Rivus Frigidus RIVUS FRIGIDUS E’ UN PRODOTTO EDITORIALE NON PERIODICO PROPRIETARIO: COMUNE DI RIOFREDDO ANNO I - N° 1 - NOVEMBRE 2008 In questo numero: Prima pagina: Un obbiettivo comune Il Comune: Pag.2 ‐ Differenziamoci Un obbiettivo “Comune Pag.3 ‐ Consiglio dei giovani: “i primi passi” Ieri, oggi, domani: Riofreddo cade nella rete … Pag.4 ‐ Sintetiche speranze. “Riflettori accesi sul campo di calcio Comunale” Il Mondo: Pag.5 ‐ Dalla parte dei bambini Pag.6 ‐ Vite quasi trasparenti Il caso paraolimpiadi: “silenzio di tomba” La Cultura: Pag.7 ‐ Il decennale dell’associazione AEQUA Due passi nella storia … la nostra Pagg.8 e 9 ‐ Pé onnìa Santa, chi la remissu se lo magna Pag.10 ‐ Il valore della scrittura Le Associazioni: Pagg.11 e 12 ‐ La fine di un se Pag.13 ‐ Come nasce uno spettacolo teatrale? (2 parte) Le Scuole: Pag.14 ‐Tante mani … per la pace Un obbiettivo comune Spesso capita di riflettere sulle proprie esperienze personali, sia nella vita privata come in quella, per così dire, pubblica. A tale proposito ho voluto e ritenuto opportuno fare, in quanto Vice Sindaco di Riofreddo, alcune considerazioni in merito al funzionamento delle Amministrazioni Comunali nei piccoli paesi come il nostro. Nella fattispecie mi ha sempre colpito il fatto che, almeno per gran parte delle realtà locali dell’alta valle dell’Aniene, gli abitanti siano spesso insoddisfatti dell’operato delle amministrazioni, nonostante la composizione dei vari governi locali sia di diversi colori politici. Ho cercato quindi di individuare alcuni motivi che a mio parere sono tra le cause possibili alla base di tale insoddisfazione e dei giudizi negativi che da essa scaturiscono nei confronti delle amministrazioni. Ne è risultato un elenco, consapevolmente molto sintetico e del quale ciascun punto meriterebbe un’analisi più ampia che in questo spazio non è possibile effettuare. E’ mia intenzione però, approfondire singolarmente, nei prossimi numeri del giornale, le criticità emerse, sperando magari anche nel contributo di qualche volenteroso cittadino di Riofreddo. In grande sintesi individuo quattro punti che sono la causa di un governo locale poco efficiente. Essi sono: 1) il momento delle elezioni: l’errore che viene commesso in tutti i piccoli comuni è fondamentalmente quello di esprimere la preferenza per l’una o per l’altra lista, secondo un vecchio schema da superare, cioè il voto in funzione di un legame di parentela. Altri aspetti quali essere onesti, avere capacità e passione per la cosa pubblica spesso passano in secondo piano. 2) il rapporto all’interno delle maggioranze: è difficile trovare una maggioranza unita per tutta la durata del mandato elettorale, anche in virtù di quanto detto nel primo punto e non solo. Infatti impegni di lavoro e personali, non permettono ai consiglieri e soprattutto agli assessori di essere presenti nella sede comunale con una certa assiduità. Continua a pagina 2 Pagina 2 IL COMUNE Anno 1-n° 1 Differenziamoci Anche nel nostro paese avrà finalmente inizio nei prossimi mesi la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani. Sono infatti al via i lavori per la costruzione dell’isola ecologica, (che non si tratta assolutamente di una discarica come in passato con molta demagogia si è voluto far credere), destinata a raccogliere il materiale per il riciclaggio. Nell’area adibita è prevista l’istallazione di cassoni di smistamento (ossia dei contenitori che accoglieranno i diversi materiali debitamente separati), in più una zona di raccolta ingombranti (come elettrodomestici o computer che contengono polveri o liquidi altamente inquinanti per l’ambiente e che quindi devono essere trattati con le dovute precauzioni). Collaborare a questo tipo di attività è il modo migliore che abbiamo per mantenere pulito il nostro paese, i nostri fiumi, troppo spesso trasformati in discariche che hanno il colore scintillante degli oli che incivilmente vengono versati nelle loro acque, e i nostri campi, scenari ormai di piantagioni di materassi lavatrici e non solo. Lo dimostrano i fatti recentemente avvenuti a Napoli e Provincia dove il comportamento della popolazione, associato ad un pessimo piano di smaltimento e a nessun piano di riciclaggio, ha fatto si che ci si è ritrovati a fronteggiare una situazione drastica sotto ogni punto di vista. Questo vuole essere solo un esempio reale di quella che è la situazione attuale in molte regioni dell’Italia (soprattutto centro meridionale), dove le istituzioni, come la Provincia di Roma, da qualche tempo, incentivano progetti finalizzati a ottimizzare la gestione di questi e altri tipi di rifiuti (medicinali, batteria, metalli ecc.). Già molti di noi, per rispettare e mantenere tale il bel paesaggio che ci circonda, e non solo, si impegnano a dividere il materiale in casa (carta, plastica, vetro…) ma poi si scontrano con difficoltà di ogni genere come ad esempio le “campane” inaccessibili per alcuni e fin troppe volte stracolme. Il nuovo progetto e la nuova campagna pubblicitaria di sensibilizzazione, lanciata dalla Provincia in collaborazione con la cooperativa sociale MedAniene, con la ovvia approvazione e partecipazione dei comuni interessati, inizierà a Riofreddo contemporaneamente con altri sei paesi della valle dell’Aniene (Arsoli,Roviano, Anticoli Corrado, Cineto Romano, Vivaro e Vallinfreda), ai quali in seguito se ne aggiungeranno altri tre (Agosta, Marano e Canterano). Questa operazione prevede la distribuzione di materiale specifico e informativo mirato ad insegnarci, a dividere e a classificare i rifiuti, in modo da non rendere poi il nostro lavoro vano e inutilizzabile e di avviare un ciclo di recupero mirato a raggiungere la massima efficienza. Per venire incontro alle esigenze dell’utente e per avere alte percentuali di materiale da riqualificare attraverso il riciclaggio, la Provincia di Roma ha dettato specifiche linee guida, suggerimenti e normative cui sia le amministrazioni locali che tutti i cittadini dovranno attenersi. Tali indicazioni prevedono, innanzitutto, un innovativo servizio,dal quale prenderà il nome l’intera iniziativa , più precisamente si tratterà della raccolta: “PORTA A PORTA”. Ciò significa che il personale addetto passerà a raccogliere nelle nostre case i sacchetti e i contenitori da noi preparati in base ad un calendario che ogni famiglia avrà a disposizione. Avremo così dei giorni stabiliti, dedicati di volta in volta al ritiro di un materiale diverso (es. lunedì carta, martedì vetro, e via discorrendo). Grazie a questo servizio sarà possibile eliminare le tanto antiestetiche campane e fare una raccolta differenziata dei rifiuti direttamente in casa senza il minimo sforzo e con ottimi risultati. Probabilmente, soprattutto per i primi mesi, potrebbe essere difficile abituarsi al nuovo metodo di smaltimento dei rifiuti, ma bisognerà sforzarsi, perché solo così si potranno ottenere ottimi risultati, come del resto succede già da tempo in molti paesi del nord Italia. Ciò comporta naturalmente un cambiamento radicale delle coscienze e della cultura di tutti i cittadini, i quali dovranno diventare più sensibili al problema dei rifiuti, creando così la mentalità ed i presupposti affinché le generazioni future possano crescere in un paese più pulito. Marianna Vasselli Un obbiettivo comune (segue dalla prima pagina) Nei piccoli comuni questa presenza è necessaria poiché non essendoci grandi strutture organizzative, il politico spesso deve compiere anche lavori di carattere meramente amministrativo. Il risultato è che quasi sempre la figura del Sindaco viene lasciata un pò isolata con il pericolo di un accentramento troppo marcato della gestione comunale. 3) il rapporto tra maggioranza e minoranza: c’è sempre troppa conflittualità e poca collaborazione, mentre un rapporto più sereno nel rispetto dei differenti ruoli, auspicabile a tutti i livelli istituzionali, sarebbe un passo fondamentale verso il miglioramento e il buon funzionamento amministrativo in un piccolo comune. E’ difficile invece trovare un comune dove ci sia il benché minimo rapporto di stima tra le due parti. Ancora più deleteri infine sono quei casi in cui anziché risolvere i problemi attraverso la giusta dialettica politica nell’ambito delle sedi preposte, si preferisce ricorrere alla magistratura, con la pericolosa conseguenza di innescare procedimenti annosi che non conducono da nessuna parte e che spesso gravano in modo serio e pericoloso sulle casse comunali. 4) il rapporto tra amministrazione e cittadini: generalmente il cittadino con l’espletamento del voto ritiene di avere esaurito i suoi obblighi civici, così che si arriva spesso ad avere un totale disinteresse nei confronti della vita pubblica. C’è quindi bisogno di una presa di coscienza collettiva nel capire che il Comune è una istituzione che appartiene a tutti, cercando ognuno di dare il proprio contributo costruttivo teso al miglioramento e al raggiungimento di u n a ma g g io r e ef f ic ien z a dell’attività amministrativa. Per quanto ci riguarda questa amministrazione sta facendo un grande lavoro mirato, soprattutto al coinvolgimento dei cittadini alla vita pubblica, attraverso iniziative come quella del gruppo volontari, il consiglio dei giovani, la nascita dello stesso Rivus Frigidus. Sono queste tutte iniziative tese alla partecipazione e all’informazione dei cittadini aventi lo scopo di creare una coscienza civica alle future generazioni dalle quali scaturirà la nuova classe politica locale. La speranza è quella che in futuro si faccia tesoro di tale lavoro, creando le condizioni affinchè nel nostro paese ci sia un salto di qualità verso una politica locale più vera e della quale possa beneficiare l’intera comunità di Riofreddo. Giancarlo Palma Rivus Frigidus Pagina 3 IL COMUNE Consiglio dei Giovani : “primi passi” Ci eravamo lasciati all’inizio di una lunga strada in salita da percorrere, oggi ci ritroviamo, zaini in spalla, in cammino verso la vetta. Il 30 Agosto ai nastri di partenza si presentavano una quindicina di ragazzi, tutti interessati a questo nuovo progetto e pronti a sostenere la traversata. Da nostalgico illuso non potevo che rimanere incredulo di fronte a questa risposta, a Riofreddo ci sono ancora dei ragazzi pronti a credere a quegli ideali di associazionismo e voglia di essere che spesso in passato si è tentato di cancellare. Superata l’emozione iniziale ho subito iniziato a caricare nei loro zaini tutto il peso delle responsabilità che avrebbero dovuto portare al seguito lungo il tragitto. Ma non c’è peso che possa rallentare il passo se questo è alimentato da un sano ed incosciente entusiasmo. Quell’entusiasmo che spiana la strada di fronte alle avversità e riempie le voragini create dall’incertezza. Così ricevute le regole del gioco si è passati a dividere il percorso in tappe perfacilitare il raggiungimento del traguardo finale. La prima tappa prevedeva la formazione e definizione del gruppo. Ma, in rispetto dell’esempio riflesso dai più grandi, mi veniva prospettata la possibilità che a partecipare non sarebbe stato soltanto un gruppo ma bensì due. Inizialmente perplesso, ho poi pensato che se da un lato l’unione fa la forza, dall’altro la competizione aumenta le energie