Anno II Numero 5 Maggio – Giugno 2009
Bimestrale della Comunità Protetta Psichiatrica “Elio Zino”
Capo redattore: Alberto Cagna; Vice redattore e giornalista: Stefano Ventura, giornalista: Damiano Mascia,, Bianca Maria Tavernier
L'editoriale dott. Bruno Ragni
Dal sito Psichomedia
Gli ultimi cinquant'anni di storia della Psichiatria
sono stati caratterizzati da fermenti innovativi che
hanno inciso profondamente nella teoria e nella
prassi di questa disciplina.
Una delle esperienze più vivaci e creative è
rappresentata dalle Comunità Terapeutiche, sorte
in Inghilterra verso la metà degli anni quaranta e
diffuse un po' dovunque con diverse impostazioni
e con alterna fortuna. Esse hanno rappresentato,
per certi versi, il recupero e lo sviluppo del filone
della Terapia Morale che scosse le fondamenta
della psichiatria, in Francia e negli Stati Uniti,
verso la metà del secolo scorso e sono divenute
punto di riferimento anche in settori non
strettamente appartenenti al campo psichiatrico.
Anticipando
molti
dei
contenuti
che
successivamente il Movimento Anti-psichiatrico
fece propri, le Comunità svilupparono, in
parallelo, parte di un percorso innovativo, senza
tuttavia identificarsi completamente con esso per
quanto riguarda le premesse teoriche e
metodologiche.
Come sempre nella storia della Psichiatria, teorie
di diversa ispirazione continuano a scontrarsi
duramente alla ricerca di una supremazia che
tende a non lasciar spazio l'una all'altra,
impedendo di fatto una proficua integrazione fra
orientamenti diversi. La corrente di pensiero che
ha generato e sostenuto, in questi anni, la prassi
della Comunità Terapeutica, non è sfuggita a
questo destino e per questo ha conosciuto
momenti di auge e di declino.
Oggi la cultura della Comunità viene sottovalutata
nel dibattito teorico e scientifico predominante,
ma resta viva ed operante in molte strutture ed
istituzioni che continuano a far riferimento al
bagaglio culturale e metodologico che essa ha
trasmesso nel tempo, a conferma, da un lato, della
validità del metodo comunitario e, dall'altro, della
dicotomia esistente fra le esigenze della
psichiatria reale ed il "fondamentalismo" di talune
ideologie psichiatriche. Si sono così moltiplicate
le strutture di carattere comunitario, talvolta
abusando di questa definizione, e si sono
sviluppate in tale direzione anche iniziative rivolte
a problematiche solo in parte oggetto d'interesse
della Psichiatria (adolescenti, devianza sociale,
tossicodipendenze, carceri).
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Partendo dalla constatazione quotidiana di queste
evidenze e dalla pratica sviluppata nel corso di
molti anni in strutture pubbliche e private di
carattere comunitario, alcuni psicologi, psichiatri
e operatori di Comunità, hanno avvertito la
necessità di valorizzare e sviluppare questo
patrimonio di esperienze, di riflessioni teoriche e
metodologiche e, ritenendo non solo possibile ma
auspicabile una loro integrazione con altre
modalità d'approccio, si fanno promotori di
un'iniziativa che possa aggregare quanti, per
motivazione professionale, interesse culturale,
esperienza diretta o parziale coi problemi del
disagio psichico, siano interessati allo studio ed
all'evoluzione
del
Modello
Terapeutico
Comunitario nella realtà attuale.
I promotori di questo progetto, ben consapevoli
delle diversità che caratterizzano le Comunità
Terapeutiche esistenti, non si pongono l'obbiettivo
di affermare il primato di un particolare
orientamento teorico, quanto piuttosto di
evidenziare le caratteristiche di base che
accomunano diverse esperienze e consentono di
delineare un modello operativo per settori
specifici del campo psichiatrico e non solo di
esso. Convinti che le problematiche poste dai
disturbi psichici non possano essere letti
attraverso una singola chiave di lettura, i
promotori fondano la loro iniziativa su queste
premesse:
1) l'approccio ai problemi del disagio psichico non
possono considerarsi di esclusiva competenza
medico-biologica;
2) i contributi della psicologia sociale e clinica,
della psicoanalisi e delle scienze umane in
generale hanno fornito nuovi strumenti per la
comprensione
dei
disturbi
psichici;
3) nel contesto attuale, la Psichiatria non può
prescindere dalla dimensione sociale dei problemi
di cui si fa carico.
Consapevoli, come già detto, della molteplicità di
modelli metodologici e organizzativi cui si
ispirano molte Comunità Terapeutiche, i
promotori ritengono che tale difformità non
costituisca necessariamente motivo di insanabile
contrasto ma possa, per certi versi, rappresentare
una
risorsa.
Ritenendo tuttavia indispensabile una comune
piattaforma di partenza dal punto di vista
epistemologico, metodologico e di ricerca, essi
basano la loro iniziativa su alcuni presupposti che
consentano una definizione condivisibile di
Comunità Terapeutica:
1) con questa denominazione si intende
solitamente un gruppo di dimensioni mediopiccole, formato da persone che, in contesti
diversi, convivono nel corso di una fase
particolarmente significativa della loro vita e che
hanno continuamente la possibilità di interagire in
modo diretto tra loro, condividendo una vita in
comune fondata su una profonda conoscenza
reciproca;
2) essa è caratterizzata dalla particolare qualità
umana delle relazioni fra i suoi componenti,
improntata al riconoscimento e rispetto delle
reciproche esigenze, alla condivisione della vita
quotidiana e ad una costante mediazione fra il
mondo interno dei pazienti e la realtà esterna;
3) la dimensione gruppale che caratterizza la vita
della Comunità Terapeutica rappresenta una
risorsa fondamentale nella sua strategia
terapeutica;
tali presupposti rappresentano un terreno di
cultura facilitante un cambiamento nelle persone
che vi coabitano ed il raggiungimento di finalità
riabilitative attraverso le differenti metodologie
di ciascuna comunità.
