SETTIMANALE
DI POLITICA
E COSTUME
Autorizzazione del tribunale
di Siracusa n.2/2003
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diretto da Salvo Benanti
FONDATO NEL 1988
N° 5/2010
Domenica 7 febbraio 2010
Telefono 0931412883. Email: [email protected] - tipografia LegoPrint srl
Lombardo corteggia Gianni
Sensale politico della clamorosa operazione sarebbe Titti Bufardeci,
molto amico del leader dell’Udc. Il governatore offre subito un assessorato
Raffaele Lombardo cerca di contattare Pippo Gianni e quest’ultimo non sembra insensibile alle blandizie del governatore. E’ questa la voce di Radio Fante che in questi ultimi
giorni si è fatta più insistente oltre che ricca di particolari pur sempre legati ai “si dice”
“sembrerebbe” “mi hanno raccontato alcuni che la sanno lunga” etc. Pare insomma che
il presidente Raffaele Lombardo, dopo aver cercato ripetutamente di azzerare il leader
dell’Udc Pippo Gianni, abbia deciso di percorrere ora la strada della carota. Sensale politico dell’operazione sarebbe Titti Bufardeci, assessore regionale all’agricoltura e
“grande amico” di Pippo Gianni. Già ci sarebbero stati i primi contatti con tanto di offerta di un assessorato regionale subito a Gianni oltre a una cascata di incarichi regionali per i suoi amici. Lombardo anche in questo frangente avrebbe utilizzato la sua solita
strategia: Prima Gianni si sputtana con l’Udc e dopo gli do l’assessorato e un elenco lungo così di prebende. Sempre stando a Radio Fante Gianni avrebbe accettato il dialogo,
ma a procedura invertita: prima mi dai assessorato e prebende, e dopo possiamo parlare
di una mia intesa con il partito del governatore. Sin qui le voci. Non siamo riusciti a contattare l’on. Gianni, ma la notizia è troppo ghiotta per non darla subito ai nostri lettori.
Magari è solo una balla visto lo status bellico che caratterizza il rapporto fra Gianni e
Lombardo, ma è o non è la politica l’arte dell’impossibile? Alla peggio Gianni smentisce,
alla fine la nostra è solo una indiscrezione, ghiotta ma sempre indiscrezione.
La bellissima intervista di padre Rosario Lo Bello, che abbiamo pubblicato
la settimana scorsa ha avuto, ovviamente, una grande eco nei nostri lettori ma anche tra i politici, per chi ha avuto la pazienza, la curiosità e l’umiltà
di leggerla. Padre Lo Bello esprime una
visione radicalmente diversa della città
e del suo sviluppo rispetto all’attuale
classe politica, Bufardeci su tutti. Il
PRG del 2003 è la dimostrazione di un
potere che usa il territorio per motivi
economici, elettorali, clientelari
(affaristici aggiungiamo noi) perché
non riesce a vedervi altro, come il valore del paesaggio, dell’ambiente,della
storia, della cultura del luogo e
l’armonia urbanistica che ne deriva per
chi vi abita e che troviamo in molti Paesi del Nord Europa e nel Nord Italia.
Di tutto questo il politico nostrano ha
interiorizzato culturalmente molto poco
(anche se in TV e nei giornali ostenta
interessi di questo tipo), ed infatti aggredisce il territorio con la stessa virulenza con cui respinge chi la pensa diversamente.. Per questo la variante a
questo PRG, per padre Lo Bello, non
verrà mai alla luce, perché nessuno dei
politici la sente come un atto di rispetto
essenziale alla storia e alla cultura di
questa città oltre che a se stessi e alla
gente che vi abita. “A nessuno interes-
sa cambiare questo piano regolatore….
Il politico che ne tiene la regia crea situazioni appetibili da offrire ad imprenditori, palazzinari o geometri. Se appartengono allo stesso territorio, a questi
stessi chiede il voto. Se invece si ha
dinanzi una grande impresa di fuori,
allora si chiede altro. Dunque cambiare
un piano regolatore è difficilissimo. Sinceramente non so cosa vi stia dietro al
PGR di Siracusa. Nino Zito ed Ettore
Di Giovanni hanno accennato più volte a qualcosa di torbido. Corrado Giuliano denunciò alcuni dati falsi riguardo le prospettive di crescita della popolazione. Di cosa si tratti è oggi difficile
Prg della malora
In una città normale la concessione edilizia in
piazza S. Giovanni avrebbe causato una sommossa così come l’edificio-albergo in via Elorina
da modificare in vista di una giusta crescita economica, credo che egli – riguardo a questo giudizio – si possa
tranquillamente rispecchiare. Non credo in alcun modo di fargli un torto”.
Pungenti anche le considerazioni sui
politici: padre Lo Bello resta stupito del
silenzio assoluto della coppia BellucciPrestigiacomo sull’aggressionecementificazione del nostro territorio, e
sorprendente gli appare pure una opposizione che dice ma non chiarisce.
Quanto a Visentin “ è difficile dire cosa
capire. Sta di fatto che tante scelte
seppur programmate non corrispondono ad un vero progetto organico in vista del bene di tutti “. “Un caso emblematico è quello della formazione. della
giunta Bufarde-ci. Più volte questi ha
espresso il proprio convincimento riguardo alla necessità di questo sviluppo forzato. Se dico che Bufardeci pensa al paesaggio e al territorio di questa
città come un mero bene da sfruttare o
egli personalmente rappresenti. La
giunta comunale e la maggioranza del
consiglio comunale non sono frutto di
un suo potere politico. Pertanto cosa
egli rappresenti personalmente è al
momento irrilevante. Dispiace un po’
che tutti lo si prenda sempre in giro
quando le responsabilità dovrebbero
essere attribuite a quasi tutti i maiores
della maggioranza. Questo capita anche perché tutti si sa che lui se la prende. In questo giornale si parla di un
suo spostamento all’interno dello stesso partito. Ma anche se fosse, sta egli
andando incontro a qualcuno che la
pensi diversamente? Sinora non abbiamo sentito parole diverse da alcuno. Al
momento è stato tristissimo vedere i
Pari di Forza Italia (tranne Granata e
Vinciullo) ridimensionare la gravissima
posizione della nostra città nella graduatoria di Il Sole 24ore.
Quanto alla Chiesa padre Lo Bello auspica che Essa non percepisca la pro-
Comunale a +1685 TeatroVerga +1792
Il teatro comunale doveva essere inaugurato 5 anni fa...
Quella che manca è una data ufficiale per completarlo
pria esistenza legata indissolubilmente
alle strutture attuali e senescenti, ma
veda nel futuro nuove possibilità.
Che dire a commento? Noi ci riconosciamo nelle battaglie urbanistiche di
padre Lo Bello che abbiamo iniziato anche prima del 2003; condividiamo il
suo pessimismo sul livello di coscienza
in generale di questa città che sembra
indifferente davanti alle aggressioni
edilizie del suo territorio (come si fa a
non restare sgomenti davanti alle decine di villette costruite e da costruire a
viale Epipoli, a Tremilia, senza criterio,
senza ritegno,in una mega operazione
che ha coinvolto cooperative sulle quali
da anni si discute molto criticamente ??).
In una città normale la concessione edilizia a piazza S. Giovanni, in piena
piazza, avrebbe determinato una sommossa popolare, così come la vergogna
di quell’edificio-albergo costruito a Via
Elorina sulla strada. Non è successo
niente, neanche la magistratura ha
promosso una doverosa indagine (o
almeno non ne siamo a conoscenza).
Ed assisteranno inerti al massacro
dell’area di via Mazzanti (una delle poche aree a verde rimaste) con la costruzione di edifici privati, caserma etc.
Le associazioni ambientaliste hanno
una capacità di influenza molto limitata, questo è evidente, l’ambientalismo,
purtroppo, nella nostra città, prima era
una propaggine politica del vecchio PCI
(ed ha fatto danni enormi) poi..è diventata poca cosa. Oggi è animato da
giovani a cui va espressa ammirazione
per il coraggio e la serietà.
Manca in città l’opposizione in materia
urbanistica come in qualunque altro
settore. Il PD non c’è e quel poco che
c’è è diviso in una eterna guerriglia interna. Dei deputati del PD, salvo un
Roberto De Benedictis un pò infiacchito, l’immagine di Marziano non è più
distinguibile da quella di Bufardeci. Per
dire l’opposizione…
Via Crispi +1251
Più piove e più precipita la condizione delle basole killer
2
Domenica 7 febbraio 2010
Filo diretto. Visentin risponde:
Parlerò col presidente Bono per la strada del circuito. Confermo: il teatro
comunale sarà completato prima delle prossime Comunali. Vertice sul Plemmirio
Riceviamo e pubblichiamo:
Do atto al Sindaco che gli allagamenti dei
sottopassi sono di competenza dell'Assessorato Provinciale al Patrimonio, a cui ho girato il
problema, in quanto manufatti del Circuito
Automobilistico. Riguardo invece la strada
che attraversa i sottopassi risulta essere tuttora proprietà comunale, in quanto la Provincia
ritiene nullo l'accordo di cessione, in quanto
asserisce che la strada in questione doveva,
preventivamente, essere messa in sicurezza
dal Comune, che invece ha disatteso tale impegno. Non voglio entrare nelle annose polemiche sui rapporti tra i due Enti, mai del tutto
chiare, ma invito, comunque, il Sindaco affinchè imponga, a tutela dei legittimi interessi
dei cittadini, il rifacimento della strada a carico della Sai 8, almeno nel tratto vandalizzato
dai numerosi lavori,dando contezza pubblica
della posizione della Sua Amministrazione.
Grazie.
Marcello Lo Iacono
Risponde il sindaco: Sulla proprietà della
strada debbo approfondire. In ogni caso ne
parlerò con l‟assessore Bono visto che ha
ragione lei quando dice che va comunque
ripavimentata. E‟ quello che faremo dopo
aver chiarito la vicenda e aver naturalmente
trovato le opportune coperture.
Riceviamo e pubblichiamo:
Ho sentito in televisione le due dichiarazioni
sul completamento del teatro comunale e
debbo dirle che presto credito a quanto da lei
sostenuto. Credo che lei farò di tutto per completare una struttura chiusa da più di 50 anni.
Certo, mi fanno pensare quelli che dicono che
saranno proprio i suoi amici di maggioranza a
far di tutto per non farglielo completare, a
nessuno di loro infatti andrebbe giù il fatto
che lei riesca dove altri hanno fallito.
Carmelo Sequenza
Risponde il sindaco: La ringrazio per la
fiduca. Stia tranquillo su quello che dicono i
soliti maldicenti, riaprire il teatro comunale
è un impegno di tutta maggioranza e non
solo del sindaco ed è su questa strada che
andremo avanti con tutte le nostre forze.
Ripeto: il teatro comunale sarà aperto ai
siracusani prima della prossime Amministrative.
