Rivus Frigidus
RIVUS FRIGIDUS E’ UN PRODOTTO EDITORIALE NON PERIODICO
PROPRIETARIO: COMUNE DI RIOFREDDO ANNO I - N° 1 - NOVEMBRE 2008
In questo numero:
Prima pagina: Un obbiettivo comune Il Comune: Pag.2 ‐ Differenziamoci Un obbiettivo “Comune Pag.3 ‐ Consiglio dei giovani: “i primi passi” Ieri, oggi, domani: Riofreddo cade nella rete … Pag.4 ‐ Sintetiche speranze. “Riflettori accesi sul campo di calcio Comunale” Il Mondo: Pag.5 ‐ Dalla parte dei bambini Pag.6 ‐ Vite quasi trasparenti Il caso paraolimpiadi: “silenzio di tomba” La Cultura: Pag.7 ‐ Il decennale dell’associazione AEQUA Due passi nella storia … la nostra Pagg.8 e 9 ‐ Pé onnìa Santa, chi la remissu se lo magna Pag.10 ‐ Il valore della scrittura Le Associazioni: Pagg.11 e 12 ‐ La fine di un se Pag.13 ‐ Come nasce uno spettacolo teatrale? (2 parte) Le Scuole: Pag.14 ‐Tante mani … per la pace Un obbiettivo comune
Spesso capita di riflettere sulle
proprie esperienze personali, sia
nella vita privata come in quella,
per così dire, pubblica. A tale
proposito ho voluto e ritenuto
opportuno fare, in quanto Vice
Sindaco di Riofreddo, alcune
considerazioni in merito al funzionamento delle Amministrazioni Comunali nei piccoli paesi
come il nostro. Nella fattispecie
mi ha sempre colpito il fatto che,
almeno per gran parte delle realtà
locali dell’alta valle dell’Aniene,
gli abitanti siano spesso insoddisfatti dell’operato delle amministrazioni, nonostante la composizione dei vari governi locali sia
di diversi colori politici. Ho cercato quindi di individuare alcuni
motivi che a mio parere sono tra
le cause possibili alla base di tale
insoddisfazione e dei giudizi
negativi che da essa scaturiscono
nei confronti delle amministrazioni. Ne è risultato un elenco,
consapevolmente molto sintetico
e del quale ciascun punto meriterebbe un’analisi più ampia che in
questo spazio non è possibile
effettuare. E’ mia intenzione
però, approfondire singolarmente, nei prossimi numeri del giornale, le criticità emerse, sperando
magari anche nel contributo di
qualche volenteroso cittadino di
Riofreddo.
In grande sintesi individuo
quattro punti che sono la causa
di un governo locale poco efficiente.
Essi sono:
1) il momento delle elezioni:
l’errore che viene commesso in
tutti i piccoli comuni è fondamentalmente quello di esprimere la preferenza per l’una o per
l’altra lista, secondo un vecchio
schema da superare, cioè il voto
in funzione di un legame di
parentela. Altri aspetti quali
essere onesti, avere capacità e
passione per la cosa pubblica
spesso passano in secondo piano.
2) il rapporto all’interno delle
maggioranze:
è difficile trovare una maggioranza unita per tutta la durata
del mandato elettorale, anche in
virtù di quanto detto nel primo
punto e non solo. Infatti impegni di lavoro e personali, non
permettono ai consiglieri e soprattutto agli assessori di essere
presenti nella sede comunale
con una certa assiduità.
Continua a pagina 2
Pagina 2
IL COMUNE
Anno 1-n° 1
Differenziamoci Anche nel nostro paese avrà finalmente inizio nei prossimi mesi la raccolta differenziata dei
rifiuti solidi urbani. Sono infatti
al via i lavori per la costruzione
dell’isola ecologica, (che non si
tratta assolutamente di una discarica come in passato con molta
demagogia si è voluto far credere), destinata a raccogliere il materiale per il riciclaggio.
Nell’area adibita è prevista
l’istallazione di cassoni di smistamento (ossia dei contenitori
che accoglieranno i diversi materiali debitamente separati), in più
una zona di raccolta ingombranti
(come elettrodomestici o computer che contengono polveri o
liquidi altamente inquinanti per
l’ambiente e che quindi devono
essere trattati con le dovute precauzioni). Collaborare a questo
tipo di attività è il modo migliore
che abbiamo per mantenere pulito il nostro paese, i nostri fiumi,
troppo spesso trasformati in discariche che hanno il colore scintillante degli oli che incivilmente
vengono versati nelle loro acque,
e i nostri campi, scenari ormai di
piantagioni di materassi lavatrici
e non solo. Lo dimostrano i fatti
recentemente avvenuti a Napoli e
Provincia dove il comportamento
della popolazione, associato ad
un pessimo piano di
smaltimento e a nessun piano di
riciclaggio, ha fatto si che ci si è
ritrovati a fronteggiare una situazione drastica sotto ogni punto di
vista. Questo vuole essere solo
un esempio reale di quella che è
la situazione attuale in molte
regioni dell’Italia (soprattutto
centro meridionale), dove le istituzioni, come la Provincia di
Roma, da qualche tempo, incentivano progetti finalizzati a ottimizzare la gestione di questi e
altri tipi di rifiuti (medicinali,
batteria, metalli ecc.). Già molti
di noi, per rispettare e mantenere
tale il bel paesaggio che ci circonda, e non solo, si impegnano
a dividere il materiale in casa
(carta, plastica, vetro…) ma poi
si scontrano con difficoltà di
ogni genere come ad esempio le
“campane” inaccessibili per alcuni e fin troppe volte stracolme. Il
nuovo progetto e la nuova campagna pubblicitaria di sensibilizzazione, lanciata dalla Provincia
in collaborazione con la cooperativa sociale MedAniene, con la
ovvia approvazione e partecipazione dei comuni interessati,
inizierà a Riofreddo contemporaneamente con altri sei paesi della
valle
dell’Aniene
(Arsoli,Roviano, Anticoli Corrado, Cineto Romano, Vivaro e
Vallinfreda), ai quali in seguito
se ne aggiungeranno altri tre
(Agosta, Marano e Canterano).
Questa operazione prevede la
distribuzione di materiale specifico e informativo mirato ad insegnarci, a dividere e a classificare i rifiuti, in modo da non
rendere poi il nostro lavoro vano
e inutilizzabile e di avviare un
ciclo di recupero mirato a raggiungere la massima efficienza.
Per venire incontro alle esigenze
dell’utente e per avere alte percentuali di materiale da riqualificare attraverso il riciclaggio, la
Provincia di Roma ha dettato
specifiche linee guida, suggerimenti e normative cui sia le amministrazioni locali che tutti i
cittadini dovranno attenersi. Tali
indicazioni prevedono, innanzitutto, un innovativo servizio,dal
quale prenderà il nome l’intera
iniziativa , più precisamente si
tratterà della raccolta: “PORTA
A PORTA”. Ciò significa che il
personale addetto passerà a raccogliere nelle nostre case i sacchetti e i contenitori da noi preparati in base ad un calendario
che ogni famiglia avrà a disposizione. Avremo così dei giorni
stabiliti, dedicati di volta in volta
al ritiro di un materiale diverso
(es. lunedì carta, martedì vetro, e
via discorrendo). Grazie a questo
servizio sarà possibile eliminare
le tanto antiestetiche campane e
fare una raccolta differenziata dei
rifiuti direttamente in casa senza
il minimo sforzo e con ottimi
risultati. Probabilmente, soprattutto per i primi mesi, potrebbe
essere difficile abituarsi al nuovo
metodo di smaltimento dei rifiuti, ma bisognerà sforzarsi, perché
solo così si potranno ottenere
ottimi risultati, come del resto
succede già da tempo in molti
paesi del nord Italia. Ciò comporta naturalmente un cambiamento radicale delle coscienze e
della cultura di tutti i cittadini, i
quali dovranno diventare più
sensibili al problema dei rifiuti,
creando così la mentalità ed i
presupposti affinché le generazioni future possano crescere in
un paese più pulito.
Marianna Vasselli
Un obbiettivo comune (segue dalla prima pagina) Nei piccoli comuni questa presenza è necessaria poiché non
essendoci grandi strutture organizzative, il politico spesso deve
compiere anche lavori di carattere meramente amministrativo. Il
risultato è che quasi sempre la
figura del Sindaco viene lasciata
un pò isolata con il pericolo di un
accentramento troppo marcato
della gestione comunale.
3) il rapporto tra maggioranza
e minoranza:
c’è sempre troppa conflittualità e
poca collaborazione, mentre un
rapporto più sereno nel rispetto
dei differenti ruoli, auspicabile a
tutti i livelli istituzionali, sarebbe
un passo fondamentale verso il
miglioramento e il buon
funzionamento amministrativo in
un piccolo comune. E’ difficile
invece trovare un comune dove
ci sia il benché minimo rapporto
di stima tra le due parti. Ancora
più deleteri infine sono quei casi
in cui anziché risolvere i problemi attraverso la giusta dialettica
politica nell’ambito delle sedi
preposte, si preferisce ricorrere
alla magistratura, con la pericolosa conseguenza di innescare
procedimenti annosi che non
conducono da nessuna parte e
che spesso gravano in modo serio e pericoloso sulle casse comunali.
4) il rapporto tra amministrazione e cittadini:
generalmente il cittadino con
l’espletamento del voto ritiene di
avere esaurito i suoi obblighi
civici, così che si arriva spesso
ad avere un totale disinteresse
nei confronti della vita pubblica.
C’è quindi bisogno di una presa
di coscienza collettiva nel capire
che il Comune è una istituzione
che appartiene a tutti, cercando
ognuno di dare il proprio contributo costruttivo teso al miglioramento e al raggiungimento di
u n a ma g g io r e ef f ic ien z a
dell’attività amministrativa.
Per quanto ci riguarda questa
amministrazione sta facendo un
grande lavoro mirato, soprattutto
al coinvolgimento dei cittadini
alla vita pubblica, attraverso iniziative come quella del gruppo
volontari, il consiglio dei giovani, la nascita dello stesso Rivus
Frigidus.
Sono queste tutte iniziative tese
alla partecipazione e
all’informazione dei cittadini
aventi lo scopo di creare una
coscienza civica alle future generazioni dalle quali scaturirà la
nuova classe politica locale.
La speranza è quella che in futuro si faccia tesoro di tale lavoro,
creando le condizioni affinchè
nel nostro paese ci sia un salto di
qualità verso una politica locale
più vera e della quale possa beneficiare l’intera comunità di
Riofreddo.
Giancarlo Palma
Rivus Frigidus
Pagina 3
IL COMUNE
Consiglio dei Giovani : “primi passi”
Ci eravamo lasciati all’inizio di
una lunga strada in salita da percorrere, oggi ci ritroviamo, zaini
in spalla, in cammino verso la
vetta. Il 30 Agosto ai nastri di
partenza si presentavano una
quindicina di ragazzi, tutti interessati a questo nuovo progetto e
pronti a sostenere la traversata.
Da nostalgico illuso non potevo
che rimanere incredulo di fronte
a questa risposta, a Riofreddo ci
sono ancora dei ragazzi pronti a
credere a quegli ideali di associazionismo e voglia di essere che
spesso in passato si è tentato di
cancellare. Superata l’emozione
iniziale ho subito iniziato a caricare nei loro zaini tutto il peso
delle responsabilità che avrebbero dovuto portare al seguito lungo il tragitto. Ma non c’è peso
che possa rallentare il passo se
questo è alimentato da un sano
ed incosciente
entusiasmo.
Quell’entusiasmo che spiana la
strada di fronte alle avversità e
riempie le voragini create
dall’incertezza. Così ricevute le
regole del gioco si è passati a
dividere il percorso in tappe perfacilitare il raggiungimento del
traguardo finale. La prima tappa
prevedeva la formazione e definizione del gruppo. Ma, in rispetto dell’esempio riflesso dai più
grandi, mi veniva prospettata la
possibilità che a partecipare non
sarebbe stato soltanto un gruppo
ma bensì due. Inizialmente perplesso, ho poi pensato che se da
un lato l’unione fa la forza,
dall’altro la competizione aumenta le energie profuse. Preso
atto della situazione ho salutato
tutti programmando un nuovo
appuntamento per metà ottobre.
In un clima sereno e disteso si è
arrivati al secondo appuntamento, slittato su richiesta dei ragazzi
dal 18 ottobre al giorno seguente.