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Lo scudetto dell’Inter – Anno 2009
Il 16 maggio 2009 mi sono recato a casa per
passare il fine settimana con i miei genitori. A
casa ci vado il fine settimana, dopo
due settimane dal precedente. Siccome ero andato
a casa il 1-3 maggio, mi spettava andare a
Comignago (NO) il 16-17 maggio 2009. Il mezzo
che ho usato per andare a Comignago è stato il
mio scooter nuovo.
Bisogna dire che quando vado a Comignago(NO),
il mio papà mi permette di vedere una partita di
serie A, con la tessera Mediaste Premium. Il
giorno 16-17 maggio, come sapete, c’era la
possibilità che l’Inter vincesse lo scudetto ed io
sono un tifoso interista.
Ho chiesto al mio papà se potevo vedere due
partite: quella del Milan e quella dell’Inter.
Entrambe erano fondamentali per l’andamento del
campionato e per la vittoria finale della SERIE A
2009. Udinese - Milan era in programma sabato
alle ore 20:30. Inter - Siena era in programma
domenica alle ore 20:30.
Mio padre mi ha detto che, per vedere le due
partite, lui doveva andare alla Bennet di
Castelletto Ticino, per farsi dare una tessera
nuova. Alla Bennet il mio papà ha trovato solo
tessere da 20 €uro. Facendo i calcoli, dopo la
visione delle due partite, gli avanzavano ancora 12
€uro. Avrebbe voluto comperare una tessera da 10
€uro, perché non sa se riuscirà a sfruttare tutta la
tessera, vedendo film o altri programmi a
pagamento.
Mio padre mi ha detto ultimamente che il digitale
terrestre nella nostra casa di Comignago, non
funziona più. Non si riesce più a vedere i canali
principali e anche tutti gli altri. Forse è il decoder
che si è guastato. Aspetterò che venga riparato.
Nel frattempo non posso vedere le partite di
SERIE A. Mi ha detto che la nostra zona è
sfortunata, nel senso che, sia con l’analogico sia
col digitale terrestre, spesso il segnale è debole.
Devo dire che io, mio fratello Luca e la mia
mamma siamo interisti. Mio padre è milanista.
Essendo nerazzurro, ho avvertito in gruppo
appartamento che forse sarei stato con i miei
anche domenica sera per vedere la partita Inter –
Siena, determinante per lo scudetto. In realtà
avevo già qualche presentimento che il Milan
avrebbe perso a Udine; che, probabilmente, la
partita Inter – Siena non sarebbe stata
determinante; cioè che l’Inter avrebbe vinto lo
scudetto prima ancora di giocare col Siena.
Durante il fine settimana, di solito faccio molto
poco. Se posso leggo il giornale o vado in giro in
Scooter. La lettura del giornale la trovo più
rilassante di quella dei libri. È una lettura meno
impegnativa. Per rilassarmi scelgo questo genere
di lettura.
Questo fine settimana ho letto il giornale di più
delle altre volte, sono rimasto molto in casa ed ho
visto la partita del Milan (sabato 16 - ore 20:30) e
dell’Inter(domenica 17 - ore 20:30). Di giri in
scooter non ne ho fatti. Sono uscito di casa una o
due volte (una volta per la Santa Messa). Diciamo
che l’andamento del Campionato era quello che
mi interessava di più. L’Inter che vince il
Campionato non succede tutti i giorni.
Inoltre ho voluto dedicare più tempo alla lettura
del giornale, perché volevo vedere l’andamento
del mio umore, che di solito quando sono a
Comignago il sabato e la domenica, è piuttosto
basso. Infatti il fine settimana che vado a casa, di
solito leggo pochissimo, sia giornali sia libri. Il
mio umore in questi week-end è spesso molto
triste e depresso. Ho voluto incrementare la lettura
del giornale proprio per vedere se il mio umore
sarebbe cambiato in meglio o se avessi avuto
ugualmente panico, depressione e tristezza.
Non mi ricordo molto bene, ma probabilmente
sono uscito solamente la domenica mattina per
andare ad Arona alla Santa Messa con i miei
genitori. Dopo la Messa siamo andati a mangiare
alla Vela di Dormelletto (Strada del Sempione).
Ci siamo incontrati con due coniugi, amici dei
miei genitori. Abbiamo pranzato tutti insieme.
Ho mangiato : gnocchi con gamberetti e asparagi,
salsicce, patate arrosto e torta di panna e
cioccolato.
Questo pranzo mi è piaciuto. Era tutto molto
buono. Nel frattempo mio padre e mia madre
hanno dialogato con i loro due amici. Sono
persone più o meno della stessa età dei miei
genitori. Il mio papà, col signor Renato, ha parlato
soprattutto di computer, televisioni, decoder
satellitari, lettori DVD, ecc. Mia madre, con la
signora Anna, ha parlato di vestiti, di cosa è
3
successo a parenti e amici vari, ecc. Io ho
scambiato due parole sugli scooter col signor
Renato.
