Notiziario
AnSe
anno VIII°- n. 2/2006
Periodico dell'Associazione
Nazionale Seniores Enel
Manifestazione nazionale Anse a Metaponto
Premio alla... solidarietà silenziosa
Notiziario
n. 2/2006
in questo numero:
primo piano
4
previdenza e a ssi s tenza
11
notizie dall’An se
14
rifle ssioni su
28
da Enel
30
bacheca
34
Roberto Porcu
Con infinita tristezza – e mai come in questo momento la frase
riflette il nostro stato d’animo – abbiamo appreso la notizia dell’improvvisa dipartita di Roberto Porcu. Era una delle colonne
dell’Associazione alla quale partecipava da molti anni, sempre con
incarichi di responsabilità, sia a livello regionale che nazionale:
attualmente era Membro molto attivo – come è confermato anche
dagli articoli pubblicati in questo numero – del Comitato di redazione della nostra rivista. Ma al di là degli incarichi ricoperti è la
persona che vogliamo ricordare: aperta, generosa e, quello che più
conta, estremamente disponibile a farsi carico dei problemi del
prossimo.
Desideriamo, desidero, ricordarlo in taluni momenti felici: circondato dalle amate nipotine ad una importante manifestazione di
Enel nel dicembre dello scorso anno ed in occasione della recentissima manifestazione di Metaponto, alla quale ha partecipato
in maniera estremamente attiva e vitale, e nel corso della quale
Manifestazione nazionale 2006 Cronache da Metaponto
La pensione ai separati e divorziati
Anse viaggia sulla rete
A Gubbio: Seminario dei quadri
nazionali e regionali dell’Anse
Maestri del Lavoro 2006
Il calcio… millennio per millennio
Enel organizza…“l’estate di Raffaello”
Saluto a Usokami
Informativa sulla Privacy
abbiamo condiviso
momenti di gradevole convivialità.
Caro Roberto, con
la malinconia che
inevitabilmente ci
pervade quando
pensiamo alle persone che non ci
sono più, mi piace tuttavia ricordarti sereno e sorridente come sei
stato al momento del nostro ultimo incontro. Che il grato ricordo
che ci hai lasciato possa essere di conforto ai tuoi familiari in questo momento di grande mestizia.
Franco Pardini
editoriale
ari Amici,
il giornale vi giunge ad estate
ormai iniziata ed in piena stagione delle ferie, che vi auguro serene
e distensive.
Rispetto al nostro ultimo incontro,
l’Associazione è stata molto attiva
come è testimoniato anche da taluni
articoli che troverete nel corpo del
Notiziario. A me piace in particolare
ricordare il Seminario, tenutosi a
Gubbio, al quale ha partecipato tutta la
Tecnostruttura (membri del Comitato
direttivo nazionale e Presidenti di
Sezione), per una riflessione collegiale
sullo stato e le prospettive della nostra
Associazione. Per un’informazione più
puntuale, rinvio al commento del dr.
Ardini, che è stato anche l’animatore
ed il progettista del Seminario stesso
ed all’articolo di Roberto Porcu. Io ne
voglio sottolineare l’importanza, per la
partecipazione attiva e coinvolgente
che ha registrato ed anche per la dialettica (il sale di tutte le Associazioni)
che ha determinato. Credo che, alla
fine, ci siamo sentiti tutti più consapevoli della solidarietà e sinergia alle
quali deve essere ispirato il funzionamento dei vari Organi istituzionali, centrali e territoriali. È mio fermo convincimento che per il proficuo conseguimento delle nostre finalità istituzionali
sia essenziale disporre – come per la
verità credo di avere già osservato – di
una struttura motivata e coesa e disposta a impegnarsi e a “servire”.
Proprio per aumentare le nostre potenzialità in materia di servizi ai Soci,
abbiamo anche organizzato un incontro di aggiornamento dei nostri “esperti previdenziali”, che sul territorio sono
chiamati ad assistere i nostri Soci, che
con frequenza crescente si rivolgono a
noi per essere consigliati per il disbrigo
delle loro pratiche previdenziali.
L’evento più significativo di questo scorcio
d’anno, conclusosi proprio poco tempo
C
prima della “chiusura” del Notiziario, è
stato tuttavia la Manifestazione nazionale di Metaponto, nel corso della quale è
stato assegnato a taluni nostri Soci il
“Premio… alla solidarietà silenziosa”.
Troverete di seguito le notizie essenziali dell’evento; io voglio sottolineare la
partecipazione dei Soci, che hanno
seguito con grande interesse – nettamente superiore, devo confessarlo, alle
mie aspettative – il programma culturale e, direi, la commozione diffusa e
palpabile che ci ha accompagnato
durante la cerimonia di premiazione.
Desidero anche aggiungere che la selezione dei più meritevoli – le proposte
pervenute erano nettamente più numerose – è stata meditata e accurata e ha
privilegiato, in questa prima edizione
del Premio, l’impegno diretto, personale e soprattutto perseverante dispiegato a favore dei più bisognosi. Vorrei
anche far osservare a qualche (in verità
molto pochi) nostro collega che la
carità silenziosa è sicuramente quella
più meritevole di ricompensa, ma i
gesti virtuosi è necessario che al
momento opportuno siano conosciuti
proprio perché la luce deve illuminare e
non essere, come ci insegna la
Scrittura, collocata sotto il moggio.
Tale manifestazione ha confermato poi
che la nostra Associazione è sicuramente un giacimento d’iniziative sia di
carattere sociale che culturale (la
mostra torinese di arti figurative, di cui
pure si dà conto di seguito, ne è un
eccellente esempio) che è bene siano
conosciute e valorizzate. L’impegno
prioritario degli Organi direttivi, ai vari
livelli, deve essere da questo punto di
vista quello di assicurare condizioni
propizie al dispiegamento di tutte le
potenzialità presenti tra i nostri Soci,
per l’attivazione di nuove iniziative
sociali e di volontariato ma anche culturali, tese a favorire un uso intelligente del tempo libero.
Da ultimo voglio sottolineare il rafforzamento del nostro legame con
l’Azienda, che ci ha fornito di una
nuova, prestigiosa sede e che si sta
attivamente impegnando per dotare
l’Associazione di servizi sempre più
adeguati al suo più efficiente funzionamento. La nostra organizzazione, che
copre tutto il territorio nazionale, può
offrire delle grandi opportunità se tutti
i “nodi” della rete sono ben collegati
rendendo quindi possibile una veloce
circolazione delle informazioni. Un
passo importante lo stiamo facendo
con il rinnovo delle dotazioni informatiche – rinnovo, intendo sottolinearlo,
possibile solo con il finanziamento di
Enel – e con l’ormai avviato esercizio
del nuovo sito che, attraverso le “pagine” dedicate alle Sezioni, consente una
visione in tempo reale di tutte le nostre
iniziative, anche di quelle sviluppate a
livello più decentrato, purché naturalmente gli operatori ai vari livelli abbiano la necessaria diligenza di dare tempestivamente conto di quello che
fanno. Così facendo metteranno in condizione i Soci – almeno quelli che
hanno dotazioni informatiche – di
seguire in tempo reale le attività
dell’Associazione. Concludo queste mie
note rivolgendomi proprio ai Soci:
siano giudici severi ed esigenti di quello che andiamo facendo (non dimenticando tuttavia che siamo tutti volontari), ma facciano anch’essi la loro parte
partecipando alle nostre attività e
quando possono, dandoci anche la loro
disponibilità. Più aumenta il numero di
quanti sono disponibili a collaborare e
più potremmo essere vicini a quelli di
noi che hanno bisogno del nostro aiuto
e della nostra sollecitudine.
Vi rinnovo gli auguri di una serena estate.
Franco Pardini
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primo piano
Manifestazione nazionale 2006 - Cronache da Metaponto
Dal 24 al 28 maggio si è svolta a Metaponto la
Manifestazione nazionale Anse 2006. L’importante
evento della vita associativa, che ha visto la partecipazione di Soci provenienti da quasi tutte le regioni
italiane, è stato caratterizzato dal punto di vista culturale dalla riflessione su temi relativi all’uscita dal
lavoro. Ampio rilievo è stato riservato alla cerimonia
di consegna del “Premio alla... solidarietà silenziosa”, assegnato dall’Anse a Soci distintisi in atti di
solidarietà e di altruismo. La visita ai suggestivi insediamenti di antiche civiltà ed i momenti di svago per
i partecipanti, alcuni dei quali non hanno mancato di
fare i primi tuffi dell’incipiente estate nel mare Ionio
(e nella piscina dell’Hotel), hanno completato e reso
gradevole il soggiorno dei partecipanti. Nella
Manifestazione si è inserita, anche una parentesi istituzionale: infatti, nel pomeriggio del 24 maggio, si sono
riuniti prima il Comitato Direttivo nazionale e successivamente l’Assemblea nazionale dell’Associazione, che
ha approvato il Bilancio sociale 2005.
Ripercorriamo, attraverso la cronaca dei nostri inviati, tutte le fasi salienti della Manifestazione.
Metaponto
Metaponto è una bella località balneare, in provincia di
Matera, situata al centro dell’omonima piana che si estende
lungo l’ampio arco che prende il nome di Golfo di Taranto,
nella parte in cui la Basilicata si affaccia sul mare Ionio, delimitata a nord dalla provincia di Taranto ed a sud dalla provincia
di Cosenza.
Ma non è soltanto una località balneare. Il territorio di
Metaponto vanta soprattutto una storia di almeno 2.700
anni o forse di più a voler tenere fede alle leggende, che parlano addirittura di esuli in fuga da Troia.
È certo che le forme iniziali di popolamento risalgono agli
Enotri nella media Età del Bronzo; poi i Micenei; lo storico
Strabone narra che seguirono gli Achei, tra l’VIII ed il VII secolo a. C., ai quali si ascrive la fondazione di Metaponto, tra i
fiumi Bradano e Basento, allora navigabili.
Strategicamente, Metaponto si collocava come “cuscinetto”
tra le preesistenti Siris, Sibari e Taranto, in lotta per l’egemonia della zona.
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Alla fase classico-ellenistica (notevoli erano infatti i contatti
con la Grecia) seguì la conquista romana all’epoca della
seconda guerra punica; non fu un evento indolore, in quanto
i locali si erano schierati con Annibale; di conseguenza,
Metaponto perse autonomia politica ed economica.
Passarono i secoli, all’inizio del V secolo d.C. arrivarono i
Goti. Regnante Giustiniano come Imperatore d’Oriente, prese
vigore il disegno di ricostituire nei limiti del possibile il vecchio Impero d’Occidente: sconfitti Vandali e Visigoti, l’Africa
e la Spagna meridionale ritornarono “romane”. Poi fu la
volta dell’Italia, riconquistata da Belisario e da Narsete in 35
anni di guerre, alla fine delle quali – sconfitto Totila – i Goti
scomparvero dalla storia come occupanti e la penisola si
ridusse in gran parte ad una distesa di rovine; inoltre, la riconquista bizantina – all’epoca Bisanzio aveva seri problemi di
sopravvivenza sia nelle province orientali che in quelle danubiane – collocò l’Italia in una posizione di “provincia di confine”.
La tregua, vissuta nel tentativo di riprendersi dal recente,
sanguinoso passato durò pochi anni fino a che piombarono
in Italia i Longobardi: a differenza dai Goti, che in qualche
modo si sentivano “eredi” della civiltà romana, i neo invasori avevano un atteggiamento decisamente predatorio e quel
poco che era riuscito ad uscire indenne dalle guerre gotiche
subì un trauma decisivo. In particolare, nel meridione il ducato longobardo di Benevento a lungo lottò, con alterne vicende e molti lutti, con i Bizantini, né la situazione migliorò di
molto quando i Franchi – chiamati dai Papi – intervennero
nel nostro Paese.
A seguire vennero poi Saraceni, Normanni ed Angioini.
La distruzione sistematica dei resti millenari della città antica
di Metaponto inizia in epoca moderna nei primi anni del
1800, fino a culminare con la Riforma agraria dopo il 1956,
quando l’impiego di potenti mezzi meccanici per le attività
agricole completa la loro devastazione.
I primi scavi, risalenti al 1826 ad opera del Duca Deluynes,
consentirono alla Biblioteque Nationale di Parigi di acquisire
una magnifica serie di fregi architettonici in terracotta.
Successivamente proseguì gli scavi nella stessa area Michele
Lacava, che alla fine del 1800 pubblicò una monografia su
Metaponto.
Tuttavia, molti elementi architettonici antichi erano stati già utilizzati nella costruzione di case rurali della zona o come riempimenti dei terrapieni della ferrovia Taranto-Reggio Calabria.
L’impulso alla scoperta dell’area metapontina e dei suoi tesori fu frutto soprattutto degli scavi avvenuti nella seconda
metà del Novecento. Questa fase, assolutamente fondamentale per portare alla luce le copiose testimonianze di un’antica civiltà sviluppatasi in un lembo della Magna Grecia, fu il
frutto dell’appassionata opera dell’archeologo di origine
rumena Dinu Adamesteanu.
Lo sviluppo economico dell’area metapontina si ebbe successivamente alla Riforma agraria del 1956 con la realizzazione di
imponenti opere di bonifica del territorio, di irrigazione e di
elettrificazione, opere di civiltà queste ultime realizzate in gran
parte da Enel. Tale situazione consentì l’affermarsi di un’agricoltura di avanguardia per produzioni ortofrutticole, agevolate
anche dalle condizioni climatiche particolarmente favorevoli,
favorendo la nascita nella fascia costiera di due nuovi comuni
Policoro e Scanzano Ionico, sorti dagli omonimi piccoli borghi
rurali esistenti, in conseguenza di una rapidissima crescita.
La Manifestazione
Nel pomeriggio del 24 maggio, con uno splendido e caldo sole,
i partecipanti arrivano a Metaponto Lido nella gradevole struttura turistica sede della Manifestazione, estesa in una superficie di circa 10 ettari, con costruzioni ad una solo piano, e dotata di piscina, impianti sportivi, anfiteatro destinato all’intrattenimento, pineta confinante con il mare e spiaggia privata.
La rappresentanza più numerosa proviene dalle Sezioni
Veneto, Toscana e Lazio – che hanno organizzato un pullman
ciascuna – e dalle Sezioni Piemonte Valle d’Aosta e Liguria.
Con un biglietto di saluto del Presidente nazionale ed il benvenuto della Sezione Basilicata, che riproduce anche un pensiero di Leonardo Sinisgalli, poeta e scrittore lucano del
Novecento, gli ospiti trovano nelle rispettive camere un piccolo omaggio dell’Anse, costituito da un assaggio di prodotti dell’olivicoltura della vicina Ferrandina, contenuti in una simpatica confezione. Non mancano gli opuscoli turistici della Zona, il
programma della Manifestazione e le note illustrative con notizie sulla storia e sull’archeologia dei luoghi.
Apertura della Manifestazione e momento culturale
Il 25 mattina, in una sala colma di partecipanti, si apre ufficialmente la Manifestazione con il saluto del Presidente nazionale Franco Pardini, che illustra gli scopi della Manifestazione, e
con la presentazione del programma da parte del Vice
Presidente nazionale Prospero Figundio.
Intervengono per portare il loro saluto il Sindaco di Bernalda
ing. Francesco Renna, nel cui territorio è ubicata Metaponto,
l’ing. Antonio Paciulli, Responsabile dell’Esercizio di Potenza di
Enel Distribuzione, che l’Anse annovera tra i suoi Soci, e l’ing.
Vittorio Bucci, Vice Presidente della Sezione Anse di Basilicata.
Si entra quindi nel vivo con le relazioni di due autorevoli esperti su un argomento di viva attualità che riguarda la società civile in generale e, più da vicino, l’Anse e le altre associazioni che
operano nel settore dell’anzianato del lavoro: il passaggio
dalla condizione di lavoratore attivo a quella di pensionato.
L’argomento viene esaminato prima dal prof. Salvatore Casillo,
ordinario di Sociologia industriale presso l’Università di
Salerno, che tratta il tema “Abbandonare il lavoro/abbandonati dal lavoro”, evidenziando le caratteristiche – positive e
negative – che contraddistinguono un Paese industrialmente
maturo come l’Italia.
