BIMESTRALE
D'INFORMAZIONE
DELLE
ASSOCIAZIONI DI
TRECENTA
Aprile - Maggio 2013
Hanno collaborato
a questo numero:
Anno 4, Numero 20
25° anniversario
Avis “Ugo Grisetti”
Casa S. Antonio
Gruppo Giovani Sariano
InterComAmbiente
Istituto comprensivo
Parrocchia San Giorgio
Pro Loco Trecenta
Sommario:
Giochi matematici
Qui Trecenta
2
Anziani e Religiosità 2
Terza Pagina
3
Chiarastella
4
Centrale biomasse
5
Festa di Primavera
6
Assemblea Avis
6
Ricordo di un amico
6
Nogara-Mare
7
Passeggiata ecologica
8
Appuntamenti
8
Il 24 Febbraio 1988, davanti al notaio Umberto Barbieri di Castelmassa, venuto per
l’occasione nella Casa Municipale di Trecenta sono comparsi i signori:
1.
Vettorello Giovanni
2.
Trambaiolli Mauro
3.
Pederzoli Daniele
4.
Rossi Lorenzo
5.
Sarti Gianfranco
6.
Pietrini Carlo Alberto
7.
Trambaiolli Emilio
8.
Ratta Ugo
9.
Gramegna Laura
10.
Paglierini Gastone
11.
Bimbatti Pietro
12.
Paparella Rita
Con l’intenzione di costituire, come costituiscono, un’associazione assolutamente apartitica denominata “Pro Loco Trecenta” che
come recita l’Art.3 ha lo scopo di riunire
attorno a sé tutti coloro “Enti o Privati” che
hanno interesse allo sviluppo della località.
Un pensiero commosso va ai compianti Gianni
Vettorello e Ugo Ratta che tanto entusiasmo
avevano messo nell’iniziativa.
Pro Loco Trecenta
In seguito, dopo l’iscrizione di un certo numero
di soci sono state indette le prime elezioni in cui
è stato eletto Pietro Bimbatti presidente e vice
Rita Paparella.
Bimbatti rimase in carica da febbraio a maggio
1988 dato che nel frattempo si era candidato ed
era diventato sindaco.
A lui subentrò Rita Paparella con Gastone Paglierini vicepresidente.
Rita rimase in carica fino a dicembre 1988 e poi
si dimise.
Da gennaio 1989 fu eletto presidente, Gastone
Paglierini che rimase in carica fino al dicembre
2001. Da gennaio 2002 a tutt’oggi al timone della
Pro Loco c’è Sereno Ghiotti .
C’è l’intenzione di festeggiare il 25° e per
l’occasione faremo una relazione molto più particolareggiata della storia della Pro Loco.
Il presidente onorario
Gastone Paglierini
La fiera delle fiere
Sabato 13 aprile e domenica 14
la Pro Loco Trecenta parteciperà al “Salone nazionale delle
Sagre” di Ferrara per promuovere le sue due più importanti
iniziative: la “Festa del Salame
con Trecenta e i suoi sapori” e
la “Festa del Pescegatto”.
La manifestazione, evoluzione
del MISEN (Mostra interprovinciale sagre enogastronomiche), è l'unico evento in Italia
nel quale sono rappresentate circa 100 sagre enogastronomiche: anche con assaggi,
offerti a tutti i visitatori, sarà
possibile scoprire tanti piatti
tipici di tutte le regioni.
Sarà possibile visitare la fiera
con il seguente orario: sabato
dalle 10 alle 23, domenica dalle
10 alle 21.
Il Salone Nazionale delle sagre
offre: specialità delle migliori
tradizioni enogastronomiche
del Paese; opportunità
di marketing territoriale per gli
operatori commerciali, culturali
e del turismo, pubblici e privati;
stand per la vendita dei pro-
dotti; corsi e laboratori di cucina; incontri tematici con gli
esperti del settore; spettacoli e
giochi per i più piccoli
(Gonfiabilandia); Gran Gala del
liscio; Misenpassion; Campermisen; concorsi gastronomici e
concorsi letterari. Per Info:
www.salonedellesagre.it –
[email protected] –
www.ferrarafiere.it
– tel.0532/900713.
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Qui Trecenta
I giorni dei numeri
Davide Romani premiato dal dirigente
scolastico Piero Bassani
Nello scorso mese di novembre alla scuola secondaria di
primo grado “Nicola Badaloni”
di Trecenta 22 alunni delle
classi 2.A e 2.B e 10 alunni di
3.A e 3.B avevano gareggiato
nell'ambito dei “Giochi d'autunno”, una serie di giochi
matematici che gli studenti
devono risolvere in 90 minuti,
manifestazione proposta alle
scuole da Pristem, centro di
ricerca dell'università Bocconi
di Milano, allo scopo di divulgare la cultura matematica. I
risultati dei test, corretti dal
centro Pristem di Milano,
sono stati comunicati nel mese di febbraio agli insegnanti
che hanno coordinato i giochi
nelle varie scuole. E cosi nell'atrio della scuola media di Trecenta, davanti ad una platea
ansiosa e curiosa di conoscere
i risultati, il dirigente scolastico, professor Piero Bassani, ha
comunicato i nomi dei tre
primi classificati per ciascuna
categoria: Davide Romani,
Enrico Bosco della classe 2.A,
Silvia Bazzani della classe 2^B;
Linda Bellini, Yasir Bnoukil,
Davide Cavallaro della classe
3^B. Ad ogni vincitore, oltre
agli applausi dei compagni,
sono stati consegnati un attestato e del materiale didattico
(libri, blocchi, cartelline, penne
ed un opuscolo relativo a
“Giovannino Grisetti”, nome
legato al premio voluto dalla
famiglia Grisetti da assegnare
agli alunni meritevoli che concludono la terza media con il
punteggio massimo).
