BENTORNATI!
B
entornati, amici!
Oppure... Benvenuti! Nel caso ci stiate leggendo per la prima volta. Con gioia ci apprestiamo,
anche per questo anno, a celebrare i festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo e Maria, Nostra Signora del Sacro Cuore.
È da più di dieci anni che questo comitato si impegna per la buona riuscita della festa, un momento non solo di rivalutazione spirituale, ma anche di aggregazione e comunitarietà; nonostante lo
scorrere del tempo, nonostante i cambiamenti che inevitabilmente si verificano negli anni, l’idea di
fondo resta sempre la stessa, dare un segno che esiste una comunità, forse piccolina, ma molto unita e
desiderosa di festeggiare e condividere la sua gioia con gli altri.
Ciò non toglie la fatica del programmare, le ore piccole fatte per decidere i dettagli e per organizzare ogni aspetto, la stanchezza che colpisce quando meno ce lo aspettiamo. Tuttavia con costanza e
perseveranza, anche per il 2010, abbiamo preparato il giornalino che state sfogliando; abbiamo organizzato, con la preziosissima collaborazione del nostro parroco Padre Clemente, le funzioni religiose
alle quali assisterete; abbiamo contattato bravi artisti che vi faranno divertire e ballare durante queste
serate; abbiamo provato a farvi giocare con la fortuna con la nostra lotteria di beneficenza; abbiamo
cercato di emozionarvi con lo spettacolo di fuochi pirotecnici che chiuderà la nostra festa.
Come sempre, un grazie di cuore a tutti coloro che ci hanno aiutati e ci aiuteranno a programmare ed attuare questa festa, grazie a chi si occupa dell’ aspetto religioso della festa e a chi di quello
civile.
Noi siamo qui, ci impegnamo fino in fondo non solo a far sì che vi divertiate, ma anche che possiate osservare come è bello essere una comunità unita che lavora insieme, che non dimentica i fratelli
partiti tanti anni fa in cerca della propria fortuna, ma che non rinunciano alle loro radici.
Buona festa a tutti, ci auguriamo di vedervi sempre più numerosi ad ogni iniziativa che la parrocchia di San Michele Arcangelo organizzerà.
Il Comitato Festeggiamenti
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A
i carissimi fedeli della Parrocchia S. Michele Arcangelo
Le feste annuali del nostro Protettore S. Michele Arcangelo e della Mamma Santissima sotto la
denominazione di Nostra Signora del Sacro Cuore, mi offre l’occasione di rivolgere un saluto, un ringraziamento e un augurio.
Faccio mio il saluto che l’apostolo Paolo rivolgeva alla comunità di Corinto nella sua prima lettera: ”Salutiamo voi che, uniti a Gesù Cristo, siete diventati il popolo di Dio insieme con tutti quelli che,
ovunque si trovino , invocano il nome di Gesù Cristo, nostro Signore. Dio, nostro Padre, e Gesù Cristo,
nostro Signore, diano a voi grazie e pace”.
In forza della fede nel Signore Gesù tutti formiamo un’unica comunità di amore: coloro che vivono
nell’ambito del territorio della Parrocchia, come quelli che sono partiti da questo territorio, per raggiungere “terre lontane”, e a distanza di anni si sentono sempre a noi uniti, non solo nella fede ma anche
nelle tradizioni che la comune origine dalla terra dove noi viviamo e dalla quale loro per vivere, si
sono dovuti staccare dolorosamente, conservano. Sono lontani ma nei loro cuori sono sempre presenti
le memorie e gli affetti mai sopiti e che in occasione delle feste annuali si sentono fortemente spinti a
rivivere e manifestare.
In Gesù tutti troveremo la “pace”, anche nelle rinunce e nelle sofferenze, perché la pace di Gesù è
gioia nel cuore e forza, per affrontare tutto quello che la vita inevitabilmente ci riserva di gradito e meno
gradito, con la certezza che se Cristo è nella nostra vita, il cammino è meno pesante e la meta ambita.
Un “grazie” sentito a tutti quelli che a vario titolo collaborano in Parrocchia e un invito a tutti quelli che
non ancora si sentono inseriti nella comunità a dar il loro piccolo aiuto a partecipare. Per tutti c’è posto nella
Casa di Dio da costruire sempre più viva e accogliente, quale “segno” del nostro amore per Lui.
Un “grazie” gioioso va anche a tutti i “Cavatesi” sparsi nel mondo per il “profumo” che spargono
ove si trovano a vivere, mentre conservano le belle tradizioni, vivono con i sani principi morali ereditati dai loro padri e collaborano a costruire la “società dell’Amore”.
L’ “Augurio”: che Gesù viva nei cuori e nelle case dei parrocchiani!
Mi prende una profonda tristezza interiore quando incontro le persone di una “certa età”, diciamo anziani, ( e ce ne sono tante in parrocchia!) per i quali la vita comunemente parlando è verso il tramonto
e all’invito a partecipare all’eucaristia domenicale o all’offerta di portare io Gesù nelle loro case
fanno “spalluccia”… si rimanda a tempo inderminato il pensiero che la vita può finire da un momento
all’altro, che Qualcuno ci chiederà conto di quanto amore abbiamo avuto per Lui… E’ triste constatare
come si fanno morire le persone anziane o dopo lunga malattia senza chiamare il Sacerdote, e la motivazione è sempre la stessa: “ per non impressionare” … quasi che la persona anziana o malata non
si rende conto che sta verso la “fine”, che non è eterna… e diciamo che gli vogliamo bene!
E’ segno di vero amore quando non aiutiamo a fare una “santa morte”?