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La relazione successiva del Rev. Don Franco De Pieri, esperto di
volontariato ed organizzazioni no profit, sul tema “Il post lavoro: problemi e prospettive” si sofferma sui modi di esercitare il
volontariato e sull'apporto che gli anziani possono dare alle
attività di solidarietà sociale.
L’interesse dei Soci presenti e la loro attenta partecipazione
sono testimoniate dalla numerose richieste di chiarimenti e di
precisazioni e dal calore e dall’intensità degli applausi tributati ai relatori, al termine della mattinata.
“Premio alla… solidarietà silenziosa”
Nel pomeriggio, alla presenza dei partecipanti alla
Manifestazione (circa 260 persone, grazie anche ad una folta
rappresentanza di Soci venuta espressamente con un pullman
dalla Sezione Puglia) si procede alla solenne consegna del
“Premio” ai Soci che si sono resi meritevoli per aver compiuto
particolari atti di solidarietà.
Il Presidente nazionale riassume le finalità dell’iniziativa, tese a
dare il dovuto rilievo all’elevato contenuto umano e sociale
degli atti di solidarietà compiuti dai Soci prescelti per il
“Premio”, quale genuina espressione dei valori fondanti
dell’Associazione.
Rileva che le 50 candidature al “Premio” presentate dalle
Sezioni significano che tali valori sono ben presenti tra i Soci
Anse e che il compito della Commissione nazionale, incaricata
di scegliere i casi maggiormente meritevoli, è stato assai arduo.
Dopo aver espresso ai prescelti l’alta considerazione e l’ammirazione di tutta l’Associazione, il Presidente dà notizia del messaggio pervenutogli dal Responsabile della Funzione
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Corporate Personale e Organizzazione di Enel SpA, nel quale
l’ing. Paolo Ruzzini esprime il suo apprezzamento per l’iniziativa del “Premio alla… solidarietà silenziosa”, formulando ai
premiati le sue più vive felicitazioni e confermando il sostegno
dell’Azienda per lo sviluppo dell’Associazione.
Inizia quindi la consegna dei riconoscimenti da parte del
Presidente nazionale, preceduta, per ogni premiato, dalla lettura della relativa motivazione da parte di Figundio.
Il premio, costituito da una targa d’argento, da una pergamena e dal distintivo d’oro dell’Anse, è accompagnato da un’originale lampada da tavolo, offerta da Enel, un pezzo di design
realizzato utilizzando vecchi isolatori di vetro, supporto ormai
superato dei conduttori delle linee elettriche, ma vivo nel ricordo dei tanti colleghi.
Questi i Soci premiati:
Sezione Abruzzo
Anna PRETARA
Sezione Campania
Giuseppe CURATOLI; Emanuele PIACENTE
Sezione Emilia Romagna
Olindo FORACCHIA
Sezione Liguria
Giuseppina BARACCHI
Sezione Lombardia
NUCLEO DI MILANO - Antonio BELLONI; Giovanni GARINI;
Giuseppe RONCALLI
Sezione Marche
Bruno CARLETTI
Sezione Piemonte Valle d’Aosta
Emanuela PIRETTA; Emilia PIRETTA
Sezione Toscana
Paolo Rodolfo VERACINI
zione andò progressivamente peggiorando: le grotte accoglievano anche 10 persone, spesso con animali, sino a divenire
insostenibile e salire agli onori delle cronache con la denuncia
di Carlo Levi con il libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Ormai si
parlava di vergogna nazionale. Una visita a Matera del
Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi favorì l’approvazione di una legge speciale nel 1952, in virtù della quale fu avviato un programma di costruzione di nuovi quartieri nei quali
vennero trasferiti gli abitanti dei Sassi.
Oggi i Sassi, dopo un periodo di abbandono conseguente allo
sfollamento della popolazione, sono stati recuperati e si offrono al visitatore come un antico insediamento umano unico, con
tutto il loro fascino di grande e misteriosa bellezza, che li colloca fuori del tempo, testimonianza preziosa di un’altra epoca.
La suggestione dei luoghi e la loro aspra bellezza hanno fatto
dei Sassi i “protagonisti” naturali di tanti film, ultimo dei quali
il recente “The passion” di Mel Gibson.
Lo stimolo dello scenario irripetibile allevia le fatiche della
lunga ed impegnativa camminata lungo le stradine dei Sassi
sotto un sole estivo, che i partecipanti affrontano con piglio
deciso e senza indugi, come se fossero tanti baldi giovani.
Vivissima la partecipazione dei Soci, che hanno applaudito
tutti i premiati. Quasi tutti hanno ritirato personalmente il
premio. Per i pochissimi impossibilitati ad intervenire, i premi
sono stati ritirati dal Presidente delle rispettiva Sezione o da
altri Soci.
Due dei premiati, il Socio Olindo FORACCHIA, prima, che ha
letto una poesia scritta in Africa, frutto del suo estro creativo e
che pubblichiamo in altra parte del Notiziario, ed il Socio Paolo
Rodolfo VERACINI, in chiusura, che ha parlato della sua attività
nel volontariato, hanno testimoniato in due modi diversi, ma
altrettanto efficaci, la loro esperienza umana.
Poi, in serata, tutti all’anfiteatro del Villaggio per l’animazione e
le esibizioni tersicoree dei Soci.
I momenti turistici
Ed eccoci alla fase più “lieve” della Manifestazione, ma non
meno intensa e ricca di suggestioni. La mattina del 26 maggio
si parte per Matera, a bordo di una carovana di 4 pullman.
Matera – che dal 1993 rientra tra i siti dichiarati dall’UNESCO
Patrimonio dell’Umanità – è una città di origini antichissime: i
primi insediamenti umani risalgono al Paleolitico. I Sassi,
Barisano a nord e Caveoso a sud, testimoniano un processo di
differenziazione sociale degli abitanti iniziato alla fine del
1700: i ceti meno abbienti nelle grotte, le famiglie detentrici
del potere economico sul piano che sovrasta i Sassi. Tale situa-
Nel pomeriggio si prosegue con la visita alla chiesa rupestre di
S.Maria della Palomba, una delle più suggestive, tra le tante
presenti nella zona.
Il ritorno al Villaggio Turistico e la cena vedono gli “infaticabili” tuffarsi in… rilassanti danze fino a tarda sera.
Sabato 27 maggio due nuove escursioni “brevi”: la mattina
visita al Museo nazionale della Siritide ed alla zona archeologica di Heraclea, sito ove sorge l’attuale Policoro. Heraclea,
altro insediamento della Magna Grecia, sorta in epoca collocabile interno al 433 a.C., ha dato luogo al ricco Museo, le cui
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splendide sale accolgono un’incredibile varietà di reperti, provenienti dagli scavi effettuati nei luoghi, la cui fattura testimonia gli stretti legami con la cultura ellenistica.
Segue poi una rapida visita alla Basilica di S. Maria di Anglona,
suggestivo santuario risalente all’XI-XII secolo, costruito sui
resti di una precedente chiesa dell’VIII secolo e posto su una
collina che degrada verso il mare di fronte a Policoro.
Dopo il pasto meridiano ed un breve intervallo, nuova immersione nella storia con la visita alla zona archeologica di
Metaponto ed alle Tavole Palatine, non lontani dal Villaggio
Turistico. Le Tavole Palatine rappresentano il simbolo con cui
viene identificata Metaponto e sono costituite dai resti di un
tempio di fattura dorica, sul lato destro del Bradano, dedicato
alla dea Hera, ove ha soggiornato Pitagora e, si dice, vi sia
sepolto. Il nome, invero curioso, trae origine dalla credenza
secondo cui ai crociati che si recavano in Palestina era attribuita una statura morale che ne ingigantiva le dimensioni: il tempio era visto come tavola ove i paladini potevano, nell’immaginifico, mangiare.
A sera, allegra conclusione della giornata e della Manifestazione
con la cena di gala e brindisi di “arrivederci” alla prossima occasione, con gli immancabili canti e balli che hanno stimolato l’estro del popolo della danza.
Non vogliamo fare bilanci, perché non è questa la sede, ma
la palpabile soddisfazione espressamente manifestata da
molti partecipanti autorizza a considerare comunque più
che positiva l’esperienza vissuta, che ha contribuito a rinverdire vecchi e mai dimenticati legami di colleganza e di
amicizia tra i Soci. Il tutto sempre nella splendida cornice di
sole, in un ambiente suggestivo e ricco di antiche memorie.
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Gli interventi dei relatori
Dalla relazione del Prof. Salvatore Casillo, ordinario di Sociologia industriale, Università di Salerno:
“Alcuni dati di fatto caratterizzano lo scenario che
nel corso degli ultimi decenni è andato a definirsi
nelle società industrialmente avanzate.
1) L’allungamento della vita media degli individui.
2) L’aumento complessivo della popolazione, nella
quale diventa progressivamente sempre più
ampia la fascia di quanti hanno superato la soglia
dei sessanta anni.
3) Le modifiche avvenute relativamente all’età biologica e sociale degli individui.
4) Il ruolo crescente, nella produzione della ricchezza
e nella vita quotidiana degli individui, della tecnologia e della conoscenza scientifica applicata alla
produzione.
5) L’avvenuta transizione da una economia fondata su
imprese dotate di una ben specifica connotazione
nazionale ad una economia dominata da imprese
le cui strutture produttive, finanziarie ed organizzative, vanno oltre un singolo Stato nazionale.
6) Il ridimensionamento del ruolo degli Stati nazionali, sia in ordine alle vicende dell’economia che
in relazione alla loro disponibilità di risorse da
indirizzare verso il conseguimento di finalità di
solidarietà e coesione sociale (…)”.
Dalla relazione di Don Franco De Pieri, esperto di
volontariato e di organizzazioni “no profit”:
“Il volontariato silenzioso ha bisogno di una grande
spinta interiore e di poche strutture esteriori; ha bisogno di grande intuizione e determinazione personale e di poca organizzazione (…).
Trovare una forma di volontariato, quella magari per
la quale ci si sente più portati, fa bene al corpo, allo
spirito, all’anima, alla famiglia; ci fa restare interessati, giovani, attenti al mondo, utili e gratificati e non
c’è limite di età, anzi si invecchia meno (…). A prescindere dal grado di cultura, dal censo, dall’appartenenza religiosa, c’è spazio per tutti, c’è spazio per
tutto(…).
Ci sono gruppi di pensionati che svolgono un’ottima
attività di interesse verso la comunità, alle volte
meglio dei giovani, che non hanno tempo se non per
se stessi (…).”
Riunioni degli Organi nazionali
Nell’ambito della Manifestazione, nel pomeriggio del 24 maggio si sono svolte le riunioni del Comitato direttivo nazionale, nel corso delle quali si è deliberato di proporre all’Assemblea nazionale la conferma, per l’anno 2007, delle attuali misure delle quote sociali (€ 16,00 per i Soci pensionati ed in servizio; € 10,00 per i Soci superstiti) e dei criteri di
ripartizione in atto tra Sede nazionale e Sezioni (rispettivamente, 35% e 65%).
Successivamente, si è tenuta la riunione dell’Assemblea nazionale, nel corso della quale il consesso ha, tra l’altro, approvato il Bilancio consuntivo 2005, dopo aver ascoltato le relazioni del Comitato direttivo nazionale e del Presidente del Collegio
dei Revisori dei conti e dopo ampio dibattito. Ha, inoltre, confermato il mantenimento, per l’anno 2007, delle attuali misure delle quote sociali e dei relativi criteri di ripartizione e deciso di prevedere incontri per la formazione e l’aggiornamento
dei Tesorieri e dei Segretari di Sezione.
La seduta si è conclusa con l’informativa del Presidente, il quale ha riferito all’Assemblea sulla risoluzione dei problemi
relativi alla sistemazione logistica della Sede nazionale ed all’ammodernamento delle dotazioni informatiche esistenti,
risultata estremamente positiva in virtù del sostegno di Enel. Sono in corso i contatti per trovare una soluzione anche al
problema delle sedi per i Nuclei che allo stato attuale ne sono sprovvisti. L’Assemblea ha espresso la sua soddisfazione
per la grande disponibilità dell’Azienda.
Il Bilancio sociale 2005
Il Bilancio sociale dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2005 ha ricevuto l’unanime approvazione
dell’Assemblea Nazionale dell’Associazione, che si è
riunita in Metaponto il 24 maggio, in concomitanza
con l’inizio della Manifestazione nazionale 2006.
L’anno 2005 è stato caratterizzato dalla celebrazione del
V Congresso nazionale, che si è concluso con il rinnovo
di tutte le cariche elettive per il quadriennio 2005-2009.
Ma oltre per l’evento congressuale, l’anno 2005 si
caratterizza per soddisfacenti risultati sia per quanto
riguarda l’attività sociale svolta e sia per quanto
attiene ai risultati economici della gestione.
Il documento contabile ed i dati dell’attività sociale
mostrano un’Associazione vivace e presente con iniziative e servizi a favore dei Soci ed una notevole
attività sul piano della solidarietà e del volontariato.
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Il corpo sociale
Al 31 dicembre 2005 gli iscritti in regola con il pagamento della quota sociale erano n. 23.933 Soci:
3.115 in servizio (13,0%), 18.970 pensionati
(79,3%) e 1.848 familiari superstiti (7,7%).
I servizi sociali erogati
I servizi a favore dei Soci hanno interessato i campi
della consulenza previdenziale, che incontra come
sempre un alto indice di gradimento, dell’assistenza
ai Soci in particolari condizioni di bisogno, e delle
manifestazioni sociali (a carattere culturale, turistico,
artistico). Queste ultime costituiscono un forte elemento di coesione per gli associati.
L’apporto dei Soci volontari
Tutta l’attività svolta dall’Associazione è resa possibile grazie alla risorsa costituita dall’apporto dei
Soci i quali, con le loro prestazioni volontarie e gratuite, consentono il funzionamento dell’organizzazione centrale e periferica, l’erogazione dei servizi
agli Associati e partecipano alle iniziative di volontariato e di solidarietà a favore dei Soci e della
società civile.
In termini complessivi, quantificando tali prestazioni
nelle strutture organizzative centrale e periferica
dell’Associazione, si calcolano, per l’anno 2005, circa
63.000 ore lavorative di Soci volontari con diverse
professionalità, per un ingente valore economico. Nel
conteggio non è computato, per ovvi motivi, il tempo
dedicato alle riunioni degli organismi statutari, in
dipendenza dell’espletamento del mandato da parte
di coloro che ricoprono cariche sociali elettive.
Un’ultima annotazione riguarda l’aspetto strettamente contabile: il valore economico di tale importante risorsa che – attesa la sua gratuità – non è rilevato tra le entrate del Bilancio contabile, mentre, di
contro, sono rilevati i costi conseguenti ai rimborsi
delle eventuali spese di viaggio e soggiorno sostenute dai Soci volontari per lo svolgimento dell’attività e
quelli relativi della copertura assicurativa del connesso rischio infortuni.
Il sostegno di Enel
Il sostegno aziendale rappresenta un significativo
riconoscimento per l’Associazione che, con il suo
impegno sociale, contribuisce a testimoniare sul
campo i valori etici tradizionalmente presenti in Enel.
Nel 2005, tale sostegno si è sostanziato nell’erogazione di alcuni importanti servizi e di un contributo
finanziario, che rappresentano un notevole apporto
per la vita dell’Associazione.
Gli aspetti economici
Il rendiconto economico consolidato dell’esercizio
2005, redatto sulla scorta dei rendiconti predisposti
dalla Sede nazionale e dalle 19 Sezioni territoriali, si
10
chiude con una differenza positiva di esercizio pari a
€ 3.686,97, di cui € 1.715,80 maturata presso la
Sede nazionale e da reinvestire ai sensi dell’art. 5
dello Statuto ed € 1.971,17 risultante presso le
Sezioni territoriali quale saldo tra i risultati attivi e
passivi maturati nell’esercizio presso le stesse.