Ma la gara matematica non
finisce qui: la professoressa
Erika Battocchio, responsabile
appassionata e convinta di tale
attività, ha colto l'occasione
per spronare i ragazzi a partecipare ai "Campionati internazionali di giochi matematici”
suddivisi in tre momenti.
Alla prima fase, svoltasi a Ferrara a metà marzo gli alunni
del nostro istituto comprensivo hanno saputo ben distinguersi: Enrico Bosco (primo
assoluto), Michele Casarotto e
Davide Romani hanno conquistato l’accesso alla gara nazionale che si svolgerà alla Bocconi di Milano l'11 maggio
prossimo e dalla quale saranno
scelti i partecipanti alla finalissima internazionale che si
disputerà in agosto a Parigi.
Bruna Ghiotti
“Un
atteggiamento
religioso
mantiene viva
la speranza,
poiché si fonda
nel rapporto
con Dio”
Festa della donna a
Casa S. Antonio
Religiosità e identità della persona anziana
Uno stabile senso della propria identità è uno dei fattori che assicura la salute psichica
dell’individuo, in ogni fase della sua vita. Il sopraggiungere della vecchiaia può mettere in crisi quegli
aspetti che concorrono a dare coesione al senso di sé e di conseguenza all’identità. L’esperienza
insegna che la persona anziana che fa affidamento a un atteggiamento positivo verso la religione
può ottenere un valido aiuto nel mantenere integro il senso della propria identità. Ogni religione si
presenta come un insieme strutturato di credenze, di valori, di precetti, che marca fortemente il
senso dell’esistenza di un individuo. Ne può trarre vantaggio la persona anziana che è naturalmente
portata a riflettere sulla vita già in buona parte trascorsa, a considerare la riuscita del cammino
fatto. Ogni religione ha una sua solida struttura istituzionale, in cui la vita organizzata offre innumerevoli punti di aggregazione, che aiutano l’anziano a vivere nuove forme di appartenenza. Specie
quando la persona deve far fronte a sentimenti di inutilità (i figli, ormai grandi se ne sono andati,
ora c’è l’età pensionabile) o di solitudine. Se la vita è stata dall’inizio sviluppo, maturazione, realizzazione, con lo sguardo sempre rivolto al futuro, fatto di aspirazioni e di progetti, l’anziano capisce
che per lui il tempo futuro è ora.
L’atteggiamento religioso, in queste circostanze, mantiene viva la speranza, poiché si fonda nel rapporto con Dio... che “sta accanto”, che fa promesse ed è fedele nel mantenerle. Nella terza età
può esserci una riscoperta del valore della religione, come il risveglio di una fede più matura, che
non si accontenta più di vivere in pace con la propria coscienza, ma si sente immersa nel destino
della realtà circostante, di cui ne condivide la sorte. Insomma, è l’attivarsi di una religiosità più responsabile. Nasce dal bisogno di aggiungere “un più” al senso dato alla propria vita, di trovare risposte più soddisfacenti rispetto alla caduta di tante certezze mondane. Può essere la gioiosa scoperta del mistero del Dio incarnato che entra nella storia, come un Dio liberatore, di fronte alle
tragedie e alle ingiustizie in cui versa l’umanità contemporanea. È una sorta di religiosità appagante
e interiormente pacificatrice, portata avanti da un carisma interiore e dall’istituzione della Chiesa.
Casa S. Antonio e i suoi ospiti gioiscono all’arrivo di Papa Francesco e nelle sue opere quotidiane
rivivono la carità cristiana. Benvenuto Papa Francesco!
I festeggiamenti della Festa della Donna, lo scorso 8 marzo, sono stati ricchi di gioia e allegria con
un vivace spettacolo in compagnia della sempre cara Anna Maiolli, volontari e cooperatori Guanelliani, verso cui il ringraziamento è sempre vivo; loro quotidianamente affiancano i nostri operatori
in diversi servizi della Casa, offrendo il loro buon spirito in cambio di un sorriso, un grandissimo
grazie. Nei prossimi mesi, con l’arrivo della primavera, nuovi eventi ci aspettano in compagnia degli
anziani e delle loro famiglie, festa della Liberazione, festa della Mamma, ecc. Siete tutti invitati a
partecipare numerosi ai nostri eventi!
Sara Belletti
Psicologa Psicoterapeuta - Casa S. Antonio
Aprile - Maggio 2013
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La Casa del Fascio di Trecenta
Nella piazza dell’antica Torre Civica di Trecenta, a sud di Palazzo Trebbi, ora sede municipale, con
uno stile chiaramente databile agli anni Trenta del Novecento, è ubicato un palazzo sobrio, ma
distinto. Come in tanti palazzi italiani, sopra i negozi del pian terreno si trovano due piani per appartamenti. Nelle due facciate visibili, il palazzo presenta linee semplici, essenziali, senza decorazioni, al punto che la sua sagoma difficilmente si distingue da quella degli edifici vicini.
Però, qualche cosa ci fa sorgere il sospetto che questo abbia una storia diversa: sul prospetto
nord del palazzo, infatti, dal pian terreno fino alla cornice, troviamo un gran portale di travertino, a
sua volta fronteggiato sui due piani superiori da due balconi lunghi e stretti. La pietra è nuda, tagliata per formare due rettangoli, l’uno sovrapposto all’altro. Insieme formano un gran quadro rettangolare attorno alle porte d’accesso ai balconi, e danno un segnale, pur debole, di un edificio di
qualche importanza, un’impressione rinforzata dalla porta d’ingresso, con i cilindri e le sue forme
curve attorno ad una porta leggermente più stretta di quelle sopra.
