La rivista per i clienti della Suva, n. 4 // novembre 2014
benefit
Bonificato
Per la bonifica dell’amianto servono molte
risorse. Ma è un investimento che merita di
essere fatto.  Pagina 4
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Rigenerato
A dispetto del grave problema alla
schiena, Marcel Bieri è riuscito a reinserirsi
nel mondo del lavoro. Oggi affronta la vita
con nuovo slancio.  Pagina 10
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Sensibilizzato
Unite per la prevenzione: cinque aziende
sensibilizzano il personale sui rischi di
caduta in piano.  Pagina 13
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Numero del trimestre
Una moda pericolosa
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1 su
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sono gli occupati a tempo pieno che ogni anno, in
Svizzera, subiscono un infortunio sul lavoro. Oltre
un quarto di loro viene colpito da un oggetto,
come un utensile o un attrezzo di lavoro. A rivelarlo è l’ultimo rapporto quinquennale degli assicuratori infortuni. Nel tempo libero, invece, gli infortuni
si verificano soprattutto nello sport e nelle attività
in casa e giardino. Maggiori informazioni:
www.suva.ch/waswo-i/1946
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// Suva – benefit 4/2014
Una volta era all’ultimo grido, ma oggi è
out. Lo si può dire di un vestito, di un’acconciatura, ma anche dell’amianto. Per
molto tempo questo materiale dai molteplici usi è stato prodotto e diffuso in quantità industriali. Ma da quando sappiamo
che le fibre di amianto possono nuocere
alla salute, combattiamo per eliminarlo
dagli edifici. Una cosa è certa: contrariamente ai vestiti e alle acconciature,
l’amianto non tornerà più di moda. Restano però i pericoli di questo insidioso materiale, di cui parliamo a pagina 4.
La stagione sciistica è ormai alle
porte. Centinaia di migliaia di persone si
riverseranno sulle piste da sci, mentre
qualcuno preferirà il fuoripista. Se siete
tra questi, fate attenzione. Per andare
sul sicuro, muovetevi con cautela. Altri
consigli a pagina 11.
In questo numero vi presentiamo
Raphaël Lachat, un selvicoltore che durante l’apprendistato ha subito un grave
infortunio nel bosco. Un duro colpo da cui
ha saputo rialzarsi. Oggi continua a fare
questo lavoro, che per lui significa ancora
molto. A pagina 20 la sua storia.
Pascal Mathis
Caporedattore «benefit»
Sommario
// 04
// 13
// 15
REPORTAGE
04
Una doccia prima di ogni pausa
Per decenni l’amianto è stato impiegato in Svizzera in
grandi quantità per la costruzione di edifici. Questo
materiale tuttavia si è rivelato altamente nocivo per la
salute, per questo ora si lavora per rimuoverlo. Nel lavoro
di bonifica va curato ogni minimo dettaglio. Un compito
non semplice, ma che vale la pena fare.
14
14
10
Felice di essere tornato a lavorare
Il tatto e i tumori al seno
—
15
In forma durante l’inverno
—
15
ATTUALITÀ
600 firmatari della Charta della sicurezza
—
Tirocinio in sicurezza: bilancio positivo
—
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SwissSkills e Suva: buona la prima
—
11
Atti temerari nel fuoripista
—
12
Alloggi per anziani: l’aiuto della Suva
—
13
17 IMPARARE DAGLI ERRORI
18 COMPLIMENTI
Inciampare per imparare a non cadere
Cinque aziende dell’Alta Argovia si sono unite per
raggiungere un numero sufficiente di persone e attuare
insieme il percorso a ostacoli della Suva. Il loro obiettivo:
sensibilizzare i lavoratori sui rischi di caduta in piano.
—
14
16 CONCORSO
20 RITRATTO
Raphaël Lachat è selvicoltore e il bosco è tutta la sua vita,
anche dopo un infortunio grave subito durante l’apprendistato. Solo una cosa è cambiata: ora è molto più prudente.
22 NUOVE PUBBLICAZIONI
«Per vivere serve coraggio»
—
Suva – benefit 4/2014 //
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Reportage
Protetti da capo a piedi: ecco i bonificatori in azione.
4
// Suva – benefit 4/2014
Reportage
Una doccia prima di
ogni pausa
 www.suva.ch/amianto
Per anni l’amianto è stato considerato nell’edilizia un materiale passepartout, adatto a ogni scopo.
Ma da quando si sa che le sue fibre sono altamente nocive per la salute, l’obbligo è di rimuoverlo.
Il lavoro di bonifica non è un gioco da ragazzi, ogni dettaglio deve essere curato alla perfezione.
Un compito non semplice, ma che vale la pena fare. Testo: Pascal Mathis // Foto: Philipp Schmidli
Roman Urban e Martin Gibas si infilano la tuta bianca
di protezione che li ricopre da capo a piedi. Al volto la
maschera di protezione, alla quale è collegato un tubo
flessibile che immette aria fresca. I due attraversano
l’unità di decontaminazione e finiscono in un locale
separato da tutto il resto da teli di plastica, non un centimetro della loro pelle è scoperto. All’esterno, Florian
Medici, capocantiere, sorveglia le attrezzature e verifica
che tutto proceda per il verso giusto. Non stiamo assistendo a un film americano, con mirabolanti effetti
speciali. Qui è tutto reale.
Siamo in visita a un cantiere di Soletta. In uno
stabile commerciale Urban e Gibas sono impegnati nella
bonifica dei locali e delle attrezzature. L’opera di rimozione interessa anche gli impianti igienici al pianterreno, dove si trovano ora i due lavoratori. Un impianto di
ventilazione dotato di un filtro speciale mantiene costantemente l’area in condizioni di depressione. Questa
procedura serve a evitare che le fibre di amianto possano
disperdersi all’esterno. «Una volta i bagni venivano realizzati in questo modo» spiega Christoph Menz, capo
dell’omonima ditta specializzata in bonifiche da amianto riconosciuta dalla Suva.
Prima benedetto, poi stramaledetto
Fino agli anni Ottanta, l’amianto è stato impiegato a più
non posso, tanto che in Svizzera si è arrivati a utilizzarne ben 500 000 tonnellate. Dal 1990 una legge ha messo
fine a questo utilizzo massiccio e da allora in Svizzera
questo minerale fibroso è vietato. L’amianto era osannato in passato per le sue mille virtù: resistente agli
acidi, ottimo se unito a cemento e resine, con uno straordinario potere isolante e ignifugo.
Tuttavia, per molti anni i pericoli legati al suo uso
sono stati sottovalutati. Se disperse nell’aria e inalate, le
sue fibre non vengono eliminate o espulse facilmente
dal corpo umano. Ne consegue che già a basse concentrazioni nell’aria l’amianto può provocare il mesotelioma
(tumore maligno a carico della pleura o del peritoneo) o il
carcinoma polmonare. Quel che è peggio è che dall’esposizione possono passare addirittura 30-40 anni prima che
insorga la malattia. Insomma, l’amianto colpisce in modo
subdolo, quando meno te lo aspetti.
Fintantoché un manufatto contenente amianto,
ad esempio una lastra di fibrocemento, rimane integro,
di per sé non esiste pericolo. I problemi veri sorgono se il
materiale viene sottoposto a lavorazione meccanica, ad
Suva – benefit 4/2014 //
5
Reportage
Lavoro di squadra: mentre un operaio stacca le piastrelle e la colla contenente amianto, l’altro imprigiona la polvere nebulizzandola.
esempio con un trapano, una sega o un martello scalpellatore o se il materiale semplicemente si disgrega. In
questi casi la dispersione di fibre di amianto nell’aria fa
innescare l’allarme rosso. Per questo, come nel caso di
Soletta, è importante verificare se c’è amianto in un
edificio prima di una demolizione o di una ristrutturazione. Per i datori di lavoro questo è un obbligo sancito
dalla legge.
Sirena e luci di segnalazione per le emergenze
La vera opera di bonifica è iniziata. Roman Urban, uno
dei bonificatori della ditta Menz AG, comincia a scalpellare le piastrelle delle pareti dei bagni, mentre il collega
Martin Gibas fissa le polveri con acqua nebulizzata. Ed
ecco l’amianto fare la sua comparsa, dentro la colla usata per fissare le piastrelle alla parete. La colla verrà rimossa in un secondo momento, per ora i due operai
spruzzano altra acqua per inglobare la polvere. I rifiuti
vengono poi collocati in un fusto di plastica blu con la
scritta «Amianto» chiuso ermeticamente.
