano è troppo
affranta e colpevole per parlare di metro arbitrale.
Ma è certo che quello imposto da Lamonica è opposto a quello della semifinale con Brindisi, dove i
contatti duri non venivano repressi dagli arbitri.
Crediamo che per il bene del basket, sia meglio
proteggere il talento dei giocatori, ma in finale si è
giocata un’altra pallacanestro e sarebbe giusto che
le squadre sapessero prima di scendere in campo
qual è quella giusta. Così se Brindisi tira 6 liberi,
contro i 27 di Milano, Sassari ne tenta 34 contro
15, con la metà dei falli. Vero che, dopo la sorpresa,
l’EA7 potrebbe, nel 2° tempo rimettere la partita in
piedi. Viene stesa ugualmente, con l’urgente e evidente problema di Alessandro Gentile che si esime dal partecipare. «Sono molto deluso - dice Luca Banchi - per la fatica dimostrata ad approcciare
e controllare la gara, da gestire coi nervi: non l’abbiamo fatto. L’intervallo avrebbe dovuto giocare a
nostro vantaggio ma abbiamo ricominciato a giocare con frenesia. I numeri parlano di una costante pericolosità dei loro esterni e della fatica
che abbiamo fatto a controllare i rimbalzi». Secondo noi, anche Milano, schiacciata dalla pressione di vincere a tutti i costi, comincia a pensarla
come i suoi avversari: di non essere così superiori, neppure in Italia e nelle serie playoff. Certo,
per battere l’EA7, ci vogliono occhi da bambini felici. Per sette partite.
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LE PAGELLE di CHIABO
RAGLAND È ISPIRATO, GENTILE È IN SCIOPERO. SANDERS DECISIVO NELLA RIPRESA, SOSA SI CONTROLLA
MILANO
6
M. BROOKS 6.5 Inizia con troppa
leggerezza, prende il ritmo nel
secondo quarto con 10 punti. Poi
però indugia troppo nel palleggio
anche se dà 4 assist e stavolta non
basta un tiro per vincere.
MELLI 6.5 Due falli troppo presto,
gioca quattro minuti nel primo
tempo, difensivamente non manca
mai ed è anche protagonista
dell’ultima rimonta.
MEACHAM N.G. Un minuto, l’ultimo
a Milano. Andrà al Villeurbanne in
settimana. Sfumato Mekel, Milano è
a caccia di un’alternativa.
KLEIZA 6 Impatto notevole per chi
dovrebbe essere il più esperto nei
big match, con 7 rimbalzi nel primo
tempo. Poi però è anche colpevole
nella propria area.
JAMES 6 In attacco si vede poco ma
è preziosissimo in difesa dove sporca
molti palloni e tiri di Sassari nel
secondo quarto che riavvicina Milano.
Poi non gioca più.
HACKETT 6.5 Nel parziale negativo
iniziale di Milano, è l’unico che gioca
una finale, vira al riposo con 10 punti,
7 rimbalzi, 4 assist anche se fermare
Dyson è dura. Poi però si autoelimina
con tre falli stupidi, quando la gara
non è finita.
SAMUELS 6 Se tira solo 6 volte,
Milano ha dei problemi. Rimane al
metro arbitrale della semifinale, fa
subito 2 falli e perde la sfida con
Lawal. Ma non è stato servito.
MOSS 6 Banchi lo mette su Logan e
all’inizio fa tanta fatica, poi riesce a
controllarlo ma le guardie di Sassari
sono troppo veloci. Non ripete la
superprestazione della semifinale.
IL MIGLIORE
JOE
RAGLAND
7
La taglia è la sua e si vede con 8 punti
nel secondo quarto e la miglior
partita della coppa e 10 nell’ultimo.
Sfonda sul -6 della rimonta ma è
quello che doveva giocare quella
palla.
IL PEGGIORE
ALESSANDRO
GENTILE
5
Il capitano dell’Emporio Armani
disputa una Coppa Italia orribile.
Facciamo finta che non sia in
condizione ma evidentemente se non
si sente protagonista, semplicemente,
non gioca.
SASSARI
8
SOSA 6 Non splende ma resta sotto
controllo, dà quattro assist e non
forza toreando la difesa di Milano alla
fine, col canestro del +16 al minuto 32
che gela gli avversari...
FORMENTI N.G. Rimane in campo
per 1’45”.
SANDERS 8 Gioca bene anche nel
primo tempo nonostante il 3/10, ma
con tre assist. Decisivo nella ripresa
con i cinque rimbalzi offensivi (con
canestro: chiude con 5/7) che
mettono in ginocchio Milano quando
ancora avrebbe tempo di rimontare.
Segna la tripla del 93-78 su una palla
vagante.
DEVECCHI 6 Solita partita difensiva,
ma Gentile non gli dà troppi problemi.
Porta a casa anche tre rimbalzi.
LAWAL 7 Non è una partita per i
lunghi, ma lui c’è sempre, anche in
difesa anche con le stoppate (2).
Chiude con 6 rimbalzi e un 4/5 nel tiro
da due.
DYSON 8 Ne fa 16 nel primo tempo
senza forzare, Milano ha un solo Moss
da mettere sulle guardie e lui è più
veloce di Hackett. Subisce 12 falli, tira
16 liberi, ne sbaglia 2 clamorosi a 66”
dalla fine, ma è l’unica sbavatura, con
brivido.
SACCHETTI 6.5 Solito contributo
nascosto e importante, non soffre i
mezzi lunghi di Milano, mette anche
una tripla importante
psicologicamente al 30’. Cinque punti
e 1 rimbalzo il 14 minuti.
KADJI 6 Non sorprende Milano come
ha fatto con Reggio Emilia, ma è
coinvolto e piazza il triplone del +14.
veni, vidi, vici, un pezzo di coppa è
anche suo.
IL MIGLIORE
DAVID
LOGAN
8
Vince l’mvp ma deve dividerlo ex
aequo con Dyson e Sanders. Segna
17 punti nel primo tempo con 5/6 da
3 ma la chiave è quando fa ripartire
Sassari con 2 triple di fila sul -1 di
Kleiza a inizio ripresa.
IL PEGGIORE
JEFF
BROOKS
6
Gara difficile per uno rientrato dopo
due mesi, il meglio lo dà verso la
fine di una partita non brillante, ma
comunque di sostanza difensiva.
Ma porta a casa la sufficienza
perché ha vinto...
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
fLA COPPIA DI COPPA
ALBO D’ORO
DAVID LOGAN E JEROME DYSON
«Siamo le guardie
migliori della Serie A
E non finisce qui...»
1David tiene
in braccio
la figlioletta Kyrie:
«Visto quanto è
forte papà!».
Jerome sibillino:
«Milano è battibile»
1
2
3
● 1) Meo Sacchetti, tecnico di Sassari, festeggia il 3
trofeo in 12 mesi 2) David Logan con la Coppa e la
targa dell’mvp 3) Momenti di tensione alla fine della
gara tra Kleiza e i giocatori di Sassari CIAMILLO
Massimo Oriani
Guidano Treviso
e Virtus Bologna
con 8 successi
L’albo d’oro della Coppa Italia.
Sassari infila il secondo successo
di fila. Guidano Virtus Bologna e
Treviso con 8 successi.
1968 Napoli
1969-71 Varese
1972 Milano
1973 Varese
1974 Virtus Bologna
1984 Virtus Bologna
1985 Pesaro
1986-87 Milano
1988 Caserta
1989-90 Virtus Bologna
1991 Verona
1992 Pesaro
1993-95 Treviso
1996 Milano
1997 Virtus Bologna
1998 Fortitudo Bologna
1999 Virtus Bologna
2000 Treviso
2001-02 Virtus Bologna
2003-05 Treviso
2006 Napoli
2007 Treviso
2008 Avellino
2009-13 Siena
2014 Sassari
2015 Sassari
INVIATO A DESIO (MB)
TACCUINO
E’
NBA
qui la festa. La seconda
volta è ancora più bella,
perché ricaccia in gola a
tutti quel «beh, una volta può
capitare a tutti», perché ora che
Sassari ha difeso con successo
la Coppa Italia, dubbi non ce ne
sono più, ma proprio più. La Dinamo di Meo Sacchetti è bella e
vincente. Aggiungiamoci pure
la SuperCoppa e siamo a tre trofei in 12 mesi. Il parquet del PalaDesio è gioia e sorrisi, abbracci e pacche sulle spalle. Verrebbe da chiamarla impresa, ma
tale forse non è. Perché in questa tre giorni il Banco ha dimostrato di essere la squadra più
forte delle otto. Senza il minimo dubbio. Quella che ha tenuto l’EA7 sotto per 40’ su 40 in
finale non è la stessa che alzò la
prima coppa al Forum un anno
fa, anzi, non è nemmeno lontana parente. Resta il marchio di
fabbrica, quello di una coppia
di esterni che fanno maledettamente male.
COME I CUGINI Una volta era i
cugini Diener, oggi il duo meraviglia porta i nomi di David Logan e Jerome Dyson. Il 32enne
mvp, uscito da un piccolo college dell’Indiana, che ha fatto la
gavetta tra Israele e Polonia, ha
acceso il fuoco dei bicampioni
con un inizio travolgente, un
primo tempo da 17 punti con
5/6 da tre. «E’ entrato la prima
tripla e mi sono subito reso conto di essere in serata di grazia
— racconta mentre con una
mano regge il trofeo di miglior
giocatore e nell’altra i compa-
37
Thunder, 5a di fila
David Logan, 32
anni, (di spalle),
mentre si esalta
con Jerome
Dyson, 27 anni.
Le due guardie
di sassari sono
state decisive.
CIAMILLO
CASTORIA
gni gli piazzano la Coppa Italia
-. Non ho forzato nulla, tanti sono arrivati in transizione grazie
all’ottima difesa». E non è solo
lui a mettere l’accento su quello
che è sempre stato considerato
il punto debole di Sassari. «Vero
- prosegue Logan - vincere così
fa ancora più piacere. Abbiamo
lavorato duramente tutta la stagione per crescere difensivamente». Eppure nonostante il
1° tempo devastante, all’intervallo Milano era rientrata da
-18 a -4. «Sapevamo che avrebbero fatto un parziale prima o
poi - prosegue l’ex Panathinaikos -. Ma non ci siamo fatti
prendere dal panico, abbiamo
continuato a fare il nostro gioco, senza mollare». Prima di abbracciare la Coppa, stringeva al
petto qualcosa, anzi, qualcuno,
di ben più prezioso, la figlioletta Kyrie. «Ha 4 anni». Ma sa
quanto è forte papà? «Certo che
lo sa!». Risposta da padre orgoglioso, giustamente. L’altra faccia della luna è altrettanto sfacciata, perché per giocare nella
Dinamo di Sacchetti non puoi
non esserlo. Dyson mette l’accento sullo sforzo collettivo:
«C’è voluto che tutti facessero
la loro parte - attacca l’ex brindisino mentre Sosa lo assale per
un video selfie -. Siamo stati
bravi a ritrovare coesione nel
momento della loro rimonta. E
poi c’è stato un Sanders momumentale nei momenti chiave».
CARICHI Anche Jerome parla
della difesa: «Se difendiamo come in questi tre giorni siamo
duri da battere. Milano ha chiuso con 94 punti che sembrano
tanti ma parecchi sono arrivati
a giochi fatti, abbiamo mollato
un po’ troppo presto». Possiamo definirli la miglior coppia di
guardie del campionato? «Direi
di sì - risponde senza falsa modestia l’ex di UConn - Quando
siamo in palla entrambi siamo
inarrestabili, in ogni caso fermarci tutti e due è davvero difficile». Alla vigilia Meo aveva
detto che l’abitudine porta a
vincere. «Ha ragione, e questo
successo lo conferma. Ora non
dobbiamo accontentarci però.
Milano non è imbattibile, lo abbiamo già dimostrato due volte
quest’anno». Sì, la festa è proprio qui. Bella come la prima.
Forse di pure di più.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
● Di nuovo senza Durant,
i Thunder scoprono i nuovi
innesti Singler e Kanter e si
fanno trascinare da
Westbrook, 33 punti e 10 assist
contro Charlotte per la 5a
vittoria di fila. New Orleans
rovina il debutto di Dragic a
Miami ma perde ancora
Anthony Davis per il dolore alla
spalla. Risultati: CharlotteOklahoma City 103-110; MiamiNew Orleans 91-105; ChicagoPhoenix 112-107; HoustonToronto 98-76; L.A. ClippersSacramento 126-99. Ieri: New
York-Cleveland 83-101.
A-2 GOLD
Torino è terza
● La 23a giornata. Venerdì:
Verona-Brescia 84-76. Ieri:
Jesi-Torino 78-86; Barcellona
PdG-Agrigento 55-61; MantovaBiella 83-86; Trieste-Napoli 8768; FerentinoCasalpusterlengo 78-95.
Classifica: Verona 16 vinte 4
perse; Brescia 16-5; Torino 137; Biella 12-8; Ferentino 12-9;
Casale Monferrato 11-9;
Agrigento 10-9; Trieste 9-11;
Casalp. 8-12; Barcellona PdG,
Trapani 7-12; Mantova 7-13;
Napoli 6-13; Jesi 5-15.
DONNE
Coppa Italia a Schio
● Schio vince la Coppa Italia
74-64 in finale su Ragusa.
38
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Tennis R A Rio de Janeiro
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
39
L'ANALISI
di VINCENZO
MARTUCCI
BENTORNATO
A FABIO
CAMPIONE
RITROVATO
L
a domanda rimane,
aldilà della sconfitta
in finale con Ferrer:
ha vinto Fognini, o ha
perso Nadal? La semifinale
di Rio segna la ripartenza
del talento nazionale, così
spesso masochista, o la
caduta senza fine
dell’imbattibile padrone
della terra rossa? I numeri
di sabato sono particolari:
dal primo set perso troppo
nettamente dal ligure, al
parziale di sei game rifilati
da Fabio ad inizio secondo
set al campione di 9 degli
ultimi 10 Roland Garros,
dai 32 vincenti e dal 5/9
sulle palle break salvate
dal nostro eroe, per
sancire lo storico 1-6 6-2 75. Da cui i dubbi che lo
spagnolo sia davvero
guarito dai problemi, e
comunque che ci riuscirà
in tempo per Parigi. Come
suggeriscono la prima
semifinale persa sulla terra
rossa dal 2003 (dopo 52
vinte di fila!), sesta
sconfitta sulla superficie
negli ultimi 3 anni su un
totale di 25 (dal 2002).
Senza per questo nulla
togliere al ritrovato
rovescio — profondo e in
cross, sempre micidiale nel
tagliare il campo — e agli
schiaffi di dritto di Fognini.