Anche se quasi tutti i segni della sua vita passata sono stati tolti, la funzione originaria di
quest’edificio è tutt’oggi evidente. Infatti, venne edificato dal Comune di Trecenta e inaugurato nel
novembre 1935 per ospitarvi la locale Casa del Fascio. Il Partito Nazionale Fascista (PNF) occupò
solo metà palazzo; negli altri ambienti trovarono sede la Cassa di Risparmio e alcuni appartamenti
ad uso civile. Nessuno degli enti era proprietario dei locali; la banca e gli altri ebbero i loro locali in
affitto dal Comune, mentre quelli del PNF furono concessi in uso perpetuo gratuito.
I più anziani ricorderanno le Case del Fascio e le varie organizzazioni a loro legate: il Fascio Femminile, i Balilla, il Dopolavoro Fascista, la Gioventù Italiana del Littorio, e così via. A Trecenta, come
in tanti altri paesi, tutte le organizzazioni del Fascio ebbero sede nella Casa del Fascio, non a caso
ubicata proprio nella piazza principale. Le vicende di questa sede hanno un interesse particolare,
come pure anche le Case del Fascio del PNF in generale hanno una loro storia da raccontare.
A dicembre dell’anno scorso, mi sono rivolta all’Archivio Centrale dello Stato, a Roma nel quartiere EUR, in un edificio imponente costruito alla fine degli anni Trenta, per compiere una piccola
ricerca. Una trentina d’anni fa, conducevo le mie ricerche di dottorato proprio in quest’edificio,
studiando, guarda caso, l’architettura delle Case del Fascio. La ricerca in archivio ha un indubbio
fascino, almeno per chi è portato a perdersi tra documenti, fogli di carta, polvere. Fascicoli, sottofascicoli, allegati, tutti sono conservati in grandi faldoni di cartone chiusi con corde su tre dei quattro lati e portati, sotto richiesta e in numero limitato (massimo sei pezzi al giorno) all’utente.
Quando si apre un faldone, si sprigionano delle polveri decennali. La polvere dei documenti del
PNF aveva un suo odore particolare, indimenticabile e indescrivibile e, a mia sorpresa ancora viva
in questi faldoni enormi. Pure le carte stesse hanno qualche cosa di singolare, quel misto di carta
velina per le copie, carta grezza e leggermente marrone per gli originali, tipico dei documenti ufficiali di quelli anni. Passavo dalla tattilità quasi effimera della prima a quella ruvida della seconda,
leggendo le righe battute con una vecchia macchina da scrivere e allo stesso tempo scorrendo un
dedalo di timbri, firme, date e quant’altro che fungeva da contorno al messaggio scritto.
Questi sono gli archivi, qui s’imboccano vie inaspettate e s’inseguono tracce con ostinazione, dimenticando la motivazione originale della ricerca per seguire uno sfizio, e per una di queste circostanze casuali, mi sono trovata a scavare nei documenti riguardanti la Casa del Fascio di Trecenta.
Riconoscevo i nomi e gli argomenti dei personaggi degli uffici a Roma; sembrava quasi di tornare al
mio passato anziché quello dell’Italia negli anni del Fascismo. Eppure, come succede di frequente
nella ricerca d’archivio, sono apparse delle novità, appunto su questa sede del fascio nell’Alto Polesine.
Per le prime Case del Fascio, il PNF semplicemente occupò edifici esistenti, dati in affitto o in concessione dai Comuni. Nel 1932 si tenne un concorso nazionale per sviluppare edifici tipici per case
del fascio da costruirsi in locali diversi (in montagna, in paesi di varie dimensioni, ecc.) seguendo
l’idea di riprodurre il ‘covo’ mussoliniano dei primi anni del fascio. Da qui parte la tipologia della
quale gli elementi sono oramai riconosciuti da tutti: la torre littoria, le aquile imperiali, i fasci littori,
l’arengario, il sacrario in memoria dei fascisti caduti. Da quell’anno in poi, l’architetto avrebbe
dovuto incorporare tutti gli elementi nel suo progetto.
A Trecenta, invece, mancano quasi tutti questi elementi nell’ex-Casa del Fascio. Il nostro edificio
dà segno della sua destinazione originale solo nel grande portale di travertino e nel balcone soprastante, una volta l’arengario da dove il Federale o altro ufficiale importante parlava alla gente radunata nella piazza davanti. Nell’archivio di stato non ci sono fotografie d’epoca, per cui servirebbe
un’ulteriore ricerca per scoprire delle foto d’epoca per saperne di più del suo stile architettonico
originale. In ogni caso, oltre la questione di stile, questa Casa del Fascio ci offre qualche cosa in più.
Il Comune si era impegnato a costruire a sue spese il palazzo da adibire a Casa del Fascio, ma con
l’idea di recuperare i costi attraverso la locazione di parte dell’edificio alla banca e a diversi inquilini. Non ci volle molto tempo per arrivare al primo intoppo per il Comune. Nel maggio del 1936, la
sede Federale di Roma chiese al Comune di donare tutto l’edificio al fascio locale. La risposta non
(Continua a pagina 4)
L’ex Casa del Fascio
com’era in origine, in
un’immagine degli
anni ‘50 del ‘900,
quando era adibita a
sede della scuola media
“La nostra
comunità che
ha resistito con
caparbietà, alle
pressioni dei
fascismo”
L’ex Casa del Fascio
come si presenta oggi
Pagina 4
Qui Trecenta
La Casa del Fascio di Trecenta
(Continua da pagina 3)
Lo stemma comunale
di Trecenta
“L'iniziale
imbarazzo
diventa ben
tardò, anche se rimaneva sul vago; il Comune “non riuscì ad ottenere l’approvazione di tale donazione,” perciò ha deciso di affittare i locali per nove anni rinnovabili con un canone annuale di L.
