www.gazzetta.it lunedì 23 febbraio 2015 anno 119 - numero 45 euro 1,40 EUROJUVE A FORZA +9 Allungo scudetto con vista Borussia Domani la sfida Champions: i numeri sono favorevoli ai bianconeri Papastathopoulos: «Pirlo e Pogba grandi, però noi abbiamo carattere» GRAZIANO, LAUDISA ALLE PAGINE 10-11 L’ANALISI di Luigi Garlando 23 PRONTO IL PICNIC ALL’OLIMPICO Più che preparare la partita di lunedì prossimo, Massimiliano Allegri preparerà il cestino del picnic. Con la Roma a -9, la preventivata resa dei conti dell’Olimpico si è trasformata in una piacevole scampagnata... L'ARTICOLO A PAGINA 23 17 ZOLA-MANCINI COSE DA PREMIER IN CAGLIARI-INTER Nerazzurri, senza Handanovic, per il tris di fila. Napoli col Sassuolo sognando il 2° posto Carlos Tevez, 31 anni. Servono i suoi gol per l’Europa A VERONA 6° PARI IN 7 GARE Roma, un’altra X sulla rimonta Ma Totti non molla Sabatini chiude: «Il titolo non è per noi» Il capitano segna e avvisa: «Aspettiamo lunedì». Quando nella capitale arriva la Juve BIANCHI, BOCCI, CATAPANO, CECCHINI, PUGLIESE PAG. 8-9 32 INZAGHI SI SALVA MILAN 3 PUNTI... DI SUTURA Pippo ricuce il rapporto con Berlusconi con il 2-0 sul Cesena: «Forse è troppo bravo con me». Bonaventura segna e ispira, Pazzini raddoppia su rigore. Ma restano i problemi a centrocampo OLIVERO, PASOTTO, PIERELLI, VERNAZZA ALLE PAGINE 2-3-5-6 GUASTO O MALORE: ALONSO FUORI PISTA E SVIENE TRE VOLTE I soccorsi dopo l’incidente di Alonso con la McLaren IANIERI, PERNA ALLE PAGINE 32-33 36 BASKET: SASSARI FA IL BIS IN COPPA LEZIONE A MILANO Zola e Mancini hanno allenato in Inghilterra BREGA, MALFITANO, G. MONTI ALLE PAGINE 17-19 9 771120 506000 50 2 2 3> CANDREVA GOL E FESTA DA K.O. LA LAZIO È 4a Pioli supera il Palermo 2-1 (Dybala colpisce ancora) Fiorentina: segna Salah ma il Toro agguanta l’1-1 CALAMAI, CIERI, CITO, LONGHI, SARDELLI ALLE PAGINE 12-15 Sacchetti, tecnico di Sassari, alza la coppa Italia CHIABOTTI, ORIANI, ZAPELLONI ALLE PAGINE 36-37 Candreva dolorante dopo l’esultanza Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano 12 39 TENNIS A RIO Fognini, che peccato prima batte Nadal poi perde con Ferrer Trionfa la Errani Bonaventura esulta con Destro: il Milan di Inzaghi riesce così a tornare alla vittoria e scaccia gli incubi RISULTATI & CLASSIFICA 24a GIORNATA 20 EMPOLI-CHIEVO FIORENTINA-TORINO JUVENTUS-ATALANTA LAZIO-PALERMO MILAN-CESENA VERONA-ROMA PARMA-UDINESE (RINV.) OGGI NAPOLI-SASSUOLO (1-0) ORE 19 CAGLIARI-INTER (4-1) ORE 21 DOMANI SAMPDORIA-GENOA (1-0) ORE 18.30 3-0 1-1 2-1 2-1 2-0 1-1 INTER* SASSUOLO* UDINESE* EMPOLI VERONA CHIEVO ATALANTA CAGLIARI* CESENA PARMA* (-1) 32 29 28 27 25 24 23 20 16 10 JUVENTUS ROMA NAPOLI* LAZIO FIORENTINA GENOA* SAMPDORIA* MILAN TORINO PALERMO 57 48 42 40 39 35 35 33 33 33 *Una partita in meno UNA CITTÀ IN CRISI DA NON PERDERE Nella Parma sparita 1 Italia, pista d’argento in campo la protesta Viviani e Bertazzo americana da applausi «Chiuso per rapina» SALVINI, SCHIANCHI A PAGINA 20 w IL ROMPIPALLONE di GENE GNOCCHI Inzaghi: «Berlusconi mi telefona anche alle 7 del mattino. Mentre sono indaffarato nel privè» MARABINI A PAGINA 35 2 Noeckler e Pellegrino nello sprint dei giganti fondo azzurro di bronzo ARCOBELLI A PAGINA 41 3 Ancelotti 100 volte Real spinto da Ronaldo vola a più 4 sul Barça DE CALÒ E RICCI ALLE PAGINE 23-24 CRIVELLI, MARTUCCI A PAGINA 39 2 Serie A R 24a giornata 22’ P.T. Giacomo Bonaventura, 25 anni, segna il gol dell’1-0 Nel secondo tempo ha preso anche un palo IPP Milan, un goccio di Jack per sorridere di nuovo 1Bonaventura ispira, segna e s’intende con Menez: con la coppia-fantasia Inzaghi abbatte il Cesena e torna a sinistra in classifica. Di Pazzini il 2-0, ma in mediana gli equivoci restano Sebastiano Vernazza MILANO @GazzaVernazza A lleluja, il Milan spezza le reni al Cesena, sempre più penultimo, e riguadagna la colonna di sinistra della classifica. In tempi di magra non si butta via nulla, neppure una faticosa vittoria contro una squadra virtualmente retrocessa. Se fossimo in Inzaghi non esulteremmo più di tanto, perché la partita di ieri, tra le righe, ha detto che questo Milan non è così scarso come lo dipingono, possiede giocatori di qualità che se messi in condizione di essere se stessi, possono creare superiorità numerica negli ultimi trenta metri. Ragion per cui si potrebbe fare meglio. TECNICA Il Milan ha vinto grazie alla superiorità tecnica espressa dal tandem Menez-Bonaventura. I due hanno dialogato come meglio non avrebbero potuto, si sono trovati e cercati, ed è su quest’asse che la squadra rossonera ha costruito il successo. Unica variante ai virtuosismi della coppia di fantasisti, la preponderanza di Antonelli sulla fascia sinistra. Tre giocatori possono bastare per indirizzare una gara, se l’avversario è di basso livello. Inzaghi ha puntato sul semplice, Bonaventura trequartista dietro Menez e Destro. Il francese però ha interpre- re più alibi, l’ex romanista è giovane e bravo. Eppure tato il ruolo alla sua maniera, faceva quel che gli ieri pomeriggio, nei 63 minuti in cui è stato in campareva, andava dove lo portava l’istinto, tanto che a po, Mattia ha toccato la miseria di 11 palloni. Contro un certo punto, data la nullità di Destro, quello mila- l’Empoli ne aveva agganciati 23, che sono pochi lo stesso, ma uno lo aveva trasformanista sembrava un attacco 2-0, to in gol. Ieri si è fatto notare per Jack più Menez, col centravanti codue cose: il fuorigioco attivo sul time spettatore non pagante. Non a ro di Bonaventura, offside che ha caso il primo gol è nato da un apportato all’annullamento della rete poggio di Menez a Bonaventura, di Poli, e uno spiovente in curva bravo quest’ultimo a liberare un nella ripresa. Bonaventura e Medestro potente e angolato dal liminez se la cantavano e se la suonate. A centrocampo i soliti equivoci: vano, e ignoravano la prima punta De Jong regista distruttivo, ma non davanti a loro. Destro ci ha messo propositivo; Montolivo defilato a del suo - una discreta apatia di fonsinistra con mansioni molto di lot«UNA VOLTA PER do, non è che si impegnasse al limita e poco di governo; Poli mediano VENIRE A S. SIRO te di se stesso -, ma era tagliato fuoinfermiere, pronto a soccorrere C’ERA CODA, ORA NO ri dal gioco, la squadra non lo assichiunque fosse in difficoltà. SPERO CHE I TIFOSI steva. Roba da scomodare la psicaMISTERI È curioso che Pippo InABBIANO PAZIENZA» nalisi: possibile che Inzaghi, zaghi, uno dei più grandi centramaestro del ruolo, non riesca a rivanti della storia del calcio italia- RUUD GULLIT cavare il meglio dai centravanti no, da allenatore continui ad avere IERI ALLO STADIO che la società gli ha fin qui conseil problema del numero nove. Prignato? Con Pazzini al posto di Dema dell’arrivo di Destro, quella del falso nueve Me- stro la situazione è migliorata. Il «Pazzo» ha rabbia nez era una scelta, nonostante in panchina languis- in corpo da scaricare, si è dannato nel pressing alto sero Torres, poi ceduto all’Atletico Madrid, e lo sta- e nei corpo a corpo coi centrali difensivi del Cesena, gionato Pazzini. Con Destro non ci dovrebbero esse- ha trasformato il rigore della sicurezza. E allora c’è da chiedersi perché Inzaghi non gli dia una possibilità dall’inizio. Misteri. Se potesse, forse SuperPippo schiererebbe se stesso. CONCLUSIONI Al di là dei quattro punti raggranellati, il Milan non esce bene dal doppio impegno interno contro le provinciali Empoli e Cesena. Otto giorni fa Sarri gli ha impartito una lezione di gioco, ieri il risultato è rimasto a lungo in bilico. Non che il Cesena abbia creato chissà quali pericoli, ma c’è un numero che induce alla riflessione: la squadra di De Carlo porta a casa la supremazia territoriale, 52% a 48%. Significa che il pallone è circolato di più nella metà rossonera del campo. E nella ripresa gli ospiti hanno avuto il possesso palla, 54,7% contro 45,3%. Il Milan non ha chiuso la partita per tempo né è stato capace di gestire il vantaggio con sicurezza. Nonostante le evidenti differenze di valori, sull’1-0 si aveva la percezione che l’1-1 fosse possibile. Quanto a organizzazione il Cesena ha tenuto botta: gli è mancata cattiveria, non ha scavato a sufficienza nelle insicurezze milaniste. Triste che Di Carlo si aggrappi all’alibi del rigore conclusivo. Il fallo di Carbonero su Antonelli c’è stato, da ingenui metter le mani addosso all’avversario. Se il Cesena riscenderà in B, non sarà per colpa degli arbitri, ma perché la squadra è di cifra modesta. I piedi non mentono mai. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA PARTITA DI MATTIA La solitudine di Destro Solo 11 palle giocate in 63’ 1Isolato e poco coinvolto: com’è dura fare il centravanti nel Milan di Pippo Matteo Pierelli MILANO L Mattia Destro, 23 anni AP a solitudine di Mattia Destro. O meglio, la solitudine dei centravanti nelle varie versioni del Milan di Pippo Inzaghi. Il che suona quantomeno come un paradosso visto il curriculum da giocatore del tecnico rossonero. Eppure Torres è stato costretto a cambiare aria, Pazzini solo ieri ha trovato il primo gol in questo campionato e il nuovo numero 9, arrivato dalla Roma per risolvere i guai, ha capito subito che il Milan non è proprio la squadra ideale per un centravanti classico. FUORI DAL GIOCO Era già successo contro l’Empoli: degli 11 titolari di partenza (a parte Alex, uscito dopo 8’), Mattia era stato quello che aveva toccato meno palloni (23 in 85 minuti), anche se era riuscito a segnare il primo gol in maglia rossonera. Ieri è successa la stessa cosa: in 63 minuti, Destro ha toccato solo 11 palloni, meno di qualsiasi altro giocatore in campo. Segno evidente che la manovra del Milan, a prescindere dai moduli, coinvolge poco o nulla il centravanti. Strano, vista l’insistenza con cui Galliani ha cercato sul mercato un giocatore con quelle caratteristiche. Certo, ieri l’ex giallorosso è apparso abulico, quasi sfiduciato: è andato solo una volta al tiro (in tribuna), ha perso quattro palloni e non ha quasi mai fatto a sportellate con la tenera difesa del Cesena. E il fatto di avere una spalla come Menez, sicuramente ispirato, ma che non dà punti di riferimento svariando in continuazione da destra a sinistra, di certo non lo aiuta. MEGLIO COL PAZZO Con Pazzini al suo posto le cose sono andate un po’ meglio. In soli 27 PASSAGGI POSITIVI PASSAGGI NEGATIVI Palloni giocati Bonera 91 Antonelli 80 Menez 78 De Jong 74 Destro 11 GDS minuti il Pazzo ha toccato 10 palloni, solo uno in meno di Destro. Il tutto è stato condito dal gol del 2-0 arrivato al tramonto di un match non entusiasmante per il Milan, ma che se non altro ha portato i tanto sospirati tre punti. Pazzini non segnava in campionato addirittura dal 19 aprile 2014, Milan-Livorno 3-0, partita che tra l’altro costò la panchina a Di Carlo. «Non ho tirato benissimo il rigore - ha detto Pazzini -, ma l’importante è che la palla sia entrata. Il gol ti fa vedere tutto con più ottimismo e per un attaccante è molto importante avere fiducia ed entusiasmo. Io sono un giocatore che ha bisogno della squadra. Abbiamo provato molti sistemi di gioco, ma forse il 4-3-1-2 è quello che ci permette di stare più compatti». A patto, forse, di coinvolgere di più i centravanti. © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT MILAN 2 0 CESENA PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Bonaventura al 22’ p.t.; Pazzini su rigore al 45’ s.t. MILAN (4-3-1-2) Abbiati: Bonera, Rami, Bocchetti, Antonelli; Poli, De Jong, Montolivo (dal 35’ s.t. Van Ginkel); Bonaventura; Menez (dal 41’ s.t. Cerci), Destro (dal 18’ s.t. Pazzini). PANCHINA Gori, Donnarumma, Muntari, Suso, Honda, Essien, Alex, Felicioli, De Santis. ALL. Inzaghi. CAMBI DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 51 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Bocchetti per gioco scorretto. CESENA (4-3-1-2) Leali; Nica (dal 21’ s.t. Capelli), Volta, Lucchini, Renzetti; Giorgi, De Feudis (dal 30’ s.t. Carbonero), Ze Eduardo (dal 41’ p.t. Mudingayi); Brienza; Djuric, Defrel. PANCHINA Agliardi, Bressan, Rodriguez, Krajnc, Magnusson, Succi, Dalmonte. ALL. Di Carlo. CAMBI SISTEMA 4-2-3-1 dal 30’ s.t. BARICENTRO BASSO 48,4 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Lucchini, Nica, Volta, Carbonero per gioco scorretto, Mudingayi proteste. ARBITRO Tommasi di Bassano del Grappa. NOTE spettatori paganti 8.454, incasso di 200.322 euro; abbonati 19.504, quota di 453.906,11 euro. Tiri in porta: 3 (un palo)-2. Tiri fuori: 6-2. In fuorigioco 2-1. Angoli 7-4. Recuperi: p.t. 3’, s.t. 5’. PRIMO TEMPO 2’ Quasi Milan Tiro di Bonaventura, respinta di Leali e rete di Poli in ribattuta: gol annullato perché Destro era in fuorigioco attivo davanti al portiere sulla prima conclusione. 10’ C’è anche il Cesena/1 Defrel per Djuric in area, Bocchetti evita il peggio con una scivolata 18’ C’è anche il Cesena/2 Defrel da fuori, ma il rasoterra è centrale 22’ Milan in vantaggio Menez sulla sinistra appoggia a Bonaventura, appostato al limite: tiro forte e angolato del trequartista, Leali battuto 48’ Abbiati in extremis Cross da destra di Brienza e bellissimo diagonale al volo di De Feudis: respinta prodigiosa di Abbiati, poi Rami è lesto a spazzare via la successiva palla vagante SECONDO TEMPO 2’ Destro, uno e basta Come nel primo tempo, parte meglio il Milan. Subito un tiro di Destro, ma resterà l’unico della sua partita 5’ Alla ricerca del pareggio C’è anche il Cesena. Djuric in area al volo: Antonelli fa muro 8’ Ancora lui (quasi) Discesa di Menez sulla sinistra, cross basso e Bonaventura al volo centra il palo 11’ Niente deviazione Defrel per Djuric sulla destra in area: palla bassa in mezzo, ma non c’è nessuno del Cesena e Rami riesce a liberare 28’ Entra il Pazzo e... Ci prova Pazzini: diagonale sull’esterno della rete 41’ Il cambio Inzaghi dà una decina di minuti a Cerci: dentro lui per Menez 45’ Il raddoppio arriva al 90’ Pazzini trasforma il rigore concesso per una strattonata di Carbonero su Antonelli in area. Milan-Cesena 2-0 3 fIL PROTAGONISTA BONAVENTURA Complimenti, il ruolo è tuo Inzaghi ha trovato il 10 1Jack è il miglior attore del Milan «Cinici e vincenti, come volevamo Io dietro le punte? Bello, ho libertà» ATTACCO 3 1 2 1 MILANO AL CENTRO DI TUTTO Il ruolo da protagonista è cucito addosso a Bonaventura, schierato trequartista nel nuovo Milan di Inzaghi. Il 4-3-1-2 è una buona soluzione per due motivi: garantisce una discreta copertura degli spazi e coinvolge gli interpreti che più di altri possono aiutare la crescita generale del Milan. Il modulo è fluttuante come il calcio di Menez: un po’ seconda punta, un po’ secondo trequartista, un po’ regista, un po’ non si sa cosa. A volte il 4-3-1-2 sembra un 4-3-2-1, ma cambia poco. Menez ravviva la trama con le sue iniziative individuali e spettacolari, ma stavolta è solo la spalla: importante, certo, ma funzionale alla consacrazione GOL PALLE PERSE Il colore è più intenso nelle zone in cui ci sono stati più tocchi di palla G.B. Olivero I in un certo senso da 10: tocchi in tutte le zone del campo, tanti palloni toccati, qualche errore di troppo ma 4 tiri da posizioni molto differenti. C’è tutto nel grafico qui sotto ANDREOLI TOCCHI PER ZONA 2 l nome è da attore: Jack. Il cognome è da personaggio dei fumetti: Bonaventura. Il sorriso è quello rassicurante dell’amico che ti risolve i problemi. E la storia è esemplare perché lancia tanti messaggi positivi. Nella notte degli Oscar il film di Milan-Cesena passerebbe inosservato, ma la prestazione, anzi l’interpretazione di Jack è talmente convincente da meritare una nomination nonostante la mediocrità della pellicola. Bonaventura vive la gara da protagonista assoluto accompagnando lo spettatore dal primo all’ultimo minuto, convincendolo a non abbandonare la visione e a sperare che qualcosa di bello prima o poi accadrà. I titoli di testa non sono ancora sfumati e Bonaventura ha già costretto Leali alla parata difettosa che consente a Poli il tap-in dell’1-0. Ma il film non può durare un paio di minuti appena e così (giustamente) l’arbitro annulla per fuorigioco di Destro. 1Bonaventura ha giocato 90’ da calciatore completo, LA PARTITA DI GIACOMO 1 1 1 2 1 1 5 2 3 1 2 1 2 2 3 1 4 4 3 4 4 3 1 1 CROSS CORRETTI 5 PASSAGGI EFFETTUATI 1 31 1 2 1 16 PALLE RECUPERATE 5 CROSS SBAGLIATI 18 1 7 PASSAGGI CORRETTI MILAN Bonera De Jong Antonelli Bonaventura Montolivo Bocchetti PASSAGGI SBAGLIATI 8 OCCASIONI CREATE 55 47 44 39 38 38 3 28 CROSS Corretti Sbagliati 25 DESTINATARI 7 Menez 9 7 25 Bonera 31 Antonelli 18 Montolivo 5 4 I PUNTI DA CUI HA CALCIATO IN PORTA DRIBBLING CORRETTI 2 0 LANCI DRIBBLING SBAGLIATI 1 3 GDS dell’attore principale. In fondo Inzaghi chiede a Bonaventura una presenza costante nella trama. Lo mette al centro in tutti i sensi: dal punto di vista «geografico», perché fa il trequartista, e dal punto di vista tattico, perché con la sua intelligenza calcistica deve capire quando spingersi molto in avanti e quando dare una mano al centrocampo, soprattutto deve prevenire eventuali scompensi dovuti al consueto girovagare di Menez. CHE BEL RUOLO Jack dà un indirizzo chiaro al film a metà del primo tempo: il destro da fuori area fa male come un pugno di Rocky. Il Cesena va al tappeto e non si rialzerà più. Al tappeto ci va lo stesso Bonaventura provando a scavalcare i cartelloni pubblicitari e inciampando: poco male, sembra un fotogramma previsto nel copione. Poi nella ripresa Bonaventura si prende un altro paio di scene: colpisce il palo con un destro al volo e batte la punizione che genera il rigore su Antonelli poco prima dei titoli di coda. «Abbiamo fatto una partita un po’ cinica e abbiamo vinto: proprio quello che volevamo racconta Bonaventura -. Possiamo fare sicuramente meglio. Il 4-3-1-2 a tratti è stato interpretato bene: nel primo tempo ci muovevamo tutti, dovremmo riuscire a farlo per novanta minuti. Di sicuro questo ruolo mi piace perché mi lascia libertà di manovra e di iniziativa. Adesso siamo un po’ più tranquilli, ma le posizioni che spettano al Milan sono più avanti e dobbiamo lavorare per raggiungerle». Non è mai troppo tardi: è la speranza del Milan e il titolo di un film del 2007. Attore protagonista: Jack. Nicholson. © RIPRODUZIONE RISERVATA 4 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT VINCI LA VISIBILITÀ DI UNA SQUADRA DI CALCIO DI SERIE A. www.dacia.it DACIA SPONSOR DAY È IL CONCORSO CHE FA VINCERE A TRE SQUADRE DILETTANTISTICHE E PROFESSIONISTICHE LA VISIBILITÀ DELL’UDINESE CALCIO PER UNA DOMENICA. ISCRIVITI SU DACIASPONSORDAY.IT Il concorso è valido dal 2 febbraio 2015 al 2 marzo 2015. Montepremi pari ad Euro 27.000,00. 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La squadra e il cielo non l’aiutano, ma lui non fa niente per aiutarsi. Sta a guardare e un po’ indispone. ● TIRI 1 ● RECUPERI 1 ● PALLE PERSE 4 6 6 6,5 6 ABBIATI Di parate vere una sola, però fondamentale: che riflessi sul «cazzotto» di De Feudis. Senza Lopez, Milan lo stesso in buone mani. Abbiati fede. BONERA Ha 33 anni e non gli si può chiedere di spingere come un ragazzino. È già molto che poco conceda a Defrel e compagnia. Resistente. RAMI Djuric è un lungagnone con molti tentacoli, ma lui non si fa avviluppare e sbroglia un paio di situazioni difficili. Rami ben ramificato, meglio di Mexes BOCCHETTI Boccheggia un po’ su Defrel, però è decisivo in scivolata su Djuric. Lo aspettiamo a test più attendibili, ma per ora ha retto l’urto con San Siro. ● PARATE 3 ● PRESE ALTE 4 ● RINVII FONDO 4 ● PASSAGGI 55 ● RECUPERI 6 ● CROSS 3 ● LANCI 9 ● INTERCETTI 4 ● RECUPERI 4 ● LANCI 3 ● FALLI FATTI 1 ● PASSAGGI 38 7 6 6,5 6 ANTONELLI Gli Antonelli sono gente da Milan: da papà Dustin al figlio Luca, che tradizione. Antonelli junior spinge e crossa, e «mura» anche Djuric. Un bel riacquisto. POLI È il compagno che tutti vorrebbero avere. Si fa in quattro e corre così tanto che tocca 58 palloni, pochi per un centrocampista. Top runner. DE JONG Dipende da che punto guardate il mondo: se pensate che davanti alla difesa ci voglia un cane da guardia, De Jong è il vostro uomo. Infrangibile. MONTOLIVO Defilato a sinistra, con un’umiltà che rasenta l’autoflagellazione. Soffoca le sue qualità, si vota alla pura quantità ed esce per consunzione. ● CROSS 4 ● RECUPERI 12 ● INTERCETTI 4 ● TIRI 1 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 36 ● TIRI 0 ● RECUPERI 6 ● INTERCETTI 4 ● TIRI 3 ● RECUPERI 7 ● PASSAGGI 38 s.v. s.v. 6,5 6 MENEZ Mister «Ghe pensi mi» prende palla e va. È in giornata buona, salta uomini a grappoli, «strappa» e rompe equilibri. Menez, il solista del dribbling. PAZZINI Primo gol in campionato, seppure su rigore. Si merita il ritorno alla rete per la furia che ci mette nei 32 minuti giocati, recupero incluso. VAN GINKEL Verso la fine, per dare il cambio a uno stremato e acciaccato Montolivo. Non lo si nota granché, né nel bene né nel male. CERCI Com’è, come non è, con lui in campo il Milan trova il rigore spazza-paure. Da valorizzare, in qualche modo. ● CROSS 8 ● SPONDE 8 ● DRIBBLING 5 ● TIRI 3 ● SPONDE 1 ● PASSAGGI 4 ● TIRI 0 ● RECUPERI 0 ● PASSAGGI 2 ● TIRI 0 ● DRIBBLING 1 ● PASSAGGI 3 5,5 6 NICA E CAPELLI IL LATO DEBOLE QUANTI CROSS FA RENZETTI ALLENATORE 5,5 DOMENICO DI CARLO Le battaglie si vincono coi soldati che si hanno e quelli del Cesena non sono fanti di prima scelta. Di Carlo li assembla abbastanza bene. Mezzo voto in meno per i lamenti sul rigore. IL MIGLIORE 6 GREGOIRE DEFREL L’unico del Cesena che faccia esclamare: «Ah, però». Movimentista e interventista, gli manca l’acuto, il tiro inappellabile, ma è giusto che di lui si parli bene. Conosce l’arte del controllo e del tocco. ● TIRI 2 ● OCCASIONI CREATE 3 ● PASSAGGI 18 IL PEGGIORE 5 CONSTANTIN NICA Per un tempo, il primo, è ostaggio di Antonelli e Menez, che fanno di lui ciò che vogliono. Piglia una botta in testa, si confonde ancor più e si lancia in avanzamenti un po’ sconsiderati. Nica bene. ● CROSS 1 ● PALLE PERSE 13 ● FALLI FATTI 5 TOMMASI Gli cade l’occhio sull’arpionamento di Antonelli da parte di Carbonero e fischia il rigore: si può discutere, ma dargli torto in toto no. Almeno visivamente il rigore c’è. Bravo l’assistente De Fiore ad annullare il gol di Poli perché Destro in fuorigioco disturba Leali sul tiro precedente ZUPPING di VINCENZO CITO GASCOIGNE CONFESSA IN TV «IL MIO SOGNO ERA IL MILAN» P aul Gascoigne a «BT» programma della domenica mattina in Inghilterra. «Il mio sogno era il Milan. Il rimpianto è il Manchester United: avrei potuto giocare lì, il Tottenham offrì di più.» Poi scherza sull’alcol: «Sono a dieta di whisky». Bentornato Gazza. Comincia «90°minuto» (Rai Due) e Marco Mazzocchi – fra rinvii e orari spalmati – si dice giustamente scandalizzato di quante poche partite possa mostrarci. Ce le fa vedere subito? Macché, dobbiamo soffrire tutti assieme: le prime immagini di una gara domenicale (EmpoliChievo) arrivano solo alle 18.40, mezz’ora dopo il via della trasmissione. Sandro Piccinini al 24’08” «Cristiano Ronaldo non sembra al top». Sandro Piccinini al 25’54” «Rete, rete! Ha colpito ancora lui, Cristiano Ronaldo!» (Schalke-Real, Canale 5) Brescia-Perugia, Quaggiotto cade a terra «Vediamo cosa decide l’arbitro: calcio di rigore!... No, rimessa dal fondo» (Gianluca Di Marzio, Sky) «Ma è una vergogna! Io lo posso dire, è 25 anni che faccio la giornalista sportiva! Chi ha combinato tutto questo deve pagare, cose del genere non devono più avvenire!». Con coraggio, senso civico, veemenza, passione e ardore Maria Teresa Ruta, dopo le devastazioni dei tifosi del Feyenoord a Roma, negli studi di Canale 5 si scaglia contro un interlocutore che aveva detto esattamente la stessa cosa. Alessandro Alciato (Sky) «Fra poco uscirà l’arbitro Tommaso Rocchi per valutare le condizioni del campo». Pensavamo giocasse ancora a pallone. Dispiace che un raffinato giornalista come Massimo Caputi, si faccia coinvolgere in simili arene ma è quello che gli è capitato come conduttore di un programma sportivo in una emittente napoletana, fra gente che aizzava il pubblico a lasciare lo studio e ospiti che lo hanno fatto davvero. Fra questi Raffaele Auriemma – giornalista tifoso di Mediaset – indignato perché gli avevano dato del tifoso. Magari qualcuno dirà che tutto ciò fa audience ma se vi riguardate il video – disponibile su you tube – vi trasmetterà solo tanta pena... © RIPRODUZIONE RISERVATA 5,5 5,5 6 LEALI Prende gol su un tiro potente e preciso e su rigore. Per il resto, interventi ordinari e un palo salvifico, segno che il Milan tanto pericoloso non è. VOLTA Destro è docile, sono quegli altri due a farlo ballare. Sull’1-0 capisce in ritardo il pericolo, anche se lì Bonaventura non è di sua stretta competenza LUCCHINI Condizionato da subitanea ammonizione, si muove col freno a mano tirato e soffre inserimenti e incursioni di Bonaventura e Menez. RENZETTI I numeri gli danno ragione, non sono pochi otto cross effettuati in trasferta a San Siro. Peccato che tanto crossare non venga sfruttato. ● PRESE ALTE 6 ● PARATE 0 ● RINVII 15 ● LANCI 6 ● RECUPERI 3 ● PALLE PERSE 8 ● RECUPERI 2 ● PALLE PERSE 10 ● PASSAGGI 25 ● CROSS 8 ● RECUPERI 3 ● PASSAGGI 35 5,5 6 5,5 5 GIORGI Venti palle perse e il concorso di colpa sul primo gol gli costano la sufficienza. Peccato, perché è uno che ci prova: tre le occasioni da lui create. DE FEUDIS Come Giorgi patisce Bonaventura. Più di Giorgi va vicino al gol: senza il paratone di Abbiati, scriveremmo di San Siro feudo di De Feudis... ZE EDUARDO De Jong in tackle soffoca un suo tentativo di tiro e gli guasta un ginocchio. Prima dell’infortunio, l’appuntamento mancato su un bel cross da destra BRIENZA Da una vecchia lenza come Brienza ci aspettavamo di più. Che cosa resta di lui? Il cross per la botta di De Feudis. Pochino, forse pochissimo. ● PALLE PERSE 20 ● RECUPERI 4 ● PASSAGGI 25 ● TIRI 3 ● RECUPERI 1 ● PASSAGGI 23 ● FALLI FATTI 1 ● DRIBBLING 1 ● PASSAGGI 10 ● TIRI 0 ● PALLE PERSE 12 ● CROSS 1 5,5 5,5 5,5 5 DJURIC Attaccante del genere «pennelloni». Centravanti di quasi 2 metri, rompe le scatole ma stringi stringi la sua pericolosità è relativa. MUDINGAYI Gli anni passano e chi nasce tondo non può morire quadrato. Mudingayi punta tutto sulla forza bruta, però il calcio sarebbe anche qualcosa d’altro. CAPELLI Dentro per l’intontito Nica, ma il prodotto non cambia. La fascia destra è il lato debole del Cesena, dove il Milan si infila e le armi affila. CARBONERO Di Carlo lo inserisce perché spera che apporti qualità. Di fatto pasticcia un paio di palloni e sul fallo da rigore è ingenuo: mai allungare le mani. ● TIRI RESPINTI 3 ● DRIBBLING 0 ● SPONDE 0 ● TIRI 0 ● RECUPERI 5 ● PASSAGGI 24 ● TIRI 1 ● PALLE PERSE 8 ● PASSAGGI 10 ● TIRI 0 ● FALLI FATTI 5 ● PALLE PERSE 4 DI FIORE 6,5 STALLONE 6 ORSATO 6 MERCHIORI 6 6 Serie A R 24a giornata LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT La Silvio-sveglia che stimola Pippo: «Mi chiama alle 7» 1Inzaghi ride: «Berlusconi è troppo bravo con me Questa vittoria non è nulla, ne servono 2-3 di fila» IL TECNICO DEL CESENA Di Carlo amaro «Antonelli si lascia cadere» Per Pippo Inzaghi, 41 anni, il 2015 inizia a farsi un po’ più dolce FORTE Marco Pasotto MILANO S embra proprio che la linea con Arcore e Roma nell’ultima settimana sia stata rovente. Comunque andrà a finire, Pippo Inzaghi non potrà dire di essere stato scaricato da Berlusconi nel momento più buio. Telefonate continue, dice Pippo. Anche a orari piuttosto anomali. D’altra parte è da luglio che Inzaghi racconta di co- me sia difficile conciliare il mestiere di allenatore con il sonno: evidentemente Silvio sa di non disturbare. «Da quando le cose non vanno bene mi chiama sempre. Qualche giorno fa persino alle 7.45, confesso che stavo ancora dormendo...». Ma diciamo che in contesti del genere è comunque sempre molto meglio ricevere le chiamate presidenziali, piuttosto che no. «So della sua stima. Non mi ha mai dato stoccatine, anzi, forse è troppo bravo con me, sempre», ● MILANO (m.pie.) Niente da fare. Per il Cesena San Siro è stregato: nessuna vittoria in 12 incroci in A, al massimo 2 pareggi, con un solo gol all’attivo, che resta quello di Urban nel maggio 1976. Con un Milan così, forse questa era l’occasione giusta. «Abbiamo giocato male i primi 25 minuti - ha detto Di Carlo - e al primo tiro in porta abbiamo preso gol. Poi Abbiati ha fatto una parata da campione e questi sono gli episodi che fanno la differenza. Quando abbiamo pensato alle gare con Juve e Milan pensavamo di perderle entrambe, invece siamo riusciti a fare un punto, quindi siamo in vantaggio sulla tabella di marcia». A Di Carlo non è piaciuto l’episodio del rigore. «Antonelli si è lasciato cadere, a noi non ne hanno dati due clamorosi e siamo stati zitti». racconta Pippo. D’altra parte si potrebbero usare le stesse parole per descrivere il rapporto fra tecnico e squadra. SNODO A ogni modo, adesso che finalmente sono arrivati i punti, la prospettiva dà la sensazione di una pendenza un po’ più morbida. Resta comunque la salita, ma almeno si può usare una marcia più alta e dare un minimo di respiro al motore. Difficile dire se questa partita ha davvero riacceso il Milan e se si tratta di quella scintilla che Inzaghi insegue da settimane: senz’altro ha l’effetto di riconciliare la squadra con la gente di San Siro e consegnare a Inzaghi una settimana più tranquilla. Aggettivo con cui Pippo da sempre non ha grande confidenza, ma quelli appena passati sono stati giorni particolarmente tesi. Il Cesena era uno snodo cruciale per la classifica e soprattutto per il suo futuro. Se non altro da oggi a venerdì si parlerà soltanto di calcio giocato. «Siamo contenti della vittoria, ma non abbiamo fatto nulla. Occorre dare continuità ai risultati: per rimetterci in pista servono due-tre vittorie di fila. Ma oltre ai tre punti oggi siamo usciti dal campo con la fiducia e questo ci potrà aiutare». A «QUELLI CHE IL CALCIO» «Alessio sta bene non ha senso metterlo alla fine» 1Dopo la moglie di Pazzini, anche Lady Cerci attacca Inzaghi per le sue scelte MILANO PIGLIO Un Milan ancora in chiaroscuro, come le lampadine ad accensione graduale: occorre tempo perché facciano luce. E così troviamo una squadra che riesce a tenere protetta la porta dopo aver preso gol per sette partite consecutive; ma anche una squadra capace di tirare nello specchio soltanto tre volte. «Dobbiamo ripartire da questa partita – spiega Pippo –. Abbiamo ritrovato molte delle nostre giocate. Con questo piglio possiamo riprendere la strada interrotta». © RIPRODUZIONE RISERVATA C i risiamo. Come se non bastassero interferenze presidenziali e malumori dei giocatori, ci si mettono anche le ingerenze pubbliche di mogli/compagne/fidanzate a complicare il lavoro degli allenatori. Ma se non altro, quando un calciatore esprime il proprio cruccio per un’esclusione, è qualcosa che ci sta. Spesso, però, a prendere le parti dei loro adorati uomini sono direttamente le signore. Ieri è successo di nuovo. E di nuovo al- la stessa persona. Ovvero Federica Riccardi, la fidanzata di Cerci, che a «Quelli che il calcio» ha spiegato delusa: «Alessio sta bene, non ha senso metterlo alla fine». Il riferimento va alla scelta di Inzaghi di buttarlo dentro a quattro minuti dal 90’. Per chi non si ricordasse, Federica era balzata agli onori delle cronache quando Cerci si era trasferito dal Toro all’Atletico Madrid: «Saluti Serie A, noi ce ne andiamo nel calcio che conta», aveva digitato sui social. Non il massimo dell’eleganza come commiato. Potete immaginare gli sfottò che avevano accompagnato il ritorno della coppia in Italia. Il giorno della presentazione a Casa Milan, peraltro, lo stesso Cerci si era visto costretto a giustificare le parole della fidanzata: «Ha sbagliato, ma per troppo amore nei miei confronti». Ieri Federica ha detto la sua sulle scelte di Inzaghi, anche se va sottolineato come dalle prove in settimana sembrava che il destinato alla panchina fosse Menez e non Alessio. Probabilmente è stata una doccia fredda. Al Milan non è il primo episodio simile quest’anno: la moglie di Pazzini, Silvia Slitti, all’ennesima panchina di Giampaolo aveva scritto: «Provo dispiacere nel pensare che in Italia la famosa meritocrazia non sempre esiste». m.pas. © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 7 8 Serie A R 24a giornata LE PAGELLE di FA.BI. TONI SOLITARIO MARQUEZ LENTO NAINGGOLAN OK PJANIC SPARITO VERONA 6 IL MIGLIORE EMIL HALLFREDSSON 6,5 Non solo muscoli e fiato. Recupera un sacco di palloni, rilancia tutte le azioni. Torosidis gli nega sulla linea il gol del 2-1 che pareva fatto. Cala nel finale di partita BENUSSI 5,5 L’apparenza che inganna. Reattivo su Naingo. Poi si tuffa alla moviola su tiro di Totti. Ma è coperto. PISANO 5,5 Ljajic gli sguscia via: contiene i danni cercando di non dargli profondità. MARQUEZ 5 Della serie vecchie glorie. Lento e impacciato, arriva tardi sui palloni, compresi i passaggi dei compagni. MORAS 6 Chiude i varchi anche per il compagno. BRIVIO 6 Concede un po’ troppo a Gervinho che tuttavia si marca da solo. Meglio nella ripresa. IONITA 6 Lottatore di (sufficiente) qualità. Entra nell’azione più pericolosa del Verona. OBBADI 5,5 Il rimpiazzo che indebolisce. Tanta confusione, non un passaggio pulito. Ma era fermo da un po’. TACHTSIDIS 6 Nel primo round sembra giocare ancora per la Roma. Cresce dopo l’intervallo. GOMEZ 5,5 Il Juanito di inizio stagione è lontano da venire, ma è in crescita (Christodoulopoulos s.v.) TONI 6 Il cavaliere solitario. Tiene alta la squadra. Lotta su tutti i palloni. Non trova l’occasione. JANKOVIC 6 Alla prima vera gara dopo 3 mesi, mette il sigillo di zucca. È in ritardo di forma. GRECO 5,5 Cincischia in offesa, si sacrifica in mezzo. ALL. MANDORLINI 6 Punto pesante e squadra in crescita. Scaccia i fantasmi dalla panchina almeno fino a Cagliari. ROMA 6 IL MIGLIORE ADEM LJAJIC 6,5 Si conferma l’uomo più in forma dell’attacco giallorosso. È presente nei tagli e negli affondi in area avversaria. Poi la traversa su punizione. DE SANCTIS 6 Non una ma due deviazioni per confondergli le idee sul gol. Poi ringrazia Torosidis. FLORENZI 6,5 Dove lo metti, sta. E bene. Il jolly di Garcia spinge, crossa e copre. Esce per un pestone di Halfi. TOROSIDIS 6,5 Salva il risultato su Halfreddson. MANOLAS 6 Gioca alla lotta con Toni e vince ai punti. ASTORI 6 Idem con patate. Se non c’è Manolas, su Toni c’è lui. Tanto c’è poco altro da controllare. COLE 6 Contiene Jankovic, assiste Gervinho, tiene la zona. Rischia col fallo a Gomez. NAINGGOLAN 6,5 Corre, tampona, avanza e tira. Non sempre preciso. Ma è l’unico indispensabile in mezzo. KEITA 6 Il geometra compassato. Dà ordine alla manovra, 118 passaggi ok. Ma ritmi troppo lenti. PJANIC 5 Dov’è il genietto di un tempo? Lento, mai un invito verticale. Alibi? Poco movimento avanti (Verde s.v.) GERVINHO 5 Tanto rumore per nulla. Dribbling e confusione. È rimasto alla Coppa d’Africa. TOTTI 6 Capitano, pensaci tu. La Roma non trova sbocchi e lui indovina il tiro da fuori. Poco altro. DOUMBIA 5 Svirgola un pallone in area da brocco. Il vero Doumbia non può essere questo. O sì? ALL. GARCIA 5,5 Squadra stanca dopo l’Europa? Ok, ma la pareggite non se ne va e la grinta non si ritrova. GERVASONI Sbaglia valutazioni. Grazia di un giallo Halfredsson, Jankovic (che sarebbe stato espulso) e Cole. E a quest’ultimo manca un rigore. COSTANZO 6 – DE LUCA 6 RUSSO 6 – DI PAOLO 6 5 Si scrive pari si legge Roma Pure con Totti 1Nonostante il gol del capitano, 8° pareggio nelle ultime 11 partite: la squadra cammina e quando il Verona se ne accorge l’1-1 è fatto. Tra giovedì e lunedì Feyenoord e Juve daranno l’indirizzo alla stagione giallorossa Fabio Bianchi INVIATO A VERONA Twitter @fabiowhites C ome le influenze di questo inverno pigro e lacrimoso, anche la pareggite della Roma è un virus che non passa mai. E lo scudetto, se ci fosse stato ancora bisogno di una conferma, fugge via prima ancora di aspettare la primavera. Siamo al sesto pareggio nelle ultime sette partite di campionato (di cui quattro 1-1), l’ottavo nelle ultime 11. A conferma del virus, sono otto le “X” nelle ultime undici gare in totale. Un cammino da lumaca, come i suoi giocatori in campo. STONATURE Persino il disastrato Verona, che ha le gambe che tremano e la panchina che scricchiola, è riuscito a fermare l’orchestra Garcia che orchestra non è più da tempo. Continua a tenere la bacchetta del concerto in mano, insiste a proporre musica geometrica e di larghe idee. Ma è come se suonasse a 33 giri. Adesso alla Roma tocca esibirsi in Olanda, contro il Feyenoord che ieri ha battuto in rimonta l’Excelsior, con il morale sotto gli strumenti, e poi nel big match con la Juventus che doveva arrivare con ben altre aspettative. Sarà comunque decisivo per la Roma, solo che l’obiettivo è cercare di non farsi raggiungere al secondo posto. LA CHIAVE Se si analizzasse la sfida soltanto con le statistiche, staremmo qui a domandarci: com’è possibile che la Roma non abbia vinto? Ha avuto un possesso palla del 76,7 per cento. Un’enormità. Di più, un record per il campionato in corso. Il regista Keita ha collezionato 118 passaggi positivi. Tutti segnali di una gara dominata. Ma i numeri ingannano. Certo, ha giocato soltanto la Roma, soprattutto nel primo round. Ma non ha mai trovato uno sbocco, un guizzo per creare pericoli in area. Ritmo troppo lento per scoperchiare RStraripante nel possesso palla, la Roma va a ritmo troppo lento per creare pericoli RPer il Verona un punto pesante: il pareggio è una buona medicina prima di Cagliari la barricata anni Cinquanta del Verona. Troppi passaggi in orizzontale (e Keita un po’ di responsabilità ce l’ha) che permettevano alla squadra di Mandorlini di piazzarsi sempre nel modo migliore. Soltanto Ljajic cercava qualche spunto, ma trovava poca collaborazione. E Gervinho, l’uomo deputato al cambio di passo, s’incartava nei suoi dribbling. Non a caso la Roma ha trovato il gol da fuori area, con un’intuizione di Totti e la complicità di Benussi poco reattivo. Non a caso anche le altre occasioni sono arrivate da lontano, con le sassate di Nainggolan (uno dei pochi a mantenersi su buoni livelli) e la punizione di Ljajic finita sulla traversa. REAZIONE E FORTUNA Detto questo, il Verona è stato fortunato a pescare il pareggio con la doppia deviazione AstoriKeita sulla zuccata di Jankovic da corner di Hallfredsson. E’ stato l’unico tiro in porta del primo round di un Verona troppo rinunciatario ma che ha meritato il pari per come ha reagito nel secondo. Mandorlini ha fatto alzare il baricentro alla squadra e, data la lentezza rivale, ha intravisto la possibilità di colpire in contropiede. Quasi ci riusciva alla seconda ripartenza, quando l’Hallfredsson uomo ovunque si è trovato tra i Hallfredsson rovina addosso ad Astori: la Roma è ancora una volta schiacciata sul pari IL NUMERO 240 i gol in A di Francesco Totti: al Bentegodi il capitano giallorosso ha segnato la quinta rete in questo campionato AREA TECNICA pareggite acuta. Florenzi? Pensava di farcela, invece... Doumbia crescerà» Andrea Pugliese INVIATO A VERONA «L’ ho già detto, siamo malati di pareggite acuta. Ma stavolta questa cosa non fa più ridere». Già, anche perché nelle ultime sette partite di campionato per la Roma di pareggi ne sono arrivati ben 6 (nel mezzo compare il 2-1 strappato a Cagliari), compreso quello di ieri a Verona. «Siamo stati sfortunati: nel primo tempo abbiamo giocato © RIPRODUZIONE RISERVATA QUI VERONA «Siamo sfortunati Pensiamo al 2o posto» 1Garcia: «Malati di piedi il match ball ma anche Torosidis (sostituto di Florenzi, k.o. a fine primo tempo) davanti alla porta, che ha salvato. Sarebbe stato francamente troppo. Dopo il pericolo Garcia ha ridato una chance a Doumbia togliendo Totti, ma la situazione è peggiorata. E poi forse ha speso troppo tardi Verde per Pjanic. Il ragazzino poteva dare più freschezza. Ma tant’è. L’ultima mezzora è stata una musica triste, arresa alla situazione. Tranne che per il Verona: dopo tre sconfitte di fila, finalmente un punto pesante. Buona medicina prima dello scontro salvezza col Cagliari. bene, ma alla fine ci siamo ritrovati incredibilmente sull’1-1 — dice Rudi Garcia —. Loro hanno pareggiato con mezza occasione, proprio nel momento in cui Florenzi si è fatto male. Alessandro pensava di farcela, mi ha chiesto di provare e loro hanno fatto gol con un giocatore infortunato. Com’è che si dice in italiano? Manca sempre 1 per far 31». PENSANDO ALLA JUVE Già, ridendoci su, verrebbe da pensare che a 31 pareggi la Roma non potrà arrivarci mai. A Verona, però, era importante vincere per restare a -7 dalla Juventus. «Ora dobbiamo solo pensare a conservare il secondo posto, quella è l’unica cosa da fare — conti- Rudi Garcia, 51 anni, è alla seconda stagione sulla panchina della Roma ANSA Mandorlini vede la luce «Ma certe voci su di me...» nua il francese —. Dobbiamo stare zitti e lavorare. E proteggere la posizione, solo così possiamo sperare di poter attaccare ancora il primo». Ieri, tra l’altro, la Roma si è trovata davanti un muro, con il Verona bassissimo a protezione della propria porta. «In questi casi devi trovare le soluzioni con il tiro da fuori o allargando il gioco. Quando giochiamo in velocità possiamo dare fastidio a tutti, ma dobbiamo sfruttare meglio le occasioni che creiamo». Chiusura con i problemi della Roma: quello fisico («Ma non è così, ogni volta che siamo andati sotto siamo stati bravi a recuperare, vuol dire che la squadra fisicamente c’è») e l’inserimento a partita in corso di Doumbia: «Ha bisogno di un gol per sbloccarsi e prendere fiducia. Lasciamogli un po’ di tempo, piano piano recupererà, viene da due mesi in cui non ha quasi giocato». Ma la Roma può aspettarlo per quanto? ● VERONA Dopo quattro sconfitte nelle ultime 5 gare, un pareggio così ci voleva eccome per il Verona. Magari neanche tanto per la classifica, che punto più punto meno, ma per il morale e per la panchina sì. «È stata una buona gara, attenta ed equilibrata, anche se non siamo in un ottimo momento, questo è evidente — dice alla fine Andrea Mandorlini —. Peccato per l’occasione di Hallfredsson, lì ho pensato che avremmo potuto pagarla. La Roma avrebbe potuto punirci, ma alla fine è arrivato un buon