Per quanto riguarda la lettura del giornale devo
dire che a mio padre portano ogni giorno a casa
gratis, per sei mesi, “L’Avvenire”. È una specie di
offerta, in quanto i responsabili de “L’Avvenire”
sperano che, dopo il periodo gratis, il mio papà si
abboni a questo giornale, pagando. Il 16-17
maggio, avevo in casa: dieci “AVVENIRE”, un
“CORRIERE DELLA SERA”, un “SEMPIONE”,
un “CORRIERE DI NOVARA”: parecchio
materiale da leggere. Domenica ho letto un po’ di
più di sabato, però in tutti e due i giorni è stata
una lettura non troppo impegnata e rilassante.
Sono contento di aver fatto qualcosa il 16-17
maggio, perché, quando vado a casa per il weekend, di solito non faccio niente.
Alle 20:30 è cominciata e, già dopo venti minuti,
io e mio padre eravamo d’accordo che il Milan
stava giocando peggio del solito e che i rosso-neri
erano stati colti di sorpresa dalla vitalità
dell’Udinese. Il Milan, secondo me, è entrato in
campo molto poco convinto delle sue possibilità e
della sua forza. È stata una partita rinunciataria da
parte dei rosso-neri. Dopo un’ora di gioco, il
Milan stava gia perdendo 2-0.
Poco importa se Ancelotti, alla fine, aveva quattro
attaccanti in campo. È stata una mossa troppo
tardiva e poi la squadra non li ha molto aiutati.
Secondo me il centrocampo del Milan ha avuto
poca fantasia, la difesa ha lasciato buchi, l’attacco
era sterile e sempre marcato dalla difesa
avversaria. Ancelotti ha messo in campo una
squadra di difensori e mediani; non c’era nessuno
che dribblava l’avversario; mancava fantasia e
peso in attacco. L’idea di mettere quattro
attaccanti era buona, ma Ancelotti ha aspettato
troppo tempo. Guardando la partita si è avuta
l’impressione che il Milan sia stato schiacciato
nella propria metà campo dai bianconeri
dell’Udinese. La partita comunque è stata
abbastanza bella.
Dopo la partita, i tifosi dell’Inter hanno fatto festa
in piazza del Duomo e in tutte le località dove si
sono ritrovati in gruppo a festeggiare.
Probabilmente hanno suonato i clacson, rendendo
difficile il sonno alle persone. A Comignago
nessuno ha festeggiato con i clacson: non ho
sentito nessun suono di automobili. È stato molto
strano. È difficile che a Comignago nessuno tifi
Inter. L’operatrice Marisa mi ha detto che, a
Oleggio ed Arona, molte auto si sono ritrovate per
suonare i clacson.
Ho già detto che domenica mattina siamo andati a
Messa e a mangiare fuori. Nel pomeriggio ho letto
un po’ i giornali. La domenica sera ho guardato
Inter – Siena con il mio papà e la mia mamma.
L’Inter ha giocato bene, il Siena ha fatto una
buona partita. Il risultato è stato Inter – Siena 3-0.
Hanno segnato Cambiasso, Balotelli Ibrahimovic.
Comunque il Siena ha colpito due pali. Il risultato
poteva essere 3-2. Forse il 3-0 è stato troppo
severo per la squadra toscana.
L’unica nota stonata per la squadra nerazzurra è
stata la polemica di Ibrahimovic. Ha cominciato a
insultare pubblico, squadra, allenatore (dell’Inter).
Voleva anche essere sostituito, ma Mirinho non
gli ha dato il cambio. Ormai è in rotta con
pubblico e società nerazzurri. Mi spiace perché è
veramente un fuoriclasse. Forse è anche un poco
meglio di Van Basten. Gli assomiglia molto come
gioco. È un giocatore che invidio, perché è alto e
magro, ma ha una tecnica straordinaria. Corre
anche tanto. È un giocatore completo.
Dopo la partita sarebbe stato giusto brindare con
una bottiglia di spumante, ma non posso bere
alcool e quindi non lo abbiamo fatto. Le notizie in
TV facevano vedere gli interisti, a Milano e in
tutta Italia, fare festa e baldoria. Un’altra stagione
esaltante per il pubblico nerazzurro.
Questo articolo è dedicato allo scudetto del l’Inter
2009. E’ il 4° di fila: 2006, 2007, 2008, 2009. Non
ci crede neanche Moratti. Cambiano gli allenatori,
ma le vittorie restano. Non credo che l’anno
prossimo l’Inter vinca ancora il Campionato. È
una questione di statistica. Dopo un Campionato
vinto, ci sono meno probabilità di rivincerlo. Gli
avversari sono più agguerriti, la cabala è contro, è
difficile ripetersi. È già difficile vincere due
scudetti di fila, tanto meno cinque di fila.
L’inter ha dimostrato che ha una Società solida.
Nonostante il cambio di allenatore, l’Inter ha
continuato a vincere. Ciò vuol dire che la Società
nerazzurra è fatta da persone capaci e competenti.
Dopo decenni di magra, abbiamo vinto 4 scudetti
consecutivi e raggiunto il Milan come numero di
Campionati di SERIE A vinti (17). La Juventus è
lontana di 10 scudetti (27), però il Milan è già
stato agganciato.
Forse questo articolo sarà letto con più gioia dai
lettori nerazzurri. Nel frattempo, finisco qui
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l’articolo celebrativo dello Scudetto 2009 del
Internazionale Milano. Auguro buon Campionato
2010 e buona lettura sulla “Gazzetta dello sport di
Oleggio” (il Giornalino). Arrivederci.