Bravissimo nel «sentire»
che Nadal, ulteriormente
spremuto dalla faticaccia
con Cuevas fino alle 3.18
del mattino, era
vulnerabile persino più di
Pechino 2013, quando
Fabio era stato avanti un
set e un break. E
bravissimo nel tenere, di
nervi. Così di centrare la
terza finale azzurra in tre
settimane consecutive,
dopo Seppi a Zagabria e
Vanni a San Paolo. Con
l’aggiunta delle altre perle
dall’inizio dell’anno: lo
storico trionfo in doppio di
Bolelli-Fognini agli
Australian Open, il tabùFederer sfatato da Seppi a
Melbourne (dopo 10 k.o.),
quello di Bolelli a Marsiglia
contro i «top 10» (da 0/35).
In attesa della coppa Davis,
il 6-8 marzo in Kazakistan,
incorniciamo lo scatto di
Fabio sul match point con
Rafa e la pennellata sotto
rete: un flash da campione.
Sara Errani, 27 anni, non vinceva un torneo dal marzo 2013, quando si impose ad Acapulco, mentre Fabio Fognini, 27, disputava a Rio la nona finale in carriera GETTY IMAGES
Errani sale sull’ottovolante
Fognini, stop dopo l’impresa
1Sara batte Schmiedlova e conquista l’ottavo torneo in carriera
Fabio grandioso contro Nadal in semifinale ma poi perde da Ferrer
Riccardo Crivelli
L
e formichine vanno in paradiso. Quando, riposte le
racchette nell’armadio di
casa, arriverà il momento di
tratteggiare la carriera di Sara
Errani, non basterà un inchino
riverente a racchiudere l’ammirazione e il senso di gratitudine
che le saranno dovuti dallo sport
italiano. La Cichi, dal basso del
suo metro e 64, non ha certo il
fisico corazzato delle valchirie
che impazzano nel tennis odierno, possiede un servizio che in
pratica è una semplice rimessa
in gioco rispetto alle fucilate a
quasi duecento all’ora della
maggioranza delle rivali, deve
fare il punto due o tre volte in
più affidandosi alla resistenza,
alle gambe, alla difesa intelligente.
OTTOVOLANTE Eppure, icona
della normalità, non si arrende,
lotta, affronta ogni partita con
l’orgoglio di chi deve sopperire
con il cervello alla potenza dei
cannoni. E poi Sarita è umile,
guarda avanti e mai indietro.
Così, anche se sono passati due
anni dall’ultimo torneo vinto in
singolare, Acapulco a marzo
2013, non ha mai dato peso all’attesa e alle aspettative, ha metabolizzato le cadute e dopo una
settimana di fatiche vere, sudate, ai 40 gradi di Rio de Janeiro,
può inginocchiarsi felice sulla
terra carioca per l’ottavo trionfo
individuale. Bando alla scaramanzia (era la 17a finale) e bando alle ciance di chi sicuramente
sottostimerà questa nuova perla: vincere non è mai facile, dagli
Slam ai tornei 250. E poi Sara lo
ha dimostrato, di che pasta è fatta, approdando in finale al Roland Garros e al Foro Italico: miracoli, in rapporto alle potenzialità sue e delle altre.
VOLONTA’ Perché conta anche il
cuore: la Errani conquista il Brasile dopo aver annullato tre match point nei quarti contro la
Haddad e vanificato un set point
delicatissimo in finale contro
l’emergente slovacca Schmiedlova nel 10° game del primo parziale, con un rovescio in corsa lun-
65
● Le vittorie azzurre nel
circuito Wta: la prima della
Simmonds a Bakersfield nel
1982. La Pennetta è la migliore
con 10 tornei vinti.
23
● Le sconfitte di Fabio Fognini
contro un giocatore nei primi 5
del mondo prima del successo
su Nadal. A Rio il ligure ha
disputato la nona finale Atp.
golinea da spellarsi le mani. Volontà e orgoglio: se la ventenne
di Kosice avesse messo in tasca il
primo set la partita si sarebbe allungata pericolosamente sotto il
solleone, e la giovane avrebbe
magari preso il volo spinta dall’entusiasmo. E invece il secondo
set diventa una passerella, con
Sarita che viene pure a rete a
prendersi i punti che servono,
dopo aver usato la palla corta in
IL LUTTO
Addio Ullstein Bossi, regina d’altri tempi
Vinse gli Internazionali d’Italia nel 1950
1Nata a Dresda
ma italiana per
matrimonio, fu per
due anni tra le prime
dieci del mondo
E’
morta a Milano a 99 anni
Annelies Ullstein Bellani
Bossi, una delle più forti
giocatrici italiane di sempre. Era
nata nel 1915 a Dresda, in Germania, ma divenne italiana sposando dapprima il tennista milanese Renato Bossi, nazionale di
Coppa Davis e poi anche attore,
prematuramente scomparso in
un incidente aereo nel 1947 e
successivamente il telecronista
Giorgio Bellani, scomparso nel
novembre 1969.
PRIMA E UNICA La Ullstein ha
raggiunto le semifinali al Roland Garros nel 1949, oltre a due
quarti di finale nel 1948 e nel
1950. Sempre nel 1950 vinse gli
Internazionali d’Italia, battendo
l’inglese Curry 6-4 6-4. Rimane
perciò l’unica giocatrice italiana
ad aver conquistato il titolo al
Foro Italico, visto che nel 1985
Raffaella Reggi si impose in
un’edizione decisamente mino-
re degli Internazionali, disputata però a Taranto. La Bossi Bellani, inoltre, è stata la prima italiana ad entrare tra le prime 10 del
mondo, anche se ai tempi non
esistevano ovviamente le classifiche stilate dai computer: nel
1949 (ottava) e nel 1950 (nona)
venne inserita nella top ten da
Lance Tingay, giornalista inglese che compilava il ranking in
base ai risultati stagionali. Con
Maud Rosenbaum, Silvana Lazzarino, Francesca Schiavone,
Sara Errani e Flavia Pennetta
condivide lo status di tennista
italiana approdata ad una semifinale Slam.
Annelies Ullstein Bossi a Roma
© RIPRODUZIONE RISERVATA
semifinale per disarmare la Larsson. Insomma, maestra di tattica, gigantessa tascabile: «Sono
felicissima, sapevo che per vincere avrei dovuto essere aggressiva
il più possibile e spingere su ogni
colpo. Ed è andata bene». Da oggi. sorridente con il trofeo consegnatole dalla grandissima Maria
Esther Bueno, la Errani torna la
prima italiana in classifica, al numero 12: applausi.
RESTA L’IMPRESA E battiamo le
mani pure a Fognini, che a Rio
trova per incanto, dopo tre turni
con il fiatone, la magia la fluidità dei primi sei mesi dell’anno
scorso. Non inganni la finale
persa contro Robottino Ferrer,
un muro che ribatte di tutto e di
più di là dalla rete e che sta meglio fisicamente e mentalmente.
Fabio torna dal Brasile con lo
scalpo più illustre della carriera,
quello di Rafa Nadal: e, sulla terra, è un’impresa da marziani. Il
maiorchino, seppur sofferente
per il caldo e la stanchezza (aveva finito alle 3.18 di notte il giorno prima), nervoso per le (corrette) chiamate dell’arbitro Ber-
clic
FEDERER CONFESSA
«HO BRINDATO QUANDO
HO PERSO CON SEPPI»
● «Ho perso con Seppi... e ho
brindato con lo champagne».
Roger Federer non ha fatto
drammi a gennaio, dopo il
k.o. contro l’azzurro al terzo
turno dell’Australian Open. Il
numero 2 del mondo, a un
mese dal flop di Melbourne
ha ripensato alla serata
storta. «La sconfitta con
Andreas mi ha dato qualche
giorno libero in più», ha detto
a Dubai. «Quella sera ho
bevuto un po’ di champagne
con la mia squadra. Avevo
perso, ma avevo anche
guadagnato 9 giorni liberi in
più. Ho potuto allenarmi e
riposare».
nardes («Mi impegnerò perché
tu possa non arbitrarmi più», lo
ha minacciato dopo il secondo
richiamo per time violation) e
ancora lontano dalla smagliante
condizione fisica abituale (se
mai la ritroverà) resta comunque il più forte di tutti i tempi sul
rosso. Lo dicono le cifre: fino a
sabato, aveva vinto le ultime 52
semifinali giocate sulla superficie (ultima sconfitta nel 2003) e
il ligure gli ha inflitto la 25a sconfitta a fronte di 321 vittorie.
Dunque, un Fognini ritrovato,
che recupera sei posizioni in
classifica (sale al numero 22) e
forse può lasciarsi le ombre alle
spalle: «Una settimana all’inizio
difficile, ma quello con Nadal è
stato il più bel match della mia
vita. Erano cinque mesi che giocavo male, con sensazioni che
faticavo a ritrovare. Ora si ricomincia». Fogna è tornato, evviva
Fogna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Finale uomini (1.000.000 ): Ferrer
(Spa) b. FOGNINI 6-2 6-3; semifinale:
FOGNINI b. Nadal (Spa) 1-6 6-2 7-5;
finale donne (200.000 ): ERRANI b.
Schmiedlova (Slk) 7-6 (2) 6-1.
GLI ALTRI TORNEI
Derby francese
A Marsiglia
si impone Simon
● A Marsiglia (565.735 euro,
veloce indoor), nel derby
francese 12° successo in carriera
per Gilles Simon. Finale: Simon
(Fra) b. Monfils (Fra) 6-4 1-6 7-6
(4).
SCHIAVONE OUT Francesca
Schiavone si ferma al secondo
turno delle qualificazioni di Doha
(641.000 euro, cemento),
sconfitta 6-2 6-3 dalla svizzera
Voegele. Nel main draw, al via
Flavia Pennetta: la brindisina, che
compirà 33 anni mercoledì,
numero 14 Wta, esordirà contro
la russa Svetlana Kuznetsova.
IVO IN FLORIDA Finale a Delray
Beach (470.000 euro, cemento):
Karlovic (Cro) b. Young (Usa) 6-3
6-3.
40
Sci R Coppa del Mondo
BRAVO
MARSAGLIA
E’ SESTO
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
SUPERG MASCHILE (Saalbach): 1.
Mayer (Aut) 1’31”53; 2. Theaux (Fra) a
23/100; 3. Jansrud (Nor) 27/100, 4.
Janka (Svi) 45/100; 5. Pinturault (Fra)
51/100; 6. MARSAGLIA 66/100; 7. Kilde
(Nor) 76/100; 8. Roger (Fra) 78/100; 9.
Ganong (Usa) 94/100; 10. Puchner
(Aut) 1”05; 11. Baumann (Aut) 1”16; 12.
Kriechmayr (Aut) e Franz (Aut) 1”17; 14.
PARIS 1”23; 17. Hirscher (Aut) 1”48; 24.
CASSE 1”99; 26. FILL 2”06; 34. Klotz
2”66, 42. De Vettori 3”44; 44. Heel 3”64.
Rit: Reichelt (Aut).
Coppa del Mondo (27 prove): 1.
Hirscher (Aut) p. 1028; 2. Jansrud (Nor)
912; 3. Pinturault (Fra) 699; 7. Paris 621.
Coppa superG (5 prove): 1. Jansrud
(Nor) 376; 2. Paris 303; 3. Mayer (Aut)
274.
SLALOM DONNE (Maribor): 1. Shiffrin
(Usa) 1’39”12; 2. Velez Zuzulova (Slk) a
1”03; 3. Strachova (Cec) 1”05; 4.
Loeseth (Nor) 1”17; 5. Duerr (Ger) 1”22;
6. Holdener (Svi) 1”25; 7. Zettel (Aut)
1”33; 8. Schild (Aut) 1”40; 9. Hansdotter
(Sve) 1”55; 10. Saefvenberg (Sve) 1”72;
14. I. CURTONI 2”04; 16. COSTAZZA
2”16; 19. MOELGG 2”38. Non qual. II m.:
S. Fanchini, Brignone, Sosio. Rit. I m.:
Agnelli. Rit. II m.: Maze (Slo).
Coppa del Mondo (22 prove): 1. Maze
(Slo) p. 985; 2. Fenninger (Aut) 901; 3.
Shiffrin (Usa) 750; 20. E. Fanchini 261.
Coppa slalom (7 prove): 1. Shiffrin (Usa)
p. 479; 2. Hansdotter (Sve) 449; 3. Maze
(Slo) 374; 14. Costazza 118.
Bis di Mayer:
domina anche
il superG
Paris lontano
Pierangelo Molinaro
C’
è chi dice che adesso
che ha cominciato davvero a vincere non si
fermerà più. Matthias Mayer,
24 ore dopo aver vinto la discesa si è ripetuto sulla pista di
Saalbach dominando anche il
superG. Il ventiquattrenne austriaco, già campione olimpico
di discesa un anno fa a Sochi, è
al terzo trionfo in Coppa del
Mondo. Il primo conquistato
nel marzo scorso nella finale
della discesa a Lenzerheide, le
altre due sabato e domenica
nella località del salisburghese
occidentale ai confini con il Tirolo. La sua tecnica è sopraffina, ma Mayer si distingue anche per coraggio, quel buttarsi
davvero e tenere il piede pesante sull’acceleratore anche nelle
condizioni più difficili. E ieri
era un giorno di quei giorni. Nebbia, luce grigia,
qualche fiocco di neve
che cadeva misto a pioggia.
IL TUFFO Mayer ha sciato di fino, ma ha preso pure rischi
enormi, soprattutto su una
porta nella seconda metà del
tracciato che si affrontava alla
cieca, una «blu» sulla quale,
imitato solo dal francese
Adrien Theaux secondo alla fine, è passato rasente al palo
trovando una velocità che nessun altro negli ultimi venti secondi di picchiata poteva ave-
SLALOM DONNE
Shiffrin danza
pure nel fango
L’Italia affonda
1Sotto la pioggia di Maribor
centra la 13a vittoria. Ancora
fuori la Maze sulla pista di casa
Simone Battaggia
Q
uesta Mikaela Shiffrin vincerebbe anche sui sassi. Dal ghiaccio di Zagabria
alla polvere di Vail fino alla poltiglia di
Maribor, la 19enne statunitense è la padrona dello slalom. Terza vittoria stagionale,
13esima in carriera — battuto il record di
trionfi in Coppa prima dei 20 anni, che apparteneva alla francese Pelen — e una dimostrazione assoluta di controllo tra i pali stretti, ben
al di là del primo posto nella classifica di specialità strappato a Frida Hansdotter.
1Dopo la discesa
il campione olimpico
si impone ancora a
Saalbach. Dominik
solo 14°: perde
punti in coppa
3
● Le vittorie dell’austriaco Matthias Mayer in
Coppa del Mondo: La prima lo scorso anno a
Lenzerheide, le altre due sabato e ieri.
Matthias
Mayer è figlio
d’arte: suo
padre
Helmuth vinse
l’argento
olimpico del
superG nel
1988 ai Giochi
di Calgary
(Canada) AP
re. Un vero tuffo nel buio. Ma
pure in alto, nella nebbia che
ammorbidiva i contorni l’austriaco ha sciato senza riserve,
muovendosi alla grande anche
fra quelle porte a metà che parevano più adatte ai gigantisti e
che infatti hanno messo in difficoltà più di un velocista puro.