Fonti di finanziamento
Le attività sociali del 2005 sono state finanziate
con risorse provenienti da:
Quote associative
€
371.342,16
Contributi volontari
€
5.563,65
Interessi attivi
€
7.239,10
Altri introiti e sopravvenienze
€
2.637,57
Contributo finanziario
da Enel SpA
€ 128.000,00
Impiego fondi accantonati
per attività programmate
€
92.758,21
Destinazione delle risorse
La rielaborazione delle informazioni contabili contenute nel conto economico evidenzia la seguente
destinazione percentuale delle risorse a disposizione:
A. SPESE STRUTTURA CENTRALE
di cui:
Riunioni organi nazionali
Congressi territoriali e nazionale
per fine quadriennio
Funzionamento
(compreso personale dipendente)
B. SPESE PER ATTIVITÀ SOCIALI
di cui:
34,6%
4,5%
9,1%
21,0%
57,0%
Manifestazioni sociali (raduni, incontri, iniziative
culturali, turistiche, mostre, concorsi, ecc.) 22,3%
Comunicazione ed informazione
9,1%
Funzionalità Sezioni Territoriali
e Nuclei Locali
20,9%
Assistenza e volontariato
4,4%
Iniziative e partecipazioni con altre organizzazioni
di promozione sociale e di volontariato
0,3%
Gli accantonamenti di risorse finanziarie, destinate a
specifiche attività istituzionali differite, ammontano
al 7,5%, mentre il restante 0,9 è rappresentato dall’avanzo di esercizio, da reimpiegare, a norma di
Statuto, in attività sociali.
Non sono ovviamente contabilizzati, perché a titolo
gratuito, le prestazioni volontarie dei Soci ed i servizi offerti da Enel nei vari ambiti territoriali.
previdenza e assistenza
La pensione ai separati e divorziati
er avere diritto alla pensione di reversibilità il coniuge separato per proprio addebito deve avere l’assegno di mantenimento. E l’ex coniuge l’assegno di divorzio. Senza questi assegni “alimentari” si
perde il diritto alla pensione.
Il problema si complica quando a spartirsi la pensione sono due (coniuge ed ex coniuge).
La posizione dei figli nel caso di rottura del matrimonio.
P
Anche il coniuge separato ha diritto alla pensione ai superstiti nel caso in cui il lavoratore o il pensionato passi a miglior vita.
Un tempo c’era netta differenza tra separato per propria colpa e separato per colpa dell’altro. Solo questo secondo soggetto
aveva diritto alla pensione. Il primo non ne aveva diritto, quasi che dovesse scontare una “pena”, derivante dal fatto di essere stato lui a spezzare il vincolo matrimoniale.
In caso di separazione
È chiaro che una discriminazione del genere non poteva continuare ad esistere: la pensione deve prescindere da posizioni “moralistiche”. E infatti la Corte costituzionale, con sentenza n. 286 del 1987, ha confermato che colpa o non colpa
(in ogni caso il nuovo diritto di famiglia ha abolito questo termine e parla solo di addebito) la pensione decorre sempre.
Nel 1989 però i giudici di palazzo della Consulta sono tornati sull’argomento e, con un po’ di marcia indietro, hanno
introdotto una differenziazione tra le due posizioni:
- chi è separato senza addebito ha diritto alla pensione in
ogni caso;
- chi è separato con addebito ha diritto alla pensione solo se
è titolare dell’assegno di mantenimento.
In questo modo la Consulta ha equiparato la posizione del
separato con addebito a quella quel divorziato, come vedremo appresso.
Cosa fare per avere la pensione al decesso del coniuge?
Niente di particolare: si presenta la domanda all’INPS o ad
altro Ente Previdenziale, documentando lo stato di separazione consensuale, o legale, o legale con addebito e con la titolarità dell’assegno di mantenimento, e la domanda si incammina sullo stesso percorso di tutti gli altri coniugi non separati né divorziati. In sostanza, non c’è bisogno di alcuna decisione del Tribunale, come invece può capitare nel divorzio.
In caso di divorzio
A questo proposito ci sono novità in tema di pensione ai
superstiti nel caso di divorzio. La legge n. 263 del 28 dicembre
2005 stabilisce all’art. 5 che si può considerare titolare dell’assegno di divorzio solo colui al quale il tribunale ha effettivamente riconosciuto tale assegno, in base a quanto disposto
dall’art. 5 della legge 898 del 1970 (diritto di famiglia).
Con messaggio 2504/06 l’INPS precisa ai propri uffici che le
domande intese ad ottenere la pensione ai superstiti, presentate da ex coniugi divorziati, devono essere accompagnate dalla
sentenza da cui risulti l’effettiva titolarità dell’assegno divorzile.
In caso di concorso del coniuge divorziato – titolare dell’assegno divorzile – con il coniuge superstite, tenuto conto che
il compito di ripartire la reversibilità tra le due persone compete al tribunale, gli uffici INPS devono procedere alla ripartizione della pensione sulla base di quanto stabilito dal giudice, a partire dal mese successivo a quello della notifica del
provvedimento con il quale il tribunale ha attribuito una
quota di pensione al coniuge divorziato.
Infatti l’INPS non può pagare al coniuge divorziato la quota
di pensione prima della notifica della sentenza, che costituisce giuridicamente il titolo per la determinazione di essa.
Come si divide la pensione?
Quando hanno diritto i due coniugi, come si divide la pensione? A questo interrogativo rispondono la legge, la Corte
costituzionale, la Corte di cassazione, i vari tribunali.
1. La legge dice che la divisione va fatta tenendo conto solo
della durata del matrimonio.
2. La Corte costituzionale allarga il campo decisorio del tribunale e aggiunge di tenere conto anche dello stato di
bisogno della persona.
3. La Corte di cassazione in più sentenze (una anche a
Sezioni unite) boccia il semplice criterio aritmetico della
legge ed introduce un ulteriore elemento di ponderazione:
la durata della convivenza di fatto che ha successivamente dato luogo al secondo matrimonio.
4. La magistratura di merito applica congiuntamente i tre criteri per giungere ad una spartizione della pensione quanto più possibile aderente alla situazione reale degli interessati ed al loro stato di bisogno.
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Molti quesiti
Con l’occasione vogliamo rispondere ad alcune domande che si
presentano di frequente in questa materia che, dato l’elevato
numero di divorzi, sta sempre di più interessando le persone.
Che succede se il lavoratore deceduto lascia, oltre al coniuge
superstite, due ex coniugi, invece di uno? E se oltre ai due
coniugi in vita (coniuge superstite ed ex coniuge) ci sono
anche figli che hanno diritto alla pensione di reversibilità? E
che succede se il coniuge divorziato, titolare di pensione ai
superstiti, si risposa di nuovo, ma dopo qualche tempo divorzia una seconda volta, tornando nella posizione di celibe o
nubile? L’assegno di mantenimento può essere recuperato
sulla pensione, nei casi in cui l’obbligato non lo paga, non
rispettando in tal modo la prescrizione della magistratura?
Tetto di pensione
Per legge il coniuge ha diritto al 60% della pensione spettante al deceduto.
E se i coniugi sono due, in quanto ha titolo alla pensione anche
il coniuge divorziato, il quale era titolare dell’assegno di divorzio? La misura è sempre quella: 60%, da spartire tra le due
persone sulla base della decisione del tribunale. Non è pensabile che si possa pagare il 120% della pensione, raddoppiando la singola quota in relazione al numero dei beneficiari.
Decorrenza della pensione
La quota di pensione da assegnare all’ex coniuge è di stretta competenza del tribunale. L’INPS e gli altri enti previdenziali non possono entrare nel merito di questa decisione e
devono attendere il responso della magistratura. Occorre
perciò che l’ex coniuge si sbrighi a presentare la domanda di
pensione al tribunale. Infatti gli uffici potranno “spezzare” in
due la pensione di reversibilità solo dal mese successivo a
quello nel corso del quale arriva la notifica del tribunale con
l’attribuzione delle due quote di pensione. Fino a quel
momento per gli uffici esiste solo il coniuge superstite ed è a
questa persona che viene pagata l’intera quota (60% della
pensione diretta). Più tardi arriva la decisione, più rate di
pensione vengono perdute.
Decesso o nuove nozze
La persona – sia essa il coniuge superstite o l’ex coniuge –
che si risposa perde immediatamente il diritto alla propria
quota di pensione. Supponiamo che si risposi il vedovo o la
vedova, che riscuote la pensione in team con l’ex coniuge.
In questa ipotesi l’intera pensione, pari al 60% di quella
dovuta al deceduto, va in tasca all’ex coniuge, dal momento che resta la sola persona titolare di diritto.
Il discorso è identico se a sposarsi è l’ex coniuge. In questa
ipotesi, la pensione intera viene pagata al coniuge. Se al
posto delle nuove nozze arriva il decesso di uno dei due, la
conclusione è sempre la stessa.
Doppie nozze, doppio divorzio
È un’ipotesi marginale rispetto alle altre, ma che succede in
12
pratica più di quanto si possa immaginare. Seguiamo le
vicende di una donna che divorzia dal marito, alla quale il
tribunale riconosce l’assegno di divorzio. Alla morte dell’ex
marito la donna ha diritto alla pensione di reversibilità (per
intero se è sola, in condominio se c’è anche un coniuge
rimasto in vita). Dopo qualche tempo la donna si risposa.
Questo fatto le preclude la possibilità di continuare a
riscuotere la pensione, che viene perduta all’istante. Dopo
qualche tempo la donna – che evidentemente non è fatta
per il matrimonio ovvero è sfortunata perché sceglie sempre gli uomini sbagliati – divorzia anche dal secondo marito. Tornando nubile la donna – indipendentemente dal
fatto che sia titolare di un assegno di divorzio, pagato dal
secondo marito, ovvero abbia una pensione ai superstiti
scaturente dal secondo matrimonio – chiede al tribunale la
iniziale pensione ai superstiti. La risposta dei giudici è una
sola: NO. Con il secondo matrimonio la donna ha tagliato
ogni collegamento con il primo marito. E quindi niente pensione ai superstiti, anche se il primo marito muore e non
lascia alcun coniuge in vita, per cui non c’è più alcuna persona ad avere diritto alla pensione di reversibilità.
Un coniuge, più due ex coniugi
Esaminiamo ora il caso di una persona che morendo lascia in
questa valle di lacrime il coniuge e due ex coniugi. Stiamo
parlando perciò di una persona che in pratica s’è sposata tre
volte. Hanno diritto alla pensione in tre, oppure non si può
superare il numero due?
Se tutti e due gli ex coniugi sono titolari dell’assegno di
divorzio, hanno diritto alla pensione in tre.
Ovviamente sempre entro il tetto massimo del 60% della
pensione diretta spettante al defunto.
Ci sono anche i figli
Morendo il lavoratore lascia in vita l’ex coniuge (al quale
pagava l’assegno divorzile), il coniuge e uno/due figli minori
di età. In questo caso hanno diritto alla pensione anche i figli
in concomitanza con i coniugi. Perciò la pensione sarà suddivisa in:
- 60% ai coniugi (la ripartizione intera tra i due sarà stabilita dal tribunale);
- 20% al figlio unico;
- un altro 20% al secondo figlio o a tutti gli altri eventuali figli.
Essendo presenti i coniugi, non potranno avere diritto alla
pensione genitori, fratelli e sorelle, anche se hanno tutti i
requisiti astrattamente chiesti dalla legge per avere titolo al
trattamento.
Assegno di mantenimento
Come porre riparo ad una situazione incresciosa e drammatica che si crea quando l’ex coniuge smette di versare l’assegno di divorzio? Se costui è pensionato il problema è immediatamente risolto. Si va di nuovo dal giudice – dopo avere
inviato una raccomandata (con ricevuta di ritorno) al coniuge inadempiente da almeno 30 giorni – per invitare l’INPS o
qualsiasi altro ente previdenziale a versare direttamente la
somma all’ex coniuge. E gli enti non possono sottrarsi a questo obbligo. C’è comunque un inceppo: all’ex coniuge si può
pagare direttamente una somma mensile al massimo pari
alla metà della pensione. Se l’assegno di mantenimento è più
elevato, l’ex coniuge deve farsi dare l’eccedenza direttamente dal pensionato.
Bruno Benelli
I DIRITTI DEL CONIUGE SEPARATO
SITUAZIONE
DIRITTO ALLA PENSIONE
A QUALI CONDIZIONI
Separato senza addebito personale
Si
Nessuna
Separato con addebito personale
Si
Deve avere l’assegno alimentare
o di mantenimento
I DIRITTI DELL’EX CONIUGE TITOLARE DELL’ASSEGNO DI DIVORZIO
SITUAZIONE
PENSIONE AI SUPERSTITI
Solo ex coniuge
60% della pensione diretta del defunto
Ex coniuge e coniuge
Il giudice assegna una quota ad entrambi, entro il tetto del 60%
della pensione diretta
Ex coniuge, coniuge e figli
I coniugi si dividono il 60% della pensione diretta;
ai figli va il restante 20% (un figlio) o 40% (due o più figli)
Ex coniuge si risposa
Perde il diritto alla pensione
Ex coniuge e coniuge uno dei due si risposa
Chi si risposa perde la pensione e trasferisce la sua quota in capo
all’altra persona
Due ex coniugi e coniuge
Hanno diritto al 60% della pensione diretta, secondo le singole
quote assegnate dal giudice
Ex coniuge si risposa,
poi divorzia una seconda volta
Perde il diritto alla pensione anche quando torna celibe o nubile
Ex coniuge blocca o ritarda il pagamento
dell’assegno di divorzio per creare difficoltà all’altro
Dietro autorizzazione del giudice INPS paga – fino al 50% della pensione –
l’assegno in sostituzione dell’inadempiente
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notizie dall’Anse
Anse viaggia sulla rete
Finalmente la nostra Associazione ha un sito internet. Con
l’attivazione del portale ufficiale, il 15 marzo scorso, l’Anse è
entrata a far parte del web, acquisendo un nuovo strumento
di relazione con i Soci e con il mondo esterno.
Il notevole sforzo organizzativo dell’Associazione e la sensibilità di Enel SpA nel venire incontro alle esigenze manifestate dall’Anse, hanno consentito di ampliare in modo significativo le nostre possibilità di comunicazione, per rendere più
agevole il contatto con il corpo sociale e, più in generale, per
porre nella giusta evidenza le finalità sociali ed il ruolo
dell’Associazione.
Al portale, realizzato a cura di Enel Information & Tecnology,
si può accedere indifferentemente sia mediante un personal
computer collegato ad internet – digitando l’indirizzo
www.anse-enel.it – sia attraverso le postazioni di lavoro
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informatiche collegate alla rete intranet aziendale di Enel,
selezionando dal portale InEnel il collegamento “Vita in
azienda” e quindi “Anse”.
Il sito associativo costituisce un efficace veicolo di informazione sulla missione, sulle attività e sulle iniziative dell’Anse,
consentendo contemporaneamente ai Soci di acquisire informazioni sulle attività e sui servizi loro riservati e di accedere
ai notiziari associativi.
Ormai è incontestabile che la rete internet rappresenti un
moderno, quanto efficace canale di comunicazione, a cui
accede una larga fascia di popolazione comprendente sicuramente anche una vasta schiera di nostri iscritti. Quindi è
uno strumento ideale per poterli raggiungere tempestivamente ed interessarli maggiormente alla vita sociale, attraverso la pubblicazione di documenti e notizie sulle iniziative
promosse ed attuate dai vari livelli organizzativi.
In una organizzazione come quella di Anse, caratterizzata
dalla dislocazione degli iscritti su tutto il territorio nazionale,
la necessità di informare rapidamente tutti i Soci ha sempre
rappresentato un serio problema, alla cui soluzione il sito
può dare un positivo contributo.
E proprio per mettere in luce le peculiarità, la vivacità dell’organizzazione a tutti i livelli ed il fervore delle attività
sociali, abbiamo dato nel portale il giusto rilievo alle Sezioni
ed ai Nuclei, che rappresentano i terminali della fitta rete di
presenze di Anse sul territorio, dedicando alcune pagine del
portale alle informazioni delle unità periferiche.
Lasciamo, a questo punto, ai visitatori il gusto di scoprire i
contenuti del portale, che ci ripromettiamo di rendere sempre
più interessante – sperando di riuscire nell’intento – ed
auguriamo a tutti buona navigazione!
Prospero Figundio
A Gubbio: Seminario dei quadri nazionali e regionali dell’Anse
Il 15 marzo si è svolto a Gubbio un Seminario cui hanno partecipato i vertici associativi.
Riportiamo la relazione del dr. Francesco Ardini, curatore del progetto e conduttore del Seminario, ed un commento sulla giornata del nostro inviato Roberto Porcu.
