La rivista per i clienti della Suva, n. 4 // novembre 2014 benefit Bonificato Per la bonifica dell’amianto servono molte risorse. Ma è un investimento che merita di essere fatto. Pagina 4 //////////////////// Rigenerato A dispetto del grave problema alla schiena, Marcel Bieri è riuscito a reinserirsi nel mondo del lavoro. Oggi affronta la vita con nuovo slancio. Pagina 10 //////////////////// Sensibilizzato Unite per la prevenzione: cinque aziende sensibilizzano il personale sui rischi di caduta in piano. Pagina 13 //////////////////// Numero del trimestre Una moda pericolosa //////////////////// 1 su 15 sono gli occupati a tempo pieno che ogni anno, in Svizzera, subiscono un infortunio sul lavoro. Oltre un quarto di loro viene colpito da un oggetto, come un utensile o un attrezzo di lavoro. A rivelarlo è l’ultimo rapporto quinquennale degli assicuratori infortuni. Nel tempo libero, invece, gli infortuni si verificano soprattutto nello sport e nelle attività in casa e giardino. Maggiori informazioni: www.suva.ch/waswo-i/1946 2 // Suva – benefit 4/2014 Una volta era all’ultimo grido, ma oggi è out. Lo si può dire di un vestito, di un’acconciatura, ma anche dell’amianto. Per molto tempo questo materiale dai molteplici usi è stato prodotto e diffuso in quantità industriali. Ma da quando sappiamo che le fibre di amianto possono nuocere alla salute, combattiamo per eliminarlo dagli edifici. Una cosa è certa: contrariamente ai vestiti e alle acconciature, l’amianto non tornerà più di moda. Restano però i pericoli di questo insidioso materiale, di cui parliamo a pagina 4. La stagione sciistica è ormai alle porte. Centinaia di migliaia di persone si riverseranno sulle piste da sci, mentre qualcuno preferirà il fuoripista. Se siete tra questi, fate attenzione. Per andare sul sicuro, muovetevi con cautela. Altri consigli a pagina 11. In questo numero vi presentiamo Raphaël Lachat, un selvicoltore che durante l’apprendistato ha subito un grave infortunio nel bosco. Un duro colpo da cui ha saputo rialzarsi. Oggi continua a fare questo lavoro, che per lui significa ancora molto. A pagina 20 la sua storia. Pascal Mathis Caporedattore «benefit» Sommario // 04 // 13 // 15 REPORTAGE 04 Una doccia prima di ogni pausa Per decenni l’amianto è stato impiegato in Svizzera in grandi quantità per la costruzione di edifici. Questo materiale tuttavia si è rivelato altamente nocivo per la salute, per questo ora si lavora per rimuoverlo. Nel lavoro di bonifica va curato ogni minimo dettaglio. Un compito non semplice, ma che vale la pena fare. 14 14 10 Felice di essere tornato a lavorare Il tatto e i tumori al seno — 15 In forma durante l’inverno — 15 ATTUALITÀ 600 firmatari della Charta della sicurezza — Tirocinio in sicurezza: bilancio positivo — 15 SwissSkills e Suva: buona la prima — 11 Atti temerari nel fuoripista — 12 Alloggi per anziani: l’aiuto della Suva — 13 17 IMPARARE DAGLI ERRORI 18 COMPLIMENTI Inciampare per imparare a non cadere Cinque aziende dell’Alta Argovia si sono unite per raggiungere un numero sufficiente di persone e attuare insieme il percorso a ostacoli della Suva. Il loro obiettivo: sensibilizzare i lavoratori sui rischi di caduta in piano. — 14 16 CONCORSO 20 RITRATTO Raphaël Lachat è selvicoltore e il bosco è tutta la sua vita, anche dopo un infortunio grave subito durante l’apprendistato. Solo una cosa è cambiata: ora è molto più prudente. 22 NUOVE PUBBLICAZIONI «Per vivere serve coraggio» — Suva – benefit 4/2014 // 3 Reportage Protetti da capo a piedi: ecco i bonificatori in azione. 4 // Suva – benefit 4/2014 Reportage Una doccia prima di ogni pausa www.suva.ch/amianto Per anni l’amianto è stato considerato nell’edilizia un materiale passepartout, adatto a ogni scopo. Ma da quando si sa che le sue fibre sono altamente nocive per la salute, l’obbligo è di rimuoverlo. Il lavoro di bonifica non è un gioco da ragazzi, ogni dettaglio deve essere curato alla perfezione. Un compito non semplice, ma che vale la pena fare. Testo: Pascal Mathis // Foto: Philipp Schmidli Roman Urban e Martin Gibas si infilano la tuta bianca di protezione che li ricopre da capo a piedi. Al volto la maschera di protezione, alla quale è collegato un tubo flessibile che immette aria fresca. I due attraversano l’unità di decontaminazione e finiscono in un locale separato da tutto il resto da teli di plastica, non un centimetro della loro pelle è scoperto. All’esterno, Florian Medici, capocantiere, sorveglia le attrezzature e verifica che tutto proceda per il verso giusto. Non stiamo assistendo a un film americano, con mirabolanti effetti speciali. Qui è tutto reale. Siamo in visita a un cantiere di Soletta. In uno stabile commerciale Urban e Gibas sono impegnati nella bonifica dei locali e delle attrezzature. L’opera di rimozione interessa anche gli impianti igienici al pianterreno, dove si trovano ora i due lavoratori. Un impianto di ventilazione dotato di un filtro speciale mantiene costantemente l’area in condizioni di depressione. Questa procedura serve a evitare che le fibre di amianto possano disperdersi all’esterno. «Una volta i bagni venivano realizzati in questo modo» spiega Christoph Menz, capo dell’omonima ditta specializzata in bonifiche da amianto riconosciuta dalla Suva. Prima benedetto, poi stramaledetto Fino agli anni Ottanta, l’amianto è stato impiegato a più non posso, tanto che in Svizzera si è arrivati a utilizzarne ben 500 000 tonnellate. Dal 1990 una legge ha messo fine a questo utilizzo massiccio e da allora in Svizzera questo minerale fibroso è vietato. L’amianto era osannato in passato per le sue mille virtù: resistente agli acidi, ottimo se unito a cemento e resine, con uno straordinario potere isolante e ignifugo. Tuttavia, per molti anni i pericoli legati al suo uso sono stati sottovalutati. Se disperse nell’aria e inalate, le sue fibre non vengono eliminate o espulse facilmente dal corpo umano. Ne consegue che già a basse concentrazioni nell’aria l’amianto può provocare il mesotelioma (tumore maligno a carico della pleura o del peritoneo) o il carcinoma polmonare. Quel che è peggio è che dall’esposizione possono passare addirittura 30-40 anni prima che insorga la malattia. Insomma, l’amianto colpisce in modo subdolo, quando meno te lo aspetti. Fintantoché un manufatto contenente amianto, ad esempio una lastra di fibrocemento, rimane integro, di per sé non esiste pericolo. I problemi veri sorgono se il materiale viene sottoposto a lavorazione meccanica, ad Suva – benefit 4/2014 // 5 Reportage Lavoro di squadra: mentre un operaio stacca le piastrelle e la colla contenente amianto, l’altro imprigiona la polvere nebulizzandola. esempio con un trapano, una sega o un martello scalpellatore o se il materiale semplicemente si disgrega. In questi casi la dispersione di fibre di amianto nell’aria fa innescare l’allarme rosso. Per questo, come nel caso di Soletta, è importante verificare se c’è amianto in un edificio prima di una demolizione o di una ristrutturazione. Per i datori di lavoro questo è un obbligo sancito dalla legge. Sirena e luci di segnalazione per le emergenze La vera opera di bonifica è iniziata. Roman Urban, uno dei bonificatori della ditta Menz AG, comincia a scalpellare le piastrelle delle pareti dei bagni, mentre il collega Martin Gibas fissa le polveri con acqua nebulizzata. Ed ecco l’amianto fare la sua comparsa, dentro la colla usata per fissare le piastrelle alla parete. La colla verrà rimossa in un secondo momento, per ora i due operai spruzzano altra acqua per inglobare la polvere. I rifiuti vengono poi collocati in un fusto di plastica blu con la scritta «Amianto» chiuso ermeticamente. Nel locale l’impianto di ventilazione immette aria fresca da un lato, dall’altro l’aria contaminata dalle fibre viene ripulita da un filtro e poi convogliata all’esterno. 