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IL GIORNO
DELLA SCORTA
Domenica 18 novembre 2007
Sala Congressi
Ristoro & Natura LA CAMPAZA
Via Romea, 359 – Fosso Ghiaia di Ravenna
PROGRAMMA
Ore 9.15
IL SALUTO
Interventi di autorità e dirigenti federali
Ore 9.35
LA RELAZIONE
Presentazione dell’attività svolta nel 2007 dal G.S. Progetti Scorta
Ore 10.15
LA DISCUSSIONE
Proposte e dibattito sui temi della sicurezza,
con interventi di dirigenti sportivi, organizzatori e atleti
Ore 12.00
LA PREMIAZIONE
Riconoscimenti a motostaffette, collaboratori ed ospiti;
Cerimonia di assegnazione del Premio Sicurezza 2007
2006 - premiazione delle motostaffette
Ore 13.00
IL CONVIVIO
Pranzo sociale riservato ai Soci ed invitati
Conduce il giornalista Graziano Bassi
2006 - il presidente Di Rocco e il campione del mondo Ulissi in prima fila
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Il Giorno della Scorta
Un appuntamento particolare
di Silvano
Antonelli - Presidente del G.S. Progetti Scorta
Il Giorno della Scorta, giunto alla sua 16^ edizione, è un
evento diverso rispetto agli altri che si succedono nel
corso dell’annata ciclistica, poiché è incentrato su un
tema vitale per il nostro sport, quello della sicurezza. L’argomento, che visti i suoi
contenuti e le sue implicazioni, dovrebbe essere ovvio, è invece tutt’altro che
scontato: ciò accade per la carenza di una cultura specifica in questo settore (un
deficit che si riscontra, ahimè, non solo nel ciclismo e non solo nello sport) da
parte di un Paese abituato a scuotersi solo dopo che qualcosa è andato storto e
che è cronicamente poco incline ad investire sulla prevenzione.
Per fortuna siamo una Nazione ove in molti campi, nonostante tante difficoltà, si
riesce comunque ad arrivare a buoni risultati, e ciò grazie alla capacità ed al
senso di responsabilità di “singoli soggetti”: nel caso che stiamo trattando, cioè
la sicurezza nel ciclismo, il mio riferimento va ai tanti validi organizzatori, ma
anche alla nostra Federazione che segue attenta questo problema, nonché alle
associazioni di volontariato come il nostro Gruppo che si prodigano per l’incolumità dei corridori.
E’ in questa logica quindi che da sedici anni organizziamo il “Giorno della
Scorta”, una sorta di riflessione ad alta voce, per cercare di capire come il ciclismo possa essere sempre di più uno sport sicuro. Anche quest’anno non saremo soli, perché come sempre interverranno autorevoli personaggi che non mancheranno di dare il loro prezioso contributo, così come avremo testimonianze
dirette da chi, quotidianamente sulla propria pelle, affronta con caparbietà questo fondamentale problema. Da parte nostra abbiamo predisposto, senza presunzione alcuna, questo opuscolo che con i suoi numeri, i suoi articoli ed i suoi
documenti, cerca di rappresentare sinteticamente lo spaccato di un tema che, lo
ripetiamo, meriterebbe attenzioni maggiori, non solo dal mondo del ciclismo.
2006 - Giandomenico Protospataro e Giovanni Di Salvio in rappresentanza della Polizia Stradale
Il Giorno della Scorta è però anche un momento d’amicizia e di festa: fermamente convinti che nel ciclismo, come nella vita, si debba trovare il modo per dire grazie a coloro che con coerenza e umiltà si prodigano a favore degli altri, e contemporaneamente (…dopo il lavoro di un anno, è bello ritrovarsi tutti assieme con le
nostre motostaffette) cogliere l’occasione di ringraziare tutti coloro che “sul
campo” si sono dimostrati capaci nell’affrontare al meglio questo delicato problema. Ed in questo contesto, ovviamente, si inserisce la consegna del Premio
Sicurezza 2007 destinato a chi in questo ambito ha dimostrato particolare sensibilità e spirito d’iniziativa.
A queste persone va il nostro sincero ringraziamento, a cui siamo certi, farà eco
tutto il mondo delle due ruote!
2006 - Premiazine con la campionessa olimpica Josefa Idem
SOMMARIO
A partire da quest’anno (e con l’auspicio di continuare anche negli anni a venire) in occasione de IL GIORNO DELLA SCORTA, il nostro gruppo sportivo ha deciso di realizzare una pubblicazione, i cui testi hanno come tema di fondo, visto nelle sue diverse angolature, la sicuPagina 14-15
Pagina 20-21
rezza nelle gare ciclistiche. Molti argomenti trattati sono frutto delle nostre considerazioni
inchiesta sulle scorte
storia e realta’ di un progetto
e delle nostre ricerche, mentre per altri intendiamo avvalerci del contributo di personaggiOltre 5.000 abilitati a scorta tecnica
Radioinformazioni, pilastro della sicurezza
che, per la loro esperienza diretta o per il ruolo che ricoprono sia in ambito sportivo che
intervista al prof. Enrico Fagnani
della società civile, hanno titolo di esprimere il loro parere sul delicato tema.
Pagina 16
Pagina 2
Pagina 7
programma
Il giorno della scorta
l’ausiliario, nuova idea per la sicurezza
Gran fondo, sicurezza a rischio?
Pagina 3
Pagina 8-9
il giorno della scorta
Un appuntamento particolare
di Silvano Antonelli
l’esperienza di chi corre
Idee tante e tutte chiare
intervista a Diego Ulissi
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i propositi della Fci
A difesa dei diritti del ciclista
intervista a Renato di Rocco
Pagina 10-11
Pagina 6
Pagina 12-13
progetto sicurezza giovani
Investire sul futuro
Premio Sicurezza
Albo d’oro e 16° edizione
indagine sulle motostaffette abilitate
Motostaffette, un esercito da potenziare
tutela degli addetti alla sicurezza
Chi ci pensa alla sicurezza della scorta?
di Giorgio Macente
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Pagina 17
Pagina 23
trasportati e scorte di polizia
Frammenti di esperienza
l’attività del G.S. Progetti Scorta
I nostri numeri
organico G.S. Progetti Scorta
Le nostre motostaffette
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sinistri e infortuni nelle gare Fci
Un dato confortante
Progetto e coordinamento di Silvano Antonelli
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Si ringraziano per la collaborazione:
incidenti stradali di bici e moto
Le due ruote, anello debole della mobilità
di Giordano Biserni
Ministero dell’Interno - Div. Servizio Polizia Stradale,
Grafica e creatività MCdue Ravenna.
Segreteria generale Federazione Ciclistica Italiana,
Segreteria CRER-FCI, Auguto Rosati.
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Alcune domande al presidente della FCI Renato Di Rocco
A difesa dei diritti del ciclista
Il massimo esponente federale sottolinea che la sicurezza dei corridori e quella di tutti
gli utenti della bici, deve essere al centro dell’attenzione di tutto il movimento ciclistico
Caro Presidente, pur riconoscendo che la sua gestione è
stata caratterizzata dalla introduzione di novità importanti
rispetto al passato, è d’accordo che in tema di sicurezza
nel ciclismo Lei non ha trovato la cosiddetta “tabula rasa”, ma di contro ha incontrato un ambiente particolarmente sensibile ed attento a tale questione?
Sono d’accordo. Ho trovato “tabula rasa” in molti settori, amministrativi, gestionali e tecnici, con le conseguenze che tutti conoscono: disastro economico e
abbandono di alcune specialità storiche. In tema di sicurezza, invece, ho già riconosciuto che è stato fatto molto dal punto di vista regolamentare e dell’assistenza in corsa, ed anche, ad onor del vero, una buona situazione per la prevenzione a livello sanitario. Ciò grazie agli accordi presi con le autorità competenti al
livello nazionale e locale, ma anche grazie al contributo e allo spirito d’iniziativa
del volontariato, di cui il Gruppo Sportivo Progetti Scorta è l’esempio più evidente e incisivo. Il problema più grave riguarda la sicurezza sulle strade nella pratica
quotidiana di semplice mobilità, di allenamento e di svago. Per questo, fin dall’inizio della mia gestione mi sono
preoccupato, da un lato, di consolidare i risultati ottenuti nell’attività
istituzionale, anche attraverso il
coinvolgimento organico delle
scorte motorizzate; d’altro lato, di
incoraggiare tutte le iniziative volte
a diffondere nel nostro Paese la
cultura della “bicicletta come stile
di vita”. Abbiamo coinvolto le istituzioni e le autorità competenti sui
temi della mobilità pulita, sollecitando la creazione di una vasta
rete di ciclodromi e di percorsi
ciclabili nelle città e sul territorio.
Ritiene che tutte le componenti
della grande famiglia ciclistica
abbiano un atteggiamento uniforme in tema di sicurezza nel ciclismo? Se si, per quale motivo? Se no, chi a suo avviso, “batte fiacca”?
Direi che in generale il tema della sicurezza è al centro dell’attenzione nel nostro
movimento. Non mancano, però, zone d’ombra, dove c’è ancora molto da lavorare per raggiungere la qualità organizzativa e di controllo auspicabile. Voglio precisare, però, che queste situazioni non dipendono soltanto dalla buona volontà e
dalla capacità dei nostri affiliati, che spesso devono fare i salti mortali per otte-
nere i permessi, le autorizzazioni e le garanzie indispensabili allo svolgimento di
una manifestazione ciclistica. In questo senso, il supporto dei volontari è vitale e
deve essere incentivato.
Comunque, da quando lei ha assunto il governo della FCI, che cosa è stato fatto
per migliorare ulteriormente la sicurezza delle nostre manifestazioni?