Un’esperienza complessa tra storie, ruoli e contesti
che cambiano
Quando mi è stato proposto di progettare un percorso (molto
breve: un solo giorno) per il gruppo dirigente dell’Anse il
pensiero si è proiettato quasi immediatamente sul significato della gestione delle persone e sui processi.
Mi sono soffermato su cosa vuol dire essere manager, su
come questo termine centrale, termine chiave, sia definitorio
in sé, oppure su come il termine stesso, slegato da uno specifico contesto, da un ambito reale ed operativo, dai valori e
dalla cultura che caratterizzano una certa identificata realtà,
non risulti, invece, astratto, fuorviante, quasi indeterminato.
A riprova di quanto asserito possiamo notare, nel linguaggio
quotidiano, l’esistenza e la consistenza di alcuni luoghi
comuni molto diffusi. Ad esempio (facendo riferimento ad
un’affermazione diversa, ma della stessa logica): “Chi sa
piazzare saponette… può vendere Ferrari”, ovvero (rispetto
al ruolo manageriale): “Un grande manager, se è tale, sarà
comunque un buon gestore ovunque presti la sua opera”.
Purtroppo dobbiamo ribadire che le semplificazioni, i luoghi
comuni, i Bignami di tutti i tipi spesso rivestono il compito di
tranquillizzarci, di pensare che abbiamo soluzioni che ci permettono di diminuire la nostra ansia, ma nei fatti, alla fine si
rivelano meno efficaci di quanto noi tutti (in forme diverse e
fortemente soggettive) ci auguriamo.
Il secondo aspetto sul quale la progettazione del Seminario
si è soffermato, sia in fase ideativa sia durante la realizzazione, ha riguardato il senso e significato di storia. Storia con la
lettera minuscola, perché non si tratta della storia ufficiale,
quella scritta sui giornali o proposta a posteriori dagli storici.
Si tratta di storia, o meglio di storie, come il percorso di ogni
persona (e quindi anche di chi scrive) e di come la stessa per
ogni persona (ed in questa circostanza nei partecipanti al
seminario) sia passata e passi da una “fase” a un’altra e
come questo cambiamento possa essere stato vissuto; assunto nei suoi significati, nelle sue conseguenze quanto a continuità e discontinuità, analogia o differenza, riproposizione o
rinnovamento. Un percorso, quindi, questo seminario, denso
di storie, dell’intrecciarsi a un certo punto di vite e di esperienze, in cui si miscelano l’esaltazione delle vittorie ed il
peso delle sconfitte, il cumulo delle dimensioni pubbliche e di
quelle private. Il trovarsi in Anse, infine, come sintesi, ma
anche come diversità difficilmente leggibile. Ancora, il significato attuale di un esercizio di direzione, di coordinamento,
di decisione che rimanda ad altri tempi. Quanto tutto ciò stia
dentro la storia già vissuta e quanto sia (e in che modo)
profondamente diverso dalla propria storia precedente,
quanto sia facile o invece difficile non cadere nel canale della
continuità e della reiterazione come se questa fosse normale, naturale, automatica.
Partendo dalla constatazione che i processi di cambiamento
nella vita di tutti noi possano essere più onerosi delle dinamiche di continuità, ho cercato di assumere (e proporre) le
difficoltà di cambiamento (ove questo si sia per qualche
motivo evitato, rimosso, negato) come asse centrale della
proposta seminariale.
Non si trattava di promuovere una negazione dei percorsi
che le persone avevano attivato precedentemente, rispetto
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alle responsabilità che attualmente contraddistinguono i loro
ruoli e le loro funzioni in Anse, ma al contrario partire proprio
da quei percorsi, da quei tempi, da quelle esperienze, da quel
tempo con le sue caratteristiche e peculiarità per poter evidenziare, “vedere” come le stesse possono essere state portate, trasportate troppo meccanicamente nella nuova realtà
senza quella fondamentale operazione che doveva permettere una separazione tra le tante cose che potevano essere un
patrimonio spendibile e quelle che invece avrebbero potuto
risultare devianti, limitative, incongrue.
Si trattava di proporre nel seminario un’azione che permettesse di analizzare, rivisitare, differenziare le dinamiche con le
quali si era gestito il proprio ruolo in un ambiente specifico
(Enel) per anni, con le sue regole, i suoi valori, la sua normativa formale ed informale.
E se una parte di quel ruolo si potesse/dovesse trasportare
nella nuova realtà Anse con i sui significati, con le sue dimensioni valoriali, con la specifica cultura dell’associazionismo,
dall’altro cosa si dovesse invece “lasciare”, “abbandonare”,
“superare” delle precedenti esperienze, quali aspetti non
erano traghettabili, quali sarebbero (sono) divenuti aspetti di
blocco, impedimento, ostacolo operativo.
L’ultimo spunto che ritenevo utile proporre riguardava (ed ha
riguardato) la possibilità in Anse di promuovere una cultura
del volontariato, e non solo nei termini classici in cui è già
A Gubbio...
per un momento di riflessione
“Tutti abbiamo bisogno di manutenzione se vogliamo favorire una tendenziale crescita e prevenire ridimensionamenti”,
questa la premessa del dottor Francesco Ardini, sociologo e
psicologo esperto in formazione e analisi organizzativa,
all’incontro organizzato dalla Presidenza Nazionale di Anse,
che si è svolto il 15 marzo a Gubbio. All’evento sono stati
coinvolti i vertici dell’Associazione, dal Comitato direttivo ai
Presidenti di Sezione territoriale e agli altri Organi. Il
Presidente Franco Pardini ha definito l’iniziativa come un
momento di riflessione sulla nostra organizzazione, che è
stata voluta per fare il punto sulla dialettica dell’Anse, in prospettiva del raggiungimento di finalità istituzionali, con l’ausilio di strategie concrete ed efficaci.
Le teorie e i temi esposti da Ardini, che ha gestito e modulato l’incontro, hanno affascinato una platea quanto mai eterogenea per esperienze di vita e di professione.
Tanto che, dopo l’esposizione, le sue metodologie per individuare i problemi reali che investono l’Anse, migliorarne l’approccio e individuarne la soluzione sono sembrate semplici
ma estremamente efficaci. Tra le preoccupazioni del mondo
Anse, è stato dato risalto alla diminuzione degli iscritti, all’individuazione degli strumenti validi per migliorare il volontariato e alla ricerca di nuove iniziative che coinvolgano i Soci.
Al riguardo si è sottolineato che ogni scelta che si compie
comporta sempre una qualche perdita e questa è anche una
costante che tutti possiamo sperimentare nella vita di ogni
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fortemente presenti dentro l’Associazione.
Quella che appariva utile era una lettura più complessa della
dimensione del volontariato.
Si trattava di modificare l’approccio relazionale nei gruppi
dirigenti, migliorare le relazioni interpersonali ed interfunzionali come progetto applicativo di un volontariato autentico,
far lievitare una cultura della relazione reciproca di tipo “virtuoso” all’interno della quale si proponeva di lavorare, pur
nella dialettica della diversità, privilegiando lo spirito di servizio e valorizzando la disponibilità degli Associati e le finalità di Anse. Il tutto rispetto ai pericoli, sempre in agguato, di
esaltazione del conflitto, dell’apologia dell’appartenenza vissuta come ostilità contro qualcuno, della valorizzazione della
dimensione contro rispetto alla necessità di un sano e vitale
approccio proattivo.
Questo, in sintesi lo spirito del progetto, questi gli obiettivi.
Con la mente attenta ai referenti: Enel, gli Associati e i bisogni ai quali Anse intende rispondere.
In conclusione, un’esperienza complessa tra storie, ruoli e
contesti che cambiano, resa possibile dall’elevata disponibilità dei partecipanti, dalla qualità dei loro contributi e dal
coraggio mostrato nel mettersi comunque in gioco.
Francesco Ardini
giorno. È stato dato spazio anche a una esercitazione, dalla
quale è emerso come la maggioranza dei presenti vedesse
l’organizzazione di ieri come una “squadra”, mentre quella
di oggi un “arcipelago”. Al riguardo Ardini ha sottolineato la
necessità per i dirigenti di adoperarsi per costruire i ponti
necessari per facilitare l’amalgama delle “isole”.
Particolarmente interessante il dibattito sul volontariato;
questo deve contrastare il malessere e costruire occasioni di
benessere. Condivisa da tutti la considerazione che il volontariato è il valore aggiunto di Anse, pur con le notevoli difficoltà che si incontrano nel coinvolgimento dei Soci, specie
per quelli che ancora non vi si dedicano. Eppure è risaputo
che chi pratica il volontariato aiuta prima di tutto se stesso,
facendo crescere la propria individualità e autostima.
Francesco Ardini non ha dato soluzioni ai nostri problemi, ma
ci ha sicuramente aiutato a vederne i confini e a cercare adeguati strumenti e strategie per risolverli. Il compito, certa-
mente complesso per i partecipanti, rimane quello di trasferire alle Sezioni ed ai Nuclei i concetti recepiti, onde stimolare e coinvolgere tutti in una concreta azione di rilancio
dell’Associazione, pur tenendo conto della crisi che colpisce
oggi tutte le istituzioni analoghe. Che una soluzione non sia
proprio quella di intensificare anche sul territorio i rapporti
con seniores di gruppi omologhi? Proviamoci!
Prima di concludere questa nota consentite di esprimere un sincero ringraziamento a chi ha organizzato l’incontro, ma soprattutto all’amico e collega Gino Bigatti (Maestro del Lavoro) per
l’ospitalità in terra Eugubina e anche per averci ricordato che
proprio a Gubbio esiste “l’albero di Natale più grande del
mondo” che dal 1991 è entrato nel Guinness dei primati e al
cui allestimento sottolinea con orgoglio di aver contribuito con
numerosi amici. Grazie Gino ed arrivederci a Gubbio.
Roberto Porcu
Giovanni Righetti: il maestro che siede accanto all’allievo
Giovanni Righetti, un maestro d’eccezione, svolge da cinque
anni un corso di pittura, presso la sede del Nucleo Anse di
Como. Una firma conosciuta non solo in Italia, dal momento
che diverse sue opere si trovano presso gallerie e collezioni
private in Inghilterra, Francia, Svizzera e Stati Uniti.
L’approccio di Righetti con gli allievi è tale da suscitare entusiasmo fin dai primi contatti.
Con molta disponibilità il maestro si pone a tu-per-tu con chi
vuole apprendere i primi indirizzi della pittura, prende l’allievo quasi per mano, lo guida alla scelta del soggetto e con
gradualità lo introduce alle tecniche che, poi, costituiscono la
base per l’opera da realizzare.
Oltre che artista di fama, Righetti è un sottile psicologo.
Dice che in tutti noi c’è un sopito estro creativo e compito del
maestro è, prima di tutto, quello di risvegliare le talvolta sconosciute capacità e stimolare la passione in modo da raggiungere un primo risultato. A questo punto la strada si spiana, tutto diventa più facile e il problema è soltanto quello di
affinare gli indirizzi e le tecniche.
“Nessuno nasce artista, ad eccezione di pochi geni che sono
entrati nella storia, ma tutti abbiamo la possibilità di diventarlo – suole ripetere Righetti – basta scatenare la passione
e dar sostanza all’entusiasmo”.
E il maestro, primo fra tutti, è un grande entusiasta.
La sua è stata una vita dedicata all’arte fin da piccolo, quando a 10 anni copiava le opere dei grandi pittori e negli anni
successivi quando, prigioniero in Inghilterra, si era deicato
alla scenografia allestendo i quadri che avrebbero fatto da
sfondo agli spettacoli di un’improvvisata compagnia di rivista
per i militari della seconda guerra mondiale.
Righetti ama definirsi un autodidatta, non ostenta titoli accademici, ma ha la soddisfazione di aver raggiunto prestigiosi
traguardi grazie alle capacità personali e all’eccezionale estro
creativo, con una nuova forma espressiva, da lui stesso creata,
entrata a far parte dell’arte figurativa contemporanea. La chiama “simbolismo altro”, dove l’immagine rappresentata è solo
il presupposto creativo in essa contenuto che la giustifica.
Così, più che un’aula d’insegnamento, la sala della sede Anse
di via Regina diventa un laboratorio creativo dove ci si confronta amabilmente e, grazie alla saggezza del maestro,
viene stimolata la passione per l’arte.
Vale la pena di provare, il resto verrà da sé, settimana dopo
settimana…
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Emergenza sangue in Umbria: aiuti dai dipendenti Enel
La donazione di sangue è un tema molto sentito dai dipendenti e seniores Enel, tanto che, ormai da trent’anni, alcuni
di loro hanno costituito un Gruppo Enel Donatori di Sangue.
Obiettivo dell’associazione è quello di far fronte alle necessità dei dipendenti e dei loro familiari.
Con questo proposito, lo scorso 31 marzo, a Lidarno
(Perugia), nel centro sociale dell’ARCA, il Gruppo Enel
Donatori di Sangue dell’Umbria, ha tenuto la 15° edizione
della festa annuale della propria associazione. Questa è stata
un’occasione sia per premiare i donatori che più si sono
distinti per la propria sensibilità e disponibilità, sia per fare il
punto sulla questione dell’emergenza sangue in Umbria.
Oggi siamo orgogliosi di dire che, dopo una fase di continua
crescita, la nostra associazione è arrivata ad essere un importante partner per i Centri trasfusionali di Perugia, Città di
Castello, Foligno.
Dal 2005 è stata allargata l’attività a tutta la Regione
dell’Umbria, cercando di coinvolgere non solo i dipendenti Enel
e relativi familiari, ma anche operatori vicini al settore elettrico.
Di recente poi è stata siglata una convenzione con l’AVIS
Umbria, pur mantenendo la propria autonomia e identità. I
Donatori Enel, associati al Gruppo, per poter donare il sangue devono recarsi presso i Centri Trasfusionali dell’Umbria,
fare la donazione e dichiarare l’appartenenza al Gruppo.
L’associazione inoltre gode del Patrocinio dell’ARCA e
dell’Anse dell’Umbria, che sostengono il Gruppo nelle sue
molteplici attività.
Nel corso della manifestazione sono stati premiati alcuni
donatori che si sono distinti per il numero delle donazioni
effettuate, tra cui Fausto Tucci, Fabrizio Bottoni, Giacomo
Buttiglia, Gilberto Carletti, Alessandro Meniconi e Paolo
Conti.
Il responsabile del Gruppo, dottor Enzo Severini, al termine
della manifestazione, ha sollecitato i presenti a proseguire
l’attività di volontariato, cercando di coinvolgere il maggior
numero di associati.
Convivio Valentiniano del Nucleo di Terni
Un “Convivio Valentiniano” per celebrare il Santo protettore
degli innamorati. È questo l’intento dei Soci del Nucleo di
Terni, che già da alcuni anni organizzano questa manifestazione in occasione delle giornate che la città di Terni celebra
in onore del proprio Patrono, S. Valentino appunto, primo
Vescovo di Terni, la cui festa ricorre il 14 febbraio.
San Valentino è noto in tutto il mondo come patrono degli
innamorati e tale titolo nasce da alcune leggende.
Un giorno San Valentino sentendo bisticciare due giovani
fidanzati, che stavano passando al di là della siepe del suo
giardino, uscì loro incontro tenendo in mano una bella
rosa. Il capo canuto, il volto sereno e sorridente del buon
vecchio e quella rosa, tenuta in alto col gesto di donarla,
ebbero il magico potere di calmare i due innamorati in
lite. Quando poi egli, donando realmente quel purpureo
fiore, volle che tutti e due insieme stringessero il gambo
con cautela per non pungersi e spiegò il "cor unum" di
due persone sposate, l'amore era tornato come prima.
I due tornarono poi da lui finché, come desiderava, fu
proprio il Santo Vescovo a benedire il loro felicissimo
matrimonio.
La cosa si riseppe e allora fu una processione ad invocare
il patrocinio di lui sulle famiglie da fondare. Il Vescovo,
però, aveva anche altre occupazioni pastorali alle quali
accudire, perciò stabilì per quella benedizione il quattordici del mese. Ed il quattordici del mese è restato, ma
ristretto a quello di febbraio, perché in quel giorno egli
andò a celebrare le sue nozze in Paradiso.
C'era una bella ragazza di nome Serapia, la quale abitava
in una piazza di Terni, l'attuale Piazza Clai. Passando spesso di lì, un giovane centurione romano, di nome Sabino,
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la osservò più volte, se ne innamorò e la chiese in sposa.