1,00. Sorse un dubbio per le spese di manutenzione e delle tasse sulla parte occupata dal Fascio,
ma sotto la pressione della sede centrale di Roma finalmente nell’aprile del 1937 il Comune accettò di caricarsi queste spese. Tutto sembra filar liscio, invece no: nel dicembre 1937, il gerarca
locale dovette informare Giovanni Marinelli, Direttore Amministrativo del PNF, che la giunta comunale non aveva ancora approvato la delibera di donazione dell’edificio. Un mese dopo, nel gennaio 1938, Marinelli venne informato dal Prefetto che non era possibile approvare tale delibera
perché “non era conforme alle disposizioni vigenti.”
Ma nel novembre 1938 il Marinelli tornò a chiedere tutto l’immobile in donazione dal Comune,
oltre ai locali già occupati dal fascio. E anche questa volta la risposta del direttore amministrativo di
Rovigo, Duilio Gregnanin, fu evasiva: poiché il Comune percepiva un reddito non indifferente dagli
affitti, il Prefetto rifiutava di approvare la donazione di tutto il palazzo al PNF. Da lì alla caduta del
fascismo, avvenuta nel 1943, le sollecitazioni dei gerarchi di Roma al Prefetto, al Comune, al Federale locale, non ebbero pause; eppure le risposte di continuo confermavano che l’approvazione
sarebbe avvenuta fra poco. Alla fine, quella donazione dell’edificio al Fascio tanto richiesta non è
mai avvenuta, lo si desume dalle lettere indirizzate a Roma, perché il Comune e il Prefetto si erano
messi d’accordo di rallentare i passaggi formali, seguendo la tattica degli oppressi nel dire di sì agli
ordini delle autorità senza mai eseguirli. E qui i veneti, sempre cauti (per non dire avidi!) con i
soldi e sempre diffidenti di fronte alle autorità, si sono messi di traverso per evitare la perdita del
possesso e degli affitti necessari per il loro Comune.
Il PNF aveva dato origine ad un regime totalitario, è vero, ma pure i dittatori a volte si trovano
davanti a situazioni dove non possono spingere più di tanto. Il comportamento del Comune di
Trecenta e del Prefetto di Rovigo non era tipico delle regioni del Nord Italia, piuttosto asservite al
regime fascista; infatti gli archivi ci confermano che solo nel Mezzogiorno, il Fascismo non era riuscito ad impiantare delle radici profonde. Adesso possiamo aggiungere anche il Comune di Trecenta a quest’elenco, alquanto breve, di comunità che hanno resistito con cortesia, ma con caparbietà,
alle pressioni dei gerarchi fascisti, fino alla caduta del regime.
Diane Ghirardo
presto
entusiasmo
contagioso”
La chiesa parrocchiale di Trecenta dedicata a San Giorgio martire (Foto di Fabrizio
Poli)
Il grande cuore di Trecenta
E' nata come iniziativa privata
di alcuni genitori che intendevano riportare alla luce le
nostre tradizioni; è terminata
come una delle più belle esperienze degli ultimi tempi. Ma
andiamo con ordine. Nel febbraio 2012 alcuni genitori di
Trecenta decidono di fare
qualcosa per aiutare chi è in
difficoltà e allo stesso tempo
ritrovare l'entusiasmo di stare
insieme ai ragazzi e ai non più
tali. Nasce così il gruppo Chiarastella che dà vita ad un gruppo di chitarra e di canto. Tra
svariate difficoltà e numerosi
impegni i promotori
dell’iniziativa riescono comunque a formare un piccolo
gruppo di chitarristi e cantori.
Dopo alcune riunioni e il coinvolgimento di altri genitori, si
mettono a punto i vari dettagli
e finalmente il 10 dicembre
2012 , accompagnati dalla
benedizione extra di don Ferdinando, inizia il pellegrinaggio
attraverso le vie del paese
insieme a Babbo Natale e la
sua "Ape-renna".
L'iniziale imbarazzo diventa
ben presto entusiasmo contagioso che coinvolge non solo i
partecipanti, ma ogni famiglia
che li accoglie e li ringrazia
con un’offerta. Il tempo li
assiste e le serate passano
velocemente in un crescendo
di generosità verso la bella
iniziativa.
A conclusione di questa nuova
esperienza i responsabili
dell’iniziativa desiderano rendere noto alle famiglie di Trecenta come sono state utilizzate le offerte raccolte.
I fondi sono stati destinati al
restauro della chiesa parrocchiale di Trecenta, danneggiata
dal terremoto, e come aiuto
alle famiglie del paese in diffi-
coltà; è stata fatta una donazione all'associazione Ramatnal
Onlus (operante nel settore
ospedaliero in collaborazione
con Medici senza frontiere nei
villaggi dell'India) e una a Save
the children, a favore dei bambini e delle famiglie coinvolti
nelle emergenze in Mozambico, Mali, Siria e Repubblica
Democratica del Congo.