Gita alla Mini Italia
Oggi, 21 maggio 2009, la meta è una gita alla
Mini Italia: parco Leolandia.Io ci sono andato
tanto per partecipare e mi sono stancato per il
traffico, ma appena arrivato, mi sono stupito per la
bellezza e l’accoglienza del posto. Qui il parco è
pieno di attrazioni: giostre mozza fiato, il percorso
della Mini Italia, i punti ristoro, il rettilario, tanto
verde e gente da tutti i posti.
Abbiamo parcheggiato, faceva molto caldo, come
d’abitudine ultimamente, c’era una buona parte
dei ragazzi della Comunità e noi ospiti non
abbiamo pagato.
E’ cominciato tutto con un caffè, per quanto mi
riguarda e poi tutti mi hanno seguito. Poi siamo
passati, per idea dell’operatore Giuliano, alle
giostre che lui conosceva già ma io no!
Queste, tre delle quali”per emozioni forti” (come
è scritto sul depliant), le abbiamo provate subito e
io ci sono rimasto di stucco.
Abbiamo proseguito per vedere gli altri spazi
comuni che sono simili a tutti i parchi come
questo e che erano interessanti e caratteristici,
secondo il mio punto di vista.
A questo punto, dopo esserci rinfrescati sulla
giostra dei Tronchi con l’acqua tipo rapide, siamo
andati a trovare i coccodrilli, i serpenti ed i ragni
giganti nel rettilario .Anche questo è stato tanto
interessante quanto tremendo.
Mi è piaciuto anche l’acquario nelle vicinanze e
ho scattato un bel po’ di foto.
Comunque, tutto è bene quel che finisce bene!
Abbiamo fatto molte foto e riprese, poi abbiamo
comprato delle bibite e ci siamo seduti a mangiare
in un posto all’ombra degli alberi in un punto
prato. Il parco è molto grande e per visitarlo tutto
ci vorrebbe una giornata intera.
Così siamo arrivati al mio capolinea: il bar
dell’entrata. Gli altri intanto hanno fatto il giro
“dell’Italia in miniatura”.
Quindi siamo ripartiti e siamo tornati in
Comunità.
La gita è stata bella e ci siamo divertiti un
sacco!
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La gara finale di equitazione
Domenica 24 maggio 2009 sono in programma le
gare finali del Campionato Equitazione Disabili.
Queste di svolgeranno ad Albignano (TO), vicino
al Capoluogo Piemontese.
I Partecipanti della Comunità Oleggio sono i
cavalieri
Davide,
Romina
e
Biba;
l’accompagnatore Michele Ventura ed il
giornalista Stefano.
a guardarci attorno, a prendere confidenza con il
luogo.
Alle ore 7:10, il sottoscritto, deve farsi trovare
fuori dal cancello della villa di via Alzate già
pronto per partire. Alle 7:20 c’è l’appuntamento
con i tre cavalieri della Comunità di via
Giaggiolo. L’accompagnatore è il mio papà.
Arriva puntuale e carica in automobile i quattro
passeggeri.
Nel Centro Sportivo ci sono molte stalle con
dentro i cavalli, tre arene(una all’aperto e due al
chiuso),
locali
spogliatoi
dei
cavalieri,
accettazione e vendita biglietti, locale doccia
all’aperto per i cavalli, il bar-ristorante, i
distributori automatici di caffè e bibite.
Prima di parlare del viaggio, vorrei dire che mio
padre ha ritirato da meno di una settimana, la sua
automobile nuova. Praticamente è ancora in
rodaggio.
È con questa auto che mio padre ci accompagnerà
ad Albignano (TO). Dopo essere entrati in
automobile ci dirigiamo verso il casello di Novara
Est. Qui abbiamo appuntamento con Giulia
(l’insegnante di equitazione). Oltre a Giulia ci
sono altre persone che parteciperanno alla
manifestazione ippica. Al casello arrivano due
auto: una la guida Giulia, l’altra un signore che si
chiama Ugo. A bordo delle due auto ci sono
cavalieri disabili, accompagnatori, parenti,
qualche persona che lavora alla “Pasqualina”, ecc.
Siamo in cinque per automobile per un totale di
15 persone.
Il viaggio procede bene. La Focus di mio padre è
ancora in rodaggio; la macchina del Signor Ugo è
una Audi abbastanza grossa e lui spinge
sull’acceleratore; la macchina di Giulia è, mi
sembra, un Suv coreano.
Sull’autostrada, ci fermiamo una volta
all’autogrill perché mio padre deve fare il pieno di
GPL. Dopo un’ora circa (70 KM) arriviamo nei
pressi di Torino e prendiamo la tangenziale nord.
Ancora qualche chilometro e siamo nella periferia
nord di Torino. Proseguiamo per Albignano;
facciamo qualche strada e qualche vicolo,
percorriamo una stradina non asfaltata e ci
troviamo nel centro sportivo ippico di Albignano.
La strada e il piazzale non sono asfaltati. Mio
papà parcheggia l’auto. Scendiamo e cominciamo
Ovviamente c’è in giro l’odore tipico dei cavalli.
Questi sono tenuti nelle stalle e ogni tanto
qualcuno scalcia sulle pareti dei box. Il rumore
che ne deriva e quello di un martello che batte su
un incudine.
Nel frattempo i tre cavalieri della Comunità Elio
Zino si cambiano i vestiti in spogliatoio. La loro
divisa prevede una giacca nera, i pantaloni
bianchi, stivali neri e cappello nero.
Dopo il cambio vestiti andiamo al bar al piano di
sopra. Qualcuno ordina un caffè. Io ordino un
panino al salame e una aranciata. Mio padre ci
dice che mangeremo nel bar ristorante alle ore
12:00 o alle ore 13:00. Il panino è buono ma è un
po’ elastico e gommoso.