Intanto, abbiamo cercato di dare il buon esempio riguardo alle corse istituzionali sotto il diretto controllo federale, come il Giro d’Italia under 23 e il Giro Donne,
rivedendo i criteri di appalto per l’assegnazione e preferendo anche la rinuncia,
in mancanza di garanzie di qualità e di sicurezza . Inoltre, abbiamo organizzato
incontri e convegni nazionali e locali per la qualificazione e l’aggiornamento degli
organizzatori. Con i Commissari di Gara e i Direttori di Corsa è ripresa una collaborazione costruttiva ed un dialogo continuo. E’ stato ripristinato il Convegno
Nazionale dei Commissari e i Direttori di Corsa hanno presentato una piattaforma di proposte e suggerimenti per migliorare la sicurezza sulle strade ed il disciplinare legato al codice della strada
in gran parte recepiti.
2007 - Visita al circuito protetto del Comune di Faenza
Quali sono i progetti in cantiere in
tema di sicurezza, da attuare entro la
scadenza del suo primo mandato?
Sogno di realizzare una campagna
sociale a difesa dei diritti del ciclista,nei momenti di massima attenzione mediatica: Giro Italia,
Classiche, mondiali. Ma, ahimè, le
condizioni finanziarie ereditate non ci
consentono distrazioni. Ma no
dispero nel trovare altri compagni di
viaggio con gli stessi obiettivi. Nel
frattempo abbiamo condiviso con il
Ministero l’utilità di inserire nei quiz
per l’ottenimento della patente di
guida alcune domande che obblighino a conoscere il codice del ciclista.
Ritiene opportuna la stipula di specifiche convenzioni con le autorità amministrative territoriali per individuare itinerari privilegiati all’uso della bicicletta, e quindi
allo svolgimento delle competizioni ciclistiche?
Non solo la ritengo opportuna, ma in diverse regioni è una realtà in continua evoluzione. Ormai la mobilità ciclabile fa parte dei programmi approvati e portati
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A difesa dei diritti del ciclista
volontariato come quello del Progetti Scorta, con la preparazione professionale
necessaria a svolgere un ruolo di assistenza durante le manifestazioni. Le
Società e le nostre strutture territoriali devono intervenire con decisione ovunque
si presentino queste carenze. Qualche volta ci sorge il dubbio che la istituzione
della motostaffetta sia diventato un alibi per la Polizia Stradale per diminuire la
presenza delle scorte.
3° giro internazionale donne èlite della Repubblica di San Marino
Caro Presidente, quale messaggio ritiene di inviare ai tanti operatori volontari che
si adoperano per la sicurezza dei nostri atleti durante lo svolgimento delle gare
ciclistiche ?
Intanto, un grazie di cuore a nome di tutti i ciclisti, le società, i tecnici, i giudici e i
dirigenti del ciclismo italiano. Svolgono un’autentica missione dettata soltanto dall’amore per il nostro sport. Il loro contributo è impagabile. E poi, ribadisco il mio
impegno a valorizzare il loro ruolo e renderlo sempre più organico agli obiettivi di
sicurezza e di qualità delle manifestazioni ciclitiche che la Federazione ha posto al
centro del suo programma. Abbiamo,di recente deliberato,l’acquisizione di nuove
divise per i direttori di corsa, che abbinate a quelle già realizzate dei Commissari
di Gara, rappresentano un sforzo importante ed un riconoscimento per l’impegno
e la dignità di tanti operatori costantemente impegnati in un opera di prevenzione
e di miglioramento della qualità organizzativa delle manifestazioni ciclistiche.
avanti da diversi Comuni. Penso che il movimento ciclistico organizzato abbia
contribuito in maniera rilevante a sensibilizzare gli amministratori locali e regionali e gli stessi governi con iniziative di vario genere. La diffusione dell’uso della
bicicletta è funzionale al risparmio energico, alla riduzione dell’inquinamento
ambientale, alla difesa della salute e allo sviluppo sostenibile. Rientra tra gli indirizzi prioritari dell’Unione Europea. Ricordo che su iniziativa dell’Associazione
Italiana Città Ciclabili e del Gruppo Parlamentare Amici della Bicicletta, in pieno
accordo con la Federazione Ciclistica, lo scorso 20 settembre 2007, Giornata
Italiana per la Mobilità Ciclabile, sono state consegnate le “bici blu”ai sindaci di
Roma, Firenze, Padova, Torino e Palermo, che si sono maggiormente distinti in
tal senso.
Abbiamo realizzato accordi con il WWF e con il Corpo Forestale di Stato per utilizzare e riconoscere sempre di più la bicicletta quale strumento didattico e formativo. Ed abbiamo altre iniziative importanti che ricollocano la federazione al
centro del sistema due ruote,e la riconoscono quale interlocutore credibile ed
affidabile.
Quali sono gli ostacoli che maggiormente la preoccupano nella gestione di una
sana e chiara politica di sicurezza nel ciclismo?
L’improvvisazione e l’incompetenza da parte di chi organizza, lo scarso sostegno
da parte delle amministrazioni e delle forze dell’ordine locali, l’assenza di un
3° giro internazionale donne èlite della Repubblica di San Marino
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Progetto Sicurezza Giovani
Investire sul futuro
Creare una diversa coscienza tra le nuove leve in tema di ciclismo sicuro
Era da tempo che il nostro Gruppo covava l’idea di dar vita al Progetto Sicurezza
Giovani, una proposta, come si può arguire dallo stesso nome, finalizzata ad
affrontare la tematica del ciclismo sicuro a livello giovanile. Purtroppo però, per
tanti motivi di diversa natura, non riuscivamo mai a trovare il momento buono per
dar seguito a questo importante intendimento. Poi lo scorso anno è scattata “la
scintilla giusta”: il Gruppo RCS Sport, vincitore del Premio Sicurezza 2006, devolveva i 2.500 euro del premio in palio alla nostra Società, invitandoci ad investire
tale cifra per la tutela dei giovani ciclisti. Era quindi l’occasione più opportuna per
partire a testa bassa!
E così abbiamo fatto: il primo passo è stato l’invio di una lettera ai responsabili territoriali della Federciclismo, invitandoli a valutare la possibilità di dar vita ad iniziative specifiche sul tema in questione, offrendo gratuitamente la nostra assistenza
tecnico-didattica nonché promettendo un contributo economico in concorso
spese d’organizzazione.
Purtroppo la nostra proposta deve aver “preso in contropiede” le strutture decentrate federali, o, molto più probabilmente, essa è arrivata quando ciascun Comitato
aveva già programmato la propria “stagione didattica”. Fatto sta che il nostro invito è stato accolto dal solo Comitato Regionale del Molise, e dai Comitati Provinciali
di Isernia e Frosinone. Ma la parziale deifallance non ci ha fatto perdere d’entusiasmo: anzi, accogliendo con simpatia l’adesione delle tre strutture territoriali, abbiamo mantenuto le nostre promesse, organizzando due incontri, che si sono svolti
rispettivamente il 23 febbraio a Frosinone, ed il giorno successivo a Campobasso.
Dobbiamo riconoscere che la nostra “cocciutaggine” è stata premiata, visto che
nelle due riunioni abbiamo registrato una adesione ed un consenso senza eguali:
ci siamo infatti trovati davanti una folla “attiva” ed interessata composta da atleti,
direttori sportivi, genitori, direttori di corsa, motostaffette. Tra l’altro nelle due giornate abbiamo avuto anche il conforto della presenza di importanti dirigenti federali, come il vicepresidente nazionale Lino Secchi, il presidente regionale Molise
Silvestro Belpusi, nonché i presidenti provinciali Mario Guerrieri (Frosinone) e
Michela Tamburri (Isernia).
Sulla scia di tanto entusiasmo, ed
anche per impegnare nel modo
dovuto la somma devoluta da
RCS Sport, il 5 marzo a Faenza,
ed il 25 aprile a Savignano sul
Rubicone abbiamo organizzato in
modo autonomo altri due incontri,
stavolta di più ampio respiro territoriale: anche questi appuntamenti hanno riscosso grande successo. Nella prima riunione sono stati
aprile 2007 - Lezione di sicurezza a Savignano sul Rubicone
marzo 2007 - Il Sindaco di Faenza Casadio apre la lezione di sicurezza
tra l’altro coinvolti in modo attivo importanti personaggi del mondo nazionale delle
sport e dello stesso Comune ospitante: tra tutti citiamo il Presidente federale
Renato Di Rocco e Claudio Casadio, Sindaco di Faenza, città da sempre “amica
della bicicletta”, ove è stato recentemente realizzato un funzionale circuito stradale protetto al traffico automobilistico e destinato in modo privilegiato al locale
Centro di Avviamento Giovanile al Ciclismo.
Infine si è rivelata davvero interessante l’esperienza dell’ultimo incontro, quello di
Savignano sul Rubicone, in quanto l’iniziativa si è svolta nel contesto del 30° Gran
Premio della Liberazione, e la società organizzatrice (la Polisportiva Fiumicinense
FA.I.T) ha voluto coinvolgere sul tema sicurezza i diretti interessati, vale a dire gli
stessi corridori. Un’ora prima del via, accantonata ogni emozione preagonistica,
oltre cento atleti hanno ascoltato con attenzione una “lezione didattica” davvero
significativa. Non ci si è fermati solo all’incontro “frontale”, ma si è voluto dare
all’incontro anche un riscontro pratico, didatticamente più efficace: i motociclisti
del Gruppo Scorta infatti hanno accentuato “dal vivo” durante la corsa il loro compito d’assistenza in gara, il significato di talune segnalazioni e di talune azioni. E’
stato un vero successo che ha affascinato gli stessi ciclisti!
Ora che “il dado è tratto!” (…parlando di Rubicone la battuta è davvero appropriata) è nostra intenzione dare continuazione al nostro progetto, magari facendo uso,
come suggerito dallo stesso presidente Di Rocco, di ausili informatici e del WEB.
Speriamo che stavolta il nostro sforzo trovi un più ampio consenso tra gli addetti
ai lavori!
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Nasce l’idea di istituire la figura dell’Ausiliario delle gare ciclistiche
Gran Fondo, sicurezza a rischio?