punto». Già, un punto con cui Mandorlini ha salvato probabilmente la panchina, almeno per ora. «Per me contava solo la partita e il presente, quello che sarebbe successo nessuno avrebbe potuto saperlo. I rumours ci sono, ma è anche vero che ho un ottimo rapporto con la società e con il presidente. Sono partito da molto lontano con il Verona, sono qui da 5 anni. E ci stavo male per tutte queste sconfitte e per i tanti gol presi negli ultimi tempi». Ecco perché Mandorlini si è anche affidato un po’ ai suoi, da Toni a Gomez fino ad arrivare a Jankovic. «È un luogo comune, però sono giocatori che ci sono mancati molto, è vero, proprio come ci è mancato Obbadi. Uno si affida alle certezze e questi giocatori sono con me da tanti anni». pug © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT mo vincere, ma la Roma sta alla larga dall’argomento scudetto, che abbiamo trattato in un’altra epoca. Adesso dobbiamo pensare a proteggere il secondo posto, e sarà molto difficile». Al momento, il rosario delle difficoltà è davanti a tutti e Sabatini analizza «la mancanza di brillantezza», «il senso di frustrazione» e soprattutto quel mercato di riparazione che finora non ha funzionato. «Abbiamo trattato diversi attaccante, ma Doumbia non è stato un ripiego, è un ottimo giocatore, e sapevamo come il suo stato di forma non fosse brillante, ma non ci vuole una grande condizione per fare una mezza girata di sinistro...», alludendo a una occasione sciupata dall’attaccante ivoriano nella ripresa. «Forse, non aver riflettuto bene sulle condizioni fisiche sue e di Ibarbo è un errore che ho fatto, ma mi riferisco solo alla tempistica degli acquisti». fBOTTA E RISPOSTA SABATINI-TOTTI 9 I PRECEDENTI Nessuno ha mai perso il titolo con +9 dopo 24 gare Perugia-Juve 1-0: scudetto addio con 4 punti di vantaggio AP Fabiana Della Valle Il d.s. della Roma Walter Sabatini, 59 anni, ieri al Bentegodi LIVERANI «Lo scudetto non è per noi» «Aspettiamo fino a lunedì» 1Il d.s. non crede alla rimonta: «Non prendiamoci in giro». Il capitano tiene aperta la porta VERONA 1 1 ROMA Massimo Cecchini INVIATO A VERONA MARCATORI Totti (R) 26’, Jankovic (V) al 38’ p.t. VERONA (4-3-3) Benussi; Pisano, Marquez, Moras, Brivio; Ionita (dal 24’ s.t. Obbadi), Tachtsidis, Hallfredsson; J. Gomez (dal 39’ s.t. Christodoulopoulos), Toni, Jankovic (dal 24’ s.t. Greco). PANCHINA Gollini, Sorensen, Saviola, N. Lopez, Marques, Campanharo, Agostino, Fernandinho, Martic. ALL. Mandorlini ESPULSI nessuno. AMMONITI Jankovic per gioco scorretto CAMBI DI SISTEMA dal 24’ s.t. 4-5-1 BARICENTRO molto basso 44,3 m ROMA (4-3-3) De Sanctis; Florenzi (dal 40’ p.t. Torosidis), Manolas, Astori, Cole; Nainggolan, Keita, Pjanic (dal 38’ s.t. Verde); Gervinho, Totti (dal 21’ s.t. Doumbia), Ljajic. PANCHINA Curci, Skorupski, YangaMbiwa, De Rossi, Holebas, Paredes, Spolli, Uçan, Doumbia, Sanabria. ALL. Garcia ESPULSI nessuno AMMONITI Cole, Manolas, Nainggolan per gioco scorretto. CAMBI DI SISTEMA nessuno BARICENTRO alto 55,2 m ARBITRO Gervasoni. NOTE paganti 3.846, incasso 94.430 euro; abbonati 14.107, quota 208.204,91 euro. Tiri in porta: 3-7. Tiri fuori 6-3. In fuorigioco 43. Angoli 6-8. Recuperi: 1’ p.t., 3’ s.t. L a Befana sulla scopa aveva il sacco giusto: quello dei doni. Il 6 gennaio, vincendo a Udine, la concatenazione dei risultati aveva portato la Roma ad avere un punto di svantaggio dalla Juventus e ben 9 di distacco sul Napoli, terzo in classifica. Poi si è spenta la luce. Da quel momento la squadra di Garcia, in sette partite di campionato ne ha vinta solo una (a Cagliari), pareggiando sei. Come dire, nel 2015 su 21 punti a disposizione i giallorossi ne hanno raggranel- lati appena 9. Se aggiungiamo in sovrappiù l’eliminazione in Coppa Italia e una Europa League già in bilico dopo il pari interno col Feyenoord, si capisce come apparentemente la partita di lunedì prossimo contro la capolista — quella che doveva essere la Madre di tutte le Sfide — pare ridotta a quello che il d.s. Walter Sabatini dice sia: «Il primo match-ball scudetto per la Juve». A non arrendersi, al momento, è chi da vent’anni porta la bandiera, capitan Totti, che invece — trascurando il suo 240O gol in Serie A segnato al Verona — mastica un sorriso amaro e mormora: «Discorso scudetto chiuso? Aspettiamo fino a lunedì». PRESA IN GIRO Purtroppo per lui, il discorso del d.s. è però molto più articolato. «Parlare di primo posto adesso, significherebbe prendere in giro me stesso e la gente. La gara con la Juve non la viviamo più come uno scontro al vertice. Voglia- CONTRO L’EXCELSIOR © RIPRODUZIONE RISERVATA DIFENDERE IL SECONDO POSTO SARÀ MOLTO DIFFICILE WALTER SABATINI D.S. ROMA N ove punti di vantaggio dopo 24 giornate sono garanzia di scudetto. Lo dicono le statistiche, perché il +9 sulla seconda rappresenta il massimo distacco nell’era dei tre punti in questo momento del campionato. E’ successo 5 volte che una squadra abbia accumulato un tesoretto così ampio e tutte e 5 hanno poi conquistato lo scudetto. Lo sa bene la Juventus, che si è trovata in tutte e due le situazioni: è stata inseguitrice nel 2008-09, quando l’Inter vinse il campionato con 10 punti di scarto, e inseguita nel 2005-06, quando arrivò davanti a tutti ma il tricolore venne poi revocato per lo scandalo del calcio e finì sulle maglie dei nerazzurri. Lo sa bene anche la Roma, che 2000-01, anno dell’ultimo scudetto giallorosso, dopo 24 turni era a +9 sui bianconeri e pur dilapidando 7 punti riuscì comunque a festeggiare. CHI SI FA SORPASSARE In ogni caso, a prescindere dal numero di punti di vantaggio, dal 1994-95 ad oggi solo tre volte è capitato che chi era in testa dopo 24 giornate non ha poi vinto il campionato: Lazio (1998-99), Juventus (1999-2000: scudetto perso all’ultima giornata sotto il diluvio di Perugia) e Inter e Roma (2001-02). Il distacco tra prima e seconda, però, era al massimo di 4 punti ed erano tutti campionati a 18 squadre (quindi con 34 giornate). © RIPRODUZIONE RISERVATA RIMPATRIATI I SEI ARRESTATI DI PIAZZA DI SPAGNA Rotterdam, derby-ironia per distendere i nervi Alessandra Bocci U na risata non può bastare a seppellire i rifiuti e i rottami rimasti nelle strade di Roma, ma può aiutare a calmare i nervi in attesa del match di ritorno fra la Roma e il Feyenoord che si giocherà giovedì con qualche apprensione della polizia. Ieri gli avversari della Roma in Europa League tornavano in campo dopo le polemiche italiane, e i tifosi dell’Excelsior ne hanno approfittato per prendere in giro i vicini di casa attaccando striscioni intorno alla Hofplein Fontein, la più grande di Rotterdam: «Resisterà questa fontana? Cercate di non distruggere anche questa». L’Excelsior è un piccolo club di Rotterdam, in passato quasi un satellite del Feyenoord. Vivacchia nella GARCIA E TOTTI: NIENTE CASO In ogni caso Sabatini cancella ogni tentazione di mettere sul banco degli imputati Garcia. «Il dubbio di un suo addio non deve insinuarsi nella mente di nessuno: rimarrà alla Roma anche nella prossima stagione». Per questo l’allenatore cerca subito si spegnere le polemiche generate dalla sostituzione di Totti, uscito abbastanza stupito — «Chi io? Aspetta un po’...» si legge dal labiale in tv — ma dando la mano al tecnico e non creando casi. «Francesco non solo bisogna risparmiarlo ma l’ho visto anche un po’ meno bene. Mi auguro che qualcuno quando esce non sia contento perché vuole continuare la partita. Il capitano è uno di quelli, sempre con il rispetto per le scelte. Non cerchiamo problemi che non ci sono». Problemi potrebbero essercene invece se giovedì la Roma fosse eliminata dal Feyenoord. «Sarebbe un fatto grave — ammette Sabatini — Non un fallimento, ma un inciampo grosso». Eppure di tutto questo, ne siamo convinti, nel sacco della Befana non c’era traccia. Resisterà questa fontana? scrivono i tifosi dell’Excelsior di Rotterdam bassa classifica della Eredivisie, ma ha trovato il modo di prendersi gioco dei parenti più titolati. RIMONTA La Hofplein Fontein è una specie di Cibeles di Rotterdam: è tradizione che i tifosi del Feyenoord festeggino cop- pe e scudetti tuffandosi dentro. I maligni fanno notare che visto il declino del club la fontana è tranquilla da un pezzo, ma intanto ieri il Feyenoord si è preparato alla gara di Europa League vincendo e conservando il terzo posto in condominio con l’AZ. Feyenoord-Excelsior non è stata una partita difficile, ma un derby tranquillo. A parte il sarcasmo dei tifosi dell’Excelsior non c’è stato niente da segnalare: l’avversaria della Roma è andata in svantaggio 2-0, ha rimontato e vinto 3-2. HOOLI-IMPIEGATI Ben più imbarazzante del momentaneo svantaggio è stata la notizia pubblicata dal Telegraaf: fra gli spaccatutto di Rotterdam ci sarebbe anche un impiegato del club, un ragazzo che lavora nel fan shop. Il Feyenoord ha subito smentito («non ci sono hooligans nel nostro club»), ma non è stata una bella pubblicità per il marchio. I dirigenti però hanno incassato la solidarietà del collega dell’Ajax Edwin van der Sar, che adesso si occupa del marketing della sua vecchia squadra e ha commentato diplomaticamente i fatti di Roma: «Quello che è successo al Feyenoord potrebbe succedere a qualunque club». Pur non essendo una bellezza artistica, a Rotterdam sperano che la Hofplein Fontein non diventi bersaglio di qualche rappresaglia. © RIPRODUZIONE RISERVATA Marino: «Risarcire i danni con Olanda-Italia». Ok Figc ● (a.cat.) Arrestati, scarcerati e rimpatriati a proprie spese. Oggi gli ultimi sei hooligan del Feyenoord accusati delle devastazioni di piazza di Spagna e detenuti nel carcere di Regina Coeli, lasceranno la città. Il Tribunale di Roma ha confermato per tutti e sei l’arresto emettendo nei loro confronti anche il divieto di dimora nella Capitale. Ieri, dopo che gli ultrà sono stati ascoltati negli interrogatori di garanzia, il giudice ha accolto la richiesta di convalida del pm titolare dell’inchiesta, Eugenio Albamonte. Ai sei vengono contestati i reati di lesioni e resistenza a pubblico ufficiale. Prosegue, nel frattempo, la visione dei filmati (per oltre 10 ore) e del materiale fotografico relativi ai momenti cruciali dell’assedio di piazza di Spagna: i magistrati romani cercano di individuare altri colpevoli — sfruttando anche la collaborazione delle autorità olandesi — ai quali potrebbero contestare pure il reato di devastazione. Mentre sul fronte risarcimento danni (non solo della Barcaccia), arriva il primo concreto contributo dall’Olanda: l’iniziativa «Scusa Roma Actie», lanciata sul web, ha già raccolto 4mila euro. L’obiettivo assai ambizioso è arrivare a 100mila. Sarà più facile ottenerli, ammesso che siano tutti d’accordo, con la proposta lanciata ieri dal sindaco Marino e dall’assessore allo Sport Masini: «Un’amichevole tra Olanda e Italia, da disputare a Rotterdam, con incasso destinato a riparare i danni di piazza di Spagna». Tavecchio e la Figc hanno già detto sì («Ma la prima finestra libera nel calendario internazionale è novembre»), ora tocca alla federcalcio olandese. © RIPRODUZIONE RISERVATA 10 Champions R Domani gli ottavi LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT FORMAZIONI A CONFRONTO Presenze BUFFON LICHTSTEINER BONUCCI CHIELLINI EVRA MARCHISIO PIRLO POGBA VIDAL MORATA TEVEZ 89 24 22 37 93 27 109 20 20 11 39 2 1 Reti 2 2 1 8 7 Champions 1 9 PALMARES 1 Mondiale, 1 Coppa Uefa Presenze 1 Champions, 1 Mondiale per club 1 Mondiale, 2 Champions 2 Supercoppe Europee 1 Mondiale per club 1 Mondiale Under 20 KAMPL WEIDENFELLER PISZCZEK SUBOTIC HUMMELS SCHMELZER GUNDOGAN SAHIN 35 28 25 25 27 18 17 Reti 2 1 1 6 1 Champions, 1 Mondiale per club, 1 Intercontinentale, 1 Coppa Libertadores, 1 Coppa Sudamericana 1 Champions KAGAWA REUS AUBAMEYANG 22 24 15 1 Champions 11 PALMARES 1 Mondiale 1 Mondiale 1 Coppa d’Asia 2011 GAZZETTA DELLO SPORT L’esperienza conta? Per la Juve sì 1Presenze europee, nazionali, trofei: bianconeri meglio del Borussia. Recuperato Vidal Mirko Graziano Carlos Tevez, 31 anni MILANO LAPRESSE H anno ragione a Torino a non farsi condizionare dall’attuale classifica in Bundesliga del Borussia Dortmund. La banda Klopp frequenta sì le zone basse, ma dopo la sosta invernale (lunghissima in Germania) ha cambiato marcia, è reduce da tre vittorie consecutive, ha obiettivamente valori tecnici di prima fascia e da tre stagioni è uno dei top club a livello europeo: finale di Champions nel 2013; quarto di finale perso di misura l’anno scorso contro il Real poi vincitore (vittoria 2-0 in casa dopo aver perso 3-0 a Madrid); primo posto nella fase a gironi di quest’anno. Detto ciò, mai come oggi la Juve può calare carte migliori rispetto ai gialloneri, e parliamo di valori tecnici, di profondità della rosa, di esperienza e vittorie internazionali. CHAMPIONS JUVE Prendiamo in considerazione le due probabili formazioni di domani sera. Bianconeri con Buffon in porta; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini ed Evra in difesa; Marchisio, Pirlo e Pogba a centrocampo, Vidal (recuperato e da ieri di nuovo in gruppo) alle spalle di Tevez e Morata. Borussia che dovrebbe affidarsi a Wei- denfeller fra i pali; Piszczek, Subotic, Hummels Mondiale 2006, due Champions, due Supercoppe (o Papastathopoulos) e Schmelzer dietro; Gun- europee e un Mondiale per club griffati Milan. dogan e Sahin diga centrale; quindi Kampl, Ka- Ben messo pure Tevez: Libertadores (la Chamgawa e Reus a ridosso di Aubameyang. Somma pions sudamericana), Copa Sudamericana e copdelle presenze in Champions League (preliminari pa Intercontinentale con la maglia del Boca; compresi) dei potenziali titolari: Juve-Borussia Champions e Mondiale per club con il Manchester United. Morata ha vinto la 491-242. Presenze nelle varie naChampions 2014 con il Real, e a lizionali: Juve-Borussia 713-328. ALTRI NUMERI vello giovanile vanta l’Europeo UnQuattro i bianconeri che hanno già vinto almeno una Champions: Pir- Presenze nelle varie der 21 del 2011 (Italia seconda). Infine, va citato pure Pogba, camlo (due volte), Evra, Tevez e Morapione del mondo Under 20 in carita. In rosa c’è pure Caceres, cam- nazionali dei potenziali titolari: ca e miglior giocatore del torneo. pione d’Europa con il Barcellona 2009. Zero coppe internazionali 713-328 per la Juve CHIELLINI «Abbiamo grande riper il probabile undici di Klopp, spetto per il Borussia — ha detto con i soli Weidenfeller, Hummels e Chiellini: «Siamo più Giorgio Chiellini ieri a “Stadio Kagawa vincenti in nazionale: Sprint” di Rai Due —, ma anche campioni del mondo in carica i pri- forti rispetto al tanta voglia di vincere, andare mi due (zero presenze per il vice di passato. Scudetto? avanti e continuare a sognare. Ci Neuer), campione d’Asia 2011 il Ancora aperto...» sentiamo più forti e maturi degli giapponese. anni scorsi. I rischi maggiori sono legati alle loro BACHECHE È invece impressionante la bacheca ripartenze in velocità. Possono fare male, ma dieinternazionale dell’undici juventino. Buffon ha tro il Borussia si espone a rischi altissimi. Lo scuvinto il Mondiale 2006 e una Coppa Uefa con il detto? La corsa è aperta. Comunque non possiaParma. Evra vanta Champions League e Mondia- mo pensare allo scudetto già adesso, sarebbe un le per club ai tempi del Manchester United. C’è errore gravissimo». © RIPRODUZIONE RISERVATA quindi l’incredibile curriculum di Pirlo: oltre al LA GUIDA Domani a Torino arbitra Lahoz Giovedì le altre 5 Dopo Psg-Chelsea (1-1), ShakhtarBayern (0-0), Basilea-Porto (1-1) e Schalke-Real Madrid (0-2) domani e mercoledì si conclude l’andata degli ottavi di Champions. Giovedì il ritorno dei sedicesimi di Europa League. DOMANI (Champions) Manchester City (Ing)-Barcellona (Spa) 20.45, Sky, arb. Brych (Ger) JUVENTUS-Borussia Dortmund (Ger) 20.45, Sky Sport 1 HD, arb. Lahoz (Spa) MERCOLEDÌ (Champions) Arsenal (Ing)-Monaco (Fra) 20.45, Sky Leverkusen (Ger)-Atletico Madrid (Spa) 20.45, in tv su Canale 5. GIOVEDÌ (Europa League) INTER-Celtic (Sco) ore 19, and. 3-3 FIORENTINA-Tottenham (Ing) 19, 1-1 Athletic Bilbao (Spa)-TORINO 21.05, 2-2 Feyenoord (Ola)-ROMA 21.05, and. 1-1 NAPOLI-Trabzonspor (Tur) 21.05, 0-4 Tutte su Mediaset Premium Champions R Domani gli ottavi LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT fIL PERSONAGGIO L'IDENTIKIT PAPASTATHOPOULOS SOKRATIS PAPASTATHOPOULOS «Pirlo e Pogba due fuoriclasse Ma il Borussia cerca il colpo» NATO IL 9 GIUGNO 1988 A CALAMATA (GRECIA) RUOLO DIFENSORE ALTEZZA 186 CM PESO 85 KG 2008-11 DAL GENOA ALLO SCUDETTO Dopo gli inizi in Grecia, arriva in Italia nell’estate 2008, al Genoa. Nell’estate del 2010 passa al Milan: con i rossoneri vince lo scudetto collezionando però solo 5 presenze in A. 1L’ex del Milan: «In Italia ho imparato, qui sono cresciuto. Immobile ha stoffa» Carlo Laudisa INVIATO A DORTMUND (GERMANIA) S okratis il pragmatico. Come il filosofo greco il difensore del Borussia Dortmund si prepara alla decisiva sfida con la Juve senza scomporsi. Ci accoglie a casa, a due passi dal centro sportivo del Borussia. Ad aspettarlo i suoi due angeli: la bella moglie Xanthi e la piccola Chara. A soli 26 anni vanta già una carriera al top, non senza alti e bassi. Il debutto in Champions con l’Aek nella vittoria sul Milan ad appena 18 anni, l’approdo al Genoa l’anno successivo, quindi la grande chance al Milan nel 2010 con uno scudetto vinto da comparsa o poco più. Poi, la svolta tedesca: due anni al Werder Brema, dal 2013 il grande salto a Dortmund. Nel mezzo i fasti con la nazionale greca e il corredo di due Mondiali e un Europeo. Il Papa ha le spalle larghe. Ha appena superato anche l’ultimo stop di due mesi per una frattura al perone e Klopp fa conto su di lui e Hummels per guidare dalla difesa la rincorsa in Bundesliga e coltivare le ambizioni di Champions. «La pausa ci ha fatto bene. Siamo tornati carichi — dice Papastathopoulos — dopo un incredibile avvio, con troppe gare perse per caso. Siamo in risalita e qui la gente crede nei miracoli, cioè nel visto Champions. Sarà dura ma nell’Europa League ci conto. Dortmund è una città che vive per il calcio: sono in 500 mila, vanno allo stadio in 80 mila. Se ci fosse il doppio dei posti li riempirebbero». Ed è tornato pure Reus. «È troppo importante per noi. Non a caso abbiamo ripreso a fare più gol, il nostro marchio di fabbrica». Anche a Stoccarda avete subito due gol balordi. «Nel finale ci siamo distratti, ma Sokratis Papastathopoulos, 26 anni, seconda stagione al Borussia REUTERS la difesa non è il nostro punto debole. Anche in questa stagione strana abbiamo subito le stesse reti di un anno fa». Che succede a Immobile? «Anche Aubameyang l’anno scorso aveva faticato e ora va a mille. Non è facile ambientarsi in Bundesliga. Qui il gioco è meno tattico ma è più veloce. Incide anche la nuova lingua: io e Aubameyang lo stiamo aiutando visto che parliamo l’italiano. Tuttavia Ciro si sta impegnando molto. Ha stoffa chi vince la classifica marcatori in Italia e ho molta fiducia in lui». Klopp come vi aiuta? «Dando fiducia a tutti. Questo Borussia è a sua immagine e somiglianza e cerca sempre di imporre il proprio gioco. Esattamente quello che ci ripromettiamo di fare a Torino, pur sapendo che la Juve è la squadra italiana più forte e schiera tanti giocatori al top come Pirlo e Pogba». ESTATE 2011 ESPERIENZA TEDESCA Un anno al Werder, poi l’approdo al Borussia, con cui vince la Supercoppa di Germania. È pronto a marcare Tevez o Morata? «L’Apache l’ho incrociato con la Grecia, ma non ci ho mai giocato contro. Morata invece l’ho affrontato l’anno scorso con il Real: sono entrambi molto forti». Un suo pronostico? «50 % pari. Ci siamo ripresi, possiamo farcela». Ritroverà Pirlo. «L’ho conosciuto nel suo ultimo anno al Milan. Uno dei migliori nell’ultimo decennio nel ruolo. È anche un grande uomo: ricordo come a Milanello fosse disponibile con tutti». In quel Milan non trovò grandi spazi. «Quella era una grandissima squadra: con Ibra, Seedorf, Robinho e Ronaldinho. Io avevo davanti un idolo per me come Nesta così come il bravissimo Thiago Silva. Ho imparato tanto da tutti. Anche se in seconda fila». 11 Nel 2011 arriva Mexes, poi una sterile girandola di difensori. «Tutto il livello della rosa rossonera è calato. Come l’intero calcio italiano è in evidente crisi tecnica. Sono andati via troppi big, l’unica a non risentirne è proprio la Juve che invece ha saputo attrezzarsi». La A non ha più grandi difese. «E’ solo un problema generazionale: non a caso Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini fanno ancora la differenza. Di sicuro in Italia si difende meglio che altrove: in A ho imparato tanto». Avrà di fronte Allegri, l’allenatore che l’ha bocciata. «Lui mi parlava tanto, mi spronava. Poi mi lasciava fuori. Ho chiesto io di andare via: a 22 anni volevo giocare. Quella sconfitta mi fatto crescere. E credo che le successive esperienze in rossonero siano servite anche a lui. Non era facile sostituire Conte, lo sta facendo bene». Nel 2013 l’ha cercata la Juve... «Non ho avuto offerte dirette. So solo che sono contentissimo di aver scelto Dortmund: sto bene e i programmi sono ambiziosi». ALLEGRI MI SPRONAVA MA POI MI LASCIAVA FUORI ORA È PIÙ ESPERTO ANCHE LUI SU ALLEGRI SUO ALLENATORE AL MILAN E i 20 milioni dell’Arsenal? «Ho un contratto sino al 2018 e intendo rispettarlo». C’è tanta Grecia in serie A. «Mi fa piacere che tanti miei compagni si stiano facendo rispettare da voi. Soprattutto quelli della Roma». Perché Ranieri ha fallito? «Dopo un bel Mondiale e l’addio di Karagounis e Katsouranis abbiamo perso troppi punti di riferimento: non mi sento di dare colpe a Ranieri. È una bravissima persona, s’è trovato in una situazione troppo complicata». © RIPRODUZIONE RISERVATA 12 Serie A R 24a giornata LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT LE PAGELLE di S.CIE. MAURICIO HORROR KEITA PUNGE VAZQUEZ GENIALE BARRETO EVAPORA LAZIO CANDREVA 7,5 Il gol con cui decide la partita è una perla assoluta. E non si limita a quella. Sulla fascia, ma anche accentrandosi, manda sempre in crisi la difesa ospite (Onazi s.v.). 1 NON SOLO CANDREVA Salti, barelle e dita mozzate: quando esultare fa un male boia 1 PALERMO (3-5-2) Sorrentino; Terzi, Gonzalez, Andelkovic; Morganella (dal 40’ s.t. Rispoli), Quaison (dal 30’ s.t. Belotti), Jajalo, Barreto, Lazaar (dal 25’ s.t. Daprelà); Vazquez, Dybala. (Ujkani, Milanovic, Vitiello, Ortiz, Emerson, Della Rocca, Chochev, Bentivegna, Joao Silva). ALL. Iachini. ESPULSI Barreto al 50’ s.t. per doppia ammonizione (entrambe gioco scorretto). AMMONITI Quaison, Jajalo e Rispoli per g.s. BARICENTRO MOLTO BASSO 47 M. CAMBI DI SISTEMA dal 30’ s.t. 3-4-1-2. La rete di Stefano Mauri, 35 anni, che aveva portato all’1-1 LIVERANI ARBITRO Di Bello di Brindisi. NOTE paganti 9.816, abbonati 17.370, incasso e quota n.c. Tiri in porta: 9-6. Tiri fuori: 7-2. In fuorigioco: 4-1. Angoli: 6-2. Recuperi: p.t. 0’; s.t. 6’. Mauri-Candreva il Palermo balla la Lazio rimonta ● 1 Candreva segna al Palermo, nell’esultare sotto la curva scivola, sbatte il ginocchio sul cemento e si fa male 2 Bonaventura festeggia in Milan-Cesena: inciampa ma senza conseguenze 3 Martin Palermo si infortuna esultando in maglia Villarreal AFP KOMUNICARE 2 1Avanti con Dybala, i siciliani dietro sono fragili: Pioli sorpassa, Zamparini s’arrabbia con Iachini 5,5 IL MIGLIORE VAZQUEZ 7 Giocate geniali ed efficaci, sempre a testa alta, come quella che Dybala non trasforma nel 2-0. Sfiora il gol con un pregevole pallonetto, ne salva uno su Mauri. SORRENTINO 6,5 Nega per due volte il gol a Candreva, ma sul terzo tentativo non può nulla. TERZI 5,5 Un esterno atipico come Mauri non è facile da controllare. E infatti paga dazio. G. GONZALEZ 5 Provoca un rigore (che l’arbitro non vede), troppo spesso in affanno. ANDELKOVIC 5,5 Cerca di cavarsela col mestiere, sparisce nel finale. MORGANELLA 6 Alterna iniziative interessanti a black-out improvvisi (Rispoli s.v.). QUAISON 6,5 Ottimo primo tempo, con la gemma dell’assist a Dybala. Si appanna nella ripresa. BELOTTI 5,5 Iachini gli chiede il guizzo spacca-partita, ma lui si perde nel traffico. JAJALO 6 Poco appariscente, molto efficace nel dettare i tempi della manovra. Ma pure lui cala alla distanza. BARRETO 5 Si perde Candreva sul 2-1. Poi, nel recupero, lascia pure la squadra in dieci. LAZAAR 6,5 Grande primo tempo, ha il solo torto di non capitalizzare al meglio l’occasione che ha prima dell’intervallo. DAPRELA’ 5,5 Troppo timido, non riesce ad entrare in partita. DYBALA 6,5 Freddo e spietato in occasione del gol, troppo sicuro in quella del mancato raddoppio. ALL. IACHINI 5,5 Buon Palermo per un’ora, poi sbaglia i cambi, specie quello Quaison-Belotti. DI BELLO Sullo 0-0 non vede un rigore per la Lazio: lo sgambetto di Gonzalez a Parolo era da punire. Convincono poco pure certe decisioni a metà campo nel secondo tempo. POSADO 6 - MARZALONI 6 CALVARESE 5 - ABBATTISTA 6 5 PALERMO LAZIO (4-3-3) Marchetti; Cavanda, De Vri, Mauricio, Radu; Cataldi, Biglia (dal 15’ s.t. Ledesma), Parolo; Candreva (dal 37’ s.t. Onazi), Klose (dal 30’ s.t. Keita), Mauri. (Berisha, Strakosha, Novaretti, Cana, Braafheid, Ederson, Perea). ALL. Pioli. ESPULSI nessuno. AMMONITI Parolo, Radu e Mauricio per g.s. BARICENTRO BASSO 49,7 M. CAMBI DI SISTEMA dal 37’ s.t. 4-3-2-1. IL MIGLIORE PALERMO 2 PRIMO TEMPO 1-1 MARCATORI Dybala (P) al 26’, Mauri (L) al 33’ p.t.; Candreva (L) al 33’ s.t. 6,5 MARCHETTI 6,5 Grande intervento su Lazaar. Attento su Vazquez e Morganella. CAVANDA 6 Brutto errore in avvio, ma poi esce bene alla distanza. DE VRIJ 6 Efficace anche se grossolano il salvataggio su Vazquez. MAURICIO 4,5 Clamoroso l’errore che determina l’1-0. Ha il merito di non scomporsi. RADU 5,5 Bene davanti (entra nell’azione dell’1-1), dietro invece commette due errori gravi. CATALDI 6 L’assist a Mauri e altre buone iniziative, ma anche qualche pausa di troppo. BIGLIA 5,5 La febbre lo mette k.o. prima ancora di iniziare. Non può dare il solito apporto. LEDESMA 6,5 Entra bene in partita. Prezioso nel finale quando c’è da congelare il risultato. PAROLO 6,5 Moto perpetuo senza mai perdere la lucidità. Quanti palloni recuperati. KLOSE 6 Non trova il gol, ma fa pesare il suo carisma nei momenti importanti. B. KEITA 6 La sua freschezza è utilissima per l’assalto finale. S. MAURI 7 Colpo da biliardo per l’ottavo gol di questo campionato. E’ il suo record. E Vazquez gli nega la doppietta. ALL. PIOLI 7 Nonostante assenze (ben cinque) e avversità varie la Lazio va. Cambi giusti al momento giusto. LAZIO Stefano Cieri ROMA A ncora Candreva, e la Lazio torna a sognare la Champions. Dopo il cucchiaio di Udine il romano regala altri tre punti d’oro alla sua squadra con un gol da campione, cui fa seguito un’esultanza fantozziana. Che però, alla fine, rende unico il suo pomeriggio. Perché non capita spesso di farsi male (pare senza conseguenze) per eccesso di gioia. CHE CARATTERE Un’esultanza «preterintenzionale» da capire, tuttavia. Perché la Lazio in generale e Candreva in particolare inseguono e alla fine ottengono il secondo successo consecutivo grazie a un carattere grande così. Contro un Palermo che, pure all’Olimpico, si rivela ottima squadra ma con una fase difensiva problematica (e il presidente Zamparini alla fine tirerà le orecchie a Iachini per non aver confermato la difesa a quattro), i biancocelesti vanno sotto, rischiano il colpo del k.o., restano in piedi e con pazienza e tenacia ribaltano - meritatamente - il risultato. Priva di cinque titolari e con un Biglia a mezzo servizio causa febbre (uscirà dopo un’ora) la squadra di casa deve arrangiarsi. Lo fa con intelligenza, senza scomporsi nonostante un rigore negato sullo 0-0 (Gonzalez su Parolo) e un gol regalato agli avversari (Mauricio la fa grossa). Soffre anche, la Lazio, ma poi sale in cattedra negli ultimi venti minuti quando i giochi si decidono dopo il botta e risposta di Dybala e Mauri. EQUILIBRIO E ORRORI Per oltre un’ora, in effetti, la gara è in assoluto equilibrio. Lazio e Palermo la giocano a viso aperto, confermando di essere entrambe belle dalla cintola in su, molto meno quando c’è da difendersi. La Lazio cerca di sfondare sulle fasce con i tandem Candreva-Cavanda e Mauri-Radu. In mezzo però prevale la densità del Palermo e davanti Vazquez e Dybala sono sempre in agguato. Ma anche Quaison e Lazaar rompono il gioco e ripartono in un amen. È proprio lo svedese di origini ghanesi, in pressing, a provocare il macroscopico errore di Mauricio da cui nasce l’1-0 degli ospiti. Innescato da Quaison, l’argentino arriva tutto solo davanti a Marchetti e lo fredda. E un minuto HANNO DETTO «MATURITÀ E INTELLIGENZA IN UNA GARA DIFFICILE: PER L’EUROPA È LA STRADA GIUSTA» STEFANO PIOLI TECNICO DELLA LAZIO «PERSEVERARE CON LA DIFESA A TRE È DA STUPIDI E LA STUPIDITÀ MI FA ARRABBIARE» MAURIZIO ZAMPARINI PRESIDENTE DEL PALERMO dopo, con una Lazio in stato confusionario, potrebbe chiudere i giochi, ma spedisce alto l’assist al bacio di Vazquez. Arriva invece il pari di Mauri con un tocco felpato in area piccola su assist di Cataldi (ottavo gol stagionale per il capitano: record personale). Iachini giustamente si rammarica. E non è tutto, perché poco prima dell’intervallo i rosanero sprecano una doppia ghiotta occasione per tornare in vantaggio (Marchetti salva su Lazaar, poi De Vrij respinge il pallonetto di Vazquez). Ma il Palermo paga soprattutto un finale di partita in cui progressivamente sparisce dal campo. MOSSE DECISIVE Sì, perché l’inerzia della gara, in equilibrio per settanta minuti (anche la Lazio ha le sue occasioni, con Candreva e Klose), si spezza negli ultimi venti. Decidono la migliore condizione e la maggiore determinazione dei padroni di casa, ma anche i cambi degli allenatori. Pioli butta dentro prima Ledesma che organizza la manovra meglio del febbricitante Biglia, quindi Keita che ravviva il gioco d’attacco. Iachini, invece, prova a vincerla inserendo una punta (Belotti) per un centrocampista (Quaison), ma finisce per perderla. Perché la sua squadra, già in debito di ossigeno, si allunga pure, lasciando alla Lazio troppi spazi. Nei quali si infilano a meraviglia gli uomini più esperti di Pioli. Mauri va vicino alla doppietta di testa su cross di Candreva. Klose, prima di uscire, sfiora la traversa. Ma è Candreva quello che le gambe e la mira giuste. Ci prova due volte e Sorrentino si supera, ma al terzo tentativo fa bingo. Con un gol da top-player (esultanza a parte). © RIPRODUZIONE RISERVATA 1Ieri il laziale e Bonaventura sono cascati, Palermo si ruppe una gamba, Serena si ustionò 3 Vincenzo Cito S egno, quindi esulto. Una volta se la cavavano con la manina sventolata verso il pubblico, oggi si fanno proprio male. Prima di Candreva - e ieri ha rischiato anche Bonaventura, come Bonucci una settimana prima - hanno imperversato veri e propri miti. Il più grande di tutti? Martin Palermo, una gloria nazionale in Argentina, in Europa ricordato soprattutto per i tre rigori tre sprecati in una partita col Villarreal e per come buttò via una stagione dopo una rete, fratturandosi tibia e perone per l’impatto con un cartellone pubblicitario. Se l’è cavata per fortuna con meno danni ieri Candreva, scivolato sotto la curva e poi uscito. In tv si è bec- cato pure la battuta del tecnico Stefano Pioli «Spero succeda ancora, vorrà dire che avrà segnato un altro gol». Gli allenatori però dovrebbero essere gli ultimi a parlare. Nel 2008 Ilario Castagner, nell’esultare per la promozione in A del Perugia, si lesionò il tendine d’Achille della gamba destra. E vogliamo parlare di quelli che dovrebbero proteggere l’integrità fisica degli altri e non sanno badare alla loro? Mondiale 2014: l’Inghilterra segna all’Italia e viene portato fuori in barella il fisioterapista Gary Lewin che festeggiando si è lesionato la caviglia sinistra PERICOLI E SFORTUNA Per fortuna ci sono gli specialisti, quelli che non si fanno mai male come lo era Martins, il re delle capriole, tutte perfettamente eseguite. Il guaio sono gli imitatori: l’argentino Espindola cercò di fare altrettanto, si fece male alla caviglia e gli annullarono pure il gol. Peggio andò a Paulo Diogo che si aggrappò alla rete di recinzione dopo un gol col Servette, rimanendovi impigliato con la fede nuziale. Nel ricadere giù perse due falangi dell’anulare, poi amputato. E si beccò anche il giallo. Pura iella quella di Aldo Serena che in nazionale, nel 1986 ad Avellino, travolto dall’affetto dei compagni dopo un gol alla Germania si ustionò la coscia scivolando sulle linee del campo, tracciate in calce viva. Perché spesso il pericolo maggiore può arrivarti proprio dagli amici come capitò a Quagliarella dopo un gol al Catania. Schizzato dalla panchina per esultare con lui, Storari gli prese la testa e non voleva più mollargliela. Alla fine comunque si convinse. © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 13 14 Serie A R 24a giornata LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Doppietta di Big Mac Empoli, scatto salvezza Il Chievo è ipnotizzato 1Apre Rugani, poi si scatena l’attaccante: toscani al quarto risultato utile di fila. Maran mischia le carte ma gialloblù spenti EMPOLI 3 CHIEVO 0 PRIMO TEMPO 1-0 MARCATORI Rugani al 22’ p.t.; Maccarone al 1’ e al 22’ s.t. EMPOLI (4-3-1-2) Sepe; Hysaj, Tonelli, Rugani, Rui; Vecino (dal 37’ s.t. Signorelli), Valdifiori, Croce; Saponara (dal 13’ s.t. Zielinski); Maccarone (29’ s.t. Mchedlidze), Tavano. PANCHINA Pugliesi, Bassi, Laurini, Barba, Somma, Verdi, Brillante, Pucciarelli. ALL. Sarri. CAMBIO DI SISTEMA nessuno. BARICENTRO MEDIO 52,2 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI nessuno. CHIEVO (3-4-1-2) Bizzarri; Dainelli, Gamberini, Zukanovic; Schelotto, Izco, Radovanovic (dal 19’ s.t. Fetfatzidis), Hetemaj; Birsa (dal 1’ s.t. Paloschi); Meggiorini (dal 19’ s.t. Pellissier), Botta.PANCHINA Bardi, Seculin, Mattiello, Cesar, Sardo, Biraghi, Cofie, Pozzi. ALL. Maran. CAMBIO DI SISTEMA dal 30’ p.t. al 4-4-2; dal 1’ s.t. al 4-3-3. BARICENTRO BASSO 48,8 M. ESPULSI nessuno. AMMONITI Radovanovic e Botta per g.s. ARBITRO Tagliavento di Schio. NOTE paganti 1.137, incasso di 9.456 euro, abbonati 6.201, quota di 40.135,83. Tiri in porta: 5-3. Tiri fuori: 6-6. In fuorigioco: 0-8. Angoli: 3-9. Recuperi: 1’ p.t.; 2’ s.t. pevolezza del da farsi dalla metà campo in su. Nella stessa giornata, i padroni di casa ritrovano un eccellente Vecino, autore di due splendidi assist per i gol di Maccarone, e un Croce tutto sostanza, cui non pesa affatto il lavoro di facchinaggio in fase difensiva. E così si spengono tutte le luci in casa Chievo, che tradisce in pieno la fama di squadra scomoda per tutti: nel tentativo di sorprendere, passando dal 43-1-2 (con Birsa arma tattica sulla trequarti) al 4-4-2 fino al 4-3-3 finale della disperazione, Maran finisce presto nel tunnel, ipnotizzato dal possesso palla toscano (63,3%) e sorpreso dalle verticalizzazioni di Valdifiori e compagni (ben 205 contro 134, emblematiche quelle subite dopo l’intervallo), in coincidenza pure con la giornata no di molti fedelissimi, da Zukanovic a Radovanovic, da Hetemaj a Izco, ieri deludenti in un contesto di assoluto grigiore. Per stessa ammissione del tecnico. Massimo Maccarone, 35 anni, festeggiato dai compagni ANSA Alessio D’Urso INVIATO A EMPOLI E ffetto Rugani. Effetto Maccarone. La somma produce una vittoria strameritata. Una dittatura di 90’. Sono i gol del golden boy della difesa e dell’esperto Big Mac, così belli da sembrare facili quando invece non lo sono per niente, la chiave e insieme la sintesi del netto successo dell’Empoli sull’irriconoscibile Chievo. Due squadre separate ieri da un abissale divario tecnico. I lampi da salvezza illuminano il cammino dei toscani e accecano gli avversari lungo il sentiero del match: il sigillo di Maccarone vuole es- sere, in più, lo sfoggio di classe di un attaccante a segno da quattro giornate di fila, simbolo della più bella provinciale di questo campionato. AVANTI TUTTA Sono tre punti pesanti per come arrivano e per quello che dicono: l’Empoli è una gioia per gli occhi, vede all’orizzonte la salvezza assumere più nitide fattezze e costringe gli avversari a un’attenta riflessione dopo le due vittorie di fila su Parma e Sampdoria. Fedeli al loro credo, gli angeli dalla faccia sporca di Sarri applicano con sempre maggiore incisività il calcio in libertà del loro allenatore, tutto brio, inserimenti dei centrocampisti e perfetta consa- CAPOLAVORI I gol sono tutti piccoli capolavori di talento e velocità d’esecuzione. Il solito assist di Valdifiori per la testa vincente di Rugani, un mammasantissima sulle palle alte. Poi le intuizioni felici di Vecino per il destro caldo di Maccarone fanno il resto: sotto la traversa e in diagonale sul palo più lontano, i colpi vincenti dell’attaccante. Un’altra partita perfetta di un gruppo al quarto risultato utile consecutivo (due vittorie e due pareggi) che dispone di un ampio repertorio e che ai naviganti nei mari tempestosi della salvezza sembra voler dire: noi dell’Empoli vi salutiamo, voi buttate le scialuppe a mare e si salvi chi può © RIPRODUZIONE RISERVATA LE PAGELLE di A.D’U. VECINO, CHE ASSIST. VALDIFIORI SHOW MEGGIORINI LOTTA, PELLISSIER GRIGIO EMPOLI 7,5 CHIEVO 5 IL MIGLIORE IL MIGLIORE MACCARONE MEGGIORINI 6 7,5 Implacabile sottoporta, destro d’alta scuola. A segno da 4 gare di fila, l’ultima volta gli era capitato nel maggio 2007 a Siena. Cinque degli ultimi 7 gol empolesi sono suoi. L’ultimo ad arrendersi, spinge sempre il Chievo. Crea due occasioni e lotta finché può con i giganti Rugani e Tonelli. Assist per Paloschi, fiore nel deserto. SEPE 6 Rischia in disimpegno nel primo tempo, più sicuro nella ripresa. Stoppa Pellissier nel finale. HYSAJ 6,5 Il solito casellante inflessibile sulla fascia. TONELLI 6,5 Faccia severa, anticipo da giaguaro. Sicuro. RUGANI 7 A lui tocca il ruolo di narciso: gol in bello stile, non solo tackle e respinte. MARIO RUI 7 Polizza di rendimento, non ne sbaglia una. Chiusura importante su Botta. VECINO 7 Appannato nell’ultimo periodo, rivede una luce fortissima: che assist per i gol di Maccarone. (Signorelli s.v.) VALDIFIORI 6,5 Suo il cross per la testa vincente di Rugani, 70 passaggi positivi: il solito spettacolo. CROCE 6,5 Importante per il suo lavoro difensivo, ci mette cuore e intelligenza. SAPONARA 6 Rientro positivo dopo 2 turni. Dialoga spesso con Big Mac. ZIELINSKI 6 Tanta corsa e un po’ di ruggine. Ci prova dalla distanza. MCHEDLIDZE 5,5 Qualche sponda, impegno innegabile. Non incide. TAVANO 5 Preferito a Pucciarelli, non ripaga la fiducia. Gli manca il gol. Ne divora uno. ALL. SARRI 7 Empoli straripante palla a terra. Battuto due volte in passato 3-0 da Maran, si prende pure una rivincita. BIZZARRI 6 Allunga le manone sul tracciante di Saponara, nulla può sui gol. DAINELLI 5,5 Sorpreso anche lui da Rugani. GAMBERINI 5 Partecipa al patatrac di una difesa incerta, a malpartito con la velocità dei toscani. ZUKANOVIC 4,5 Partita in sofferenza. Soverchiato da Vecino, perde 20 palloni e l’amor proprio. SCHELOTTO 5,5 Irretito da Mario Rui e Croce, valica la metà campo senza lasciare il segno. IZCO 5,5 L’«Arsenio Lupin» dei palloni rubati perde lo smalto delle giornate migliori. RADOVANOVIC 5 Anche lui in confusione, soffre assai in mezzo. FETFATZIDIS 6 Spinge in attacco con generosità, andava inserito prima. HETEMAJ 5 Attacca e difende male, perde distanze e contatto con la realtà. BIRSA 6 Svaria sulla trequarti. Sacrificato per esigenze tattiche. PALOSCHI 5 Un tiro potente, ma centrale. L’assist di Meggiorini meritava ben altro finale. PELLISSIER 5 Un rasoterra nei titoli di coda. Nient’altro. BOTTA 5 Occasione sprecata. Salterà il Milan. ALL. MARAN 5 Il Chievo più brutto in 4 mesi di gestione. Poca lucidità. 