Tra facce già viste ed alcune
nuove mi veniva riferito che quasi sicuramente si sarebbe formato
soltanto un gruppo. Questo ovviamente, non potrà che facilitare
il lavoro futuro tenendo il progetto lontano da qualsiasi problema
riguardo il rispetto delle procedure da seguire. Procedevo quindi
illustrando la modulistica che i
ragazzi avrebbero dovuto compilare per ufficializzare il loro
cammino, cercando così di agevolare il compito a cui tra breve
sarebbero stati chiamati a rispondere. Saranno difatti, solo venti i
giorni che avranno a disposizione
per presentare la lista e raccogliere le firme richieste, dal giorno in cui il Sindaco proclamerà
l’elezioni. Se tutto procederà
senza problemi l’intenzione è
quella di andare al voto ad inizio
del nuovo anno. Sarà quindi il
2009 l’anno di nascita del Primo
Consiglio dei Giovani di Riofreddo? Sarà il 2009 l’anno in
cui saranno finalmente i giovani
a decidere liberamente del loro
futuro? A quanto sembra la scalata è iniziata e non ci resta che
incrociare le dita ed aspettare. Di
sicuro ci troveremo di fronte a
qualche problematica di carattere
logistico, come la mancanza di
un locale da adibire a sede, e che
rappresenti un centro d’incontro
per tutti i giovani di Riofreddo.
Ma, se l’intenzione di questa
Amministrazione sarà seguita dai
fatti, allora veramente daremo
vita ad un cambiamento radicale
di mentalità. Perché io credo
fermamente che un punto di ritrovo oltre ad essere motivo di
aggregazione e luogo naturale
dove dare vita a nuove idee, può
regalare quella sensazione di
possesso e di conquista da difendere con tutto se stessi. Concludendo, posso solo sperare che nel
più breve tempo possibile si riesca a mantenere questo impegno
altrimenti quella cima da conquistare sarà ancora lontana e rimarrà di tutto ciò solo belle parole.
Roberto Rainaldi
(Assessore politiche giovanili)
Ieri, oggi, domani: Riofreddo cade nella rete; un’informazione libera, facile, e fruibile
La home page del sito comunale
Una perfetta commistione, tra
passato, presente e futuro. Questo è ciò che comunica il sito
internet del Comune di Riofreddo, realizzato e sviluppato,
quest’anno, dal Consigliere
Tonino Meloni, in collaborazione
con il sig. Fausto Mazza, responsabile dell’assistenza tecnicoinformatica del Comune. Una
pagina web decisamente ben
organizzata, fruibile e di facile
consultazione, ricca di approfondimenti, di curiosità e di informazioni utili, sia per chi conosce
ed abita a Riofreddo che per chi,
navigando su internet apre casualmente il sito. Nella home
page, si trovano i bottoni che
consentono l’accesso alle varie
sezioni; si può andare dalla modulistica burocratica,
all’organizzazione comunale,
dalla storia del paese, alle tradizioni, passando per il calendario
degli avvenimenti, ed arrivando
agli atti ufficiali e alle delibere.
Un percorso nel tempo, che intreccia i secoli di vita del piccolo
borgo, le foto d’epoca rappresentano un Riofreddo dai sapori
antichi e genuini, mentre le immagini di oggi mostrano una
comunità in continua evoluzione
e con una gran voglia di aprirsi e
crescere. In tutto il percorso telematico si ritrova un aspetto molto particolare, che indica lo stretto legame che la gente di Riofreddo e le istituzioni vogliono
mantenere tra la tradizione e la
modernità, indicata, in questo
caso, proprio dall’accesso al
web, e soprattutto dal tentativo di
facilitare il compito del cittadino,
soprattutto di chi non risiede
nell’area del Comune.. Infatti, si
possono scaricare tutti i moduli
relativi alle richieste e alle autocertificazioni, inoltre si possono
leggere i verbali delle riunioni
consiliari e le delibere della
Giunta Comunale. Il tutto nel
segno della trasparenza e della
comunicabilità, nonché sintomatico del forte intento di instaurare
un rapporto di interscambio con i
cittadini ed i diretti interessati.
Molto interessanti e ben strutturate, sono le pagine inerenti la
cultura e la storia di Riofreddo,
racconti di vite vissute che ci
portano indietro nel tempo, immagini sfocate di inizio secolo
acco mpagnano la lettura
dell’internauta, che compie un
vero e proprio salto temporale.
Per poi ritornare al presente i
luoghi sono gli stessi ma le voci
cambiano, e gli appuntamenti
odierni ci fanno assaporare nuove atmosfere, anche se le sagome
delle persone ritratte nelle immagini digitali sono discendenti
delle figure sfocate di decenni fa.
M e mo r i a e i n n o v a z i o n e ,
un’unione ben riuscita.
Sara Nunzi
Da Prima Stampa:
Inserto Piana del Cavaliere,
Medio Aniene, Tivoli, Guidonia.
Nr. 5 anno VIII del 28/03/2008
Pagina 4
Anno 1-n° 1
IL COMUNE
Sintetiche speranze. “Riflettori accesi sul campo di calcio Comunale” Con il Bando della Provincia di
Roma del 2005, per la fornitura e
messa in opera di manti in erba
sintetica, è iniziata la pagina di
storia più importante del campo
sportivo “La Crocetta” di Riofreddo. Pagina che verrà ricordata per il passaggio da campo di
calcio in terra a campo di calcio
in erba sintetica di “quarta generazione”. Il Bando promosso
dalla Provincia di Roma prevedeva la fornitura e messa in opera
del manto erboso, lasciando ai
Comuni l’onere della predisposizione di tutte le altre opere necessarie (fondo, sistemi di drenaggio e irrigazione). Possedendo i requisiti richiesti dal Bando,
il Comune di Riofreddo partecipò all’iniziativa classificandosi ai
margini della graduatoria dei
vincitori. Ma il 01 Giugno 2006
la Provincia di Roma comunicò
u f f i c i a l m e n t e
all’Amministrazione Comunale
di Riofreddo, recentemente rinnovata, la rinuncia di due Comuni inseriti nella graduatoria dei
vincitori e di conseguenza
l’inserimento del campo sportivo
“La Crocetta” tra quelli vincenti.
La notizia accolta con entusiasmo, viene poco a poco raffreddata dal costo da sostenere, peraltro mai preventivato realmente, per la preparazione del sottosuolo e degli impianti di drenaggio e irrigazione. Il costo del
progetto oltrepassa abbondantemente le possibilità economiche
delle casse Comunali e quindi,
per realizzare l’opera, è necessario richiedere un prestito.
L’importo del prestito viene
quantificato in € 145.558,00.
Dopo una riflessione che avrebbe
meritato tempi ben più lunghi,
viene presa la decisione di accettare l’offerta e andare avanti,
nella convinzione che l’opera da
realizzare porterà un grande beneficio al nostro paese. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto per la
realizzazione del sottofondo è la
Football Impianti Sportivi & C.
S.r.l. di Roma mentre la messa in
opera del manto erboso viene
affidata direttamente dalla Provincia ad una ditta di sua fiducia.
I lavori per la preparazione del
fondo terminano nel mese di
ottobre 2007. Superato il relativo
collaudo si procede alla posa del
manto erboso. Completato il tutto con l’impianto d’irrigazione
nel marzo 2008, viene chiesta
alla FIGC la deroga per la praticabilità del campo; in quanto per
la definitiva omologazione è
necessario
attendere
l’assestamento del fondo, preventivato in novanta giorni, durante i quali il campo deve essere
utilizzato per facilitare il processo stesso di assestamento. La
prima prova di omologazione
effettuata in estate produce esito
negativo e quindi rimandata più
avanti. Durante la fase dei lavori
e precisamente il 31 Gennaio di
quest’anno, viene recapitata da
parte dell’ASD Riofreddo 2004,
all’attenzione del Sindaco e di
tutto il Consiglio Comunale, una
lettera con la quale si richiede
ufficialmente la gestione del
campo di calcio. La richiesta
presentata senza mezzi termini,
in nome della riofreddanità, afferma che : “chi se non dei compaesani possono garantire la
serietà e l’impegno nella gestione di un bene comune? Chi se
non degli amanti dello sport
possono sfruttare al meglio, nel
nome dell’onestà e della trasparenza, la struttura sportiva?”
Sulla base di questi antichi valori
viene proposta una gestione tramite convenzione definita a percentuale, con la quale l’ASD
Riofreddo si impegna a rendere
al Comune l’80% di tutte l’entra-
te e trattenere il restante 20% per
la gestione dell’Associazione e
le spese ordinarie dell’impianto,
rimanendo però a carico del Comune tutte le spese relative ai
consumi energetici. Una gestione
a percentuale che a parere del
proponente stimola a lavorare di
più tutelando sia se stesso che il
Comune a differenza di altre
proposte forfettarie. Ritenendo le
intenzioni dell’Associazione
sportiva più che meritevoli di
considerazione, viene preparata
una convenzione a percentuale
che però tuteli effettivamente il
Comune in quanto i calcoli percentuali fatti sul lordo potrebbero
risultare economicamente non
vantaggiosi. Perché il gestore
dovrebbe controllare i consumi
se il relativo risparmio non incide sul suo profitto? Chi stabilisce
i costi di affitto del campo? Un
prezzo basso sarebbe appetibile a
terzi, porterebbe un introito al
gestore che prende direttamente
la percentuale sull’affitto, ma
non garantisce al Comune di
coprire le spese. Tutte queste
domande sommate al senso di
responsabilità verso quelle persone che attualmente non traggono
benefici dalla realizzazione del
nuovo campo, hanno portato
l’Amministrazione Comunale a
rivedere la convenzione proposta
riformulandola sempre a percentuale ma diversamente. Quali
altre opere potevano essere realizzate con questo impegno di spesa? Quali problemi della nostra
comunità potevano essere risolti?
La convenzione proposta dal
Comune della durata di tre anni
prevede in sintesi : il 20% degli
introiti netti al Comune e tutto il
resto al gestore escludendo però
a carico del gestore i costi di
manutenzione dell’impianto elettrico, straordinaria e ordinaria
dell’esterno e dell’impianto
d’irrigazione. Così facendo il
gestore è realmente responsabilizzato ad una gestione accurata,
in quanto il suo profitto è dato
dalla differenza tra entrate e uscite. Inoltre questa proposta consente al gestore di dimostrare
effettivamente la sua capacità ed
al Comune di evitare almeno i
costi ordinari di gestione. La
convenzione proposta
dall’Amministrazione non viene
però accettata dall’ASD Riofreddo, la cui posizione è ferma sulla
convenzione da lei proposta.
Successivamente, dopo incontri
intercorsi tra il Direttivo
dell’ASD, il Sindaco ed il Consigliere Comunale delegato allo
sport si conviene ad una convenzione basata sui principi della
proposta fatta dall’ASD affidando loro la gestione del campo
sportivo per un anno, al termine
del quale si tireranno le somme,
verba volant scripta manent.
Sperando di aver fatto piena luce
sulla storia recente del nostro
campo di calcio non posso che
augurare ai dirigenti dell’ASD
buon lavoro ed ai ragazzi della
squadra buon campionato.
Roberto Rainaldi
Il campo di calcio comunale “la Crocetta”
Rivus Frigidus
IL MONDO
Pagina 5
Dalla parte dei bambini Il Congo è un paese in cui da
sempre scorre il sangue di fratelli, compagni , donne e bambini,
una terra che si nutre tramite un
cordone ombelicale che secerne
violenza e paura, un punto nero
del mondo trafitto inesorabilmente da un’eterna guerra civile,
nella quale combattono fianco a
fianco padri e figli. Questi interminabili conflitti portano con se
scie rosse, e da alcuni anni è stata
denunciata la presenza di una
cicatrice che purtroppo non accenna a rimarginarsi, quella che
rigarda il fenomeno dei bambini
stregoni. Famiglie distrutte dalla
povertà, dalla disgregazione,
dalla perdita dei punti di riferimento, dalla fame e dalla totale
mancanza di speranza eleggono a
capri espiatori della loro drammatiche situazioni i bambini e le
bambine. Spinti da sedicenti capi
spirituali accusano i propri figli
di essere impossessati dal demonio, affidando a queste creature
inconsapevoli colpe allucinanti:
dalla perdita del lavoro, alla malattia di uno dei membri del clan
arrivando fino al furto di una
bicicletta. Coloro che si spacciano come autorità religiose tradizionali, per le diagnosi e per gli
esorcismi, richiedono alla famiglia un’ingente somma di denaro,
ciò fa sì che questa assuma un
comportamento ancor più ostile
nei confronti del bambino: se
riconosciuto posseduto diventa
un paria sociale, vieneallontanato
da scuola, non può sedere a tavola con gli altri membri della famiglia, gli vengono destinate
razioni di cibo inferiori rispetto
agli altri componenti, viene rinchiuso giorni in stanze buie e
costretto a prestazioni sessuali.