Proposta del G.S. PROGETTI SCORTA
Ripercorrendo l’iter degli interventi operati nel recente passato dalla FCI per rendere il ciclismo uno sport sicuro, (ndr: l’esempio più importante in ordine di
tempo sono la legittimazione delle motostaffette con la relativa modifica ad hoc
del codice della strada), sentiamo ora l’esigenza di dar seguito ad ulteriori iniziative atte a garantire ancor più l’incolumità dei corridori in gara. Ad esempio sta
emergendo in questi ultimi tempi un problema riguardo le gran fondo: queste
manifestazioni, che vedono al via migliaia di concorrenti di differente età nonché
di diversa qualità tecnica ed atletica, hanno uno sviluppo di corsa del tutto particolare, visto che, già subito dopo il via, tra i vari gruppi di partecipanti si registrano distacchi pesanti, che a fine gara si calcolano addirittura in ore. In queste
situazioni la sicurezza dei partecipanti diventa davvero precaria, al di là della
capacità ed efficienza organizzativa dei responsabili della manifestazione. Cosa
si dovrebbe far, allora, per dar luogo a situazioni di maggiore tranquillità? Noi una
proposta ce l’abbiamo: si dovrebbe istituire la figura dell’Ausiliario delle gare
ciclistiche, un ruolo che nella realtà quotidiana delle gare esiste da sempre (grazie alla disponibilità ed abnegazione di centinaia e centinaia di volontari allorquando, con una bandierina rossa in mano, sono messi di presidio nei punti pericolosi dei percorsi stradali). Sta di fatto però che questi soggetti mancano di
qualsiasi ufficialità sul piano prettamente giuridico, con tutte le conseguenze che
ne possono derivare, in caso di malaugurato incidente, sul piano della responsabilità civile, assicurativa e, ahimè nei casi più tragici, anche penale. Tale riconoscimento si concretizzerebbe attribuendo al personale tecnico di corsa cosiddetto “appiedato” la qualifica di “Ausiliario delle gare ciclistiche”, con compiti di
“scorta tecnica” e quindi con la facoltà di poter disciplinare il traffico limitatamente al transito della gara, anche imponendo l’Alt.
Siamo pienamente convinti che si tratta di una scelta obbligata non più rinviabile, determinata da motivi contingenti inconfutabili: da tempo infatti nelle competizioni ciclistiche si riscontra una minore presenza
delle forze dell’ordine, così
come non è possibile
sostituire agenti e carabinieri con un numero maggiore di motostaffette, vuoi
per i costi che deriverebbero da tale soluzione,
vuoi anche per un limite
oggettivo di disponibilità
numerica delle stesse. Si
tratta di una piccola, grande “rivoluzione”, basata
RSM - Gran Fondo Pantani
tutta sulla concretezza, e che a nostro avviso potrebbe essere facilmente realizzata senza dover attendere specifiche modifiche al Codice della Strada. Sarebbe
sufficiente infatti che i Ministeri dell’Interno e dei Trasporti operassero una modifica all’attuale “disciplinare delle scorte tecniche alle gare ciclistiche”, aggiungendo, oltre a quanto previsto per il personale in moto, compiti e facoltà anche per
il personale volontario cosiddetto appiedato.
Di contro la FCI, così come accade per le motostaffette, si assumerebbe la
responsabilità (anche in accordo con gli Enti di Promozione) a dar seguito ai corsi
di abilitazione degli “ausiliari” , caratterizzando questo necessario iter formativo
con criteri di essenzialità, esami semplificati e soprattutto con poca burocrazia.
Nello schema pubblicato qui a fianco riportiamo l’ipotesi attuativa della nostra
proposta.
AUSILIARI DELLE GARE CICLISTICHE
Linee fondamentali della proposta
POTERI - Ai soggetti messi di presidio ai percorsi gara, denominati “Ausiliari
delle gare ciclistiche”, sono attribuiti compiti di “scorta tecnica”, ovvero, di regolazione del traffico limitatamente al transito della competizione.
REQUISITI - Possono accedere a tale qualifica i soggetti in possesso di: maggiore età; patente di guida; appartenenza ad una società sportiva regolarmente
affiliata alla Federazione Ciclistica Italiana o Ente riconosciuta dal Coni.
ATTREZZATURA e SEGNI DI RICONOSCIMENTO - Pettorale arancio o giallo
ad alta visibilità (con la scritta “Ausiliario gara ciclistica”); paletta tipo “scorta tecnica” e/o bandierina arancio fluorescente; tesserino identificativo con fotografia,
generalità, funzione, società di appartenenza.
ABILITAZIONE – L’attestato di abilitazione è rilasciato dalla Polizia Stradale al
soggetto che abbia frequentato con profitto un corso di formazione organizzato
dalla F.C.I. o altro Ente di promozione sportiva riconosciuto.
ASSICURAZIONE RCVT - Obbligo per la società sportiva di stipulare, a favore
dei propri Ausiliari, una polizza assicurativa RCVT a copertura del rischio specifico.
MATERIE PER LA FORMAZIONE - Codice della Strada, disciplinare delle scorte tecniche, autorizzazioni, ordinanze e regole sportive per il transito delle gare
ciclistiche su strada.
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A colloquio con Diego Ulissi
Idee tante e tutte chiare
Il più forte atleta junior del mondo sottolinea convinto l’esigenza di un ciclismo sempre più sicuro, proponendo tra l’altro soluzioni interessanti.
Nelle riunioni tecniche pre-gara si evidenziano ai direttori
sportivi tutti i possibili pericoli sul percorso. Queste informazioni vengono poi trasferite dai DS ai propri corridori?
Ho sempre avuto la fortuna di avere DS che prima del via mi danno in quel senso
più informazioni possibili. Ho la sensazione che eguale sorte non capiti però a
molti ciclisti.
Ma come giudichi il livello di sicurezza dei percorsi delle gare italiane?
Riconosco che la maggioranza delle corse si svolgono in condizioni di sicurezza
quantomeno accettabili: ciò non toglie, comunque, che a mio avviso si può fare
ancora di più su questo versante.
In gara, avverti la presenza di persone che operano per la sicurezza di voi corridori?
Pur se impegnato fisicamente e psicologicamente in corsa, avverto questo senso
di protezione soprattutto nei tratti pericolosi del percorso, come rotonde o incroci. Ed è certamente un elemento tranquillizzante.
Negli ultimi anni hai notato miglioramenti in fatto di
sicurezza in gara?
Pur non avendo tanti anni d’esperienza sulle spalle, ho
riscontrato un progressivo miglioramento delle corse
italiane: un esempio tangibile in questo senso è l’efficiente segnalazione delle rotonde e delle isole spartitraffico la cui installazione tra l’altro sta aumentando in
modo vertiginoso sulle strade italiane.
E’ a conoscenza di tutti i corridori la norma che, se superati dal “fine gara”, c’è
l’obbligo di ritirarsi?
Da quel che vedo durante le gare, credo proprio di no.
Una domanda a cui, se vuoi, puoi non risponderci. Hai mai avuto paura di fare
ciclismo agonistico?
Devo dire con tutta franchezza che pensando ai tanti incidenti che sono capitati
e capitano a molti corridori, anche di mia diretta conoscenza, certe volte mi verrebbe voglia di praticare un altro sport: é assurdo rischiare la vita o diventare
disabile in modo permanente solo perché una gara è gestita male in termini di
sicurezza! Poi per fortuna la passione per la bicicletta ha il sopravvento, e la
paura la vinco anche pensando che sono comunque
tanti quelli ti aiutano e ti proteggono con molto senso
di responsabilità.
Ci sono soluzioni per ridurre le cadute o gli incidenti in
gara?
Bisognerebbe scegliere tracciati con fondo stradale
buono e che non siano eccessivamente stretti. Ma
soprattutto presentino scarsissima intensità di traffico.
Quali sono per te i pericoli in corsa?
Senza alcun dubbio i veicoli fermi a bordo strada.
Ti hanno mai insegnato come difenderti dai pericoli in
corsa?
No, non ho mai avuto insegnamenti specifici in tal senso.
Su quali elementi poggia questa tua sensazione di insicurezza?
Ci sono due segnali chiari: quando si verificano eccessivi sbandamenti del gruppo, e quando si susseguono le cadute, soprattutto quelle collettive.
maggio 2007 - Pisignano di Cervia
Hai mai avuto la sensazione che in gara potrebbero esserci dei problemi in fatto
di sicurezza?
Qualche volta purtroppo sì. Quest’anno ad esempio è accaduto due volte: al Giro
della Lunigiana ed al Campionato Europeo su strada a Sofia. In entrambe le gare,
sul piano della sicurezza, ho trovato situazioni quasi impossibili, con tante auto
ferme a bordo della strada e troppe cadute per i corridori. Devo dire, con tristezza ed irritazione, che queste situazioni non giovano al bene del ciclismo!
Il sorpasso del gruppo da parte delle motostaffette è
certamente un momento di particolare attenzione.
Quale è il tuo pensiero in proposito?
Sono del parere che tutti i soggetti impegnati in gara ,
ciclisti, organizzatori, tecnici, giuria, dovrebbero muoversi in maniera sincrona e solidale, in modo che, nello
svolgersi dei rispettivi ruoli, non si creino situazioni di
pericolo. La cosa vale anche per le motostaffette, che dovrebbero effettuare i
sorpassi quando la larghezza della strada lo consente, ma anche per noi corridori, che quando sentiamo il clacson dobbiamo subito spostarci sulla destra.
In gara fai attenzione alle indicazioni di pericolo segnalate dagli addetti all’assistenza? Conosci il significato delle varie segnalazioni? Ne apprezzi l’utilità?
La risposta alle tre domande non può che essere positiva, visto che ritengo la
sicurezza in gara un elemento di importanza assoluta.
9
Idee tante e tutte chiare
Questa tua giustissima posizione la riscontri in tutti i corridori?
Sul tema della sicurezza in gara avverto due posizioni distinte: c’è chi corre
tenendo presente che bisogna essere sempre con le antenne dritte, e che bisogna evitare ogni incoscienza. Ma c’è anche chi ha nel risultato agonistico il suo
unico obiettivo, per cui il rischiare il tutto per tutto è l’unico credo da seguire: purtroppo questo secondo e temerario approccio alle gare crea situazioni oggettive
di pericolo e spesso è causa di gravi incidenti,
Puoi fare un confronto tra le gare in Italia e quelle all’estero in termini di sicurezza?