Nel locale l’impianto di ventilazione immette aria
fresca da un lato, dall’altro l’aria contaminata dalle fibre
viene ripulita da un filtro e poi convogliata all’esterno.
6
// Suva – benefit 4/2014
«Il ricambio dell’aria interna avviene dieci volte l’ora»
spiega Christoph Menz.
Nel frattempo diversi strumenti sono attivi per
monitorare l’impianto. In caso di perdita, con conseguente calo della depressione, scatterebbe un allarme
acustico (sirena) o visivo (lampeggiante), come vuole
la legge. A Soletta sono stati predisposti entrambi i segnali. I bonificatori possono quindi reagire prontamente in caso di emergenza e sospendere subito i lavori. Il
sistema di monitoraggio non conosce soste e funziona
anche di notte, anche perché una bonifica di solito dura
più di un giorno. «Se succedesse qualcosa, sarei avvisato
tramite cellulare, anche nel cuore della notte» spiega il
capocantiere Florian Medici con un sorriso.
Quasi ovunque
L’amianto si trova un po’ ovunque. Negli edifici precedenti al 1990 la sua presenza è praticamente scontata. E
non si annida solo nella colla dietro le piastrelle. L’amianto si trova anche nelle lastre ondulate, nelle facciate,
nelle canalizzazioni, nelle guarnizioni, nelle pareti tagliafuoco, nei quadri elettrici o nei pavimenti. Per non
parlare degli impianti tecnici, dove in passato era usato
Reportage
come materiale termoisolante e ignifugo. Niente paura
se il materiale è integro e non presenta sfaldature o danni. Ma prima o poi questo materiale dovrà essere rimosso o sostituito e in quel momento si dovrà affrontare il
problema alla radice.
Prima del divieto del 1990, l’amianto è stato per
molto tempo un pericolo sottovalutato o ignoto. Le sue
conseguenze si manifestano molti anni dopo la prima
esposizione e possono passare anche 30 anni prima che
ci si ammali. Ogni anno in Svizzera muoiono più di 100
persone a causa delle quantità di amianto inalate
decenni prima.
Disposizioni di legge chiare
Oggi l’Ordinanza sui lavori di costruzione stabilisce nero
su bianco che in caso di lavori edili bisogna contenere
quanto più possibile il rischio di possibili danni alla salute. La legge indica esplicitamente anche l’amianto tra
i possibili rischi per la salute. In caso di sospetta presenza di amianto, il datore di lavoro deve accertare per tempo i pericoli e pianificare le necessarie misure di protezione. Solo così è possibile proteggere la salute dei
lavoratori.
Prima di ogni pausa
Roman Urban e Martin Gibas operano in condizioni di
sicurezza e nel frattempo sospendono la bonifica per fare
una pausa. Uno alla volta devono abbandonare l’unità di
decontaminazione, composta di più camere, la stessa
che hanno attraversato al mattino. È qui che devono
aspirare o rimuovere con acqua le fibre di amianto che si
sono depositate sulla tuta di protezione o sulla maschera, poi togliersi gli indumenti, gli stivali e deporre il
tutto (compresa la biancheria intima). Poi fanno la doccia, puliscono le maschere di protezione con acqua e le
sfilano dal volto. Solo nell’ultima delle quattro camere
dell’unità di decontaminazione possono finalmente indossare gli abiti civili e iniziare la meritata pausa.
Anche i fusti sigillati contenenti le piastrelle e le
polveri di amianto attraversano un’unità di decontaminazione. Qui vengono puliti, lavati con acqua, risciacquati, asciugati e preparati per lo smaltimento dagli
operai, sempre super protetti da capo a piedi. Solo alla
fine saranno portati in una discarica speciale dalla stessa ditta bonificatrice.
Riconoscere l’amianto: anche la
Suva dà una mano
L’amianto è una delle priorità Suva in tema di prevenzione. All’indirizzo www.suva.ch/casamianto è possibile
scoprire dove si nasconde l’amianto in un’abitazione.
Su www.suva.ch/amianto sono disponibili informazioni e pubblicazioni specifiche per ogni settore in
materia di amianto e il programma didattico «Amianto:
come riconoscerlo e intervenire correttamente». Tutte
le pubblicazioni si basano su uno schema a tre colori:
verde significa nessun pericolo imminente; arancione
indica che si è di fronte a un pericolo moderato e che i
lavori devono essere svolti da esperti secondo le regole
della tecnica; rosso è il colore del massimo pericolo,
ragion per cui ogni intervento è di esclusiva competenza di una ditta specializzata riconosciuta dalla Suva.
Di quali interventi si tratti è spiegato anche sul sito
web. // mpf
Alcune piastrelle sono staccate sul pavimento, mentre sui
muri rimangono ancora tracce di colla.
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7
Reportage
La parola all’esperto
La dottoressa Claudia Pletscher, medico capo alla Suva
presso la Divisione medicina del lavoro, spiega cosa
succede nel corpo umano in caso di inalazione di fibre
di amianto.
Perché le fibre di amianto sono così pericolose?
È dannoso quello che non si vede. Le minuscole fibre
di amianto penetrano nei polmoni e possono migrare
sulla pleura. Il corpo umano non riesce ad espellerle
completamente, ecco quindi che si possono sviluppare
dei tumori nei polmoni o sul tessuto pleurico.
Quante volte si deve entrare in contatto con l’amianto
per essere esposti a un pericolo concreto?
Difficile dire qual è il limite per ogni persona. Indicativamente possiamo dire che nel caso del carcinoma
polmonare le esposizioni devono essere frequenti e
prolungate nel tempo. Se poi il soggetto è un fumatore,
il rischio aumenta considerevolmente. Nel mesotelioma
pleurico maligno il rischio di ammalarsi è concreto. In
questo caso, a volte basta lavorare poche settimane
senza alcuna protezione. A complicare il tutto c’è che
questo tipo di tumore non è facile da diagnosticare ed
è difficile da curare.
Perché il tumore ci mette così tanto a svilupparsi?
Nessun tumore nasce dall’oggi al domani. I mutamenti
cellulari nel nostro corpo sono processi lenti. Nel caso
delle patologie correlate all’amianto, il tempo di latenza
è di circa 30-40 anni.
Ogni anno in Svizzera si registrano 100 decessi dovuti
all’amianto. Queste cifre sono destinate a crescere?
Non lo sappiamo con certezza. L’amianto è stato importato in grandi quantità alla fine degli anni Settanta.
Se contiamo 40 anni, è probabile che tra il 2015 e il
2020 assisteremo a una diminuzione dei decessi. // mpf
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// Suva – benefit 4/2014
Una volta staccato, il materiale finisce nei fusti blu.
Tutto è strettamente regimentato, sia per quanto
concerne l’opera di bonifica sia per l’autorizzazione, che
la Suva concede solo se la ditta presenta i requisiti necessari e supera determinati test. «Questa autorizzazione è
come la patente di guida per un automobilista» spiega
Christoph Menz. «Se non rispettiamo gli obblighi o violiamo le norme di sicurezza, per un periodo ce la tolgono».
Massima prudenza ogni giorno
Ogni bonifica si conclude con un controllo. I bonificatori possono smantellare la zona o autorizzare l’accesso ai
locali solo se si rispettano scrupolosamente i valori limite imposti e se le prove di laboratorio indicano che nell’aria la presenza di fibre di amianto è bassissima o nulla.
Ma come si comporta l’addetto alla bonifica quando si trova a manipolare un materiale pericoloso come
l’amianto? «La vigilanza è sempre alta» afferma Menz.
Reportage
Sorveglianza: misuratori e filtri servono a mantenere l’aria salubre.
È importante usare la massima prudenza, anche se per
i bonificatori è un lavoro quasi di routine. Non ci sono
problemi con gli altri operai che devono entrare in un sito
da bonificare e devono aspettare la conclusione dell’intervento? No, risponde Menz. C’è grande comprensione
per il lavoro altrui. «In fondo, lo sanno bene che stiamo
lavorando anche per tutelare la loro salute».
