Relazione Dott.ssa Carlino Consegna Premio
L'occasione del conferimento a queste due giovani colleghe, risultate vincitrici ex aequo, della borsa di studio
2014 intitolata al nostro amatissimo Giuseppe, pari a 2.500 euro ciascuna, mi impone un ringraziamento a chi
questa borsa ha istituito e proseguito nel tempo, il consiglio generale CISL Medici - cioè voi tutti qui presenti e
soprattutto a Biagio Papotto che ne è stato l'ideatore.
Penso che l'abbia ideata affinché il talento di Giuseppe, la sua adrenalina, non si esaurisca con la sua
scomparsa, ma sia la spinta propulsiva per un impegno di nuove leve nel sindacato, rifondato proprio da
Giuseppe Garraffo agli inizi del 1980. Poiché non c'è futuro senza memoria del passato, questi inizi sono
ricordati con gesto devoto e gentile da Simone e Michele Bandirali nella ristampa di un ciclostilato quasi
carbonaro, del verbale della prima riunione, di 10 medici (alcuni amici al bar …) a Crema nel 1981: la prima
riunione della CISL Medici.
Il tutto contenuto nell'opuscolo che la segreteria territoriale CISL Medici Asse del Po con la bella, puntigliosa
lucida e appassionata e attualissima prefazione di Pierre Carniti, ha preparato e distribuito a voi tutti, a mò di
strenna natalizia e quale omaggio affettuoso, in memoria di Giuseppe.
CISL Medici Asse del Po, che ringrazio a nome mio e di tutta la Segreteria Nazionale per l'impegno e
l'entusiasmo profuso nel realizzare questa piccola raccolta documentale.
Nelle pergamene che, insieme agli opuscoli, consegniamo con piacere alla Dr.ssa Maria Cristina Cortese e alla
Dr.ssa Sonia Musumeci, ho voluto inserire le parole che concludevano la relazione di Giuseppe al CNEL nel
maggio 1982. Permettetemi di leggerle:
MEDICI PROTAGONISTI DI UN PROGETTO
“Individuare tutti gli aspetti che interessano i problemi professionali dei medici è impresa ardua, dove non è mai
possibile porre la parola fine.
Problemi ci saranno sempre, ma l’importante è porsi con grande disponibilità a recepirli o ad affrontarli.
Per quanto ci riguarda, ci impegneremo per un ridefinizione culturale del lavoro, del medico, nell’impegno fattivo
a portare avanti i valori e l’attuazione della riforma sanitaria che deve diventare conquista reale per tutti i
lavoratori e per tutta la società civile.
Ci impegneremo perché il diritto alla salute diventi un dato costante per tutti.
Ci impegneremo per le lotte della salute sui luoghi di lavoro e nel territorio mantenendo un rapporto costruttivo e
diretto col mondo del lavoro.
Ci impegneremo per innescare tutti i meccanismi necessari a razionalizzare il sistema sanitario, evitando gli
sprechi e la sterile burocratizzazione, stimolando la funzionalità dei servizi.
Ci impegneremo per sottrarre i giovani medici dai rischi della sottoccupazione e della disoccupazione e per
l’acquisizione di una sempre maggiore qualificazione professionale, anche a garanzia della comunità assistita.
Ci impegneremo per una sostanziale riduzione dell’orario di lavoro per il medico e per la modifica del regime dei
plus-orari e degli orari straordinari….”
Le cose scritte da Giuseppe o le proposte originali e di buonsenso fatte nel tempo, costituiscono una miniera da
scavare e da cui attingere spunti e riflessioni valide tutt'ora.
Tralasciando l'estrema attualità contenuta negli appunti di suo pugno sulle cure primarie, che vi invito a leggere
nel librettino, il problema giovani era molto sentito da Giuseppe.
