«Oggi mi manca soltanto la macchina.»
Fritz Feuz, 100 anni, vorrebbe fare ancora un paio di cose
Fritz Feuz ha 100 anni. Vive di intensi ricordi e di tante buone amicizie. È
membro onorario del coro, ma adesso dice di cantare «come una
cornacchia». Nato nel 1913, ha superato i tempi di crisi delle due guerre
mondiali. Anni bruttissimi. Non c’era lavoro, non c’era niente da mangiare e
anche l’unico medico aveva lasciato il paese. «Appena sul tuo albero
cresceva una mela te la rubavano». Quando Fritz Feuz aveva 13 anni
vendette la casa a Wengen, nell’Oberland bernese, per trasferirsi a Spiez.
Purtroppo quel paese non offriva possibilità di formazione. Però trovò nel
giornale un opuscolo della ditta Brown Boveri, e così presentò la sua
domanda di tirocinio a Baden e imparò il mestiere di meccanico. «Per me era
il paradiso. Lo è ancora oggi», afferma parlando del suo apprendistato. Fritz
Feuz ha sempre dovuto combattere per affermarsi e ha avuto una discreta
dose di fortuna. Quando durante la crisi economica mondiale la ditta Brown
Boveri dovette licenziare molti operai e dipendenti, assieme a 180
concorrenti Fritz Feuz presentò la sua domanda per un impiego a Coira. Il
colloquio di lavoro si tenne per telefono e lui fu subito assunto come
dirigente. Ha scoperto però che la fortuna non viene da sola. «Se non si vive
nel modo giusto, non si ha nemmeno fortuna. Bisogna fermarsi a riflettere:
che cosa è bene per me? Altrimenti la fortuna non arriva». Fritz Feuz se ne
intendeva. Sapeva tutto sulla radiotecnica. Aveva molti interessi, era colto e
parlava sette lingue. Ha studiato molto e a Spiez ha gestito con successo la
propria attività. Era sposato e ha due figlie. Il suo grande hobby era il
giardinaggio. Come si arriva a questa età? «Bisogna lavorare. Senza lavoro
non si invecchia e si rimane in salute».
A Fritz Feuz le cose vanno bene. Oggi vive nella sua casa in Ticino con la sua
badante. Con lei è in ottime mani, lo vizia tantissimo e lui va matto per
l’insalata che lei gli prepara. Purtroppo con le lingue straniere non se la cava
bene come in passato, l’inglese che sente in TV non lo capisce tanto bene. La
cosa peggiore per lui è non poter più guidare l’automobile. «Se avessi la
macchina oggi sarei una persona completamente diversa. Andrei in giro a
vedere questo e quello», afferma. Le figlie però gli hanno suggerito di
restituire la licenza di condurre. In generale ha l’impressione di aver vissuto
già troppo a lungo. Per ogni eventualità è membro di «Exit»… Però prima
vuole attraversare il nuovo tunnel del San Gottardo e mettere a nuovo la
casa. «Deve essere perfetta, in modo da non dover fare più alcuna
riparazione. Non posso più restarci ancora a lungo». Giustizia e Pace, Chiese riformate in Svizzera e Pro Senectute
www.tutto-ha-il-suo-momento.ch, Hirschengraben 7, 8001 Zurigo, tel. 044 258 91 12, [email protected]
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