La Signorina di Pettorano
Il mio pensiero è Pettorano
il mio tempo è Sulmona
il mio cuore è una torretta antica di Alfedena
L’essenza
Eravamo lì, Mariella ad accogliere il tuo viaggio perfetto in un freddo pomeriggio di
febbraio che già si lasciava respirare di primavera.
Eravamo con te, ad aspettare che i minuscoli fiocchi di neve si sciogliessero sui nostri visi
incerti di tempo e diventassero quei piccoli fiori nascosti, teneri e già forti di profumo e colore dentro un cielo improvvisamente alto e luminoso.
Ti sarebbero piaciuti, questi giorni in cui la vita che ti aveva appena abbandonato
lasciava il posto alla concretezza dell’amore: il tuo, pieno di vitalità, di aneddoti, di conoscenza, di energia di buon vivere; il nostro riempito improvvisamente e interamente da te.
Ci manchi, Mariella.
Ci mancavi anche prima tra un incontro e l’altro in archivio che tu reputavi il luogo
migliore dello Stato, racchiuse nel segreto di una piccola stanza di convento profumata di
carte e di storia che tu rendevi preziosa come un tabernacolo.
Ci mancavi già quando tu con la spudoratezza e la passione dell’adolescente all’improvviso partivi per un viaggio, a due passi da casa o in Europa non importava perché tu,
lontano da noi, lo farcivi come un dolce goloso per farcene dono al tuo ritorno.
Semplicemente lo confezionavi con la tua vita, con il tuo coraggio, con la tua indipendenza culturale, con la rara capacità di essere cittadina del mondo.
Tornavi sempre da noi, all’improvviso, con la stessa cadenza della primavera; tu
rondine e noi tetto e non mancavi mai di sorprenderci con un piccolo dono ripescato per caso
dal fondo di una delle tue borse capaci di contenere, come te, l’essenza stessa del viaggio: la
curiosità
Nella vita che tu hai voluto hai scelto la libertà di essere sempre te stessa senza limiti
né condizioni e alla fine ci hai portato con te per un tratto di strada dove ci hai indicato, segreto di ogni giorno, l’essenza del tuo mondo: la memoria antica e possente della tua grande
famiglia, il fiorire improvviso del ciclamino e il miagolio festoso dei tuoi gatti, golosi di vita
e liberi proprio come te, che insieme alle prime lame di sole sciolte dentro gli ulivi della tua
terra, ti spronavano ogni giorno, diventato sempre più faticoso, ad alzarti e salire sull’unico
pullman che ti portava alla tua amata Sulmona.
Ti aspettano ancora,i tuoi gatti, sulla soglia di casa tra le scale di pietra umide di
muschio e di storia perché sanno che il tuo amore per ogni essere creato ha un motivo di
esistere, con le proprie leggi che sfuggono a chi vive di superficie, e sanno, i gatti che ci sarà
qualcun altro che li sfamerà soltanto per portarti rispetto.
Non volevi baci, né abbracci per quel pudore antico che non consente tanta vicinanza
eppure un giorno, tu ormai senza tempo e noi senza gioia, abbiamo accarezzato il tuo viso
leggero di sogno e abbiamo poggiato sul tuo cuore tornato innocente , una piccola croce di
legno simbolo di Francesco e di una Chiesa che tu volevi uguale alla tua vita: semplice ed
essenziale illuminata dalla luce di quel Dio al quale sempre ti rivolgevi come figlia fedele.
Beatrice Ricottilli, Maria Grazia Pantaleo
Archivio di Stato
Sezione di Sulmona
Archeoclub d’Italia
Sede di Sulmona
Maria Concezione Vitto-Massei
* 21 febbraio 1923 - † 8 febbraio 2013
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Opuscolo