profuse. Preso atto della situazione ho salutato tutti programmando un nuovo appuntamento per metà ottobre. In un clima sereno e disteso si è arrivati al secondo appuntamento, slittato su richiesta dei ragazzi dal 18 ottobre al giorno seguente. Tra facce già viste ed alcune nuove mi veniva riferito che quasi sicuramente si sarebbe formato soltanto un gruppo. Questo ovviamente, non potrà che facilitare il lavoro futuro tenendo il progetto lontano da qualsiasi problema riguardo il rispetto delle procedure da seguire. Procedevo quindi illustrando la modulistica che i ragazzi avrebbero dovuto compilare per ufficializzare il loro cammino, cercando così di agevolare il compito a cui tra breve sarebbero stati chiamati a rispondere. Saranno difatti, solo venti i giorni che avranno a disposizione per presentare la lista e raccogliere le firme richieste, dal giorno in cui il Sindaco proclamerà l’elezioni. Se tutto procederà senza problemi l’intenzione è quella di andare al voto ad inizio del nuovo anno. Sarà quindi il 2009 l’anno di nascita del Primo Consiglio dei Giovani di Riofreddo? Sarà il 2009 l’anno in cui saranno finalmente i giovani a decidere liberamente del loro futuro? A quanto sembra la scalata è iniziata e non ci resta che incrociare le dita ed aspettare. Di sicuro ci troveremo di fronte a qualche problematica di carattere logistico, come la mancanza di un locale da adibire a sede, e che rappresenti un centro d’incontro per tutti i giovani di Riofreddo. Ma, se l’intenzione di questa Amministrazione sarà seguita dai fatti, allora veramente daremo vita ad un cambiamento radicale di mentalità. Perché io credo fermamente che un punto di ritrovo oltre ad essere motivo di aggregazione e luogo naturale dove dare vita a nuove idee, può regalare quella sensazione di possesso e di conquista da difendere con tutto se stessi. Concludendo, posso solo sperare che nel più breve tempo possibile si riesca a mantenere questo impegno altrimenti quella cima da conquistare sarà ancora lontana e rimarrà di tutto ciò solo belle parole. Roberto Rainaldi (Assessore politiche giovanili) Ieri, oggi, domani: Riofreddo cade nella rete; un’informazione libera, facile, e fruibile La home page del sito comunale Una perfetta commistione, tra passato, presente e futuro. Questo è ciò che comunica il sito internet del Comune di Riofreddo, realizzato e sviluppato, quest’anno, dal Consigliere Tonino Meloni, in collaborazione con il sig. Fausto Mazza, responsabile dell’assistenza tecnicoinformatica del Comune. Una pagina web decisamente ben organizzata, fruibile e di facile consultazione, ricca di approfondimenti, di curiosità e di informazioni utili, sia per chi conosce ed abita a Riofreddo che per chi, navigando su internet apre casualmente il sito. Nella home page, si trovano i bottoni che consentono l’accesso alle varie sezioni; si può andare dalla modulistica burocratica, all’organizzazione comunale, dalla storia del paese, alle tradizioni, passando per il calendario degli avvenimenti, ed arrivando agli atti ufficiali e alle delibere. Un percorso nel tempo, che intreccia i secoli di vita del piccolo borgo, le foto d’epoca rappresentano un Riofreddo dai sapori antichi e genuini, mentre le immagini di oggi mostrano una comunità in continua evoluzione e con una gran voglia di aprirsi e crescere. In tutto il percorso telematico si ritrova un aspetto molto particolare, che indica lo stretto legame che la gente di Riofreddo e le istituzioni vogliono mantenere tra la tradizione e la modernità, indicata, in questo caso, proprio dall’accesso al web, e soprattutto dal tentativo di facilitare il compito del cittadino, soprattutto di chi non risiede nell’area del Comune.. Infatti, si possono scaricare tutti i moduli relativi alle richieste e alle autocertificazioni, inoltre si possono leggere i verbali delle riunioni consiliari e le delibere della Giunta Comunale. Il tutto nel segno della trasparenza e della comunicabilità, nonché sintomatico del forte intento di instaurare un rapporto di interscambio con i cittadini ed i diretti interessati. Molto interessanti e ben strutturate, sono le pagine inerenti la cultura e la storia di Riofreddo, racconti di vite vissute che ci portano indietro nel tempo, immagini sfocate di inizio secolo acco mpagnano la lettura dell’internauta, che compie un vero e proprio salto temporale. Per poi ritornare al presente i luoghi sono gli stessi ma le voci cambiano, e gli appuntamenti odierni ci fanno assaporare nuove atmosfere, anche se le sagome delle persone ritratte nelle immagini digitali sono discendenti delle figure sfocate di decenni fa. M e mo r i a e i n n o v a z i o n e , un’unione ben riuscita. Sara Nunzi Da Prima Stampa: Inserto Piana del Cavaliere, Medio Aniene, Tivoli, Guidonia. Nr. 5 anno VIII del 28/03/2008 Pagina 4 Anno 1-n° 1 IL COMUNE Sintetiche speranze. “Riflettori accesi sul campo di calcio Comunale” Con il Bando della Provincia di Roma del 2005, per la fornitura e messa in opera di manti in erba sintetica, è iniziata la pagina di storia più importante del campo sportivo “La Crocetta” di Riofreddo. Pagina che verrà ricordata per il passaggio da campo di calcio in terra a campo di calcio in erba sintetica di “quarta generazione”. Il Bando promosso dalla Provincia di Roma prevedeva la fornitura e messa in opera del manto erboso, lasciando ai Comuni l’onere della predisposizione di tutte le altre opere necessarie (fondo, sistemi di drenaggio e irrigazione). Possedendo i requisiti richiesti dal Bando, il Comune di Riofreddo partecipò all’iniziativa classificandosi ai margini della graduatoria dei vincitori. Ma il 01 Giugno 2006 la Provincia di Roma comunicò u f f i c i a l m e n t e all’Amministrazione Comunale di Riofreddo, recentemente rinnovata, la rinuncia di due Comuni inseriti nella graduatoria dei vincitori e di conseguenza l’inserimento del campo sportivo “La Crocetta” tra quelli vincenti. La notizia accolta con entusiasmo, viene poco a poco raffreddata dal costo da sostenere, peraltro mai preventivato realmente, per la preparazione del sottosuolo e degli impianti di drenaggio e irrigazione. Il costo del progetto oltrepassa abbondantemente le possibilità economiche delle casse Comunali e quindi, per realizzare l’opera, è necessario richiedere un prestito. L’importo del prestito viene quantificato in € 145.558,00. Dopo una riflessione che avrebbe meritato tempi ben più lunghi, viene presa la decisione di accettare l’offerta e andare avanti, nella convinzione che l’opera da realizzare porterà un grande beneficio al nostro paese. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto per la realizzazione del sottofondo è la Football Impianti Sportivi & C. S.r.l. di Roma mentre la messa in opera del manto erboso viene affidata direttamente dalla Provincia ad una ditta di sua fiducia. I lavori per la preparazione del fondo terminano nel mese di ottobre 2007. Superato il relativo collaudo si procede alla posa del manto erboso. Completato il tutto con l’impianto d’irrigazione nel marzo 2008, viene chiesta alla FIGC la deroga per la praticabilità del campo; in quanto per la definitiva omologazione è necessario attendere l’assestamento del fondo, preventivato in novanta giorni, durante i quali il campo deve essere utilizzato per facilitare il processo stesso di assestamento. La prima prova di omologazione effettuata in estate produce esito negativo e quindi rimandata più avanti. Durante la fase dei lavori e precisamente il 31 Gennaio di quest’anno, viene recapitata da parte dell’ASD Riofreddo 2004, all’attenzione del Sindaco e di tutto il Consiglio Comunale, una lettera con la quale si richiede ufficialmente la gestione del campo di calcio. La richiesta presentata senza mezzi termini, in nome della riofreddanità, afferma che : “chi se non dei compaesani possono garantire la serietà e l’impegno nella gestione di un bene comune? Chi se non degli amanti dello sport possono sfruttare al meglio, nel nome dell’onestà e della trasparenza, la struttura sportiva?” Sulla base di questi antichi valori viene proposta una gestione tramite convenzione definita a percentuale, con la quale l’ASD Riofreddo si impegna a rendere al Comune l’80% di tutte l’entra- te e trattenere il restante 20% per la gestione dell’Associazione e le spese ordinarie dell’impianto, rimanendo però a carico del Comune tutte le spese relative ai consumi energetici. Una gestione a percentuale che a parere del proponente stimola a lavorare di più tutelando sia se stesso che il Comune a differenza di altre proposte forfettarie. Ritenendo le intenzioni dell’Associazione sportiva più che meritevoli di considerazione, viene preparata una convenzione a percentuale che però tuteli effettivamente il Comune in quanto i calcoli percentuali fatti sul lordo potrebbero risultare economicamente non vantaggiosi. Perché il gestore dovrebbe controllare i consumi se il relativo risparmio non incide sul suo profitto? Chi stabilisce i costi di affitto del campo? Un prezzo basso sarebbe appetibile a terzi, porterebbe un introito al gestore che prende direttamente la percentuale sull’affitto, ma non garantisce al Comune di coprire le spese. Tutte queste domande sommate al senso di responsabilità verso quelle persone che attualmente non traggono benefici dalla realizzazione del nuovo campo, hanno portato l’Amministrazione Comunale a rivedere la convenzione proposta riformulandola sempre a percentuale ma diversamente. Quali altre opere potevano essere realizzate con questo impegno di spesa? Quali problemi della nostra comunità potevano essere risolti? La convenzione proposta dal Comune della durata di tre anni prevede in sintesi : il 20% degli introiti netti al Comune e tutto il resto al gestore escludendo però a carico del gestore i costi di manutenzione dell’impianto elettrico, straordinaria e ordinaria dell’esterno e dell’impianto d’irrigazione. Così facendo il gestore è realmente responsabilizzato ad una gestione accurata, in quanto il suo profitto è dato dalla differenza tra entrate e uscite. Inoltre questa proposta consente al gestore di dimostrare effettivamente la sua capacità ed al Comune di evitare almeno i costi ordinari di gestione. La convenzione proposta dall’Amministrazione non viene però accettata dall’ASD Riofreddo, la cui posizione è ferma sulla convenzione da lei proposta. Successivamente, dopo incontri intercorsi tra il Direttivo dell’ASD, il Sindaco ed il Consigliere Comunale delegato allo sport si conviene ad una convenzione basata sui principi della proposta fatta dall’ASD affidando loro la gestione del campo sportivo per un anno, al termine del quale si tireranno le somme, verba volant scripta manent. Sperando di aver fatto piena luce sulla storia recente del nostro campo di calcio non posso che augurare ai dirigenti dell’ASD buon lavoro ed ai ragazzi della squadra buon campionato. Roberto Rainaldi Il campo di calcio comunale “la Crocetta” Rivus Frigidus IL MONDO Pagina 5 Dalla parte dei bambini Il Congo è un paese in cui da sempre scorre il sangue di fratelli, compagni , donne e bambini, una terra che si nutre tramite un cordone ombelicale che secerne violenza e paura, un punto nero del mondo trafitto inesorabilmente da un’eterna guerra