Un grazie di cuore a tutte le
famiglie che ci hanno sostenuto, nutrendo il nostro spirito
e... il nostro corpo, all'associazione Noi Don Bosco per il
supporto logistico e non solo
e a don Ferdinando che ha
creduto nel nostro progetto.
Arrivederci quindi a Natale
2013, nella speranza di riuscire
a incontrare le famiglie che
quest'anno non siamo riusciti,
per motivi di tempo, a visitare.
Gruppo Chiarastella
Trecenta
Aprile - Maggio 2013
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La centrale a biomasse di Bagnolo è sicura?
Nel tardo pomeriggio di lunedì 4 marzo la centrale a biomasse di Bagnolo è stata interessata da un incidente che ha
richiesto l’intervento dei Vigili
del Fuoco. Il problema, secondo il comunicato diffuso
dall’avvocato della ditta Bagnolo Power, sarebbe stato causato da un “anomalo aumento
della temperatura nel ciclo di
combustione”, senza fornire
altri dettagli, preferendovi le
solite rassicurazioni sulla sicurezza dell’impianto e sulla
professionalità degli operatori.
Insomma, secondo l’azienda,
non sarebbe successo nulla di
grave, ma l’impianto è stato
fermato e sono tutt’ora in
corso lavori di riparazione.
Qualche notizia però è trapelata e, a quanto pare, vi sarebbe stato un principio
d’incendio nel cassone del
filtro a maniche, che ha richiesto l’intervento dei Vigili del
Fuoco.
Sulla base di queste indiscrezioni, si può formulare
l’ipotesi che il filtro a maniche
sia entrato in combustione a
causa del contatto con corpi
roventi trasportati nel flusso
dei fumi caldi da depurare.
L’ipotesi è suffragata dal fatto
che con le ultime varianti approvate dalla Regione, il sistema di trattamento dei fumi è
stato notevolmente ridotto
rispetto al progetto originario,
che prevedeva prima del filtro
a maniche, una batteria di
depolveratori a ciclone per la
captazione delle polveri più
grossolane (oggi superati dai
più efficaci abbattitori elettrostatici), come la buona tecnica
richiede. La presenza di questi
pre-filtri metallici evita che
eventuali corpi incandescenti
presenti nei fumi caldi possano
giungere a diretto contatto col
tessuto dei filtri a maniche,
finendo per danneggiarlo o
incendiarlo, cosa che può
essere successa e che potrebbe ripetersi in futuro. Quando
il filtro a maniche è bucherellato, lascia passare liberamente
il fumo, in tal modo la combustione di biomassa va a pieno
tiraggio, innescando quel processo di surriscaldamento che
ipotizziamo abbia richiesto
l’intervento dei pompieri.
Si deve precisare che il parere
sanitario espresso dall’Ulss 18
sulla centrale a biomasse era
subordinato all’utilizzo della
miglior tecnologia possibile nel
trattamento dei fumi, proprio
per ridurre al minimo il loro
impatto negativo su un bene
collettivo e indispensabile qual
è l’aria. Ci sorprende non
poco che queste prescrizioni
siano state disattese dalla
Regione con l’approvazione
nel dicembre scorso di varianti
progettuali con una sicurezza
ridotta al minimo. Oltre alla
batteria di cicloni, l’azienda
Bagnolo Power non ha installato il previsto deacidificatore
a calce dei fumi, un trattamento chimico che serve per evitare il fenomeno delle cosiddette “piogge acide”. La miglior tecnologia prevede anche
l’abbattimento degli ossidi
d’azoto mediante iniezione di
una soluzione acquosa di urea
o ammoniaca, un dispositivo
che è obbligatorio nei motori
di ultima generazione, ma non
si capisce perché questa centrale, che di soli ossidi d’azoto
ne emette oltre 50 tonnellate
ogni anno (!), sia stata autorizzata senza questa elementare
precauzione. Un trattamento
completo dei fumi prevede
anche il loro “lavaggio” in un
dispositivo chiamato scrubber,
una specie di doccia molto
efficace, che normalmente
viene posta alla fine del percorso dei fumi. Ma anche di
questo non c’è traccia e
l’unico sistema di filtrazione
adottato dalla Bagnolo Power
consiste in un filtro a maniche.
Ricordo che il filtro a maniche
è solamente un depolveratore
in grado di trattenere (se
integro), il particolato al limite
dei 10 micron di diametro (le
famose PM10), ma non le
polveri più sottili (che sono le
più pericolose) e tantomeno i
gas e le sostanze chimiche
(molte delle quali cancerogene
accertate), che non sono nemmeno monitorate.
Viene perciò il dubbio che la
ditta Bagnolo Power abbia
scarso rispetto per gli abitanti
di questo territorio se, per
puro calcolo economico, non
ha dotato l’impianto delle più
efficaci tecnologie nel sistema
di trattamento dei fumi. Potrebbe anche essere che i
soldi donati al comune di Bagnolo a titolo di compensazione, vengano recuperati abbassando il livello di sicurezza e di
monitoraggio ai minimi di
legge.
L’associazione InterComAmbiente, consapevole dei rischi
che questo impianto comporta
per la salute dei cittadini, si è
fatta promotrice di un ricorso
al Tar, assieme al comune di
Trecenta, accettando di sostenerne i costi al 50%. Le motivazione per risultare vincenti
ci sono, ma non possiamo
nasconderci che sarà una battaglia lunga e difficile, per la
quale c’è bisogno del sostegno
di tutti i cittadini e di tutte le
associazioni di Trecenta, un
impegno che auspichiamo sia
sentito come personale da
ciascun trecentano.