Non ho mai corso all’estero in gare che, sul piano della sicurezza, proponessero
livelli migliori di quelli offerti dalle gare italiane. Su questo versante credo che le
competizioni in Italia siano su un gradino superiore.
Se dovessi parlare a nome dei corridori, quale richiesta presenteresti agli organizzatori ed alla Federazione Ciclistica per vedere garantita maggiormente la vostra
incolumità in gara?
Due i problemi primari da risolvere: i percorsi devono
essere scelti su itinerari poco o, ancor meglio, per niente
trafficati, quindi facilmente gestibili. Sarebbe un grande
passo in avanti, anche se mi rendo conto che ciò può
andare a discapito della visibilità delle gare ed anche delle
esigenze degli sponsor. Poi c’è il problema del manto
stradale: si corre su percorsi dall’asfalto impossibile,
zeppo di buche che sembrano voragini e con salti ed irregolarità di profilo più vicini ad una gara fuoristrada.
Darei un unico suggerimento: nell’affrontare il loro servizio debbono immaginarsi
nel ruolo dei corridori, cercando così di comprendere quali paure e quali timori
possono avvertire gli atleti pedalando in gruppo, soprattutto nei tratti pericolosi.
Preferisci una gara dalla tradizione prestigiosa ma che presenta una organizzazione precaria, oppure una gara meno importante, ma con una organizzazione
impeccabile?
Ovviamente opto per la seconda evenienza.
Vuoi aggiungere altro sul tema sicurezza?
Credo di aver detto tutto su questo fondamentale argomento.
Grazie Diego, ed in bocca al lupo per un avvenire sempre più da grande campione!
Fin qui i problemi della sicurezza in gara: quale è il tuo
pensiero sulla sicurezza in allenamento?
Ci vuole la massima attenzione, poiché sulle strade non ci
siamo solo noi ciclisti: e soprattutto bisogna sempre indossare il casco, e rispettare il codice della strada.
Il tuo giudizio sulle motostaffette?
Do un giudizio estremamente positivo sul lavoro delle
motostaffette: questo però non toglie che mi è capitato di
incontrare dei soggetti che mi hanno dato l’impressione di
essere più preparati di altri.
Se ti chiedessero di intervenire ad un corso per la formazione delle motostaffette, cosa vorresti dir loro in particolare?
2007 - 3tre ciclistica internazionale bresciana
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Una nostra ricerca statistica sull’utilizzo delle 1.303 staffette tesserate alla FCI
Motostaffette, un “esercito” da potenziare
L’indagine evidenzia carenze di organico e la brutta abitudine di utilizzare spesso personale non abilitato
A dieci anni dal riconoscimento ufficiale del ruolo delle “motostaffette”, le società organizzatrici delle gare sembrano aver compreso l’insostituibile funzione di
queste figure tecniche per garantire la sicurezza delle competizioni ciclistiche su
strada.
Certamente quell’atto fu un gran passo in avanti, che però oggi rischia di subire
un certo rallentamento, poiché stanno emergendo aree d’ombra determinate da
due fattori di un certo peso: da una parte l’organico delle motostaffette abilitate
dalla FCI è ancora carente rispetto alle reali necessità dei calendari agonistici; dall’altra ci sono organizzatori che affidano detto ruolo a soggetti non professionali
molto spesso improvvisati, oppure, nella migliore delle ipotesi, a “scorte tecniche”
affiliate ad altri Enti, la cui buona volontà nessuno nega, ma la cui preparazione,
esperienza ed affidabilità tecnica non possono essere paragonate a quella del
personale delle nostre società affiliate.
E’ quanto emerge da una nostra indagine statistica, realizzata in collaborazione
con il Comitato Regionale Emiliano-Romagnolo: dalle tabelle, che pubblichiamo
qui a lato, risultano tesserate alla
FCI 1.303 motostaffette. Il numero
sembra consistente, ma in realtà
non è invece adeguato se lo rapportiamo al numero delle gare che
si svolgono sul territorio nazionale,
mentre è fortemente sbilanciato
rispetto alle oltre 5.000 abilitazioni
a scorta tecnica che sono state
rilasciate a tutt’oggi dal Ministero
dell’Interno.
Il tema delle carenze d’organico o
meglio, per avere un’idea di quante motostaffette abilitate servirebbero nelle varie regioni, può essere maggiormente evidenziato da
un calcolo “a tavolino”che qui
enunciamo: si deve moltiplicare il
numero totale delle corse su strada che si svolgono in ogni singola
regione per 9 (che è il numero
medio delle moto impegnate in
una gara, ivi comprese quelle da
giugno 2007 - 36ª coppa della pace - tr. f.lli Anelli
destinare ad un giudice, alla tv e a radio-corsa); dividere poi il risultato per 11 (che
è a sua volta il numero dei servizi che ogni motociclista presta mediamente in un
anno). Noi ci abbiamo provato ed abbiamo scoperto che in regioni storicamente
all’avanguardia nel ciclismo (nella fattispecie Lombardia, Veneto, Toscana, EmiliaRomagna) c’è un deficit d’organico di circa il 20% delle loro necessità oggettive,
mentre in tutte le altre zone d’Italia verifichiamo carenze percentuali molto più
alte.
Bisogna quindi che fa Federazione promuova urgentemente corsi per il reclutamento di nuovi soggetti tenendo soprattutto conto delle reali esigenze territoriali,
a cui affiancare anche una forte attività di aggiornamento per quelli già esistenti,
che le norme tecniche prevedono come obbligatorio ogni quattro anni, e che oltre
a mantenere alta la loro preparazione professionale, oggi appare quanto mai
necessaria per favorire il dialogo permanente tra apparati tecnici federali e le
motostaffette. Non dimentichiamo che un colloquio attento e continuo tra questi
soggetti a la federazione consolida, ma forse sarebbe più esatto dire “costruisce”,
quel necessario rapporto di fiducia che deve esistere tra ogni affiliato e la FCI
medesima. Aiutando, tra l’altro, a sconfiggere sul nascere i tentativi di separare le
motostaffette dalla FCI, come qualcuno sta tentando di fare, forse con scarsi
risultati, ma comunque con effetti negativi come nel caso della Sicilia, dove negli
elenchi federali di quella regione non risulta più esserci nessuna motostaffetta.
Lasciando al lettore una sua riflessione autonoma dei dati pubblicati, prima di
concludere il nostro intervento vorremmo proporre due suggerimenti. Il primo è
rivolto ai CC.RR. per sollecitarli ad attivare sul proprio territorio un monitoraggio
per verificare gara per gara la presenza delle staffette abilitate e di quelle non abilitate. I risultati di questa indagine consentirebbero di avere un quadro organico
sul piano ovviamente regionale, ma anche nazionale, che consenta l’elaborazione di un programma di interventi per l’abilitazione ed il tesseramento di nuove
motostaffette, in relazione alle esigenze di ciascun Comitato.
Il secondo suggerimento è rivolto al Consiglio Federale e alla STF, che invitiamo
ad esaminare la possibilità di emanare un provvedimento ad hoc che sancisca
l’obbligo di utilizzare nelle gare del calendario federale solo motostaffette tesserate alla F.C.I.
Noi ci auguriamo che le nostre proposte trovino ascolto, ma al di là di questo,
resta fondamentale muoversi costantemente per favorire la crescita tecnica e
strutturale della nostra categoria su cui, è opportuno che tutti ne siano consapevoli, poggia in buona parte il peso di garantire che le corse ciclistiche su strada si
svolgano in situazioni di massima sicurezza. In tutta Italia, nessuna regione esclusa.
11
Motostaffette tesserate alla FCI
Curiosità, numeri e distribuzione territoriale
Così, nelle singole regioni
Lombardia
Toscana
Veneto
Emilia-Romagna
Piemonte
Marche
Liguria
Friuli V. Giulia
Trentino A. Adige
Basilicata
298
194
189
144
92
79
71
58
46
32
I Gruppi “Top ten”
Lazio
Campania
Abruzzo
Molise
Calabria
Puglia
Umbria
Valle d’Aosta
Sardegna
Sicilia
31
30
14
13
8
2
1
1
0
0
Motociclisti O.CI.P. Pistoia
G.S. Selle Italia Silvellese
Team Club Italia
G.S. Progetti Scorta
Moto Club Salò
G.S. Scorta Marche
49
42
38
33
29
27
ASD - S.T.R.I.M.
ASD - Capannolese
Gruppo Organizzato Gare
S.C. Geo Davidson
V.C. S. Vincenzo
27
26
26
25
25
Le province più virtuose
Milano 113 - Padova 63 - Ravenna 56 - Pistoia 49 - Bergamo 48 - Vicenza 47 Brescia 46 - Pisa 42 - Livorno 37 - Ancona, Como, Modena 34.
Nel resto d’Italia
Alessandria 2, Aosta 1, Ascoli Piceno 29, L’Aquila 1, Arezzo 27, Bari 2, Biella 1,
Belluno 1, Benevento 19, Bologna 13, Bolzano 6, Campobasso 13, Caserta 10,
Chieti 9, Cuneo 18, Cremona 4, Cosenza 3, Forlì-Cesena 2, Ferrara 1, Firenze 5,
Frosinone 19, Genova 26, Grosseto 2, Imperia 4, Lecco 18, Lucca 1, Macerata
14, Napoli 1, Novara 21, Pescara 4, Perugina 1, Prato 21, Parma 21, PesaroUrbino 2, Pavia 9, Reggio Calabria 5, Reggio Emilia 12, Roma 12, Rimini 5,
Rovigo 6, Siena 4, La Spezia 26, Savona 15, Trento 19, Torino 32, Treviso 18,
Udine 8, Varese 26, Venezia 7, Verona 19.
Ravenna - 12° giro delle pesche nettarine di romagna
Le curiosità
Solo 19 donne, pari allo 1,4%, risultano attratte da questa attività.
155 tessere di motostaffetta, pari all’11,8% del totale, sono state rilasciate senza
indicazione della società di appartenenza.