civile, nella quale combattono fianco a fianco padri e figli. Questi interminabili conflitti portano con se scie rosse, e da alcuni anni è stata denunciata la presenza di una cicatrice che purtroppo non accenna a rimarginarsi, quella che rigarda il fenomeno dei bambini stregoni. Famiglie distrutte dalla povertà, dalla disgregazione, dalla perdita dei punti di riferimento, dalla fame e dalla totale mancanza di speranza eleggono a capri espiatori della loro drammatiche situazioni i bambini e le bambine. Spinti da sedicenti capi spirituali accusano i propri figli di essere impossessati dal demonio, affidando a queste creature inconsapevoli colpe allucinanti: dalla perdita del lavoro, alla malattia di uno dei membri del clan arrivando fino al furto di una bicicletta. Coloro che si spacciano come autorità religiose tradizionali, per le diagnosi e per gli esorcismi, richiedono alla famiglia un’ingente somma di denaro, ciò fa sì che questa assuma un comportamento ancor più ostile nei confronti del bambino: se riconosciuto posseduto diventa un paria sociale, vieneallontanato da scuola, non può sedere a tavola con gli altri membri della famiglia, gli vengono destinate razioni di cibo inferiori rispetto agli altri componenti, viene rinchiuso giorni in stanze buie e costretto a prestazioni sessuali. Spesso questi bimbi innocenti, colpevoli di alcuna colpa, vengono seviziati, torturati, evirati e privati di altri organi vitali. Dopo aver subito abbandoni ed umiliazioni indicibili, si riversano nelle strade sporche di Kinsasha, costretti alla solitudine ed alla prostituzione, e ripiegano la morsa della fame con l’utilizzo di droghe. Non vi sono dati precisi sul numero attuale dei bambini di strada nella capitale: si va da un dato ottimistico di 40.000 ad un dato probabilmente più realistico di 70.000, di questi, secondo recenti dati UNICEF, la maggior parte sono sieropositivi. In oltre un dato a dir poco sconcertante, reso noto con il rapporto dell’aprile 2006 da Human Rights Watch, denuncia che il 70% di questi bambini è ritenuto, dagli abitanti di Kinshasa, posseduto dal diavolo. Le istituzioni congolesi chiudono gli occhi di fronte a questa piaga, le associazioni interne temono il potere dei leader religiosi che fanno leva sui loro poteri magici, poteri che derivano da culture animiste radicate nella società. Fortunatamente però le ong italiane, nonché missioni cristiane con sede nella Repubblica del Congo, non si arrendono all’evidenza e alla mancanza di comunicazione, che ha fatto scendere un pietoso velo su questi bimbi “randagi” abbandonati a se stessi. Tra queste poche, ma radicate, realtà, spicca fuori da ogni dubbio, quella fondata e presidenziata da una nostra connazionale: Suor Natalina Isella, una volontaria che da sempre impiega la propria vita per costruire il riscatto di questi bambini, vittime della povertà e della superstizione. Il Foyer Ek Abana, fondato nel 2002 da Suor Natalina, è una casa di accoglienza e di recupero per bambine e bambini, abituati a vivere una vita non degna di essere chiamata così. Nella lingua locale Ek Abana significa “ a casa“, e l’organizzazione è supportata anche dal Movimento Contro La Fame nel Mondo. In questo momento sono ospiti del Foyer 40 bimbi, di età compresa tra i 7 ed i 16 anni, per lo più bambine, ed altri 40 vengono seguiti costantemente a distanza, dopo il difficile e graduale reinserimento all’interno delle famiglie di origine. Il punto nevralgico del percorso iniziatico della struttura è quello che riguarda l’accettazione dell’errore, da parte dei membri del clan familiare, e del perdono da parte delle piccole vittime. Un sentiero difficile e che non sempre si raggiunge, ma attraverso il quale si sta cercando di cambiare la mentalità di un paese, e attraverso il quale si cerca di sradicare il potere incredibile di chi si autoproclama guida spirituale, basti pensare che questi finti “santoni” espongono lungo le strade della capitale congolese manifesti e cartelloni sui loro servizi di esorcismo. Un altro importante fattore derivante dalla persecuzione familiare, consiste nel fatto che molti di questi ingenui perseguitati, arrivano a pensare che sono effettivamente portatori di sventura e malocchio, per cui il lavoro psicoterapico all’interno della struttura dura per lo meno un anno, fino a far riacquistare, alla vittima, il senso di innocenza e purezza. Un mondo lontano e al tempo stesso vicino al nostro, in una società globalizzatache scanza le differenze per far posto alle similitudini e appiattire la conoscenza, dati allarmanti ed immagini rabbrividevoli, in un mondo che invece di puntare sulla forza dei bambini non fa che invecchiare. Sara Nunzi Nella foto Suor Natalina Isella fondatrice della casa di accoglienza “Foyer Ek Abana” Pagina 6 Anno 1-n° 1 IL MONDO Vite quasi trasparenti Top model, attrici, veline e da questo anno anche le ragazze di Miss Italia sembrano essere un inno all'anoressia. Sembra che tutte le donne del mondo debbano forzatamente indossare abiti taglia quaranta per essere apprezzate (o solo considerate) dal mondo del "jet set"! Lo dimostra il caso di una delle giovani aspiranti Miss (per la precisione Miss Emilia Romagna ) che si è vista criticare dalla giuria della competizione perché ritenuta "in carne", perchè i suoi jeans misuravano più del limite accettato … ossia "un'enorme" taglia 44! Siamo costantemente bombardati da donne scheletriche senza fianchi e senza seno (per non parlare della scarsa intelligenza), che arrivano a pesare poco più di 40 chili, che mangiano fazzoletti di cotone per riempirsi lo stomaco e abusano di cocaina per non sentire i morsi della fame, e che, purtroppo, sono il modello di milioni di adolescenti comparendo su tutti i canali televisivi e su cartelloni pubblicitari in formato gigante come mostruosi simboli di una società schiava dell'estetica, che bada più ad apparire che a essere. Il problema è reale e talmente evidente tanto da colpire anche i disegnatori della bambola più famosa del mondo : la Barbie. Le misure della biondissima donna in miniatura sono state riadattate ad un fisico più normale proprio per la pessima influenza che stava avendo sulle giovanissime consumatrici. Da un'indagine condotta in Gran Bretagna nell'ultimo anno è venuto alla luce che la fobia del grasso e l'insoddisfazione del proprio corpo ha colpito anche ragazzi e uomini di tutte le età tanto da spingerli a diete forzate e ad un uso spropositato di palestre!Si tratta di una vera e propria piaga moderna data spesso dall'esigenza di apparire come i propri idoli , da stati di depressione acuti e da forti pressioni nervose, un ossessione che spinge tantissime persone a mettere in atto tendenze autodistruttive alterando i propri bisogni alimentari fino al totale rifiuto del cibo o ad abbuffate colossali per poi rigettare tutto. Questi soggetti abusano inoltre di forti dosi di medicinali o lassativi, quasi come fossero droghe pur di perdere peso e smetterla di vedersi troppo grassi ( perché, anche se il fisico è ridotto all'osso, per un un'anoressica/o non sarà mai abbastanza ) ed essendo un problema di natura psicologica nel momento in cui si provvede a curare queste persone è necessario intervenire sia sulla natura alimentare che psichica del problema. Quello che vorrei assolutamente far notare in queste poche righe è che l'anoressia e la bulimia colpiscono duramente il corpo, lo attaccano nelle sue funzioni vitali e possono condurre a gravissime conseguenze fisiche quali insufficienza renale, osteoporosi, alterazioni cardiovascolari, perdita dei denti e dei capelli , ma soprattutto che di anoressia e bulimia si può morire! Perciò mi rivolgo a tutte quelle persone che hanno notato strani comportamenti alimentari nei loro cari. Rischiate pure di essere invadenti e un po’ petulanti con i vostri figli, fidanzati e amici perché queste persone hanno veramente bisogno di aiuto e il primo passo è quello di non negare l'esistenza del problema ma accettarlo in quanto tale e spingerli con il dialogo a chiedere aiuto, anche se poi tutto l'affetto del mondo non può sostituirsi all'intervento di uno specialista. Quindi ragazze e ragazzi di tutte le età, NON LO FATE MAI !!! La vera bellezza è dentro ognuno di voi. Bisogna accettare il proprio corpo così com'è curarlo e mantenerlo in forma ma senza maltrattarlo perché la vita che ci è stata donata è una e irripetibile quindi merita di essere goduta in tutte le sue sfumature. Marianna Vasselli “Il caso” paraolimpiadi Silenzio di tomba Si è tanto parlato nei giorni prima delle olimpiadi del caso ‘Oscar Pistorius’, atleta sudafricano che a subito l’amputazione di entrambe le gambe e che corre grazie a delle protesi. Non considerato un atleta normodotato gli viene inizialmente preclusa la possibilità di partecipare alle Olimpiadi (e qui scoppia il caso), poi viene ammesso alla manifestazione ma non riesce a qualificarsi. Se ne è parlato per settimane e settimane poi sono iniziate le Olimpiadi, le ‘pagine della comunicazione ’ sono state riempite da altri eventi e il caso Pistorius si è spento lentamente. Insieme a questo caso sembra si sia spento anche tutto l’interesse intorno al mondo sportivo dei diversamente abili. Infatti non dobbiamo dimenticare che chiuse le Olimpiadi dei “normali” sono state inaugurate le Paraolimpiadi. VERAMENTE? Proprio così. Anche se quotidiani e telegiornali sembra non se ne siano accorti, la festa dello sport è continuata! O forse sarebbe meglio dire che è COMINCIATA la vera festa dello sport! Come ha dichiarato in un’intervista la portabandiera Italiana Francesca Porcellano le Paraolimpiadi “sono un occasione per sensibilizzare la gente e hanno anche un valore simbolico: dimostrano che non esistono limiti invalicabili, che i limiti si possono spostare in avanti”. E i para-atleti fanno proprio questo, combattono i loro limiti e li superano, per amore dello sport, per amor proprio e per amore della vita. Atleti che hanno tutti una splendida storia di vita da raccontare e da cui trarre speranza e insegnamento. Uomini e donne Oscar Pistorius liberi, come tutti quelli che, nelle circostanze più difficili, penso alla testimonianza di Ingrid Betancourt, libera seppure prigioniera, hanno mantenuto la dignità e la speranza non aprendo il loro cuore all'odio ed al rancore. Penso alle parole di Vicky Aryenyo malata di Aids che lavora al Meeting Point International in Uganda confortando gli altri malati e dicendo loro che sono più importanti della malattia che portano. Ma potrei citarne altri, tanti altri, molti dei quali sconosciuti eroi del quotidiano, senza voce, perché nessuno dà loro voce. Oscar Pistorius l’aveva capito. Sapeva di dover almeno provarci a farsi ammettere a correre con i normodotati, con i sani, con coloro che hanno la possibilità di toccare il paradiso economico e la visibilità mediatica, in Terra . Anche se poi non ha partecipato è riuscito almeno a far sentire la sua voce, a portare all’attenzione della gente l’esistenza di “un altro mondo dello sport” composto sempre da atleti, da donne e uomini, e sono tanti, che hanno offerto tanto alla vita ( forse anche troppo) ma che hanno capito veramente cos’è la gioia di vivere! Matteo Rinaldi Rivus Frigidus LA