Un terzo operaio porta i rifiuti all’esterno dell’unità di decontaminazione.
Revisione dei termini
di prescrizione
In caso di patologia da amianto le richieste di risarcimento possono cadere in prescrizione prima ancora
che i diretti interessati sappiano di essere malati. In
materia, alla fine del 2013, il Consiglio federale ha
approvato un messaggio per rivedere il Codice delle
obbligazioni allo scopo di uniformare il diritto in materia di prescrizione e di prolungare i termini in caso di
danni fisici. Il punto su cui si discute è se far iniziare il
termine di prescrizione con la diagnosi della malattia
nei casi di esposizione all’amianto.
Questo dibattito comunque è irrilevante dal
punto di vista assicurativo, in quanto le prestazioni
Suva rimangono invariate. Se è dimostrato che l’assicurato si è ammalato a causa di una pregressa esposizione professionale all’amianto, il diritto alle prestazioni
Suva non cade in prescrizione. // iso
Suva – benefit 4/2014 //
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Attualità
Felice di essere tornato a lavorare
 www.suva.ch/reintegro
www.suva.ch/podcast-benefit-i
Un grave problema alla schiena gli fa perdere il lavoro dopo avere superato i 50 anni di età. Per lungo tempo il
futuro di Marcel Bieri è stato incerto. Un impiego a tempo determinato alla Suva gli ha offerto l’opportunità di
reinserirsi nel mondo del lavoro. Un’opportunità che ha ridato a Bieri gioia di vivere e dinamismo.
Alternare il lavoro in piedi e da seduto è la soluzione ideale per la schiena di Marcel Bieri. // Alma Johanns
Marcel Bieri è una persona allegra e positiva. Nulla lascia intuire che gli scorsi 15
anni della sua vita professionale sono
stati caratterizzati da alti e bassi. Bieri
non si è mai ristabilito del tutto da una
grave ernia al disco. Il mal di schiena impedisce all’impiegato di commercio di
Reinserimento
professionale
La Suva offre una trentina di
posti di lavoro finalizzati al
reinserimento professionale.
Sostiene attivamente le aziende
che si impegnano a reinserire
gli infortunati assumendosi
la copertura assicurativa e le
indennità giornaliere. Non solo:
se l’infortunato viene assunto,
la Suva versa all’azienda un
onorario fino a 10 000 franchi.
Per saperne di più:
www.suva.ch/reintegro
10
// Suva – benefit 4/2014
restare seduto a lungo. Più volte è stato
costretto a cambiare lavoro. Dopo qualche anno Bieri ha iniziato quasi a disperare di trovare un posto sul mercato del
lavoro.
Bieri non si è mai considerato «malato»
Nel 2013 gli si è prospettata una nuova
opportunità, e precisamente un posto di
lavoro alla sede principale della Suva a
Lucerna nel quadro di un programma di
reinserimento. Un lavoro della durata di
sei mesi che gli ha ridato speranza. «Ne
sono tuttora grato» racconta Bieri. Il suo
compito consisteva nell’occuparsi dei
dossier personali, di aggiornarli e archiviarli correttamente. Oltre alla nuova opportunità, vi era un secondo aspetto
molto importante per lui: «Non venivo
considerato un ‹malato›. Ho sentito una
grande disponibilità da parte della Suva
nell’offrirmi questa occasione».
Cosa che Patrick Dittli, il superiore di
Bieri, conferma in pieno. Tempo e assistenza sono le uniche due cose che una
azienda deve mettere a disposizione per
questi posti di lavoro. Infatti, l’azienda
non deve assumersi nessun costo poiché
a versare lo stipendio è l’assicurazione
invalidità o l’ufficio di collocamento regionale. Dittli trova solo parole di elogio
per questo modello di reinserimento professionale. «Marcel Bieri è un esempio
perfettamente riuscito».
Un prezioso sostegno psicologico
La prima opportunità lavorativa si è trasformata in una seconda chance per
Bieri. Dopo il primo semestre di lavoro ha
potuto rinnovare il suo impiego alla Suva
e continuerà a lavorarvi fino a inizio 2015.
Quello che succederà dopo, Bieri non lo
sa. Ma, in ogni caso, il posto alla Suva gli
è stato di grande aiuto. «Sapere di essere
ancora in grado di trovare un lavoro è stato un prezioso sostegno psicologico per
me». Per Bieri il reinserimento si è rivelato
perfettamente riuscito. Tanto che si dice
molto ottimista e certo di «trovare un
nuovo impiego». // mpf
Attualità
Atti temerari nel fuoripista
 www.suva.ch/atti-temerari  www.suva.ch/sportneve
www.suva.ch/podcast-benefit-i
L’infortunio capitato a Michael Schumacher e le numerose vittime di valanghe hanno richiamato l’attenzione
dell’opinione pubblica sui rischi legati agli sport sulla neve. Gli appassionati del fuoripista conoscono le regole
di sicurezza? E sanno che ignorandole rischiano di vedersi tagliate le prestazioni assicurative?
Per fortuna gli atti temerari non sono
poi così frequenti. Negli ultimi anni sono
stati infatti pochi i casi di infortunio in cui
la Suva ha dovuto ridurre le prestazioni
perché un assicurato aveva commesso
atti temerari; quasi sempre si è trattato di
valanghe. Oliver Biefer, esperto in materia
di riduzione delle prestazioni assicurative
alla Suva, ricorda che «chi fa fuoripista
deve essere consapevole dei pericoli a
cui si espone e del rischio di vedersi tagliate le prestazioni».
Affinché la collettività degli assicurati non debba assumersi le spese causate
dai comportamenti scorretti di poche
persone, il legislatore ha previsto la possibilità di ridurre le prestazioni in casi
straordinari. L’assicurazione infortuni riduce del cinquanta per cento le prestazioni in contanti, in particolare le indennità giornaliere e le rendite. Nei casi particolarmente gravi, le rifiuta del tutto. Ma
non riduce mai i costi per salvataggio,
cure, medicine, trasporto o sepoltura.
Situazioni individuali critiche
Per principio la copertura assicurativa è
garantita senza limitazioni quando si scia
sulle piste segnalate o negli snowpark. In
singoli casi, però, fare fuoripista equivale
a un atto temerario. Ciò avviene, ad
esempio, quando uno sportivo si espone
a forti rischi, ignorando gravemente le
usuali norme di sicurezza e precauzione e
oltrepassando la delimitazione della pista
per affrontare una discesa molto ripida
nonostante l’elevato rischio di valanghe.
«Se in tale caso provoca il distaccamento
di una valanga, la Suva ipotizza un atto
temerario» spiega Oliver Biefer. Una banale caduta fuori dalle piste segnalate è
però coperta dall’assicurazione.
Nessuna decisione arbitraria
«La Suva esamina singolarmente ogni infortunio avvenuto fuori pista» spiega
Biefer. Nella valutazione tiene conto in
particolare del pericolo di valanghe esistente al momento dell’infortunio e la
pendenza sul luogo dove è avvenuto l’infortunio. Inoltre, si considerano anche le
condizioni meteorologiche e la difficoltà
della pista. «La Suva verifica anche se
l’appassionato di sport sulla neve aveva
con sé l’equipaggiamento di autosoccorso e se ha ignorato la segnaletica di pericolo o la rete di delimitazione della pista».
Il consiglio di Oliver Biefer per evitare
gli atti temerari negli sport sulla neve è:
«Chi rispetta le regole e usa il buonsenso
non corre pericoli». // hga
Freeride in sicurezza: utili consigli
sono forniti dall’app «Slope Track»
www.suva.ch/slopetrack-i e
dal sito www.whiterisk.ch.
Fuoripista: dopo un infortunio si rischia anche di vedersi ridotte le prestazioni assicurative. // mad
Suva – benefit 4/2014 //
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Attualità
Alloggi per anziani: l’aiuto della Suva
 www.suva.ch/credito
La Suva dispone di un patrimonio considerevole che impiega fra l’altro per garantire il versamento delle rendite anche sul lungo periodo. Questo denaro viene investito in tutta la Svizzera, una strategia di cui beneficia
anche la casa per anziani e di cura «Känzeli» di Ebikon.