Spesso questi bimbi innocenti,
colpevoli di alcuna colpa, vengono seviziati, torturati, evirati e
privati di altri organi vitali. Dopo
aver subito abbandoni ed umiliazioni indicibili, si riversano nelle
strade sporche di Kinsasha, costretti alla solitudine ed alla prostituzione, e ripiegano la morsa
della fame con l’utilizzo di droghe. Non vi sono dati precisi sul
numero attuale dei bambini di
strada nella capitale: si va da un
dato ottimistico di 40.000 ad un
dato probabilmente più realistico
di 70.000, di questi, secondo
recenti dati UNICEF, la maggior
parte sono sieropositivi. In oltre
un dato a dir poco sconcertante,
reso noto con il rapporto
dell’aprile 2006 da Human
Rights Watch, denuncia che il
70% di questi bambini è ritenuto,
dagli abitanti di Kinshasa,
posseduto dal diavolo.
Le istituzioni congolesi chiudono
gli occhi di fronte a questa piaga,
le associazioni interne temono il
potere dei leader religiosi che
fanno leva sui loro poteri magici,
poteri che derivano da culture
animiste radicate nella società.
Fortunatamente però le ong italiane, nonché missioni cristiane
con sede nella Repubblica del
Congo, non si arrendono
all’evidenza e alla mancanza di
comunicazione, che ha fatto
scendere un pietoso velo su questi bimbi “randagi” abbandonati
a se stessi. Tra queste poche, ma
radicate, realtà, spicca fuori da
ogni dubbio, quella fondata e
presidenziata da una nostra connazionale: Suor Natalina Isella,
una volontaria che da sempre
impiega la propria vita per costruire il riscatto di questi bambini, vittime della povertà e della
superstizione. Il Foyer Ek Abana,
fondato nel 2002 da Suor Natalina, è una casa di accoglienza e di
recupero per bambine e bambini,
abituati a vivere una vita non
degna di essere chiamata così.
Nella lingua locale Ek Abana
significa “ a casa“, e
l’organizzazione è supportata
anche dal Movimento Contro La
Fame nel Mondo. In questo momento sono ospiti del Foyer 40
bimbi, di età compresa tra i 7 ed i
16 anni, per lo più bambine, ed
altri 40 vengono seguiti costantemente a distanza, dopo il difficile
e graduale reinserimento
all’interno delle famiglie di origine. Il punto nevralgico del percorso iniziatico della struttura è
quello che riguarda
l’accettazione dell’errore, da
parte dei membri del clan familiare, e del perdono da parte delle
piccole vittime. Un sentiero difficile e che non sempre si raggiunge, ma attraverso il quale si sta
cercando di cambiare la mentalità di un paese, e attraverso il
quale si cerca di sradicare il potere incredibile di chi si autoproclama guida spirituale, basti pensare che questi finti “santoni”
espongono lungo le strade della
capitale congolese manifesti e
cartelloni sui loro servizi di esorcismo. Un altro importante fattore derivante dalla persecuzione
familiare, consiste nel fatto che
molti di questi ingenui perseguitati, arrivano a pensare che sono
effettivamente portatori di sventura e malocchio, per cui il lavoro psicoterapico all’interno della
struttura dura per lo meno un
anno, fino a far riacquistare, alla
vittima, il senso di innocenza e
purezza. Un mondo lontano e al
tempo stesso vicino al nostro, in
una società globalizzatache scanza le differenze per far posto alle
similitudini e appiattire la conoscenza, dati allarmanti ed immagini rabbrividevoli, in un mondo
che invece di puntare sulla forza
dei bambini non fa che invecchiare.
Sara Nunzi
Nella foto Suor Natalina Isella fondatrice della casa di accoglienza “Foyer Ek Abana”
Pagina 6
Anno 1-n° 1
IL MONDO
Vite quasi trasparenti Top model, attrici, veline e da
questo anno anche le ragazze di
Miss Italia sembrano essere un
inno all'anoressia. Sembra che
tutte le donne del mondo debbano forzatamente indossare abiti
taglia quaranta per essere apprezzate (o solo considerate) dal
mondo del "jet set"! Lo dimostra
il caso di una delle giovani aspiranti Miss (per la precisione Miss
Emilia Romagna ) che si è vista criticare dalla giuria della competizione perché ritenuta
"in carne", perchè i suoi jeans
misuravano più del limite accettato … ossia "un'enorme" taglia
44! Siamo costantemente bombardati da donne scheletriche
senza fianchi e senza seno (per
non parlare della scarsa intelligenza), che arrivano a pesare
poco più di 40 chili, che mangiano fazzoletti di cotone per riempirsi lo stomaco e abusano di
cocaina per non sentire i morsi
della fame, e che, purtroppo,
sono il modello di milioni di
adolescenti comparendo su tutti i
canali televisivi e su cartelloni
pubblicitari in formato gigante
come mostruosi simboli di una
società schiava dell'estetica, che
bada più ad apparire che a essere.
Il problema è reale e talmente evidente tanto da colpire anche
i disegnatori della bambola più
famosa del mondo : la Barbie.
Le misure della biondissima donna in miniatura sono state
riadattate ad un fisico più normale proprio per la pessima influenza che stava avendo sulle giovanissime consumatrici. Da un'indagine condotta in Gran Bretagna nell'ultimo anno è venuto
alla luce che la fobia del grasso e
l'insoddisfazione del proprio corpo ha colpito anche ragazzi e
uomini di tutte le età tanto da
spingerli a diete forzate e ad
un uso spropositato di palestre!Si
tratta di una vera e propria piaga
moderna data spesso dall'esigenza di apparire come i propri idoli , da stati di depressione acuti e
da forti pressioni nervose, un
ossessione che spinge tantissime
persone a mettere in atto tendenze autodistruttive alterando i
propri bisogni alimentari fino al
totale rifiuto del cibo o ad abbuffate colossali per poi rigettare
tutto. Questi soggetti abusano
inoltre di forti dosi di medicinali
o lassativi, quasi come fossero
droghe pur di perdere peso e
smetterla di vedersi troppo grassi
( perché, anche se il fisico
è ridotto all'osso, per un
un'anoressica/o non sarà mai
abbastanza ) ed essendo un problema di natura psicologica nel
momento in cui si provvede a
curare queste persone è necessario intervenire sia sulla natura
alimentare che psichica del problema.
Quello che vorrei assolutamente
far notare in queste poche righe è
che l'anoressia e la bulimia colpiscono duramente il corpo, lo
attaccano nelle sue funzioni vitali
e possono condurre a gravissime
conseguenze fisiche quali insufficienza renale, osteoporosi, alterazioni cardiovascolari, perdita
dei denti e dei capelli , ma soprattutto che di anoressia e bulimia si può morire! Perciò
mi rivolgo a tutte quelle persone
che hanno notato strani comportamenti alimentari nei loro cari. Rischiate pure di essere invadenti e un po’ petulanti con i
vostri figli, fidanzati e amici perché queste persone hanno veramente bisogno di aiuto e il primo
passo è quello di non negare
l'esistenza del problema ma accettarlo in quanto tale e spingerli
con il dialogo a chiedere aiuto,
anche se poi tutto l'affetto del
mondo non può sostituirsi all'intervento di uno specialista. Quindi ragazze e ragazzi di tutte le
età, NON LO FATE MAI !!!
La vera bellezza è dentro ognuno
di voi. Bisogna accettare il proprio corpo così com'è curarlo e
mantenerlo in forma ma senza
maltrattarlo perché la vita che ci
è stata donata è una e irripetibile quindi merita di essere goduta
in tutte le sue sfumature.
Marianna Vasselli
“Il caso” paraolimpiadi Silenzio di tomba Si è tanto parlato nei giorni prima
delle olimpiadi del caso ‘Oscar
Pistorius’, atleta sudafricano che
a subito l’amputazione di entrambe le gambe e che corre grazie a
delle protesi. Non considerato un
atleta normodotato gli viene inizialmente preclusa la possibilità
di partecipare alle Olimpiadi (e
qui scoppia il caso), poi viene
ammesso alla manifestazione ma
non riesce a qualificarsi. Se ne è
parlato per settimane e settimane
poi sono iniziate le Olimpiadi, le
‘pagine della comunicazione ’
sono state riempite da altri eventi
e il caso Pistorius si è spento lentamente. Insieme a questo caso
sembra si sia spento anche tutto
l’interesse intorno al mondo sportivo dei diversamente abili. Infatti
non dobbiamo dimenticare che
chiuse le Olimpiadi dei
“normali” sono state inaugurate
le Paraolimpiadi. VERAMENTE? Proprio così. Anche se quotidiani e telegiornali sembra non
se ne siano accorti, la festa dello
sport è continuata! O forse sarebbe meglio dire che è COMINCIATA la vera festa dello sport!
Come ha dichiarato in
un’intervista la portabandiera
Italiana Francesca Porcellano le
Paraolimpiadi “sono un occasione per sensibilizzare la gente e
hanno anche un valore simbolico: dimostrano che non esistono
limiti invalicabili, che i limiti si
possono spostare in avanti”. E i
para-atleti fanno proprio questo,
combattono i loro limiti e li superano, per amore dello sport, per
amor proprio e per amore della
vita. Atleti che hanno tutti una
splendida storia di vita da raccontare e da cui trarre speranza e
insegnamento. Uomini e donne
Oscar Pistorius
liberi, come tutti quelli che, nelle
circostanze più difficili, penso
alla testimonianza di Ingrid Betancourt, libera seppure prigioniera, hanno mantenuto la dignità
e la speranza non aprendo il loro
cuore all'odio ed al rancore. Penso alle parole di Vicky Aryenyo
malata di Aids che lavora al
Meeting Point International in
Uganda confortando gli altri malati e dicendo loro che sono più
importanti della malattia che
portano. Ma potrei citarne altri,
tanti altri, molti dei quali sconosciuti eroi del quotidiano, senza
voce, perché nessuno dà loro
voce. Oscar Pistorius l’aveva
capito. Sapeva di dover almeno
provarci a farsi ammettere a correre con i normodotati, con i sani, con coloro che hanno la possibilità di toccare il paradiso economico e la visibilità mediatica,
in Terra . Anche se poi non ha
partecipato è riuscito almeno a
far sentire la sua voce, a portare
all’attenzione della gente
l’esistenza di “un altro mondo
dello sport” composto sempre da
atleti, da donne e uomini, e sono
tanti, che hanno offerto tanto alla
vita ( forse anche troppo) ma che
hanno capito veramente cos’è la
gioia di vivere!
Matteo Rinaldi
Rivus Frigidus
LA CULTURA
Pagina 7
IL DECENNALE dell’associazione culturale AEQUA Era l' estate del 1998 quando un
gruppo di studiosi di storia locale, originari o residenti nei paesi
della nostra zona, si riunirono a
Riofreddo con l' intento di pubblicare un opuscolo dove raccogliere saggi dedicati alla riscoperta, valorizzazione e diffusione
del patrimonio storico, artistico e
culturale del nostro territorio. Era
il numero zero della nostra rivista Aequa, il cui titolo fu scelto
per acclamazione in quanto richiama i confini di questo territorio, coincidente con l' area di
insediamento dell' antica popolazione preromana degli Equi. Parliamo della Valle dell'Aniene,
della valle del Turano, della valle
del Salto e della Marsica, territorio di incontro delle province di
Roma, Rieti e L' Aquila. Il successo della pubblicazione esortò i
soci fondatori a darne un seguito.