6 // Suva – benefit 4/2014 «Il ricambio dell’aria interna avviene dieci volte l’ora» spiega Christoph Menz. Nel frattempo diversi strumenti sono attivi per monitorare l’impianto. In caso di perdita, con conseguente calo della depressione, scatterebbe un allarme acustico (sirena) o visivo (lampeggiante), come vuole la legge. A Soletta sono stati predisposti entrambi i segnali. I bonificatori possono quindi reagire prontamente in caso di emergenza e sospendere subito i lavori. Il sistema di monitoraggio non conosce soste e funziona anche di notte, anche perché una bonifica di solito dura più di un giorno. «Se succedesse qualcosa, sarei avvisato tramite cellulare, anche nel cuore della notte» spiega il capocantiere Florian Medici con un sorriso. Quasi ovunque L’amianto si trova un po’ ovunque. Negli edifici precedenti al 1990 la sua presenza è praticamente scontata. E non si annida solo nella colla dietro le piastrelle. L’amianto si trova anche nelle lastre ondulate, nelle facciate, nelle canalizzazioni, nelle guarnizioni, nelle pareti tagliafuoco, nei quadri elettrici o nei pavimenti. Per non parlare degli impianti tecnici, dove in passato era usato Reportage come materiale termoisolante e ignifugo. Niente paura se il materiale è integro e non presenta sfaldature o danni. Ma prima o poi questo materiale dovrà essere rimosso o sostituito e in quel momento si dovrà affrontare il problema alla radice. Prima del divieto del 1990, l’amianto è stato per molto tempo un pericolo sottovalutato o ignoto. Le sue conseguenze si manifestano molti anni dopo la prima esposizione e possono passare anche 30 anni prima che ci si ammali. Ogni anno in Svizzera muoiono più di 100 persone a causa delle quantità di amianto inalate decenni prima. Disposizioni di legge chiare Oggi l’Ordinanza sui lavori di costruzione stabilisce nero su bianco che in caso di lavori edili bisogna contenere quanto più possibile il rischio di possibili danni alla salute. La legge indica esplicitamente anche l’amianto tra i possibili rischi per la salute. In caso di sospetta presenza di amianto, il datore di lavoro deve accertare per tempo i pericoli e pianificare le necessarie misure di protezione. Solo così è possibile proteggere la salute dei lavoratori. Prima di ogni pausa Roman Urban e Martin Gibas operano in condizioni di sicurezza e nel frattempo sospendono la bonifica per fare una pausa. Uno alla volta devono abbandonare l’unità di decontaminazione, composta di più camere, la stessa che hanno attraversato al mattino. È qui che devono aspirare o rimuovere con acqua le fibre di amianto che si sono depositate sulla tuta di protezione o sulla maschera, poi togliersi gli indumenti, gli stivali e deporre il tutto (compresa la biancheria intima). Poi fanno la doccia, puliscono le maschere di protezione con acqua e le sfilano dal volto. Solo nell’ultima delle quattro camere dell’unità di decontaminazione possono finalmente indossare gli abiti civili e iniziare la meritata pausa. Anche i fusti sigillati contenenti le piastrelle e le polveri di amianto attraversano un’unità di decontaminazione. Qui vengono puliti, lavati con acqua, risciacquati, asciugati e preparati per lo smaltimento dagli operai, sempre super protetti da capo a piedi. Solo alla fine saranno portati in una discarica speciale dalla stessa ditta bonificatrice. Riconoscere l’amianto: anche la Suva dà una mano L’amianto è una delle priorità Suva in tema di prevenzione. All’indirizzo www.suva.ch/casamianto è possibile scoprire dove si nasconde l’amianto in un’abitazione. Su www.suva.ch/amianto sono disponibili informazioni e pubblicazioni specifiche per ogni settore in materia di amianto e il programma didattico «Amianto: come riconoscerlo e intervenire correttamente». Tutte le pubblicazioni si basano su uno schema a tre colori: verde significa nessun pericolo imminente; arancione indica che si è di fronte a un pericolo moderato e che i lavori devono essere svolti da esperti secondo le regole della tecnica; rosso è il colore del massimo pericolo, ragion per cui ogni intervento è di esclusiva competenza di una ditta specializzata riconosciuta dalla Suva. Di quali interventi si tratti è spiegato anche sul sito web. // mpf Alcune piastrelle sono staccate sul pavimento, mentre sui muri rimangono ancora tracce di colla. Suva – benefit 4/2014 // 7 Reportage La parola all’esperto La dottoressa Claudia Pletscher, medico capo alla Suva presso la Divisione medicina del lavoro, spiega cosa succede nel corpo umano in caso di inalazione di fibre di amianto. Perché le fibre di amianto sono così pericolose? È dannoso quello che non si vede. Le minuscole fibre di amianto penetrano nei polmoni e possono migrare sulla pleura. Il corpo umano non riesce ad espellerle completamente, ecco quindi che si possono sviluppare dei tumori nei polmoni o sul tessuto pleurico. Quante volte si deve entrare in contatto con l’amianto per essere esposti a un pericolo concreto? Difficile dire qual è il limite per ogni persona. Indicativamente possiamo dire che nel caso del carcinoma polmonare le esposizioni devono essere frequenti e prolungate nel tempo. Se poi il soggetto è un fumatore, il rischio aumenta considerevolmente. Nel mesotelioma pleurico maligno il rischio di ammalarsi è concreto. In questo caso, a volte basta lavorare poche settimane senza alcuna protezione. A complicare il tutto c’è che questo tipo di tumore non è facile da diagnosticare ed è difficile da curare. Perché il tumore ci mette così tanto a svilupparsi? Nessun tumore nasce dall’oggi al domani. I mutamenti cellulari nel nostro corpo sono processi lenti. Nel caso delle patologie correlate all’amianto, il tempo di latenza è di circa 30-40 anni. Ogni anno in Svizzera si registrano 100 decessi dovuti all’amianto. Queste cifre sono destinate a crescere? Non lo sappiamo con certezza. L’amianto è stato importato in grandi quantità alla fine degli anni Settanta. Se contiamo 40 anni, è probabile che tra il 2015 e il 2020 assisteremo a una diminuzione dei decessi. // mpf 8 // Suva – benefit 4/2014 Una volta staccato, il materiale finisce nei fusti blu. Tutto è strettamente regimentato, sia per quanto concerne l’opera di bonifica sia per l’autorizzazione, che la Suva concede solo se la ditta presenta i requisiti necessari e supera determinati test. «Questa autorizzazione è come la patente di guida per un automobilista» spiega Christoph Menz. «Se non rispettiamo gli obblighi o violiamo le norme di sicurezza, per un periodo ce la tolgono». Massima prudenza ogni giorno Ogni bonifica si conclude con un controllo. I bonificatori possono smantellare la zona o autorizzare l’accesso ai locali solo se si rispettano scrupolosamente i valori limite imposti e se le prove di laboratorio indicano che nell’aria la presenza di fibre di amianto è bassissima o nulla. Ma come si comporta l’addetto alla bonifica quando si trova a manipolare un materiale pericoloso come l’amianto? «La vigilanza è sempre alta» afferma Menz. Reportage Sorveglianza: misuratori e filtri servono a mantenere l’aria salubre. È importante usare la massima prudenza, anche se per i bonificatori è un lavoro quasi di routine. Non ci sono problemi con gli altri operai che devono entrare in un sito da bonificare e devono aspettare