S. Michele, al quale è intitolata la nostra Parrocchia, tante volte è citato nella Sacra Scrittura.
Da sempre la Chiesa lo invoca come suo Protettore, come Colui che introduce le anime al cielo,
il portatore fino a Dio delle preghiere dei viventi, il vincitore di Satana, possa ottenerci una maggiore
chiarezza e forza per vivere e operare in conformità alla vera fede.
Fra Clemente Agostini
Parroco
St. Patrick's
Sulmona (AQ) - Vico Quercia n°3
PROGRAMMA RELIGIOSO
PROGRAMMA CIVILE
In preparazione alla festa
S.Rosario e riflessione mariana
a partire da
lunedì 26 luglio fino a venerdì 30 luglio, ore 21.00
Gli appuntamenti saranno:
l’orchestra TURBO DANCE
I
Lunedì 26 luglio,
Cappella della Madonna di Loreto,
incrocio Via Cavate – Via Torta
Martedì 27 luglio, Mastroiacovo
Mercoledì 28 luglio, Case Macilli
Venerdì 30 luglio,
CAMALEONTI in concerto
Sabato 31 Luglio
ore 16.00 pomeriggio bandistico
ore 21.30 A tutto liscio con
l’orch. Romagnola
CARLO E DONATELLA
Sabato 31 Luglio
FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI
SAN MICHELE ARCANGELO
ore 16.00 pomeriggio bandistico
ore 17.00 S.Messa
a seguire Processione con statua di S. Michele
domenica 1 agosto
ore 21.30 LUISA CORNA in concerto
ore 24.00 GRANDIOSI FUOCHI PIROTECNICI
della ditta CAV. PACE COSTANTINO
lunedì 2 agosto
Domenica 1 Agosto
FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI MARIA, NOSTRA
SIGNORA del SACRO CUORE
ore 08.00 Sfilata banda
per le vie della frazione
ore 11.00 S. Messa.
Al termine desposizione della corona d’alloro
in onore dei Caduti. Omaggio floreale al
monumento degli Emigranti.
Ore 17.00
Processione
in onore di Nostra Signora del Sacro Cuore
al termine S. Messa.
• locandine • manifesti • poster
• biglietti da visita • depliants
• stampa su magliette • cappellini
• abbigliamento da lavoro
• forniture sportive
• striscioni • cartelli
Giovedì 29 luglio,
Serata danzante con
esclusivista per la provincia di L’Aquila
ore 21.00 “La noche de la SANGRIA”
Estrazione della lotteria e serata danzante
sabato 7 agosto
Serata di beneficenza
in onore di PADRE CARMELO
nelle serate saranno allestiti stand gastronomici
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Anno sacerdotale, tempo di grazia
I
l 6 marzo 2009 Sua Santità Benedetto XVI, a sorpresa, annunciava:
“Per favorire la tensione dei sacerdoti verso la perfezione spirituale
dalla quale soprattutto dipende l’efficacia del loro ministero, ho deciso
di indire uno speciale ‘Anno Sacerdotale’, che andrà dal 19 giugno
prossimo fino al giugno 2010. Ricorre infatti il 150° anniversario della
morte del Santo Curato d’Ars, Giovanni Maria Vianney, vero esempio
di Pastore a servizio del gregge di Cristo”. Ma perché Benedetto XVI ha
sentito la necessità di proporre questo cammino, non solo ai presbiteri,
si badi bene, ma a tutta la comunità cristiana? E poi, perché il Papa ha
scelto ed indicato quale esempio da seguire ed imitare la vita di Giovanni Maria Battista Vianney, curato di Ars?
Queste, penso, sono state le prime e più ripetute domande che tutti ci
siamo posti nell’imminenza dell’indizione, al di là della gioia e dell’entusiasmo che l’iniziativa immediatamente ha suscitato nel Popolo di
Dio. Innanzitutto risvegliare e, quindi, sollecitare una rinnovata vicinanza dei fedeli nei confronti dei sacerdoti inducendoci ad avvicinarli,
amarli, sostenerli, incoraggiarli, aiutarli, per far loro sentire quanto la
Chiesa riconosce quello che essi fanno, il loro ministero e quello che
loro sono, la loro testimonianza di vita. Ed incredibilmente la Chiesa, tutta la
Chiesa e non solo la Curia Romana, si è risvegliata, si è ‘ricordata’ del proprio Parroco, del proprio
confessore, della propria guida spirituale, del proprio AMICO, che è sempre presente alle necessità
di vita non solo spirituale, ma anche e soprattutto di vita comune, quotidiana. Insomma tutto il Popolo
di Dio si è mostrato vicino e in qualche modo responsabile dei propri sacerdoti! Ed anche i sacerdoti
hanno avuto modo di riflettere sulla identità della missione loro affidata. Sì, perché la scelta sacerdotale è anche una scelta ‘missionaria’ necessaria non solo nella terra della prima evangelizzazione,
ma dappertutto, anche nei paesi di antica cristianità, laddove non è sufficiente conservare le comunità esistenti, ma è necessario uscire ed andare a cercare sia i battezzati che si sono allontanati, sia
quelle persone che non sono state mai coinvolte nella vita della Chiesa.
“Annunciamo la verità, come Vianney,” ha esortato il Papa, aggiungendo: “Il Curato d’Ars, nel suo
tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire
l’amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile
testimonianza della verità dell’Amore”.
Ovviamente non si può imitare letteralmente San Giovanni Maria ad un secolo e mezzo di distanza,
ma il ministero specifico del sacerdote, del Parroco, lui li ha svolti in un modo valido per tutti i tempi,
perché l’essenza del sacerdote è la stessa per tutti i tempi, secondo quanto stabilito da Gesù.
Dunque chi era veramente questo Santo e quale influenza ha esercitato ed esercita tutt’oggi?