Il 40% delle province non ha motostaffette abilitate.
Le società affiliate che tesserano solo moto staffette sono 34, quelle che tesserano anche moto staffette sono 138, mentre 11 sono i Comitati Regionali che
hanno rilasciato tessere senza società di appartenenza.
Le 1.303 moto staffette risultano così ripartite: 474 (36,3%) nelle 34 società che
gestiscono solo moto staffette, 674 (51,7%) nelle 138 società che tesserano
anche moto staffette, 155 (12%) presso i Comitati regionali.
Su 3.686 società affiliate, 172 (5%) sono quelle che, poco o tanto, si interessano
di moto staffette.
32ª coppa caduti di Reda
12
Albo d’oro
Premio Sicurezza… dal 1992
• 2006 •
RCS Sport - La Gazzetta dello Sport
• 2005 •
Giandomenico Protospataro
• 2004 •
Pol. Fiumicinese FA.I.T. - Adriatica
• 2003 •
Carabinieri Regione Emilia Romagna
• 2002 •
Pol. Pedale Riminese - Terranova Teddy
• 2001 •
Polizia Municipale di Faenza
• 2000 •
S.C. Baracca
• 1999 •
Gian Carlo Ceruti (Presidente F.C.I.)
• 1998 •
Polizia Stradale
• 1997 •
Luigi Bussacchini a.m. (G.S. Aspiratori Otelli)
• 1996 •
Nino Ceroni (U.S. Imolese)
• 1995 •
S.C. Faentina - Zama - Morini
• 1994 •
G.S. A.C. 88 - Firenze
• 1993 •
Jader Bassi (S.C. Rinascita - Ravenna)
• 1992 •
S.C. Pedale Azzurro - Ravenna
Premio Sicurezza, un premio ogni anno assegnato a qualcuno in
particolare ma idealmente destinato ai tanti che s’impegnano,
spesso nell’anonimato più assoluto, per garantire l’incolumità degli
atleti, degli utenti della strada e di tutti coloro che partecipano alle
gare ciclistiche.
Davvero una gran bella idea questo premio, unico nel panorama
nazionale, di cui se ne avverte il bisogno perché senza la sicurezza
il ruolo di molti di noi sarebbe impossibile, e difficile sarebbe chie-
dere ai genitori di indirizzare i loro figli verso quel ciclismo che noi
tanto amiamo e che tante soddisfazioni ci sta regalando.
Bravi quindi gli amici del G.S. Progetti Scorta, che con la loro singolare iniziativa dimostrano ancora una volta come nel nostro
sport, al di là delle vittorie, possiamo contare su uomini che sono
innanzitutto campioni di responsabilità.
Franco Ballerini
C.T. nazionale professionisti
13
RICONOSCIMENTO
ALL’IMPEGNO PER LA SICUREZZA
NELLE GARE CICLISTICHE
offerto da
16 °
Premio
Sicurezza
59ª coppa Cà di Lugo
14
Dal Ministero dell’Interno
Oltre 5.000 abilitati per le scorte alle gare ciclistiche
Dati interessanti che però non debbono trarre in inganno
Sono oltre 5.000 le abilitazioni di “scorta tecnica alle gare ciclistiche” rilasciate
dal Ministero dell’Interno a partire al 2002, anno in cui, su diretta sollecitazione
della FCI, fu modificata una norma del Codice della Strada e questa figura tecnica acquisì un suo ruolo specifico. E’ una cifra alta che dovrebbe rappresentare
un organico sufficiente a soddisfare le esigenze dei calendari agonistici regionali, ed a compensare gradualmente la prevista riduzione delle scorte di Polizia. Ma
su questo siamo parzialmente d’accordo e ve ne spieghiamo la ragione.
Leggendo i dati statistici qui a lato pubblicati colpisce il fatto che nel solo 2003
è stato rilasciato il 67% di tutte le abilitazioni concesse fino ad oggi. Vero è che
fino al 31 dicembre di quell’anno (con la curiosa eccezione di Toscana e Umbria
che hanno prorogato i termini fino al 2004) l’abilitazione era rilasciata sulla base
dei soli titoli ed il non dover sostenere alcun esame fu la molla che spinse molti
soggetti a richiederla pur non avendone al momento oggettiva necessità. Ben
sappiamo inoltre che gli Enti di Promozione Sportiva fecero abilitare molti dei loro
tesserati che non avevano (… e forse mai avrebbero avuto) una moto, nella convinzione che in fase applicativa la “scorta tecnica” sarebbe potuta andar bene
anche utilizzando l’automobile, e nell’auspicio che, in ogni caso, quel “pezzo di
carta” avrebbe comunque dato un “potere” maggiore ai loro volontari messi di
presidio lungo i percorsi di gara. Tutto vero, ma proprio per questo ci chiediamo:
quante, delle abilitazioni rilasciate nel 2003 sono state effettivamente operative?
E quanti hanno esercitato con reale cognizione di causa? Sono due domande
che oltre a noi, se le pongono soprattutto quei motociclisti abilitatisi successivamente con regolare esame, magari dopo aver anche partecipato preventivamente a uno dei corsi di formazione organizzati dalla FCI ed in parte anche dall’UISP.
Certo è che la reale forza numerica delle scorte tecniche potremo conoscerla
Riolo Terme - 11° memorial U. Drei / D. Ronchi
solo il prossimo anno, allorché, passati cinque
COMPARTIMENTI
anni dalla prima abilitazione, è sancito il rinnoFirenze
864
vo obbligatorio della licenza, previo un esame
presso i Compartimenti di Polizia Stradale.
Bologna
841
Sarà un “filtro” importante, che sarà superato
Milano
751
solo da chi realmente confermerà le capacità a
Torino
641
svolgere tale importante ruolo.
Padova
629
Ci chiediamo però se questo giusto passaggio
Perugia
456
non possa determinare un altro problema,
Bolzano
203
legato alla eventuale eccessiva difficoltà di tale
Roma
166
esame e che potrebbe bloccare anche quei
Ancona
151
soggetti che in termini di “esperienza sul
Genova
110
campo” hanno qualità da vendere. È una ipoteL'Aquila
108
si concreta, che ci auguriamo possa essere
Trieste
106
superata attraverso il dialogo preventivo tra FCI
Napoli
83
e il Ministero dell’Interno atto ad individuare i
Bari
70
giusti ambiti per evitare tale evenienza. Su quePalermo
59
sta questione abbiamo delle idee da suggerire:
Cagliari
40
innanzi tutto prevedere solo esami a quiz, con
eventuale colloquio orale solo per chi da quelCatania
32
la prova non dovesse risultare pienamente sufPotenza
17
ficiente, una sorta di test “di riparazione” per
Catanzaro
13
venire incontro a chi, pur non difettando sul
Totale
5.340
piano dell’esperienza pratica, ha però poca
dimestichezza con gli esami in genere.
Sempre in tema di quiz ci auguriamo che sia fatta attenzione alla formulazione
delle domande, che dovrebbero vertere su argomenti essenziali, quali il disciplinare delle scorte tecniche, le autorizzazioni gare, le ordinanze di sospensione del
traffico, le procedure per il rilascio della scorta in delega, senza includere quesiti
sul Codice della Strada, che possiamo dare per conosciuto visto che i candidati,
per poter essere ammessi all’esame, devono essere regolarmente patentati.
Ben sta facendo comunque la FCI, che ha invitato i Comitati regionali durante la
parentesi invernale ad organizzare corsi di aggiornamento e formazione per gli
interessati, anche se non mancano le nostre perplessità per il fatto che, parallelamente, non siano stati indicati i criteri per la scelta dei “formatori” né come questi vadano preparati al loro compito. E’ un aspetto importante, vista la necessità
che detti insegnanti abbiano competenze specifiche in grado non solo di aiutare
i partecipanti ai corsi a “rispolverare” le loro nozioni di base, ma anche a permettergli di arricchire le loro conoscenze in materia, così da favorire un effettivo salto
di qualità professionale in questo settore.
15
Dal Ministero dell’Interno
La mappa delle scorte tecniche
Lombardia
Emilia Romagna
Toscana
Veneto
Piemonte e Valle d'Aosta
Umbria
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
270
2003
583
2003
672
2003
593
2003
469
2003
219
2003
568
2004
208
2004
34
2004
19
2004
156
2004
237
2004
23
2005
4
2005
7
2005
13
2005
1
2005
0
2005
1
2006
45
2006
23
2006
15
2006
3
2006
0
2006
2
2007
1
2007
15
2007
1
2007
0
2007
0
864
Totale
841
Trentino Alto Adige
Totale
751
Totale
641
Liguria
Marche
Lazio
Totale
629
Totale
2007
456
Totale
Friuli Venezia Giulia
Abruzzo
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
163
2003
56
2003
99
2003
51
2003
107
2003
94
2003
34
2004
74
2004
50
2004
32
2004
1
2004
2
2004
1
2005
27
2005
0
2005
9
2005
0
2005
0
2005
2006
10
2006
2007
0
0
5
203
2006
7
2007
2
Totale
166
Campania e Molise
2006
2
2007
0
Totale
151
2006
7
2007
11
Totale
110
Sicilia Occidentale
Puglia
2006
0
2007
0
Totale
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
56
2003
51
2003
44
2003
35
2003
15
2004
17
2004
12
2004
0
2004
0
2005
2
2005
3
2005
3
2005
4
2006
0
2006
0
2006
2
2006
8
2007
0
2007
0
2007
0
2007
Totale
70
Totale
59
Totale
Totale
203
2007
Totale
Sardegna
Abilitati
83
108
Anno
40
Totale
81° giro città delle ceramiche
Abilitati
Calabria
Basilicata
Sicilia Orientale
Anno
Abilitati
Anno
Abilitati
Anno
2003
4
2003
24
2003
6
5
2004
4
2004
7
2004
0
2005
0
2005
0
2005
0
2006
7
2006
2
2006
3
2007
0
2007
0
32
Totale
17
Totale
13
2007
Totale
50ª Lugo-San Marino
16
Chi ci pensa alla sicurezza della scorta tecnica?
di Giorgio Macente - Presidente delle Motostaffetta Selle Italia
L’importante riforma che nel novembre 2002, con forza di
legge, ha istituito le “scorte tecniche” (di fatto trasformando le “vecchie e romantiche” motostaffette in soggetti giuridicamente riconosciuti per tutelare e gestire l’aspetto sicurezza delle
gare di ciclismo) ha compiuto cinque anni. Ed allora anche noi, diretti operatori
sul campo, vorremmo esprimere una nostra riflessione su questa prima fase
applicativa, così come lo hanno fatto autorevoli personaggi sulle altre pagine di
questo opuscolo, cimentandoci però nell’esame da una diversa visuale, quella
della sicurezza del motociclista.