la conclusione dell’intervento? No, risponde Menz. C’è grande comprensione per il lavoro altrui. «In fondo, lo sanno bene che stiamo lavorando anche per tutelare la loro salute». Un terzo operaio porta i rifiuti all’esterno dell’unità di decontaminazione. Revisione dei termini di prescrizione In caso di patologia da amianto le richieste di risarcimento possono cadere in prescrizione prima ancora che i diretti interessati sappiano di essere malati. In materia, alla fine del 2013, il Consiglio federale ha approvato un messaggio per rivedere il Codice delle obbligazioni allo scopo di uniformare il diritto in materia di prescrizione e di prolungare i termini in caso di danni fisici. Il punto su cui si discute è se far iniziare il termine di prescrizione con la diagnosi della malattia nei casi di esposizione all’amianto. Questo dibattito comunque è irrilevante dal punto di vista assicurativo, in quanto le prestazioni Suva rimangono invariate. Se è dimostrato che l’assicurato si è ammalato a causa di una pregressa esposizione professionale all’amianto, il diritto alle prestazioni Suva non cade in prescrizione. // iso Suva – benefit 4/2014 // 9 Attualità Felice di essere tornato a lavorare www.suva.ch/reintegro www.suva.ch/podcast-benefit-i Un grave problema alla schiena gli fa perdere il lavoro dopo avere superato i 50 anni di età. Per lungo tempo il futuro di Marcel Bieri è stato incerto. Un impiego a tempo determinato alla Suva gli ha offerto l’opportunità di reinserirsi nel mondo del lavoro. Un’opportunità che ha ridato a Bieri gioia di vivere e dinamismo. Alternare il lavoro in piedi e da seduto è la soluzione ideale per la schiena di Marcel Bieri. // Alma Johanns Marcel Bieri è una persona allegra e positiva. Nulla lascia intuire che gli scorsi 15 anni della sua vita professionale sono stati caratterizzati da alti e bassi. Bieri non si è mai ristabilito del tutto da una grave ernia al disco. Il mal di schiena impedisce all’impiegato di commercio di Reinserimento professionale La Suva offre una trentina di posti di lavoro finalizzati al reinserimento professionale. Sostiene attivamente le aziende che si impegnano a reinserire gli infortunati assumendosi la copertura assicurativa e le indennità giornaliere. Non solo: se l’infortunato viene assunto, la Suva versa all’azienda un onorario fino a 10 000 franchi. Per saperne di più: www.suva.ch/reintegro 10 // Suva – benefit 4/2014 restare seduto a lungo. Più volte è stato costretto a cambiare lavoro. Dopo qualche anno Bieri ha iniziato quasi a disperare di trovare un posto sul mercato del lavoro. Bieri non si è mai considerato «malato» Nel 2013 gli si è prospettata una nuova opportunità, e precisamente un posto di lavoro alla sede principale della Suva a Lucerna nel quadro di un programma di reinserimento. Un lavoro della durata di sei mesi che gli ha ridato speranza. «Ne sono tuttora grato» racconta Bieri. Il suo compito consisteva nell’occuparsi dei dossier personali, di aggiornarli e archiviarli correttamente. Oltre alla nuova opportunità, vi era un secondo aspetto molto importante per lui: «Non venivo considerato un ‹malato›. Ho sentito una grande disponibilità da parte della Suva nell’offrirmi questa occasione». Cosa che Patrick Dittli, il superiore di Bieri, conferma in pieno. Tempo e assistenza sono le uniche due cose che una azienda deve mettere a disposizione per questi posti di lavoro. Infatti, l’azienda non deve assumersi nessun costo poiché a versare lo stipendio è l’assicurazione invalidità o l’ufficio di collocamento regionale. Dittli trova solo parole di elogio per questo modello di reinserimento professionale. «Marcel Bieri è un esempio perfettamente riuscito». Un prezioso sostegno psicologico La prima opportunità lavorativa si è trasformata in una seconda chance per Bieri. Dopo il primo semestre di lavoro ha potuto rinnovare il suo impiego alla Suva e continuerà a lavorarvi fino a inizio 2015. Quello che succederà dopo, Bieri non lo sa. Ma, in ogni caso, il posto alla Suva gli è stato di grande aiuto. «Sapere di essere ancora in grado di trovare un lavoro è stato un prezioso sostegno psicologico per me». Per Bieri il reinserimento si è rivelato perfettamente riuscito. Tanto che si dice molto ottimista e certo di «trovare un nuovo impiego». // mpf Attualità Atti temerari nel fuoripista www.suva.ch/atti-temerari www.suva.ch/sportneve www.suva.ch/podcast-benefit-i L’infortunio capitato a Michael Schumacher e le numerose vittime di valanghe hanno richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sui rischi legati agli sport sulla neve. Gli appassionati del fuoripista conoscono le regole di sicurezza? E sanno che ignorandole rischiano di vedersi tagliate le prestazioni assicurative? Per fortuna gli atti temerari non sono poi così frequenti. Negli ultimi anni sono stati infatti pochi i casi di infortunio in cui la Suva ha dovuto ridurre le prestazioni perché un assicurato aveva commesso atti temerari; quasi sempre si è trattato di valanghe. Oliver Biefer, esperto in materia di riduzione delle prestazioni assicurative alla Suva, ricorda che «chi fa fuoripista deve essere consapevole dei pericoli a cui si espone e del rischio di vedersi tagliate le prestazioni». Affinché la collettività degli assicurati non debba assumersi le spese causate dai comportamenti scorretti di poche persone, il legislatore ha previsto la possibilità di ridurre le prestazioni in casi straordinari. L’assicurazione infortuni riduce del cinquanta per cento le prestazioni in contanti, in particolare le indennità giornaliere e le rendite. Nei casi particolarmente gravi, le rifiuta del tutto. Ma non riduce mai i costi per salvataggio, cure, medicine, trasporto o sepoltura. Situazioni individuali critiche Per principio la copertura assicurativa è garantita senza limitazioni quando si scia sulle piste segnalate o negli snowpark. In singoli casi, però, fare fuoripista equivale a un atto temerario. Ciò avviene, ad esempio, quando uno sportivo si espone a forti rischi, ignorando gravemente le usuali norme di sicurezza e precauzione e oltrepassando la delimitazione della pista per affrontare una discesa molto ripida nonostante l’elevato rischio di valanghe. «Se in tale caso provoca il distaccamento di una valanga, la Suva ipotizza un atto temerario» spiega Oliver Biefer. Una banale caduta fuori dalle piste segnalate è però coperta dall’assicurazione. Nessuna decisione arbitraria «La Suva esamina singolarmente ogni infortunio avvenuto fuori pista» spiega Biefer. Nella valutazione tiene conto in particolare del pericolo di valanghe esistente al momento dell’infortunio e la pendenza sul luogo dove è avvenuto l’infortunio. Inoltre, si considerano anche le condizioni meteorologiche e la difficoltà della pista. «La Suva verifica anche se l’appassionato di sport sulla neve aveva con sé l’equipaggiamento di autosoccorso e se ha ignorato la segnaletica di pericolo o la rete di delimitazione della pista». Il consiglio di Oliver Biefer per evitare gli atti temerari negli sport sulla neve è: «Chi rispetta le regole e usa il buonsenso non corre pericoli». // hga Freeride in sicurezza: utili consigli sono forniti dall’app «Slope Track» www.suva.ch/slopetrack-i e dal sito www.whiterisk.ch. Fuoripista: dopo un infortunio si rischia anche di vedersi ridotte le prestazioni assicurative. // mad Suva – benefit 4/2014 // 11 Attualità Alloggi per anziani: l’aiuto della Suva www.suva.ch/credito La Suva dispone di un patrimonio considerevole che impiega fra l’altro per garantire il versamento