Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 183 Approccio alla scarsa compliance dei clienti alla salute dentale: cosa possiamo fare? David Morgan BSc, MA, VetMB, CertVR, MRCVS, UK Introduzione Cosa fareste se il 70% dei vostri clienti lamenta che il loro cane o gatto presenta gravi forme di dermatopatie, accompagnate da intenso prurito ed alopecia? Immagino che l’evento verrebbe da voi considerato con qualche preoccupazione e che sareste persino portati a prendere in considerazione l’insorgenza di qualche forma epidemica nelle vicinanze della vostra struttura. Tuttavia, una simile alta percentuale corrisponde esattamente alla situazione rilevabile nei cani e nei gatti affetti da malattie odontoiatriche. Infatti, più del 70% dei cani e dei gatti sono interessati in genere dall’età di 2 anni1 dal più comune disturbo che affligge gli animali da compagnia. Ma perché emergono percentuali così alte e come mai il controllo dei problemi odontostomatologici è tenuto in così bassa considerazione? Inoltre, aspetto molto importante, cosa possiamo fare, in qualità di medici veterinari, per indirizzare i nostri clienti verso una sensibilizzazione in merito al benessere dei denti e, pertanto, allo stato di salute complessiva dei loro beniamini? Propensione dei clienti in merito al benessere dei propri animali Come medici veterinari, possiamo constatare che i nostri clienti sono ligi e seguono correttamente le norme che devono essere rispettate in almeno una o due aree di gestione del benessere animale. Per esempio, il rispetto dei protocolli vaccinali per i cuccioli ed i gattini è di norma molto alto tra i nostri clienti. Possiamo anche constatare come sterilizzazioni e castrazioni siano sempre più richiete, la dove spiegazioni circa le conseguenze positive per la salute dei nostri pazienti e l’evidenziazione dei benefici dell’intervento, possono aiutarci a sensibilizzare i clienti. Inoltre, in genere i clienti sono correttamente informati in merito alle vaccinazioni ed alla loro importanza, come pure ai rischi associati al complesso degli aspetti della vita sessuale dei loro animali (vagabondaggio, gravidanze indesiderate, comportamento anti-sociale). Risulta estremamente importante il forte impegno del medico veterinario nell’informare i clienti circa i vantaggi della procedura seguita, evidenziando che molti interventi medici (vaccinazioni o ovarioisterectomie) siano determinanti nella prevenzione di malattie, quali, ad esempio, le parvovirosi, il cimurro, la rabbia o nella riduzione del rischio dei carcinomi mammari e piometre. Circa le malattie parodontali, in che modo i medici veterinari possono affrontare lo specifico problema e come eventuali cambiamenti nel loro atteggiamento possono migliorare la collaborazione dei nostri clienti? A tal fine, abbiamo adesso bisogno di riferirci alla 1a ed alla 2a fase della malattia. In una prima fase, si ha un interessamento gengivale; mediante la pulizia e la levigatura delle superfici dentali, ricorrendo anche al complesso delle misure di corretta gestione presso il proprio domicilio (si rimanda in proposito alle “Cure da attuare in ambito domestico” di seguito riportate), i denti e le gengive possono essere aiutati a mantenersi in buone condizioni. In una seconda fase, vi è un coinvolgimento paradontale con la perdita di più del 25% delle radici dentali (denti con radici singole o multiple). In questa fase si manifestano danni gengivali, ossei, a carico dei legamenti e del tessuto paradontale. Tuttavia, il principale problema è rappresentato dal fatto che la 1a fase è reversibile, mentre la 2a non lo è. Pertanto, se il nostro intervento si manifesta nel corso della 2a fase, occorre considerare che lo stato di salute a lungo termine dei denti è già compromesso e che, di conseguenza, non resta che estrarre i denti danneggiati o procedere ad interventi chirurgici di tipo odontoiatrico. C’è quindi da chiedersi: perché non interveniamo in tempo, nel corso della 1a fase? Un motivo risiede nel fatto che, poiché i denti e le gengive non evidenziano un cattivo aspetto, può sembrare improbabile proporre al cliente un intervento ai denti, con ricorso all’anestesia, comportante il costo di circa 120-180 Euro, quando la “semplice” ablazia di placca e tartaro può soddisfare il cliente e contribuire alla sua fidelizzazione. Sembra talvolta che soltanto in presenza di problemi più evidenti, quali gravi forme di gengivite (arretramento gengivale, sanguinamento), di tartaro e di alitosi, sia conveniente procedere all’intervento. Qualora, dopo la detartrasi e la lucidatura, il dente risultasse molto diverso all’occhio del cliente, quest’ultimo troverà conveniente affrontare la relativa spesa. Tuttavia, alcuni dei denti potrebbero trovarsi alla 2a fase. Ed, allora, il messaggio che ne scaturisce è che è bene intervenire prima che sia troppo tardi. Che cosa possono fare i medici veterinari? Attualmente esistono opportunità di accrescere ancor