IntercomAmbiente
Errata Corrige
Nello scorso numero, tra i vincitori del concorso "Con i giovani per un Natale solidale" è stato
segnalato in modo erroneo il nome del vincitore del terzo premio del concorso, che è andato alla
Scuola materna statale Don Minzoni di Lendinara. Ci scusiamo per l'accaduto.
La redazione
Bagnolo Power
“C’è bisogno
del sostegno di
tutti i cittadini
e di tutte le
associazioni di
Trecenta”
Presepi nel mondo
Pagina 6
Qui Trecenta
Il Carnevale diventa Festa di Primavera
Arrivano i Puffi!
A Sariano era tutto pronto.
Per un pomeriggio il paese
sarebbe diventato lo splendido
villaggio dei Puffi, invece le
incessanti piogge ci hanno
messo i bastoni tra le ruote,
rendendo impraticabile il campo sportivo, dietro la chiesa
parrocchiale, dove doveva
svolgersi il carnevale.
Visto che la manifestazione è
organizzata con lo scopo di
animare il paese e creare un
momento di incontro e diver-
timento per gli adulti e, in
particolare, per i bambini,
abbiamo deciso di far diventare il “Carnevale 2013” nella
“Festa di primavera”.
Cambia il nome ma non il
programma: ci sarà
l’animazione per i più piccoli,
con giochi e balli, e ci saranno
dolci e pinzìn per tutti.
Cogliamo l’occasione per
ringraziare la Pro Loco Trecenta che ci sostiene nelle
nostre iniziative e il parroco
per la disponibilità degli spazi
in cui viene allestita la manifestazione.
Con la speranza che questa
volta il meteo sia dalla nostra
parte, vi aspettiamo numerosi
domenica 7 aprile alle 14,30
presso il campo sportivo di
Sariano per vedere case a
forma di fungo, un mago cattivo con il suo gatto e tanti
omini blu.
Elene Ludergnani
Gruppo Giovani Sariano
Avis “Ugo Grisetti”: nuovo direttivo
“Donare
sangue è un
gesto
importante”
Pipi, Guido Bianchini
“Donare il sangue è un gesto importante, volontario e consapevole, significa essere disponibili concretamente verso gli altri ed anche verso se stessi". Con queste parole la presidente della sezione
Avis "Ugo Grisetti" di Trecenta, Barbara Garbellini, ha ringraziato i donatori di sangue, grazie ai
quali "l'Avis c'è, cresce e, ci auguriamo, crescerà ancora", durante la recente assemblea annuale.
Nella riunione è stato eletto il nuovo consiglio direttivo, ora di 15 componenti, e il collegio dei
revisori dei conti. Il nuovo direttivo ha distribuito le cariche sociali per il mandato quadriennale
2013-2016: alla presidenza è stata confermata Barbara Garbellini; Pietro Avanzi è stato nominato
vicepresidente vicario, Remo Celio amministratore e Sara Ghiotti segretaria; i nuovi consiglieri
sono: Jessica Bellinato, Claudio Bonetti, Nicola Bozzolan, Massimo Candian, Annika Cova, Pierluigi
Ferrari, Matteo Giuriato, Camillo Mischiari, Gianpietro Panziera, Marina Pederzoli, Riccardo Romani. Il collegio dei revisori dei conti è presieduto da Giovanni Fantinati, affiancato da Carletto Faggion e Gastone Paglierini.
Ricordo di un amico
E’ con commozione ed affetto che voglio ricordare Pipi, Guido Bianchini, che tutti i trecentani, in
particolare quelli che hanno frequentato le scuole medie fino a 30 anni fa, lo conoscevano.
Era il bidello della palestra, ma dire bidello è sicuramente limitativo perché soprattutto era l’amico
allegro e gioviale di tutti i ragazzi che si rivolgevano a lui in maniera spontanea e confidenziale.
Io ho lavorato con lui tutti gli anni della mia carriera di insegnante di educazione fisica. C’era tra
noi un legame che andava ben oltre il rapporto professionale dato che tramite la moglie, seppur
alla lontana, eravamo anche parenti. Aveva le mani d’oro: sapeva confezionare dolci e focacce buonissimi. Famoso il suo cren, che preparava anche per gli amici. Ma d’oro aveva anche il cuore dato
che era medaglia d’oro dell’Avis.
Di tutti quelli che hanno frequentato la palestra, quello che da Pipi ha avuto di più, forse senza
rendersene conto, è stato Carletto Dalla Pozza. Era il primo ad arrivare e l’ultimo ad andarsene.
Da bambino, da ragazzo e poi da adulto è sempre stato assiduo alle lezioni di tutte le classi.
Tutti i ragazzi lo accettavano come una presenza naturale. Assumeva le parti a volte di bidello, a
volte dell’insegnante ed aveva in Pipi, che per anni nell’orario di scuola gli ha fatto da madre, padre
ed educatore, il suo punto di riferimento in tutto e per tutto.
Lo scorso autunno ho assistito ad una scena che mi ha commosso: Pipi, in carrozzella, accompagnato dalla badante, una mattina di lunedì ha incontrato davanti alla chiesa Carletto, accompagnato
anche lui dalla sua. Pipi si è messo a piangere e Carletto lo consolava abbracciandolo e piangendo
anche lui. Sono arrivato io e quindi a piangere ci siamo trovati in tre.
La chiesa stracolma in occasione del suo funerale ha testimoniato l’affetto di tutta la comunità.
Don Ferdinando nell’omelia ha detto che, inconsciamente, entrando in chiesa lo ha cercato dietro
il portale che per tanti anni aveva aperto in occasione delle cerimonie religiose.