Nato a Dardilly, a 8 Km da Lione, l’8 maggio 1786, quarto di sei figli, Giovanni Maria Vianney non
era certo un uomo dalla cultura raffinata.
Figlio di contadini, nella sostanza era rimasto tale: un contadino diventato sacerdote, un prete sconcertante e straordinario, di cui il suo vescovo diceva: “Io non so se sia istruito, ma quello che so bene
è che lo Spirito Santo si prende cura di illuminarlo!”.
Fin dall’infanzia Giovanni Maria era stato abituato ad una vita semplice, povera, dura e laboriosa.
Quando si sedette per la prima volta sui banchi di scuola aveva 17 anni: cominciare ad imparare
le prime nozioni della grammatica e dell’aritmetica a quest’età non è facile, la memoria manca di
esercizio. Lui, però, si applicava con tutte le forze. Da diversi anni, infatti, qualcosa era germogliato,
un sogno, un desiderio: diventare sacerdote. L’ambiente familiare, soprattutto per l’influenza della
madre, era un terreno adattissimo per far nascere un simile desiderio. La madre infatti gli comunicò
presto il gusto della preghiera e anche l’amore per la Madonna: “La Santa Vergine è il mio affetto più
vecchio: l’ho amata ancor prima di conoscerla”. L’odio contro la religione scatenato dalla Rivoluzione del 1789 influenzò la sua infanzia? Non si sa, era troppo piccolo. Egli rimaneva però certamente
impressionato dall’incontro con i sacerdoti che la famiglia ospitava clandestinamente. Non poteva
dimenticare le messe notturne, ascoltate di nascosto. Non poteva dimenticare la sua prima comunione, ricevuta segretamente in una stanza. Soltanto all’età di 21 anni ricevette la Cresima e scelse
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per patrono Giovanni Battista. Da allora si firmerà Giovanni
Maria Battista Vianney. Presa la decisione di dedicarsi a Dio,
dopo numerosissime vicissitudini scolastiche, il 13 agosto 1815 fu ordinato sacerdote, quasi per pietà:
colui che Chiesa proclamerà protettore e modello di tutti i sacerdoti! Giovanni Maria aveva 29 anni.
Il vicario generale della Diocesi di Lione avrebbe detto in quell’occasione: “Il giovani Vianney è pio?
Sa recitare bene il rosario? E’ devoto della Santa Vergine?.... La Grazia farà il resto!”. Nel 1820 gli
viene affidata la parrocchia di Ars. La prima visita del nuovo parroco fu alla chiesetta: rimase desolato
dalla stato di abbandono del santuario, rispetto al presbiterio che gli sembrava troppo confortevole: il
sacerdote è meglio alloggiato di Dio!, pensava.
Vianney ha passato tutta la sua vita di parroco ad abbellire, ornare, ingrandire la casa di Dio. Non
aspettò che i parrocchiani cominciassero a fargli visita. Conscio della sua responsabilità di pastore che
deve amare per primo, andò a trovare ad uno ad uno gli abitanti, a far conoscenza a poco a poco con
tutti. Le sue pecorelle si accorsero, e anche presto, che quel piccolo prete, mal vestito, magrolino, timido, dall’andatura pesante, era un lottatore ostinato. Dichiarò guerra contro l’abitudine di bestemmiare,
la passione per i balli, la consuetudine di lavorare la domenica, di frequentare le bettole. Il Curato era
delicato, cercava di non offendere; di convincere, non di scagliare anatemi; di mostrare i pericoli, non
di condannare. Vianney aveva un altro mezzo per lottare contro gli abusi e i vizi dei suoi parrocchiani:
chiedere e offrire se stesso a Dio. Ma non impose mai i suoi digiuni e le sue mortificazioni agli altri. Anche in questo aspetto della sua vita l’amore autentico verso i suoi parrocchiani e confratelli lo guidava.
Non tollerava, tra i suoi, mortificazioni eccessive, eccentricità che nuocessero alla vita spirituale della
persona. Non soltanto egli cercava di infondere nella sua gente il gusto della preghiera, ma li esortava
anche alla comunione frequente.
Indubbiamente il carisma proprio del curato d’Ars era quello di confessare. Rimase sempre intransigente nei confronti degli indifferenti, con le persone che dimostravano poca voglia di pentirsi. Era
invece particolarmente buono con i penitenti che manifestavano un sincero desiderio di cambiare vita.
Le sue pecorelle erano toccate dalla persona stessa del curato più che dalle sue parole. La sua voce
era debole e difficilmente ai riusciva a capire ciò che diceva. Spesso bastava un sospiro, uno sguardo,
per rivoluzionare la vita di una persona. Piangeva in confessionale e le sue lacrime erano la sua sola
esortazione… I più induriti non ce la facevano a resistere.
Raccontano le cronache dell’epoca: “Il mese di luglio dell’anno 1859, l’anno della sua morte, non
si poteva entrare nella chiesa di Ars, riscaldata di giorno e di notte da un via vai continuo, senza essere soffocati. Le persone che aspettavano di confessarsi uscivano ogni momento per respirare. Lui,
nonostante questo, non abbandonava il suo posto. Sopportava il martirio”. Si spense senza agonia,
serenamente, il 4 agosto, alle due del mattino. Il Curato d’Ars è morto di sfinimento.
LA COMUNIONE EUCARISTICA
(Discorso per la 6^ domenica dopo la Pentecoste)
“Quale gioia per un cristiano che ha la fede, che, alzandosi dalla santa Messa, se ne va con tutto il
cielo nel suo cuore!... Ah, felice la casa nella quale abitano tali cristiani!... quale rispetto bisogna avere
per essi, durante la giornata. Avere, in casa, un secondo tabernacolo dove il buon Dio ha dimorato
veramente in corpo e anima!...