di più le nostre conoscenze e le competenze in materia odontostomatologica. Le associazioni veterinarie, nazionali ed internazionali, sono in grado di fornire informazioni 184 appropriate (si vedano gli atti del 53° Congresso Nazionale SCIVAC 2006 ed i testi del dr. Colin Harvey). In Italia opera ad esempio una società specialistica SCIVAC (la Società Italiana di Odontostomatologia Veterinaria - SIODOV, Email: [email protected]) che organizza corsi pratici nel corso dell’anno. Alcune Aziende (quelle ad esempio che producono prodotti specifici per prevenire o curare affezioni orali) mettono a disposizione dei clienti utili materiali illustrativi. Inoltre, organizzazioni quali la Società Veterinaria Odontoiatrica Europea (European Veterinary Dental Society) tengono incontri con cadenza annuale e, nel contempo, offrono la possibilità di prepararsi all’esame di Diploma. Il suo sito Internet (www.evds.org) dispone anche di un link per informare in merito alla programmazione di corsi odontostomatologici. Infine, pubblicazioni, quali il Giornale di Odontoiatria Veterinaria (Journal of Veterinary Dentistry -www.jvdonline.org), mettono a disposizione materiali informativi aggiornati e studi su singoli casi. Se adesso ripensiamo ai motivi per cui i clienti sono molto propensi alla pratica delle vaccinazioni e delle sterilizzazioni, possiamo constatare che il nostro impegno a favore di queste procedure gioca un ruolo importantissimo nell’aiutare ad educare ed a convincere i clienti circa i benefici effetti che si ottengono nel lungo periodo. Pertanto, attraverso una maggiore conoscenza dei problemi relativi alla salute dentale e ad una crescente condivisione della necessità di intervenire quanto prima possibile, possiamo aiutare in maniera efficace i nostri clienti ad accrescere la loro disponibilità a collaborare ed a maturare le decisioni necessarie per il benessere dei loro cani e gatti (si rimanda in proposito al seguente capitolo “Avvertenze per il cliente. Come possiamo aiutarlo?”). Avvertenze per il cliente. Come possiamo aiutarlo? Un recente studio condotto nel Regno Unito (People’s Dispensary for Sick Animals; PDSA) ha evi-denziato che il 60% dei clienti dei medici veterinari ritiene naturale per i propri animali da compagnia la perdita dei denti, in ragione dell’età avanzata, e che il 71% dello stesso campione valuta che le malattie paradontali riguardano solo il 2% degli animali. Tali dati indicano che c’è un bel po’ di lavoro da fare per aiutare i nostri clienti a convincersi di quanto sia necessario e importante un (1) intervento precoce (nel corso della 1a fase), anche in relazione all’inevitabilità del passaggio della malattia alla 2a fase, (2) come contribuire ad educare i clienti sulle loro esigenze e sulle (3) cure da attuare in ambito domestico. Emergono alcuni interessanti parallelismi tra questi due aspetti e quello che rileviamo in noi stessi. I produttori di dentifrici ad uso umano sanno che, in relazione alla percezione di limitati immediati vantaggi per le persone come conseguenza di una quotidiana pulizia dei denti con lo spazzolino, in genere la gente dubita dell’opportunità di provvedere a detta pratica in maniera costante. In pratica, se non si è convinti della necessità del ricorso al dentifricio, ne deriva un debole convincimento in merito alla regolare e costante 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC pulizia dei denti con lo spazzolino. Per superare il problema, sono state attivate efficaci misure per educare la gente a tenere sotto controllo forme di gengivite (1a fase), suscettibili di progredire in maniera tale da provocare problemi più seri (2a fase), eventualmente a carattere sistematico. Quindi, per contribuire all’ulteriore corretta informazione, le Società interessate puntano sugli igienisti odontoiatrici (in sostegno ai dentisti) per diffondere il messaggio e per intervenire efficacemente sul piano preventivo (ricorso al filo interdentale, istruzioni su come usare lo spazzolino in maniera corretta, quale dentifricio usare). In tal modo, si può constatare che gli stessi problemi che emergono per gli esseri umani possono ripresentarsi ai nostri clienti per quanto si riferisce ai loro animali da compagnia. Ma come possiamo trasformare tutto ciò in qualcosa di più tangibile per i medici veterinari? (1) Intervento precoce Esame della bocca dei cuccioli e dei gattini per individuare eventuali problemi “giovanili”2, in coincidenza con le prime vaccinazioni e successivamente ad intervalli regolari. Ciò aiuterà ad evidenziare indizi di malattia precoci. Informare i clienti sul rischio e delle conseguenze di un passaggio dalla 1a fase alla 2a fase3. Un articolato studio condotto negli Stati Uniti ha evidenziato che soltanto il 15% dei clienti si adegua alle raccomandazioni del medico veterinario riferiti a malattie rilevate nella 1a fase e che tale percentuale si eleva al 35% nella 2a fase. Questo suggerisce che, allorché i