CULTURA Pagina 7 IL DECENNALE dell’associazione culturale AEQUA Era l' estate del 1998 quando un gruppo di studiosi di storia locale, originari o residenti nei paesi della nostra zona, si riunirono a Riofreddo con l' intento di pubblicare un opuscolo dove raccogliere saggi dedicati alla riscoperta, valorizzazione e diffusione del patrimonio storico, artistico e culturale del nostro territorio. Era il numero zero della nostra rivista Aequa, il cui titolo fu scelto per acclamazione in quanto richiama i confini di questo territorio, coincidente con l' area di insediamento dell' antica popolazione preromana degli Equi. Parliamo della Valle dell'Aniene, della valle del Turano, della valle del Salto e della Marsica, territorio di incontro delle province di Roma, Rieti e L' Aquila. Il successo della pubblicazione esortò i soci fondatori a darne un seguito. Iniziò così la stampa, inizialmente quadrimestrale poi trimestrale, della rivista Aequa: omonima all’Associazione Culturale fondata nello stesso anno, e per la quale fu stabilito di fissare la sede a Riofreddo.Sono trascorsi già dieci anni da quell’evento; sono stati pubblicati trentasei numeri, un volume con gli Indici generali degli argomenti trattati in questa «piccola enciclopedia specializzata di storia locale», come l'ha definita, opportunamente, il nostro presidente Giuseppe Aldo Rossi; è attivo un bel sito internet, www.aequa.org, molto visitato, con interessanti rubriche, tra le quali quella per la diffusione degli eventi e manifestazioni culturali delle varie realtà del territorio. Sono state organizzate, e sono in programma, escursioni di studio e gite; sono state svolte collaborazioni editoriali e culturali con i Comuni e il MedAniene; sono stati pubblicati libri di ricerche storiche; abbiamo incontrato l'arte contemporanea con mostre espositive. E' sempre un piacere segnalare pubblicazioni storico-culturali locali che ci pervengono nella rubrica Scaffale della rivista. Lo scorso undici ottobre abbiamo voluto organizzare l’evento per festeggiare il DECENNALE dell'Associazione. Ospitati nello splendido Museo delle Culture “Villa Garibaldi” di Riofreddo, abbiamo potuto ricevere nel giusto modo i nostri amici ospiti, accorsi numerosi oltre le nostre aspettative, dando riscontro all' attenzione delle Autorità pubbliche che hanno voluto partecipare e contribuire a questo importante appuntamento. Cogliamo l' occasione per ringraziare il sindaco Giorgio Caffari e l' assessore alla cultura Gabriele Alessandri del Comune di Riofreddo per la loro disponibilità e attenzione. La conferenza si è aperta con i saluti del presi- dente di Aequa, Giuseppe Aldo Rossi e delle personalità politiche e amministrative presenti. Il condirettore Artemio Tacchia ha presentato il volume degli Indici, che ha curato insieme Nicola Cariello, e il numero 35 speciale (perché doppio) della rivista, che presenta articoli di particolare interesse, tra i quali quello di Claudio Rossi Massimi La necropoli Equa di Casal Civitella di Riofreddo, poi presentata anche in sala con interessanti proiezioni video. Molto gradito è stato il break musicale, di musica popolare, curato da Luca Verzulli, al flauto, Marco Cignitti e Alessandro Mazziotti, alla cornamusa e zampogna zoppa, Daniel Bagnani al violino ed il vecchio Meddi all’organetto, spettacolo che si è replicato anche nella pausa conviviale. I lavori si sono completati con l'inaugurazione della Mostra di Arte Contemporanea e presentazione degli autori: Carlo Sebastiani Del Grande, Eclario Barone e Birgitt Shola Starp, nella sala esposizioni del Museo delle Culture “Villa Garibaldi”. Abbiamo voluto invitare questi amici “pittoriscultori” per l'occasione speciale, perché crediamo sia stato il momento giusto per presentarli ai nostri ospiti, visto il loro valore artistico. Il Decennale è stata una occasione per incontrarci, cono- scerci personalmente, per scambiare idee, proposte, progetti, collaborazioni, ma soprattutto è stata l'occasione per stringerci attorno alla nostra Associazione culturale per incentivare quello spirito creativo e propositivo che ci esorterà a fare sempre bene in futuro. Crediamo che con queste attività stiamo contribuendo a stimolare la ricerca, la valorizzazione e la diffusione di quel patrimonio storico, ambientale, artistico e culturale del nostro territorio, che deve essere riscoperto al fine di ricevere l'attenzione che merita. La costante crescita del numero degli iscritti all'Associazione, aperta a tutti coloro che vogliano partecipare, le crescenti proposte di pubblicazione di ricerche storiche locali, sono per noi una importante conferma dell'interesse del nostro lavoro: e questo ci gratifica e ci stimola a proseguire nel progetto. Infine consentitemi un particolare ringraziamento ai sindaci di Riofreddo, Arsoli, Oricola, Vallinfreda, Anticoli Corrado e l’Assessore alla P. I. di Pereto, che fin da subito hanno aderito alla proposta di inserire l'intera collana della rivista Aequa nelle rispettive biblioteche comunali, ed infine gli amici di Rivus Frigidus per l’ospitalità concessaci. Luigi De Santis Due passi nella storia … “la nostra” che riescono a farlo uscire dallo che il marchese del Drago. Non Una antica citazione: Il racconto di un fuggitivo: Il 9 novembre del 1693 fugge dal carcere dell'Inquisizione di Roma un certo Giuseppe Pignata. Dopo aver raggiunto Ponte Milvio e poi i campi vicino a Prima Porta, arriva a Palombara Sabina. Da lì va verso Licenza e poi a Mandela. Giunto nei pressi di Cineto, sempre braccato dai “birri” pontifici, finalmente riesce a raggiungere il territorio di Riofreddo, probabilmente vicino all'antica Valeria dalle parti di Fra Leandro Alberti bolognese, Santa Maria. Per fortuna viene aiutato da alcuni riofreddani (di Descrittione di Tutta L'italia. uno ricorda il nome: Scipione) Venezia, 1596. Antica descrizione del paesaggio di Riofreddo, tratta da un libro del Cinquecento in cui viene descritta geograficamente l'Italia. L'autore era un erudito frate domenicano: Et poi sopra l’alto, et aspro monte Rivo freddo, sopra il quale appaiono più alte, et aspere montagne, da ragguagliar con i più alti, et precipitosi monti dell’Apennino nella sommità. Stato Pontificio e fuggire nel Regno di Napoli. Pignata si salverà emigrando poi in Olanda dove scriverà le sue memorie. Ma sentiamo il suo racconto (qui Pignata chiede a Scipione): “Senza che vi racconti le mie sventure, vorrei che mi diceste se da pochi giorni non siano venuti a Riofreddo dei forastieri, ossia dei soldati o dei birri, ad aspettare qualcuno al varco” – No – rispose [Scipione] nel suo dialetto. – Simili canaglie non oserebbero avvicinarsi a Riofreddo perché li faremmo ruzzolare dai monti a colpi di moschetto. Qui non conosciamo altro padrone abbia paura: venga con me e io le mostrerò i passi per entrare nel regno di Napoli. […] Riofreddo è un piccolo castello posto sopra un bel monte le cui coste sono coperte di olivi e castagneti. Giungemmo presso alle mura […] Dopo la mola di Riofreddo Scipione salutò Pignata con un bacio in fronte (alla moda del paese scrisse poi il fuggitivo) e lo avvisò di stare attento che all'Osteria del cavaliere (posta in quel luogo per impedire l'uscita dei grani, cioè il contrabbando di grano) poteva incontrare delle guardie. Luca Verzulli Pagina 8 LA CULTURA Anno 1-n° 1 C’era una volta Pe’ onnìa Santa, chi l’ha remissu se lo magna Sembra quasi imposibile che fino a cinquanta anni fa durante il mese di ottobre “Le pacetta”, il bosco delle castagne, risuonasse di voci, chiami e canti., ribollisse insomma di vita, come ci raccontano alcune anziane della nostra comunità. “Quann’era tempo de castagne era ‘na festa, proprio ‘na festa, la mattina se partiva verso le cinque, appena se stea a albeggià, perché le castagne prima… se recojieanu proprio pe’ la fame, pe’ mangià, invece mo, mo no’ [...] Allora io me recordo la mattina… verso le cinque, le cinque e mezza, appena se stea a fa giorno, si partiva co’ ji cestini, co’ ji sacchi e s’andava lì. La prima cosa se raccoglieva pe’ la strada, perché pe’ non falle acciacca’ le castagne, e po’ quando che n’eri fattu un bel secchietto subito accendevi il fuoco e se facevano le castagne allesse.” “Ah!” “Allora raccoglievi un po’ de ricci, un po’ de zeppetti così, tu raccoglievi le castagne e ‘ntantu velle se steanu a coce, ogni tantu mettevi le legna” “Mm.” “e po’ quanno eranu cotte le buttavi dentro a un cestino, se scoleanu e te mettevi seduta, tutti a magnà le castagne. E po’ de doppo pranzu se facemo la “rostera”.” “È.” “Co’ la felce secca se facevano tutte arrotolata a ‘na bella spiazza, tutte arrotolate così, così,così, e po’ co’ la felce se ce faceva il foco sopra, e po’ se puliscea e po’ se ce refacea u foco e po’ se reggireanu una pe’ una, po’ s’ammucchieanu, poi tutti arrotolati intorno alla “rostera”, co’ un pezzetto de legno se venea sbrascenno, certe magnate, certe bone castagne!” “Ma tutti i riofreddani andavano a fare la raccolta?” “E si, i riofreddani ma quanno era tempo de castagne ce eanu pure la gente a fa le scampagnate così, i signori, vissi de Sebastiani del Grande che porteanu tanta gente, teneanu tante conoscenze. “Eh!” “Viji ce teneanu tanti castagneti.” “Ma venivano per novembre?” “Sì, sì, a ottobre.” “A ottobre.” “A fasse fa la “rostera”, e po’ era un’armonia pe’ le Pacetta, le Pacetta se chiamanu no?” “Sì.” “Tutti a cantà, tutti cantemo, certe belle canzoni canteanu “’O recoglie oh, uh… uh!” tutte… se sentea tutta e la gente era proprio… era un paese abitato che ci stea tanta gente, se eanu a pulì prima de cascà le castagne co’ la falcetta se tagliava la felce, co’ la zappetta se faceanu tutti i viareji che le castagne le potevi raccoglie tutte belle pulite. Prima era un’armonia, era un’armonia, mò è deventatu un deserto lì perché tutti spini, tutti cespugli che so’.” “Ma durante la “rostera”si faceva anche dei comparatici ? Si legavano dei rapporti?” “È sì, se fidanzavano.” “Si fidanzavano.” “Si, se fidanzavano se sonava… sonavano l’organetto a bocca così, quanno sentii de sonà j’organetto e balleanu, tutti strilleanu e faceanu e pure i fidanzamenti, se namoravano, si, era bello era. [...] era ‘na festa a dunque pasii, sintii de cantà, poi la sera se caricavano al somaro e se ritornava, tutti insieme “Iamo su, ‘on revè? È ora oh!”, “Eccome è”. Eh! I ricci delle castagne. “Sì.” “I ricci che rimanevano sul terreno co’ ji cesti grandi e po’ ce mettemo tutti zeppi intorno, ji reportemo e ji mettemo ajiu foco a casa, ha capitu?” “Sì.” “‘On se sprecheanu mancu i ricci delle castagne.” “E le castagne come si conservavano?” “E le facii all’acqua, le metti all’acqua otto giorni.” “Ah.” “Dopo otto giorni le scoli e le fai asciugà al sole.” “Cioè? Levi la buccia?” “No, no, no.” “Co’ la buccia?” “Co’ la buccia se mettono all’acqua otto giorni, dopo otto giorni le scoli e le metti a asciugà al sole, le devi fa’ asciugà be’ se no se muffanu. Quando so’ asciugate be’ po’ le mettemo sotto al letto e la sera certe ratellate ce ne facemo.” “Ah, e quindi con tutta la buccia?” “Co’ tutta la buccia.” “E come si chiamavano queste castagne così?” “E, le castagne fatte all’acqua.” “Fatte all’acqua, invece quelle bollite si chiamavano?” “Allesse, castagne