6,5 TAGLIAVENTO Partita facile, pomeriggio di relax. Nemmeno un minuto di recupero, gialli condivisibili. DI LIBERATORE 6,5-RANGHETTI 6,5 FABBRI 6,5-MANGANIELLO 6,5 Serie A R 24ª giornata FIORENTINA 1 TORINO 1 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT LE PAGELLE di L. CAL. CONFERMA BADELJ, AQUILANI ARRUGGINITO JANSSON NON SFIGURA, PADELLI ALZA IL MURO PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Salah (F) al 40’, Vives (T) al 42’ s.t. FIORENTINA FIORENTINA (3-4-2-1) Tatarusanu; Tomovic, Rodriguez, Basanta; Rosi (dal 10’ s.t. Joaquin), Badelj, Aquilani, Vargas; Diamanti (dal 20’ s.t. Salah), Ilicic; Babacar (dal 33’ s.t. Gilardino). PANCHINA Rosati, Lazzari, Kurtic, Savic, Pasqual, Pizarro, Richards, M. Fernandez, Gomez. ALLENATORE Montella. CAMBI DI SISTEMA dal 33’ s.t. 4-3-3 BARICENTRO MOLTO ALTO 60, 3 M AMMONITI Diamanti per g.s. ARBITRO Guida di Torre Annunziata. NOTE paganti 3.928, incasso di 83.680 euro, abbonati 23.160, quota di 385.150. Tiri in porta 4-5. Tiri fuori 12-3. Angoli: 8-1. In fuorigioco 2-4. Rec.i: p.t. 1’; s.t. 4’ L’esultanza di Alberto Gilardino, 32 anni, uomo assist e Mohamed Salah, 22, autore dell’1-0 RAMELLA Fiorentina gelata Salah la illude ma il Toro è Vives 1L’egiziano punge ma in 2’ è pari granata. Babacar spreca un rigore, Quagliarella furioso per il cambio Luca Calamai FIRENZE U na settimana da incubo. Panchina al White Hart Lane contro il Tottenham; macchina confiscata in piena notte sui Jviali di Firenze per guida senza patente e anche un rigore sbagliato contro il Torino. El Kouma Babacar non dimenticherà facilmente questo passaggio della sua carriera. Che non ridimensiona il valore del talento senegalese ma che impone al giovane viola di prendere atto che il suo percorso di crescita è da completare. Nonostante il rigore sbagliato dopo dieci minuti dal suo gioiellino (a proposito, perché dal dischetto 6 non si è esibito lo specialista Diamanti?) la Fiorentina arriva comunque a un passo dalla vittoria grazie a un’altra invenzione di Montella. Sempre più geniale nelle sue intuizioni dalla panchina. Nel finale il tecnico viola inserisce Salah e Gilardino al posto dei deludenti Babacar e Diamanti. E i due nuovi entrati al 40’ confezionano l’azione che sblocca la gara. Una triangolazione che permette all’egiziano di fulminare il portiere Padelli. Una magia che la squadra viola rovina beccando due minuti dopo il gol del pari con un contropiede del Torino chiuso da un destro di Vives. Dopo che Tatarusanu aveva compiuto un miracolo sulla prima conclusione di Maxi Lopez. Ma che errore dei vio- la concedere una ripartenza agli avversari con la partita in pugno. IL TURNOVER Finisce 1 a 1. Un risultato che produce due effetti, entrambi negativi, per la squadra di Montella: il sorpasso della Lazio e una bella occasione persa nella caccia al terzo posto. Non è facile, però, tenere la giusta intensità esibendosi ogni tre giorni. Dopo la grande notte di Europa League la Fiorentina si presenta con un altro volto in campionato. Ben otto giocatori diversi rispetto alla notte del Tottenham. Un turnover inevitabile ma pesante. Gente dell’esperienza di Pizarro o Borja Valero avrebbe saputo gestire con ben altra saggezza gli ultimi minuti di gara. Resta la soddisfazione da parte del club viola di aver operato con successo durante il mercato invernale. Salah, avuto per il momento in prestito gratuito dal Chelsea nell’ambito dell’operazione Cuadrado, si sta rivelando un giocatore decisivo e anche Gilardino può mettere sul piatto la sua esperienza. Visto che è uno che riesce subito a entrate nella gara può diventare l’Altafini di casa viola. Il Torino invece centra l’undicesimo risultato utile consecutivo. Nell’ultimo mese nessuno ha fatto meglio dei ragazzi di Ventura. Migliore in campo Padelli, bravo anche dopo il rigore poi bene Molinaro e Maxi Lopez sempre molto presenti, Martinez entrato nella gara con grande incisività e, naturalmente, Vives autore del gol del pareggio. La Fiorentina ha avuto più possesso palla ma, alla resa dei conti, i granata hanno avuto le stesse azioni da gol. Non a caso, Tatarusanu è stato uno dei migliori nella formazione di Montella. L’unico volto scuro tra gli ospiti è quello di Quagliarella che non ha gradito la sostituzione con Martinez (rivelatasi azzeccata). L’attaccante ha rifiutato di dare la mano a Ventura infilandosi dritto in panchina. Un segno di nervosismo incomprensibile per un elemento della sua esperienza. Ora Fiorentina e Torino dovranno voltare pagina. L’Europa League è dietro l’angolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA La coppia Diamanti-Ilicic fantasia ma anche fatica Guglielmo Longhi LA MOSSA L BABACAR PASSAGGIO ILICIC MOVIMENTO GDS a mossa funziona a metà: Montella cambia modulo e prova il doppio trequartista alle spalle di Babacar. Diamanti accanto a Ilicic: il primo si accentra partendo da sinistra e cercando di saltare il velocissimo Bruno Peres che per fermarlo nella prima mezz’ora deve limitare di molto la sua spinta sulla fascia. Se Peres viene superato, tocca a Maksimovic intervenire su Diamanti. Ilicic è molto mobile dalla parte opposta dove incrocia Molinaro e Moretti. Ma è dal lato di Diamanti che si sviluppa soprattutto l’azione dei viola. Bilancio contrastante il suo: 34 passaggi positivi (40 quelli di Ilicic), ma anche 19 palle perse, tre falli fatti, altrettanti quelli subiti. Ma un dato è significativo: un solo dribbling positivo per entrambi contro i 4 di Salah che resta in campo molto di meno. La dimostrazione che i due trequartisti si sono sacrificati anche in fase di 6 IL MIGLIORE SALAH PADELLI E’ il crack della partita. Gol pregevole e conclusione da cecchino: due reti con i primi tre tiri nello specchio della porta. Non male come impatto con la Serie A In area piovono da tutte le parti, non si fa prendere dalla frenesia. Para il terzo rigore in serie A (su 17) chiude lo specchio a Babacar anche sulla ribattuta. TATARUSANU 6,5 Chiamato a due soli interventi, entrambi su Maxi. TOMOVIC 6 Una mano ai compagni, tiene a bada Farnerud. GONZALO RODRIGUEZ 6,5 Si scambia con Basanta le punte, evita sulla riga il gol. BASANTA 6 Va a nozze quando incoccia in zona con Quagliarella. ROSI 5,5 Gioca pochi palloni, non per colpa sua. JOAQUIN 5,5 Entra per Rosi, affonda con i compagni sul contropiede del pareggio granata BADELJ 6 Taglia e cuce a centrocampo, si cerca il rigore. AQUILANI 5,5 Torna dopo un paio di mesi di ruggine. Il gioco non transita dalle sue parti VARGAS 5,5 Spinge Pasqual in panchina. Pochi palloni sul binario, perde tempo dietro a Peres. DIAMANTI 5,5 Nervosetto, ammonito per proteste, galleggia tra la linee, non incide ILICIC 6 Come Diamanti: Moretti è un osso duro. BABACAR 5,5 Si danna, mette in affanno la difesa, rovina tutto con un rigore calciato malissimo. GILARDINO 6 Gioca poco ma il suo ingresso non è mai banale. Sponda e assist a Salah sul gol. ALL. MONTELLA 6 Festeggia le 100 in campionato sulla panchina viola con un’alchimia tattica. MAKSIMOVIC 5,5 Fatica: timido dopo il brutto avvio con l’Athletic JANSSON 6 Torna in campo dopo due mesi, si fa il mazzo per fermare il furetto Babacar, sbanda su Salah. MORETTI 6 Deve dar fondo a tutte le energie e l’esperienza per frenare Ilicic, tagliato fuori sul gol viola. PERES 5 Spinge poco, e il sinistro è da registrare. BENASSI 5,5 Sciupa un contropiede, offre il fianco per il rigore su Badelj, si riscatta correndo per due. GAZZI 6 Prova a dar manforte a Vives e Farnerud puntellando il centrocampo. VIVES 6 Deve fare il guerriero. Rischia il rosso dopo 10 minuti, gol pesantissimo. FARNERUD 5,5 Va a cozzare con Tomovic quando non deve farsi in quattro da mediano davanti alla difesa. (AMAURI s.v.) MOLINARO 6,5 Buona prova su Rosi dopo il buon giovedì di Coppa. MAXI LOPEZ 6 Prima da titolare in campionato, due palloni giocabili, uno è assist l’altro ci pensa il portiere QUAGLIARELLA 5,5 Un colpo di tacco, fiacco nel pressing, lento. MARTINEZ 6,5 Da una sua giocata la palla gol più pericolosa della partita, salva sulla linea Gonzalo. ALL. VENTURA 6 Porta a casa un punto prezioso con il turnover. 7 GUIDA Esagera sul rigore concesso con generosità, sbaglia un minuto dopo su Vives che placca Ilicic all’ingresso in area, solo giallo, meritava il rosso. Confuso in altri giudizi. MUSOLINO 6 GAVA 6 DAMATO 6 PEZZUTO 6 5 Montella: «Meritavamo 3 punti» Ventura: «Il pareggio è giusto» ● FIRENZE Maledetto contropiede. Vincenzo Montella ha piu di un rammarico per come la sua squadra si è fatta raggiungere nel finale dopo il vantaggio appena trovato. «Abbiamo gestito male quella situazione spiega il tecnico della Fiorentina-, c’è amarezza perché abbiamo provato a vincere più del Torino pur non avendo la solità continuità di gioco. Dispiace, meritavamo questi tre punti». La rotazione dell’undici titolare è stata quasi totale rispetto a Londra. Otto i cambi. «Lo rifarei - prosegue Montella quando si gioca il giovedì cambiare poi è fisiologico». Chiusura su Babacar. «Ha fLA SFIDA AI RAGGI X copertura. Il Torino va in difficoltà nel primo tempo, si chiude, affidando a Vives, schierato davanti alla difesa, il compito di far ripartire l’azione. Ma il play granata è disturbato non poco dai due trequartisti viola. Risultato: il Toro resta a lungo schiacciato nella sua metà campo e limita al minimo le spinte in avanti, puntando soprattutto sul lancio lungo a scavalcare il centrocampo, proprio il tipo di gio che non vuole Ventura. I movimenti dei tre giocatori offensivi sono continui: Diamanti a volte va a a fare il centravanti al posto di Babacar che arretra di una ventina di metri sulla sinistra. Ilicic si accentra di meno, ma quando lo fa (succede al 10’ del primo tempo) costringe Vives a rischiare il rigore con un intervento al limite dell’area. TORINO IL MIGLIORE 7 TORINO (3-5-2) Padelli; Maksimovic, Jansson, Moretti; Peres, Benassi (dal 30’ s.t. Gazzi), Vives, Farnerud (dal 41’ s.t. Amauri), Molinaro; Quagliarella (dal 20’ s.t. Martinez), Maxi Lopez. PANCHINA Castellazzi, Ichazo, Darmian, Perdomo, Glik, Masiello, Basha. ALLENATORE Ventura. CAMBI DI SISTEMA dal 41’ s.t. 4-3-3. BARICENTRO MOLTO BASSO 40,3 M AMMONITI Vives, Moretti, Benassi e Peres per gioco scorretto DIAMANTI 15 VIVES OVUNQUE Nel secondo tempo il Torino comincia a farsi vedere nella metà campo viola e allora il compito dei trequartisti diventa più complicato, dovendo seguire almeno nella fase iniziale due esterni veloci come Peres e Molinaro. Nell’ultima mezz’ora Montella si gioca la carta Salah per Diamanti. Ora si sta giocando sotto ritmo e al Torino va bene così. Ilicic, poi, comincia ad essere stanco mentre Salah, dopo aver faticato a entrare in partita, va a segno dopo un ottimo scambio con Gilardino. L’egiziano conferma di avere già un’ottima intesa col centravanti di turno: Babacar contro il Sassuolo, Gilardino ieri. Il pareggio premia la partita di Vives: 37 passaggi ok, 10 palle recuperate. © RIPRODUZIONE RISERVATA pagato quel rigore sbagliato in avvio, un errore che forse lo ha condizionato. Il rigorista comunque era lui». Dopo Gonzalo Rodriguez e Mario Gomez, Babacar è il terzo viola a fallire dal dischetto in questo campionato. «Abbiamo affrontato una squadra forte e in salute - replica Ventura, tecnico del Torino - ma il pareggio per me è meritato. Abbiamo concesso poco ai viola mentre abbiamo avuto 45 situazioni importanti che dovevamo sfruttare meglio. Ci è mancata la lucidità necessaria per farlo. Sono comunque orgoglioso e soddisfatto della mia squadra». Giovanni Sardelli © RIPRODUZIONE RISERVATA 11 ● Le palle recuperate da Badelj, che è al primo posto tra i viola (con Gonzalo Rodriguez, Rosi e Diamanti) anche come numero di falli fatti: 3 71 ● I palloni giocati Maksimovic, al primo posto davanti a Vives (62). E’ Maxi Lopez il granata ad avere tirato di più in porta: due conclusioni. 16 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Serie A R Posticipi 24a giornata 17 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Zola e Mancini se la giocano di tacco 1Cagliari-Inter sfida dal sapore british fra due tecnici ex grandi numeri 10 di Serie A GIANFRANCO DIVENTÒ COSÌ «MAGIC BOX» TUTTO ROBERTO NELL’ISTINTO DI QUEL COLPO ● È il 16 gennaio del 2002, il Chelsea sfida il Norwich. Calcio d’angolo dalla destra, Gianfranco Zola anticipa tutti sul primo palo e con il destro si inventa un colpo di tacco eccezionale che supera il portiere avversario. La giocata al volo diventa uno dei gol più belli di sempre. ● Anche per Roberto Mancini tutto nasce da un calcio d’angolo. Era il 18 gennaio 1999, partita Parma-Lazio. Calcio d’angolo dalla sinistra, il Mancio va incontro al pallone sul primo palo e quasi con una giravolta inventa un tacco che finisce giusto sotto la traversa. IL PALMARES Matteo Brega ZOLA U INVIATO AD APPIANO GENTILE (COMO) DA GIOCATORE 1989-90 Scudetto 1 Supercoppa italiana 1990 1 Fa Cup 2 1996-97, 1999-2000 Coppa di Lega inglese 1997-98 1 Community Shield 2000 1 Supercoppa europea 2 Coppa Uefa 1993, 1998 1994-95 1 Coppa delle Coppe 1997-98 1 CENTIMETRI Gianfranco Zola, 48 anni, allena il Cagliari da dicembre. Ha preso il posto di Zdenek Zeman MANCINI n colpo di tacco è una virgola disegnata con i piedi. Questa volta quella virgola non divide, unisce. Gianfranco Zola e Roberto Mancini si sfidano per la prima volta in Italia da tecnici. Idealmente mantenendo il numero 10 sulle spalle, un autografo sulla qualità del calcio che hanno portato in giro per anni. L’emblema che li accomuna è proprio un colpo di tacco, i due gol che simboleggiano la carriera di ciascuno. LA SFIDA «Sono contento che sia tornato in Italia – ha detto il tecnico di Jesi - sta facendo bene e mi fa piacere incontrarlo». C’è da affrontare un Cagliari che non vince da un mese (24 gennaio col Sassuolo), ma che rimane «una squadra abbastanza solida e difficile da battere, come tutte le sue squadre». Obiettivo interista, migliorare l’aspetto difensivo: «Ranocchia ha un problema al ginocchio da tre settimane. Cerchiamo le colpe dei singoli quando invece è di tutti, anche mia. I miei primi 100 giorni? Belli e faticosi. Vedere la squadra che migliora pian piano dà soddisfazione». «Dobbiamo forzare l’Inter e metterla in una situazione a lei non congeniale – ha risposto Zola -. È anche una squadra che concede qualcosa». TACCHI D’AUTORE A distanza di tre anni, entrambi nel mese di gennaio. Prima è il Mancio, nel SMORFIA NAZIONALE A legarli, 1999, a saltare su quel pallone a in passato, pure un rapParma vestendo la maglia della porto poco appaganLazio. Nel 2002 tocca a Zola te con la Nazionale. con il Chelsea contro il Zola: espulso al Norwich (Fa Cup). Come riscrivere la storia da un anoni- GIANFRANCO ZOLA Mondiale Usa del mo corner. Si ritrovano oggi ALLENATORE DEL CAGLIARI 1994 per un fallo in panchina, Gianfranco e enigmatico ed Roberto, in quei pochi metri errore dal diquadri dell’area tecnica che schetto a Euro ‘96 da giocatori sarebbero bastain Inghilterra contro la Gerti per liberare la fantasia. In mania che costò l’eliminaziocomune hanno molto, come ne. Unico comune denomiil passato british. Zola ha vinnatore il numero 21, lo vestito con il Chelsea per 7 anni, va a Boston come a Manchela sua maglia numero 25 non ster. Mancini con l’azzurro è stata mai più usata (uffinon sfondò mai, pagò ancialmente sarebbe disponibi- ROBERTO MANCINI che per il carattere poco pole), si è meritato un sopran- ALLENATORE DELL’INTER litically correct quando nel nome dagli orgogliosi inglesi 1987 venne punito per aver («Magic Box»), ha pure ricevuto il titolo di detto «Gli ultrà dovrebbero sfondare i cancelli Membro onorario dell’ordine dell’impero e andare a picchiare gli arbitri» dopo un’Atabritannico dalla Regina Elisabetta (come Da- lanta-Sampdoria. Niente Nazionale. vid Beckham e Mick Jagger) ed è stato definito uno dei 10 artisti del pallone dei campio- SI TORNA A... CAGLIARI La curiosità finale rinati inglesi (secondo a George Best). E in In- guarda il campo. Cagliari-Inter torna a... casa ghilterra ha iniziato ad allenare con West dopo cinque anni. A causa dei problemi di agibiHam e Watford. Mancini oltre Manica ha gioca- lità legati al Sant’Elia si è giocato a Trieste (due to poco (sprazzi col Leicester), ma ha contribui- volte) e a Quartu Sant’Elena (una). Trasferte to a forgiare il Manchester City «vincitutto» in grigie per l’Inter con due pareggi e una sconfitta. patria. In meno di quattro anni ha portato i Citi- L’ultima vittoria risale proprio all’ultima gara al zens a essere una delle squadre di ten- Sant’Elia, 1-0 nell’ottobre 2010 con gol di Eto’o. © RIPRODUZIONE RISERVATA denza. IN DIFFICOLTÀ L’INTER CONCEDE QUALCOSA LI PRESSEREMO IL PALMARES MANCINI DA GIOCATORE Scudetto Roberto Mancini, 50 anni, guida l’Inter da novembre. Ha sostituito Walter Mazzarri CAMPO E SOCIETA’ Niente Handanovic. Kovacic, quinta panchina? 1Il portiere k.o. per una botta al piede Mateo scalpita: ballottaggio con Shaqiri Moratti: «Nell’Inter non conto più nulla» APPIANO GENTILE I l Mancio decide in giornata. Certezze ne ha: Brozovic l’Equilibratore rientra di sicuro, Podolski (l’altro big senza Europa) è favorito su Palacio per affiancare Icardi. I LATERALI E KOVACIC Poi, le incertezze: Campagnaro regge un’altra gara? Dodò scalpita. E Santon? Di sicuro non pare ancora tempo per D’Ambrosio (convocato, con anche Andreolli), e quindi qualcuno dovrà sacrificarsi, per esempio pro- prio l’ex Newcastle a meno che non appaia Obi. In mezzo, Medel pare intoccabile e magari anche Guarin. E Kovacic? Probabilmente in panca un’altra volta (sarebbe la quinta di fila) a meno che Shaqiri non debba rifiatare. «Il futuro sarà basato su Kovacic - fa Mancio -, ma l’Inter di ora non può essere costruita attorno a lui. Non sarà felice per la situazione, come Hernanes». MORATTI E TOULALAN Intanto, ecco Massimo Moratti in un’intervista all’Equìpe. «Se ho ancora potere decisionale nell’In- ter? No: non decido più niente tranne che col potere di veto su alcuni temi, tipo siti di scommesse che non ho mai voluto fare. Perché ho lasciato? Era giusto: speravo fossero meno i soldi da mettere ma non diminuivano mai. La Milano del calcio? Per rinascere servono anni». Detto che ogni momento può essere buono per il tesseramento di Felipe (ma l’Inter potrebbe voler attendere il passaggio del turno in EL), eccoci ancora in Francia: il vicepresidente del Monaco Vasiliyev ha proposto a Jeremy Toulalan (in scadenza a giugno) un rinnovo biennale sfruttando una clausola che prevede l’opzione di allungamento fino al 2016. Ma sul regista l’Inter s’è mossa in anticipo ed è molto forte. © RIPRODUZIONE RISERVATA CAGLIARI (4-3-2-1) INTER (4-3-1-2) OGGI ore 21 ARBITRO Mazzoleni (4-1) 44 BRKIC 14 15 33 8 PISANO ROSSETTINI CAPUANO AVELAR 16 5 30 DESSENA CONTI DONSAH 20 EKDAL 11 PODOLSKI 7 COSSU 90 COP 9 ICARDI 91 SHAQIRI 77 18 13 BROZOVIC MEDEL GUARIN 22 5 23 21 DODÒ JUAN JESUS RANOCCHIA SANTON 30 CARRIZO Coppa Italia PANCHINA 1 Colombi, 27 Cragno, 2 Gonzalez, 37 Diakitè, 3 Murru, 32 Ceppitelli, 4 Crisetig, 17 Farias, 22 Husbauer, 10 Joao Pedro, 40 M’Poku, 9 Longo. ALLENATORE Zola. BALLOTTAGGI Capuano- Ceppitelli 7030%; Conti- Crisetig 70-30%; PisanoM’Poku 60-40%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Balzano, Ceppitelli, Cossu, Conti, Longo, Joao Pedro. INDISPONIBILI Sau (2 gg), Balzano (5 gg). PANCHINA 46 Berni, 98 Radu, 6 Andreolli, 14 Campagnaro, 15 Vidic, 33 D’Ambrosio, 10 Kovacic, 17 Kuzmanovic, 20 Obi, 88 Hernanes, 8 Palacio, 28 Puscas. ALLENATORE Mancini. BALLOTTAGGI Santon-Campagnaro 5545%, Podolski-Palacio 55-45%, ShaqiriKovacic 55-45%. SQUALIFICATI nessuno. DIFFIDATI Dodò, Icardi. INDISPONIBILI Handanovic (5 giorni), Nagatomo (40 giorni), Jonathan (stagione finita). PREZZI da 23 a 80 euro. TV Sky Sport 1 HD, Sky Supercalcio HD, Calcio 1 HD; Premium Calcio, Calcio HD. 84-85, 87-88, 88-89, 93-94, 6 97-98, 99-00 Supercoppa italiana FOTOPRESS LE SQUADRE DI GIANFRANCO SONO SOLIDE, DURE DA BATTERE 1990-91, 1999-2000 2 2 1991, 1998 1989-90, 1998-99 Coppa delle Coppe 2 Supercoppa europe europea 1999 1 DA ALLENATORE Scudetto 3 Coppa C oppa Italia 4 2005-06, 2006-07, 2007-08 22000-01, 2003-04, 2004-05, 2005-06 Supercoppa italiana italian 2 Premier League 2005, 2006 2011-12 1 2010-11 Fa Cup 1 Community Shield Communit 2012 1 Coppa di Turchia 2013-14 Cop 1 CENTIMETRI Cagliari, sos per tre: Ekdal, Sau e Capuano ● CAGLIARI (m.f.) I problemi di Zola si chiamano Ekdal (influenza), Sau (problemi muscolari) e Capuano (tacchettata sulla tibia). Sono loro tre gli acciaccati dell’ultimo minuto con i quali dovrà confrontarsi questa mattina prima di scegliere la formazione da schierare contro l’Inter. «Non ci aspettiamo sconti, dobbiamo deciderlo noi il nostro percorso. I ragazzi si sono allenati molto bene, non vedo l’ora di giocare» - ha commentato il tecnico dei sardi. In tutta questa situazione guadagnano posizioni Pisano e M’Poku. Il primo potrebbe giocare dall’inizio, il secondo invece sarà più probabile vederlo all’opera a gara in corso. © RIPRODUZIONE RISERVATA 18 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Serie A R Posticipi 24a giornata LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Ruggito Napoli E Zapata indossa l’abito da Pipita 1C’è il Sassuolo, Benitez può andare a -3 dal 2° posto. Spazio al colombiano, ex sogno neroverde FATTORE ZETA A FUORIGROTTA DUVAN ZAPATA SIMONE ZAZA PRESENZE GOL 12 17 4 8 % PRECISIONE AL TIRO 86 OCCASIONI CREATE 5 % PASSAGGI GIUSTI 67 Duvan Zapata, 23 anni, colombiano, è al Napoli dall’estate del 2013. Arrivò in Italia dall’Estudiantes AFP Mimmo Malfitano INVIATO A CASTELVOLTURNO (CE) È il momento del dentro o fuori. Stavolta sbagliare potrebbe essere davvero dannoso per come s’è messa la classifica. Il Napoli può andare a -3 dalla Roma e, dunque, dal secondo posto, se batte il Sassuolo questa sera al San Paolo. Diversamente, dovrà preoccuparsi anche della terza posizione, braccato com’è dalla Fiorentina. Per l’ambiente è, forse, il momento più intenso della stagione. Il lavoro di Rafa Benitez è indirizzato verso i tre obiettivi a disposizione: un posto in Champions League il prossimo anno, e la conquista dell’Europa League e della Coppa Italia. Una sfida difficilissima ma alla portata, che l’allenatore spagnolo potrà proseguire soltanto se la squadra avrà continuità nei risultati. Finora tutte le volte che il Napoli ha avuto l’opportunità di svoltare l’ha fallita. Stavolta, ci sono tutti i presupposti per crederci. TURNOVER ZAPATA Il mercato di gennaio, con gli arrivi di Strinic e Gabbiadini, è servito a completare l’organico e renderlo competitivo per quelle che sono le ambizioni del club. Il turnover a cui ricorre, sistematicamente, il tecnico sta in- fluendo poco o niente sui risultati recenti della squadra, decisamente brillanti. Questo aspetto conferma quanto siano simili i valori tra gli abituali titolari e i cosiddetti «panchinari». Tra questi, c’è Duvan Zapata, 20 presenze e 6 reti in stagione. Tocca a lui sostituire lo squalificato Gonzalo Higuain. Benitez l’ha tenuto in panchina giovedì a Trebisonda, inserendolo soltanto nei minuti finali, giusto il tempo per fargli realizzare la quarta rete contro i malcapitati turchi del Trabzonspor. Rafael tra i pali Gabbiadini-Callejon signori delle fasce ● NAPOLI (g.m.) Almeno 40.000 spettatori sono attesi stasera al San Paolo. Rafa Benitez, raggiunto dalla moglie Maria de Montserrat con la quale ha cenato sabato in uno dei ristoranti più prestigiosi della Campania, potrebbe dare ulteriore fiducia a Rafael tra i pali. Andujar resta l’opzione di riserva, comunque molto affidabile e da non trascurare. Difficile lasciare in panchina Manolo Gabbiadini, cui Rafa potrebbe affidare la fascia sinistra con il compito di scambiarsi posizione con Callejon. FIDUCIA ILLIMITATA Per tutto il mese di gennaio Riccardo Bigon ha respinto le numerose richieste per l’attaccante colombiano. Strano, ma vero, come il direttore sportivo del Napoli abbia dovuto discutere sull’incedibilità di un giocatore destinato, prevalentemente, alla panchina, e quanti «no» piuttosto secchi ha dovuto pronunciare, rinunciando anche a qualche buona proposta. Né Bigon né Benitez si sono voluti privare di questo ragazzo dal fisico possente. E stasera, toccherà a lui provare ad abbattere la resistenza della difesa del Sassuolo, guidata da un ex spesso rimpianto: Paolo Cannavaro. I due si conoscono, entrambi sanno i pregi e i difetti di ciascuno. Sarà una sfida nella sfida, Napoli e Sassuolo prediligono la fase offensiva. Proprio Eusebio Di Francesco è un ammiratore di Zapata, tant’è che l’aveva richiesto nella scorsa estate, ma anche quella volta il no della società fu deciso. Stasera, il San Paolo potrebbe ammirarlo insieme a Manolo Gabbiadini, il grande colpo di Riccardo Bigon nel mercato di gennaio. L’ex doriano è l’uomo del momento, resta da capire se Rafa Benitez se ne priverà o lo riproporrà dietro Zapata. © RIPRODUZIONE RISERVATA 63 10 67 % DUELLI VINTI DI TESTA 55 AMMONIZIONI 1 FALLI SUBITI 5 37 9 26 19 L’AVVERSARIO C’è il castiga-big Un gol al S. Paolo e la A scoprì Zaza 1Nel 2013 firmò una rete-gioiello Da allora ha segnato a Juve, Milan, Inter e Roma Gianluca Monti NAPOLI C lasse ’91, piede mancino e pronto a incantare nuovamente il San Paolo. Non parliamo di Manolo Gabbiadini, ma di Simone Zaza. Uno che a Fuorigrotta ha già segnato un gol storico, quello che regalò lo scorso anno il primo punto in Serie A al Sassuolo. Una rete indimenticabile, non soltanto per Zaza. AMMAZZAGRANDI Da quella sera del 25 settembre 2013, infatti, è cambiata la storia di Paolo Cannavaro, l’ex capitano del Napoli che stasera tornerà da avversario nel suo vecchio stadio. Cannavaro lasciò qualche metro di spazio a Zaza perché forse non lo conosceva bene: Simone calciò forte con il sinistro sul palo di Reina e non lasciò scampo al portiere spagnolo. Da allora, Cannavaro ha praticamente chiuso la sua avventura azzurra mentre Zaza ha iniziato a costruire la sua fama di «ammazzagrandi». In cinquanta partite di A, ha già fatto gol due volte contro Ju- NAPOLI (4-2-3-1) SASSUOLO (4-3-3) OGGI ORE 19 ARBITRO MASSA (1-0) 11 MAGGIO 1 RAFAEL 33 26 ALBIOL KOULIBALY 77 GARGANO 7 CALLEJON 3 STRINIC 19 LOPEZ 17 23 HAMSIK GABBIADINI 91 ZAPATA 17 SANSONE 10 ZAZA 7 4 MISSIROLI MAGNANELLI 3 LONGHI 15 ACERBI 25 BERARDI 19 TAIDER 28 23 CANNAVARO GAZZOLA 47 CONSIGLI ventus, Milan e Roma e una volta è andato a segno contro l’Inter. Le grandi avversarie e i grandi palcoscenici, evidentemente, lo esaltano. Quest’anno Zaza è a quota otto centri in campionato e stasera potrebbe eguagliare il bottino della passata stagione (9 gol al suo primo anno in A). DESTINI INCROCIATI Di conseguenza, quella con Gabbiadini (arrivato a quota 10) è anche una sfida per il titolo di capocannoniere italiano del campionato, in attesa magari di ritrovare Manolo in Nazionale (i due sono stati compagni in Under 21, ma non hanno mai giocato insieme). Napoli-Sassuolo racconta storie di bomber che si incrociano. Già, perché Zaza nell’estate del 2013 poteva arrivare a Napoli (proprio mentre Zapata stava per finire al Sassuolo). Simone era reduce dai 18 gol di Ascoli e Bigon, che stravedeva per lui, aveva saputo in anticipo delle tante difficoltà del ragazzo nel rinnovare il contratto con la Sampdoria (proprietaria allora del cartellino di Zaza). Poi, Marotta fece valere i suoi buoni rapporti con il club blucerchiato e insieme al Sassuolo acquistò Zaza, sul quale la Juve continua ad avere un diritto di «ricompra». Dunque, Zaza poteva vestirsi d’azzurro. Intanto, però, con la maglia del Sassuolo sta facendo faville. Il Napoli si è già scottato una volta. © RIPRODUZIONE RISERVATA PANCHINA 45 Andujar, 15 Colombo, 16 Mesto, 4 Henrique, 5 Britos, 31 Ghoulam, 88 Inler, 8 Jorginho, 14 Mertens, 6 De Guzman. ALLENATORE Benitez BALLOTTAGGI Gabbiadini-De Guzman 6040%, Rafael-Andujar 55-45% SQUALIFICATI Higuain (1) DIFFIDATI Ghoulam, Lopez, Inler, Albiol. INDISPONIBILI Zuniga (2 settimane), Insigne (6 settimane), Michu (4 settimane). PANCHINA 16 Polito, 86 Celeste, 5 Antei, 20 Bianco, 6 Chibsah, 8 Biondini 33 Brighi, 14 Donis, 83 Floro Flores, 99 Floccari, 30 Lazarevic. ALLENATORE Di Francesco BALLOTTAGGI Taider-Biondini 55-45 %, Sansone-Floro Flores 55-45% SQUALIFICATI nessuno DIFFIDATI Gazzola, Magnanelli, Brighi INDISPONIBILI Pegolo (2 mesi), Terranova (stagione finita), Vrsaljko (20 giorni), Peluso (7 giorni), Pomini (15 giorni). TV Sky SuperCalcio, Calcio 2; Premium Calcio 20 Serie A R Gialloblù nel tunnel LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT UNA CITTÀ IN CRISI CONTENUTO PREMIUM Parma cotta L’ISOLA FELICE DELLO SPORT DALL’EUROPA ALLA SERIE B DAI TROFEI VINTI AI PROBLEMI DI OGGI: IL VOLLEY È SPARITO, IL RUGBY È A RISCHIO, PERSINO IL BASEBALL È IN CRISI. Nevio Scala con la Supercoppa vinta nel ‘94 IL RACCONTO di MARIO SALVINI T rent’anni fa esatti, nel 1985, in questi giorni il Parma calcio stava retrocedendo dalla serie B alla C. Ma la città era campione d’Europa di due sport. L’anno prima aveva vinto le Coppe dei Campioni di pallavolo e di baseball. Due titoli continentali maschili nella stessa stagione, prima di allora, li avevano messi insieme solo Madrid, Mosca, Bucarest, Brno e Milano (nel 1969 calcio col Milan e baseball). Dopo il 1984 ci sono riuscite anche Barcellona e Kazan. Per dire che Parma, coi suoi 190mila abitanti, per un bel po’ di anni è stata una capitale dello sport anche senza il calcio. È stata, e non lo è più. IL BUCO Il buco in cui la città sembra precipitare ha inghiottito molto delle tre discipline che sono la tradizione. Diamante, schiacciate e palle ovali si sono adeguate alla mesta situazione del Comune che sta cercando di ripianare un mostruoso debito contratto negli anni del sindaco Vignali. A quella dell’aeroporto che è a rischio chiusura. Alla stagione lirica del teatro Regio, contesta- ta perché non è all’altezza del blasone. Ma non ci sono fondi per far di meglio. RUGBY Solo fino al 2010 nel rugby c’era il derby. Il campionato italiano si chiamava Super 10, dal numero dei club che vi partecipavano, e di quei dieci due erano di Parma. Uno era quello storico, la Rugby Parma. L’altro il Gran, fusione tra Amatori e Noceto. Solo che poi di ritiri e ridimensionamenti, fusioni e ripensamenti ce ne sono stati parecchi altri. Col risultato che oggi Parma, Amatori e Noceto sono tutte in serie B. La gente non ci fa molto caso (gli appassionati a dir la verità sì), perché in città son rimaste le Zebre, squadra di proprietà della federazione, ultima nella Celtic League con club di Irlanda, Scozia e Galles. Ma è di due giorni fa la notizia che la Fir intende cederla, e se qualche privato si farà avanti potrà portarsela via già dal prossimo anno. Il tutto a quasi 60 anni dall’ultimo scudetto parmigiano, che è del 1957. VOLLEY Allora in campo c’era Umberto Belledi. Oggi suo nipote Luca Vettori, azzurro della pallavolo, schiaccia per Modena. Ma tanto non c’è più nessun tifoso che possa sentirsi beffa- Andrea Giani, a destra, e Renan festeggiano lo scudetto ‘92 del volley TARANTINI I PRIMI SONO DIVENTATI GLI ULTIMI Squadra Calcio Pallavolo Pallavolo donne Rugby Palmares 2 Coppe Uefa, 1 Coppa Coppe 3 Coppe Italia, 1 Supercoppa Europea 8 Scudetti, 2 Champions 3 Coppe Cev, 3 Coppe Coppe 1 Scudetto 3 scudetti Baseball 10 Scudetti, 13 Champions Basket donne Softball 1 scudetto, 3 Coppe Italia 3 Coppe Ronchetti 2 Scudetti Football 4 Scudetti TOTALE 28 scudetti Ultimo titolo Oggi Coppa Italia Rischio 2002 fallimento Coppa Cev In serie B-2 (4° serie) 1995 Scudetto Serie C 1971 (5° serie) Scudetto In serie B 1957 (4° serie) Scudetto In IBL 2010 (1° serie) Coppa Italia In A-1 2002 Scudetto In ISL* 1989 (1° serie) Scudetto In IFL 2013 (1° serie) *è un altro club to. Perché, dopo tante crisi, un’autoretrocessione in A-2 (nel 1996) e un paio di ritorni, la società che è stata Santàl e Maxicono, quella che ha vinto 8 scudetti e 2 Coppe Campioni, è sparita. E anche il femminile, che vinse uno scudetto nel 1971 e in qualche modo era tornato in A-1 nel 2011, l’ha dovuta abbandonare subito, cedendo i diritti a Conegliano. Così il vecchio PalaRaschi oggi è vuoto e parzialmente inagibile, triste simbolo di un passato che non ritorna. E di un presente rimasto senza più concerti. BASEBALL Resta il baseball, ovvero il club sportivo italiano più titolato in Europa, con le sue 13 Champions. Per dar l’idea: sono solo 5 le società maschili che potrebbero appuntarsi sulla divisa una ipotetica stella d’Europa. Oltre al Parma baseball: i Cska Mosca di hockey ghiaccio e pallavolo, il Barcellona hockey pista e da quest’anno il Real Madrid che – curioso – è arrivato a 10 Champions guidato da un simbolo dello sport parmigiano, Carlo Ancelotti. Il Parma dei diamanti rimane, ma soffre. L’ultimo scudetto, quello della stella, lo ha vinto nel 2010. Nel 2013 ha ceduto l’allora capitano Leo Zileri al Rimini, una cosa inimmaginabile. Eppure ripetuta: anche quest’inverno i pezzi più pregiati, Desimoni e Sambucci, son partiti. Così nel 2015 si farà quel che sarà possibile coi ragazzini. Non c’è nemmeno più l’Europeo, lo stadio delle finali dei Mondiali del 1978 e 1988. L’hanno abbattuto nel 2010 per far spazio all’Efsa, l’authority dell’Unione Europea per la sicurezza alimentare. Il nuovo diamante , realizzato grazie alla Federazione, è un gioiellino, va detto, ma ha meno di 3000 posti, contro i quasi 6000 del vecchio Europeo. BASKET E FOOTBALL Resta anche il basket femminile, quart’ultimo in A-1 e coi dirigenti Gianni Bertolazzi e Romana Tarroni che fanno i salti mortali. E restano i Panthers del football, la realtà migliore, a oggi, con suoi 4 scudetti tra 2010 e 2013, e col Super Bowl giocato e perso (contro i Seamen Milano) lo scorso luglio. Ma il 1985 è lontano. Lontanissimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA DOMENICA SENZA CALCIO Al Tardini gioca la protesta: «Chiuso per rapina» 1In corteo anche il sindaco figlio dell’indimenticato presidente Ernesto, protagonista lui stesso negli anni d’oro del Parma di Tanzi. Sui social network si scatenano i giocatori, Lucarelli su tutti: «È domenica, siamo a casa, Parma-Udinese non si gioca e non è un problema di sport???». Alle parole è allegato il video in cui il presidente della Figc Tavecchio dice che Parma è una situazione da tribunale e non più di sport. Chiara la polemica. Pizzarotti: «La credibilità di Manenti è finita». L’ultima speranza è il fallimento pilotato Andrea Schianchi INVIATO A PARMA «C hiuso per rapina». Decine di manifesti appesi attorno ai cancelli dello stadio Tardini raccontano una giornata di straordinaria indignazione. Il Parma non può giocare contro l’Udinese, perché la gara è stata sospesa per «manifesta indigenza» (non ci sono i soldi per pagare gli steward e l’azienda dell’energia), ma i tifosi alla loro partita non rinunciano. Protestano, urlano, appendono striscioni. E tutto avviene senza incidenti, sotto lo sguardo attento delle forze dell’ordine. C’è anche il sindaco Pizzarotti davanti al Tardini: gli regalano una sciarpa gialloblù, lui se le mette al collo e dichiara che oggi alle 10.30 sarà in Procura, assieme ai tecnici della Figc, della Lega e dell’Aic, per concordare con i magistrati il percorso giudiziario più breve: si cerca di arrivare al fallimento pilotato, ma non si vedono imprenditori in- teressati alla partita. «La credibilità dell’attuale presidente Manenti mi pare sia finita. Adesso bisogna velocizzare le procedure e, soprattutto, osservare i conti. Chi c’è ora, se non ha le possibilità di andare avanti, si faccia da parte». Non pare che Manenti sia intenzionato a muoversi in questo senso. PAROLE La protesta dei Boys della curva inizia alle 14 e si chiude intorno alle 17. Un migliaio di persone, ma non ci sono soltanto i giovani: tra loro anche signore di mezz’età, uomini attempati, famiglie, dipendenti della società che non vedono un euro da molti mesi. E, in mezzo al corteo, oltre al team manager Sandro Melli, c’è Fulvio Ceresini, A sinistra lo striscione dei Boys, gli ultras del Parma che apriva il corteo di protesta. La manifestazione si è svolta senza alcun incidente. Sopra, uno degli striscioni con la scritta «Chiuso per rapina» appeso all’ingresso principale del Tardini ANSA/SCHIANCHI RABBIA Dal piazzale del Tardini il gruppo si trasferisce a piedi sotto la casa del direttore generale Pietro Leonardi, a un chilometro di distanza. Scoppiano i petardi, partono i cori, non proprio benevoli, contro il dirigente ritenuto assieme all’ex presidente Ghirardi il maggior responsabile del disastro. E proprio le recenti parole di Ghirardi, in un programma Rai, fanno arrabbiare la gente di Parma: «Sono stufo di sentire sciocchezze. Invito tutti a leggere i bilanci. Sono addolorato per quello che sta succedendo. Abbiamo fatto una collaborazione con il Nova Gorica che però non è un club di mia proprietà. Nessun dirigente del Parma ha mai ricoperto cariche nel Nova Gorica». L’allenatore del Nova Gorica era Luigi Apolloni, poi esonerato e tuttora a libro paga del Parma. Quanto a leggere i bilanci, è sufficiente osservare le mosse dei magistrati e vedere la lunga fila dei creditori per rendersi conto che dev’esserci qualcosa di strano. © RIPRODUZIONE RISERVATA Calcio R Cronache dal palazzo LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Tavecchio: «Manenti, ora i libri in tribunale» 1Il presidente della Figc sul caso Parma: «Salviamo il torneo col fallimento pilotato. Spese fino a giugno coperte dalla Lega» Alessandro Catapano I l caso dell’anno e l’uomo del giorno. Parma e Lotito. Due scandali da gestire, due spine con cui convivere, non senza imbarazzi. Ma Carlo Tavecchio, ospite della Domenica Sportiva, non si sottrae. Non ha dubbi, il presidente federale, sul destino del club ducale. «Il Parma arriverà alla fine del campionato grazie all’esborso volontario degli altri club di A — annuncia —. Ci sono tanti interessi convergenti, le società non perderanno l’occasione di salvarlo». Dunque, col paracadute della Lega di A e sotto l’ala protettiva, diciamo così, della Figc, il Parma potrà tirare a campare fino al termine della stagione (con tutti i dubbi sull’effettiva regolarità del torneo), ma poi? Qui, l’invito del presidente è perentorio: «Manenti porti subito i libri del tribunale. Senza questo passaggio, noi non possiamo intervenire per avviare tutte le procedure che portino al cosiddetto fallimento concordato. Ci vorranno tanti soldi, ma intanto non c’è un minuto da perdere». Visto, oltretutto, tutto il tempo che per incapacità o complicità si è perso in passato. Tavecchio non si sente responsabile. «No, la Covisoc a giugno ci disse che la volontà di istituire una commissione, in cui troverà posto un rappresentante per ogni componente del Consiglio. «Perciò — racconta Tavecchio — ho chiesto a Leghe e componenti di inviarmi delle proposte e di indicarmi dei nomi». Proprio in questo passaggio si cela la possibilità che Lotito, cacciato dalla porta, rientri dalla finestra, continuando ad avere titolo a riformare il calcio italiano. «La Lega di A indicherà chi vorrà», conferma Tavecchio. Ma nel caso in cui Lotito continuasse ad avere titolo a riformare il calcio, come la prenderebbe il Governo, che attraverso la moral suasion di Delrio aveva spinto Tavecchio, con l’approvazio- R«Cacciare Lotito dal consiglio Figc? Non posso farlo, dovrebbe essere inibito» l’iscrizione del Parma era regolare. Dite che avremmo dovuto controllare maggiormente? Allora siamo tutti responsabili, anche voi giornalisti. Non a caso, comunque, abbiamo appena importato il fair play finanziario. Come a dire: in futuro non ricapiterà. un’inchiesta federale in corso». Se è una mia cambiale? Io a 70 ammi mi ritengo un uomo indipendente». Il presidente federale conferma di aver inviato alle Leghe e alle componenti del Consiglio federale la lettera in cui... «ho comunicato la decisione di avocare a me tutte le competenze relative alle riforme». Compresa la famigerata delega in possesso di Lotito. Nella missiva, come stabilito alla luce della telefonata con Pino Iodice, Tavecchio comunica anche CASO LOTITO Intanto, il presente contiene l’altra spina dolorosa... «Su Lotito — mette subito le mani avanti Tavecchio —: non posso esprimere giudizi, c’è Carlo Tavecchio, 71 anni, presidente della Federcalcio dall’agosto 2014 LAPRESSE ne di Malagò, al passo decisivo? Il presidente federale non risponde e così risponde a chi gli chiede di cacciare Lotito dalla Figc. «Non posso farlo, prima dovrebbe essere inibito, se lo facessi ora violerei le regole democratiche. E poi — aggiunge con una considerazione che solleverà polemiche —, Lotito ha già tanti problemi, perché aggiungerne un altro?». Intanto, solo ieri sera il d.g. dell’Ischia Pino Iodice ha scoperto di essere stato convocato in Procura federale per martedì pomeriggio, eppure Palazzi aveva fatto partire la comunicazione venerdì. L’altro fascicolo, quello relativo alle dichiarazioni contro gli arbitri raccolte da Farina, procede spedito: Lotito può già decidere se difendersi o patteggiare. tel.02/6282.7555 - 7422, fax 02/6552.436 Si precisa che ai sensi dell’Art. 1, Legge 903 del 9/12/1977 le inserzioni di ricerca di personale devono sempre intendersi rivolte ad entrambi i sessi ed in osservanza della Legge sulla privacy (L.196/03). AIUTO contabile, pluriennale esperienza contabilità generale, fatturazione attiva/passiva, gestione cassa, banca, valuta proposte preferibilmente part-time. 338.74.70.197 AMMINISTRATIVO esperto aziende medio piccole, gestione completa fino al bilancio, trentennale esperienza, esamina proposte anche tenuta contabilità presso clienti zona Milano nord. 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[email protected] Filippo Grimaldi GENOVA I l colpevole per il rinvio del derby? Giove Pluvio. Secondo la ricostruzione della Lega Calcio, il problema ha avuto origine dai «trenta millimetri di pioggia concentrati dalle 18.30 di sabato» su Marassi. La stessa Lega precisa come «l’uso dei teloni sarebbe stato praticamente inutile», visto il nubifragio «abbattutosi dalle 18.30». Ma è solo un aspetto della vicenda. Il Ferraris non ha spazio per alloggiare i teloni a bordo campo. Ecco perché vengono custoditi in un magazzino. Da lì, per trasporto e srotolamento in campo servono due ore e mezza. Analoghi i tempi per chiusura e rimozione. Ecco perché a maggior ragione il manto erboso dovrebbe essere tenuto a regola d’arte. Eppure l’estate scorsa i lavori previsti dal Consorzio Stadium e suggeriti a Genoa e Samp sono rimasti lettera morta. L’alluvione di ottobre ha messo ulteriormente in sofferenza il sistema drenante. A giugno è previsto «il rifacimento integrale del sottofondo e del sistema di drenaggio», imposto ai club. CAMBIO DI GESTIONE Con quali risorse, non si sa. Rimangono in sospeso i due milioni di euro per affitti arretrati non versati dai club genovesi. E qui si innesta l’altro problema. Possibile che due club con vista sull’Europa non paghino l’affitto dell’impianto? Il concetto − opinabile − è che tutto sia fermo nell’attesa del passaggio a una gestione diretta del Ferraris (auspicata ieri anche dal sindaco Doria), visto che mancherebbero a loro giudizio migliorie evidenti alla struttura negli ultimi anni. Poi c’è l’ultima beffa. Molti tifosi (non abbonati Samp) hanno smarrito o gettato il biglietto d’ingresso. Per loro impossibile chiedere un duplicato o il rimborso». La maledizione del derby della Lanterna continua. © RIPRODUZIONE RISERVATA prov. SS, terreno commerciale, vendiamo anche contratti con operatori GDO e NoFood, ottimo investimento. 