Dopo aver bevuto qualcosa al bar ci spostiamo
nell’arena al chiuso, dove si fanno gli allenamenti
e le prove. Ogni cavaliere disabile, cavalca a
turno, facendo diversi giri di pista. Il cavallo va al
passo e non al trotto. Come ho detto ogni
cavaliere si esibisce a turno nelle prove e prende
confidenza con il cavallo. Le prove durano un po’
di tempo.
Alla fine delle prove (sono le 12:00 circa), chi
deve cavalcare va a mangiare prima; gli
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accompagnatori, i giornalisti, i fotografi e tutti gli
altri mangeranno alle 13:00. A mangiare si va nel
bar-ristorante. Dalle 12:00 alle 13:00, io e il mio
papà scambiamo qualche chiacchiera con Fabio
che è un dipendente della Pasqualina. Per fortuna
siamo all’ombra. Aspettiamo, tutti e tre le 13:00
per mangiare.
Alle 13:00, quelli che non devono cavalcare, si
siedono a tavola. Il menù prevede lasagne, fettine
di carne, fagiolini, carote e dolce.
Dopo mangiato facciamo una pausa per digerire.
Dopodiché andiamo nell’arena al chiuso più
grande, dove si gareggerà. Gli spettatori prendono
posto sulle gradinate. I cavalieri si preparano per
la gara facendo amicizia con i cavalli nello spazio
intermedio che divide le due arene al chiuso.
Alle 14:00 circa comincia la competizione. Tra i
primi a esibirsi, c’è Romina. Molto brava, non
commette errori. I cavalli vanno al passo e questo
mette poca difficoltà e agitazione ai cavalieri. Il
percorso a ostacoli, invece, è abbastanza difficile
ed impegnativo.
Aspettiamo fumando il momento di partire per
tornare ad Oleggio in Comunità. Ci avvisano che
attorno le 17:30 ci sarà la premiazione. A questo
punto, il Signor Ugo ci dice che si può anche
andare via. Mio padre chiede a noi quattro di
votare democraticamente per le due opzioni:
andare ad Oleggio o restare ancora un po’. Mi
astengo (scheda bianca o annullata), mentre gli
altri tre votano per tornare ad Oleggio subito.
Dopo circa dieci minuti, siamo tutti e cinque in
automobile. Percorriamo la piccola strada sterrata.
Incontriamo anche un cavallo con il suo cavaliere.
Dico al mio papà di stargli lontano perché il
cavallo scalcia e si muove di traverso. Mio padre
non è preoccupato né delle buche né del cavallo.
Ha ragione lui, non succede niente. Cominciamo a
cercare l’entrata in tangenziale, ma ogni tanto
sbagliamo strada e finiamo in qualche vicolo
cieco.
Dopo circa tre ore si sono esibiti tutti, compresi
Davide e Biba. Il tempo è caldo e afoso. Anche
loro due, come Romina, percorrono il tracciato
bene, senza ansia, senza paura, con buona
padronanza del cavallo e con un buono stile nel
cavalcare. Bisogna dire che Giulia ha fatto un
ottimo lavoro e ha insegnato loro a cavalcare
molto bene.
Alle 17:00 le gare di equitazione sono terminate.
Facciamo la foto di gruppo e alle 17:30 è in
programma la premiazione. Noi quattro della
Comunità Oleggio fumiamo all’ombra o al sole.
Abbiamo tutti caldo.
Quando stiamo per entrare in tangenziale squilla il
cellulare di mio padre. Rispondo io. È Giulia. È
molto arrabbiata perché non siamo stati presenti
alla premiazione. Infatti i primi tre classificati
sono Davide, Romina e Biba.
Praticamente i tre cavalieri della Comunità
Oleggio hanno occupato tutto il podio, sono
arrivati ai primi tre posti ma non hanno voluto
essere presenti alla premiazione. Giulia è anche
arrabbiata per una faccenda di orgoglio. In fondo
lei ha fatto tanto per prepararli e insegnargli a
cavalcare. Se i tre cavalieri di Oleggio fossero
stati presenti alla premiazione, Giulia avrebbe
avuto una grossa soddisfazione; si è sentita ferita
nell’orgoglio. Dopo aver parlato al cellulare con
me, Giulia riattacca seccata.
A questo punto chiedo a mio padre se vuole
tornare indietro, ad Albignano per assistere lo
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stesso alla premiazione. Decidiamo di no perché
oramai è troppo tardi e i tre cavalieri sono stanchi
ed hanno caldo. Proseguiamo sulla tangenziale di
Torino e dopo un po’ entriamo in autostrada.
A metà del percorso autostradale, ci fermiamo in
autogrill. Qualcuno beve un caffè, qualcuno
compera patatine o cioccolato, qualcuno fuma la
sigaretta. Ripartiamo verso Oleggio.
I tre cavalieri, una volta arrivati in via Giaggiolo,
fumano una sigaretta e poi vanno in sala mensa
per la cena. Anche loro dopo una giornata faticosa
si riposano. Anche io vengo accompagnato in via
Alzate, mangio, prendo le pastiglie delle 20:00 e
mi riposo.
È stata una bella giornata, siamo un po’ affaticati,
ma fa niente. Siamo contenti di aver fatto una cosa
diversa dal solito. Oltretutto bisogna dire che i tre
cavalieri della Comunità Oleggio erano molto
bene preparati, non hanno fatto errori e erano
sicuri in sella al cavallo. Giulia ha fatto un buon
lavoro, li ha preparati bene. I frutti si sono visti:
loro tre sono arrivati ai primi tre posti.
sofferto il caldo, abbiamo ammirato la bravura ed
il coraggio di Davide, Biba e Romina, abbiamo
visto un luogo diverso dal solito, siamo contenti.