allesse e velle arrosto, arrosto. Pe’ falle conservà se dice “L’ha fatte all’acqua”, ha capito?” “E la farina? Ci si faceva la farina con le castagne?” “No, qui no, perché la castagna de Riofreddo è buona, ma durante il periodo de ottobre [...]Non è una castagna che regge. E prima le recogliemo proprio pe’ la fame, stemo sempre a coce le castagne. Se raccoglievano e nu nui ne raccogliemo du’ tre a sacchi al giorno, quann’era la sera tenemo gli occhi gonfi, vesto sempre…”1 “Elvira con i ricci che cosa ci si fa?” “Eh, prima ce facevamo il fuoco, non ne facevamo sprecà uno.” “Cioè raccoglievate anche i ricci e li portavate a casa?” “Non ti puoi immaginare il foco… il foco che fanno e la brace.” “Ah sì, ma per il forno o per il camino?” “Ma pure per il camino, per il camino ce venivano le pizzette de polenta, venivano croccanti che l’ha da lascià perde, era l’unica brace… pe’ fa le pizzette al foco. Ce stava la nonna de… questi de Villa Celeste, la nonna” “Come si chiamava?” “Clarice, alla cesta, quanno l’ha riempita ce metteva tutti zeppetti intorno, tutta una… la riempiva piena piena piena, altro non poteva fa pure alla parananza se li metteva. C’avevano le gonne quelle larghe larghe no, e allora daje che metteva pure dentro, i zeppetti, tutto. Pure noi eh! Noi per carità! Una brace di queste non te poi immaginà a che… il calore che dà.” “Ah sì?” “Fa una brace rossa, ardente, proprio qualche cosa è! Noi… ogni volta che li vedo dico “E una pizzetta de polenta mo co’ questi… co’ questi ricci qua”, i ricci nui i chiamemo…” “Ah, i ricci si chiamano?” “I ricci sì.” “Senti Elvira ma, un tempo, si puliva per terra, prima che cadessero le castagne?” “Comme no! Si veniva qua e addirittura co’ i zeppi, co’ i zeppi facemo una specie de scope eh… pe’ pulille, pe’ pulille e pe’ raccojiele proprio minutamente tutte che ce se… ce proprio servivano, era un raccolto per noi diciamo, che facevamo.” “Quindi levavate tutte queste foglie secche?” “Tutto, tutto, tutto se puliva. Sa, doppo ricascavano le fojie, ricascavano i ricci, tutto e se risporcavano di nuovo. Poi dopo, per esempio a queste argine così, diciamo in salita no, si facevano con la zappa tutte stradelle piccole piccole in modo che le castagne quando cascavano invece de andà proprio giù se pure fermavano capito? Se fermavano e non andavano al castagneto degli altri, perché queste so’ tutte proprietà privata è?” “Erano proprietà privata e quindi che cosa bisognava chiedere un permesso?” “No.” “No?” “Prima ognuno andava alla terra sua, e quelli che non potevano andare che erano i signori che non li potevano raccoglie, c’andavano i poveracci. E quando era alla sera, quelle che se facevano, erano metà a loro e metà a noi. Noi dicemmo prima “Ademo i a spartì le castagne”, metà e metà. Noi dopo se vendevano e quanno era la fine de ottobre ci stava la fiera, ad Arsoli, se chiamava la fiera dell’Incoronata, e là se facevano le scarpe, se faceva il maialetto, Rivus Frigidus LA CULTURA Pagina 9 C’era una volta se faceva l’ombrello, pe’ la vernata. “E quindi erano tante, erano assai?” “Sì, sì, tante, tante erano, sì, sì. Io mi ricordo noi eravamo ragazze, tenevamo un pezzo qua, niente roba nostra però eh? [...] venivamo dalla mattina quando era buio, è?, che quando eravamo arrivate qua, ci dovevamo fermà così, a aspettà che se faceva giorno pe’ raccoje le castagne, e pe’ aspettà quell’altro che passava che non se raccojevano le nostre. E noi non ce raccojavamo le sue, ognuno al posto suo. (ride) [...] Era un raccolto, che era una piccola risorsa, che ce facevamo qualche cosa. E poi era una grascia pe’ la famiglia pure. E se facevano certi callari de castagne, patate, pere, se bolliva tutto insieme là, tutti in faccia a vella callara, tutti a magnà. E poi a scuola. “Cioè come si facevano? Spiega.” “Pijeanu u callaru e mischiavano patate, castagne e pure qualche se… le pera d’inverno se chiamavano. Cocevano tutto insieme. Prima d’andà a scuola, i bambini, o se riempivano le tasche oppure se le mangiavano a casa e poi tutti a scuola, basta. Che c’avevano il lattuccio la mattina, latte e caffè e biscotti? No! Ma anzi chi ce l’aveva sta robbetta pure andava, e stavano bene… La sera dicevano “Che ci sta da mangià?”, “E mo facemo una ratellata de castagne”, la ratella, una ratellata de castagne, no le caldarroste, le varole nui le chiamemo. Se metteanu tutti là, daje a sbuccià, a sbuccià, a magnà,chi alle saccoccette e ecco fatto!” “E gli altri si chiamano pappuni?” “E, pappuni, sì, sì, e quell’altre sbucciate co’ la pelle prima de cocele se chiamanu nui dicemo le castagne remonne, le remonne, o ma certi dialetti!” “Quali sono le remonne?” “So’ quelle che se ce leva la buccia, queste qua, ce levi la buccia e poi le metti a lessà, ce metti un po’ de sale, una foglia d’alloro oppure un pizzichetto de anice e so buonissime, so’ bone, proprio bone.” [...]. “Quanno era la Rostera, faceanu vella rotonna eh eh!” “Embè e ‘n mezzo ce mettemo u prete.” (ridono) “E vella castagna a tre pizzi.” “Chi trovea vello… era fortunatu.” “Che eranu un po’ spizzate e veneanu a triangolo, era proprio come il cappello dei preti. E allora emo alla ricerca de ‘sta castagna perché quanno se facea una girata de castagne arrosto era enorme era.” “La Rostera.” “La Rostera se chiamea.” “Però in mezzo ce doveva andà quella là, se la trovavi.” “Eh, s’adea mette in mezzo, co’ tutte file de castagne intorno.” “Dice “Ademo mette in mezzo u prete!”, che portea fortuna.” Dicevano “Aiutame a trovà la castagna a tre pizzi che la mettemo in mezzo, che porta fortuna”.” “Sì,ma poi le corse che facevano pe’ il bosco perché se tingevano dopo no?” “Ah… uuu che succedeva!” “A mbè, dopo se mascareanu, col carbone.” “Co’ tutta quella cinicia nera”“Specialmente a queste spiazze, a veste spiazze, a veste spiazze, vesta era la principale, alle spiazze” “E se porteanu pure lo vinu.” “Are… co’ ji cosi, co’ le damigiane lo vinu, i barilotti.” “E magneanu e beeanu.” “Che cosa mangiavano in questa occasione?” “Le castagne.” “Le castagne.” “E que se porteanu dalle casi?” “La pagnottella!” “E portavano qualcos’altro?” Ma non ci stea gnente pe’ le casi”. “E non ci stava niente, prima non ci stava niente, signora mea.” “Non ci stea mancu la pizza de polenta.” “Oddio a da tempi.” “Allora s’adeanu fa una magnata de castagne e se beeanu que picchiere de vinu, se poteanu remeddià pure que soldino pe’ comprasse il vino, era pure difficile…” “dei Santi, “Pe’ Onnìa Santa, chi l’ha remissu se lo magna.” diceanu, e allora ce poteanu i a recojie tutti e ce veneanu, speciarmente i cinetesi, quanno che era la di de tutti i Santi, ecco de Cinetesi era così và.” “Te cacciavano.” “Mbè!” “Ma solo quel giorno?” “E venivano pure altri giorni, però il primo giorno di più, perché ne trovavano di più è.” “Dovevano… doveva incomincià proprio quel giorno, il giorno di tutti i Santi.” “E manco ji potevi dì gnente. Oh, te se mettevano tra le gambe a raccojie, cesti de castagne…” “Chi l’ha remissu se lo magna.” “Pe’ Onia Santa chi l’ha remissu se lo magna, e allora i cinetesi invadevano il bosco e qualsiasi altro castagneto.” “Ma come mai questi cinetesi venivano sempre a Riofreddo?” “Perché non ce l’avevano le castagne, non c’avevano la produzione delle castagne e allora Riofreddo era il paese vicino. Passavano qui alla corta, venivano su e raccoglievano le castagne insieme a noi. Tante volte ji facevamo “Però dopo novembre, il 2 no- “Ma va bè faciatecelle raccoglie ancora a noi, ci sta qualche cosa vembre…” no? Magari venite domani.” “È “Ah!” Onnìa Santa!” te dicevano e pure “Ah! Dopo a novembre..” “che succedeva dopo il 2 no- loro se mettevano a raccojie.”3 vembre?” “Eh… la raccolta delle castagne Note: Dall’intervista a Teresina Caffari; era tutto ottobre però quann’era 1. 2. Dall’intervista a Maria ed Elvira la prima domenica de novembre, Rocchi e a Domenica Meloni; Dall’intervista a Maria ed Elvira il giorno dei Morti, no, il giorno 3. Rocchi. dei Santi…” Fausta Rota “Deji Santi, Onnìa Santa.” “Ma avete detto che si mascheravano le persone In che senso?” ”Eh perché stava la Rostera e poi col carbone facevano così e se mascaravano. Che so… come se dice?” “Co’ quella polvere bruciata.” “Co’ quella polvere se la strecavano tutta alla faccia.” “E parla alla riuffriddana, se tegneanu!” “E se tegneanu!” (ridono) “E perché se la mettevano in faccia questa polvere nera?” “Pe’ scherzà!” “Pè scherzà! Se mascheravano così.” “Ma da che cosa si mascheravano, che cosa rappresentavano? Chi erano quando si masceravano così?” “La festa delle castagne.” “Perché se prendevano, se stringevano le mani, poi se andava dietro le piante se abbracciavano e se tingevano il viso. Co’ la scusa de ehe… accarezzavano.” “Co la scusa de ehe… accarezzeanu, l’abbracceanu.” “Rimiddiavano qualche carezza… ecco.”(ridono) “E ji toccava pure a accontentà ehe… oddio… oddio.” 2 Castagne nel bosco delle “Pacetta” (Riofreddo) Pagina 10 Anno 1-n° 1 LA CULTURA Il valore della scrittura Tanti sono gli elementi che contribuiscono allo sviluppo e all’accrescimento del patrimonio culturale di un paese e della sua gente. Per questo qualunque sia la natura di tali elementi è sempre bene dare ad essi la giusta risonanza affinché nel corso degli anni possano comunque restare impressi nella memoria di tutti coloro che in un certo qual modo ad essi si sentono legati. In ragione di ciò è opportuno riconoscere l’importanza ed il valore di tutte quelle opere scritte che riguardano o siano comunque strettamente connesse al paese di Riofreddo o a chiunque abbia uno stretto legame con esso. Il comitato di redazione di Rivus Frigidus ha così ritenuto giusto segnalare in questo numero a tutti i lettori del INSOLITE EMOZIONI giornale tre eventi, tutti nel campo per così dire della scrittura, che con nostro grande piacere quest’anno sono saliti agli onori delle cronache, e che costituiscono un elemento qualificante per la cultura riofreddana. Si tratta di tre libri nei generi profondamente diversi tra loro, i cui autori però, risultano essere comunque tre persone profondamente legate GABRIEL DEL BOSCO Il 23 agosto alle ore 18,00 presso una affollata Sala Conferenze del Museo delle Culture “Villa Garibaldi” Federica Bianchi, ha presentato al pubblico la sua prima raccolta di poesie dal titolo Insolite Emozioni. E sicuramente Federica quel giorno era veramente emozionata. Dopo l’introduzione fatta da Federica è intervenuto Giuseppe Tenti che ha avuto il compito di recensire le poesie e che ha curato l’introduzione alle due parti di cui è composta l’opera; la prefazione invece è di Fabiano Braccini. Alla fine dell’intervento di Tenti, l’attrice Sabrina Aletta a allietato il pubblico presente declamando alcune liriche del libro di Federica legandole in un unico “flusso di emozioni”. Isolite Emozioni è diviso in due parti, la prima conta 41 poesie mentre la seconda è composta da 14 liriche e ad ogni brano è associata un immagine sia essa dipinta o Gabriel del bosco fotografata. L’autrice riversa nelle poesie pp 114 - € 14,00 tutta la sua vita, i suoi pensieri, le paure, le Il Filo Editore gioie; leggendo tra le righe nelle sue liriche il lettore riesce ad immedesimarsi e a rivive- Cosa succederebbe se un giorno, entrando