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RETI 12 12 11 12 12 12 11 13 12 12 11 11 12 13 12 12 11 11 12 12 10 7 6 8 4 4 5 6 4 7 5 3 4 4 4 2 3 2 2 2 2 5 3 0 6 5 6 3 6 4 3 6 4 5 3 4 4 3 5 1 0 0 2 4 2 3 0 4 2 1 3 2 4 4 5 6 4 6 5 9 12 12 12 12 12 11 12 11 12 12 12 12 11 11 12 12 13 12 12 11 7 6 6 4 6 5 3 2 4 1 3 3 3 1 2 4 2 2 1 1 4 4 3 4 3 3 5 6 3 5 5 5 3 7 4 2 4 5 2 1 1 2 3 4 3 3 4 3 5 6 4 4 5 3 6 6 7 5 9 9 24 24 23 24 24 23 23 24 24 24 23 23 23 24 24 24 24 23 24 23 17 13 12 12 10 9 8 8 6 9 6 4 9 8 11 9 9 9 8 11 7 12 7 6 8 8 7 2 1 2 5 8 5 6 4 7 7 7 7 6 9 7 11 12 11 11 14 18 32 23 26 23 16 17 16 18 14 21 24 13 16 13 15 10 13 12 14 12 7 7 17 13 11 14 9 11 9 13 14 11 14 12 18 15 18 21 23 21 19 14 16 17 20 18 13 17 13 17 13 16 10 12 12 8 8 18 9 8 6 11 13 14 13 14 17 19 16 26 16 22 17 15 25 15 17 22 24 26 51 37 42 40 36 35 29 35 27 38 37 29 26 25 27 18 21 30 23 20 13 18 30 27 24 28 26 30 25 39 30 33 31 27 43 30 35 43 47 47 38 19 12 13 12 7 3 5 2 -1 7 -4 -5 -2 -16 -12 -14 -13 -24 -27 8 8 8 6 7 5 6 6 5 4 3 3 FAVORE CONTRO T. R. T. R. 5 4 5 2 3 5 2 7 5 4 4 5 0 3 3 0 2 7 5 1 4 3 3 1 0 3 2 7 2 3 3 4 0 3 2 0 1 4 4 1 2 3 0 4 2 5 5 1 5 3 4 3 8 2 4 3 5 1 8 4 1 3 0 4 2 2 4 0 4 3 1 2 7 1 3 1 3 1 5 3 PUNTI POSIZIONE '13-14 STAGIONE E DIFFERENZA 13-14 63 (-6) 57 (-9) 50 (-8) 32 (+8) 44 (-5) 31 (+4) 28 (+7) 32 (+1) 36 (-3) in B 39 (-7) 17 (+12) 27 (+1) in B 36 (-11) 18 (+6) 27 (-4) 24 (-4) in B 36 (-26) 1 2 3 10 4 11 12 9 6 in B 5 20 13 in B 8 19 14 15 in B 7 A parità di punti e di partite giocate, la classifica tiene conto di quest’ordine preferenziale: 1) punti e differenza reti negli scontri diretti se tutti giocati 2) differenza reti globale 3) gol segnati 4) ordine alfabetico Le ultime tre retrocedono in serie B. CHAMPIONS PRELIMINARI DI CHAMPIONS EUROPA LEAGUE RETROCESSIONI PROSSIMO TURNO SABATO 28 FEBBRAIO CHIEVO-MILAN ore 20.45 DOMENICA 1 MARZO ore 15 CAGLIARI-VERONA ore 12.30 ATALANTA-SAMPDORIA CESENA-UDINESE GENOA-PARMA PALERMO-EMPOLI SASSUOLO-LAZIO INTER-FIORENTINA ore 18 TORINO-NAPOLI ore 20.45 LUNEDI’ 2 MARZO ROMA-JUVENTUS ore 20.45 (0-2) (0-1) (0-1) (1-1) (2-1) (0-3) (2-3) (0-3) (1-2) (2-3) L’ANTICIPO DI VENERDÌ Llorente-Pirlo e la Juve va Atalanta k.o. JUVENTUS 2 ATALANTA 1 MARCATORI Migliaccio (A) al 25’, Llorente (J) al 39’, Pirlo (J) al 45’ p.t. JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon 6,5; Caceres 6,5, Bonucci 6,5, Chiellini 6,5, Padoin 5; Marchisio 5,5, Pirlo 7, Pogba 5 (dal 20’ s.t. Lichtsteiner 5,5); Pereyra 6; Llorente 6 (dal 29’ s.t. Morata 6), Tevez 5,5 (dal 44’ s.t. Coman s.v.). All. Allegri 6. ATALANTA (4-4-1-1) Sportiello 7; Scaloni 5,5, Masiello 6,5, Bellini 6,5, Dramè 5,5; Emanuelson 6,5, Migliaccio 6, Cigarini 5,5, Zappacosta 6 (dal 6’ s.t. D’Alessandro 5,5); Baselli 5,5 (dal 37’ s.t. Gomez s.v.); Denis 5 (dal 25’ s.t. Boakye 5,5). All. Colantuono 6. ARBITRO Irrati di Pistoia 6,5. NOTE espulso il tecnico Colantuono (A) al 30’ s.t.. Ammoniti: Marchisio, Morata, Padoin, Pereyra e Lichtsteiner (J), Baselli, Bellini e Migliaccio (A). TACCUINO LA MOVIOLA di FRANCESCO CENITI [email protected] PRIMAVERA ROMA E LAZIO «PARI» NEI RIGORI NEGATI E’ OKAY QUELLO CONCESSO AL MILAN VIVES GRAZIATO: MERITAVA IL ROSSO Posticipi: Juve ok G CERIMONIA ALLE 18 iornata allungata all’infinito e giudizio parziale sulla squadra arbitrale: mancano due rigori (alle squadre romane). Insomma, si poteva fare meglio. EMPOLI-CHIEVO 3-0 Tagliavento di Terni Tutto tranquillo e nessun caso da moviola. FIORENTINA-PALERMO 1-1 Guida di Torre Annunziata In avvio braccio largo di Moretti, sul rinvio sbagliato di Molinaro, giudicato involontario, ma il difensore ha rischiato. Netto il rigore dato alla Fiorentina: Baselli tampona Badelj: Poco dopo graziato Vives (nel finale autore del pareggio): solo giallo per il fallo su Ilicic, ma serviva il rosso per la chiara occasione da gol negata ai viola. LAZIO-PALERMO 2-1 Di Bello di Brindisi Sullo 0-0 era da punire con Rigore non visto su Cole SKY il rigore lo sgambetto di Gonzalez su Parolo. Nel finale due entrate dure di Barreto e altrettanti gialli, ma il secondo (su Keita) valeva il rosso diretto. MILAN-CESENA 2-0 Tommasi di Bassano Giusta l’interpretazione dell’assistente Di Fiore sul gol annullato al Milan: sul tiro di Bonaventura c’è Destro in fuorigioco che disturba la parata di Leali. Inutile la deviazione vincente di Poli (in CONCORSI N. 15 DEL 22/02/2015 ● Posticipi di campionato: Entella-Juventus 0-1, TorinoSamp rinviata. Class. (prime): Fiorentina 42; Spezia, Torino 36; Juventus 32; Samp 28. posiizone regolare). Nel finale il rigore per il Milan: Carbonero in modo ingenuo fa una «cravatta» su Antonelli. Difficile capire l’entità della trattenuta, Tommasi è nella posizione giusta e non ha dubbi. VERONA-ROMA 1-1 Gervasoni di Mantova Roma senza un rigore nel primo tempo (sullo 0-0) quando Rafa Marquez si disinteressa del pallone e abbatte Cole sulla linea dell’area. Dubbi pure sul tocco di Ionita sul piede di Ljajic.Gervasoni non convince nella gestione dei cartellini: impunite due entrate pericolose di Hallfredsson su Florenzi; rischia il secondo giallo Jankovic, mentre doppia ammonizione quando Gomez continua l’azione, nonostante sia in fuorigioco, subendo fallo da Cole. TOTOCALCIO - COLONNA VINCENTE 1-X-1-1-1X2-X-1-1-X-1-X-X-1-X Al nostro Garlando il premio «Palumbo» ● Luigi Garlando, giornalista della Gazzetta dello Sport, ha vinto il premio «Gino Palumbo». Altri riconoscimenti USSI-GLGS a Giancarlo Mazzuca (Il Giorno), Dario Ceccarelli (Radio 24), Matteo Caronni (Telelombardia), Monica Colombo (Corriere della Sera), Roberto Bettini (foto). La cerimonia oggi alle 18 a Palazzo Cusani, via Brera 15 a Milano. CALCIO A 5 Rissa in tribuna, stop Pescara-Lazio ● (m.cal.) Il posticipo tra Pescara e Lazio interrotto al 14’40’’ s.t. per incidenti in tribuna. Subito dopo il gol del 21 per gli abruzzesi sono nati disordini che hanno coinvolto anche diversi tesserati. TOTOGOL - COLONNA VINCENTE 3 – 13 – 1 – 5 – 2 – 6 – 9 14 RETI Tevez (2) (Juventus). 13 RETI Icardi (2) (Inter). 12 RETI Menez (6) (Milan); Higuain (2) (Napoli); Dybala (2) (Palermo). 10 RETI Gabbiadini (Napoli; 7 nella Sampdoria). 9 RETI Callejon (Napoli); Quagliarella (2) (Torino); Di Natale (Udinese); Toni (2) (Verona). 8 RETI Mauri (Lazio); Ljajic (1) (Roma); Zaza (1) (Sassuolo); Thereau (Udinese). 7 RETI Maccarone (1) (Empoli); Babacar (Fiorentina); Matri (Juventus; 7 nel Genoa); Djordjevic (Lazio); Vazquez (Palermo); Eder (1) (Sampdoria); Berardi (3) (Sassuolo). 6 RETI Morata, Pogba e Vidal (2) (Juventus); Destro (5 nella Roma) e Honda (Milan). 5 RETI Moralez (Atalanta); Brienza (2) e Defrel (Cesena); Iago Falquè (1) (Genoa); Guarin e Osvaldo (Inter; ora è nel Boca Juniors); Llorente (Juventus); Felipe Anderson, Klose e Parolo (Lazio); Belotti (1) e Rigoni (Palermo); Cassano (1) (Parma); Totti (2) (Roma); Glik (Torino). 4 RETI Denis (1) e Pinilla (Atalanta; 3 nel Genoa); Avelar (3), Ekdal e Sau (Cagliari); Paloschi (Chievo); Tonelli (Empoli); Cuadrado (ora è nel Chelsea) e Rodriguez (Fiorentina); Kovacic (Inter); Candreva (1) (Lazio); Antonelli (3 nel Genoa) e Bonaventura (Milan); Zapata (Napoli); Nico Lopez (Verona). 3 RETI Boakye e Zappacosta (Atalanta); Farias e Joao Pedro (Cagliari); Rodriguez (1) (Cesena); Meggiorini e Pellissier (Chievo); Pucciarelli e Rugani (Empoli); Perotti (1) (Genoa); Palacio (Inter); De Ceglie (3 nel Parma), Lichtsteiner e Pirlo (Juventus); Lulic (Lazio); De Guzman e Hamsik (Napoli); Nainggolan e Pjanic (Roma); Obiang e Okaka (Sampdoria); Acerbi e Sansone (Sassuolo); Tachtsidis (Verona). 2 RETI Cossu (1), Donsah e Rossettini (Cagliari); Djuric (Cesena); Fetfatzidis (2 con 1 rigore nel Genoa), Izco e Zukanovic (Chievo); Tavano (1) (Empoli); Basanta, Borja Valero, Fernandez, Gomez, Pasqual, Salah e Savic (Fiorentina); Bertolacci e Niang (Genoa); Hernanes e Ranocchia (Inter); Bonucci e Marchisio (Juventus); De Jong e Muntari (Milan); Mertens (1) (Napoli); Barreto e Quaison (Palermo); Coda e Palladino (Parma); Florenzi, Gervinho e Ibarbo (Roma; 2 nel Cagliari); Gastaldello (Sampdoria; ora è nel Bologna); Floccari, Missiroli e Taider (Sassuolo); Bruno Peres, El Kaddouri, Martinez e Maxi Lopez (Torino; 1 nel Chievo); Danilo, Fernandes e Widmer (Udinese); Ionita (Verona). 1 RETE 94 giocatori 1 AUTORETE 17 giocatori RETI SEGNATE in questo turno 15 (1 rigore); RETI TOTALI 626 (50 rigori, 17 autoreti) LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT OPINIONI 23 www.gazzetta.it TUTTE LE NOTIZIE SUL NOSTRO SITO Allunga sul Barça (+4) spinto da Ronaldo La vignetta Il campionato LE CENTO VOLTE DI ANCELOTTI IN FUGA COL REAL di Stefano Frosini LA RESA DEI CONTI? NO, PICNIC A ROMA DELLA SIGNORA IL COMMENTO TO DRO di ALESSANDRO DE CALÒ F ino a ieri, la grande anomalia in Europa era la Bundesliga: c’era un abisso di undici punti tra il poderoso Bayern di Pep Guardiola e il meno glorioso Wolsfburg, inseguitore solitario. Ieri – nel posticipo domenicale – la squadra sponsorizzata dalla Volkswagen ha superato l’Herta Berlino, accorciando il distacco a otto lunghezze: un punto in meno della distanza che adesso, in Italia, separa la Juve dalla Roma. Titolo già deciso, campionati finiti? La bilancia della risposta pende verso il sì: il rischio è concreto per la differenza dei valori in campo, oltre che per il distacco formalizzato nelle classifiche. Di sicuro bavaresi e bianconeri hanno il vantaggio di potersi concentrare con più serenità sugli impegni di Champions, dopo essersi portati avanti sul fronte interno. Il test di domani col Borussia Dortmund ci dirà molto dell’attuale dimensione continentale dei bianconeri. L’Europa tende a esaltare le personalità forti. Cristiano Ronaldo ha ritrovato il gol, mercoledì scorso in Germania, contro lo Schalke, dopo essere rimasto all’asciutto per tre partite. E Carlo Ancelotti, con quella secca vittoria, nell’andata degli ottavi, ha ridimensionato il fuoco delle accuse piovutegli addosso dopo il tracollo (0-4) nel derby con l’Atletico. Quando incombono le partite a eliminazione diretta, la Champions pesa sulla testa e le gambe dei giocatori più di quanto pensiamo. Il Barça, per dire: veniva da undici successi di fila, era convinto di dormire in testa alla classifica della Liga nella notte tra sabato e domenica. Ai blaugrana bastava un più che probabile successo al Camp Nou per scavalcare il Real in vetta. Invece pensando alla sfida di martedì col Manchester City – match clou degli ottavi di coppa – Messi e Neymar sono rimasti spenti, consentendo al catenacciaro Malaga di fare il colpaccio a Barcellona. In pochi giorni, la deriva psicologica tra Real e Barça si è ribaltata. Può succedere, dove c’è ancora equilibrio e si corre sul filo. Ieri, nello stadio di Elche, Carlo Ancelotti si è seduto per la centesima volta sulla panchina dei Blancos e si è goduto il regalo confezionato la sera prima dal Malaga. Ancora una volta è stato Cristiano Ronaldo, con una delle sue percussioni, a costruire le basi dell’ennesima vittoria. Dopo aver centrato un palo, il fuoriclasse portoghese ha propiziato l’1-0 di Benzema con la complicità di un fortunoso rimpallo che ha favorito il francese e infine ha scaraventato di testa nella porta dell’Elche il gol del definitivo 2-0. Niente di memorabile, intendiamoci, il Real può migliorare molto sul piano del gioco, ma il successo di ieri è pesantissimo. Cristiano Ronaldo si rimette a segnare anche in campionato e conferma di essere decisivo. Ancelotti recupera i quattro punti di vantaggio sul Barça – persi nella disastrosa sconfitta con Simeone – e si riprende in mano il destino di capolista della Liga. Tra un mese, se tiene questo passo, il Real può anche perdere nel Clasico al Camp Nou e rimanere davanti al Barça. L’effetto spareggio, al momento, è scongiurato. In queste cento panchine da tecnico madridista, Ancelotti ha vinto Champions e Coppa di Spagna, Supercoppa Europea e Mondiale per club. Ogni 25 match un titolo. Roba da far invidia a Mou. Anche perché l’avventura col Real sembra tutt’altro che finita. Twitter L’ANALISI di LUIGI GARLANDO MAURO ICARDI Calciatore dell’Inter ● Ringrazio il mio amore per la torta Rolls Royce wandaicardi @MauroIcardi USAIN BOLT Olimpionico di atletica ● Sono in ottima compagnia @sebcoe #CoachMills @usainbolt VINCENZO NIBALI Campione di ciclismo ● Il deserto non ferma la mia ossessione #cycling ovunque Vivete anche voi la vostra ossessione! @vincenzonibali © RIPRODUZIONE RISERVATA P iù che preparare la partita di lunedì prossimo, Massimiliano Allegri preparerà il cestino del picnic. Con la Roma a -9, la preventivata resa dei conti dell’Olimpico si è trasformata in una piacevole scampagnata della Signora tra le rovine della Capitale. Era il 17 ottobre quando Rudi Garcia, alla vigilia dell’impegno casalingo con il Chievo, annunciò urbi et orbi: «Siamo più forti della Juve. Dopo il confronto allo Stadium ne sono sicuro: vinceremo lo scudetto». Ieri , dopo il triste incrocio con l’altra veronese, il d.s. Sabatini mandava a dire: «Lo scudetto? Non prendiamoci in giro...». In mezzo campionato si è ribaltato il mondo. Garcia, che aveva abbandonato i delicati tratti filosofici per vestire i panni del gladiatore, attaccare di petto la Juve e propagandare speranza, aveva in pugno il suo popolo. Ora è nel mucchio dei contestati, incapace di governare il timone di una Roma smarrita, guardato storto da ogni sostituito. La Juve ha preso il largo, superiore in tutto. Atleticamente. Anche a Verona la Roma è stata rimontata. C’era una volta la squadra di Garcia che sfiancava l’avversario a colpi di ripartenze, come un pugile che picchia ai fianchi, per sferrare il k.o. nella ripresa, con la pazienza dei forti. Ora, più spesso, la Roma si ritrova sulle gambe dopo l’intervallo e cala di brutto come contro il Feyenoord. Anche la Juve di questi tempi non vola, ma tatticamente è attrezzata per vincere pure sotto ritmo. La Roma no. È come un aquilone: si alza solo se Gervinho e gli altri esterni corrono a mille. Non ha un attaccante di ruolo da piantare in area nella speranza che s’inventi un gol o che faccia fruttare un cross disperato. Quelli che aveva li ha sbolognati: Destro, Borriello. La Juve ha il capocannoniere del campionato, Tevez, e sta trovando sempre più spesso i gol di Morata. Il Napoli, che sta risalendo minaccioso, ha tre attaccanti oltre gli 8 gol: Callejon (9), Gabbiadini (10), Higuain (12). La Roma ha il solo Ljajic oltre le 5 reti. Troppo poco per sognare. La memoria li tramanda come gli scudetti di Falcao e Totti, ma, all’ombra dei due re di Roma, Pruzzo ne segnò 12 e Batistuta 20. Se non segni, non vinci. Garcia ha pareggiato 6 delle ultime 7, passando da -1 a -9: è qui che si è creato il baratro con la Juve. Nel calcio dei 3 punti pareggiare è quasi perdere. Molti hanno trovato l’antidoto al bel gioco di Garcia che avrebbe dovuto inventarsi nuove soluzioni offensive per spiazzare. Ma non è solo questione di gambe, tattica e mercato. C’entrano anche il calo di troppi protagonisti (Totti, De Rossi, Pjanic, Maicon...) e una ridotta disponibilità di cuore: la Roma non si diverte, non lotta, non soffre, non vuole con la forza di un anno fa, quando sembrava vincere per l’unità del gruppo, per la gioia che esprimeva correndo sotto la curva mano nella mano. Una stagione di elogi, dopo tanti stenti, ha imborghesito i costumi e smorzato le voglie. Alla Juve, che pure ha vinto tanto, non succede. Tevez, che ne è il simbolo, ha segnato 9 gol su 14 nel primo quarto d’ora dei due tempi. Scende in campo con una fame feroce. Dopo aver segnato il gol del 2-2 in un derby da vincere a tutti i costi per rimontare, l’Apache avrebbe riportato di corsa la palla al centro del campo. Mai si sarebbe fermato sotto la curva a farsi un selfie. © RIPRODUZIONE RISERVATA Che cosa ci ha lasciato l’impresa di Bonatti sul Cervino L’ALPINISMO TRADIZIONALE, MOLTO PIÙ DI UNA SCALATA L’AVVENTUROSO di REINHOLD MESSNER Q uello che Walter Bonatti ha fatto 50 anni fa sul Cervino è una pietra miliare anche dal punto di vista culturale. Perché l’alpinismo tradizionale, di cui egli è il massimo interprete, non è una attività solo fisica. Walter non è partito per caso quel 18 febbraio del 1965, ma perché ricorrevano i 100 anni della prima salita della Grande Becca. È andato da solo, d’inverno e su una via nuova per riassumere in una volta sola tutti i problemi, il massimo delle difficoltà superabili in quel periodo. E così ci ha lasciato un punto di riferimento. Uno di quelli che indicano la strada ai giovani che, con le loro idee, le loro visioni tengono vivo l’alpinismo tradizionale. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE ANDREA MONTI [email protected] VICEDIRETTORE VICARIO Gianni Valenti [email protected] VICEDIRETTORI Pier Bergonzi [email protected] Stefano Cazzetta [email protected] Andrea Di Caro [email protected] Umberto Zapelloni [email protected] Testata di proprietà de “La Gazzetta dello Sport s.r.l.” - A. Bonacossa © 2015 PRESIDENTE Angelo Provasoli VICE PRESIDENTE Roland Berger AMMINISTRATORE DELEGATO Pietro Scott Jovane CONSIGLIERI Fulvio Conti, Teresa Cremisi, Luca Garavoglia, Attilio Guarneri, Piergaetano Marchetti, Laura Mengoni DIRETTORE GENERALE DIVISIONE MEDIA Alessandro Bompieri RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Quotidiani Sede Legale: Via A. Rizzoli, 8 - Milano Responsabile del trattamento dati (D. Lgs. 196/2003): Andrea Monti [email protected] - fax 02.62051000 © COPYRIGHT RCS MEDIAGROUP S.P.A. DIVISIONE QUOTIDIANI Tutti i diritti sono riservati. 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Nemmeno è la neve, il ghiaccio o la roccia: ormai non esistono più le spedizioni scientifiche dell’epoca dell’esplorazione. Oggi quella che studiamo, affrontando i nostri limiti, è una questione psicologica. E così ritorniamo a William Blake che diceva: «Great EDIZIONI TELETRASMESSE RCS Produzioni Milano S.p.A.- Via R. Luxemburg 20060 PESSANO CON BORNAGO (MI) - Tel. 02.95743585 RCS PRODUZIONI S.p.A. - Via Ciamarra 351/353 - 00169 ROMA - Tel. 06.68828917 RCS Produzioni Padova S.p.A. - Corso Stati Uniti, 23 35100 PADOVA - Tel. 049.8700073 Editrice La Stampa SpA - Via Giordano Bruno, 84 - 10134 Torino Tipografia SEDIT - Servizi Editoriali S.r.l. - Via delle Orchidee, 1 Z.I. - 70026 MODUGNO (BA) - Tel. 080.5857439 Società Tipografica Siciliana S.p.A. Zona Industriale Strada 5ª n. 35 - 95030 CATANIA Tel. 095.591303 L’Unione Sarda S.p.A. - Centro Stampa Via Omodeo - 09034 ELMAS (CA) - Tel. 070.60131 BEA printing sprl - 16 rue du Bosquet 1400 NIVELLES (Belgio) Speedimpex USA, Inc. - 3838 9th Street Long Island City, NY 11101, USA CTC Coslada - Avenida de Alemania, 12 - 28820 COSLADA (MADRID) La Nación - Bouchard 557 - 1106 BUENOS AIRES Miller Distributor Limited - Miller House, Airport Way, Tarxien Road - Luqa LQA 1814 - Malta Hellenic Distribution Agency (CY) Ltd - 208 Ioanni Kranidioti Avenue, Latsia - 1300 Nicosia - Cyprus Nascono emozioni fortissime. Che i più validi hanno saputo esprimere e trasmettere. Non a tutti riesce. Ma è quello che sapeva fare specialmente Bonatti. Perché il grande alpinismo tradizionale non è soltanto esprimersi attraverso la salita - e la discesa, perché altrimenti non è grande alpinismo -, ma anche attraverso ciò che si può trasmettere agli altri in una conferenza o in un libro. PREZZI D’ABBONAMENTO C/C Postale n. 4267 intestato a: RCS MEDIAGROUP S.P.A. 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Il costo di un arretrato è pari al doppio del prezzo di copertina per l’Italia; il triplo per l’estero. PREZZI ALL’ESTERO: Albania 2,20; Argentina $ 15,50; Austria 2,20; Belgio 2,20; Canada CAD 3,50; Cz Czk. 64; Cipro 2,20; Croazia Hrk 17; Francia 2,20; Germania 2,20; Grecia 2,50; Irlanda 2,20; Lux 2,20; Malta 2,20; Monaco P. 2,20; Olanda 2,20; Portogallo/Isole 2,50; SK Slov. 2,20; Slovenia 2,20; Spagna/Isole 2,50; Svizzera Fr. 3,00; Svizzera Tic. Fr. 3,00; Hong Kong HK$ 45; Ungheria Huf. 700; UK Lg. 1,80; U.S.A. USD 4,00. 24 Mondo R Spagna LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT INGHILTERRA Mou, show in tv E ora rischia la squalifica Cristiano Ronaldo, 30 anni, abbraccia Karim Benzema, 27: sono loro gli autori dei due gol con cui il Real Madrid ha battuto l’Elche AFP Il Real non sbaglia: +4 con Benzema-Ronaldo 1 I Blancos passano ad Elche e allungano sul Barcellona, Carletto festeggia le 100 partite in panchina superando Mourinho ELCHE REAL MADRID 0 Filippo Maria Ricci 2 CORRISPONDENTE DA MADRID @filippomricci PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Benzema all’11’, C. Ronaldo al 24’ s.t. ELCHE (4-4-2) Tyton 6,5; Damian Suárez 6, Enzo Roco 6,5, Lombán 5,5, Albacar 6,5; Aaron Ñíguez 6 (dal 19’ s.t. Rodrigues 5), Pasalic 6 (dal 30’ s.t. Rafa Galvez 5,5), Adrián 5,5 (dal 36’ s.t. Cristian Herrera 6), Víctor 5,5; Fajr 6,5, Jonathas 6,5. PANCHINA Manu Herrera, Cisma, Coro, Álvaro Giménez. ALLENATORE Escribà 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Albacar, Jonathas, Aaron Ñíguez, Enzo Roco per gioco scorretto. REAL MADRID (4-3-3) Casillas 6; Carvajal 7, Pepe 6,5, Varane 6,5, Marcelo 6,5; Lucas Silva 6,5 (dal 39’ s.t. Illarramendi s.v.), Kroos 7, Isco 7,5 (dal 43’ s.t. Arbeloa s.v.); Bale 6, Benzema 7 (dal 48’ s.t. s.v.), C. Ronaldo 6. PANCHINA Keylor Navas, Nacho, Medrán, Hernandez. ALLENATORE Ancelotti 7. ESPULSI nessuno. AMMONITI Marcelo per c.n.r. ARBITRO Iglesias Vilanueva 5,5. NOTE Spettatori 31.512. Tiri in porta 1-7. Tiri fuori 1-5. In fuorigioco 1-7. Angoli 1-6. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’. L’ occasione per il Madrid era troppo grande per lasciarla passare. L’inattesa sconfitta del Barça col Malaga andava capitalizzata e il Real ieri è partito per Elche determinatissimo. È tornato a casa con un 2-0 che manda i catalani a -4 e lascia l’Atletico a -7. E vale la 78a vittoria per Ancelotti nelle sue 100 panchine col Madrid. Una in più rispetto a Mourinho, che deteneva il record: per Carlo la miglior percentuale di successi nella storia della Liga all’altezza delle 100 partite. Altra celebrazione, Casillas è arrivato a 500 partite di Liga, nessuno qui ne ha mai accumulate tante con una sola squadra, e a 710 col Madrid: davanti ha solo Raul a 741. Per Iker 328 vittorie nel campionato spagnolo, supererà presto le 333 di Zubizarreta. ELCHE DURO Carlo, sempre senza Modric, James Rodriguez, Ramos e Khedira, ha ri- proposto gli stessi 11 di Gelsenkirchen, con Lucas Silva preferito a Illarramendi. L’Elche veniva da due successi di fila e il morale ha permesso alla squadra di Escribá di resistere per tutto il primo tempo all’assedio del Madrid. Che è entrato in campo perfettamente cosciente dell’importanza strategica della sfida, e non ha mai mollato la presa. Di fronte però ha trovato una squadra in grado di difendersi anche in apnea, molto dura, compatta, ruvida anche in contropiede affidato alla classe di Fajr e alla grinta sgomitante di Jonathas, una vita in Italia, lo scorso anno a Latina, totem dell’Elche e una delle rivelazioni di questa Liga. Ronaldo ha colpito il palo al 4’ con un bel destro a giro, poi però il portoghese ha sprecato ben tre occasioni tra il grande e il clamoroso innervosendosi parecchio. TUTTO BENZEMA L’Elche non ha mai impensierito Casillas, giusto un tiro di Pasalic largamente sballato in tutto il primo tempo, e al 39’ ha tirato un sospiro di sollievo quando il guardalinee ha alzato la bandierina annullando la meravigliosa rete di Benzema, che in sforbiciata aveva mandato in rete un cross di Bale. Valutazione azzeccata per una scarpa: l’unico «pezzo» del francese in fuorigioco. Benzema sfortunato, e poi fortunatissimo quando all’11’ della ripresa un cross di Ronaldo viene respinto da Lomban contro il proprio portiere e da questi sui piedi di Karim: porta vuota e vantaggio del Madrid. Che poco prima si era lamentato per un’entrata orrenda di Aaron sulla caviglia di Bale, punita solo con un giallo: simbolica espressione della partita oltre i limiti giocata dall’Elche. Da quando è al Madrid Ronaldo non ha mai passato più di tre partite senza far gol in Liga. Era a tre giornate e non è arrivato a quattro: al 24’ con una perfetta torsione del collo ha piazzato all’incrocio un cross di Isco arrivando a 29 gol in Liga (Messi è a 26) e a 290 col Madrid, in 281 partite. Felicità per Ronaldo, ovazione sincera e molto sportiva del Martinez Valero per Isco al momento del cambio. © RIPRODUZIONE RISERVATA ARGENTINA Tecnico colpito dalla tribuna: «Non sospendete la partita» Adriano Seu S ono trascorsi due giorni, ma in Argentina continua a tenere banco il gesto del tecnico Gustavo Alfaro, che sabato sera ha chiesto all’arbitro Ceballos di non sospendere la gara contro il Rosario Central nonostante la testa sanguinante, frutto di un oggetto piovutogli addosso dagli spalti. «Andiamo avanti», ha sentenziato il tecnico del Tigre subito dopo aver ricevuto le cure dello staff medico. «Non ci si può fermare per colpa di un idiota». Un gesto nobile e coraggioso, ha sottoli- neato la stampa locale all’unisono. Perché sottolinea la volontà di non darla vinta ai soliti facinorosi e perché dimostra la sportività di un tecnico che avrebbe tranquillamente potuto avvantaggiarsi della circostanza. «Ma resta il fatto che il calcio argentino è una vergogna», ha tuonato Alfaro a fine gara. OSTAGGIO DEI DELINQUENTI Per Eduardo Coudet, tecnico del Rosario, «Alfaro ha dimostrato di avere due palle enormi». Ma l’allenatore del Tigre, che per la cronaca ha finito col perdere (2-1) anche per colpa di un gol in fuorigioco, ha sottolineato di Gustavo Alfaro dopo l’incidente non averlo fatto per mostrare i muscoli. «Non si può permettere che un disadattato rovini lo spettacolo a migliaia di persone». Detto ciò, Alfaro ha però lamentato l’impunità di cui godono i violenti, puntando il dito anche sul direttore di gara. «Qui il calcio è ostaggio dei delinquenti. Oltretutto non può essere che l’arbitro chieda a un tecnico se preferisce andare avanti o sospendere la partita dopo un fatto del genere. A cosa serve avere un responsabile del servizio d’ordine a bordo campo? E’ ora che qualcuno si assuma le proprie responsabilità». Implicito ma evidente l’attacco alla federazione che, dopo oltre un anno di partite a porte chiuse, a inizio stagione ha riammesso il pubblico ospite. Senza aver trovato un antidoto alla violenza. © RIPRODUZIONE RISERVATA Josè Mourinho, 52 anni GETTY Stefano Boldrini di vantaggio sul Manchester City, non cinque. I miei giocatori non meritano questo trattamento. Se quelli di Costa sono stati definiti i Costa’s crime, non so che cosa dire dei falli di Barnes. Il mio inglese non è così buono per trovare la parola adatta per descriverli. Ho parlato con Atkinson e mi ha detto che non aveva la tv a disposizione per vedere gli episodi avvenuti al 30’, 33’, 42’ e 69’. Gli arbitri cercano di fare del loro meglio, ma non si può più rinunciare alla tecnologia. So che queste mie parole possono costarmi un’altra squalifica e potrei saltare la finale di Coppa di Lega contro il Tottenham, domenica prossima». CORRISPONDENTE DA LONDRA J osè Mourinho Show. Ai piani alti di Sky, a Londra, pensavano fosse uno scherzo quando è arrivata questa telefonata: «Pronto, sono Mourinho, vorrei venire a parlare in televisione». A Sky, nonostante le recenti litigate con il portoghese, non ci hanno pensato due volte: «Prego, si accomodi». Con quest’ennesimo colpo di teatro, di un uomo che, piaccia o no, ha una marcia in più rispetto ai comuni mortali, la trasmissione Goals on Sunday è stata un autentico show. Mou, camicia nera e giacca grigia, ben rasato, è tornato sulle questioni delle ultime ore, in un intervento durato 27 minuti: gli errori di Atkinson in Chelsea-Burnley, i presunti torti ripetuti alla sua squadra, l’espulsione di Matic. MONOLOGO «Matic è un ragazzo fortunato. Il fallo di Barnes poteva rovinargli la carriera. Se Costa è stato fermato tre giornate per l’entrata su Can, a Barnes dovrebbero darne il doppio. Stiamo parlando di un calciatore che una volta è stato squalificato per sette turni per aver aggredito un arbitro. Atkinson è uno dei migliori fischietti inglesi, ma tutti possono sbagliare. Lui ha commesso errori nel derby di Liverpool e sabato. È come un avvocato che ha perso quindici cause: uno così non lo vuoi più. Nel calcio si prende e si dà, ma nel nostro caso è troppo. Avremmo potuto avere dodici punti WEMBLEY O NO? Oggi sapremo se davvero Mourinho rischia di non andare in panchina a Wembley nel match che potrebbe consentire al portoghese di tornare a vincere un trofeo dopo due anni e mezzo. Le autorità calcistiche sorvoleranno, o cercheranno lo scontro frontale con Mou? La decisione, stavolta, sarà tutta politica. © RIPRODUZIONE RISERVATA Magia di Coutinho e il Liverpool va anche senza Balo ● LONDRA Una perla nella pioggia. Uno straordinario gol dell’ex interista Coutinho lancia il Liverpool verso una vittoria importante sul campo del Southampton. La rete del brasiliano, una sassata all’incrocio, arriva al 3’, poi ci pensa Sterling a firmare il 2-0 al 73’. Successo meritato, da parte dei Reds, ma c’è l’ombra di due rigori negati ai Saints per i falli di Can e Allen su Djuricic. Anche il Liverpool ha chiesto un penalty, per un’entrataccia su Sterling. Niente confronto a distanza Pellè-Balotelli: Mario è rimasto in panchina. Il Liverpool è ora sesto, a due punti dal 4o posto, occupato dal Manchester United. La squadra di Rodgers è l’unica imbattuta in Premier nel 2015: 23 punti su 27. Ecco Rodgers: «Vittoria importante, siamo a tre punti dal terzo posto. Peccato l’inizio di stagione difficile. Coutinho? Fantastico». bold © RIPRODUZIONE RISERVATA TACCUINO GERMANIA EURORIVALI Doppietta di Dost, Wolfsburg ok Vincono Celtic e Athletic Bilbao ● Si sono giocati ieri due posticipi della ventiduesima giornata in Bundesliga. Il Wolfsburg allunga al secondo posto grazie a un super Dost: doppietta nel 2-1 contro l’Hertha Berlino, per l’attaccante olandese nono gol nelle ultime 5 partite di campionato (più altri due in Europa League contro lo Sporting Lisbona). Il Wolfsburg resta così a -8 dalla capolista Bayern e allunga a +2 sul Borussia Moenchengladach terzo in classifica, che viene rallentato sull’1-1 ad Amburgo nell’altro posticipo. ● Due vittorie e due pareggi per le eurorivali di Inter, Torino, Fiorentina e Napoli. Vincono gli scozzesi del Celtic (4-0 all’Hamilton) avversari dell’Inter giovedì a San Siro, successo anche per gli spagnoli dell’Athletic Bilbao (1-0 al Rayo) che sfideranno il Torino al San Mames. Pareggia il Tottenham (2-2 in casa con il West Ham) che sarà di scena allo stadio «Artemio Franchi» con la Fiorentina e non vanno oltre il pari anche i turchi del Trabzonspor (1-1 sul campo del Kasimpasa) che giovedì saranno di scena al «San Paolo» contro il Napoli. Mondo R Francia LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT NON BASTA BATSUHAYI Marsiglia solo pari a St Etienne Ora è terzo L’esultanza di Nabil Fekir, 21 anni, Alexandre Lacazette, 23, e Mouhamadou Dabo, 28 ACTION IMAGES Il sorriso del Lione Torna Lacazette e passa la paura TALENTO FEKIR Rete che consolida in ogni caso l’ascesa di una mezza punta che la Francia di rischia di perdersi. Su Fekir si muove con insistenza l’Algeria, paese d’origine del papà che gli faceva tirare 400 punizioni al giorno da piccolo. Esercizio ripetuto al 40’ p.t., stampatosi all’incrocio. Ma che avrebbe premiato una prestazione piena, culminata con il fallo subito in area allo scadere, per il rigore fallito dal capitano Gonalons. Il 21enne, al nono centro stagionale, oltre a sei assist, prende tempo: «Deciderò entro marzo». Nel frattempo, il Lione se lo tiene stretto come Lacazette, salvo offerte indecenti estive. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA il Nantes decide Fekir, su assist di tacco del bomber Alessandro Grandesso LIONE 1 LIONE @agrandesso NANTES 0 S tavolta non ha fatto gol, ma dopo quasi un mese di assenza, e considerato il suo pregiato curriculum stagionale, glielo si può perdonare. Alexandre Lacazette ha portato lo stesso fortuna al Lione che senza di lui aveva infilato tre pari, segnando la miseria di due reti. Contro il Nantes, invece, è tornata la vittoria. Certo di misura e firmata da Fekir, l’altro gioiellino di casa, ma comunque con il contributo di tacco del bomber che guida la classifica dei marcatori con 21 reti. Dieci in più di Ibrahimovic. Poco meno della metà del totale del Lione, che si riprende la vetta dopo il successo del Psg di sabato sul Tolosa (3-1). IL GOL Proprio Ibrahimovic aveva lanciato la sfida dai corridoi del Parco dei Principi: «Ora vediamo di cos’è capace il Lione». E i ragazzini terribili di Fournier non si sono fatti intimidire, gestendo con maturità un Nantes mai pericoloso, che in 90’ non ha mai tirato in porta. Nonostante un primo tempo equilibrato, anche perché Lacazette doveva ritrovare ritmo e automatismi. Così dopo un paio di PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Fekir al 22’ s.t. LIONE (4-3-1-2) Lopes 7; Dabo 6, Koné 6,5, Umtiti 6,5, Bedimo 6; Tolisso 6, Gonalons 6,5, Ferri 6 (dal 40’ s.t. Malbranque 6); Gourcuff 7 (dal 31’ s.t. Ghezzal 6); Lacazette 6,5 (dal 22’ s.t. Njie 6), Fekir 7. PANCHINA Gorgelin, Zeffane, Rose, Yattara. ALLENATORE Fournier 7. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI nessuno. AMMONITI Ferri, Dabo per gioco scorretto. NANTES (4-2-3-1) Riou 6; Cissokho 6,5, Vizcarrondo 5,5, Djilobodji 5,5, Veigneau 6; Hansen 6, Deaux 6; Gakpé 5 (dal 28’ s.t. Nkoudou 6), Veretout 5, Bessat 5,5 (dal 35’ s.t. Iloki 6); Bangoura 5 (dal 28’ s.t. Bammou 6). PANCHINA Dupé, Dubois, Alhadhur, Gomis. ALLENATORE Der Zakarian 6. CAMBI DI SISTEMA nessuno. ESPULSI Nessuno. AMMONITI Deaux per proteste, Bessat per c.n.r, Djilobodji, Gakpé, Cissokho per gioco scorretto. ARBITRO Fautrel 6. NOTE spettatori 36.819. Tiri in porta 3 (1 palo)-0. Tiri fuori 7-2. In fuorigioco 3-2. Angoli 5-4. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 3’. tiri dalla distanza, il bomber si è consolato confezionando l’assist decisivo, quando al 22’ s.t. si è fatto servire al limite da Gourcuff. Il colpo di tacco, istintivo, a innescare Fekir compensa quella dose di fiducia che andava cercando e che magari sperava di godersi scuotendo come al solito la rete avversaria. Stavolta a rubargli il piacere è stato l’altro talento cresciuto nell’accademia del Lione, fortunato nel colpo di tacco involontario, nato dal contrasto con Hansen, che ha beffato Riou. Gol rocambolesco, tanto da meritare la battuta di Lacazette: «Non pensavo gli fosse attribuito». ITALIANI ALL’ESTERO Romania, vedi Napoli e poi... voli Di Matteo coraggio, Pascali 2 assist Iacopo Iandiorio T ecnici italiani crescono. Per una volta partiamo con un torneo minore: in Romania (al via dopo la pausa invernale) Nicolò Napoli (7,5) con lo Iasi espugna Chiajna battendo 3-0 il Viitorul, concorrente per una salvezza che ora è solo 3 punti più su. In campo dopo 7’ il portiere ex Grosseto Caparco (7) che se la cava bene. In Germania la difesa di Di Matteo (Schalke, 6,5) si fa beffare (1-1 col Werder) solo nel recupero. Il problema è davanti senza Huntelaar k.o. e con ChoupoMoting che non trova la porta. Mezzo voto in più perché schiera due 19enni (Wellenreuther e Platte): coraggioso. Immobile (Dortmund) e Donati (Leverkusen) in panchina, Caldirola (Werder) non convocato. In Inghilterra l’atteso scontro fra bomber italiani non si è avuto: Balotelli (Liverpool) è rimasto in panchina (Borini, in tribuna) e Pellé (5,5 Southampton) non va; un tiro a lato, sotto la pioggia appare un pulcino bagnato, altro che il bomber che conosciamo. In panca Mannone del Sunderland (Giaccherini era out). Paradossalmente da difensore, Pascali (6, Kilmarnock), nel 3-3 con l’Inverness, le cose migliori le fa in at- L a scena è stata tragicomica. Giovedì Marcelo Bielsa, come al solito, aveva anticipato in conferenza stampa l’undici per Saint Etienne. Il giorno dopo in allenamento si è ritrovato con un solo titolare a disposizione. Gli altri erano tutti dati per malati o in palestra. El Loco allora ha dato di testa e ha pure cacciato Gignac che stava facendo una corsetta post influenzale. Scorcio, raccontato dell’Equipe, che spiega il clima di tensione che assedia il Marsiglia. Indotto anche dalle incertezze sul futuro del tecnico argentino che, sempre giovedì, ha fatto il vago: «Il mio contratto scade a giugno, ogni altra ipotesi va discussa». A tutto ciò si aggiungono le scadenze non rinnovabili di senatori come Gignac, Ayew, dagli ingaggi troppo alti, o di quadri come Fanni e Morel dalle prospettive non chiare. E anche incomprensioni tra staff tecnico e medico. Insomma, ingredienti esplosivi che includono le lamentele dei giocatori sui carichi di lavoro accompagnati da poco apprezzate e interminabili sedute video. In tale contesto andava letta la trasferta a St Etienne, condizionata però dalle scelte dei tecnici. Bielsa al 17’ s.t. infatti ha tolto tre uomini, tra cui Gignac per Batshuayi. E il belga è andato in rete dopo 55’’, pareggiando il rigore di Gradel (9’ s.t.), ripetendosi pure dopo 2’ su assist dell’altro innesto Alessandrini. Bis però vanificato da Erding, mandato in campo da Galtier al 26’ s.t. per Van Volfswinkel. Ma il 2-2 brucia di più al Marsiglia che scende al terzo posto, a -2 dal Psg, a -4 dal Lione. a.g. 1Senza Alexandre solo tre pari per Fournier. Contro tacco: un lancio lungo e un assist di testa per 2 reti dei suoi; sui gol rivali non ha colpe però è il capitano… In Francia in campo solo Sirigu (Psg, 7): Motta e Raggi rotti, Verratti squalificato. Per Sirigu 2 parate cruciali per blindare i tre punti nel 3-1 al Tolosa. In Spagna Fausto Rossi (6 Cordoba) nel k.o. casalingo col Valencia 90’ volenterosi ma poco produttivi. Va meglio a Carlo Ancelotti (7): il suo Real Madrid ha la meglio di un Elche indiavolato e non sciupa l’occasione per portarsi a +4 sul Barça. Oro in vista del Clásico del 22 marzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE CLASSIFICHE Michy Batsuhayi, 21 anni AFP Scarpa d’Oro Avanza soltanto Cristiano Ronaldo 25 " " ! ! ! ! ! ! ! !! ! &# * ( + '( 33* &1 6+$ '( %4* + '( * ,1 " , 5"! ' ( .* &1 " ( "+* $!, '( 3* &1- , '( 4#* +) 2 '( 3/* ,1 &! "" ', "95 '!( %3* +) +9!"" 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TIGHADOUINI Nac Breda GRIEZMANN Atletico M. 7,5 7,5 ANDRÉ GOMES Valencia COUTINHO Liverpool RABIOT Psg 8 DOST Wolfsburg 7,5 7,5 SILVA Manchester C. 7,5 LUISÃO Benfica 7 THIAGO SILVA Psg 7,5 ROSALES Malaga 8 HITZ Augsburg GDS 26 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Serie B R I posticipi della 27a giornata LIVORNO 0 AVELLINO 1 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT CLASSIFICA PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Trotta al 39’ s.t. LIVORNO (3-4-1-2) Mazzoni 6; Bernardini 6, Emerson 6, Lambrughi 5,5; Maicon 5,5 (dal 34’ s.t. Jelenic 6), Luci 5, Biagianti 6,5, Gemiti 5,5 (dal 40’ s.t. Rivas s.v.); Belingheri 5 (dal 17’ s.t. Galabinov 5,5); Siligardi 6, Vantaggiato 6,5. PANCHINA Bastianoni, Rafati, Macera, Appelt, Moscati, Jefferson. ALLENATORE Gelain 5. AVELLINO (5-3-2) Gomis 7,5; Regoli 6, Pisacane 6, Ely 5,5 (dal 9’ s.t. Fabbro 5,5), Chiosa 6, Bittante 6; Kone 6,5, Arini 6, Sbaffo 6 (dal 17’ s.t. Zito 6,5); Trotta 6,5 (dal 43’ s.t. Comi s.v.), Castaldo 6. PANCHINA Frattali, Almici, Angeli, Schiavon, Soumarè, Mokulu. ALLENATORE Rastelli 6. SQUADRE PT CARPI BOLOGNA (-1) AVELLINO LIVORNO VICENZA FROSINONE SPEZIA LANCIANO PESCARA PERUGIA TERNANA BARI PRO VERCELLI TRAPANI MODENA LATINA CITTADELLA ENTELLA BRESCIA CATANIA VARESE (-3) CROTONE 52 47 45 43 43 41 39 37 36 36 35 33 33 33 30 30 30 30 29 28 28 25 PARTITE RETI G V N P F S 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 27 26 27 27 27 27 26 27 27 14 13 12 12 12 11 10 8 9 8 9 9 9 8 6 6 6 6 7 7 7 6 10 9 9 7 7 8 9 13 9 12 8 6 6 9 12 12 12 12 8 7 10 7 3 5 6 8 8 8 8 6 9 7 10 12 12 10 8 9 9 9 12 12 10 14 43 36 28 44 28 38 31 39 42 29 24 30 29 39 24 23 33 23 32 38 31 27 21 23 23 31 24 33 26 33 35 31 31 36 36 50 24 26 38 34 39 41 38 38 SERIE A PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSIONI ARBITRO Mariani di Aprilia 6,5. GUARDALINEE Calò 6-Citro 6. ESPULSI nessuno. AMMONITI Luci (L), Sbaffo (A), Ely (A), Arini (A), Comi (A) e Castaldo (A) per gioco scorretto. NOTE paganti 4.589, incasso di 31.493 euro; abbonati 4.351, quota di 21.274,31 euro. Tiri in porta 14 (con un palo)-3. Tiri fuori 4-2. In fuorigioco 5-1. Angoli 7-7. Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’. PROSSIMO TURNO Marcello Trotta, 21 anni, segna così il secondo gol stagionale LAPRESSE VENERDÌ 27 FEBBRAIO LATINA-TRAPANI (ore 19) (0-1); BOLOGNA-VICENZA (ore 21) (0-0); SABATO 28 FEBBRAIO (ore 15); AVELLINO-TERNANA (2-2); CATANIA-FROSINONE (0-1); CROTONE-LIVORNO (0-1); ENTELLA-PESCARA (0-4); LANCIANO-CITTADELLA (3-2); MODENA-BARI (1-1); PERUGIASPEZIA (0-2); PRO VERCELLI-CARPI (0-1); VARESE-BRESCIA (1-1) Trotta segna, Gomis salva L’Avellino sbanca Livorno 1Quarta vittoria di fila per Rastelli, che fa il sorpasso e ora è terzo Gelain, prima sconfitta casalinga: è amara la festa per i 100 anni Alessio Da Ronch INVIATO A LIVORNO C ent’anni amari per il Livorno, che si fa beffare dall’Avellino e lascia ai campani la terza posizione sulla scia del Bologna. Una classifica che non nasce dal caso, quella in Toscana è la quarta vittoria consecutiva dell’Avellino e, pure, la quarta partita senza subire reti. Gelain, invece, scopre il sapore amaro della sconfitta interna, dopo due successi roboanti, colpa di un pizzico di sfortuna, di un portiere prodigioso, ma anche di alcune scelte che lo hanno ripagato poco. PRODEZZE GLOBALI Il gol decisivo lo sigla Marcello Trotta, sfruttando, di sinistro, un’incertezza di Emerson, che rinvia corto di testa cercando di risolvere una mischia. Ma l’attaccante, al secondo centro in due partite da titolare, vede esaltare la sua prodezza dalle imprese del portiere Alfred Gomis, che mette al sicuro il successo con parate importanti, una, al 42’ del secondo tempo, prodigiosa, su Biagianti. Due esempi del calcio moderno e globale: Trotta, 22 anni, nato in Campania, cresciuto calcisticamente in Inghilterra ed appena tornato in Italia, e Gomis, 21 anni, nato in Senegal, ma cresciuto calcisticamente a Torino, tanto da sentirsi azzurro a tutti gli effetti. FORTUNA Rastelli è umile, non si fa trascinare dall’entusiasmo dei 1.500 tifosi al seguito (straordinari per tutta la sfida), ma gioca le sue carte con prudenza: chiude le corsie laterali e infoltisce il centrocampo. Proprio nel finale Trotta trova il guizzo vincente, su azione d’angolo. Sul destro dell’attaccante, 20’ prima, era capitata anche l’altra occasione per i campani, stavolta con errore di Lambrughi, ma Mazzoni lo aveva stoppato. La fortuna bisogna andarsela a scovare e il tecnico dell’Avellino se la merita perché non rinuncia mai alle due punte, con un centrocampista a supporto, prima Sbaffo e, dopo, Zito. 14 TIRI Il Livorno non demerita, ma appare lento, Luci è incredibilmente impreciso, Berlingheri, rispolverato nel ruolo che lo aveva visto protagonista nell’utima promozione, si fa vedere poco. Maicon e Gemiti sono timidi sulle fasce. Eppure i IL MIGLIORE 7,5 ● GOMIS PORTIERE DELL’AVELLINO Non è certo perfetto di stile, ma con talento e reattività sa rimediare alle sbavature toscani centrano la porta 14 volte. Emerson quasi sorprende Gomis su punizione (1’), poi manda il pallone a colpire l’incrocio dei pali con una conclusione da 25 metri. Nella prima ora di gioco quelle create dal difensore sono le uniche vere occasioni da rete. Prima del vantaggio avellinese Gomis trema su una deviazione di Pisacane, che sfiora l’autogol, poi ribatte un sinistro potente di Gemiti. BEFFA Il rimpianto più grande per il Livorno nasce dai 10 minuti finali, quelli che seguono la rete di Trotta: la rabbia e la disperazione mostrano la faccia migliore dei toscani, che sfiorano il pari grazie a due invenzioni di Vantaggiato, assist per Biagianti e Siligardi. Gomis è strepitoso soprattutto sul mediano, sul quale salva di piede. Ed è beffardo il fatto che a commettere gli errori decisivi siano Emerson e Biagianti, i due migliori in campo, fino a quel momento, nel Livorno. © RIPRODUZIONE RISERVATA 27 Sansovini premia il Pescara in 10 Catania senza idee PESCARA 1 CATANIA 0 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORE Sansovini al 48’ s.t. PESCARA (4-4-2) Fiorillo 6,5; Zampano 6, Zuparic 7, Salamon 7, Rossi 6; Politano 6,5 (dal 31’ s.t. Gessa 6), Selasi 6,5 (dal 38’ s.t. Brugman s.v.), Memushaj 6, Bjarnason 7; Melchiorri 6,5 (dal 30’ s.t. Sansovini 7,5), Pasquato 4. PANCHINA Aldegani, Boldor, Caprari, Abecasis, Pettinari, Paolucci. ALLENATORE Baroni 7. CATANIA (4-3-1-2) Gillet 6; Belmonte 5,5, Schiavi 5,5, Ceccarelli 6, Mazzotta 5,5; Sciaudone 5 (dal 10’ s.t. Castro 6), Rinaudo 6, Coppola 6; Rosina 5,5; Calaiò 5,5 (dal 41’ s.t. Barisic s.v.), Maniero 5,5 (dal 22’ s.t. Martinho 5). PANCHINA Terracciano, Escalante, Sauro, Chrapek, Capuano, Odjer. ALLENATORE Marcolin 5. ARBITRO Pairetto di Nichelino 6. GUARDALINEE Segna 6-Marinelli 6. ESPULSI Pasquato (P) al 42’ p.t. per proteste. AMMONITI Selasi (P), Pasquato (P), Politano (P), Maniero (C) e Memushaj (P) per gioco scorretto. NOTE paganti 2.185, incasso di 12.419 euro; abbonati 3.580, quota di 17.273 euro. Tiri in porta 4 (con una traversa)-2. Tiri fuori 7-5. In fuorigioco 2-2. Angoli 8-7. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 6’. Massimiliano Ancona INVIATO A PESCARA R aphael Martinho, classe 1988, in gara da meno di mezz’ora, alza troppo la mira a due passi dalla porta al 92’. Marco Sansovini, 34 anni, in campo da 18’, fa centro con un sinistro da 40 metri. E al 93’ esulta all’Adriatico con il Pescara — dove il 2 febbraio è tornato per la terza volta — a due anni e mezzo dal gol nel 6-0 al Vicenza (1 maggio 2012). Così gli abruzzesi di Marco Baroni — che indovina i cambi e puntella la panchina — ritrovano i tre punti in casa dopo due mesi (2-0 al Varese il 24 dicembre) e agguantano il Perugia a -1 dai playoff. ANALISI Al di là delle parole di Dario Marcolin («Il gol non cambia la valutazione della gara sotto il piano del gioco»), il Catania deve fare mea culpa e ritrovare umiltà. Non solo per la sconfitta — giunta sì a tempo scaduto, ma dopo 52’ giocati in superiorità numerica —, che lascia gli etnei penultimi e ne interrompe la striscia di tre risultati utili. Bensì per l’atteggiamento, ai limiti della presunzione. Perché il Catania — due pari e dieci k.o. stagionali fuori casa — quasi nulla ha fatto per vincere una gara che ne ha confermato i limiti. Anche nel nuovo corso. Più «adeguato» alla situazione Emanuele Calaiò, uno dei quattro ex in campo (con Schiavi, Mazzotta e Maniero, tornato all’Adriatico un mese e mezzo dopo l’addio choc e fischiato al momento della sostituzione con Martinho): «Facciamo un bagno di umiltà e pensiamo a tirarci fuori da questa situazione». LA CHIAVE Il 4-4-2 del Pescara copre di più e meglio gli spazi rispetto al 4-3-1-2 del Catania, in cui Rosina viene limitato da Memushaj e Selasi e non s’accende. Calaiò e Maniero non ricevono un pallone pulito (come nella ripresa) da indirizzare in porta. Abruzzesi compatti davanti ai difensori centrali Salamon e Zuparic. Più Politano e Melchiorri abili a offendere e a difendere. Nulla accade fino al 42’, quando Pasquato, appena ammonito (fallo su Mazzotta), dice una parola di troppo all’arbitro e viene espulso. Direttamente. LA SVOLTA Nella ripresa si attende che il Catania osi. E invece non è così. Marcolin passa al 4-3-3 con Castro, con Rosina che arretra a destra in mediana. Poi al 4-2-3-1 con Martinho (fuori Maniero). Ma l’andamento lento dei suoi prosegue. Eccezion fatta per un lancio di Rosina che pesca Castro: ma Fiorillo c’è. È invece un diligente Pescara a impegnare Gillet con Memushaj (2’), a colpire la traversa con Bjarnason (21’) e a sfiorare il palo ancora con Memushaj (38’) legittimando l’1-0 prima di ottenerlo. © RIPRODUZIONE RISERVATA IL MIGLIORE 7,5 ● SANSOVINI ATTACCANTE DEL PESCARA Gli bastano 18’ per decidere la gara con un gran sinistro all’incrocio e imparabile 28 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 29 30 Lega Pro R 26a giornata LA POLEMICA di STEFANO SPINELLI CASO PUBALGIA CHE SCINTILLE TRA PEA E L’EX GASBARRONI D erby da mezzogiorno di fuoco tra Giana e Monza. Nel parcheggio del Brianteo, al termine della gara, due tifosi della Giana sono stati aggrediti a sprangate da 5 del Monza e sono finiti in ospedale con diverse ferite. Picchiato anche un terzo tifoso (solidarietà a tutti da Andrea Gasbarroni, 33 anni LAPRESSE parte della Giana), un supporter del Monza è stato fermato. In sala stampa altro scontro, ma verbale, tra Andrea Gasbarroni e il suo ex tecnico Fulvio Pea. A scatenare il diverbio una frase di Pea («L’aria di Gorgonzola guarisce la pubalgia»), visto che l’ex fantasista del Monza, appena arrivato alla Giana, ha giocato tre gare in una settimana. «Secondo Pea mi sono inventato la pubalgia? – domanda Gasbarroni – Ci sono rimasto male perché sono stato attaccato sulla persona. Solo io so cosa ho passato». Poi arriva Pea e rincara la dose: «Quando avremo un altro giocatore con la pubalgia lo manderemo a Gorgonzola». «Lei non si deve permettere di dire che non avevo la pubalgia – la risposta del giocatore – così mi offende». «Io non mi faccio prendere per il c..o da nessuno – la piccata replica di Pea – potevi restare al Monza e rescindere il contratto il 30 giugno se ci tenevi alla società». «Ma quale società? Nessuno mi ha telefonato in sei mesi». © RIPRODUZIONE RISERVATA GIRONE A Dickmann-Corazza Il Novara rimane davanti nel terzetto 1Gara dominata: la Torres cade nella ripresa La classifica avulsa tiene Toscano al comando NOVARA 2 TORRES 0 MARCATORI Dickmann al 15’, Corazza al 20’ s.t. NOVARA (3-5-2) Tozzo 6; Vicari 6,5, Gavazzi 6, Freddi 6; Dickmann 7,5, Bianchi 6,5 (dal 32’ s.t. Faragò 6), Buzzegoli 7, Foglio 6, Garofalo 6 (dal 12’ s.t. Pesce 6); Evacuo 6 (dal 16’ s.t. Della Rocca 6), Corazza 6,5. (Montipò, Bergamelli, Miglietta, Gonzalez). All. Toscano 6,5. TORRES (4-3-3) Testa 6; Imparato 5, Marchetti 5, Aya 5,5, Minarini 5; Foglia 5,5, Petermann 5, Cerone 5 (dal 23’ s.t. Bottone 5,5); Baraye 6 (dal 14’ s.t. Buonaiuto 5,5), Barbuti 5, Maiorino 5,5 (dal 36’ s.t. Marinaro s.v.). (Costantino, Migliaccio, Ligorio, Schiavino). All. Bucchi 5,5. ARBITRO Boggi di Salerno 6. NOTE paganti 748, abbonati 3.140, incasso di 17.746 euro. Ammoniti Barbuti, Dickmann, Buzzegoli, Marchetti, Gavazzi, Corazza e Testa. Angoli 5-3. Perla di Ferretti Pavia scatenato AlbinoLeffe stop NOVARA B astano cinque minuti al Novara per superare la Torres e mantenere saldo il primato, seppur in coabitazione (ma in vantaggio nella classifica avulsa), nel girone A. Cinque minuti a metà della seconda frazione, segnati dall’uno-due del giovane Lorenzo Dickmann, 18 anni (al secondo gol da professionista) e da Simone Corazza, che si conferma top-scorer azzurro nel girone di ritorno con 4 marcature. Due reti che hanno mandato al tappeto una Torres ordinata e compatta, capace di reggere l’urto della pressione costante azzurra fino al momento del vantaggio, ma inconcludente in zona gol. E’ super Arezzo: decide Sabatino Il Bassano delude © RIPRODUZIONE RISERVATA 0 AREZZO 1 GIANA 2 PAVIA 2 BASSANO 0 MONZA 1 BERGAMO Il Pavia domina e interrompe a 5 gare la striscia dell’AlbinoLeffe dell’ex Mangone. Troppo netto il divario tecnico, tanto che gli ospiti giostrano a piacimento imponendo subito il proprio ritmo. E bastano 4’ a Cesarini per battere Amadori con un delizioso interno destro da dentro l’area. Il raddoppio è un’altra perla, stavolta di Ferretti (13° gol) che controlla con il destro e calcia con il mancino dal limite. L’AlbinoLeffe sbatte su Facchin, super su Silva Reis e Vorobjovs. Federico Errante MARCATORE Sabatino al 29’ s.t. AREZZO (3-5-2) Benassi 6,5; Villagatti 7, Panariello 7, Guidi 7; Franchino 6,5, Cucciniello 6 (dal 6’ s.t. Carcione 6,5), Gambadori 7, Dettori 7, Sabatino 7,5; Bonvissuto 7, Testardi 6 (dal 14’ s.t. Yaisien 6,5). (Rosti, De Martino, Brumat, Coppola, Padulano). All. Capuano 7. BASSANO (4-2-3-1) Rossi 6,5; Toninelli 5,5, Priola 6, Bizzotto s.v. (dal 19’ s.t. Zanella 6), Semenzato 5,5 (dal 36’ s.t. Spadafora s.v.); Cenetti 6, Proietti 6; Furlan 5,5, Nolè 6, Iocolano 5,5; Pietribiasi 5,5 (dal 22’ s.t. Cattaneo 5,5). (Grandi, Stevanin, Davì, Cortesi). All. Asta 5,5. ARBITRO Fourneau di Roma 6. NOTE paganti 821, abbonati 825, incasso non comunicato. Espulso Toninelli al 48’ s.t.; ammoniti Proietti, Villagatti, Toninelli e Carcione. Angoli 6-8. ● AREZZO E’ un Arezzo da stropicciarsi gli occhi quello che ha battuto il deludente Bassano: pronto a soffrire nel primo quarto di gara, dove Benassi ha fatto due grandi interventi, e poi bravissimo a prendere in mano la partita. Difesa impeccabile, centrocampo roccioso ed esterni reattivi a tutto campo, con Bonvissuto davanti che ha lottato come un leone. Ennesima lettura perfetta della gara di Capuano e gol di Sabatino come premio meritato. Stefano Brandini Dini SQUADRE PT NOVARA ALESSANDRIA PAVIA (-1) BASSANO REAL VICENZA COMO FERALPI SALO' SUDTIROL AREZZO VENEZIA TORRES MANTOVA (-3) MONZA RENATE CREMONESE GIANA LUMEZZANE ALBINOLEFFE PRO PATRIA (-1) PORDENONE 50 50 50 46 41 41 41 40 36 34 34 33 33 32 31 30 24 21 17 17 MARCATORI Sinigaglia (G) al 1’ p.t.; Rossini (G) al 7’, Uliano (M) al 12’ s.t. GIANA (4-4-1-1) Paleari 6; Perico 6, Polenghi 6,5 (dal 15’ s.t. Bonalumi 6), Montesano 6,5, Solerio 6; Rossini 7 (dal 34’ s.t. Pinto s.v.), Marotta 7, Biraghi 6,5, Augello 6; Gasbarroni 7 (dal 28’ s.t. Perna 6); Sinigaglia 7,5. (Ghislanzoni, Crotti, Spiranelli, Recino). All. Albé 7. MONZA (5-3-2) Chimini 6; Giorgi 5,5 (dal 34’ s.t. Carbonaro s.v.), El Hasni 5,5, Martinez 6, De Bode 5, Pugliese 5,5; Toskic 5,5 (dal 1’ s.t. Frasciello 6), Uliano 7, Pessina 6,5; Torri 6,5, Valencic 5 (dal 10’ s.t. Bernasconi 6). (De Lucia, Corduas, Asante, Conti). All. Pea 6. ARBITRO Schirru di Nichelino 6. NOTE paganti 477, non ci sono abbonati, incasso di 5.057 euro. Espulso De Bode al 48’ p.t.; ammoniti Polenghi, Frasciello e Pinto. Angoli 6-6. ● MONZA Trascinata dagli ex Monza, la Giana centra la seconda vittoria in quattro giorni battendo la squadra di Pea, alla quinta sconfitta nelle ultime sei partite. Dopo appena 26 secondi Sinigaglia batte Chimini con un diagonale, poi al 13’ si mangia il raddoppio e al 48’ provoca l’espulsione di De Bode (doppio giallo). A inizio ripresa Rossini raddoppia su cross di Sinigaglia, ma Uliano accorcia con un missile su punizione che sorprende Paleari. Nel finale di gara la Giana ha rischiato di incassare il pareggio, ma ha anche sfiorato il terzo gol in contropiede con Sinigaglia. s.s. PARTITE RETI G V N P F S 26 26 26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 14 14 15 12 10 12 11 11 10 10 9 10 9 8 7 8 6 5 3 4 8 8 6 10 11 5 8 7 6 4 7 6 6 8 10 6 6 6 9 5 4 4 5 4 5 9 7 8 9 12 10 10 11 10 9 12 13 15 14 17 42 40 46 38 35 31 35 32 25 32 28 26 30 30 30 21 24 16 28 20 25 22 32 25 25 26 33 26 23 30 29 21 29 39 31 26 39 36 50 42 PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA RISULTATI ALBINOLEFFE-PAVIA AREZZO-BASSANO COMO-FERALPI SALO' CREMONESE-PORDENONE GIANA-MONZA LUMEZZANE-RENATE MANTOVA-PRO PATRIA NOVARA-TORRES SUDTIROL-ALESSANDRIA VENEZIA-REAL VICENZA 0-2 1-0 1-1 0-0 2-1 3-1 2-0 2-0 1-2 1-2 PROSSIMO TURNO VENERDÌ 27 FEBBRAIO REAL VICENZA-LUMEZZANE (ore 19.30) (2-1) SABATO 28 FEBBRAIO TORRES-GIANA (ore 14.30) (0-1) PORDENONE-AREZZO (ore 15) (0-1) BASSANO-NOVARA (ore 16) (1-1) MONZA-VENEZIA (ore 17) (1-0) RENATE-SUDTIROL (ore 19.30) (2-1) DOMENICA 1 MARZO PAVIA-MANTOVA (ore 12.30) (0-3) PRO PATRIA-COMO (ore 14.30) (3-4) ALESSANDRIA-CREMONESE (ore 16) (1-1) FERALPI SALO’-ALBINOLEFFE (ore 18) (0-0) MARCATORI 15 RETI Bruno (4, Real Vicenza). 13 RETI Ferretti (Pavia). 12 RETI Maiorino (2, Torres). 11 RETI Momente’ (3, AlbinoLeffe); Fischnaller (1, Sudtirol). 10 RETI Brighenti (1, Cremonese); Gonzalez (Novara); Cesarini (3, Pavia). 9 RETI Marconi (1, Alessandria); Nole’ (4) e Pietribiasi (Bassano); Corazza e Evacuo (3, Novara); Soncin (4, Pavia). 8 RETI Ganz (Como); Vita (2, Monza; ora è nel Vicenza); Bellazzini (6, Venezia). 7 RETI Rantier (Alessandria); Ranellucci (Feralpi Salo’); Magnaghi (Venezia). 6 RETI Guazzo (Alessandria); Erpen (2, Arezzo); Jadid (1, Cremonese); Candido e Serafini (3, Pro Patria); Cocuzza (Renate); Raimondi (1, Venezia). 5 RETI Mezavilla (Alessandria); Iocolano (1) e Maistrello (Bassano); Defendi e Le Noci (1, Como); Romero (Feralpi Salo’); Anastasi (Monza; ora è nella Pistoiese); Maccan (Pordenone); Cristini (Real Vicenza); Marras (Sudtirol). Sinigaglia-Rossini La Giana fa festa anche col Monza ALBINOLEFFE MARCATORI Cesarini al 4’, Ferretti al 23’ p.t. ALBINOLEFFE (4-3-3) Amadori 6; Salvi 6, Moi 6, Allievi 6, Anghileri 5,5; Gazo 5,5, Nichetti 5 (dal 1’ s.t. Bentley 5,5), Maietti 6 (dal 37’ s.t. Calì s.v.); Momentè 5 (dal 25’ s.t. Bradaschia 6), Silva Reis 5,5, Vorobjovs 5. (Prandini, Cortinovis, Ondei, Pacifico). All. Mangone 5,5. PAVIA (4-3-1-2) Facchin 7; Ghiringhelli 6,5, Cristini 6, Biasi 6 (dal 23’ s.t. Marino 6), Malomo 5,5; Corvesi 6, Pederzoli 7 (dal 35’ s.t. Sereni s.v.), Carraro 6,5; Cesarini 7; Ferretti 7 (dal 21’ s.t. Marchi 6), Soncin 6,5. (Fiory, Romanini, Cogliati, Grbac). All. Maspero 7. ARBITRO Marini di Roma 6. NOTE paganti 286, abbonati 1.014, incasso di 4.320 euro. Ammoniti Cesarini, Gazo, Malomo, Allievi, Carraro e Corvesi. Angoli 6-7. ● Giuseppe Maddaluno ASSALTO Il Novara ha provato a fare la partita fin dai primi minuti, tanto che prima Corazza e poi Evacuo (cui solo l’incrocio ha negato la gioia del gol) hanno sfiorato subito il vantaggio. Poi, lentamente, il ritmo è calato fino all’intervallo. In avvio di ripresa, gli azzurri hanno offerto il massimo sforzo offensivo con Buzzegoli che ha costretto in corner Testa con un gran tiro dalla distanza. Sono state le prove generali del gol che è arrivato al quarto d’ora con... Tozzo protagonista. Il portiere prima è stato attento sul tentativo di Aya, poi ha ispirato il vantaggio: lungo rinvio per Dickmann che ha controllato e superato la difesa avversaria, entrando in area e superando l’incolpevole Testa con un gran sinistro. La Torres ha subito il colpo e il Novara ha accelerato, trovando dopo cinque minuti il raddoppio complice un buco di Marchetti: Corazza è stato il più lesto di tutti e ha firmato il nono gol stagionale. La reazione dei sardi è tutta in una punizione di Bonaiuto, ben controllata da Tozzo, mentre il Novara ha imparato la lezione di Pavia e ha addormentato la partita, controllando palla e abbassando il ritmo fino al triplice fischio CLASSIFICA REGOLAMENTO SALGONO IN 4: UNA AI PLAYOFF SCEN DONO IN 9: SEI AI PLAYOUT ● Ecco il regolamento della nuova Lega Pro unica, che prevede quattro promozioni in Serie B (con una nuova formula dei playoff) e nove retrocessioni in Serie D. PROMOZIONI Salgono in Serie B le prime di ciascun girone. Le seconde e le terze più le due migliori quarte (si guardano i punti conquistati, poi la differenza reti, o il maggior numero di reti segnate, ecc...) accedono ai playoff, nei quali (il primo turno sarà a gara unica) la miglior seconda riceve la peggior quarta, la seconda miglior seconda riceve l’altra quarta, la peggior seconda riceve la peggior terza, la miglior terza riceve la seconda delle terze. In caso di parità si va a supplementari e poi eventualmente ai calci di rigore. Poi ci sono le semifinali e le finali con andata (in casa delle peggio classificate) e ritorno: anche qui in caso di parità supplementari e rigori. RETROCESSIONI Scendono in Serie D le ultime classificate di ogni girone. Ai playout vanno 16a, 17a, 18a e 19a di ogni girone con la seguente formula: 19a contro 16a e 18a contro 17a. Sono partite di andata e ritorno: in caso di parità di punteggio si salva la squadra meglio classificata in campionato. L'ANALISI di NICOLA BINDA IL CAMPO DIVERTE LA POLITICA DISTRUGGE E’ il primo campionato a lega unica, dopo la divisione del 1978 in C1 e C2: una scelta allora accettabile, oggi improponibile. E' il primo campionato in assoluto in streaming, con tutte le partite visibili in diretta: non è la tv, ma resta un’iniziativa di successo. E’ il primo campionato che Mario Macalli, 77 anni FORTE avrà i playoff incrociati, con otto squadre per una sola promozione: ci sarà da divertirsi. Tutte premesse che non stanno andando deluse. Evitiamo di addentrarci in discorsi sulla qualità del calcio offerto: diciamo solo che è conseguenza di quello che si vede sopra. GIRONE B Abruzzo, il derby lo vincono i tifosi E anche... l’Ascoli 1L’Aquila e Teramo a secco: la capolista va Festa sugli spalti, grande equilibrio in campo L’AQUILA 0 TERAMO 0 L’AQUILA (3-4-3) Zandrini 6; Pomante 6,5, Maccarrone 6, Zaffagnini 6,5; Scrugli 5,5, Corapi 6, Del Pinto 6,5, Triarico 5,5 (dal 18’ s.t. Karkalis 6); Pacilli 6 (dal 27’ s.t. Djuric 6), Pozzebon 5,5 (dal 30’ s.t. Perna 6), Sandomenico 6. (Cacchioli, Carini, De Francesco, Vella). All. Zavettieri 5,5. TERAMO (3-5-2) Tonti 6; Caidi 6, Speranza 6,5, Perrotta 6; Scipioni 6, Di Matteo 6 (dal 34’ s.t. Petrella s.v.), Amadio 6,5, Cenciarelli 6,5 (dal 45’ s.t. Bucchi s.v.), Masullo 6 (dal 23’ s.t. Di Paolantonio 6); Lapadula 6, Donnarumma 6. (Narduzzo, Brugaletta, Diakite, Milicevic). All. Vivarini 6. ARBITRO Serra di Torino 6,5. NOTE paganti 2.843, abbonati 340, incasso non comunicato. Ammoniti Scipioni, Pomante, Donnarumma e Corapi. Angoli 4-1. Spal, una vittoria buttata al vento Il San Marino c’è Alessandro Fallocco L’AQUILA F inisce a reti inviolate il derby del Gran Sasso. Il Teramo allunga a sedici la serie di risultati utili e raccoglie un punto prezioso, L’Aquila si sforza di vedere il pareggio sotto l’ ottica del bicchiere mezzo pieno. Ma a gioire c’ è anche e soprattutto l’ Ascoli, di nuovo solitario al comando e unica squadra tra le prime ad aver raccolto i tre punti nell’ ultimo turno. COREOGRAFIA Dopo tanta attesa, il clima del Fattori non delude: circa 3.200 gli spettatori, con la coreografia dei 630 ospiti e gli immancabili sfottò. Persino il Gherardi inventa e Cellini fa 2 gol Carrarese show SPAL 1 CARRARESE 3 SAN MARINO 1 LUCCHESE 0 MARCATORI Di Quinzio (Sp) al 45’ p.t.; Cruz (SM) al 7’ s.t. SPAL (5-3-2) Menegatti 6,5; Lazzari 6, Gasparetto 5,5, Cottafava 5,5, Silvestri 5,5, Nava 6,5 (dal 27’ s.t. Gerbaudo s.v.); Gentile 6, Capece 5,5, Di Quinzio 6,5; Fioretti 5,5 (dal 18’ s.t. Zigoni 5,5), Rovini 6 (dal 39’ s.t. Finotto s.v.). (Ranieri, Aldrovandi, Giani, Landi). All. Semplici 5,5. SAN MARINO (4-4-2) Secco 6,5; Bregliano 5,5, Benassi 6,5, Cammaroto 6,5, Cruz 6,5; Magnanelli 5,5 (dal 1’ s.t. Bationo 6,5), Diawara 7, Cuffa 6, Varone 6 (dal 28’ s.t. Soligo s.v.); La Mantia 6,5, Musetti 5,5 (dal 46’ s.t. Fogacci s.v.). (Vivan, Palazzi, Baldazzi, Dia Pape). All. Tazzioli 6,5. ARBITRO Mei di Pesaro 6,5. NOTE paganti 844, abbonati 1.737, incasso non comunicato. Ammoniti Diawara e Cruz. Angoli 5-6. ● FERRARA La Spal, andata in vantaggio alle soglie del riposo con un preciso diagonale di Di Quinzio da centroarea, ha sprecato l’occasione di conquistare un successo che l’avrebbe portata in zona tranquillità, denunciando vistose difficoltà specie in fase di costruzione della manovra. La sconfitta sarebbe stata una punizione immeritata per il San Marino, che ha pareggiato con Cruz e ha creato più occasioni rispetto agli avversari. Alessandro Sovrani MARCATORI Cellini al 34’, Castagnetti al 38’ p.t.; Cellini al 23’ s.t. CARRARESE (4-3-1-2) Calderoni 6,5; Berra 7, Sbraga 7, Massoni 7, Gorzegno 6,5 (dal 39’ p.t. Lancini 7); Pedone 7,5 (dal 23’ s.t. Disabato s.v.; dal 30’ s.t. Beltrame 6,5), Castagnetti 7,5, Galli 7; Gherardi 7,5; Merini 7, Cellini 8. (Zanotti, Battistini, Gnahoré, Di Nardo). All. Remondina 7,5. LUCCHESE (4-2-3-1) Di Masi 6,5; Calcagni 5, Risaliti 5, Calistri 5, Espeche 5; Degeri 5,5, Mingazzini 5 (dal 1’ s.t. Santeramo 5); Ferretti 5, Lo Sicco 5,5, Strizzolo 5 (dal 13’ s.t. Benedetti 5); Forte 5,5 (dal 25’ s.t. Scapinello 5). (Pazzagli, Cazè, Bianchi, Pizza). All. Galderisi 5,5. ARBITRO Valiante di Nocera 6,5. NOTE paganti 590, abbonati 380, inc. di 3.941 euro. Espulsi Calistri al 37’ p.t. e il tecnico Galderisi al 36’ s.t.; ammoniti Berra, Sbraga, Cellini e Castagnetti. Angoli 6-5. ● CARRARA Dopo 28 anni la Carrarese torna a battere la Lucchese in campionato davanti al proprio pubblico grazie a due gol di Marco Cellini, entrambi su assist di Gherardi (il primo di tacco, il secondo in contropiede). L’espulsione di Calistri ha favorito la Carrarese, che dopo la prima rete ha raddoppiato con Castagnetti, il quale prima ha colpito la traversa e poi ha ripreso palla e messo in rete con un sinistro sporco. Luca Santoni LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Ci sarebbe da obiettare qualcosa sul livello dei giovani impiegati: questa è la mission della Lega, ma quante società fanno una vera politica di valorizzazione? E quante invece sfruttano la linea verde soltanto per risparmiare stipendi e incassare qualche euro in più? E’ un grosso limite. Ci consoliamo però a guardare l’andamento delle partite e lo sviluppo delle classifiche. Davanti nei tre gironi è lotta apertissima per la promozione diretta e per la conquista dei playoff. Ricordiamo che una delle quarte starà fuori, ma adesso è impossibile fare un check viste le tante partite mancanti. Il vero pericolo è che le tante presidente teramano Campitelli, dopo il riscaldamento delle squadre, ha preferito attraversare il campo per raccogliere l’ abbraccio dei propri sostenitori e seguire il match con loro. Nessuna sorpresa per Vivarini, mentre Zavettieri stupisce tutti spedendo Virdis in tribuna, Pozzebon e Triarico in campo. Parte bene L’Aquila, ma le trame si smarriscono in mezzo a tanto agonismo. Scipioni e Caidi raddoppiano sistematicamente su Sandomenico, Cenciarelli e Amadio imbrigliano Corapi. Nella ripresa il Teramo è più brillante e prova a pungere con Lapadula. L’Aquila risponde con Triarico, che divora un paio di occasioni, poi nel finale anche Sandomenico perde l’ attimo con Tonti fuori dai pali. RECUPERI Al triplice fischio il Teramo gioisce per il punto guadagnato sulla Reggiana, L’Aquila prova a guardare con fiducia al tour de force che l’attende: le due gare con Pontedera e Tuttocuoio, entrambe rinviate per neve, si svolgeranno il 4 e il 24 marzo. Ben 9 incontri in un mese cruciale. squadre al centro della classifica mollino prima falsando le volate: sarebbe bastato dare più incentivi in base al piazzamento, speriamo non ci sia il pericolo. CLASSIFICA E’ un torneo comunque vivace. Così come sono vivaci i presidenti, da sempre silenziosi e schierati per l’unità di Lega e ora, dopo la devastante spaccatura, tutti pronti a interventire con argomenti a volte costruttivi e altre fuori da ogni ragione. Ma almeno parlano, sono vivi e consci del problema. La soluzione ancora non si vede. In settimana ci saranno altre puntate. Brutto spettacolo quello fuori dal campo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Alfonso stoppa la Reggiana Pro Piacenza ok PRO PIACENZA 2 REGGIANA 0 MARCATORI Alessandro su rigore al 5’, Sall al 10’ p.t. PRO PIACENZA (4-3-3) Alfonso 8; Rieti 6,5, Sall 7, Bini 6, Castellana 6,5; Barba 6,5 (dal 47’ s.t. Marmiroli s.v.), Silva 6, Porcino 7; Matteassi 7, Speziale 6 (dal 33’ s.t. Giovio s.v.), Alessandro 6 (dal 41’ s.t. Sane s.v.). (Iali, Bacher, Caboni, Mella). All. Franzini 6,5. REGGIANA (4-3-3) Feola 6; Andreoni 6, Spanò 6,5, Sabotic 6, Magnanelli 5,5; Giannone 6,5, Vacca 5,5, Angiulli 6,5; Tremolada 6 (dal 6’ s.t. Petkovic 6), Ruopolo 5,5 (dal 38’ s.t. Alessi s.v.), Siega 6 (dal 31’ s.t. Messetti s.v.). (Messina, De Giosa, Rampi, Bianciardi). All. Colombo 6. ARBITRO Giovani di Grosseto 5. NOTE spettatori 600 circa; abbonati 154, paganti e incasso n.c. Ammoniti Vacca, Andreoni, Silva e Matteassi. Angoli 3-10. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● PIACENZA Si arresta la corsa verso la vetta della Reggiana. Impresa della Pro Piacenza, che tiene in pugno il primo tempo, trasformando un rigore con Alessandro e raddoppiando con Sall, e che nel secondo viene esaltata dalle prodezze del portiere Alfonso, che para ad Alessi anche un rigore, peraltro inesistente: il pallone sbatte sulla schiena di Matteassi. Paolo Gentilotti Pistoiese cinica Sottili cala il bis Forlì sfortunato Gubbio salvato da Mancosu ma sotto accusa PISTOIESE 2 GUBBIO 1 FORLÌ 1 PRATO 1 MARCATORI Docente (F) al 22’, Falzerano (P) al 45’ p.t.; Anastasi (P) al 10’ s.t. PISTOIESE (4-3-1-2) M. Ricci I 7; Celiento 5, L. Ricci 6,5, Falasco 6, Frascatore 6,5; Calvano 6, Pacciardi 6,5, M. Ricci II 5 (dal 9’ s.t. Martignago 5,5); Vassallo 6,5 (dal 29’ s.t. Piana 6); Falzerano 6,5 (dal 23’ s.t. Coulibaly 6), Anastasi 6. (Olczak, Bortoletti, Poggi, Romeo). All. Sottili 6. FORLI’(4-3-1-2) Scotti 6; Catacchini 5, Fantini 6, L. Arrigoni 6 (dal 1’ s.t. Drudi 6), Fantoni 5,5; Casini 6,5, Hamlili 6,5, T. Arrigoni s.v. (dal 13’ p.t. Turi 6); Rosafio 6; Docente 6, Castellani 5,5 (dal 20’ s.t. Gliozzi 6). (Casadei, Reato, Cejas, Morga). All. Vanigli 6. ARBITRO Martinelli di Roma 5. NOTE paganti 591, abbonati 501, incasso di 8.935 euro. Espulso Celiento al 27’ s.t.; amm. Casini, L. Ricci, Fantini e Pacciardi. Angoli 1-6. ● PISTOIA Il Forlì ha giocato e la Pistoiese (2 vittorie su 2 per il nuovo allenatore Sottili) ha vinto in rimonta. I toscani hanno segnato nelle uniche occasioni capitate - la prima con un’azione magistrale Anastasi-Vassallo-Falzerano e la seconda dopo un grossolano errore di Catacchini - e dopo l’espulsione di Celiento si sono difesi, mentre il Forlì ha sprecato grosse occasioni per il 2-2 con Docente, Casini e Fantoni. Enzo Cabella MARCATORI Bocalon (P) al 40’ p.t.; Mancosu (G) al 23’ s.t. GUBBIO (4-3-3) Iannarilli 6,5; Luciani 6, Manganelli 6, Lasicki 6, D’Anna 6; Guerri 6, Loviso 6,5, Casiraghi 6,5; Mancosu 6,5 (dal 37’ s.t. Esposito s.v.), Marchionni 5 (dall’11’ s.t. Tutino 6,5), Vettraino 6 (dal 1’ s.t. Cais 6,5). (Citti, Rosato, Caldore, Domini). All. Acori 6. PRATO (4-3-2-1) Gazzoli 6; Dametto 6,5, Rinaldi 6, Sorbo 6, Bandini 6; Coccolo 6,5, Pasa 6 (dal 1’ s.t. Knudsen 6), Urso 7; Gabbianelli 6,5 (dal 16’ s.t. Grifoni 6,5), Santini 6,5 (dal 32’ s.t. Ogunseye s.v.); Bocalon 7. (Ivusic, Lorenzo, Rickler, Rubino). All. Esposito 6,5. ARBITRO Zanonato di Vicenza 6,5. NOTE paganti 321, abbonati 721, incasso di 6.924 euro. Ammoniti Casiraghi, Coccolo, Gabbianelli e Urso. Angoli 2-6. ● GUBBIO (Pg) Il Gubbio, 7 pari e 3 sconfitte in 10 partite, non sa più vincere e il presidente Notari sbotta: «Basta scuse. Abbiamo regalato il primo tempo al Prato e certe scelte non mi hanno convinto. La prossima partita è fondamentale, pretendo la vittoria». I toscani sono passati con Bocalon al 40’, ma nella ripresa Mancosu (al quinto gol stagionale) ha pareggiato. Euro Grilli SQUADRE PT ASCOLI TERAMO REGGIANA PISA ANCONA L'AQUILA PONTEDERA GROSSETO (-1) CARRARESE PISTOIESE GUBBIO SPAL LUCCHESE TUTTOCUOIO PRATO FORLI' SAVONA SANTARCANGELO PRO PIACENZA (-8) SAN MARINO 50 48 44 44 38 38 36 33 33 33 32 32 31 31 29 28 27 26 22 20 PARTITE RETI G V N P F S 26 26 25 25 26 24 25 26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 14 13 13 12 9 9 9 8 6 9 7 9 7 7 6 7 7 6 8 4 8 9 5 8 11 11 9 10 15 6 11 5 10 10 11 7 6 8 6 8 4 4 7 5 6 4 7 8 5 11 8 12 9 8 9 12 13 12 12 14 42 36 35 31 32 27 30 34 33 31 33 24 24 31 32 25 26 23 24 29 23 24 20 17 28 19 27 30 24 43 31 27 27 43 36 38 42 29 34 40 PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA RISULTATI ASCOLI-SAVONA CARRARESE-LUCCHESE GROSSETO-ANCONA GUBBIO-PRATO L'AQUILA-TERAMO PISTOIESE-FORLI' PONTEDERA-PISA PRO PIACENZA-REGGIANA SANTARCANGELO-TUTTOCUOIO SPAL-SAN MARINO 1-0 3-0 1-1 1-1 0-0 2-1 0-0 2-0 2-3 1-1 PROSSIMO TURNO VENERDÌ 27 FEBBRAIO PISA-ASCOLI (ore 20.45) (1-1) SABATO 28 FEBBRAIO LUCCHESE-L’AQUILA (ore 14.30) (0-1) PRATO-PRO PIACENZA (ore 15) (1-1) ANCONA-FORLI’ (ore 16) (2-1) GUBBIO-CARRARESE (ore 17) (1-1) SAN MARINO-PISTOIESE (ore 19.30) (1-2) DOMENICA 1 MARZO TUTTOCUOIO-GROSSETO (ore 12.30) (2-2) SAVONA-PONTEDERA (ore 14.30) (1-1) TERAMO-SPAL (ore 16) (0-0) LUNEDÌ 2 MARZO REGGIANA-SANTARCANGELO (ore 20.45) (1-0) MARCATORI 14 RETI Cellini (4, Carrarese); Arma (4, Pisa). 13 RETI Bocalon (2, Prato); Donnarumma (3, Teramo). 12 RETI Altinier (3, Ascoli). 11 RETI Torromino (1, Grosseto); Lapadula (1, Teramo). 9 RETI Loviso (3, Gubbio); Sandomenico (L’Aquila). 8 RETI Grassi (8 con 1 rigore nel Pontedera) e Perez (2, Ascoli); Pichlmann (1, Grosseto); Regolanti (Gubbio). 7 RETI Tavares (2, Ancona); Merini (Carrarese); Melandri (Forli’); Lo Sicco (Lucchese); Guidone (Santarcangelo); Fioretti (2, Spal); Colombo (1, Tuttocuoio). 6 RETI Docente (1, Forli’); Fanucchi (Prato); Alessandro (2) e Matteassi (Pro Piacenza); Ruopolo (Reggiana); Graziani (Santarcangelo); Scappini (2, Savona). 5 RETI Tulli (Ancona); Mustacchio (Ascoli); De Feo (Grosseto; 5 nel Savona); Mancosu (Gubbio); Forte (1, Lucchese; 2 nel Forli’); Romeo (Pistoiese); Rubino (1, Prato); Angiulli (Reggiana); La Mantia (1) e Sensi (1, San Marino); Germinale (1, Spal; ora è nell’Alessandria). SERIE D PADOVA E RIMINI FUGA DECISIVA CHIERI CHE BALZO SIENA, LO 0-0 È OK ● (r.c.) Rinviate per neve Bra-Valle d’Aosta, Novese-Caronnese (A) e Sondrio-Seriate (B). Nel big match il Chieri (A) batte il Cuneo: la squadra che schiera giocatori di esperienza come Semioli e Grauso balza per la prima volta in vetta, anche grazie al k.o. della Pro Settimo. Dopo due sconfitte il Castiglione (B) ritrova i tre punti e si riporta a +5 sul Seregno, battuto nel derby a Carate. Il Padova (C) ha ipotecato la promozione salendo a +10 sull’Altovicentino (C), che ha perso in casa con la Triestina e ha fatto un punto in 4 gare. Giochi fatti anche per il Rimini (D), ora a +13 su Este e Correggese; il Formigine ha esonerato Belletti e chiamato il veterano Gianni Balugani, 68 anni. Nell’E il derby-scontro diretto tra Poggibonsi e Siena è finito 0-0, quindi la Robur resta a +3. Invariato anche il +8 tra Maceratese (F) e Fano. La Lupa Castelli (G) ha i due attaccanti Nohman e Siclari a 35 gol totali: la Viterbese perde in casa e s’allontana (-7). Fidelis Andria (H) in crisi: 2 punti in 3 gare, ma sempre +6 sul Potenza crollato a Brindisi (tripletta di Gennaro Esposito, ingaggiato da poco). Si riporta a +4 l’Akragas (I): il Torrecuso infatti cade pesantemente a Rende. ● I risultati e le classifiche li trovate sul nostro sito www.gazzetta.it. IL PROTAGONISTA di ROBERTO PELUCCHI IANNINI DA 10 ORA BRILLA SOLTANTO PER I GOL G aetano Iannini ha 31 anni, è napoletano e fa il centrocampista. In 15 anni è stato in 12 squadre, dalla D alla Lega Pro. A Matera, ultima tappa del suo giro d’Italia, è amatissimo e questa fiducia deve proprio sentirsela addosso, visto che segna a ripetizione: con i 2 gol contro la Casertana, è salito a 10 (il secondo che non gli avevamo dato è suo: devia con una coscia il tiro di De Franco). Una stagione da incorniciare e i titoli sui giornali. Finalmente per un fatto positivo, che rende merito alle sue qualità. Già, perché negli ultimi anni il nome di Iannini era stato associato a fatti discutibili. Nel 2012, a Casale, prese un Daspo di 4 anni per aver spintonato dei poliziotti dopo la semifinale playoff contro l’Entella, secondo giocatore a subire un tale provvedimento. Un anno fa, già a Matera, fu il primo a prendere 10 giornate di squalifica per aver detto «negro di m...» al ghanese Ekuban del Südtirol. Brutte pagine che Iannini cerca di cancellare. Sul campo. © RIPRODUZIONE RISERVATA GIRONE C Catanzaro, che botta Mangiacasale da urlo e l’Aversa fa il colpo 1La squadra di Sanderra crolla e non reagisce Gli uomini di Marra risalgono: presa la Reggina AVERSA NORMANNA 3 CATANZARO 0 MARCATORI Mangiacasale al 2’, Mosciaro al 6’ p.t.; Mangiacasale al 24’ s.t. AVERSA NORMANNA (4-3-3) Lagomarsini 6; Balzano 6,5, Cossentino 6,5, Magliocchetti 7, Amelio 7; Catinali 6,5, Geroni 6,5, Capua 6; Mangiacasale 7,5 (dal 45’ s.t. Scognamillo s.v.), De Vena 6,5 (dal 18’ s.t. Sassano 5,5), Mosciaro 6,5 (dal 33’ s.t. Personè s.v.). (Despucches, Esposito, Giannusa, Giannattasio). All. Marra 7. CATANZARO (4-4-2) Bindi 6; Daffara 6, Rigione 6, Ghosheh 5,5, Squillace 6; Mounard 6, Giampà 6, Zappacosta 6 (dal 7’ s.t. Russotto 6), Mancuso 6 (28’ s.t. Caputa 5,5); Bernardo 6 (28’ s.t. Badara s.v.), Razziti 6. (Migani, Orchi, Calvarese, Ilari). All. Sanderra 5,5. ARBITRO Fiorini di Frosinone 6. NOTE spettatori 500 circa; paganti, abbonati e incasso non comunicati. Ammoniti Mounard, Magliocchetti, Daffara e Sassano. Angoli 7-3. ● AVERSA (Ce) Disco rosso per il Catanzaro. Contro l’ultima in classifica, la squadra di Sanderra gioca una brutta partita e va subito sotto senza mai dare l’impressione di riuscire a tornare a galla. Dopo due minuti l’Aversa Normanna va in rete grazie a un eurogol di Mangiacasale (schierato a sorpresa da Marra), che da circa venti metri fa partire un bolide che si insacca nel sette. Al 6’ il raddoppio: punizione contestata dai calabresi e Mosciaro (ex Cosenza), di destro, spedisce la palla all’incrocio. Il Catanzaro non è in partita e non reagisce; l’Aversa invece gioca e convince. Nella ripresa sono ancora i casertani a fare la gara e sciupano tre palle gol. Poi al 24’ Amelio, da centrocampo, lancia Mangiacasale sulla sinistra, che supera in velocità Daffara e di sinistro trafigge il portiere. I tifosi dell’Aversa hanno scioperato (lo slogan era «Io non entro») per mancanza di risultati, ma forse si saranno mangiati le mani: agganciata la Reggina, si torna a sperare nella salvezza. Giovanni Aruta Pepe spaventa la Vigor Lamezia Ma c’è Montella VIGOR LAMEZIA 1 MARTINA 1 MARCATORI Pepe (M) all’8’, Montella (VL) all’11’ p.t. VIGOR LAMEZIA (4-3-3) Forte 6; Spirito 7, Rapisarda 6, Gattari 6, Malerba 6; Papa 6, Battaglia 6,5 (dal 35’ s.t. Voltasio s.v.), Scarsella 5,5; Montella 7, Held 5,5 (dal 25’ s.t. Catalano s.v.), Improta 6 (dal 46’ s.t. Di Marco s.v.). (Mercuri, Kostadinovic, Rossini, Maglia). All. Erra 6. MARTINA (4-3-3) Bleve 6; De Giorgi 6, Patti 6, Fabiano 6, Memolla 7; Diop 6, Bucolo 6,5, Tomi 6; Pepe 6,5 (dal 39’ s.t. Caruso s.v.), Montalto 6, Arcidiacono 5,5. (Modesti, Samnick, Kalombo, Calvetti, Leto, Pivkovski). All. Ciullo 6. ARBITRO Fornato di Benevento 6. NOTE paganti 619, abbonati 243, incasso di 5.354 euro. Ammoniti De Giorgi, Diop e Malerba. Angoli 2-2. ● LAMEZIA TERME (Cz) Un gol e un punto per parte. Troppo ragionieristiche Vigor Lamezia e Martina, che nell’ultimo quarto d’ora decidono di non farsi male per tutelare i rispettivi interessi di classifica. Gara combattuta, spezzettata, con pochi sussulti e tante imprecisioni, e per larghi tratti della ripresa noiosa e scontata, e giocata su un terreno appesantito dalla pioggia che ha condizionato non poco la qualità delle giocate. Il pareggio permette 31 CLASSIFICA SQUADRE PT BENEVENTO SALERNITANA JUVE STABIA LECCE CASERTANA MATERA FOGGIA (-1) CATANZARO BARLETTA VIGOR LAMEZIA LUPA ROMA PAGANESE COSENZA MARTINA MELFI (-2) MESSINA ISCHIA SAVOIA REGGINA (-1) AVERSA NORMANNA 59 55 48 45 45 44 43 39 35 32 30 29 28 28 25 25 22 20 19 18 PARTITE RETI G V N P F S 26 26 26 25 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 26 25 26 26 26 26 17 16 13 13 13 12 11 11 9 7 7 7 6 7 5 5 5 4 4 3 8 7 9 6 6 8 11 6 8 11 9 8 10 7 12 10 7 8 8 9 1 3 4 6 7 6 4 9 9 8 10 11 10 12 9 10 14 14 14 14 43 37 36 35 38 39 39 31 24 29 28 21 28 28 23 27 22 20 17 23 21 20 25 23 23 25 24 28 22 32 39 31 32 31 30 37 35 36 37 37 PROMOSSE PLAYOFF PLAYOUT RETROCESSA RISULTATI AVERSA NORMANNA-CATANZARO 3-0 BARLETTA-LUPA ROMA 0-2 BENEVENTO-MELFI 2-1 COSENZA-REGGINA 2-0 ISCHIA-SAVOIA 2-0 JUVE STABIA-PAGANESE 2-0 LECCE-MESSINA oggi, ore 20.45 MATERA-CASERTANA 2-1 SALERNITANA-FOGGIA 2-2 VIGOR LAMEZIA-MARTINA 1-1 PROSSIMO TURNO SABATO 28 FEBBRAIO MARTINA-LUPA ROMA (ore 15) (0-0) BENEVENTO-BARLETTA (ore 16) (1-0) REGGINA-MATERA (ore 17) (0-1) DOMENICA 1 MARZO PAGANESE-COSENZA (ore 11) (1-1) CATANZARO-VIGOR LAMEZIA (ore 14) (1-2) MESSINA-JUVE STABIA (ore 14) (1-1) FOGGIA-ISCHIA (ore 14.30) (3-1) SAVOIA-SALERNITANA (ore 14.30) (0-2) CASERTANA-LECCE (ore 16) (0-2) MELFI-AVERSA NORMANNA (ore 18) (0-0) MARCATORI 15 RETI Eusepi (4, Benevento). 13 RETI Caetano (3, Salernitana). 11 RETI Moscardelli (1, Lecce). 10 RETI Iemmello (Foggia); Di Carmine (2, Juve Stabia); Iannini (Matera). 9 RETI De Vena (5, Aversa Normanna); Corona (1, Messina). 8 RETI Marotta (Benevento); Cavallaro (4, Foggia); Ciotola (3, Ischia); Montalto (3, Martina); Madonia (Matera); Caturano (2, Melfi); Del Sante (1, Vigor Lamezia). 7 RETI Raffaello (1, Lupa Roma); Arcidiacono (3, Martina); Insigne (Reggina). 6 RETI Fall e Floriano (1, Barletta; ora è nel Pisa); Alfageme (Benevento); Caccavallo (Casertana; 4 con 1 rigore nella Paganese); Calderini (2, Cosenza); Sarno (1, Foggia); Ripa (1, Juve Stabia); Carretta (3 nel Martina), Letizia (1) e Mucciante (Matera); Scarpa (4, Savoia); Montella (Vigor Lamezia). 5 RETI Scognamiglio (Benevento); Bianco, Cisse (1), Diakite e Mancino (Casertana); Russotto (4, Catanzaro); Cori (Cosenza); Del Sorbo (Lupa Roma; 3 nel Savoia); Tortori (Melfi); Orlando (Messina); Negro (Salernitana); Scarsella (Vigor Lamezia). IL POSTICIPO LECCE-MESSINA SERATA RICCA RITORNA MICCOLI: SALUTA O RESTA? Antonio Montella, 28 anni TANOPRESS alla Vigor Lamezia, a cui mancavano Del Sante, Puccio, Filosa, Piacenti e Di Bella, di portarsi a +8 sulle quint’ultime, mentre anche al Martina - con qualche assenza di troppo a centrocampo e con Arcidiacono non al top - il pareggio torna molto utile (la squadra di Ciullo adesso ha tre punti di vantaggio sulla zona playout). Appena apprezzabile il primo tempo della partita con le due segnature arrivate nell’arco di appena duecento secondi. Vantaggio pugliese con un colpo di testa di Pepe su bel cross da sinistra di Memolla. Gioia che, però, dura poco: Papa riceve da Battaglia e mette in mezzo per Montella, che con un tiro angolato dall’altezza del dischetto non fallisce e pareggia. Francesco Saverio Caruso ● COPPA ITALIA Mercoledì si gioca il ritorno delle semifinali per la Coppa Italia di Lega Pro: ecco il programma e gli orari delle due partite. Ore 15: Como-Spal (andata 2-0); ore 20.30: Pontedera-Cosenza (0-1). ● Posticipo tutto giallorosso stasera tra Lecce e Messina. Nel Salento, sferzato dallo scirocco, piove da due giorni, ma la partita non pare a rischio. La squadra di Bollini vuole riprendersi il terzo posto insieme con la Juve Stabia: il tecnico (due vittorie in due incontri) dispone per la prima volta di Miccoli, che andrà in panchina portandosi dentro il dubbio se dare stasera l’addio ai tifosi e chiudere la carriera oppure continuare fino a giugno; nel 4-3-3 Bollini tiene in ballo per due maglie gli esterni Lepore, Gustavo ed Embalo, mentre Herrera dovrebbe andare in panchina. Nel Messina (preoccupato dopo i risultati delle rivali nel weekend) è probabile l’utilizzo dall’inizio di Spiridonovic, arrivato a gennaio dal Vicenza. Così in campo (inizio ore 20.45): LECCE (4-3-3) Caglioni; Mannini, Diniz, Abruzzese, Lopez; Salvi, Papini, Sacilotto; Lepore, Moscardelli, Gustavo. (Scuffia, Beduschi, Embalo, Di Chiara, Filipe, Herrera, Miccoli). All. Bollini. MESSINA (4-3-3) Iuliano; Cane, Altobello, Stefani, Rullo; Damonte, Mancini, Bortoli; Ciciretti, Corona, Spiridonovic. (Berardi, Sciliberto, De Paula, Donnarumma, Silvestri, Nigro, Orlando). All. Grassadonia. ARBITRO Rasia di Bassano (Sbrescia-Vitiello). 