Cosa accomuna le rendite di invalidità
della Suva e la casa per anziani e di cura
di Ebikon nel Canton Lucerna? Più di
quanto si potrebbe pensare a prima vista.
La Suva effettua regolarmente degli
accantonamenti che utilizza per corrispondere le rendite attuali e future nonché per pagare le spese di cura o le indennità giornaliere. Per fare in modo che
queste riserve non perdano di valore, la
Suva colloca il patrimonio in strumenti di
investimento (si veda riquadro) concen-
trandosi in particolare sulla Svizzera.
Ecco così spiegato il legame fra Ebikon e
le rendite versate dalla Suva.
Investitimenti in tutta la Svizzera
Il comune situato alle porte di Lucerna ha
deciso di ristrutturare e ampliare la casa
per anziani e di cura «Känzeli». Una parte
del credito complessivo di 9,6 milioni di
franchi è stata assicurata dalla Suva, che
si iscrive nel novero dei maggiori erogatori di prestiti ai comuni e ai cantoni.
Condizioni decisive
Per il responsabile del dicastero finanze
di Ebikon, Stefan Wanner, la decisione di
rivolgersi alla Suva è maturata molto in
fretta: «A convincerci sono state in particolare le ottime condizioni del prestito.
Inoltre abbiamo apprezzato la semplicità
della procedura. E poi è bello pensare che
il prestito è stato acceso presso un’azienda che restituisce gli utili ai propri assicurati». Un’operazione, questa, che la Suva
effettua sotto forma di riduzioni di premio. La ristrutturazione del «Känzeli» proseguirà fino alla prossima primavera. Al
termine dei lavori saranno disponibili,
accanto a un centro Spitex e a un reparto
di cura, anche venti nuovi appartamenti
per anziani. // mpf
Così investe la Suva
A fine 2013 la Suva disponeva di
un patrimonio investito pari a 44
miliardi di franchi. Circa la metà
è investita sul mercato monetario e in titoli a reddito fisso, una
categoria che comprende anche i
prestiti ai comuni come nel caso di
Ebikon. Un quarto del patrimonio
è investito in azioni, un decimo
in immobili e il resto in strumenti
alternativi. Nella scelta dei suoi
investimenti la Suva tiene conto,
oltre che delle valutazioni di ordine
finanziario, anche degli aspetti
ecologici, etici e sociali. // mpf
Strategia di investimento Suva:
www.suva.ch/waswo-i/3804.i
Rappresentazione grafica del «Känzeli» di Ebikon a ristrutturazione ultimata. // mad
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// Suva – benefit 4/2014
Attualità
Inciampare per imparare a non cadere
 www.suva.ch/inciampare
www.suva.ch/podcast-benefit-i
Uno sguardo al telefonino, un cavo buttato a terra: basta poco per provocare una caduta. E le conseguenze
in termini di salute e denaro sono spesso gravi. La buona notizia? Le cadute si possono evitare facilmente.
Cinque aziende di Lotzwil hanno deciso di attuare insieme il percorso a ostacoli della Suva.
Provare di persona le cause più frequenti delle cadute in piano. // Dominik Wunderli
Erdal Sayilir appoggia con cautela il piede sulla piastrella. Mentre sta per muovere il passo successivo, la piastrella schizza in avanti all’improvviso. «Per fortuna
sono riuscito a tenermi al corrimano» racconta ridendo l’operaio della SDL, azienda di Lotzwil. L’elemento del percorso
che per un pelo non ha fatto finire a gambe all’aria Sayilir riproduce una classica
situazione all’origine di una caduta: uno
strato di ghiaccio. Prima di portare a termine il percorso a ostacoli, Sayilir deve
superare altre dodici situazioni ad alto rischio di caduta: un sentiero accidentato,
una scala male illuminata, un pavimento
cosparso di attrezzi ecc.
Piccoli infortuni, conseguenze gravi
Quello che può sembrare un gioco è in
realtà una cosa molto seria: ogni anno si
contano ben 170 000 infortuni dovuti a inciampi o scivolamenti. Le cadute in piano
sono la prima causa di infortunio in Svizzera. E sono anche gli infortuni più costosi:
quasi un miliardo di franchi l’anno. Le lesioni vanno dal semplice ematoma alla paraplegia e, nei casi estremi, al decesso del
malcapitato. Per l’azienda le cadute in piano si traducono anche in costi elevati in
termini di assenze dal lavoro, ricorso a lavoratori interinali o agli straordinari.
Prenotare il percorso
Il modulo di prevenzione «Percorso
a ostacoli» dura un’ora e dopo l’introduzione in cui viene proiettato
un film, segue la discussione con
uno specialista della Suva. Quindi
si affronta il percorso a ostacoli
vero e proprio. Per il percorso servono circa 120 –150 metri quadri.
Il numero di partecipanti ideale è
compreso tra 100 e 800 persone.
Tuttavia, per la lezione di teoria
e per il percorso a ostacoli sono
ammesse dalle 12 alle 14 persone
alla volta. Per saperne di più:
www.suva.ch/moduliperlaprevenzione
Attuare insieme la proposta della Suva
Sebastian Wyder, direttore della SDL,
conosce bene il problema: «Prevenire anche un solo infortunio su dieci è un bene
per l’azienda e lo è anche per i dipendenti».
Per questo l’azienda ha prenotato il percorso a ostacoli pur sapendo che, per motivi logistici, servono almeno 100 partecipanti. La SDL si è rivolta all’agenzia di
Soletta, la quale si è attivata per coinvolgere altre imprese. E così altre quattro ditte
hanno deciso di attuare insieme il modulo
di prevenzione della Suva. Una di esse ha
messo a disposizione un capannone in cui
montare il percorso.
La collaborazione tra le aziende ha
permesso non solo a Sayilir, ma anche ad
altri 270 dipendenti di rendersi conto che
indossare scarpe con suola antiscivolo,
afferrare il corrimano e dormire a sufficienza aiuta a evitare le cadute in piano. «Oltre
a ciò è importante fare tanto movimento»
raccomanda il consulente della Suva
Hanspeter Schürmann. Molti infortuni infatti sono dovuti all’eccessiva sedentarietà
che riduce la forza muscolare e la capacità
di equilibrio. // big
Suva – benefit 4/2014 //
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Attualità
«Per vivere serve coraggio»
 www.youtube.com/suvasvizzera  www.suva.ch/podcast-i
Quando un’assicurazione come la Suva
produce un video di presentazione aziendale ci si aspetta di vedere una noiosissima elencazione di numeri e dati impersonali. «Per vivere serve coraggio» è invece un video denso di emozioni che sprona le persone a prendere decisioni. Ma
solo chi è sicuro di sé stesso sa essere
coraggioso. Perciò, il compito della Suva
è anche questo: spiegare con l’aiuto delle
campagne di prevenzione la differenza
tra coraggio e temerarietà e ridare fiducia
e coraggio di vivere agli infortunati con la
riabilitazione e il reinserimento nel lavoro.
Diretto da Tobias Fueter, nell’ottobre 2014 il film ha vinto il «Grand Prix» ai
Cannes Corporate Media & TV Awards. // mpf
600 firmatari della
Charta della sicurezza
Il tatto e i tumori al seno
 www.seif.org  www.discovering-hands.de
 www.charta-sicurezza.ch
Tre anni fa la Charta della sicurezza è stata sottoscritta da 20 associazioni che si
sono impegnate pubblicamente a favore
della sicurezza sul lavoro. Da quelle 20
firme oggi siamo arrivati a quota 600. I firmatari hanno lanciato un segnale chiaro,
quello di voler metter al centro delle loro
preoccupazioni la vita e la salute dei lavoratori. André Meier, capodivisione Sicurezza sul lavoro alla Suva, ha dichiarato:
«Questo obiettivo è un incitamento per
noi a proseguire su questa strada. Siamo
felici di vedere le aziende mettere in pratica concretamente i principi sanciti dalla
Charta della sicurezza».