in un bosco, improvvisamente si venisse trare momenti della propria esistenza. sformati in qualcos’altro …… in un lupo o magari in un’aquila? Come reagirebbe la mente umana se fosse in grado di provare quello che provano altri esseri viventi……? E’ ciò che Gabriel, il protagonista di questo affascinante romanzo, prova a spiegarci, mettendo così in luce tutto quello che in noi c’è di superfluo, tutto ciò che non è essenziale ma condiziona le nostre vite di uomini. Con una storia a metà tra reale e fantastico, Claudio Conti riesce a far emergere tutta la sua originalità, stupendo ripetutamente il lettore, anche quando non si aspetta più alcun colpo di scena, ma facendo anche in modo di far riflettere tra le sue fantasiose righe…………. Isolite Emozioni Collana "Gli Emersi - Poesia " pp.96 - €20.00 Aletti Editore Claudio Conti è nato il 7 giugno del 1968 a Roma, città in cui vive e svolge l’attività di operatore scolastico. Come cantante di una band ha inciso vari cd. Gabriel del bosco è la sua prima opera edita. al nostro paese. Abbiamo perciò voluto dedicare alle loro opere un piccolo ma significativo spazio fra le pagine culturali del nostro giornale, sperando innanzitutto di fare ad essi una gradita sorpresa, e poi che ciò possa essere da stimolo per chiunque in futuro voglia cimentarsi con esperienze simili. C.d.R. RIOFREDDO: IL MIO PAESELLO I fatti salienti degli ultimi ottanta anni di vita riofreddana osservati dal punto di vista privilegiato di chi da sempre ha profuso il suo impegno per lo sviluppo della vita sociale del paese. Querino Conti racconta , attraverso le sue esperienze, come eravamo, e come nel tempo siamo cambiati. Un piccolo volume, ma denso di racconti e di testimonianze fotografiche, che per forza di cose non può essere che un riassunto delle numerose vicende che Querino ricorda e di cui è stato testimone diretto. Un tuffo nel passato, piacevole per chi quel passato lo ricorda con nostalgia, ed utile per chi non l’ha vissuto me vorrebbe capirlo. Riofreddo: Il mio paesello di Querino Conti “Paparone” Foto di Copertina Rivus Frigidus LE ASSOCIAZIONI Pagina 11 La fine di un se Sgocciola le ali sicure tra mille paure, ritrova una voce intonata. Cadi dal letto di spine tra spade e regine, aspetta silente la fine di un se…” Così recita una delle più belle canzoni di Zibba & Almalibre, gruppo genovese che per poco non è riuscito a deliziarci con la propria musica durante le strepitose serate di In Vino Veritas 2008. Eh si…In Vino Veritas. Ancora una volta l’impegno e la passione hanno vinto, regalandoci un qualcosa che resta davvero difficile traslare su queste pagine. Non nego che soltanto a mente lucida si riesce ad assaporare quel gusto di successo e di soddisfazione, sopraffatti dalla tensione e dalla preoccupazione che fino all’ultima serata ci hanno assaliti, combattuti e frastornati tra mille problemi e mille pensieri. Solite corse, soliti imprevisti e soliti comportamenti inspiegabili ai quali oramai siamo più che abituati. Attimi che diventano indelebili come l’incontro con Enrico Capuano, un signore della musica italiana, grande artista ma soprattutto grande uomo e poi, la Riserva Moac, un gruppo “schivo” ma incredibilmente coinvolgente e senza dubbio professionale, per non parlare dei Sei Ottavi che sono andati a sostituire i Ciao Rino (una delusione senza precedenti il loro forfait) che hanno finalmente “portato” la serata di domenica ai livelli di quelle del venerdì e del sabato. I gruppi cosiddetti “spalla” hanno dimostrato che le scelte fatte qualche mese prima dopo una lunga riflessione, erano più che azzeccate, disarmante, infatti, l’esibizione dei Verbamanent e dei Red Rush, che ci hanno per l’ennesima volta dimostrato, che la bravura non dipende assolutamente da un budget. Il vino, finalmente, ha ricevuto più lodi che critiche e ha dato, come al solito, un tocco di magia al tutto (etilometri a parte e su questo non vado oltre per non rischiare querele). Il campeggio ha funzionato, raccogliendo più di 60 tende e dando la possibilità a tanti ragazzi di non cadere nella legge che andrebbe sicuramente rivista. Un occhiolino ricevuto dal “tempo buono” e gli ingredienti magistralmente mescolati, hanno reso In Vino Veritas 2008 un evento storico che resterà nei nostri ricordi come qualcosa di incredibile. Forse non tutti sanno che l` organizzazione della festa richiede almeno tre mesi di frenesia spasmodica, dove, nella maggior parte dei casi, bisogna rinunciare totalmente al proprio tempo libero e se non lo si ha a disposizione, bisogna sfruttare tutti i ritagli di tempo possibili e non. In questo arco di tempo, sono molte le decisioni che vanno prese, a partire dalla musica fino ad arrivare agli stand gastronomici, dalla ricerca degli sponsor senza i quali sarebbe dura organizzare il tutto, alla scelta dei vini. C`e` la lotteria, le maglie da realizzare, i volantini da preparare...C`e` l`ENEL che per un disguido quest`anno ci ha quasi lasciati senza energia elettrica, c`e` la S.I.A.E, ci sono i permessi da richiedere (suolo pubblico, somministrazione cibi, ecc...ecc...), ci sono tutti i generi alimentari da “pronosticare” e da comprare. C`e` la pubblicita` da “studiare” e da realizzare, (giornali, siti internet, manifesti, volantini), grazie alla quale, il nome di In Vino Veritas e di Riofreddo sono giunti sulle onde radiofoniche di Radio Rock e Radio Rock Italia. Chiuso il cerchio, resta lo stand da montare, palco per le botti compreso. Naturalmente, bisogna fare il possibile per cercare di rientrarci con le spese e grazie ad un`analisi dettagliata dell`edizione precedente, quest`anno finalmente, ci siamo riusciti. Eppure, ogni volta, sembra di rivedere lo stesso film. Indimenticabili le serate precedenti alla festa “intrise di colla e manifesti”, momenti utili anche a rinsaldare, semmai ce ne fosse il bisogno, una grande amicizia. Stupefacente la sopportazione nei momenti in cui, a giro, a qualcuno saltano i nervi...coscienti che prima o poi tocca a tutti. Psicologia pura! A questo punto, credo sia lecito partire con i ringraziamenti, beh si, sono d’obbligo! Ringrazio di cuore quel pizzico di follia che continuiamo a portarci dentro nonostante l’incalzante passare degli anni. Ringrazio la sopportazione e la pazienza dei nostri genitori che corrono al nostro richiamo sempre e comunque e che hanno ancora la forza di continuare a difendere la nostra idea. Ringrazio tutte quelle persone che lavorano nell’ombra, i ragazzi dello stand che specialmente nella serata di sabato hanno fatto gli straordinari e tutti coloro che ci hanno regalato quel semplice sorriso di approvazione che a volte conta più di ogni cosa. Ringrazio infine la musica, vero motore di In Vino Veritas e la presenza costante e insostituibile di due colonne di questo “circo” : Roberto e Alessandro, senza i quali, tutto questo non esisterebbe. Il sipario di questa VI Edizione di In Vino Veritas si è chiuso tra larghi consensi e complimenti a valanga, sono le 4 del mattino del` 8 Settembre….. che grande invenzione il letto! Il tempo di “riassemblare” idee e membra, qualche giorno di assoluto riposo soprattutto mentale e...si riparte con la 24a Edizione della Festa della Castagna prevista, come ogni anno, per il 01 Novembre. Tanto per gradire, iniziamo con una massiccia pubblicità, soprattutto via Internet e incrociamo fin da subito le dita contro il maltempo, vero nemico storico di questa manifestazione. Un solo obiettivo unanime: “quest`anno si fa a costo di rimandarla al 02”. Torna quel “se” incalzante… Proporre la polenta come primo piatto è stata un’idea azzardata, tornano i dubbi e le ansie. La settimana che precede la Festa è dal punto di vista meteorologico catastrofica. Piove a dirotto, ci risiamo… Il 31 mattina montiamo lo stand schivando la solita pioggia e la sera prepariamo sacchetti di castagne tra risate e pronostici improbabili, poi… tutti a letto, domani sarà una giornataccia! Ci svegliamo il 01 Novembre ( a dir la verità mi chiama Roberto al cellulare e con una risata quasi isterica mi fa “scendi, non c`e` più lo stand”, lo mando a quel paese, pensavo al solito scherzo idiota per buttarmi giù dal letto, ma poi la sua insistenza mi convince. Lo stand era effettivamente aggrovigliato su se stesso. “ma che c`e` cascata una bomba ?” mi chiedo sconsolato, nel frattempo arriva Vincenzo e la sua esclamazione non è definibile...Roberto sorride ancora…io pure. Gambe in spalla, si rimonta tutto… e poi? Piove. Quel “se” è sempre li… Comincio anche ad ascoltare una voce che mi circola per il cervello che tenta di dirmi “ma chi te lo fa fare?”, la anniento, non ho tempo di rispondere. Il telefono squilla incessantemente, “si fa o no la festa?” bella domanda. “Ci vorrebbe una palla di vetro”, penso, peccato non sia in commercio… Il bello è che alla gente devi rispondere subito, non è un quiz a tempo, quindi decidiamo di rischiare e la risposta è...“si, la festa si fa sia oggi che domani”, alla faccia della jella! Rimontiamo (quasi) tutto, 3 o 4 gazebo sono praticamente da buttare, amen e grazie per tutte le battaglie! Le mille chiamate scaricano la batteria del cellulare e scendo a casa per prendere il caricabatteria… Eppure qualcuno arriva…Piazza del Mercato è piena, mah…Ho la sensazione che stanno per assaltarci. Chiamo Roberto, “fai organizzare tutti”, mezz’ora di tempo e la fila arriva al Museo. Indispensabile la presenza di gente esperta in cucina senza la quale di quest’ avventura, porteremmo ancora i “segni”. Il pomeriggio scorre tranquillo, come la giornata di domenica che registra in ogni caso una buona presenza di visitatori nonostante la festa si sarebbe dovuta tenere soltanto il 01. Tutto è bene quel che finisce bene… però, a pensarci bene c’è ancora quel “se” a battere in testa. Il “se”, è in qualche modo un bivio, una probabilità, una previsione e alla fine si trasforma inevitabilmente in una scelta. Il 2008 è il terzo anno che questo gruppo di “dissidenti” gestisce la Pro Loco, Pagina 12 il mandato scadrà a dicembre, poi si ripartirà con elezioni e rinnovo del Consiglio Direttivo. Stiamo valutando il tutto. Stiamo tentando di riacchiappare quell’entusiasmo che a volte scivola via distratto dai problemi di vita quotidiana che ogni essere mortale ha. Non è facile, anzi, non lo è per niente. Voglio muovere qualche critica, (non sarei me stesso altrimenti) mettendo sulla bilancia ciò che ritengo giusto e che puntualmente non avviene. Per realizzare feste come In Vino Veritas o la Festa della Castagna, occorrono tempo e costanza. “Solo” quello. Non si può continuare ad organizzare in 3-4 persone. Sono più di sei anni che organizziamo eventi e più o meno tutti sappiamo le mille cose che ci sono da fare. Constatato ciò, è evidente che abbiamo l’esigenza di inserire nel gruppo anche ragazzi più giovani per proseguire questo “discorso”. Abbiamo l’esigenza di essere supportati da chi ha attività commerciali nel nostro paese e che “gode” non poco della presenza di tanta gente che arriva grazie alle nostre manifestazioni… se poi vogliamo continuare a tenere gli occhi bendati e a far finta di niente, prego, fate pure. Di certo non è un obbligo, per carità, ma semplicemente una questione di coscienza (e di