Riceviamo e pubblichiamo:
Gentilissimo Signor Sindaco purtroppo,delle
numerose lettere inviate all'Arch Amato
dell'Assessorato ai Lavori Pubblici, al Comandante dei Vigili Urbani e non ultimo a
Lei (prot 99017 del 05.08.09 e prot 148866
del 03.12.09 e per conoscenza al Prefetto di
Siracusa) non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Stigmatizziamo, ancora una volta,
questo atteggiamento pervicace che in dispregio a ben precisi regolamenti comunali
ed alle più elementari norme d'educazione
civica non ci consente di avere risposte precise alle numerose richieste che il Territorio
del Plemmirio pone e che vengono puntualmente disattese. Mi riferisco in particolar
modo a Via Isola e Via Mallia che sono strade iscritte al Patrimonio Comunale, di ridotte dimensioni di larghezza, percorse da mezzi pubblici con segnaletica arrangiata e fuori
dagli standars del codice della strada. Di
queste strade è stata più volte richiesta la
riparazione delle buche, l'installazione di
segnaletica Stradale, la pulizia dai rovi presenti ai loro bordi, il taglio dei rami sporgenti sulla carreggiata con l'esecuzione in
danno, più volte sollecitata invano, al Comandante della Polizia Municipale, ultimamente il 01.11.09 con la trasmissione
dell'elenco dei proprietari dei terreni limitrofi. Siamo a conoscenza che, dietro sollecitazione del Prefetto nr 18196 del
23.09.09, Lei ha interessato della situazione
l'arch Amato. Purtroppo non c'è stata alcuna
iniziativa per eliminare le criticità esposte e
che ancora oggi permangono nella loro interezza sul Territorio del Plemmirio. Le
chiedo, pertanto, di avocare a sè la responsabilità operativa per iniziare l'opera di risanamento di queste strade dove insistono,
oltre la scuola comunale e due chiese, anche numerosi esercizi commerciali, alberghi
e B&B. Siamo disponibili a rappresentarle
altre gravi carenze che rendono il nostro
vivere quotidiano problematico.Grazie.
Marcello Lo Iacono
Presidente Associazione Plemmyrion
Risponde il sindaco: L‟amministrazione ha
in agenda gli interventi al Plemmirio e intendo farlo constatare al signor Lo Iacono.
Gli argomenti trattati poi sono troppo improtanti e complessi per esaurirsi in una
risposta sul giornale. Sarà invece mia cura
farla contattare dal mio gabinetto per un
incontro aperto su tutte le questioni da Lei
sollevate.
VISENTIN RISPONDE: scrivere a [email protected]
Intestiamo una strada a chi?
C’è un susseguirsi di iniziative da parte di gruppi vari. Niente di male, ma così si finisce per ingolfare la commissione toponomastica
Dopo l’iniziativa assunta da
questo settimanale di costituire un gruppo (anche su
FB) per intestare una strada
ad ALDO GILISTRO è un
susseguirsi di iniziative analoghe, gruppi, petizioni etc
etc. Niente di male ovviamente. Di personalità illustri ce ne sono migliaia nello scenario internazionale,nazionale e regionale.
Nell’onda emotiva del momento questo è anche naturale, con il passare del tempo, ogni città, paese, cerca
di onorare i suoi morti e la
sua memoria. Mi sembra
anche giusto. Un tempo tutte le strade si chiamavano
Vittorio Emanuele, Corso
Umberto, Principessa Mafalda etc poi sono subentrati
le personalità dell’età repubblicana (Moro,Togliatti,
De Gasperi, Sturzo etc). Ma
le città hanno riservato ai
propri cittadini illustri il segno tangibile del loro ricordo. Tutto questo per dire che
promuovere movimenti per
intestare strade a personaggi importanti che in molte
città sono ampiamente ricordati non può cancellare
il doveroso riconoscimento
per chi non ha avuto notorietà nazionale ma ha significato qualcosa per la sua
città, il suo paese, il suo
quartiere Per finire: ingolfare di proposte la Commissione Toponomastica non è
un buon servizio. (sb)
Caro sindaco, ricordiamo Aldo Gilistro
Riceviamo e pubblichiamo:
Egregio Sig.Sindaco, nel 2000, dieci
anni fa, scompariva prematuramente
all’affetto dei suoi cari e dei suoi tantissimi amici ALDO GILISTRO, avvocato, professore di diritto, amministratore comunale per 15 anni, Assessore ai Lavori Pubblici e Sindaco di
Siracusa, politico tra i più conosciuti
e popolari della Città. Gilistro è stato
per tanti anni un amministratore attivissimo,
attento, competente, legato in modo
quasi viscerale alla Città, dal centro
storico di Ortigia dove ha sempre abitato, alle periferie urbane che ha
curato con grande impegno. Molti dei
provvedimenti assunti in quegli anni
dall’amministrazione comunale portano il suo nome o il suo contributo
decisivo di proposte e di idee da consigliere comunale, da assessore, da sindaco, da politico seriamente impegnato nello sviluppo della città.
Unitamente ad altri amici abbiamo creato un gruppo “RICORDIAMO
ALDO GILISTRO SINDACO DI SIRACUSA” che in poche settimane è stato sommerso dalle adesioni di tantissimi amici che hanno voluto ricordare
l’insegnante, l’amministratore, il politico, l’amico, tutte testimonianze commosse, piene di affetto e di stima verso Aldo, come se fosse scomparso da
pochi giorni e non da 10 anni e che alleghiamo alla presente istanza perché
restino agli atti della Commissione Toponimastica. Ad intervenire sono stati
colleghi insegnanti, amministratori,
parlamentari, alunni ed una infinità di semplici cittadini ed amici che lo hanno conosciuto ed apprezzato. Noi crediamo che il Comune debba ricordare
questo suo amministratore che alla Città ha dedicato gran parte della SUA
vita e ricordare degnamente il SUO contributo. Ecco perché ci permettiamo
di chiedere alla S.V - anche nella qualità di Presidente della Commissione
Toponomastica - alcuni gesti importanti per ricordare Aldo Gilistro:
- intestare ad Aldo Gilistro una strada cittadina o un parco,o un giardino pubblico,o una scuola;
- promuovere una cerimonia solenne per ricordarne la figura a 10 anni dalla
sua scomparsa e consegnare alla moglie una medaglia ricordo;
- indire una borsa di studio che porti il nome di Aldo Gilistro da destinare
agli alunni più meritevoli e bisognosi con le modalità che la S.V.vorrà definire,costituendo un apposito comitato a ciò delegato.
Certi della sua adesione a questa nostra richiesta, come.del resto ha già avuto
modo di dichiarare ad organi di stampa locale, Le porgiamo distinti saluti.
Alleghiamo alla presente nota una scheda che riassume la vita politica e professionale di Aldo Gilistro.
Seguono 645 firme
Caro sindaco, ricordiamo Peppino Impastato
Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo l'oltraggio alla memoria di Peppino Impastato compiuto dal primo
cittadino di Ponteranica (BG) avevamo chiesto al Sindaco di Siracusa l'intitolazione di una strada, una via o una piazza a Peppino Impastato come
risposta civile, chiara e netta, a chi con grande superficialità ha voluto
cancellare il ricordo di un eroe dei nostri tempi. A novembre, su un settimanale siracusano, il Sindaco Visentin, sollecitato ad assumere una scelta
simbolica ma importante, si era reso subito disponibile a soddisfare la richiesta di intitolare un luogo al coraggioso giornalista di Cinisi, qualora
gli fosse pervenuta una forte e numerosa sollecitazione da parte dei cittadini. Così un movimento non organizzato animato dalla volontà di partecipare a quella che è prima di tutto una battaglia culturale, è riuscito a raccogliere nel giro di un paio di giorni, 681 firme. Il totale avrebbe potuto
essere molto più alto se al criterio della tempestività si fosse preferito
quello della quantità. Si è sceòto però di far arrivare il prima possibile al
sindaco questa sollecitazione da lui invocata.
Martedì 10 novembre, presso il suo ufficio, alla consegna delle firme, il
primo cittadino siracusano ha ribadito la propria disponibilità, commentando
positivamente l'importante iniziativa e promettendo l'intitolazione di una
strada o un luogo a peppino Impastato, come segno di una città che rifiuta la
mafia e comprende il valore educativo di esempi positivi che l'hanno combattuta.
A fronte della promessa del nostro sindaco, il comitato spontaneo "Una strada per Peppino" rinnova l'invito all'intitolazione di una via, piazza o luogo
alla giovane vittima di mafia.
Il comitato, data l'imminente fine dei lavori nella realizzazione della parallela alla via Riviera Dionisio il Grande e della pista ciclabile annessa, dopo
aver sentito proposte che ci sembrano lontane dall'esprimere un qualsiasi
valore civile e sociale, chiede l'intitolazione della nuova via alla memoria di
Peppino impastato.
Sarebbe un bel segno di amore per la giustizia e il risultato evidente di una
bella promessa mantenuta. Ci auguriamo che il volere espresso dai cittadini
con una rapida raccolta firme possa trovare adeguata risposta.
Comitato spontaneo "Una strada per Peppino”
3
Domenica 7 febbraio 2010
La Chiesa: Sì alla banda degli onesti
Fausto Spagna dice la sua sul momento della città, sull’attività di supplenza della
Curia aretusea, sul pressing a Visentin, sull’Università e sul Pd al governo regionale
Finalmente Siracusa ha il suo sottogoverno, come la pensi?
Non ho seguito la vicenda, auguro buon
lavoro ai nominandi, dove ci sono, mi pare,
miei vecchi amici come Iano Sbona e Maurizio Scollo, ammesso che sia possibile fare
un buon lavoro.
La Curia siracusana sembra più attiva,
più interessata alle sorti della nostra comunità. E' anche la tua impressione?
Si ed è un aspetto che trovo molto positivo
e che marca la debolezza dei sistemi locali.
La Chiesa sente il bisogno di intervenire
per favorire la comprensione dei problemi
da parte della comunità, gli eventuali abusi
commessi o che possono essere commessi,
avverte la carenza del dibattito democratico, del ruolo delle opposizioni, della stampa, l’assenza di minoranze o gruppi di
pressione nella società civile, del mancato
controllo sulle istituzioni che possono generare clientele, favoritismi, la distruzione
del territorio, rapine, ladrocinii,etc. Ovviamente non possiamo scaricare sulla Chiesa
l’onere del controllo e della protesta, questa spetta alle forze politiche, alle minoranze presenti nella società civile. La Chiesa
da un segnale che non ha mai dato in passato. Sembra l’invito agli onesti di pensare
al bene collettivo, al bene di tutti, di essere
testimoni attenti di quanto avviene, per difendere la città, le sue prospettive di sviluppo, l’avvenire, in fin dei conti, dei suoi
giovani. Certamente non sfugge alla Chiesa
che le difficilissime condizioni economiche
delle famiglie, la disoccupazione….creano
dipendenze politiche, scoraggiano, spingono a pensare alle prime necessità che sono
quelle di vivere dignitosamente.
Rigassificatore. Come finirà? O almeno
qual è la tua opinione di esperto di vita
politica e amministrativa di questa provincia?
Pensavo che alla fine si erano tutti convinti
della opportunità di autorizzare il rigassificatore. Senza colpi di mano o prepotenze.
Il tema della compatibilità era stato sollevato da Lombardo anni or sono. E non è
stato un male farne un problema. Oggi può
essere discusso con serenità avendo sul ta-
volo tutti i pareri possibili e ritenendo prioritaria la salute dei cittadini in un contesto
che per decenni ha subito gravissimi danni
ambientali ed alla salute. Discuterlo serenamente per me significa senza pregiudizi,
senza pregiudizi politici. Ci sarà qualche
tecnico non di parte in giro.
Il pressing sul sindaco Visentin che finalità ha? C'è qualcuno che trama?