32 Formula 1 R Test al Montmelò Alonso, paura Esce di pista, sviene nell’abitacolo Ipotesi: malore, guasto, vento... ALLA CURVA 3, DECELERAZIONE 30G Barcellona VETTEL SPAGNA Muretto di protezione PISTA DI MONTMELO’ (Barcellona, Spagna) 3 L’auto di ALONSO imposta la curva poi perde il controllo 13 12 11 14 15 9 10 Repsol 3 4 16 6 2 7 1 X Curve Tracciato percorso Tracciato fuoricontrollo 1Urto con la McLaren nel giro di uscita. Agli amici confida: «Strano, dopo mi sono mancate le forze». Estratto dai dottori, in elicottero avrà altri due mancamenti LA DINAMICA PAOLO IANIERI INVIATO A MONTMELÒ (SPAGNA) VETTEL ALONSO INGRESSO IN CURVA 3 La McLaren-Honda di Alonso all'inizio della percorrenza della curva 3. Si nota, in secondo piano, la Ferrari di Sebastian Vettel PERDITA DI CONTROLLO E URTO Cambiata all'improvviso traiettoria, la McLaren scarta verso l'interno e va a sbattere con la parte laterale contro il muro M a cosa è successo a Fernando Alonso? E’ la grande domanda che tiene la Formula 1 col fiato sospeso, dopo lo stranissimo incidente che ha visto coinvolto il campione della McLaren-Honda alle 12.35 del quarto e ultimo giorno di prove. «Andava abbastanza lento, direi sui 150 orari, poi all’improvviso ha piegato verso destra, non sembrava neanche un incidente. La macchina ha avuto un paio di contatti contro il muro, dopodiché l’ho perso di vista». Il testimone oculare si chiama Sebastian Vettel. Il pilota della Ferrari si trovava infatti un centinaio di metri in scia a Fernando quando nell’affrontare la curva 3 — quella nella quale 2 anni fa Alonso si esaltò sorpassando all’esterno Lewis Hamilton al via del GP —, ha visto la McLaren puntare inspiegabilmente verso l’interno. Sull’asfalto il segno della frenata è minimo: un paio di metri prima della striscia bianca. SEDATO Malore? Guasto tecni- del circuito, dove subiva una co? Le varie ipotesi si sono subi- prima serie di visite mediche. to accavallate, rincorse, so- «Fernando è confuso ma covrapposte, mentre quello che sciente, sta bene — rassicurava sembrava un innocuo incidente Fabrizio Borra, suo preparatoassumeva toni seri. Perché re, prima di partire per l’ospequando il primo commissario dale General de Catalunya, a raggiungeva la MP4-30, trova- Sant Cugat —. Non sappiamo va Alonso immobile all’interno cosa sia successo, ma non sono dell’abitacolo, la visiera abbas- preoccupato». Un paio di minusata. «Non si ti dopo, coperto muove, non si da un telo, FerIN OSPEDALE muove» le urla nando usciva in indirizzate a un La Tac ha escluso barella per essesecondo comre caricato sulmissario. Arriva- danni, ma oggi e l’elicottero. va l’ambulanza, forse domani resta mentre al pilota, in osservazione FONTE CERTA A svenuto, il medifine giornata la co toglieva il ca- Vettel lo seguiva: McLaren, nel desco. Da quello finirlo un «te«Andavamo piano» che è trapelato, sting accident», da lì a poc hi Il manager nega: semplice inciistanti Fernando «Sempre cosciente» dente dei test, oltornava coscientre a non fornire te, seppur in uno stato parec- una spiegazione tecnica sull’acchio confuso e agitato tanto caduto negava anche lo sveniche, estratto dalla vettura e mento di Fernando. Ma da adagiato al suolo, i medici oltre quanto ci ha riferito una fonte ad applicargli un collarino, affidabile, al centro medico l’ex provvedevano a sedarlo. pilota della Ferrari ha perso due volte conoscenza. ELISOCCORSO Fernando veniva trasportato al centro medico ESAMI A metà pomeriggio la McLaren rendeva noto che la Tac alla quale il pilota era stato sottoposto aveva dato esito negativo. Qualcosa di più, ai giornalisti spagnoli la diceva Luis Garcia Abad, il manager, che spiegava come Fernando sarebbe rimasto una notte in ospedale per monitorare la situazione (ma la degenza potrebbe raddoppiare), escludendo l’ipotesi del malore. «È stata colpa del vento che ha fatto scartare la macchina» la spiegazione in serata che lascia perplessi. Alonso era appena uscito dai box e, stando a Vettel, non procedeva ad alta velocità. Dalle foto, sembra che la macchina più che picchiare abbia strisciato lungo il muro. Però un tecnico della Federazione internazionale ha rivelato come la decelerazione abbia avuto un picco di 30,4G e che per 50 millisecondi abbia oltrepassato i 15G: dato che obbliga i piloti a recarsi al centro medico e che indica un incidente piuttosto violento. AUTO INTEGRA Eppure l’esame visivo sulla MP4-30, fatte salve l’ala anteriore e la sospensione posteriore destra, rotte nell’impatto contro il muro, non mostrava altri danni. Tanto che a un certo punto si pensava che Button sarebbe sceso in pista il pomeriggio. Qualcuno ha parlato di un malore causato da una scossa causata da un malfunzionamento dell’Ers o dell’impianto elettrico. Ma l’ipotesi è stata subito esclusa prima dai tecnici della Magneti Marelli e quindi da quelli della Fede- LA GIORNATA PASSA VETTEL Strisciando contro il muro, la monoposto di Alonso rallenta fino a fermarsi, mentre Vettel nel frattempo lo sfila Grosjean davanti a Rosberg. Ma con le soft INVIATO A MONTMELÒ E PRIMI SOCCORSI Fernando resta immobile nell'abitacolo, privo di conoscenza, mentre i commissari chiamano l'ambulanza finalmente, quando il Mondiale invernale taglia il traguardo dei due terzi del percorso, la Mercedes esce allo scoperto. Il miglior tempo che chiude la prima quattro giorni di Barcellona è ancora appannaggio della Lotus, che con Pastor Maldonado firma un tempo di 1’24”067. Ma il crono del venezuelano realiz- zato con gomme super soffici è di soli 2 decimi più veloce di quello ottenuto da Nico Rosberg montando gomme medie. Secondo la Pirelli, la differenza tra le due mescole si aggira intorno ai 2” e se consideriamo che Danjil Kvyat, terzo con la Red Bull, ha chiuso a 6 decimi dalla Mercedes pur montando gomme soffici, l’allarme per i rivali di Stoccarda suona già preoccupante. Ancora nessuna simulazione gara per la Ferrari, con Sebastian Vettel che ha chiuso con soli 76 giri e il 7° tempo a 2”2 da Maldonado, senza però mai cercare l’acuto sul giro. «Ci siamo concentrati sull’affidabilità, completando alcuni long-run e collaudando diversi assetti e gomme. Non siamo riusciti a girare quanto avremmo voluto, ma ci sono sempre problemi di gioventù da affrontare». Soddisfatto anche il capo progetto della SF15-T, Simone Resta: «Abbia- mo seguito il programma, basato sullo sviluppo e la messa a punto delle varie componenti. Abbiamo anche portato avanti misurazioni aerodinamiche in funzione degli elementi che saranno sviluppati in galleria del vento, come prove di hardware e assetti». Da segnalare che nel pomeriggio alla curva 3 fatale ad Alonso, ha sbattuto anche la Toro Rosso di Carlos Sainz Jr. p.i. © RIPRODUZIONE RISERVATA LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT e mistero 33 Superbike R A Phillip Island Aprilia e Haslam: ecco il 50° sigillo E in Supersport è doppietta Mv Il britannico Leon Haslam, 31 anni, figlio d’arte (papà Ron corse in 500 negli anni 80), sul podio con Romano Albesiano, responsabile corse Aprilia ANSA 1La moto di Noale Da sinistra, il manager Garcia Abad e il papà di Alonso, Josè Luis, escono allarmati dal box dopo l’incidente; i primi soccorsi: un medico apre la visiera del casco dell’asturiano e constata lo stato di intontimento; l’elicottero lascia il circuito direzione ospedale; Alonso in barella viene caricato sull’eliambulanza COLOMBO-IPP razione. Anche perché il pilota è completamente isolato all’interno dell’abitacolo. L’unico elemento, in teoria, che potrebbe trasmettere corrente al corpo del pilota è rappresentato dagli auricolari e dalle cuffie. Ma a escludere categoricamente una scossa ci sono la luce verde della telecamera e quella sul cockpit, visibile dal pilota, che segnalavano che la corrente elettrostatica si era scaricata. AMNESIA In serata, a chi ha potuto parlargli Fernando avrebbe raccontato di non ricordare l’incidente, ma che il tutto sarebbe avvenuto in maniera strana. E che quando dopo l’impatto ha cercato di uscire dalla macchina, si sarebbe sentito mancare le forze. Insomma, tanti punti oscuri che la McLaren non ha per nulla tentato di dissipare. Complice una situazione tecnica quasi disastrosa, con una macchina fin qui incapace di girare con continuità per i continui problemi della power unit Honda, l’incidente di Alonso ha mandato nel pallone la dirigenza: sarebbe bastato dire che un piccolo problema tecnico aveva causato l’uscita di pista e tutte le speculazioni si sarebbero arrestate. Invece, i casi sono due: o a Woking non sanno davvero cosa sia successo in vettura, o dai dati hanno capito che Fernando ha sofferto di qualche problema fisico. E questo potrebbe essere un guaio infinitamente molto più devastante in ottica futura. © RIPRODUZIONE RISERVATA TEMPI: SEB 7° ● Questi i tempi della quarta giornata di test sulla pista di Montmeló (4.655 metri): 1. Grosjean (Fra/Lotus-Mercedes) 1'24"067 (111 giri); 2. Rosberg (Ger/Mercedes) 1'24"321 (131); 3. Kvyat (Rus/Red Bull-Renault) 1'24"941 (104); 4. Nasr (Bra/Sauber-Ferrari) 1'24"956 (73); 5. Bottas (Fin/WilliamsMercedes) 1'25"345 (124); 6. Sainz Jr (Spa/Toro Rosso-Renault) 1'25"604 (88); 7. Vettel (Ger/Ferrari) 1'26"312 (76); 8. Hülkenberg (Ger/Force IndiaMercedes) 1'26"591 (36); 9. Alonso (Spa/McLaren-Honda) 1'27"956 (20). ● Prossima sessione di test dal 26 febbraio all'1 marzo 2015 a Montmeló. Il primo GP del Mondiale si disputa a Melbourne (Australia) il 15 marzo. ● trasforma Leon, a secco da 5 anni. In gara 1, Rea vince al debutto Kawasaki Fernando pilota ironman Per i campioni di F.1 P sentirsi male al volante non è contemplato PAOLO GOZZI PHILLIP ISLAND (AUSTRALIA) Fernando Alonso, a sinistra, si allena per la reattività e a destra fa un test con Fabrizio Borra 1Salgono in auto soltanto se sono al 100%. Lo spagnolo si è allenato in altura Luigi Perna twitter@pernagazzetta D i incidenti ne ha avuti alcuni terribili, ma era sempre sceso dalla macchina con le sue gambe. Anche in Brasile, nel 2003, quando Fernando Alonso perse il controllo sui detriti della Jaguar di Webber e si schiantò in rettilineo distruggendo la sua Renault, per poi uscirne zoppicante. Lo stesso a Spa 2012, centrato dalla Lotus di Grosjean che gli volò sopra, rischiando di decapitarlo: pure allora Alonso aveva anticipato i commissari balzando fuori dalla Ferrari. E ad Abu Dhabi 2013 era arrivato in fondo alla gara nonostante un urto su un cordolo da 28G. Non ieri. Non per un botto all’apparenza meno cruento. SUPER ATLETI La curva 3 del Montmelò, quella dove Fernando due anni fa aveva realizzato uno storico sorpasso all’esterno su Raikkonen e Hamilton, è una piega da 4G di accelerazione laterale e circa 250 all’ora. Ma per un pilota bravo e allenato come lo spagnolo equivale a bere un bicchiere d’acqua. Tanto più che Alonso era in un giro di uscita dai box, ad andatura ridotta. Insomma, la velocità e l’impatto non sono sembrati trascendentali. Ecco perché il mistero. Se fosse stato un malore, ipotesi smentita dal suo entourage, sarebbe un caso inusuale e allarmante. Per un pilota di F.1, come per i top gun dell’aeronautica militare, non è infatti contemplata la possibilità di sentirsi male al volante. Si dà per scontato che questi ragazzi (dei super atleti) ogni volta che salgono in macchina siano sempre al cento per cento delle condizioni fisiche e di salute. Lo impongono lo stress e i rischi di uno sport così estremo. Altrimenti si resta ai box. SUGLI SCI La Mercedes, non a caso, giovedì aveva fatto fermare Lewis Hamilton perché febbricitante, sostituendolo con Wehrlein. E anche Nico Rosberg ha rischiato di dover rinunciare, per un’infiammazione a un nervo. Insomma, nulla si improvvisa quando guidi monoposto che sembrano proiettili. Ora Alonso è il più attento di tutti i campioni della F.1 alla preparazione fisica. Quasi ossessionato. Perfino più di Button, che ha un team di triathlon. Corre la mezza maratona, va in bici per 10 mila chilometri all’anno e nuota come un pesce. E’ un ironman del volante. Una settimana fa aveva concluso quindici giorni di allenamento in Val Gardena con Fabrizio Borra e il cognato Edoardo Bendinelli, gli uomini che ne curano la forma. Roba da quasi 4 ore al giorno di arrampicate sugli sci di fondo, fino a 2500 metri di altitudine (per favorire l’ossigenazione), con 12 gradi sottozero di temperatura e dislivelli quotidiani di 1100-1300 metri. Nulla spaventa Alonso. Né questo, né pedalare per ore ai 40 gradi di Dubai, quando la stagione dei GP è nel vivo. E ovviamente ci sono anche test periodici per monitorare i suoi dati fisiologici (lui la chiama telemetria...). Perciò l’episodio di ieri ha suscitato tante domande. Ma i dubbi si chiariranno presto. Alonso dovrà essere infatti visitato dai dottori Fia per ottenere l’idoneità a tornare in pista nelle prove della prossima settimana al Montmelò. © RIPRODUZIONE RISERVATA ensare che dopo la magica notte Mondiale in Qatar l’Aprilia voleva mollare la Superbike per puntare tutto sulla MotoGP. Sarebbe stato un delitto. Tre mesi dopo in festeggia la 50a vittoria strappata alla Kawasaki per dieci millesimi, 42 centimetri di pista, rilanciando il mastino Leon Haslam a secco da cinque anni. E’ più facile fare i fenomeni con la Rsv4-RF, ancora un missile sul dritto nonostante le restrizioni regolamenti chieste e ottenute dalle concorrenti. Haslam ha diviso la posta con un fantastico Jonathan Rea vincente al debutto con la Kawasaki a Phillip Island dove ha trovato l’amore ma mai il podio. Nell’apertura australiana tanto bella da perderci la testa ha brillato anche la Ducati col doppio podio di Chaz Davies ma soprattutto con le magie di Troy Bayliss, 45 anni, fermo da 7: gli sono bastati 3 turni di prova per regalare 4-5 giri coi primi prima di arrendersi al degrado della gomma. Sul web sta montando l’onda degli appassionati che lo vorrebbero rivedere in Thailandia, la Ducati però pensa al tester Javier Fores. NOALE Haslam si è preso la rivincita che fatto gonfiare il petto all’intero Gruppo Piaggio. «Abbiamo deciso di rinnovare l’impegno nelle derivate solo in dicembre, a livello organizzativo è un trionfo nato in poche settimane ma lo sviluppo del nostro V4 non si è mai fermato» spiega il responsabile corse Romano Albesiano. «Abbiamo vinto con il regolamento cucito su misura per la bicilindrica (la rivale Ducati, ndr). Haslam è andato oltre le aspettative, ma sapevamo quanto fosse veloce». Albesiano è volato in Malesia dove cominciano i test MotoGP con Marco Melandri a rischio crisi d’identità avendo visto in tv vincere la Sbk che voleva guidare lui. ANCORA ITALIA Ciliegiona sulla torta la doppietta Mv Agusta nella Supersport con il francese Jules Cluzel in parata col bresciano Lorenzo Zanetti, primo trionfo dall’ingresso con quota di minoranza di Amg Mercedes. Sulla pista dove nel 2014 era tornata al successo 38 anni dopo l’ultimo acuto di Giacomo Agostini la marca varesina mette nel mirino il 76° Mondiale. ● Arrivo del GP Australia, 1° round del Mondiale Sbk (m. 4445). Gara 1 (22 giri, km 97,790): 1. Rea Jonathan (GBKawasaki) in 33’58”385 media 172,707 km/h; 2. Haslam (GB-Aprilia); 3. Davies (GB-Ducati); 4. Torres (Spa-Aprilia); 5. Van der Mark (Ola-Honda); 6. Sykes (GB-Kawasaki); 7. Guintoli (Fra-Honda); 8. Terol (Spa-Ducati); 9. Lowes A. (GBSuzuki); 10. Camier (GB-MV Agusta); 11. Baiocco (Ita-Ducati); 13. Bayliss (AusDucati). Gara 2: (22 giri): Haslam in 33’58”711 media 172,680 km/h; 2. Rea Jonathan; 3. Davies; 4. Sykes; 5. Guintoli; 6. Terol; 7. De Puniet; 8. Camier; 9. Baiocco; 10. Ramos; 16. Bayliss. Classifica: 1. Haslam e Rea J. punti 45; 3. Davies 32; 4. Sykes 23; 5. Guintoli 20; 6. Terol 18; 7. Camier 14; 8. Torres 13; 9. Baiocco 12; 10. van der Mark 11; Costruttori: 1. Aprilia e Kawasaki punti 45; 3. Ducati 32; 4. Honda 22; 5. Suzuki 16; 6. MV Agusta 14; 7. Bmw 5; 8. EBR 2. Prossimo round: 22 marzo Thailandia. MotoGP a Sepang: la Ducati scopre il valore della GP15 ● (f.f.) La più attesa si fa aspettare. Ieri sera i meccanici Ducati hanno fatto le ore piccole per completare la GP15 che a tutti gli effetti è la grande protagonista della seconda tornata di test sulla bollente pista malese. Andrea Dovizioso e Andrea Iannone partiranno dalla prova di tre settimane fa per poi passare alla nuova arma appena presentata a Bologna. «Eccitato? È un anno che lo sono, aspettando questo momento. Che la moto sia bella si è visto, aspettiamo di capire se va anche bene». Dovizioso ha vissuto una vigilia senza frenesia: sa che, in ogni caso, il lavoro sarà lungo. L’altra grande attesa sarà la Yamaha M1, finalmente con l’invocato cambio seamless anche in staccata. Ufficialmente i giapponesi non annunciano la novità, ma solo «qualcosa di nuovo». Tre i giorni di prova, poi l’anteprima dei piloti ufficiali con le Michelin per il 2016. © RIPRODUZIONE RISERVATA 34 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Ciclismo R Mondiali su pista a Parigi LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 1 35 2 LE SCHEDE Elia Viviani è nato il 7 febbraio 1989 a Isola della Scala e abita a Vallese di Oppeano (Verona). Pro’ dal 2010, corre con Sky. Su strada 31 vittorie, tra cui una tappa al Delfinato 2013 e la Bernocchi 2014. Su pista, ai Mondiali è stato argento nello scratch nel 2011, argento nell’ Americana 2015 e bronzo nell’Omnium 2015. Più quattro titoli Europei. Liam Bertazzo è nato a Este il 17 febbraio 1992 e abita a Tribano (Padova). Pro’ nel 2014 con la MgK.Vis (Continental), da quest’anno è alla Southeast. In pista nel 2013 con Viviani ha vinto l’oro europeo nell’Americana, nel 2014 è stato argento europeo nella corsa a punti. E’ fratello dell’ex pro’ Omar. 3 5 ● Foto 1. L’ultima volata di Elia Viviani nell’Americana. Quello del veronese è uno sprint capolavoro sul francese Bryan Coquard, 22 anni, professionista nell’Europcar, ottimo stradista e argento olimpico nell’Omnium a Londra 2012. Ma non basta, la Francia è iridata con un punto sull’Italia: 21 a 20. Bronzo al Belgio con 15. Media finale 54,797 km/h ● Foto 2. Guardate questa immagine: in curva, a 50 all’ora, Elia Viviani (a sinistra) e Liam Bertazzo si danno il cambio. E parlano anche di strategia FOTO AFP ● Foto 3. La commozione degli azzurri sul podio: da sinistra il padovano Liam Bertazzo, 23 anni, e il veronese Viviani, 26, al suo settimo Mondiale BETTINI ● Le medaglie azzurre nell’Americana ai Mondiali: oro 1995 Martinello-Villa oro 1996 Martinello-Villa argento 1997 Martinello-Villa argento 1998 MartinelloCollinelli argento 2015 Viviani-Liam Bertazzo Sì, questa è l’Italia di Viviani 1Americana d’argento a 55 orari di media e volata finale da urlo. Oro Francia 21-20 Il veronese si riscatta dopo il bronzo nell’Omnium e con Bertazzo la coppia vola Paolo Marabini INVIATO A SAINT QUENTIN EN YVELINES (FRANCIA) A un punto dall’oro. Quel maledetto oro, che ci sfugge da 18 anni e che mai come questa volta meritavamo di portare a casa. Cuore, gambe, testa, fiato: ci hanno messo tutto Elia Viviani e Liam Bertazzo per vincere il titolo dell’Americana, la gara a coppie di cui vent’anni fa eravamo maestri e che stiamo ritrovando adatta alle nostre corde. Non basta nemmeno la volata pazzesca di Viviani sull’ultimo traguardo, un capolavoro come tanti altri a cui Elia ci ha abituato. No, non basta battere i francesi, spinti sulla pista di casa da un tifo indiavolato. L’oro va ai Bleus — Morgan Kneisky e Bryan Coquard, i favoriti — e si fa presto a dire sfortuna quando un misero punto diventa il filo che divide la gioia dalla disperazione. A noi resta l’argento, amarissimo da digerire, perché fa malissimo perdere così, anche se fa medagliere e mica puoi sputare sopra il secondo podio azzurro di questi Mondiali, dopo il bronzo di sabato dello stesso Viviani nell’omnium: due medaglie al maschile l’ultima volta le avevamo prese nel secolo scorso, anno domini 1998, un’altra era. E allora viene da dire: un po’ godiamocele, non è che siamo l’armata australiana che può fare la schizzinosa, anche se si può capire il Viviani in lacrime, inconsolabile, seduto nel box con l’argento al collo. IN FUGA Americana, o Madison all’inglese: 200 giri a tutta, ogni 20 un traguardo intermedio. Il c.t. Marco Villa getta nella mischia Bertazzo al posto di Coledan, che si porta addosso un’influenza non del tutto guarita e al mattino alza bandiera bianca. Ma Liam non è un muletto di scorta: due anni fa, Elia con il padovano ha vinto l’Europeo e c’è grande fiducia. Pronti-via e l’Union Jack — ancora a secco di vittorie: non accadeva dal 2001 — si prende il giro di vantaggio sullo slancio della prima volata. La Francia ha il fuoco addosso e anima la battaglia, il Belgio con De Buyst e Vergaerde l’asseconda, mentre l’Australia di Bobridge e O’Shea prova e riprova a scappare. Anche Germania e Spagna raccolgono punti qua e là e sono sempre in corsa. TACHICARDIA Viviani e Bertazzo però sono lì, attaccati alla zona medaglie. Lucidi, pronti: insomma, sul pezzo, con il padovano bravo a rilanciare l’azione nei momenti caldi e il veronese pronto a entrare in moto quando serve. I due azzurri si infilano subito in tre volate, poi gestiscono la parte centrale attenti a non sprecare energie per il finale che sarà di sicuro infuocato. Villa, due vol- te campione del mondo con Silvio Martinello, li dirige dalla balaustra da par suo. La corsa esplode a 40 giri dalla fine. Ed è uno spettacolo. Gli azzurri vincono l’ottava volata e, sullo slancio, vanno all’attacco con la Spagna. I tedeschi si accodano subito. Poi i 5000 del Velodrome spingono la Francia che, chissà dove trovando le energie, tappa un buco impossibile. Pace, speravamo di no, LA CHIAVE 200 I giri di pista (250 metri) dell’Americana, cioè 50 chilometri. Ogni 20 giri c’è una volata che assegna punti: 5, 3, 2, 1 Il c.t. Marco Villa BETTINI Francia regina del medagliere con 5 ori: non succedeva dal 2004. Gran Bretagna senza ori (solo 3 argenti): l’ultima volta nel 2001. Italia con 2 medaglie al maschile: dopo il 1998, non era più successo. Tra le donne, 11° oro MALEDETTO SPRINT Venti giri alla fine, il Velodrome diventa una bolgia in attesa dell’ultimo sprint, che deciderà il podio. Possiamo salirci, anche sul gradino più alto. Come perderlo. Però Elia e Liam vogliono l’oro. E allora niente calcoli, via a tutta: bisogna vincere quell’ultima volata e sperare che qualcuno si infili prima della Francia. Ma ai meno 2 Coquard spara tutto e fa malissimo. Bertazzo lancia Viviani, che gli salta addosso, però dietro c’è il vuoto. Un vuoto terribile. E’ la volata della disperazione, la volata della vita. Elia fa un capolavoro, aggancia Bryan in curva, poi lo infila sul traguardo. Ma non basta, la vittoria ha solo il sapore della beffa. Francia 21, Italia 20. Un punto maledetto. Dai “cugini”, poi... E in casa loro... Nel Mondiale che regala ai Blues 7 medaglie e 5 ori... Ma arriverà il giorno della rivincita, ne siamo certi. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA GUIDA Gran Bretagna zero ori: nel 2001 l’ultima volta ma il quartetto di testa fila e prende il giro: Gran Bretagna azzerata, Francia in testa a 16, Belgio a 14, Italia a 12, Germania a 11, Spagna a 10. Tachicardia a manetta e siamo alla volata n. 9. Viviani è una furia, ma gli manca meno di una spanna per rimontare la Spagna e fare bottino pieno, mentre la Francia è terza si prende 2 punti che valgono oro. Anzi, l’oro. Perché adesso vola a 18, con Italia e Spagna a 15, Belgio a 14. BOX AZZURRO Il pianto a dirotto di Elia «No, perdere così no» Liam: «Ero disoccupato» INVIATO A SAINT QUENTIN I due volti opposti della stessa medaglia. Quello sgomento, inconsolabile, di Elia Viviani. E quello inebetito, comunque felice, di Liam Bertazzo. E ci sta tutto. Perché all’uomo di punta della pista azzurra manca solo l’oro mondiale, mentre il suo compagno è alla prima medaglia importante della carriera. Fa fatica Elia a raccontare la beffa atroce. «Non abbiamo sbagliato nulla, ma perdere per un punto fa malissimo — dice il veronese di Sky con gli occhi lucidi, che devono ancora scoppiare in un pianto a dirotto —. Avrei preferito perdere di un giro, così invece no. Non mi do pace per quella penultima volata, che ho perso dalla Spagna per un niente. Così come non posso ancora credere che nessuno sia riuscito a inserirsi tra noi e i francesi nell’ultimo sprint. Que- sto oro mondiale comincia a diventare una maledizione (2° nello scratch 2001, ndr), chissà mai se passeranno altre occasioni. Certo, il bronzo dell’omnium vale di più dell’oro dell’americana, è una specialità olimpica. Ma l’oro è sempre l’oro. E lo meritavamo». Le lacrime scendono a fiotti subito dopo la premiazione. Bertazzo gli si siede in fianco, lo abbraccia, lo ringrazia, lo consola. Un gesto tenerissimo, intimo. «Posso capire la delusione di Elia — dice il padovano della Southeast, 23 anni compiuti 6 giorni fa, proprio qui —: lui è abituato alle medaglie, immagino quanto gli manchi quella d’oro. Ma io, anche se mi brucia quel punto, sono più contento che deluso, perché è la mia prima medaglia importante. Se penso che fino a due mesi fa ero disoccupato... Devo dire grazie a Elia, al c.t. Villa, a tutti i compagni di nazionale, perché siamo un gruppo fantastico, una grande famiglia». p. mar. © RIPRODUZIONE RISERVATA Ruta del Sol a Froome con 2” su Contador e 26a medaglia (record assoluti) per l’australiana Anna Meares. UOMINI - Velocità*: 1. Baugè (Fra). Velocità a squadre*: 1. Francia. Keirin*: 1. Pervis (Fra). 21. CECI. Chilometro: 1. Pervis (Fra). 13. CECI. Scratch: 1. Liss (Ger). 18. BUTTAZZONI Corsa a punti: 1. Ershov (Rus). 6. BERTAZZO. Omnium*: 1. Gaviria (Col). 3. VIVIANI. Inseguimento: 1. Kung (Svi). 17. COLEDAN; 18. BERTAZZO. Inseg. a squadre*: 1. Nuova Zelanda; 2. GB; 16. ITALIA. Americana: 1. Francia p. 21; 2. ITALIA (Bertazzo-Viviani) 20; 3. Belgio 15 DONNE - Velocità*: 1. Vogel (Ger) Velocità a squadre*: 1. Cina. Keirin*: 1. Meares (Aus). 500: 1. Voynova (Rus) Scratch: 1. Wild (Ola). 6. CUCINOTTA. Corsa a punti: 1. Pohl (Ger). 5. BRONZINI. Omnium*: 1. Edmondson (Aus). 13. FRAPPORTI. Inseguimento: 1. Wiasak (Aus). 17. VALSECCHI. Inseg. a squadre*: 1. Australia; 2. G.Bretagna; 8. ITALIA. * (specialità olimpiche) ● (ci. sco.) «Se la tappa di sabato si fosse disputata regolarmente (neutralizzata per il clima, ndr), avrei cercato di vincerla» La riflessione di Vincenzo Nibali arriva a Tour of Oman archiviato (ultima tappa a Brandle, classifica a Valls) e sorprende fino a un certo punto, visto che raramente il re del Tour 2014 interpreta una corsa in maniera anonima. Il siciliano dell’Astana rientra oggi (volo diretto MuscatMalpensa, poi a casa a Lugano) con la moglie Rachele e la piccola Emma che lo hanno seguito nel Sultanato. Domani il premio Mendrisio d’oro, poi allenamenti intensi: il 7 marzo la Strade Bianche, dall’11 al 17 la TirrenoAdriatico. Lì troverà Chris Froome e Alberto Contador, che si sono scannati alla Ruta del Sol, chiusa dallo sprint di Lobato. Meglio Alberto all’inizio (a crono e sul primo arrivo in salita), poi Chris ha ribaltato la situazione vincendo il secondo arrivo in quota e la generale per 2” su Contador. 36 Basket R Coppa Italia Beko Final Eight a Desio L'ANALISI di UMBERTO ZAPELLONI MILANO 94 SASSARI 101 (21-33, 47-51; 66-77) EA7 MILANO: Hackett 12 (2/6, 1/1), M. Brooks 18 (4/8, 3/8), Moss 6 (0/1, 2/3), Melli 12 (2/2, 2/5), Samuels 10 (5/6); Ragland 21 (7/8, 2/5), Gentile 5 (2/5, 0/3), Kleiza 8 (2/2, 1/4), James 2 (0/1), Meacham. N.e.: Cerella, Gigli. All. Banchi. DUE MODI DIVERSI DI VIVERE LA COPPA C’ è chi con la coppa Italia si esalta e chi invece si intristisce nel gioco e nello spirito. Milano riesce nell’impresa di perdere ancora da favorita, confermando che sulla partita secca non potrà mai stare tranquilla. Sassari si tiene la coppa vinta un anno fa al Forum e la aggiunge alla supercoppa strappata sempre a Milano all’inizio della stagione. In un anno ha cambiato volto, ha rifatto la squadra, ma Meo Sacchetti, un maestro di basket con pochi rivali, dirige ancora l’orchestra con lo stesso spartito e si vede. Nel corri e tira Sassari non ha avversari e in una serata in cui Dyson ne mette 27, Logan 25 e Sanders 20 può arrivare sulla luna. Soprattutto se dall’altra parte non c’è una squadra vera, ma un gruppo che si ritrova sul parquet per provare a giocare di squadra. Le fiammate di classe non bastano. Riaccendono sporadicamente le speranze, ma se in 40 minuti l’Olimpia non è mai riuscita a mettere il naso davanti c’è da preoccuparsi. In campionato non c’è all’orizzonte squadra che possa battere Milano in una serie di playoff, ma se qualcuno riuscirà a portarla alla settima gara allora ci sarà da divertirsi perché anche quest’anno l’Olimpia riesce a sciogliersi meravigliosamente quando il gioco si fa duro. Sassari ormai non è più una sorpresa. Ha una sua idea di pallacanestro (a cui ha aggiunto una difesa bella tosta) e e la mette in pratica cambiando interpreti come noi cambiamo camicia ogni mattina. Gioca, si diverte e vince. Che cosa altro volete? Ci piacerebbe vedere qualche italiano in più in campo. E non crediamo sia pretendere troppo per il futuro del nostro basket. Ma questo è un altro discorso. BANCO SARDEGNA SASSARI: Logan 25 (2/5, 7/13), Dyson 27 (5/8, 2/7), Sanders 20 (5/12, 3/5), J. Brooks 6 (2/2, 0/2), Lawal 9 (4/5); Sosa 5 (1/3, 0/2), Formenti, Devecchi (0/2 da 3), B. Sacchetti 5 (1/1 da 3), Kadji 4 (0/1, 1/2). N.e.: Vanuzzo, Chessa. All.: R. Sacchetti. ARBITRI: Lamonica, Di Francesco, Sardella. NOTE - T.l.: Mil 13/15, Sas 21/34. Rim.: Mil 36 (Hackett, Kleiza 9), Sas 39 (Sanders 7). Ass.: Mil 15 (Hackett 6), Sas 13 (Sosa 4), . Prog.: 5’ 11-20, 15’ 33-42, 25’ 5466, 35’ 85-87. Usc. 5 f.: Hackett 36’44” (80-93), Kleiza 37’53” (83-97), Ragland 39’04” (91-97). Ant.: Dyson 22’07” (52-56). Tec.: R. Sacchetti 18’52” (42-49), panc. Milano 26’12 (57-69). Mvp: Logan. Spett.: 5440. Dyson-Logan, Milano k.o. Sassari, che magico bis! 1Il Banco schizza via, l’EA7 torna a -1 e poi affonda Sacchetti: «Batterli ai playoff? Siamo più fisici, chissà» subito tanta fisicità e abbiamo espresso la nostra pallacanestro ad alta intensità. Nel primo quarto i ragazzi sembravano dei bambini felici di giocare a pallacanestro, è stato di altissimo livello». Il coach cchi di tigre? No, da bambini felici. Sono dello showtime sembra quasi più contento della quelli che ha visto Meo Sacchetti, non alla prova di maturità data dalla sua squadra che dal fine, mentre la sua Sassari festeggia la se- trofeo vinto: «Logico che conquistare una coppa è conda Coppa Italia vinta. Ma all’inisempre importante, vincerla giozio, nel primo quarto, anzi nei primi cando anche bene una doppia sodLA CHIAVE 8’22” strepitosi, in cui la Dinamo sedisfazione: gran primo quarto ma gna 33 punti ed è avanti di 18 contro bellissimo il modo in cui siamo riMilano. E’ il terzo trofeo del Banco partiti quando Kleiza ha segnato il di Sardegna nell’ultimo anno, la secanestro del -1, migliorando il conda finale in pochi mesi vinta vantaggio con Logan e Dyson in contro i campioni d’Italia che restapanchina. Grande lavoro di no sotto 40’, dal classico 0-7 inizia- I punti segnati dalle Sanders con rimbalzi e canele, fino al tripudio degli avversari, guardie di Sassari. stri ad alta difficoltà che hansuperiori in tutto. Un successo che no chiuso la partita. Adesso non solo fa risplendere bacheca del- Dyson 27, Logan 25 speriamo di non cadere in uno la Dinamo ma fa scricchiolare la con 9 triple su 20 dei nostr i momenti di certezza che Milano si possa battere tentativi. down...». Milano parte con la solo in una partita secca, ma non in guardia già abbassata, subisce 33 una serie di playoff. «Ne eravamo convinti anche punti da Logan e Dyson nel 1° tempo, è sotto 33noi, ma oggi abbiamo un pochettino più fisicità ri- 15, recupera contro i cambi di Sassari con Raspetto all’anno scorso - dice Sacchetti ricordando gland, Brooks e Kleiza, torna a -1 (53-52) ma sula semifinale scudetto persa nel 2014 -, perdendo bisce due triple di fila da Logan, poi Sanders e magari un po’ in creatività e lettura. Contro questa Dyson e si ritrova sotto di 15 al 27’. Nuovo 9-0 Milano, però, è meglio così, altrimenti si soffre un (72-66) con immediato contro 8-0 di Sassari: po’ troppo, l’EA7 ti macera. Stavolta non abbiamo l’Olimpia si arrende. A 4’30” dalla fine, è sotto di Luca Chiabotti Jerome Dyson, 27 anni INVIATO A DESIO (MB) CIAMILLO O 52 CASTORIA 15 prima di produrre un 8-0 in 8” che può riaprire miracolosamente la gara con Moss e Melli (97-91 a 66” dalla fine) quando Dyson sbaglia due liberi. METRO ARBITRALE La rimonta sarebbe stata clamorosa, Ragland però sbraccia col braccio esterno e gli viene fischiato sfondamento. Milano è troppo affranta e colpevole per parlare di metro arbitrale. Ma è certo che quello imposto da Lamonica è opposto a quello della semifinale con Brindisi, dove i contatti duri non venivano repressi dagli arbitri. Crediamo che per il bene del basket, sia meglio proteggere il talento dei giocatori, ma in finale si è giocata un’altra pallacanestro e sarebbe giusto che le squadre sapessero prima di scendere in campo qual è quella giusta. Così se Brindisi tira 6 liberi, contro i 27 di Milano, Sassari ne tenta 34 contro 15, con la metà dei falli. Vero che, dopo la sorpresa, l’EA7 potrebbe, nel 2° tempo rimettere la partita in piedi. Viene stesa ugualmente, con l’urgente e evidente problema di Alessandro Gentile che si esime dal partecipare. «Sono molto deluso - dice Luca Banchi - per la fatica dimostrata ad approcciare e controllare la gara, da gestire coi nervi: non l’abbiamo fatto. L’intervallo avrebbe dovuto giocare a nostro vantaggio ma abbiamo ricominciato a giocare con frenesia. I numeri parlano di una costante pericolosità dei loro esterni e della fatica che abbiamo fatto a controllare i rimbalzi». Secondo noi, anche Milano, schiacciata dalla pressione di vincere a tutti i costi, comincia a pensarla come i suoi avversari: di non essere così superiori, neppure in Italia e nelle serie playoff. Certo, per battere l’EA7, ci vogliono occhi da bambini felici. Per sette partite. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE PAGELLE di CHIABO RAGLAND È ISPIRATO, GENTILE È IN SCIOPERO. SANDERS DECISIVO NELLA RIPRESA, SOSA SI CONTROLLA MILANO 6 M. BROOKS 6.5 Inizia con troppa leggerezza, prende il ritmo nel secondo quarto con 10 punti. Poi però indugia troppo nel palleggio anche se dà 4 assist e stavolta non basta un tiro per vincere. MELLI 6.5 Due falli troppo presto, gioca quattro minuti nel primo tempo, difensivamente non manca mai ed è anche protagonista dell’ultima rimonta. MEACHAM N.G. Un minuto, l’ultimo a Milano. Andrà al Villeurbanne in settimana. Sfumato Mekel, Milano è a caccia di un’alternativa. KLEIZA 6 Impatto notevole per chi dovrebbe essere il più esperto nei big match, con 7 rimbalzi nel primo tempo. Poi però è anche colpevole nella propria area. JAMES 6 In attacco si vede poco ma è preziosissimo in difesa dove sporca molti palloni e tiri di Sassari nel secondo quarto che riavvicina Milano. Poi non gioca più. HACKETT 6.5 Nel parziale negativo iniziale di Milano, è l’unico che gioca una finale, vira al riposo con 10 punti, 7 rimbalzi, 4 assist anche se fermare Dyson è dura. Poi però si autoelimina con tre falli stupidi, quando la gara non è finita. SAMUELS 6 Se tira solo 6 volte, Milano ha dei problemi. Rimane al metro arbitrale della semifinale, fa subito 2 falli e perde la sfida con Lawal. Ma non è stato servito. MOSS 6 Banchi lo mette su Logan e all’inizio fa tanta fatica, poi riesce a controllarlo ma le guardie di Sassari sono troppo veloci. Non ripete la superprestazione della semifinale. IL MIGLIORE JOE RAGLAND 7 La taglia è la sua e si vede con 8 punti nel secondo quarto e la miglior partita della coppa e 10 nell’ultimo. Sfonda sul -6 della rimonta ma è quello che doveva giocare quella palla. IL PEGGIORE ALESSANDRO GENTILE 5 Il capitano dell’Emporio Armani disputa una Coppa Italia orribile. Facciamo finta che non sia in condizione ma evidentemente se non si sente protagonista, semplicemente, non gioca. SASSARI 8 SOSA 6 Non splende ma resta sotto controllo, dà quattro assist e non forza toreando la difesa di Milano alla fine, col canestro del +16 al minuto 32 che gela gli avversari... FORMENTI N.G. Rimane in campo per 1’45”. SANDERS 8 Gioca bene anche nel primo tempo nonostante il 3/10, ma con tre assist. Decisivo nella ripresa con i cinque rimbalzi offensivi (con canestro: chiude con 5/7) che mettono in ginocchio Milano quando ancora avrebbe tempo di rimontare. Segna la tripla del 93-78 su una palla vagante. DEVECCHI 6 Solita partita difensiva, ma Gentile non gli dà troppi problemi. Porta a casa anche tre rimbalzi. LAWAL 7 Non è una partita per i lunghi, ma lui c’è sempre, anche in difesa anche con le stoppate (2). Chiude con 6 rimbalzi e un 4/5 nel tiro da due. DYSON 8 Ne fa 16 nel primo tempo senza forzare, Milano ha un solo Moss da mettere sulle guardie e lui è più veloce di Hackett. Subisce 12 falli, tira 16 liberi, ne sbaglia 2 clamorosi a 66” dalla fine, ma è l’unica sbavatura, con brivido. SACCHETTI 6.5 Solito contributo nascosto e importante, non soffre i mezzi lunghi di Milano, mette anche una tripla importante psicologicamente al 30’. Cinque punti e 1 rimbalzo il 14 minuti. KADJI 6 Non sorprende Milano come ha fatto con Reggio Emilia, ma è coinvolto e piazza il triplone del +14. veni, vidi, vici, un pezzo di coppa è anche suo. IL MIGLIORE DAVID LOGAN 8 Vince l’mvp ma deve dividerlo ex aequo con Dyson e Sanders. Segna 17 punti nel primo tempo con 5/6 da 3 ma la chiave è quando fa ripartire Sassari con 2 triple di fila sul -1 di Kleiza a inizio ripresa. IL PEGGIORE JEFF BROOKS 6 Gara difficile per uno rientrato dopo due mesi, il meglio lo dà verso la fine di una partita non brillante, ma comunque di sostanza difensiva. Ma porta a casa la sufficienza perché ha vinto... LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT fLA COPPIA DI COPPA ALBO D’ORO DAVID LOGAN E JEROME DYSON «Siamo le guardie migliori della Serie A E non finisce qui...» 1David tiene in braccio la figlioletta Kyrie: «Visto quanto è forte papà!». Jerome sibillino: «Milano è battibile» 1 2 3 ● 1) Meo Sacchetti, tecnico di Sassari, festeggia il 3 trofeo in 12 mesi 2) David Logan con la Coppa e la targa dell’mvp 3) Momenti di tensione alla fine della gara tra Kleiza e i giocatori di Sassari CIAMILLO Massimo Oriani Guidano Treviso e Virtus Bologna con 8 successi L’albo d’oro della Coppa Italia. Sassari infila il secondo successo di fila. Guidano Virtus Bologna e Treviso con 8 successi. 1968 Napoli 1969-71 Varese 1972 Milano 1973 Varese 1974 Virtus Bologna 1984 Virtus Bologna 1985 Pesaro 1986-87 Milano 1988 Caserta 1989-90 Virtus Bologna 1991 Verona 1992 Pesaro 1993-95 Treviso 1996 Milano 1997 Virtus Bologna 1998 Fortitudo Bologna 1999 Virtus Bologna 2000 Treviso 2001-02 Virtus Bologna 2003-05 Treviso 2006 Napoli 2007 Treviso 2008 Avellino 2009-13 Siena 2014 Sassari 2015 Sassari INVIATO A DESIO (MB) TACCUINO E’ NBA qui la festa. La seconda volta è ancora più bella, perché ricaccia in gola a tutti quel «beh, una volta può capitare a tutti», perché ora che Sassari ha difeso con successo la Coppa Italia, dubbi non ce ne sono più, ma proprio più. La Dinamo di Meo Sacchetti è bella e vincente. Aggiungiamoci pure la SuperCoppa e siamo a tre trofei in 12 mesi. Il parquet del PalaDesio è gioia e sorrisi, abbracci e pacche sulle spalle. Verrebbe da chiamarla impresa, ma tale forse non è. Perché in questa tre giorni il Banco ha dimostrato di essere la squadra più forte delle otto. Senza il minimo dubbio. Quella che ha tenuto l’EA7 sotto per 40’ su 40 in finale non è la stessa che alzò la prima coppa al Forum un anno fa, anzi, non è nemmeno lontana parente. Resta il marchio di fabbrica, quello di una coppia di esterni che fanno maledettamente male. COME I CUGINI Una volta era i cugini Diener, oggi il duo meraviglia porta i nomi di David Logan e Jerome Dyson. Il 32enne mvp, uscito da un piccolo college dell’Indiana, che ha fatto la gavetta tra Israele e Polonia, ha acceso il fuoco dei bicampioni con un inizio travolgente, un primo tempo da 17 punti con 5/6 da tre. «E’ entrato la prima tripla e mi sono subito reso conto di essere in serata di grazia — racconta mentre con una mano regge il trofeo di miglior giocatore e nell’altra i compa- 37 Thunder, 5a di fila David Logan, 32 anni, (di spalle), mentre si esalta con Jerome Dyson, 27 anni. Le due guardie di sassari sono state decisive. CIAMILLO CASTORIA gni gli piazzano la Coppa Italia -. Non ho forzato nulla, tanti sono arrivati in transizione grazie all’ottima difesa». E non è solo lui a mettere l’accento su quello che è sempre stato considerato il punto debole di Sassari. «Vero - prosegue Logan - vincere così fa ancora più piacere. Abbiamo lavorato duramente tutta la stagione per crescere difensivamente». Eppure nonostante il 1° tempo devastante, all’intervallo Milano era rientrata da -18 a -4. «Sapevamo che avrebbero fatto un parziale prima o poi - prosegue l’ex Panathinaikos -. Ma non ci siamo fatti prendere dal panico, abbiamo continuato a fare il nostro gioco, senza mollare». Prima di abbracciare la Coppa, stringeva al petto qualcosa, anzi, qualcuno, di ben più prezioso, la figlioletta Kyrie. «Ha 4 anni». Ma sa quanto è forte papà? «Certo che lo sa!». Risposta da padre orgoglioso, giustamente. L’altra faccia della luna è altrettanto sfacciata, perché per giocare nella Dinamo di Sacchetti non puoi non esserlo. Dyson mette l’accento sullo sforzo collettivo: «C’è voluto che tutti facessero la loro parte - attacca l’ex brindisino mentre Sosa lo assale per un video selfie -. Siamo stati bravi a ritrovare coesione nel momento della loro rimonta. E poi c’è stato un Sanders momumentale nei momenti chiave». CARICHI Anche Jerome parla della difesa: «Se difendiamo come in questi tre giorni siamo duri da battere. Milano ha chiuso con 94 punti che sembrano tanti ma parecchi sono arrivati a giochi fatti, abbiamo mollato un po’ troppo presto». Possiamo definirli la miglior coppia di guardie del campionato? «Direi di sì - risponde senza falsa modestia l’ex di UConn - Quando siamo in palla entrambi siamo inarrestabili, in ogni caso fermarci tutti e due è davvero difficile». Alla vigilia Meo aveva detto che l’abitudine porta a vincere. «Ha ragione, e questo successo lo conferma. Ora non dobbiamo accontentarci però. Milano non è imbattibile, lo abbiamo già dimostrato due volte quest’anno». Sì, la festa è proprio qui. Bella come la prima. Forse di pure di più. © RIPRODUZIONE RISERVATA ● Di nuovo senza Durant, i Thunder scoprono i nuovi innesti Singler e Kanter e si fanno trascinare da Westbrook, 33 punti e 10 assist contro Charlotte per la 5a vittoria di fila. New Orleans rovina il debutto di Dragic a Miami ma perde ancora Anthony Davis per il dolore alla spalla. Risultati: CharlotteOklahoma City 103-110; MiamiNew Orleans 91-105; ChicagoPhoenix 112-107; HoustonToronto 98-76; L.A. ClippersSacramento 126-99. Ieri: New York-Cleveland 83-101. A-2 GOLD Torino è terza ● La 23a giornata. Venerdì: Verona-Brescia 84-76. Ieri: Jesi-Torino 78-86; Barcellona PdG-Agrigento 55-61; MantovaBiella 83-86; Trieste-Napoli 8768; FerentinoCasalpusterlengo 78-95. Classifica: Verona 16 vinte 4 perse; Brescia 16-5; Torino 137; Biella 12-8; Ferentino 12-9; Casale Monferrato 11-9; Agrigento 10-9; Trieste 9-11; Casalp. 8-12; Barcellona PdG, Trapani 7-12; Mantova 7-13; Napoli 6-13; Jesi 5-15. DONNE Coppa Italia a Schio ● Schio vince la Coppa Italia 74-64 in finale su Ragusa. 