convenienza?), basterebbe soltanto riflettere per capire che continuando ad estremizzare il tutto, questa organizzazione cadrà inevitabilmente e di certo non vedremo più arrivare nel nostro paese migliaia di persone che vanno a quintuplicare il numero degli abitanti. A proposito di sostegno, colgo invece l’occasione per ringraziare, ancora una volta, tutti gli sponsor che “pesano” non poco sulla realizzazione delle nostre iniziative. Allo stato attuale delle cose non so se è il caso di continuare a combattere contro i mulini a vento, bisognerà prima sciogliere quel “se” che torna sempre a far capolino sulle nostre scelte. Guai se non ci fermassimo a riflettere sul passato e soprattutto sul futuro, tralasciando sogni e ambizioni. Sul piatto di quella bilancia devo inevitabilmente metterci anche l’ipotesi di non far più parte di LE ASSOCIAZIONI questo Direttivo, ne approfitto quindi per ringraziare l’Amministrazione Comunale che ci è stata vicina in questi anni con la realizzazione della famosa “casetta” (che spero venga ripristinata il più presto possibile), con la ristrutturazione dei locali Pro Loco e con i futuri lavori sul piazzale Ricciotti Garibaldi che garantiranno, tra le altre cose, un`accoglienza decente a tutti i visitatori. Devo ammettere che purtroppo Riofreddo è un paese che presenta delle grosse lacune sul piano delle strutture pubbliche adibite all’organizzazione di feste ed eventi e che possano raccogliere, soprattutto nel periodo invernale o comunque in caso di maltempo, un corposo numero di persone. Spesso ci viene chiesto di organizzare feste di carnevale, il capodanno, sagre invernali, il tutto resta un’utopia proprio per la mancanza di strutture adeguate e credo che sia arrivato il momento di cominciare a pensare a questa esigenza (sognare non costa nulla…). Basterebbe così poco per continuare a portare Riofreddo sulla bocca di tanta gente che un pò di amarezza mi attanaglia. Al solo pensare che tutto ciò possa finire, ho la sensazione che abbiamo comunque lasciato le cose a metà. Ma poco posso e possiamo farci. Le grandi iniziative si realizzano con la presenza e la partecipazione di tutti . Le chiacchiere, come ho già scritto, non servono a nessuno e soprattutto non portano a niente e allora invece di ascoltare le solite frasi “quanno facete le sagre piove sempre” preferirei ascoltare soprattutto nei momenti di difficoltà, frasi del tipo “serve aiuto?”. Ma e’ facile rendersi conto che parlare è sicuramente meno dispendioso del “fare”. Ci resta da affrontare l’ultima manifestazione del 2008, il nostro fiore all’occhiello per le sensazioni e le soddisfazioni che ci ha regalato fin dalla sua prima edizione : “Con gli occhi di un bambino”, la raccolta di beneficenza che quest’ anno è dedicata a Gloria e Sophia le sfortunate gemelle che stanno lottando per un futuro dignitoso e il più possibile “normale”. Le bambine sono già in America e molti paesi, anche limitrofi, stanno contribuendo al- Anno 1-n° 1 la realizzazione di questo sogno. Spero infine, ma senza illudermi troppo, che questo articolo faccia in qualche modo riflettere molte persone e non crei ruggine e dissapori insensati. Bisogna riprendere l’abitudine di dirsi le cose in faccia, senza mezzi termini e senza inutili giri di parole. Il dialogo, credo sia l’unica medicina che può guarire questa strana apatia che si sta sempre più abbattendo sul nostro piccolo borgo e sono convinto che se cede il gruppo attuale della Pro Loco, rivivremo diversi anni di buio totale e di noia allo stato più puro di quello attuale. Non smetterò mai di ribadire che questa Associazione è aperta a tutti, giovani e anziani, purchè chi ne entri a far parte tenga bene in mente che il fine ultimo e lo scopo di questa “banda” resterà comunque quello di portare alto il nome del paese e la voglia mai doma di condividere momenti di serenità e di divertimento. “Ho trovato le mie ali nella terra in cui vivevo, senza perdere la testa dietro i sogni che perdevo. Senza fari a illuminare ho raccolto tutti i si e di che essere felice adesso io lo trovo qui”. Buona vita. Giorgio Bernardini Vino Veritas 2008 Rivus Frigidus LE ASSOCIAZIONI Pagina 13 Come nasce uno spettacolo teatrale ? (2a Parte) E' una genesi lunga e una folgorazione. Nella prima parte avevo parlato delle Scelta della commedia e delle Prove. Ora passiamo agli altri punti. I costumi La scelta dei costumi non è sempre semplice. A seconda del tipo d i c o m m e d i a e dell’ambientazione si valuta che tipo di costumi indossare. Le difficoltà maggiori le troviamo quando le commedie sono ambientate in secoli precedenti al nostro quando i vestiti erano “esagerati”. In questo caso quasi sempre ( a meno che non si disponga di tanti soldi per affittarli) entrano in campo le “nostre sarte” che si prodigano alla realizzazione di questi costumi sempre con risultati eccellenti. Per gli spettacoli più “attuali” invece, dopo aver individuato il periodo e la tipologia di costumi desiderati, ci arrangiamo con ciò che abbiamo nel nostro magazzino e con quello che riusciamo a trovare. Va comunque fatta attenzione ai colori che si scelgono evitando la preponderanza di una sola tinta o tonalità, a meno che non si tratti di un effetto voluto. In base al vestito si scelgono poi gli accessori (borse, scarpe, cappelli, ecc) ovvero tutto ciò che serve a completare il costume di scena. trasporto e deve potersi adattare alle dimensioni dei diversi spazi teatrali che si possono trovare. Non è sempre semplice “costruire” scenografie che rispondono adeguatamente a tutti questi requisiti. Insieme alla scenografia possiamo associare l’oggettistica di scena, ovvero tutti gli oggetti presenti in scena che servono per una determinata azione dei vari personaggi. Non si tratta di oggetti propri dei personaggi (come borse, bastoni, ventagli ecc.)ma di oggetti d’uso comune come piatti, vasi, tovaglie e così via. Si tratta di oggetti necessari, a volte indispensabili al funzionamento della storia che si va a raccontare. U tonitu de marzu agosto 2008. La prova generale Eccoci arrivati a uno o due giorni prima del debutto dello spettacolo in pubblico. La’opera è pronta, la memoria c’è, i costumi e le musiche ormai sono decisi, gli oggetti tutti scelti, la scenografia è solo da montare. Comincia ad arrivare un po’ di ansia, quella strana sensazione che ci accompagnerà fino alla sera della prima aumentando piano piano fino a diventare adrenalina pura al La scenografia La scenografia solitamente deve rispondere a determinate esigenze di spettacolo. Oltre a raccogliere lo spazio scenico deve essere funzionale e coerente con l’ambientazione temporale. La scenografia deve essere leggera, pratica, non ingombrante perché deve rispondere a esigenze pratiche quali il montaggio o il Le musiche Non sempre necessarie ma sicuramente quasi sempre di grande effetto le musiche sono molto importanti in uno spettacolo teatrale. Le musiche possono determinare gli stati d’animo dei personaggi, possono sottolineare l’importanza o caratterizzare una scena; possono riempire scene “mute” mettendo in risalto solo i movimenti. Le musiche spesso ci aiutano all’inizio di ogni atto per l’entrata in scena dei personaggi e soprattutto ci accompagnano al termine dello spettacolo fra il buio finale e l’inizio dei ringraziamenti. Anche la scelta della musica necessita particolare attenzione soprattutto riguardo al periodo di ambientazione, alla velocità di esecuzione, al ritmo e alla tipologia di spettacolo. La musica se c’è deve adattarsi al testo e alla rappresentazione. momento del “merda, merda merda” (e questo e quello che normalmente si dice prima di cominciare, quindi concedetemelo). La prova generale è un momento molto importate soprattutto per le compagnie teatrali come la nostra che non provano quasi mai sul palco dove poi andranno a mettere in scena il loro lavoro. Rappresenta più che altro il momento per adattare i propri movimenti allo spazio scenico, per “prendere le misure” per calibrare i movimenti e soprattutto per provare entrate e uscite. Se le luci sono già montate la prova generale è anche il momento per provare l’impianto e direzionare i faretti (noi solitamente facciamo questa operazione sempre di fretta il giorno stesso della prima). Quindi la prova generale è un momento di rifinitura, raramente vengono apportati grandi cambiamenti; spesso e volentieri viene effettuata in “modalità sussurrata, in particolar modo quando il palcoscenico è all’aperto e quindi possono capitare degli spettatori inattesi. La prima Dopo mesi e mesi di lavoro arriva il fatidico giorno, “il giorno del giudizio del pubblico” la tensione sale alle stelle. L spettacolo comincia alle 21:00. ORE 16:00. Appuntamento “in teatro” (l’estate in piazza) perché c’è ancora tanto da lavorare, vengono controllati i costumi, gli accessori, gli oggetti di scena, viene montata la scenografia, provati l’impianto audio e le luci. ORE 17:30. Inizia a sentirsi la pressione, i lavori procedono ma il tempo sembra scorrere più velocemente. ORE 18:15. Arrivano gli ultimi attori, tutti sono in fermento. Bisogna ricontrollare tutto di nuovo nei minimi particolari. ORE 19:00. I primi spettatori iniziano a riempire la sala, armati di panini e giacche per occupare i posti (cosa che non andrebbe mai fatta). ORE 19:30. Il pubblico aumenta e ci sono ancora le luci da siste- mare; inizia la fase di “trucco e parrucco” per una parte della compagnia mentre l’altra parte continua a sistemare la scena e la sala. ORE 20:00. Manca solo un’ora all’inizio dello spettacolo, la sala è ormai quasi piena, i posti a sedere stanno per terminare, l’ansia cresce! ORE 20:45. Il pubblico ha riempito la sala e inizia a farsi sentire. Dietro le quinte fervono i preparativi, gli attori sono quasi tutti pronti. ORE 21:00. Dietro le quinte tutto pronto, in sala gli spettatori continuano ad arrivare e si decide la solita attesa di 15 minuti per permettere a tutti di arrivare e sistemarsi. ORE 21:10. Il pubblico rumoreggia, partono applausi spontanei e richieste di inizio, una voce fuori campo annuncia ancora cinque minuti di attesa. ORE 21:15. Da dietro le quinte si sente un lontano e fievole mer.., mer.., mer… . Piccola presentazione di routine con solite raccomandazioni, le luci di scena si abbassano fino creare il buio totale, il pubblico in sala lentamente raggiunge il silenzio, parte una musica di sottofondo, si alzano le luci… il resto poi lo conoscete tutti! Buono spettacolo a tutti da: Matteo Rinaldi Pagina 14 LE SCUOLE Anno 1-n° 1 Tante mani per …………. la pace Già da qualche anno nel nostro Istituto è in corso di attuazione un progetto denominato “Arca Di Pace” che ha come obiettivo fondamentale avviare i ragazzi verso una cultura di integrazione e collaborazione con altri paesi attraverso la manifestazione di sentimenti di pace e solidarietà nei riguardi di contesti sociali appartenenti a popolazioni emarginate e deboli. L’interesse sociale e culturale degli obiettivi perseguiti nonché il coinvolgimento di più ordini di scuola e fasce di età hanno determinato l’is criz ione del progetto all’interno di un programma ministeriale più ampio denominato “LA PACE SI FA A SCUOLA” e inoltre l’inserimento dell’Istituto Comprensivo di