Iniziò così la stampa, inizialmente quadrimestrale poi trimestrale,
della rivista Aequa: omonima
all’Associazione Culturale fondata nello stesso anno, e per la
quale fu stabilito di fissare la
sede a Riofreddo.Sono trascorsi
già dieci anni da quell’evento;
sono stati pubblicati trentasei
numeri, un volume con gli Indici
generali degli argomenti trattati
in questa «piccola enciclopedia
specializzata di storia locale»,
come l'ha definita, opportunamente, il nostro presidente
Giuseppe Aldo Rossi; è attivo un
bel sito internet, www.aequa.org,
molto visitato, con interessanti
rubriche, tra le quali quella per la
diffusione degli eventi e manifestazioni culturali delle varie realtà del territorio. Sono state organizzate, e sono in programma,
escursioni di studio e gite; sono
state svolte collaborazioni editoriali e culturali con i Comuni e il
MedAniene; sono stati pubblicati
libri di ricerche storiche; abbiamo incontrato l'arte contemporanea con mostre espositive. E'
sempre un piacere segnalare pubblicazioni storico-culturali locali che ci pervengono nella rubrica
Scaffale della rivista. Lo scorso
undici ottobre abbiamo voluto
organizzare l’evento per festeggiare il DECENNALE dell'Associazione. Ospitati nello splendido
Museo delle Culture “Villa Garibaldi” di Riofreddo, abbiamo
potuto ricevere nel giusto modo i
nostri amici ospiti, accorsi numerosi oltre le nostre aspettative,
dando riscontro all' attenzione
delle Autorità pubbliche che hanno voluto partecipare e contribuire a questo importante appuntamento. Cogliamo l' occasione per
ringraziare il sindaco Giorgio
Caffari e l' assessore alla cultura
Gabriele Alessandri del Comune
di Riofreddo per la loro disponibilità e attenzione. La conferenza
si è aperta con i saluti del presi-
dente di Aequa, Giuseppe Aldo
Rossi e delle personalità politiche e amministrative presenti. Il
condirettore Artemio Tacchia ha
presentato il volume degli Indici,
che ha curato insieme Nicola
Cariello, e il numero 35 speciale
(perché doppio) della rivista, che
presenta articoli di particolare
interesse, tra i quali quello di
Claudio Rossi Massimi La necropoli Equa di Casal Civitella
di Riofreddo, poi presentata anche in sala con interessanti proiezioni video. Molto gradito è stato
il break musicale, di musica popolare, curato da Luca Verzulli,
al flauto, Marco Cignitti e Alessandro Mazziotti, alla cornamusa
e zampogna zoppa, Daniel Bagnani al violino ed il vecchio
Meddi all’organetto, spettacolo
che si è replicato anche nella
pausa conviviale. I lavori si sono completati con l'inaugurazione della Mostra di Arte Contemporanea e presentazione degli
autori: Carlo Sebastiani Del
Grande, Eclario Barone e Birgitt
Shola Starp, nella sala esposizioni del Museo delle Culture “Villa
Garibaldi”. Abbiamo voluto invitare questi amici “pittoriscultori” per l'occasione speciale,
perché crediamo sia stato il momento giusto per presentarli ai
nostri ospiti, visto il loro valore
artistico. Il Decennale è stata una
occasione per incontrarci, cono-
scerci personalmente, per scambiare idee, proposte, progetti,
collaborazioni, ma soprattutto è
stata l'occasione per stringerci
attorno alla nostra Associazione
culturale per incentivare quello
spirito creativo e propositivo che
ci esorterà a fare sempre bene in
futuro. Crediamo che con queste
attività stiamo contribuendo a
stimolare la ricerca, la valorizzazione e la diffusione di quel patrimonio storico, ambientale,
artistico e culturale del nostro
territorio, che deve essere riscoperto al fine di ricevere l'attenzione che merita. La costante
crescita del numero degli iscritti
all'Associazione, aperta a tutti
coloro che vogliano partecipare,
le crescenti proposte di pubblicazione di ricerche storiche locali,
sono per noi una importante conferma dell'interesse del nostro
lavoro: e questo ci gratifica e ci
stimola a proseguire nel progetto.
Infine consentitemi un particolare ringraziamento ai sindaci di
Riofreddo, Arsoli, Oricola, Vallinfreda, Anticoli Corrado e
l’Assessore alla P. I. di Pereto,
che fin da subito hanno aderito
alla proposta di inserire l'intera
collana della rivista Aequa nelle
rispettive biblioteche comunali,
ed infine gli amici di Rivus Frigidus per l’ospitalità concessaci.
Luigi De Santis
Due passi nella storia … “la nostra” che riescono a farlo uscire dallo che il marchese del Drago. Non
Una antica citazione:
Il racconto di
un fuggitivo:
Il 9 novembre del 1693 fugge dal
carcere dell'Inquisizione di Roma
un certo Giuseppe Pignata.
Dopo aver raggiunto Ponte Milvio e poi i campi vicino a Prima
Porta, arriva a Palombara Sabina.
Da lì va verso Licenza e poi a
Mandela. Giunto nei pressi di
Cineto, sempre braccato dai
“birri” pontifici, finalmente riesce a raggiungere il territorio di
Riofreddo, probabilmente vicino
all'antica Valeria dalle parti di
Fra Leandro Alberti bolognese, Santa Maria. Per fortuna viene
aiutato da alcuni riofreddani (di
Descrittione di Tutta L'italia.
uno ricorda il nome: Scipione)
Venezia, 1596.
Antica descrizione del paesaggio
di Riofreddo, tratta da un libro
del Cinquecento in cui viene
descritta geograficamente l'Italia.
L'autore era un erudito frate domenicano:
Et poi sopra l’alto, et aspro
monte Rivo freddo, sopra il quale
appaiono più alte, et aspere
montagne, da ragguagliar con i
più alti, et precipitosi monti
dell’Apennino nella sommità.
Stato Pontificio e fuggire nel
Regno di Napoli. Pignata si salverà emigrando poi in Olanda
dove scriverà le sue memorie.
Ma sentiamo il suo racconto (qui
Pignata chiede a Scipione):
“Senza che vi racconti le mie
sventure, vorrei che mi diceste se
da pochi giorni non siano venuti
a Riofreddo dei forastieri, ossia
dei soldati o dei birri, ad aspettare qualcuno al varco” – No –
rispose [Scipione] nel suo dialetto. – Simili canaglie non oserebbero avvicinarsi a Riofreddo
perché li faremmo ruzzolare dai
monti a colpi di moschetto. Qui
non conosciamo altro padrone
abbia paura: venga con me e io
le mostrerò i passi per entrare
nel regno di Napoli. […]
Riofreddo è un piccolo castello
posto sopra un bel monte le cui
coste sono coperte di olivi e castagneti. Giungemmo presso alle
mura […]
Dopo la mola di Riofreddo Scipione salutò Pignata con un bacio in fronte (alla moda del paese
scrisse poi il fuggitivo) e lo avvisò di stare attento che all'Osteria
del cavaliere (posta in quel luogo
per impedire l'uscita dei grani,
cioè il contrabbando di grano)
poteva incontrare delle guardie.
Luca Verzulli
Pagina 8
LA CULTURA
Anno 1-n° 1
C’era una volta
Pe’ onnìa Santa, chi l’ha remissu se lo magna Sembra quasi imposibile che fino
a cinquanta anni fa durante il
mese di ottobre “Le pacetta”, il
bosco delle castagne, risuonasse
di voci, chiami e canti., ribollisse
insomma di vita, come ci
raccontano alcune anziane della
nostra comunità. “Quann’era
tempo de castagne era ‘na festa,
proprio ‘na festa, la mattina se
partiva verso le cinque, appena
se stea a albeggià, perché le castagne prima… se recojieanu
proprio pe’ la fame, pe’ mangià,
invece mo, mo no’ [...] Allora io
me recordo la mattina… verso le
cinque, le cinque e mezza, appena se stea a fa giorno, si partiva
co’ ji cestini, co’ ji sacchi e
s’andava lì. La prima cosa se
raccoglieva pe’ la strada, perché
pe’ non falle acciacca’ le castagne, e po’ quando che n’eri fattu
un bel secchietto subito accendevi il fuoco e se facevano le castagne allesse.”
“Ah!”
“Allora raccoglievi un po’ de
ricci, un po’ de zeppetti così, tu
raccoglievi le castagne e ‘ntantu
velle se steanu a coce, ogni tantu
mettevi le legna”
“Mm.”
“e po’ quanno eranu cotte le buttavi dentro a un cestino, se scoleanu e te mettevi seduta, tutti a
magnà le castagne. E po’ de doppo pranzu se facemo la
“rostera”.”
“È.”
“Co’ la felce secca se facevano
tutte arrotolata a ‘na bella spiazza, tutte arrotolate così, così,così,
e po’ co’ la felce se ce faceva il
foco sopra, e po’ se puliscea e
po’ se ce refacea u foco e po’ se
reggireanu una pe’ una, po’
s’ammucchieanu, poi tutti arrotolati intorno alla “rostera”, co’ un
pezzetto de legno se venea sbrascenno, certe magnate, certe bone castagne!”
“Ma tutti i riofreddani andavano a fare la raccolta?”
“E si, i riofreddani ma quanno
era tempo de castagne ce eanu
pure la gente a fa le scampagnate
così, i signori, vissi de Sebastiani
del Grande che porteanu tanta
gente, teneanu tante conoscenze.
“Eh!”
“Viji ce teneanu tanti castagneti.”
“Ma venivano per novembre?”
“Sì, sì, a ottobre.”
“A ottobre.”
“A fasse fa la “rostera”, e po’ era
un’armonia pe’ le Pacetta, le
Pacetta se chiamanu no?”
“Sì.”
“Tutti a cantà, tutti cantemo,
certe belle canzoni canteanu “’O
recoglie oh, uh… uh!” tutte… se
sentea tutta e la gente era proprio… era un paese abitato che ci
stea tanta gente, se eanu a pulì
prima de cascà le castagne co’ la
falcetta se tagliava la felce, co’ la
zappetta se faceanu tutti i viareji
che le castagne le potevi raccoglie tutte belle pulite. Prima era
un’armonia, era un’armonia, mò
è deventatu un deserto lì perché
tutti spini, tutti cespugli che so’.”
“Ma durante la “rostera”si
faceva anche dei comparatici ?
Si legavano dei rapporti?”
“È sì, se fidanzavano.”
“Si fidanzavano.”
“Si, se fidanzavano se sonava…
sonavano l’organetto a bocca
così, quanno sentii de sonà
j’organetto e balleanu, tutti strilleanu e faceanu e pure i fidanzamenti, se namoravano, si, era
bello era. [...] era ‘na festa a dunque pasii, sintii de cantà, poi la
sera se caricavano al somaro e se
ritornava, tutti insieme “Iamo su,
‘on revè? È ora oh!”, “Eccome
è”. Eh! I ricci delle castagne.
“Sì.”
“I ricci che rimanevano sul terreno co’ ji cesti grandi e po’ ce
mettemo tutti zeppi intorno, ji
reportemo e ji mettemo ajiu foco
a casa, ha capitu?”
“Sì.”
“‘On se sprecheanu mancu i ricci
delle castagne.”
“E le castagne come si conservavano?”
“E le facii all’acqua, le metti
all’acqua otto giorni.”
“Ah.”
“Dopo otto giorni le scoli e le fai
asciugà al sole.”
“Cioè? Levi la buccia?”
“No, no, no.”
“Co’ la buccia?”
“Co’ la buccia se mettono
all’acqua otto giorni, dopo otto
giorni le scoli e le metti a asciugà
al sole, le devi fa’ asciugà be’ se
no se muffanu. Quando so’ asciugate be’ po’ le mettemo sotto
al letto e la sera certe ratellate ce
ne facemo.”
“Ah, e quindi con tutta la buccia?”
“Co’ tutta la buccia.”
“E come si chiamavano queste
castagne così?”
“E, le castagne fatte all’acqua.”
“Fatte all’acqua, invece quelle
bollite si chiamavano?”
“Allesse, castagne allesse e
velle arrosto, arrosto. Pe’ falle
conservà se dice “L’ha fatte
all’acqua”, ha capito?”
“E la farina? Ci si faceva la
farina con le castagne?”
“No, qui no, perché la castagna
de Riofreddo è buona, ma durante il periodo de ottobre [...]Non è
una castagna che regge. E prima
le recogliemo proprio pe’ la fame, stemo sempre a coce le castagne. Se raccoglievano e nu nui
ne raccogliemo du’ tre a sacchi al
giorno, quann’era la sera tenemo
gli occhi gonfi, vesto sempre…”1
“Elvira con i ricci che cosa ci
si fa?”
“Eh, prima ce facevamo il fuoco,
non ne facevamo sprecà uno.”
“Cioè raccoglievate anche i
ricci e li portavate a casa?”
“Non ti puoi immaginare il foco… il foco che fanno e la brace.”
“Ah sì, ma per il forno o per il
camino?”
“Ma pure per il camino, per il
camino ce venivano le pizzette
de polenta, venivano croccanti
che l’ha da lascià perde, era
l’unica brace… pe’ fa le pizzette
al foco. Ce stava la nonna de…
questi de Villa Celeste, la nonna”
“Come si chiamava?”
“Clarice, alla cesta, quanno l’ha
riempita ce metteva tutti zeppetti
intorno, tutta una… la riempiva
piena piena piena, altro non poteva fa pure alla parananza se li
metteva. C’avevano le gonne
quelle larghe larghe no, e allora
daje che metteva pure dentro, i
zeppetti, tutto. Pure noi eh! Noi
per carità! Una brace di queste
non te poi immaginà a che… il
calore che dà.”
“Ah sì?”
“Fa una brace rossa, ardente,
proprio qualche cosa è! Noi…
ogni volta che li vedo dico “E
una pizzetta de polenta mo co’
questi… co’ questi ricci qua”, i
ricci nui i chiamemo…”
“Ah, i ricci si chiamano?”
“I ricci sì.”
“Senti Elvira ma, un tempo, si
puliva per terra, prima che
cadessero le castagne?”
“Comme no! Si veniva qua e
addirittura co’ i zeppi, co’ i zeppi
facemo una specie de scope eh…
pe’ pulille, pe’ pulille e pe’ raccojiele proprio minutamente tutte
che ce se… ce proprio servivano,
era un raccolto per noi diciamo,
che facevamo.”
“Quindi levavate tutte queste
foglie secche?”
“Tutto, tutto, tutto se puliva. Sa,
doppo ricascavano le fojie, ricascavano i ricci, tutto e se risporcavano di nuovo. Poi dopo, per
esempio a queste argine così,
diciamo in salita no, si facevano
con la zappa tutte stradelle piccole piccole in modo che le castagne quando cascavano invece de
andà proprio giù se pure fermavano capito? Se fermavano e non
andavano al castagneto degli
altri, perché queste so’ tutte proprietà privata è?”
“Erano proprietà privata e
quindi che cosa bisognava chiedere un permesso?”
“No.”
“No?”
“Prima ognuno andava alla terra
sua, e quelli che non potevano
andare che erano i signori che
non li potevano raccoglie,
c’andavano i poveracci. E quando era alla sera, quelle che se
facevano, erano metà a loro e
metà a noi. Noi dicemmo prima
“Ademo i a spartì le castagne”,
metà e metà. Noi dopo se vendevano e quanno era la fine de ottobre ci stava la fiera, ad Arsoli, se
chiamava
la
fiera
dell’Incoronata, e là se facevano
le scarpe, se faceva il maialetto,
Rivus Frigidus
LA CULTURA
Pagina 9
C’era una volta
se faceva l’ombrello, pe’ la vernata.
“E quindi erano tante, erano
assai?”
“Sì, sì, tante, tante erano, sì, sì.
Io mi ricordo noi eravamo ragazze, tenevamo un pezzo qua, niente roba nostra però eh? [...] venivamo dalla mattina quando era
buio, è?, che quando eravamo
arrivate qua, ci dovevamo fermà
così, a aspettà che se faceva giorno pe’ raccoje le castagne, e pe’
aspettà quell’altro che passava
che non se raccojevano le nostre.
E noi non ce raccojavamo le sue,
ognuno al posto suo. (ride) [...]
Era un raccolto, che era una piccola risorsa, che ce facevamo
qualche cosa. E poi era una grascia pe’ la famiglia pure. E se
facevano certi callari de castagne, patate, pere, se bolliva tutto
insieme là, tutti in faccia a vella
callara, tutti a magnà. E poi a
scuola.
“Cioè come si facevano? Spiega.”
“Pijeanu u callaru e mischiavano
patate, castagne e pure qualche
se… le pera d’inverno se chiamavano. Cocevano tutto insieme.
Prima d’andà a scuola, i bambini,
o se riempivano le tasche oppure
se le mangiavano a casa e poi
tutti a scuola, basta. Che
c’avevano il lattuccio la mattina,
latte e caffè e biscotti? No! Ma
anzi chi ce l’aveva sta robbetta
pure andava, e stavano bene…
La sera dicevano “Che ci sta da
mangià?”, “E mo facemo una
ratellata de castagne”, la ratella,
una ratellata de castagne, no le
caldarroste, le varole nui le chiamemo. Se metteanu tutti là, daje
a sbuccià, a sbuccià, a magnà,chi
alle saccoccette e ecco fatto!”
“E gli altri si chiamano pappuni?”
“E, pappuni, sì, sì, e quell’altre
sbucciate co’ la pelle prima de
cocele se chiamanu nui dicemo
le castagne remonne, le remonne,
o ma certi dialetti!”
“Quali sono le remonne?”
“So’ quelle che se ce leva la buccia, queste qua, ce levi la buccia
e poi le metti a lessà, ce metti un
po’ de sale, una foglia d’alloro
oppure un pizzichetto de anice e
so buonissime, so’ bone, proprio
bone.” [...]. “Quanno era la Rostera, faceanu vella rotonna eh
eh!”
“Embè e ‘n mezzo ce mettemo u
prete.” (ridono)
“E vella castagna a tre pizzi.”
“Chi trovea vello… era fortunatu.”
“Che eranu un po’ spizzate e
veneanu a triangolo, era proprio
come il cappello dei preti. E allora emo alla ricerca de ‘sta castagna perché quanno se facea una
girata de castagne arrosto era
enorme era.”
“La Rostera.”
“La Rostera se chiamea.”
“Però in mezzo ce doveva andà
quella là, se la trovavi.”
“Eh, s’adea mette in mezzo, co’
tutte file de castagne intorno.”
“Dice “Ademo mette in mezzo u
prete!”, che portea fortuna.” Dicevano “Aiutame a trovà la castagna a tre pizzi che la mettemo
in mezzo, che porta fortuna”.”
“Sì,ma poi le corse che facevano
pe’ il bosco perché se tingevano
dopo no?”
“Ah… uuu che succedeva!”
“A mbè, dopo se mascareanu, col
carbone.”
“Co’ tutta quella cinicia nera”“Specialmente a queste spiazze, a veste spiazze, a veste spiazze, vesta era la principale, alle
spiazze”
“E se porteanu pure lo vinu.”
“Are… co’ ji cosi, co’ le damigiane lo vinu, i barilotti.”
“E magneanu e beeanu.”
“Che cosa mangiavano in questa occasione?”
“Le castagne.”
“Le castagne.”
“E que se porteanu dalle casi?”
“La pagnottella!”
“E portavano qualcos’altro?”
Ma non ci stea gnente pe’ le
casi”.
“E non ci stava niente, prima non
ci stava niente, signora mea.”
“Non ci stea mancu la pizza de
polenta.”
“Oddio a da tempi.”
“Allora s’adeanu fa una magnata
de castagne e se beeanu que picchiere de vinu, se poteanu remeddià pure que soldino pe’
comprasse il vino, era pure difficile…”
“dei Santi, “Pe’ Onnìa Santa, chi
l’ha remissu se lo magna.” diceanu, e allora ce poteanu i a recojie
tutti e ce veneanu, speciarmente i
cinetesi, quanno che era la di de
tutti i Santi, ecco de Cinetesi era
così và.”
“Te cacciavano.”
“Mbè!”
“Ma solo quel giorno?”
“E venivano pure altri giorni,
però il primo giorno di più, perché ne trovavano di più è.”
“Dovevano… doveva incomincià
proprio quel giorno, il giorno di
tutti i Santi.”
“E manco ji potevi dì gnente. Oh,
te se mettevano tra le gambe a
raccojie, cesti de castagne…”
“Chi l’ha remissu se lo magna.”
“Pe’ Onia Santa chi l’ha remissu
se lo magna, e allora i cinetesi
invadevano il bosco e qualsiasi
altro castagneto.”
“Ma come mai questi cinetesi
venivano sempre a Riofreddo?”
“Perché non ce l’avevano le castagne, non c’avevano la produzione delle castagne e allora Riofreddo era il paese vicino. Passavano qui alla corta, venivano su e
raccoglievano le castagne insieme a noi. Tante volte ji facevamo
“Però dopo novembre, il 2 no- “Ma va bè faciatecelle raccoglie
ancora a noi, ci sta qualche cosa
vembre…”
no? Magari venite domani.” “È
“Ah!”
Onnìa Santa!” te dicevano e pure
“Ah! Dopo a novembre..”
“che succedeva dopo il 2 no- loro se mettevano a raccojie.”3
vembre?”
“Eh… la raccolta delle castagne Note:
Dall’intervista a Teresina Caffari;
era tutto ottobre però quann’era 1.
2.
Dall’intervista a Maria ed Elvira
la prima domenica de novembre,
Rocchi e a Domenica Meloni;
Dall’intervista a Maria ed Elvira
il giorno dei Morti, no, il giorno 3.
Rocchi.
dei Santi…”
Fausta Rota
“Deji Santi, Onnìa Santa.”
“Ma avete detto che si mascheravano le persone In che senso?”
”Eh perché stava la Rostera e poi
col carbone facevano così e se
mascaravano. Che so… come se
dice?”
“Co’ quella polvere bruciata.”
“Co’ quella polvere se la strecavano tutta alla faccia.”
“E parla alla riuffriddana, se tegneanu!”
“E se tegneanu!” (ridono)
“E perché se la mettevano in
faccia questa polvere nera?”
“Pe’ scherzà!”
“Pè scherzà! Se mascheravano
così.”
“Ma da che cosa si mascheravano, che cosa rappresentavano? Chi erano quando si masceravano così?”
“La festa delle castagne.”
“Perché se prendevano, se stringevano le mani, poi se andava
dietro le piante se abbracciavano
e se tingevano il viso. Co’ la
scusa de ehe… accarezzavano.”
“Co la scusa de ehe… accarezzeanu, l’abbracceanu.”
“Rimiddiavano qualche carezza… ecco.”(ridono)
“E ji toccava pure a accontentà
ehe… oddio… oddio.” 2
Castagne nel bosco delle “Pacetta” (Riofreddo)
Pagina 10
Anno 1-n° 1
LA CULTURA
Il valore della scrittura Tanti sono gli elementi che contribuiscono allo sviluppo e
all’accrescimento del patrimonio
culturale di un paese e della sua
gente. Per questo qualunque sia
la natura di tali elementi è sempre bene dare ad essi la giusta
risonanza affinché nel corso degli anni possano comunque restare impressi nella memoria di tutti
coloro che in un certo qual modo
ad essi si sentono legati. In ragione di ciò è opportuno riconoscere
l’importanza ed il valore di tutte
quelle opere scritte che riguardano o siano comunque strettamente connesse al paese di Riofreddo
o a chiunque abbia uno stretto
legame con esso. Il comitato di
redazione di Rivus Frigidus ha
così ritenuto giusto segnalare in
questo numero a tutti i lettori del
INSOLITE EMOZIONI
giornale tre eventi, tutti nel campo per così dire della scrittura,
che con nostro grande piacere
quest’anno sono saliti agli onori
delle cronache, e che costituiscono un elemento qualificante per
la cultura riofreddana. Si tratta di
tre libri nei generi profondamente diversi tra loro, i cui autori
però, risultano essere comunque
tre persone profondamente legate
GABRIEL DEL BOSCO
Il 23 agosto alle ore 18,00 presso una affollata Sala Conferenze del Museo delle Culture “Villa Garibaldi” Federica Bianchi, ha
presentato al pubblico la sua prima raccolta
di poesie dal titolo Insolite Emozioni. E sicuramente Federica quel giorno era veramente
emozionata. Dopo l’introduzione fatta da
Federica è intervenuto Giuseppe Tenti che
ha avuto il compito di recensire le poesie e
che ha curato l’introduzione alle due parti di
cui è composta l’opera; la prefazione invece
è di Fabiano Braccini. Alla fine
dell’intervento di Tenti, l’attrice Sabrina
Aletta a allietato il pubblico presente declamando alcune liriche del libro di Federica
legandole in un unico “flusso di emozioni”.
Isolite Emozioni è diviso in due parti, la prima conta 41 poesie mentre la seconda è
composta da 14 liriche e ad ogni brano è
associata un immagine sia essa dipinta o
Gabriel del bosco
fotografata. L’autrice riversa nelle poesie
pp 114 - € 14,00
tutta la sua vita, i suoi pensieri, le paure, le
Il Filo Editore
gioie; leggendo tra le righe nelle sue liriche
il lettore riesce ad immedesimarsi e a rivive- Cosa succederebbe se un giorno, entrando in
un bosco, improvvisamente si venisse trare momenti della propria esistenza.
sformati in qualcos’altro …… in un lupo o
magari in un’aquila? Come reagirebbe la
mente umana se fosse in grado di provare
quello che provano altri esseri viventi……?