Si tratta di un ambito troppo spesso sottovalutato, poiché quando si parla di
tutele viene più naturale pensare ai corridori, alla carovana di corsa, agli spettatori, agli utenti della strada, mentre si ignora di fatto il motociclista, che viene vissuto, nell’immaginario collettivo, solo come soggetto portatore di doveri e,
aggiungiamo noi, di alcun diritto.
Di contro, a nessuno viene in mente che questa figura offre volontariamente il suo
servizio con i propri mezzi, con il proprio tempo, con la sua preparazione specifica, e che si trova spesso a pagare di persona (in termini economici, ma anche
di tempo e di reputazione) le conseguenze dei “vari qualcosa” che possono non
andare per il verso giusto: ricorsi e cause davanti al giudice di pace o al tribunale per incidenti, per multe dell’autovelox, per denunce di varia natura e varia specie (come quelle di poco illuminati utenti della strada che interpretano il nostro
“alt” come un insulto da far pagare!).
Questo mancato rispetto sostanziale verso le scorte tecniche è legato, a nostro
avviso, al fatto che su tale figura non è mai stata sollecitata l’attenzione della
gente attraverso una adeguata campagna informativa che si sarebbe dovuta realizzare (…a suo tempo le Autorità competenti avevano promesso simili interventi) con spot televisivi e radiofonici, tramite i corsi per il rilascio della patente di
guida, e magari con un mirato progetto d’educazione stradale nelle scuole.
Niente di tutto questo, eppure informazione e sensibilizzazione sono priorità
essenziali per favorire la sicurezza in ogni ambito (…quindi nel nostro caso anche
del motociclista al seguito di una corsa): ma forse pretendiamo troppo, se solo
pensiamo che viviamo in una società ove il fermarsi due minuti per lasciar passare una gara ciclistica è vissuto dagli altri utenti della strada come una perdita
di tempo e denaro!
In più, la normativa legislativa delle gare ciclistiche, è ancora scarsamente conosciuta dai direttori di corsa, addetti al rilascio delle autorizzazioni e forze dell’ordine, e questo deficit di comunicazione determina non pochi problemi pratici e
non solo.
Tra le note dolenti segnaliamo poi un altro grave handicap, mai seriamente
affrontato in ambito federale, che riguarda gli aspetti assicurativi: purtroppo i
danni materiali e fisici subiti dalle motostaffette in occasione di incidenti senza
collisione ( situazioni abbastanza frequenti per chi segue la corsa in moto) non
hanno copertura alcuna. E’ un aspetto grave ed ingiusto, che tra l’altro rappresenta un elemento ostativo al proselitismo della categoria.
Concludiamo il nostro breve intervento parlando della necessità che hanno le
scorte tecniche di integrare la loro esperienza pratica con la conoscenza teorica
di quelli che sono i modi più corretti di intervenire, sia per migliorare la loro efficacia sia per uniformare i comportamenti a livello nazionale. E’ un passaggio che
può avvenire in vari modi, secondo diversi modelli applicativi. Noi ne proponiamo uno, che ci sembra il più semplice: predisporre dispense o libretti che insegnino il “mestiere” e i comportamenti più opportuni da tenere a fronte dei tanti
casi che si possono presentare durante la competizione sportiva.
aprile 2007 - Bologna-Raticosa
agosto 2007 - due giorni di Castefidardo
17
Frammenti di esperienza
Trasportati e scorte di polizia, argomenti spesso trattati nelle nostre riunioni
La delicatezza dei trasportati in moto
L’operatività delle scorte di polizia
Secondo le statistiche, andare in moto è sette volte più pericoloso che andare in
auto. Inoltre, mentre in auto i trasportati non hanno generalmente influenza sulla
condotta del conducente, in moto i trasportati è come che anche loro si mettessero alla guida, dal momento che in questo caso, la possibilità di non perdere
equilibrio, dipende in larga misura dal carico complessivo e dal suo baricentro,
dal sincronismo nelle inclinazioni e dalla conoscenza di ciò che in moto non deve
essere assolutamente fatto in alcuni frangenti.
Basterebbero queste poche considerazioni per rendersi conto che salire sulla
moto, anche come trasportato, è un atto che implica una responsabilità concreta, per se e per gli altri, per la qualcosa sarebbe necessaria una adeguata preparazione e una normale disponibilità ad ascoltare i suggerimenti di quanti mettono a disposizione le loro moto, nella consapevolezza che questi, per il solo fatto
di essere conducenti, vengono pure ad assume tutte le responsabilità verso terzi,
compreso il risarcimento dei propri trasportati e la sospensione della patente nel
caso che questi ultimi subiscono danni fisici di una certa entità.
Ai raduni di partenza non è difficile scorgere l’istintiva preoccupazione che i commissari di gara o gli operatori tv hanno di vedersi assegnare moto o motociclisti
secondo loro poco affidabili, cercando talvolta di modificare le disposizioni date
dall’organizzatore, né gli si potrebbe dare torto, dal momento che tutti hanno
diritto di svolgere il proprio compito nella condizione più sicura possibile.
Ma se sono i motociclisti a sospettare dell’ attitudine del proprio trasportato, che
cosa succede?
Gli addetti ai lavori non hanno bisogno che qui venga fatto l’elenco dei casi capitati e dei disagi che gli organizzatori e i motociclisti hanno dovuto subire. Anche
perché, su questo versante, non siamo interessati ad aprire nessuna polemica:
chiunque debba salire sulle nostre moto è perché ha un compito da svolgere, che
noi rispettiamo e che noi vogliamo sia fatto col massimo della qualità e della soddisfazione possibile. Per di più in un ambito sportivo fatto prevalentemente di
volontariato, dove ci si mette in gioco per libera scelta, e quindi dove il rispetto e
la solidarietà debbono guidare sempre i comportamenti di ciascuno, anche nei
momenti di comprensibile tensione.
Una cosa però vorremmo dirla: quando sarà possibile una bella e proficua
discussione tra motociclisti e trasportati? Dove ciascuno possa portare il proprio
contributo affinchè, insieme, siano individuate le soluzioni migliori per soggetti
che, volontariamente o meno, si trovano ad affidare l’uno all’altro la propria incolumità e la propria qualità operativa?
Noi del G.S. Progetti Scorta, insieme ad altri gruppi, chiediamo solo questo, e
seppure con tutta la modestia del caso, ci pare una elementare richiesta di buon
senso, che non potrebbe che accrescere la sicurezza delle nostre gare e dei tanti
che vi partecipano.
Speriamo che i Comitati regionali della FCI abbiano modo di ascoltarci e che
decidano incontri specifici su questi temi, arricchendo la formazione che normalmente viene fatta durante la parentesi invernale.
La polizia stradale, non certo per colpa sua, si trova ad affrontare i propri compiti istituzionali con molte difficoltà, tra cui, in particolare, un numero insufficiente
di mezzi e di uomini.
Non è soltanto una nostra opinione, lo denunciano i sindacati di categoria, lo
dicono gli stessi agenti, se ne sono accorti anche gli organizzatori di ciclismo,
che sempre più spesso si vedono negare le scorte, o, nelle corse a tappe, si
vedono assegnare scorte numericamente ridimensionate, senza trascurare i casi
dove le moto della Polstrada restano in panne, oppure dove gli agenti debbono
fare i conti con una abitudine ad andare in moto che appartiene ormai ad un
numero sempre più limitato di loro.
Sarebbe auspicabile, non solo per i risvolti positivi che potrebbe fruirne il ciclismo ma in generale, che il Governo moltiplicasse il suo impegno per destinare
ulteriori risorse ai Corpi di polizia, tuttavia, nel caso nostro, già oggi si potrebbe
fare qualcosa, senza ulteriore dispendio di denaro, chiedendo al Ministero
dell’Interno un ulteriore sforzo per gestire al meglio questa precaria situazione.
In che modo? Modificando alcune parti dei protocolli operativi che riguardo le
scorte di polizia stradale, a suo tempo decisi quando le situazioni non erano
certo quelle di oggi.
Noi, ad esempio, pensiamo si potrebbe razionalizzare meglio l’operatività delle
scorte che la Polstrada può concedere, introducendo per queste una maggiore
flessibilità di posizionamento e di intervento durante la corsa, una migliore interazione tra agenti, scorte tecniche e motostaffette, la facoltà di privilegiare la presenza di pattuglie in auto nelle gare minori piuttosto che su moto troppo spesso
non affidabili, la possibilità di un collegamento radio tra polizia e direzione corsa
anche nelle competizioni dilettantistiche, nonché consentire alle scorte di polizia
di prendere parte alla gara con tutte le informazioni necessarie ad una efficace e
coordinata operatività.
Si tratta di proposte che, per l’autorevolezza del soggetto a cui sono destinate,
noi non possiamo avanzarle se non con la dovuta prudenza, sono però alcune
delle idee che abbiamo maturato sul campo, attraverso l’esperienza delle tante
gare nelle quali abbiamo prestato servizio. E che, soprattutto, abbiamo elaborato, nella sincera convinzione che la presenza e il contributo della polizia stradale
sono una condizione imprescindibile per dare ancora un futuro al nostro ciclismo.