Sui sindaci c’è sempre del pressing nella
speranza che non reggano alla tensione,
all’accavallarsi dei problemi. E’ normale,
niente di nuovo. A questo è da aggiungere
la condizione del PDL in sede regionale
con la scissione - di fatto - del Gruppo Sicilia dal PDL che potrebbe avere a Siracusa
conseguenze non indifferenti. Immagino le
difficoltà di Visentin di… trovarsi in pieno
fuoco amico. Ma sarebbe l’intero quadro
provinciale a saltare. Può darsi che tutto
venga ricomposto da una iniziativa di Berlusconi (ma quando?). Se la
nuova maggioranza regionale
dovesse funzionare, se il POR
2007/2013 diventa operativo,
unitamente ai fondi FAS, la
città deve essere in prima fila
nella predisposizione di progetti, nel cogliere tutte le opportunità che le si offriranno.
Visentin questo lavoro sa farlo
meglio degli altri .E’ nella
schermaglia politica che può
essere colpito,da cecchini di
fazione..
Padre Lo Bello pensa che la
debolezza politica di Visentin non lo renda un interlocutore credibile nello sviluppo della città. A decidere sono i maggiorenti del PDL e lui non è tra questi. Tu
come la pensi?
I sindaci nascono quasi tutti politicamente
deboli (salvo che non siano in seconda candidatura o leaders affermati), anche con il
sistema elettorale attuale di elezione diretta.Diventano politicamente forti dopo, nel
consenso
e
nell’apprezzamento
che creano, nella capacità di svincolarsi
dai maggiorenti quando è necessario su
taluni argomenti. E
questa autonomia progressiva la città la
percepisce. Di solito
il distinguo avviene sui grandi temi, come
possono essere le vicende urbanistiche o le
opere pubbliche o i servizi- Insomma..si
nasce deboli per diventare forti.
Università : come la pensi?
Ho sentito in TV Mastriani parlare di una
iniziativa degli enti locali siracusani e ragusani per creare il 4° polo universitario
(ma non è già Enna il 4° polo ?). La trovo
un’ottima iniziativa se viene sostenuta ade-
guatamente in sede nazionale e regionale e
supportata da un progetto (anche di massima) sui corsi da istituire e da
dividere tra le due realtà, sulle
risorse necessarie, sull’iter della proposta che avrà ostacoli
non indifferenti in sede di di
CUN. Ragusa è una provincia
economicamente fortissima.
Ma il percorso è molto lungo e,
comunque, richiede che ci sia
una università (anche siciliana
come Palermo o Messina) che
sia il partner del costituendo
ateneo. Se manca una esplicita
volontà del Ministero della PI
in questo senso, parliamo di
favole. Ricordo,per inciso, che
la prima convenzione per
l’apertura di corsi universitari a
Siracusa, nel lontano 1987, la firmai con
l’Università di Messina. Poi per la pressione
di alcune forze politiche il progetto fu abbandonato, ritenendo l’Università di Catania
il nostro partner naturale (parole del
Prof.Giarrizzo). Le ultime vicende dimostrano che questa intesa
non ha funzionato.
Il PD in Sicilia, nonostante le smentite,
è entrato nell’area di
governo, realizzando
il cosiddetto ed un
tempo deprecabilissimo “ribaltone politico”: tu che ne dici?
Ho la sensazione che
quello regionale non
sia un quadro politico
definitivo. Mi sembra
molto difficile che il PD possa resistere in
questa posizione di grande ambiguità che lo
danneggia enormemente. Non potrà non
chiedere di entrare direttamente al governo.
Dall’altro versante, penso che Miccichè abbia qualche difficoltà con Berlusconi a giustificare la sua presenza in un governo sostenuto dal PD, a meno che non voglia distaccarsi da Berlusconi, ma leggo sempre dichiarazioni di grande fedeltà..
La vergogna del “residence San Giovanni”
Di fronte a operazioni immobiliari come questa, affiora l’esistenza di negligenze o incurie amministrative – cosa sarebbe costato al Comune espropriare quest’area 20 anni fa?
Ho scritto in altre occasioni che
quando proviamo a calare lo
sguardo su Siracusa – per afferrarne la fenomenologia –, “il buon
dio si vede dal dettaglio”, nel senso che, esauritosi il tempo in cui
una dialettica positiva sembrava
legare il “sistema” ai suoi
“frammenti” (o dettagli, appunto),
per cui era ancora possibile interrogarsi collettivamente e secondo
una “logica” coerente sui possibili
orizzonti della città (in termini di
sviluppo civile, economia, cultura,
servizi, urbanistica, ecc…), sembra oggi dominare una condizione apparentemente “anarchica”, dietro cui si nascondono poteri, interessi, affari, consorterie, senza che si riesca a
decifrare “chi” ci sta dietro, il “centro” (o, diciamo pure “il
Comitato d’affari”) che controlla queste dinamiche economico-sociali, che stanno consumando la città, neutralizzando il formarsi di una “opinione pubblica” attenta e consapevole. La «crisi della politica» è, ad un tempo, origine e conseguenza di tutto ciò. E, dentro lo spazio urbano, in genere,
sono l’assetto e le scelte urbanistiche ad offrirci la cifra più
congeniale della città.
Proverò ad illustrare con un “dettaglio” questa condizione.
Nello spazio fortemente urbanizzato che congiunge due vie
cittadine – via San Simeone e via San Metodio – per diversi
decenni abbiamo potuto notare nel suo progressivo decadi-
mento e disfacimento una villetta disabitata e abbandonata
– ripeto, da almeno quarant’anni – tra sterpaglie, cumuli di
rifiuti, e muretti in rovina. Già da diversi decenni, mentre
l’ampia area vedeva crescere il suo carattere residenziale e
la sua funzione amministrativa e di servizi (l’Ufficio anagrafe, banche, l’APT, bar, Uffici, 2 Supermercati nel raggio di 30 metri, ecc…), l’inerzia delle varie Amministrazioni comunali circa il “destino” di questa villetta in disfacimento è stata, a dir poco, deprecabile. Occorreva, già
15/20 anni fa, nel vivo dell’interminabile e inconcluso lavoro di assetto urbanistico della città – tra varianti e PRG
– procedere all’esproprio “per pubblica utilità” del terreno
su cui insisteva questa villetta – più o meno un’area di circa 2 mila metri quadri – finalizzando lo spazio così ottenuto, dopo l’abbattimento dell’immobile oramai quasi pericolante, ad un ampia area di parcheggio, in una zona nevralgica che è da gran tempo fortemente intasata a causa
dei numerosi uffici e servizi che la circondano e per il costante traffico veicolare che, attraverso via San Metodio, si
immette su viale Teracati.
Non solo questo semplice, quasi “naturale”, provvedimento non è stato adottato da alcuna Giunta comunale, ma in
barba ad ogni principio di razionalità urbanistica, circa due
anni fa, la vecchia fatiscente struttura immobiliare è stata
demolita al solo scopo di dare ad una società immobiliare,
che ha rilevato la proprietà dell’area, la concessione edilizia per costruire un edificio imponente. Il lavoro è quasi
alla fine.
La costruzione dell’immobile – “Residence San Giovan-
ni”, questo il nome del complesso immobiliare, che non ha
nulla di santificabile – con circa una ventina di appartamenti è quasi all’epilogo, ma già da tempo quello “snodo” veicolare ha visto crescere il suo intasamento, è quasi impossibile nella zona trovare un parcheggio, e se proviamo ad immaginare quanto prima il trasferimento delle famiglie negli
appartamenti del Residence, possiamo calcolare che stazioneranno nell’area tra 50-60 automobili in più, rendendo definitivamente compromessa la zona.
Di fronte a operazioni immobiliari come questa, affiora
l’esistenza di negligenze o incurie amministrative – cosa
sarebbe costato al Comune espropriare quest’area 20 anni
fa? – anche se spesso, alle spalle di simili operazioni, preesistono legami professionali, rapporti politici amministrativi
e burocratici, che come tanti frammenti isolati stanno compromettendo oramai definitivamente il razionale assetto urbanistico della città. Questo “frammento” è solo un’icona
della deriva negativa delle amministrazioni degli ultimi decenni a Siracusa, mentre il P.R.G. – la sua intera “mappa”
di riarticolazione del territorio “a venire” – è la cifra emblematica di una sistematica ricollocazione degli interessi della
“rendita” urbana, innanzitutto (il che vuol dire, nuovi legami professionali, di ceti, categorie, politica e, pertanto, del
nuovo potere cittadino). Non il “capitale” sembra essere la
categoria economia prevalente nell’economia cittadina, ma
in questa riemergente centralità della “rendita” c’è il segno
dell’assenza di “grandi idee” di sviluppo e progettualità a
Siracusa.
Roberto Fai
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Domenica 7 febbraio 2010
Tutti alla Bit
Sarà una festa
Allegri siracusani si va ancora una volta alla
Bit di Milano, i nostri amministratori sono
già frementi. Con quali risultati non è facile
capire, anche l’anno scorso ci fu tanta grancassa ma non ci pare poi che a tanto dire sia
seguito il fare, anzi l’unica cosa certa è che
Comune e Provincia sulla Bit non abbiamo
molte idee condivise, anzi fra i due enti
c’era nel 2009 e c’è anche nel 2010 una sorta di guerra fredda, che continua. Veniamo
ai fatti. Ci sarà alla fiera di Milano uno stand
con dentro tutto: La Provincia, l’Inda, il comune capoluogo e altri comuni siracusani. Il
19 febbraio poi ci sarà il folclore: s’inaugura
con Lombardo e Strano e, si spera, con operatori turistici. Il 20 saranno presentati gli
Spettacoli Classici con un contorno di autorità locali di cui francamente non si sentiva
il bisogno. Invece era opportuno che fossero
presenti sindaci e autorità di altre città italiane visto che l’Inda non dovrebbe essere un
fenomeno provinciale, come purtroppo con
la cura Balestra sembra destinato a diventare. “ Mi auguro una ampia partecipazione –
ha detto il presidente Bono - in particolare
degli operatori privati. Desidero sottolineare
che nel corso dell’inaugurazione dello Stand
del 19 Febbraio, l’obiettivo sarà soprattutto
quello di rappresentare il nostro territorio
non solo sotto l’aspetto delle eccellenze culturali, naturali e paesaggistiche, ma anche di
sottolinearne lo sforzo organizzativo in atto
per attrezzarlo sotto il profilo del miglioramento delle politiche di accoglienza. In tal
senso si colloca la presentazione del calendario unico degli eventi, che sarà stampato
in un apposito opuscolo dove, mese per mese e città per città, verranno indicate le manifestazioni religiose, culturali e di intrattenimento quale ulteriore attrattiva da offrire
alla scelta dei Turisti; sarà altresì presentata
la struttura associativa in corso di costituzione da parte degli operatori privati per la
commercializzazione unitaria dei posti letto”. Buone intenzioni di cui prendiamo attio.
Pur ricordando che un antico adagio sottolinea come di buone intenzioni siano lastricate le strade dell’inferno. In ogni caso dal 18
tutti alla Bit? Partiranno sindaci, assessori,
portaborse nani e ballerine? Chissà.
Desirèe Meijer
Ok Consiglio
Riceviamo e pubblichiamo:
La bocciatura da parte del consiglio comunale (con soltanto i due consiglieri comunali del Mpa, Bandiera e Casella, a votare a
favore), del programma costruttivo per l'insediamento di 43 alloggi di edilizia economica e popolare (Coop. Edilizia Prof. V.