Forse, mi direte ancora: se questa felicità è così grande, perché dunque la Chiesa ci dà il comandamento di comunicarci una volta ogni anno? Questo comandamento non è fatto per i buoni cristiani,
esiste soltanto per i cristiani pusillanimi e indifferenti verso la salvezza della loro povera anima. Agli
inizi della Chiesa, la più grande punizione che si poteva imporre ai cristiani era di privarli di tale felicità; ogni volta che avevano la gioia di assistere alla santa Messa, avevano la gioia di comunicare.
Mio Dio!, com’è possibile che dei cristiani rimangano tre, quattro, cinque e sei mesi, senza dare questo
nutrimento celeste alle loro povere anime? La lasciano morire di inedia!... Mio Dio!, che guaio e quale
accecamento!... avendo tanti rimedi per guarirla e un cibo così adatto a conservarla in salute!...La
Chiesa, vedendo quanto già i cristiani perdevano di vista la salvezza delle loro povere anime, sperando che il timore del peccato facesse loro aprire gli occhi, dette loro un comandamento che li obbligava
a comunicarsi tre volte all’anno, a Natale, a Pasqua e a Pentecoste. Ma in seguito, vedendo che i
cristiani diventavano sempre più insensibili alla loro disgrazia, la Chiesa ha finito per non obbligarli
più ad avvicinarsi al loro Dio, tranne che una volta all’anno. O mio Dio!, che disgrazia e quale accecamento che un cristiano sia obbligato a mezzo di leggi a cercare la sua felicità!” (Giovanni Maria
Battista Vianney)
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M
ercoledi` 30 settembre 2009 Monsi
gnor Angelo Spina, vescovo della Diocesi di
Sulmona-Valva che conta 54 comuni, ha condotto
all`udienza Generale del Santo Padre Benedetto
XVI oltre duemila fedeli, con 45 autobus.
Mons. Angelo Spina è un attivo Vescovo all`interno
della CEAM, la Conferenza Episcopale Abruzzese
e Molisana, nonchè delegato regionale del laicato, della cultura e delle comunicazioni sociali.
Unitamente agli altri vescoci e arcivescovi “CEAM”,
ha indetto per l’Abruzzo e il Molise un anno giubilare celestiniano dal 28 agosto 2009 al 29 agosto 2010, in occasione degli ottocento anni della
nascita del Santo Pietro da Morrone, Celestino V.
Ricordo che in quel giorno del 30 settembre 2009 piazza san Pietro era gremita di fedeli che esultavano e agitavano cappellini e fazzoletti gridando ripetutamente “viva il Papa” al Santo Padre che
stava facendo alcuni giri tra la folla a bordo della sua vettura. Il Papa giunto sul palco salutava tutti i
presenti con le braccia aperte.
Dopo la Santa Benedizione rivolse ai pellegrini della diocesi di Sulmona-Valva queste parole: “Sono
lieto di accogliere i fedeli della diocesi di Sulmona – Valva, qui convenuti numerosi con il loro Vescovo, Mons. Angelo Spina, nel ricordo di San Pietro Celestino. Mio fratello mi ha raccontato tante belle
cose della sua visita a Sulmona”. Al termine degli interventi dei cardinali e dei vescovi Mons. Angelo
Spina si avvicinava al Papa per esprimergli, anche a nome della diocesi, l’affetto e assicurando la
costante preghiera per lui, pastore della chiesa cristiana. Aggiungeva il nostro vescovo: “Santità, la
regione ecclesiastica dell’Abruzzo e del Molise ha voluto dedicare a San Pietro Celestino un particolare anno giubilare, ad ottocento anni dalla sua nascita. Ho qui una parte del suo cuore, conservato
nella cripta della cattedrale di San Panfilo di Sulmona, insieme alla tunica e ai sandali”.
Il Papa restituiva la reliquia al vescovo di Sulmona che, visibilmente commosso, dopo aver baciato il
sacro anello al Papa, gli rivolgeva il seguente invito: “Santità, grazie di tutto, l’aspettiamo a Sulmona”.
Al termine dell’Udienza Generale del Santo Padre Benedetto XVI, in piazza San Pietro i pellegrini
della diocesi di Sulmona – Valva riprendevano la via del ritorno con il cuore pieno d’amore.
Il giorno 8 dicembre 2009, festa dell’Immacolata Concezione, Monsignor Angelo Spina annuncia
all’intera diocesi e alla Regione ecclesiastica abruzzese e molisana, con cuore commosso e con grande gioia, che domenica 4 luglio 2010 Benedetto XVI, a seguito dell’invito rivoltogli con lettera del
26 ottobre 2009, ha disposto di visitare Sulmona in occasione dell’ottavo centenario della nascita di
San Pietro Celestino.
Sulmona insieme a tutta la diocesi dovrebbe rivolgere a sua eccelenza Monsignor Angelo Spina
un vivissimo ringraziamento per la giornata storica del 4 luglio 2010 perchè è la prima volta, nella
storia del cristianesimo, che un Papa visita ufficialmente questa città. Ciò non deve destare meraviglia
in quanto Papa Innocenzo VII, sulmonese, durante il suo papato dal 17 ottobre 1404 al 6 novembre
1406 non sarebbe mai tornato nella città natale.
Pietro da Morrone eremita, invece, il 5 luglio 1294 fu eletto Papa con il nome di Celestino V ma il
13 dicembre 1294 rinunciava al papato cercando di raggiungere l’eremo si Sant’Onofrio, ma il suo
successore Bonifacio VIII lo fece catturare per farlo imprigionare nel castello di Fumone (Frosinone).
Transitato perciò per Sulmona da sacerdote, celebrò una Santa Messa nella Cattedrale di San Panfilo.