Alla moglie Noris, ai figli Astolfa e Gilberto, ai nipoti Emanuela e Emanuele, ai pronipoti, ai parenti
tutti la consolazione e l’orgoglio di aver vissuto accanto ad un uomo speciale.
Ciao Pipi.
Gastone
Aprile - Maggio 2013
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Nogara-Mare: un’autostrada che non convince
L’autostrada regionale medio padana veneta, meglio nota come Nogara-Mare, è il segmento veneto
della direttrice autostradale padano inferiore Cremona – Mantova – Rovigo – Mare Adriatico,
inserita dalla Comunità Europea nel corridoio plurimodale 5 Lisbona - Kiev, lo stesso di cui fa
parte la contestatissima TAV della Val di Susa.
Nel 2004 una ditta privata, la Autostrade SpA, ha presentato alla Regione del Veneto la proposta di
progettazione, costruzione e gestione in regime di concessione per 40 anni, ivi compresa l’esazione
dei pedaggi, di un tratto della Nogara-Mare compreso fra Casaleone e Curicchi (frazione di Adria).
L’opera, un’ottantina di chilometri in tutto, prevede la riconversione in autostrada del tratto di
strada statale numero 434 Transpolesana (superstrada), fra Legnago e Rovigo e, per il momento, la
costruzione ex novo di due tratti autostradali da Casaleone a Legnago e da Rovigo a Curicchi, in
attesa di futuri collegamenti con l’autostrada del Brennero a Nogarole Rocca (il cui tracciato attraverso ettari di pregiate risaie non è ancora stato deciso) e con la futura Romea autostradale a
Chioggia (in tal caso il percorso sarà di 107 Km).
Il costo iniziale preventivato era di 934 milioni di Euro, dei quali 60 a carico della Regione del Veneto e 874 a carico della ditta proponente il progetto che, come detto, provvederà al recupero dei
costi e degli utili d’impresa mediante l’incasso dei pedaggi, la cosiddetta finanza di progetto o project financing. Non è del tutto chiaro cosa succederà se i costi lieviteranno (si parla già del doppio)
e le entrate dei pedaggi saranno inferiori al previsto (considerati i continui rincari del petrolio e la
sua minore disponibilità in futuro). Si teme che il maggior onere possa andare a carico della Regione, diventando un debito pubblico imprevisto, fuori bilancio e fuori controllo.
L’infrastruttura comprende ben 12 caselli di esazione del pedaggio, con relativi svincoli di collegamento alla viabilità ordinaria per circa 42 Km e fra questi uno ci interesserà direttamente: si tratta
della cosiddetta bretella di Trecenta, una nuova strada lunga circa 4 Km fra il casello di Ca’ Giovanelli e la via Gorgospino che, in realtà, insisterà soprattutto sul territorio comunale di Canda e
Bagnolo di Po. In un secondo tempo essa verrà prolungata verso sud di ulteriori 5 Km per collegarsi alla strada regionale numero 10 Eridania, all’altezza del ponte sul Po di Ficarolo.
Allo stato attuale il progetto esecutivo della Nogara-Mare è già stato approvato tanto dalla Regione del Veneto che dal CIPE e manca solamente l’aggiudicazione delle gare d’appalto, finora bloccate, a quanto pare, da un ricorso al TAR del Veneto da parte della società che ha in gestione
l’autostrada del Brennero, che sembra non gradire il collegamento con la Nogara-Mare. Ma secondo le dichiarazioni dell’assessore alla viabilità Renato Chisso, l’apertura dei cantieri dovrebbe avvenire già nel 2013 e la consegna dell’opera ultimata, dovrebbe avvenire nel 2017. Neanche al tempo
del Duce si sarebbe riusciti a fare più presto!
L’iter autorizzativo è stato accelerato dal carattere di pubblica utilità che la Giunta regionale ha
voluto attribuire all’opera, ma non la pensano allo stesso modo molti cittadini del Polesine per
nulla rassegnati a rinunciare all’uso gratuito della Transpolesana; numerosi perciò sono stati i firmatari di una petizione contro la realizzazione di quest’autostrada, nel corso del Ferragosto Badiese
2012. In una successiva e affollata assemblea, tenutasi a Badia Polesine nel settembre scorso, sono
emerse tutte le perplessità nei riguardi della Nogara-Mare e l’invito ai politici (puntualmente assenti), a rivedere il progetto.
In primo luogo, come si è detto, noi polesani verremo espropriati della superstrada, già pagata con
le nostre tasse, che sarà messa a pedaggio (quindi, la pagheremo due volte). Come primo effetto è
facilmente prevedibile che, per evitare il balzello, gli automobilisti torneranno ad intasare e a rendere pericolosa la viabilità ordinaria.
In secondo luogo, non si capisce quale pubblica utilità possa avere un’autostrada di soli 87 chilometri che inizia a Casaleone e finisce a Curicchi. C’era bisogno, caso mai, di una tangenziale che risolvesse il problema dell’attraversamento dei centri di Cerea e Sanguinetto, ma se questa viene prolungata fino a Curicchi, diventando autostrada a pagamento, viene il dubbio che esistano accordi
sottobanco fra politici ed imprenditori a danno dei polesani. Solo il collegamento con la Brennero
e con la Romea autostradale potrebbe dare un senso di vera utilità alla Nogara-Mare, ma stiamo
parlando di un collegamento in dubbio e di un’autostrada, la Romea, che ancora non sappiamo se e
quando verrà compiuta.