delle rendite anche sul lungo periodo. Questo denaro viene investito in tutta la Svizzera, una strategia di cui beneficia anche la casa per anziani e di cura «Känzeli» di Ebikon. Cosa accomuna le rendite di invalidità della Suva e la casa per anziani e di cura di Ebikon nel Canton Lucerna? Più di quanto si potrebbe pensare a prima vista. La Suva effettua regolarmente degli accantonamenti che utilizza per corrispondere le rendite attuali e future nonché per pagare le spese di cura o le indennità giornaliere. Per fare in modo che queste riserve non perdano di valore, la Suva colloca il patrimonio in strumenti di investimento (si veda riquadro) concen- trandosi in particolare sulla Svizzera. Ecco così spiegato il legame fra Ebikon e le rendite versate dalla Suva. Investitimenti in tutta la Svizzera Il comune situato alle porte di Lucerna ha deciso di ristrutturare e ampliare la casa per anziani e di cura «Känzeli». Una parte del credito complessivo di 9,6 milioni di franchi è stata assicurata dalla Suva, che si iscrive nel novero dei maggiori erogatori di prestiti ai comuni e ai cantoni. Condizioni decisive Per il responsabile del dicastero finanze di Ebikon, Stefan Wanner, la decisione di rivolgersi alla Suva è maturata molto in fretta: «A convincerci sono state in particolare le ottime condizioni del prestito. Inoltre abbiamo apprezzato la semplicità della procedura. E poi è bello pensare che il prestito è stato acceso presso un’azienda che restituisce gli utili ai propri assicurati». Un’operazione, questa, che la Suva effettua sotto forma di riduzioni di premio. La ristrutturazione del «Känzeli» proseguirà fino alla prossima primavera. Al termine dei lavori saranno disponibili, accanto a un centro Spitex e a un reparto di cura, anche venti nuovi appartamenti per anziani. // mpf Così investe la Suva A fine 2013 la Suva disponeva di un patrimonio investito pari a 44 miliardi di franchi. Circa la metà è investita sul mercato monetario e in titoli a reddito fisso, una categoria che comprende anche i prestiti ai comuni come nel caso di Ebikon. Un quarto del patrimonio è investito in azioni, un decimo in immobili e il resto in strumenti alternativi. Nella scelta dei suoi investimenti la Suva tiene conto, oltre che delle valutazioni di ordine finanziario, anche degli aspetti ecologici, etici e sociali. // mpf Strategia di investimento Suva: www.suva.ch/waswo-i/3804.i Rappresentazione grafica del «Känzeli» di Ebikon a ristrutturazione ultimata. // mad 12 // Suva – benefit 4/2014 Attualità Inciampare per imparare a non cadere www.suva.ch/inciampare www.suva.ch/podcast-benefit-i Uno sguardo al telefonino, un cavo buttato a terra: basta poco per provocare una caduta. E le conseguenze in termini di salute e denaro sono spesso gravi. La buona notizia? Le cadute si possono evitare facilmente. Cinque aziende di Lotzwil hanno deciso di attuare insieme il percorso a ostacoli della Suva. Provare di persona le cause più frequenti delle cadute in piano. // Dominik Wunderli Erdal Sayilir appoggia con cautela il piede sulla piastrella. Mentre sta per muovere il passo successivo, la piastrella schizza in avanti all’improvviso. «Per fortuna sono riuscito a tenermi al corrimano» racconta ridendo l’operaio della SDL, azienda di Lotzwil. L’elemento del percorso che per un pelo non ha fatto finire a gambe all’aria Sayilir riproduce una classica situazione all’origine di una caduta: uno strato di ghiaccio. Prima di portare a termine il percorso a ostacoli, Sayilir deve superare altre dodici situazioni ad alto rischio di caduta: un sentiero accidentato, una scala male illuminata, un pavimento cosparso di attrezzi ecc. Piccoli infortuni, conseguenze gravi Quello che può sembrare un gioco è in realtà una cosa molto seria: ogni anno si contano ben 170 000 infortuni dovuti a inciampi o scivolamenti. Le cadute in piano sono la prima causa di infortunio in Svizzera. E sono anche gli infortuni più costosi: quasi un miliardo di franchi l’anno. Le lesioni vanno dal semplice ematoma alla paraplegia e, nei casi estremi, al decesso del malcapitato. Per l’azienda le cadute in piano si traducono anche in costi elevati in termini di assenze dal lavoro, ricorso a lavoratori interinali o agli straordinari. Prenotare il percorso Il modulo di prevenzione «Percorso a ostacoli» dura un’ora e dopo l’introduzione in cui viene proiettato un film, segue la discussione con uno specialista della Suva. Quindi si affronta il percorso a ostacoli vero e proprio. Per il percorso servono circa 120 –150 metri quadri. Il numero di partecipanti ideale è compreso tra 100 e 800 persone. Tuttavia, per la lezione di teoria e per il percorso a ostacoli sono ammesse dalle 12 alle 14 persone alla volta. Per saperne di più: www.suva.ch/moduliperlaprevenzione Attuare insieme la proposta della Suva Sebastian Wyder, direttore della SDL, conosce bene il problema: «Prevenire anche un solo infortunio su dieci è un bene per l’azienda e lo è anche per i dipendenti». Per questo l’azienda ha prenotato il percorso a ostacoli pur sapendo che, per motivi logistici, servono almeno 100 partecipanti. La SDL si è rivolta all’agenzia di Soletta, la quale si è attivata per coinvolgere altre imprese. E così altre quattro ditte hanno deciso di attuare insieme il modulo di prevenzione della Suva. Una di esse ha messo a disposizione un capannone in cui montare il percorso. La collaborazione tra le aziende ha permesso non solo a Sayilir, ma anche ad altri 270 dipendenti di rendersi conto che indossare scarpe con suola antiscivolo, afferrare il corrimano e dormire a sufficienza aiuta a evitare le cadute in piano. «Oltre a ciò è importante fare tanto movimento» raccomanda il consulente della Suva Hanspeter Schürmann. Molti infortuni infatti sono dovuti all’eccessiva sedentarietà che riduce la forza muscolare e la capacità di equilibrio. // big Suva – benefit 4/2014 // 13 Attualità «Per vivere serve coraggio» www.youtube.com/suvasvizzera www.suva.ch/podcast-i Quando un’assicurazione come la Suva produce un video di presentazione aziendale ci si aspetta di vedere una noiosissima elencazione di numeri e dati impersonali. «Per vivere serve coraggio» è invece un video denso di emozioni che sprona le persone a prendere decisioni. Ma solo chi è sicuro di sé stesso sa essere coraggioso. Perciò, il compito della Suva è anche questo: spiegare con l’aiuto delle campagne di prevenzione la differenza tra coraggio e temerarietà e ridare fiducia e coraggio di vivere agli infortunati con la riabilitazione e il reinserimento nel lavoro. Diretto da Tobias Fueter, nell’ottobre 2014 il film ha vinto il «Grand Prix» ai Cannes Corporate Media & TV Awards. // mpf 600 firmatari della Charta della sicurezza Il tatto e i tumori al seno www.seif.org www.discovering-hands.de www.charta-sicurezza.ch Tre anni fa la Charta della sicurezza è stata sottoscritta da 20 associazioni che si sono impegnate pubblicamente a favore della sicurezza sul lavoro. Da quelle 20 firme oggi siamo arrivati a quota 600. I firmatari hanno lanciato un segnale chiaro, quello di voler metter al centro delle loro preoccupazioni la vita e la salute dei lavoratori. André Meier, capodivisione Sicurezza sul lavoro alla Suva, ha dichiarato: «Questo obiettivo è un incitamento per noi a proseguire su questa strada. Siamo felici di vedere le aziende mettere in pratica concretamente i principi sanciti dalla Charta della sicurezza». Lo scorso anno 181 500 assicurati Suva hanno subito un infortunio. La Suva e le parti sociali si sono quindi poste l’obiettivo di