Raffaele di Pietro
IN MEMORIA di
DOMENICO
VENTRESCA
IN MEMORIA
DI
N. 26/09/1962
- M. 30/09/2009
DOMENICO
VENTRESCA
N. 26-9-1962 - M. 30-9-2009
Comecredere
potremmo
credere
tanto
Come potremmo
morto
coluimorto
che e’colui
tantoche
vivoe’nei
nostri cuori? Ci manchi tanto.
vivo nei nostri cuori? Ci manchi tanto.
dalla Greater Metropolitan Real dalla
EstateGreater Metropolitan Real Estate
e la famiglia Ventresca
e la famiglia Ventresca
Prima ti aspettavamo ogni anno per le feste, ora sappiamo che sei sempre tra noi.
Ciao Domenico,
gli amici delle Cavate.
Maggio alle Cavate
M
aggio e` il mese mariano in cui la natura
dà degni di risveglio, sbocciano i fiori e Maria
è un fiore profumato, rigoglioso e dolce, da custodire
con amore.
La nostra comunità, che è come una grande famiglia, anche per quest’anno si è ritrovata ad adorare la Vergine Maria con la quotidiana recita del
Santo Rosario. Si tratta di una preghiera semplice,
apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per
penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra
Madre. Gli incontri si sono snodati tra le strade
della parrocchia al fine di coinvolgere i malati e
gli anziani residenti nelle contrade più distanti e di
dare uno stimolo in più per l’accrescimento della
nostra comunità, condividendo oltre ai momenti di
preghiera anche canti, scambi di opinioni e riflessioni offerteci dal nostro parroco Padre Clemente.
Il tutto con semplicità ed umiltà.
Certo, oggi viene piuttosto da chiedersi se tutte
le famiglie cristiane apprezzano o, addirittura, conoscono la preghiera del Rosario, che nel passato
era la preghiera familiare per eccellenza.
Il nostro ringraziamento va a Padre Clemente
che, come ogni anno, ci fa vivere questi momenti di
unione con Maria, rendendo sempre viva la fede attraverso il Santo Rosario.
Il prossimo anno siete tutti invitati ad avvicinarvi al Santo Rosario per trascorrere momenti in preghiera, serenità e buona compagnia.
Rita Mancini
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W l’oratorio!
I
l compianto Padre Carmelo, sapendo che molti giovani dopo la Cresima non si sarebbero
più fatti vedere in Chiesa, chiedeva che almeno gli avessero lasciato in ricordo una loro foto, perchè di tanto in tanto potesse ricordarli. Non aveva torto!
L’altro giorno, riordinando un cassetto, sono saltati fuori i libricini delle Cresime degli anni passati
con le foto di gruppo. Ho potuto così rivedere ragazzi e ragazze che avevo perso di vista: non hanno
più frequentato la Parrocchia ed ancor peggio, la Messa della Domenica. Ed allora mi sono chiesto
perchè tanti, dopo la Cresima, non si fanno più vedere in Chiesa?.
Qualcuno mi ha risposto: “ è colpa della Famiglia! Si, è colpa dei genitori, che presi da tanti problemi, non trovano più il tempo per dare ai figli una sana educazione cristiana. Un altro dice:” E’
colpa di qualche Parroco: come a scuola, se il ragazzo va male, la colpa è del Professore che non è
riuscito a farsi capire”. Una mamma aggiunge che bisogna saperci fare con i ragazzi e che bisogna
saperli attirare. Di ciò è convinto anche un papà.
E i ragazzi che ne pensano?
Una ragazza ricorda con nostalgia il tempo in cui esisteva l’ A.C.R. (Azione Cattolica Ragazzi)
che organizza tornei di calcetto e di pallavolo, gite, pellegrinaggi ed incontri con altre Associazioni
Cattoliche. Un’altra ragazza unendosi alla discussione, aggiunge: “c’era anche il coro e di tanto in
tanto facevamo delle piccole escursioni alla Crocetta e a S. Onofrio. E la Domenica, tutte in Chiesa
e se non andavamo, il Parroco ci veniva a chiamare a casa. E poi era bello farsi una passeggiata,
dopo la Messa!”.
Come per dire: si stava bene in compagnia di Gesù.
Un ragazzo dice che la Chiesa, per molti, dopo la Cresima, passa in second’ordine. Ci sono un
sacco di cose che attirano di più delle giornate passate in Parrocchia.
Un altro: ”E’ difficile trovare un Sacerdote che ti sa parlare e ti sa coinvolgere nelle attività della
Parrocchia”. Dove sta la verità? Come al solito, nel mezzo!
Alcuni Parroci sono in avanzata età ed in qualche Parrocchia, per la scarsità di Sacerdoti, sono
anche a mezzo servizio e quindi possono dedicare ai giovani poco tempo per ascoltarli:
La Famiglia, presa da mille problemi: il lavoro che non c’è, le rate del mutuo e le bollette da pagare,
sta gradualmente perdendo la funzione di Chiesa Domestica. Infatti anche i genitori non hanno più
il tempo da dedicare all’educazione cristiana dei figli o per dialogare con loro.
E i giovani? Non si sentono più ascoltati. Davanti a loro si presenta un cammino difficile per l’inserimento nel mondo del lavoro e per la mancanza di modelli di riferimento. Così, confusi, non sono in
grado di affrontare le difficoltà che man mano incontrano. Quello che emerge è che da una parte
c’è chi non vuole parlare dall’altra chi non ascolta e, non c’è più dialogo. A questo scopo può essere
utile l’Oratorio che diventa il luogo di integrazione sociale, in cui si socializza, al riparo dai molti
pericoli che purtroppo incombono sui giovani: la droga, l’alcool, il bullismo, .......ecc.