Arsoli nelle scuole UNESCO. La prima parte del percorso ha previsto incontri con esponenti delle varie associazioni e rappresentanti dei vari stati per individuare il paese più vicino alle nostre realtà e con il quale avviare i rapporti di gemellaggio. Dopo un attento esame la scelta è caduta su uno stato asiatico il Nepal ed è stata individuata una scuola situata nella parte più montuosa dello stato Dunai (a circa 4000 m. di altezza). L’Istituto Comprensivo di Arsoli si è impegnato a sostenere questa scuola collocata in una zona tanto povera con attività finalizzate alla raccolta di fondi da destinare alle varie esigenze ;inoltre a scambiare notizie , abitudini, hanno voluto sporcarsi con i vari colori in un clima di allegria e interesse spontaneo. Con tutte le mani stampate abbiamo poi realizzato un bellissimo e colorato cartellone che voleva rappresentare la bandiera della pace...... Il tema più rilevante affrontato è stato però quello che ha riguardato la scoperta di un documento importantissimo per tutti i bambini del mondo e che espone i “Diritti dell’Infanzia”..... un lavoro portato avanti insieme alla prima classe della scuola Primaria. Non è stato facile presentare a bambini di 5 e 6 anni il contenuto della Convenzione Internaconoscenze, usi e tradizioni attra- zionale sui Diritti dell’Infanzia, u verso i mediatori culturali che n documento ben scritto da hanno fatto da tramite nonché comunicando direttamente con bambini e insegnanti attraverso uno scambio di lettere .Quest’anno la scuola di Riofreddo in particolare Infanzia e Primaria si è inserita nel percorso del progetto in forma più ampia degli scorsi anni scolastici; infatti mentre in passato ci eravamo limitati alla raccolta di fondi da destinare ai bambini della scuola di Dunai attraverso l’allestimento di un mercatino finale, quest’anno siamo intervenuti affrontando temi importanti ed attuali. Scoprire i cinque continenti e le caratteristiche somatiche dei vari abitanti è stato il primo passo nel nostro percorso; i bambini si sono divertiti a dise- adulti e ratificato da ben 190 gnare e colorare secondo le indi- paesi del mondo…. Complicato cazioni e le spiegazioni delle per bambini tanto piccoli cominsegnanti. La stampa delle mani mentare i vari argomenti , fatifatta con i colori della Pace è coso anche con l’aiuto delle insestata la fase più divertente; tutti gnanti; abbiamo pensato perciò di semplificare il percorso con la rielaborazione grafico pittorica dei contenuti. Ci siamo divertite a spiegare i vari diritti attraverso storielle semplici calate nella realtà dei piccoli; ciascuno ha avuto modo di comprendere, commentare raccontare e quindi rielaborare il tutto graficamente personalizzando ciascun elaborato con la propria creatività. Il prodotto finale è stato la realizzazione di un libretto contenente i principali Diritti dei Bambini illustrati e commentati da tutti. Con il mercatino allestito insieme alla scuola Primaria abbiamo incassato circa €1.200,00 che abbiamo inviato ai bambini di Dunai..... Rosa Conti DAL PROSSIMO NUMERO…... troverà spazio su questa pagina una nuova rubrica dal titolo “ Piccoli consigli per un mondo migliore”, ideata dal C.d.R., vedrà impegnati gli alunni delle classi V elementare, I, II e III media, le quali nel predetto ordine esprimeranno le loro idee per rendere il nostro mondo più vivibile e più bello. Sarà lasciato liberamente ai ragazzi il compito di decidere gli argomenti e a noi adulti l’impegno ad ascoltarli e valutarli. Rivus Frigidus MEMORANDUM Pagina 15 Notizie in Breve - Notizie Utili - Manifestazioni - Curiosità In questa pagina del memorandum abbiamo voluto dare spazio alle iniziative che attualmente sono in corso di svolgimento a Riofreddo, iniziative sportive che stanno riscuotendo un grande successo in termini di partecipazione e gradimento. Il tutto grazie alla grande professionalità degli istruttori che sapientemente miscelano l’attività fisica con il piacere di stare insieme. CORSO DI HATHA YOGA insegnante Astrid 349-5890143 GIORNI E ORARI : Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì con orario 18:15/20:00 PRESENTAZIONE : Lo yoga è un arte antica le cui origini si perdono nell’antichità. Le più antiche testimonianze risalgono al 3000 a.C. circa. Lo yoga è una forma di esercizio basato sulla convinzione che il corpo ed il respiro sono intimamente connessi con la mente. La parola yoga significa unione; l’unione del corpo con la mente con il Sé individuale. Hatha vuol dire HA = sole THA = luna : gli aspetti positivi e negativi / maschili e femminili del nostro essere. Hatha-yoga è un cammino verso l’equilibrio e l’unione degli opposti. Nello yoga si fanno esercizi di respirazione ( Pranayama ), esercizi fisici ( Anana ), esercizi di meditazione e rilassamento. Le posture dello yoga coinvolgono tutte le parti del corpo esercitando e tonificando i muscoli e le articolazioni, la colonna vertebrale e l’intero sistema scheletrico rendendo il corpo forte ed elastico. Queste posizioni non lavorano soltanto nelle strutture del corpo, ma anche sugli organi interni, le ghiandole ed il sistema nervoso. Contribuendo a mantenere l’organismo in salute. Inoltre liberano grandi risorse energetiche tramite il rilassamento fisico e mentale. Gli esercizi di respirazione yoga, rivitalizzano il corpo e aiutano a controllare la mente infondendo calma, mentre la concentrazione e la meditazione danno maggior chiarezza e aumentano la capacità mentali. Lo yoga depura il corpo e lo libera da malattie e tossine, conseguenze di uno stile di vita irregolare, di abitudini non salutari e di posture scorrette. La pratica costante restituisce forza e vigore al fisico e corregge disfunzioni fisiche, fisiologiche e psicologiche, inoltre ha un impatto positivo sulle conseguenze di stress e malattie. Lo yoga può essere praticato da tutti indistintamente. CORSO DI GINNASTICA POSTURALE insegnante Erika 347-6480267 GIORNI E ORARI : Mercoledì con orario 16:00/17:00 o 17:00/18:00, Venerdì con orario 16:15/17:15 o 17:15/18:15. PRESENTAZIONE : La ginnastica posturale è un valido strumento per riequilibrare le tensioni muscolari anomale dovute sia alla carenza di movimento “sindrome da disuso”, sia da una attività sportiva esasperata. Tutto ciò si tramuta in una efficace azione di prevenzione nei confronti degli infortuni e verso una economia del sistema, rivolto ad un aumento della performance. Come ultimo scopo, la rieducazione dell’allievo che imparerà a gestire il proprio corpo in modo cosciente ( con movimenti correttamente eseguiti ), per poter poi proseguire autonomamente il programma di mantenimento. BALLI DI GRUPPO insegnanti Manuela 333-8526685 e Livio 338-9918480 GIORNI E ORARI : Giovedì con orario 21:00/22:00. PRESENTAZIONE : L’ Associazione Culturale “Manu Dance” con sede in Via delle Selve s.n.c. Agosta (Rm) organizza da anni corsi di ballo “LatiniAmericani”, “Salsa-bachata”, “Standard”, “Tango Argentino” oltre ovviamente a corsi di “Balli di gruppo” come quello già in svolgimento a Riofreddo. L’Associazione offre quindi la possibilità di organizzare altri corsi nelle discipline sopra elencate semplicemente contattandoci. Pagina 16 ATTI UFFICIALI Anno 1-n° 1 Delibere del Consiglio Comunale Sede: Riofreddo (RM) Via C. Garibaldi N° 6 Delibera C.C. n. 7 Del 29 Maggio 2008 Comitato di Redazione: Rainaldi Roberto (Presidente) Bernardini Giorgio Nunzi Sara Rinaldi Matteo Rota Fausta Vasselli Marianna Direttore Editoriale: Tonino Meloni Questo giornale stampato in 500 copie sarà distribuito gratuitamente a tutte le famiglie di Riofreddo La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questa pubblicazione è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. Nr. 14 del 25 Luglio 2008: Modifica alla deliberazione nr. 7/CC del 29 Maggio 2008 ad oggetto: esame ed approvazione statuto e regolamento de “il notiziario” di informazione comunale. Nr. 15 del 25 Luglio 2008: Esame ed approvazione regolamento comunale per la cremazione, dispersione e affidamento delle ceneri. Nr. 16 del 25 Luglio 2008: Esame ed approvazione schema di convenzione tra il Comune e la società Viotti srl per il ricovero, mantenimento e cura dei cani. Nr. 17 del 29 Luglio 2008: Osservazioni al PTPR (piano territoriale paesistico regionale). Nr. 18 del 26 Settembre 2008: Ratifica deliberazione di Giunta Comunale nr. 67 del 1 Settembre 2008 “variazione al bilancio del corrente esercizio finanziario ed al pluriennale 2008/2010”. Nr. 19 del 26 Settembre 2008: Esame ed approvazione conto del bilancio esercizio finanziario 2007. Nr. 20 del 26 Settembre 2008: Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e salvaguardia degli equilibri di bilancio (art. 193 del D. L.vo 267/2000). Nr. 21 del 26 Settembre 2008: Nomina componenti del consiglio dell’unione dei comuni “MedAniene”. Nr. 22 del 26 Settembre 2008: Esame ed approvazione nuovo Statuto Comunale. Delibere della Giunta Comunale Nr. 57 del 23 Giugno 2008: Rideterminazione dotazione organica e fabbisogno triennale del personale. Nr. 58 del 23 Giugno 2008: Atto di indirizzo all’Ufficio Tecnico Comunale per relazione istruttoria ed osservazioni al P.T.P.R.. Nr. 59 del 23 Giugno 2008: Adeguamento tariffe concessioni colombai cimiteriali. Nr. 60 del 23 Giugno 2008: Piano Provinciale di riorganizzazione della rete scolastica - anno scolastico 2009/2010. Nr. 61 del 17 Luglio 2008: Rinnovo attività gestionale del Museo delle Culture Villa Garibaldi, associazioni Areò e Reduci Garibaldini. Nr. 62 del 17 Luglio 2008: Atti di indirizzo all’ufficio Tecnico Comunale per adempimenti L.R. nr. 6/2005, art. 4. Nr. 63 del 17 Luglio 2008: Contributi estate riofreddana 2008. Nr. 64 del 17 Luglio 2008: Lavori di manutenzione edificio Villa Garibaldi. Approvazione proggetto e devoluzione mutuo. Nr. 65 del 01 Settembre 2008: Approvazione della relazione illustrativa dei dati consuntivi dell’esercizio finanziario 2007. Nr. 67 del 01 Settembre 2008: Variazioni al bilancio del corrente esercizio finanziario ed al pluriennale 2008/2010. Nr. 68 del 01 Settembre 2008: Assegnazione borse di studio anno scolastico 2007/2008. Nr. 69 del 01 Settembre 2008: Assegnazione fondi per rimborso spese acquisto libri di testo anno scolastico 2007/2008. Nr. 70 del 01 Settembre 2008: Rimborso spese per celebrazioni matrimoni nei locali Comunali. Nr. 71 del 01 Settembre 2008: Atto di indirizzo all’Ufficio Tecnico Comunale per lo sviluppo dei progetti obiettivi. Nr. 72 del 01 Settembre 2008: Integrazione salariale Sig.ra Mari Wilma. Nr. 73 del 03 Ottobre 2008: Ricorso al T.A.R. Lazio nr. 9232/2006 da parte della società Eco House srl contro la Regione Lazio ed il Comune di Riofreddo. Nr. 74 del 03 Ottobre 2008: Impignorabilità somme a destinazione specifica II° semestre 2008. Nr. 75 del 03 Ottobre 2008: L.R. nr. 15/2002. richiesta contributo per la realizzazione di un campetto polivalente. Nr. 76 del 03 Ottobre 2008: Approvazione modalità di svolgimento di uno stage formativo per lo studente universitario Simone D’antimi. Nr. 77 del 17 Ottobre 2008: Approvazione atto di transazione contenzioso arch. Bruno Migliari. Nr. 78 del 17 Ottobre 2008: Concessione contributo al centro anziani per l’organizzazione della “giornata dell’anziano”