I parenti di lei, però, non volevano, perché Sabino era
pagano mentre loro erano tutti cristiani. Allora lei gli suggerì di andare dal loro Vescovo, farsi istruire ben bene e
battezzarsi. Cosa che egli fece per amore di lei. Ma quando questo ostacolo era stato sormontato, ne sorse uno
grandissimo. Si scoprì che Serapia era affetta da una
forma di tisi molto avanzata. Disperazione dei genitori e
del giovane legionario romano. Fatto venire il santo
Vescovo presso il letto della moribonda, Sabino supplicò il
Santo che non permettesse che egli si separasse dalla sua
amata. La vita gli sarebbe riuscita un lungo martirio insopportabile. Valentino alzò le mani e la voce al Padre di tutti.
Ed un sonno beatificante unì per l'eternità quei due cuori
dal palpito sincrono, mentre si stringevano per l'eternità.
Proprio per aver celebrato il matrimonio tra una giovane
cristiana ed un legionario pagano, S. Valentino divenne il
protettore degli innamorati. Tutti chiedevano la benedizione
nuziale del Santo, ricordata oggi dalla Festa della Promessa.
Ogni anno, nella basilica dedicata a San Valentino, centinaia
di futuri sposi danno vita a questa cerimonia, scambiandosi
una “promessa" d'amore. Due momenti sono poi dedicati
agli sposi che, raggiunto un traguardo d'argento e d'oro,
vogliono rinnovare l'impegno della loro unione.
In tale clima anche quest’anno si è celebrata la manifestazione organizzata dai Soci di Terni, nel corso della quale sono
stati offerti alcuni omaggi alle signore presenti nel segno dell’amore e della felicità di coppia.
L’Anse Sardegna ed il pittore Filippo Figari
La Sezione Sardegna vuole manifestare tutta la sua soddisfazione per essere riuscita a riportare a Cagliari tre opere del
noto pittore cagliaritano Filippo Figari (1885-1973).
Vogliamo raccontare sinteticamente questa storia.
La SES (Società Elettrica Sarda) nella fine degli anni ’20 commissionò al pittore cagliaritano tre opere che raffigurassero gli
impianti idroelettrici della Sardegna: Coghinas-FlumendosaTirso, che erano elementi determinanti in quei tempi per la produzione di energia elettrica e quindi per lo sviluppo dell’isola.
Le opere arredarono per circa trenta anni il salone utenti del
palazzo “Tirso”, sede della società, in piazza Deffenu a Cagliari.
Con l’istituzione di Enel, nel 1962, la SES fu nazionalizzata e,
mentre l’immobile del palazzo Tirso rimase ai privati, gli arredi
passarono a Enel. Le tele di Figari, in un primo tempo depositate in un archivio, furono poi, grazie anche all’interessamento di dirigenti, impiegati ed operai, alcuni anche soci UGLAE,
ripulite, incorniciate (grazie a Savino Melis) e sistemate come
prezioso arredo negli uffici della Direzione del Compartimento
di Cagliari nella stessa piazza Deffenu, nella nuova sede Enel
a fianco del vecchio palazzo Tirso. Qui rimasero, “coccolate” da
tutto il personale e ammirate da numerosi visitatori, fino al
2001 quando furono temporaneamente trasferite alla sede
nazionale di Enel a Roma.
Fin da allora l’Anse della Sardegna cominciò a coinvolgere i
vertici nazionali dell’Azienda per riavere a Cagliari le opere che
erano parte della memoria storica dell’elettricità dell’isola.
Importante la collaborazione di Marco Manfredini, Vice
Presidente Anse, la disponibilità del dr. Paolo Barberis e della
Direzione della Comunicazione Enel, che hanno consentito il
ritorno delle opere a casa, dal 21 aprile scorso in custodia alla
Sezione sarda di Anse. Le tre tele, grazie anche alla comprensione della Responsabile dell’Area Servizi Enel, l’amica
Riccarda Orani, sono state momentaneamente sistemate agli
ingressi della sede, in attesa del completamento della ristrutturazione in corso che consentirà di posizionarle in locali degni
della loro importanza. In questo Notiziario vogliamo ricordare
che le opere del Figari arredano importanti palazzi di Cagliari
come il Municipio, la Fiera internazionale, la Cattedrale, etc. e
ora le tre allegorie sui bacini idroelettrici, come scritto nelle
guide, sono nuovamente gelosamente custodite nella sede
Enel di piazza Deffenu.
I seniores sardi, continuando nel loro impegno per la tutela
della memoria storica, si sono posti anche l’obbiettivo di evitare che la lapide ubicata presso la vecchia diga di S. Chiara sul
Tirso al momento dell’inaugurazione (1923) finisca sommersa
dall’acqua del fiume quando sarà completato l’invaso che consentirà l’utilizzo a regime della nuova diga di Busachi. Al
riguardo sono stati già intrapresi contatti con la precedente
Amministrazione provinciale di Oristano nonché col locale
Consorzio Industriale e si proseguirà su questa strada con le
rinnovate Istituzioni, fiduciosi di avere comprensione e disponibilità per poter conservare un altro documento della storia
dell’energia elettrica della Sardegna.
Roberto Porcu
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La Sezione Liguria visita la Sardegna
Se chiedete a un ligure quale sia la più bella regione d’Italia,
vi sentirete certamente rispondere che è la Liguria: per lo
splendore del mare, le caratteristiche città e borghi, la raggiungibilità dei luoghi, l’operosità della popolazione. Ma se
la stessa domanda la ponete a uno qualsiasi dei 48 Soci della
Sezione Anse Liguria che hanno partecipato al giro della
Sardegna – dal 27 aprile al 4 maggio – la risposta sarà sicuramente che anche questa grande isola è davvero bellissima!
La finalità del viaggio non era tanto quella di percorrere itinerari turistici in parte noti ai più, ma quella di introdurre i
Soci partecipanti alla conoscenza di usi e costumi della popolazione locale e dare una chiave di lettura alle caratteristiche
diversità rispetto ai “continentali”.
Partiti da Genova a bordo di un confortevolissimo traghetto, i
nostri Soci sono giunti a Porto Torres ove hanno incontrato i colleghi del Nucleo di Sassari; l’incontro è stato purtroppo breve, a
causa dell’intenso programma previsto, ma molto apprezzato.
Successivamente i responsabili di Enel li hanno guidati alla
visita della Centrale Eolica dell’Alta Nurra, illustrando quanto si è fatto nel campo della produzione di energia elettrica
da fonti alternative ed in particolare dal vento. L’eleganza dei
gruppi generatori (quelli a tre pale in particolare), il bassissimo livello di rumore, l’impatto sull’ambiente praticamente
nullo, hanno suscitato nei Soci grande rammarico per il fatto
che l’industria italiana non ha insistito nelle ricerca nel settore eolico, ormai incontrastato dominio dei Paesi nord europei
ed oggi risorsa sempre più interessante nella grave situazione energetica nazionale.
L’imponente rocca di Castelsardo ha poi accolto i visitatori
con l’azzurro del suo mare ed il volo fittissimo dei gabbiani:
che sia stato un saluto dedicato agli eredi degli antichi fondatori della fortezza?
Passando poi da S. Teresa di Gallura e Palau, la comitiva è
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giunta ad Arzachena e – successivamente – sulla Costa
Smeralda. I Liguri, vittime in certi casi di “rapalizzazioni” selvagge, hanno così potuto toccar con mano come una natura
splendida ed incontaminata, quale era quella di Porto Cervo,
Cala di Volpe e Capriccioli, possa essere trasformata e falsificata dalla prepotenza dell’uomo continentale (specie se coperto da grandi risorse economiche e protezioni politiche). Hanno
invece suscitato grande interesse ed ammirazione il Museo del
Costume di Nuoro ed i “murales”, simpaticamente irriverenti
di Orgosolo: il Supramonte ha poi riservato la sorpresa di un
pranzo, nel cuore di una foresta di querce da sughero, servito
dai pastori su dei semplici taglieri di legno e senza posate! In
compenso il porcello e l’agnello erano squisiti, così come il vino
e il “filuferru” (la tipica grappa dei pastori).
L’antica Sardegna protostorica si è esibita poi durante la visita al quasi intatto Nuraghe Losa, impressionante nelle sue
geometrie difensive – risalenti al primo millennio a.C. – e
nelle dimensioni strutturali.
Dopo Cagliari che cosa ci si può aspettare di meglio se non
una splendida mareggiata a Fontanamare di Iglesias?
Il gruppo imbarcatosi sul traghetto a Portoscuso è arrivato a
Carloforte nell’isola di S. Pietro, cittadina ove il dialetto non
è sardo, ma ligure! Un simpatico novantenne ha voluto fare
una rimpatriata salendo sul pullman e pilotando la comitiva
nei punti più significativi e panoramici dell’isola, intrattenendo i partecipanti e raccontando (in ligure ovviamente) le proprie avventure marinare.
A Cagliari il primo maggio si svolge, ininterrottamente dal
1656, la processione votiva per ringraziare S. Efisio che ha
salvato dalla peste la popolazione dell’intera isola: migliaia di
uomini, donne e bambini che indossano gli abiti ricchissimi e
tipici del loro Comune, tutti diversi tra loro, su carri recanti le
masserizie della tradizione e trainati da imponenti buoi,
adorni di ghirlande di fiori, o su scalpitanti cavalli, precedendo la statua del Santo, hanno sfilato davanti alla tribuna su
cui aveva preso posto il gruppo dei nostri Soci.
L’occasione è stata buona per visitare anche l’antica città di
Cagliari e ricordare la storia dai tempi dell’antica Roma all’unità d’Italia. La giornata si è conclusa con una tipica cena
sarda all’aperto a Maracalagonis, allietata da musiche, canti
e danze locali e nel corso della quale i rappresentanti Anse
della Sardegna hanno consegnato a quelli della Liguria una
simpatica targa e dedicato una poesia, a testimonianza dell’affetto reciproco che lega i Soci Sardi e Liguri.
L’isola di S. Antioco con le sue antiche catacombe ha fatto da
contrappunto alla modernissima struttura della cantina di
Santadi, nota produttrice di vino “Carignano”, agli sterminati vigneti del “Vermentino” della Gallura, alle botteghe artigiane e al laboratorio Marogna per la lavorazione del corallo e della filigrana ubicati nella città di Alghero, dalla caratteristica struttura spagnoleggiante.
Le cose viste nel viaggio sono state così tante ed affascinanti, la popolazione così simpatica, che molti Soci, magari
organizzandosi individualmente, saranno tentati dal ritornare per approfondire la conoscenza dei luoghi.
Un ringraziamento la comitiva lo ha rivolto ai colleghi della
Sardegna che hanno indirizzato ed assistito il gruppo, sia
nella scelta dell’itinerario sia nell’organizzazione del viaggio.
A buon rendere.
Renzo Benedetti
Cucullo e il rito dei serpari
L’Italia è piena di paesi dove, tramandati di generazione in
generazione, si celebrano ogni anno riti religiosi e folkloristici legati al culto dei santi, ma che risentono anche
delle tradizioni pagane.
Uno di questi è Cocullo, borgo abruzzese, dove ogni
primo giovedì del mese di maggio si ripete il rito dei serpari in onore di San Domenico.
Il paese e i dintorni
Cocullo, situata in territorio peligno, al confine con la regione dei Marsi, ha origini antiche che si fanno risalire alla città
di Koukoulon, che lo storico Strabone, vissuto nel 45 A.C.,
colloca vicino al percorso della strada consolare Valeria, la
congiunzione tra Roma e la costa adriatica.
Dopo gli scavi archeologici effettuati nella frazione Casale,
sono state rinvenute statuette che raffigurano il Dio Ercole,
testimonianze di insediamenti in epoca pre-romanica.
Al centro del paese, nel punto più alto, si erge la torre
medioevale databile al XII secolo, l’elemento architettonico
meglio conservato e più importante di tutto il borgo fortificato, appartenuto al feudo dei conti di Celano. La chiesa della
Madonna delle Grazie, edificata sui resti di un tempio dedicato a Giove, incornicia la piazza principale.
Chi va a Cocullo non può fare a meno di affacciarsi nella vicina Anversa, luogo ricco di testimonianze storico-artistiche e
visitare l’Oasi Naturale delle Gole del Sagittario. Qui è presente una notevole varietà avifaunistica: l’aquila reale, il
falco pellegrino, il gracchio corallino ed il bellissimo picchio
muraiolo, simbolo della stessa Oasi.
Merita anche attenzione una escursione sul Monte Genzana
(2.179 mt. sl.m.) che è così chiamato per l’abbondante fioritura di genziana.
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San Domenico e la sua Chiesa
Ma ora ritorniamo a Cocullo, dove il monumento che più ci
interessa è la chiesa di San Domenico. Da tempo immemorabile, ogni anno si celebrano liturgie religiose in onore del
Santo, al termine delle quali si rinnova il secolare rito dei serpari, la cui notorietà ha ormai superato i confini nazionali.
San Domenico, tipico personaggio dell’epoca medioevale,
nacque probabilmente nel 951 a Colfiorano nei pressi di
Foligno e morì a Sora nel 1031.
Visse nell’atmosfera della spiritualità monastica benedettina
dedicandosi alla fondazione di eremi e conventi in Abruzzo e
nel Lazio e divenendo punto di riferimento spirituale per le
popolazioni pastorali e rurali del Centro Italia; a Cocullo
passò intorno all’anno mille.
Nel Santuario si conservano due sue reliquie: un dente molare, racchiuso in una teca, che viene baciata o posta sulla
parte del corpo da guarire e il ferro della sua mucca che viene
usato per marcare o toccare gli animali affinché siano preservati dai pericoli che la particolare ed aspra natura dei luoghi
rende più frequenti.
All’interno della Chiesa, la cappella di San Domenico è posta
davanti ad una piccola grotticella scavata nella roccia dove i
fedeli raccolgono la terra benedetta per usi rituali; sulla sinistra, si trova una campanella con una corda che viene tirata
dai credenti con i denti per evitarne i dolori.
La festa ed il rito dei serpari
Col disgelo, quando il tepore primaverile incomincia a riscaldare la terra, i serpari vanno a setacciare la campagna palmo
a palmo alla ricerca di cervoni, saettoni, bisce dal collare e
biacchi, rettili che andranno ad adornare la statua di San
Domenico il primo giovedì di maggio.
Sono serpenti innocui che, una volta catturati, vengono
custoditi dentro cassette di legno per essere liberati nel loro
habitat subito dopo la celebrazione del rito.
Il Serparo, citato anche da D’Annunzio, trae la sua arte dall’antica stirpe dei Marsi il cui nome vuol dire maneggiatore
di serpenti.
Ad annunciare la festa è l’arrivo delle compagnie di pellegrini, dal Lazio, dalla Campania e dal Molise, i quali si recano
nella Chiesa cantando inni di devozione, accompagnati dal
suono delle zampogne. Al termine della messa i fedeli escono dalla Chiesa senza mai dare le spalle a San Domenico.
La piazza è il punto di ritrovo dei serpari che, nell’attesa della
processione, mostrano con orgoglio i rettili catturati; in molti,
tra i pellegrini ed i turisti presenti, vincendo antiche ed oscure
paure, si lasciano convincere a toccarli per una foto ricordo.
All’uscita, sul sagrato, il simulacro del Santo, portato a braccia da quattro fedeli, viene adornato con decine di serpenti
guizzanti; ha, quindi, inizio la lunga processione che tocca
quasi tutto il paese.
La statua è preceduta dalla banda, dai carabinieri in alta
uniforme e da due ragazze in costume che portano in un
cesto i ciambellati, cinque dolci rituali preparati proprio per la
festa, che vengono poi donati ai “portatori”, e dagli stessi
serpari che portano rettili al collo e sulle braccia.
Un’antica leggenda narra che, se i serpenti adagiati sul Santo
si muovono lentamente, avvolgendogli il collo è buon segno.
Se invece si muovono verso le braccia è segno funesto.
Domenico Tresca
Maestri del lavoro 2006
In occasione del 1° maggio diversi Soci sono stati insigniti del riconoscimento della Stella al merito del Lavoro.
Riportiamo, con i complimenti della redazione, i nominativi dei nuovi Maestri, ai quali il Presidente nazionale Franco Pardini
ha inviato una lettera di compiacimento.