denti si trovano in uno stato decisamente precario, siamo più disponibili a seguire le indicazioni del medico veterinario rispetto a quando la situazione si presenta come migliore. Tuttavia, la buona notizia è che la stessa ricerca statunitense ha riportato che soltanto il 7% dei clienti ha rifiutato il trattamento di tipo odontoiatrico proposta in relazione al suo costo, così che, se informiamo in merito ai rischi connessi con le affezioni dentali ed evidenziamo i vantaggi di un intervento precoce, potremo così sollecitare un più concreto adeguamento alla pratica corretta. (2) Come contribuire ad ”educare” i clienti Contribuire ad “educare” i clienti circa la necessità di prevedere un intervento precoce, evidenziando che, lasciando passare troppo tempo, il dente sarà inevitabilmente perso: 1. mostrare ai clienti l’aspetto normale e quello anormale di una gengiva; 2. concordare regolari controlli periodici, ricorrendo a “promemoria” inviati via e-mail, tenendo in considerazione che ai clienti piace ricevere segnalazioni delle scadenze delle visite; 3. spiegare cosa occorre fare 4 ed illustrare gli aspetti di sicurezza della anestesia, specialmente per gli animali anziani; 4. affiggere nella sala d’aspetto poster e fotografie con l’evidenziazione del materiale e della zona dedicata agli interventi odontostomatologici possibili; 5. mostrare radiografie dentali, utilizzando raggi X che consentano di mostrare lesioni evidenti (per esempio, assorbimenti da lesioni odontoclastiche); 6. mostrare fotografie del “prima” (denti ricoperti dal tartaro) e del “dopo” (denti puliti); 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 7. mettere a disposizione della clientela testimonianze scritte di clienti in merito all’opportunità di provvedere a regolari detartrasi nei cani e nei gatti (molti clienti si dichiarano entusiasti dei benefici acquisiti dopo l’effettuazione della procedura); 8. utili opuscoli e materiale promozionale da distribuire. (3) Cure da attuare in ambito domestico5 In effetti, i clienti possono attuare molte utili procedure in ambito domestico per favorire l’igiene orale dei loro animali da compagnia: 1. la pulizia giornaliera con spazzolino è d’obbligo per il controllo della placca batterica. Molti animali hanno bisogno di 3-4 settimane per abituarsi con continuità a detta operazione. Se necessario, si rivelerà opportuno designare un membro della struttura veterinaria quale punto di contatto (specie se facilmente raggiungibile per telefono) in grado di fornire informazioni aggiuntive ai clienti in fase di apprendimento dell’uso dello spazzolino. Meglio fissare una serie di semplici traguardi nel corso di un mese, per aiutare l’acquisizione della procedura; 2. alimentazione: il grande vantaggio degli alimenti o diete che pongono attenzione all’aspetto dentale è costituito dal fatto che esse devono essere somministrate su base giornaliera, al fine di garantire l’apporto di calorie, la qualcosa costituisce un bel passo avanti sulla strada dell’aumentata accondiscendenza dei clienti nello specifico settore. Alcune di queste diete sono studiate per ridurre sia la placca batterica che il tartaro; altre puntano solo a ridurre il tartaro; 3. Ausili masticatori: la loro efficacia nel migliorare la salute della bocca è stata accertata. Per una spiegazione più dettagliata di questi ed altri protocolli di cure da attuare in ambito domestico, si rimanda al testo Roudebush 20055. 185 Sintesi Le potenzialità di aumentare la collaborazione e la disponibilità dei nostri clienti sono molto elevate. Il ruolo dei medici veterinari nella vicenda è essenziale: anche facendo pochi semplici passi in avanti, miglioreremmo la disponibilità dei clienti ed avremmo la soddisfazione di contribuire a migliorare ulteriormente il benessere degli animali affidati alle nostre cure. Riferimenti bibliografici 1. 2. 3. 4. 5. Niemiec BA. Periodontal disease and therapy, (2005), BSAVA Congress. BSAVA Congress 2005 Scientific Proceedings: 523-525. Hale FA. Juvenile veterinary dentistry, (2005), Vet Clin N Am. July 2005, Vol 35 (4): 789-817. DeBowes LJ, Mosier D, Logan E et al., (1996), Association of periodontal disease and histologic lesions in multiple organs from 45 dogs, J Vet Dent, 13 (2):57-60. Colmery B. The gold standard of veterinary health care, (2005), Vet Clin N Am. July 2005, Vol 35 (4): 781-787. Roudebush P, Logan E, Hale FA, (2005), Evidence-based veterinary dentistry: a systematic review of homecare for prevention of periodontal disease in dogs and cats, J Vet Dent, 22 (1):6-15. Indirizzi Internet utili: SCIVAC (Società Italiana di Odontostomatologia Veterinaria): www.scivac.it European Veterinary Dental Society: www.evds.org Journal of Veterinary Dentistry: www.jvdonline.org Testo da consultare: Holmstrom SE (2005), Dentistry. Vet Clin N Am. July 2005, Vol 35 (4), 763-1072. Indirizzo per la corrispondenza: David Morgan This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee