CONSIGLIO PROVINCIALE DI MILANO
Processo verbale dell'adunanza del 24 settembre 2003
Addì, ventiquattro settembre duemilatre, in Milano, nell'Aula consiliare di via Vivaio n. 1, si
è riunito il Consiglio provinciale per la trattazione degli argomenti iscritti all’Ordine del Giorno
ordinari e supplementari dall’uno al trentuno, diramati in data 9, 16, 23, 30 gennaio, 6, 13, 25,
28 febbraio, 13, 20 marzo, 3, 10, 15 aprile, 8, 22, 29 maggio, 5, 12, 19, 26 giugno, 3, 10, 17, 22
luglio e 18 settembre 2003 con atti provinciali n. 3224/2931/99.
A norma dell'art. 34 dello Statuto, la Presidenza dell'adunanza viene assunta dal Presidente
del Consiglio provinciale, Dr. Roberto Caputo.
Partecipa alla seduta il Segretario generale della Provincia, Dott. Salvatore Corrado.
Alle ore 17.30, il Presidente del Consiglio invita il Segretario a procedere all'appello
nominale dei presenti.
Rispondono all'appello i seguenti ventiquattro Consiglieri:
Caputo Roberto
Accame Pietro
Bonasegale Piero
Caccavale Felice
Clerici Michele
Clerici Roberto
Cremaschi Gian Luigi A.
Dapei Bruno
De Simone Mauro
Di Valerio Marco
Elli Enrico
Fanchin Claudio
Fratus Gianbattista
Gavazzi Attilio
Giordano Francesco
Giuliante Luca
Gussoni Maurizio
Menegatti Angelo
Morelli Mario
Nitti Fabio
Nucci Flavio
Occhionorelli Camilla
Turci Massimo
Vitali Gian Mario
Sono assenti giustificati i Consiglieri Malinverno e Tamberi.
Sono altresì presenti gli Assessori provinciali: Cocchiaro, di Tolle e Volontè.
Constatato che l’adunanza è valida per legalmente deliberare, il Presidente del Consiglio,
dichiara aperta la seduta e così si esprime: “Mercoledì primo Ottobre dovremo fare un
Consiglio straordinario, quello chiesto da tredici Consiglieri provinciali, dedicato alla società
Serravalle, quindi viene annullata la seduta doppia, si fa in seduta singola; riceverete comunque
una comunicazione in merito.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
ARGOMENTO N. 64 DELL’ORDINE DEL GIORNO – Approvazione definitiva del Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale ai sensi dell’art. 3 comma 34 della L.R. 5/1/2000 n.
1.
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Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Foglia, Borgio, Cipolla, Jean, Matteucci, Mezzi,
Ortolina e Radice. (presenti 32)
Assessore di Tolle: “Volevo fare una proposta ed una precisazione metodologica.
Nel corso dell’esame – anche per chiarire qualcosa, forse ieri sera l’ho detto in maniera meno
chiara – degli emendamenti, al di là della situazione tecnica dell’emendamento in questione,
emergono degli argomenti, dei temi di lavoro.
Su una serie di emendamenti di quelli che stiamo discutendo, cioè dell’opposizione blocco dei
135 emendamenti che io ieri sera chiamavo riproposti, ci sono alcune tematiche sulle quali io,
come Assessore “motu proprio”, (cioè non perché c’è un fatto formale che mi dice che lo devo
fare), ho, facendo un esame di coscienza, verificato la possibilità di approfondire il tema che
nell’emendamento è riportato e a questo punto magari portare una proposta che può essere
valutata dal Consiglio e che con un escamotage tecnico, cioè chiamandolo sub emendamento
all’emendamento, potrebbe essere un oggetto che trova poi la maniera di dare una risposta nei
fatti e non solo di forma ad alcune questioni.
Siccome il lavoro è in corso ed il primo è il 6, vi proporrei, se siete d’accordo, che man mano,
quando li incontriamo, io vi propongo uno stralcio, nel senso che li mettiamo in coda a quelli
che intanto discutiamo, in modo da poter avere un pacchetto di discussione unico in tutto questo
argomento.
Credo, per domani mattina o pomeriggio, di avere finito, già domani di poter affrontare un po’
il tema in termini generali.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n. 7 -Relazione
Assessore di Tolle: “Il 7 è la proposta di eliminare dal testo della relazione la parte che riguarda
il centro di rilevanza sovraccomunale Milano Centro per la moda ed il designer di Garibaldi e
Repubblica.
E’ un emendamento identico al 14/2002, che fu respinto.
Qui aggiungo un’altra precisazione: quando faccio riferimento al concetto di respinto, intendo
dire che il Consiglio, quando ha esaminato quel tema nel 2002 si era espresso in senso contrario
alla proposta che veniva fatta nel merito dell’emendamento.
Tuttavia, alla stregua della situazione di oggi, questo progetto, inserito nel Piano Territoriale e
concertato con il Comune di Milano, la valutazione che è stata data dal Consiglio all’epoca mi
trova consenziente anche oggi.”
Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Angiuoni, Casati e Pizzarelli. (presenti 35)
Consigliere Matteucci: “Noi l’abbiamo riproposto, perché pensavamo e pensiamo che una
riflessione un po’ più seria, al di là della legittima volontà politica che l’Assessore di Tolle ed
eventualmente il suo alter ego comunale, immagino, l’Assessore Verga, abbiano ulteriormente
verificato la volontà di andare avanti su questo progetto, perché, per quello che si legge anche
nella cronaca politica, culturale e cittadina di Milano, ci risulterebbe che non vi sia questa
grande richiesta e forze imprenditoriali ed economiche che in qualche modo si muovono
all’interno di questo ambito, che abbiano lì prefigurato l’intervento di cui loro sentono la
necessità ed il bisogno.
Mi sembra che siano altre le richieste che in qualche modo vengono sostenute anche da questa
parte importante, perché sappiamo tutti quanto sia importante nella Città di Milano la presenza
produttiva, culturale, economica e sociale del designer e della moda stessa.
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Ho sempre letto di forti perplessità rispetto ad una concentrazione che sa un po’ quasi di museo
all’interno di un ambito, mentre, invece, sono quelle situazioni che hanno bisogno semmai di
politiche, di strumenti vari e di spazi diffusi, anche per utilizzare della Città, dell’arredo urbano,
delle possibilità che la Città stessa può offrire, proprio in modo diffuso.
Semmai sono altri gli strumenti di sostegno e di politica che giustamente andrebbero messi in
campo, per salvaguardare una produzione di eccellenza, una produzione che sicuramente fa
parte ormai del nostro bagaglio, che in qualche modo è una cartina, un biglietto da visita di
Milano nel mondo.
La concentrazione urbanistica e territoriale che, invece, viene continuamente riproposta
sull’area Garibaldi – Repubblica, a nostro avviso non è particolarmente significativa e rischia,
invece, di sovraccaricare un ambito territoriale, che ha sicuramente caratteristiche importanti, a
cui dovrebbero essere riservate delle funzioni importanti, ma di cui bisogna comunque tenere
conto, come penso sia ben noto a tutte le forze politiche, vi sono, oltre ad annose vicende legate
alle proprietà, alle aree e quant’altro, ma vi sono anche posizioni critiche o comunque
valutazioni sicuramente anche molto preoccupate, rispetto allo sviluppo di una progettualità che
sovraccarichi quell’area e renda quell’area un ulteriore nodo di congestione metropolitano, oltre
che perdere un’identità storica, che è quella riferita in particolare al quartiere Garibaldi –
Repubblica.
Dette tutte queste cose, quindi, ci sembrava che questo emendamento abbia tuttora una valenza
e ci auguravamo che nel corso di questi mesi, al di là della volontà che si era espressa in questo
Consiglio circa un anno fa, ci fosse comunque una valutazione un po’ più serena e che in
qualche modo rimettesse, se non in toto, in parte in discussione alcune delle scelte fatte.
Mi pare di capire che questo non sia, comunque – ripeto – da parte nostra rimane questa
richiesta e questo emendamento per noi rimane valido.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Vermi.
Consigliere Cremaschi: “Grazie Presidente. Due minuti soltanto per difendere la posizione del
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, proprio sulla questione del Centro della
Moda.
Ricordiamo che giace in Parlamento, anzi è già passata alla Camera, in attesa di essere
approvata al Senato, una Legge per istituire addirittura un museo della moda a Milano.
Riteniamo che la Città di Milano, proprio per la moda, sia un polo di attrazione, che coinvolge
l’intera cittadinanza, perché non è solo nel momento delle sfilate, ma è tutto quello che ruota
attorno.
Quindi l’opportunità di creare posti di lavoro in una Città che è sempre stata nota per avere un
regime quasi di piena occupazione.
Proprio dalla Sinistra è difficile accettare queste critiche e sentirsi dire che creerebbe solo ed
esclusivamente altro traffico, perché proprio la Sinistra si è opposta in molte situazioni, quando
noi abbiamo cercato di fluidificare alcuni nodi del traffico.
Ricordiamo il famoso snodo di Piazzale Maggi, dove è stato costruito il cavalcavia.
Addirittura la Sinistra aveva fatto un referendum per boicottare il cavalcavia, ha detto che
sarebbe nato un mostro, che avrebbe creato solo difficoltà. Invece nella zona, dati alla mano
dell’ASL, è diminuito l’inquinamento, perché le autovetture vanno molto più veloci, i cittadini
si sono in fondo abituati a convivere con questo nuovo snodo. In quella zona la Casa delle
Libertà ha avuto un consenso elettorale del 72%, quindi ha giustificato che erano solo quattro
straccioni che dimostravano contro la costruzione di questo cavalcavia, perché nelle prime
elezioni, quelle del 97, Albertini in quella zona aveva il 45% dei voti. Nelle seconde elezioni,
quelle del 2001, proprio in quella zona, il 72%. Quindi i cittadini hanno capito la bontà del
provvedimento fatto dalla Giunta Albertini.
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Noi voteremo contro l’emendamento proposto dalla Sinistra, perché ricordo che l’area
Garibaldi era ed in alcuni momenti è ancora preda di bande di nomadi che si stabilivano nella
zona delle ex Varesine. E’ una zona che va riqualificata totalmente e quindi crediamo che,
proprio con la moda, si possa riqualificare in toto quella zona.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’Emendamento n. 7 - Relazione
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari e undici a favore.
L’Emendamento n.8 – Relazione è rinviato.
Consigliere Matteucci: “Solo per chiedere, così evitiamo di fare discussioni a pezzi e bocconi,
uno stralcio, avevo già anticipato informalmente anche a Vitali la cosa, perché stiamo
verificando, fermo restando che l’impianto del sub emendamento corrisponde probabilmente a
valutazioni fatte collegialmente anche in loco, ma stiamo facendo alcune verifiche, quindi tanto
vale fare una discussione, compreso l’intervento dell’Assessore.”
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.9-Relazione.
Assessore di Tolle: “Il 9 è identico al 16 del 2002.
A suo tempo l’argomento fu respinto, la proposta di modifica portata da quell’emendamento fu
respinta.
Riguardava l’eliminazione dell’intervento di rilevanza sovraccomunale ad Assago, chiamato
Centro Multifunzionale. Parimenti a quello di Milano, è un argomento che è stato definito a
livello di accordo fra la Provincia ed il sistema dei Comuni, in particolare il Comune di Assago.
Quindi nel rimettere la decisione al Consiglio, io faccio presente che la decisione assunta dal
Consiglio nel 2002 è tuttora condivisa dall’Assessore.”
Consigliere Mezzi: “L’intervento edilizio di grande dimensioni a nord del Comune di Assago,
del Forum di Assago, di cui si parla nella relazione, a pagina 193, fa riferimento ad una buona
accessibilità viabilistica e al prolungamento della metropolitana. Questo intervento, che ha
carattere multifunzionale e sovraccomunale, serve a finanziare in parte il prolungamento della
MM2.
Numerose funzioni vengono descritte qui nella spiega rispetto a questo intervento di rilevanza
sovraccomunale: funzioni commerciali, terziarie, ricettive ecc..
Si parla di Parco Sud e si dice che è alle porte del Parco e può essere una buona opportunità per
dare attuazione al Piano d’Area dei Navigli.
Mi sembra che a partire da quest’ultima affermazione non vi sia grande riscontro per quanto
concerne il Piano d’Area dei Navigli nel Piano Territoriale.
Ma il problema credo che sia un po’ più a monte: nella scelta, cioè, di realizzare un centro di
queste caratteristiche e di queste dimensioni, operazione che vede notevolmente contrarie le
popolazioni e gli abitanti di quel Comune.
Esiste, al di là delle volontà dell’Amministrazione Comunale, una forte opposizione da parte
dei cittadini, che si sono costituiti in Comitati e da tempo stanno battagliando, raccogliendo
firme, mobilitando ed informando la popolazione, affinché questo insediamento non venga
realizzato. Un insediamento che non ha solo le funzioni ricordate, ma che rappresenterebbe uno
dei punti, o il principale, ricreativi dell’intera Provincia di Milano. Le popolazioni ed i comitati
si sono mobilitati contro questo tipo di sviluppo per il sud Milano, preoccupati, evidentemente,
delle dimensioni dell’intervento, preoccupati del fatto che ciò porterebbe, in una zona già
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interessata da infrastrutture di notevole dimensione (tangenziale ovest, l’autostrada Milano –
Genova), nuovi flussi di traffico e congestione urbana. Soprattutto credo che ci sia, da parte di
coloro i quali osteggiano questa proposta, anche la non condivisione di uno sviluppo del loro
territorio secondo logiche che discutibili. Non che non ce ne sia bisogno di luoghi ricreativi di
dimensioni anche importanti, però probabilmente gli abitanti di quella zona immaginano il
futuro del loro territorio in maniera profondamente diversa.
Queste sono le motivazioni a sostegno dell’emendamento.
Credo che su questo punto valga la pena ripensare a questo passaggio, a questa indicazione, che
esiste nella tabella relativa agli interventi di rilevanza sovraccomunale, che sono poi anche
contenuti nella tavola n. 1 e, come sosteniamo, si provveda ad uno stralcio completo di questa
previsione.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Bertolini. (presenti 36)
Consigliere Ortolina: “Solo per confermare anch’io le preoccupazioni del Consigliere Mezzi,
che ho registrato e riscontrato io stesso in quel territorio, che mi hanno segnalato i referenti
della mia area politica su quel territorio.
L’ipotesi che si sta prospettando è quella di un divertimentificio mastodontico, che dovrebbe
andare a sperequare l’equilibrio complessivo già in difficoltà di quell’area e quindi anche da
parte mia c’è la sottolineatura di queste preoccupazioni e, quindi, l’invito a tener conto di
questo emendamento.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Bollina. (presenti 37)
Consigliere Cipolla: “C’è una piccola aggiunta a questa esigenza, un piccolo chiarimento.
Noi non sappiamo ancora oggi che cosa arriva su quell’area e quindi stiamo votando una
infrastruttura metropolitana in un posto in cui qui c’è scritto: commerciale, terziario, ricettivo
ecc..
In Commissione noi abbiamo fatto sempre la richiesta di andare a definire l’entità di questo
commerciale, di questo terziario e la Provincia di Milano, mi ricordo anche che lo abbiamo
chiesto in più occasioni, non ci ha mai spiegato che cos’è che dovrebbe venire su quel territorio.
Faccio anche qualche precisazione in più.
Il Vice Presidente Vermi ci ha spiegato che lui non lo sa, o perlomeno non lo sapeva.
Questa cosa non è che ci lascia indifferenti.
Sono dichiarazioni e piantine che ho visto su diversi giornali, però è presumibile che lì ci sia
una grande impostazione dal punto di vista dei volumi, visto che la quantità, i soldi che arrivano
per fare questa infrastruttura arriva proprio dal Comune di Assago. Anzi questa infrastruttura si
fa proprio perché c’è questo primo ed iniziale finanziamento del Comune di Assago, che è
paragonabile a circa 40 miliardi di vecchie lire. Senza questa impostazione non ci sarebbe stato
l’Accordo di Programma con tutte le altre strutture e gli altri Enti.
Qui rimane una doppia interpretazione: non si sa esattamente che cosa viene lì, intanto
cominciamo a fare un’infrastruttura che è al servizio di una cosa che qui viene definita con
capitoli molto generici.
Quindi non è una cosa semplice dire di sì o dire di no.
Tuttavia credo che sarebbe molto meglio avere delle idee chiare su che cosa noi andiamo a
votare e siccome non ci sono queste idee chiare, per il momento diciamo che non ci stanno
bene.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Dioli. (presenti 38)
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Consigliere Foglia: “Brevemente, per sottolineare un altro aspetto che riguarda l’oggetto di
questo nostro emendamento.
La descrizione del Centro Multifunzionale Assago si ripete da diverso tempo con questa
formulazione, però nel tempo abbiamo verificato e penso che lo abbia fatto anche l’Assessore
di Tolle sedendosi al tavolo di quei Comuni, che le perplessità ed i dubbi, rispetto a questo che
viene definito intervento di rilevanza sovraccomunale, le perplessità ed i dubbi sono piuttosto
trasversali.
Ricordava prima il Consigliere Mezzi che non solo localmente si sono spontaneamente formate
delle associazioni, movimenti e così via, ma anche all’interno del Consiglio Comunale di
Assago, che è retto da una Maggioranza non sospetta (è dello stesso segno della maggioranza di
Palazzo Isimbardi) sono state avanzate e ci sono delle perplessità. Quindi trasversalmente non è
stato definita nemmeno a livello locale l’esatta portata di questo che viene previsto come
intervento strategico.
Ricordava bene anche Cipolla, e non è una cosa di poco conto, che alle nostre continue
osservazioni, rispetto alla provenienza della percentuale d’investimento del Comune di Assago,
rispetto al prolungamento della metropolitana, nessuno è stato in grado di dire che sarà
sicuramente realizzato o realizzabile in funzione dell’intervento che lì deve avvenire.
Per cui è il gatto che si morde la coda.
Si prevede la linea di trasporto metropolitano fino ad Assago, si conta sul fatto che il 40%
dell’investimento viene fatto dal Comune di Assago sulla base di questo tipo di realizzazione,
però nessuno sa dire che tipo di realizzazione è, perché anche in seno alla Maggioranza, lo dico
in termini generici, del Comune di Assago ci sono problemi irrisolti.
C’è un terzo aspetto – e chiudo – che è quello che viene qui definito Piano d’Area dei Navigli.
Uno dei motivi di contestazione verso il progetto che è stato fatto circolare dagli
Amministratori di Assago, è proprio perché, rispetto ad una primordiale ipotesi di sviluppo del
quartiere Milano Fiori, con il nuovo presunto progetto del Comune di Assago si interviene
anche su una fascia prospiciente il corso del Naviglio e questa non è una cosa che può passare
inosservata, perché se qui si dice: opportunità per dare attuazione al previsto Piano d’Area dei
Navigli, sappiate che il complesso che lì dovrebbe essere insediato investe buona parte della
fascia di rispetto anche del Naviglio e non si è mai capito come possa essere compatibile, già
per i semplici strumenti urbanistici in vigore.
L’idea, l’ipotesi di cassare completamente questo punto tiene conto di tutte queste
contraddizioni che sono in atto, ma io mi spingo a dire, a titolo personale, se l’Assessore non
concorda, date le risultanze dei suoi incontri, nella cancellatura definitiva di questo testo,
perlomeno lo dobbiamo riformulare lasciando aperta l’ipotesi che anche localmente viene
ventilata di rivederlo quel progetto, perché fa a cazzotti proprio con quanto è scritto qui: Piano
d’Area dei Navigli. E’ una delle cose che non sta in piedi.
Se viene lasciato così, evidentemente non è il risultato nemmeno di una fotografia
dell’esistente, è una libera interpretazione.
Se l’Assessore fosse d’accordo a sfumare, nel senso di prevedere nel Piano Territoriale che lì
potrà avvenire qualcosa di rilevanza sovraccomunale, ma che quanto verrà realizzato non potrà
essere in contraddizione con quanto contenuto nel Piano Territoriale di Coordinamento,
probabilmente leva dall’imbarazzo tutti quanti, anche l’Assessore di Tolle, che credo conosca
molto bene cosa avverrà in quel Centro Multifunzionale. Grazie.”
Consigliere Morelli: “Devo dire che di fronte a questo emendamento sono un po’ imbarazzato,
in quanto il prevedere la costruzione di un grosso centro commerciale mi vede contrario, qui si
parla di terziario, ricettivo e via discorrendo.
Anche se ultimamente, c’è stata una Delibera provinciale che poi, quando si arriva
all’attuazione di dare licenze, fa in maniera di poter far valere di più la Provincia di fronte al
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Comune e di fronte alla Regione, di più di quello che si è fatta valere fino adesso, perché,
naturalmente, essendo in tre, uno contro due si perde sempre.
Oltretutto c’è stata una Delibera regionale del 30 di Agosto, che per la questione dei centri
commerciali ha chiarito che devono essere sentiti anche i Comuni limitrofi, cioè non è più solo
il soggetto del Comune dove dovrebbe sorgere il centro commerciale oltre al parere della
Regione ed il parere sulla viabilità, sull’ambiente della Provincia, dovranno sentire anche, a
meno che venga fatto nel centro di una città, dovranno esprimersi anche i Comuni limitrofi. Si
decide in base alla viabilità, ai trasporti e via discorrendo, però bisogna vedere i grossi centri in
che maniera vanno ad incidere anche su tutta l’area e qui si parla anche di previsto Piano
d’Area dei Navigli.
Anche se questo Piano è stato definito piano dinamico, io sono d’accordo su alcune
considerazioni fatte da Foglia, quindi noi su questo, se non vengono chiariti alcuni punti, ci
asterremo. Grazie.”
Consigliere Vitali: “Su questo punto non ricordo francamente quali elementi furono apportati
nel dibattito precedente, in occasione dell’adozione, ma per certo mi risulta che l’accordo sul
territorio era sicuramente stato trovato e che in quel senso il documento, il Piano, propone una
soluzione che è attesa.
Dal punto di vista della compatibilità o meno con il Piano d’Area dei Navigli, al di là della
dimensione, delle caratteristiche e dinamiche del Piano, sicuramente la forma, così come viene
specificata, è, credo, la più idonea. Dice: può costituire una buona opportunità per dare
attuazione al previsto Piano d’Area.
Al di là di questo, io credo che, stante la possibilità che il confronto in fase di realizzazione con
l’Amministrazione Comunale di Assago si estenda eventualmente ai Comuni limitrofi, stante
che i passaggi sono molti, la segnalazione all’interno del Piano mi sembra doverosa e quindi
l’emendamento proposto non è ritenuto da questa Maggioranza condivisibile. Grazie.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’Emendamento n. 9 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventidue voti contrari, undici a favore, tre astenuti, non
avendo partecipato al voto due Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.10 –Relazione.
Assessore di Tolle: “L’Emendamento n. 10 riguarda l’indicazione del progetto di Variante della
Statale 33 del Sempione.
Fu respinto all’epoca, proponeva e propone di sostituire quella previsione con l’indicazione
della riqualificazione della Statale 33 nella sede esistente.
L’ipotesi progettuale della Variante è concordata con i Comuni.
Peraltro anche nel parere regionale c’è stato un accenno a questo tema, laddove la Regione ci ha
indicato la necessità di apportare alcune correzioni di tracciato, piccoli aggiustamenti, con ciò
significando anche una condivisione della scelta fatta d’inserire la Variante.
Quindi la reiezione del tema da parte del Consiglio approvata nel 2002 è tuttora attuale.
Per non guadagnare tempo, ma per anticipare, l’11 potrebbe essere uno degli emendamenti sul
quale operiamo uno stralcio.
Io posso prendere l’impegno motu proprio a fare una verifica sulla tematica e a vedere cosa
possiamo, se e cosa possiamo fare a livello d’integrazione.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Fossati. (presenti 39)
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Consigliere Vitali: “Chiedevo all’Assessore, vado esclusivamente a memoria, quindi posso
sbagliare, ricordo sicuramente che in fase di adozione questo tema fu affrontato e sicuramente
questo Consiglio a maggioranza finì con l’esprimersi per la definizione di progetti di Variante
della Statale del Sempione.
Però non vorrei sbagliarmi, ma mi sembra che, o in sede cartografica, o in qualche altro
marchingegno, la riqualificazione con corsie preferenziali o sedi protette.
Oltre a questa previsione di cui stiamo parlando, a parte, nel Piano è comunque inserita la
previsione della corsia preferenziale dedicata per il sistema degli autobus e del trasporto su
gomma.
Assessore di Tolle: “Oltre a questa previsione di cui stiamo parlando, a parte, nel Piano è
comunque inserita la previsione della corsia preferenziale dedicata per il sistema degli autobus
e del trasporto su gomma. Quindi anche sul tema della Statale esistente c’è un’indicazione di
Piano.”
Consigliere Matteucci: “Innanzi tutto era una domanda, prima che ancora l’argomentazione
dell’emendamento, perché volevo capire meglio quello che stava dicendo l’Assessore, cioè
volevo capire se l’ipotizzata sede protetta è da intendersi in affiancamento alla progettata
variante del Sempione.”
Assessore di Tolle: “Esistono tutte e due le previsioni, realizzazione della Variante e
realizzazione della sede protetta sul percorso e tracciato della vecchia Statale Sempione oggi
esistente.”
Nel frattempo è entrata in aula l’Assessore Grecchi.
Consigliere Matteucci: “La precisazione è servita, almeno per quanto mi riguarda, a chiarirmi
un attimo le idee, però resta a nostro avviso la validità della proposta dell’emendamento, perché
ricordo al Consigliere Vitali, ma a tutti i Consiglieri della Maggioranza che l’ipotizzata
Variante del Sempione, quindi non stiamo parlando della sede protetta nell’attuale percorso, è
un’ipotesi che impatta fortemente alcune aree importanti, in particolare quelle denominate del
Parco del Roccolo e rischia sostanzialmente di distruggere e comunque di rendere
sostanzialmente inefficaci quelle poche aree, poche o comunque pregiate aree che sono state
salvaguardate nel corso degli anni proprio dai Comuni di quella zona.
Nessuno di noi nega o ha negato l’esistenza di un problema sull’attuale tracciato del Sempione,
ma quello che noi abbiamo sostenuto e sosteniamo e mi pare anche condividiamo insieme ai
molti Comuni dell’asta del Sempione, soprattutto quelli della seconda parte, perché quelli della
prima parte più vicina a Milano, obiettivamente hanno meno aree pregiate e meno spazi verdi
da salvaguardare, è proprio quella, cioè di trovare delle soluzioni che, facendo fronte, cioè
superando l’attuale tracciato che in parte grava ormai sui centri urbani e sui centri abitati, però
nello stesso tempo non devasti sostanzialmente le aree verdi agricole, che sono ancora
importanti nella zona, come salvaguardia di equilibrio ambientale e territoriale della zona
stessa.
E’ per questo che parliamo di riqualificazione e non di realizzazione e definizione dei progetti
di Variante, perché i progetti di Variante, che sono almeno ad oggi conosciuti, hanno
sostanzialmente quelle caratteristiche, mentre il discorso di riqualificazione, che, peraltro, apre
a nostro avviso, come tema, un grande tema dell’intervento sui tracciati stradali, che è
necessario, necessario nel quadrante ovest e necessario tanto di più nel quadrante ad est o nel
quadrante a sud, come ben sappiamo e come tutto il dibattito attorno ai temi dell’eventuale
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nuova tangenziale, piuttosto che collegamenti autostradali e quant’altro, ha ormai sollevato da
tempo ed anche prodotto elementi tecnici.
Quindi la riqualificazione è un concetto che, secondo noi, deve sempre di più entrare nella
politica degli interventi della mobilità e della viabilità nella nostra realtà metropolitana, proprio
perché riqualificare vuol dire intervenire con miglioramenti, con possibilità d’interramenti, di
scavalchi, di eventuali aggiramenti di alcuni nodi che sono in qualche modo diventati troppo
congestionati, perché troppo edificati dal tessuto urbano, ma non Varianti che di fatto sono delle
strade che si aggiungono pesantemente, come in questo caso, nell’impattare con il territorio
stesso.
Per cui noi insistiamo su questo emendamento e sul tema della riqualificazione dell’Asse del
Sempione, come il tema strategico, prima ancora che quello delle Varianti, come, invece, è
stato ancora presentato.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Marzullo.
Consigliere Dioli:“Volevo aggiungere una questione, sarebbe interessante conoscere
dall’Assessore, quando dice: parliamo d’interventi infrastrutturali, che sono condivisi dai
Comuni, capire un po’ meglio questa cosa, perché a noi risulta che non tutti i Comuni di quel
territorio abbiano condiviso questo intervento.
Ci sono dei Comuni che fanno nel proprio territorio delle vere battaglie, per cui sarebbe più
preciso ed anche più corretto dire: è vero, è un intervento che, rispetto a quell’area, trova
consenso da parte di tot Comuni, però sappiamo che ce ne sono altri quattro o cinque che questo
intervento non lo vogliono fare, anche perché, altrimenti, è troppo comodo liquidare in questi
termini il consenso o meno che c’è, rispetto a certe infrastrutture, a livello territoriale.
Non voglio aggiungere molto di più dalle motivazioni che ha specificato Matteucci, soltanto
invitarvi a guardare questo tipo d’intervento come spezza il territorio.
La Variante, così come è ipotizzata, passa prima di tutto lontanissimo dalle strade esistenti,
rompe dei territori a livello comunale, parliamo, per esempio, di Parabiago, piuttosto che Busto
Garolfo e salendo verso Villa Cortese e non ha motivo di essere soprattutto se pensiamo, in
questi termini chiaramente, al tipo di intervento infrastrutturale che avrà quell’area.
Quell’area sarà interessata da tantissimi altri interventi, parlo del collegamento Milano –
Malpensa dall’altra parte ecc. e la motivazione che si vuole dare non è soltanto, giustamente,
perché il problema della risoluzione del decongestionamento del Sempione nessuno la mette in
discussione rispetto al traffico, rispetto ai problemi dell’inquinamento acustico ed atmosferico.
Il problema è un altro, il problema è sempre lo stesso: quello che con meno risorse economiche
si evita di distruggere, invece, una risorsa che non è più riproducibile come quella del territorio,
che c’è in quella parte.
Vi invito – qui ci sono alcuni Consiglieri che conoscono bene quella zona, altri no – ad andare
sul posto a vedere, lì sono intere campagne sterminate, ma anche di Parco.
Il Parco del Roccolo è una cosa molto sentita, voluta da quei Comuni ed anche dalla nostra
Provincia, è stato una conquista non di poco conto.
E’ per quello che noi abbiamo insistito nel riproporre questo, proprio anche questo tipo di
emendamento, alla luce delle resistenze che ci sono a livello territoriale, non soltanto dei
Comuni, perché qui ci dimentichiamo anche un’altra parte grossa degli attori del territorio, che
è la cittadinanza, che sono i movimenti.
Lì ci sono delle associazioni che hanno raccolto centinaia e centinaia di firme in ogni Paese,
rispetto a questo e ce le hanno anche trasmesse in Provincia.
Non possiamo soltanto ogni volta tenere conto, è giusto tener conto del parere anche dei
Sindaci, però diciamo quali sono i problemi, chiamiamoli resistenze, quelle che sono le non
accettazioni di certi tipi di infrastrutture.
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Ci sono delle parti di quel territorio, che dicono: va bene, risolviamo questo problema, ma lo
facciamo con la riqualificazione delle strade esistenti e questa è la direzione giusta, secondo
noi, che occorre seguire rispetto ad una risoluzione di questo problema serio, grande, che c’è
rispetto al decongestionamento del Sempione, della Strada Statale 33 del Sempione.”
Consigliere Cipolla: “Ieri abbiamo avuto l’occasione, mentre si parlava della Variazione al
Bilancio e l’entità di quella cifra abbiamo detto che doveva essere messa a disposizione proprio
perché poi capiterà e questa è l’occasione anche, di mettere queste cifre per gli interventi anche
rispetto alla manutenzione delle strade, alla loro riqualificazione, alla difesa dell’integrità fisica
dei cittadini, che spesso subiscono, purtroppo degli incidenti anche mortali.
La parola riqualificazione sembra che sia avversa al Centro Destra.
Io credo che non sia giusto fare questa affermazione, però spesso e volentieri, quando noi
parliamo di riqualificazione, non andiamo a definire quale tipo di riqualificazione.
Riteniamo, penso che si capisca così, di andare a considerare quel tipo di strada, quel manufatto
ed allargarla fino al punto di renderla più compatibile alle nuove esigenze, allargandola,
sistemandola. Poi non è che definiamo tutto il resto. Mi ricordo che abbiamo anche detto che
noi non escludiamo neanche, non parlo di questo caso, in altre realtà, quando si tratta di una
riqualificazione importante, mi riferisco, per esempio, alla Pedemontana, anche andando a
considerare anche tipi di innesto di biglietti, di ticket, di pagamento, proprio perché sappiamo
che la riqualificazione importante può avere anche queste esigenze.
Come vedete, stiamo parlando di esigenze stradali, stranamente, forse per qualcuno è strano,
cioè non è che c’è soltanto l’autostrada, ci possono essere anche forme diverse, il ferro, lo
abbiamo detto, ne parleremo ancora, ma anche per le strade. Solo che quando facciamo queste
proposte sembra di scontrarsi contro dei muri di gomma.
In più – e lo dico anche all’Assessore di Tolle – è vero che queste sono nostre convinzioni da
tempo e lo abbiamo detto anche nel passato, c’è stato, però, nel frattempo, da allora, dall’ultima
discussione, qualche dichiarazione, non come diceva il Consigliere Dioli, da parte dei
movimenti, raccolta di firme, che sono più care magari a soggetti un po’ diversi da me, firmo.
Per esempio mi piace molto dichiarare che il Parco Agricolo Sud Milano, presieduto da questa
Amministrazione, dalla Maggioranza di questa Amministrazione, ha bocciato quel Piano di
quella sistemazione di quella zona, di quell’area che comprende anche questa arteria stradale, il
Parco Agricolo Sud Milano insieme anche al Parco del Ticino, che è venuto dopo, ma anche
loro si sono accorti che stavano per entrare in una logica in cui sarebbe stato sbagliato insistere
con quel Piano, dove l’ANAS entra e sbaracca tutta quella zona.
E’ chiaro che non possiamo dire che bisogna lasciare tutte le bocce ferme, siamo gli ultimi a
dire questo, dobbiamo muoverci? Però i casi sono due: o ci sono una serie d’interventi su ferro
ed anche su gomma e quindi noi non diciamo sempre riqualificazione. Riteniamo che questa
strada in particolare sia una strada di supporto portante e come infrastruttura necessita di una
modifica strutturale.
Vi chiediamo, però, di collaborare anche mettendo a disposizione dei quattrini, dei soldi, che ha
detto prima, nella discussione precedente, la dichiarazione del Capo Gruppo della Lega “poi si
troveranno”, perché i fondi poi, se servono, si troveranno.
Mi auguro che ci sia questa disponibilità in questo caso, fino adesso non l’ho sentita.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n. 10 - Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventisette voti contrari, undici a favore non avendo
partecipato al voto un Consigliere.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
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Emendamento n.12 - Relazione.
Assessore di Tolle: “Il 12 era il 20 del 2002, all’epoca fu respinto, che proponeva d’introdurre
dei criteri vincolanti, dei criteri più vincolanti, più definiti, per le priorità nel recupero delle aree
dismesse, cosa che all’epoca non condividevo e posso confermare quella posizione che poi il
Consiglio avallò con il suo voto, sia perché il sistema delle aree dismesse aveva una tale varietà
di situazioni, che poi con i criteri proposti diventavano quasi impossibili da utilizzare,
rispettando anche un minimo di regole di equità, di funzionalità, sia perché il tema riguardava
l’uso concreto del suolo, che è materia che il Piano non può intaccare, se non entro certi limiti,
in quanto è riservata alla pianificazione comunale.
Quindi rimetto alla valutazione del Consiglio, esprimendo il fatto che questo tema all’epoca non
fu accettato dal Consiglio e la posizione dell’Assessore è rimasta la stessa a tutt’oggi.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Frassinetti.
Consigliere Ortolina: “E’ chiaro ed è evidente che la pianificazione a livello di territorio
comunale è di competenza del Comune, però con questo emendamento noi suggerivamo
sostanzialmente che la Provincia in qualche misura desse delle linee guida sulle priorità di
utilizzo di queste aree e, quindi, noi non è che vogliamo entrare ulteriormente nel dettaglio,
dando disposizioni vincolanti, però certamente riteniamo che nella sua funzione di
programmazione, la Provincia sia in condizione, abbia, anzi, il dovere di fornire delle linee
guida sul come procedere al riutilizzo di queste aree e questo è il senso del nostro
emendamento.”
Consigliere Mezzi: “Abbiamo voluto riproporre questo emendamento perché nel capitolo
specifico relativo alle aree dismesse, della relazione, pagina 114 e 115 non riportavano su
questo punto specifico, i criteri d’intervento su queste aree, criteri che dovrebbero essere seguiti
nelle operazioni di riuso delle aree industriali ora dismesse.
A noi sembravano criteri di buon senso, che andavano ad orientare non tanto i singoli
interventi, che sono oggetto di pianificazione attuativa comunale, bensì speravamo che la
relazione contenesse questi elementi che sono di ordine qualitativo circa le ipotesi d’intervento
sulle aree ex industriali.
Per questo parliamo, ad esempio, della necessità, nel momento in cui si va ad intervenire o si
definisce un intervento di riuso urbano di aree industriali, di necessità di ricostruire un tessuto
urbano che, evidentemente, l’intervento produttivo – industriale ha lacerato.
Quindi, lo scopo dell’emendamento è aumentare con gli interventi previsti su queste aree, la
qualità complessiva del territorio in esame.
L’altro criterio che proponevamo e che proponiamo ancora, riguarda la necessità di creare le
strutture pubbliche di cui spesso i Comuni sono carenti o che non sono previste nei loro
strumenti attuativi o nei loro Piani dei Servizi. L’intervento sulle aree dismesse poteva
rappresentare anche questo tipo di obiettivo, un obiettivo orientato alla qualità.
Anche su questo punto, probabilmente, il Piano poteva impegnare alcune parole, ed esprimere
alcune volontà.
L’altro criterio che abbiamo inteso introdurre con questo emendamento in occasione di
operazioni di riuso urbano, di riuso di aree ex industriali, riguardava il mantenimento di
funzioni produttive che utilizzassero tecnologie a basso impatto ambientale.
Evidentemente, oggi non è pensabile riproporre interventi industriali su aree ex industriali che
avessero un impatto ambientale complessivo forte e non compatibile con le funzioni limitrofe a
quelle ex industriali. Altro criterio che poteva orientare i futuri interventi sulle aree dismesse, e
di questo avrebbe dovuto parlare il Piano Territoriale, riguardava la necessità di dotare queste
aree, di prevedere per queste aree anche interventi di edilizia residenziale pubblica, secondo il
11
redigendo Piano Regionale di Settore. Oggi si tratta di tener conto anche del nuovo quadro
normativo regionale che si è andato a definire in questo settore specifico, ma il senso
dell’emendamento era: teniamo conto dell’operazione di riuso delle aree industriali e delle
esigenze di edilizia residenziale pubblica, evidentemente attraverso un’operazione complessiva
di ridefinizione di funzioni, tra cui anche questa.
Speravamo di trovare nel passaggio relativo alle aree industriali ed al loro riuso una questione
che riguarda l’intero territorio provinciale e milioni di metri quadrati in tutta la nostra
Provincia, speravamo di trovare dei criteri che andassero ad orientare le scelte attuative
comunali.
Nel testo che ci viene sottoposto non c’è ciò che chiediamo, per cui lo riproponiamo attraverso
l’emendamento che avevamo già proposto un anno fa.”
Consigliere Cipolla: “Colgo l’occasione per fare gli auguri alla nostra Presidente, visto che di
solito, quando ci sono dei compleanni, il nostro Presidente Caputo ce lo ricorda. Era il 21, ma
nessuno si è mai ricordato di farglieli, glieli faccio io, è l’occasione per farglieli, visto che
nessuno lo ha mai fatto ed ieri mi sono dimenticato.
Volevo presentare un sub emendamento all’emendamento n12,, ma ormai è troppo tardi:
“Creazione di strutture pubbliche - diceva prima qualcuno - per il Comune” io avrei aggiunto
“anche per l’area metropolitana”.
Badate bene che noi sentiamo l’esigenza di evitare – e qui quando qualcuno ci dice il merito, il
metodo – che tutte queste aree dismesse le facciano riproponendo esattamente tutte le stesse
cose, cioè centro commerciale, il parchetto, dipende dalle dimensione, poi lì ci mettiamo le
case. Cioè esattamente le stesse cose, riproposte a seconda della dimensione dell’area dismessa.
Addirittura ci sono anche i colori che secondo me potrebbero essere identici e che vanno bene
per tutte le aree dismesse.
Non c’è - e qui mi spiace – la preoccupazione di ragionare macro, cioè non c’è la
preoccupazione, salvo eccezioni, l’area dismessa di Arese, perché così si tratta, gran parte
dell’area è dismessa, se non quasi tutta ormai, deve preoccupare l’ente Provincia, che si occupa
del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e di capire cosa deve essere realizzato e
questo emendamento sollecita proprio questa cultura, cioè della programmazione su scala non
comunale, io dico, anche su scala dell’area metropolitana. Certo, se stiamo parlando di un’area
piccola, non ci sta il ragionamento, parliamo del Comune. Ma se, invece, l’area dismessa è un
po’ più consistente, io mi preoccuperei, visto che a monte c’è tutto il discorso che è stato fatto
qui da parte di tutti, l’esigenza di grandi infrastrutture, abbiamo un ritardo, uno straordinario
ritardo e poi non si pensa di utilizzare diversamente, se non una dizione vacua, che c’è scritta
nella relazione, che sostiene che tutte queste aree dismesse devono essere così come sono
adesso, non disturbiamo il manovratore. Le facciamo ancora così, anche i colori, secondo me,
sono da fare tutti uguali, cambiano solo le dimensioni delle case, del centro commerciale e del
parchetto che dobbiamo fare in quest’area dismessa.
Al contrario, noi facciamo una declaratoria di priorità e le abbiamo un po’ scritte, ripeto, avrei
preferito anche mettere l’area metropolitana, oltre che il Comune, proprio perché ritengo che le
aree dismesse sono una risorsa fondamentale per cambiare le priorità e le esigenze
infrastrutturali in quest’area metropolitana, però diamoci una mossa.
Con questa relazione non ce la si dà una mossa. Evitiamo di parlare di merito.”
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Maerna.
Consigliere Caccavale: “A nostro avviso, per quanto riguarda i compiti che sono affidati alla
Provincia, che sono quelli soprattutto di vigilanza ed individuazione di quelli che sono i siti
produttivi dismessi, che possono presentare delle caratteristiche di pericolosità e che dal 99,
anzi anche da prima, dal 97 sono stati affidati all’Ente Provincia, riteniamo che la relazione,
12
cioè queste due pagine della relazione, la pagina 115 e la pagina 116, comunque elenchino in
modo soddisfacente quelli che sono i compiti assegnati alla Provincia per quanto riguarda la
vigilanza, da una parte, sulle aree dismesse ed il fatto che vengano rispettate le procedure di
bonifica, che devono essere fatte, laddove ci siano, oltretutto con due livelli di procedure di
bonifica, a seconda degli insediamenti che sono stati previsti o che erano previsti in queste aree.
Quindi, a nostro avviso, il fatto che in questo Piano non si entri nello specifico, nel dettaglio,
ma venga lasciata una discrezionalità comunque ai Comuni, per quanto riguarda l’intervento
sulle aree dismesse, reputiamo che sia una valenza positiva, perché vuol dire non andare a dire
ai Comuni quello che devono fare all’interno delle aree dismesse, anche perché, come diceva
prima il Consigliere Cipolla, che diceva: ci sono delle aree piccole e ci sono delle aree grandi,
per le aree piccole probabilmente è giusto lasciare, anzi sicuramente è giusto lasciare le
iniziative ai Comuni, perché di solito i Comuni più intelligenti cosa fanno? Se devono
affrontare il problema dell’area dismessa, fanno un atto di ricognizione rispetto a quella che è la
dotazione dei servizi e le carenze che ci sono nell’area in cui è posizionata l’area dismessa e poi
individuano normalmente – le amministrazioni intelligenti – quelle che sono le carenze dei
servizi e, quindi, all’interno dell’intervento vengono attribuite quota parte di quelle dotazioni
che sono carenti nell’area intorno e quindi questo di solito è come si attua.
Quindi per le aree piccole e per i Comuni medio – piccoli, riteniamo che sia più opportuno che
sia il Comune stesso ad individuare quali sono le carenze dei servizi e quindi poi ad inserirli
nell’area e nell’intervento dell’area dismessa di recupero.
Per quanto riguarda le aree grandi, è vero, però le aree grandi sappiamo benissimo che non
vengono lasciate, cioè non sono normalmente in Provincia di Milano lasciate a sé.
Si è citata la questione del polo produttivo di Arese, c’è un Consorzio a cui partecipa anche la
Provincia, a cui partecipano non solo il Comune di Arese, ma anche gli altri Comuni che sono
limitrofi e quindi laddove esistono normalmente delle aree importanti, normalmente queste
sono controllate e comunque c’è una verifica che è fatta dai Consorzi o da enti addirittura
sovraccomunali.
Pertanto anche qui non c’è una situazione di abbandono, ma c’è una situazione abbastanza
sottocontrollo.
Nel vostro testo di emendamento, sì, c’è un po’ tutto. Voi dite: si può fare l’abitativo, si
possono fare i servizi, si possono fare le strutture pubbliche. Certo, però è un elenco come dire
che si può fare un po’ tutto.
A questo punto vale la pena lasciare le iniziative ai Comuni, per quanto riguarda le aree piccole,
o ai Consorzi, per quanto riguarda le aree più grandi e quindi non togliamo assolutamente nulla
a nessuno, anzi non andiamo ad intervenire nell’ambito di quella che può essere la decisionalità
dei Comuni, andando a specificare che cosa si deve fare e che cosa non si deve fare, perché
magari un Comune vorrebbe fare o vorrà fare qualcosa che non rientra tra questi quattro punti
che voi avete previsto ed un domani si può trovare in difficoltà.
E’ inutile elencare quello che si può fare, anche perché rimane poi fuori quello che non si
potrebbe fare.
Quindi, da questo punto di vista, noi riteniamo che il passaggio, così come è stato istruito e così
come è stato riportato, sia sicuramente rispettoso dei compiti della Provincia e lasci poi agli enti
comunali liberamente la libera iniziativa.”
Consigliere Elli: “Sulle aree dismesse, il territorio della Provincia di Milano ha circa
15.000.000 di aree dismesse grosse, più parecchi altri milioni di metri quadri qui e là.
Si è parlato poco fa di Comuni intelligenti, non credo che sia buona norma fidarsi
dell’intelligenza eccessiva dei Comuni, anche se noi riteniamo che va lasciata ai Comuni la
libertà di decidere sulle loro aree, in quanto il Comune è l’attore principale ed i cittadini sono lì.
13
Tuttavia ci sembra utile dare delle indicazioni di massima, anche perché il recupero delle aree
dismesse è soprattutto, così come è elencato, in zone pesantemente urbanizzate, dove il
territorio è già consumato in maniera decisamente eccessiva, da un certo punto di vista.
Come indicazione generale, come criterio generale noi gradiremmo anche avere un’idea di qual
è il massimo consumo del territorio possibile in aree fortemente urbanizzate.
Dovrebbero essere indicazioni di massima, che il PTCP dovrebbe recepire.
Credo che un’altra indicazione di massima, proprio per incentivare l’uso di aree dismesse,
prima di consumare ulteriore territorio, sia quello di stabilire dei criteri di compensazione, non
ho una proposta precisa, ma di compensazione che possono premiare quei Comuni che vanno a
recuperare aree dismesse prima di riutilizzare il territorio.
Questo introdurrebbe un discorso, un elemento di questo genere, eccessivo, però – è la nostra
convinzione – la nostra proposta è quella di utilizzare, dando delle priorità di utilizzo, dando
un’indicazione di priorità di utilizzo alle aree dismesse almeno per i punti A e B del testo
emendamento proposto, in cui al punto B, la creazione di strutture pubbliche, prevalentemente
pubbliche dovremmo dire, in quanto la creazione di struttura può anche essere privata o società
di diritto privato, controllato dal Comune.
Quindi ci va bene dare un’indicazione delle priorità di utilizzo, per quanto riguarda il punto a,
così come è stato accennato, perché è corretto ricostruire il territorio urbano in modo da
aumentare la qualità della vita, dato che soprattutto, torno a ripetere, i Comuni indicati in cui
c’è la maggior concentrazione di aree dismesse sono Comuni pesantemente abitati, in cui il
territorio è pesantemente distrutto e per il punto B la creazione di strutture a prevalente
interesse pubblico, di cui il Comune carente è previsto.
I punti C e D ci sembrano meno importanti. Se si accetta questa mediazione, siamo favorevoli
ai punti A e B così emendati.”
Consigliere Angiuoni: “Rispetto a questo emendamento, io spesso dico e ripeto che mi trovo
sempre un po’ sconcertato e lo sconcerto è anche su questo emendamento, perché mi pare
d’aver capito che l’Assessore ha mostrato così un’esitazione a respingerlo.
Però io credo che se ci ragioniamo bene ed attentamente e qui chiamo all’attenzione un po’ tutti
i Consiglieri, questo emendamento, quando indica le priorità d’utilizzo, non dice in assoluto che
debbono essere quelle cose. Credo che la Provincia debba svolgere il suo ruolo, quindi dare un
indirizzo che, tra l’altro, dalle cose che noi diciamo nell’emendamento, sono indicazioni di
priorità che sono tutte, direi tutte, richieste dai Comuni e rispondono alle esigenze dei Comuni,
come la prima in assoluto che ripeteva anche il Consigliere Elli della Lega, che quello che
occorre, proprio perché il nostro territorio, non solo il capoluogo, ma anche la Provincia, ha
subito enormi edificazioni, cioè il suolo si è esaurito o, perlomeno, si è densamente consumato
e le aree dismesse rimangono comunque un’occasione importante per la ricostruzione di un
tessuto urbano e non solo questo. Io aggiungerei anche, qui nella relazione si parla molto dei
gangli, dei corridoi ecologici, che deve essere un’occasione per recuperare queste aree anche a
questa funzione, per le questioni legate all’ecosistema, alla biodiversità.
Credo che queste siano indicazioni che rispondono e non impongono ai Comuni delle scelte, ma
danno delle indicazioni precise. “
Dico che se qui si percorre la strada della liberalizzazione, di lasciar fare al mercato, anche sulle
aree, io credo che anche in questo caso si fanno operazioni per salvaguardare e favorire gli
interessi forti.
Credo che questo disegno debba essere contrastato nell’interesse dello sviluppo armonico ed
ambientalmente compatibile di tutta l’area provinciale.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.12 - Relazione.
14
L’Emendamento viene respinto con diciannove voti contrari, nove a favore, tre astenuti non
avendo partecipato al voto otto Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
il Sub Emendamento n. 13 –Relazione - Cartografia
Assessore di Tolle: “Questo è il 13, in realtà il 14 è assolutamente identico, perché trattano lo
stesso argomento, cioè la stazione di Pieve Emanuele, il primo lo tratta a livello di figura 11 ed
il secondo lo tratta a livello di elenco.
A suo tempo fu trattato e respinto dal Consiglio questa proposta di aggiunta ed inserimento
all’interno degli atti di Piano, perché intanto questa indicazione era già contenuta nel capitolo 4
e dal punto di vista, invece, grafico progettuale, c’erano problemi tecnici che nascevano dal
rapporto con le Ferrovie dello Stato a dare un maggior grado di definizione progettuale.
Quindi i due emendamenti già respinti nel 2002 vedono invariata la posizione dell’Assessore e
la rimessione del Consiglio nella discussione con sostanziale segnale, nel senso di mantenere
all’interno del Piano le attuali previsioni.
Se volete discuterli e votarli separatamente, è un vostro problema. Il 13 riguarda Pieve
Emanuele nella figura 11, stazioni, il 14 Pieve Emanuele stazione nel testo. Quindi l’argomento
è unico.”
Consigliere Cipolla: “Abbiamo pensato di annullare e sostituire il precedente, inglobando una
serie di precisazioni.
Noi abbiamo constatato, ne abbiamo visto più di uno, che quell’emendamento non era
rappresentato a sufficienza, perché è vero che è all’interno della relazione, ma non è
sufficientemente rappresentato all’interno della cartografia. Non solo, ci siamo accorti che
Pieve Emanuele è una di quelle stazioni che soffre di questa duplice interpretazione.
Quindi mentre viene considerato all’interno di una relazione, all’interno dei suggerimenti
condivisi dai tavoli, quindi la relazione recepisce quello che è contenuto nei tavoli, stranamente
c’è differenza fra quello che, invece, viene riprodotto qui.
Quindi alcune di quelle stazioni che vengono indicate dai Comuni sono indicate nella
cartografia e, così come tante altre, non sono giustamente rappresentate all’interno della
cartografia.
Che cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo detto che sarebbe stata una cosa ingiusta per quelli che, a
parte Pieve, a parte quelli che vengono considerati, nel caso in cui fosse stato accolto
quell’emendamento, mancavano comunque altri.
Con questo sub emendamento, di fatto, si introduce una giustizia, nel senso che vengono
rappresentati tutti alla stessa maniera.
Cioè noi non chiediamo di aggiungere niente, ma di inserire quello che è scritto nella relazione
e quello che è scritto all’interno della proposta dei tavoli e quello che è lo schema di queste
proposte, vengano evidenziati nella cartografia, così come è stato fatto per molte di queste
proposte.
Noi cerchiamo di trattarli tutti nella stessa maniera.
Se mi convincete che ho sbagliato a capire quello che ho detto, ritiro il sub emendamento, ma
siccome non ero da solo a guardarlo, vi posso garantire che ci sono diverse di queste stazioni
che non coincidono con quello che è stato scritto nei tavoli.
Ho proposto, insieme ad altri, questa correzione e quindi di integrare la cartografia alla
relazione, semplicemente questo, di metterle in coerenza, non chiedo altro.”
Il Presidente del Consiglio comunica quindi che l’Emendamento n.13 – Relazione-Cartografia è
annullato e sostituito dal Sub-Emendamento n.13.
15
Consigliere Vitali: “Per quanto ci risulta, la citata discrepanza tra quanto affermato in relazione
e quanto riportato in cartografia, è sostanziale, nel senso che viene riportato in relazione quanto
frutto dell’accordo avuto sui tavoli e sul territorio, ma non è in cartografia, in quanto non esiste
ancora una realizzazione puntuale e pratica citabile sulla cartografia, così abbiamo inteso.
Per quanto riguarda l’estensione di Pieve Emanuele o estensione generale dello stesso concetto,
in accordo a quanto affermato dall’Assessore, non esprimiamo voto favorevole.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Casati. (presenti 38)
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione il Sub-Emendamento n.13- Relazione Cartografia
L’Emendamento viene respinto con diciotto voti contrari, otto a favore un astenuto non avendo
partecipato al voto undici Consiglieri.
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.14 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con diciannove voti contrari, cinque a favore non avendo
partecipato al voto quattordici Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.15 –Relazione.
Consigliere Mezzi: “Al di là dell’annotazione dell’Assessore che si meraviglia del fatto che il
testo dell’emendamento venga inserito in questo punto della relazione, al di là di questa
valutazione che l’Assessore non ritiene adeguata e coerente nella relazione generale non viene
mai menzionato il lavoro svolto del Consiglio provinciale precedente a questo), con questo
emendamento vogliamo chiedere un riconoscimento di un lavoro che in precedenza era stato
prodotto e che ha portato a risultati importanti.
Non si vuole tenere conto di questo aspetto?
Credo invece che sia opportuno e quindi doveroso chiedere l’inserimento: noi quindi lo
ripresentiamo e lo rimettiamo all’attenzione dei Consiglieri e al voto del Consiglio stesso.”
Consigliere Cipolla: “Volevo, però, dire una parola rispetto a quello precedente.
Avete votato contro una cosa che secondo me non doveva essere fatta. Nel senso che qui non è
una questione di Destra, di Centro o di Sinistra.
Avete votato contro una negazione di quel lavoro che è stato fatto.
A parte la procedura, che l’Assessore non risponde al sub emendamento e risponde, invece, il
Capo Gruppo, questa è stata, secondo me, un’anomalia, non vi siete accorti, ma volevo dirvelo.
In ogni caso quando il Consigliere importante, il Capo Gruppo di Forza Italia Vitali dice che
non è giusto perché non sono previste, nella cartografia ci sono delle stazioni esistenti, ci sono
quelle previste e ci sono quelle che vengono corrette, vengono integrate, vengono modificate.
Quell’emendamento, quel sub emendamento, ha detto esattamente questo: dovete far
combaciare quello che è scritto nella relazione con quello che è nella cartografia, perché noi
abbiamo rilevato delle differenze.
Se si accettano le indicazioni della relazione, vale la pena inserirle nella cartografia, né più, né
meno di questo, non volete neanche accettare questo, sembra quasi si parlare tra sordi, o uno
parla e l’altro fa finta di ascoltare.
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Siamo abituati, però vogliamo continuamente dirvelo. Non è una questione che stravolge
niente.
L’ emendamento n. 15, non rinnega il lavoro che è stato fatto. Badate bene che se voi leggete
bene la relazione in altre parti, la relazione commenta proprio così: che il lavoro precedente non
viene tutto cestinato, ma viene utilizzato come un elaborato che fa parte della coproduzione del
Piano Territoriale e che, quindi, noi riteniamo che questo debba essere valorizzato, in quanto un
pezzo, almeno trent’anni, di elaborati precedenti, c’è gente, qui, che va in pensione e che è
ancora lì che sta elaborando tutto il Piano Territoriale, penso che sia giusto metterlo ed
integrarlo. Ma sapete perché non lo volete fare? Io lo so perché non lo volete fare, dopo ce lo
direte meglio voi, ma perché questo potrebbe andare ad inficiare un concetto che è quello che è
stato abrogato.
Voi volevate eliminare tutto quello precedente e poi, invece, da un’altra parte della relazione,
dite che non è che nasce da capo tutto questo lavoro, ma ha tenuto conto. Potreste andare in
contraddizione. Abrogando tutto quanto poi non si può tener conto in parte di quello che viene
eliminato.
Sarebbe stato meglio, tanto per essere chiari, essere meno arroganti e non abrogarlo e tener
conto anche di quello che veniva indicato prima, correggendoli, integrandoli, facendo, come
state per fare o per cercare di fare, non so se succederà, una tangenziale inopportuna ed
inadeguata e quindi quello lo potevate fare lo stesso, nessuno ve lo impediva.
Anche se non si inseriva abrogare il lavoro precedente e voi lo avete, invece, fatto.
Questo è un atto d’imperio che è stato fatto in più e noi cerchiamo, anche attraverso questi
emendamenti, di ricordarvi che non era il caso di inserirlo e quindi si poteva tranquillamente
mettere che quello che era stato il precedente doveva essere un’evoluzione, ci doveva essere,
come è stato detto, Gavazzi ce l’ha detto l’ultima volta, è in evoluzione, infatti è in evoluzione,
recidendo ogni radice, ma i ponti che si rompono, attenzione che poi non ci sono più.”
Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Grecchi.
Consigliere Dapei: “Devo associarmi agli auguri che l’amico e Consigliere Cipolla ha prima
indirizzato a nome suo, ma anche di tutti, al Presidente per il suo compleanno. Devo dire che
sicuramente, per quanto riguarda la sua attività politica, è un compleanno festeggiato nei
migliori dei modi, se è vero che oggi – leggevo l’ANSA nell’ufficio dove arrivano le notizie –
citava, fra più di 100 Presidenti di Province italiane, i primi 20 in quanto a gradimento e fiducia
dei loro amministrati, c’era questo dato secondo me sensazionale del più del 60% dei cittadini
della Provincia di Milano che danno fiducia al loro Presidente e che, quindi, la fanno andare in
classifica molto più in alto di prima.
Credo che si tratti di un autogol questo emendamento.
Siamo nel famoso caso del perseverare che è più diabolico dello sbagliare.
Andare a rivangare tutta quella dolorosa pagina che è stata la non approvazione del Piano
Territoriale di Coordinamento della passata legislatura, a questo punto non me lo aspettavo più,
quantomeno si ricorda nell’emendamento che non fu né adottato, né approvato. Ci fu una presa
d’atto qualche giorno prima delle elezioni.
Dolorosa pagina, per esempio, sulla comunicazione.
Io, come cittadino e come tutti i cittadini della Provincia ricevetti allora il Giornalino In
Provincia, quello che si faceva ai tempi, con tutte le foto degli Assessori, qui c’è D’Alema che
stringe la mano a Tamberi e tutte le altre cose, e c’era in quel numero questo riquadrino: sarà in
edicola con il Corriere della Sera e con il Giorno, quindi la massima diffusione possibile, un
inserto sul nuovo Piano Territoriale di Coordinamento, si diceva allora, che era questo. Me lo
sono tenuto d’allora, perché lo leggevo interessato e dicevo: guarda la Provincia.
C’era l’editoriale del Presidente che diceva: questo opuscolo illustra in sintesi, non se poi, come
chiedeva il Consigliere Caccavale, c’era anche la descrizione dei Comuni che avevano
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approvato e quelli che non avevano approvato, i principali contenuti del Piano Territoriale di
Coordinamento, lo strumento di pianificazione più recente e complesso elaborato ed approvato
dalla Provincia di Milano. Cioè durante la campagna elettorale del 99, insieme al “Corriere
della Sera”, al “Giorno”, si mandava, con le foto di D’Alema, dei vari Assessori, un opuscolo
che spiegava che cosa aveva approvato la Provincia.
Credo che con questa operazione non riuscita di marketing elettorale, perché poi quelle elezioni
sono state perse dalle persone che hanno speso denaro pubblico per produrre questa cosa, ha
ingenerato non solo nei cittadini, ma credo anche negli amministratori, una grande confusione.
Al tempo io ero nel mio Comune Presidente del Consiglio Comunale, stavamo trattando il PRG
ed assicuro che noi non eravamo ancora nella condizione di capire se si poteva usare, per
esempio, la L.r.1/2000 e quindi eravamo in regime di PTCP approvato o meno.
Questa pubblicazione ci confuse molto le idee.
Tornare adesso a chiedere di riconfondere le idee a tutti, parlando di una cosa che abortì
dall’inizio, è stato fatto un accenno della tangenziale, nelle varie versioni di proposte di PTCP
di allora ce n’è anche una, l’ho citata mille volte, quindi non lo faccio più nella lettera perché la
conoscete bene, che parlava di nuova tangenziale Est di tipo autostradale. Anche lì grande
confusione.
Credo che dovremmo mettere una grande, grandissima pietra azzurra sopra quella brutta pagina
di amministrazione per chi credeva a queste cose, di non amministrazione nei fatti e quindi
cercare adesso di rimettere in discussione tutto quello che ormai avevamo capito essere la realtà
mi sembra pericoloso.
Per questi motivi credo che tutto il Consiglio dovrebbe, per una parte per amore di verità e per
l’altra per doverosa ammenda, bocciare questo emendamento. “
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Rosa. (presenti 39)
Consigliere Dioli: “Volevo premettere che noi, come Centro Sinistra e Rifondazione, abbiamo
posto molta attenzione ai tipi di emendamento che abbiamo proposto. Non abbiamo fatto degli
emendamenti con spirito polemico verso questa Amministrazione e sinceramente ci stupiscono
certi interventi che sono veramente fuori luogo e non sono neanche attinenti all’oggetto, alla
materia dell’emendamento.
Bisognerebbe ricordarlo, e qui invito il Presidente magari ad essere negli interventi, anche se da
parte nostra ci dovesse essere qualche splafonamento, a chiamarci, rispetto, invece, al senso ed
allo spirito dell’emendamento che abbiamo proposto.
Il senso, invece, del nostro emendamento ha un grande valore.
Ha un grande valore perché viene, tra l’altro, inserito nella relazione.
C’è capitato di sentire più volte che la relazione tanto non è il documento rispetto agli altri che
sul Piano Territoriale incide così tanto.
Quindi non è un articolo delle NTA e non comprendiamo questa avversione anche rispetto a
questa proposta, perché? Perché nel leggere proprio il ruolo ed i contenuti del Piano
Territoriale, in base alla normativa di riferimento, non potevamo che non inserire il riferimento
al precedente Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, ma ve lo dico perché? Perché
quando voi nella relazione citate e dite: nel dettare il nuovo ordinamento delle autonomie locali,
la 142 per intenderci, attribuisce alla Provincia competenze in ordine alla predisposizione ed
adozione del proprio Piano Territoriale di Coordinamento e denuncia principi innovativi in
tema di partecipazione al processo di formazione delle scelte.
Noi, nella nostra proposta, diciamo chiaramente: in tal senso e spirito di profonda innovazione,
la Provincia di Milano il 16 Marzo 99 ha deliberato la presa d’atto del Piano Territoriale di
Coordinamento, con atto consiliare ecc. ecc..
Noi non abbiamo fatto, non ci siamo espressi in termini di giudizi, non abbiamo detto che
amministrazione cattiva che poi ce l’ha revocato o cose di questo tipo.
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No, noi abbiamo semplicemente detto che in quel momento, quando ancora non esistevano le
leggi, perché le leggi sono arrivate successivamente, le leggi nazionali e le leggi regionali, che
hanno dettato più in profondità le linee per la formazione dei Piani Territoriali. Già allora, nel
senso di profonda innovazione, il Centro Sinistra e Rifondazione, avevano prodotto quel tipo di
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Si dice di non nascondere quello che è
successo, di non tagliare l’esistente.
Come possiamo non dire, non mettere per iscritto un fatto così fondamentale, che ha portato via
– qualcuno dice – all’Amministrazione precedente non soltanto mesi e mesi di lavoro rispetto a
quello strumento urbanistico, ma risorse anche, perché vi ricordate che uno dei nostri motivi
contrari alla revoca erano anche i costi, sia del precedente e soprattutto del vostro che alla fine
della legislatura ci dovete ancora dire quanto è costato.
Però il voler cancellare un pezzo della storia di questa Provincia non accogliendo il nostro
emendamento, permettetemi di dire che è anche un po’ sciocco. Cioè non è possibile non tenere
conto di questo, perché non pregiudica niente rispetto ad un eventuale giudizio vostro, non vi
compromette, perché dice obiettivamente quello che è successo quell’anno rispetto a questo
Piano Territoriale.”
Consigliere Ortolina: “Vorrei invitare Dapei, che, non me ne voglia, ho già altre volte definito
un po’ il “berluschino” di casa nostra almeno sotto alcuni punti di vista, ad avere molto più
rispetto per l’attività della precedente amministrazione.
L’invito a non enfatizzare l’argomento della strumentalizzazione elettorale del 1999, cui ha
fatto cenno, perché se c’è una situazione nella quale la strumentalizzazione elettorale sta
ergendosi a sistema, è giusto quella che stiamo vivendo oggi in questa Provincia, con questa
Presidente.
Voglio ricordare al Signor Dapei che nel programma del Centro Sinistra c’era scritto il termine
“riqualificazione”, non costruzione del secondo anello tangenziale.
Ho trovato veramente sgradevole il modo con cui Dapei ha affrontato questo tema e, ha
replicato ai nostri interventi. Assolutamente sgradevole. Lo invito, se può, ad essere meno
“cattivello” in futuro.
Ciò detto, mi pare che il testo di questo emendamento sia chiaro e sia da intendersi
positivamente, nel senso che, nel momento in cui la relazione descrive il percorso di definizione
del Piano Territoriale di Coordinamento di questa Provincia, non può prescindere in alcun
modo dall’affermare che c’è stato, a suo tempo, un passaggio che non ha avuto effetti, non si è
tradotto in un atto “esecutivo”, ma è stato un passaggio assai importante, che, tra l’altro, ha
impegnato la precedente Amministrazione per mesi e mesi.
Parlo dell’atto di adozione, in Consiglio, del precedente PTCP. Si è trattato di una delibera
Consiliare, una delibera di presa d’atto, un atto amministrativo certo, sul Piano Territoriale di
Coordinamento.
Quindi non capisco in alcun modo perché vi sia preoccupazione nel citare questo fatto, questo
atto, questa delibera, nel dire che nel percorso di costruzione del Piano Territoriale della
Provincia di Milano, del primo Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, c’è stata anche
questa tappa. Una tappa – ribadisco – importante, che ha registrato la fatica di molti e che non
può essere cancellata.
Francamente, le paure e le preoccupazioni che mi pare di avvertire nella proposta di respingere
questo emendamento non le capisco e io invito perciò nuovamente il Consiglio ad approvare lo
stesso.”
Consigliere Nucci: “Non voglio far perdere tempo, voglio solamente far notare una netta
contrapposizione tra quello che hanno detto i Consiglieri Dioli, Ortolina ed il Consigliere
Cipolla. Perché Dioli ed Ortolina dicono che non c’è da nessuna parte cenno al precedente
PTCP e che noi abbiamo voluto cancellare il passato. Cipolla ha detto che in varie parti del
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documento sono contenuti riferimenti positivi, anche solo nel senso di recepimento di quello
che era il precedente, mettetevi d’accordo.
Interpreto le considerazioni fatte dal Consigliere Cipolla come un invito a votare contro.
Siccome c’è già in diversi punti un riconoscimento ed un richiamo al precedente PTCP, non ha
senso metterlo in questo punto, perché se voi trovate. Vuol dire che ha sbagliato Cipolla a
parlare, mettetevi d’accordo. Ha appena finito di dirlo.
Volevo semplicemente far notare che se una persona legge il testo della pagina in questione,
con inserito dentro questo, è un corpo estraneo, comunque in questa pagina non ci sta, non
segue il discorso logico, mentre potrebbe andare benissimo da un’altra parte, come infatti pare
che ci sia, anche se non c’è un riferimento esplicito al numero della Delibera o alla data della
Delibera, però ce lo siamo sentiti dire 10 volte che non tutto è stato buttato, che abbiamo
utilizzato i lavori. Quindi diventa una ripetizione.
Accetto la raccomandazione di votare contro.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Bergami. (presenti 40)
Consigliere Angiuoni: “Voglio intervenire anch’io su questo emendamento per far notare a tutti
le contraddizioni che vengono continuamente ripercorse durante il dibattito di questi
emendamenti.
Intanto inviterei il Consigliere Dapei a moderare il suo linguaggio, linguaggio di pura e bassa
demagogia, perché evidentemente il Consigliere Dapei, come altri Consiglieri, non hanno letto
tutta la documentazione relativa al Piano Territoriale di Coordinamento e mi riferisco in
particolare ai quaderni.
Una serie di questi quaderni riportano pari pari, con piccole varianti, i quaderni che la passata
Amministrazione aveva redatto e nelle relazioni, in alcune relazioni si evidenzia anche che
questo lavoro, fatto dalla precedente Amministrazione, è stato ritenuto utile, uno strumento utile
per approfondire meglio ed elaborare questo Piano.
Quindi quel lavoro non può essere buttato a mare come fa, ad esempio, il Consigliere Dapei e lo
inviterei cordialmente a leggersi quei documenti.
Ancora una volta, ecco il fatto della vostra incoerenza, alla pagina 11 delle premesse della
relazione vi leggo che cosa c’è scritto: nei tavoli sono stati discussi i temi di importanza
sovraccomunale sollevati dai Comuni, così come le proposte contenute nel documento di Piano
elaborato dalla precedente amministrazione provinciale. Ecco l’incoerenza ed allora noi, con
questo emendamento, chiediamo semplicemente un atto di verità, tra l’altro un atto di verità
storica, perché la Provincia di Milano non nasce oggi con questa Maggioranza, ha una sua
storia ed ha un suo percorso.
Quindi negli atti ci deve essere anche scritto che la passata Amministrazione aveva elaborato e
poi non è andato a buon fine per termine del mandato, però il rammentare ed il riconoscere
questo negli atti mi sembra un atto dovuto ai cittadini, un atto di coerenza, di trasparenza,
d’informazione concreta e reale e non censura che non vi servono, non servono a nulla, come
non serve a nulla l’intervento che ha fatto il Consigliere Dapei, nominando D’Alema, l’ex
Presidente del Consiglio.
I problemi sono più complessi, la verità è un’altra e saranno i fatti che lo diranno.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.15 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, dieci a favore non avendo
partecipato al voto sei Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
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Emendamento n.16 –Relazione.
Nel frattempo è entrato in aula l’Assessore Gravina.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n. 16 è tra quelli di cui vi proporrei lo stralcio, in vista di
una futura rivalutazione del tema da parte dell’Assessore.”
Emendamento n.16 –Relazione è rinviato.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.17–Relazione.
Presiede il Vice Presidente Vicario Nucci.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n. 17 ci ripropone un problema che è emerso anche ieri
sera a proposito del 4.
Forse è meglio che guardiamo la pagina, pagina 25, dell’adottato, cioè quello blu,
l’emendamento dice: aggiungere tra gli obiettivi, tra i compiti della Provincia, la frase “e di
copianificazione”. Questo è identico al 25 del 2002.
Il 25 del 2002 è stato accolto e voi trovate a pagina 25 della relazione, in alto: “ciò significa che
la Provincia assume effettivamente una funzione di copianificazione e di governo del
territorio”.
Lascio libero, ovviamente, il Consiglio di fare la scelta che meglio crede, ma dal mio punto di
vista questi emendamenti che sono già accolti e compresi nel testo, con l’esatta dizione che
l’emendamento propone, non avrebbero una ragione di essere rivotati.
Credo che siano emendamenti che forse si possono discutere, ma votare non so che senso
abbia.”
Consigliere Mezzi: “L’emendamento viene ritirato, l’avremmo ritirato, poi il superamento
dell’emendamento 16 e l’intervento dell’Assessore hanno anticipato questa nostra richiesta di
ritiro dell’emendamento n. 17. Grazie.”
L’Emendamento n. 17 Relazione viene ritirato.
Successivamente il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.18–Relazione.
Assessore di Tolle: “L’emendamento 18, che è il 26 del 2002, a suo tempo respinto, nel testo
della relazione c’è una frase che ha ad un certo punto la parola “sviluppo territoriale”.
L’emendamento proponeva a suo tempo e propone tuttora di inserire dopo sviluppo territoriale
“socialmente ed ambientalmente compatibile”.
Io, a suo tempo ed il Consiglio stesso, respingemmo l’emendamento, rilevando che il concetto
di sviluppo territoriale è onnicomprensivo e che, quindi, non vi era nessuna ragione per una
specificazione di questo genere ulteriore. Solo lo sviluppo territoriale di tipo socialmente ed
ambientalmente compatibile, se non è compatibile, socialmente ed ambientalmente non è
sviluppo territoriale, è disordine.
A suo tempo fu respinto, io non ho ragioni per dare indicazioni diverse al Consiglio.”
Consigliere Mezzi: “Brevemente, per cercare di rimotivare l’emendamento in questione.
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Non condivido la risposta dell’Assessore. Sviluppo territoriale senza ulteriori specificazioni è
un’indicazione che crediamo sia superata anche dal punto di vista del linguaggio, dei riferimenti
e dei principi di carattere culturale che hanno a che fare con il tema della pianificazione del
territorio.
Miglior sviluppo territoriale sono parole, è un pezzo di una frase che probabilmente ha
necessità di essere meglio qualificata, di essere sicuramente innovata dal punto di vista anche
del linguaggio per ciò che le parole ed il linguaggio stesso stanno a significare.
Allora si spiega in questo modo la richiesta di un emendamento che tende a recuperare alcuni
concetti che ormai sono concetti largamente condivisi.
Sono molto meno condivisi ed accettati nelle politiche delle pubbliche amministrazioni ed il
caso più eclatante è questo.
Provo a spiegare il dissenso, rispetto a ciò che sto dicendo e rispetto a ciò che le politiche
dell’Ente Provincia ha messo in atto.
Voi, nella relazione, avete a più riprese richiamato i concetti della compatibilità, della
sostenibilità, poi, però, siete in palese contraddizione nel momento in cui andate a definire
alcune grandi questioni, soprattutto quelle di carattere infrastrutturale, che sicuramente non si
raffrontano, non si misurano con il tema della sostenibilità, né tanto meno con quello della
compatibilità ambientale.
Sicuramente questo è frutto di una cultura che viene espressa anche nel linguaggio e questo
passaggio lo sta a testimoniare.
Cerchiamo, con l’emendamento, di recuperare, invece, un aggiornamento, un approccio
culturale innovativo, rispetto a quello che voi ci state proponendo.
Ripeto, ci sono diversi passaggi della relazione in cui si parla di sostenibilità, di compatibilità
ambientale, ma tutti questi riferimenti di carattere culturale, vengono contraddetti ampiamente
nel corso della lettura di questo Piano, nel suo complesso e nelle scelte più importanti.
Il tentativo, da parte nostra, è di richiamarvi, invece, ad alcune categorie importanti, che hanno
a che fare con lo sviluppo.
Non è solo un problema di uno sviluppo territoriale non caotico, occorre che questo sviluppo
possa essere sostenibile dal punto di vista ambientale, dal punto di vista economico e dal punto
di vista sociale.
Queste sono le motivazioni per cui abbiamo riproposto questo emendamento, perché
effettivamente non ci potevamo riconoscere in questa descrizione, così come è stato definito, lo
sviluppo territoriale.”
Consigliere Cipolla: “Siccome i meccanismi sono questi, rispondo alla precedente puntata.
Chiarito il fatto che c’era da una parte della relazione che riprendeva il lavoro precedente. Noi
volevamo, con quell’emendamento, costruire un importante passaggio, per chiarire quello che è
stato fatto, cioè metterlo in bella copia.
Stiamo cercando di dirvi di scrivere quello che bisogna scrivere, non perché dobbiamo
modificare il Piano Territoriale. Noi, ogni tanto, facciamo delle osservazioni che sono per noi
importanti, ma molto marginali rispetto al fatto che un giudizio comunque diverso fra noi e voi
esiste. Voi non riuscite neanche a capire che queste integrazioni non correggono l’impostazione
generale del Piano Territoriale, pur approvando o non approvando queste integrazioni per noi
importanti, non cambiano il giudizio di fondo, purtroppo questo non vi è dato.
Lo sviluppo territoriale socialmente ed ambientalmente compatibile, perché non deve essere
accettata questa dizione così cara a tutti noi? Semplicemente perché probabilmente c’è talmente
cara a tutti noi che voi non lo volete scrivere e probabilmente ci sono degli imbarazzi, quando ci
sono delle decisioni che, come si è detto anche stasera, che tengono conto anche di quello che
dicono i Comuni e quando i Comuni si presentano con la lista delle esigenze, che sono
socialmente ed ambientalmente compatibili, voi passate proprio sopra.
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A proposito, in un periodo in cui il federalismo è così accentuato e così condiviso, queste parti
vengono usate un giorno e magari alla sera vengono subito disdette.”
Nel frattempo sono entrati in aula gli Assessori Serafini e Riparbelli mentre è uscito l’Assessore
Maerna.
Consigliere Angiuoni: “Dirò subito che sono d’accordo con l’intervento fatto dal Consigliere
Mezzi, qui è veramente un problema culturale ed è credo anche preoccupante il fatto che si
sottovaluti questo emendamento, di poche righe, ma di una concretezza ed attualità rilevanti.
Ho detto già l’altra sera che questo è un documento che non rimarrà chiuso nei muri di questa
Provincia. E’ un documento che circolerà in ogni dove e quindi deve essere anche un
documento che contenga in sé alcuni contenuti di ampio valore culturale.
Richiamo anche qui, si può richiamare in tutti gli emendamenti, è abbastanza trasversale questo,
la coerenza con quello che viene detto e con atti che si producono, cioè a dire: noi in sostanza,
con questo emendamento, non facciamo altro, vogliamo che sia aggiornato e quindi ristabilita
una concretezza ed una linearità di esposizione, che tenga conto dell’evoluzione delle cose.
Ricordo un po’ a tutti non può non essere di vostra conoscenza, che anche il nostro Paese ha
firmato gli accordi di Kyoto.
Il concetto di sostenibilità scaturisce da questi accordi.
Agenda 21 Locale è un altro momento importante di quegli accordi.
La Provincia sta facendo in qualche modo un intervento limitato dico io, rispetto ad Agenda 21
ed Agenda 21 cosa dice? Primo atto di ogni intervento deve essere quello della sostenibilità, che
non vuol dire non creare sviluppo, ma lo sviluppo si può promuovere tenendo conto degli
aspetti di natura ambientale.
Allora ecco quello che noi diciamo in questo emendamento, socialmente ed ambientalmente
compatibile.
Non diciamo che lo sviluppo non ci deve essere, ma deve essere rapportata a questi nuovi
elementi che sono elementi di estrema concretezza, che tutti i popoli, soprattutto l’Italia, stanno
vivendo.
Il problema ambientale è un problema che ce lo ritroviamo ogni giorno, quindi la sostenibilità,
lo sviluppo legato a questi elementi deve essere accompagnato in ogni dove ed in ogni
momento della nostra azione politica ed amministrativa. Grazie.”
Il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.18 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con venticinque voti contrari e dieci a favore, non avendo
partecipato al voto cinque Consiglieri.
Successivamente il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.19 –Relazione.
Assessore di Tolle: “Qui siamo nella relazione, la pagina non ve la so dire, perché non c’è, ma
nelle tabelle finali. C’è una frase che dice, la colonna è contenuti del PTCP, il PTCP recepisce i
contenuti naturalistico – ambientali dei vigenti Piani Territoriali di Coordinamento dei Parchi
Regionali, ricadenti nel territorio provinciale. I contenuti territoriali del PTCP e del PTC dei
Parchi sono disciplinati in regime d’intesa.
Era stato proposto nel 2002, ed era stato respinto, di tralasciare questa frase finale e cioè che il
regime che regola che il rapporto fra PTCP e PTC dei Parchi è un regime d’intesa.
All’epoca io feci presente che questa indicazione recepiva esattamente l’indicazione della
Legge Regionale che regola la materia e che, quindi, non mi era possibile, anche legalmente,
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dare una diversa indicazione e rimetto al Consiglio la decisione sulla stessa premessa, perché
oggi la situazione della legislazione regionale è tuttora invariata.”
Consigliere Dioli: “Ne troveremo diversi di emendamenti che poi tratteranno di questo
problema, che è uno dei più sentiti, cioè del rapporto fra il Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale ed il Piano Territoriale di Coordinamento dei Parchi.
La preoccupazione che non inserendo all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento
Provinciale una norma chiara e precisa, rispetto al rapporto tra questi due strumenti, che si
riesca a sfondare da una parte nei perimetri dei parchi, con delle scelte che sono fatte molto
pesantemente ed all’interno di questo vostro Piano Territoriale, ma soprattutto dall’altra, che
con il regime d’intesa cosiddetto si possano scavalcare in qualche maniera i Piani Territoriali di
Coordinamento dei Parchi.
Non è un caso che noi vi abbiamo ripresentato nuovamente questo emendamento e che in
qualche modo, però, non trova riscontro da parte dell’Assessore, nonostante vi siano state,
anche a livello di parere regionale, delle precisazioni in questo senso. Cioè a livello regionale vi
viene detto: “Sì, tu puoi fare tutto quello che vuoi in regime d’intesa, però non puoi superare un
certo limite”. Qual è? Quello di modificare il regime dei suoli.
Quando tu vai a modificare il regime dei suoli nei Piani Territoriali di Coordinamento dei
Parchi, allora necessariamente non bastano i regimi d’intesa, ma necessariamente devi
apportare apposita Variante al Piano Territoriale di Coordinamento dei Parchi.
Questo cosa significa? Significa che bisogna fare tutta una serie di procedure e significa che
tutti gli attori a quel punto possono concorrere in qualche maniera a contribuire in un senso o
nell’altro rispetto a questa eventuale Variante.
Noi lo riproponiamo, anche perché e ve lo voglio ricordare, tra l’altro è stato da voi segnalato
con la risposta n. 1, la controdeduzione n. 1, a tutte le osservazioni tipo, che sono una
quarantina, non ricordo neanche più, praticamente è, in termini d’importanza, probabilmente
vista anche da voi come ricorrenza, tant’è che vi viene assegnato un’importanza di primo grado.
Mi sembra che ci siano delle contraddizioni, rispetto non soltanto al parere, ma anche rispetto
alla controdeduzione che voi date all’osservazione tipo. Cioè laddove si dice di specificare
meglio il rapporto territoriale di Coordinamento e quello dei Parchi, non pare che la risposta che
viene data a livello delle osservazioni sia coerente con quanto, invece, viene inserito all’interno
del rapporto tra il Piano Territoriale Provinciale, il Piano Territoriale dei Parchi in questa parte
precisa della relazione.
In questo senso noi sosteniamo l’importanza e la necessità di mantenere valido il nostro
emendamento.”
Consigliere Cipolla: “Questo emendamento assomiglia molto a molti degli altri che abbiamo
già sostenuto, cambiando un po’ i soggetti in campo, ma il senso è molto simile.
Riprendo quello che era l’emendamento n. 4, c’è una parte in cui si dice: oltre che come sopra
la concertazione si può comunque attuare tramite i Circondari, i Protocolli d’Intesa, di
Pianificazione ed Accordi di Programma.
Noi, invece, abbiamo detto: “Sì, attuata è più vincolante il nostro e voi ce l’avete bocciato.”
Ovviamente si può tirare come si vuole. Spesso i vassalli sono più grossi dei valvassini ed i
valvassini sono più importanti dei valvassori.
Qui, invece, stiamo dicendo la stessa cosa: i contenuti territoriali, l’ha letto prima l’Assessore di
Tolle, sono disciplinati in regime d’intesa. Noi, invece, diciamo che è meglio scrivere che sono
disciplinati dai regolamenti.
Voi parlate sempre di decentramento, ci avete spiegato che c’è la devolution, ci avete insegnato
che bisogna utilizzare l’ascolto, solo che facendo così state decidendo che tutto quello che avete
detto, ci avete impiegato molto per fare esattamente il contrario, perché se state dicendo che si
fa l’intesa, ma se l’intesa non c’è cosa succede? Chi è che vince?
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E’ chiaro chi è che vince, i parchi hanno meno potere dell’organo superiore, anche se le
competenze a volte non sono esattamente le stesse, però il tentativo è molto chiaro ed è lucido e
noi ve lo segnaliamo, il tentativo è di scardinare, laddove non c’è l’intesa, la possibilità di poter
scardinare quella che è una volontà dell’organo inferiore.
Tra l’altro c’è un esempio davanti a noi che, tanto per cambiare, sono dieci i tavoli dove c’è
l’intesa e lì va bene, tanto poi chi deciderà lo si vedrà, ma in due tavoli non c’è l’intesa e si fa
passare un’infrastruttura ed i 34 Comuni non sono d’accordo con la Provincia.
Ecco qui la dimostrazione.
Con questo emendamento noi vi diciamo, che sarebbe bene instaurare quello che dite voi, cioè
la volontà degli ultimi.
Voi non lo volete fare, noi, attraverso questo emendamento, riteniamo, invece, al contrario, che
voi dite a parole di valorizzare le volontà dei Parchi, la volontà dei territori, la volontà dei
Comuni, fino a quando? Fino a quando c’è l’intesa. Nel momento in cui l’intesa non c’è,
passano le ruspe.”
Il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.19 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con venticinque voti contrari, dieci a favore con avendo
partecipato al voto cinque Consiglieri.
Successivamente il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.20 –Relazione.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n. 20 proponeva nel 2002 d’integrare la relazione nella
parte che riguarda gli obiettivi, sul tema paesaggio, con l’affermazione, inserendo del PTCP e la
sua valenza paesistica.
In realtà questa inserzione comportava e comporta un’inesattezza formale della frase, se venisse
introdotta, perché non tutti gli studi che il PTCP comprende in questo settore riguardano la
valenza paesistica, quindi occorreva ed occorre il mantenimento della versione attuale della
relazione, allo scopo di evitare un’inesattezza formale e giuridica nell’affermazione che è
contenuta nella frase.
Rispetto al 21, il 21 era il 37/2002 che fu respinto dal Consiglio.
Nel merito, perché questo tipo di problema si pone poi rispetto a molti altri emendamenti, allora
vi do una mera indicazione su questo, poi richiamo l’opinione che dico adesso anche negli altri
casi, anche per brevità.
C’è un passaggio in relazione, che è a pagina 41, che suona più o meno così: per affrontare tali
temi, il Piano ha voluto sperimentare una nuova disciplina nel campo della pianificazione di
area vasta, il marketing territoriale.
A tale scopo è stata condotta una ricerca, che partendo dalle aggregazioni comunali già in
essere, ha valutato una serie di azioni ecc. ecc..
L’importanza di questa tematica risulta particolarmente leggibile nelle scelte in materia di
assetto insediativo ecc. ecc..
La proposta dell’emendamento è di stralciare questo passaggio.
Capita qui e capiterà dopo, però dopo darò sinteticamente il parere nello stesso senso, che si
chiede di levare dalla relazione di Piano il resoconto di avvenimenti, che si sono svolti nella
fase di trattazione e di predisposizione del Piano che l’Assessorato ha condotto.
Capita anche che si vuole levare un pezzo della relazione, nella quale ed è la seconda frase che
ho letto, si dice il perché o a che finalità quel fatto storico, quel comportamento che noi
abbiamo tenuto era diretto e a che risultati tendeva.
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Fu respinto perché io sostengo, sostenni e sosterrò, in seguito in maniera più sintetica, che
questo tipo di emendamenti che riguarda le affermazioni sullo svolgimento dell’iter di Piano,
non è suscettibile di essere modificato o stralciato senza negare una realtà di una vicenda e che
conseguentemente deve essere lasciato quando è vero, come in questi casi, quando queste cose
sono avvenute.
All’epoca fu respinto, io non ho ragioni per esaminare una diversa soluzione del caso, questo ed
altri che vengono dopo sono emendamenti su cui la motivazione che dà l’Assessorato è che
riguardano eventi di formazione del Piano, che necessariamente debbono essere riconosciuti in
sede di relazione.”
Il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.20 –Relazione.
L’Emendamento viene respinto con venticinque voti contrari, dieci a favore e non avendo
partecipato al voto cinque Consiglieri.
Successivamente il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.21 –Relazione.
Assessore di Tolle: “Rispetto al 21, il 21 era il 37/2002 che fu respinto dal Consiglio. Nel
merito, perché questo tipo di problema si pone poi rispetto a molti altri emendamenti, allora vi
do una mera indicazione su questo, poi richiamo l’opinione che dico adesso anche negli altri
casi, anche per brevità.
C’è un passaggio in relazione, che è a pagina 41, che suona più o meno così: per affrontare tali
temi, il Piano ha voluto sperimentare una nuova disciplina nel campo della pianificazione di
area vasta, il marketing territoriale. A tale scopo è stata condotta una ricerca, che partendo dalle
aggregazioni comunali già in essere, ha valutato una serie di azioni ecc. ecc.. L’importanza di
questa tematica risulta particolarmente leggibile nelle scelte in materia di assetto insediativo
ecc. ecc..
La proposta dell’emendamento è di stralciare questo passaggio.
Capita qui e capiterà dopo, però dopo darò sinteticamente il parere nello stesso senso, che si
chiede di levare dalla relazione di Piano il resoconto di avvenimenti, che si sono svolti nella
fase di trattazione e di predisposizione del Piano che l’Assessorato ha condotto.
Capita anche che si vuole levare un pezzo della relazione, nella quale ed è la seconda frase che
ho letto, si dice il perché o a che finalità quel fatto storico, quel comportamento che noi
abbiamo tenuto era diretto e a che risultati tendeva.
Fu respinto perché io sostengo, sostenni e sosterrò, in seguito in maniera più sintetica, che
questo tipo di emendamenti che riguarda le affermazioni sullo svolgimento dell’iter di Piano,
non è suscettibile di essere modificato o stralciato senza negare una realtà di una vicenda e che
conseguentemente deve essere lasciato quando è vero, come in questi casi, quando queste cose
sono avvenute.
All’epoca fu respinto, io non ho ragioni per esaminare una diversa soluzione del caso, questo ed
altri che vengono dopo sono emendamenti su cui la motivazione che dà l’Assessorato è che
riguardano eventi di formazione del Piano, che necessariamente debbono essere riconosciuti in
sede di relazione.
Consigliere Mezzi: “Ringrazio l’Assessore per la spiegazione esauriente rispetto a questo
passaggio, che riconferma la posizione di allora, di un anno fa su queste decine di righe di cui
chiediamo lo stralcio. Però l’emendamento nostro sta a significare anche che su questi due
concetti che vengono espressi in queste decine di righe, c’è anche una differenza
d’impostazione e di critica che noi muoviamo al Piano.
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Nel lavoro che è stato avviato fin da subito, e che riguarda la tecnica che Lei ha deciso di
adottare, per quanto concerne la ricerca delle specificità e delle vocazioni del territorio
provinciale ed anche il tema del marketing territoriale. Diciamo questo non non crediamo in
questo tipo di strumento, bensì per come è stato poi utilizzato.
Sulla modalità d’individuazione delle vocazioni territoriali, Lei ricorderà benissimo la nostra
critica sul metodo che è stato adottato, tant’è che l’esito di questo lavoro non ha trovato grande
riscontro nei fatti ed una traduzione concreta nelle scelte pianificatorie.
Quel lavoro fu presto, almeno per quanto di nostra conoscenza, abbandonato ed il Piano ha
preso poi un’altra direzione, un’altra strada.
Ritenevamo che le vocazioni dovessero essere sottolineate, fatte emergere attraverso il lavoro
sul territorio, nei tavoli e nei Comuni, cosa che vi riconosciamo, cose che nella prima fase avete
fatto, avete svolto, ma ci sembrava veramente un orpello, un qualcosa di più il lavoro che avete
prodotto attraverso l’incarico che avete dato ad una società di consulenza esperta in questo
genere di attività.
Quindi noi chiediamo lo stralcio di questa decina – quindicina di righe, a partire da questa
diversa impostazione.
Non si tratta soltanto di restituire da parte vostra, in maniera critica, il lavoro svolto, perché
esiste anche un giudizio di merito.
Voi dite che avete dato importanza a questo tema quello del marketing territoriale.
Non si tratta di non condividiamo lo strumento del marketing, le sue tecniche, ma il problema è
che nasce da un lavoro che non ha dato il risultato che voi stessi vi aspettavate.
Noi abbiamo contestato quel metodo, lo abbiamo anche verificato, peraltro il lavoro di
Commissione, su questa attività specifica, non è stato granché; avete presentato il lavoro, poi
null’altro dell’esito di quel lavoro è comparso in sede di Commissione, tanto meno in sede di
aula e tanto meno nei contenuti del Piano Territoriale.
Il secondo elemento che contestiamo riguarda proprio la parte finale di questa decina –
quindicina di righe, allora quando si richiama il concetto di processo di sviluppo economico
sostenibile del dovrebbe, secondo quello che scrivete, orientare le scelte di Piano. Più volte lo
abbiamo detto in questa sede ed anche un anno fa; il riferimento alla sostenibilità economico –
ambientale del Piano è contraddetto dalle scelte importanti che il Piano stesso contiene.
Ci sentiamo di riproporre l’eliminazione dei capoversi 6, 7 ed 8, della pagina 41, per le
motivazioni che ho appena ricordato.”
Consigliere Cipolla: “Se ne poteva fare a meno di questo marketing territoriale, nel senso che
questo Piano Territoriale ha speso circa 500 o 600 milioni delle vecchie lire per finanziare
un’azienda, proveniente da Imperia, mi pare che abbia fatto una ricerca simile, per metterla sul
nostro territorio e ci ha consegnato un lavoro inutile.
Nel senso che quel lavoro che ci ha consegnato non è stato usato, perché quello che viene usato
è quello che è stato usato all’interno dell’inserimento e l’attivazione di tavoli, quelli con i
Comuni, che hanno fatto quel lavoro che dovevano fare attraverso le indicazioni precise della
legge 1/2000, non c’è stato niente di particolare.
Di questo marketing territoriale non se n’è vista l’esigenza, neanche le tracce.
Se mi si ricorda quali sono le tracce ed i contributi fattivi del marketing territoriale, salvo il
fatto che bisogna forse lasciargli uno spazio a futura memoria, noi non siamo contrari in
assoluto a questo tipo di lavoro, salvo il fatto che questo è stato, secondo me, una cosa di cui
non se n’è vista la necessità.
Basterebbe dirne una su tutte: si va a modificare il Piano Territoriale dopo che c’è stato un
contributo da parte della Regione, la quale ci dice: tra le varie osservazioni vi chiedo di
correggere un passaggio, me ne ricordo uno, ma ce ne sono diversi. Lì nessuno se n’è accorto –
l’ho già detto, ma voglio ripeterlo – che bisogna allargare la corsia della A4, da Bergamo fino a
Milano.
27
Qui nessuno se n’è accorto. Se n’è accorta per fortuna la Regione che ci ha detto: guarda che
bisogna fare questo, inseritelo, perché questa cosa serve. Fra parentesi siamo d’accordo anche
noi, se non vi disturba. Perché non ce l’avete detto prima?
Comunque sia, vi chiedo questo, va bene così?
Ripeto il concetto, se qualcuno poi avrà la cortezza di rispondermi, che noi non siamo contro la
ricerca, piuttosto che “marketing”, perché magari c’è un’interpretazione diversa, per la
formazione della decisione, servono tutte le informazioni che sono presenti sul territorio,
purtroppo voi avete fatto un lavoro che alla fine non è stato utilizzato e piuttosto che dire che
non è stato fatto questo, ritenete di doverlo sostenere.
La verità, come dicevo prima, è che è stato fatto, ma non ha avuto l’esito che viene qui
descritto.
Il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.21.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, dieci a favore, non avendo
partecipato al voto sei Consiglieri.
La seduta del Consiglio viene sospesa alle ore 20.30 e riaperta alle ore 21.35 per la pausa cena.
Il Presidente del Consiglio riapre la seduta alle ore 21.35 e risultano presenti n.39 Consiglieri,
essendosi nel frattempo allontanati i Consiglieri Occhionorelli e Rosa, mentre è entrato il
Consigliere Tamberi.
Sono assenti giustificati i Consiglieri Malinverno e Occhionorelli.
Si sono altresì allontanati gli Assessori Frassinetti, Grecchi, Maerna e Volonté.
Partecipa alla seduta il Vice Segretario Generale, Avv. Piera Pujatti.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.22 – Relazione.
Assessore di Tolle: “Per rispettare il metodo, rispondo ufficialmente sull'Emendamento n. 22,
che è il 38/2002, respinto e che ha le stesse considerazioni che ho fatto per quello precedente.
Dice: “Stralciare il testo riferito all’impostazione flessibile del Piano, in particolare rispetto al
tema insediativo.”
Capisco il motivo politico, però è levare dalla relazione del Piano la dichiarazione che la
struttura del Piano è stata voluta in modo flessibile.
Per aiutare i lavori di Consiglio, valutate voi che tipo di ragionamento fare, cioè se prendere già
come mio parere anche per i successivi questo discorso.
La stessa valutazione vale per il 23 e per il 24. Quelli dopo non li ho ancora esaminati.
Se viene richiesto di dare un parere, devo sostanzialmente dire la stessa cosa. “
Nel frattempo sono usciti dall’aula i Consiglieri Borgio, Dioli e Tamberi. (presenti 36)
Consigliere Mezzi: “Per quanto mi riguarda può andar bene la risposta, la triplice risposta che
l’Assessore dà al 22, 23 e 24, però personalmente procederò nel sostenere gli emendamenti, le
ragioni degli emendamenti un emendamento alla volta, se non ci sono altre controindicazioni.
C’è da dire qualcosa, evidentemente, rispetto a questi emendamenti e questo in particolare,
rispetto all’emendamento 22, perché quelle quasi dieci righe che sono contenute a pagina 42,
28
che descrivono alcuni caratteri del Piano, noi le abbiamo da sempre contestate ed anche qui non
possiamo, questa sera, anche se l’emendamento è lo stesso emendamento di un anno fa, non
riprendere in considerazione, ad esempio, la critica al tema della flessibilità, che è uno degli assi
portanti di questo Piano che va in approvazione.
Abbiamo detto che la rigidità degli strumenti di pianificazione del territorio non può essere
affrontata secondo lo schema che questo Piano sottende e soprattutto la flessibilità, di cui
questo Piano si fa vanto, in realtà viene contraddetta ed è stata contraddetta in più momenti
dell’iter di formazione di questo Piano.
Questo Piano è stato flessibile quando ha voluto venire incontro ad alcuni disegni propri ed
anche non propri, cioè non appartenenti all’Ente Provincia; si è dimostrato, invece,
estremamente rigido nel momento in cui vi erano le condizioni perché alcune progettazioni, mi
riferisco al tema delle infrastrutture, potevano rientrare, grazie a questo carattere flessibile di
cui questo Piano fa vanto, potevano rientrare all’interno della proposta definitiva di
pianificazione del territorio provinciale.
Contestiamo il dato della flessibilità pianificatoria, crediamo, invece, che il Piano avrebbe
dovuto basarsi su precise indicazioni in termini di sviluppo insediativo ad esempio lungo le
direttrici del trasporto pubblico, lungo gli assi portanti del sistema viabilistico principale della
Provincia di Milano. Questo poteva essere uno dei dati costituitivi del Piano stesso, così come
lo è stato nella proposta del quinquennio precedente.
In realtà, si è scelta un’altra strada; sotto la voce flessibilità si nascondono, in realtà, altre
operazioni, nel termine buono della parola, sia ben chiaro. Uno di questo è la possibilità di uno
sviluppo indifferenziato su tutto il territorio provinciale.
Insomma il termine flessibilità delle scelte e delle procedure è una questione che francamente
non ci ha mai convinto ed abbiamo in tutte le sedi, sedi di Commissioni e sedi di Consiglio,
contestato questa definizione.
Francamente, sempre nella seconda parte di queste dieci righe che vogliamo stralciare con
questo emendamento dal testo definitivo della relazione generale, le parole che compaiono
indicano l’esistenza di regole e criteri che, anche questi abbiamo contestato.
Se per regole e criteri si intendono, per esempio, quelli legati alla possibilità di espansione
insediativa, che i tavoli o i Comuni singoli possono definire se dovessero rispettare alcuni
parametri di carattere ambientale.
Anche questo elemento, che credo stia sotto la voce regole e criteri che qui viene riportata, non
è stato da noi condiviso; lo riteniamo infatti uno dei fattori più pericolosi, della proposta di
pianificazione territoriale della Provincia di Milano e, conseguentemente, in questo passaggio
della relazione, a nostro giudizio, questi elementi, che sono le parti fondamentali, i caratteri
ispiratori del Piano stesso dovrebbero, a nostro giudizio, essere stralciati.
Per questo riproponiamo l’emendamento di un anno fa ed interveniamo nuovamente su questi
aspetti, che rappresentano la filosofia del Piano stesso.”
Consigliere Matteucci: “La questione che solleviamo con questo emendamento ed in parte con
gli altri emendamenti, che venivano ripresi anche dal Consigliere Mezzi, è chiaramente una
questione che attiene all’impostazione di fondo di questo Piano.
Capisco che, dal punto di vista culturale, prima ancora che politico, vi sia una ostilità o
comunque vi sia una non condivisione da parte dell’Assessore, rispetto a quanto noi
proponiamo.
A noi sembra che con la parola flessibile, con queste parole che sono anche molto di moda, in
realtà ci si ammanta di una totale mancanza di definizione, di assunzione di responsabilità e di
indicazione, che finisce per essere da una parte un modo per apparentemente lasciare massima
autonomia e rispetto delle realtà locali, dall’altra parte, però, in realtà è anche un modo molto
furbo per poi esercitare in modo soggettivo e poco trasparente una potestà anche autorizzativa,
29
rispetto alle scelte in campo territoriale, che possono essere poi effettuate dai vari Comuni,
attraverso i loro strumenti.
Questo è uno degli aspetti.
L’altro aspetto è che, in realtà, al di là di una logica che non ci appartiene o che comunque
abbiamo tutti, credo, superato e rielaborato, di una pianificazione eccessivamente vincolistica e
prescrittivi, però la totale assenza di norme certe e la totale genericità delle indicazioni che nel
suo insieme il Piano contiene, sia per quanto riguarda gli aspetti di obiettivi politici,
d’indicazione di priorità, di allocazione di risorse, sia e soprattutto, perché non dimentichiamo
che, essendo uno strumento di coordinamento, che ha una valenza di carattere territoriale,
ovviamente ricade, molto di tutto ciò, di tutto questo dibattito, di tutte queste discussioni,
ricadono nell’impianto anche normativo.
In questo senso noi riteniamo che questa impostazione che si ritrova e che naturalmente in
buona sostanza è la base, è l’elemento culturale che poi si è trasmesso in tutta l’elaborazione di
questo Piano, è inadeguata, prima ancora che sbagliata, inadeguata ad affrontare problemi
certamente complessi, che certamente hanno bisogno anche di una capacità di risposta e di
adattamento, ma questa può essere trovata attraverso l’alimentazione, degli strumenti di
copianificazione, attraverso le definizioni di percorsi di concertazione, attraverso l’utilizzo dei
vari strumenti di accordo o di programmazione concertata, che possono essere attivati.
Diversamente o comunque, per quanto attiene alcuni macro obiettivi e ad una definizione di
politiche e di strategie in grado di portare effettivamente delle soluzioni o comunque di avviare
quantomeno delle soluzioni alle problematiche dell’area metropolitana, è del tutto evidente che
la mancanza di norme certe, la mancanza di indicazioni chiare, rischia di rendere il tutto o
inefficace o fa ricadere la dialettica ad un mero mercato, dove poi i soggetti economici,
istituzionali più o meno forti possono avere la meglio in una sorta di perenne contrattazione
puntuale, che fa sostanzialmente a pugni con quella che è, invece, la logica a cui sono sorti ed è
entrato nella legislazione il concetto di Piano di Coordinamento Territoriale di livello
provinciale.
Queste sono le motivazioni che ci hanno portato e ci portano a sostenere i nostri emendamenti
ed, ovviamente, a rigettare, quindi, un’impostazione che sicuramente, qualora – come ci
auguriamo – dovessimo avere una maggioranza politica all’interno di questa Amministrazione,
ci preoccuperemo di riportare, di riprodurre immediatamente all’interno di nuovi strumenti di
pianificazione.”
Nel frattempo è entrata in aula l’Assessore Frassinetti.
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.22 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventisei voti contrari, otto a favore non avendo partecipato
al voto due Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.23 – Relazione.
Assessore di Tolle: “Francamente è una questione di questo tipo, perché l’ho riguardato.
A pagina 42 c’è questa frase: il duplice obiettivo sotteso dall’insieme di queste regole di buon
governo è quello di tutelare le risorse idriche e così via.
L’emendamento che a suo tempo fu respinto proponeva di levare quell’inciso, obiettivo sotteso
dall’insieme di queste regole di buon governo, forse perché è anche un po’ autoincensante verso
l’Assessore, e di sostituirlo con: Il duplice obiettivo del PTCP.
30
Anche a titolo di contributo, forse a vedere se questo serve ad aiutare i lavori, io faccio atto di
umiltà, se il Consiglio ritiene di scrivere dopo: duplice obiettivo del PTCP, invece che regole di
buon governo, per me nullaosta.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.23 – Relazione.
L’Emendamento viene approvato con trentuno voti a favore, quattro astenuti, non avendo
partecipato al voto un Consigliere.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.24 – Relazione.
Consigliere Mezzi: “Lei sta poco attento, ho detto che accetto la spiega triplice dell’Assessore,
ma il sostegno all’emendamento è singolo.”
Qui si fa riferimento, invece, ad un pezzo di storia del provvedimento in esame, cercando di
andare a recuperare anche ciò che è stato fatto precedentemente, riproponendo il percorso.
Non condividiamo, non abbiamo mai condiviso il percorso compiuto da questo Piano
Territoriale, perché è partito da un atto di rottura, rispetto ad un lavoro svolto in precedenza,
lavoro che aveva prodotto dei risultati, raggiunti alcuni e parziali obiettivi e che poteva essere
recuperato nella sua interezza e su questo si poteva innestare la nuova proposta di
pianificazione al territorio provinciale da parte dell’allora nuova Giunta provinciale.
Non è andata così, voi avete deciso di stralciare, di cassare completamente il risultato del lavoro
di alcuni anni, circa quattro anni, della precedente Amministrazione. Il percorso, che avete
inaugurato con il voto di alcuni anni fa, di bocciatura a posteriori del Piano Territoriale della
Giunta precedente, evidentemente non ci ha trovati concordi e, quindi, il percorso che voi avete
riproposto e che qui richiamate non può non essere non considerato a una lettura attenta del
provvedimento finale.
Per questo noi chiediamo che queste circa 15 righe vengano stralciate, perché non ne
condividiamo i contenuti, l’iter ed i risultati che questo percorso ha raggiunto.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.24 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventisei voti contrari, nove a favore, non avendo
partecipato al voto un Consigliere.
L’Emendamento n.25 – Relazione viene ritirato.
L’emendamento n. 26– Relazione. viene rinviato.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.27 – Relazione.
Assessore di Tolle : “Sul 27 il parere è lo stesso che è stato reso prima, adesso vi dico il
numero sull’emendamento che parlava di aggiungere a “sviluppo territoriale” le parole “sociale
e sostenibile”.
Si tratta della riproposizione in altra forma dello stesso tema, per cui fu respinto
all’epoca e rimesso al Consiglio con le stesse considerazioni dell’epoca.”
31
Consigliere Mezzi: “Sull’emendamento n. 27, magari a distanza di un anno c’è un ripensamento
rispetto al tema, c’è magari una maggior coscienza e conoscenza dei temi che queste tre parole
sottendono, per questo lo abbiamo riproposto, sperando che ci fosse un ripensamento da parte
dell’Assessore, della Giunta e dei tecnici.
Non ripeto le considerazioni di prima, ma ci sembra che il nostro emendamento vada in una
direzione un po’ più innovativa rispetto a quello che voi proponete.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.27 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con venticinque voti contrari, otto a favore, non avendo
partecipato al voto tre Consiglieri.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n. 28 riguarda la pagina 46 della relazione, ci sono dei
pallini, al quarto pallino c’è la frase “l’introduzione di meccanismi di equa ripartizione
territoriale, delle ricadute positive e negative degli interventi a carattere sovraccomunale, anche
attraverso lo sviluppo di sistemi perequativi”. Fu presentato e respinto un emendamento che
proponeva di levare questo “anche attraverso lo sviluppo di sistemi perequativi”.
C’è un’obiezione, come all’epoca, di fondo. Credo che la perequazione territoriale sia uno
obiettivo, forse uno dei pochi, che dovrebbe unire in teoria le culture dei due schieramenti che
ci sono in Consiglio.
Ripartire equamente tra il sistema dei Comuni, effetti positivi e negativi di interventi di
costruzione, francamente non capisco perché dovrebbe essere levato questo passaggio, che
dovrebbe essere afferente un po’ a tutte e due le culture.
All’epoca diedi il parere negativo, che francamente confermo.”
Consigliere Matteucci: “Questo, secondo me, fa parte di quelle indicazioni, quelle dichiarazioni
di buona volontà o dichiarazioni, che non hanno, però, un riscontro poi nei reali meccanismi
che il Piano mette in campo, sia perché manca di fatto una legislazione adeguata in tal senso,
che supporti anche concretamente la produzione di effetti concreti, rispetto a quanto qui
dichiarato, sia perché è anche il tentativo di realizzare o di individuare delle logiche, all’interno
delle norme, che in qualche modo si avvicinino a quanto qui dichiarato.
Il problema è che non si possono affermare delle cose, dando l’impressione di sviluppare delle
politiche di un certo tipo, che poi non hanno nessun riscontro nella pratica concreta.
Questo è un aspetto che noi non possiamo condividere come logica, prima ancora che come
scelta politica, perché – torno a ripetere – non vi è nell’impianto complessivo del Piano le sue
indicazioni e soprattutto poi nella ricaduta normativa, alcunché che definisca poi un percorso
che abbia questo tipo di risultato.
Per cui non si può infarcire la parte relazionale di buoni sentimenti, per poi dopo non ritrovare
nulla nella parte che sicuramente ha più valore, dal punto di vista pianificatorio, che è quella
cartografica ed è quella normativa. Cioè la relazione rischia di rimanere una summa di buone
intenzioni, ma, com’è noto, di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno. Per cui alla
fine si rischia semplicemente di fare di tutto ciò uno specchietto per le allodole, per cui poi si
possa magari alimentare un simpatico dibattito accademico culturale, ma non un effettivo
indirizzo ed un effettivo sviluppo di una politica territoriale ed economica conseguente.
Peraltro sarebbe sicuramente importante un ragionamento di questo genere, ma per fare ciò si
dovrebbe entrare in una logica, come dicevamo anche prima, che in qualche modo individui
delle priorità e rispetto alle priorità nuova, attraverso anche delle norme cogenti, i Comuni ad
atteggiamenti virtuosi nei confronti di se stessi e nei confronti dei Comuni limitrofi, creando,
quindi, o sospingendo delle forme aggregative che affrontino certamente problemi in tal senso.
Noi siamo tutti i giorni – è sotto gli occhi di tutti – come, invece, le politiche degli insediamenti
commerciali, le politiche delle infrastrutture viabilistiche, le politiche degli insediamenti
32
residenziali, le politiche per quanto riguarda gli aspetti dei grandi sistemi depurativi, dei rifiuti e
quant’altro, sono continuamente fondo di conflitto, fonte di contraddizione, fonte di una politica
che manca di quei requisiti di accordi sovraccomunali, d’intesa e di migliore allocazione degli
effetti positivi e negativi, che qui si vogliono indicare.
Quindi noi denunciamo in questo senso una contraddizione forte tra le intenzioni, la realtà e
soprattutto gli strumenti che questo Piano mette in campo.”
Consigliere Mezzi: “Il concetto che viene espresso in queste tre righe è chiaro e da un certo
punto di vista anche condivisibile nel testo di pagina 46.
Il problema qual è? E’ che non c’è, non esiste, a sostegno di queste frasi, nessun supporto
normativo, non esiste una normativa che oggi consenta di arrivare agli obiettivi che sono qui
dichiarati.
Non solo, ma come giustamente diceva Matteucci, neppure nella strumentazione normativa di
questo Piano, questo tema è sostenuto in qualche forma.
Quindi, non si capisce come mai si possa, si voglia attribuire un determinato obiettivo, senza
avere poi gli strumenti per raggiungere l’obiettivo stesso.
E’ una contraddizione palese, che ci sembrava opportuno far rilevare e da questo punto di vista
eliminare, almeno quella parte della frase che proprio non tiene sotto i punti di vista che ho
cercato di illustrare.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.28 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventitre voti contrari, nove a favore, non avendo
partecipato al voto quattro Consiglieri.
Presidente del Consiglio: “Siamo all’emendamento n. 29, che mi sembra sia stato sostituito da
un sub emendamento, se non vado errato, dico giusto? Prego Assessore di Tolle.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione il:
Sub-Emendamento n.29 – Relazione.
Assessore di Tolle: “La parola “concertata” è stata tratta dall’indicazione che c’è nella Legge
1/2000, che parla di concertazione ed attiene ad una fase del procedimento, cioè come condurre
un procedimento.
La parola “condivisa” non l’ho introdotta, né come sostituzione, né come aggiunta, com’è poi
nel sub emendamento, perché “condiviso” attiene ad un risultato raggiunto e quel risultato
raggiunto non mi è richiesto dalla Legge come percorso.
La Legge non mi dice devi avere raggiunto la condivisione, la Legge dice alla Provincia: “Devi
aver concertato e poi assumiti le tue decisioni.”
Quindi come già sull’emendamento, che comunque è un emendamento già presentato e respinto
all’epoca e tal quale sul sub emendamento, rimettendo al Consiglio la valutazione resto
dell’opinione che avevo già espresso, di mantenere il testo invariato così com’è attualmente.”
Consigliere Cipolla: “Volevo dire questo: secondo noi c’è la necessità, invece, di aggiungere
alla parola “concertata” anche la parola “condivisa”, perché l’argomento che ha tenuto prima di
me l’Assessore, parla della Legge 1/2000.
Si dimentica che nel frattempo c’è anche una Legge, che è la Legge Obiettivo, voluta dal
Governo Centrale e che, anche se non è né concertata, né condivisa dai Comuni, l’infrastruttura
si deve fare, perché è di carattere sovraccomunale e quindi non vale né l’una, né l’altra.
33
Quindi stravolge anche la legge 1/2000 e tra l’altro la Provincia, ben consapevole di questo, sta
già sperimentando, rispetto alle infrastrutture importanti, mette a prova la Legge Obiettivo ed,
invece, non utilizza quello che diceva l’Assessore appena prima, cioè la Legge Regionale.
Per questa ragione noi riteniamo che, sia la parola “concertata” e noi ci siamo permessi di
aggiungere entrambi “condivisa”, proprio perché concertata non è sufficiente, perché ci deve
essere anche l’altra parte.
Normalmente c’è la possibilità di condividere, fino a prova contraria, uno che non è colpevole è
sempre innocente.
Quindi la possibilità di andare a ricercare un accordo credo che sia il presupposto iniziale del
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, proprio perché si chiama così: Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale.
Dopodiché si potrebbe chiamare anche un’altra cosa, che non la voglio dire qui, perché mi
viene male, però se è il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale ci deve essere la parola
concertata e condivisa.
Non è scardinabile il vincolo iniziale, salvo chiamarlo diversamente. Cioè noi riteniamo che
deve essere un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. E’ proprio funzionale a
quell’obiettivo. Noi vogliamo cercare di dire che bisogna utilizzare la Legge 1/2000 ed io sono
d’accordo con l’Assessore di usare la Legge 1/2000, ma usiamola sempre, anche nei tavoli
laddove voi non volete applicarla, mentre applicate l’altra regola, cioè quella delle Legge
Obiettivo.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione il Sub Emendamento n.29 – Relazione.
Il Sub-Emendamento viene respinto con ventuno voti contrari, nove a favore non avendo
partecipato al voto sei Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.30 – Relazione.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n. 30 mi fornisce lo spunto per fare una valutazione che
serve anche come motivazione della conferma di rigetto di svariati emendamenti che troveremo
forse, ce ne sono degli altri, dove si parla di accentuare, in senso, chiamiamolo non positivo nel
senso qualitativo, ma in senso positivo, accenni che ci sono al precedente Piano Territoriale, di
cui si fece la Delibera di adozione con condivisione e poi la revoca da parte di questa
Amministrazione.
Nello specifico questo e quegli emendamenti hanno avuto una valutazione negativa, non in
quanto quell’affermazione non vuole e non deve essere fatta, cioè che è esistito il Piano
Territoriale elaborato dalla precedente Amministrazione che ha avuto un peso ed una valenza
ed è servito anche per costruire questo Piano, ma perché l’indicazione viene fatta negli
emendamenti, nell’ambito di frasi in cui poi quell’affermazione non è lineare.
Vi faccio un esempio: nel caso dell’emendamento 30, così questo vale anche come parere su
quel tipo di emendamenti, la frase che trovate a pagina 47, è questa, avendo come base questo
strumento, sono stati apportati gli opportuni aggiornamenti, specie in relazione alle tematiche
paesistico ed ambientali, che al rinnovato quadro programmatico.
Se io inserissi l’emendamento che dice: nonostante la revoca effettuata, questo strumento ha
rappresentato un’ottima base per le tematiche paesistico - ambientale, direi in relazione ad una
cosa che è inesatta, perché le indicazioni di tipo paesistico – ambientale, che trovate nel nostro
Piano attuale, in diverse parti sono differenti, migliori o peggiori, comunque diverse da quelle
che c’erano nel Piano Targetti.
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L’affermazione che il Piano Targetti, così è conosciuto, rappresenta ed ha rappresentato una
base di lavoro per la costruzione di questo Piano, è contenuta nella relazione per esplicito alla
pagina 51, paragrafo 2, 6 e 3.
Il paragrafo si intitola: “Gli strumenti per la costruzione del PTCP.”
Lì c’è scritto: tra i principali strumenti utilizzati per la costruzione del PTCP si possono citare il
progetto di PTCP deliberato dal Consiglio provinciale il 18 Marzo 99, comprensivo delle
specifiche analisi, ricerche e studi tematici e settoriali.
Do parere negativo sull’emendamento 30 e su tutti gli emendamenti che danno, come richiesta,
quella di citare in altro modo il Piano Targetti, in altre parti del mio documento, perché in quel
caso se io accetto di citare in quel modo che propone l’emendamento, il Piano Targetti, falso il
senso di quella frase concreta e vado a dire qualcosa che in realtà non è.
Ribadisco, a valere anche per il seguito, così quando capita questo tipo di emendamento, che è
un dato pacifico all’interno del Piano, credo che più che metterlo al 263, gli strumenti per la
costruzione del PTCP, non so dove altro dovesse essere inserito questo concetto.
Ovviamente sono per rigettare l’emendamento.”
Consigliere Mezzi: “Credo che non sia sfuggito, non è sfuggito all’Assessore e non sfuggirà a
nessuno dei presenti, il senso di questo emendamento. Che significa sancire il riconoscimento
di un lavoro pregresso, che ha una valenza politica che noi sosteniamo e che non possiamo in
questo momento, e neppure un anno fa rinnegare.
Lo dice nelle pagine successive citate dall’Assessore, che il lavoro pregresso è stato un lavoro
utile o comunque un riferimento nel lavoro poi avviato da questa Amministrazione.
Noi, per quanto ci riguarda, intendiamo inserirlo in un passaggio importante della relazione,
come quello che è stato ricordato dall’Assessore.
Questo è il motivo che ci ha convinti a riproporre l’emendamento; c’è stato un lavoro
consistente, fatto di analisi, fatto di elaborazioni, fatto di proposizioni, di condivisione anche
per certi versi, che volevamo e che chiediamo venga inserito all’interno di questo passaggio
dove si ricorda l’iter del provvedimento di pianificazione che stiamo esaminando.
Fa piacere che l’Assessore di Tolle, che è stato uno dei più tenaci oppositori alla proposta di
Piano Territoriale della precedente Giunta provinciale, riconosca i meriti del Piano,
quantomeno per quanto riguarda alcuni degli aspetti, nonostante sia altrettanto nota
l’opposizione che l’Assessore stesso ha manifestato alcuni anni fa, proprio nel 99, in occasione
della deliberazione a cui si faceva riferimento precedentemente.
Chiediamo che questo passaggio venga inserito all’interno di questo documento finale.”
Nel frattempo sono entrati in aula i Consiglieri Dioli e Rosa. (presenti 38)
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.30 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventidue voti contrari, nove a favore, non avendo
partecipato al voto sette Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.31 – Relazione.
Assessore di Tolle: “A pagina 47, la frase è: “Con il medesimo fine”, ovvero per ragionare sullo
stato di fatto delle conoscenze, si è inoltre proceduto alla valutazione dei progetti e dei Piani di
tipo sovrapprovinciale – poi c’è una parentesi e degli esempi – collegamento autostradale
pedemontano, programmi di sviluppo”. L’emendamento propone di levare gli esempi.
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Fu respinto all’epoca, fa parte della categoria dei fatti avvenuti, ma mi sono domandato perché
gli esempi erano così fastidiosi, nel confermarvi il parere a suo tempo dato per la reiezione
dell’emendamento. “
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.31– Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, sette a favore, non avendo
partecipato al voto sette Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.32 – Relazione.
Assessore di Tolle: “L’emendamento n.32, la controdeduzione, essendo un emendamento del
tutto identico come tema, i due tavoli 10 ed 11 non hanno lavorato, è la stessa che ho dato sull’1
e sul 5.
Compare per la terza volta lo stesso problema, ovviamente fu respinto e sono già stati respinti
anche i due già trattati, identici.”
Consigliere Cipolla: “Ritengo che questo emendamento riproduce fedelmente quello che è stato
e quello che è. L’accezione che deve essere inserita è quella che noi riteniamo che deve essere
inserita la verità, per cui non si può sostenere che bisogna inserire il modo di lavorare, questo è
stato detto precedentemente, quando si parlava del marketing territoriale, che si è detto che
bisogna inserire quello che è stato il lavoro effettivo che è stato intrapreso da questo
Assessorato e quindi vale lo stesso ragionamento. Se è vero quello, vale anche questo, vale il
fatto che questi tavoli non hanno raggiunto quegli accordi che erano prevedibili e che, quindi,
vale la pena trovare il modo di dire la verità.
Potrebbe essere che in futuro ci sarà questo, visto che continueranno a lavorare, visto che la
Provincia è disponibile a sostenere quello che è il recepimento, di quelle che sono le iniziative
di quei tavoli, vale la pena stabilire che in questo momento questo lavoro non è stato ancora
concluso.
Quindi non si capisce qual è il motivo per cui non si vuole mettere nero su bianco e scrivere
qual è la verità, perché vi dà fastidio la verità?
Prima non ho capito che l’Assessore aveva finito di dire che era contrario, semplicemente
questo. Il motivo per cui non ho schiacciato è stato questo, per cui si era fermato ed aspettavo la
sua indicazione di voto.
Siccome non l’ha detta ed aspettavo la sua indicazione di voto, che era contrario, non ho capito
questo ed aspettavo l’indicazione di voto. Non avendola detta, la stavo aspettando, anzi la sto
aspettando ancora adesso.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.32 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con venticinque voti a favore, sette contrari, non avendo
partecipato al voto sei Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.33 – Relazione.
Assessore di Tolle: “Riguarda, alla pagina 62, una frase che parte con le parole “considerate le
condizioni di continua regolazione dell’apparato normativo” e finisce con “deliberati”.
36
E’ una frase che spiega qual è il metodo usato per inserire nelle cartografie i perimetri dei
Parchi Territoriali ed i PLIS.
Per i Parchi Territoriali, Piani Territoriali dei Parchi Regionali si è fatto riferimento ai Piani
adottati e per i PLIS a quelli istituiti o già deliberati.
Fu respinto dopo la reiezione questo tipo di impostazione è stata avvallata anche dal parere
regionale sul Piano Territoriale, che ha ritenuto corrette le indicazioni dei perimetri dei parchi
dei PLIS così configurate e riconfermo la posizione espressa a suo tempo per la reiezione
dell’emendamento.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.33 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, nove a favore ed un astenuto,
non avendo partecipato al voto quattro Consiglieri.
L’Emendamento n. 35 viene ritirato.
Nel frattempo è uscito il Consigliere Rosa. (Presenti 37)
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.34 – Relazione.
Assessore di Tolle: “Il 34 riguarda la richiesta di inserire a pagina 69, dove ci sono le
indicazioni dei programmi di azione paesistica, un programma di azione paesistica riguardante
il contenimento del consumo di suolo.
Il principio del contenimento del consumo di suolo ne abbiamo discusso 100 volte, ci sono
anche questioni grossissime, è condiviso ed è uno dei principi fondanti del PTCP, ma tutto ciò
che regola quel principio è inserito in altra parte del Piano, in quanto quella materia, il consumo
di suolo, il contenimento, non attiene al tema dei programma di azione paesistico. Quindi la
richiesta è uguale, poi in realtà è già stato respinto a suo tempo, di confermare la reiezione, non
in quanto non è condiviso il principio, che in altra parte del Piano è ampiamente trattato, ma
perché propone l’inserzione del tema in un punto in cui è in proprio.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.34 – Relazione.
L’Emendamento viene respinto con ventisei voti contrari, sei a favore, non avendo partecipato
al voto cinque Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.36 – Cartografia.
Assessore di Tolle: “Su questo dico una motivazione prolungata e generale. Faccio presente al
Consiglio che la stessa motivazione in pratica vale per tutti quelli, salvo alcuni che adesso tratto
a parte, perché erano già stati accolti o sub emendati, che riguardano la cartografia.
Il 36 in particolare propone la solita questione che abbiamo già discusso in sede di adozione, di
riportare la tavola 1, quella che contiene il sistema di sviluppo infrastrutturale al 25.000, invece
che al 100.000.
Le indicazioni cartografiche, quindi stiamo parlando dal 36 al 50, sono state oggetto dell’esame
regionale, tra l’altro l’esame regionale in una serie di tavole, in alcune cose mi pare, quando
arriveremo alla difesa del suolo, ci ha chiesto di inserire delle tavole di maggiore dettaglio, cosa
37
che abbiamo fatto. Laddove non c’è stata data questa indicazione, la sostanza è che la scala
utilizzata, il metodo o il tipo di indicazione che noi avevamo graficamente utilizzata è stata
ritenuta congrua rispetto alle necessità, che quella cartografia richiede.
Sul 36, con questa ulteriore motivazione, oltre a quella che diedi nel Settembre 2002, che si può
andare a ricostruire, confermo la reiezione. Tutti gli emendamenti che propongono questo
problema cartografico d’inserimenti, modifiche, maggiori dettagli e così via, soffrono di questo
ostacolo all’accoglimento.
Faccio, però, presente che il 37, proposta di suddivisione delle arterie indifferenti e classi
gerarchiche, è un emendamento che è stato accolto tramite un sub emendamento. Infatti
all’interno della relazione è stata inserita la figura 12.
La figura 12 è l’accoglimento dell’attuale 37, che a suo tempo era il 2 del 2002.
Mi pare che per quelli della cartografia, che vanno dal 36 al 50, si possa dare questo parere
valido per ognuno, fatto salvo il 37 che è accolto, quindi dovrebbe essere ritirato.
Confermo, quindi, l’ipotesi della reiezione dal 36 al 50, escluso il 37, che è già stato accolto.
Naturalmente se poi c’è qualche necessità d’integrare le considerazioni sul singolo caso sono a
disposizione.”
Consigliere Cipolla: “Noi riteniamo che questa esigenza di ampliare la possibilità di conoscere
nei dettagli la parte relativa alla cartografia, cioè allargare la dimensione dell’impianto, abbia
una sua validità, proprio perché la sintesi estrema che viene riprodotta, con scala 1 a 10.000, ha
una difficoltà di comprensione di alcune scelte.
Quindi riportare alla scala 1 a 25.000 ci permette di conoscere anche di più, proprio perché
riteniamo che il Piano Territoriale sia un’occasione anche per i Comuni, soprattutto per i
Comuni e non solo per i Comuni, di mettere a conoscenza delle scelte.
Tra l’altro questa era contenuta anche nelle indicazioni e nei suggerimenti che provengono da
parte della Regione.
Mi pare che l’Assessore questa parte non l’abbia richiamata con la giusta esigenza e quindi era
un suggerimento ed è un suggerimento che proviene anche dai banchi e dal governo regionale.
Questo allargamento, questa richiesta di maggiore precisazione e quindi di andare ad
individuare le scelte e gli obiettivi strategici del Piano Territoriale, con questa dimensione, con
questa scala, ci permette di lavorare tutti quanti meglio, proprio perché gli obiettivi devono
essere certi e non incerti.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Rosa. (presenti 38)
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.36 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventidue voti contrari, sei a favore, non avendo partecipato
al voto dieci Consiglieri.
L’Emendamento n. 37 – Cartografia viene ritirato.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.38 – Cartografia.
Consigliere Angiuoni: “Veramente non riusciamo a comprendere questa opposizione a questo
emendamento, perché nella cartografia noi abbiamo notato che una serie di interscambi
passeggeri alle varie intersezioni, con la viabilità metropolitana, non sono evidenziate. Alcune
sì ed alcune no.
38
Quindi era solo una correzione migliorativa della cartografia, non sta sconvolgendo nulla, era di
dare soltanto, mettere in circolo un documento più completo, più aggiornato possibile.
Lo spirito è semplicemente questo, quindi rimango un po’ meravigliato del fatto che
l’Assessore non lo accolga.”
Consigliere Cipolla: “Sostengo questo emendamento in quanto abbiamo già detto prima, in
occasione di un’altra discussione relativa alla presenza della stazione ferroviaria a Pieve
Emanuele, che la piantina ha bisogno di queste ulteriori precisazioni. Deve essere, quindi,
individuato, a maggior ragione, tutta una serie d’interscambi di passeggeri dell’intersezione
della viabilità, proprio perché noi riteniamo che la parte relativa all’interscambio con le linee
sul ferro abbiano una prevalenza di carattere strategico.
Quindi senza indicare questo, risulta essere un Piano che dà priorità ad altre esigenze, mentre,
invece, quella di interscambi fra dei passeggeri, quindi della mobilità delle persone e quindi con
il collegamento anche delle linee su ferro, abbiano una particolare attenzione.
Se viene accettato questo emendamento, si conferma quello che viene detto anche da parte della
Maggioranza, che questo è uno strumento, per quello che vale, ma da cartografia noi riteniamo
abbia un senso importante, proprio per dare degli orientamenti e quindi se non necessariamente
si intravedono delle priorità attraverso questa scelta, che l’emendamento suggerisce, noi, non
avendo molte altre opportunità per dare delle priorità, tuttavia, andando ad individuare i siti, i
posti degli interscambi, questo risultano essere, loro, già di per sé, un obiettivo momento in cui
questa Provincia ritiene, non soltanto importante, ma prioritaria questa esigenza della mobilità
dei passeggeri e quindi dare ad essa una cartografia adeguata, quindi dare un segno a coloro i
quali poi dovranno utilizzarla per intraprendere le scelte per il futuro, quindi le opere che ne
conseguono.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.38 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventuno voti contrari, nove a favore, non avendo
partecipato al voto otto Consiglieri.
L’Emendamento n. 39– Cartografia viene ritirato.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.40 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “Visto che i tempi e la mia conoscenza non è così dettagliata, provo a
tentare di dare una risposta a quello che è questo emendamento.
C’è scritto, però, due corsie, nel tratto centro direzionale, quindi noi sosteniamo questo
emendamento proprio perché quando ci sono queste penetrazioni urbane devono avere delle
caratteristiche le più ridotte possibili.”
Consigliere Matteucci: “Credo che il concetto che ha espresso con molta efficacia il Consigliere
Cipolla debba essere giustamente ripreso, perché in una logica di addensamento, come tutti noi
sappiamo, nel centro urbano, in particolare sul nodo di Milano, di tutte le tensioni del traffico
che si muove nell’area metropolitana, con una forte ancora penetrazione, circa 900.000 veicoli
giorno che entrano, certo anche una quota significativa che esce. Se vogliamo le stesse
provocazioni, io uso questo termine, fatte dal Sindaco Albertini, rispetto alle eventuali
tariffazioni nella cerchia urbana, tariffazioni rispetto all’ingresso in città, dovrebbero proprio
ribaltare o far assumere una logica di diversa concezione rispetto all’attuale impostazione, che
francamente è vecchia, perché vede ancora una radialità, un sostegno ed una radialità di
39
penetrazione nella Città di Milano, che non fa che alimentare ulteriormente le problematiche
della Città di Milano in questo caso. In questo caso credo che in particolare siano sofferenti i
cittadini abitanti nel Comune di Milano e credo che, invece, si debba studiare una logica che
intanto indirizzi i flussi di traffico sempre di più nelle aree dove possono essere costruiti
parcheggi significativi, in corrispondenza, innanzitutto, delle fermate delle metropolitane o
comunque delle linee di ferro esistenti o disponibili da qui ai prossimi anni e semmai costruire
dei percorsi che diffondano l’ingresso in città, in direzioni plurime, piuttosto che
apparentemente rendere scorrevole un afflusso, che poi inevitabilmente non può che essere
bloccato dalla realtà fisica della città esistente, non so come dirla diversamente.
Per cui questo recepire anche in modo totalmente acritico da parte del Piano, di indicazioni
vecchie, superate dalla logica dei fatti, che ancora persistono nel Comune di Milano, senza
dialogare, senza dialettizzare la tematica e magari da un’altra parte fare documenti sui piani del
traffico, i trasporti e quant’altro, pieni anche lì di buone intenzioni, che vanno in un’altra
direzione, ma poi avvalorare tutto questo tipo di opere che non fa che alimentare ulteriormente
questo carico di traffico nella Città, nel cuore della Città densa, è, appunto, una logica
contraddittoria, sbagliata e, a mio parere, assolutamente imbelle rispetto all’affrontare
seriamente i nodi anche del cuore di questa Città.
Questo è un punto che ricorrerà probabilmente nelle nostre discussioni, cioè il fatto che questo
Piano non affronta, non è in grado di assumere o di dare nessuna indicazione significativa al
cuore dell’area metropolitana, cioè la Città di Milano. Assume acriticamente qualsiasi
indicazione che lì è messa e che risulta essere inefficace e problematica per lo stesso sviluppo
dell’area metropolitana.
Quindi non si ha il coraggio di entrare nel merito delle questioni e se ne assumono
acriticamente delle indicazioni, che poi non possono che alimentare ulteriormente i problemi
già esistenti.
Noi ribadiamo, ovviamente, la volontà di mantenere questo emendamento, ribadiamo sulla
scorta ormai di un’evidente esperienza che è sotto gli occhi di tutti i cittadini, soprattutto in
questo caso dei cittadini milanesi, ma paradossalmente anche dei cittadini della Provincia, che
poi vivono sulla loro pelle le strozzature, i colli di bottiglia, l’incapacità di muoversi in modo
efficace e rapido all’interno dell’area metropolitana stessa, anche sulle strade, non parlo in
questo caso di trasporti, ma anche sulle strade.”
Nel frattempo è uscito dall’aula l’Assessore Frassinetti.
Consigliere Nucci: “Devo dire che sono, purtroppo, d’accordo con il Consigliere Matteucci,
quando dice che la politica del Comune di Milano va in senso opposto a quella che lui paventa.
Purtroppo è vero, cioè la politica del Comune di Milano, da alcuni anni a questa parte,
nonostante il cambiamento di colore politico, continua sul restringimento delle strade, sulle
aiuole di ciottoli – le chiamo io – ce n’è un esempio vistoso a 20 metri da qui, rendendo,
ovviamente, il traffico sempre più congestionato, sempre più difficile e soprattutto sempre più
inquinante.
Mi permetto, invece, di dire che l’impostazione moderna, nuova non è questa. Questa è
un’impostazione vecchia.
L’impostazione moderna, già da tempo, (si ipotizza come nascita l’epoca del futurismo), è
quella di far scorrere il traffico, di fare sovrappassi, sottopassi.
Il famoso e tanto vituperato sovrappasso di Piazzale Maggi ha reso quell’incrocio uno dei pochi
incroci scorrevoli della Città. Bisognerebbe fare 100 Piazza Maggi. Qui addirittura si vuole
impedire di farne anche sola mezza. E’ esattamente il contrario di quello che la gente vuole, ma
soprattutto di quello che l’area di Milano vuole, perché centinaia di macchine incolonnate agli
incroci inquinano, mentre quelle che scorrono sopra e sotto, nei sottopassi, inquinano un
decimo e forse meno.
40
Mi confermo sempre di più dell’opinione di votare in questo caso contro, ma di fare questa
battaglia di avanguardia contro quelle di retroguardia, che state facendo voi.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.40 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventuno voti contrari, sette a favore, non avendo
partecipato al voto dieci Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.41 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “L’emendamento n. 41 prevede una riqualificazione, quindi, proprio per
seguire l’esempio del Consigliere Nucci, stiamo facendo un’opera di avanguardia. Non capisco
perché non lo vota, questo dopo me lo spiegherà.
In ogni caso questo è anche un’esigenza di andare a riqualificare una zona in cui c’è un quadro
di riferimento, che fa riferimento a Malpensa, che è la zona del Ticino, Galliate, Turbigo,
Castano.
A maggior ragione, quando noi diciamo che vanno riqualificate le strade, ha una competenza
con delle grandi infrastrutture.
Queste strade si innescano anche in quel caso ad un’esigenza che fa riferimento ai rapporti di
collegamento con Malpensa.
Siccome noi riteniamo che Malpensa debba essere migliorata la viabilità nei confronti di questa
importante infrastruttura, questa riqualificazione è una riqualificazione che si innesta proprio in
funzione di questa esigenza.
Non capisco perché si debba dire di no all’allargamento di questa strada.
Casomai, visto che l’Assessore non ha capito esattamente la sua motivazione, visto che noi
riteniamo che debbano essere inseriti momenti di forte impatto, di riqualificazione, di dare
maggiore viabilità, di essere protagonisti nel dare soluzione alla viabilità, proprio perché non
debbono fermarsi le macchine, proprio per questa ragione. Quindi questa è una strada che deve
essere riqualificata. Io seguo fino in fondo il ragionamento che è stato detto anche da parte
vostra.
Per questa ragione questa ha questa esigenza.
Mi dovete spiegare meglio perché questa no ed invece quell’altra sì.
Quando siamo nel centro di Milano, allora lì bisogna fare quattro o cinque corsie, quando,
invece, vi chiediamo di riqualificare, guardate bene, qui non c’è scritto quante corsie,
riqualificare vuol dire tante cose, vuol dire andare a misurare, prendere il metro e capire qual è
la reale portata e quali sono le reali esigenze in quella zona. Però vi chiediamo un’attenzione
particolare. Mentre, invece, voi siete molto determinati, dentro la Città di Milano continuiamo
ad andare avanti così. Voi dite che siete contenti, perché, invece di Piazza Maggi, dovevamo
farne un po’ di più, scusate, sapete cosa vi abbiamo noi per Piazza Maggi? Gli abbiamo detto di
fare un’altra cosa. Gli abbiamo detto di spendere 4,5 miliardi di vecchie lire, anziché 100
miliardi sempre di vecchie lire. In quella zona si poteva fare una rotonda da utilizzare
diversamente, con quella cifra che prima dicevo, e con i benefici di quel risparmio si poteva
collegare con la metropolitana, con 800 metri, più o meno è quella cifra, quella cifra pagata in
contanti, perché se la distribuiamo con un po’ più di tempo si poteva ad andare a collegarsi con
l’ospedale San Paolo o magari, visto che c’è lì anche il quartiere Sant’Ambrogio, si poteva fare
tutte e due insieme.
L’ha detto l’Assessore Lupi, non l’ho detto soltanto io, quello che adesso fa parte a livello
nazionale del settore dell’urbanistica prima ed anche adesso. Sto seguendo i padri fondatori di
41
questa urbanistica, che sono anche vostri, sì, perché questa cosa dell’ospedale l’ha detta pure
lui, se non lo sai te lo dico io.
Comunque noi lo sosteniamo ed insieme a noi ce ne sono tanti.
Quindi quella cifra poteva essere destinata non per fare, secondo me, quell’infrastruttura che è
stata anche contestata, se non lo sapete è stata anche contestata da decina di migliaia di
cittadini, alla quale ho avuto la fortuna di contestare anch’io, insieme ad altri, l’Assessore
Goggi che era presente, titolare di quel progetto.
Non so se ci sono particolari differenze.
Noi riteniamo che la Città di Milano debba avere ed in quell’occasione vi ho detto una cosa
molto precisa: bisogna fare un interscambio non lì. Visto che andate ad Assago, non capisco
perché non bisogna farlo là l’interscambio e fermare le macchine là, visto che Goggi ha firmato
contestualmente tutte e due le infrastrutture, prima questa e poi quell’altra.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.41 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con diciassette voti contrari, undici a favore e tre astenuti, non
avendo partecipato al voto sette Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione il:
Sub Emendamento n.42 – Cartografia.
Assessore di Tolle: “Avrei bisogno di approfondire il testo di questo emendamento, nel senso
che valutandolo in questo momento con gli uffici abbiamo delle difficoltà a capire quali sono le
linee, perché secondo noi ci sono già alcune cose, che si vorrebbero inserire.
Se è possibile, anche i firmatari, lo valutino un momento, se volete intanto ne facciamo un altro,
con i miei uffici, per capire.
Adesso abbiamo capito. Se vi chiedo un attimo di sforzo, altrimenti i Consiglieri fanno un po’
di fatica a capire su cosa dovrebbero votare.
Nella tavola 1 è rappresentato l’attuale progetto della linea 4, concertato e condiviso con il
Comune di Milano ed oggetto di una potenzialità di finanziamento ampiamente probabile,
ampiamente accertata.
Quindi è rappresentato quel tratto di metrò che rappresenta un’ipotesi di lavoro attuale di
altissima probabilità e possibilità realizzativa.
Se dico un posto sbagliato mi correggi, quel progetto com’è nella nostra tavola, da Lorenteggio,
attraversa la Città di Milano con 15 fermate, arriva sostanzialmente a Porta Vittoria e da Porta
Vittoria arriva a Pioltello, passando per l’aeroporto tra l’altro di Linate. L’emendamento
proposto propone un progetto totalmente differente da questo e cioè sostanzialmente
l’eliminazione del tratto Lorenteggio – Porta Vittoria, rimanendo, a questo punto, il Porta
Vittoria – Linate – Pioltello e l’inserimento di un tratto tra Bisceglie e la tangenziale ovest. Io
francamente nel Piano delle progettazioni astratte degli esercizi progettuali, è un’ipotesi di
lavoro, non ha nesso con una possibilità effettiva ed una concertazione effettiva con il sistema
territoriale, che permetta di dire che quella progettazione è poi frutto di un’attività delle
Amministrazioni interessate, che porterà alla sua realizzazione.
Comunque nel rispetto di una proposta, che è una proposta di progetto astratto, non è possibile
per noi condividere la sostituzione all’interno della tavola di dati trasportistici di cui abbiamo,
tra l’altro, accertato con i sistemi informativi una serie di attendibilità di fruizione, con
un’ipotesi di lavoro astratta, che non siamo in grado di classificare come quelle vantaggiose per
la nostra comunità.
Quindi anche il sub emendamento, dal mio punto di vista, non può essere accolto.”
42
Consigliere Cipolla: “Riteniamo che debba essere considerato questo emendamento in un
ambito di pianificazione di area metropolitana. Nel senso che Milano da sempre e continua a
rimanere vittima di se stessa, dal punto di vista delle infrastrutture.
Milano continua a progettare le infrastrutture pesanti, come le metropolitane ed appena si va
fuori dal Comune di Milano, un metro che è un metro di metropolitana non c’è, salvo quelle del
passato, che arrivano fino a Gessate e qualcuno una volta mi spiegherà come mai, lì c’era
qualche santo in paradiso, non so perché.
Comunque sia noi riteniamo che gli impianti così importanti devono essere visti su area più
vasta, cioè su scala metropolitana.
Mi saprebbe dire qualcuno di voi se ha qualche idea certa di quando ci sarà il prolungamento
fino a Paullo della metropolitana, che noi abbiamo scritto sul Piano Territoriale? Non lo so. Se
avete qualche idea in più della mia, datemi una mano, io sono del parere che queste cose
verranno scritte e riscritte tante volte, ma chissà quando vedremo la metropolitana che arriva
fino a Paullo.
O noi cambiamo impostazione, o noi diamo una regola diversa, come è stato fatto peraltro per
Assago, la metropolitana 2 arriva fino ad Assago grazie ad un contributo di privati, grazie alla
Legge 211 nazionale e con piccola parte dei contributi derivanti dai tre enti, Regione, Provincia
ed il Comune di Milano, piccoli contributi, relativamente all’entità finale.
Noi riteniamo che ci debba essere una riconsiderazione di programmazione e non mantenere
quello che attualmente è.
Ho capito che voi non l’avete capito, ma noi ve lo continuiamo a dire, tant’è che boccerete
questo emendamento e sicuramente non c’è nessuna idea di cambiare le opinioni da Gessate
fino a Trezzo d’Adda, per esempio, che potrebbe essere un’ottima occasione, ne parleremo
quando parleremo di quell’emendamento, di interscambio gomma – ferro, cosa che adesso non
è. Gessate è molto lontana rispetto all’autostrada A4. Trezzo è un po’ più vicina, anzi passa di
lì. Prima ho parlato di Paullo, ma potremmo continuare. Quanti soldi mettono i Comuni
dell’area metropolitana se non c’è sinergia tra il nazionale, ma vi sfido a Milano di votare un
Ordine del Giorno sulla circolare su ferro. Se mi fate vedere un Ordine del Giorno che il
Comune di Milano vota quella cosa, io comincio a ricredermi delle cose che sto per dire.
E’ vero che non abbiamo fatto tanti conti, però qualche conto lo abbiamo fatto. Tant’è che,
Assessore di Tolle, stiamo dicendo esattamente quello che c’è scritto su questa piantina e di
usare quello che è previsto qua. Se io dico Lorenteggio fino all’interscambio della Tangenziale
Ovest, è previsto.
Poi c’è scritto anche che dal collegamento, che è previsto dal nuovo inserimento del passante
ferroviario, che arriva fino a quella zona di Porta Vittoria, ci sarà un collegamento della futura
metropolitana A4, che parte da lì, guardate, è lo stesso tragitto che arriva fino a Linate.
Cosa stiamo dicendo noi? Utilizziamo la parte iniziale e la parte finale, in modo tale che non si
fanno delle infrastrutture laddove c’è esistono, anche perché, checché ne dica l’Assessore di
Tolle, ci sono delle dichiarazioni chiare.
Io ho sentito in diretta tale Burchi, non so se lo conoscete, è il Presidente della Metropolitana
Milanese, che ha detto che questa metropolitana è quasi finanziata. Le dichiarazioni del Sindaco
Albertini dicono esattamente le stesse cose. Sono contento che, invece, l’Assessore di Tolle ha
in tasca qualche soldo in più, io dubito che sia così, anche perché se andiamo a controllare
quello che è stato detto dai vari progetti obiettivi, tra quelli che sono i finanziamenti dichiarati,
quelli previsti e quelli spesi, scusate, avete presente i vu cumprà? È la stessa cosa, bello, bello,
1000 lire, poi alla fine quant’è? Questo è la stessa cosa.
I finanziamenti veri non esistono. Quelli veri, quello che sento costruire poi le ipotesi
infrastrutturali, quello che il vostro Presidente del Consiglio è andato a dichiarare a quella
famosa trasmissione che farà e stiamo tutti aspettando.”
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Consigliere Nucci: “L’altro giorno, nella discussione generale, avevo richiamato la
contraddittorietà di coloro che sostengono il ferro e poi, quando arriva il momento di fare il
ferro, c’è il ferro buono, il ferro meno buono, l’acciaio, la ghisa, non so.
Le linee metropolitane sono su ferro. Adesso che si vuole fare il ferro non va più bene, bisogna
fare un altro ferro di superficie, anziché sotto, perché quello di superficie cosa fa? Blocca,
chiude ed è il sogno della sinistra.
Qual è la superiorità delle metropolitane e perché non piacciono ad una certa sinistra? Perché
scorrono, perché sono veloci, perché sono moderne, mentre l’anello ferro – tranviario che
voleva fare il Sindaco Aniasi, 22 chilometri di anello lungo i Viali delle Regioni, avrebbe
bloccato la città con un ritorno ad un passato quasi medioevale. Si vuole tornare indietro.
Invece le metropolitane, come ha scoperto qualcuno forse cent’anni fa, persino lo zar lo aveva
scoperto, permettono lo scorrimento veloce di centinaia migliaia di persone ogni giorno, che
raggiungono i posti di lavoro senza inquinare e soprattutto senza passare la vita appesi ai tram,
perché in pochi minuti vengono spostati. Per fare questo bisogna che le linee siano tante e che
facciano il famoso effetto rete.
A Milano tre linee, che sono il massimo per l’Italia, ma sono niente rispetto a Francoforte o
persino a Lisbona, potrebbero, diventando quattro o cinque, fare quell’effetto rete che permette
veramente di sopprimere quasi del tutto gli spostamenti in macchina, tranne quelli che hanno
motivi di lavoro per usarla.
Questa diatriba ritorna anche ai tempi dei Consigli Comunali di Sinistra, quando c’erano gli
scontri tra il ferro buono ed il ferro cattivo.
Il ferro buono lo volevano i comunisti ed il ferro cattivo lo volevano i socialisti. Siamo ancora a
questo punto. Siamo veramente rimasti indietro di vent’anni e più.
La mia speranza è di vedere la linea quattro realizzata, cosa che avevamo da tempo auspicato in
Consiglio di Zona. Io sono stato per anni in Consiglio di Zona di quella parte est della linea,
Città Studi, comincia ormai, il mio sogno, a non vedere possibilità di essere realizzato, perché
ci vogliono tanti anni, ma mai si comincia e mai questi anni passano.
Siccome ho appena avuto un nipote, spero che almeno mio nipote, possa muoversi e venire in
centro con la linea metropolitana, ammesso che abiti da quella parte.
Se c’è una cosa che proprio mi fa venire i brividi è di votare un emendamento in cui si chiede di
togliere una metropolitana, che è una necessità impellente e pregressa della Città di Milano,
insieme con la rete che va verso l’esterno, perché non è che non si debbano prolungare le linee,
finché è tecnicamente possibile, si devono anche prolungare le linee all’esterno, permettendo a
un maggior numero di pendolari di servirsi dei servizi pubblici, anziché della loro macchina,
perché se trovano una rete che poi, una volta arrivati in città, li sposta da un punto all’altro, fra
passante e cinque linee di metropolitana, la cosa comincia a diventare non dico a livello di
Parigi e di Londra, ma a livello di una Città moderna e non rimasta all’800.
Volete rimanere all’800? Noi vogliamo andare nel 2100 possibilmente e ci si va anche con le
linee metropolitane.”
Consigliere Foglia: “Grazie. Credo che il Consigliere Nucci abbia capito benissimo qual è il
senso della nostra proposta e la meraviglia è nostra. Vi domando, alcune battaglie, quando sono
state fatte, per cercare di, ad esempio, rendere razionale il prolungamento della metropolitana 2
verso Assago o il Consigliere Nucci era assente, oppure il suo Vice Presidente gli ha detto “non
parlare, per favore, perché non posso fare”, perché l’argomento è lo stesso. L’argomento è lo
stesso!
Il problema è che possiamo ipotizzare tutte le linee metropolitane nel mondo e poi il vostro
Vice Presidente ci viene a dire: ma ci vogliono anche i soldi per fare le metropolitane, tant’è
che il vostro Vice Presidente non ha accolto il nostro suggerimento (per vostro intendo dire
Consigliere di partito), che veniva ricordato anche prima, di non fare quella sciocchezza di dare
il via alla linea della metropolitana 2 verso Assago fatta in quel modo. Sciocchezza, perché si
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poteva risolvere una serie di problemi con la proposta che noi avevamo fatto: servire un
quartiere in più, non far viaggiare i cittadini della Provincia di Milano come delle bestie
attaccate al tram, come tu hai detto. Ma attorno a quella nostra proposta, che ci pareva così
sensata, perché aveva lo spirito del tuo intervento di questa sera, il Vice Presidente e voi tutti, se
ve lo ricordate d’aver votato, avete detto no: il tracciato della linea metropolitana 2 verso
Assago deve essere quella, perché? Forse perché volevate dire: si arrangino i pendolari, si
arrangino quelli che devono andare in ospedale, viaggino pure attaccati al tram, ma a noi
interessa che la linea metropolitana 2 raggiunga il Filaforum ed il mega centro commerciale che
lì verrà edificato. No, non credo! Vi siete sbagliati o al Consigliere Nucci non è venuto in mente
di porre la questione della qualità del ferro e della necessità di avere trasporti veloci sul
territorio del Comune di Milano e non solo, perché se si coglieva quello spirito, oggi non si
arriverebbe a dire che noi - ci hai ricordato anche lo zar, evidentemente dopo lo zar è venuto
qualcos’altro che ha rovinato i piani della mobilità mondiale, a partire dalla Russia e noi siamo
qui ancora oggi legati a quello che è avvenuto dopo lo zar, perché può darsi che il ragionamento
a cui volevi arrivare con quella citazione era questo.
Sta nei fatti che qui non c’è più lo zar, non c’è più il regime comunista, ma è rimasto qualcuno
che le cose le comprende quando vuole.
Il tentativo di razionalizzare con questo sub emendamento, il problema della mobilità
metropolitana, tiene conto anche del fatto, prima che qualcuno ce lo ricordi, che ci vogliono i
quattrini per fare le cose.
Ci sono delle occasioni in cui si possono spendere in modo ragionevole, delle occasioni in cui si
possono sperperare.
Vogliamo passare in rassegna qui quante volte noi abbiamo votato contro a provvedimenti che,
secondo il nostro punto di vista, andavano e vanno verso lo sperpero dei quattrini pubblici e
mettere a confronto questa proposta che razionalizza un problema di viabilità, parallelamente ad
un problema di finanziamenti che non ci sono?
Si filosofeggia, perché tanto non si combina nulla, sulla qualità del ferro, facciamolo pure e
stiamo qui anche la prossima seduta. Se, invece, vogliamo fare qualcosa, un Piano Territoriale
di Coordinamento, ad esempio, che abbia un senso logico, che abbia un rapporto vero con la
realtà e non sia il mondo delle favole, allora decidiamolo insieme.
Se non è il mondo delle favole questo piccolo sub emendamento è la dimostrazione che il
nostro impegno ed interesse non è quello di tirar tardi per arrivare, come diceva Fanchin, non so
dove, secondo il nuovo accordo, dopo quello con Albertini, fatto da noi con Formigoni, mi
sembra di ricordare una cosa del genere.
Se invece si vuole soltanto tirare tardi, allora lasciamoci andare anche ad interventi sulla
materia, come quelli del Consigliere Nucci, molto puntuali, ma che non tengono conto della
realtà dei fatti, tengono conto di una filosofia del nulla, non del fare, come qui si è soliti dire,
noi siamo per il fare.
La tua teoria io la posso anche apprezzare, ma è la teoria del nulla, purtroppo, per questo ci
rispondete ogni tanto, quando facciamo delle proposte.
Questo emendamento va nel concreto.
C’è una possibilità, che con “pochi” quattrini si possa realizzare un obiettivo.
Ci avete bocciato la proposta della deviazione della metropolitana 2 verso San Paolo .
Questa volta, siccome tanto non costa nulla e non si farà mai nulla, caro Consigliere Nucci,
possiamo tirare tutte le righe che vogliamo ed allora vale la tua teoria, ma noi credo che
facciamo bene a continuare a sostenere questa proposta.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione il Sub Emendamento n.42 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventisette voti contrari, nove a favore non avendo
partecipato al voto due Consiglieri.
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Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.43 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “Credo che i ragionamenti che sono stati fatti valgono anche per questo
emendamento. Riteniamo che Milano abbia bisogno di grandi infrastrutture, compreso anche il
rafforzamento delle linee metropolitane, questo come premessa, perché altrimenti non si
capisce quello che noi diciamo.
Se ve lo dico, cercate di ascoltarci e non di dire che non lo abbiamo detto. Noi riteniamo che
Milano abbia bisogno di nuove infrastrutture, comprese quelle metropolitane, poi ve lo dico la
terza volta e la prossima volta.
Per cui se non avete capito, ve lo dico ancora, ma ve l’ho già detto tre volte, è registrato. Quindi
noi siamo per il ferro buono, addirittura quello meno buono, siamo di bocca buona, a noi va
bene, salvo il fatto che non siano dei disastri.
Ci va bene tutto!
Vi diciamo anche: “Mettete sulla piantina quali sono i momenti d’interscambio”, neanche
quello volete segnalare. Noi siamo per gli interscambi, però siccome c’è un Comune che non lo
condivide, a quel punto non lo segniamo.
Milano, invece, ha la possibilità di decidere quello che vuole e lo decide, perfetto! Salvo il fatto
che poi ci viene a chiedere i soldi per entrare in Milano, perché c’è casino.
Stiamo cercando di fare in modo di dirvi che c’è l’esigenza di pianificare i soldi, oltre che i
programmi, a livello di area metropolitana milanese, che ovviamente comprende anche il
Comune di Milano, ci mancherebbe. Ce l’ha ricordato in tante occasioni, quando si è andati a
fare il voto ponderale, 29%. Guai a noi dimenticarci che Milano, con il suo 1.300.000 abitanti,
vero Gavazzi? Sono 1.300.000 non 2.000.000. I numeri li conosce tutti.
Quindi noi vi diciamo che servono le metropolitane, attenzione, però, a non bluffare tra di noi,
perché se è vero che serve come priorità una circolare intorno a Milano, lo state dicendo tante
volte, allora inventiamo una bella tangenziale che gira intorno a Milano e così al terzo giro
facciamo la volata, come direbbe qualcuno che usa la bicicletta.
Abbiamo bisogno che Milano faccia parte di quest’area metropolitana. Quindi noi siamo
favorevoli affinché ci siano nuove infrastrutture, ma laddove è possibile. Qui non ci ha mica
spiegato l’Assessore che la linea 5 è molto più indietro rispetto alla linea 4, dal punto di vista
dei progetti e dal punto di vista dei finanziamenti, è ancora molto più indietro, citando sempre il
Presidente della Metropolitana, ci diceva esattamente quello che vi ho riportato.
O si cambia l’impostazione, cioè a dire che laddove è possibile far viaggiare anche attraverso
sedi protette e considerando anche i progetti, quando mai noi, come Provincia, ci siamo
occupati di questi progetti? Lo lasciamo delegare soltanto al Comune di Milano? Oppure, tanto
per fare un esempio, intraprendiamo una strada, faccio un esempio, una proposta precisa,
anziché un’agenzia di servizio milanese, che si occupa dei progetti della viabilità, possiamo
magari fare un’agenzia metropolitana, anziché soltanto milanese? Perché non facciamo questa
proposta, in cui noi entriamo a far parte, come Provincia, con tutti i Comuni e ci chiediamo se è
più importante fare un collegamento che non rinnega le varie metropolitane ed i tragitti così
densamente richiesti e quindi noi li riproponiamo, collegamenti tipo questi, che non dico che
annullano e sostituiscono la metropolitana. Voi sapete leggere o no? Si dice che bisogna trovare
i soldi per fare una linea di superficie in sede protetta di collegamento.
Cioè noi non vi diciamo di non far niente, vi diciamo di fare una cosa alternativa.
Voi avete letto cosa abbiamo scritto? Abbiamo scritto che bisogna fare una linea alternativa, di
superficie, sempre su ferro, che ha una capacità minore, inferiore, sicuramente inferiore, ma
contemporaneamente vi chiediamo, visto che i soldi non arrivano, da Roma e neanche da
un’altra parte, allora noi vi chiediamo di utilizzare questi che servono e sono urgenti.
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Quindi facendo questo, intanto si comincia a fare e non dire, contemporaneamente si utilizzano
ragionamenti tipo finanziare il discorso di una circolare su ferro, chissà quando ne parleremo,
perché di quello serve cercare un modo di sinergie rispetto all’utilizzo di interscambi, anche con
le metropolitane esistenti. Di quello, però, ovviamente non se ne parla.”
Consigliere Elli: “Credo che il Consigliere Cipolla non conosca bene la zona di cui si sta
parlando.
Io spero che la metropolitana 5 si faccia, purtroppo non ci sono mai i soldi sufficienti, ma fare
una tranvia di superficie in quella zona è quanto di peggio possa essere previsto, perché? A
Cinisello, la Giunta di Sinistra, ha dato il permesso di quadruplicare – mi pare – un centro
commerciale. Siccome il traffico lì è già bloccato oggi, un domani comincia ad ottobre il
quadruplicamento del centro commerciale, sarà un disastro e quindi lì una linea metropolitana è
obbligatoria.
C’è poi un altro asse teorico di penetrazione, che il Sindaco di Sesto San Giovanni ha bloccato,
che è il Viale Sarca, ha bloccato facendo un mega centro commerciale della Coop e da lì io
passavo ed adesso non si passa più, da quando lo hanno aperto.
Ci sono due assi di penetrazione teorici, uno è il Viale Fulvio Testi, che il Sindaco di Cinisello
bloccherà tra poco, partiranno tra poco i lavori.
Il secondo asse di penetrazione è stato bloccato dal Sindaco di Sesto.
Spero e questo dovrebbe essere un impegno forte della Provincia, che le macchine possono
fermarsi fuori ed arrivi una metropolitana esterna, come si prevede da circa vent’anni, nella
zona prima dell’autostrada, a nord delle autostrade, in modo che gli stramaledetti pendolari, tra
cui ci sono anch’io, vengano da nord, si fermano prima di passare l’autostrada, prendono la
metropolitana, d’interscambio ed arrivano in Piazzale Garibaldi, centro di scambio forte e
passano anche dalla metropolitana che c’è in alto a Viale Zara e quindi ne incrociano due,
sarebbe l’ideale.
Invito anche voi a spingere tutti in una stessa direzione e non dividerci, mentre le vostre Giunte
di Sinistra stanno bloccando il traffico di penetrazione su Milano, in modo incosciente. Grazie.”
Consigliere Mezzi: “Credo che non sia corretto impostare il problema in termini di
contrapposizione politica. Ho capito benissimo la critica ai Comuni di Cinisello e di Sesto San
Giovanni, ma non è quello il problema non solo quello.
Possiamo, così come fanno altri livelli istituzionali, regionali e comunali, annunciare la
realizzazione di nuove linee metropolitane e pensare di progettare nuove linee metropolitane.
Tutti quanti intravediamo, in prima approssimazione, che la soluzione del problema della
congestione del traffico e della mobilità dei passeggeri sta nel potenziamento delle linee
metropolitane.
Concettualmente e teoricamente possiamo essere d’accordo con questa impostazione.
Il problema drammatico, con il quale ci si deve misurare quando si vanno a pensare, a
programmare, a progettare opere di questo tipo, è che poi la fattibilità di un’opera e la sua
realizzazione devono stare in piedi anche dal punto di vista finanziario. E’ dimostrato, per
stessa ammissione degli amministratori comunali di Milano, ma non voglio farne una colpa che
la realizzazione di un’opera in sotterranea, delle dimensioni di una linea metropolitana per una
Città come Milano, è un’opera estremamente costosa.
Non ci sono le risorse, né in ambito locale, né in ambito statale, e la dimostrazione, l’abbiamo
anche in questi giorni, quando si parla di Finanziaria e quando si parla di soldi che non
arrivano. Cerco di astrarmi da un giudizio politico rispetto al tema delle grandi opere: non è
questo il tema. Poi però bisogna misurarsi sulla fattibilità non tecnica (si sa bene come si
realizzano le linee metropolitane), ma quella finanziaria di un’operazione così complessa.
Non possiamo pensare che la soluzione ai problemi di mobilità stia in linee segnate su una
carta, nuove linee metropolitane.
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Credo che si debba ricorrere ad altre forme di trasporto pubblico collettivo, altrettanto efficaci,
altrettanto forti, meno costose e che raggiungano gli obiettivi in tempi molto più rapidi, rispetto
a quelli rappresentanti dalle linee metropolitane.
Altre città in tutta Europa, lo hanno sperimentato; si tratta di opere meno costose, più
facilmente realizzabili dal punto di vista tecnico, al di là delle iniziative dei singoli Comuni,
sono opere che possono essere realizzate in tempi brevi.
Credo che questo sia uno scenario da prendere in considerazione, ed è lo scenario che vi
proponiamo con questo emendamento, che va a modificare la tavola 1, secondo quanto
l’emendamento dice.
Credo serva un può di buon senso per far marciare un’operazione complessa come quella
rappresentata dalla realizzazione di una linea metropolitana, soprattutto per quanto riguarda
l’efficacia trasportistica.
La dimostrazione sta nelle città, nella mobilità che è garantita in tutte le Città d’Europa,
attraverso sistemi come quello che noi proponiamo.
Quindi non solo linee metropolitane, non solo questo, ma anche linee di trasporto in superficie
protette, che colleghino varie parti della Città.”
Consigliere Angiuoni: “Mi sembra proprio la serata dei sogni questa, perché vorrei richiamare,
almeno ho delle informazioni che sono un attimo diverse da quelle che qui si prospetta.
Nel senso che la metropolitana linea 5, c’è un progetto della MM, quindi Comune di Milano,
per partire da Garibaldi ed arrivare a Fulvio Testi, Cà Granda. Questo è il tratto metropolitano,
cioè quello che verrebbe interrato. Poi viene fuori a Cà Granda e va sulla linea protetta, che c’è
attualmente, dove passa il 7, che va in Bicocca, Tecnocity ed arriva all’Ospedale CTO , con il 2
e l’11. Questa linea protetta verrebbe prolungata fino a Cinisello, in modo da servire anche il
Comune di Cinisello.
Per quanto riguarda la diramazione verso Monza, voi sapete che non c’è nessun progetto, c’era
un’idea di privati, però è svanita. In più si è aggiunta una novità, nel senso che Monza, il
Comune di Monza non vuole più la metropolitana che arriva fino a Monza, ma vuole usare il
sistema ferroviario, perché basterebbe aumentare, allargare la linea ferroviaria realizzando un
sistema di trasporto metropolitano, usando la ferrovia.
Il disegno che non bisogna nascondersi che c’è dietro al fatto che Milano vuole fare la
metropolitana fino a Cà Granda, è un altro, non è quello di realizzare un sistema più veloce,
perché poi viene in superficie e si azzera il piccolo guadagno che ha potuto ottenere spendendo
grossi miliardi.
Il disegno che c’è sotto è riuscire, proprio per l’emendamento che c’era prima e che abbiamo
discusso su Garibaldi, Repubblica, il centro della moda e quant’altro, il disegno è di fare una
grande strada che spacca in due il quartiere Isola, dove adesso c’è un bel giardino, penetrare in
Piazzale Lagosta e ricongiungersi con Viale Fulvio Testi.
Questo è il disegno che c’è sotto, cioè creare un sistema viabilistico potenziato, che arriva a
Garibaldi, dove c’è il centro della moda e lì così esplode il tutto, perché già esplode oggi, quindi
proseguire un sistema irrazionale, che non può essere accettato.
Si vanno a creare ulteriori guai in quel territorio già pesante.
Questo è il disegno, noi cosa diciamo? Ci rendiamo conto che questa è la realtà, finanziamenti
non ce ne sono, perché, come per la linea metropolitana 4, che il preventivo è stato fatto, 1.600
miliardi delle vecchie lire, non ci sono, il Governo non li scuce, allora noi siamo più realisti del
re, vogliamo creare un sistema di trasporto su rotaia veloce, in sede protetta, per risolvere i
problemi che assillano questa metropoli e non solo, anche l’area metropolitana.
L’ultima cosa che volevo dire, io credo che queste cose le abbia capite bene il Vice Presidente,
che stasera non è qua, l’Assessore Vermi, perché lui ha già previsto quello che diceva la Lega,
che si preoccupa, giustamente anche, di questo traffico che c’è verso Fulvio Testi, per andare
fino a Lissone e quant’altro, però l’Assessore Vermi ha recepito, dopo una serie di
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emendamenti presentati dal Centro Sinistra, ed ha messo nel Piano Territoriale di
Coordinamento la metrotranvia nord, che si colloca più a nord, perché questa è la logica: tenere
il traffico fuori, più fuori possibile e creare una penetrazione verso la metropoli, con sistema di
linee su ferro, questa è la realtà, questa è la concretezza delle cose, mi pare che noi siamo più
concreti, vogliamo risolvere veramente, ma in tempi ravvicinati, perché le questioni ambientali
urgono.
Noi adesso arriveremo in un periodo dove c’è la campanella che suona tutti i giorni per
l’inquinamento.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.43 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventisei voti contrari, nove a favore, non avendo
partecipato al voto tre Consiglieri.
L’emendamento n. 44 – Cartografia viene rinviato.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.45 – Cartografia.
Consigliere Matteucci: “Volevo semplicemente richiamare l’attenzione dell’Assessore e della
Maggioranza che per quanto riguarda questa questione sono noti anche degli impegni politici ed
amministrativi, che si stanno assumendo da parte, sia della Città di Sesto, che della Città di
Monza. Francamente qui si vota contro a delle cose che vanno in un’altra direzione. Ripeto,
siccome questo strumento è assolutamente inutile, se non dannoso per molti versi, ma
fondamentalmente inutile, certamente ci possiamo scrivere sopra quello che vogliamo, però, in
realtà, c’è un accordo per arrivare ad una attestazione della metropolitana, per quanto riguarda
la linea 1 a Bettola e c’è un impegno da parte del Comune di Monza per rivedere la
reimpostazione delle linee metropolitane su una base di un altro tipo di tracciato, che non è
quello del mero e semplice prolungamento.
Le sapete queste cose? Presumo di sì, oppure la perdita della Città di Monza vi ha così accecato
da non avere neanche mantenuto un filo di ragionamento rispetto a questa realtà.
Credo che sia sciocco proseguire rigettando un emendamento che ha questo tipo di
caratteristiche, perché – ripeto – è una questione non ideologica o pregiudiziale di chicchessia, è
un fatto istituzionale, cioè come dire che oggi è nuvoloso.
Ci sono dei fatti che stanno andando in una certa direzione, prendiamone almeno atto, visto che
siamo sempre così attenti, disponibili all’esigenza delle realtà locali.
A me sembra che francamente non si voglia capire una banalità.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.45 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, nove a favore, un astenuto, non
avendo partecipato al voto quattro Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.46 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “Mi rendo conto che noi non sempre siamo così solerti, almeno io non
sono così solerte nell’andare ad individuare tutti questi argomenti e magari dare delle
giustificazioni a questi emendamenti, che non sono, però, sempre facili da interpretare, perché
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ci sono dietro molte volte, dentro questi emendamenti, molti progetti, molte discussioni, che
trattano la materia su scala provinciale.
Capisco che non è semplice ascoltare uno che magari si impegna a proporre dei correttivi e non
sempre dicendo delle cose banali ed oggettive e tante volte di essere oggettivo, tuttavia vi
chiedo un attimo di comprensione, anche se stiamo parlando, dopo un po’ di ore, ma continuo a
pensare che ci sia in questo strumento una grande potenzialità.
Capisco anche che non è per tutti graduato nelle priorità delle esigenze e degli impegni e degli
strumenti che questa Amministrazione provinciale può avere.
Tuttavia ve lo chiedo per favore di considerare che per qualcun altro, invece, lo è ed io sono fra
quelli lì, magari avrò delle opinioni diverse da altri, ma cercherò fino alla fine di dirvelo.
E’ vero che l’Assessore ha detto, dicendo: “Ve lo abbiamo già detto l’altra volta, adesso è
inutile che lo diciamo ancora per la seconda o la terza volta, che questo emendamento non deve
essere accettato.
C’è anche la democrazia che deve essere tante volte rispettata, sono state raccolte 25.000 firme.
25.000 firme sono più che sufficienti per fare un referendum a Milano. Certo è che quando si fa
il referendum si fa di tutto per boicottarlo, senza dire che c’è il referendum, così è stato fatto, la
conseguenza è che è andato il 7%.
Detto questo, stavo cercando di dire che è stato fatto e sostenuto anche un referendum e che
25.000 firme sono state raccolte per questo e per la Gronda sud, non solo la Gronda nord.
Riteniamo che, al contrario dell’inserimento di grandi infrastrutture stradali nella Città, siano
più importanti, come noi riteniamo, e debbano essere le linee di trasporto pubblico in superficie.
Le metrotramvie sono molto diffuse in Europa, io sono andato a Berlino e la prima cosa che ho
fatto, sono andato a prendere un piano del traffico di Berlino e poi l’ho consegnato. Lo sono
arrivati già al terzo anello su ferro, perché sono partiti molto prima di noi ed adesso sono
arrivati al terzo anello circolare, che comprende metropolitane e metrotramvie. Non so se
Berlino non viene considerato un elemento. Possiamo parlare di Parigi? Facciamolo pure.
Volete parlare di Londra?
Dicendo questo, riteniamo che debbano essere intraprese quelle linee di forza di trasporto
pubblico, anziché utilizzare il mezzo privato dentro la Città di Milano, addirittura utilizzando le
attuali strade, allargandole ulteriormente. Forse così facendo, è vero che corrono di più queste
macchine, ma non diminuiscono, mentre, invece, l’altro sistema, dove noi riteniamo che debba
essere intrapreso come priorità, diminuiscono le macchine che entrano in città.
Questo è l’esempio concreto. Ecco qui la diversità tra modernità e la consuetudine e la
conservazione.”
Nel frattempo è entrato in aula il Consigliere Tamberi. (presenti 39)
Consigliere Matteucci: “Volevo riprendere anch’io qualche riflessione che già avanzava il
Consigliere Cipolla.
Su questa vicenda credo che sia una decina d’anni che il Comune di Milano ha aperto questo
virtuale cantiere della Gronda nord. Abbiamo visto di tutto, anche gli ultimi disegni, la strada
ecologica e quant’altro.
Il problema vero è che c’è una resistenza forte di tutta la popolazione, quale che sia
l’appartenenza politica ad un’ennesima infrastruttura, che in realtà creerebbe notevoli disagi e
problemi proprio anche alla circolazione, da una parte, ed alla mobilità interquartiere e poi
creerebbe di fatto una barriera architettonica pesantissima.
Quindi la nostra valutazione, quella che veniamo a sottoporre a tutti voi, è di avere una pausa di
meditazione su questa cosa, di non assumere ancora una volta in maniera critica qualsiasi
indicazione, che, peraltro, non mi pare che veda oggi il Comune di Milano particolarmente
caldo e particolarmente impegnato nel proseguire.
Mi pare che questa vicenda abbia subito uno notevole freno, almeno negli ultimi tempi.
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Credo che qui non è che noi vogliamo fare le metrotramvie, le metropolitane, che non ci
piacciono le metropolitane. Ci sono, com’è noto, delle linee di forza che hanno dei carichi, che
possono essere supportati da linee metropolitane, che, tra l’altro, mi permetto di valutare che
proprio il termine metropolitano presupporrebbe uno sforzo a ragionare in una rete che abbia
quel tipo valenza, perché se poi la rete metropolitana è una rete urbana, anche questo crea non
solo degli squilibri, degli scompensi, o dei problemi, ma anche questo oggettivamente riduce la
portata delle stesse linee e crea, anche dal punto di vista dell’efficienza economica, dei
problemi, non solo dal punto di vista trasportistico o viabilistico.
Ripeto, c’è anche la possibilità di altri mezzi che, a seconda di quelle che possono essere le
esigenze e noi sosteniamo da tempo che, per esempio, sia fondamentale per Milano dotarsi di
linee protette veloci, che non abbiano semplicemente una linea di marcia di tipo radiale, ma
anche che siano a livello di circonvallazione, come tutte le grandi città, lo ricordava
giustamente Cipolla, hanno fatto, ma molto prima di noi, com’è a tutti noto, con forme
anch’esse diverse, metropolitane, linee soprelevate, parti di linee protette e quant’altro.
Noi siamo ancora ad aspettare che la circonvallazione 90 e 91 completi il suo anello tormentato
in sedime protetto nella Città di Milano, anni luce in arretrato.
Qui c’è un problema reale, c’è un problema che in alcuni quartieri, se non sbaglio bisogna
abbattere anche delle case, o comunque si rischia di passare a livello raso ai balconi, raso alle
finestre di abitati esistenti. Quindi noi riproponiamo, peraltro in coerenza con quanto andiamo
dicendo da anni, in rapporto con quanto i cittadini di tutta la fascia nord di Milano Città hanno
più volte sostenuto, con mobilitazioni, petizioni e quant’altro, una riflessione ed un
cambiamento di indicazione di strategia.
Non è che ripensare le cose, soprattutto dopo che non se ne sono fatte per anni, sia un segno di
per sé di debolezza, a volte può essere anche un segno di ragionevolezza, che in fondo sarebbe
penso apprezzato dalla popolazione dei cittadini.
Credo che questo emendamento abbia tutte le caratteristiche per essere accolto, perché va in
questa direzione di ragionevolezza e non in una forma, invece di pervicace continuità, rispetto a
qualcosa che peraltro non si ha avuto neanche la forza di portare avanti fino in fondo, perché,
com’è noto, siamo ancora lì ad aspettare il tracciato ed il suo effettivo svolgimento.”
Consigliere Angiuoni: “Intervengo solo per questo emendamento, perché la cosa mi sta
particolarmente a cuore e tutti questi anni di attività istituzionale nella zona in cui abito, ho
partecipato assiduamente a queste operazioni.
Diciamo che volevo far presente a tutti, perché l’emendamento chiede che su questo percorso
venga realizzata una strada, una linea di trasporto pubblico su ferro e questo volevo far presente
che è già nel Piano della mobilità del Comune di Milano, con possibile realizzazione nel 2005.
Diciamo che tutto quello che è avvenuto nel territorio, finalmente è stato recepito dal Comune
di Milano e messo nel Piano della Mobilità, la previsione è discutibile, 2005, secondo me è un
po’ troppo avanti nel tempo, andrebbe realizzata prima.
Però su questa arteria quello che, invece, il Comune di Milano prevede è una strada che adesso
è stata camuffata con due corsie, per senso di marcia, ma in realtà la calibratura delle strade è di
60 metri, quindi il parterre centrale che viene oggi fatto vedere, è raffigurato come un pezzo di
area a verde, in verità si prefigura come la possibilità successivamente di realizzare altre due
corsie.
Quindi una strada urbana di circa 60 metri che attraversa una città densamente urbanizzata, dei
quartieri densamente urbanizzati, con la gravante che questa strada ha dei collegamenti con le
tangenziali, Cascina Gobba da una parte e Certosa dall’altra. In modo tale che tutto il traffico,
anche pesante, che esce dalle autostrade penetra su questa arteria e crea uno di quei
sconvolgimenti su questo territorio abbastanza allarmanti.
Paolo Matteucci diceva, giustamente, che oltretutto per realizzare questa strada occorre
demolire una serie di attività, attività artigianali, commerciali e residenze e non ultimo anche
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una residenza (RSA) per gli anziani, la Don Gnocchi, che è collocata nella zona di Niguarda,
portando via uno spazio vitale per questa residenza anziani, cioè uno spazio all’aperto per i
malati di Alzheimer. Voi sapete che i malati di Alzheimer hanno bisogno di uno spazio
all’aperto, costruito in modo tale che la persona stessa possa ritrovarsi senza perdere
l’orientamento.
Oltretutto il danno che si andrebbe a fare è togliere anche questo spazio vitale per queste
persone anziane con problemi di Alzheimer.
Quindi questa arteria è improponibile.
Quello che hanno bisogno i quartieri, dove è disegnata questa arteria, è di un collegamento
interquartiere urbano, non di autostrade e questo è possibile farlo risagomando alcune strade,
alcune sono già di un calibro sufficiente, altre andrebbero ricalibrate ottenendo così un
collegamento interquartiere, senza creare quello sconvolgimento che ho descritto prima con la
realizzazione della autostrada, che passa all’interno dei quartieri.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.46 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, otto a favore, non avendo
partecipato al voto sette Consiglieri.
Presiede il Vice Presidente Vicario Nucci.
Il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in votazione lo Emendamento n.47 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventiquattro voti contrari, otto a favore e due astenuti,non
avendo partecipato al voto cinque Consiglieri.
Successivamente il Vice Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.48 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “Volevo cercare d’interessare il più possibile l’Assessore di Tolle a questo
argomento, l’emendamento che è stato citato già in precedenza.
Noi siamo talmente d’accordo per le metropolitane, lo dico a chi è intervenuto prima, che
vogliamo arrivare fino a Trezzo d’Adda. La differenza è che, invece, voi direte che non va
bene. Ma perché ci interessa Trezzo d’Adda? Non è che Trezzo d’Adda ci cambia la vita, oggi,
però, c’è qualche piccolo accorgimento, lo dicevo prima.
E’ stato inserito nel Piano Territoriale di Coordinamento l’allargamento dell’autostrada A4, che
va da Bergamo fino a Milano ed ovviamente, guarda caso, Trezzo d’Adda è proprio da quelle
parti.
Mi sono fatto questa domanda, può darsi che sia una domanda in più, tuttavia ritengo che quella
strada, la A4, è talmente congestionata e, purtroppo, senza dover toccare la sensibilità di
nessuno, ci sono anche molti morti. C’è questa novità che condividiamo tutti, di allargare la
strada di due corsie, una da una parte, una dall’altra, quindi si potenzia la strada A4, finalmente.
Il collegamento fino a Trezzo d’Adda servirebbe per aumentare questo depotenziamento
dell’attuale situazione che sta vivendo quell’autostrada, proprio per sostenere tutto questo
momento di interscambio, non è soltanto Trezzo d’Adda che avrebbe la metropolitana, ma
sarebbe un punto d’interscambio per quelle persone che arrivano lì e che prendono la linea
verde ed arrivano fino in Piazza Duomo.
Solo che se non gli diamo l’opportunità di collegarsi con la metropolitana, rischiano di rimanere
sull’autostrada ed arrivano dove arrivano, magari facendo tutta quella fila.
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Questo è un momento d’interscambio importante per la nostra area metropolitana, ma sapete
perché dite di no? Non perché non è logico quello che dico io, è tutto logico, sfido chiunque a
dire che non è così, il problema è chi paga.
Badate bene che questa è una metropolitana in superficie, quindi costa anche di meno.
Non so come spiegarvelo, sarebbe meglio proprio perché tutta quella zona verrebbe
decongestionata, non so se vi interessa, insisto.
Se quel pezzo di metropolitana continua ancora, penso per qualche chilometro, mica tanto, la
gente lascerebbe la macchina lì e verrebbe direttamente, anziché dire BREBEMI, che sarebbe
l’ideale, come voi sostenete, ma guardate che la BREBEMI arriva fino a Melzo, non arriva fino
a Milano, sia chiamata BREBEME, Bergamo – Melzo. Quando sei a Melzo non arrivi, li
facciamo girare attorno a Milano ed, invece, noi riteniamo che con questo sarebbe molto
meglio, perché quelli che arrivano lì lasciano la macchina, prendono e se ne vanno in Piazza
Duomo.
So che c’è il problema dei finanziamenti, prima dei progetti che la Provincia potrebbe anche
fare e non costano poi così tanto, se c’è la disponibilità da parte di questo Consiglio, ma vedo
che non c’è neanche l’interessamento ad ascoltare.
Comunque sia noi ve lo abbiamo sottoposto.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.48 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con ventidue voti contrari, otto a favore, non avendo
partecipato al voto nove Consiglieri.
Successivamente il Presidente del Consiglio pone quindi in trattazione lo:
Emendamento n.49 – Cartografia.
Consigliere Cipolla: “Decidiamo se dobbiamo farlo adesso o meno. Credo che questo sia un
tratto distintivo di questo Piano Territoriale.
Lo abbiamo già detto in altre occasioni e noi riteniamo che questa non sia una cosa che noi,
come Centro Sinistra, parlo a titolo personale, la si prende così con una certa disinvoltura,
dicendo di no ai tracciati della Tangenziale Est Esterna e l’autostrada BREBEMI.
Noi riteniamo che lì ci siano esigenze di traffico, quindi dobbiamo dare delle risposte, guai a
noi far finta che non ci siano.
Tuttavia noi pensiamo che sia necessario andare a fare un supplemento d’indagine a queste
proposte, proprio perché, lo diceva prima, BREBEMI è sbagliato chiamarla così perché a
Milano non ci si arriva, si parte da Travagliato, si fa tutto un percorso che si collega verso la
zona, la Provincia di Brescia, quella di Bergamo e poi interviene per pochissimo dentro la
nostra Provincia, il primo Comune è Truccazzano e poi c’è subito Melzo e Pozzuolo Martesana,
poi scende giù la Tangenziale Est che sale.
Sarebbe molto meglio ed auspicabile che ci sia un ripensamento, io sono quasi convinto,
supplico gli elettori di mandarvi a casa, veniamo noi a governare, così almeno cambiamo questa
proposta.
Noi riteniamo che è possibile andare ad utilizzare tratti e collegamenti che arrivino, perlomeno
fino a Treviglio, tanto per essere chiari e tanto per parlare di merito, Consigliere Nucci stiamo
parlando di merito, a Treviglio è previsto un collegamento importantissimo.
A Treviglio succederà, è prevista un po’ di più che la fine del mondo, nel senso che deve
arrivare il collegamento su ferro, cioè la Pedemontana su ferro, poi ci deve arrivare anche la
Pedemontana quella su Gomma e teoricamente dovrebbe pure andare giù, attraversare la
Provincia di Bergamo e poi interessare anche la Provincia quella più a sud, proprio perché lì ci
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sono delle proposte dei Comuni che dicono che è possibile utilizzare quelle strade e
riqualificarle.
Quindi noi riteniamo che sia necessario andare ad utilizzare le strade esistenti, compresa quella
esistente e non utilizzata, che va a circa 12 – 14 chilometri, da Travagliato in avanti, e che può
essere utilizzata per arrivare fino ad intersecarsi con l’interscambio di Treviglio, dove deve
arrivare il collegamento del quadruplicamento ferroviario.
Ho già detto prima, con l’emendamento precedente, il quadruplicamento dell’autostrada A4, la
questione del collegamento su ferro che riguarda la metropolitana, la linea 2, quindi che va ad
intersecarsi con il sistema metropolitano e per quanto riguarda i tracciati della Tangenziale Est
sono pronti, io non so se li avete letti, io mi auguro di sì, delle proposte alternative che servono
a dire che una volta arrivati a Melzo è necessario riqualificare tutta una serie di strade, la
Cassanese, la Rivoltana, la Paullese e via di seguito, andando ad allargare queste strade è
possibile arrivare a dare delle soluzioni che riguardano il sistema viabilistico del quadrante est.
Non solo, oltre a questo, oltre alle strade, andare a potenziare anche il discorso su ferro, che
vale anche più a sud, utilizzando, per esempio, il tracciato della Paullese e quindi chissà se
faranno mai un prolungamento della linea metropolitana, che arriva fino a Paullo.
Ecco, quindi, che, considerate le cose che dicevo prima, va bene, facciamo pure le
metropolitane in Milano, le facciamo tutte, solo che poi, per arrivare presto a Milano, qui hanno
sbagliato proprio all’inizio, BREBEMI pensavano di arrivare a Milano, invece a Milano non ci
arrivano proprio.
Ci sarà pure qualcuno che vi farà ragionare, saranno i fatti, perché questo sistema, se dovesse
andare in porto disgraziatamente, quando siete a Melegnano dovete continuare, voi non avete il
coraggio di dirlo, anche se i progetti stanno già andando avanti, ma lì ci sarà bisogno di andare
avanti fino ad intersecare e rovinare definitivamente tutto il resto del Parco Agricolo Sud
Milano, se volete arrivare fino a Boffalora.
Questo va bloccato, pena lo smantellamento – ve lo abbiamo già detto – del Parco Agricolo Sud
Milano e tutto l’interessamento di quei Comuni.”
Nel frattempo è uscito dall’aula il Consigliere Bergami. (Presenti 38)
Consigliere Matteucci: “Credo che questo argomento meriti un minimo di riflessione, nel senso,
anche da un punto di vista tecnico, il tratteggiamento a bandoni larghi di una cosa delicata come
questo discorso della Tangenziale Est Esterna, ancora una volta evidenzia l’ipocrisia che sta
dietro all’impostazione ed anche alla presentazione, le modalità stesse di presentazione del
Piano, perché in questi termini questa cosa non vincola di fatto, non ha nessun elemento di
vincolo o comunque non ha nessun elemento di chiara indicazione, rispetto all’ipotesi del
tracciato che, peraltro, è stato formalmente depositato, almeno così risulterebbe da parte della
società eventualmente concessionaria.
Quindi delle due l’una, o il Piano Territoriale ha il coraggio – mi permetto di dire – si assume,
quindi, la responsabilità di includere a pieno titolo quella che è stata sbandierata come
l’infrastruttura del futuro, quello che risolverà i problemi della mobilità dell’area milanese e
quant’altro, oppure questo tratteggiamento a modi di pittori impressionisti lascia francamente il
tempo che trova, cioè lascia semplicemente tutto ciò nell’indeterminatezza, senza naturalmente
dimenticare che vi è poi una realtà politica, che è la sostanza vera, che è formata da decisioni,
da orientamenti, da studi tecnici che sono stati costruiti da un’associazione che vede più di 40
Comuni partecipi e che mi pare abbia comunque coinvolto realtà non unicamente governate dal
Centro Sinistra e che ha offerto e che offre delle valide alternative, delle valide proposte, sulle
quali non ci si è mai voluti confrontare.
Quindi torna ancora una volta la totale mancanza di confronto, di relazione con il territorio, con
le realtà istituzionali ed amministrative, che sono rappresentative delle comunità locali.
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Quand’anche la Provincia assumesse e decidesse autonomamente o comunque di portare avanti
un progetto ed una decisione di questa portata, io mi appello anche alle parole stesse che sono
contenute nel documento regionale, che dice chiaramente d’indicare quali sono i vincoli che il
territorio deve in qualche modo assumere, per poter eventualmente accogliere o meno questo
tipo di infrastrutture e quindi conseguentemente riprogettare tutto l’insieme e l’intorno, perché
poi non è solo tracciare una strada, mettere giù una linea con il pennarello e poi tutto il resto, le
connessioni, gli ambiti che sono contigui, che tipo di valutazione, di valorizzazione, di
problematiche che hanno, vengono totalmente abbondati o vengono totalmente dimenticati.
Chiaramente la questione, dal nostro punto di vista, è notoriamente di contrarietà rispetto al
merito e tanto più ancora rispetto al metodo attraverso cui si è venuta a determinare questa
scelta, che ritroviamo – ripeto – in una formula ipocrita, una formula che non ha valenza
pianificatoria, che di fatto è un modo ancora una volta di dire, nello stesso tempo di non dire,
creando ulteriore confusione e problematiche che poi dovranno essere gestite non si sa bene in
che modo ed attraverso quali meccanismi.
A questo punto sarebbe stato molto meglio che, in modo coerente, questa Amministrazione
licenziasse un Piano che assumesse la progettualità quantomeno esistente, fermo restando che
naturalmente, qualora vi fossero dei cambiamenti, ovviamente veniva a modificarsi lo stesso
strumento pianificatorio, ma almeno si ragionava e si ragionerebbe su un qualcosa di definito e
di preciso.
Questa indicazione pittorica noi non la comprendiamo e non l’assecondiamo ed ovviamente
siamo a favore dell’emendamento che abbiamo presentato e credo che sia abbastanza
irresponsabile, anche da un punto di vista strettamente amministrativo produrre un Piano che
abbia queste caratteristiche così vaghe e generiche.”
Il Presidente del Consiglio pone quindi in votazione l’ Emendamento n.49 – Cartografia.
L’Emendamento viene respinto con venti voti contrari, dieci a favore non avendo partecipato al
voto otto Consiglieri.
Entra in aula il Consigliere Borgio. (presenti 39)
Dopodiché, alle ore 0.18 del 25 Settembre 2003, il Presidente del Consiglio toglie la seduta e
significa che il Consiglio è convocato per il giorno 30 Settembre 2003.
Del che si è redatto il presente verbale che viene come in appresso sottoscritto.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
(Roberto Caputo)
IL SEGRETARIO GENERALE
(Salvatore Corrado)
IL VICE PRESIDENTE VICARIO DEL CONSIGLIO
(Flavio Nucci)
Per l’argomento n.64.
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24 settembre 2003 - Città metropolitana di Milano