32ª coppa caduti di Reda
82° giro della Romagna
18
Un dato confortante
Infortuni e sinistri in leggero calo
Una informazione interessante arriva dalla Segreteria Generale della FCI, e
riguarda l’andamento degli infortuni e dei sinistri che hanno coinvolto i tesserati
federali nel periodo tra il 2002 ed il 2006: stante le denunce pervenute, in cinque
anni i primi sono diminuiti del 12% mentre i secondi del 9%. Per un esame più
corretto di questi “numeri” sarebbe opportuno compararli sia con il numero delle
gare svolte che dei praticanti. Tuttavia considerando che da alcuni anni il trend
delle competizioni organizzate e quello del tesseramento è costante, se non
addirittura in crescita per quanto concerne le fasce giovanili, non possiamo che
essere soddisfatti di questa controtendenza positiva.
Che ciò sia merito dell’accresciuta attività di prevenzione in merito alla sicurezza
adottata dagli organizzatori? La risposta è sicuramente sì. Ed allora, su questa
spinta, permetteteci di “allargare” i meriti anche all’operato prezioso delle motostaffette. Siete d’accordo con noi?
Denunce infortuni
Denunce sinistri RCT
anno
numero
anno
numero
2002
2003
2004
2005
2006
2007
916
835
845
837
803
673 (parziale)
2002
2003
2004
2005
2006
2007
249
242
207
231
226
151 (parziale)
giugno 2007 - memorial Fusari / tr. Ran Cellofan
19
Le due ruote, anello debole della mobilità italiana
di Giordano Biserni - Presidente Asaps
In base ai dati forniti dall’Istat, e rielaborati dall’Asaps, la
situazione dell’incidentalità con coinvolti ciclisti e motociclisti, si conferma preoccupante. Analizzando, infatti, le
cifre relative al 2005 (ultimi dati ufficiali disponibili), emerge che il trend complessivo per le categorie dei veicoli a due ruote rimane sostanzialmente negativo,
confermandole come anello debole della catena della mobilità, e sembra davvero difficile poter raggiungere l’obiettivo imposto da Bruxelles a tutti i Paese membri per il 2010: dimezzare il numero delle vittime causate dagli incidenti stradali
rispetto a quanto registrato nel 2001.
Ciclisti
Nel 2005 il numero dei ciclisti che hanno perso la vita sulle nostre strade ammonta a 317, con un incremento del 5,7%, un dato che va in controtendenza rispetto al calo generale della mortalità sulle strade che nel 2005 è stato del 4,7%.
In appena 3 anni, sono quasi 1.000 i ciclisti che hanno perso la vita sull’asfalto.
Troppi.
I feriti sono stati 12.476, (35.491 in tre anni) il 6% in più rispetto al 2004. Il dato
generale fa segnalare invece un calo del 2,7%.
Fra i 317 velocipedisti che hanno perso la vita, i maschi sono stati 239 (75,4%) e
le femmine 78 (24,6%). Nel 2005 si sono contate 15 vittime fra i bambini che
andavano in bici dagli 0 ai 14 anni. Sono state invece ben 161 le vittime fra i ciclisti over 65, pari al 50,8%.
La percentuale dei ciclisti sul totale delle vittime della strada è passata dal 5,3%
al 5,8% dei morti e dal 3,7% al 4% dei feriti. Probabilmente sugli incidenti ai velocipedi incide anche un maggior traffico sempre meno attento verso questa categoria di utenti, con una parte di responsabilità anche degli stessi ciclisti, spesso
inosservanti delle più elementari regole della strada. E’ poi ancora insufficiente
l’estensione, in molte regioni, di piste ciclabili.
Moto e ciclomotori
Se si sposta l’attenzione su moto e ciclomotori si noterà come, nonostante una
situazione di lieve miglioramento, le cifre relative ai sinistri rimangono alte.
Nel 2005 sono stati rilevati 93.320 incidenti stradali (il 41% del totale dei sinistri)
in cui è presente almeno un veicolo a due ruote, intendendo nello studio i velocipedi, i ciclomotori e i motocicli, che hanno causato il decesso di 1.852 persone, mentre altre 107.670 hanno subito lesioni di diversa gravità.
Ne deriva quindi che nel 2005 i morti e i feriti per incidente stradale in cui risulta
presente almeno un veicolo a due ruote costituiscono il 34% dei 5.426 morti e
dei 313.727 feriti complessivi, e che nel complesso degli incidenti con coinvolti
veicoli a due ruote a motore (ciclomotori e moto) sono morte 1.535 persone
(1.852 – 317 ciclisti) fra conducenti, trasportati e terzi coinvolti come ad esempio
i pedoni, mentre 95.194 sono le persone che hanno dovuto ricorrere alle cure del
pronto soccorso (107.670 – 12.476 ciclisti).
Del dato complessivo dei decessi in incidenti con veicoli a due ruote con motore si rileva che in quelli che hanno visto coinvolti ciclomotoristi nel 2005 le persone che hanno perso la vita sono state 325, l’anno precedente secondo Istat furono 409 quindi la diminuzione è del 20,5%, i feriti sono stati 37.725, in calo
dell’11,5% rispetto al 2004. Sicuramente un buon risultato che però deve tenere
conto del calo del parco veicoli di questo tipo, in relazione alla contemporanea
crescita del parco moto.
Negli incidenti con coinvolti motocicli nel 2005 hanno perso la vita 1.156 persone con un aumento dell’1,1% rispetto ai lenzuoli bianchi del 2004. I feriti sono
stati 50.293, in aumento del 6,1% rispetto al 2004.
La differenza di 7.176 feriti rispetto al dato complessivo è addebitabile a feriti
terzi (pedoni e occupanti di
altri veicoli) rispetto ai coinvolti sui veicoli a due ruote.
Nel 2005, negli incidenti con veicoli a due ruote a motore, rispetto all’anno precedente si sono registrati in meno 17 decessi e 5.159 feriti.
I dati Istat ci dicono che nel periodo 1995 -2005 negli incidenti con motocicli e
ciclomotori hanno perso la vita quasi 15.000 persone e 882.000 sono rimaste
ferite. Per questo non siamo poi così soddisfatti e riteniamo che vadano adottate specifiche iniziative per la salvaguardia dell’incolumità di questi protagonisti
della strada.
giugno 2007 - pedalata per la pace-rock no war!
20
Radioinformazioni, pilastro della sicurezza
Colloquio con il Prof. Enrico Fagnani, responsabile del servizio Radioinformazioni della FCI
Successivamente, dal 1979, ci occupammo anche della creazione e distribuzioProfessor Fagnani, il servizio di radioinformazioni voluto
ne dell’Informazione all’interno della gara. La squadra era formata dal gruppo in
una ventina di anni fa dalla FCI e gestito dal CCP, è da
corsa, con la vettura informazioni in collegamento con i Motociclisti Informatori,
sempre il migliore in assoluto: efficacia dei collegamenti,
la Direzione corsa, la Giuria, gli Ispettori di percorso, la Polizia Stradale, il Servizio
informazioni essenziali, cadenze giuste, tempestività nel segnalare i distacchi e la
Sanitario, il Fine Corsa. Il collegamento con l’Arrivo veniva garantito con il posidislocazione della corsa. Quando, e attraverso quali tappe, è stato possibile reazionamento, da parte di due esperti operatori, di un veicolo fuoristrada dotato di
lizzare un servizio così efficiente?
antenne direttive in posizione geografica cospicua ( studiata sulle carte topograIl Servizio Radioinformazioni alle corse ciclistiche della F.C.I. così come lo conofiche dedicate e a seguito di sopraluoghi) adatta a realizzare la copertura
sciamo oggi, vide la luce nel febbraio 1979 al trofeo Laigueglia per precisa volonradioelettrica del percorso, operando in collegamento punto punto con la postatà dell’allora Segretario generale dell’U.C.I.P. ( Unione Ciclismo Italiano
zione del traguardo in cui avviene la distribuzione immediata delle notizie ai vari
Professionistico ) Renato di Rocco il quale, da dirigente illuminato, intuì la posutenti interessati.
sibilità di offrire a tutti gli organizzatori di corse ciclistiche in Italia uno standard
Nel gruppo si esprimono diverse competenze
elevato ed affidabile di informazione e sicurezza. I
come quelle dei radiotecnici , dei giornalisti, dei
primissimi componenti del gruppo, fra i quali vi ero
motoclisti informatori . In particolare questi ultimi
anch'io, provenivano da una precedente esperienpossiedono caratteristiche psicofisiche straordinaza nata alla corte di Vincenzo Torrioni in occasione
rie, sono prevalentemente ex corridori ciclisti dotadel Giro d’Italia del 1975 . Si trattava di radioamati di passione per la motocicletta e sufficienti comtori dotati di competenza specifica nel settore
petenze radiotecniche. Il loro compito è molto deliRadiotecnico, appartenenti al Corpo Emergenza
cato in quanto si vengono a trovare al centro delRadio dell’Associazione Radiotecnica Italiana. In
l’azione e della notizia ma con la delicatezza di non
quella sede il compito di questi appassionati era
interferire minimamente con l’evento agonistico,
quello di collegare la corsa con l’arrivo, trasferensensibilità questa che deriva dal conoscere i probadovi tutte le informazioni di cronaca e garantendo la
bili sviluppi di una situazione e saperne prevedere
Direzione Corsa sulla corretta organizzazione del
le possibili dinamiche.
traguardo sia sotto il profilo della sicurezza stradaL’essere riusciti a meritare per tanti anni la fiducia
le che dell’ordine pubblico, in stretto collegamento
dei Corridori, degli Organizzatori, della Giuria e
con le Autorità responsabili, in un epoca in cui la
della Federazione , essere stati chiamati a svolgere
telefonia mobile praticamente non esisteva e i teleGiampaolo Scalorbi al 16° memorial Mioli - Villafontana 2007
il servizio di Radioinformazioni a tutte le edizioni dei
foni cellulari non erano neanche immaginabili.