Grillo - 30 alloggi, e La Cittadella - 13 alloggi, in contrada Carrozzieri, zona Isola)
rappresenta finalmente un segnale positivo
per la difesa del territorio. Il consiglio comunale, recependo il parere della commissione urbanistica, sembra aver finalmente
compreso che non si può proseguire ad autorizzare nuove costruzioni, senza prima
aver verificato la rispondenza al bene comune. Che senso avrebbe da un lato parlare
di revisione del piano regolatore generale
ed allo stesso tempo, dall'altro, consentire
che nel frattempo si realizzino nuove costruzioni? non è mai troppo tardi, ma il segnale che viene dal consiglio comunale è
stavolta positivo e non va sottovalutato.
Anna Pia Pagano
Centro studi Davide contro Golia
Opinioni
e repliche
Diventa una esigenza avere uno spazio che consenta a chi ci
legge di poter replicare o di poter dire la propria opinione su
quello che è già stato pubblicato dal nostro giornale. Naturalmente chiediamo che le repliche siano stringate, o comunque
compatibili con la necessità di dare visibilità a tutti.
“Class Action” sì o no?
E' legale continuare a pagare le bollette sui consumi ipotizzati e non effettivi? Corsi di bon ton per certi impiegati
Riceviamo e pubblichiamo:
Ogni bimestre o trimestre siamo raggiunti da bollette, più o meno
esose, che ci comunicano la cifra da pagare per il consumo dell'energia elettrica o dell'acqua. Fin qui tutto normale. Ma perchè, ci si
chiede, si deve pagare per un consumo presunto e non effettivo?
L'ENEL, nonostante la conversione in contatori ultima generazione, cui ci ha obbligati, per poter effettuare la lettura a distanza
dell'energia consumata, continua, imperterrita, a scrivere
"consumo stimato, mentre "la S.p.A. SAI8 scrive lettura
"presunta".
Quest'ultima poi, visto i prezzi da oreficeria a cui paghiamo l'acqua,
che tra l'altro è imbevibile, potrebbe mandare degli addetti alla lettura per ogni trimestre, sarebbe senz'altro il minimo.dovuto ai vessati
utenti. Porrei a questo punto una domanda ad un avvocato esperto nel
settore, si potrebbe avviare una "class action." ? Inoltre consiglierei
agli azionisti della S.p.a. Sai 8 di far seguire un corso di informatica
a qualcuno dei propri impiegati addetti alle public relation ed un corso di bon ton a qualche impiegato della Sai8 ed ai vigilantes della
S.E.R.I.T, perchè, in presenza del pubblico, usano un intercalare
(M......) di dubbio gusto, tipico, purtroppo, di alcuni siciliani.
Gabriella Dotto
Cartia: Non ci resta che piangere
Se a livello nazionale c’è confusione politica per cui
si stenta ad avere
risposte veloci alle
tante e
urgenti
esigenze, figuriamoci quando si
tratta di avere riscontri concreti e
non solo parole.
A Siracusa stare
fuori dal coro può
significare crearsi
continue inimicizie e nel giornalismo ciò succede
spesso soprattutto
quando si CHIAMANO per nome
e cognome uomini
e fatti o quando si
esprimono idee
diverse da quelle comunemente in uso.
Prendiamo, ad esempio, il traffico, argomento che provoca discussioni ovunque, a
Siracusa come a Palermo, a Milano, a
Padova, a Verona, a Bari …Le cronache
nazionali sono piene di questo problema,
le Tv nazionali, dedicano giornalmente,
in tutte le fasce orarie, incontri e dibattiti.
A Siracusa invece si ricorre ancora a vecchie logiche. Si creano altri carrozzoni
politici come laboratori o società di sondaggio…mentre da parte dei veri e unici
esperti, competenti arrivano gli unici
suggerimenti operativi seri. Verrebbero da
ricordare i DOSSIER di LEGA Ambiente
del 1972, le prime isole pedonali dei sindaci dell’epoca (Foti, Salvo, Spagna,
Bandiera, Barberi, Gilistro…ecc.ecc) per
ricordare che va cambiato subito il traffico e che vanno subito controllate le emissioni industriali. Il resto è tutta demagogia, è “ politica siracusana”. E ribadiamo
che a Siracusa, oggi, c’è una classe poli-
tica che non gradisce essere sollecitata, preferendo chiudersi in segrete stanze invece
che uscire al sole, pubblicamente, o andare
in piazza come si faceva fino a qualche anno
fa. Siracusa, com’è noto, è una città in cui la
vita pubblica è stata caratterizzata da lotte
intestine tra correnti e confessioni varie,
laiche e religiose, ma anche tra gruppi di
potere che sono ossigenati della clientela
conquistata e rigorosamente coltivata negli
anni di potere, cedendo solo alla fine naturale o di agenti esterni. Che Siracusa sia
in questo 2010 in coda a tutte le classifiche
non è un mistero e, d’altra parte, il dissesto
generale della vita nazionale e della politica che vi regna, non potrebbero dare altri
risultati. Ci sono alcuni aspetti generali della vita nazionale che spesso ci fanno esclamare ” Ma, in che mani siamo?“., d’altra
parte chi è causa dei suoi mali pianga se
stesso e ai Siracusani non rimane che P I A
N G E R E !!!
Corrado Cartia
E‟ tornato il riscaldamento nell‟asilo, grazie La Bianca
Riceviamo e pubblichiamo:
Dopo anni di freddo, all’interno dell’asilo nido Arcobaleno, torna il tepore. Vane, le richieste protocollate con le
quali abbiamo chiesto di intervenire urgentemente per la
sistemazione e rimessa in funzione della caldaia dell’asilo
nido Arcobaleno. La consapevolezza di avere una struttura
comunale priva dei mezzi necessari per salvaguardarsi dalle rigide stagioni invernali, era a dir poco intollerabile.
All’interno, infatti, erano funzionanti solo due pompe di
calore, installate in due ambienti distanti e differenti. Le
condizioni esigue di queste non riuscivano a riscaldare
l’intera struttura, creando gravi disagi di salute ai bambini
che, per motivi logistici, devono essere spostati da una
stanza all’altra dell’edificio al fine di espletare tutte le loro
necessità. Non è possibile tenere sotto il flusso delle pompe di calore neonati ancora in fasce. La pompa di calore
oltre ad avvalersi del medesimo sistema dell’aria condizionata, ovvero soffiare aria, in questo caso calda, crea grandi
sbalzi di temperatura tra luoghi provvisti di pompe di calore e stanze che ne sono privi. Le coordinatrici hanno manifestato questo problema, ed essendomi accorto del disagio,
mi sono posto come obiettivo la sua risoluzione. Inizial-
mente rispettando le prassi a cui fa riferimento l’asilo, cioè
l’Ufficio Politiche Sociali, nel quale ho protocollato personalmente le richieste di intervento. Non avendo ottenuto alcuna
risposta in merito, ne protocollai un’altra al protocollo generale, facendo notare il mancato conseguimento di intervento. Ho
capito che bisognava interloquire direttamente con il personale addetto, di certo più efficiente. Dopo due giorni di intenso
lavoro da parte dei tecnici, che ringrazio personalmente, questi hanno riscontrato i problemi inerenti alla disfunzione. Riparato il tutto, la caldaia è stata messa in funzione. Sono contento del mio risultato, ma soprattutto contento
dell’interessamento mostrato dall’Assessore ai LL. PP., Concetto La Bianca, il quale si è premurato nell’aiutarmi a risolvere il problema, prendendo a cuore questa questione morale.
Ringrazio i tecnici del Comune di Siracusa, che hanno provveduto con immediatezza alla riparazione del guasto. Sono
contento anche dei ringraziamenti che ho ricevuto da parte
delle coordinatrici dell’asilo. Mi hanno manifestato la loro
gioia per esser tornati a svolgere il proprio lavoro all’interno
di una struttura, adesso degna, con un riscaldamento adeguato.
Antonio Neri
Consigliere UDC circoscrizione Tiche
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Domenica 7 febbraio 2010
Maltese insiste: scelta irregolare
Contestati i partner privati scelti dal Comune per un progetto di due
milioni di euro. “Non ne sa nulla nemmeno l’assessore al ramo, Castagnino”
Progetti sperimentali per l’inclusione sociale nel territorio. Sono quelli che sta gestendo il Comune di Siracusa che anzi ha
fatto un avviso pubblico e ha aggiudicato
questa attività a un partner privato che gestirà i due milioni di euro a disposizione
(quattro miliardi delle vecchie lire). Su
questa procedura c’è la contestazione aspra
e forte del consigliere comunale Piero Maltese. Per Maltese si strada di una procedura
“fortemente viziata in quanto la selezione
fatta dall’apposita commissione non ha tenuto conto di requisiti fondamentali per
l’aggiudicazione dell’attività al partner privato prescelto”. Per Maltese ci sono quindi
palesi irregolarità che come minimo do-
vrebbero bloccare l’iter in corso, non fosse
altro che per fare chiarezza.
Questo è quello abbiamo scritto in maniera
molto più articolata il 17 gennaio scorso
sul nostro giornale. “Da allora ad oggi –
dice Maltese – non c’è stata nessuna iniziativa per verificare quello che pure ho affermato anche con una una formale interrogazione inviata al sindaco, all’assessore alle
politiche sociali e al dirigente del dipartimento interessato. Per la verità una novità
c’è stata e cioè l’assessore alle Politiche
sociali, Castagnino, mi ha detto di essere
completamente all’oscuro di tutta la vicenda. Un fatto che personalmente giudico
gravissimo e che getta ulteriori ombre
sull’intera vicenda. Come è possibile che
vada avanti una procedura così corposa con
un budget milionario senza che l’assessore
ne sappia nulla? E come si fa, anche alla luce di quanto mi ha detto l’assessore Castagnino, e con tutta una serie di contestazioni
che ho avuto modo di mettere nero su bianco nella interrogazione di cui ho già detto,
ad andare avanti come se niente fosse? Insomma, sono qui a ripetere quello che ho già
dichiarato in maniera dettagliata in altre sedi. Il progetto sperimentale in questione è
stato assegnato a partner privati con palesi
irregolarità su cui nessuno ha dato risposte
ancora oggi e invece di fare chiarezza si
continua ad andare avanti come se nulla fosse. Mi chiedo e chiedo: E’ possibile ignorare
una enormità di questo genere?
Gli imprenditori non fanno squadra
Il presidente di Confindustria li rappresenta al meglio, ma non sarebbe utile ascoltare
qualche volta anche dalla viva voce di chi fa impresa un’opinione che pur servirebbe?
L’interessante incontro di
qualche settimana fa, nella
sede di Confindustria Siracusa in occasione della
presentazione del libro del
prof. Salvo Adorno
“Industria Ambiente e territorio” ha fornito spunti
di riflessione agli illustri
relatori presenti ma anche
a tutto il nutrito pubblico
partecipante.
Ragionando sul passato, il
presente, ed anche il futuro del Polo Industriale,
sulle ricadute economiche,
sociali, culturali e indiscutibilmente anche ambientali che ha rappresentato e
rappresenta nella nostra provincia questa imponete presenza, si è levata una considerazione che non può non essere
condivisa: l’assenza di una classe dirigente che avrebbe dovuto e dovrebbe accompagnare il cammino del territorio
verso uno sviluppo che riesca a coniugare davvero industria
e ambiente oltre che il tanto declamato turismo.