Di solito queste finali, come quelle di “Matti per il
calcio”, sono belle per il calore del pubblico
(familiari e operatori) e per le celebrazioni dei
vincenti e dei perdenti che sono molto curate e
enfatizzate. Infatti, anche chi perde, viene
calorosamente esaltato e ringraziato; anche i
perdenti si sentono un po’ vincitori. Il pubblico è
sempre caldo e applaude. Le premiazioni sono un
esaltazione di vincenti e perdenti. L’importante è
partecipare e magari vincere!
Sappiamo delle difficoltà dei disabili psichici. La
gente (soprattutto i genitori) sono contenti di
vederli all’opera in qualche manifestazione come
questa. Forse, più importante della gara, è la
coreografia. Siamo tutti molto contenti di vedere i
disabili all’opera con queste gare. E’ importante
per noi e per loro. Vediamo che si cimentano in
attività importanti e difficili (come l’equitazione
ed il calcio). È un modo di fare qualcosa di
positivo e di dimostrare che non siamo
soprammobili inutili, ma che sappiamo fare
qualcosa.
Per quanto riguarda la premiazione, è probabile
che le coppe e le medaglie dei primi tre posti sono
state assegnate lo stesso, a distanza. Invece di
essere state prese sul posto, saranno state
recapitate ai destinatari, in Comunità. Anche
senza la premiazione ad Albignano, i premi
saranno stati assegnati lo stesso ai vincitori.
Al momento non ho ancora sentito Giulia, ma
penso di farlo. Forse la più delusa dalla
premiazione è stata lei. Dovrò contattarla per
scrivere le sue impressioni, il suo parere, le sue
idee. Non mancherò di farlo.
Vorrei finire questo articolo, dicendo che è stata
una bella esperienza, ci siamo divertiti, abbiamo
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Le finali di calcio a 11 – Matti per il calcio – anno 2009
Giovedì 4 giugno 2009 sono in programma le
Finali del Campionato di Calcio dei disabili delle
Comunità del Piemonte. Queste si svolgeranno a
Cannobio, provincia di Verbania. Come forse
sapete, Cannobio si trova sulla strada che da
Verbania va al confine con la Svizzera.
Alla partita, come giocatore della Comunità
Oleggio, parteciperà il solo Stefano. Io partecipo
solo come giornalista, non come giocatore di
Football. Altri disabili della Comunità Oleggio
partecipano come pubblico e per fare una gita
diversa dal solito. Stefano farà il portiere.
Come sapete, la Comunità Elio Zino di Oleggio
gioca assieme alla Comunità Prometeo di
Verbania. Al contrario della Comunità Oleggio, i
giocatori forniti dalla Comunità Prometeo sono
sempre tanti: almeno 10 - 12.
Alla mattina presto, l’operatore Dino viene a
prendere in via Alzate me e Stefano. Nel furgone
ci sono: Biba, Giuseppe e Mario. Come già detto,
questi disabili non giocheranno a football, ma
faranno il pubblico.
Dopo aver caricato tutti sul furgone della
Comunità, l’operatore Dino ci porta verso il
casello di Castelletto Ticino (NO) e imbocca
l’autostrada. Da qui proseguiamo verso Stresa
(VB) in autostrada. A Stresa usciamo
dall’autostrada e ci dirigiamo verso Verbania. Da
lì andiamo verso la Svizzera e dopo circa 20 km
arriviamo a Cannobbio (VB).
A Cannobbio la mattina c’è un po’ di refrigerio.
Al pomeriggio si morirà di caldo. Io, addirittura,
mi abbronzerò sul cuoio capelluto, tra un capello e
l’altro (il 4 giugno i miei capelli sono lunghi 2
cm).
L’operatrice Gabriella si preoccuperà per me e
avendo paura che prenda un’insolazione, mi
regalerà un berretto con visiera. Tutto questo nel
pomeriggio. Io pensavo che a Cannobbio facesse
meno caldo, perché è vicino al confine con la
Svizzera. Invece ci sarà tanto di quel caldo da
morire. Dopo questa parentesi sul clima, proseguo
con la cronaca della giornata.
Arrivati a Cannobbio cominciamo a guardarci
attorno e visitare questo paese che è una località
turistica, storica, artistica del Piemonte. Un giorno
il dottor Ragni mi diede un opuscolo sulle più
belle e interessanti località del Piemonte e tra
queste c’era anche Cannobbio (VB). Nella
provincia di Novara e nel Verbano – Cusio Ossola, le altre località storiche e artistiche sono:
Orta S. Giulio, Verbania, Ghemme – Romagnano
Sesia. L’opuscolo su queste località l’ho poi
restituito al Dottor Ragni e perciò, queste località,
non me le ricordo tutte (sia quelle della nostra
provincia, sia quelle della nostra regione).
Prima di visitare il paese, ammiriamo la grossa
grigliata allestita da Millo Gasparini. In un prato,
vicino al campo di gioco, hanno preparato i tavoli,
le griglie, la carne, le bibite, i dolci, ecc. Ci
informano che, chi gioca mangerà prima (ore
13:00), chi fa lo spettatore mangerà un ora dopo
(ore 14:00).