Theaux, staccato alla fine di
23/100 di secondo è stato l’unico a sciare al livello di Matthias, Il norvegese Kjetil Jansrud, alla fine terzo a 27/100,
ha arrancato un po’ sulle porte
più strette.
THRILLER Si annuncia in finale
vibrante per le coppette delle
prove veloci, con questo Jansrud che pare non essere più
PROGRAMMA 27/2: superG donne a
Bansko (Bul, rec. Bad Kleinkirchheim,
ore 10.15).
28/2: superG donne a Bansko (Bul,
10.15) e discesa maschile a Garmisch
(Ger, 11.45).
1/3: combinata donne a Bansko (Bul
9/12) e gigante maschile a Garmisch
(Ger, 10.30/13.30).
nello stato di forma della prima
parte della stagione e gli altri
pronti ad azzannarlo.
PARIS Fra questi, ci sarebbe
anche il nostro Dominik Paris,
che ieri, nonostante abbia dimostrato di non avere ancora
metabolizzato la pista di Saalbach, si è lanciato in superG,
anche se qualche tecnico
avrebbe preferito facesse lo
spettatore, per mantenere quel
secondo posto nella classifica
di specialità, ma non è andato
al di là del 14° posto. Però dei
segni di miglioramento si sono
visti. L’azzurro si è buttato, ha
sbagliato alcuni passaggi, ma
non ha mostrato la preoccupante passività che ha caratte-
rizzato sabato la sua discesa.
Ma per lottare per questa coppetta e per quella della discesa
deve ritrovare il meglio di se
stesso nelle prossime gare di
Garmisch e Kvitfjell. ieri il miglior azzurro si è dimostrato
Matteo Marsaglia, sesto alla fine, capace di stabilire il miglior
parziale nella parte finale della
pista. Il suo è un recupero importante, perché dopo la vittoria nel superG di Beaver Creek
nel dicembre 2013 aveva subito
un’involuzione causata anche
dal mal di schiena che lo perseguita. Chissà se questo piazzamento darà nuova linfa a tutta
la squadra azzurra che non può
squagliarsi proprio adesso.
SEMPRE SICURA Nella prima manche, sotto
una pioggia leggera, l’iridata ha chiuso in testa con 68/100 sulla ceca Strachova, poi terza.
Nella seconda, sotto una pioggia battente, è
scesa da 30a, su una pista ormai piena di solchi. Ha realizzato il 12° tempo, più che sufficiente per tenere più di un secondo di vantaggio sulla slovacca Zuzulova. «Mi piace sciare
sotto la pioggia — ha sottolineato —. Fino a
quando i piedi risponderanno bene e mi sentirò fiduciosa, le condizioni non avranno alcuna
importanza». Tina Maze chiude il weekend di
casa senza punti. Sabato era uscita a tre porte
dall’arrivo della prima manche di gigante, ieri
è saltata nella seconda. A 11 gare dal termine
della Coppa del Mondo, le restano 84 punti su
Anna Fenninger, che non disputa gli slalom
ma per quello di Meribel, alle finali di Coppa,
potrebbe fare un’eccezione.
AZZURRE Azzurre ancora lontane. Settima dopo la prima manche, Chiara Costazza ha sbagliato nella seconda ed è finita 16a. Meglio Irene Curtoni, sabato nona in gigante e ieri risalita dal 23° al 14° posto grazie al 4° tempo nella
seconda discesa: «Si può far meglio, ma è un
buon punto per ripartire — ha detto la valtellinese —. In slalom di solito fatico, stavolta nella seconda manche le cose mi sono riuscite bene. Dopo tante stagioni segnate dai dolori,
torno ad avere il ritmo gara ed è piacevole».
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Atletica R Assoluti indoor a Padova
Sorpresa: la Viola sui 3000 batte la Del Buono
1Chesani nell’alto sale a 2.29. Novità nel lungo: Jacobs atterra a 8.03 ma si infortuna. Titoli dei 60 a Obou (6”66) e Alloh (7”34)
Andrea Buongiovanni
INVIATO A PADOVA
E’
Giulia Viola, 23enne
trevigiana, a illuminare
i tricolori indoor. La finanziera
sigla una prestigiosa doppietta.
Al titolo sui 1500 di sabato aggiunge, con la stessa autorità,
quello sui 3000. In entrambi i
casi col personale. E se nel primo (4’13”20), il confronto era
stato col cronometro, nel secondo (8’56”23) la sfida è contro un’avversaria di valore,
quella Federica Del Buono in
cui l’atletica italiana vede il futuro: la 20enne vicentina, anche per quanto mostrato di recente, non poteva non essere
favorita.
IL DUELLO E’ uno scontro diretto atteso e per questo frizzante.
Pronti-via e, dopo pochi metri,
le due sono sole in testa. A dettare il ritmo è però unicamente
Federica, con Giulia che la segue come un’ombra. Fino agli
800 si gira con una proiezione
finale da 8’45”, nei pressi del
primato italiano di Silvia Weissteiner. Poi, però, l’andatura
cala progressivamente. Il passaggio ai 1000 è in 2’57”55,
quello a metà gara in 4’29”.
Non cambia il copione, con la
Del Buono a tirare e la Viola a
rimorchio. Fino ai 2600. Federica risponde a un primo attacco, ma quando Giulia sferra il
secondo, a 300 metri dall’arrivo, la gara ha una nuova padrona. L’allieva di Vittorio Di Saverio fa 33” nel penultimo giro,
32” nell’ultimo e chiude con un
progresso personale di 48/100
che la conferma al 6° posto della lista italiana all-time. La Del
Buono, di recente limitata dalla
febbre, chiude in 9’01”19, primato italiano under 23 miglio-
Giulia Viola, a sinistra, 23 anni e Federica Del Buono, 20 anni COLOMBO
rato dopo 32 anni (Nadia Dandolo; 9’03”54, Milano,
6/3/82). Agli Europei di Praga,
Federica farà i 1500, Giulia i
3000.
EFFERVESCENZA In mattinata,
nella qualificazione del lungo,
il 20enne Marcell Jacobs, bresciano di Desenzano nato in
Texas, vola a 8.03 (poi, infortunato al bicipite femorale sinistro, rinuncia alla finale). Nel
pomeriggio Laura Strati,
24enne vicentina, dopo quattro
anni di guai fisici, plana a 6.53.
In sala valgono la quarta e la
quinta prestazione italiana alltime. Valido è il 2.29 nell’alto di
Silvano Chesani che, fallite due
prove a 2.32, tenta i 2.35 del record italiano assoluto. I 60 vanno a Delmas Obou, già tricolore
dei 100 all’aperto che, con
6”66, precede di 1/100 Michael
Tumi, compagno di allenamenti a Parigi e, per la quarta volta
consecutiva, ad Audrey Alloh
con 7”34. Bene i quattrocentisti: Matteo Galvan fa 46”80,
Chiara Bazzoni 53”51. C’è
un’altra doppietta: la firma Joao Neves Bussotti. Dopo i 1500
vince gli 800 (1’50”68) dove si
impone pure la rediviva Elisa
Cusma (2’08”43), al 19° tricolore della carriera. Notevole,
con un progresso di 19 cm, il
19.56 nel peso del 22enne Daniele Secci. I titoli di club sono
delle Fiamme Gialle (uomini) e
dell’Esercito (donne).
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I RISULTATI
UOMINI 60: Obou 6”66; Tumi 6”67;
Cerutti 6”71. 400: Galvan 46”80;
Cappellin 47”39; Juarez 47”94. 800: N.
Bussotti 1’50”68; Pilati (j) 1’51”01; Obrist
1’51”12. 3000: El Otmani (Ita/Mar)
8’06”27; Rachik (Ita/Mar) 8’08”81;
Tagnese 8’09”00. Alto: Chesani 2.29;
Lemmi 2.25; Rossi 2.18. Lungo: Catania
7.72; Ojaku 7.69; Tremigliozzi 7.68.
(qualificazioni: Jacobs 8.03). Peso:
Secci 19.56; Dal Soglio 17.77; Bianchetti
(j) 17.61. 4x200: Fiamme Gialle 1’26”40.
Club: FIamme Gialle 102; Carabinieri
73; Fiamme Oro 69. Combinata: Cariri
187.
DONNE 60: Alloh 7”34; Giovanetti
7”40; Draisci 7”40. 400: Bazzoni 53”51;
Vitale 53”85; Chigbolu 53”88. 800:
Cusma 2’08”43; Franzolini 2’08”91;
Cornelli 2’09”13. 3000: Viola 8’56”23;
Del Buono 9’01”19; Galimberti 9’15”61.
Lungo: Strati 6.53; Liboà 6.39; Oberto
6.24. Asta: Bruni 4.30; Cargnelli 4.20;
Carne 4.15. 4x200: Esercito 1’37”80.
Club: Esercito 78.5; Forestale 71;
Bracco 67. Combinata: Bracco 190.
Sci nordico R Mondiali di Falun
A SQUADRE
COMBINATA:
AZZURRI QUARTI
Stefano Arcobelli
INVIATO A FALUN (SVEZIA)
S
e Petter Northug ha fatto
il vuoto, è perché «temevo la volata a skating con
Federico Pellegrino»: lo ha detto alla tv norvegese. Una testimonianza di grande rispetto
verso il valdostano. Il vichingo,
nell’ultimo giro dell’ultimo
cambio, ha creato il vuoto ed è
arrivato quasi passeggiando
per il suo secondo oro mondiale a Falun. L’azzurro è un peso
leggero al cospetto di Nikita
Kriukov, uno che ha vinto
l’Olimpiade da solo e in coppia
il titolo iridato due anni fa a Val
d i Fi e m m e c o n A l e xey
Pethukov, lo sprinter con più
podi adesso dopo Cristian Zorzi: Kriukov e Pellegrino hanno
accelerato nell’ultima scollinata e l’unico avversario rimasto
era Tim Tschrnke.
VOLATA A TRE Nel rettilineo
conclusivo, si sono presentati
in tre, dunque: l’italiano a sinistra, l’olimpionico a destra e il
tedesco da dietro, pericolosissimo con la visuale. L’esperienza e il peso hanno premiato
Kriukov, ma Federico nella
spaccata al traguardo ha fatto
di tutto per sfilargli d’argento.
«Potevamo arrivare secondi,
ma potevamo arrivare quarti,
ci teniamo i margini per il futuro, guardate le date di nascita»,
dirà Federico. Che ha 24 anni,
e non conosce la stanchezza.
Non conosce la crisi dall’inizio
della stagione: tre vittorie in
Coppa del Mondo, un quinto
posto ai Mondiali da solo giovedì in classico, prima di questo pesantissimo bronzo — atteso tra gli uomini dal 2009 a
Liberec con la combinata di
Giorgio Di Centa, e da Holmenkollen 2011 con l’argento
di Arianna Follis, altra valdostana senza parlare dell’oro del
2007 a Sapporo, Pasini-Zorzi
— conquistato in coppia con
Dietmar Noeckler, ventiseienne altoatesino di Brunico. Poliziotti entrambi: grazie al gruppo di appartenenza hanno cominciato a trovare «l’amalgama», vincendo da quattro
stagioni i campionati italiani, e
in questa salendo sul podio di
Coppa del Mondo ad Otepaa,
dove non c’era l’atmosfera festosa e numerosa dei Mondiali,
ma dove tra i due si cementava
la convinzione che li ha portati
ieri sul podio iridato.
AMICIZIA La sprint a coppie a
tecnica libera è una questione
di ruoli: non è solo merito di
chi effettua la volata, ma anche
di chi copre, argina, tiene e lan-
Il 4° posto del rimpianto ma anche
quello mai avvicinato prima in staffetta
ai Mondiali dalla combinata nordica
azzurra. Una medaglia sfumata sul
trampolino (il migliore è stato Costa) ,
perché la differenza Alessandro Pittin
non poteva farla nei 5 km di fondo.
L’Italia partiva 6a a 1’27” dalla Germania
(oro) e Bauer, Lukas Runggaldier e
41
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Costa hanno recuperato, ma il bronzo
della Francia resta a 20”. «Peccato - fa
l’argento mondiale individuale - ma ci
abbiamo provato. Tomba mi ha
mandato i complimenti».
Fondo. Sprint tl a coppie (6x1.2 km).
Finale. Uomini: 1. Krogh-P.Northug
(Nor) 15’32”89; 2. Pethukov-Kriukov
(Rus) a 5”64; 3. NOECKLER-
PELLEGRINO a 5”73; 4. Bing-Tscharnke
(Ger) a 6”11; 5. Nousiainen-Jylhae (Fin)
a 13”66. Donne: 1. Oestberg-Falla (Nor)
14’29”57; 2. Ingearsdotter-Nilsson (Sve)
a 8”17; 3. Kowalczyk-Jaskowiec (Pol) a
8”48; 4. Fessel-Herrmann (Ger) a 11”57;
5. Dotsenko-Matveeva ((Rus) a 29”19;
11. ITALIA (Debertolis-Vuerich) a 11”85
(elim. per 1/100).
Combinata nordica. A squadre
(hs100+4x5 km): 1. Germania
(Edelman, Frenzel, Riessle, Rydzek)
44’20”7 (1° dopo il salto); 2. Norvegia a
23”1 (5), 3. Francia +39.6 (3); 4. ITALIA
(Bauer, L.Runggaldier, Costa, Pittin) a
1’10”1 (6).
Salto. Prova mista donne-uomini.
Hs-100: 1. Germania (Corina Vogt,
Katharina Althaus, Richard Freitag,
Severin Freund) 917.9 p.; 2. Norvegia
915.6; 3. Giappone 888.3; 9. ITALIA
(Runggaldier 85.6 p./84.2, Colloredo
87.7/80.7, Insam 94.7/86, Bresadola
106.5/91.5) 374.5.
Oggi Riposo. Domani. Fondo. Ore
13.30: 10 km tl D (Debertolis, Piller).
TV: dir. Rai Sport ed Eurosport 1 e 2.