Ma a chi vogliamo attribuire le responsabilità della mancata
presenza di una classe dirigente vera, seria, capace ed efficace? Quando i partiti selezionano i candidati, quali criteri
discriminatori utilizzano? A quali strumenti si affidano?
Innumerevoli volte ho consumato inchiostro e fiumi di parole, sulle pagine di questo rispettabile settimanale e non
solo, cercando conforto in chi mi leggeva, in chi avrebbe
dovuto, attraverso il potere della decisione e chi avrebbe
potuto attraverso la scelta del consenso scrivere una pagina diversa della storia politica di questa provincia.
Non detengo questo primato, altre voci si sono sollevate
inascoltate insieme alla mia. Oggi inevitabilmente siamo a
prenderne atto. Un esempio contemporaneo di lampante
incapacità di guida è la tarantella che politici, o pseudo
tali, rappresentanti di categorie, Presidenti, Sindaci di paesi vicini e lontani, da un lato e Ionio-gas dall’altro, con al
centro ambientalisti che abbracciarono questo credo in
tempi non sospetti, ma anche quelli che hanno scoperto di
possedere una coscienza ecologica solo adesso, continuano a ballare da ormai un tempo insopportabile! In fondo i
cittadini, come sempre utilizzati ora da questa, ora da
quella fazione, come capri espiatori ai quali fare indossare
l’abito del popolo da tutelare per combattere e vincere la
madre di tutte le battaglie: IL RIGASSIFICATORE della
discordia! Il lettore attento avrà notato che in questo coacervo di anime inquiete manca proprio quella
dell’imprenditore del cosiddetto Indotto, per l’appunto mi
chiedo: Dove sono gli imprenditori? Cosa pensano? Cosa
propongono?
Il presidente di Confindustria, persona che stimo dichiaratamente, li rappresenta al meglio, ma non sarebbe utile
ascoltare qualche volta anche dalla viva voce di chi fa impresa un’opinione che pur servirebbe, forse, ad accelerare
una decisione in un senso o nell’altro di questa nostra comicissima classe politica che riesce a dare l’impressione,
ma solo l’impressione, che il vero problema, forse, non si
annida solamente nella esasperata tutela della salute del
cittadino? Mi chiedo come mai non sento più parlare della
bonifica, e perché nessuno conduce una battaglia piuttosto
che contro la costruzione di un impianto dichiarato da numerosi esperti del settore, fra i più sicuri, contro le fati-
scenti condizioni manutentive in cui versano gli impianti
esistenti? Sappiate che rappresentano una preoccupazione
maggiore per chi opera in quel settore e che di grazia, con
competenza ed in assenza assoluta di interesse, mi ha ragguagliata sull’argomento.
Succede poi che quando la grande industria decide di mettere in sicurezza parte di un impianto obsoleto, lanciando una
gara d’appalto, finisce per aggiudicare il lavoro all’impresa
che ha stracciato il costo riducendolo quasi ad un sottocosto, così spesso ci si chiede che qualità del servizio possa
essere reso, forse anche questo ha un po’ a che vedere con
la salvaguardia della salute e dell’ambiente!
Naturalmente in tempi di piena crisi economica la piccola
impresa a queste condizioni operative pur di incrementare il
fatturato cede a questa roulette, scaricando talvolta il peso
sulle risorse umane in forza all’azienda con le conseguenze
occupazionali che tutti sappiamo. Se mio padre fosse ancora vivo mi avrebbe dato della sindacalista!! Tuttavia credo
che il mio sia solo un tentativo, forse maldestro, di voler
sperare nella nascita (sarebbe ora) di una coscienza collettiva nel fare impresa tenendo conto nell’interesse dell’intera
economia del territorio, non è più pensabile attribuire responsabilità sempre a qualcun altro.
Il centro studi di Confindustria dichiara al Sole 24 ore che il
sentiero della ripresa economica sarà disuguale ed accidentato che nella ripartenza delle maggiori economie l’Italia
vede una battuta d’arresto. E allora, potrebbe accadere che i
nostri imprenditori siracusani finalmente liberi
dall’incantesimo che li tiene prigionieri di una politica individualista si accorgessero che fare squadra verso un obiettivo comune potrebbe essere la risposta vincente? Parliamone
ancora.
Donatella Lo Giudice
Il sindaco Carrubba: Dico sì al rigassificatore
Augusta Rigassificare è ridare ossigeno a chi
la mattina alle 8 non ha più dove andare per
guadagnarsi la giornata. La mole di lavoro
che sottende la realizzazione del rigassificatore di Melilli smorzerà i morsi della fame di
quei metalmeccanici e di quegli edili che, negli ultimi tempi, si sono visti riconsegnare i
libretti di lavoro. Restituirà alle piccole e medie imprese la possibilità di rilanciarsi sul
mercato e di attuare quel minimo di pianificazione industriale che permetta loro di assumere dipendenti e non di licenziarli. Dire no
al progetto di rigassificazione significa languire in una stagnazione economica senza
fine che si è già mangiata migliaia di posti di
lavoro.
Questi i pensieri di molti dei cittadini, imprenditori, professionisti e politici, intervenuti nei giorni scorsi ad Augusta alla presentazione del progetto del rigassificatore da parte
della Ionio Gas, una società nata dall’accordo
tra ERG e Shell. Si è trattato della prima visita dell’azienda agli Augustani e i cittadini
hanno risposto positivamente affluendo numerosi a Palazzo San Biagio. Hanno preso la
parola gli ingegneri Raimondo Riccio Cobucci e Roberto Pedemonte, responsabili, rispettivamente, del progetto e delle relazioni ester-
ne della Ionio Gas. Al di là del funzionamento del rigassificatore, di cui si è straparlato negli ultimi anni, si è parlato in termini confortanti di
sicurezza e di ambiente. I relatori,
dotati di collaudata
proprietà
sull’argomento,
hanno smantellato, uno per uno, i
legittimi
timori
legati al rigassificatore che, dunque, è apparso come un impianto
sicuro di per sé e
sicuro anche se
realizzato in piena
zona industriale e
sismica. Lo sparuto gruppo di urlatori è fisiologico in conferenze di questo tipo. La Ionio Gas pare se
lo porti appresso come remore inoccupate.
Se da una parte l’azienda ha messo in campo professionisti cordiali e sapienti, dalla
parte dei dissidenti si è notata un’ottusità
callosa che non ha consentito l’instaurarsi
di un dialogo costruttivo. La Ionio Gas,
come la ormai tristemente nota ITSA, stanzia soldi per farne molti altri: se non investe nel Siracusano
investirà altrove
con buona pace di
tutti.
Qualcuno, tra i
partecipanti della
fascia moderata e
interessata, ha sollevato la domanda
sulla realizzazione
off-shore del rigassificatore. La
risposta è stata
negativa. I fondali
e le condizioni
meteo marine non
consentono di lavorare in sicurezza: è più sicuro farlo a terra. Inoltre la realizzazione off-shore, se non dovesse incontrare le resistenze delle associazioni ambientaliste autoctone, potrebbe imbattersi
in quelle di Greenpeace che, tramite il responsabile della campagna “Mare”, Alessandro Giannì, fa sapere che l’associazione
“non si oppone alla tecnologia della rigassificazione, ma resta contraria alla realizzazione di aree industriali in mare e continuerà a
combattere contro questo progetto”. Insomma, per gli ambientalisti il progetto dovrebbe saltare a favore di coltivazioni estensive
di pannelli voltaici e piantumazione coatta
di pale eoliche. L’incontro Ionio Gascittadinaza, programmato nell’ambito di Agenda 21, è stato fortemente voluto
dall’Amministrazione Comunale, in particolare dall’Assessore all’Ecologia Michele
Accolla e dall’Assessore allo Sviluppo Economico Giovanna Fraterrigo, ai quali va il
merito di aver promosso un’importante serata di informazione. Anche il Sindaco Carrubba ha preso parte alla conferenza concludendone i lavori e lanciando un messaggio
di cauto possibilismo sulla realizzazione del
rigassificatore: “Il nostro è un territorio che
ha fame di lavoro: – ha dichiarato il Sindaco
– su 100 persone che incontro, 90 mi chiedono un posto di lavoro. Il rigassificatore
darebbe una scossa per il richiamo degli imprenditori per far sì che si passi da una zona
industriale obsoleta a un polo energetico”.
Alessandro Mascia
6
Domenica 7 febbraio 2010
Non trasporto urbano ma bordello
Non c’è nessun capolinea in città, non è serio quello di via Rubino che nacque in
maniera provvisoria (vero ex sindaco Bufardeci ed ex assessore al ramo Midolo?)
Non è questione di Put e nemmeno di monitoraggi e censimenti. Il trasporto urbano a Siracusa è un bordello vero
e proprio. Il carrozzone regionale, clientelare e disorganizzato, si riversa da decenni sui poveri siracusani. Non
c’è nessun capolinea serio in città, non si può definire serio quello di via Rubino che nacque in maniera del tutto
provvisoria (vero ex sindaco Bufardeci ed ex assessore al
ramo Ciccio Midolo?) e che è rimasto lì a dire del pressappochismo come cultura imperante. Non c’è nessuno
che controlla seriamente le corse in arrivo e in partenza,
non c’è nessuno che prende un qualsiasi provvedimento
se “saltano” 10 o 20 corse al giorno. Insomma, il bordello
di cui si diceva prima. Basta leggere il pezzo qui sotto di
Enrico Caruso per capire tutto quello che non solo non è
stato mai fatto, ma peggio ancora non è mai stato pensato. Diciamoci le cose chiare, in faccia: al di la delle dichiarazioni ai giornali e alle soluzioni virtuali nessuno ha mai
affrontato concretamente il problema del trasporto urbano. Nessuno lo ha affrontato in maniera manageriale e
corretta, per la serie “facciamo un investimento grosso
che risolva definitivamente la questione”. Al contrario
hanno tutti vivacchiato col “stiamo facendo”, “va a finire
che compriamo 10 autobus nuovi fiammanti e ci facciamo
da noi il trasporto urbano”. Tutte balle, tutte maniere
per aggirare la questione. Quello che avviene anche oggi,
in questi giorni, nel disinteresse simulato di chi amministra, coi cittadini siracusani rassegnati al peggio.