A questo punto prendo la foto-camera della
Comunità e vado con qualcuno della Comunità in
giro per Cannobbio. Siamo un gruppo formato da:
gli operatori Dino e Gabriella e i partecipanti alla
manifestazione della Comunità Elio Zino di
Oleggio. Giriamo per il paese che ha delle belle
chiese e monumenti. Secondo me appartengono al
XVII e XVIII secolo (1600 – 1700). La piazza è
molto bella. È lastricata con piccoli mattoni chiari,
piastrelle e qualche mosaico. Ci sono degli
innamorati e anche parecchi turisti venuti dalla
Svizzera e dalla Germania.
Comincio a scattare qualche fotografia: al centro
di Cannobbio, alla chiesa, alla piazza, ai vicoli
suggestivi, alla fontana, a qualsiasi monumento
artistico. In primo piano c’è spesso il gruppo
Comunità Oleggio e i due operatori. Dopo un po’
ci spostiamo verso le rive del Lago Maggiore.
Anche qui scatto delle foto. Ovunque ci
fermiamo, faccio fotografie. Alla fine le foto di
Cannobbio scattate da me saranno circa 130.
Come detto, girovaghiamo per il centro storico, le
rive del Lago Maggiore, i parchi. Oltre a
Cannobbio, fotograferò: la grigliata, la partita di
calcio, le squadre, la premiazione, Bergomi e
Fontolan che verranno a farci visita, ecc. Come
detto io partecipo in veste di giornalista e
fotografo.
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Dopo la passeggiata, ritorniamo al prato dei tavoli
e della grigliata. I giocatori hanno quasi finito di
mangiare. Dopo circa 30 minuti, alle 14:00,
mangiamo anche noi. Ci sono panini con salamele
e senape, costine e braciole, bibite varie, il dolce
(una fetta di crostata). Io sono troppo incline a
mangiare tanto e in fretta, perciò, le inservienti,
mi fermano e si rifiutano di darmi il 2° panino.
Hanno ragione. Ero troppo concentrato sul pasto.
Anche gli altri devono mangiare.
Finito di mangiare, ci riposiamo un po’. Il caldo
comincia a fare effetto. Dopo il riposo per
digerire, andiamo sulle gradinate dello stadio di
Cannobbio, per vedere le partite e fare il tifo.
Anche dagli spalti faccio fotografie alle squadre,
al campo di gioco, al lago e alle montagne sullo
sfondo e in lontananza. Alle 15:30 circa, entrano
in campo la squadra della Prometeo e la squadra
avversaria. Il pubblico suona trombette da stadio e
canta cori calcistici.
La partita inizia e noi cerchiamo di dare supporto
alla squadra Prometeo. La squadra avversaria va
in vantaggio (1 - 0). Verso la fine della partita
arriva il pareggio (1 – 1). Si va ai rigori ed il
nostro portiere (Stefano) ne para 3. Per questo
vince la nostra squadra e conquista il 3° posto nel
Campionato. Gli avversari si devono accontentare
del 4° posto.
ho cercato di scattare le fotografie nel momento
dei goal, ma non ci sono riuscito.
Il sole non dà tregua ed io comincio ad
abbronzarmi sul cuoio capelluto. L’operatrice
Gabriella, vedendomi accaldato, sudato, stordito,
mi da un cappellino con visiera, di colore nero. Mi
dice che ha paura che prenda un insolazione. Con
il cappellino va meglio.
Quando il 2° tempo era cominciato da circa 10
minuti, vado giù dalle gradinate e mi dirigo verso
il bar, per cercare qualcosa di freddo da bere.
Dopo un po’ arriva la mia mamma. Lei mi offre
una bottiglietta di Coca-Cola molto fredda. Un
po’ di sollievo. Mi ristabilisco.
Chiacchiero un po’ con lei e decidiamo di fare una
passeggiata per il centro di Cannobbio (VB). Poco
prima del centro c’è un Mini-Market. Entriamo
tutti e due. Dopo che la mia mamma ha comperato
qualcosa che le serve, le dico che, nel minimarket, c’è un frigorifero con delle lattine e
bottiglie. Ci sono: coca-cola, fanta, sprite, birre,
tutte raffreddate. Tutto ciò ad un prezzo
conveniente: costano un pochino di più di quelle
sui banconi che sono calde, ma costano molto
meno di quelle del bar. Compro una sprite.
Quando siamo usciti, accompagno mia madre per
le vie del centro di Cannobbio. C’è anche un
gelataio. Per il momento sono apposto. C’è il
rischio di indigestione o mal di stomaco. Dopo le
bibite fredde, comincio a ristabilirmi.
Mia madre mi fa notare che il cappellino che mi
ha dato Gabriella è nero. Attira il caldo. Il mio
personale, che ho lasciato in gruppo appartamento
a Oleggio, è beige: è chiaro ed è più rinfrescante.
Dopo il cappellino di Gabriella e le due bibite
fredde, mi ristabilisco e comincio a ragionare di
più. Effettivamente il rischio dell’insolazione era
reale.
Protagonista della partita il nostro portiere, che
parando i rigori, ci fa vincere la finale per il 3°
posto. Si può dire che la Comunità Oleggio ha
fornito pochi giocatori, ma buoni. Il nostro
portiere (Stefano) è stato protagonista assoluto.
Nella finale di Cannobbio per il 3° e 4° posto, c’è
il marchio della Comunità Oleggio, perché ha
fornito un giocatore che è stato determinante e
indispensabile per la vittoria. Bisogna dire che io
Dopo la passeggiata in centro, ritorniamo allo
stadio. Vediamo da bordo campo la sequenza dei
rigori e le parate di Stefano. Esultiamo anche noi.