Campionati del Mondo svoltesi in Italia a partire da quella del Montello nel 1985
Come aneddoto esemplificativo posso dire che ricordo ancora quel 9 maggio del
e a Lugano nella vicina Svizzera Italiana , gli attestati di stima ed il riconoscimen1978 quando, durante lo svolgimento della seconda tappa, la Novi Ligure - La
to che da più parti ci sono giunti di servizio utile, non profit e super partes , costiSpezia, del 61° Giro D’Italia, comunicammo in corsa la notizia del ritrovamento a
tuisce per noi motivo di grande soddisfazione ed orgoglio e ci stimola a proseRoma in via Caetani, del corpo senza vita dell’Onorevole Aldo Moro, notizia che
guire in quella che, indubbiamente e per certi aspetti, è una piacevolissima
ovviamente provocò enorme sgomento in tutta la carovana. La corsa rallentò, i
avventura culturale.
corridori parlarono fra di loro, fu un susseguirsi di comunicazioni concitate, tramite il nostro ponte radio, fra i responsabili dell’ordine pubblico a La Spezia e
Secondo lei, una corsa sicura e ben gestita, può prescindere da una efficace serVincenzo Torriani in corsa. Alla fine prevalse l’idea di far completare la tappa sino
vizio di radio informazioni?
al traguardo previsto dove comunque era affluito abbastanza pubblico e così con
Assolutamente no. Una manifestazione come una corsa ciclistica si svolge in uno
un pò di fortuna tutto andò per il meglio e a Vincenzo Torriani venne riconosciuspazio estremamente ampio rispetto ad esempio ad una partita di calcio, una
to di avere ancora una volta fatto la scelta più giusta. Fu per tutti una giornata
carovana con gli atleti e tutti i mezzi incolonnati può essere lunga più di un chidrammatica ma anche la consacrazione della validità e dell’efficacia dei nostri
lometro, ne consegue che solo un validissimo collegamento radio, gestito da
“potenti mezzi”.
21
Radioinformazioni, pilastro della sicurezza
personale attento e competente, può mantenere coordinato armonico e sincroo ai Mondiali Radiocorsa riduce la cronaca ai minimi termini privilegiando le
no un fenomeno tanto complesso . La Radio è veramente l’invisibile tessuto concomunicazioni di servizio.
nettivo della gara ciclistica, il filo di Arianna dell’evento senza il quale sarebbe
L’eccessivo numero di gare del calendario dilettanti e la concomitanza di calenimpossibile, nel contesto attuale di traffico autoveicolare, realizzare e portare in
dario con le corse “prof” hanno impedito di proseguire quell’interessantissimo
sicurezza al traguardo una manifestazione così ricca di variabili come una gara di
esperimento. Bisogna però riconoscere che proprio da quella nostra esperienza
biciclette. Pensate soltanto alla garanzia che gli atleti, che rischiano quotidianadi oltre 25 anni fa, sulla spinta dell’entusiasmo contagioso che avevamo seminamente la vita correndo in bicicletta, devono avere la certezza di trovare davanti a
to un po’ in tutta Italia, nacquero gruppi di appassionati locali con la finalità di
se un percorso libero da ostacoli e da imprevisti, pensate alla necessità di coorsvolgere proprio questo tipo di servizio nel mondo delle corse dilettantistiche,
dinare tempestivamente il soccorso medico per garantire le migliori assistenze
alcuni dei quali, crescendo in modo adeguato, stanno tutt’ora svolgendo un ottiagli eventuali infortunati inviandoli, in caso di necessità, alle strutture sanitarie più
mo lavoro.
vicine o più adeguate.
Inoltre, per dare al pubblico, compreso quello televisivo, l’idea chiara di ciò che
Il tema delle frequenze e delle autorizzazioni ministeriali per garantire in modo effista accadendo in corsa è necessario che vi siano alcuni addetti ai lavori che lo
cace il servizio di radioinformazioni in gara è sempre stato oggetto di difficoltà di
raccontino bene agli altri impacchettando le informazioni in un formato semplice,
varia natura. Da più parti si sostiene anche che la nostra Federazione dovrebbe preschematico e comprensibile, con la particolarità che
mere nei confronti del Ministero delle Comunicazioni per
2007 - Olivo Neri alla 36ª coppa della pace
l’evento agonistico ciclistico è per eccellenza dinamiottenere frequenze riservate a prezzi agevolati, per poter
co nella dinamica, che per di più si sposta nello spaavere su tutte le corse servizi informativi qualitativamenzio; ciò significa che, mentre descrivo una azione,
te alti, partendo dal presupposto che proprio lo sport
essa sta già modificandosi. Da qui scaturisce la
ciclistico, per la sua sicurezza, ha bisogno di maggior
necessità di realizzare tante fotografie ideali delsostegno da parte dello Stato. Su questo versante,
l’evento, la cui successiva analisi può portarci a comProfessore, qual’è la sua esperienza?
prendere con chiarezza cosa realmente stia succeUno dei temi che ci è sempre stato a cuore è proprio
dendo.
quello della legalizzazione del Servizio tramite la concessione delle opportune autorizzazioni, cosa questa
Avete mai pensato di estendere il vostro servizio
che vi assicuro, fino a non molti anni fa era piuttosto
anche alle gare dilettantistiche, dove, tranne qualche
difficile a causa della legislazione molto complessa
lodevole caso, gli operatori tendono a trasformare
che non prevedeva determinate forme di utilizzo delle
l’informazione in una sorta di radio-cronaca, sottraenfrequenze radio da parte di utenti privati.
do spazio vitale a quelle informazioni giuste nei tempi
Da alcuni anni la F.C.I. grazie ad un tavolo di lavoro
giusti, di cui invece hanno assoluto bisogno coloro i
con il Ministero Delle Comunicazioni in accordo con il
quali stanno al seguito della gara?
Ministero della Difesa, è riuscita ad ottenere tutte le
Il Servizio Radioinformazioni della F.C.I. ha operato in
concessioni necessarie a svolgere un servizio adeguanumerose occasioni anche nel settore dilettantistico,
to, all’inizio i funzionari competenti avevano molta difsoprattutto nei primi anni 80, ricordo molte edizioni
ficoltà a comprendere e condividere le nostre esigendel Giro Dilettanti , Giro delle Donne, Campionati Italiani, Valli Aretine, Medio Po
ze ma poi, dopo le nostre ripetute spiegazioni, sono stati molto disponibili.
ecc. In quelle occasioni cercammo di svolgere una funzione didattica esportanIl problema oggi è piuttosto quello dei costi ed è proprio questo l’argomento di
do il modello professionistico in ambiente dilettantistico ( utilizzavamo per l’ocdiscussione.
casione un apparato CB verso le ammiraglie ed gli apparati professionali per gli
E’ indispensabile che questo Servizio venga riconosciuto di pubblica utilità oltre
altri collegamenti ) ma non sempre questo modalità operativa veniva apprezzata.
che non profit al fine di ottenere le agevolazioni economiche previste. In effetti al
Ricordo ancora sull’apparato CB gli interventi concitati di qualche D.S. di allora
momento attuale le concessioni radio hanno ancora un costo decisamente tropche invitava “..cronaca.. cronaca..” Non dimentichiamo che in Francia , in Belgio
po troppo elevato.
22
Le nostre motostaffette
ALBONETTI MASSIMO
ANTONELLI SILVANO
ARIENTI DENIS
BASSI GIANLUCA
BENETTI LELIO
BERTOLASI DAVIDE
BONAVENTURA MATTEO
BOSI GIAN PIETRO
BRATTA MAURO
CARPINETI EDDY
CASADEI MIRCO
COFFARI STEFANO
DALMONTE GIUSEPPE
DI NOIA FELICE
DI SABATINO ALFREDO
FALCONE VALTER
FEDERICI ADELMO
FOLESANI PAOLO
FREGNI GIOVANNI
FREMITI VANES
GALEOTTI ROBERTO
GRIPPO TEO
LAGHI ROBERTO
MAROCCHI ATHOS
MAZZARRINI LEANDRO
MOSCHINI TARCISIO
PASI BRUNO
PASINI ROMANO
POLI MICHELE
POLI SANDRO
PONDINI GIUSEPPE
RICCI GIANFRANCO
SANTINI GABRIELE
SARTI GIOVANNI
SARTONI DOMENICO
SBRAGION GRAZIANO
SCALORBI GAIMPAOLO
SPAZZOLI PAOLO
STAGNI STEFANO
STANZANI STEFANO
TAROZZI EROS
TONDINI ENEA
TONELLI GINO
TOSCHI CLAUDIO
UGOLINI DAVIDE
VALZANIA SERGIO
VINCENZI RINALDO
gennaio 2007 - Presentazione 36° G.P. Capodarco
Galliera, agosto 2007 - 20° memorial Galletti
Ravenna, marzo 2007
2007 - 3tre ciclistica internazionale bresciana
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I nostri numeri
Un anno di attività in cifre
ORGANICO
47 motostaffette, di cui 42 operative
ATTIVITA’ SU STRADA
Corse svolte: 139
Presenze alle gare: 987
Media staffette per gara: 7,1
Organizzatori serviti: 63
Assenze tra le presenze programmate: nessuna
Incremento attività su anno precedente: +9%
PROGETTO SICUREZZA GIOVANI
Ciclo di 4 lezioni di sicurezza tenute a Frosinone,
Campobasso, Faenza e Savignano sul Rubicone.
ATTIVITA’ DIDATTICA PER LE MOTOSTAFFETTE
Realizzazione di 3 corsi di abilitazione a motostaffetta,
di cui due a Ravenna e uno a Firenze.
N° 3 sedute di aggiornamento per il proprio personale.
Assisi 2007 - pedalata per la pace-rock no war!
IL GIORNO DELLA SCORTA
Appuntamento nazionale dedicato ai temi della sicurezza
per la promozione del ciclismo su strada.
PARTECIPAZIONE A CONVEGNI E CORSI
Lugo - Sicurezza in bici
Bologna - Corso per direttori di corsa
Altopascio - Riprese televisive e direzione corsa
R.S.M. - Ciclismo, doping e sicurezza
ATTIVITA’ PROMOZIONALE
1° Winter Meeting Scorta – Raduno invernale delle motostafette.
RICONOSCIMENTI
Ravenna – Premio “Uno di noi”
Assisi 2007 - pedalata per la pace-rock no war!
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