ridurre questi numeri. L’impegno sottoscritto dai firmatari della Charta è chiaro: i lavoratori dovranno dire STOP in caso di pericolo, eliminare i pericoli e solo dopo proseguire con i lavori. Tutte le aziende che non hanno ancora aderito a questa iniziativa possono farlo gratuitamente all’indirizzo Internet sopra indicato. // dkf 14 // Suva – benefit 4/2014 Le donne cieche e ipovedenti hanno un senso del tatto estremamente sviluppato. Un’idea semplice ha voluto mettere a frutto questo prezioso talento: dopo una formazione come specialiste in palpazione medica, queste donne offrono supporto ai medici nel riconoscimento precoce del tumore al seno. Grazie alla loro dote sono in grado di riconoscere piccolissime modifiche del tessuto, aumentando notevolmente le possibilità di guarigione delle pazienti. «Discovering Hands» è un progetto a cui è stato conferito di recente un seif Award («Social Entrepreneurship Initiative & Foundation»). Il premio speciale di 10 000 franchi della categoria Integrazione e prevenzione è stato donato dalla Suva, la quale ha espresso tutto il suo apprezzamento per questo progetto innovativo, capace di trasformare una presunta «disabilità» in una dote unica nel suo genere e di metterla a disposizione anche di altre persone. // mpf Attualità In forma durante l’inverno www.stv-fsg.ch www.winterfit-fitenhiver.ch Avete in programma di andare in settimana bianca? Oppure volete riprendere a fare sci di fondo o un altro sport sulla neve? Qualsiasi cosa scegliate, preparatevi in modo adeguato per non rischiare di farvi male. La Federazione svizzera di ginnastica propone per la prima volta il programma «fit en hiver» in collaborazione con la Suva. Fino a tutto febbraio, molte associazioni di ginnastica in Svizzera organizzano dei circuiti per allenare la flessibilità, la forza e la coordinazione, ossia le premesse essenziali per prevenire gli infortuni. La proposta è aperta a tutti, anche a chi non fa parte di un’associazione. Per saperne di più rimandiamo al sito www.winterfit-fitenhiver.ch. // mpf Editore: Suva, casella postale, 6002 Lucerna Tel. 041 419 51 11, fax 041 419 58 28 www.suva.ch/it; benefi[email protected] Redazione: Pascal Mathis (mpf) Produzione: Irma Steinmann Hanno collaborato a questa edizione: Jean-Luc Alt (alt), Karin Diodà (dkf), Alois Felber (afe), Nadia Gendre (gnc), Robert Hartmann (hat), Gabriela Hübscher (hga), Serkan Isik (iso), Pedro Lenz, Regula Müller (mr4), Bigna Silberschmidt (big) Traduzione: Claudia Cesetti, Marco Guasso, Silvia Trevisan Tirocinio in sicurezza: il primo bilancio è positivo Fotografia: Jean-Luc Cramatte, Alma Johanns, Patrick Rohner, Philipp Schmidli, Dominik Wunderli Illustrazione: Bianca Litscher www.suva.ch/tirocinio Gli apprendisti subiscono più infortuni dei loro colleghi più anziani ed esperti. Per questo motivo un anno fa la Suva ha avviato la campagna «Tirocinio in sicurezza» mettendo gratuitamente a disposizione delle aziende una gamma di strumenti e supporti informativi in forma di starter kit. Questi strumenti, concepiti su misura per le varie professioni, contengono tutte le informazioni necessarie ai formatori professionali per attuare la campagna insieme agli apprendisti durante il primo anno di formazione. La richiesta di starter kit è stata elevata anche nel secondo anno di campagna: finora sono stati spediti 40 000 kit ordinati da 5 000 formatori professionali. «Questo dimostra che esiste un effettivo bisogno e che la sicurezza durante il tirocinio è un tema centrale per le aziende» spiega il responsabile della campagna Raphael Ammann. I dati finora raccolti saranno utilizzati per migliorare e adattare gli starter kit alle esigenze specifiche delle aziende. // dkf Impressum Per ordinazioni o cambi di indirizzo: Suva, servizio clienti, casella postale, 6002 Lucerna E-mail: [email protected] www.suva.ch/waswo-i Riproduzione autorizzata con citazione della fonte. «benefit» è pubblicato quattro volte l’anno ed è disponibile anche in versione e-paper all’indirizzo www.suva.ch/benefit-i. SwissSkills e Suva: buona la prima www.suva.ch/tirocinio L’edizione 2014 dei campionati svizzeri delle professioni SwissSkills è stata un grande successo, a cui ha contribuito per la prima volta anche la Suva come partner per la prevenzione. A settembre circa 1 000 concorrenti si sono dati battaglia a Berna per cinque giorni in 70 professioni diverse. Al vincitore è andato il titolo di campione della Svizzera. Gli oltre 150 000 visitatori accorsi all’evento hanno colto l’occasione per raccogliere informazioni sull’apprendistato. La piastrellista Michaela Dillier, presentata nell’ultimo «benefit», ha conquistato il terzo posto. // mr4 La rivista è prodotta a impatto zero sul clima: www.myclimate.org. Il modello Suva I quattro pilastri della Suva • La Suva è più che un’assicurazione perché coniuga prevenzione, assicurazione e riabilitazione. • La Suva è gestita dalle parti sociali: i rap- presentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e della Confederazione siedono nel Consiglio di amministrazione. Questa composizione paritetica permette di trovare soluzioni condivise ed efficaci. • Gli utili della Suva ritornano agli assicurati sotto forma di riduzioni di premio. • La Suva si autofinanzia e non gode di sussidi. Suva – benefit 4/2014 // 15 Concorso Testate le vostre conoscenze Prevenire le cadute durante l’inverno www.suva.ch/concorso www.allarmemeteo.ch www.suva.ch/inciampare Risposta: Domanda: Rispetto ai mesi estivi, il rischio di subire una caduta nelle prime ore del mattino di un giorno di inverno è... A all’incirca uguale, perché vi sono meno persone in strada 1° premio: buono acquisto di melectronics da 250 franchi B quasi il doppio C all’incirca cinque volte maggiore Quando scendono le temperature, aumentano i rischi per i pedoni. Nelle giornate invernali il rischio di cadere e infortunarsi è particolarmente accentuato fra le 6 e le 9 del mattino. Raccomandiamo perciò di ascoltare le previsioni meteo. Per farlo, basta abbonarsi a www.allarmemeteo.ch. Il servizio Allarme-Meteo avvisa e invia consigli di sicurezza a tutte le categorie interessate: pedoni, escursionisti, proprietari di case ecc. Il servizio è gratuito e disponibile come applicazione mobile oppure in forma di SMS. Con una serie di semplici accorgimenti è possibile ridurre il rischio di cadute. Ad esempio si raccomanda di tenersi sempre al corrimano quando si fanno le scale, e non solo quando sono coperte di neve o ghiaccio; oppure di indossare scarpe munite di suola profilata o ramponcini antiscivolo per una maggiore sicurezza. Anche calcolare un tempo sufficiente per il tragitto casa-lavoro aiuta a non finire a gambe all’aria. Termine di partecipazione: 22 dicembre 2014 16 // Suva – benefit 4/2014 Soluzione dell’ultima edizione www.suva.ch/caldo In estate in quale momento della giornata la concentrazione di ozono è maggiore? 