Quando è già cominciata la finale per il 1° posto,
arrivano allo stadio di Cannobbio (VB), Giuseppe
Bergomi e Davide Fontolan. Sono a bordo di un
Suv, tutto nero. Appena Bergomi scende dalla sua
auto viene immortalato da moltissime fotocamere, smart-phone, ecc. Anche io scatto
qualche foto. Bergomi si fa fotografare anche con
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il suo e nostro amico Mauro. Tra flash e fotografie
Bergomi sembra un po’ nervoso e non a suo agio.
ci sono Dino e altri operatori, infermieri, cuoche,
ecc. Dino ci offre una bibita fredda. Alcuni non la
vogliono. Io accetto.
Dopo la bibita e une piccola attesa, cominciamo a
partire per tornare ad Oleggio. La strada non ha
molto traffico, ma neanche poco. Diciamo un
traffico normale. Mi sembra che alla guida del
furgone ci sia Dino. Percorriamo l’autostrada.
Facciamo una pausa per la sigaretta e/o la pipì.
Dopo circa 1 ora siamo ad Oleggio. Dino
accompagna me e Stefano in via Alzate. Dopo fa
ritorno con gli altri in via Giaggiolo in Comunità.
Alla fine della partita, c’è la premiazione.
Bergomi assiste alla premiazione solo per i primi
cinque minuti e poi se ne va stizzito. Invece
Fontolan assisterà a tutta la premiazione. Non
sappiamo perché Bergomi se n’è andato prima.
Abbiamo solo visto che era un po’ nervoso e
contrariato.
La premiazione va avanti lo stesso. Ci sono coppe
e medaglie per i partecipanti. Fontolan assiste alla
premiazione e parla al microfono. La premiazione
dura circa 30 minuti. Chi ha perso si rammarica,
chi ha vinto esulta. Ovviamente la squadra che è
arrivata al 1° posto, è su di giri, ha il morale alto.
In fondo, però, è un gioco. L’importante è
partecipare. La premiazione assume il carattere di
festa. Chi ha partecipato e giocato è contento di
averlo fatto. Sudore, fatica, ma anche
soddisfazione. MATTI PER IL CALCIO è anche
questo.
All’inizio della premiazione, arriva a Cannobbio il
mio papà. È munito di foto-camera. Io e lui
scattiamo molte foto. Ci fotografiamo anche a
vicenda. Le foto della manifestazione le abbiamo
fatte io e lui.
Dopo la premiazione i miei genitori vanno via.
Tutti ci dirigiamo verso i nostri pulmini. Il
pulmino della squadra vincitrice suona il clacson.
La gente torna a casa e si crea traffico
nell’incrocio stradale della strada principale di
Cannobbio (VB).
Tra parentesi, volevo motivare il fatto di non
avere, giocato la partita di calcio. Il motivo è
questo: avendo giocato solo una partita di calcio a
11 (Campionato disabili) e 0 partite di calcio a 5
(Allenamenti), non mi sembrava giusto giocare la
finale. In fondo non ho partecipato al torneo di
calcio, né come partite né come allenamenti. È
giusto che la finale l’abbiano giocata solo quelli
che hanno partecipato veramente a tutta la
manifestazione.
Per il 2° anno consecutivo la Comunità Prometeo
è arrivata al 3° posto. Tre anni fa era arrivata al 4°
posto; poi due anni consecutivi al 3°. È un bel
risultato. Non sarà il 1° posto ma siamo contenti
lo stesso. La capacità di giocare a pallone delle
nostre due Comunità è buona. Abbiamo anche dei
fuoriclasse in attacco. Diciamo che la Prometeo dà
più giocatori e che questi sono mediamente più
bravi. La Oleggio fornisce alla squadra meno
giocatori e questi sono più scarsi. Il nostro
giocatore più bravo è l’operatore Dino: si
impegna, corre ed ha un buon tocco di palla.
Comunque, come ho già detto, l’importante è
partecipare. Il nostro risultato (3° posto) può
essere migliorato. Ci proveremo l’anno prossimo.
La giornata è finita e siamo tutti molto contenti.
Al di là del caldo, ci siamo divertiti e senza
dubbio Cannobbio è una località turistica ed
artistica raffinata e bella. Il sole non ci ha dato
tregua, ma siamo felici per la gita e la bella
giornata.
Arrivederci al prossimo Campionato Disabili del
Piemonte e Valle d’Aosta. Cercherò di
parteciparvi di più. Ciao.
Noi della Comunità Oleggio aspettiamo nel prato
dove c’è stato il pranzo. Il nostro pulmino è
parcheggiato lì. Ci riposiamo all’ombra. Beviamo
un po’ di acqua. Dopo un po’, saliamo sul furgone
che, essendo all’ombra, è fresco. Seduti nell’erba
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Di Mauro “Titus”
Quando
Quando ti senti stufo e stanco di tutto, stai calmo
ed usa un po’ di filosofia.
Quando trovi quasi tutta l’umanità ruffiana ed
ipocrita, lascia stare, sii superiore.
Quando ti sembra che la tua strada sia tutta
ciottolosa ed in salita, non girarti indietro, potresti
scivolare.
Quando trovi che anche la fortuna si è scordata di
te, osa lo stesso.
Quando osservi tutte le cose in scuro, “guarda
meglio”, forse trovi qualcosa di più colorato.
Quando sei sull’orlo di un precipizio e vorresti
fare un balzo avanti, fermati e guarda il sole ed il
cielo e ritorna indietro, quando!
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Giugno 2009 - ASL Novara