Nell’Oratorio si sta insieme, si cammina insieme, si cresce insieme. Con chi?.... Con Gesù!.
E’ il luogo dove ciascuno investe se stesso a favore dell’altro. C’è chi ha il dono di proclamare la
Parola di Dio, chi di essere Catechista, chi di cantare, chi di suonare, chi di rendere belli ed accoglienti gli ambienti, chi di organizzare partite di calcetto, gite, pellegrinaggi, feste, chi di..... e un
pò alla volta si scopre che c’è posto per tutti.
Tra queste attività, il Parroco trova il modo di parlare ai giovani , perciò, alcuni anni fà ha fondato
l’Oratorio. Ha fatto risistemare il campo di calcio: lo sport è come il miele, attira fortemente i giovani
ed è facile poi portarli in Chiesa.
Occorrono però delle Guide che in collaborazione con il Parroco, siano capaci di accompagnare
i giovani in questo difficile cammino di crescita cristiana.
Ed allora. parola, ascolto, dialogo, coinvolgimento, cammino insieme. Insieme con Gesù.!!!!.
WWWW L’ORATORIO !!!!!!.
Claudio
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(a un minuto dal casello Autostradale Pratola/Sulmona, direzione Corfinio)
DE BERARDINIS NINO
Un giorno al Palazzo di Montecitorio
P
rima di parlare della meravigliosa gita a Roma e della visita al Parlamento
della Repubblica Italiana, organizzata dall`associazione culturale “Le Cavate” il 22
dicembre 2009, ritengo opportuno fare un breve cenno storico del Palazzo di Montecitorio, sede
della Camera dei Deputati.
Il grande palazzo di Montecitorio prese il nome dalla località in cui sorge. Nell’epoca dell’antica
Roma in questa zona si sarebbero riunite le assemblee che eleggevano i centurioni (il centurione era
il capo di una compagnia di cento soldati).
L’imponente immobile di Montecitorio non ha un’antichissima storia, in quanto i lavori per la sua
costruzione furono iniziati nel 1650 da Gian Lorenzo Bernini su commissione del Papa Innocenzo X.
Qualche anno dopo i lavori furono sospesi per lungo tempo, ma non se ne conoscono con certezza
i motivi. Furono ripresi durante il pontificato di Papa Innocenzo XII e terminati nel 1694.
Il palazzo, di proprietà del Vaticano, venne adibito a sede dei Tribunali.
Con l’avvento dello Stato italiano, nel 1871 lo stesso immobile divenne sede della Camera dei
Deputati. Dal 1903 al 1925 il medesimo venne ampliato con la costruzione di una grande aula parlamentare che fu accuratamente arredata, resa più bella con pitture, affreschi e decorazioni eseguite
dai migliori artisti dell`epoca.
Tornando alla nostra visita, nel cosiddetto Transatlantico il gruppo dei visitatori di Sulmona, formato
da cinquantacinque persone, fu ricevuto al suo arrivo dagli onorevoli Paola Pelino e Pier Ferdinando
Casini. Dopo i saluti ed un breve colloquio con detti parlamentari, ebbe inizio la visita nei locali del
palazzo con la guida di un distinto signore, dipendente della Camera dei Deputati, il quale ci fece
visitare le stanze più importanti, gli arredi e le meravigliose sculture, pitture e decorazioni spiegando
ogni dettaglio sulla storia dell’immobile. Dopo aver visitato anche alcune aule dove siedono i parlamentari di tutti i gruppi politici per discutere gli atti parlamentari, la guida ci introdusse nell’immensa
aula parlamentare dove era in corso un acceso dibbatitto tra i vari schieramenti politici per l’approvazione di una legge.
A conclusione della visita in Montecitorio e consumato il pranzo in un ristorante romano, programmato dall’associazione culturale “Le Cavate”, ognuno era libero di trascorrere il pomeriggio a piacimento fino alle 18, ora fissata per la partenza con l’autobus verso Sulmona.
Mia moglie Lidia ed io preferimmo visitare la Cappella Sistina in Vaticano, splendido gioiello riaperto al pubblico da poco tempo in seguito ai lavori di ristrutturazione del fabbricato, delle pitture,
degli affreschi e delle decorazioni, riportati alla bellezza dell’origine.
Come è noto i lavori di costruzione della Cappella iniziarono nel 1473 da Papa Sisto IV di Savona,
che dallo stesso prese il nome. Detti lavori sarebbero stati certamente terminati entro il 1480, quando
si cominciò a pensare alla sua decorazione pittorica che più tardi venne affidata ai migliori artisti
dell’epoca. Solo per citarne qualcuno: Botticelli, Simonelli, Rosselli e Perugino. Sulle sue pareti furono
dipinti affreschi con il tema generale della “Salvazione” secondo la concordia del nuovo testamento.
La volta, invece, comprende diversi affreschi e tematiche che comprendono storie della Genesi, scene tratte dal libro dei Re, la Genealogia di Gesù.
Il 15 agosto del 1483 la cappella fu solennemente consacrata alla Vergine Assunta. Nel 1508 Michelangelo, attraverso quattro anni di accanito lavoro, popolò con circa trecento figure la parete dietro l’altare con il famoso Giudizio Universale che rappresenta lo splendore della Cappella Sistina.
Lidia ed io, come tanti altri amici della nostra Parrocchia e dell’associazione, rimanemmo stupefatti
dalle straordinarie bellezze realizzate dagli artisti più famosi dell’epoca, tanto che oggi gente di tutte
le parti del mondo si reca a Roma, in gran massa, a visitarle.