Lo scorso anno 181 500 assicurati
Suva hanno subito un infortunio. La Suva e
le parti sociali si sono quindi poste l’obiettivo di ridurre questi numeri. L’impegno
sottoscritto dai firmatari della Charta è
chiaro: i lavoratori dovranno dire STOP in
caso di pericolo, eliminare i pericoli e solo
dopo proseguire con i lavori. Tutte le aziende che non hanno ancora aderito a questa
iniziativa possono farlo gratuitamente
all’indirizzo Internet sopra indicato. // dkf
14
// Suva – benefit 4/2014
Le donne cieche e ipovedenti hanno un
senso del tatto estremamente sviluppato.
Un’idea semplice ha voluto mettere a frutto
questo prezioso talento: dopo una formazione come specialiste in palpazione medica, queste donne offrono supporto ai
medici nel riconoscimento precoce del tumore al seno. Grazie alla loro dote sono in
grado di riconoscere piccolissime modifiche del tessuto, aumentando notevolmente le possibilità di guarigione delle pazienti.
«Discovering Hands» è un progetto a
cui è stato conferito di recente un seif Award
(«Social Entrepreneurship Initiative & Foundation»). Il premio speciale di 10 000 franchi della categoria Integrazione e prevenzione è stato donato dalla Suva, la quale
ha espresso tutto il suo apprezzamento
per questo progetto innovativo, capace di
trasformare una presunta «disabilità» in
una dote unica nel suo genere e di metterla
a disposizione anche di altre persone. // mpf
Attualità
In forma durante l’inverno
 www.stv-fsg.ch  www.winterfit-fitenhiver.ch
Avete in programma di andare in settimana bianca? Oppure volete riprendere a
fare sci di fondo o un altro sport sulla
neve? Qualsiasi cosa scegliate, preparatevi in modo adeguato per non rischiare
di farvi male. La Federazione svizzera di
ginnastica propone per la prima volta il
programma «fit en hiver» in collaborazione con la Suva. Fino a tutto febbraio, molte associazioni di ginnastica in Svizzera
organizzano dei circuiti per allenare la
flessibilità, la forza e la coordinazione, ossia le premesse essenziali per prevenire
gli infortuni.
La proposta è aperta a tutti, anche a
chi non fa parte di un’associazione.
Per saperne di più rimandiamo al sito
www.winterfit-fitenhiver.ch. // mpf
Editore: Suva, casella postale, 6002 Lucerna
Tel. 041 419 51 11, fax 041 419 58 28
www.suva.ch/it; benefi[email protected]
Redazione: Pascal Mathis (mpf)
Produzione: Irma Steinmann
Hanno collaborato a questa edizione:
Jean-Luc Alt (alt), Karin Diodà (dkf),
Alois Felber (afe), Nadia Gendre (gnc),
Robert Hartmann (hat), Gabriela Hübscher (hga),
Serkan Isik (iso), Pedro Lenz, Regula Müller (mr4),
Bigna Silberschmidt (big)
Traduzione: Claudia Cesetti, Marco Guasso,
Silvia Trevisan
Tirocinio in sicurezza:
il primo bilancio è positivo
Fotografia: Jean-Luc Cramatte, Alma Johanns,
Patrick Rohner, Philipp Schmidli, Dominik Wunderli
Illustrazione: Bianca Litscher
 www.suva.ch/tirocinio
Gli apprendisti subiscono più infortuni
dei loro colleghi più anziani ed esperti.
Per questo motivo un anno fa la Suva ha
avviato la campagna «Tirocinio in sicurezza» mettendo gratuitamente a disposizione delle aziende una gamma di strumenti
e supporti informativi in forma di starter
kit. Questi strumenti, concepiti su misura
per le varie professioni, contengono tutte
le informazioni necessarie ai formatori
professionali per attuare la campagna insieme agli apprendisti durante il primo
anno di formazione.
La richiesta di starter kit è stata elevata anche nel secondo anno di campagna: finora sono stati spediti 40 000 kit
ordinati da 5 000 formatori professionali.
«Questo dimostra che esiste un effettivo
bisogno e che la sicurezza durante il tirocinio è un tema centrale per le aziende»
spiega il responsabile della campagna
Raphael Ammann. I dati finora raccolti
saranno utilizzati per migliorare e adattare gli starter kit alle esigenze specifiche
delle aziende. // dkf
Impressum
Per ordinazioni o cambi di indirizzo:
Suva, servizio clienti, casella postale, 6002 Lucerna
E-mail: [email protected]
www.suva.ch/waswo-i
Riproduzione autorizzata con citazione della fonte.
«benefit» è pubblicato quattro volte l’anno ed è
disponibile anche in versione e-paper all’indirizzo
www.suva.ch/benefit-i.
SwissSkills e Suva:
buona la prima
 www.suva.ch/tirocinio
L’edizione 2014 dei campionati svizzeri
delle professioni SwissSkills è stata un
grande successo, a cui ha contribuito per
la prima volta anche la Suva come partner per la prevenzione. A settembre circa
1 000 concorrenti si sono dati battaglia
a Berna per cinque giorni in 70 professioni diverse. Al vincitore è andato il titolo di
campione della Svizzera. Gli oltre 150 000
visitatori accorsi all’evento hanno colto
l’occasione per raccogliere informazioni
sull’apprendistato.
La piastrellista Michaela Dillier, presentata nell’ultimo «benefit», ha conquistato il terzo posto. // mr4
La rivista è prodotta a impatto zero sul clima:
www.myclimate.org.
Il modello Suva
I quattro pilastri della Suva
• La Suva è più che un’assicurazione perché
coniuga prevenzione, assicurazione e riabilitazione.
• La Suva è gestita dalle parti sociali: i rap-
presentanti dei datori di lavoro, dei lavoratori e della Confederazione siedono nel
Consiglio di amministrazione. Questa composizione paritetica permette di trovare
soluzioni condivise ed efficaci.
• Gli utili della Suva ritornano agli assicurati
sotto forma di riduzioni di premio.
• La Suva si autofinanzia e non gode di
sussidi.
Suva – benefit 4/2014 //
15
Concorso
Testate le vostre conoscenze
Prevenire le cadute durante l’inverno
 www.suva.ch/concorso  www.allarmemeteo.ch  www.suva.ch/inciampare
Risposta:
Domanda:
Rispetto ai mesi estivi, il rischio di
subire una caduta nelle prime ore
del mattino di un giorno di inverno
è...
A
all’incirca uguale, perché vi sono
meno persone in strada
1° premio:
buono acquisto di
melectronics da 250 franchi
B
quasi il doppio
C
all’incirca cinque volte maggiore
Quando scendono le temperature, aumentano i rischi per i pedoni. Nelle giornate invernali il rischio di cadere e infortunarsi è particolarmente accentuato fra le
6 e le 9 del mattino.
Raccomandiamo perciò di ascoltare
le previsioni meteo. Per farlo, basta abbonarsi a www.allarmemeteo.ch. Il servizio Allarme-Meteo avvisa e invia consigli
di sicurezza a tutte le categorie interessate: pedoni, escursionisti, proprietari di
case ecc. Il servizio è gratuito e disponibile come applicazione mobile oppure in
forma di SMS.
Con una serie di semplici accorgimenti è possibile ridurre il rischio di cadute. Ad esempio si raccomanda di tenersi
sempre al corrimano quando si fanno le
scale, e non solo quando sono coperte di
neve o ghiaccio; oppure di indossare
scarpe munite di suola profilata o ramponcini antiscivolo per una maggiore sicurezza. Anche calcolare un tempo sufficiente per il tragitto casa-lavoro aiuta a
non finire a gambe all’aria.
Termine di partecipazione: 22 dicembre 2014
16
// Suva – benefit 4/2014
Soluzione dell’ultima edizione
 www.suva.ch/caldo
In estate in quale momento della giornata
la concentrazione di ozono è maggiore?
2° premio:
macchina da caffè Nespresso
A Mezzogiorno
B Tutto il giorno finché c’è sole
C Tardo pomeriggio
3° premio:
radio digitale Sony
4° - 10° premio:
ramponcini antiscivolo
La risposta esatta è la C. I valori maggiori
si registrano nel tardo pomeriggio (dalle
16 alle 18 circa). Una prolungata esposizione a elevate concentrazioni di ozono
può provocare bruciore agli occhi, irritazioni della gola e della faringe, insufficienza respiratoria e mal di testa.