38 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Tennis R A Rio de Janeiro LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT 39 L'ANALISI di VINCENZO MARTUCCI BENTORNATO A FABIO CAMPIONE RITROVATO L a domanda rimane, aldilà della sconfitta in finale con Ferrer: ha vinto Fognini, o ha perso Nadal? La semifinale di Rio segna la ripartenza del talento nazionale, così spesso masochista, o la caduta senza fine dell’imbattibile padrone della terra rossa? I numeri di sabato sono particolari: dal primo set perso troppo nettamente dal ligure, al parziale di sei game rifilati da Fabio ad inizio secondo set al campione di 9 degli ultimi 10 Roland Garros, dai 32 vincenti e dal 5/9 sulle palle break salvate dal nostro eroe, per sancire lo storico 1-6 6-2 75. Da cui i dubbi che lo spagnolo sia davvero guarito dai problemi, e comunque che ci riuscirà in tempo per Parigi. Come suggeriscono la prima semifinale persa sulla terra rossa dal 2003 (dopo 52 vinte di fila!), sesta sconfitta sulla superficie negli ultimi 3 anni su un totale di 25 (dal 2002). Senza per questo nulla togliere al ritrovato rovescio — profondo e in cross, sempre micidiale nel tagliare il campo — e agli schiaffi di dritto di Fognini. Bravissimo nel «sentire» che Nadal, ulteriormente spremuto dalla faticaccia con Cuevas fino alle 3.18 del mattino, era vulnerabile persino più di Pechino 2013, quando Fabio era stato avanti un set e un break. E bravissimo nel tenere, di nervi. Così di centrare la terza finale azzurra in tre settimane consecutive, dopo Seppi a Zagabria e Vanni a San Paolo. Con l’aggiunta delle altre perle dall’inizio dell’anno: lo storico trionfo in doppio di Bolelli-Fognini agli Australian Open, il tabùFederer sfatato da Seppi a Melbourne (dopo 10 k.o.), quello di Bolelli a Marsiglia contro i «top 10» (da 0/35). In attesa della coppa Davis, il 6-8 marzo in Kazakistan, incorniciamo lo scatto di Fabio sul match point con Rafa e la pennellata sotto rete: un flash da campione. Sara Errani, 27 anni, non vinceva un torneo dal marzo 2013, quando si impose ad Acapulco, mentre Fabio Fognini, 27, disputava a Rio la nona finale in carriera GETTY IMAGES Errani sale sull’ottovolante Fognini, stop dopo l’impresa 1Sara batte Schmiedlova e conquista l’ottavo torneo in carriera Fabio grandioso contro Nadal in semifinale ma poi perde da Ferrer Riccardo Crivelli L e formichine vanno in paradiso. Quando, riposte le racchette nell’armadio di casa, arriverà il momento di tratteggiare la carriera di Sara Errani, non basterà un inchino riverente a racchiudere l’ammirazione e il senso di gratitudine che le saranno dovuti dallo sport italiano. La Cichi, dal basso del suo metro e 64, non ha certo il fisico corazzato delle valchirie che impazzano nel tennis odierno, possiede un servizio che in pratica è una semplice rimessa in gioco rispetto alle fucilate a quasi duecento all’ora della maggioranza delle rivali, deve fare il punto due o tre volte in più affidandosi alla resistenza, alle gambe, alla difesa intelligente. OTTOVOLANTE Eppure, icona della normalità, non si arrende, lotta, affronta ogni partita con l’orgoglio di chi deve sopperire con il cervello alla potenza dei cannoni. E poi Sarita è umile, guarda avanti e mai indietro. Così, anche se sono passati due anni dall’ultimo torneo vinto in singolare, Acapulco a marzo 2013, non ha mai dato peso all’attesa e alle aspettative, ha metabolizzato le cadute e dopo una settimana di fatiche vere, sudate, ai 40 gradi di Rio de Janeiro, può inginocchiarsi felice sulla terra carioca per l’ottavo trionfo individuale. Bando alla scaramanzia (era la 17a finale) e bando alle ciance di chi sicuramente sottostimerà questa nuova perla: vincere non è mai facile, dagli Slam ai tornei 250. E poi Sara lo ha dimostrato, di che pasta è fatta, approdando in finale al Roland Garros e al Foro Italico: miracoli, in rapporto alle potenzialità sue e delle altre. VOLONTA’ Perché conta anche il cuore: la Errani conquista il Brasile dopo aver annullato tre match point nei quarti contro la Haddad e vanificato un set point delicatissimo in finale contro l’emergente slovacca Schmiedlova nel 10° game del primo parziale, con un rovescio in corsa lun- 65 ● Le vittorie azzurre nel circuito Wta: la prima della Simmonds a Bakersfield nel 1982. La Pennetta è la migliore con 10 tornei vinti. 23 ● Le sconfitte di Fabio Fognini contro un giocatore nei primi 5 del mondo prima del successo su Nadal. A Rio il ligure ha disputato la nona finale Atp. golinea da spellarsi le mani. Volontà e orgoglio: se la ventenne di Kosice avesse messo in tasca il primo set la partita si sarebbe allungata pericolosamente sotto il solleone, e la giovane avrebbe magari preso il volo spinta dall’entusiasmo. E invece il secondo set diventa una passerella, con Sarita che viene pure a rete a prendersi i punti che servono, dopo aver usato la palla corta in IL LUTTO Addio Ullstein Bossi, regina d’altri tempi Vinse gli Internazionali d’Italia nel 1950 1Nata a Dresda ma italiana per matrimonio, fu per due anni tra le prime dieci del mondo E’ morta a Milano a 99 anni Annelies Ullstein Bellani Bossi, una delle più forti giocatrici italiane di sempre. Era nata nel 1915 a Dresda, in Germania, ma divenne italiana sposando dapprima il tennista milanese Renato Bossi, nazionale di Coppa Davis e poi anche attore, prematuramente scomparso in un incidente aereo nel 1947 e successivamente il telecronista Giorgio Bellani, scomparso nel novembre 1969. PRIMA E UNICA La Ullstein ha raggiunto le semifinali al Roland Garros nel 1949, oltre a due quarti di finale nel 1948 e nel 1950. Sempre nel 1950 vinse gli Internazionali d’Italia, battendo l’inglese Curry 6-4 6-4. Rimane perciò l’unica giocatrice italiana ad aver conquistato il titolo al Foro Italico, visto che nel 1985 Raffaella Reggi si impose in un’edizione decisamente mino- re degli Internazionali, disputata però a Taranto. La Bossi Bellani, inoltre, è stata la prima italiana ad entrare tra le prime 10 del mondo, anche se ai tempi non esistevano ovviamente le classifiche stilate dai computer: nel 1949 (ottava) e nel 1950 (nona) venne inserita nella top ten da Lance Tingay, giornalista inglese che compilava il ranking in base ai risultati stagionali. Con Maud Rosenbaum, Silvana Lazzarino, Francesca Schiavone, Sara Errani e Flavia Pennetta condivide lo status di tennista italiana approdata ad una semifinale Slam. Annelies Ullstein Bossi a Roma © RIPRODUZIONE RISERVATA semifinale per disarmare la Larsson. Insomma, maestra di tattica, gigantessa tascabile: «Sono felicissima, sapevo che per vincere avrei dovuto essere aggressiva il più possibile e spingere su ogni colpo. Ed è andata bene». Da oggi. sorridente con il trofeo consegnatole dalla grandissima Maria Esther Bueno, la Errani torna la prima italiana in classifica, al numero 12: applausi. RESTA L’IMPRESA E battiamo le mani pure a Fognini, che a Rio trova per incanto, dopo tre turni con il fiatone, la magia la fluidità dei primi sei mesi dell’anno scorso. Non inganni la finale persa contro Robottino Ferrer, un muro che ribatte di tutto e di più di là dalla rete e che sta meglio fisicamente e mentalmente. Fabio torna dal Brasile con lo scalpo più illustre della carriera, quello di Rafa Nadal: e, sulla terra, è un’impresa da marziani. Il maiorchino, seppur sofferente per il caldo e la stanchezza (aveva finito alle 3.18 di notte il giorno prima), nervoso per le (corrette) chiamate dell’arbitro Ber- clic FEDERER CONFESSA «HO BRINDATO QUANDO HO PERSO CON SEPPI» ● «Ho perso con Seppi... e ho brindato con lo champagne». Roger Federer non ha fatto drammi a gennaio, dopo il k.o. contro l’azzurro al terzo turno dell’Australian Open. Il numero 2 del mondo, a un mese dal flop di Melbourne ha ripensato alla serata storta. «La sconfitta con Andreas mi ha dato qualche giorno libero in più», ha detto a Dubai. «Quella sera ho bevuto un po’ di champagne con la mia squadra. Avevo perso, ma avevo anche guadagnato 9 giorni liberi in più. Ho potuto allenarmi e riposare». nardes («Mi impegnerò perché tu possa non arbitrarmi più», lo ha minacciato dopo il secondo richiamo per time violation) e ancora lontano dalla smagliante condizione fisica abituale (se mai la ritroverà) resta comunque il più forte di tutti i tempi sul rosso. Lo dicono le cifre: fino a sabato, aveva vinto le ultime 52 semifinali giocate sulla superficie (ultima sconfitta nel 2003) e il ligure gli ha inflitto la 25a sconfitta a fronte di 321 vittorie. Dunque, un Fognini ritrovato, che recupera sei posizioni in classifica (sale al numero 22) e forse può lasciarsi le ombre alle spalle: «Una settimana all’inizio difficile, ma quello con Nadal è stato il più bel match della mia vita. Erano cinque mesi che giocavo male, con sensazioni che faticavo a ritrovare. Ora si ricomincia». Fogna è tornato, evviva Fogna. © RIPRODUZIONE RISERVATA Finale uomini (1.000.000 ): Ferrer (Spa) b. FOGNINI 6-2 6-3; semifinale: FOGNINI b. Nadal (Spa) 1-6 6-2 7-5; finale donne (200.000 ): ERRANI b. Schmiedlova (Slk) 7-6 (2) 6-1. GLI ALTRI TORNEI Derby francese A Marsiglia si impone Simon ● A Marsiglia (565.735 euro, veloce indoor), nel derby francese 12° successo in carriera per Gilles Simon. Finale: Simon (Fra) b. Monfils (Fra) 6-4 1-6 7-6 (4). SCHIAVONE OUT Francesca Schiavone si ferma al secondo turno delle qualificazioni di Doha (641.000 euro, cemento), sconfitta 6-2 6-3 dalla svizzera Voegele. Nel main draw, al via Flavia Pennetta: la brindisina, che compirà 33 anni mercoledì, numero 14 Wta, esordirà contro la russa Svetlana Kuznetsova. IVO IN FLORIDA Finale a Delray Beach (470.000 euro, cemento): Karlovic (Cro) b. Young (Usa) 6-3 6-3. 40 Sci R Coppa del Mondo BRAVO MARSAGLIA E’ SESTO LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT SUPERG MASCHILE (Saalbach): 1. Mayer (Aut) 1’31”53; 2. Theaux (Fra) a 23/100; 3. Jansrud (Nor) 27/100, 4. Janka (Svi) 45/100; 5. Pinturault (Fra) 51/100; 6. MARSAGLIA 66/100; 7. Kilde (Nor) 76/100; 8. Roger (Fra) 78/100; 9. Ganong (Usa) 94/100; 10. Puchner (Aut) 1”05; 11. Baumann (Aut) 1”16; 12. Kriechmayr (Aut) e Franz (Aut) 1”17; 14. PARIS 1”23; 17. Hirscher (Aut) 1”48; 24. CASSE 1”99; 26. FILL 2”06; 34. Klotz 2”66, 42. De Vettori 3”44; 44. Heel 3”64. Rit: Reichelt (Aut). Coppa del Mondo (27 prove): 1. Hirscher (Aut) p. 1028; 2. Jansrud (Nor) 912; 3. Pinturault (Fra) 699; 7. Paris 621. Coppa superG (5 prove): 1. Jansrud (Nor) 376; 2. Paris 303; 3. Mayer (Aut) 274. SLALOM DONNE (Maribor): 1. Shiffrin (Usa) 1’39”12; 2. Velez Zuzulova (Slk) a 1”03; 3. Strachova (Cec) 1”05; 4. Loeseth (Nor) 1”17; 5. Duerr (Ger) 1”22; 6. Holdener (Svi) 1”25; 7. Zettel (Aut) 1”33; 8. Schild (Aut) 1”40; 9. Hansdotter (Sve) 1”55; 10. Saefvenberg (Sve) 1”72; 14. I. CURTONI 2”04; 16. COSTAZZA 2”16; 19. MOELGG 2”38. Non qual. II m.: S. Fanchini, Brignone, Sosio. Rit. I m.: Agnelli. Rit. II m.: Maze (Slo). Coppa del Mondo (22 prove): 1. Maze (Slo) p. 985; 2. Fenninger (Aut) 901; 3. Shiffrin (Usa) 750; 20. E. Fanchini 261. Coppa slalom (7 prove): 1. Shiffrin (Usa) p. 479; 2. Hansdotter (Sve) 449; 3. Maze (Slo) 374; 14. Costazza 118. Bis di Mayer: domina anche il superG Paris lontano Pierangelo Molinaro C’ è chi dice che adesso che ha cominciato davvero a vincere non si fermerà più. Matthias Mayer, 24 ore dopo aver vinto la discesa si è ripetuto sulla pista di Saalbach dominando anche il superG. Il ventiquattrenne austriaco, già campione olimpico di discesa un anno fa a Sochi, è al terzo trionfo in Coppa del Mondo. Il primo conquistato nel marzo scorso nella finale della discesa a Lenzerheide, le altre due sabato e domenica nella località del salisburghese occidentale ai confini con il Tirolo. La sua tecnica è sopraffina, ma Mayer si distingue anche per coraggio, quel buttarsi davvero e tenere il piede pesante sull’acceleratore anche nelle condizioni più difficili. E ieri era un giorno di quei giorni. Nebbia, luce grigia, qualche fiocco di neve che cadeva misto a pioggia. IL TUFFO Mayer ha sciato di fino, ma ha preso pure rischi enormi, soprattutto su una porta nella seconda metà del tracciato che si affrontava alla cieca, una «blu» sulla quale, imitato solo dal francese Adrien Theaux secondo alla fine, è passato rasente al palo trovando una velocità che nessun altro negli ultimi venti secondi di picchiata poteva ave- SLALOM DONNE Shiffrin danza pure nel fango L’Italia affonda 1Sotto la pioggia di Maribor centra la 13a vittoria. Ancora fuori la Maze sulla pista di casa Simone Battaggia Q uesta Mikaela Shiffrin vincerebbe anche sui sassi. Dal ghiaccio di Zagabria alla polvere di Vail fino alla poltiglia di Maribor, la 19enne statunitense è la padrona dello slalom. Terza vittoria stagionale, 13esima in carriera — battuto il record di trionfi in Coppa prima dei 20 anni, che apparteneva alla francese Pelen — e una dimostrazione assoluta di controllo tra i pali stretti, ben al di là del primo posto nella classifica di specialità strappato a Frida Hansdotter. 1Dopo la discesa il campione olimpico si impone ancora a Saalbach. Dominik solo 14°: perde punti in coppa 3 ● Le vittorie dell’austriaco Matthias Mayer in Coppa del Mondo: La prima lo scorso anno a Lenzerheide, le altre due sabato e ieri. Matthias Mayer è figlio d’arte: suo padre Helmuth vinse l’argento olimpico del superG nel 1988 ai Giochi di Calgary (Canada) AP re. Un vero tuffo nel buio. Ma pure in alto, nella nebbia che ammorbidiva i contorni l’austriaco ha sciato senza riserve, muovendosi alla grande anche fra quelle porte a metà che parevano più adatte ai gigantisti e che infatti hanno messo in difficoltà più di un velocista puro. Theaux, staccato alla fine di 23/100 di secondo è stato l’unico a sciare al livello di Matthias, Il norvegese Kjetil Jansrud, alla fine terzo a 27/100, ha arrancato un po’ sulle porte più strette. THRILLER Si annuncia in finale vibrante per le coppette delle prove veloci, con questo Jansrud che pare non essere più PROGRAMMA 27/2: superG donne a Bansko (Bul, rec. Bad Kleinkirchheim, ore 10.15). 28/2: superG donne a Bansko (Bul, 10.15) e discesa maschile a Garmisch (Ger, 11.45). 1/3: combinata donne a Bansko (Bul 9/12) e gigante maschile a Garmisch (Ger, 10.30/13.30). nello stato di forma della prima parte della stagione e gli altri pronti ad azzannarlo. PARIS Fra questi, ci sarebbe anche il nostro Dominik Paris, che ieri, nonostante abbia dimostrato di non avere ancora metabolizzato la pista di Saalbach, si è lanciato in superG, anche se qualche tecnico avrebbe preferito facesse lo spettatore, per mantenere quel secondo posto nella classifica di specialità, ma non è andato al di là del 14° posto. Però dei segni di miglioramento si sono visti. L’azzurro si è buttato, ha sbagliato alcuni passaggi, ma non ha mostrato la preoccupante passività che ha caratte- rizzato sabato la sua discesa. Ma per lottare per questa coppetta e per quella della discesa deve ritrovare il meglio di se stesso nelle prossime gare di Garmisch e Kvitfjell. ieri il miglior azzurro si è dimostrato Matteo Marsaglia, sesto alla fine, capace di stabilire il miglior parziale nella parte finale della pista. Il suo è un recupero importante, perché dopo la vittoria nel superG di Beaver Creek nel dicembre 2013 aveva subito un’involuzione causata anche dal mal di schiena che lo perseguita. Chissà se questo piazzamento darà nuova linfa a tutta la squadra azzurra che non può squagliarsi proprio adesso. SEMPRE SICURA Nella prima manche, sotto una pioggia leggera, l’iridata ha chiuso in testa con 68/100 sulla ceca Strachova, poi terza. Nella seconda, sotto una pioggia battente, è scesa da 30a, su una pista ormai piena di solchi. Ha realizzato il 12° tempo, più che sufficiente per tenere più di un secondo di vantaggio sulla slovacca Zuzulova. «Mi piace sciare sotto la pioggia — ha sottolineato —. Fino a quando i piedi risponderanno bene e mi sentirò fiduciosa, le condizioni non avranno alcuna importanza». Tina Maze chiude il weekend di casa senza punti. Sabato era uscita a tre porte dall’arrivo della prima manche di gigante, ieri è saltata nella seconda. A 11 gare dal termine della Coppa del Mondo, le restano 84 punti su Anna Fenninger, che non disputa gli slalom ma per quello di Meribel, alle finali di Coppa, potrebbe fare un’eccezione. AZZURRE Azzurre ancora lontane. Settima dopo la prima manche, Chiara Costazza ha sbagliato nella seconda ed è finita 16a. Meglio Irene Curtoni, sabato nona in gigante e ieri risalita dal 23° al 14° posto grazie al 4° tempo nella seconda discesa: «Si può far meglio, ma è un buon punto per ripartire — ha detto la valtellinese —. In slalom di solito fatico, stavolta nella seconda manche le cose mi sono riuscite bene. Dopo tante stagioni segnate dai dolori, torno ad avere il ritmo gara ed è piacevole». © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA Atletica R Assoluti indoor a Padova Sorpresa: la Viola sui 3000 batte la Del Buono 1Chesani nell’alto sale a 2.29. Novità nel lungo: Jacobs atterra a 8.03 ma si infortuna. Titoli dei 60 a Obou (6”66) e Alloh (7”34) Andrea Buongiovanni INVIATO A PADOVA E’ Giulia Viola, 23enne trevigiana, a illuminare i tricolori indoor. La finanziera sigla una prestigiosa doppietta. Al titolo sui 1500 di sabato aggiunge, con la stessa autorità, quello sui 3000. In entrambi i casi col personale. E se nel primo (4’13”20), il confronto era stato col cronometro, nel secondo (8’56”23) la sfida è contro un’avversaria di valore, quella Federica Del Buono in cui l’atletica italiana vede il futuro: la 20enne vicentina, anche per quanto mostrato di recente, non poteva non essere favorita. IL DUELLO E’ uno scontro diretto atteso e per questo frizzante. Pronti-via e, dopo pochi metri, le due sono sole in testa. A dettare il ritmo è però unicamente Federica, con Giulia che la segue come un’ombra. Fino agli 800 si gira con una proiezione finale da 8’45”, nei pressi del primato italiano di Silvia Weissteiner. Poi, però, l’andatura cala progressivamente. Il passaggio ai 1000 è in 2’57”55, quello a metà gara in 4’29”. Non cambia il copione, con la Del Buono a tirare e la Viola a rimorchio. Fino ai 2600. Federica risponde a un primo attacco, ma quando Giulia sferra il secondo, a 300 metri dall’arrivo, la gara ha una nuova padrona. L’allieva di Vittorio Di Saverio fa 33” nel penultimo giro, 32” nell’ultimo e chiude con un progresso personale di 48/100 che la conferma al 6° posto della lista italiana all-time. La Del Buono, di recente limitata dalla febbre, chiude in 9’01”19, primato italiano under 23 miglio- Giulia Viola, a sinistra, 23 anni e Federica Del Buono, 20 anni COLOMBO rato dopo 32 anni (Nadia Dandolo; 9’03”54, Milano, 6/3/82). Agli Europei di Praga, Federica farà i 1500, Giulia i 3000. EFFERVESCENZA In mattinata, nella qualificazione del lungo, il 20enne Marcell Jacobs, bresciano di Desenzano nato in Texas, vola a 8.03 (poi, infortunato al bicipite femorale sinistro, rinuncia alla finale). Nel pomeriggio Laura Strati, 24enne vicentina, dopo quattro anni di guai fisici, plana a 6.53. In sala valgono la quarta e la quinta prestazione italiana alltime. Valido è il 2.29 nell’alto di Silvano Chesani che, fallite due prove a 2.32, tenta i 2.35 del record italiano assoluto. I 60 vanno a Delmas Obou, già tricolore dei 100 all’aperto che, con 6”66, precede di 1/100 Michael Tumi, compagno di allenamenti a Parigi e, per la quarta volta consecutiva, ad Audrey Alloh con 7”34. Bene i quattrocentisti: Matteo Galvan fa 46”80, Chiara Bazzoni 53”51. C’è un’altra doppietta: la firma Joao Neves Bussotti. Dopo i 1500 vince gli 800 (1’50”68) dove si impone pure la rediviva Elisa Cusma (2’08”43), al 19° tricolore della carriera. Notevole, con un progresso di 19 cm, il 19.56 nel peso del 22enne Daniele Secci. I titoli di club sono delle Fiamme Gialle (uomini) e dell’Esercito (donne). © RIPRODUZIONE RISERVATA I RISULTATI UOMINI 60: Obou 6”66; Tumi 6”67; Cerutti 6”71. 400: Galvan 46”80; Cappellin 47”39; Juarez 47”94. 800: N. Bussotti 1’50”68; Pilati (j) 1’51”01; Obrist 1’51”12. 3000: El Otmani (Ita/Mar) 8’06”27; Rachik (Ita/Mar) 8’08”81; Tagnese 8’09”00. Alto: Chesani 2.29; Lemmi 2.25; Rossi 2.18. Lungo: Catania 7.72; Ojaku 7.69; Tremigliozzi 7.68. (qualificazioni: Jacobs 8.03). Peso: Secci 19.56; Dal Soglio 17.77; Bianchetti (j) 17.61. 4x200: Fiamme Gialle 1’26”40. Club: FIamme Gialle 102; Carabinieri 73; Fiamme Oro 69. Combinata: Cariri 187. DONNE 60: Alloh 7”34; Giovanetti 7”40; Draisci 7”40. 400: Bazzoni 53”51; Vitale 53”85; Chigbolu 53”88. 800: Cusma 2’08”43; Franzolini 2’08”91; Cornelli 2’09”13. 3000: Viola 8’56”23; Del Buono 9’01”19; Galimberti 9’15”61. Lungo: Strati 6.53; Liboà 6.39; Oberto 6.24. Asta: Bruni 4.30; Cargnelli 4.20; Carne 4.15. 4x200: Esercito 1’37”80. Club: Esercito 78.5; Forestale 71; Bracco 67. Combinata: Bracco 190. Sci nordico R Mondiali di Falun A SQUADRE COMBINATA: AZZURRI QUARTI Stefano Arcobelli INVIATO A FALUN (SVEZIA) S e Petter Northug ha fatto il vuoto, è perché «temevo la volata a skating con Federico Pellegrino»: lo ha detto alla tv norvegese. Una testimonianza di grande rispetto verso il valdostano. Il vichingo, nell’ultimo giro dell’ultimo cambio, ha creato il vuoto ed è arrivato quasi passeggiando per il suo secondo oro mondiale a Falun. L’azzurro è un peso leggero al cospetto di Nikita Kriukov, uno che ha vinto l’Olimpiade da solo e in coppia il titolo iridato due anni fa a Val d i Fi e m m e c o n A l e xey Pethukov, lo sprinter con più podi adesso dopo Cristian Zorzi: Kriukov e Pellegrino hanno accelerato nell’ultima scollinata e l’unico avversario rimasto era Tim Tschrnke. VOLATA A TRE Nel rettilineo conclusivo, si sono presentati in tre, dunque: l’italiano a sinistra, l’olimpionico a destra e il tedesco da dietro, pericolosissimo con la visuale. L’esperienza e il peso hanno premiato Kriukov, ma Federico nella spaccata al traguardo ha fatto di tutto per sfilargli d’argento. «Potevamo arrivare secondi, ma potevamo arrivare quarti, ci teniamo i margini per il futuro, guardate le date di nascita», dirà Federico. Che ha 24 anni, e non conosce la stanchezza. Non conosce la crisi dall’inizio della stagione: tre vittorie in Coppa del Mondo, un quinto posto ai Mondiali da solo giovedì in classico, prima di questo pesantissimo bronzo — atteso tra gli uomini dal 2009 a Liberec con la combinata di Giorgio Di Centa, e da Holmenkollen 2011 con l’argento di Arianna Follis, altra valdostana senza parlare dell’oro del 2007 a Sapporo, Pasini-Zorzi — conquistato in coppia con Dietmar Noeckler, ventiseienne altoatesino di Brunico. Poliziotti entrambi: grazie al gruppo di appartenenza hanno cominciato a trovare «l’amalgama», vincendo da quattro stagioni i campionati italiani, e in questa salendo sul podio di Coppa del Mondo ad Otepaa, dove non c’era l’atmosfera festosa e numerosa dei Mondiali, ma dove tra i due si cementava la convinzione che li ha portati ieri sul podio iridato. AMICIZIA La sprint a coppie a tecnica libera è una questione di ruoli: non è solo merito di chi effettua la volata, ma anche di chi copre, argina, tiene e lan- Il 4° posto del rimpianto ma anche quello mai avvicinato prima in staffetta ai Mondiali dalla combinata nordica azzurra. Una medaglia sfumata sul trampolino (il migliore è stato Costa) , perché la differenza Alessandro Pittin non poteva farla nei 5 km di fondo. L’Italia partiva 6a a 1’27” dalla Germania (oro) e Bauer, Lukas Runggaldier e 41 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Costa hanno recuperato, ma il bronzo della Francia resta a 20”. «Peccato - fa l’argento mondiale individuale - ma ci abbiamo provato. Tomba mi ha mandato i complimenti». Fondo. Sprint tl a coppie (6x1.2 km). Finale. Uomini: 1. Krogh-P.Northug (Nor) 15’32”89; 2. Pethukov-Kriukov (Rus) a 5”64; 3. NOECKLER- PELLEGRINO a 5”73; 4. Bing-Tscharnke (Ger) a 6”11; 5. Nousiainen-Jylhae (Fin) a 13”66. Donne: 1. Oestberg-Falla (Nor) 14’29”57; 2. Ingearsdotter-Nilsson (Sve) a 8”17; 3. Kowalczyk-Jaskowiec (Pol) a 8”48; 4. Fessel-Herrmann (Ger) a 11”57; 5. Dotsenko-Matveeva ((Rus) a 29”19; 11. ITALIA (Debertolis-Vuerich) a 11”85 (elim. per 1/100). Combinata nordica. A squadre (hs100+4x5 km): 1. Germania (Edelman, Frenzel, Riessle, Rydzek) 44’20”7 (1° dopo il salto); 2. Norvegia a 23”1 (5), 3. Francia +39.6 (3); 4. ITALIA (Bauer, L.Runggaldier, Costa, Pittin) a 1’10”1 (6). Salto. Prova mista donne-uomini. Hs-100: 1. Germania (Corina Vogt, Katharina Althaus, Richard Freitag, Severin Freund) 917.9 p.; 2. Norvegia 915.6; 3. Giappone 888.3; 9. ITALIA (Runggaldier 85.6 p./84.2, Colloredo 87.7/80.7, Insam 94.7/86, Bresadola 106.5/91.5) 374.5. Oggi Riposo. Domani. Fondo. Ore 13.30: 10 km tl D (Debertolis, Piller). TV: dir. Rai Sport ed Eurosport 1 e 2. Pellegrino-Noeckler il futuro è già bronzo «Ora siamo qualcuno» PER L’ ITALIA 2° PODIO IN COPPIA 26 ● Le medaglie azzurre maschili ai Mondiali di fondo: la terza nello sprint dopo l’argento 2001 di Zorzi e l’oro 2007 di Zorzi-Pasini 1Terzi nella sprint a coppie: «Piano perfettamente riuscito» Norvegia e Northug oro: «Temevo la volata con Federico» RL’altoatesino cuce, Dietmar Noeckler, 26 anni, e Federico Pellegrino, 24, festeggiati dalla squadra azzurra all’arrivo dopo il terzo posto nella sprint a coppie AFP il valdostano attacca e negli ultimi metri lascia dietro la Germania Pellegrino e, a destra, Noeckler 5 ● I podi in stagione per Federico Pellegrino: 3 vittorie in Coppa, 1 podio in coppia con Noeckler ad Otepaa e la medaglia iridata MEDAGLIERE O A B TOT Norvegia 6 3 2 11 Germania 4 1 0 5 Russia 1 1 0 2 Svezia 0 2 1 3 Canada 0 1 1 2 ITALIA 0 1 1 2 Giappone 0 1 1 2 Svizzera 0 1 0 1 Francia 0 0 2 2 Austria 0 0 2 2 Polonia 0 0 1 1 RCS cia. Dietmar, per tutti Didi, ha fatto tutto questo pur non avendo mai vinto nulla a questi livelli. Alternista di talento, non credeva di poter esprimersi così bene in pattinato, e il direttore tecnico Chenetti ha dovuto convincerlo a lungo a lavorare su questo passo. Una lungimiranza grazie alla quale festeggiano ora tutti: perché Didi ha avuto il coraggio di at- taccare sulla rampa decisiva e non ha mai perso il controllo delle operazioni, senza staccarsi. «Il resto lo ha fatto Chicco, è stato bellissimo: il nostro piano ha funzionato perfettamente, non mi rendo ancora conto di ciò che ho fatto, terzo al mondo in skating. Sabato sera mi sono rilassato vedendo Prisoners, ma non mi sono scaricati gli ultimi sei minuti e non ho visto il finale, preferisco il finale di questa gara... è stato sicuramente più emozionante». RILASSATO Anche Federico era rilassato, ha visto un film cult con Abatantuono (Turnée) come in tutte le sue metodiche vigilie, in semifinale ha fatto la prova tattica per la finale, e non ha sbagliato di un centimetro, come giovedì: «La differen- za è che giovedì non era la giornata della medaglia, e domenica sì: il quinto posto è grazie alla mia prestazione più prestigiosa, il bronzo grazie alla mia prestazione più importante». FAMA Un anno fa diceva «io sono nessuno ma voglio diventare qualcuno»: e adesso? «Comincio a diventare qualcuno, il mio nome ora lo conoscono tutti». Vede l’assedio mediatico su Northug, e lui dice «ma in Italia non saremo mai come i calciatori». Preferisce rivelare il suo primo pensiero al traguardo: «Per Greta (Laurent, ndr) che ha gareggiato qui ed è già rientrata a casa. Ce l’ho fatta, e non vedo l’ora di sentirmi dire bravo da lei». © RIPRODUZIONE RISERVATA COMPAGNE DI SQUADRA Fidanzate, orgoglio e invidia: «Stavolta pagano da bere» 1Debertolis, compagna di Noeckler: «Ora mi deve portare al mare». Laurent, ragazza di Pellegrino: «L’avevano studiata così» FALUN (SVEZIA) C i sono i tecnici, le fidanzate colleghe, le compagne e la capo delegazione Gabriella Paruzzi che si commuove all’arrivo della sprint azzurra di bronzo: «Questa è la medaglia della svolta, per coronare la stagio- ne del cambio. Non era facile. È il regalo non solo per chi gareggia, ma per tutto l’ambiente del fondo e per la gente che credeva in noi: ci hanno regalato la pasta, la carne, alcune signore ci hanno fatto arrivare i tortellini di carne fatti in casa, il prosciutto. Tutto spontaneamente: sono cose impagabili, siamo davvero orgogliosi della felicità che hanno regalato questi due ragazzi». FIDANZATE Ilaria Debertolis, appena eliminata per un centesimo dalla finale con Gaia Vuerich, ritrova il sorriso grazie al suo Didi con la quale ha comprato casa a Falzes: «Mi ha detto prima della gara, se prendiamo la medaglia ti porto al mare, ci teneva tantissimo. Lui è determinato, e quasi maniacale nel migliorare la tecnica di sciata, me la insegna tutti i giorni... È più pignolo di un allenatore». L’altra azzurra Debertolis con l’azzurra De Martin Greta Laurent, invece, fidanzata di Pellegrino, festeggia a Gressoney: «Ci tocca pagare da bere stavolta, Chicco ci ha regalato una grande gioia, è la seconda volta che lo vedo sul podio dalla televisione, ha fatto tutto perfettamente come l’aveva studiata. Ho visto la gara con i nostri genitori, quanto abbiamo urlato». La sprinter Francesca Baudin, ammira la «determinazione di Chicco, meno male che c’è lui, ma stavolta anche Didi è stato bravissimo». Lo sostiene anche Cristian Zorzi, iridato a Sapporo 2007 con Pasini: «Didi è stato il punto di forza di questa staffetta, perché ha tranquillizzato Chicco. Bravi e affiatati, il segreto è l’uno che ha bisogno dell’altro». Sepp Chenetti, il direttore tecnico, festeggia in baracca: «Prima della gara ero tesissimo: temevo la beffa. Chicco s’è confermato, con Didi non è stato facile convincerlo delle sue qualità ma alla fine ha capito, e l’ho trasformato in pattinatore!». s.a. © RIPRODUZIONE RISERVATA 42 Pallavolo R La 20a di Superlega LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Un Colaci da 30 e lode «Siamo maturi per lo scudetto» Super Atanasijevic Perugia fa la festa dedicata a Cebulj 1Il libero di Trento si festeggia con i complimenti del ct e la vittoria su Latina Nicola Baldo TRENTO S abato ha spento 30 candeline giuste giuste sulla torta, ma il regalo se l’è fatto ieri. Massimo Colaci, professione libero, pugliese trapiantato ormai dal 2010 ai piedi delle Dolomiti trentine, insieme alla sua Energy T.I. si è tenuto stretto il primo posto in classifica grazie a questo successo su Latina. «Era importante vincere e l’abbiamo fatto – commenta – perché a questo primo posto in classifica ci teniamo tantissimo. Latina ha giocato una buonissima partita mettendoci in difficoltà, penso al terzo set ad esempio con il turno in battuta di Semenzato: prima del match ce lo siamo detto, dobbiamo prepararci ad una gara di sofferenza». Il modo migliore però per arrivare al big match di domenica in casa della Lube Macerata. «Se vogliamo arrivare ai playoff da primi quella con la Lube sarà una gara chiave, in questo girone di ritorno abbiamo gli scontri diretti fuori casa e sappiamo che dovremo andare là e strin- L'ANALISI di GIAN LUCA PASINI LATINA: IL 4° POSTO SEMPRE PIÙ LONTANO L e big non si distraggono e la classifica s’allunga. La novità di questa 20a di Superlega è che Latina è sempre più in ritardo con l’appuntamento per il 4° posto (-7) quando mancano 6 giornate alla fine. E fra i pontini e l’agognata posizione che da un’ottima vista sui playoff ci sono oltretutto due squadre... La volata, dopo i due ko della squadra di Blengini, sembra riservata ora a Perugia (che ha gestito bene il dopo Champions) e naturalmente Verona, che ha due punti di vantaggio sugli umbri, ma deve ancora riposare nel girone di ritorno. Quello che aspetta Molfetta nella prossima settimana. Gli uomini di Di Pinto dopo le ottime prestazioni con Trento e Macerata non si sono ripetuti con Modena che passa indenne in Puglia e continua l’inseguimento (anche Trento si deve ancora fermare). Ma sembra già pronta ad approfittare degli scontri diretti, il primo dei quali domenica: MacerataTrento, gara che chiarirà un po’ di più il vertice. gere i denti». I tifosi di Perugia festeggiano il ravennate Klemen Cebulj ZANI Una partita che vi riporterà a giocare ogni tre giorni fra SuperLega e Coppa Cev. «A causa di qualche acciacco fisico non siamo riusciti in queste settimane di lavoro a provare alcune situazioni. Abbiamo ancora margini di crescita, penso a quando non riusciamo a sfruttare alcune situazioni semplici, ad esempio. Sembrano dettagli ma che poi si trasformano in punti fondamentali per vincere set e partite più avanti, quando si giocheranno i playoff». A inizio stagione partivate in seconda fila dietro ad altre squadre, ora a Trento si può pronunciare la parola «scudetto»? «Sì, la diciamo senza paura. Vogliamo vincere scudetto e Coppa Cev, così come volevamo vincere anche la Coppa Italia. In questa stagione siamo partiti dietro ad altre squadre è vero, ma adesso siamo lì e vogliamo giocarcela fino in fondo. Siamo primi ormai da un po’, in più è da un po’ che a Trento non alziamo un trofeo ed abbiamo fame... Io sarei contento di arrivare a metà maggio giocando sempre, ogni tre giorni, Sandro Camerani FORLI’ Max Colaci, libero di Trento, ha da poco festeggiato i 30 anni TRABALZA TRENTO 3 LATINA 1 (25-21, 25-19, 19-25, 25-20) ENERGY T.I. DIATEC TRENTINO: Solè 14, Nemec 16, Kaziyski 19, Birarelli 6, Zygadlo, Lanza 13; Colaci (L), Nelli 1, Giannelli, Fedrizzi. N.e. Thei (L), Mazzone, Burgsthaler. All. Radostin Stoytchev. TOP VOLLEY LATINA: Urnaut 16, Semenzato 7, Starovic 21, Skrimov 13, Van De Voorde 4, Sottile 2; Manià (L), Tailli (L), Rauwerdink 1, Pellegrino, Davis 1, Rossi. N.e. Ferenciac. All. Gianlorenzo Blengini. ARBITRI: Boris e Goitre. NOTE- Spettatori: 3.919, incasso 20.730. D.s. 28’, 27’, 28’, 27’; tot. 110’. Energy: b.s. 11, v. 6, m. 12, 2a l. 12, e. 26. Top Volley: b.s. 17, v. 7, m. 7, 2a l. 8, e. 32. Trofeo Gazzetta: 6 Solè, 5 Kaziyski, 4 Starovic, 3 Colaci, 2 Nemec, 1 Urnaut. perché vorrebbe dire che siamo arrivati alla finale di Cev e scudetto. Sarà fondamentale il recupero fisico, il gestirsi per arrivare al top nelle partite che contano. Ma in questo abbiamo una fiducia cieca nel nostro preparatore Martin Poeder, sono anni che con noi lavora benissimo». Berruto l’ha riempita di parole di elogio, come le ha prese? «Mi hanno fatto tanto piacere le sue parole, mi ha dimostrato grande fiducia già lo scorso anno e sono contento di sapere che conta su di me. Quando ci siamo sentiti io gli ho detto chiaramente che avrei fatto di tutto per essere il libero titolare della nazionale. Chiaro che questo stesso discorso lo possono fare tanti altri liberi molto bravi, come Rossini o Giovi, c’è molta concorrenza nel nostro ruolo». © RIPRODUZIONE RISERVATA F inisce con Klemen Cebulj che si consola per la sconfitta con Perugia con la torta confezionatagli in ritardo di 24 ore sul compleanno da alcuni nostalgici tifosi dei tempi di San Giustino che, per protesta contro la “fusione” tra Sansepolcro e Città di Castello, ora seguono Perugia e non hanno perso l’occasione per un omaggio a uno schiacciatore di grande potenziale, rivelatosi in Umbria. Ma a soffiare sulla candelina del match è il solito Atanasijevic, che entra al Pala Credito con un set di ritardo, in tempo comunque per fare pentole, coperchi e ritirare il premio di Mvp. Soddisfatto Nikola Grbic, la Sir Safety ha chiuso bene la settimana dopo la qualificazione in Champions: «Quando siamo riusciti a spingere sull’acceleratore abbiamo gestito bene la partita, ma I TABELLINI MODENA 1 3 Kurek super Macerata ok a Sansepolcro Posticipo a Desio Milano-Padova SANSEPOLCRO 0 MACERATA 3 (25-20, 21-25, 19-25, 18-25) (25-27, 21-25, 27-29) EXPRIVIA MOLFETTA: Del Vecchio 2, Piscopo 3, Torres 14, Sket 14, Candellaro 8, Hierrezuelo 8; Romiti (L),Noda 3, Bossi 2, Despaigne 5. Ne Porcelli, Spirito, Blagojevic. All. Di Pinto ALTOTEVERE SANSEPOLCRO: Aganits 2, Maric 12, Randazzo 17, Mazzone 6, Corvetta 3, Della Lunga 10; Tosi (L), Kaszap, Fanceschini. N.e. Teppan, Dolfo, Daldello, Lensi (L). All. Polidori MODENA: Kovacevic 17, Verhees 10, Bruninho 5, Ngapeth 9, Piano 10, Vettori 13; Rossini (L), Donadio, Boninfante, Casadei, Ishikawa. Ne Sala, Petric. All. Lorenzetti LUBE BANCA MARCHE MACERATA: Parodi 7, Podrascanin 7, Baranowicz 1, Kurek 16, Stankovic 10, Sabbi 12; Henno (L), Kovar 1, Shumov, Monopoli, Fei, Paparoni (L). N.e. Bonacic. All. Giuliani ARBITRI: Braico e Cesare NOTE Spettatori 1900, inc. 10.700. D.s. 28’, 29’, 27’, 26’, tot. 110’; Exprivia: b.s. 17, v. 2, sl 1, m. 8, e. 21; Modena: bs 16, v. 10, sl 3, m. 7, e. 10 Trofeo Gazzetta: 6 Kovacevic, 5 Veehess, 4 Sket, 3 Bruninho, 2 Vettori, 1 Torres. ARBITRI: Lamicela e Florian NOTE Spett. 1500. D.s. 29’, 27’, 35’; tot. 91’. Altotevere: b.s. 16, v. 4, m. 8, 2a l. 1, e. 27. Lube: b.s. 17, v. 3, m. 8, 2a l. 2, e. 23. T. Gazzetta: 6 Kurek, 5 Randazzo, 4 Stankovic, 3 Sabbi, 2 Corvetta, 1 Della Lunga. (an.me.) ● (c.mus. - ma.s.) Milano, in cerca ancora della prima vittoria nel girone di ritorno, nel posticipo trova Padova. Per il coach della Revivre, Maranesi, tornano tutti disponibili dopo gli acciacchi delle ultime giornate. Possibile formazione per la gara in programma questa sera a Desio (ore 20.30, dopo le finali di Coppa Italia di basket): Kauliakamoa-Bencz, Valsecchi-De Togni, ViniciusVeres, Rizzo (L). Padova tenta la seconda vittoria consecutiva, fatto mai avvenuto in questa stagione. Per il tecnico Baldovin l’unico dubbio riguarda la scelta tra Aguillard e Volpato con l’americano favorito al centro. Sestetto: OrdunaGiannotti, Quiroga-Rosso, Aguillard-Mattei e Balaso libero. IN POLONIA Il Belchatow primo in regular season (a.a.) Si chiude la stagione regolare in Polonia con il Resovia che vince il bigmatch con il Belchatow (avversario di Perugia in Champions) di Fabio Storti 3-1 e chiude al primo posto. Terzo il Danzica di Andrea Anastasi e Marco Falaschi pur sconfitto 3-1 a Varsavia, quarto lo Jastrzebski Wegiel di Roberto Piazza e Michal Lasko anch’esso superato al tiebreak dal Lubin. Fuori dalle otto (ma salvo) l’Olsztyn di Andrea Gardini vincitore al tiebreak sul Czestochowa e il fanalino di coda Bedzin di Roberto Santilli 3-2 a Kielce. Nel femminile Contina la marcia in testa alla classifica del Police di Giuseppe Cuccarini che espugna 0-3 Ostrowiec, mentre il Sopot di Lorenzo Micelli supera al tiebreak il Legionovia di Ettore Guidetti e Marta Bechis. TURCHIA (a.a.) Il Ferenbahce di Wijsmans espugna Smirne 1-3 ne approfitta l’Halkbank Ankara di Bernardi e Juantorena per allungare in testa grazie allo 0-3 al Besiktas Istanbul, vince anche il Galatasaray di Gulinelli 3-1 all’Mmp Ankara. BATTUTE MURI 5 6 405 1. A. Atanasijevic 1. Pieter Verhees 1. Sebastian Solé 1. A. Atanasijevic SIR SAFETY PERUGIA CALZEDONIA VR 4. Sasha Starovic TOP VOLLEY LATINA 4. Williams Padura Diaz VERO MONZA 3 CMC RAVENNA: Cebulj 12, Ricci 4, Renan 18, Koumentakis 13, Mengozzi 11, Cavanna; Goi (L), Bari (L), Gabriele, Jeliazkov 2, McKibbin, Ne: Cester, Zappoli. All. Kantor. SIR SAFETY PERUGIA: De Cecco 1, Vujevic 8, Buti 8, Atanasijevic 28, Fromm 24, Beretta 7; Giovi (L), Paolucci, Tzioumakas, Sunder. N.e. Barone, Maruotti. All. Grbic. ARBITRI: Cipolla e Pol. NOTE Spettatori 1761, incasso 9020 euro. Durata set: 28’, 25’, 28’, 36’, totale 117’. Cmc: b.s. 15, v. 1, m. 13, 2a l. 8, e. 26; Sir Safety: b.s. 17, v. 3, m. 10, 2al. 13, e. 29. Trofeo Gazzetta: 6 Atanasijevic, 5 Fromm, 4 Koumentakis, 3 Mengozzi, 2 De Cecco, 1 Bari. ENERGY T.I. TRENTO TOP VOLLEY LATINA 3 1 ALTOTEVERE SANSEPOLCRO LUBE MACERATA 0 0 1 CMC RAVENNA SIR SAFETY PERUGIA 3 EXPRIVIA MOLFETTA MODENA 3 1 3 CALZEDONIA VERONA VERO VOLLEY MONZA 1 REVIVRE MILANO Oggi TONAZZO PADOVA ore 20.30 Riposava: COPRA PIACENZA CLASSIFICA SQUADRE TRENTO MODENA MACERATA VERONA PERUGIA LATINA MOLFETTA RAVENNA PIACENZA MONZA PADOVA SANSEPOLCRO MILANO MODENA 24 21 20 20 2. Matey Kaziyski ENERGY T.I. TRENTO 3. Tine Urnaut Andrea Semenzato Todor Skrimov Andri Aganits Raydel Hierrezuelo Uros Kovacevic Mitja Gasparini Sam Deroo ENERGY T.I. TRENTO 4 2. Stefano Mengozzi CMC RAVENNA 3. Alberto Elia VERO MONZA 4. Matteo Piano MODENA 2 4. Thomas Beretta SIR SAFETY PG DOMENICA 1 MARZO MACERATA-TRENTO PERUGIA-PIACENZA MODENA-RAVENNA MONZA-SANSEPOLCRO PADOVA-VERONA LATINA-MILANO Riposa: MOLFETTA TOP SCORER 28 SIR SAFETY PG PERUGIA (25-21, 17-25, 18-25, 29-31) PT G. V. 49 48 43 38 36 31 27 25 19 15 10 10 6 19 18 18 19 18 19 19 19 18 18 18 18 17 17 16 14 13 12 10 10 8 6 4 3 3 3 P. 2 2 4 6 6 9 9 11 12 14 15 15 14 PROSSIMO TURNO PUNTI 3. Taylor Sander 1 PLAYOFF TACCUINO 2. Christian Fromm RAVENNA RISULTATI Modena risale Molfetta crolla alla distanza MOLFETTA anche nel 4° ho visto una bella reazione da parte della squadra, che ha sbagliato solo l’impatto sul match. Ci poteva stare un momento di appagamento dopo la Champions». SIR SAFETY PG 6 5 4 4 2. Sasha Starovic TOP VOLLEY LATINA 3. Stefano Giannotti TONAZZO PADOVA 3. Klemen Cebulj CMC RAVENNA 5. Tine Urnaut TOP VOLLEY LATINA 376 288 288 285 ore 16.30 sabato 28 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT TUTTENOTIZIE VOLLEY DONNE, 18a SCANDICCI-NOVARA 2-3 (24-26, 25-21, 31-29, 14-25, 12-15) SAVINO DEL BENE SCANDICCI: Lipicer Samec 17, Stufi 8, Vincourova 2, Usic 17, Garzaro 2, Vanzurova 22; Ruzzini (L), Muresan 7, Perinelli , Scacchetti, Menghi 3. N.e.: Lussana. All.: Bellano. IGOR GORGONZOLA NOVARA: Signorile 2, Hill 16, Chirichella 15, Barun 23, Partenio 8, Guiggi 17; Sansonna (L), Alberti (L), Klineman 6, Bonifacio, Partenio 8, Zanette. N.e.: Kim. All.: Pedullà ARBITRI: Guarneri e Oranelli. NOTE - Spettatori 1550. D.s.: 30’, 28’, 40’, 24’, 19’: tot. 141’. Scandicci: b.s. 9, v. 6, m. 7, s.l. 6, e. 29. Novara: b.s. 14, v. 4, m. 15, s.l. 5, e. 28. Klineman ferita al sopracciglio e fasciatura alla mano. T. Gazzetta: 6 Barun, 5 Vanzurova, 4 Guiggi, 3 Chirichella, 2 Ruzzini, 1 Lipicer Samec. (a.p.) C.MAGGIORE-CONEGLIANO 3-1 (25-18, 25-22, 23-25, 25-23) POMI’ CASALMAGGIORE: Tirozzi 9, Stevanovic 20, Skorupa 2, Gennari 19, Gibbemeyer 15, Ortolani 9; Sirressi (L), Bianchini 4. N.e.: Agrifoglio, Klimovich, Quiligotti (L). All. Mazzanti. IMOCO CONEGLIANO: Katic, Ozsoy 17, Barazza 6, Nikolova 26, Barcellini 3, Furlan 6; De Gennaro (L), Glass 3, Fiorin 5. N.e: Vasilantonaki, Hancock, Arimattei, Nicoletti. All. Chiappini. ARBITRI: Gini-Sobrero. NOTE – Spett. 3000 circa. D.s.: 26’, 25’, 27’, 26’; tot. 104’. C.maggiore: b.s. 15, v. 5, m. 16, s.l. 6, e. 8. Conegliano: b.s. 11, v. 3, m. 8, s.l. 2, e. 12. T.G.: Stevanovic 6, Gibbemeyer 5, Gennari 4, Nikolova 3, Ozsoy 2, Ortolani 1. (gio.gar.) URBINO-PIACENZA 0-3 (24–26, 20–25, 16–25) ROBUR TIBONI URBINO: Santini 13, Leggs 8, Fresco 11, Lestini 6, Walker 4, Agostinetto 2; Bruno (L) , Vujko , Giacomel Zecchin 1. N.e. Spelman, All. De Brandt REBECCHI NORDMECCANICA PIACENZA: Sorokaite 10, Leggeri 9, Van Hecke 12, Di Iulio 8, Wilson 13, Dirickx 3; Cardullo (L), Valeriano, Caracuta, Kozuch. N.e.: Poggi Angeloni All. Gaspari. ARBITRI Saltalippi e Luciani NOTE - Spett. 