Pellegrino-Noeckler
il futuro è già bronzo
«Ora siamo qualcuno»
PER L’ ITALIA
2° PODIO IN COPPIA
26
● Le medaglie azzurre
maschili ai Mondiali di
fondo: la terza nello sprint
dopo l’argento 2001 di Zorzi
e l’oro 2007 di Zorzi-Pasini
1Terzi nella sprint a coppie: «Piano perfettamente riuscito»
Norvegia e Northug oro: «Temevo la volata con Federico»
RL’altoatesino cuce,
Dietmar Noeckler, 26 anni, e
Federico Pellegrino, 24,
festeggiati dalla squadra
azzurra all’arrivo dopo il terzo
posto nella sprint a coppie AFP
il valdostano
attacca e negli
ultimi metri lascia
dietro la Germania
Pellegrino e, a destra, Noeckler
5
● I podi in stagione per
Federico Pellegrino: 3
vittorie in Coppa, 1 podio in
coppia con Noeckler ad
Otepaa e la medaglia iridata
MEDAGLIERE
O
A
B
TOT
Norvegia 6
3
2
11
Germania 4
1
0
5
Russia
1
1
0
2
Svezia
0
2
1
3
Canada
0
1
1
2
ITALIA
0
1
1
2
Giappone 0
1
1
2
Svizzera
0
1
0
1
Francia
0
0
2
2
Austria
0
0
2
2
Polonia
0
0
1
1
RCS
cia. Dietmar, per tutti Didi, ha
fatto tutto questo pur non
avendo mai vinto nulla a questi
livelli. Alternista di talento,
non credeva di poter esprimersi così bene in pattinato, e il direttore tecnico Chenetti ha dovuto convincerlo a lungo a lavorare su questo passo. Una
lungimiranza grazie alla quale
festeggiano ora tutti: perché
Didi ha avuto il coraggio di at-
taccare sulla rampa decisiva e
non ha mai perso il controllo
delle operazioni, senza staccarsi. «Il resto lo ha fatto Chicco, è stato bellissimo: il nostro
piano ha funzionato perfettamente, non mi rendo ancora
conto di ciò che ho fatto, terzo
al mondo in skating. Sabato sera mi sono rilassato vedendo
Prisoners, ma non mi sono scaricati gli ultimi sei minuti e non
ho visto il finale, preferisco il finale di questa gara... è stato sicuramente più emozionante».
RILASSATO Anche Federico
era rilassato, ha visto un film
cult con Abatantuono (Turnée)
come in tutte le sue metodiche
vigilie, in semifinale ha fatto la
prova tattica per la finale, e
non ha sbagliato di un centimetro, come giovedì: «La differen-
za è che giovedì non era la giornata della medaglia, e domenica sì: il quinto posto è grazie alla mia prestazione più
prestigiosa, il bronzo grazie alla mia prestazione più importante».
FAMA Un anno fa diceva «io sono nessuno ma voglio diventare qualcuno»: e adesso? «Comincio a diventare qualcuno, il
mio nome ora lo conoscono
tutti». Vede l’assedio mediatico
su Northug, e lui dice «ma in
Italia non saremo mai come i
calciatori». Preferisce rivelare
il suo primo pensiero al traguardo: «Per Greta (Laurent,
ndr) che ha gareggiato qui ed è
già rientrata a casa. Ce l’ho fatta, e non vedo l’ora di sentirmi
dire bravo da lei».
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COMPAGNE DI SQUADRA
Fidanzate, orgoglio e invidia: «Stavolta pagano da bere»
1Debertolis, compagna di Noeckler: «Ora
mi deve portare al mare». Laurent, ragazza
di Pellegrino: «L’avevano studiata così»
FALUN (SVEZIA)
C
i sono i tecnici, le fidanzate colleghe, le compagne e la capo delegazione Gabriella Paruzzi che si
commuove all’arrivo della
sprint azzurra di bronzo:
«Questa è la medaglia della
svolta, per coronare la stagio-
ne del cambio. Non era facile.
È il regalo non solo per chi gareggia, ma per tutto l’ambiente del fondo e per la gente che
credeva in noi: ci hanno regalato la pasta, la carne, alcune
signore ci hanno fatto arrivare
i tortellini di carne fatti in casa, il prosciutto. Tutto spontaneamente: sono cose impagabili, siamo davvero orgogliosi
della felicità che hanno regalato questi due ragazzi».
FIDANZATE Ilaria Debertolis,
appena eliminata per un centesimo dalla finale con Gaia
Vuerich, ritrova il sorriso grazie al suo Didi con la quale ha
comprato casa a Falzes: «Mi ha
detto prima della gara, se
prendiamo la medaglia ti porto al mare, ci teneva tantissimo. Lui è determinato, e quasi
maniacale nel migliorare la
tecnica di sciata, me la insegna
tutti i giorni... È più pignolo di
un allenatore». L’altra azzurra
Debertolis con l’azzurra De Martin
Greta Laurent, invece, fidanzata di Pellegrino, festeggia a
Gressoney: «Ci tocca pagare
da bere stavolta, Chicco ci ha
regalato una grande gioia, è la
seconda volta che lo vedo sul
podio dalla televisione, ha fatto tutto perfettamente come
l’aveva studiata. Ho visto la
gara con i nostri genitori,
quanto abbiamo urlato». La
sprinter Francesca Baudin,
ammira la «determinazione di
Chicco, meno male che c’è lui,
ma stavolta anche Didi è stato
bravissimo». Lo sostiene anche Cristian Zorzi, iridato a
Sapporo 2007 con Pasini: «Didi è stato il punto di forza di
questa staffetta, perché ha
tranquillizzato Chicco. Bravi e
affiatati, il segreto è l’uno che
ha bisogno dell’altro». Sepp
Chenetti, il direttore tecnico,
festeggia in baracca: «Prima
della gara ero tesissimo: temevo la beffa. Chicco s’è confermato, con Didi non è stato facile convincerlo delle sue qualità ma alla fine ha capito, e
l’ho trasformato in pattinatore!».
s.a.
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42
Pallavolo R La 20a di Superlega
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Un Colaci
da 30 e lode
«Siamo maturi
per lo scudetto»
Super Atanasijevic
Perugia fa la festa
dedicata a Cebulj
1Il libero di Trento si festeggia con i
complimenti del ct e la vittoria su Latina
Nicola Baldo
TRENTO
S
abato ha spento 30 candeline giuste giuste sulla torta, ma il regalo se l’è fatto
ieri. Massimo Colaci, professione libero, pugliese trapiantato
ormai dal 2010 ai piedi delle Dolomiti trentine, insieme alla sua
Energy T.I. si è tenuto stretto il
primo posto in classifica grazie a
questo successo su Latina. «Era
importante vincere e l’abbiamo
fatto – commenta – perché a
questo primo posto in classifica
ci teniamo tantissimo. Latina ha
giocato una buonissima partita
mettendoci in difficoltà, penso
al terzo set ad esempio con il turno in battuta di Semenzato: prima del match ce lo siamo detto,
dobbiamo prepararci ad una gara di sofferenza».
Il modo migliore però per arrivare al big match di domenica in casa della Lube Macerata.
«Se vogliamo arrivare ai playoff
da primi quella con la Lube sarà
una gara chiave, in questo girone di ritorno abbiamo gli scontri diretti fuori casa e sappiamo
che dovremo andare là e strin-
L'ANALISI
di GIAN LUCA
PASINI
LATINA:
IL 4° POSTO
SEMPRE PIÙ
LONTANO
L
e big non si
distraggono e la
classifica s’allunga.
La novità di questa
20a di Superlega è che
Latina è sempre più in
ritardo con
l’appuntamento per il 4°
posto (-7) quando
mancano 6 giornate alla
fine. E fra i pontini e
l’agognata posizione che
da un’ottima vista sui
playoff ci sono oltretutto
due squadre... La volata,
dopo i due ko della
squadra di Blengini,
sembra riservata ora a
Perugia (che ha gestito
bene il dopo Champions)
e naturalmente Verona,
che ha due punti di
vantaggio sugli umbri, ma
deve ancora riposare nel
girone di ritorno.
Quello che aspetta
Molfetta nella prossima
settimana. Gli uomini di
Di Pinto dopo le ottime
prestazioni con Trento e
Macerata non si sono
ripetuti con Modena che
passa indenne in Puglia e
continua l’inseguimento
(anche Trento si deve
ancora fermare). Ma
sembra già pronta ad
approfittare degli scontri
diretti, il primo dei quali
domenica: MacerataTrento, gara che chiarirà
un po’ di più il vertice.
gere i denti».
I tifosi di Perugia festeggiano il ravennate Klemen Cebulj ZANI
Una partita che vi riporterà a giocare ogni tre giorni fra SuperLega e Coppa Cev.
«A causa di qualche acciacco fisico non siamo riusciti in queste
settimane di lavoro a provare alcune situazioni. Abbiamo ancora margini di crescita, penso a
quando non riusciamo a sfruttare alcune situazioni semplici, ad
esempio. Sembrano dettagli ma
che poi si trasformano in punti
fondamentali per vincere set e
partite più avanti, quando si giocheranno i playoff».
A inizio stagione partivate in seconda fila dietro ad altre squadre, ora a Trento si può pronunciare la parola «scudetto»?
«Sì, la diciamo senza paura. Vogliamo vincere scudetto e Coppa
Cev, così come volevamo vincere
anche la Coppa Italia. In questa
stagione siamo partiti dietro ad
altre squadre è vero, ma adesso
siamo lì e vogliamo giocarcela fino in fondo. Siamo primi ormai
da un po’, in più è da un po’ che a
Trento non alziamo un trofeo ed
abbiamo fame... Io sarei contento di arrivare a metà maggio giocando sempre, ogni tre giorni,
Sandro Camerani
FORLI’
Max Colaci, libero di Trento, ha da poco festeggiato i 30 anni TRABALZA
TRENTO
3
LATINA
1
(25-21, 25-19, 19-25, 25-20)
ENERGY T.I. DIATEC TRENTINO:
Solè 14, Nemec 16, Kaziyski 19,
Birarelli 6, Zygadlo, Lanza 13;
Colaci (L), Nelli 1, Giannelli, Fedrizzi.
N.e. Thei (L), Mazzone, Burgsthaler.
All. Radostin Stoytchev.
TOP VOLLEY LATINA: Urnaut 16,
Semenzato 7, Starovic 21,
Skrimov 13, Van De Voorde 4,
Sottile 2; Manià (L), Tailli (L),
Rauwerdink 1, Pellegrino, Davis 1,
Rossi. N.e. Ferenciac. All.
Gianlorenzo Blengini.
ARBITRI: Boris e Goitre.
NOTE- Spettatori: 3.919, incasso
20.730. D.s. 28’, 27’, 28’, 27’; tot. 110’.
Energy: b.s. 11, v. 6, m. 12, 2a l. 12, e.
26. Top Volley: b.s. 17, v. 7, m. 7, 2a l.
8, e. 32. Trofeo Gazzetta: 6 Solè, 5
Kaziyski, 4 Starovic, 3 Colaci, 2
Nemec, 1 Urnaut.
perché vorrebbe dire che siamo
arrivati alla finale di Cev e scudetto. Sarà fondamentale il recupero fisico, il gestirsi per arrivare al top nelle partite che contano. Ma in questo abbiamo una
fiducia cieca nel nostro preparatore Martin Poeder, sono anni
che con noi lavora benissimo».
Berruto l’ha riempita di parole di
elogio, come le ha prese?
«Mi hanno fatto tanto piacere le
sue parole, mi ha dimostrato
grande fiducia già lo scorso anno e sono contento di sapere che
conta su di me. Quando ci siamo
sentiti io gli ho detto chiaramente che avrei fatto di tutto per essere il libero titolare della nazionale. Chiaro che questo stesso
discorso lo possono fare tanti altri liberi molto bravi, come Rossini o Giovi, c’è molta concorrenza nel nostro ruolo».
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F
inisce con Klemen Cebulj che si consola per
la sconfitta con Perugia con la torta confezionatagli in ritardo di 24 ore sul
compleanno da alcuni nostalgici tifosi dei tempi di
San Giustino che, per protesta contro la “fusione” tra
Sansepolcro e Città di Castello, ora seguono Perugia
e non hanno perso l’occasione per un omaggio a uno
schiacciatore di grande potenziale, rivelatosi in Umbria. Ma a soffiare sulla candelina del match è il solito
Atanasijevic, che entra al
Pala Credito con un set di ritardo, in tempo comunque
per fare pentole, coperchi e
ritirare il premio di Mvp.
Soddisfatto Nikola Grbic, la
Sir Safety ha chiuso bene la
settimana dopo la qualificazione in Champions: «Quando siamo riusciti a spingere
sull’acceleratore abbiamo
gestito bene la partita, ma
I TABELLINI
MODENA
1
3
Kurek super
Macerata ok
a Sansepolcro
Posticipo a Desio
Milano-Padova
SANSEPOLCRO 0
MACERATA
3
(25-20, 21-25, 19-25, 18-25)
(25-27, 21-25, 27-29)
EXPRIVIA MOLFETTA: Del
Vecchio 2, Piscopo 3, Torres 14,
Sket 14, Candellaro 8,
Hierrezuelo 8; Romiti (L),Noda 3,
Bossi 2, Despaigne 5. Ne Porcelli,
Spirito, Blagojevic. All. Di Pinto
ALTOTEVERE SANSEPOLCRO:
Aganits 2, Maric 12, Randazzo 17,
Mazzone 6, Corvetta 3, Della
Lunga 10; Tosi (L), Kaszap,
Fanceschini. N.e. Teppan, Dolfo,
Daldello, Lensi (L). All. Polidori
MODENA: Kovacevic 17,
Verhees 10, Bruninho 5,
Ngapeth 9, Piano 10, Vettori 13;
Rossini (L), Donadio, Boninfante,
Casadei, Ishikawa. Ne Sala, Petric.
All. Lorenzetti
LUBE BANCA MARCHE
MACERATA: Parodi 7,
Podrascanin 7, Baranowicz 1,
Kurek 16, Stankovic 10, Sabbi 12;
Henno (L), Kovar 1, Shumov,
Monopoli, Fei, Paparoni (L). N.e.
Bonacic. All. Giuliani
ARBITRI: Braico e Cesare
NOTE Spettatori 1900, inc. 10.700.
D.s. 28’, 29’, 27’, 26’, tot. 110’;
Exprivia: b.s. 17, v. 2, sl 1, m. 8, e. 21;
Modena: bs 16, v. 10, sl 3, m. 7, e. 10
Trofeo Gazzetta: 6 Kovacevic, 5
Veehess, 4 Sket, 3 Bruninho, 2
Vettori, 1 Torres.
ARBITRI: Lamicela e Florian
NOTE Spett. 1500. D.s. 29’, 27’, 35’;
tot. 91’. Altotevere: b.s. 16, v. 4, m. 8,
2a l. 1, e. 27. Lube: b.s. 17, v. 3, m. 8,
2a l. 2, e. 23. T. Gazzetta: 6 Kurek, 5
Randazzo, 4 Stankovic, 3 Sabbi, 2
Corvetta, 1 Della Lunga. (an.me.)
● (c.mus. - ma.s.) Milano, in
cerca ancora della prima
vittoria nel girone di ritorno,
nel posticipo trova Padova.
Per il coach della Revivre,
Maranesi, tornano tutti
disponibili dopo gli acciacchi
delle ultime giornate.
Possibile formazione per la
gara in programma questa
sera a Desio (ore 20.30, dopo
le finali di Coppa Italia di
basket): Kauliakamoa-Bencz,
Valsecchi-De Togni, ViniciusVeres, Rizzo (L). Padova tenta
la seconda vittoria
consecutiva, fatto mai
avvenuto in questa stagione.