Non funziona coi bus Siamo al festival
la politica degli annunci di vere “cazzate”
I primi autobus a Siracusa iniziarono a circolare
negli anni 50 e da allora i disservizi sono sempre
rimasti uguali quando non sono peggiorati, dalla
semplice divisa con tanto di cappello del personale
siamo passati agli autisti casual; da un bicolore degli autobus verde chiaro superiore e scuro inferiore
che riportava quelli della città di Siracusa, siamo
passati all’arancione e al bianco; da una non certo
brillante biglietteria a piazza delle Poste con tanto
di sedili, ai marciapiedi di via Rubino, insomma
dopo sessant’anni siamo sempre alla ricerca di un
buon sistema di trasporto pubblico locale. E mobilità a Siracusa è un vocabolo che ha varie declinazioni, la più usata riguarda i posti di lavoro ed ha il
significato di come si perdono giacché
di solito significa accompagnamento più
o meno morbido al licenziamento, poi
c’è il significato che alcuni gli danno,
per la maggior parte i politici, quando
vogliono parlare di trasporto pubblico o
privato. Nel caso del trasporto pubblico
da noi il campo si restringe agli autobus
e ai taxi, cioè due vettori regolati dal
Comune, ma gestiti in modo privatistico, così come in molte città d’Italia; la
variante siracusana e che nessuno dei
due assolve il principio di mobilità inteso come servizio reso al cittadino per
garantirne appunto, la mobilità. Per non
parlare della questione ambientale cioè,
l’AST dichiara che gli autobus hanno
una vita media di 15,07 anni e che solo
il 40% rispetta la normativa Euro 3 come dire, scusate ma un po’ di polveri sottili
nell’aria di Siracusa tutti i giorni ce li mettiamo
noi! Ora, dire che in città gli autobus ci sono, non
vuol dire che essi soddisfino le esigenze dei cittadini e per comprenderci facciamo un esempio, se io
volessi andare dalla Pizzuta o da Ortigia o da qualunque altro quartiere al Comune Settore Tributi o
Commercio siti in via L. de Caprio che notoriamente sono gli sportelli più trafficati dai siracusani,
nessun autobus mi ci porta, oppure se sono un turista e voglio andare al Parco della Neapolis idem
come sopra, nessuna fermata è prevista all’ingresso
del Teatro Greco. Inutile dire che non esiste nessuna linea turistica che faccia in modo “Circolare” la
zona monumentale, le Catacombe di S.Giovanni, Il
Museo Paolo Orsi ,Santuario,S. Lucia e Ortigia; al
turista rimane solo di andare a piedi tanto, anche se
questa linea esistesse, sorgerebbe il problema di
quando passa l’autobus che per Siracusa, significa
attendere normalmente quasi un’ora (tranne la zona
di Corso Gelone dove si attende “solo” dai 20 minuti a mezz’ora). Certo le paline delle fermate ci
sono e sono anche giuste nelle dimensioni, anzi
perfette per metterci dei bei manifesti pubblicitari
50x70 poi magari non c’è la tabella oraria, con
l’indicazione del numero dell’autobus che passa ed
il percorso che farà, da dove è partito e dove arriverà a fine corsa, tanto sapendo che il popolo siracu-
sano è intelligente è da supporre che chi prende
l’autobus lo sa già e se non vada in macchina. Sicuramente le tabelle che ( dove esistono ) sono state
“allegate” alle paline di fermata, sono piuttosto ridicole e per nulla efficaci.
La cosa più bella è il capolinea autobus di via Rubino
vicino alla stazione FS, sicuramente messo bene ma
che è altrettanto sicuramente misero, insicuro e senza
servizi di alcun genere per i passeggeri. Niente sedili,
niente copertura per il sole, freddo, pioggia, vento,
niente gabinetti e due biglietterie frutto dell’iniziativa
dell’AST e dell’Interbus che però essendo due chioschetti, obbligano la gente a fare i biglietti stando sul
marciapiede e di nuovo sotto il sole, pioggia,freddo
etc. Nulla di straordinario potremmo dire,
tanto è la stessa cosa in tutte le fermate cittadine e non, peraltro ho fatto caso, sono
tutte ubicate nelle vicinanze di un bar o di
un muretto quindi se piove o batte il sole ti
prendi un bel caffè oppure ti appoggi al
muretto che è lì per questo. In fondo che
importa se aspettando nei pressi
dell’Ospedale non c’è un sedile per gli anziani o per chi sta poco bene di salute o chi
ha fatto la notte al malato ricoverato, la
nuova medicina dice che bisogna muoversi, saltellare, camminare insomma è tutta
salute aspettare in piedi l’autobus!
A Siracusa lo sport preferito dai politici
sappiamo essere quello degli annunci, magari ripetendo le cose più volte e a distanza
di tempo, come quella dell’ opportunità di
costituire una Società di Trasporto Pubblico, cacciando via l’AST e costruendo tutto in casa,
salvo poi ricadere nel silenzio perché si scopre che i
soldi della convenzione regionale non sarebbero sufficienti neanche per un mese, che gli autisti costano
come pure gli autobus che dovrebbero essere acquistati, che i biglietti non li compra nessuno e quindi da
li introiti scarsi, che mettere in piedi una struttura del
genere ha bisogno di un presupposto di base: che il
Comune abbia i soldi per farlo, la gente competente,
le professionalità giuste, certo pretendere che ci sia
anche un progetto in tal senso vorrebbe dire chiedere
troppo, ma intanto al Palazzo si crede che parlarne
significa avere assolto un dovere, che normalmente
coincide con la voglia di visibilità di chi ne parla e
nulla più. Un po’ più di serietà forse non farebbe male. Come ad esempio sarebbe cosa seria fare si che i
tassametri, installati nei Taxi, siano funzionanti e
punzonati non tanto per i siracusani, ma almeno a
quei poveracci dei turisti o forestieri che siano, diamogli la possibilità di visitare un luogo che offre servizi veri e non imitazioni delle altre città, anche se c’è
da dire che la categoria dei tassisti (che sono anche
tanti ), se non fosse per le recite classiche e il Pontile
ERG a Targia, probabilmente avrebbe poco da stare
bene e non me ne vogliano i taxi, ma a Targia non ci
arriva neanche un autobus nonostante c’è gente che ci
lavora, uffici e marittimi che sbarcano regolarmente.
Enrico Caruso
La politica parla difficilissimo per dire cose semplici. E lo dice col sussiego
di chi la sa lunga, spesso senza capire una mazza di quel che dice. Sono forse depositari di verità assolute, massimi sistemi, algoritmi, matematica
quantistica? Azzardiamo una spiegazione. Partendo dal successo della cucina italiana su quella francese. La grandeur dei cugini d’oltralpe in fatto di
prelibatezze alimentari risiedeva nell’elaborazione di
squisite salse, mousses, souflées, maionneses per condire carni, pesce, uova, verdure. Tutto meraviglioso?
Non proprio. Era un espediente degli chef di Francia
per ovviare all’impossibilità di conservare gli alimenti. Che si alteravano al variare della temperatura, modificando qualità, sapore, salubrità. Diventava tassativo quindi coprirne effluvi acidi e cattivo sapore con
creme ed intingoli saporitissimi che estasiavano gli
astanti. Salvo poi assistere a fughe velocissime al gabinetto, violenti mal di pancia, vomito. E qui entra in
scena l’italico ingegno che, senza dirlo ai vicini con la
erre moscia, scopre la refrigerazione (nel ‘700 ancora
primitiva ma efficace) che consente a cuochi, massaie,
fornai e pasticceri della nostra penisola di recuperare i
sapori autentici dei cibi senza le correzioni di creme e
pasticci. Sappiamo com’è andata: varietà e genuinità
di un arrosto con olio extra vergine d’oliva vincevano
senza storia sui cibi manipolati. In politica accade la
cosa medesima: ci raccontano sulla necessità di spese
ingenti (naturalmente pubbliche) per studi, tecnologie
sofisticate indispensabili per vincere la sfida ambientale. Che senza il rigassificatore, ovviamente collocato nel cuore della zona più disastrata d’Europa
(se no, non funziona), non abbiamo energia sufficiente. Ma non ci ricordano
che la centrale ENEL di Priolo/Augusta contribuisce all’energia di metà
Europa, che estraiamo e raffiniamo i 2/3 del petrolio per l’autotrazione italiana. Non basta? Per rispetto a qualche migliaio di morti, bimbi deformati,
malati di cancro ancor oggi numerosi, quale ministro dell’Ambiente e da
siracusana soprattutto, Stefania Prestigiacomo dovrebbe sentire come un
dovere personale informare continuamente l’opinione pubblica sui guasti da
inquinamento e sollecitare Erg, Eni, Agip, Esso, Schell, Montedison e
compagnia inquinando, le scuse per il disastro ambientale incalcolabile perpetrato alla nostra gente senza alcun risarcimento (ripetiamo: senza alcun
risarcimento!) almeno lenitivo di questa tragedia. Indifferenza? C’è il sospetto. Perché in tema di risanamento ambientale, a prescindere dalle necessità scientifiche occorrenti, un po’ di buon senso (che costa meno) ridarebbe
fiato al nostro ecosistema. E invece subiamo ancora le verità del prof.
Sciacca, sostenute da Sindaco e funzionario comunale (Sansalone), secondo cui l’inquinamento da PM 10 deriverebbe da sabbie del Sahara e sgretolamento dei palazzi. Quante menzogne, che disprezzo per la nostra salute!
Perché tante assassine bugie? Non è che la soluzione sta dietro l’angolo ed è
semplice, disarmante, però meno costosa delle consulenze di Sciacca, degli
stipendi del Sindaco e del suo funzionario? Azzardiamo qualche idea: iniziando dal togliere e non creare paletti alla circolazione (porcata di Piazza
Marconi e spartitraffico in via Columba docet). Mobilità: fra le priorità ambientali di gran parte dell’Europa, il trasporto ferroviario non andrebbe dismesso ma rafforzato, raddoppiando i binari, ammodernando i treni. Non si
fa perché a parità di kilometraggio costa un quinto dell’alta velocità? Trasporto urbano: Siracusa, carente da sempre, oggi è al disastro. Senza investimenti per AST o progetti per una municipalizzata. Misero l’affare se paragonato alla faraonica minchiata del Ponte sullo Stretto. G8 Ambiente: finito lo show Siracusa è ripiombata nel caos dei bus a gasolio (dove sono
finiti quelli elettrici?) e della carenza di parcheggi. Il mare? Mancano gli
approdi in città per collegare porto grande e piccolo con navette come usava
una volta? Perché nessuno pensa di rafforzare, integrandolo ad un piano
complessivo di mobilità, i servizi di taxi, adeguando le tariffe ad incentivi
su percorrenze, spazi pubblicitari, rinnovo del parco auto calcolato? Le persone piccole hanno piccoli obiettivi. Che credono grandiosi!
Nuccio Gemma
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Domenica 7 febbraio 2010
Questa cultura senza qualità
Si dice no ad artisti di valore come Bramante e si spendono centinaia di
migliaia di euro per eventi discutibili. Contestata “la politica dei clientes”
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro direttore, a proposito della
polemica fra l’assessore comunale alla Cultura Sandro Speranza
(nella foto) e gli artisti Davide
Bramante e Enzo Bauso vorrei
fare alcune considerazioni. Dico
in premessa che parlo di fatti che
ho avuto modo di constatare in
prima persona. Intanto dico subito
che non è vero che la disponibilità economica dell’assessore comunale alla Cultura è limitata.
Non è vero visto che si continuano a spendere migliaia e migliaia di euro per manifestazioni di cui i siracusani sanno poco e in qualche caso nulla. Potrei citare la progettazione partecipata di un centro giovanile per circa 70 mila euro, il cinema di archeologia per 22 mila euro e l’elenco potrebbe ancora continuare a lungo, ma non voglio rubare spazio. Potrei
anche chiedere al signor Speranza che ruolo ha il signor Da-
nilo Malvezzi nel suo assessorato visto che lo stesso sovrintende ad una serie infinita di attività assumendo anche decisioni per non dire peraltro dell’attività pubblicistica quasi di
monopolio e per una serie di manifestazioni dallo stesso organizzate con fondi comunali che ormai vanno avanti da anni. Insomma, quello che voglio dire è che i soldi ci sono solo
che si spendono svariate centinaia di migliaia di euro per iniziative culturalmente discutibili, sempre gestite da pochissime persone come ad esempio il signor Malvezzi mentre si
dice un no a tutto tondo ad una artista di levatura internazionale come Davide Bramante, un artista che mezzo mondo ci
invidia e che solo nella sua città, Siracusa appunto, non riesce ad avere alcun riconoscimento, anzi viene insultato
dall’assessore alla Cultura per avere palesato una proposta di
altissimo livello dal costo di 100 mila euro. Cavolo, 100 mila
euro sono troppi per fare cultura di quella seria mentre è lecito spendere a spizzichi e spiccioli 500 mila euro in una serie
di eventi che nessuno già oggi ricorda. Fa benissimo quindi
anche un critico come Demetrio Paparoni a snobbare di fatto
chi amministra la sua città, lui dimostra di conoscere bene gli
amministratori siracusani. In sintesi a Siracusa si continua a
non fare cultura e si va avanti coi clientes, sempre gli stessi,
sempre supini e sempre pronti a dire “sissignore” .