E’ ciò che Gabriel, il protagonista di questo
affascinante romanzo, prova a spiegarci,
mettendo così in luce tutto quello che in noi
c’è di superfluo, tutto ciò che non è essenziale ma condiziona le nostre vite di uomini.
Con una storia a metà tra reale e fantastico,
Claudio Conti riesce a far emergere tutta la
sua originalità, stupendo ripetutamente il
lettore, anche quando non si aspetta più alcun colpo di scena, ma facendo anche in
modo di far riflettere tra le sue fantasiose
righe………….
Isolite Emozioni
Collana "Gli Emersi - Poesia "
pp.96 - €20.00
Aletti Editore
Claudio Conti è nato il 7 giugno del 1968 a
Roma, città in cui vive e svolge l’attività di
operatore scolastico. Come cantante di una
band ha inciso vari cd. Gabriel del bosco è
la sua prima opera edita.
al nostro paese. Abbiamo perciò
voluto dedicare alle loro opere
un piccolo ma significativo spazio fra le pagine culturali del
nostro giornale, sperando innanzitutto di fare ad essi una gradita
sorpresa, e poi che ciò possa essere da stimolo per chiunque in
futuro voglia cimentarsi con esperienze simili.
C.d.R.
RIOFREDDO:
IL MIO PAESELLO
I fatti salienti degli ultimi ottanta anni di vita
riofreddana osservati dal punto di vista privilegiato di chi da sempre ha profuso il suo
impegno per lo sviluppo della vita sociale
del paese.
Querino Conti racconta , attraverso le sue
esperienze, come eravamo, e come nel tempo siamo cambiati.
Un piccolo volume, ma denso di racconti e
di testimonianze fotografiche, che per forza
di cose non può essere che un riassunto delle
numerose vicende che Querino ricorda e di
cui è stato testimone diretto.
Un tuffo nel passato, piacevole per chi quel
passato lo ricorda con nostalgia, ed utile per
chi non l’ha vissuto me vorrebbe capirlo.
Riofreddo: Il mio paesello
di
Querino Conti
“Paparone”
Foto di Copertina
Rivus Frigidus
LE ASSOCIAZIONI
Pagina 11
La fine di un se Sgocciola le ali sicure tra mille
paure, ritrova una voce intonata.
Cadi dal letto di spine tra spade
e regine, aspetta silente la fine di
un se…” Così recita una delle
più belle canzoni di Zibba &
Almalibre, gruppo genovese che
per poco non è riuscito a deliziarci con la propria musica durante
le strepitose serate di In Vino
Veritas 2008. Eh si…In Vino
Veritas. Ancora una volta
l’impegno e la passione hanno
vinto, regalandoci un qualcosa
che resta davvero difficile traslare su queste pagine. Non nego
che soltanto a mente lucida si
riesce ad assaporare quel gusto di
successo e di soddisfazione, sopraffatti dalla tensione e dalla
preoccupazione che fino
all’ultima serata ci hanno assaliti,
combattuti e frastornati tra mille
problemi e mille pensieri. Solite
corse, soliti imprevisti e soliti
comportamenti inspiegabili ai
quali oramai siamo più che abituati. Attimi che diventano indelebili come l’incontro con Enrico
Capuano, un signore della musica italiana, grande artista ma
soprattutto grande uomo e poi, la
Riserva Moac, un gruppo
“schivo” ma incredibilmente
coinvolgente e senza dubbio professionale, per non parlare dei
Sei Ottavi che sono andati a sostituire i Ciao Rino (una delusione senza precedenti il loro forfait) che hanno finalmente
“portato” la serata di domenica ai
livelli di quelle del venerdì e del
sabato. I gruppi cosiddetti
“spalla” hanno dimostrato che le
scelte fatte qualche mese prima
dopo una lunga riflessione, erano
più che azzeccate, disarmante,
infatti, l’esibizione dei Verbamanent e dei Red Rush, che ci hanno per l’ennesima volta dimostrato, che la bravura non dipende assolutamente da un budget. Il
vino, finalmente, ha ricevuto più
lodi che critiche e ha dato, come
al solito, un tocco di magia al
tutto (etilometri a parte e su questo non vado oltre per non rischiare querele). Il campeggio ha
funzionato, raccogliendo più di
60 tende e dando la possibilità a
tanti ragazzi di non cadere nella
legge che andrebbe sicuramente
rivista. Un occhiolino ricevuto
dal “tempo buono” e gli ingredienti magistralmente mescolati,
hanno reso In Vino Veritas 2008
un evento storico che resterà nei
nostri ricordi come qualcosa di
incredibile. Forse non tutti sanno
che l` organizzazione della festa
richiede almeno tre mesi di frenesia spasmodica, dove, nella
maggior parte dei casi, bisogna
rinunciare totalmente al proprio
tempo libero e se non lo si ha a
disposizione, bisogna sfruttare
tutti i ritagli di tempo possibili e
non. In questo arco di tempo,
sono molte le decisioni che vanno prese, a partire dalla musica
fino ad arrivare agli stand gastronomici, dalla ricerca degli sponsor senza i quali sarebbe dura
organizzare il tutto, alla scelta
dei vini. C`e` la lotteria, le maglie da realizzare, i volantini da
preparare...C`e` l`ENEL che per
un disguido quest`anno ci ha
quasi lasciati senza energia elettrica, c`e` la S.I.A.E, ci sono i
permessi da richiedere (suolo
pubblico, somministrazione cibi,
ecc...ecc...), ci sono tutti i generi
alimentari da “pronosticare” e da
comprare. C`e` la pubblicita` da
“studiare” e da realizzare,
(giornali, siti internet, manifesti,
volantini), grazie alla quale, il
nome di In Vino Veritas e di
Riofreddo sono giunti sulle onde
radiofoniche di Radio Rock e
Radio Rock Italia. Chiuso il cerchio, resta lo stand da montare,
palco per le botti compreso. Naturalmente, bisogna fare il possibile per cercare di rientrarci con
le spese e grazie ad un`analisi
dettagliata dell`edizione precedente, quest`anno finalmente, ci
siamo riusciti. Eppure, ogni volta, sembra di rivedere lo stesso
film. Indimenticabili le serate
precedenti alla festa “intrise di
colla e manifesti”, momenti utili
anche a rinsaldare, semmai ce ne
fosse il bisogno, una grande amicizia. Stupefacente la sopportazione nei momenti in cui, a giro,
a qualcuno saltano i nervi...coscienti che prima o poi
tocca a tutti. Psicologia pura! A
questo punto, credo sia lecito
partire con i ringraziamenti, beh
si, sono d’obbligo! Ringrazio di
cuore quel pizzico di follia che
continuiamo a portarci dentro
nonostante l’incalzante passare
degli anni. Ringrazio la sopportazione e la pazienza dei nostri
genitori che corrono al nostro
richiamo sempre e comunque e
che hanno ancora la forza di continuare a difendere la nostra idea.
Ringrazio tutte quelle persone
che lavorano nell’ombra, i ragazzi dello stand che specialmente
nella serata di sabato hanno fatto
gli straordinari e tutti coloro che
ci hanno regalato quel semplice
sorriso di approvazione che a
volte conta più di ogni cosa. Ringrazio infine la musica, vero
motore di In Vino Veritas e la
presenza costante e insostituibile
di due colonne di questo “circo” :
Roberto e Alessandro, senza i
quali, tutto questo non esisterebbe. Il sipario di questa VI Edizione di In Vino Veritas si è chiuso
tra larghi consensi e complimenti
a valanga, sono le 4 del mattino
del` 8 Settembre….. che grande
invenzione il letto! Il tempo di
“riassemblare” idee e membra,
qualche giorno di assoluto riposo
soprattutto mentale e...si riparte
con la 24a Edizione della Festa
della Castagna prevista, come
ogni anno, per il 01 Novembre.
Tanto per gradire, iniziamo con
una massiccia pubblicità, soprattutto via Internet e incrociamo
fin da subito le dita contro il maltempo, vero nemico storico di
questa manifestazione. Un solo
obiettivo unanime: “quest`anno
si fa a costo di rimandarla al 02”.
Torna quel “se” incalzante…
Proporre la polenta come primo
piatto è stata un’idea azzardata,
tornano i dubbi e le ansie. La
settimana che precede la Festa è
dal punto di vista meteorologico
catastrofica. Piove a dirotto, ci
risiamo… Il 31 mattina montiamo lo stand schivando la solita
pioggia e la sera prepariamo sacchetti di castagne tra risate e pronostici improbabili, poi… tutti a
letto, domani sarà una giornataccia! Ci svegliamo il 01 Novembre ( a dir la verità mi chiama
Roberto al cellulare e con una
risata quasi isterica mi fa
“scendi, non c`e` più lo stand”, lo
mando a quel paese, pensavo al
solito scherzo idiota per buttarmi
giù dal letto, ma poi la sua insistenza mi convince. Lo stand era
effettivamente aggrovigliato su
se stesso. “ma che c`e` cascata
una bomba ?” mi chiedo sconsolato, nel frattempo arriva Vincenzo e la sua esclamazione non è
definibile...Roberto sorride ancora…io pure. Gambe in spalla, si
rimonta tutto… e poi? Piove.
Quel “se” è sempre li…
Comincio anche ad ascoltare una
voce che mi circola per il cervello che tenta di dirmi “ma chi te lo
fa fare?”, la anniento, non ho
tempo di rispondere. Il telefono
squilla incessantemente, “si fa o
no la festa?” bella domanda. “Ci
vorrebbe una palla di vetro”,
penso, peccato non sia in commercio… Il bello è che alla gente
devi rispondere subito, non è un
quiz a tempo, quindi decidiamo
di rischiare e la risposta è...“si, la
festa si fa sia oggi che domani”,
alla faccia della jella! Rimontiamo (quasi) tutto, 3 o 4 gazebo
sono praticamente da buttare,
amen e grazie per tutte le battaglie! Le mille chiamate scaricano la batteria del cellulare e scendo a casa per prendere il caricabatteria… Eppure qualcuno arriva…Piazza del Mercato è piena,
mah…Ho la sensazione che stanno per assaltarci. Chiamo Roberto, “fai organizzare tutti”,
mezz’ora di tempo e la fila arriva
al Museo. Indispensabile la presenza di gente esperta in cucina
senza la quale di quest’ avventura, porteremmo ancora i “segni”.
Il pomeriggio scorre tranquillo,
come la giornata di domenica
che registra in ogni caso una
buona presenza di visitatori nonostante la festa si sarebbe dovuta tenere soltanto il 01. Tutto è
bene quel che finisce bene…
però, a pensarci bene c’è ancora
quel “se” a battere in testa. Il
“se”, è in qualche modo un bivio,
una probabilità, una previsione e
alla fine si trasforma inevitabilmente in una scelta. Il 2008 è il
terzo anno che questo gruppo di
“dissidenti” gestisce la Pro Loco,
Pagina 12
il mandato scadrà a dicembre,
poi si ripartirà con elezioni e
rinnovo del Consiglio Direttivo.
Stiamo valutando il tutto. Stiamo
tentando di riacchiappare
quell’entusiasmo che a volte
scivola via distratto dai problemi
di vita quotidiana che ogni essere mortale ha. Non è facile, anzi,
non lo è per niente. Voglio muovere qualche critica, (non sarei
me stesso altrimenti) mettendo
sulla bilancia ciò che ritengo
giusto e che puntualmente non
avviene. Per realizzare feste come In Vino Veritas o la Festa
della Castagna, occorrono tempo
e costanza. “Solo” quello. Non si
può continuare ad organizzare in
3-4 persone. Sono più di sei anni
che organizziamo eventi e più o
meno tutti sappiamo le mille
cose che ci sono da fare. Constatato ciò, è evidente che abbiamo
l’esigenza di inserire nel gruppo
anche ragazzi più giovani per
proseguire questo “discorso”.
Abbiamo l’esigenza di essere
supportati da chi ha attività commerciali nel nostro paese e che
“gode” non poco della presenza
di tanta gente che arriva grazie
alle nostre manifestazioni… se
poi vogliamo continuare a tenere
gli occhi bendati e a far finta di
niente, prego, fate pure. Di certo
non è un obbligo, per carità, ma
semplicemente una questione di
coscienza (e di convenienza?),
basterebbe soltanto riflettere per
capire che continuando ad estremizzare il tutto, questa organizzazione cadrà inevitabilmente e
di certo non vedremo più arrivare
nel nostro paese migliaia di persone che vanno a quintuplicare il
numero degli abitanti. A proposito di sostegno, colgo invece
l’occasione per ringraziare, ancora una volta, tutti gli sponsor che
“pesano” non poco sulla realizzazione delle nostre iniziative. Allo
stato attuale delle cose non so se
è il caso di continuare a combattere contro i mulini a vento, bisognerà prima sciogliere quel “se”
che torna sempre a far capolino
sulle nostre scelte. Guai se non ci
fermassimo a riflettere sul passato e soprattutto sul futuro, tralasciando sogni e ambizioni. Sul
piatto di quella bilancia devo
inevitabilmente metterci anche
l’ipotesi di non far più parte di
LE ASSOCIAZIONI
questo Direttivo, ne approfitto
quindi per ringraziare
l’Amministrazione Comunale
che ci è stata vicina in questi
anni con la realizzazione della
famosa “casetta” (che spero venga ripristinata il più presto possibile), con la ristrutturazione dei
locali Pro Loco e con i futuri
lavori sul piazzale Ricciotti Garibaldi che garantiranno, tra le
altre cose, un`accoglienza decente a tutti i visitatori. Devo ammettere che purtroppo Riofreddo
è un paese che presenta delle
grosse lacune sul piano delle
strutture pubbliche adibite
all’organizzazione di feste ed
eventi e che possano raccogliere,
soprattutto nel periodo invernale
o comunque in caso di maltempo, un corposo numero di persone. Spesso ci viene chiesto di
organizzare feste di carnevale, il
capodanno, sagre invernali, il
tutto resta un’utopia proprio per
la mancanza di strutture adeguate
e credo che sia arrivato il momento di cominciare a pensare a
questa esigenza (sognare non
costa nulla…). Basterebbe così
poco per continuare a portare
Riofreddo sulla bocca di tanta
gente che un pò di amarezza mi
attanaglia. Al solo pensare che
tutto ciò possa finire, ho la sensazione che abbiamo comunque
lasciato le cose a metà. Ma poco
posso e possiamo farci. Le grandi
iniziative si realizzano con la
presenza e la partecipazione di
tutti . Le chiacchiere, come ho
già scritto, non servono a nessuno e soprattutto non portano a
niente e allora invece di ascoltare
le solite frasi “quanno facete le
sagre piove sempre” preferirei
ascoltare soprattutto nei momenti
di difficoltà, frasi del tipo “serve
aiuto?”. Ma e’ facile rendersi
conto che parlare è sicuramente
meno dispendioso del “fare”. Ci
resta da affrontare l’ultima manifestazione del 2008, il nostro
fiore all’occhiello per le sensazioni e le soddisfazioni che ci ha
regalato fin dalla sua prima edizione : “Con gli occhi di un bambino”, la raccolta di beneficenza
che quest’ anno è dedicata a Gloria e Sophia le sfortunate gemelle
che stanno lottando per un futuro
dignitoso e il più possibile
“normale”. Le bambine sono già
in America e molti paesi, anche
limitrofi, stanno contribuendo al-
Anno 1-n° 1
la realizzazione di questo sogno.
Spero infine, ma senza illudermi
troppo, che questo articolo faccia
in qualche modo riflettere molte
persone e non crei ruggine e dissapori insensati. Bisogna riprendere l’abitudine di dirsi le cose in
faccia, senza mezzi termini e
senza inutili giri di parole. Il dialogo, credo sia l’unica medicina
che può guarire questa strana
apatia che si sta sempre più abbattendo sul nostro piccolo borgo
e sono convinto che se cede il
gruppo attuale della Pro Loco,
rivivremo diversi anni di buio
totale e di noia allo stato più puro
di quello attuale. Non smetterò
mai di ribadire che questa Associazione è aperta a tutti, giovani
e anziani, purchè chi ne entri a
far parte tenga bene in mente che
il fine ultimo e lo scopo di questa
“banda” resterà comunque quello
di portare alto il nome del paese
e la voglia mai doma di condividere momenti di serenità e di
divertimento. “Ho trovato le mie
ali nella terra in cui vivevo, senza perdere la testa dietro i sogni
che perdevo. Senza fari a illuminare ho raccolto tutti i si e di che
essere felice adesso io lo trovo
qui”. Buona vita.
Giorgio Bernardini
Vino Veritas 2008
Rivus Frigidus
LE ASSOCIAZIONI
Pagina 13
Come nasce uno spettacolo teatrale ? (2a Parte) E' una genesi lunga e una folgorazione. Nella prima parte avevo parlato
delle Scelta della commedia e
delle Prove. Ora passiamo agli
altri punti.
I costumi
La scelta dei costumi non è sempre semplice. A seconda del tipo
d i
c o m m e d i a
e
dell’ambientazione si valuta che
tipo di costumi indossare. Le
difficoltà maggiori le troviamo
quando le commedie sono ambientate in secoli precedenti al
nostro quando i vestiti erano
“esagerati”. In questo caso quasi
sempre ( a meno che non si disponga di tanti soldi per affittarli) entrano in campo le “nostre
sarte” che si prodigano alla realizzazione di questi costumi sempre con risultati eccellenti. Per
gli spettacoli più “attuali” invece,
dopo aver individuato il periodo
e la tipologia di costumi desiderati, ci arrangiamo con ciò che
abbiamo nel nostro magazzino e
con quello che riusciamo a trovare. Va comunque fatta attenzione
ai colori che si scelgono evitando
la preponderanza di una sola
tinta o tonalità, a meno che non
si tratti di un effetto voluto. In
base al vestito si scelgono poi gli
accessori (borse, scarpe, cappelli,
ecc) ovvero tutto ciò che serve a
completare il costume di scena.
trasporto e deve potersi adattare
alle dimensioni dei diversi spazi
teatrali che si possono trovare.
Non è sempre semplice
“costruire” scenografie che rispondono adeguatamente a tutti
questi requisiti. Insieme alla scenografia possiamo associare
l’oggettistica di scena, ovvero
tutti gli oggetti presenti in scena
che servono per una determinata
azione dei vari personaggi. Non
si tratta di oggetti propri dei personaggi (come borse, bastoni,
ventagli ecc.)ma di oggetti d’uso
comune come piatti, vasi, tovaglie e così via. Si tratta di oggetti necessari, a volte indispensabili al funzionamento della storia
che si va a raccontare.
U tonitu de marzu agosto 2008.
La prova generale
Eccoci arrivati a uno o due giorni
prima del debutto dello spettacolo in pubblico. La’opera è pronta,
la memoria c’è, i costumi e le
musiche ormai sono decisi, gli
oggetti tutti scelti, la scenografia
è solo da montare. Comincia ad
arrivare un po’ di ansia, quella
strana sensazione che ci accompagnerà fino alla sera della prima
aumentando piano piano fino a
diventare adrenalina pura al
La scenografia
La scenografia solitamente deve
rispondere a determinate esigenze di spettacolo. Oltre a raccogliere lo spazio scenico deve
essere funzionale e coerente con
l’ambientazione temporale. La
scenografia deve essere leggera,
pratica, non ingombrante perché
deve rispondere a esigenze pratiche quali il montaggio o il
Le musiche
Non sempre necessarie ma sicuramente quasi sempre di grande
effetto le musiche sono molto
importanti in uno spettacolo teatrale. Le musiche possono determinare gli stati d’animo dei personaggi, possono sottolineare
l’importanza o caratterizzare una
scena; possono riempire scene
“mute” mettendo in risalto solo i
movimenti. Le musiche spesso ci
aiutano all’inizio di ogni atto per
l’entrata in scena dei personaggi
e soprattutto ci accompagnano al
termine dello spettacolo fra il
buio finale e l’inizio dei ringraziamenti. Anche la scelta della
musica necessita
particolare
attenzione soprattutto riguardo al
periodo di ambientazione, alla
velocità di esecuzione, al ritmo e
alla tipologia di spettacolo. La
musica se c’è deve adattarsi al
testo e alla rappresentazione.
momento del “merda, merda
merda” (e questo e quello che
normalmente si dice prima di
cominciare, quindi concedetemelo). La prova generale è un momento molto importate soprattutto per le compagnie teatrali come
la nostra che non provano quasi
mai sul palco dove poi andranno
a mettere in scena il loro lavoro.
Rappresenta più che altro il momento per adattare i propri movimenti allo spazio scenico, per
“prendere le misure” per calibrare i movimenti e soprattutto per
provare entrate e uscite. Se le
luci sono già montate la prova
generale è anche il momento per
provare l’impianto e direzionare i
faretti (noi solitamente facciamo
questa operazione sempre di fretta il giorno stesso della prima).
Quindi la prova generale è un
momento di rifinitura, raramente
vengono apportati grandi cambiamenti; spesso e volentieri
viene effettuata in “modalità
sussurrata, in particolar modo
quando il palcoscenico è
all’aperto e quindi possono capitare degli spettatori inattesi.
La prima
Dopo mesi e mesi di lavoro arriva il fatidico giorno, “il giorno
del giudizio del pubblico” la tensione sale alle stelle.
L spettacolo comincia alle 21:00.
ORE 16:00. Appuntamento “in
teatro” (l’estate in piazza) perché
c’è ancora tanto da lavorare, vengono controllati i costumi, gli
accessori, gli oggetti di scena,
viene montata la scenografia,
provati l’impianto audio e le luci.
ORE 17:30. Inizia a sentirsi la
pressione, i lavori procedono ma
il tempo sembra scorrere più
velocemente.
ORE 18:15. Arrivano gli ultimi
attori, tutti sono in fermento.
Bisogna ricontrollare tutto di
nuovo nei minimi particolari.
ORE 19:00. I primi spettatori
iniziano a riempire la sala, armati
di panini e giacche per occupare i
posti (cosa che non andrebbe mai
fatta).
ORE 19:30. Il pubblico aumenta
e ci sono ancora le luci da siste-
mare; inizia la fase di “trucco e
parrucco” per una parte della
compagnia mentre l’altra parte
continua a sistemare la scena e la
sala.
ORE 20:00. Manca solo un’ora
all’inizio dello spettacolo, la sala
è ormai quasi piena, i posti a
sedere stanno per terminare,
l’ansia cresce!
ORE 20:45. Il pubblico ha riempito la sala e inizia a farsi sentire.
Dietro le quinte fervono i preparativi, gli attori sono quasi tutti
pronti.
ORE 21:00. Dietro le quinte tutto
pronto, in sala gli spettatori continuano ad arrivare e si decide la
solita attesa di 15 minuti per permettere a tutti di arrivare e sistemarsi.
ORE 21:10. Il pubblico rumoreggia, partono applausi spontanei e
richieste di inizio, una voce fuori
campo annuncia ancora cinque
minuti di attesa.
ORE 21:15. Da dietro le quinte si
sente un lontano e fievole mer..,
mer.., mer… . Piccola presentazione di routine con solite raccomandazioni, le luci di scena si
abbassano fino creare il buio
totale, il pubblico in sala lentamente raggiunge il silenzio, parte
una musica di sottofondo, si alzano le luci… il resto poi lo conoscete tutti! Buono spettacolo a
tutti da:
Matteo Rinaldi
Pagina 14
LE SCUOLE
Anno 1-n° 1
Tante mani per …………. la pace Già da qualche anno nel nostro
Istituto è in corso di attuazione
un progetto denominato “Arca Di
Pace” che ha come obiettivo fondamentale
avviare i ragazzi
verso una cultura di integrazione
e collaborazione con altri paesi
attraverso la manifestazione di
sentimenti di pace e solidarietà
nei riguardi di contesti sociali
appartenenti a popolazioni emarginate e deboli. L’interesse sociale e culturale degli obiettivi
perseguiti nonché il coinvolgimento di più ordini di scuola e
fasce di età hanno determinato
l’is criz ione del progetto
all’interno di un programma ministeriale più ampio denominato
“LA PACE SI FA A SCUOLA”
e inoltre l’inserimento
dell’Istituto Comprensivo di Arsoli nelle scuole UNESCO.
La prima parte del percorso ha
previsto incontri con esponenti
delle varie associazioni e rappresentanti dei vari stati per individuare il paese più vicino alle
nostre realtà e con il quale avviare i rapporti di gemellaggio. Dopo un attento esame la scelta è
caduta su uno stato asiatico il
Nepal ed è stata individuata una
scuola situata nella parte più
montuosa dello stato Dunai (a
circa 4000 m. di altezza).