Il suo timore che il precariato dei giovani medici significhi esclusione dal mondo del lavoro, contenuto già nella
sua relazione del CNEL 1982, diventa allarme già nel 2005 nella sua relazione congressuale, laddove cita il
lavoro atipico e senza tutele come la iattura del giovane medico che, con un ingresso tardivo nel mondo del
lavoro è esposto a una vita insicura e stressante per l'ansia del futuro e, diventa vero grido di dolore nel 2007
quando su conquiste del lavoro scriveva del precariato come il problema principe dei medici, tenuti ai margini, se
non esclusi dalle strutture ospedaliere o comunque dalla sanità pubblica. Cosa oggi quanto mai esasperata,
dopo 7 anni di insensato blocco del turnover e di tagli lineari. Entrambi, quali cause e insieme effetto, sono
riportati a quel calo delle risorse economiche, dietro cui si nasconde la voragine degli sprechi e ruberie
organizzate.
Il problema giovani che si presenta ed è percepito sempre più drammatico, ha indotto la CISL Medici Lombarda
all'elaborazione di un documento chiaro e sintetico che magari Arturo Bergonzi vi illustrerà in un suo intervento.
Questo proprio quando invece la sanità costa agli italiani il 9,5 del PIL contro l'11,6 dei francesi e dei tedeschi e
il 17,6 degli USA e fra i medici fino a 45 anni il 29 per cento è occupato in lavori atipici con più di 10 anni di
laurea contro il 17 per cento dei lavoratori atipici nella popolazione generale della stessa classe di età.
Diceva Federico Caffè in un saggio del 1986, letto recentemente sull'inserto culturale di Conquiste del Lavoro:
"scelte sbagliate dei vari governi sono attribuite spesso a vincoli di natura esterna ...... viviamo in un mondo
pieno di politiche economiche erronee, magari dovute all'azione di gruppi interessati che ne traggono comune
vantaggio." Parole pesanti come macigni.
La necessità della riduzione dello stato sociale e quindi del ridimensionamento del SSN, viene legittimata dal
totem del vincolo di bilancio, innalzato al rango di vincolo costituzionale e nasconde la reticenza del governo a
risolvere il problema degli sprechi, premettendo alle Regioni di utilizzare le risorse del SSN, a mò di bancomat,
per foraggiare altri sprechi e tutto il malaffare di “competenza regionale”, facendo così incancrenire tutto il
sistema di welfare.
Il titolo V va cambiato, e lo stato si deve far garante dell'equità, dell'universalità e dell'efficienza delle prestazioni
sanitarie per i suoi cittadini, indipendentemente che abitino a Milano o ad Agrigento, nel Lazio o in Toscana, in
Campania o in Calabria e impedire che le regioni facciano man bassa delle risorse del SSN.
Da parte nostra è doveroso e urgente proporre una narrazione diretta alle persone, pazienti si diceva una volta,
più veritiera, che semplicemente esprima i rischi che un’organizzazione vessatoria per i medici, basata su
condizioni lavorative incerte, sia anche lacunosa e gravida di pericoli per i pazienti.
Incompresi gli uni, incompresi gli altri. Pensare urgentemente a una narrazione più efficace significa
disinceppare il meccanismo di fiducia, attualmente inceppato, che sta alla base di quel rapporto medico-paziente
che tante tante volte Giuseppe ha appassionatamente difeso, considerandolo il prezioso valore aggiunto della
nostra professione.
Professione che auguro più luminosa possibile, più radiosa che mai alle dottoresse oggi premiate per i loro
elaborati: Relazioni sindacali per Maria Cristina Cortese (che abita a Catania) e Medicina di Genere per Sonia
Nunzialfina Musumeci (che abita a Roma), a cui vanno le congratulazioni di tutta la CISL Medici, della Segreteria
tutta e mie personali, ma anche degli altri due commissari esaminatori Mario Scotti e Giorgio Grasso che con
dispiacere, per sovrapposizione di impegni, non è oggi presente, di cui vi porto i saluti, e che ringrazio per il
prezioso contributo datomi nella valutazione degli elaborati dei 6 colleghi partecipanti al concorso per la borsa di
studio intitolata a Giuseppe Garraffo.
Rivolgendovi a voi, ragazze, concludo con l'auspicio che la partecipazione al corso di formazione e l'impegno
sindacale possano rendere più forte e solida la vostra crescita professionale, nel rispetto profondo della dignità
delle persone che avrete in cura, in sintonia con i principi che hanno guidato sempre il Dr. Giuseppe Garraffo.
Grazie e buone feste a tutti.
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