562. D.s. 32’, 31’, 26’; tot. 89’. Urbino: b.s. 6, v. 2, m. 11, s.l. 7, e. 15. Piacenza: b.s. 3 v. 3 muri 11, s.l. 12, e. 18 T. Gazzetta: 6 Van Hecke, 5 Santini, 4 Sorokaite, 3 Leggs, 2 Wilson, 1 Leggeri (m.n.f.) FORLì–BUSTO ARSIZIO 1-3 (23-25, 25-23, 20-25, 23-25) FORLI’ Ventura 5, Neriotti 6, Stoltenborg 1, Aguero 24, Ceron 14, Koleva 7; Filipova (L), Guasti 5, Lancellotti, Potokar 4. N.e. Nazarnko e Ferrara. All. Vercesi. UNENDO YAMAMAY BUSTO: Wolosz 5, Havelkova 11, Michel 7, Diouf 6, Degradi 9, Lyubushkina 18; Leonardi (L), Rania, Perry 9, Pisani 5. N.e. Camera. All. Parisi. ARBITRI: Zingaro e Puletti. NOTE – Durata set: 30’, 29’, 29’, 30’; tot: 118’. Forlì: b.s. 12, v. 4, m. 7, s.l. 6, e. 35. B.Arsizio: b.s. 13, v. 10, m. 18, s.l. 4, e. 28. T.G. 6 Aguero, 5 Lyubushkina, 4 Ceron, 3 Michel, 2 Ventura, 1 Havelkova. (s. col.) MONTICHIARI-FIRENZE 3-1 (25-21, 25-18, 24-26, 25-23) METALLEGHE MONTICHIARI: Vindevoghel 9, Gioli 15, Dalia 2, Brinker 17, Olivotto 9, Tomsia 18; Carocci (L), Alberti 1, Mingardi 1, Zampieri. N.e. Saccomani, Milani, Serena. All. Barbieri. IL BISONTE FIRENZE: Negrini 12, Bertone 1, Turlea 16, Pascucci 4, Calloni 16, Petrucci 2; Parrocchiale (L), Mastrodicasa 9, Liliom 1, Pietrelli 3, Vingaretti. N.e. Poggi, Savelli. All. Vannini. ARBITRI: Venturi e Piluso. NOTE - Spett. 2.500. D.s. 24’, 27’, 29’, 30’; tot. 110’. Montichiari: b.s. 4, v. 3, m. 10, e. 20; Firenze: b.s. 9, v. 2, m. 6, e. 18). T.G.: 6 Gioli, 5 Calloni, 4 Brinker, 3 Tomsia, 2 Mastrodicasa, 1 Olivotto. (s.m.) CLASSIFICA Novara 47, Modena 41, Casalmaggiore 38, Piacenza, Conegliano 32, Busto Arsizio 31, Bergamo 28, Montichiari 25, Scandicci 21, Firenze 17, Forlì 5, Urbino 4. COPPA ITALIA Nel prossimo week end Final Four di Coppa Italia a Rimini. Semifinali: sabato Novara-Conegliano; ModenaBusto. Finale: domenica (ore 19). 1Hockey prato - Azzurre al round 3 (g.l.g.) Vincendo 4-0 con l’Azerbaigian la semifinale di sabato del Round 2 della World League a Montevideo, le azzurre hanno centrato l’accesso al Round 3 che mette in palio la qualificazione per Rio. Giocata nella notte la finale con le padrone di casa dell’Uruguay nato dalla lista dei convocati) decideranno in merito al suo possibile utilizzo in Scozia. RUGBY Castrogiovanni morso da un cane Scozia a rischio 1Stava giocando con un trovatello: 14 punti di sutura. Chiamato Cittadini, ma resta in raduno Martin Castrogiovanni, 33 anni, 109 presenze in azzurro ANSA Roberto Parretta I nizia oggi da Roma con almeno tre guai la settimana che porterà la Nazionale italiana alla sfida alla Scozia, terza giornata del Sei Nazioni in programma sabato alle 15.30 a Murrayfield (Edimburgo). L’ultimo guaio in ordine di tempo, nonché il meno atteso, riguarda Martin Castrogio- SCHERMA: COPPA Sciabola donne Trionfo Italia dopo più di 2 anni ● La sciabola femminile azzurra torna da Gand con un importante successo in coppa del mondo, che mancava dalla tappa di Bologna di due anni e mezzo fa. Irene Vecchi, Rossella Gregorio, Ilaria Bianco e Martina Petraglia hanno battuto in finale 45-40 la Francia. Ci erano arrivate cominciando con il 45-35 sul Giappone. poi con il 45-41 ai quarti con la Germania e dunque il netto 45-34 in semifinale contro la Russia. «Successo importantissimo ha detto il c.t. Giovanni Sirovich - perché era l’ultima prova a squadre prima dell’inizio della qualificazione olimpica, migliorando la posizione nel ranking». A Varsavia invece quarto posto nella gara a squadre di sciabola maschile, prova di coppa del mondo vinta dalla Francia in finale sulla Corea del Sud. Aldo Montano, Luigi Samele, Enrico Berrè e Diego Occhiuzzi hanno battuto 45-31 la Georgia e 45-39 l’Iran, Proprio con la Francia è arrivata la sconfitta 45-38 in semifinale, perdendo poi anche la finalina 45-43 con la Russia. Il quartetto azzurro 43 vanni, morso da un cane e che ha costretto, al momento, lo staff azzurro a considerarne il possibile forfeit. Il pilone del Tolone, non utilizzato dal suo club nel weekend, ha rimediato 14 punti al volto per il morso del cane di un amico, che lo ha ferito sotto al naso, sopra il labbro. Castro, che era già a Roma, sarà comunque presente all’Acqua Acetosa e tra oggi e domani lo staff medico e quello tecnico (che al momento lo ha depen- SCUOLA Verso la riforma Con Renzi pure Berruto e Zanetti Mauro Berruto, 45 anni EPA ● (v.p.) Il c.t. del volley Mauro Berruto che cita «L’attimo fuggente» e chiede dignità nella scuola per il tema della «cultura del movimento». Un video in cui Marco Belinelli dalla lontana Nba chiede che «la scuola aiuti lo sport e lo sport aiuti la scuola». Javier Zanetti, il mitico capitano dell’Inter del triplete, che racconta dal palco l’impegno della sua Fondazione per i bambini di Buenos Aires. La proposta di Emanuele Di Giosafatte, insegnante e tecnico paralimpico, per «un ente di promozione scolastico». La mattina con cui Matteo Renzi ha celebrato a Roma (con qualche contestazione) il suo primo anno di governo annunciando che il percorso della riforma della scuola entra nel vivo nei prossimi giorni un decreto e un disegno di legge - è stata anche un po’ sportiva. Come un po’ sportiva è la riforma che dovrebbe portare dal primo settembre 2015 gli insegnanti di scienze motorie nella scuola primaria (un’ora per ogni classe). Per Laura Coccia, deputato, ex atleta disabile, «è un sogno che diventa realtà». CANI Quello fra Castrogiovanni e i cani è comunque un amore smisurato. Ne ha tre che vivono con lui e Giulia Candiago a Tolone: Nano il bassotto, Fatty il bulldog ed Ettore il bovaro del bernese, il compagno di corsa della fidanzata, ex azzurra di sci alpino. Cani dei quali parla moltissimo anche nel libro scritto assieme ai compagni in azzurro e amici Sergio Parisse e Gonzalo Canale, L’ovale rimbalza male. Il cane che ha morso Castro è un simpatico trovatello, un meticcio, niente di pericoloso: stavano giocando assieme come sempre. Un morso che, c’è però da giurarci, non cambierà di una virgola il rapporto fra il pilone e i cani. Anzi, Castro ha deciso di difenderlo dalle responsabilità, nascondendone l’identità. GUAI Prima ancora del morso a Castro, il c.t. Jacques Brunel aveva già dato disposizioni per altri due innesti: al posto di Andrea Masi (profonda e larga ferita al polpaccio) è stato chiamato l’esordiente Enrico Bacchin (Treviso), mentre l’incertezza su Marco Bortolami (risentimento all’adduttore sinistro) ha portato il ripescaggio di Antonio Pavanello. Per supplire alla possibile assenza di Castrogiovanni è stato quindi convocato Lorenzo Cittadini (Wasps). Si aggregherà al gruppo questa mattina Tommaso Allan, ieri sera in campo nella ripresa in Bourgoin-Perpignan (22-3) nel ProD2 francese. © RIPRODUZIONE RISERVATA IPPICA Amérique-Paris Up nella storia E doppio italiano ● Anche due vittorie italiane, e sono 20, nel meeting di Vincennes che si avvia verso la conclusione, nel pomeriggio parigino caratterizzato dall’impresa storica di Up and Quick (J.M. Bazire), che vince il Prix de Paris (m 4125) per la seconda volta consecutiva e realizza il doppio con l’Amérique nello stesso anno che mancava dal 1977 (Bellino II). Una vittoria nettissima, al termine di una gara vissuta sempre nelle prime posizioni, con i consueti scambi al comando conquistato per qualche battuta anche dal nostro Olmo Holz, che ha però mollato nel finale, dove Up and Quick si è staccato, concludendo in 1.13.5 (record della corsa che migliora di 3 decimi quello stabilito 12 mesi fa) davanti ad Ana Mix, Texas Charm e Tiego d’Etang, mentre Roxane Griff aveva sbagliato nelle prime battute. Le vittorie italiane: Potenza Om (Gubellini) in 1.14.3 nel Prix d’Avenches (m 2700) con Peace of Mind e Pleasure Kronos al terzo e quarto posto. E Rember Mail (Martens) in 1.12.9 nel Prix Mayenne (m 2700) davanti a Rossella Ross. ATLETICA ● LAVILLENIE 6.01 (si.g. - l.e.) Nei campionati nazionali indoor in Europa ancora protagonista Renaud Lavillenie nell’asta: ad Aubiere (Fra) salta 5.72 (2.), 5.94 (1.) e 6.01 (2.), poi tenta senza fortuna il primato mondiale a 6.18. Un record europeo U.20 a Torun (Pol): la 17enne Kamila Swoboda corre i 60 in 7”21. A Praga gran 400 di Pavel Maslak (45”27). Ad Aubiere (Fra). Uomini. 200: Pessonneaux 20”87. Lungo: Gomis 8.18 (mpm ‘15). Eptathlon: Guerin 6065; 5. CAIROLI 5561. Donne. 400: Gayot 52”14. A Karlsruhe (Ger). Uomini. 200: Erewa 20”70. 60 hs: Balnuweit 7”65. Asta: Scherbarth 5.70. Donne. 200: Haase 23”12. 60 hs: Roleder 7”99. Lungo: Moguenara 6.68. A Praga (R.Cec). Uomini. 400: Maslak 45”27 (mpm ‘15); Tesar 46”21. Peso: Marcell 20.71. A Torun (Pol). Uomini. 200/400: Zalewski 20”66/46”25. Alto: Bednarek 2.28. Donne. 60: Swoboda 7”22 (b. 7”21). 200: Kielbasinka 23”27. A Gand (Bel). Donne. 60 hs: Berings 7”95. Ad Antequera (Spa). Uomini. Triplo: Torrijos 17.03 (r.n.). Peso: Vives 20.66. Donne. Alto: Beitia 1.95. A Tampere (Fin). Donne. 60 hs: Neziri 7”98(r.n.). Ad Athlone (Irl). Donne.200: Proper 23”27. ● DISCO TRICOLORE(si.g.)Campionato italiano invernale lanci chiuso a Lucca. Uomini. Disco: Apolloni 59.93; Faloci 58.56; Kirchler 57.63. U.23: Petrei 56.29. Jr: Anesa 54.67. Donne. Disco: Strumillo 54.88;Aniballi54.32;Bordignon52.77.U.23 Basile 49.66. Jr: Giampietro (99) 48.13. ● Dopo 22 medaglie ai Giochi, successo fuori vasca per Micheal Phelps: «Ha detto sì», ha annunciato su Instagram le nozze con la ex miss California, Nicole Johnson. Napoleon Caf (14), Playtime Wise (15), Oskar Allmar (6), Recife Wise As (13), Redondela (12) e Mike (10). ANCHETr.:Palermo(14.40),Taranto(15.15) NUOTO ● PEATY Il britannico Adam Peaty a Sheffield nuota i 50 rana in 26”88, dietro a 65/100 lo sloveno Dugonjic. EQUITAZIONE VOLTEGGIO: CAVALLARO BRONZO MONDIALE Anna Cavallaro non finisce di stupire: a Graz (Austria) è bronzo nella finale di Coppa del Mondo di volteggio. È il suo 4° podio in cinque anni (oro 2013 e 2014, bronzo nel 2011). Oro all’austriaca Lisa Wild (Robin 482, longeur Nina Rossin) col punteggio di 9.016, argento alla svizzera Simone Jaiser (Luk, longeur Rita Blieske) con 9.008. Anna Cavallaro (Harley, longeur Nelson Vidoni) ha chiuso a 8.631 punti: «Sono felicissima, non abbiamo nulla da rimproverarci, anche se mi aspettavo qualcosa di più come valutazione dalla giuria». Prossimo grande obiettivo gli Europei di equitazione di Aquisgrana ad agosto. GHIACCIO RIGHINI VINCE CON RECORD Prestigioso successo di Ivan Righini alla Challenge Cup di figura a L’Aia (Ola), gara Isu: l’azzurro, con 153.48, centra il record italiano nel libero (precedente 151.34, Samuel Contesti, Mondiali 2012) e, con 226.95, resta a 2/100 da quello del totale dello stesso italofrancese. Uomini. Finale: 1. (1.1.) Contesti 226.95; 2. (2.3.) Raya (Spa) 199.13; 3. (5.2.) Hino (Giap) 189.41. Coppie. Finale: 1. (1.1.) Donlan-Bartholomay (Usa) 157.58. GOLF ● INDIA Battendo con un birdie alla prima buca di spareggio il connazionale Chowrasia, l’indiano Anirban Lahiri con 277 colpi (73 65 70 69, -7) vince il torneo di Nuova Delhi (Ind), collaborazione tra European Tour e Asian Tour. A Pacific Palisades in California, Northern Trust Open (Pga, montepremi 6.7 milioni $), dove Francesco Molinari non aveva superato il taglio, dopo 3 giri 1° con 205 colpi (-8) il sudafricano Retief Goosen. HOCKEY GHIACCIO ● BOLZANO VA (m.l.) Il Bolzano nella 6a giornata del qualification round di Ebel ha battuto 5-3 ieri in rimonta (da 1-3) al Palaonda (3000 spettatori) il Klagenfurt. Ieri: Bolzano-Klagenfurt 53 (1-2, 2-1, 2-0). Reti: p.t. 14’38” Gander (1-1); s.t. 18’12” Gander (2-3); 19’19” Pance (3-3); t.t. 7’54” M. Insam (4-3), 19’59” De Simone (5-3). Classifiche. Pick Round: Salisburgo 16; Linz 11; Znojmo 8; Fehervar 6; Villach 5; Vienna 4. Qualification (prime due ai playoff): Bolzano 14; Graz 11; Klagenfurt, Dornbirn 9; Innsbruck 4; Lubiana 2. HOCKEY IN LINE ● A-1 (m.l.) Il 15° turno. Risultati: Cus Verona-Vicenza 5-1; Padova-Asiago 5-5; Milano24–Cittadella 5-4; P. TriesteRoma 9-2; Pol. Molinese-Monleale 1-3. Classifica: Milano 40; Verona 33; Cittadella 30; Vicenza 23; Padova 21; Asiago* 20; Monleale 18; Molinese 15; Trieste* 9; Roma 3. (* una in meno) IPPICA Up and Quick si stacca FORNI «Ha detto sì»: Phelps si sposa con Nicole OGGI FOLLONICA QUINTE’ (ore 18.30, inizio 14.55) In 15 sul miglio. Indichiamo RUGBY ● PRO 12 Ieri, per il 15° turno del Pro 12, Dragons-Connacht 25-30. Classifica: Glasgow 52; Ulster, Munster 48; Leinster 47; Ospreys 45; Connacht 37; Scarlets 35; Edimburgo 33; Cardiff, Dragons 11; Treviso 18; Zebre 10. ● VIADANA OK (i.m.)Viadana-Petrarca 22-10 (punti 4-0) nel recupero della 2a di ritorno in Eccellenza. Class.: Calvisano 46; Mogliano 42; Rovigo 41; Viadana 30; San Donà, Fiamme Oro 29; Petrarca 22; Lazio 18; L’Aquila 5; Prato 0. SPORT INVERNALI ● SLITTINO Ad Altenberg (Ger), vittoria e Coppa assicurata per Natalie Geisenberger. Miglior azzurra Sandra Robatscher, 11a. Donne: 1.Geisenberger (Ger) 1’45”585 (1°+2°); 2. Huefner (Ger) a 0”283 (4°+1°); 3. Eitberger (Ger) a 0”330 (2°+4°); 11. ROBATSCHER a 1”148 (11°+12°); 13. VOETTER a 1”270 (12°+13°). Coppa (10/12): 1. Geisenberger 995; 2. Eitberger 751; 14. Robatscher 260. TUFFI CAGNOTTO, PODI A ROSTOCK Al GP di Rostock, due podi per Tania Cagnotto: sabato dai 3 m individuale in 341.05 dietro la cinese Qu Lin (341.25) e davanti alla canadese Jennifer Abel (336.30); ieri 3 m sincro con Francesca Dallapè in 284.340 punti, dietro le cinesi Lin Qui-Wu Chunting (305.40) e davanti allle canadesi Abel-Ware. Boxe: nelle Wsb l’Italia Thunder domina il Venezuela ● (r.g.) A Porto Torres (Ss), nella sesta giornata delle Wsb, l’Italia batte il Venezuela 4-1, arrivando a 12 punti e mantenendo il terzo posto nel girone B. Debutto per il leggero Cosenza, che ha battuto Armas, e il welter Morello, sconfitto da Gonzales Mendes. Ottimo l’indiano Bidhuri (52) vincitore di Pino Silva. Mantengono l’imbattibilità Manfredonia (81) e Vianello (+91). MONDIALI (r.g.) Nella Salle des Etoiles di Montecarlo, l’imbattuto kazako Gennady Golovkin (32) mantiene le cinture medi Wba, Ibo e interim Wbc costringendo l’inglese Murray (29-2-1) alla resa all’11° round dopo quattro atterramenti. Budler (Saf, 29-1) respinge il messicano Silvestre (30-5), per i titoli Wba e Ibo paglia. A Berlino il campione supermedi Arthur Abraham (Ger, 41-4) si conferma mondiale supermedi Wbc contro Smith (Usa, 35-5) p. 12. 44 AltriMondi R LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT cedes Bresso, Pd) e li ha distribuiti a un sacco di gente famosa (almeno a suo dire) e generalmente «schierata dalla parte giusta» per la maggior gloria di un premio letterario che si chiamava Grinzane. IL FATTO DEL GIORNO LA FUGA DAL FISCO 1 Gino Paoli, 80 anni. Durante la sua carriera ha pubblicato 34 album. È stato eletto presidente Siae nel 2013 Quanti sono i famosi che come Paoli portano i milioni in Svizzera? 1Nelle banche elvetiche nascosti 220 miliardi. Con i nuovi accordi più difficile evadere: il cantante, infatti, temeva di essere scoperto di GIORGIO DELL’ARTI [email protected] C’è un’intercettazione telefonica in cui si sente Gino Paoli, il famoso cantautore de Il cielo in una stanza e di Sapore di sale, dire: «Non voglio che si sappia che ho portato soldi all’estero». Poi parla la moglie (si chiama Paola Penzo): «Bisogna nascondere bene le carte in un posto sicuro». Paoli: «Io sono un personaggio pubblico, non posso rischiare questo. Ho un’immagine da difendere. Non voglio che si sappia che ho portato soldi al- l’estero, li voglio riportare in Italia». Qui si sente la voce del commercialista, Andrea Vallebuona: «Vedremo di trovare un modo». Questo commercialista genovese è stato il guaio di Paoli, perché era consulente di Banca Carige e per indagare sulle porcherie di Banca Carige (storia troppo lunga per raccontarla qui) la Finanza aveva messo microspie in vari posti, e tra questi anche lo studio di Vallebuona. I finanzieri sono andati a casa di Gino Paoli un giorno che Gino Paoli era a Roma. Hanno trovato la moglie e le hanno fatto sentire la registrazione. «Questa voce è la NOTIZIE TASCABILI IL CORTEO SALUTA L’ANNO DELLA CAPRA sua?». Non conosciamo la risposta, ma possiamo immaginarla. In casa c’era poco o niente, ma sono state perquisite le tre società di Paoli (Edizioni Musicali Senza Fine, La Grande Lontra, Sansa) e lì sarebbero saltati fuori documenti interessanti. Il punto più delicato della vicenda è che ci sarebbero soldi in nero pagati a Gino Paoli dagli organizzatori delle Feste dell’Unità. Questa parola «nero» - è saltata fuori anche dalla testimonianza in tribunale di Giuliano Soria, l’uomo che ha saccheggiato con la complicità dei politici i soldi della Regione Piemonte (epoca Mer- Di quanti soldi stiamo parlando, nel caso di Paoli? Due milioni di euro almeno. Aldo Grasso, ieri sul Corriere, ha disegnato il profilo del cantante prima della macchia: «Paoli l’esistenzialista di Pegli, Paoli il probo, Paoli l’ex deputato del Pci, Paoli il presidente della Siae (da cui si è autosospeso), Paoli che ha preso a male parole gli occupanti del Teatro Valle perché non pagavano i diritti d’autore e non versavano le marchette all’Enpals, Paoli che ha sempre vissuto dalla parte giusta della storia». Beppe Grillo, genovese come lui, lo ha difeso: «A questo gioco al massacro di una persona di 80 anni mai inquisito per alcunché io non ci sto». Difesa strana, e infatti i grillini lo hanno costretto a rimuovere il post. Altra stranezza è perché la presunta evasione di Gino Paoli faccia tanta sensazione e quella presunta di Gianna Nannini, altrettanto odiosa eventualmente, invece no. L’hanno pure invitata alla serata finale del Festival di Sanremo. Sarà che i discografici della Nannini sono più potenti dei discografici di Paoli. 2 Come mai Gino Paoli aveva così timore di essere scoperto? LA CHIAVE Oggi il ministro Padoan e quello di Berna firmano un’intesa che renderà automatici i controlli Il caso dell’artista genovese ha suscitato clamore, ma è solo l’ultimo di una lunga lista Ottima domanda, che ci introduce al vero fatto del giorno: oggi a Milano il nostro ministro dell’Economia, Giancarlo Padoan, e il ministro dell’Economia svizzero, signora Eveline WidmerSchlumpf, firmano un accordo fiscale che renderà fluide e da un certo momento in poi addirittura automatiche le informazioni sugli italiani che hanno il conto in Svizzera. Della cosa si parla da tre anni, Gino Paoli lo sapeva, e perciò sapeva che il suo nome sarebbe saltato fuori. Di qui le preoccupazioni registrate dalle microspie. 3 In che consiste questo accordo tra Italia e Svizzera? Le novità davvero importanti sono due. Prima, per sapere qualcosa sui conti di qualche nostro compatriota, bisognava che ci fosse un’ipotesi di reato sottostante. Allora la magistratura italiana faceva una rogatoria e al termine di una procedura che poteva durare mesi o addirittura anni se i difensori erano bravi, si arrivava a capo di qualcosa. Adesso, senza rogatorie e senza magistrati, l’Agenzia delle Entrate potrà chiedere direttamente agli svizzeri informazioni su tutti i nostri contribuenti. A partire dal 2017 lo scambio dei dati sarà addirittura automatico, senza bisogno di richieste. 4 Seconda novità? La Svizzera uscirà dalla blacklist dei paradisi fiscali. Questo permetterà alle loro banche e alle loro imprese di avere accesso al mercato italiano. 5 Quanti soldi italiani ci sono in Svizzera? Secondo uno studio di Kpmg, società specializzata nella revisione e organizzazione contabile, 220 miliardi. La sensazione è che questa cifra, diventando trasparente, non diminuirà, perché le banche svizzere, nella percezione generale, sono comunque un’altra cosa. Nel 2014, nonostante si sapesse bene quello che stava per succedere, le società anonime sulla piazza di Lugano sono comunque cresciute del 10%. ATTACCHI A LANDINI Renzi annuncia «Il 5 per mille alla scuola E cambio la Rai» Matteo Renzi, 40, ieri su Rai 3 ANSA G li scatti di merito «sono giusti», alcuni insegnanti «non sono degni del loro compito», le classi-pollaio «sono inaccettabili», i ragazzi del Nord e del Sud «hanno lo stesso diritto di stare in scuole sicure». Ieri all’iniziativa del Pd «La scuola che cambia, cambia l’Italia» Renzi ha confermato che in questa settimana sarà presentato un doppio atto normativo (decreto legge e ddl delega) sulla scuola. E ha annunciato che in cantiere c’è l’idea di consentire che il 5 per mille possa essere destinato anche alla cultura e alla scuola. Qualcosa di più sul «progetto scuola», in dirittura d’arrivo, ha detto il ministro Giannini: «Cardine importante è un piano di assunzioni straordinario e la previsione di tornare ad assumere solo con concorso pubblico» con la sparizione delle graduatorie. Non solo scuola, l’incontro è servito a Renzi anche per parlare di Rai: « È da cambiare se serve anche con decreto, perché non può essere disciplinata da una legge che si chiama Gasparri». L’obiettivo è rimettere «in moto, in piedi» il Paese: «Siamo alla prima parte del primo tempo. È passato un anno. Ne mancano ancora tre. Ascoltare tutti non vuol dire non fare più niente, sennò è paralisi, palude», ha detto. A Landini ha riservato parole più dure dopo, a In Mezz’Ora su Rai 3. Il segretario della Fiom aveva dichiarato al Fatto che il sindacato deve «aprirsi a una rappresentanza anche politica», ed ecco la dura risposta: «Non credo che Landini abbandoni il sindacato, è il sindacato abbandona Landini. La sconfitta sindacale lo pone nel bisogno di cambiare pagina». SOLUZIONE AL DEBITO STANNO BENE I 14 EGIZIANI DELL’EQUIPAGGIO La Grecia invia a Bruxelles la bozza del piano Un peschereccio incagliato sugli scogli Salvataggio spettacolare a Lampedusa ● Brutta avventura ieri mattina per un peschereccio egiziano, che si è incagliato sugli scogli di Lampedusa. L’elica dell’imbarcazione si è impigliata in una rete, rendendola ingovernabile. Il mare in tempesta ha poi trascinato il peschereccio verso la riva, facendolo incagliare tra le rocce. Spettacolari i soccorsi, resi difficilissimi dal forte vento e dalle condizioni meteo. Ma per fortuna tutti i 14 membri dell’equipaggio sono stati portati in salvo. Nelle immagini trasmesse dalle televisioni si vedono i vigili del fuoco in acqua, aggrappati a una fune di sicurezza, mentre i marinai del peschereccio, uno ad uno, dopo aver indossato i giubbotti di salvataggio, si tuffano in acqua e vengono riportati a riva. I componenti dell’equipaggio sono stati portati nell’ospedale locale per accertamenti. ● Ieri la Grecia ha inviato a Ue, Fmi e Bce una prima bozza di tre pagine, in attesa di un riscontro dei tecnici europei per la lista definitiva attesa entro stasera dalla ex Troika. Tra i punti chiave lotta all’evasione fiscale, misure anti-corruzione e anti-contrabbando e pubblica amministrazione più efficiente. Il peschereccio nelle immagini tv IL DONO AI FEDELI OGGI ANCORA PIOGGIA TRAGEDIA A CAMAIORE Un fiume colorato a Milano per il capodanno cinese Il libretto del Papa Maltempo al Sud fatto distribuire Frane e voragini da 100 senzatetto per i nubifragi Uccide la madre e si spara: erano rimasti senza casa ● Anche Milano ha festeggiato il suo il capodanno cinese: ieri in tanti sono arrivati ad ammirare il corteo del dragone che ha sfilato nelle vie del quartiere Chinatown. Così il passaggio dall’anno del Cavallo a quello della Capra (considerato propizio per la calma, dolcezza e onestà dell’animale che lo ispira) è stato salutato dal coloratissimo spettacolo, scandito dai tamburi e dalle tipiche e suggestive danze del drago e del leone. I festeggiamenti per il capodanno nel continente asiatico sono iniziati giovedì e dureranno 40 giorni. E i numeri sono spaventosi: durante le festività per il nuovo anno lunare solo in Cina sono previsti 2,8 miliardi di viaggi, mentre milioni di emigrati celebreranno l’evento in tutto il mondo. ● Dopo aver messo loro a disposizione servizi con docce e barberia sotto al colonnato del Bernini, il Papa ha affidato un compito ai senzatetto che stazionano attorno al Vaticano. Ieri 100 clochard hanno distribuito ai fedeli l’opuscolo per la Quaresima «Custodire il cuore», donato dal Pontefice in 50 mila copie con letture sulla fede. I festeggiamenti per il capodanno cinese ieri nelle vie di Milano LAPRESSE ● La pioggia sta mettendo in ginocchio il Sud dell’Italia. A Napoli 380 persone sono state sgomberate dopo l’allargamento di una voragine che si era aperta nei giorni scorsi. A Palermo gravi i danni sulle linee ferroviarie e 40 persone evacuate. Danni importanti anche nel Barese. Una frana a Castellammare di Stabia (Napoli) ha isolato venticinque La voragine nel Napoletano ANSA nuclei familiari, una comunità di recupero per tossicodipendenti e una piccola attività artigiana ed è esondato il fiume Sarno. E oggi la situazione non migliora: la Protezione Civile ha emesso una nuova allerta meteo. ● Atroce omicidio-suicidio ieri a Camaiore, in Versilia. Il 50enne Andrea Bresciani, portiere di notte d’estate in un hotel, ha ucciso la madre Maria Palmerini, 77 anni, con un colpo di fucile, quindi si è sparato. I due avrebbero dovuto lasciare la casa in cui vivevano venerdì: era stata venduta all’asta e oggi sarebbero arrivati i traslocatori. AltriMondi R LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT Isis, ostaggi come bestie Italia pronta a intervenire 45 SUL GRAN SAN BERNARDO Valanga assassina Tutte milanesi le quattro vittime 1Nuovo video shock degli jihadisti Salvini contro Renzi: «Sei complice» RBlitz turco in Siria Elisabetta Esposito per evacuare 38 soldati dal mausoleo di Suleyman Shah M entre in Libia e in Siria si continua a combattere (e morire), l’Isis diventa in Italia l’ennesima occasione di scontro politico. Ieri Renzi ha dichiarato: «La minaccia terroristica non arriva con i barconi, ma li sfrutta per far denaro. L’Isis in Libia non è così potente come vuole farci credere, noi siamo in grado di intervenire: lì siamo i numeri uno, conosciamo tutto. Possiamo essere leader oggi sul fronte diplomatico e un domani su quello del peacekeeping. Non siamo sotto attacco, ma non possiamo sottovalutare niente». E sugli sbarchi: «Cinquecentomila immigrati in arrivo? No, interverremo prima». Pesantissima la risposta di Matteo Salvini: «Renzi ammette che i terroristi sfruttano i barconi e lui questi barconi continua ad accoglierli!!! A casa mia uno che si comporta così si chiama complice». Un’immagine del video con 16 Peshmerga curdi e 5 iracheni in gabbia ANSA Due delle vittime della valanga: Francesca Clerici e Gianluca Spina E Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria, lancia un altro allarme: «È ipotizzabile che se l’Isis vorrà infiltrarsi in Italia, possa trovare appoggi logistici dalla ‘ndrangheta in cambio di armi e droga». È NUOVO VIDEO Ieri lo Stato Islamico, nella sua missione di propaganda e terrore, ha postato un video in cui si vedono sedici Peshmerga curdi e cinque iracheni rinchiusi in gabbia come bestie e fatti sfilare nelle strade di Kirkuk, in Iraq. Nove minuti di filmato in cui i jihadist minacciano di decapitare gli ostaggi. Situazione incandescente anche in Libia. L’Isis ha rivendica- to l’attacco contro la residenza dell’ambasciatore iraniano a Tripoli (nessuna vittima) e l’esercito ha comunicato di aver ucciso a Bengasi 25 jihadisti. BLITZ IN SIRIA In Siria, dove sventolano sempre più bandiere nere, la Turchia senza attendere il via libera degli alleati ha portato a termine con 60 veicoli, 39 carrarmati e droni (ma perdendo un uomo) un blitz per evacuare i suoi soldati, sembra 38, dalla tomba di Suleyman Shah che aveva promesso di proteggere. Damasco ha definito la cosa «una flagrante aggressione». © RIPRODUZIONE RISERVATA salito a quattro il bilancio delle vittime e si sanno pure i nomi. Sono gli sciatori italiani uccisi da una valanga caduta sabato sul versante svizzero del Gran San Bernardo: il pezzo di neve si è staccato in località La Combe des Morts, 2.300 metri di altitudine. Tre sono morti quasi subito, il quarto della comitiva non ce l’ha fatta di notte e una quinta persona è uscita dalla slavina solo con qualche escoriazione. Le vittime sono tutte milanesi, tutti professionisti, tra i 50 e i 52 anni, accumunati dalla passione per la montagna, e cono- sciuti nel mondo accademico e scientifico. Uno è Gianluca Spina, il presidente del Mip, la School of Management del Politecnico di Milano. Classe 1964, ingegnere elettronico, era in carica dal 2011 e sotto la sua guida la scuola è entrata nella classifica del Financial Times tra le più prestigiose del mondo. L’altra vittima si chiamava Francesca Clerici, 51, ed era una neurologa dell’ospedale Sacco: era stata relatrice in convegni sul morbo di Alzheimer. Le altre due vittime sono i coniugi Valeria Bassi, insegnante di matematica al liceo Parini, e Paolo Giovanni Agugini, commercialista: lasciano quattro figli. CAMORRA E AFFARI Morto Schiavone, boss della Terra dei Fuochi 1L’ex capo dei Casalesi colpito da infarto a 72 anni Il suo pentimento dal 1993 ha disarticolato il clan e svelato il dramma dei rifiuti tossici nel Casertano C i ha raccontato che avevano tutto. Che tutto potevano: «Il nostro era un clan di Stato, noi facevamo i sindaci in tutti e 106 i comuni della provincia di Caserta». Non era un pentito qualunque, Carmine Schiavone, il boss che a lungo ha tenuto le chiavi dei Casalesi, morto ieri d’infarto a 72 anni nella sua casa nell’alto Lazio. Nel cuore di Gomorra è stato il primo a svelare i traffici del Carmine Schiavone, aveva 72 anni più potente e spietato clan di camorra. E a dirci come e quando un pezzo d’Italia è diventata un’immensa discarica tossica. DISCARICA È il pentito della Terra dei Fuochi, quello che ha aperto lo squarcio su omicidi, guerre tra cosche, collegamenti con la politica, infiltrazioni nell’economia e, soprattutto, traffico di rifiuti. Centinaia di verbali dal maggio ‘93 che hanno portato, due anni dopo, al maxi blitz contro i Casalesi e ai primi storici 136 arresti. Le sue dichiarazioni al processo furono la base per una grandinata di ergastoli, tra cui quelli per suo OROSCOPO LE PAGELLE di ANTONIO CAPITANI 21/4 - 20/5 TORO 21/5 - 21/6 GEMELLI 22/6 - 22/7 CANCRO 23/7 - 23/8 LEONE 24/8 - 22/9 VERGINE 7 8 6,5 7 7 7,5 La Luna vi fa seminare nei modi giusti. E il vostro fiuto è invidiato pure dai cani da tartufo: quante imprese mirabili! Fornicazione golosa, letterally. La stanchezza avanza. Ma nuovi input vivacizzano proficuamente lavoro e vita. Il sudombelico si dedica a scambi vivaci con altri sudombelichi. I fatti si incastrano nel modo giusto, voi ricavate soddisfazione da tutto ciò che fate. Amarezze amorose non mancano, ma la fornicazione consola. L’umore è proprio da lunedì, ma tutto può rinnovarsi e appagarvi: questo dicono le tante stelle positive. Che portano fortunissime. E magnificenze suine. Certe asprezze cessano. E voi stemperate la sfigoacidità caratteriale, recuperando vigore e voglia di fare. Anche sul piano fornicatorio. Uau. 23/9 - 22/10 BILANCIA 23/10 - 22/11 SCORPIONE 23/11 - 21/12 SAGITTARIO 22/12 - 20/1 CAPRICORNO 21/1 - 19/2 ACQUARIO 20/2 - 20/3 PESCI 5,5 5,5 7 6+ 7+ 7+ Certe spese sono inevitabili: proprio per questo vi fanno girare furiosally gli zebedei. Anche l’accordo con gli altri è difficile. Sudombelico ostacolato. Gli altri esistono. E oggi vi passano simpaticamente il pelapatate sugli zebedei con le loro pretese. Non permetteteglielo. E state su. Lavoro sottotono. Nulla potranno la Luna e il suo i possibile malumore, sulle altre stelle che vi fanno recuperare, vincere, decollare. E che sudombelico irrefrenabile! Energie poche, paranoie tante. E anche se la Luna vi dà risorse emotive adeguate, casa, lavoro, amore vi liofilizzano gli zebedei. Si fornichicchia, però. Lavoro e soldi recuperano. Non avete più manco il senso dell’umorismo dello yak, come nei giorni scorsi. E più che ormoni, possedete or-monelli: enjoy! Tutto si movimenta, nel lavoro e nel vostro privato. Così siete (più) felici e contenti. Viaggi e colloqui riescono, il sudombelico vi tenta, ma stenta. IL «PICCOLO» PIANGE RONCONI ● Commozione ieri al Piccolo Teatro di Milano per la scomparsa di Luca Ronconi (nella foto Fotogramma). Prima di mettere in scena «Lehman Trilogy», l’ultimo spettacolo del regista morto sabato, gli attori della compagnia, a partire da Massimo Popolizio, Fabrizio Gifuni e Massimo Francovich, hanno reso omaggio al maestro. Non ci sarà camera ardente, il funerale in forma privata domani a Civitella Benazzone (Perugia). © RIPRODUZIONE RISERVATA CONSIGLI 21/3 - 20/4 ARIETE I tanti astri nel segno assicurano la partenza e la finalizzazione utile di più progetti. Siete pure meno rottweiler e più suini. Oltre che strafighi. cugino Francesco Sandokan Schiavone, Francesco Bidognetti e Michele Zagaria. La cupola di Gomorra. E poi le parole sull’immondizia, quelle che mai scorderemo: nel 1997 Schiavone depose alla commissione d’inchiesta sui rifiuti e quel verbale è stato desecretato nel 2013, lo stesso anno in cui uscì dal programma di protezione. «Sostanze tossiche come fanghi industriali, rifiuti di lavorazione di tutte le specie, anche rifiuti radioattivi», elencava. Ecco cosa era «un buon business», cosa c’è sotto la terra dei fuochi. cont. LO SHOW «MOLTO BENE» AI FORNELLI! APRE LA CUCINA DI BENEDETTA Benedetta Parodi riapre le porte della sua cucina: oggi, alle 18.40 su Real Time (31 del digitale) inizia la seconda stagione di «Molto Bene». Da lunedì al venerdì, l’appuntamento di quest’anno è sempre appetitoso, ma con una novità: si useranno alcuni aggettivi per etichettare le varie ricette («Molto etnica», «Molto economica», «Molto light», «Molto veg» oppure «Molto sfiziosa») DA VEDERE OGGI SU REAL TIME ALLE 18.40 LO SPORT IN TV /# +/*%#, " ) +/*%#, " 3 02 2 +/*%#, " 3 /# +/*%#, " ) /# +/*%#, " ) #'% +/*%#, " 3 /# +/*%#, " ) /# +/*%#, " ) /# +/*%#, " ) /# " 3 /# " ) ) # " /# +/*%#, " ) 4#'2 2** +/*%#, " /(5 0.4/ 6 $& %4' 57# +/*%#, " $# /(00 /'0 /&'# +/*%#, " 0 (4/ ## %#00 22# '#2# +/*%#, " 3 4*/ ) +/*%#, " 3 /(5 0.4/ ! )88 %4' 57# +/*%#, " */#'2 0.4/ %4' 57# +/*%#, " */#'2 0.4/ %4' 57# +/*%#, " " " " 46 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT GAZZA EXPO 47 1 Mancano 67 giorni al via di Expo 2015, l’Esposizione Universale dal tema «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» che Milano ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre prossimi. In Piazza Castello il gate e l’infopoint dell’evento Vanessa Ferrari ai Mondiali di Aarhus 2006 quando vinse l’oro all around. A destra l’oro europeo al corpo libero L'IDENTIKIT VANESSA FERRARI ETÀ: 24 ANNI ALLENATORE: ENRICO CASELLA SOCIETÀ: ESERCITO ITALIANO Vanessa Ferrari è nata a Orzinuovi (Bs) il 10 novembre 1990. In carriera ha conquistato l’oro iridato all around 2006 e il titolo europeo sui quattro attrezzi nel 2007. Quarta nel corpo libero ai Giochi di Londra 2012, è argento di specialità ad Anversa 2013 e oro europeo a Sofia 2014. AFP Il pranzo di Vanessa «Rotolando non vai a Rio Mangiando bene, sì» 1La Ferrari e il cibo: «Non ho digerito il 4° posto di Londra, per riscattarlo devo fare dei sacrifici, ma non è una vita di stenti...» Federica Cocchi P er una ginnasta, il cibo, è più spesso una privazione che una delizia. Mantenere il peso, per mantenere la capacità di disegnare meraviglie in volo è fondamentale. Vanessa Ferrari a 24 anni ci è arrivata anche attraverso momenti di amore e odio col cibo. Ha anche attraversato un periodo difficile legato ad alcuni disturbi alimentari dopo l’Olimpiade fallita a Pechino 2008. La campionessa mondiale del concorso generale, prima azzurra a riuscire nell’impresa ad Aarhus 2006, è di una longevità notevole per una ginnasta. Merito di una gestione molto attenta da parte di Enrico Casella, il tecnico che l’ha scoperta quando era ancora una bambina e che l’ha portata ai vertici mondiali. «Una ginnasta deve fare attenzione al cibo, ma non deve fare la fame — ha sempre detto Casella —, anche perché altrimenti dove trova la forza per eseguire esercizi acrobatici così complessi? Se manca la forza e la lucidità farsi male è un attimo». Vanessa continua a vincere, la sua specialità è il corpo libero dove ha conquistato di recente l’oro europeo a Sofia, in Bulgaria. L’azzurra dell’Esercito si sta preparando ai prossimi Europei di Montpellier, e ai Mondiali di Glasgow a settembre, dove l’Italia cercherà di qualificarsi ai Giochi di Rio 2016. Se ci arrivasse, per la Ferrari si tratterebbe della terza partecipazione olimpica, un grande risultato per una ginnasta. L’azzurra è tra gli Ambassador sportivi di Expo 2015. Vanessa, il 2015 è un anno importante: l’Expo, i Mondiali qualificanti per Rio. «Beh sono cose diverse. L’Expo è una grande occasione per Milano e per l’Italia. Speriamo che sia un passo avanti verso l’uscita dalla crisi e mi auguro che Milano e la Lombardia possano avere in eredità da questo grande evento anche strutture sportive, spazi dove fare movimento all’aria aperta, ma anche spazi dove i ragazzi possano fare ginnastica». Il tema ovviamente è il cibo: il suo corpo è anche lo strumento tecnico del suo lavoro. Che rapporto ha col cibo? «Abbastanza buono, ovviamente non posso cedere a tutte le tentazioni, altrimenti invece che saltare rotolerei...». La colazione si dice sia il pasto più importante della giornata. Lei la fa prima di andare all’allenamento? «Certo, sempre. Di solito mangio cereali integrali con yogurt e frutta e aggiungo a volte anche un caffèlatte». E nel resto della giornata? La pasta è proibita? «Bandita no, ma a pranzo generalmente alterno orzo, farro oppure riso con legumi e una buona porzione di verdura». Mangia fuori pasto? «Durante la settimana no. O meglio, mangio quello che è consentito: frutta e un caffè. Oppure una barretta ai cereali. Meglio evitare pasticci, anche se la tentazione a volte...». E a cena si toglie qualche sfizio? «Sotto gara o nei periodi di allenamento, no. Mi limito a una porzione di carne o pesce con verdura e un pezzetto di pane o crackers. I fine settimana posso mangiare quello che voglio, ma nel- L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE È UNA CHANCE PER L’ITALIA: CI AIUTERÀ AD USCIRE DALLA CRISI, VANESSA FERRARI GINNASTA la qualità non nella quantità, altrimenti mando all’aria tutto». Lei è comunque una ragazza giovane. A 24 anni sarà facile che esca in compagnia, quando va al ristorante quali gusti predilige? «Abbastanza tradizionali, non sono molto amante del cibo etnico o molto speziato. Sarà anche perché viaggiando per il mondo con le gare, di cibo dai gusti diversi ne assaggio a sufficienza...». Le piace cucinare? «Non particolarmente. Anzi... no. Mi limito a preparare quello che mi serve per la sopravvivenza. Per il resto meglio il ristorante». Qual è il suo piatto preferito? «Non ho un piatto preferito, mi piacciono tutte le cose buone... Se proprio devo dirne uno scelgo la pizza». Ultimamente si parla molto di prodotti da agricoltura biologica, è una consumatrice bio? «Ammetto di non farci molto caso. Mangio frutta e verdura in abbondanza ma non vado a cercare in particolare quella bio». Da ragazzina raccontava che quando era molto contenta o aveva raggiunto un obiettivo importante si premiava con un pezzetto di cioccolata. Lo fa ancora? «Qualche volta, ma devo stare attenta a non esagerare. A Londra 2012, all’Olimpiade, sono rimasta delusissima dal quarto posto nonostante avessi lo stesso punteggio della Mustafina che ha vinto il bronzo. Devo rifarmi a Rio nel 2016, e per questo devo fare sacrifici». Le pesa non potersi permettere tutto quel che vuole? «Ma in realtà non è che faccio una vita di stenti, semplicemente cerco il più possibile di avere un’alimentazione corretta e sana, ma quando esco un cocktail o un bicchiere di vino non me lo nego». Il prossimo per festeggiare qualche successo importante. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA STORIA - 4 CONTINUA Foody, Albanese e Forest: quanti vip per Expo 1La mascotte di Disney e un parterre di creativi, artisti ed esperti in campo perché la kermesse milanese sia un grande successo Serena Gentile C ome tutti gli eventi che si rispettino, anche Expo Milano 2015 ha una mascotte. Si chiama Foody ed è stata disegnata da Disney Italia. È una sorte di Arcimboldo composto da 11 personaggi che poi sono 11 frutti e ognuno ha una storia da raccontare: Manghy il Mango, Piera la Pera, Josephine la Banana, Max Mais il Mais blu, i Rap Brothers i Rapanelli, Pomina la Mela, Rodolfo il Fico, Arabella l’Aran- cia, Chicca il Melograno e Guagliò l’Aglio. Tantissimi sono i nomi famosi che lavorando da tempo ormai, ognuno nel suo campo, alla buona riuscita dell’Esposizione Universale che la città della moda e del design ospiterà dal 1° maggio prossimo, per sei mesi. Eccone qualcuno: Ermanno Olmi, il regista dell’Albero degli Zoccoli, firmerà un film-documentario (La goccia) sull’importanza della natura e dell’acqua per preservare la vita. Dante Ferretti, lo scenografo 3 volte premio Oscar, ha realizzato 7 statue («Il Popolo del Cibo») che interpre- tano il tema di «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita» e alcune di queste sono state esposte al MoMA di New York. Antonio Albanese ha prestato la voce allo spot audiovisivo ufficiale di Expo, Andrea Bocelli canta invece la canzone dedicata a Expo «La Forza del Sorriso». Il celebre architetto Daniel Libeskind disegnerà il padiglione di China Vanke Ltd., il colosso immobiliare cinese primo Corporate Participant di Expo Milano 2015. Uno spazio espositivo di circa 959 metri quadrati. Norman Foster e il suo team firmerà invece quello degli Emirati Arabi Uniti: 4.300 metri quadrati. A fine Expo gli arabi se lo smonteranno e ricostruiranno nel loro Paese. Alla voce padiglioni, non mancano le stravaganze: il Giappone ha fatto arrivare il legno (larice) direttamente da casa (a Genova i primi container). Il padiglione del Nepal è intagliato a mano da una squadra di artigiani che lavora da mesi ormai. Le torri della Svizzera saranno riciclate nella Confederazione in serre urbane. In linea con l’Expo. L’attore Antonio Albanese, 50 anni, è la voce dello spot Expo OMNIMILANO © RIPRODUZIONE RISERVATA 48 LUNEDÌ 23 FEBBRAIO 2015 LA GAZZETTA DELLO SPORT