Maestri del Lavoro
Sezione
Maestri del Lavoro
Sezione
Giorgio SANSON
Giampaolo VITALI
Adriano DEL BEN
Paolo Alberto MACCHI
Giordana VENTURI
Alessandro CONTESSA
Flora LEOMBRUNI
Carlo GIORDANA
Pierino ESPOSITO
Lucia Anna DANIELE
Giorgio IZZI
Gino SCASSERRA
Gaetano CAPUANO
Remo DI PACE
Piemonte Valle d’Aosta
Lombardia
Friuli-Venezia Giulia
Emilia Romagna
Toscana
Umbria
Umbria
Lazio
Abruzzo
Molise
Molise
Molise
Campania
Campania
Teodoro BALDACCI
Vito CARBONARA
Ettore GUARESCHI
Michele CATALANI
Claudio ORGA
Tommaso SANTERAMO
Angelo MERCURI
Adriano SPAGNOLO
Paolo MORINI
Michele COTTONE
Sebasiano Vincenzo PANEBIANCO
Crispino SCAGLIOLA
Maria Bonaria PLAISANT
Puglia
Puglia
Puglia
Basilicata
Basilicata
Basilicata
Calabria
Calabria
Calabria
Sicilia
Sicilia
Sicilia
Sardegna
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Un omaggio a Dante… anche dall’Anse
“100 canti per Firenze” ovvero… all’improvviso Dante.
Questo il titolo dello spettacolo fiorentino, che si è svolto lo
scorso 12 maggio, per celebrare il Sommo Poeta.
L’intento, ben riuscito, è stato quello di riportare Dante
Alighieri e la sua Divina Commedia nel cuore della città.
A ciò hanno provveduto cento cantori dai dieci agli
ottant’anni – alcuni noti al pubblico fiorentino – che, da una
postazione nel centro storico assegnata dall’organizzazione,
rivolgendosi ai passanti, concittadini e turisti, hanno letto e
declamato il canto che era loro toccato in sorte.
Ha iniziato il Presidente della Provincia Matteo Renzi, leggendo il primo canto di fronte alla Casa di Dante, mentre alla
radio ha dato voce al suo canto il Cardinale Antonelli.
La manifestazione si è conclusa in prima serata nel Battistero
(il dantesco bel S. Giovanni), dove un coro di cento voci, guidato dal regista Franco Palmieri, ha rivolto al folto pubblico e
al cielo il 33° canto del Paradiso, quasi una preghiera.
Molti gli applausi: globalmente l’iniziativa ha riscosso un ottimo successo, come testimoniato dal servizio mandato in
onda da Raitre. Tra scrittori, politici, commentatori televisivi e
uomini di cultura, anche l’Anse ha dato il suo contributo con tre
Soci tra i cantori: Gianna Giovannini, Fabio Degl’Innocenti e
Giovanni Pacini. Complimenti!
Francesco Zito
Doniamo un sorriso a chi non ride più
Ognuno si dovrebbe impegnare a far sorridere chi, per varie
circostanze, non sorride più. Con questa premessa si è aperta a Napoli, su iniziativa della Sezione Campania, la giornata del volontariato.
Alla manifestazione hanno partecipato, per la Comunità di
Sant’Egidio, Anna Ruocco, il geriatra prof. Riccardo Muscherà
dell’Ospedale Cardarelli, una rappresentanza degli studenti
dell’Istituto Tecnico Industriale del “Villaggio dei Ragazzi di
Maddaloni”, accompagnati dal Dirigente Scolastico Giusto
Nardi, e Paola Migliaccio per Enel Comunicazione della
Sardegna, Abruzzo, Campania e Molise.
Lo scopo dell’iniziativa, come ha illustrato nel portare il saluto ai convenuti il Presidente della Sezione Eugenio Serra, è
proprio quello di creare momenti in cui si rendano visibili gli
obiettivi e le finalità del volontariato che arricchisce l’Anse.
Questo, essendo un valore assoluto, aiuta chi ne ha bisogno
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a reagire alle difficoltà e trova soluzioni nuove per problemi
già esistenti. È necessario che esso diventi un impegno istituzionale della nostra Associazione.
La dott.ssa Anna Ruocco ha tenuto un’interessante relazione sul progetto “A casa è meglio” ed ha evidenziato che la
sfida maggiore che si presenta per i prossimi anni alle
società civili è essenzialmente il divario esistente tra le
aspettative di vita attiva e il reale contesto della nostra
nazione. In Italia si vede una forte crescita della popolazione anziana, al punto che nel 1998 il nostro è stato il primo
paese europeo in cui il numero degli anziani con oltre 65
anni ha superato quello dei ragazzi con meno di 15 anni.
Ciò impone serie politiche sociali tendenti a promuovere iniziative che invitino a “Rimanere a casa propria da anziani”
ed è espressione di una proposta umana che riguarda gli
anziani di oggi e di domani. Il prof. Muscherà ha poi sottolineato che in Campania la vita degli anziani è difficile, la
maggior parte di loro sono persone povere (l’indice di
povertà è tre volte maggiore rispetto a quello del CentroNord) ed i servizi sociali sono pochi. Di fronte a queste difficoltà, il volontariato diventa un servizio essenziale e ognuno si deve sentire impegnato a far sorridere chi, per varie circostanze, non sorride più.
Ha quindi preso la parola il coordinatore del gruppo volontariato Anse Campania, Giovanni Adamo (membro anche del
Comitato direttivo nazionale), che ha illustrato lo stato attuale e le prospettive a breve del volontariato in Campania.
Sono state, infine, consegnate dal Presidente Serra targhe di
riconoscimento a cinque nostri Associati (per ciascuno dei
quali è stata letta la motivazione del riconoscimento):
Pasquale Giordano, Aniello Ronga, Gaetano Toscano
Emanuele Piacente e Giuseppe Curatoli (gli ultimi due Soci
sono anche stati premiati alla Manifestazione nazionale di
Metaponto): tutti hanno sviluppato in maniera silenziosa ed
autonoma azioni di solidarietà.
Pasquale Cutino
Un rifugio confortevole per i chi assiste i pazienti: l’esempio del Monaldi
È una casa pensata per accogliere in maniera gratuita e confortevole i parenti degli ammalati, quella che verrà costruita nel
parco dell’ospedale Monaldi di Napoli, a cura dell’associazione
Onlus Maria Rosaria Sifo Ronga. Questo è stato l’annuncio ufficiale che il Direttore Generale del Monaldi, il prof. Tullio Cusano,
ha dato il 17 marzo in una conferenza stampa, in cui è stato illustrato anche il progetto “Doniamo un Cuore al Monaldi”.
La casa, immersa nel verde del parco dell’ospedale, sarà costituita da un prefabbricato in legno e avrà sei luminose e comode
camere da letto, un soggiorno, una cucina, una lavanderia e tre
bagni che assicureranno alle persone ospitate il massimo del
comfort ed il più stretto collegamento con l’ospedale.
Grazie anche al sostegno di EnelCuore Onlus – che gestisce le
iniziative di solidarietà dell’Azienda – la casa potrà accogliere i
primi ospiti a partire dalla fine del 2006.
Alla conferenza hanno partecipato il dott. Nello Ronga,
Presidente dell’Associazione che oltre alla costruzione
gestirà la struttura, il dott. Franco Gizzi di Enel
Comunicazione della Sardegna, Abruzzo, Campania e Molise
in rappresentanza di EnelCuore ed Eugenio Serra, Presidente
della Sezione Campania dell’Anse, che provvederà per la
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manutenzione ordinaria del prefabbricato.
Tutti gli intervenuti sono convinti che l’iniziativa dell’associazione costituisce un nuovo esempio di come fare sanità.
Il prof. Cusano ha ribadito che il compito principale dell’ospedale è quello di curare i pazienti, ma in questo modo è possibile
andare incontro anche ai bisogni dei parenti che desiderano
essere al fianco dei propri cari nei momenti particolarmente difficili.
“Siamo molto grati – ha dichiarato Nello Ronga in chiusura della
conferenza – al prof. Cusano per la disponibilità mostrata
dall’Azienda ospedaliera Monaldi che fornirà gratuitamente anche
i servizi, a EnelCuore e alla prof.ssa Maria Teresa Del Zingaro per i
contributi offerti per l’acquisto della casa, all’Anse Campania per
la disponibilità ad effettuare i lavori di ordinaria manutenzione,
attraverso i propri volontari, e a tutti quanti si sono prodigati e si
prodigheranno nella raccolta di fondi e nella buona riuscita delle
manifestazioni organizzate per finanziare l’impresa”.
L’augurio è che tali iniziative possano estendersi ad altre realtà
ospedaliere, sia della città sia della intera nazione.
Pasquale Cutino
In Abruzzo la festa nazionale della Piccola Grande Italia
Voler bene all’Italia
Mezzogiorno in punto. L’orologio dell’antico campanile ha
appena finito di battere i dodici rintocchi quando la banda
intona Fratelli d’Italia nella piazza gremita che accompagna,
emozionata, le note musicali con le parole dell’inno nazionale.
Siamo a Castel del Monte, un paese della Provincia
dell’Aquila, che per un giorno, domenica 21 maggio, è assurto a capitale dei piccoli comuni italiani o meglio della Piccola
Grande Italia.
Sul palco il neo Presidente del Senato Franco Marini, originario di S. Pio delle Camere alle pendici del Gran Sasso, che ha
voluto dedicare a questa manifestazione la sua prima uscita
istituzionale. Insieme a lui Ermete Realacci, Presidente onorario di Legambiente e l’Amministratore delegato di Enel
Fulvio Conti, oltre naturalmente ad un folto gruppo di
Autorità governative, regionali, provinciali e Sindaci.
Duemila comuni in festa per la terza edizione di “Voler bene
all’Italia”: la giornata dell’orgoglio dell’Italia in miniatura,
quella dei municipi con meno di 5.000 abitanti organizzata
da Legambiente, sotto l’Alto Patronato del Presidente della
Repubblica e con la collaborazione di Enel.
Quella di Castel del Monte è stata la piazza simbolica di tutte
le piazze dei comuni a minore dimensione demografica, scelta
per la manifestazione principale dell’evento; per un giorno su
questo paese si è concentrata l’attenzione dei media nazionali.
Immerso nel cuore del Parco Nazionale Gran Sasso Monti
della Laga è stato per secoli custode di un ambiente naturale irripetibile. Le maggiori cime dell’Appennino e l’altopiano
di Campo Imperatore, il più alto d’Europa, fanno da cornice
a questo caratteristico centro montano. Risalente al periodo
successivo all’anno mille, conserva un tessuto urbano integro
sul quale sono visibili le tracce della storia. Da sempre la sua
economia è stata segnata dall’industria armentizia e cadenzata dal fenomeno della transumanza.
Per secoli, anno dopo anno, migliaia di capi ovini sono partiti a fine estate dall’inospitale montagna invernale per raggiungere, a piedi lungo il tratturo, le pianure della mite terra
di Puglia. Ricordiamo il poeta Gabriele D’Annunzio “ora in
terra d’Abruzzo i miei pastori lascian gli stazzi e vanno verso
il mare”; probabilmente nello scrivere la sua famosa poesia
pensava a queste zone. Pregevoli chiese ed un museo etnografico itinerante documentano un prestigioso passato.
Il Presidente del Senato Franco Marini e le altre autorità presenti hanno visitato i numerosi stand allestiti per l’occasione;
tra questi quello di Enel, che inizia una campagna di sensibilizzazione per un uso più razionale dell’energia elettrica finalizzata alla salvaguardia dell’ambiente ed al risparmio energetico con la distribuzione di mezzo milione di lampade a
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basso consumo che consentiranno un abbattimento di 45
milioni di kilowattora l’anno ed eviteranno l’immissione nell’atmosfera di 30.000 tonnellate di anidride carbonica.
Grande interesse poi è stato mostrato per gli spazi espositivi
della Coldiretti e del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della
Laga con stand tematici dedicati alle eccellenze gastronomiche della zona, quali il formaggio canestrato di Castel del
Monte, il pecorino di Farindola, le lenticchie di S. Stefano di
Sessanio, le mortadelle di Campotosto, lo zafferano di
Navelli, l’olio delle colline abruzzesi.
È seguita una visita del centro storico attraverso viuzze tortuose nessuna uguale all’altra, scalinate ripide ed i caratteristici sporti, una sorta di tunnel sulle cui volte poggiano le
abitazioni. Interesse hanno suscitato le vedute infinite che si
aprono dai numerosi punti panoramici, le emergenze architettoniche, tra queste la suggestiva chiesa della Madonna del
Suffragio. Castel del Monte, ricordiamo, è inserito nel club dei
borghi più belli d’Italia.
Il palco sulla piazza principale è stato sede del momento ufficiale della manifestazione con gli interventi del Sindaco ospitante Mucciante, dell’On.le Realacci, del Presidente della
Regione Abruzzo Del Turco e del Presidente del Senato
Marini. È stata sottolineata a più riprese la necessità e l’urgenza di un forte impegno politico per il recupero del territorio ed il rilancio dei piccoli Comuni; l’approvazione di un
apposito disegno di legge, presentato da Realacci con il
sostegno di un ampio schieramento bipartisan e che ripropone un’analoga iniziativa già approvata dalla Camera dei
Deputati nella passata legislatura, potrebbe essere un primo
passo per la soluzione del problema. Concludiamo con una
riflessione del Presidente Marini il quale, prendendo spunto
dalla presenza in piazza di un gruppo di ex alpini, arma nella
quale ha prestato il servizio militare, ha invitato a prendere a
modello per la ripresa dello sviluppo il loro passo non veloce
ma costante, che non si arresta e va lontano.
Enrico Semperlotti
Volarte
Nella Sezione territoriale Anse Piemonte-Valle d’Aosta, l’arte
ha volato dalle “dentate scintillanti vette” al “dolce Mondovì
ridente” e si è posata in tre località piemontesi: Borgo San
Dalmazzo (CN), Ivrea (TO), Torino città.
Infatti, sollecitati dalla Sede territoriale Anse, venti colleghi
hanno inviato centoventi loro opere, distribuite equamente
nelle tre sedi citate e così sono state allestite tre mostre della
durata complessiva di 11 giorni che hanno coinvolto circa
settecentotrenta visitatori.
Sono state presentate opere su tela, su legno, piccole sculture,
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oggetti di hobbistica che sono risultate il vanto dei dipendenti Enel che hanno saputo nel loro animo coltivare, durante la
vita di lavoro, anche l’arte. Essi ci hanno permesso di rivivere
alcuni giorni assieme per ricordare e progettare qualcosa di
nuovo per il futuro.
Queste tre mostre hanno rappresentato un momento di aggregazione culturale e, nel caso di Torino, hanno avuto all’atto dell’inaugurazione, la presenza significativa del nostro Presidente
Nazionale Franco Pardini proprio per sottolineare che si trattava di un evento primo in Italia nell’ambito dell’Anse.
È anche importante ricordare che è stato possibile allestire le
tre mostre con il patrocinio dei Comuni di Borgo San
Dalmazzo, Ivrea e Torino, che hanno concesso gratuitamente
i locali di esposizione e le attrezzature didattiche. Per quanto
detto ringraziamo i relativi Sindaci ed Assessori alla cultura.
Non riteniamo di soffermarci a descrivere le opere, perché
i tre cataloghi ci paiono eloquenti e significativi, ma ricor-
diamo che nel corso di una breve cerimonia, avvenuta il
30 maggio, è stata consegnata ad ogni artista una targa
ricordo che ha voluto significare non una graduatoria di
abilità giudicata inopportuna, ma un grande ringraziamento alla fantasia e all’arte dei Soci che hanno accettato con entusiasmo di partecipare all’iniziativa.
Modifiche di cariche sociali
Il Socio Franco Dri è stato eletto all’unanimità Presidente della Sezione Friuli Venezia Giulia, in sostituzione di Bruno
De Nobili, prematuramente scomparso.
Al neo Presidente la redazione augura buon lavoro.