2° premio: macchina da caffè Nespresso A Mezzogiorno B Tutto il giorno finché c’è sole C Tardo pomeriggio 3° premio: radio digitale Sony 4° - 10° premio: ramponcini antiscivolo La risposta esatta è la C. I valori maggiori si registrano nel tardo pomeriggio (dalle 16 alle 18 circa). Una prolungata esposizione a elevate concentrazioni di ozono può provocare bruciore agli occhi, irritazioni della gola e della faringe, insufficienza respiratoria e mal di testa. I vincitori sono stati informati per iscritto. I loro nomi sono pubblicati su www.suva.ch/concorso. Imparare dagli errori Operaio ucciso da prefabbricato www.suva.ch/esempi-infortuni www.suva.ch/regole Un prefabbricato di calcestruzzo di 400 kg si stacca dal dispositivo di aggancio della gru e finisce su un operaio. Perché è successo? La parola all’esperto Yves Guilloud, specialista della sicurezza alla Suva, spiega a «benefit» la dinamica dell’infortunio. Questi infortuni sono frequenti? Negli ultimi dieci anni l’8% di tutti gli infortuni mortali sui cantieri svizzeri ha riguardato i carichi sospesi. Errore fatale: tutto è successo per via di un dispositivo di aggancio inadeguato e del mancato uso delle catene di sicurezza. In una casa in costruzione alcuni operai stavano montando dei prefabbricati in calcestruzzo per la realizzazione della copertura. I prefabbricati, pesanti 400 kg ciascuno, venivano sollevati da una gru utilizzando un dispositivo di aggancio dotato di una ganascia. L’infortunio è avvenuto nel momento in cui uno degli elementi si è venuto a trovare tra una trave di acciaio e la parete esterna. L’operaio si trovava in quel momento su una scala doppia, intento a posizionare il prefabbricato sospeso alla gru. All’improvviso il prefabbricato si è sganciato dalla ganascia ed è finito sull’operaio colpendolo mortalmente. Dispositivo di aggancio inadeguato Il dispositivo di aggancio non era adeguato alle dimensioni e alla forma del prefabbricato. Su un lato la morsa si era agganciata solo frontalmente all’incastro e quindi la presa era efficace solo per attrito. Per questo motivo, il fatto di appog- giarsi sulla parete esterna ha, in qualche modo, provocato la caduta del carico. Inoltre non erano state usate le catene di sicurezza, contravvenendo a quanto indicato nelle istruzioni d’uso del dispositivo di aggancio. Le conseguenze sono state fatali, anche perché l’operaio si trovava sotto il carico sospeso, altro fattore aggravante e contrario alla sicurezza. Spiegare le regole e vigilare sul loro rispetto I superiori devono spiegare le regole di sicurezza, farle rispettare e vigilare sul loro rispetto. In questo caso è stata violata una regola vitale per chi lavora con gli elementi prefabbricati in calcestruzzo, ossia: imbrachiamo i carichi in maniera sicura (www.suva.ch/waswo-i/84049.i). In caso di violazione, bisogna dire STOP, sospendere i lavori, eliminare il pericolo e solo dopo riprendere l’attività. Quali sono le cause più comuni all’origine di questi infortuni? Una delle cause più comuni è il mancato rispetto delle istruzioni d’uso e delle norme di sicurezza. In altre parole, capita che i dispositivi di aggancio dei carichi e gli accessori di imbracatura siano inadeguati rispetto al carico o alle condizioni del cantiere. Come si possono evitare questi infortuni? La regola è: pianificare, istruire, vigilare e correggere. L’azienda non solo deve sapere in anticipo quali attrezzature usare per il sollevamento dei carichi, ma deve anche scegliere i dispositivi giusti per la sospensione e l’imbracatura del carico. Inoltre, bisogna fare in modo che il personale sappia utilizzare questi mezzi e rispetti le regole di sicurezza. Le domande da porsi ogni volta sono: i dispositivi di aggancio e gli accessori di imbracatura sono adeguati al carico? Si rispettano le istruzioni d’uso? I dispositivi sono in perfette condizioni? In caso di problemi, c’è una sola cosa da fare: sospendere i lavori e porre rimedio. Suva – benefit 4/2014 // 17 Complimenti Un reinserimento ad alta velocità www.fmb-ge.ch Accelerare il reinserimento dei lavoratori vittime di un infortunio o malattia era uno degli importanti propositi della Fédération genevoise des métiers du bâtiment (FMB). Dopo cinque anni questo obiettivo è stato centrato con ampia soddisfazione da parte di tutti i soggetti coinvolti. Joël Favre con Fabrice Ambert (a sin.) e Samir Boughlam: il reinserimento è un lavoro di squadra. // Jean-Luc Cramatte // Bianca Litscher Lavorare in cantiere è faticoso e impegnativo, del resto è risaputo che l’edilizia è uno dei settori con i tassi di infortunio più elevati. Per questo motivo, cinque anni fa, la FMB ha varato un accordo importante (accordo paritario ginevrino) il cui scopo non è solo dare sostegno a chi deve rientrare nel mondo del lavoro, ma contenere anche eventuali perdite di natura economica. Evitare l’esclusione sociale Questo accordo è nato perché la Fédération genevoise des métiers du bâtiment cercava uno strumento per migliorare i rendimenti degli averi LPP per chi lavora nell’edilizia. Secondo Pierre-Yves Tapponnier, vicesegretario generale della federazione, la FMB si è resa conto che il problema finanziario era strettamente legato a quello sociale: mantenere nel mondo del lavoro chi si trova in difficoltà, a causa di infortunio o malattia, significa anche non escluderlo dalla società. Per riuscire in questo intento bisogna imparare a gestire le emozioni, gli stati d’animo e le particolari condizioni in cui si trovano queste persone (situazione personale, pluralità di culture, lingue e tradizioni). 18 // Suva – benefit 4/2014 La FMB ha quindi deciso di avvalersi dell’ausilio di vari enti (AI, Suva, assicurazioni per la perdita di guadagno e sindacati), di riunirli attorno a un tavolo comune e di far firmare un accordo che consenta a un gruppo speciale di analisi di gestire in modo rapido i casi più difficili di malattia e infortunio. Il successo di questo approccio dipende da due fattori imprescindibili: chi appartiene a questo gruppo speciale deve avere un potere decisionale da esercitare sul posto, mentre la persona assistita deve dare prova di volontà e motivazione. In cifre 191 casi trattati, 19 di questi prevedono una rendita intera o parziale. 172 persone seguono una formazione professionale e/o hanno trovato un’occupazione. // alt Complimenti // Note a margine Piacere solidale Un esempio concreto Joël Favre ha 48 anni, è sposato e ha due figli. È in società con altre due persone in una piccola impresa che installa impianti sanitari. Nel 2011 cade da una scala e si procura fratture multiple al cranio e alla clavicola. Da allora soffre di perdita di equilibrio, mal di testa e affaticamento precoce: «Non posso cambiare quello che mi è successo, ma in compenso posso fare qualcosa per il mio futuro, per il benessere della mia famiglia e il mio lavoro». Grazie all’iniziativa di Fabrice Ambert, case manager alla Suva che ha svolto un lavoro straordinario, fa notare Joël, il suo fascicolo arriva sulla scrivania del gruppo di analisi istituito nell’ambito dell’accordo paritario. L’assicurazione invalidità e la Suva decidono di occuparsi del caso: la prima fa sbloccare immediatamente i fondi necessari per creare una postazione di lavoro informatizzata per l’assicurato e accetta di assumersi i costi di una formazione per la sua nuova attività. Da parte sua, il case manager Suva aiuta Joël Favre nella sua nuova professione. Oggi Joël Favre lavora al 50 % nella sua impresa: un 10 % del tempo lo dedica ai cantieri e il restante 40 % a sbrigare lavori amministrativi, in ufficio o a casa. «Ho potuto contare anche sul mio socio, Samir Boughlam, che ha sostenuto tutte le misure proposte dal gruppo di analisi e mi ha permesso di ottenere tutto questo» ricorda l’installatore. Elisabetta fa fatica a muoversi e non riesce più a camminare fino al negozio di generi alimentari e specialità gastronomiche situato a 100 metri da casa sua. A volte chiama Maria, la titolare di origine napoletana, che le manda Bruna, la commessa portoghese, con un piatto di lasagne o di pasta ripiena. Elisabetta potrebbe farsi portare i pasti a casa, ma per nulla al mondo rinuncerebbe ai manicaretti di