Per il tecnico Baldovin l’unico
dubbio riguarda la scelta tra
Aguillard e Volpato con
l’americano favorito al
centro. Sestetto: OrdunaGiannotti, Quiroga-Rosso,
Aguillard-Mattei e Balaso
libero.
IN POLONIA
Il Belchatow primo
in regular season
(a.a.) Si chiude la stagione regolare in
Polonia con il Resovia che vince il
bigmatch con il Belchatow (avversario
di Perugia in Champions) di Fabio
Storti 3-1 e chiude al primo posto.
Terzo il Danzica di Andrea Anastasi e
Marco Falaschi pur sconfitto 3-1 a
Varsavia, quarto lo Jastrzebski Wegiel
di Roberto Piazza e Michal Lasko
anch’esso superato al tiebreak dal
Lubin. Fuori dalle otto (ma salvo)
l’Olsztyn di Andrea Gardini vincitore al
tiebreak sul Czestochowa e il fanalino
di coda Bedzin di Roberto Santilli 3-2 a
Kielce. Nel femminile
Contina la marcia in testa alla
classifica del Police di Giuseppe
Cuccarini che espugna 0-3 Ostrowiec,
mentre il Sopot di Lorenzo Micelli
supera al tiebreak il Legionovia di
Ettore Guidetti e Marta Bechis.
TURCHIA (a.a.) Il Ferenbahce di
Wijsmans espugna Smirne 1-3 ne
approfitta l’Halkbank Ankara di
Bernardi e Juantorena per allungare
in testa grazie allo 0-3 al Besiktas
Istanbul, vince anche il Galatasaray di
Gulinelli 3-1 all’Mmp Ankara.
BATTUTE
MURI
5
6
405
1. A. Atanasijevic
1. Pieter Verhees
1. Sebastian Solé
1. A. Atanasijevic
SIR SAFETY PERUGIA
CALZEDONIA VR
4. Sasha Starovic
TOP VOLLEY LATINA
4. Williams Padura Diaz
VERO MONZA
3
CMC RAVENNA: Cebulj 12, Ricci
4, Renan 18, Koumentakis 13,
Mengozzi 11, Cavanna; Goi (L),
Bari (L), Gabriele, Jeliazkov 2,
McKibbin, Ne: Cester, Zappoli. All.
Kantor.
SIR SAFETY PERUGIA: De Cecco
1, Vujevic 8, Buti 8, Atanasijevic
28, Fromm 24, Beretta 7; Giovi
(L), Paolucci, Tzioumakas, Sunder.
N.e. Barone, Maruotti. All. Grbic.
ARBITRI: Cipolla e Pol.
NOTE Spettatori 1761, incasso
9020 euro. Durata set: 28’, 25’, 28’,
36’, totale 117’. Cmc: b.s. 15, v. 1, m.
13, 2a l. 8, e. 26; Sir Safety: b.s. 17, v.
3, m. 10, 2al. 13, e. 29. Trofeo
Gazzetta: 6 Atanasijevic, 5
Fromm, 4 Koumentakis, 3
Mengozzi, 2 De Cecco, 1 Bari.
ENERGY T.I. TRENTO
TOP VOLLEY LATINA
3
1
ALTOTEVERE SANSEPOLCRO
LUBE MACERATA
0
0
1
CMC RAVENNA
SIR SAFETY PERUGIA
3
EXPRIVIA MOLFETTA
MODENA
3
1
3
CALZEDONIA VERONA
VERO VOLLEY MONZA
1
REVIVRE MILANO
Oggi
TONAZZO PADOVA
ore 20.30
Riposava: COPRA PIACENZA
CLASSIFICA
SQUADRE
TRENTO
MODENA
MACERATA
VERONA
PERUGIA
LATINA
MOLFETTA
RAVENNA
PIACENZA
MONZA
PADOVA
SANSEPOLCRO
MILANO
MODENA
24
21
20
20
2. Matey Kaziyski
ENERGY T.I. TRENTO
3. Tine Urnaut
Andrea Semenzato
Todor Skrimov
Andri Aganits
Raydel Hierrezuelo
Uros Kovacevic
Mitja Gasparini
Sam Deroo
ENERGY T.I. TRENTO
4
2. Stefano Mengozzi
CMC RAVENNA
3. Alberto Elia
VERO MONZA
4. Matteo Piano
MODENA
2
4. Thomas Beretta
SIR SAFETY PG
DOMENICA 1 MARZO
MACERATA-TRENTO
PERUGIA-PIACENZA
MODENA-RAVENNA
MONZA-SANSEPOLCRO
PADOVA-VERONA
LATINA-MILANO
Riposa: MOLFETTA
TOP SCORER
28
SIR SAFETY PG
PERUGIA
(25-21, 17-25, 18-25, 29-31)
PT
G.
V.
49
48
43
38
36
31
27
25
19
15
10
10
6
19
18
18
19
18
19
19
19
18
18
18
18
17
17
16
14
13
12
10
10
8
6
4
3
3
3
P.
2
2
4
6
6
9
9
11
12
14
15
15
14
PROSSIMO TURNO
PUNTI
3. Taylor Sander
1
PLAYOFF
TACCUINO
2. Christian Fromm
RAVENNA
RISULTATI
Modena risale
Molfetta crolla
alla distanza
MOLFETTA
anche nel 4° ho visto una bella
reazione da parte della squadra, che ha sbagliato solo l’impatto sul match. Ci poteva stare
un momento di appagamento
dopo la Champions».
SIR SAFETY PG
6
5
4
4
2. Sasha Starovic
TOP VOLLEY LATINA
3. Stefano Giannotti
TONAZZO PADOVA
3. Klemen Cebulj
CMC RAVENNA
5. Tine Urnaut
TOP VOLLEY LATINA
376
288
288
285
ore 16.30
sabato 28
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
TUTTENOTIZIE
VOLLEY DONNE, 18a
SCANDICCI-NOVARA 2-3
(24-26, 25-21, 31-29, 14-25, 12-15)
SAVINO DEL BENE SCANDICCI:
Lipicer Samec 17, Stufi 8,
Vincourova 2, Usic 17, Garzaro 2,
Vanzurova 22; Ruzzini (L),
Muresan 7, Perinelli , Scacchetti,
Menghi 3. N.e.: Lussana. All.:
Bellano. IGOR GORGONZOLA
NOVARA: Signorile 2, Hill 16,
Chirichella 15, Barun 23,
Partenio 8, Guiggi 17; Sansonna
(L), Alberti (L), Klineman 6,
Bonifacio, Partenio 8, Zanette.
N.e.: Kim. All.: Pedullà
ARBITRI: Guarneri e Oranelli.
NOTE - Spettatori 1550. D.s.: 30’,
28’, 40’, 24’, 19’: tot. 141’. Scandicci:
b.s. 9, v. 6, m. 7, s.l. 6, e. 29.
Novara: b.s. 14, v. 4, m. 15, s.l. 5, e.
28. Klineman ferita al sopracciglio
e fasciatura alla mano. T.
Gazzetta: 6 Barun, 5 Vanzurova, 4
Guiggi, 3 Chirichella, 2 Ruzzini, 1
Lipicer Samec. (a.p.)
C.MAGGIORE-CONEGLIANO 3-1
(25-18, 25-22, 23-25, 25-23)
POMI’ CASALMAGGIORE:
Tirozzi 9, Stevanovic 20,
Skorupa 2, Gennari 19,
Gibbemeyer 15, Ortolani 9;
Sirressi (L), Bianchini 4. N.e.:
Agrifoglio, Klimovich, Quiligotti (L).
All. Mazzanti. IMOCO
CONEGLIANO: Katic, Ozsoy 17,
Barazza 6, Nikolova 26,
Barcellini 3, Furlan 6; De
Gennaro (L), Glass 3, Fiorin 5. N.e:
Vasilantonaki, Hancock, Arimattei,
Nicoletti. All. Chiappini.
ARBITRI: Gini-Sobrero.
NOTE – Spett. 3000 circa. D.s.:
26’, 25’, 27’, 26’; tot. 104’.
C.maggiore: b.s. 15, v. 5, m. 16, s.l.
6, e. 8. Conegliano: b.s. 11, v. 3, m.
8, s.l. 2, e. 12. T.G.: Stevanovic 6,
Gibbemeyer 5, Gennari 4, Nikolova
3, Ozsoy 2, Ortolani 1. (gio.gar.)
URBINO-PIACENZA 0-3
(24–26, 20–25, 16–25)
ROBUR TIBONI URBINO: Santini
13, Leggs 8, Fresco 11, Lestini 6,
Walker 4, Agostinetto 2; Bruno
(L) , Vujko , Giacomel Zecchin 1.
N.e. Spelman, All. De Brandt
REBECCHI NORDMECCANICA
PIACENZA: Sorokaite 10,
Leggeri 9, Van Hecke 12, Di Iulio
8, Wilson 13, Dirickx 3; Cardullo
(L), Valeriano, Caracuta, Kozuch.
N.e.: Poggi Angeloni All. Gaspari.
ARBITRI Saltalippi e Luciani NOTE
- Spett. 562. D.s. 32’, 31’, 26’; tot.
89’. Urbino: b.s. 6, v. 2, m. 11, s.l. 7,
e. 15. Piacenza: b.s. 3 v. 3 muri 11,
s.l. 12, e. 18 T. Gazzetta: 6 Van
Hecke, 5 Santini, 4 Sorokaite, 3
Leggs, 2 Wilson, 1 Leggeri (m.n.f.)
FORLì–BUSTO ARSIZIO 1-3
(23-25, 25-23, 20-25, 23-25)
FORLI’ Ventura 5, Neriotti 6,
Stoltenborg 1, Aguero 24, Ceron
14, Koleva 7; Filipova (L), Guasti 5,
Lancellotti, Potokar 4. N.e.
Nazarnko e Ferrara. All. Vercesi.
UNENDO YAMAMAY BUSTO:
Wolosz 5, Havelkova 11, Michel 7,
Diouf 6, Degradi 9, Lyubushkina
18; Leonardi (L), Rania, Perry 9,
Pisani 5. N.e. Camera. All. Parisi.
ARBITRI: Zingaro e Puletti.
NOTE – Durata set: 30’, 29’, 29’,
30’; tot: 118’. Forlì: b.s. 12, v. 4, m. 7,
s.l. 6, e. 35. B.Arsizio: b.s. 13, v. 10,
m. 18, s.l. 4, e. 28. T.G. 6 Aguero, 5
Lyubushkina, 4 Ceron, 3 Michel, 2
Ventura, 1 Havelkova. (s. col.)
MONTICHIARI-FIRENZE 3-1
(25-21, 25-18, 24-26, 25-23)
METALLEGHE MONTICHIARI:
Vindevoghel 9, Gioli 15, Dalia 2,
Brinker 17, Olivotto 9, Tomsia 18;
Carocci (L), Alberti 1, Mingardi 1,
Zampieri. N.e. Saccomani, Milani,
Serena. All. Barbieri. IL BISONTE
FIRENZE: Negrini 12, Bertone 1,
Turlea 16, Pascucci 4, Calloni 16,
Petrucci 2; Parrocchiale (L),
Mastrodicasa 9, Liliom 1, Pietrelli
3, Vingaretti. N.e. Poggi, Savelli.
All. Vannini.
ARBITRI: Venturi e Piluso.
NOTE - Spett. 2.500. D.s. 24’, 27’,
29’, 30’; tot. 110’. Montichiari: b.s. 4,
v. 3, m. 10, e. 20; Firenze: b.s. 9, v.
2, m. 6, e. 18). T.G.: 6 Gioli, 5
Calloni, 4 Brinker, 3 Tomsia, 2
Mastrodicasa, 1 Olivotto. (s.m.)
CLASSIFICA Novara 47, Modena
41, Casalmaggiore 38, Piacenza,
Conegliano 32, Busto Arsizio 31,
Bergamo 28, Montichiari 25,
Scandicci 21, Firenze 17, Forlì 5,
Urbino 4.
COPPA ITALIA Nel prossimo
week end Final Four di Coppa
Italia a Rimini. Semifinali: sabato
Novara-Conegliano; ModenaBusto. Finale: domenica (ore 19).
1Hockey prato - Azzurre al round 3 (g.l.g.) Vincendo 4-0 con l’Azerbaigian la semifinale di sabato del
Round 2 della World League a Montevideo, le azzurre hanno centrato l’accesso al Round 3 che mette in
palio la qualificazione per Rio. Giocata nella notte la finale con le padrone di casa dell’Uruguay
nato dalla lista dei convocati)
decideranno in merito al suo
possibile utilizzo in Scozia.
RUGBY
Castrogiovanni
morso da un cane
Scozia a rischio
1Stava giocando con un trovatello: 14 punti di
sutura. Chiamato Cittadini, ma resta in raduno
Martin Castrogiovanni, 33 anni, 109 presenze in azzurro ANSA
Roberto Parretta
I
nizia oggi da Roma con
almeno tre guai la settimana che porterà la Nazionale italiana alla sfida alla Scozia, terza giornata del
Sei Nazioni in programma
sabato alle 15.30 a Murrayfield (Edimburgo). L’ultimo
guaio in ordine di tempo,
nonché il meno atteso, riguarda Martin Castrogio-
SCHERMA: COPPA
Sciabola donne
Trionfo Italia
dopo più di 2 anni
● La sciabola femminile
azzurra torna da Gand con un
importante successo in coppa
del mondo, che mancava
dalla tappa di Bologna di due
anni e mezzo fa. Irene Vecchi,
Rossella Gregorio, Ilaria
Bianco e Martina Petraglia
hanno battuto in finale 45-40
la Francia. Ci erano arrivate
cominciando con il 45-35 sul
Giappone. poi con il 45-41 ai
quarti con la Germania e
dunque il netto 45-34 in
semifinale contro la Russia.
«Successo importantissimo ha detto il c.t. Giovanni
Sirovich - perché era l’ultima
prova a squadre prima
dell’inizio della qualificazione
olimpica, migliorando la
posizione nel ranking».
A Varsavia invece quarto
posto nella gara a squadre di
sciabola maschile, prova di
coppa del mondo vinta dalla
Francia in finale sulla Corea
del Sud. Aldo Montano, Luigi
Samele, Enrico Berrè e Diego
Occhiuzzi hanno battuto 45-31
la Georgia e 45-39 l’Iran,
Proprio con la Francia è
arrivata la sconfitta 45-38 in
semifinale, perdendo poi
anche la finalina 45-43 con la
Russia.