Anse
L’Ansealalservizio
serviziodegli
deglianziani
anziani
Portare momenti di spensieratezza, gioia, allegria, questi gli
intenti di Anse, della Sezione Emilia Romagna e del Nucleo di
Bologna, che lo scorso 5 gennaio hanno organizzato una
visita agli ospiti della Casa di Riposo Maria Ausiliatrice e San
Paolo di Ravone, a Bologna. Così, quella monotonia che
spesso accompagna le giornate dei tanti anziani che abitano
in quella dimora, ha avuto alcune ore di pausa. E già, perché
a partire dal Vice Presidente della Sezione Paolo Alberto
Macchi, dal Responsabile del Nucleo Emilio D’Andrea, sino ai
numerosissimi Soci che hanno partecipato all’iniziativa, si
poteva respirare una ventata di serenità e fratellanza, culminata con l’allestimento di una divertente tombolata.
La solidarietà, che è il valore alla base della nostra
Associazione, ha permesso ai volontari della Sezione di
apportare un aiuto concreto alle persone disabili, mentre altri
Soci sono giunti con graditi omaggi.
Dell’iniziativa, si è detta molto soddisfatta anche la Direttrice
della Casa di Riposo, che ha ringraziato tutti i Soci che hanno,
anche solo per un giorno, allietato la vita della “sua famiglia”.
Gianfranco Vianelli
Cucina
Avevo, nella prima edizione della nostra rubrica, sottolineato
che i nostri incontri conviviali sono, di norma, anche occasione per gustare la buona cucina, della quale i nostri Soci sono
attenti custodi. La “verifica sperimentale” che ho effettuato
in questi mesi, partecipando a taluni eventi organizzati sul
territorio (non posso non ricordare il “memorabile” simposio
di Cesenatico di poche settimane fa, al quale ho partecipato
invitato dai nostri amici emiliani), ha più che confermato tale
osservazione, legittimando in qualche modo anche la nostra
neonata rubrica.
In questa circostanza vi propongo una ricetta della cucina
piemontese, in omaggio al successo riscosso da Torino (definita dalla stampa inglese “Italy’s most foodie city”) con i
recenti Giochi olimpici invernali ed anche ai nostri colleghi di
quel territorio, sempre impeccabili nella loro ospitalità.
Il vitello tonnato (tonné) è un piatto che può essere servito
come antipasto (od anche come secondo): l’ingrediente base
è il girello di vitello che la sera prima andrebbe (perché questo passaggio spesso viene omesso) marinato nel vino bianco secco con taluni aromi: ginepro, alloro, chiodi di garofano,
sedano e pepe nero non frantumato. La carne va poi lessata,
utilizzando il liquido della marinata filtrato e rabboccato con
acqua, per almeno un’ora aggiungendo anche alcuni filetti di
acciuga. A fine cottura il brodo si deve essere ben ridotto.
La carne, una volta raffreddata, viene tagliata a fettine sottili e
disposta su un grande piatto di portata e condita (va lasciata
poi riposare per almeno un’ora) con una salsa a base di tonno,
uova sode, capperi, acciughe, aceto, olio e succo di limone.
Buon appetito.
Franco Pardini
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riflessioni su
Il calcio… millennio per millennio
mmagino che quando giungerà nelle nostre case questo numero del Notiziario, saremo tutti appiccicati
davanti al televisore a tifare per i nostri colori in gara
per la Coppa del mondo. Voglio anche augurarmi che si sia
già incominciato ad uscire dallo squallore di questi ultimi
tempi e che saranno emerse con chiarezza le responsabilità
di coloro che hanno agito in contrasto ad ogni principio etico.
Spero che si riparta con uomini convinti che anche il mondo
dello sport possa e debba trasmettere i valori della lealtà,
della sana competizione e dell’onestà come stile di vita.
Senza voler fare del moralismo a buon mercato, credo che
solo così si potrà iniziare a tifare e a sperare con animo sereno e fiducioso per la squadra che ci rappresenta.
E chissà se avremo l’avventura di rivivere le emozioni di
Germania 1982!
Se qualche lettore mi riconosce e, sapendo delle mie scarse
competenze in materia, si preoccupa nel vedermi impegnato
a disquisire su quest’argomento, si tranquillizzi; non mi
cimenterò in valutazioni su questa o quella tecnica di gioco
né in giudizi sulle squadre o su singoli giocatori. In vista di
quest’evento che coinvolge un po’ tutti, anche chi abitualmente rimane indifferente e piuttosto estraneo al mondo del
calcio, mi è venuta l’idea di fare qualche modesta ricerca
sulla storia e le origini di questo sport che è sicuramente il
più diffuso e popolare a tutte le latitudini, per trasmetterla a
chi avrà la pazienza di arrivare in fondo a questo scritto.
Come per ogni invenzione che ha inciso in maniera non trascurabile sulle abitudini di interi popoli, anche per il calcio si
ritrovano numerose pretese di paternità e forse tutte con un
fondamento di verità.
Infatti, credo che da quando l’uomo ha conquistato la posizione eretta (il famoso homo erectus) i ragazzi, quando
liberi dagli impegni per la sopravvivenza e nei momenti di
svago, avranno incominciato a giocare lanciandosi con i piedi
qualche oggetto non eccessivamente pesante e che potesse
in qualche modo rotolare. Chissà se la ruota e la palla sono
invenzioni contemporanee?
Lasciamo a parte le fantasie e vediamo con documenti alla
mano l’inizio di questo gioco o di qualcosa di simile, l’evoluzione e le regole definite nel corso dei secoli.
Già in tempi antichi si parla di questo sport in India e in Cina
dove era chiamato tsu ciu che significa “calcio-palla”. In
Grecia è citato come episkyros (gioco o palla), a Roma
abbiamo l’harpastum che letteralmente significa “pallagioco” ma che già allora era chiamato dal popolo “piedepalla”. Da qui l’odierno football.
I
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Già agli inizi del Medio Evo il gioco del calcio era diffuso tra
i giovani dell’Italia centrale, ma è durante il Rinascimento che
diventa molto popolare a Firenze, raggiungendo il massimo
sviluppo all’epoca dei Medici; da lì si diffuse anche a
Bologna, Padova, Mantova e Venezia.
Lo stesso vocabolario della Crusca dà questa definizione: “è
Calcio anche nome di un gioco, proprio e antico della città di
Firenze, a guisa di battaglia ordinata, con una palla a vento,
rassomigliantesi alla sferomachia, passato da’ Greci a’ Latini
e da’ Latini a noi”.
Esso fu giocato in tornei organizzati fino a tutto il ‘600,
venendo nei secoli successivi sostanzialmente dimenticato.
Nel 1930 è riscoperto e da allora vengono organizzati a
Firenze tornei in occasione della festa del Patrono, seguendo
le regole del XIV secolo: ed è interessante notare le affinità
tra il calcio fiorentino e quello attuale.
Osservate: “Le partite hanno durata di cinquanta minuti, si
disputano su un campo rettangolare ricoperto di rena; una linea
bianca divide il campo in due quadrati identici e sui due lati del
fondo è montata una rete sovrastante la palizzata che circonda
l’intero perimetro di gioco. Su questo terreno si affrontano due
squadre composte da ventisette calcianti per parte.
I ventisette calcianti si dividono nei seguenti ruoli: quattro
“Datori Indietro” (portieri), tre “Datori Innanzi” (terzini), cinque “Sconciatori” (mediani), quindici “Innanzi o Corridori”
(attaccanti). Le ristrutturazioni e la riduzione del personale è
iniziata molto prima di quanto credessimo!
Abbiamo poi un “Capitano” ed un “Alfiere” che hanno il
compito di intervenire nelle risse per pacificare gli animi dei
propri calcianti. L’incontro è diretto dal “Giudice Arbitro”, da
sei “Segnalinee” e dal “Giudice Commissario”. Infine abbiamo il “Maestro di Campo” che sorveglia lo svolgersi regolare della partita ed interviene per ristabilire l’ordine e mantenere la disciplina in caso di zuffe sul terreno di gioco.
Non solo per questi aspetti riscontriamo analogie tra quei
tempi e i nostri, ma purtroppo anche per alcune cronache che
narrano di alcune città in cui fu proibito il gioco del calcio
perché “si era trasformato in un gioco violento sia con i giocatori che con i tifosi”. Durante una partita, il 17 gennaio
1681, le relazioni attestano che nelle immediate vicinanze
del campo (che altro non era se non una delle grandi piazze
fiorentine dove normalmente si svolgevano le gare) – fu ucciso un certo Francesco Gerini da Filippo Pietro Strozzi.
Per la serie “niente di nuovo sotto il sole” un’iscrizione venuta alla luce a Pompei, sulla facciata della casa di Giulia Felice
ci offre questa storia: “Il Palazzinaro arricchito Aulo Vettio,
mecenate, decise di scendere in campo anche nella politica e
pensò di cercare voti per farsi eleggere senatore presso i tifosi
della sua squadra, che lui sponsorizzava dichiarando di essere
meritevole dei voti per il lodevole e munifico piacere e il godimento che lui offriva al popolo con la sua squadra di palla”.
Sebbene si possano notare molte affinità tra il gioco del calcio in auge nei secoli XIV e XV come osservato più sopra, le
regole di gioco non erano molto precise, ad esempio sull’uso
dei piedi e delle mani e non venivano posti particolari limiti
al contatto anche violento tra i giocatori, tanto che ai nostri
occhi può apparire una via di mezzo tra i moderni giochi del
calcio e del rugby.
Fu in Inghilterra agli inizi del ‘700 che si iniziò a dare regole
più precise a questa competizione e, tra dispute e discussioni, giunsero alla creazione appunto due tipi di sport: il calcio,
dove solo al portiere era possibile utilizzare le mani ed il
rugby che prevedeva le regole e il gioco che ancora oggi sono
valide e conosciamo tutti.
Io mi fermo qui perché non vorrei farvi perdere un’importante partita che sta per andare in onda: magari la finale
ITALIA- …
E a tutti auguro… buon Campionato 2006-2007.
Carlo Daccò
Indice del costo della vita - Il paniere 2006
L’ISTAT ha recentemente “rivisitato” l’elenco dei beni e servizi che compongono il così detto paniere, sul quale è calcolato il costo della vita nel 2006. Comprende 562 voci, le quali
concorrono, ognuna con un peso diverso, a determinare l’indice del costo della vita.
Il nuovo paniere sembra più coerente con i consumi degli italiani e, in particolare, con le esigenze di alcuni segmenti della
popolazione. Si rileva una tendenza volta a superare l’evidente inadeguatezza dell’indice calcolato secondo le voci di un
paniere che non trovava più riscontro nella realtà dei consumi
effettivi dei cittadini, fornendo una fotografia dell’inflazione
non corrispondente agli incrementi reali del costo della vita.
I nuovi prodotti che sono entrati a far parte del paniere, la
ristrutturazione di alcune voci – quali i trasporti, i medicinali
ed i prodotti finanziari – e la modifica dei pesi di alcuni beni
e servizi, dovrebbero contribuire a fornire un indice del costo
della vita più vicino e più aderente alla realtà, almeno per
quanto riguarda alcuni segmenti di popolazione.
Resta invariato, in ogni caso, il fatto che il paniere unico non
rispecchia esattamente un modello di consumo comune a
tutte le fasce di popolazione. Per esempio, in quelle a più
basso reddito, l’incidenza reale dei consumi di alcuni prodotti di prima necessità è significativamente maggiore rispetto al
peso previsto dal paniere.
È auspicabile che in futuro si giunga a soluzioni più adeguate alle necessità rispetto ai consumi di particolari categorie
(pensionati, famiglie numerose), costruendo indici del costo
della vita diversificati, che tengano maggiormente conto di
bisogni e abitudini per forza di cose differenti e quindi non
facilmente riconducili ad un unico modello.
Prospero Figundio
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da Enel
Enel organizza…“l’estate di Raffaello”
A fianco della mostra dedicata al grande artista presso la Galleria Borghese di Roma, Enel organizza tre iniziative
che, durante l’estate, aiuteranno ad approfondire la conoscenza del pittore simbolo del Rinascimento italiano.
Raffaello da Firenze a Roma, la prima grande mostra monografica romana dedicata al “Divin pittore”, è in programma
alla Galleria Borghese dal 19 maggio fino al 27 agosto 2006:
un evento irripetibile per Roma e per chi ama l’arte. In questa occasione, Enel, nell’ambito di Energiaper, il programma
dell’Azienda a sostegno della cultura, della ricerca scientifica, dell’ambiente e dello sport, organizza L’estate di
Raffaello, un progetto che comprende tre iniziative rivolte al
grande pubblico per sottolineare l’importanza di Raffaello
nella storia dell’arte e nella storia della città. Si tratta di tre
proposte di grande respiro che animeranno tutta l’estate, dall’inizio di luglio al 20 agosto, ampliando la conoscenza dell’artista – simbolo del Rinascimento e pittore romano per eccellenza – da diversi punti di vista che spaziano dall’arte, al cinema alla cultura, sul filo dell’immagine, della parola, dell’architettura: LA MACCHINA DEL TEMPO. In giro per la Roma di
Raffaello, LA DAVERIADE. Philippe Daverio indaga Raffaello,
L’ESTATE IN COSTUME. Il cinema racconta il passato.
“Raffaello da Firenze a Roma” è on line su www.enel.it/raffaello
La mostra dedicata a Raffaello è sempre in rete: il sito
www.enel.it/raffaello permette di visitare virtualmente le
stanze della Galleria Borghese, ammirando le oltre sessanta
opere del grande pittore.
Un museo on line dove il navigatore non solo è accompagnato nella sua visita virtuale da spiegazioni audio per ogni opera
ma ha l’impressione di trovarsi quasi fisicamente nelle sale
della Galleria. Sensazione rafforzata dalla possibilità di visualizzare i singoli dettagli di ogni opera grazie al clic del mouse.
Il sito propone anche sezioni di approfondimento del contesto storico-culturale in cui Raffaello ha operato: dal profilo
della sua vita agli interventi di Claudio Strinati, soprintendente al Polo Museale di Roma, e Anna Coliva, direttrice della
Galleria Borghese.
La macchina del tempo. In giro per la Roma di Raffaello
Un percorso multilingue per raccontare la città eterna attraverso colui che ha contribuito a renderla tale con
i suoi capolavori.
In giro per la Roma di Raffaello è la prima iniziativa del progetto L’estate di Raffaello promosso da Enel, in programma
per tutto il mese di luglio fino al 20 agosto. Con il supporto
attivo di Trambus Open, due autobus a due piani panoramici
condurranno i cittadini e i turisti nei luoghi più suggestivi e
caratteristici della Roma di Raffaello. Sarà possibile seguire
l’artista che si cala nelle grotte per vedere gli affreschi roma-
ni della Domus Aurea, per riprodurli nella loggia del Vaticano;
si proseguirà con un percorso attraverso via Giulia e la sua
architettura, la Villa Farnesina Chigi sul Lungotevere, Santa
Maria del Popolo, Sant’Eligio che conserva i resti della bara
di Raffaello, fino al Pantheon, dove l’artista venne seppellito.
Un itinerario che seguirà le tracce di Raffaello di cui Roma è
prodiga. La guida a bordo sarà multilingue.