Raffaele Di Pietro
da Boston
AUGURA BUONE FESTE
La solenne ostensione della Sindone
L
’associazione culturale “Le Cavate”
ha organizzato, dall’8 al 10 maggio 2010,
un pellegrinaggio a Torino in occasione della solenne
sotensione della Sacra Sindone. Questo straordinario
evento è avvenuto a 10 anni esatti dall’ultima esposizione della reliquia che viene conservata all’interno
del Duomo di Torino, chiusa in un’urna d’argento e
non visibile ai fedeli. Che cosa è dunque questa Sindone, perchè mai tanto mistero e tanta cura intorno
ad essa? Eppure è solo un telo di lino, a detta di
alcuni niente altro che un falso storico... La città sabauda custodisce dal 1578 questo che si
suppone sia il sudario che ha avvolto il corpo di Cristo subito dopo la deposizione dalla croce. E’ una
storia affascinante, quella della Sindone: nota in epoca medievale e già venerata come sacra reliquia,
approda in Europa nel XIV secolo e viene custodita in Francia, a Chambery, nella regione della Savoia.
Qui sopravvive all’incendio divampavato nella cappella che la custodiva, e rimane irrimediabilmente
danneggiata; poi il trasferimento a Torino, dove i Savoia avevano spostato la capitale del loro regno,
città nella quale è rimasta fino ad oggi, sopravvivendo ad un ulteriore incendio che nell’aprile del 1997
si sviluppò all’interno del Duomo, proprio nella cappella dove il telo era custodito. Il gruppo di pellegrini
di Sulmona ha potuto partecipare ad un evento molto importante: innanzitutto l’ostensione di una reliquia che viene gelosamente custodita ed esposta solo in rarissime occasione, poi poter osservare il telo
restaurato e posizionato in modo da valorizzare ogni singolo dettaglio grazie ad un sapiente gioco di
luci. Già, i dettagli. Non appena la si guarda, la Sindone riesce a farti vedere l’ombra di un corpo, nel
quale si identificano chiaramente la linea delle gambe, delle bracce incrociate sul ventre, la figura di un
volto; inoltre è possibile osservare anche il dorso e la nuca dello stesso corpo, come se su questo telo,
lungo 4 metri circa, si fosse impressa l’orma di un essere umano sia dal lato anteriore che da quello
posteriore. E gli studi che si sono susseguiti su questa particolarissima reliquia hanno indicato che le
tracce di liquido presenti nelle varie macchie disposte lungo la schiena, il volto, il ventre dell’uomo, sono
tracce di sangue umano, così come è certo che le ferite sui polsi siano segni di chiodi: dunque l’Uomo
della Sindone è morto di morte violenta, e tutte queste tracce lasciate sul telo lasciano intendere che
la morte sia stata per crocifissione. Tralasciamo le dispute e le questioni scientifiche che si sono tenute
sulla reale datazione del tessuto: per chi ha fede, l’emozione che ha provato nell’osservare da vicino
ciò che può essere stato il sudario di Cristo non è commensurabile, ci si trova davanti alla sofferenza
tangibile. Non per niente il titolo dell’esposizione è stato “Passio Christi Passio Hominis”, il dolore del
Cristo e il dolore dell’uomo.
Nulla è stato lasciato al caso nel cammino di avvicinamento del pellegrino all’ingresso del Duomo: i
visitatori entravano nei varchi predisposti nella zona retrostante la chiesa, percorrendo prima la zona
dei giardini, poi iniziandosi ad avvicinare pian piano al Duomo e potendo visionare un filmato che
spiegava puntualmente i particolari più importanti della Sindone, abituando l’occhio a focalizzare i
dettagli di maggior interesse. Poi, finalmente, dopo aver superato queste tappe, si entrava nella chiesa,
silenziosa e poco illuminata per dare tutta la giusta solennità al Sacro Telo esposto di fronte all’altare
centrale. E mentre il serpentone di fedeli si snodava attraverso il percorso di avvicinamento, ognuno
poteva pregare e contemplare di fronte a questo simbolo di dolore e fede, che non può lasciare indifferenti.
La visita della meravigliosa città di Torino non ha fatto poi altro che rendere il viaggio ancora più
bello e affascinante: la comitiva ha così potuto percorrere le eleganti vie del centro storico; attraversare
i portici che da piazza Castello giungono dopo alcuni chilometri fino alle sponde del fiume Po, così
progettati per evitare che i regali si bagnassero in caso di pioggia; sorseggiare un eccellente caffè
con cioccolato in uno dei locali storici dove anche cavour sorseggiava il famoso bicerin; passeggiare
attraverso il verde del parco del Valentino; visitare la Venaria Reale, tenuta di caccia dei Savoia poco
lontano da Torino, riportata al suo degno splendore negli ultimi anni.
In alto RISTORANTE DI BOSTON - Filippo Frattaroli
Buon lavoro Presidente
D
(due pezzi da novanta, anzi ,da cento… kg)
opo dodici anni alla guida del Comitato San Michele Arcangelo, a malincuore ma con senso
di responsabilità e serietà, Aldo Zavarella chiede di essere sostituito dall’incarico di Presidente
non potendo più garantire per motivi di lavoro la sua presenza costante e fattiva come nel passato.
A nulla sono valse le nostre insistenze affinché desistesse da questo suo proposito.
Ancora oggi ricordo quella sera di tanti anni fa, quando, sotto la guida di Padre Orante, ci riunimmo
per formare il primo Comitato, e quella sera stessa all’unanimità fu scelto Aldo.
In tutti questi anni, la stima di noi tutti nei suoi confronti non è mai venuta meno.
Aldo ha saputo svolgere il suo compito con serietà, umiltà e senza nessuna voglia di protagonismo,
lasciando che ognuno di noi si esprimesse nel campo di competenza; questo
è stato ed è il segreto grazie al quale questo gruppo di amici dopo tanti anni
ha ancora voglia di fare e di andare avanti, dunque un grazie sincero ed un
affettuoso abbraccio da parte di tutti e buon riposo….“Bimbo”!!