Il quartetto azzurro
43
vanni, morso da un cane e che
ha costretto, al momento, lo
staff azzurro a considerarne il
possibile forfeit. Il pilone del
Tolone, non utilizzato dal suo
club nel weekend, ha rimediato
14 punti al volto per il morso
del cane di un amico, che lo ha
ferito sotto al naso, sopra il labbro. Castro, che era già a Roma,
sarà comunque presente all’Acqua Acetosa e tra oggi e domani
lo staff medico e quello tecnico
(che al momento lo ha depen-
SCUOLA
Verso la riforma
Con Renzi pure
Berruto e Zanetti
Mauro Berruto, 45 anni EPA
● (v.p.) Il c.t. del volley Mauro
Berruto che cita «L’attimo
fuggente» e chiede dignità
nella scuola per il tema della
«cultura del movimento». Un
video in cui Marco Belinelli
dalla lontana Nba chiede che
«la scuola aiuti lo sport e lo
sport aiuti la scuola». Javier
Zanetti, il mitico capitano
dell’Inter del triplete, che
racconta dal palco l’impegno
della sua Fondazione per i
bambini di Buenos Aires. La
proposta di Emanuele Di
Giosafatte, insegnante e
tecnico paralimpico, per «un
ente di promozione
scolastico». La mattina con
cui Matteo Renzi ha celebrato
a Roma (con qualche
contestazione) il suo primo
anno di governo annunciando
che il percorso della riforma
della scuola entra nel vivo nei prossimi giorni un decreto
e un disegno di legge - è stata
anche un po’ sportiva. Come
un po’ sportiva è la riforma
che dovrebbe portare dal
primo settembre 2015 gli
insegnanti di scienze motorie
nella scuola primaria (un’ora
per ogni classe). Per Laura
Coccia, deputato, ex atleta
disabile, «è un sogno che
diventa realtà».
CANI Quello fra Castrogiovanni e i cani è comunque un amore smisurato. Ne ha tre che vivono con lui e Giulia Candiago
a Tolone: Nano il bassotto, Fatty il bulldog ed Ettore il bovaro
del bernese, il compagno di corsa della fidanzata, ex azzurra di
sci alpino. Cani dei quali parla
moltissimo anche nel libro
scritto assieme ai compagni in
azzurro e amici Sergio Parisse e
Gonzalo Canale, L’ovale rimbalza male. Il cane che ha morso
Castro è un simpatico trovatello, un meticcio, niente di pericoloso: stavano giocando assieme come sempre. Un morso
che, c’è però da giurarci, non
cambierà di una virgola il rapporto fra il pilone e i cani. Anzi,
Castro ha deciso di difenderlo
dalle responsabilità, nascondendone l’identità.
GUAI Prima ancora del morso a
Castro, il c.t. Jacques Brunel
aveva già dato disposizioni per
altri due innesti: al posto di Andrea Masi (profonda e larga ferita al polpaccio) è stato chiamato l’esordiente Enrico Bacchin (Treviso), mentre l’incertezza su Marco Bortolami
(risentimento all’adduttore sinistro) ha portato il ripescaggio
di Antonio Pavanello. Per supplire alla possibile assenza di
Castrogiovanni è stato quindi
convocato Lorenzo Cittadini
(Wasps). Si aggregherà al gruppo questa mattina Tommaso Allan, ieri sera in campo nella ripresa in Bourgoin-Perpignan
(22-3) nel ProD2 francese.
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IPPICA
Amérique-Paris
Up nella storia
E doppio italiano
● Anche due vittorie italiane,
e sono 20, nel meeting di
Vincennes che si avvia verso
la conclusione, nel pomeriggio
parigino caratterizzato
dall’impresa storica di Up and
Quick (J.M. Bazire), che vince
il Prix de Paris (m 4125) per la
seconda volta consecutiva e
realizza il doppio con
l’Amérique nello stesso anno
che mancava dal 1977 (Bellino
II). Una vittoria nettissima, al
termine di una gara vissuta
sempre nelle prime posizioni,
con i consueti scambi al
comando conquistato per
qualche battuta anche dal
nostro Olmo Holz, che ha però
mollato nel finale, dove Up and
Quick si è staccato,
concludendo in 1.13.5 (record
della corsa che migliora di 3
decimi quello stabilito 12 mesi
fa) davanti ad Ana Mix, Texas
Charm e Tiego d’Etang,
mentre Roxane Griff aveva
sbagliato nelle prime battute.
Le vittorie italiane: Potenza
Om (Gubellini) in 1.14.3 nel Prix
d’Avenches (m 2700) con
Peace of Mind e Pleasure
Kronos al terzo e quarto
posto. E Rember Mail
(Martens) in 1.12.9 nel Prix
Mayenne (m 2700) davanti a
Rossella Ross.
ATLETICA
●
LAVILLENIE 6.01 (si.g. - l.e.) Nei
campionati nazionali indoor in Europa
ancora protagonista Renaud Lavillenie
nell’asta: ad Aubiere (Fra) salta 5.72 (2.),
5.94 (1.) e 6.01 (2.), poi tenta senza
fortuna il primato mondiale a 6.18. Un
record europeo U.20 a Torun (Pol): la
17enne Kamila Swoboda corre i 60 in
7”21. A Praga gran 400 di Pavel Maslak
(45”27). Ad Aubiere (Fra). Uomini. 200:
Pessonneaux 20”87. Lungo: Gomis 8.18
(mpm ‘15). Eptathlon: Guerin 6065; 5.
CAIROLI 5561. Donne. 400: Gayot 52”14.
A Karlsruhe (Ger). Uomini. 200: Erewa
20”70. 60 hs: Balnuweit 7”65. Asta:
Scherbarth 5.70. Donne. 200: Haase
23”12. 60 hs: Roleder 7”99. Lungo:
Moguenara 6.68. A Praga (R.Cec).
Uomini. 400: Maslak 45”27 (mpm ‘15);
Tesar 46”21. Peso: Marcell 20.71. A
Torun (Pol). Uomini. 200/400: Zalewski
20”66/46”25. Alto: Bednarek 2.28.
Donne. 60: Swoboda 7”22 (b. 7”21). 200:
Kielbasinka 23”27. A Gand (Bel). Donne.
60 hs: Berings 7”95. Ad Antequera
(Spa). Uomini. Triplo: Torrijos 17.03
(r.n.). Peso: Vives 20.66. Donne. Alto:
Beitia 1.95. A Tampere (Fin). Donne. 60
hs: Neziri 7”98(r.n.). Ad Athlone (Irl).
Donne.200: Proper 23”27.
● DISCO TRICOLORE(si.g.)Campionato
italiano invernale lanci chiuso a Lucca.
Uomini. Disco: Apolloni 59.93; Faloci
58.56; Kirchler 57.63. U.23: Petrei 56.29.
Jr: Anesa 54.67. Donne. Disco: Strumillo
54.88;Aniballi54.32;Bordignon52.77.U.23
Basile 49.66. Jr: Giampietro (99) 48.13.
● Dopo 22 medaglie ai Giochi,
successo fuori vasca per
Micheal Phelps: «Ha detto sì»,
ha annunciato su Instagram
le nozze con la ex miss
California, Nicole Johnson.
Napoleon Caf (14), Playtime Wise (15),
Oskar Allmar (6), Recife Wise As (13),
Redondela (12) e Mike (10).
ANCHETr.:Palermo(14.40),Taranto(15.15)
NUOTO
●
PEATY Il britannico Adam Peaty a
Sheffield nuota i 50 rana in 26”88,
dietro a 65/100 lo sloveno Dugonjic.
EQUITAZIONE
VOLTEGGIO: CAVALLARO
BRONZO MONDIALE
Anna Cavallaro non finisce di stupire: a
Graz (Austria) è bronzo nella finale di
Coppa del Mondo di volteggio. È il suo 4°
podio in cinque anni (oro 2013 e 2014,
bronzo nel 2011). Oro all’austriaca Lisa
Wild (Robin 482, longeur Nina Rossin)
col punteggio di 9.016, argento alla
svizzera Simone Jaiser (Luk, longeur
Rita Blieske) con 9.008. Anna Cavallaro
(Harley, longeur Nelson Vidoni) ha
chiuso a 8.631 punti: «Sono felicissima,
non abbiamo nulla da rimproverarci,
anche se mi aspettavo qualcosa di più
come valutazione dalla giuria».
Prossimo grande obiettivo gli Europei di
equitazione di Aquisgrana ad agosto.
GHIACCIO
RIGHINI VINCE CON RECORD
Prestigioso successo di Ivan Righini alla
Challenge Cup di figura a L’Aia (Ola),
gara Isu: l’azzurro, con 153.48, centra il
record italiano nel libero (precedente
151.34, Samuel Contesti, Mondiali 2012)
e, con 226.95, resta a 2/100 da quello
del totale dello stesso italofrancese.
Uomini. Finale: 1. (1.1.) Contesti 226.95;
2. (2.3.) Raya (Spa) 199.13; 3. (5.2.) Hino
(Giap) 189.41. Coppie. Finale: 1. (1.1.)
Donlan-Bartholomay (Usa) 157.58.
GOLF
●
INDIA Battendo con un birdie alla
prima buca di spareggio il
connazionale Chowrasia, l’indiano
Anirban Lahiri con 277 colpi (73 65 70
69, -7) vince il torneo di Nuova Delhi
(Ind), collaborazione tra European Tour
e Asian Tour. A Pacific Palisades in
California, Northern Trust Open (Pga,
montepremi 6.7 milioni $), dove
Francesco Molinari non aveva superato
il taglio, dopo 3 giri 1° con 205 colpi (-8)
il sudafricano Retief Goosen.
HOCKEY GHIACCIO
●
BOLZANO VA (m.l.) Il Bolzano nella
6a giornata del qualification round di
Ebel ha battuto 5-3 ieri in rimonta (da
1-3) al Palaonda (3000 spettatori) il
Klagenfurt. Ieri: Bolzano-Klagenfurt 53 (1-2, 2-1, 2-0). Reti: p.t. 14’38” Gander
(1-1); s.t. 18’12” Gander (2-3); 19’19”
Pance (3-3); t.t. 7’54” M. Insam (4-3),
19’59” De Simone (5-3). Classifiche.
Pick Round: Salisburgo 16; Linz 11;
Znojmo 8; Fehervar 6; Villach 5; Vienna
4. Qualification (prime due ai playoff):
Bolzano 14; Graz 11; Klagenfurt,
Dornbirn 9; Innsbruck 4; Lubiana 2.
HOCKEY IN LINE
●
A-1 (m.l.) Il 15° turno. Risultati: Cus
Verona-Vicenza 5-1; Padova-Asiago 5-5;
Milano24–Cittadella 5-4; P. TriesteRoma 9-2; Pol. Molinese-Monleale 1-3.
Classifica: Milano 40; Verona 33;
Cittadella 30; Vicenza 23; Padova 21;
Asiago* 20; Monleale 18; Molinese 15;
Trieste* 9; Roma 3. (* una in meno)
IPPICA
Up and Quick si stacca FORNI
«Ha detto sì»: Phelps
si sposa con Nicole
OGGI FOLLONICA QUINTE’ (ore 18.30,
inizio 14.55) In 15 sul miglio. Indichiamo
RUGBY
● PRO 12 Ieri, per il 15° turno del Pro 12,
Dragons-Connacht 25-30. Classifica:
Glasgow 52; Ulster, Munster 48;
Leinster 47; Ospreys 45; Connacht 37;
Scarlets 35; Edimburgo 33; Cardiff,
Dragons 11; Treviso 18; Zebre 10.
● VIADANA OK (i.m.)Viadana-Petrarca
22-10 (punti 4-0) nel recupero della 2a di
ritorno in Eccellenza. Class.: Calvisano
46; Mogliano 42; Rovigo 41; Viadana 30;
San Donà, Fiamme Oro 29; Petrarca 22;
Lazio 18; L’Aquila 5; Prato 0.
SPORT INVERNALI
●
SLITTINO Ad Altenberg (Ger),
vittoria e Coppa assicurata per Natalie
Geisenberger. Miglior azzurra Sandra
Robatscher, 11a. Donne: 1.Geisenberger
(Ger) 1’45”585 (1°+2°); 2. Huefner (Ger)
a 0”283 (4°+1°); 3. Eitberger (Ger) a
0”330 (2°+4°); 11. ROBATSCHER a 1”148
(11°+12°); 13. VOETTER a 1”270 (12°+13°).
Coppa (10/12): 1. Geisenberger 995; 2.
Eitberger 751; 14. Robatscher 260.
TUFFI
CAGNOTTO, PODI A ROSTOCK
Al GP di Rostock, due podi per Tania
Cagnotto: sabato dai 3 m individuale in
341.05 dietro la cinese Qu Lin (341.25) e
davanti alla canadese Jennifer Abel
(336.30); ieri 3 m sincro con Francesca
Dallapè in 284.340 punti, dietro le
cinesi Lin Qui-Wu Chunting (305.40) e
davanti allle canadesi Abel-Ware.
Boxe: nelle Wsb
l’Italia Thunder
domina il Venezuela
● (r.g.) A Porto Torres (Ss),
nella sesta giornata delle
Wsb, l’Italia batte il Venezuela
4-1, arrivando a 12 punti e
mantenendo il terzo posto nel
girone B. Debutto per il
leggero Cosenza, che ha
battuto Armas, e il welter
Morello, sconfitto da
Gonzales Mendes. Ottimo
l’indiano Bidhuri (52) vincitore
di Pino Silva. Mantengono
l’imbattibilità Manfredonia
(81) e Vianello (+91).
MONDIALI (r.g.) Nella Salle
des Etoiles di Montecarlo,
l’imbattuto kazako Gennady
Golovkin (32) mantiene le
cinture medi Wba, Ibo e
interim Wbc costringendo
l’inglese Murray (29-2-1) alla
resa all’11° round dopo
quattro atterramenti. Budler
(Saf, 29-1) respinge il
messicano Silvestre (30-5),
per i titoli Wba e Ibo paglia. A
Berlino il campione
supermedi Arthur Abraham
(Ger, 41-4) si conferma
mondiale supermedi Wbc
contro Smith (Usa, 35-5) p. 12.
44
AltriMondi R
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
cedes Bresso, Pd) e li ha distribuiti a un sacco di gente famosa (almeno a suo dire) e
generalmente «schierata dalla parte giusta» per la maggior gloria di un premio letterario che si chiamava Grinzane.
IL FATTO
DEL GIORNO
LA FUGA
DAL FISCO
1
Gino Paoli, 80 anni. Durante la sua carriera ha pubblicato 34 album. È stato eletto presidente Siae nel 2013
Quanti sono i famosi
che come Paoli portano
i milioni in Svizzera?