I vincitori sono stati informati
per iscritto. I loro nomi sono pubblicati
su www.suva.ch/concorso.
Imparare dagli errori
Operaio ucciso da prefabbricato
 www.suva.ch/esempi-infortuni  www.suva.ch/regole
Un prefabbricato di calcestruzzo di 400 kg si stacca dal dispositivo di aggancio della gru e finisce su un
operaio. Perché è successo?
La parola all’esperto
Yves Guilloud, specialista della sicurezza
alla Suva, spiega a «benefit» la dinamica
dell’infortunio.
Questi infortuni sono frequenti?
Negli ultimi dieci anni l’8% di tutti gli infortuni mortali sui cantieri svizzeri ha riguardato
i carichi sospesi.
Errore fatale: tutto è successo per via di un dispositivo di aggancio inadeguato e del mancato uso
delle catene di sicurezza.
In una casa in costruzione alcuni operai
stavano montando dei prefabbricati in
calcestruzzo per la realizzazione della copertura. I prefabbricati, pesanti 400 kg
ciascuno, venivano sollevati da una gru
utilizzando un dispositivo di aggancio dotato di una ganascia. L’infortunio è avvenuto nel momento in cui uno degli elementi si è venuto a trovare tra una trave
di acciaio e la parete esterna. L’operaio
si trovava in quel momento su una scala doppia, intento a posizionare il prefabbricato sospeso alla gru. All’improvviso il
prefabbricato si è sganciato dalla ganascia
ed è finito sull’operaio colpendolo mortalmente.
Dispositivo di aggancio inadeguato
Il dispositivo di aggancio non era adeguato alle dimensioni e alla forma del prefabbricato. Su un lato la morsa si era agganciata solo frontalmente all’incastro e
quindi la presa era efficace solo per attrito. Per questo motivo, il fatto di appog-
giarsi sulla parete esterna ha, in qualche
modo, provocato la caduta del carico.
Inoltre non erano state usate le catene di
sicurezza, contravvenendo a quanto indicato nelle istruzioni d’uso del dispositivo
di aggancio. Le conseguenze sono state
fatali, anche perché l’operaio si trovava
sotto il carico sospeso, altro fattore aggravante e contrario alla sicurezza.
Spiegare le regole e
vigilare sul loro rispetto
I superiori devono spiegare le regole
di sicurezza, farle rispettare e vigilare
sul loro rispetto. In questo caso è
stata violata una regola vitale per chi
lavora con gli elementi prefabbricati
in calcestruzzo, ossia: imbrachiamo i
carichi in maniera sicura
(www.suva.ch/waswo-i/84049.i).
In caso di violazione, bisogna dire STOP,
sospendere i lavori, eliminare il pericolo
e solo dopo riprendere l’attività.
Quali sono le cause più comuni all’origine
di questi infortuni?
Una delle cause più comuni è il mancato
rispetto delle istruzioni d’uso e delle norme
di sicurezza. In altre parole, capita che i dispositivi di aggancio dei carichi e gli accessori di imbracatura siano inadeguati rispetto
al carico o alle condizioni del cantiere.
Come si possono evitare questi infortuni?
La regola è: pianificare, istruire, vigilare e
correggere. L’azienda non solo deve sapere
in anticipo quali attrezzature usare per il
sollevamento dei carichi, ma deve anche
scegliere i dispositivi giusti per la sospensione e l’imbracatura del carico. Inoltre,
bisogna fare in modo che il personale
sappia utilizzare questi mezzi e rispetti le
regole di sicurezza. Le domande da porsi
ogni volta sono: i dispositivi di aggancio e
gli accessori di imbracatura sono adeguati
al carico? Si rispettano le istruzioni d’uso?
I dispositivi sono in perfette condizioni?
In caso di problemi, c’è una sola cosa da
fare: sospendere i lavori e porre rimedio.
Suva – benefit 4/2014 //
17
Complimenti
Un reinserimento ad alta velocità
 www.fmb-ge.ch
Accelerare il reinserimento dei lavoratori vittime di un infortunio o malattia era uno degli importanti propositi
della Fédération genevoise des métiers du bâtiment (FMB). Dopo cinque anni questo obiettivo è stato centrato
con ampia soddisfazione da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Joël Favre con Fabrice Ambert (a sin.) e Samir Boughlam: il reinserimento è un lavoro di squadra. // Jean-Luc Cramatte // Bianca Litscher
Lavorare in cantiere è faticoso e impegnativo, del resto è
risaputo che l’edilizia è uno dei settori con i tassi di infortunio più elevati. Per questo motivo, cinque anni fa,
la FMB ha varato un accordo importante (accordo paritario ginevrino) il cui scopo non è solo dare sostegno a
chi deve rientrare nel mondo del lavoro, ma contenere
anche eventuali perdite di natura economica.
Evitare l’esclusione sociale
Questo accordo è nato perché la Fédération genevoise
des métiers du bâtiment cercava uno strumento per
migliorare i rendimenti degli averi LPP per chi lavora
nell’edilizia. Secondo Pierre-Yves Tapponnier, vicesegretario generale della federazione, la FMB si è resa
conto che il problema finanziario era strettamente legato a quello sociale: mantenere nel mondo del lavoro
chi si trova in difficoltà, a causa di infortunio o malattia, significa anche non escluderlo dalla società. Per riuscire in questo intento bisogna imparare a gestire le
emozioni, gli stati d’animo e le particolari condizioni in
cui si trovano queste persone (situazione personale,
pluralità di culture, lingue e tradizioni).
18
// Suva – benefit 4/2014
La FMB ha quindi deciso di avvalersi dell’ausilio di
vari enti (AI, Suva, assicurazioni per la perdita di guadagno e sindacati), di riunirli attorno a un tavolo comune
e di far firmare un accordo che consenta a un gruppo
speciale di analisi di gestire in modo rapido i casi più
difficili di malattia e infortunio. Il successo di questo
approccio dipende da due fattori imprescindibili: chi
appartiene a questo gruppo speciale deve avere un potere decisionale da esercitare sul posto, mentre la persona assistita deve dare prova di volontà e motivazione.
In cifre
191 casi trattati, 19 di questi prevedono una rendita intera o parziale. 172 persone seguono una formazione
professionale e/o hanno trovato un’occupazione. // alt
Complimenti // Note a margine
Piacere solidale
Un esempio concreto
Joël Favre ha 48 anni, è sposato e ha due figli. È in società
con altre due persone in una piccola impresa che installa impianti sanitari. Nel 2011 cade da una scala e si procura fratture multiple al cranio e alla clavicola. Da allora
soffre di perdita di equilibrio, mal di testa e affaticamento precoce: «Non posso cambiare quello che mi è
successo, ma in compenso posso fare qualcosa per il
mio futuro, per il benessere della mia famiglia e il mio
lavoro». Grazie all’iniziativa di Fabrice Ambert, case
manager alla Suva che ha svolto un lavoro straordinario, fa notare Joël, il suo fascicolo arriva sulla scrivania
del gruppo di analisi istituito nell’ambito dell’accordo
paritario.
L’assicurazione invalidità e la Suva decidono di
occuparsi del caso: la prima fa sbloccare immediatamente i fondi necessari per creare una postazione di lavoro informatizzata per l’assicurato e accetta di assumersi i costi di una formazione per la sua nuova attività.
Da parte sua, il case manager Suva aiuta Joël Favre nella
sua nuova professione. Oggi Joël Favre lavora al 50 %
nella sua impresa: un 10 % del tempo lo dedica ai cantieri e il restante 40 % a sbrigare lavori amministrativi, in
ufficio o a casa. «Ho potuto contare anche sul mio socio,
Samir Boughlam, che ha sostenuto tutte le misure proposte dal gruppo di analisi e mi ha permesso di ottenere
tutto questo» ricorda l’installatore.
Elisabetta fa fatica a muoversi e non riesce più a camminare fino al negozio di generi alimentari e specialità
gastronomiche situato a 100 metri da casa sua. A volte
chiama Maria, la titolare di origine napoletana, che le
manda Bruna, la commessa portoghese, con un piatto di
lasagne o di pasta ripiena. Elisabetta potrebbe farsi
portare i pasti a casa, ma per nulla al mondo rinuncerebbe ai manicaretti di Maria e alle visite di Bruna che,
trafelata, attraversa la strada con in mano la vaschetta
avvolta in un tovagliolo bianco mentre Elisabetta la
guarda dal balcone.