Itinerario
1. Capolinea (Termini) - Quirinale
Piazza Indipendenza, Terme di Diocleziano, S. Maria degli Angeli, Fontana delle Naiadi, Piazza della Repubblica,
Via Nazionale, Cattedrale di S. Paolo dentro le mura, Basilica di S. Vitale, Palazzo delle Esposizioni,
Palazzo della Banca d’Italia (pal. Koch), Fermata Quirinale
2. Quirinale - Colosseo
Largo Magnanapoli, Chiesa di S. Caterina a Magnanapoli, Piazza Qurinale, Torre delle Milizie Macellum,
Piazza Venezia, Vittoriano e Tomba del Milite Ignoto, Via dei Fori Imperiali, Colonna Traiana, Foro e Mercati Traianei,
Foro di Cesare, Foro di Augusto, Foro Romano, Basilica di Massenzio, Colosseo, Fermata Colosseo
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3. Colosseo - Piazza Bocca della Verità
Arco di Costantino, Palatino, Celio, Casino Boccapaduli detto “La Vignola”, Circo Massimo,
Piazza Bocca della Verità, Fermata Piazza Bocca della Verità
4. Bocca della Verità - Piazza Venezia
Tempio di Ercole Vincitore, Tempio di Portunus, Foro Boario, Area sacra di S. Omobono, Foro Olitorio,
Teatro di Marcello, Campidoglio, Fermata Piazza Venezia
5. Piazza Venezia - Piazza Navona
Piazza S. Marco, Chiesa di S. Marco, Chiesa del Gesù, Largo di Torre Argentina, S. Andrea della Valle,
Palazzo Braschi, Fermata Piazza Navona
6. Piazza Navona - S. Pietro
Palazzo della Cancelleria, S. Maria in Vallicella detta anche Chiesa Nuova, Ponte Vittorio Emanuele, Castel S. Angelo,
Via della Conciliazione, S. Pietro, Fermata S. Pietro
7. S. Pietro - Piazza Cavour
S. Pietro, Passetto di Borgo, Città del Vaticano, Quartiere Prati, Piazza Cavour, Fermata Piazza Cavour
8. Piazza Cavour - Ara Pacis
Tevere, Ara Pacis, Piazza del Popolo, Fermata Ara Pacis
9. Ara Pacis - Fontana di Trevi
Piazza Augusto Imperatore, Palazzo Madama, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Vidoni, Largo Argentina,
Botteghe Oscure, Palazzo delle Assicurazioni, Via del Corso, Piazza Colonna, Fermata Trevi
10. Fontana di Trevi - Via Veneto
Piazza Barberini, Via Veneto, Fermata Via Veneto
11. Via Veneto - Capolinea
Via Vittorio Veneto, Largo S. Susanna, Piazza della Repubblica, Palazzo Massimo alle Terme, Obelisco di Dogali,
Piazza dei Cinquecento
La Daveriade. Philippe Daverio indaga Raffaello
Tre incontri serali con personalità eminenti della cultura e dell’arte, allo scopo di affrontare con leggerezza
temi pesanti.
Il secondo appuntamento con L’estate di Raffaello sarà
scandito in tre incontri dal 12 al 14 luglio alle ore 21.00, per
ripercorrere l’evoluzione di Raffaello dalla bottega del
Perugino ai fasti di Roma e per tentare di capire i meccanismi mentali e sociali che ne hanno generato il movimento.
Nella cornice di Villa Borghese a Roma (Piazzale del Giardino
Zoologico, ingresso Bioparco) Daverio chiederà l’opinione di
storici, critici d’arte ed esponenti della cultura italiana. Tre
incontri con punti di vista diversi per tentare di delineare la
complessità dell’artista e un modo di riportare la storia dell’arte al mondo di oggi.
1° incontro - 12 luglio
Nuovo platonismo, nuova sensibilità e nuova sensualità
Daverio con Claudio Strinati e Giulio Giorello
La grande svolta del pensiero e della cultura quattrocentesca
avviene con l’inserimento sulla cultura classica latina delle
idee del neoplatonismo che perviene a Firenze con il
Concilio, con l’approdo dei bizantini e con la traduzione di
Platone da parte di Marsilio Ficino. Le chimere del Medioevo
vengono sostituite da nuove chimere mitologiche. Le corti dei
principi si fanno sofisticate e colte ed insegnano agli artisti il
pensiero e il contenuto delle opere. La materia di Aristotele si
fa obsoleta dinnanzi alle finezze tardoellenistiche. Boccaccio
va fuori moda e Venere trionfante si fa cristiana.
2° incontro - 13 luglio
Raffaello, Michelangelo e Leonardo. L’artista diventa star
Daverio con Antonio Paolucci e Pamela Villoresi
A cavallo tra Quattrocento e Cinquecento gli artisti si emancipano dall’imperio degli intellettuali perché diventano intellettuali essi stessi. Diventano protagonisti, si rivolgono a
principi e papi con senso di parità. Fondano il mito dell’artista moderno a tal punto che la cultura trasversale e popolare di oggi ne ha fatto negli emblemi mondiali delle tartarughe Ninja. Raffaello più di ogni altro ha colpito l’immaginario attraverso i secoli, a tal punto che Jean Auguste
Dominique Ingres si farà regalare dal papato ottocentesco
alcune ossa del maestro da portare come reliquia a
Montauban e che pochi anni dopo, quando i giovani simbolisti inglesi decideranno di tornare alle origini romantiche del
Medioevo, si dichiareranno preraffaelliti.
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3° incontro - 14 luglio
Roma: power and glory
Daverio con Mario Botta e Nicola Spinosa
Roma celebra quest’anno il cinquecentesimo anniversario
della posa della prima colonna del rifacimento di San Pietro.
Il papato quattrocentesco riconquista a fatica la città eterna,
quello del Cinquecento ne farà la gloria, in una operazione di
potere che prende le mosse dallo spostamento della Santa
Sede, ad opera di Sisto IV della Rovere, dal Laterano al
Vaticano. Dopo il sogno fallito di unificazione militare della
Penisola sotto l’auspicio di Alessandro VI Borgia, Giulio II
Della Rovere consoliderà con la spada lo stato pontificio e
farà di Roma la capitale solida con un piano urbanistico rinnovato e una potente trasformazione architettonica. Una
lezione imparata dalla Firenze medicea che avrà sviluppi
eccellenti e conseguenze catastrofiche. Lutero allontana la
rude Germania dalla nuova Babilonia, che nel 1507 i
Lanzichenecchi di Carlo V andranno a saccheggiare.
L’estate in costume. Il cinema racconta il passato
Un ciclo di proiezioni all’aperto – a cura di Steve Della Casa, in collaborazione con Gianandrea Mutti – dedicate al grande cinema in costume. Venti film di respiro internazionale (e tre cortometraggi che risalgono all’era del cinema muto) per riportare in vita l’epoca di Raffaello e tutta l’arte del passato, attraverso le visioni
di alcuni dei più importanti registi del secolo.
L’estate in costume, che si svolgerà a Roma dal 15 al 30 luglio
(Piazzale del Giardino Zoologico, con ingresso libero) alle ore
21.30 è la terza iniziativa organizzate da Enel per L’estate di
Raffaello.Attraverso una ipotetica macchina del tempo, si parte
dall’analisi del Medio Evo sino al Rinascimento, per poi approdare alla metà dell’Ottocento, esplorando il rapporto tra storia
e mondo contemporaneo, tra arti figurative classiche e immagini in movimento. Un evento a cui parteciperà il jazzista Danilo
Rea che accompagnerà al piano la proiezione dei corti muti.
L’estate in costume racchiude produzioni di registi che hanno
fatto la storia del cinema italiano: Fellini e Pasolini, Bellocchio
e i Taviani, Zeffirelli e Olmi.
La rassegna, che esplora le modalità con cui il cinema ha
scelto di confrontarsi con l’arte, evidenzia quanto la ricostruzione del passato messa in scena nei vari film sia debitrice
della pittura in termini iconografici e come il costume si compenetri con il personaggio e la scenografia, fino a costituire
un unico segno stilistico.
Centrale Aperta 2006
Integrare e far interagire gli insediamenti
produttivi con la
realtà territoriale in
cui questi sono presenti. È con questo
obiettivo che nasce il
programma “Centrale
Aperta”. Enel, che è
presente sul territorio
nazionale con 45
impianti termoelettrici
e oltre 550 centrali rinnovabili, apre al pubblico, anche quest’anno, il
suo grande patrimonio
ambientale e tecnologico. L’iniziativa è stata promossa alcuni
anni fa e nel tempo è cresciuta, raccogliendo i suggerimenti e le
esigenze del territorio.
Il progetto venne lanciato nel 2002 con la “Giornata nazionale della Centrale Aperta” con 19 impianti aperti contemporaneamente al pubblico. Nel 2003 il format fu replicato,
portando a 30 le centrali coinvolte, con un pubblico di trentacinquemila visitatori.
Le successive edizioni del 2004 e 2005 hanno sviluppato un
nuovo progetto: non più una sola giornata, ma un lasso temporale prolungato e un numero di “centrali aperte” sempre crescente.
32
Nel 2004 – dall’8 Maggio al 6 Giugno – per un mese intero
42 centrali hanno ospitato mostre, concerti, gare sportive,
punti internet, raggiungendo sessantaduemila visitatori.
Nel 2005, 46 centrali hanno proposto gli ormai noti appuntamenti sportivi e culturali da maggio a settembre, e aperto le
porte a sessantottomila visitatori per “Un'estate in centrale”.
E quest’anno si replica. La nuova edizione di “Un’estate in
centrale” coinvolge ancora una volta le centrali italiane, da
maggio a ottobre, rinnovando le sinergie con il territorio e
“sposandosi” con le iniziative del progetto Energiaper: per
la scuola, con le premiazioni del concorso Energia in Gioco;
per l’ambiente, con le inaugurazioni delle centrali rinnovabili
e il programma Natura e Territorio; per lo sport, sempre con
Natura e Territorio e altri progetti di gruppo quali il beach
soccer; per la musica, con i concerti in centrale; per la scienza, con i programmi scientifici e tecnologici.
Centrale Aperta è un progetto dalla doppia valenza, ludica ed
educativa al tempo stesso.
La centrale si trasforma in luogo di ritrovo per tutta la famiglia dove trascorrere una giornata ricca di attività, tra spettacoli, sport e aree dedicate ai più piccoli e offre la possibilità
di visitare gli impianti per conoscere come funzionano, nel
rispetto dell’ambiente, le grandi fabbriche dell’energia.
Centrale Aperta riesce quindi a unire persone ed esperienze: rappresenta un punto di incontro tra Enel e il territorio, tra giovani,
famiglie e istituzioni, tra cultura, sport, scienza e tecnologia.
Energia per lo sport
Nell’ambito del programma Energia per..., Enel contribuisce
allo sviluppo delle attività sportive con forti radici territoriali,
associando i valori positivi dello sport, la lealtà e il rispetto delle
regole, ai principi di Enel: il codice etico, le rigorose norme di
governance, la trasparenza al mercato, la politica ambientale.
Nell’ultimo biennio, Enel ha costruito con la Lega Nazionale
Dilettanti il progetto Lealtà nello sport, una iniziativa che ha
coinvolto oltre 100.000 giocatori delle serie minori,
Femminili e Calcio a 5 e circa 2.100 campi di calcio. Con questo progetto Enel ha realizzato il primo censimento del comportamento sportivo in Italia. Insieme al CONI e all'USSI
(Unione Stampa Sportiva Italiana) ha lanciato Tribuna
Sportiva, il primo giornale on line sulla lealtà sportiva realizzato da giovani aspiranti giornalisti sportivi. Enel è stato partner ufficiale dei campionati europei di Volley, ha promosso
iniziative e gare sportive nell’ambito del progetto Natura e
Territorio.
È sponsor dello Stadio Olimpico di Roma per i campionati di
serie A delle squadre A.S. Roma e S.S. Lazio.
Inoltre, attraverso Enel Cuore Onlus, l’Associazione creata da
Enel per coordinare e gestire le iniziative di beneficenza dell’azienda, è al fianco del Cip, Comitato Italiano Paralimpico,
per promuovere le attività e le manifestazioni sportive per i
disabili, con il progetto “Il cuore che illumina lo sport”.
Infine, Enel Sole, la società per l’illuminazione pubblica ed artistica di Enel, e la Lega Nazionale Dilettanti hanno di recente stipulato un protocollo d’intesa per la realizzazione degli impianti d’illuminazione dei campi da gioco delle società della Lega
Nazionale Dilettanti (LND) secondo criteri progettuali d’avanguardia e nel pieno rispetto dei requisiti dettati dalla Lega.
Progetto Beach Soccer
Per il 2006 Enel affianca la Lega Nazionale Dilettanti in tutte le
manifestazioni nazionali e internazionali del Beach Soccer:
(Campionato, Coppa Italia, Supercoppa di Lega-Eurocup e
tappa italiana di Eurolega).
Enel sarà il main sponsor di questa attività, legando il suo
brand al campionato di serie A e al villaggio che ospiterà le
attività sportive e ricreative in dieci tra le più importanti località balneari italiane:
Calendario 2006
Data
9-10-11
16-17-18
23-24-25
30 giugno 1-2
7-8-9
14-15-16
21-22-23
28-29-30
4-5-6
18-19-20
giugno
giugno
giugno
luglio
luglio
luglio
luglio
luglio
agosto
agosto
Località
Reggio Calabria
Viareggio (LI)
Terracina (LT)
Lignano Sabbiadoro (UD)
Eboli (SA)
Vasto (CH)
S.Benedetto di Tr. (AP)
Catania
Cervia (RA)
Catanzaro
Il villaggio, Enel Beach Stadium, sarà aperto alle famiglie che
potranno assistere gratuitamente alle partite ed usufruire delle
strutture di intrattenimento. All’interno del villaggio saranno
Evento
1° tappa Campionato Serie A Enel
2° tappa Campionato Serie A Enel
3° tappa Campionato Serie A Enel
4° tappa Campionato Serie A Enel
5° tappa Campionato Serie A Enel
6° tappa Campionato Serie A Enel
Coppa Italia e Supercoppa di Lega Enel
7° tappa Campionato Serie A Enel
8° tappa Campionato Serie A Enel
Finale scudetto Campionato Serie A Enel
allestiti anche punti informativi presso i quali i clienti potranno
conoscere le opportunità di risparmio offerte da nuove tariffe e
servizi Enel.
33
bacheca
Saluto a Usokami
Il Socio Olindo Foracchia, della Sezione Emilia Romagna, è tra i
destinatari del “Premio alla… solidarietà silenziosa”. Riportiamo
la sua poesia, scritta nel 1988 nella calda terra d’Africa e letta dall’autore durante la Manifestazione.
Ed or che al commiato fratelli
noi siamo adesso arrivati
porgiamo un saluto commossi
e felici che qui siamo stati.
La nostra sì breve presenza,
il nostro pur piccolo impegno,
possa in futuro al ricordo
donarci un sorriso sereno,
sapendo che almeno una volta
abbiamo sentito nel cuore
l’imperio di fare qualcosa
che avesse sapore d’amore.
D’amore per povera gente
che ha tanto bisogno di aiuto
e impone a chi questo conosce
che il suo cuore non deve star muto,
sia che esso si porga alle genti
e in nome di Cristo sia espresso
o a chi nella fede vacilla
ma che vede in ognuno un fratello,
sempre è cosa che alfine ripaga
a chi per amore si muove
a chi dà a chi offre a chi prende
nel suo animo un raggio di sole.
E a voi che da tanto qui siete
donando ogni vostro momento
prestando per legge di Cristo
ogni gesto col cuore contento,
con rispetto abbassiamo lo sguardo
perché forse incapaci a capire
anche se in un modo confuso
riusciamo un pochino a intuire
che è qualcuno che guida la mano
di chi così tanto si dà
se è così che stanno le cose
verrà un dì che anche qui cambierà:
che i bambini non più fame avranno
e il diritto alla vita sicuro
ogni uomo avrà il necessario
e il suo viver sarà meno duro,
che l’umana miseria bandita
sia un fatto non troppo lontano
e che l’uomo alla fine capisca
che si cresce porgendo la mano.
Noi siam tutti convinti, sicuri
che il progresso d’amore cammina
e la fine di orrende miserie
è per questo sicura e vicina.
Un augurio porgiamo al saluto
Perché altri qui possan passare
che li porti la fede o l’amore
a lottar per qualcosa che vale.
34
Una bella rimpatriata
Pensate cari amici, non ci vedevamo da circa
mezzo secolo! Così, un giorno, ci è tornata la
voglia di rincontrarci e abbiamo organizzato
una divertente rimpatriata. Siamo quelli che
nel 1952 hanno lavorato per la conduzione
dei nuovi impianti di 1° e 2° Salto Macone.
Luogo prescelto per il ritrovo è stato
Piedimonte Matese, residenza del veterano
D’Auria (ben 96 anni). Il pranzo è stato il
momento dei ricordi, aneddoti più o meno
divertenti sono stati raccontati con nostalgia.
Tutti eravamo d’accordo che, proprio la durezza dell’ambiente in cui si operava ha contribuito a cementare la nostra amicizia, e non
solo, ma anche l’orgoglio per aver contribuito
a migliorare le dure condizioni di lavoro.
Macone 1° Salto è una centrale scavata in una
caverna con 2 gruppi da 55 MW, mentre il 2°
Salto è all’aperto con 2 gruppi da 32 MW,
telecomandati dal 1° Salto. Momento toccante è stato un pensiero al nostro ex Capo
Servizio Del Mese che non è più fra noi.
La promessa di rivederci presto e più numerosi
ed una foto ricordo hanno concluso l’incontro.
Tito Odoardi
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Periodica Italiana
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I Sassi di Matera
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