Maria e alle visite di Bruna che, trafelata, attraversa la strada con in mano la vaschetta avvolta in un tovagliolo bianco mentre Elisabetta la guarda dal balcone. Talvolta Bruna torna anche nel pomeriggio per cambiare le lenzuola. Elisabetta paga tutte le spese, ma non la cortesia, quella è impagabile. Una vicina di casa, madre di famiglia sempre sull’orlo di una crisi di nervi, le fa la spesa e le porta via i rifiuti. Queste visite sono un’occasione per concedersi un attimo di relax, bersi una tazza di tè e lasciarsi cullare dai racconti di un’epoca passata. Elisabetta non manca mai di ringraziarla e la vicina le risponde sempre: «Di niente cara, è stato un piacere!». E in quel momento si sente molto più leggera e serena. Certo, perché fare un piacere, grande o piccolo che sia, dà gioia e soddisfazione, fa dimenticare i problemi di tutti i giorni, colma il vuoto, riavvicina, rianima, rassicura e rallegra. In poche parole, fa bene. A queste donne che si prodigano per il benessere di Elisabetta dovremmo suggerire di farsi un «selfie» di gruppo insieme alla loro protetta. Tutte in posa: chi con un piatto, chi con la biancheria da letto o la borsa della L’alta velocità nella gestione dei casi Per Max Marendaz, responsabile prestazioni all’agenzia Suva di Ginevra e rappresentante della Suva nel gruppo di analisi, il caso di Joël Favre è emblematico e mostra quanto sia stato utile l’accordo paritario: «Possiamo paragonare il modo tradizionale di trattare i casi con un treno interregionale. Ebbene, con l’accordo paritario ginevrino, questo treno ha messo il turbo ed è diventato un treno ad alta velocità. Il treno della gestione dei casi gravi non si ferma in ogni stazione (ossia in ogni istituzione), ma corre spedito verso la destinazione finale». Il successo del reinserimento delle vittime di un grave infortunio dipende da tutte le parti coinvolte: vittima, datore di lavoro, soci, assicurazioni sociali, sindacati e organi competenti. Più che un marchio di fabbrica, la FMB ha fatto dell’accordo paritario ginevrino un esempio da imitare. Testo: Jean-Luc Alt // Foto: Jean-Luc Cramatte spesa. Elisabetta, truccata come una star del cinema muto, bucherebbe lo schermo. Questo «selfie» collettivo in onore della solidarietà forse diventerebbe virale e potrebbe dare vita a una moda diversa rispetto a quella imperante dell’«io, io e sempre io». E perché no, potrebbe ispirare l’altro sesso. In ogni caso renderebbe meno pesante la solitudine e arricchirebbe i rapporti umani. Per il tempo di una stagione, chissà, forse vivremmo nel migliore dei mondi. Loyse Pahud Scrittrice e giornalista Suva – benefit 4/2014 // 19 Ritratto Raphaël Lachat: di nuovo nei boschi col sorriso, ma molto più prudente di prima. 20 // Suva – benefit 4/2014 Ritratto Una vita per i boschi Raphaël Lachat ha 18 anni e di mestiere fa il selvicoltore, un lavoro che ama da sempre. Ogni giorno è impegnato a tagliare alberi, rimuovere i rami dai tronchi e a segarli. Il bosco è il suo regno. Un infortunio grave, capitatogli nell’ultimo anno di apprendistato, non gli ha impedito di continuare con passione il proprio mestiere. Solo una cosa è cambiata: ora è molto più prudente. Testo: Nadia Gendre // Foto: Jean-Luc Cramatte Il mestiere del selvicoltore è esposto a mille pericoli, nascosti in ogni angolo. L’inverno porta la nebbia e con essa la visibilità si riduce pericolosamente. Le piogge rendono il terreno paludoso e camminare richiede un grande sforzo. Spesso la gente non si rende minimamente conto delle pesanti condizioni in cui si trovano a operare i selvicoltori. «I medici parlavano svizzero-tedesco e non capivo una parola. Ma dalle loro facce ho intuito che era una cosa seria» racconta Raphaël Lachat. «La cosa più dolorosa è stato quando mi hanno spalmato una sorta di pomata prima di suturare. Bruciava tantissimo». Raphaël non ha mai voluto vedere le foto della ferita. «Ora forse ne avrei il coraggio… ». Nel bosco, come a casa Raphaël Lachat non cambierebbe una virgola del suo percorso. «La mia vita è qui, in mezzo alla natura». Di animo schivo e tranquillo, il giovane si sente a proprio agio tra gli alberi. Gli piace soprattutto lavorare con la motosega e ogni sera ammira con orgoglio il risultato della propria fatica. Gilles Chaignat, il suo nuovo capo, lo ha scelto proprio per il suo carattere equilibrato e perché è un gran lavoratore. Lo ha soprannominato «faccia d’angelo», un nomignolo che gli calza a pennello, anche se da giovane con le sue marachelle ne ha fatte passare di tutti i colori ai genitori. Fedele al proprio lavoro, sempre Si ricorda ancora dei pantaloni antitaglio, salvati in extremis dalle forbici degli infermieri. Nonostante due interventi chirurgici, sul viso gli è rimasta una cicatrice che lui trova brutta. Una parte della palpebra gli dà fastidio e verso sera è più stanco di prima. Durante la settimana Raphaël Lachat non ha tempo per gli hobby e solo nel fine settimana esce con gli amici a divertirsi. Evita però i luoghi in cui può essere riconosciuto e fermato dato che non riesce ancora a convivere con il suo nuovo volto. «Stai attento a te stesso, agli altri e alla vita» è il suo nuovo motto dopo la tragedia che l’ha colpito. Raphaël Lachat sa che avrebbe potuto farsi male anche facendo un altro mestiere. Perché allora rinunciare alla sua amata professione? «È andato tutto storto sin dal mattino» Raphaël è originario di Réclère, nel Canton Giura ed è cresciuto in una famiglia di contadini. In mezzo a due fratelli maggiori e a due sorelline più piccole ha imparato a imporsi. Quando sua madre è andata a prenderlo all’ospedale, il giorno dopo l’infortunio, era felice che fosse ancora vivo, ma si è quasi stupita di trovarlo tutto intero. L’infortunio con la motosega Il 31 ottobre 2013 era una giornata afosa e umida. «È andato tutto storto sin dal mattino» ricorda. È in ritardo sulla tabella di marcia e in più un albero gli sta creando problemi. Sta segando il tronco, quando a un certo punto il vuoto. Ripresi i sensi, si rialza e si dirige di corsa verso l’auto. Non sente male, ma perde molto sangue dalla testa. Il suo collega lo trasporta all’ospedale di Porrentruy. Dopo aver fermato l’emorragia, viene trasferito all’ospedale universitario di Basilea per la ricostruzione della palpebra, lacerata dalla motosega. Suva – benefit 4/2014 // 21 Nuove pubblicazioni Per ordinare direttamente su Internet www.suva.ch/benefit-cedola-ordinazione Ordinando le nostre pubblicazioni con la cedola di ordinazione online è possibile contare su tempi di spedizione più rapidi. Newsletter www suva.ch/newsletter-i Regole semplici che salvano la vita Imparare dagli errori Esempi di infortunio Scossa elettrica mortale chi per regole li le vitali per vitali Sette Nove viti arego regoli vit aeree sulle linee i ee lavora ochi ali per goleSe ioadsuulle il perso zzlin ggor e re na e estr nsion ordinarie elettriche Nov montalav in caso le di terra calc il alta te di per enti inad con elico trasporto ttero elem Vi invitamo ad iscrivervi alla nostra newsletter che informa mensilmente su argomenti d’attualità, campagne, nuove offerte e servizi. Prevenzione: campagne e proposte 2015 Prevenzione: campagne e proposte 2015 88089_i_Umschlag.indd 1 23.09.2014 13:00:00 Avete già valutato come usufruire al meglio delle proposte di prevenzione della Suva in programma per il 2015? Il nuovo catalogo delle campagne Suva è un ottimo strumento per capire gli elementi prioritari della sicurezza sul lavoro e nel tempo libero. Troverete sicuramente qualche proposta di