Talvolta Bruna torna anche nel pomeriggio per
cambiare le lenzuola. Elisabetta paga tutte le spese, ma
non la cortesia, quella è impagabile. Una vicina di casa,
madre di famiglia sempre sull’orlo di una crisi di nervi, le
fa la spesa e le porta via i rifiuti. Queste visite sono
un’occasione per concedersi un attimo di relax, bersi una
tazza di tè e lasciarsi cullare dai racconti di un’epoca
passata. Elisabetta non manca mai di ringraziarla e la
vicina le risponde sempre: «Di niente cara, è stato un piacere!». E in quel momento si sente molto più leggera e
serena. Certo, perché fare un piacere, grande o piccolo
che sia, dà gioia e soddisfazione, fa dimenticare i problemi di tutti i giorni, colma il vuoto, riavvicina, rianima,
rassicura e rallegra. In poche parole, fa bene.
A queste donne che si prodigano per il benessere
di Elisabetta dovremmo suggerire di farsi un «selfie» di
gruppo insieme alla loro protetta. Tutte in posa: chi con
un piatto, chi con la biancheria da letto o la borsa della
L’alta velocità nella gestione dei casi
Per Max Marendaz, responsabile prestazioni all’agenzia Suva di Ginevra e rappresentante della Suva nel gruppo di analisi, il caso di Joël Favre è emblematico e mostra quanto sia stato utile l’accordo paritario: «Possiamo
paragonare il modo tradizionale di trattare i casi con un
treno interregionale. Ebbene, con l’accordo paritario
ginevrino, questo treno ha messo il turbo ed è diventato
un treno ad alta velocità. Il treno della gestione dei casi
gravi non si ferma in ogni stazione (ossia in ogni istituzione), ma corre spedito verso la destinazione finale».
Il successo del reinserimento delle vittime di un
grave infortunio dipende da tutte le parti coinvolte: vittima, datore di lavoro, soci, assicurazioni sociali, sindacati e organi competenti. Più che un marchio di fabbrica,
la FMB ha fatto dell’accordo paritario ginevrino un esempio da imitare. Testo: Jean-Luc Alt // Foto: Jean-Luc Cramatte
spesa. Elisabetta, truccata come una star del cinema
muto, bucherebbe lo schermo. Questo «selfie» collettivo
in onore della solidarietà forse diventerebbe virale e
potrebbe dare vita a una moda diversa rispetto a quella
imperante dell’«io, io e sempre io». E perché no, potrebbe
ispirare l’altro sesso. In ogni caso renderebbe meno
pesante la solitudine e arricchirebbe i rapporti umani.
Per il tempo di una stagione, chissà, forse vivremmo nel
migliore dei mondi.
Loyse Pahud
Scrittrice e giornalista
Suva – benefit 4/2014 //
19
Ritratto
Raphaël Lachat: di nuovo nei boschi col sorriso, ma molto più prudente di prima.
20
// Suva – benefit 4/2014
Ritratto
Una vita per i boschi
Raphaël Lachat ha 18 anni e di mestiere fa il selvicoltore, un lavoro che ama da sempre. Ogni giorno è impegnato a tagliare alberi, rimuovere i rami dai tronchi e a segarli. Il bosco è il suo regno. Un infortunio grave, capitatogli nell’ultimo anno di apprendistato, non gli ha impedito di continuare con passione il proprio mestiere.
Solo una cosa è cambiata: ora è molto più prudente. Testo: Nadia Gendre // Foto: Jean-Luc Cramatte
Il mestiere del selvicoltore è esposto a mille pericoli,
nascosti in ogni angolo. L’inverno porta la nebbia e
con essa la visibilità si riduce pericolosamente. Le piogge rendono il terreno paludoso e camminare richiede
un grande sforzo. Spesso la gente non si rende minimamente conto delle pesanti condizioni in cui si trovano a operare i selvicoltori.
«I medici parlavano svizzero-tedesco e non capivo una parola. Ma dalle loro facce ho intuito che era una
cosa seria» racconta Raphaël Lachat. «La cosa più dolorosa è stato quando mi hanno spalmato una sorta di
pomata prima di suturare. Bruciava tantissimo». Raphaël
non ha mai voluto vedere le foto della ferita. «Ora forse
ne avrei il coraggio… ».
Nel bosco, come a casa
Raphaël Lachat non cambierebbe una virgola del suo
percorso. «La mia vita è qui, in mezzo alla natura». Di
animo schivo e tranquillo, il giovane si sente a proprio
agio tra gli alberi. Gli piace soprattutto lavorare con la
motosega e ogni sera ammira con orgoglio il risultato
della propria fatica. Gilles Chaignat, il suo nuovo capo,
lo ha scelto proprio per il suo carattere equilibrato e
perché è un gran lavoratore. Lo ha soprannominato
«faccia d’angelo», un nomignolo che gli calza a pennello, anche se da giovane con le sue marachelle ne ha
fatte passare di tutti i colori ai genitori.
Fedele al proprio lavoro, sempre
Si ricorda ancora dei pantaloni antitaglio, salvati in extremis dalle forbici degli infermieri. Nonostante due
interventi chirurgici, sul viso gli è rimasta una cicatrice che lui trova brutta. Una parte della palpebra gli
dà fastidio e verso sera è più stanco di prima. Durante
la settimana Raphaël Lachat non ha tempo per gli hobby e solo nel fine settimana esce con gli amici a divertirsi. Evita però i luoghi in cui può essere riconosciuto e fermato dato che non riesce ancora a convivere
con il suo nuovo volto.
«Stai attento a te stesso, agli altri e alla vita» è
il suo nuovo motto dopo la tragedia che l’ha colpito.
Raphaël Lachat sa che avrebbe potuto farsi male anche
facendo un altro mestiere. Perché allora rinunciare
alla sua amata professione?
«È andato tutto storto
sin dal mattino»
Raphaël è originario di Réclère, nel Canton Giura ed
è cresciuto in una famiglia di contadini. In mezzo a due
fratelli maggiori e a due sorelline più piccole ha imparato a imporsi. Quando sua madre è andata a prenderlo
all’ospedale, il giorno dopo l’infortunio, era felice che
fosse ancora vivo, ma si è quasi stupita di trovarlo tutto
intero.
L’infortunio con la motosega
Il 31 ottobre 2013 era una giornata afosa e umida. «È andato tutto storto sin dal mattino» ricorda. È in ritardo sulla tabella di marcia e in più un albero gli sta creando problemi. Sta segando il tronco, quando a un certo
punto il vuoto. Ripresi i sensi, si rialza e si dirige di corsa verso l’auto. Non sente male, ma perde molto sangue
dalla testa. Il suo collega lo trasporta all’ospedale di
Porrentruy. Dopo aver fermato l’emorragia, viene trasferito all’ospedale universitario di Basilea per la ricostruzione della palpebra, lacerata dalla motosega.
Suva – benefit 4/2014 //
21
Nuove pubblicazioni
Per ordinare direttamente su Internet
 www.suva.ch/benefit-cedola-ordinazione
Ordinando le nostre pubblicazioni con la cedola di ordinazione online è possibile
contare su tempi di spedizione più rapidi.
Newsletter
 www suva.ch/newsletter-i
Regole semplici che
salvano la vita
Imparare dagli errori
Esempi di infortunio
Scossa elettrica mortale
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Prevenzione: campagne
e proposte 2015
Prevenzione:
campagne e proposte 2015
88089_i_Umschlag.indd 1
23.09.2014 13:00:00
Avete già valutato come usufruire al meglio delle proposte di prevenzione della
Suva in programma per il 2015? Il nuovo
catalogo delle campagne Suva è un ottimo strumento per capire gli elementi
prioritari della sicurezza sul lavoro e nel
tempo libero. Troverete sicuramente
qualche proposta di vostro interesse che
vi incoraggerà ad avviare un’iniziativa
nella vostra azienda.