È necessario poi valutare se sia opportuno nell’attuale situazione di recessione economica, realizzare un progetto nato una quindicina d’anni fa, in funzione di una crescita che sembrava senza fine.
Dovrebbe essere ormai chiaro che le infrastrutture da sole non sono più in grado di attirare le
imprese, in quanto gli investitori chiedono ben altro: minore fiscalità, burocrazia snella, flessibilità
del lavoro, accesso facilitato al credito, giustizia rapida, servizi pubblici efficienti, amministratori
onesti, tutte cose che il nostro paese offre in misura molto inferiore rispetto ad altri. In tale situazione, la costruzione di nuove strade non induce alcun sviluppo, anzi, si trasforma in un inutile
(Continua a pagina 8)
La superstrada Transpolesana
“Noi polesani
verremo
espropriati
della
superstrada,
già pagata con
le nostre tasse,
che sarà messa
a pedaggio”
Un’autostrada italiana
http://quitrecenta.altervista.org
EDITORE E
PROPRIETARIO:
PRO LOCO
TRECENTA
Piazza San Giorgio, 30
45027 Trecenta (RO)
Tel.: 0425 701457
Fax: 0425 700258
E-mail: [email protected]
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quitrecenta.altervista.org
DIRETTORE
RESPONSABILE:
Francesco Romani
Nogara-Mare: un’autostrada che non convince
(Continua da pagina 7)
consumo di risorse economiche e di suolo agrario, che peggiora lo stato di crisi. Credo che la
politica basata sul cemento e sull’asfalto sia finita e che le poche risorse pubbliche disponibili dovrebbero essere impegnate a favore dei cittadini e delle imprese. A che serve un’autostrada se poi
ci tagliano gli ospedali, le scuole e se le aziende chiudono o vanno altrove?
Ci sono, infine, vari problemi ambientali, il più rilevante dei quali riguarda il reperimento del materiale di sottofondo per il rialzato della nuova strada, per i viadotti, gli svincoli, le bretelle, ecc. Servirà terra, tanta terra che verrà asportata dalle campagne, creando buchi o ribassamenti, le cosiddette “migliorie fondiarie” autorizzate dalla Regione del Veneto, che trasformano campi in acquitrini.
Per quanto riguarda la bretella di Trecenta, va detto che essa attraverserà la Fossa Maestra
all’incirca sul confine tra Bagnolo di Po e Trecenta, mediante un lungo viadotto in calcestruzzo, che
planerà al centro di Vallalta con una enorme rotatoria al servizio della banchina portuale, altra
opera di cui non si vede l’utilità, per riprendere subito dopo quota su un ponte avveniristico a due
pennoni (simile al nuovo ponte sull’Adige), sopraelevato sul Tartaro (e sulle due strade arginali),
per ritornare a terra con una nuova rotatoria sulla via Gorgospino. Una devastazione che ritengo
sconsiderata di quel meraviglioso ecosistema che è l’isola fluviale di Vallalta e uno stravolgimento
irrimediabile del nostro paesaggio rurale.
Ne vale la pena?
Michelangelo Caberletti
IntercomAmbiente
[email protected]
REDAZIONE:
Piazza San Giorgio, 30
45027 Trecenta (RO)
[email protected]
IN REDAZIONE:
Chiara Mora
Sara Belletti
Gastone Paglierini
STAMPA:
Tipografia Masi
di Masi Giuseppe & C. S.n.c.
Via Cigno, 169
45021 Badia Polesine (RO)
Registrazione del
Tribunale di Rovigo
17 febbraio 2010 n. 2
facebook.com/trecenta
Giovedì 25 aprile la Pro Loco Trecenta ripropone la “Passeggiata ecologica”, giunta
quest’anno alla 26^ edizione.
Il direttivo, sensibile alle osservazioni mosse sulle trasferte degli ultimi anni, si è orientato verso un percorso che privilegi soprattutto il territorio comunale, con arrivo ai
giardini pubblici di Viale Dante Alighieri, nei pressi del vecchio ospedale “Casa Rossi”,
dove si svolgerà la tradizionale salsicciata, con musica e lotteria.
Per tempo, prepareremo il pieghevole da consegnare alle scuole e alle famiglie con il
percorso e gli orari.
Il Presidente
Sereno Ghiotti
Appuntamenti
Aprile 2013
Maggio 2013
Domenica 7 aprile | h 14,30
Festa di Primavera
Gruppo Giovani Sariano
Campo sportivo parrocchiale
Sariano
Mercoledì 1 maggio
Festa del Lavoro
Sabato 13 aprile | h 21
Canto d’amore
pour Edith Piaf
Fondazione AIDA
Teatro “Ferruccio Martini”
Giovedì 16 maggio | h 23,30
Mille Miglia
Festa della Liberazione
Dal 20 al 25 aprile
Sagra di San Giorgio
Martedì 23 aprile
San Giorgio Martire
Patrono di Trecenta
Giovedì 25 aprile
Festa della Liberazione
Giovedì 25 aprile | h 14,30
(mercoledì 1 maggio se )
Passeggiata ecologica
Pro Loco Trecenta
Giardini Viale Dante - Trecenta
La “Corsa più bella del mondo” torna in Polesine
I^ Tappa: Brescia - Ferrara
Transito per Rovigo
SS16 da Boara Polesine a Santa
Maria Maddalena
Domenica 26 maggio
Lunedì 27 maggio
Elezioni amministrative
Comune di Trecenta
Seggi elettorali presso edificio
scolastico Edmondo De Amicis
Trecenta
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Aprile - Maggio 2013 - Qui Trecenta