Santo Puglisi
I quesiti posti dal lettore Santo Puglisi avranno le risposte
più appropriate da parte delle persone tirate in ballo e cioè
l‟assessore alla Cultura Sandro Speranza e Danilo Malvezzi. Condividiamo invece la parte della lettera che si riferisce alla mancanza di iniziative di qualità (con la sola eccezione ad oggi del maestro Alfredo Romano) e al proliferare
di finanziamenti a pioggia che non portano quasi mai riscontri concreti agli interessi della nostra comunità. E poi
che senso ha annunciare manifestazioni, costate fior di euri, un giorno prima del loro via? Che senso ha allargare
Luci a Siracusa, un programma ideato per novembredicembre, fino ad aprile di quest‟anno? Che poi i prescelti
per la cultura siano sempre gli stessi non ci stupisce più di
tanto, è una vecchia consuetudine che ormai dura dal lontano 1999.
Nella Galleria spazzatura, spazzatura, spazzatura
all’unico giornale cittadino che mi sembra un
giornale aperto. Spero che serva qualcosa, si
tratta comunque di un pessimo esempio di
malamministrazione che una città come Siracusa veramente non merita.
Giuseppe Corradi
Riceviamo e pubblichiamo:
Ma l’assessore alla Cultura c’è mai entrato
nella galleria civica di Montevergini? E’
qualche volta andato al di la del salone principale, anche questo ridotto ormai ai minimi
termini? Ha fatto un sopralluogo nell’intera
struttura? Facciamo queste domande a ragione dopo aver constatato lo stato di degrado in
cui versa una galleria civica che dovrebbe
essere uno dei migliori biglietti da visita della
città. C’è in ogni angolo il degrado,
l’abbandono, il giardinetto interno è una maleodorante discarica, per ogni dove c’è spazzatura, spazzatura e ancora spazzatura. E’
evidente che nessuno, almeno da un bel po’
di anni, si è occupato della struttura e della
sua normale manutenzione. Personalmente
sono un cittadino di Vicenza che ha voluto
visitare la vostra città che resta comunque
bellissima. Vedere che una galleria civica, a
due passi dall’incanto e dalle meraviglie di
piazza Duomo, sia ridotta ad un letamaio mi
ha colpito moltissimo così come ha colpito
gli amici che erano con me. Ho chiesto noti- facendoci capire che per gli amministratori
zie al personale che ha allargato le braccia di Siracusa la Galleria è l’ultimo dei pen-
Di tanta spazzatura e della maleodorante discarica nel giardinetto interno alla galleria
civica non avevamo nessuna notizia. Sapevamo invece di un certo lassismo nella gestione,
di una mancata manutenzione della struttura
che staticamente avrebbe bisogno da tempo
di tutta una serie di interventi. Oggi, invece,
da un cittadino di Vicenza apprendiamo di
avere una discarica a due passi di piazza
Duomo, e per giunta all‟interno di quella che
dovrebbe essere una struttura modello visto
che stiamo parlando della nostra galleria
civica. Naturalmente giriamo la segnalazione
al sindaco Visentin e all‟assessore Speranza.
La galleria così malridotta è una emergenza,
enormemente più importante di quella Bit a
sieri. Ho anche inviato una nota di protesta cui da qualche settimana sembrano dedicati
al sindaco e ho scritto queste poche parole tutti gli sforzi di chi amministra.
I nuovi mendicanti di via Eumelo
Che spettacolo triste per i cittadini vedere la propria classe dirigente stare li, davanti
alla sede Pdl, ad elemosinare un incarico o un posto di sottogoverno, al potente di turno
E' moda recente
che in un banchetto come primo ci
venga servito un
trittico di pasta
fatta a mano e con
condimenti vari.
L’onorevole Bonomo. L'on. Mario Bonomo, dopo
essere uscito dal
Partito Democratico, a Palermo fa il
deputato di Alleanza per l'Italia
coordinato dall'ex
dl. on. Egidio Ortisi. Che l'on. Mario Bonomo sia
uomo buono è
scritto già nel suo
cognome ma lui l'ha voluto ribadire nell'intervista al nostro giornale (v. i Fatti del
31/01 u.s.) a proposito di Lombardo e
dell'Impianto di gassificazione a Priolo.
Essere buoni non significa certamente essere fessi! Bonomo ha dimostrato di avere
grinta nel “fuggire dalle grinfie” dell'on.
Gino Foti, il quale, a sua volta, ha dovuto
chiedere, per la fuga, scusa agli elettori.
Andare a finire nell'altrettanto fatale abbraccio di un sàtrapo floridiano per Bonomo, però, non sarebbe un vanto! A tutto
deve esserci un limite , anche se al peggio
poi c'è Fini. Ma fini-re, ora, col dare valenza al non eletto prof. Ortisi apparirebbe dei
colmi, sicuramente, il colmo. A Siracusa
manca la platea, l'assemblea. Non serve il
Teatro Comunale che c'è già al Vermexio.
Tutta la città è un teatro naturale, come naturale era prima il porto. Da millenni i siracusani siamo attori, sin da piccoli iniziati al
ciclo delle tragedie greche. Ora ripiegati in
una meno nobile commedia dell'arte, a volte, troppo improvvisata che finisce col non
far più ridere. Non c'è platea che umilmente ascolti. Anche durante la santa messa in parrocchia manca un'assemblea d'ascolto; assisti a tante tribune di voci isolate
che recitano veloci per farsi sentire e non
per ascoltare. E la parola, all'omelia, non
trova tante orecchie attente per intendere.
Che anche questo sia frutto dello “Spirito
di Nicodemo”? O più semplicemente il segno della confusione che ovunque regna
sovrana. Tanti solipsismi acuti e lancinanti
che rompono i timpani di chi curioso si
ferma ad ascoltare; quando invece serve
velocemente fuggire lontano. Sono le sirene di odisseade memoria. La Voce è interna, silenziosa e interiore, non fa rumore.
Quel fracasso e quel frastuono per cui non
c'è più vita intima e privata sono prostrati
ad un' audience di sala.
Le Giuseppine. Negli anni '50 a Siracusa , a pochi passi da piazza Duomo, di
fronte all'ingresso del vecchio Municipio,
a Via Minerva a ridosso del muro bizantino che salda le colonne doriche del tempio viveva un gruppo di suore chiamate
Vincenzine in quanto appartenenti alla
Congregazione delle Figlie della Carità di
S. Vincenzo De' Paoli, patrono delle opere di carità, oppure “cappiddazzi” perchè
vestendo alla francese nascondevano i
capelli con un cuffia a falde larghe a forma di ali di gabbiano. Ogni venerdì all'alba e al tramonto le suore di san Vincenzo
distribuivano generi di prima necessità ai
poveri della città, latte e pane principalmente. C'era un pellegrinaggio all'imbrunire, si aggiungevano quanti all'alba si
erano recati al Molo o a piazzale Marconi
– Puzzu ingegneri- a cercare lavoro. Col
passare degli anni della ricostruzione postbellica la gente non ebbe più tanto bisogno e
riusci ad affrancarsi da tale rito. Le suore
della Provvidenza provvedevano anche per
le orfanelle. Mio nonno che tornò vivo dalla
prima guerra mondiale, unico tra tre fratelli
morti soldati, ne sposò una, avendolo promesso per voto. Erano altri tempi quelli!
Tempi di dignità che si spiegavano “da se”.
E' oggi che non si spiega il “mendicare” !
Da un po' di tempo a questa parte a chi si
trova a passare da corso Gelone angolo via
Eumelo, nelle prime ore serali del sabato e
del lunedì, si offre uno spettacolo ora assai
penoso : gruppi di persone, uomini maturi e
ben vestiti che fanno attesa, proprio come i
“vecchi” poveri del venerdì. Con la differenza che quelli erano veri bisognosi e se ne
aveva grande rispetto. Altra considerazione
meritano questi neo mendicanti. Se li interpelli, incontrandoli per caso, si dileguano:
chi da lì passava per caso, chi stava andando
al Jolly, chi si recava in segreteria. Che
spettacolo triste per i cittadini vedere la propria classe dirigente stare li ad elemosinare
un incarico o un posto di sottogoverno, al
potente di turno.
Pepè Genovese
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Domenica 7 febbraio 2010
contromano
Andiamo alla Marina dove c’è l’aria fina
Ma che c’è preso?
C’è una congiunzione astrale che pone
al centro dell’universo il trigono cornastampa-istituzioni? Devo chiedere lumi
al vate Branko che di queste cose se ne
intende.
Lui sì che capisce le stelle. Ogni mattina della mia vita, in questa città mollemente montuosa, io leggo il vate Branko (ve lho già detto?). Lui mi parla e mi
spiega cosa devo aspettarmi dalla giornata. E ci prende, cozzo se si prende.
Dice “mattinata turbolenta sul lavoro”?
E immancabilmente mi prendo la questione col mio principale. Dice “Bene con il denaro”, ed
ecco che mi arriva un rimborso inatteso della Casagit. In
una cosa però non c’azzecca. Dice “giornata di sesso sfrenato”? E invece niente. Mai. Vabbè, avrò l’ascendente
(scorpione) che non m’assiste. Comunque Branko è la mia
guida. Mi ha spiegato che avevo Saturno contro e infatti la
seconda metà del 2009 è stata una schifezza. Ora mi dice
che saturno è andato a rompere i cabasisi a qualcun altro ed
in effetti le cose vanno meglio. Ma non volevo parlarvi di
Branko. Ricominciamo.
Ma che c’è preso?
Ma li avete letti i giornali nell’ultima settimana? Avete notato che non è passato giorno che in prima pagina non campeggiasse una storia di sesso e con i suoi immancabili risvolti istituzionali?
Nemmeno il tempo di attenuarsi l’eco della Del Bono story,
con annesse dimissioni e scandalo e pistolotti sulla superiorità e/o inferiorità etica di questo o quello schieramento che
ecco ripiombare sulla frontpage un’altra storia di corna.
Stavolta d’importazione. John Terry capitano della nazionale inglese, coniugato con la ventottenne Tony e padre di due
figli, sputtanato da “News of the World”, il tabloid settimanale bibbia del gossip britannico, per la storia avuta con una
modella francese, Vanessa Perroncel (dalle foto non sembra
Sarà che non ho capito l’aria che tira, ma io
dei cavoli privati di Silvio-VeronicaPatrizia-Noemi, Piero-Brenda, Del BonoCinzia, Terry-Tony-Vanessa, non ne posso
più. Vorrei leggere qualcos’altro.
Mi comprerò un libro.