1Nelle banche elvetiche nascosti 220 miliardi. Con i nuovi accordi
più difficile evadere: il cantante, infatti, temeva di essere scoperto
di GIORGIO DELL’ARTI
[email protected]
C’è un’intercettazione telefonica in cui si sente Gino Paoli,
il famoso cantautore de Il cielo in una stanza e di Sapore
di sale, dire: «Non voglio che
si sappia che ho portato soldi
all’estero». Poi parla la moglie
(si chiama Paola Penzo): «Bisogna nascondere bene le carte in un posto sicuro». Paoli:
«Io sono un personaggio pubblico, non posso rischiare
questo. Ho un’immagine da
difendere. Non voglio che si
sappia che ho portato soldi al-
l’estero, li voglio riportare in
Italia». Qui si sente la voce del
commercialista, Andrea Vallebuona: «Vedremo di trovare un
modo». Questo commercialista
genovese è stato il guaio di Paoli, perché era consulente di
Banca Carige e per indagare
sulle porcherie di Banca Carige
(storia troppo lunga per raccontarla qui) la Finanza aveva
messo microspie in vari posti, e
tra questi anche lo studio di
Vallebuona. I finanzieri sono
andati a casa di Gino Paoli un
giorno che Gino Paoli era a Roma. Hanno trovato la moglie e
le hanno fatto sentire la registrazione. «Questa voce è la
NOTIZIE TASCABILI
IL CORTEO SALUTA L’ANNO DELLA CAPRA
sua?». Non conosciamo la risposta, ma possiamo immaginarla. In casa c’era poco o niente, ma sono state perquisite le
tre società di Paoli (Edizioni
Musicali Senza Fine, La Grande
Lontra, Sansa) e lì sarebbero
saltati fuori documenti interessanti. Il punto più delicato della vicenda è che ci sarebbero
soldi in nero pagati a Gino Paoli dagli organizzatori delle Feste dell’Unità. Questa parola «nero» - è saltata fuori anche
dalla testimonianza in tribunale di Giuliano Soria, l’uomo
che ha saccheggiato con la complicità dei politici i soldi della
Regione Piemonte (epoca Mer-
Di quanti soldi stiamo
parlando, nel caso di Paoli?
Due milioni di euro almeno.
Aldo Grasso, ieri sul Corriere, ha disegnato il profilo del
cantante prima della macchia: «Paoli l’esistenzialista
di Pegli, Paoli il probo, Paoli
l’ex deputato del Pci, Paoli il
presidente della Siae (da cui
si è autosospeso), Paoli che
ha preso a male parole gli occupanti del Teatro Valle perché non pagavano i diritti
d’autore e non versavano le
marchette all’Enpals, Paoli
che ha sempre vissuto dalla
parte giusta della storia».
Beppe Grillo, genovese come lui, lo ha difeso: «A questo gioco al massacro di una
persona di 80 anni mai inquisito per alcunché io non
ci sto». Difesa strana, e infatti i grillini lo hanno costretto
a rimuovere il post. Altra
stranezza è perché la presunta evasione di Gino Paoli
faccia tanta sensazione e
quella presunta di Gianna
Nannini, altrettanto odiosa
eventualmente, invece no.
L’hanno pure invitata alla serata finale del Festival di
Sanremo. Sarà che i discografici della Nannini sono
più potenti dei discografici
di Paoli.
2
Come mai Gino Paoli
aveva così timore di essere scoperto?
LA CHIAVE
Oggi il ministro Padoan
e quello di Berna firmano
un’intesa che renderà
automatici i controlli
Il caso dell’artista
genovese ha suscitato
clamore, ma è solo
l’ultimo di una lunga lista
Ottima domanda, che ci introduce al vero fatto del
giorno: oggi a Milano il nostro ministro dell’Economia,
Giancarlo Padoan, e il ministro dell’Economia svizzero,
signora Eveline WidmerSchlumpf, firmano un accordo fiscale che renderà fluide
e da un certo momento in
poi addirittura automatiche
le informazioni sugli italiani
che hanno il conto in Svizzera. Della cosa si parla da tre
anni, Gino Paoli lo sapeva, e
perciò sapeva che il suo nome sarebbe saltato fuori. Di
qui le preoccupazioni registrate dalle microspie.
3
In che consiste questo
accordo tra Italia e
Svizzera?
Le novità davvero importanti sono due. Prima, per sapere qualcosa sui conti di qualche nostro compatriota, bisognava che ci fosse un’ipotesi di reato sottostante.
Allora la magistratura italiana faceva una rogatoria e al
termine di una procedura
che poteva durare mesi o addirittura anni se i difensori
erano bravi, si arrivava a capo di qualcosa. Adesso, senza rogatorie e senza magistrati, l’Agenzia delle Entrate
potrà chiedere direttamente
agli svizzeri informazioni su
tutti i nostri contribuenti. A
partire dal 2017 lo scambio
dei dati sarà addirittura automatico, senza bisogno di
richieste.
4
Seconda novità?
La Svizzera uscirà dalla blacklist dei paradisi
fiscali. Questo permetterà
alle loro banche e alle loro
imprese di avere accesso al
mercato italiano.
5
Quanti soldi italiani ci
sono in Svizzera?
Secondo uno studio di
Kpmg, società specializzata
nella revisione e organizzazione contabile, 220 miliardi. La sensazione è che questa cifra, diventando trasparente, non diminuirà, perché
le banche svizzere, nella percezione generale, sono comunque un’altra cosa. Nel
2014, nonostante si sapesse
bene quello che stava per
succedere, le società anonime sulla piazza di Lugano
sono comunque cresciute
del 10%.
ATTACCHI A LANDINI
Renzi annuncia
«Il 5 per mille
alla scuola
E cambio la Rai»
Matteo Renzi, 40, ieri su Rai 3 ANSA
G
li scatti di merito «sono
giusti», alcuni insegnanti
«non sono degni del loro
compito», le classi-pollaio «sono
inaccettabili», i ragazzi del Nord
e del Sud «hanno lo stesso diritto
di stare in scuole sicure». Ieri all’iniziativa del Pd «La scuola che
cambia, cambia l’Italia» Renzi ha
confermato che in questa settimana sarà presentato un doppio
atto normativo (decreto legge e
ddl delega) sulla scuola. E ha annunciato che in cantiere c’è l’idea
di consentire che il 5 per mille
possa essere destinato anche alla
cultura e alla scuola. Qualcosa di
più sul «progetto scuola», in dirittura d’arrivo, ha detto il ministro
Giannini: «Cardine importante è
un piano di assunzioni straordinario e la previsione di tornare
ad assumere solo con concorso
pubblico» con la sparizione delle
graduatorie. Non solo scuola,
l’incontro è servito a Renzi anche
per parlare di Rai: « È da cambiare se serve anche con decreto,
perché non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri». L’obiettivo è rimettere
«in moto, in piedi» il Paese: «Siamo alla prima parte del primo
tempo. È passato un anno. Ne
mancano ancora tre. Ascoltare
tutti non vuol dire non fare più
niente, sennò è paralisi, palude»,
ha detto. A Landini ha riservato
parole più dure dopo, a In Mezz’Ora su Rai 3. Il segretario della
Fiom aveva dichiarato al Fatto
che il sindacato deve «aprirsi a
una rappresentanza anche politica», ed ecco la dura risposta:
«Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato
abbandona Landini. La sconfitta
sindacale lo pone nel bisogno di
cambiare pagina».
SOLUZIONE AL DEBITO
STANNO BENE I 14 EGIZIANI DELL’EQUIPAGGIO
La Grecia invia
a Bruxelles
la bozza del piano
Un peschereccio incagliato sugli scogli
Salvataggio spettacolare a Lampedusa
● Brutta avventura ieri mattina per un peschereccio egiziano, che
si è incagliato sugli scogli di Lampedusa. L’elica dell’imbarcazione
si è impigliata in una rete, rendendola ingovernabile. Il mare in
tempesta ha poi trascinato il peschereccio verso la riva, facendolo
incagliare tra le rocce. Spettacolari i soccorsi, resi difficilissimi
dal forte vento e dalle condizioni meteo. Ma per fortuna tutti i 14
membri dell’equipaggio sono stati portati in salvo. Nelle immagini
trasmesse dalle televisioni si vedono i vigili del fuoco in acqua,
aggrappati a una fune di sicurezza, mentre i marinai del peschereccio, uno ad uno, dopo aver indossato i giubbotti di salvataggio, si
tuffano in acqua e vengono riportati a riva. I componenti dell’equipaggio sono stati portati nell’ospedale locale per accertamenti.
● Ieri la Grecia ha inviato a Ue,
Fmi e Bce una prima bozza di tre
pagine, in attesa di un riscontro
dei tecnici europei per la lista
definitiva attesa entro stasera
dalla ex Troika. Tra i punti chiave
lotta all’evasione fiscale,
misure anti-corruzione
e anti-contrabbando e pubblica
amministrazione più efficiente.
Il peschereccio nelle immagini tv
IL DONO AI FEDELI
OGGI ANCORA PIOGGIA
TRAGEDIA A CAMAIORE
Un fiume colorato a Milano
per il capodanno cinese
Il libretto del Papa Maltempo al Sud
fatto distribuire
Frane e voragini
da 100 senzatetto per i nubifragi
Uccide la madre
e si spara: erano
rimasti senza casa
● Anche Milano ha festeggiato il suo il capodanno cinese: ieri in tanti
sono arrivati ad ammirare il corteo del dragone che ha sfilato nelle
vie del quartiere Chinatown. Così il passaggio dall’anno del Cavallo a
quello della Capra (considerato propizio per la calma, dolcezza e
onestà dell’animale che lo ispira) è stato salutato dal coloratissimo
spettacolo, scandito dai tamburi e dalle tipiche e suggestive danze del
drago e del leone. I festeggiamenti per il capodanno nel continente
asiatico sono iniziati giovedì e dureranno 40 giorni. E i numeri sono
spaventosi: durante le festività per il nuovo anno lunare solo in Cina
sono previsti 2,8 miliardi di viaggi, mentre milioni di emigrati
celebreranno l’evento in tutto il mondo.
● Dopo aver messo loro a disposizione servizi con docce e
barberia sotto al colonnato del
Bernini, il Papa ha affidato un
compito ai senzatetto che
stazionano attorno al Vaticano.
Ieri 100 clochard hanno distribuito ai fedeli l’opuscolo per la
Quaresima «Custodire il cuore»,
donato dal Pontefice in 50 mila
copie con letture sulla fede.
I festeggiamenti per il capodanno cinese ieri nelle vie di Milano LAPRESSE
● La pioggia sta mettendo in
ginocchio il Sud dell’Italia. A
Napoli 380 persone sono state
sgomberate dopo l’allargamento
di una voragine che si era aperta
nei giorni scorsi. A Palermo gravi
i danni sulle linee ferroviarie
e 40 persone evacuate. Danni
importanti anche nel Barese. Una
frana a Castellammare di Stabia
(Napoli) ha isolato venticinque
La voragine nel Napoletano ANSA
nuclei familiari, una comunità di
recupero per tossicodipendenti e
una piccola attività artigiana ed è
esondato il fiume Sarno. E oggi
la situazione non migliora: la
Protezione Civile ha emesso
una nuova allerta meteo.
● Atroce omicidio-suicidio ieri a
Camaiore, in Versilia. Il 50enne
Andrea Bresciani, portiere di
notte d’estate in un hotel, ha
ucciso la madre Maria Palmerini,
77 anni, con un colpo di fucile,
quindi si è sparato. I due
avrebbero dovuto lasciare la
casa in cui vivevano venerdì: era
stata venduta all’asta e oggi
sarebbero arrivati i traslocatori.
AltriMondi R
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
Isis, ostaggi
come bestie
Italia pronta
a intervenire
45
SUL GRAN SAN BERNARDO
Valanga assassina
Tutte milanesi
le quattro vittime
1Nuovo video shock degli jihadisti
Salvini contro Renzi: «Sei complice»
RBlitz turco in Siria
Elisabetta Esposito
per evacuare
38 soldati
dal mausoleo
di Suleyman Shah
M
entre in Libia e in Siria
si continua a combattere (e morire), l’Isis diventa in Italia l’ennesima occasione di scontro politico. Ieri
Renzi ha dichiarato: «La minaccia terroristica non arriva con i
barconi, ma li sfrutta per far denaro. L’Isis in Libia non è così
potente come vuole farci credere, noi siamo in grado di intervenire: lì siamo i numeri uno,
conosciamo tutto. Possiamo essere leader oggi sul fronte diplomatico e un domani su quello del peacekeeping. Non siamo
sotto attacco, ma non possiamo
sottovalutare niente». E sugli
sbarchi: «Cinquecentomila immigrati in arrivo? No, interverremo prima». Pesantissima la
risposta di Matteo Salvini:
«Renzi ammette che i terroristi
sfruttano i barconi e lui questi
barconi continua ad accoglierli!!! A casa mia uno che si comporta così si chiama complice».
Un’immagine del video con 16 Peshmerga curdi e 5 iracheni in gabbia ANSA
Due delle vittime della valanga: Francesca Clerici e Gianluca Spina
E Federico Cafiero de Raho,
procuratore di Reggio Calabria,
lancia un altro allarme: «È ipotizzabile che se l’Isis vorrà infiltrarsi in Italia, possa trovare appoggi logistici dalla ‘ndrangheta in cambio di armi e droga».
È
NUOVO VIDEO Ieri lo Stato Islamico, nella sua missione di propaganda e terrore, ha postato
un video in cui si vedono sedici
Peshmerga curdi e cinque iracheni rinchiusi in gabbia come
bestie e fatti sfilare nelle strade
di Kirkuk, in Iraq. Nove minuti
di filmato in cui i jihadist minacciano di decapitare gli ostaggi.
Situazione incandescente anche in Libia. L’Isis ha rivendica-
to l’attacco contro la residenza
dell’ambasciatore iraniano a
Tripoli (nessuna vittima) e
l’esercito ha comunicato di aver
ucciso a Bengasi 25 jihadisti.
BLITZ IN SIRIA In Siria, dove
sventolano sempre più bandiere nere, la Turchia senza attendere il via libera degli alleati ha
portato a termine con 60 veicoli, 39 carrarmati e droni (ma
perdendo un uomo) un blitz per
evacuare i suoi soldati, sembra
38, dalla tomba di Suleyman
Shah che aveva promesso di
proteggere. Damasco ha definito la cosa «una flagrante aggressione».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
salito a quattro il bilancio delle vittime e si
sanno pure i nomi. Sono gli sciatori italiani uccisi
da una valanga caduta sabato sul versante svizzero del
Gran San Bernardo: il pezzo
di neve si è staccato in località La Combe des Morts,
2.300 metri di altitudine.
Tre sono morti quasi subito,
il quarto della comitiva non
ce l’ha fatta di notte e una
quinta persona è uscita dalla
slavina solo con qualche
escoriazione. Le vittime sono tutte milanesi, tutti professionisti, tra i 50 e i 52 anni, accumunati dalla passione per la montagna, e cono-
sciuti nel mondo accademico e
scientifico. Uno è Gianluca Spina, il presidente del Mip, la
School of Management del Politecnico di Milano. Classe 1964,
ingegnere elettronico, era in carica dal 2011 e sotto la sua guida la scuola è entrata nella classifica del Financial Times tra le
più prestigiose del mondo. L’altra vittima si chiamava Francesca Clerici, 51, ed era una neurologa dell’ospedale Sacco: era
stata relatrice in convegni sul
morbo di Alzheimer. Le altre
due vittime sono i coniugi Valeria Bassi, insegnante di matematica al liceo Parini, e Paolo
Giovanni Agugini, commercialista: lasciano quattro figli.