L’Istituto Comprensivo di Arsoli
si è impegnato a sostenere questa
scuola collocata in una zona tanto povera con attività finalizzate
alla raccolta di fondi da destinare alle varie esigenze ;inoltre a
scambiare notizie , abitudini,
hanno voluto sporcarsi con i vari
colori in un clima di allegria e
interesse spontaneo. Con tutte le
mani stampate abbiamo poi realizzato un bellissimo e colorato
cartellone che voleva rappresentare la bandiera della pace......
Il tema più rilevante affrontato è
stato però quello che ha riguardato la scoperta di un documento
importantissimo per tutti i bambini del mondo e che espone i
“Diritti dell’Infanzia”..... un lavoro portato avanti insieme alla
prima classe della scuola Primaria. Non è stato facile presentare
a bambini di 5 e 6 anni il contenuto della Convenzione Internaconoscenze, usi e tradizioni attra- zionale sui Diritti dell’Infanzia, u
verso i mediatori culturali che n documento ben scritto da
hanno fatto da tramite nonché
comunicando direttamente con
bambini e insegnanti attraverso
uno
scambio
di
lettere .Quest’anno la scuola di Riofreddo in particolare Infanzia e
Primaria si è inserita nel percorso del progetto in forma più ampia degli scorsi anni scolastici;
infatti mentre in passato ci eravamo limitati alla raccolta di fondi
da destinare ai bambini della
scuola di Dunai attraverso
l’allestimento di un mercatino
finale, quest’anno siamo intervenuti affrontando temi importanti
ed attuali. Scoprire i cinque continenti e le caratteristiche somatiche dei vari abitanti è stato il
primo passo nel nostro percorso;
i bambini si sono divertiti a dise- adulti e ratificato da ben 190
gnare e colorare secondo le indi- paesi del mondo…. Complicato
cazioni e le spiegazioni delle per bambini tanto piccoli cominsegnanti. La stampa delle mani mentare i vari argomenti , fatifatta con i colori della Pace è coso anche con l’aiuto delle insestata la fase più divertente; tutti gnanti; abbiamo pensato perciò
di semplificare il percorso con la
rielaborazione grafico pittorica
dei contenuti. Ci siamo divertite
a spiegare i vari diritti attraverso
storielle semplici calate nella
realtà dei piccoli; ciascuno ha
avuto modo di comprendere,
commentare raccontare e quindi
rielaborare il tutto graficamente
personalizzando ciascun elaborato con la propria creatività. Il
prodotto finale è stato la realizzazione di un libretto contenente i
principali Diritti dei Bambini
illustrati e commentati da tutti.
Con il mercatino allestito insieme alla scuola Primaria abbiamo
incassato circa €1.200,00 che
abbiamo inviato ai bambini di
Dunai.....
Rosa Conti
DAL PROSSIMO
NUMERO…...
troverà spazio su questa pagina
una nuova rubrica dal titolo
“ Piccoli consigli per un mondo
migliore”, ideata dal C.d.R.,
vedrà impegnati gli alunni delle
classi V elementare, I, II e III
media, le quali nel predetto ordine esprimeranno le loro idee per
rendere il nostro mondo più
vivibile e più bello.
Sarà lasciato liberamente ai ragazzi il compito di decidere gli
argomenti e a noi adulti
l’impegno ad ascoltarli e valutarli.
Rivus Frigidus
MEMORANDUM
Pagina 15
Notizie in Breve - Notizie Utili - Manifestazioni - Curiosità
In questa pagina del memorandum
abbiamo voluto dare spazio alle
iniziative che attualmente sono in
corso di svolgimento a Riofreddo,
iniziative sportive che stanno riscuotendo un grande successo in
termini di partecipazione e gradimento. Il tutto grazie alla grande
professionalità degli istruttori che
sapientemente miscelano l’attività
fisica con il piacere di stare insieme.
CORSO DI HATHA YOGA insegnante Astrid 349-5890143
GIORNI E ORARI :
Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì con orario 18:15/20:00
PRESENTAZIONE :
Lo yoga è un arte antica le cui origini si perdono nell’antichità. Le più antiche testimonianze risalgono al 3000 a.C. circa. Lo yoga è una
forma di esercizio basato sulla convinzione che il corpo ed il respiro sono intimamente connessi con la mente. La parola yoga significa
unione; l’unione del corpo con la mente con il Sé individuale. Hatha vuol dire HA = sole THA = luna : gli aspetti positivi e negativi /
maschili e femminili del nostro essere. Hatha-yoga è un cammino verso l’equilibrio e l’unione degli opposti. Nello yoga si fanno esercizi
di respirazione ( Pranayama ), esercizi fisici ( Anana ), esercizi di meditazione e rilassamento. Le posture dello yoga coinvolgono tutte le
parti del corpo esercitando e tonificando i muscoli e le articolazioni, la colonna vertebrale e l’intero sistema scheletrico rendendo il corpo
forte ed elastico. Queste posizioni non lavorano soltanto nelle strutture del corpo, ma anche sugli organi interni, le ghiandole ed il sistema
nervoso. Contribuendo a mantenere l’organismo in salute. Inoltre liberano grandi risorse energetiche tramite il rilassamento fisico e mentale. Gli esercizi di respirazione yoga, rivitalizzano il corpo e aiutano a controllare la mente infondendo calma, mentre la concentrazione e
la meditazione danno maggior chiarezza e aumentano la capacità mentali. Lo yoga depura il corpo e lo libera da malattie e tossine, conseguenze di uno stile di vita irregolare, di abitudini non salutari e di posture scorrette. La pratica costante restituisce forza e vigore al fisico e
corregge disfunzioni fisiche, fisiologiche e psicologiche, inoltre ha un impatto positivo sulle conseguenze di stress e malattie. Lo yoga può
essere praticato da tutti indistintamente.
CORSO DI GINNASTICA POSTURALE insegnante Erika 347-6480267
GIORNI E ORARI :
Mercoledì con orario 16:00/17:00 o 17:00/18:00, Venerdì con orario 16:15/17:15 o 17:15/18:15.
PRESENTAZIONE :
La ginnastica posturale è un valido strumento per riequilibrare le tensioni muscolari anomale dovute sia alla carenza di movimento
“sindrome da disuso”, sia da una attività sportiva esasperata. Tutto ciò si tramuta in una efficace azione di prevenzione nei confronti degli
infortuni e verso una economia del sistema, rivolto ad un aumento della performance. Come ultimo scopo, la rieducazione dell’allievo che
imparerà a gestire il proprio corpo in modo cosciente ( con movimenti correttamente eseguiti ), per poter poi proseguire autonomamente il
programma di mantenimento.
BALLI DI GRUPPO insegnanti Manuela 333-8526685 e Livio 338-9918480
GIORNI E ORARI :
Giovedì con orario 21:00/22:00.
PRESENTAZIONE :
L’ Associazione Culturale “Manu Dance” con sede in Via delle Selve s.n.c. Agosta (Rm) organizza da anni corsi di ballo “LatiniAmericani”, “Salsa-bachata”, “Standard”, “Tango Argentino” oltre ovviamente a corsi di “Balli di gruppo” come quello già in svolgimento a Riofreddo. L’Associazione offre quindi la possibilità di organizzare altri corsi nelle discipline sopra elencate semplicemente contattandoci.
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ATTI UFFICIALI
Anno 1-n° 1
Delibere del Consiglio Comunale
Sede: Riofreddo (RM)
Via C. Garibaldi N° 6
Delibera C.C. n. 7
Del 29 Maggio 2008
Comitato di Redazione:
Rainaldi Roberto (Presidente)
Bernardini Giorgio
Nunzi Sara
Rinaldi Matteo
Rota Fausta
Vasselli Marianna
Direttore Editoriale:
Tonino Meloni
Questo giornale stampato in 500 copie
sarà distribuito
gratuitamente a tutte le famiglie
di Riofreddo
La responsabilità degli articoli è dei
singoli autori.
La collaborazione a questa
pubblicazione è da considerarsi del
tutto gratuita e non retribuita.
Nr. 14 del 25 Luglio 2008:
Modifica alla deliberazione nr. 7/CC del 29 Maggio 2008 ad oggetto: esame ed approvazione statuto e regolamento de “il notiziario” di informazione comunale.
Nr. 15 del 25 Luglio 2008:
Esame ed approvazione regolamento comunale per la cremazione, dispersione e affidamento delle ceneri.
Nr. 16 del 25 Luglio 2008:
Esame ed approvazione schema di convenzione tra il Comune e la società Viotti srl per il
ricovero, mantenimento e cura dei cani.
Nr. 17 del 29 Luglio 2008:
Osservazioni al PTPR (piano territoriale paesistico regionale).
Nr. 18 del 26 Settembre 2008:
Ratifica deliberazione di Giunta Comunale nr. 67 del 1 Settembre 2008 “variazione al bilancio del corrente esercizio finanziario ed al pluriennale 2008/2010”.
Nr. 19 del 26 Settembre 2008:
Esame ed approvazione conto del bilancio esercizio finanziario 2007.
Nr. 20 del 26 Settembre 2008:
Ricognizione sullo stato di attuazione dei programmi e salvaguardia degli equilibri di bilancio (art. 193 del D. L.vo 267/2000).
Nr. 21 del 26 Settembre 2008:
Nomina componenti del consiglio dell’unione dei comuni “MedAniene”.
Nr. 22 del 26 Settembre 2008:
Esame ed approvazione nuovo Statuto Comunale.
Delibere della Giunta Comunale
Nr. 57 del 23 Giugno 2008:
Rideterminazione dotazione organica e fabbisogno triennale del
personale.
Nr. 58 del 23 Giugno 2008:
Atto di indirizzo all’Ufficio Tecnico Comunale per relazione istruttoria ed osservazioni al P.T.P.R..
Nr. 59 del 23 Giugno 2008:
Adeguamento tariffe concessioni colombai cimiteriali.
Nr. 60 del 23 Giugno 2008:
Piano Provinciale di riorganizzazione della rete scolastica - anno
scolastico 2009/2010.
Nr. 61 del 17 Luglio 2008:
Rinnovo attività gestionale del Museo delle Culture Villa Garibaldi,
associazioni Areò e Reduci Garibaldini.
Nr. 62 del 17 Luglio 2008:
Atti di indirizzo all’ufficio Tecnico Comunale per adempimenti L.R.
nr. 6/2005, art. 4.
Nr. 63 del 17 Luglio 2008:
Contributi estate riofreddana 2008.
Nr. 64 del 17 Luglio 2008:
Lavori di manutenzione edificio Villa Garibaldi. Approvazione
proggetto e devoluzione mutuo.
Nr. 65 del 01 Settembre 2008:
Approvazione della relazione illustrativa dei dati consuntivi
dell’esercizio finanziario 2007.
Nr. 67 del 01 Settembre 2008:
Variazioni al bilancio del corrente esercizio finanziario ed al pluriennale 2008/2010.
Nr. 68 del 01 Settembre 2008:
Assegnazione borse di studio anno scolastico 2007/2008.
Nr. 69 del 01 Settembre 2008:
Assegnazione fondi per rimborso spese acquisto libri di testo anno
scolastico 2007/2008.
Nr. 70 del 01 Settembre 2008:
Rimborso spese per celebrazioni matrimoni nei locali Comunali.
Nr. 71 del 01 Settembre 2008:
Atto di indirizzo all’Ufficio Tecnico Comunale per lo sviluppo dei
progetti obiettivi.
Nr. 72 del 01 Settembre 2008:
Integrazione salariale Sig.ra Mari Wilma.
Nr. 73 del 03 Ottobre 2008:
Ricorso al T.A.R. Lazio nr. 9232/2006 da parte della società Eco
House srl contro la Regione Lazio ed il Comune di Riofreddo.
Nr. 74 del 03 Ottobre 2008:
Impignorabilità somme a destinazione specifica II° semestre 2008.
Nr. 75 del 03 Ottobre 2008:
L.R. nr. 15/2002. richiesta contributo per la realizzazione di un
campetto polivalente.
Nr. 76 del 03 Ottobre 2008:
Approvazione modalità di svolgimento di uno stage formativo per lo
studente universitario Simone D’antimi.
Nr. 77 del 17 Ottobre 2008:
Approvazione atto di transazione contenzioso arch. Bruno Migliari.
Nr. 78 del 17 Ottobre 2008:
Concessione contributo al centro anziani per l’organizzazione della
“giornata dell’anziano”
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rivus frigidus nr 1 - Comune di Riofreddo