DOVEROSO RICORDO PRIMO CENTENARIO DALL’INIZIO DELLA “GRANDE GUERRA” Ricorrendo quest’anno il primo centenario dall’inizio della “Grande Guerra”, ritengo doveroso ricordare il contributo della popolazione di Spezzano Albanese alla causa comune. Fu un contributo di uomini, di sangue e di denaro, che rinnovò, in modo più drammatico, lo spirito di sacrificio e patriottico con cui gli spezzanesi avevano preso parte alle vicende risorgimentali, contribuendo, unitamente alle altre schiere degli italo-albanesi, in modo determinante, alla Rivoluzione Calabra ed agli altri avvenimenti che portarono al risorgimento del meridione d’Italia ed alla nascita del Regno d’Italia. Fu un contributo di uomini e di sangue; in mille partirono per il lontano fronte e, di questi, circa trecento furono i feriti e ben cinquantasette immolarono la loro vita, unendo i loro nomi a quelli di centinaia di migliaia di altri eroi, che con il loro sangue bagnarono le zolle del Grappa, del Carso , del San Michele, del Podgora, del Sabotino ed imporporarono le acque dell’Isonzo, del Tagliamento e del Piave. Cinquantasette nomi incisi in una lapide commemorativa posizionata, ad opera della famiglia Dorsa, sul muro dell’omonimo palazzo e che si riassumono in quello del sottotenente Nicolino Staffa, caduto sul fronte del Carso e decorato di medaglia di bronzo al valor militare. Con la medaglia di bronzo furono decorati anche Nicolò Senise, Francesco De Lorenzo, Giuseppe Civale; la medaglia d’argento fu conferita a Michelangelo Diodati, Agostino Gaudinieri, Giovanni Liguori e Francesco Nociti, mentre, quale completamento del glorioso elenco, a Vincenzo Forte fu conferita la medaglia d’oro. Se la prima guerra mondiale concluse il ciclo delle guerre risorgimentali (lasciamo agli storici il giudizio sulla sua possibile evitabilità) si deve concludere che quei mille uomini furono i degni eredi dei patrioti spezzanesi del Risorgimento quali Vincenzo Luci, Antonio Nociti, Gennaro Mortati, Orazio Rinaldi, Giuseppe Marchianò, Antonio Musacchio e di tutti gli altri inquadrati nel battaglione comandato dal Maggiore Luci che tanta parte ebbero nella battaglia del Volturno e nell’assedio di Capua (la massiccia ed attiva partecipazione degli italo-albanesi agli eventi risorgimentali fu importante anche dal punto di vista etnico in quanto significò la completa integrazione delle minoranze arbëreshe nella realtà italiana). Ma il contributo della popolazione di Spezzano fu anche un contributo di denaro e di assistenza verso i soldati al fronte e verso le loro famiglie. Fu istituito, infatti, un “Comitato di Preparazione Civile” che organizzò una rete di attività quali invio di pacchi contenenti beni e generi di conforto ai soldati al fronte, collegamenti con la Croce Rossa, prestiti di guerra (ai quali la popolazione contribuì con oltre un milione di lire), sussidi mensili alle famiglie più povere dei combattenti; per reperire fondi fu organizzata una fiera di beneficenza alla quale la Regina Elena ed il Presidente Salandra fecero pervenire il loro contributo. Tra tutte queste lodevoli iniziative, forse la più importante fu quella di occuparsi dell’espletamento delle pratiche per far pervenire la pensione di guerra alle famiglie dei Caduti. L’opera svolta dal Comitato in favore dei cittadini bisognosi e dei soldati al fronte è riportata in un opuscolo edito nel 1920 dalla Tipografia di Edoardo Patitucci di Castrovillari. Dopo l’assistenza prestata alla popolazione durante l’epidemia conosciuta con il nome di “Spagnola”, nel 1918 il Comitato si sciolse rivolgendo alla cittadinanza un manifesto che si concludeva: “…il Comitato rimarrà costituito per le ultime pratiche ordinarie e per raccogliere i fondi necessari alla elevazione di un ricordo marmoreo ai giovinetti eroi caduti, come fiori vermigli, sui campi insanguinati dell’onore. A questo scopo abbiamo destinato le somme residuali della nostra gestione e nutriamo fiducia che il paese non dimenticherà l’impegno d’onore… …il popolo di Spezzano sarà degno delle sue tradizioni e chiuderà con un gesto magnifico l’ultimo ciclo della sua storia gloriosa”. Spezzano onorò i suoi caduti e compiendo “il magnifico gesto” eresse nel 1931 un imponente monumento (lasciato oggi alla noncuranza di chi dovrebbe occuparsi della più elementare manutenzione) che tramandasse alle future generazioni il ricordo di coloro che, sacrificando la propria vita, avevano scritto una pagina gloriosa nel libro delle memorie, che sarebbe opportuno, ogni tanto, sfogliare per sottrarre all’oblio tanto fulgido passato e trarre sprone per ridare al paese il posto che la storia gloriosa gli aveva assegnato. 4 novembre 2014 Francesco Cassiani