La candidatura di Antonio Scannella, per gli amici Tonino, era ovvia; se lascia l’incarico un pezzo da novanta chi lo sostituisce deve essere almeno da
cento! Vuoi mettere avere un Presidente di peso!
Battute a parte, Complimenti Tonino….
Che dire di lui, un “trattore”, un trascinatore, una persona per cui vale il detto
“armiamoci e partiamo”; amico di tutti , persona generosa, con esperienza
e capacità organizzative notevoli che ha sempre messo in campo senza mai
risparmiarsi…per tornare alle
battute “vale quanto pesa”.
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Un sincero augurio di Buon Laservizi connessi e dipendenti alla
voro da noi tutti caro Tonino!
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In ricordo del caro e benvoluto amico Romino
N
el mese di dicembre2009 è venuto a mancare
all’età di 96 anni Romino Di Censo, persona gioiosa
e parrocchiano attivo che ha per anni contribuito con zelo
ed entusiasmo alla buona riuscita delle attività parrocchiali.
Membro del Comitato Feste tra gli anni Settanta e Novanta,
Romino non ha mai fatto mancare la propria collaborazione
affiancando il compianto Padre Agatangelo con operosità e
fervore.
Segnato negli ultimi anni da una profonda sofferenza morale a seguito della scomparsa dell’ amata sposa Ida, Romino era fra i più conosciuti e amati parrocchiani da quando
era rientrato a vivere nella sua terra d’origine dopo un soggiorno di nove anni negli Stati Uniti a cavallo fra gli anni
Sessanta e Settanta.
A raccogliere la sua eredità di collaboratore è il figlio
Fernando, che non manca mai di far sentire alla nostra
comunità il suo affetto e l’affetto di tutti i nostri parrocchiani
all’estero, e che con generosità elargisce ogni anno un
proprio contributo per la buona della riuscita dei festeggiamenti in onore di Nostra Signora del Sacro Cuore e di
San Michele Arcangelo.
NEL 2009
HANNO RICEVUTO IL SACRAMENTO DELLA CRESIMA
Amatangelo Melissa, Amatangelo Maurizio, Elia Alessia, Esposito Nicola, Di Pasquale Serena,
Sperduto Simona, Centofanti Simone, Federico Vanessa.
LA PRIMA COMUNIONE
Matteo Del Monaco, Alessandra Di Berardino, Davide Di Bernardo, Sabrina Ranalli, Elsa Recanati,
Lucrezia Ventresca, Chiara Zavarella, Marinucci Arianna, Bozzo Federico, Bozzo Simona.
SONO STATI BATTEZZATI
Garofano Ivan, Federico Daniele Domenico, Saracino Fabrizio, Iacobucci Ludovica, Di Fonte Clelia,
Fluttuante Riccardo, Zinattelli Micol, Di Bartolomeo Sofia.
SONO TORNATI AL SIGNORE
Di Censo Giovanna, Di Censo Luisa, Di Fonte Giorgio, Zavarella Roberta, Cusumano Salvatore, De Santis Marianna, Di Censo Romino, Santilli Vittorio.
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IL COMITATO RINGRAZIA:
L’Amministrazione provinciale dell’Aquila
Il Comune di Sulmona
Il Comune di Pettorano sul Gizio
Il Comune di Introdacqua
Un sentito GRAZIE per la collaborazione a:
I nostri fratelli emigrati
La Comunità Italo Americana di Boston
La Signora Rosa Giammarco e il Comitato estero
Il coro della parrocchia diretto dal Signor Antonello Colonico
Alessandro Di Santo per la cura del sito internet della comunità parrocchiale www.casemacilli.com
La Confraternita della SS. Trinità di Sulmona, Facchini Marco (tecnico frigorista)
Le ditte che hanno contribuito alla realizzazione del presente opuscolo
Tutti coloro che hanno collaborato e collaborano alla buona riuscita della nostra festa
Il Comitato porge un particolare ringraziamento al Dott. Nicola De Meis per la disponibilità accordataci.
Gioielleria
Ragonese
65026 POPOLI (PE) - Via Tiburtina 51 - Tel. e Fax 085.4319912
65022 BUSSI SUL TIRINO (PE) - Via Regina Margherita, 36
Tel e Fax 085.9809772
ELENCO DEL COMITATO FESTEGGIAMENTI IN ONORE DI
“SAN MICHELE ARCANGELO” e “NOSTRA SIGNORA DEL SACRO CUORE”
SULMONA 29-30-31 LUGLIO 1 AGOSTO 2010
Fra Clemente Agostini
Parroco
Dott. Raffaele Di Pietro
Presidente Onorario
Antonio Scannella
Presidente
Paolo Di Fonso
Giuseppe Berarducci
Pasquale D’Amico
Angelo D’Ascanio
Antonello Del Monaco
Matteo Del Monaco
Arcangelo Di Censo
Mario Marcantonio
Emilio Marcantonio
Feliciano Marzuolo
Cesare Pecce
Luca Del Monaco
Gianni Valenza
COMITATO NOSTRA SIGNORA
DEL SACRO CUORE DI BOSTON:
Maria Gasbarro
Adriana Susi
Rosa Giammarco
Anna Ventresca
COMITATO ESTERO DI BOSTON:
Domenico Susi
Frank Susi
Domenico Grugnale
Fred Di Censo
Sulmona - Popoli - Corfinio
Vittorito - Bussi sul Tirino
Castiglione a Casauria
25° ANNIVERSARIO
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Domenica 1 Agosto - Benvenuti in casemacilli.com