Hasta lo Branko siempre
Joe Strummer
una strafiga ma avrà doti e professionalità nascoste e un
nome e cognome da adultera doc) che stava con un suo
compagno di squadra.
I britannici sono persone di mondo. Hanno letto serenamente letto (anzi ascoltato) a suo tempo la registrazione
della conversazione fra Lady Diana e un amico, James
Gilbey in cui la principessa di galles veniva definita in un
tripudio di sospiri “strizzolina scivolosa”. Hanno accettato
con opportuno aplomb l’erede al trono che aspirava ad essere il tampax della signora Parker Bowles. Non hanno
fatto una piega dinanzi alla notizia di primari esponenti
della politica sorpresi in situazioni sadomaso. Ora però un
calciatore beccato con una modella (che qui da noi al massimo darebbe oggetto di qualche paginata di rivista gossippara) diventa un affare di stato, col ministro dello sport
che chiede alla federazione calcio di rimuoverlo dal ruolo
di capitano della nazionale e annesso Fabio Capello, ct
della nazionale inglese, chiamato a pronunciarsi (per fortuna tacendo) sulle trasgressioni matrimoniali del ragazzo
con gli ormoni in subbuglio.
E siccome noi italiani non siamo da meno ecco che ieri
“Libero” annunciava in prima pagina un dossier di Berlusconi sulle scappatelle di Veronica
Posso dire una cosa? La dico.
Ps. Ho raccontato una favola ai miei figli.
C‟era una volta la Marina. Ci andavamo a
pigliare l‟aria fina. Voi siete giovani e non
ve la ricordate. Sapete dov‟era? Avete presente in Ortigia, vicino a Porta Marina, quella strada con
gli alberi da un lato e un lungo muro dall‟altro che arriva
fino alla villetta dove c‟è l‟acquario tropicale che vi ci portavo da bambini a vedere i pesci strani e le murene grosse?
Ecco era lì. Lì una volta si vedeva il mare, c‟erano i caffè,
gli yacht e la gente passeggiava e guardava il tramonto e
sbirciava dentro le barche dei ricchi che stavano sempre lì
e sembravano anche un po‟ strazzati anche se avevano una
barca che valeva 10 miliardi.
Era bella la Marina, ci sono le foto vecchie dell‟inizio del
secolo quando arrivavano i piroscafi dall‟africa e le foto
della seconda guerra mondiale quando tagliarono gli alberi e poi li ripiantarono e si vedono i ficus piccoli piccoli,
non grandi come adesso.
Ma non temete figli miei, quando sarete grandi, forse, toglieranno quel muro fatto di tanti cassoni e forse ci restituiranno il mare ed anche l‟aria fina. Allora potrete portare i
vostri figli e dire loro: Guardate che bella strada nuova sul
mare che hanno fatto. Ma badate che non è tanto nuova. Il
nonno, che è un po‟ rincoglionito ormai, dice sempre che
una volta proprio qui c‟era una vecchia strada, si chiamava la Marina e nel „900 i siracusani dicevano sempre questa strana frase: “Andiamo alla Marina a pigliare l‟aria
fina”. Ma lo sapete com‟è il nonno. Non ci sta più con la
testa. (j.s.)
Povero Marino, soffre “astinenza di Giunta”
Nel frattempo il professor Vinciullo, l‟onorevole col sigaro, medita vendetta e cerca
rivincite nel sottogoverno-bis. Nel suo futuro politico un soggetto bello, alto e biondo
Le nomine nel sottogoverno non hanno risolto niente, non sono state neanche quel collante che si sperava per tenere unita la coalizione
di centrodestra, sempre fibrillante. La politica, del centrodestra e del centrosinistra, sembrerebbe aver adottato il motore della macchina di Charlot, la famosa gigantesca calamita che nelle sue famose comiche lanciava
alle macchine in transito per farsi trainare a
sbafo. Cosa c’entrano le comiche con la politica? C’entrano si! Specialmente dalle nostre
parti. Ora c’è qualcuno che pensa di rinviare
il rimpasto nelle giunte, suggerendo la sostituzione di quegli assessori nominati in posti
di sottogoverno, per poi fermarsi magari “
fino all’estate” se non addirittura al “rientro
delle ferie estive”. Parlavamo d'auto a
“trazione magnetica” , alcune le incontriamo
sulle strade della nostra Siracusa sempre dormiente , come spiegheremo di seguito. L’on.
Vinciullo è uno che non sopporta sgambetti,
quindi, c’è poco da lasciare
all’immaginazione per sapere come ha sofferto l’inciampo sull’assegnazione dei posti di
sottogoverno che da mesi contestava insieme
a Pippo Gianni. In apparenza, ha fatto buon
viso al cattivo gioco di cui s’è trovato vittima
anche se il toscano in bocca non smetteva di
tremargli fino a non sentire la fiamma
dell’accendino, magari avrebbe voluto lanciarlo in faccia a coloro che avevano chiuso
gli accordi senza considerarlo, sperando che
si trasformasse in un candelotto di dinamite.
Invece di dormirci sopra, meditando sullo
sgarbo, Enzo Vinciullo, il deputato che tutti
definiscono ex An ma che in effetti è del Pdl
lealista, lontano da Miccichè e ancora più da
Titti Bufardeci, non ha tentato neanche di andare a letto per almeno due giorni di fila.
Quando ha cominciato ad intravedere possibilità di vendicarsi, riprendendosi il “maltolto”,
si è lasciato andare per concedersi un sonno
riparatore dei circa 55 contatti personali, dei
15 convegni presenziati, con o senza invito e
delle 1.163 telefonate fatte e ricevute in meno
di una settimana per tessere la sua tela. Chi lo
conosce sa bene che non esageriamo
nell’interpretare il personaggio nelle sue forme politiche tridimensionali attingendo
all’esperienza che ci viene dai capelli bianchi
e dal conoscere bene tutti i galli che frequentano il pollaio politico. La riscossa di Vinciullo è cominciata martedì,
quando da un incontro allargato, oltre a Fabio Granata e
a Nicola Bono, ha potuto
avere garanzie che l’aria ex
An esiste ancora in provincia di Siracusa, pertanto non
verrà a mancare neanche se
il conflitto tra Pdl e il gruppo Sicilia dovesse precipitare ancor più verso la separazione. Risultato palpabile
dovrebbe essere la nomina
dell’augustano Marco Stella
alla vicepresidenza dell’IAS
dopo la presa d’atto che
l’assessore provinciale Roberto Meloni andrà a ricoprire la presidenza del Consorzio universitario Archimede, proprio come amico di Enzo
Vinciullo. Non ancora palpabile, perché, solamente ipotizzabile, una possibile alleanza
tra Vinciullo, Burgaretta e Gennuso con finalità di contrastare se non combattere l’Udc
Pippo Gianni e il “Gruppo Bufardeci” ritenuti
i veri nemici non solo da Vinciullo ma anche
del Mpa. L’assessore regionale Titti Bufardeci sarebbe entrato nel mirino dei lombardiani
di Siracusa dopo avere disatteso l’accordo
inconfessabile di far fuori il “troppo amico”
Pippo Gianni. Non solo Bufardeci ha
“salvato” da un progettato isolamento dal potere l’Udc aretuseo, ma, è stato anche chiamato a pagare il conto della difesa della posizione del sindaco di Rosolini, Nino Savarino
e di Tino Di Rosolini che hanno messo fuori
dalla Giunta municipale il deputato Mpa
Gennuso e i suoi uomini. Anche gli ex An
rosolinesi di Vinciullo sarebbero stati emarginati, pertanto, sarebbe un secondo punto in
comune che avrebbero trovato Vinciullo e
Mpa per sancire una santa alleanza
allo scopo di renderla a chi l’ha data.
Se l’ipotesi ha consistenza e peso,
come siamo disposti a scommettere,
c’è da aspettarsi prossime sorprese al
tavolo delle trattative che si apriranno
per i rimpasti di Giunta al Vermexio
e alla Provincia. L’aritmetica penalizzerebbe il nuovo "asse" preferenziale
costituito tra Vinciullo,Gennuso e
Burgaretta specialmente al Comune
capoluogo. Alla Provincia le posizioni deboli penalizzano invece l’Udc
che sarà costretta a bilanciare la mancanza di un forte numero di consiglieri con la forza straripante ( nove
consiglieri) posseduta al Vermexio.
Nel gioco entrano gli ex Udc, i consiglieri Salvo Oddo e Nino Iacono , che per
opportunità e intuizione di Turi Magro, avevano costituito il gruppo Uds. Dopo avere
estromesso l’ideatore che li aveva indotti a
federarsi con il Pdl di Bufardeci, si sarebbero diretti, senza farne mistero, verso la conquista di un assessorato provinciale, quasi
certamente per guarire l’astinenza di Renato
Marino (nella foto) che non riesce a restare
lontano da Via Malta chiunque sia il padrone di casa. Il duo Oddo-Iacono è in grado di
raggiungere l’obiettivo, potenzialmente, a
patto d'essere riconosciuti come entità dal
tavolo delle trattative. Secondo Turi Magro,
senza la sua guida e presenza, "l’Uds ha
concluso, il suo iter stabilito al termine delle trattative di massima siglate recentemen-
www.ifattidelladomenica.it
te". Varrebbe ad affermare che ormai il
gruppo politico costituitosi all’indomani della fuga di Magro dall’Udc ha raggiunto il
suo scopo e che a Marino tocca il posto di
membro del CdA nell’autoporto basta. Però,
le cose non stanno come Turi Magro vorrebbe far credere, dal momento che si sono fatti
avanti almeno due candidati sponsor di quel
che resta dell’Uds: L’udc di Pippo Gianni e
il Pdl-lealista di Vinciullo e Bono. Se Vinciullo riuscisse a mettere a segno un colpo
del genere potrebbe ben vantare di avere
realizzato una certa rivalsa dal momento che
alla Provincia potrebbe ottenere dal suo amico Uccio Bono ben due assessorati. Pippo
Gianni nella parte del padre che accoglie il
figliol prodigo potrebbe non guadagnarci
concretamente, considerato che Oddo e Iacono l’assessorato lo pretendono per loro
stessi, ma, potrebbe rivalersi moralmente
sullo sgarbo subito, mesi addietro, dal suo
ex segretario (esautorato) di partito, che fuggendo aveva portato via all’Udc i due consiglieri oggi gestiti da Renato Marino. Esiste
anche la possibilità che il duo Oddo-Iacono
possa sfaldarsi e, ognuno, porsi in stato di
libertà, questa ipotesi si realizzerebbe nel
caso in cui a vincere saranno i sostenitori
dell’esigenza del rinvio dei rimpasti alla
prossima estate, se non oltre. La novità della
settimana potrebbe essere proprio questa.
Vinciullo intanto prepara la riscossa su tutti…quindi su tanti. Gli servirà attrezzarsi di
una grossa calamità da lanciare ai consiglieri
in circolazione e arriverà dove spera di giungere. Costituire al Vermexio e alla Provincia
gruppi consistenti di consiglieri. Se altri
non compreranno magneti più grossi del suo. L’on. con il sigaro, Vinciullo, intanto ha
sganciato la calamita che lo teneva legato
all’automobile targata CT “Se proprio devo
essere trascinato – si sarà detto – meglio poter contare su qualche macchina targata
SR”. Meglio ancora – diciamo noi – se bella, alta e bionda.
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Prg della malora - I fatti della domenica