Prevenzione: campagne e proposte 2015 //
Opuscolo, 48 pagine A5 // Codice 88089.i
www.suva.ch/campagne
22
// Suva – benefit 4/2014
Pubblicazione 13032.i
Sono state pubblicate «regole vitali» per
le seguenti attività e professioni:
• montaggio di elementi in calcestruzzo
• lavori sulle linee aeree ad alta tensione
• lavori sulle linee elettriche ordinarie
• trasporto in elicottero (personale di
terra).
Quando una regola vitale viene infranta
bisogna dire STOP, eliminare il pericolo e
solo dopo riprendere i lavori. In azienda i
superiori devono istruire sistematicamente i lavoratori sulle regole vitali e assicurarsi che le rispettino durante lo svolgimento del loro lavoro quotidiano.
Nove regole vitali per il montaggio di elementi in
calcestruzzo // Vademecum // Codice 88822.i
Pieghevole per i lavoratori: Codice 84049.i
Sei regole vitali per chi lavora sulle linee elettriche
ad alta tensione // Pieghevole // Codice 84064.i
Sette regole vitali per chi lavora sulle linee
elettriche ordinarie // Vademecum //
Codice 88829.i // Pieghevole per i lavoratori:
Codice 84066.i
Nove regole vitali per il personale di terra in caso
di trasporto con elicottero // Vademecum //
Codice 88819.i // Pieghevole per i lavoratori:
Codice 84050.i
Volete rendere i vostri corsi di formazione
sulla sicurezza più interessanti? Usate le
nostre presentazioni con esempi di infortuni tratti da diversi settori. La domanda
fondamentale da porsi è: come possiamo
evitare episodi simili nella nostra azienda?
Nuovi esempi disponibili online:
Scossa elettrica mortale
www.suva.ch/waswo-i/13032.i
Operaio edile travolto da un elemento di
calcestruzzo www.suva.ch/waswo-i/13044.i
Amianto: informazioni utili per
piastrellisti e fumisti
In collaborazione con l’Associazione svizzera delle piastrelle (ASP) e l’Associazione
svizzera degli impresari fumisti e piastrellisti (VHP) la Suva ha redatto diverse pubblicazioni sulla protezione dalle polveri di
amianto.
Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire
correttamente. Informazioni utili per piastrellisti e
fumisti // Opuscolo tascabile, 40 pagine //
Codice 84063.i
Rimozione di piastrelle per pareti e pavimenti
contenenti colla a base di amianto. Superfici fino
a 5 m2 // Scheda tematica // Codice 33077.i
Nuove pubblicazioni
Edilizia e genio civile: protezione
dalle polveri di amianto
Da appendere in azienda
Uno di loro potrebbe farsi male.
Aiutaci a impedire che questo accada!
Grazie al controllo rapido della postazione di lavoro messo a punto dalla Suva è
possibile determinare in modo semplice e
veloce se esistono rischi per la salute e
quali misure vanno adottate.
Controllo rapido della postazione di lavoro //
8 pagine, A4 // Codice 66128.i
Amianto: riconoscerlo,
valutarlo e intervenire
correttamente
Informazioni utili per chi
lavora nell’edilizia e nel
genio civile
Guida: controllo rapido della postazione di lavoro //
14 pagine, A4 // Scaricabile solo in PDF da
www.suva.ch/waswo-i/66128/1.i
Ogni anno un apprendista su otto subisce un infortunio. Usa la tua esperienza per
aiutare gli apprendisti all’inizio del loro percorso professionale: www.suva.ch/tirocinio
Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51
OrdinazionJ online: www.suva.ch/waswo-i
Codice 55336.i
07/2014
L’amianto si trova ovunque: controlla
gli edifici costruiti prima del 1990!
Novità e aggiornamenti
Per conoscere le nuove pubblicazioni e
i vari aggiornamenti sulla sicurezza sul
lavoro consultate il sito:
Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. L’impiego di amianto è vietato
in Svizzera, ma questo materiale è ancora presente in molti edifici costruiti prima del 1990. Evita
assolutamente di disperdere le fibre di amianto durante i lavori di ristrutturazione.
amianto
Il pericolo
settore
nel vostro
h/amianto
www.suva.c
Suva, casella postale, 6002 Lucerna, tel. 041 419 58 51
Ordinazione online: www.suva.ch/waswo-i
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Codice 55338.i
09/2014
Se fai dei lavoretti, segui i nostri consigli.
Così farai a meno di questi attrezzi.
Ruf Lanz
L’opuscolo spiega:
• durante quali lavori è più frequente trovare amianto;
• quali misure di protezione bisogna
adottare;
• quando è il caso di rivolgersi a una ditta
specializzata in bonifiche da amianto.
Questa pubblicazione è nata dalla collaborazione con la Società svizzera degli
impresari-costruttori (SSIC).
Amianto: riconoscerlo, valutarlo e intervenire
correttamente. Informazioni utili per chi lavora
nell’edilizia e nel genio civile // Opuscolo
tascabile, 40 pagine // Codice 84060.i
Bastano delle semplici precauzioni per evitare gli infortuni:
• leggere le istruzioni per l’uso
• indossare le opportune protezioni (occhiali e guanti di protezione, calzature adatte)
• togliere la spina dalla presa prima di pulire o riparare gli apparecchi elettrici
Offerta speciale per l’autunno
Set per la protezione di
occhi e udito
• utilizzare sempre il salvavita (interruttore differenziale FI)
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Ordinazioni online: www.suva.ch/waswo-i
Lavorare da soli può
essere pericoloso
Codice 55339.i
10/2014
Uno di loro potrebbe farsi male. Aiutaci a
impedire che questo accada! // Manifesto A4 //
Codice 55336.i
Fai attenzione a non bruciarti quando accendi il
grill // Manifesto A4 // Codice 55337.i
L’amianto si trova ovunque: controlla gli edifici
costruiti prima del 1990! // Manifesto A4 //
Codice 55338.i
Lavorare da soli può essere
pericoloso
Guida per i datori di lavoro
e gli addetti alla sicurezza
Quando si lavora da soli le probabilità di
commettere errori aumentano. Inoltre si
rischia di non ricevere un aiuto tempestivo in caso di infortunio o situazioni critiche. Le aziende devono far fronte a questi rischi adottando misure adeguate. La
nuova pubblicazione della Suva spiega in
dettaglio cosa fare.
Lavorare da soli può essere pericoloso. Guida per
i datori di lavoro e gli addetti alla sicurezza //
Opuscolo A4, 24 pagine // Codice 44094.i
Se fai dei lavoretti, segui i nostri consigli. Così
farai a meno di questi attrezzi // Formato A4:
Codice 55339.i // Formato F4: Codice 77254.i
Controllo rapido della
postazione di lavoro
Quali postazioni di lavoro rappresentano
un rischio per la salute dei lavoratori nella
vostra azienda? Ad esempio a causa di:
• posture forzate
• attività ripetitive
• sforzo fisico
Approfittate subito della nostra offerta
speciale: per ogni paio di occhiali di protezione Profi 10.204 con lenti trasparenti
vi regaliamo un paio di inserti auricolari
ARTIFIT Standard con la loro pratica scatolina. Costo del set (astuccio compreso):
CHF 24.50, ordinando almeno 10 pezzi
sconto sulla quantità (IVA incl., spedizione gratuita).
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suva/spezialangebot > Offerta speciale per
l’autunno, tel. 041 419 52 22. L’offerta è valida sino
al 31.12.2014 (fino ad esaurimento scorte).
Suva – benefit 4/2014 //
23
L’amianto può uccidere. Verifica se è presente
negli edifici costruiti prima del 1990.
:
ioni vitali
Informaz
ianto
a.ch/am
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Sospendi i lavori in caso di pericolo. Pensa anche ai tuoi cari. L’amianto, pur essendo
vietato in Svizzera dal 1990, è ancora largamente presente negli edifici costruiti prima di
quella data. Prendi tutte le precauzioni necessarie per evitare la diffusione di fibre di amianto
nell’aria durante i lavori di ristrutturazione, perché già a basse concentrazioni le fibre possono
essere fatali. Nessun lavoro è così importante da rischiare la vita.
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Bonificato Rigenerato Sensibilizzato