vostro interesse che vi incoraggerà ad avviare un’iniziativa nella vostra azienda. Prevenzione: campagne e proposte 2015 // Opuscolo, 48 pagine A5 // Codice 88089.i www.suva.ch/campagne 22 // Suva – benefit 4/2014 Pubblicazione 13032.i Sono state pubblicate «regole vitali» per le seguenti attività e professioni: • montaggio di elementi in calcestruzzo • lavori sulle linee aeree ad alta tensione • lavori sulle linee elettriche ordinarie • trasporto in elicottero (personale di terra). Quando una regola vitale viene infranta bisogna dire STOP, eliminare il pericolo e solo dopo riprendere i lavori. In azienda i superiori devono istruire sistematicamente i lavoratori sulle regole vitali e assicurarsi che le rispettino durante lo svolgimento del loro lavoro quotidiano. Nove regole vitali per il montaggio di elementi in calcestruzzo // Vademecum // Codice 88822.i Pieghevole per i lavoratori: Codice 84049.i Sei regole vitali per chi lavora sulle linee elettriche ad alta tensione // Pieghevole // Codice 84064.i Sette regole vitali per chi lavora sulle linee elettriche ordinarie // Vademecum // Codice 88829.i // Pieghevole per i lavoratori: Codice 84066.i Nove regole vitali per il personale di terra in caso di trasporto con elicottero // Vademecum // Codice 88819.i // Pieghevole per i lavoratori: Codice 84050.i Volete rendere i vostri corsi di formazione sulla sicurezza più interessanti? Usate le nostre presentazioni con esempi di infortuni tratti da diversi settori. La domanda fondamentale da porsi è: come possiamo evitare episodi simili nella nostra azienda? Nuovi esempi disponibili online: Scossa elettrica mortale www.suva.ch/waswo-i/13032.i Operaio edile travolto da un elemento di calcestruzzo www.suva.ch/waswo-i/13044.i Amianto: informazioni utili per piastrellisti e fumisti In collaborazione con l’Associazione svizzera delle piastrelle (ASP) e l’Associazione svizzera degli impresari fumisti e piastrellisti (VHP) la Suva ha redatto diverse pubblicazioni sulla protezione dalle polveri di amianto. Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire correttamente. Informazioni utili per piastrellisti e fumisti // Opuscolo tascabile, 40 pagine // Codice 84063.i Rimozione di piastrelle per pareti e pavimenti contenenti colla a base di amianto. Superfici fino a 5 m2 // Scheda tematica // Codice 33077.i Nuove pubblicazioni Edilizia e genio civile: protezione dalle polveri di amianto Da appendere in azienda Uno di loro potrebbe farsi male. Aiutaci a impedire che questo accada! Grazie al controllo rapido della postazione di lavoro messo a punto dalla Suva è possibile determinare in modo semplice e veloce se esistono rischi per la salute e quali misure vanno adottate. Controllo rapido della postazione di lavoro // 8 pagine, A4 // Codice 66128.i Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire correttamente Informazioni utili per chi lavora nell’edilizia e nel genio civile Guida: controllo rapido della postazione di lavoro // 14 pagine, A4 // Scaricabile solo in PDF da www.suva.ch/waswo-i/66128/1.i Ogni anno un apprendista su otto subisce un infortunio. Usa la tua esperienza per aiutare gli apprendisti all’inizio del loro percorso professionale: www.suva.ch/tirocinio Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51 OrdinazionJ online: www.suva.ch/waswo-i Codice 55336.i 07/2014 L’amianto si trova ovunque: controlla gli edifici costruiti prima del 1990! Novità e aggiornamenti Per conoscere le nuove pubblicazioni e i vari aggiornamenti sulla sicurezza sul lavoro consultate il sito: Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. L’impiego di amianto è vietato in Svizzera, ma questo materiale è ancora presente in molti edifici costruiti prima del 1990. Evita assolutamente di disperdere le fibre di amianto durante i lavori di ristrutturazione. amianto Il pericolo settore nel vostro h/amianto www.suva.c Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51 Ordinazione online: www.suva.ch/waswo-i www.suva.ch/pagine-nuove-suvapro Codice 55338.i 09/2014 Se fai dei lavoretti, segui i nostri consigli. Così farai a meno di questi attrezzi. Ruf Lanz L’opuscolo spiega: • durante quali lavori è più frequente trovare amianto; • quali misure di protezione bisogna adottare; • quando è il caso di rivolgersi a una ditta specializzata in bonifiche da amianto. Questa pubblicazione è nata dalla collaborazione con la Società svizzera degli impresari-costruttori (SSIC). Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire correttamente. Informazioni utili per chi lavora nell’edilizia e nel genio civile // Opuscolo tascabile, 40 pagine // Codice 84060.i Bastano delle semplici precauzioni per evitare gli infortuni: • leggere le istruzioni per l’uso • indossare le opportune protezioni (occhiali e guanti di protezione, calzature adatte) • togliere la spina dalla presa prima di pulire o riparare gli apparecchi elettrici Offerta speciale per l’autunno Set per la protezione di occhi e udito • utilizzare sempre il salvavita (interruttore differenziale FI) Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51 Ordinazioni online: www.suva.ch/waswo-i Lavorare da soli può essere pericoloso Codice 55339.i 10/2014 Uno di loro potrebbe farsi male. Aiutaci a impedire che questo accada! // Manifesto A4 // Codice 55336.i Fai attenzione a non bruciarti quando accendi il grill // Manifesto A4 // Codice 55337.i L’amianto si trova ovunque: controlla gli edifici costruiti prima del 1990! // Manifesto A4 // Codice 55338.i Lavorare da soli può essere pericoloso Guida per i datori di lavoro e gli addetti alla sicurezza Quando si lavora da soli le probabilità di commettere errori aumentano. Inoltre si rischia di non ricevere un aiuto tempestivo in caso di infortunio o situazioni critiche. Le aziende devono far fronte a questi rischi adottando misure adeguate. La nuova pubblicazione della Suva spiega in dettaglio cosa fare. Lavorare da soli può essere pericoloso. Guida per i datori di lavoro e gli addetti alla sicurezza // Opuscolo A4, 24 pagine // Codice 44094.i Se fai dei lavoretti, segui i nostri consigli. Così farai a meno di questi attrezzi // Formato A4: Codice 55339.i // Formato F4: Codice 77254.i Controllo rapido della postazione di lavoro Quali postazioni di lavoro rappresentano un rischio per la salute dei lavoratori nella vostra azienda? Ad esempio a causa di: • posture forzate • attività ripetitive • sforzo fisico Approfittate subito della nostra offerta speciale: per ogni paio di occhiali di protezione Profi 10.204 con lenti trasparenti vi regaliamo un paio di inserti auricolari ARTIFIT Standard con la loro pratica scatolina. Costo del set (astuccio compreso): CHF 24.50, ordinando almeno 10 pezzi sconto sulla quantità (IVA incl., spedizione gratuita). Per informazioni e ordinazioni: www.sapros.ch/ suva/spezialangebot > Offerta speciale per l’autunno, tel. 041 419 52 22. L’offerta è valida sino al 31.12.2014 (fino ad esaurimento scorte). Suva – benefit 4/2014 // 23 L’amianto può uccidere. Verifica se è presente negli edifici costruiti prima del 1990. : ioni vitali Informaz ianto a.ch/am v u .s w w w Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. L’amianto, pur essendo vietato in Svizzera dal 1990, è ancora largamente presente negli edifici costruiti prima di quella data. Prendi tutte le precauzioni necessarie per evitare la diffusione di fibre di amianto nell’aria durante i lavori di ristrutturazione, perché già a basse concentrazioni le fibre possono essere fatali. Nessun lavoro è così importante da rischiare la vita.