CAMORRA E AFFARI
Morto Schiavone, boss della Terra dei Fuochi
1L’ex capo dei Casalesi colpito da infarto a 72 anni
Il suo pentimento dal 1993 ha disarticolato il clan
e svelato il dramma dei rifiuti tossici nel Casertano
C
i ha raccontato che avevano tutto. Che tutto potevano: «Il nostro era un
clan di Stato, noi facevamo i
sindaci in tutti e 106 i comuni
della provincia di Caserta». Non
era un pentito qualunque, Carmine Schiavone, il boss che a
lungo ha tenuto le chiavi dei Casalesi, morto ieri d’infarto a 72
anni nella sua casa nell’alto Lazio. Nel cuore di Gomorra è stato il primo a svelare i traffici del
Carmine Schiavone, aveva 72 anni
più potente e spietato clan di camorra. E a dirci come e quando
un pezzo d’Italia è diventata
un’immensa discarica tossica.
DISCARICA È il pentito della
Terra dei Fuochi, quello che ha
aperto lo squarcio su omicidi,
guerre tra cosche, collegamenti
con la politica, infiltrazioni nell’economia e, soprattutto, traffico di rifiuti. Centinaia di verbali dal maggio ‘93 che hanno
portato, due anni dopo, al maxi
blitz contro i Casalesi e ai primi
storici 136 arresti. Le sue dichiarazioni al processo furono
la base per una grandinata di
ergastoli, tra cui quelli per suo
OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI
21/4 - 20/5
TORO
21/5 - 21/6
GEMELLI
22/6 - 22/7
CANCRO
23/7 - 23/8
LEONE
24/8 - 22/9
VERGINE
7
8
6,5
7
7
7,5
La Luna vi fa
seminare nei modi
giusti. E il vostro
fiuto è invidiato
pure dai cani
da tartufo: quante
imprese mirabili!
Fornicazione
golosa, letterally.
La stanchezza
avanza. Ma nuovi
input vivacizzano
proficuamente
lavoro e vita.
Il sudombelico
si dedica a scambi
vivaci con altri
sudombelichi.
I fatti si incastrano
nel modo giusto,
voi ricavate
soddisfazione da
tutto ciò che fate.
Amarezze amorose
non mancano,
ma la fornicazione
consola.
L’umore è proprio
da lunedì, ma tutto
può rinnovarsi
e appagarvi: questo
dicono le tante
stelle positive.
Che portano
fortunissime. E
magnificenze suine.
Certe asprezze
cessano.
E voi stemperate
la sfigoacidità
caratteriale,
recuperando vigore
e voglia di fare.
Anche sul piano
fornicatorio. Uau.
23/9 - 22/10
BILANCIA
23/10 - 22/11
SCORPIONE
23/11 - 21/12
SAGITTARIO
22/12 - 20/1
CAPRICORNO
21/1 - 19/2
ACQUARIO
20/2 - 20/3
PESCI
5,5
5,5
7
6+
7+
7+
Certe spese sono
inevitabili: proprio
per questo vi fanno
girare furiosally
gli zebedei. Anche
l’accordo con
gli altri è difficile.
Sudombelico
ostacolato.
Gli altri esistono.
E oggi vi passano
simpaticamente
il pelapatate
sugli zebedei con
le loro pretese.
Non permetteteglielo. E state su.
Lavoro sottotono.
Nulla potranno
la Luna
e il suo i possibile
malumore, sulle
altre stelle che vi
fanno recuperare,
vincere, decollare.
E che sudombelico
irrefrenabile!
Energie poche,
paranoie tante.
E anche se la Luna
vi dà risorse
emotive adeguate,
casa, lavoro,
amore vi liofilizzano
gli zebedei. Si
fornichicchia, però.
Lavoro e soldi
recuperano.
Non avete più
manco il senso
dell’umorismo dello
yak, come nei giorni
scorsi. E più che
ormoni, possedete
or-monelli: enjoy!
Tutto si movimenta,
nel lavoro
e nel vostro
privato. Così
siete (più) felici
e contenti. Viaggi
e colloqui riescono,
il sudombelico
vi tenta, ma stenta.
IL «PICCOLO» PIANGE RONCONI
● Commozione ieri al Piccolo Teatro di Milano per la scomparsa di Luca Ronconi (nella foto Fotogramma). Prima di mettere
in scena «Lehman Trilogy», l’ultimo spettacolo del regista
morto sabato, gli attori della compagnia, a partire da Massimo
Popolizio, Fabrizio Gifuni e Massimo Francovich, hanno reso
omaggio al maestro. Non ci sarà camera ardente, il funerale
in forma privata domani a Civitella Benazzone (Perugia).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
CONSIGLI
21/3 - 20/4
ARIETE
I tanti astri nel
segno assicurano
la partenza
e la finalizzazione
utile di più progetti.
Siete pure meno
rottweiler
e più suini. Oltre
che strafighi.
cugino Francesco Sandokan
Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria. La cupola di Gomorra. E poi le parole
sull’immondizia, quelle che mai
scorderemo: nel 1997 Schiavone depose alla commissione
d’inchiesta sui rifiuti e quel verbale è stato desecretato nel
2013, lo stesso anno in cui uscì
dal programma di protezione.
«Sostanze tossiche come fanghi
industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, anche rifiuti radioattivi», elencava. Ecco
cosa era «un buon business»,
cosa c’è sotto la terra dei fuochi.
cont.
LO SHOW
«MOLTO BENE»
AI FORNELLI!
APRE LA CUCINA
DI BENEDETTA
Benedetta Parodi riapre
le porte della sua cucina:
oggi, alle 18.40 su Real
Time (31 del digitale) inizia
la seconda stagione
di «Molto Bene». Da lunedì
al venerdì, l’appuntamento
di quest’anno è sempre
appetitoso, ma con una
novità: si useranno alcuni
aggettivi per etichettare
le varie ricette («Molto
etnica», «Molto economica»,
«Molto light», «Molto veg»
oppure «Molto sfiziosa»)
DA VEDERE OGGI
SU REAL TIME ALLE 18.40
LO SPORT IN TV
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LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT
GAZZA EXPO
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1 Mancano 67 giorni al via di Expo 2015, l’Esposizione Universale dal tema
«Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» che Milano ospiterà dal primo maggio
al 31 ottobre prossimi. In Piazza Castello il gate e l’infopoint dell’evento
Vanessa Ferrari ai
Mondiali di Aarhus
2006 quando
vinse l’oro
all around.
A destra l’oro
europeo
al corpo
libero
L'IDENTIKIT
VANESSA FERRARI
ETÀ: 24 ANNI
ALLENATORE: ENRICO CASELLA
SOCIETÀ: ESERCITO ITALIANO
Vanessa Ferrari è nata a Orzinuovi (Bs) il 10
novembre 1990. In carriera ha conquistato l’oro
iridato all around 2006 e il titolo europeo sui
quattro attrezzi nel 2007. Quarta nel corpo libero
ai Giochi di Londra 2012, è argento di specialità
ad Anversa 2013 e oro europeo a Sofia 2014.
AFP
Il pranzo di Vanessa
«Rotolando
non vai a Rio
Mangiando
bene, sì»
1La Ferrari e il cibo: «Non ho
digerito il 4° posto di Londra, per
riscattarlo devo fare dei sacrifici,
ma non è una vita di stenti...»
Federica Cocchi
P
er una ginnasta, il cibo, è più spesso una
privazione che una delizia. Mantenere il
peso, per mantenere la capacità di disegnare meraviglie in volo è fondamentale. Vanessa Ferrari a 24 anni ci è arrivata anche attraverso
momenti di amore e odio col cibo. Ha anche attraversato un periodo difficile legato ad alcuni
disturbi alimentari dopo l’Olimpiade fallita a Pechino 2008. La campionessa mondiale del concorso generale, prima azzurra a riuscire nell’impresa ad Aarhus 2006, è di una longevità notevole per una ginnasta. Merito di una gestione molto attenta da parte di Enrico Casella, il tecnico
che l’ha scoperta quando era ancora una bambina e che l’ha portata ai vertici mondiali. «Una
ginnasta deve fare attenzione al cibo, ma non deve fare la fame — ha sempre detto Casella —,
anche perché altrimenti dove trova la forza per
eseguire esercizi acrobatici così complessi? Se
manca la forza e la lucidità farsi male è un attimo». Vanessa continua a vincere, la sua specialità è il corpo libero dove ha conquistato di recente
l’oro europeo a Sofia, in Bulgaria. L’azzurra dell’Esercito si sta preparando ai prossimi Europei
di Montpellier, e ai Mondiali di Glasgow a settembre, dove l’Italia cercherà di qualificarsi ai
Giochi di Rio 2016. Se ci arrivasse, per la Ferrari
si tratterebbe della terza partecipazione olimpica, un grande risultato per una ginnasta. L’azzurra è tra gli Ambassador sportivi di Expo 2015.
Vanessa, il 2015 è un anno importante:
l’Expo, i Mondiali qualificanti per Rio.
«Beh sono cose diverse. L’Expo è
una grande occasione per Milano
e per l’Italia. Speriamo che sia un
passo avanti verso l’uscita dalla crisi e
mi auguro che Milano e la Lombardia
possano avere in eredità da questo grande
evento anche strutture sportive, spazi dove fare movimento all’aria aperta, ma anche spazi
dove i ragazzi possano fare ginnastica».
Il tema ovviamente è il cibo: il suo corpo è anche lo
strumento tecnico del suo lavoro. Che rapporto
ha col cibo?
«Abbastanza buono, ovviamente non posso cedere a tutte le tentazioni, altrimenti invece che
saltare rotolerei...».
La colazione si dice sia il pasto più importante della giornata. Lei la fa prima di andare all’allenamento?
«Certo, sempre. Di solito mangio cereali integrali con yogurt e frutta e aggiungo a volte anche un
caffèlatte».
E nel resto della giornata? La pasta è proibita?
«Bandita no, ma a pranzo generalmente alterno
orzo, farro oppure riso con legumi e una buona
porzione di verdura».
Mangia fuori pasto?
«Durante la settimana no. O meglio, mangio
quello che è consentito: frutta e un caffè. Oppure una barretta ai cereali. Meglio evitare pasticci,
anche se la tentazione a volte...».
E a cena si toglie qualche sfizio?
«Sotto gara o nei periodi di allenamento, no. Mi
limito a una porzione di carne o pesce con verdura e un pezzetto di pane o crackers. I fine settimana posso mangiare quello che voglio, ma nel-
L’ESPOSIZIONE
UNIVERSALE È UNA
CHANCE PER L’ITALIA:
CI AIUTERÀ AD
USCIRE DALLA CRISI,
VANESSA FERRARI
GINNASTA
la qualità non nella quantità, altrimenti mando all’aria tutto».
Lei è comunque una ragazza giovane. A 24 anni
sarà facile che esca in compagnia, quando va al
ristorante quali gusti predilige?
«Abbastanza tradizionali, non sono molto
amante del cibo etnico o molto speziato. Sarà
anche perché viaggiando per il mondo con le
gare, di cibo dai gusti diversi ne assaggio a
sufficienza...».
Le piace cucinare?
«Non particolarmente. Anzi... no. Mi limito a
preparare quello che mi serve per la sopravvivenza. Per il resto meglio il ristorante».
Qual è il suo piatto preferito?
«Non ho un piatto preferito, mi piacciono tutte le cose buone... Se proprio devo dirne uno
scelgo la pizza».
Ultimamente si parla molto di prodotti da agricoltura biologica, è una consumatrice bio?
«Ammetto di non farci molto caso.
Mangio frutta e verdura in abbondanza ma non vado a cercare in particolare quella bio».
Da ragazzina raccontava che quando
era molto contenta o aveva raggiunto
un obiettivo importante si premiava
con un pezzetto di cioccolata. Lo fa ancora?
«Qualche volta, ma devo stare attenta a non esagerare. A Londra
2012, all’Olimpiade, sono rimasta delusissima dal quarto
posto nonostante avessi lo stesso punteggio della Mustafina
che ha vinto il bronzo. Devo rifarmi a Rio nel 2016, e per questo devo fare sacrifici».
Le pesa non potersi permettere
tutto quel che vuole?
«Ma in realtà non è che faccio una
vita di stenti, semplicemente cerco il
più possibile di avere un’alimentazione corretta e sana, ma quando esco un
cocktail o un bicchiere di vino non me lo
nego». Il prossimo per festeggiare qualche successo importante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STORIA - 4 CONTINUA
Foody, Albanese e Forest: quanti vip per Expo
1La mascotte di Disney e un parterre di creativi, artisti ed esperti in campo perché la kermesse milanese sia un grande successo
Serena Gentile
C
ome tutti gli eventi che
si rispettino, anche
Expo Milano 2015 ha
una mascotte. Si chiama Foody ed è stata disegnata da
Disney Italia. È una sorte di
Arcimboldo composto da 11
personaggi che poi sono 11
frutti e ognuno ha una storia
da raccontare: Manghy il
Mango, Piera la Pera, Josephine la Banana, Max Mais il
Mais blu, i Rap Brothers i Rapanelli, Pomina la Mela, Rodolfo il Fico, Arabella l’Aran-
cia, Chicca il Melograno e Guagliò l’Aglio. Tantissimi sono i
nomi famosi che lavorando da
tempo ormai, ognuno nel suo
campo, alla buona riuscita dell’Esposizione Universale che la
città della moda e del design
ospiterà dal 1° maggio prossimo, per sei mesi. Eccone qualcuno: Ermanno Olmi, il regista
dell’Albero degli Zoccoli, firmerà un film-documentario (La
goccia) sull’importanza della
natura e dell’acqua per preservare la vita. Dante Ferretti, lo
scenografo 3 volte premio
Oscar, ha realizzato 7 statue («Il
Popolo del Cibo») che interpre-
tano il tema di «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» e alcune
di queste sono state esposte al
MoMA di New York. Antonio
Albanese ha prestato la voce allo spot audiovisivo ufficiale di
Expo, Andrea Bocelli canta invece la canzone dedicata a Expo
«La Forza del Sorriso». Il celebre architetto Daniel Libeskind
disegnerà il padiglione di China
Vanke Ltd., il colosso immobiliare cinese primo Corporate
Participant di Expo Milano
2015. Uno spazio espositivo di
circa 959 metri quadrati. Norman Foster e il suo team firmerà invece quello degli Emirati
Arabi Uniti: 4.300 metri quadrati. A fine Expo gli arabi se
lo smonteranno e ricostruiranno nel loro Paese. Alla
voce padiglioni, non mancano le stravaganze: il Giappone ha fatto arrivare il legno
(larice) direttamente da casa (a Genova i primi container). Il padiglione del Nepal
è intagliato a mano da una
squadra di artigiani che lavora da mesi ormai. Le torri
della Svizzera saranno riciclate nella Confederazione
in serre urbane. In linea con
l’Expo.
L’attore Antonio Albanese, 50 anni, è la voce dello spot Expo OMNIMILANO
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