14º anno - n. 143 - novembre 2005 “... incisioni eseguite con una punta su una superficie dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso...” Direzione, Redazione, Amministrazione: Darfo Boario Terme, vicolo Oglio - Direttore responsabile: Tullio Clementi - Autorizz. Tribunale di Brescia n.3/92 del 10.01.92 - Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/d legge 662/96 - Filiale Bs - Ciclostilato in proprio, Darfo Boario Terme. “primarie” in valle Quando si parla di primarie il dato più significativo, anche in Vallecamonica, è la forte partecipazione al voto. 4.667 elettori complessivi, che si sono potuti esprimere in 33 seggi dislocati in 31 comuni, sono una cifra consistente che non lascia dubbi circa la bontà e l’utilità dell’iniziativa. Se non fosse per la modifica sostanziale della legge elettorale voluta agli sgoccioli dalla Casa delle Libertà, potremmo affermare con sicurezza che questo dato si configura come una chiaro segnale circa la volontà popolare di scegliere i candidati camuni per l’uninominale di Camera e Senato (in quest’ultimo caso la consultazione andrebbe fatta a scavalco con la Valsabbia e la Valtrompia). Il ritorno del proporzionale – alterato nella sua natura con la presenza di liste bloccate a livello di circoscrizioni regionali che danno un potere eccessivo alle segreterie dei partiti e ne tolgono altrettanto agli elettori – va ad intaccare fortemente questa spinta ideale, poiché qui appare decisamente problematico applicare il meccanismo delle primarie. Ben diverso è il caso delle elezioni amministrative, dove una consultazione all’interno di comuni importanti (Darfo per esempio?), può essere utile, oltre a favorire un percorsegue in ultima «Viene da chiedersi, ora, perché non sia accaduto prima. Perché, per lunghi anni, un progetto di democrazia diretta come le primarie abbia tardato tanto a prendere corpo. Erano una delle poche idee solide, comprensibili e credibili scaturite dalla mobilitazione della società civile... Questo, all’osso, è stato lo spirito buono degli anni Novanta, quello che animò il primo Ulivo, i movimenti di opinione, i circoli e le associazioni di cittadini...». (Michele Serra) AMBIENTE E DEPURAZIONE NEL COMPRENSORIO CAMUNO-SEBINO la... salute delle acque di Tullio Clementi L’analisi che presentiamo ai lettori di Graffiti è stata realizzata sulla base di una relazione al convegno sull’ambiente camuno-sebino, promosso dalla Cgil nel giugno scorso. Relazione che è stata poi aggiornata dalla stessa Cgil e, con il titolo “Ambiente e depurazione delle acque del bacino idrografico dell’Oglio e del Sebino”, presentata agli “Stati generali dell’economia e della società bresciana” nello scorso mese di ottobre. Il primo studio sulle condizioni dell’acqua nel lago d’Iseo, secondo la ricerca effettuata dalla Cgil, risale al 1967, e «da INCONTRO CON VITTORIO AGNOLETTO cancellare le politiche liberiste di Alessandro Bono Martedì 4 ottobre scorso, al Centro Congressi di Boario Terme, abbiamo incontrato Vittorio Agnoletto, europarlamentare nelle fila della Sinistra europea, Ezio Locatelli segretario regionale di Rifondazione Comunista e Osvaldo Squassina consigliere regionale per lo stesso partito. Una serata aperta da Grazia Milesi, che ha sottolineato l’assenza delle donne e delle loro istanze in questa fase storica anche nelle fila della sinistra alternativa. Sono seguiti poi gli interventi di Ezio Locatelli il quale ha ricordato l’importanza della candidatura di Bertinotti alle primarie per spostare l’asse politico dell’Unione a sinistra. Osvaldo Squassina, ex dirigente Fiom, ha evidenziato la sofferenza economica e quindi psicologica di vita delle migliaia di persone che hanno perso il lavoro o che sono in condizioni di precarietà in Italia. segue a pagina 2 allora in poi, altri studi hanno verificato il progressivo peggioramento della qualità dell’acqua»; tanto che, nel 1980, la Comunità montana del Sebino bresciano, «facendo proprio l’allarme sullo stato di salute del lago», costituirà con i Comuni e le province di Brescia e Bergamo il “Consorzio di tutela ambientale del Sebino”, al fine di «poter realizzare e successivamente gestire le opere di salvaguardia del lago»... Già nel 1986, «si scopre che le acque non si rimescolano completamente», ma solo nel 1994 si scoprirà la totale assenza di ossigeno sul fondo. Nel 1987 entra in funzione il primo impianto di depurazione delle acque a Costa Volpino, e l’anno successivo quello di Paratico, ma è solo nel 1994 che verrà riscontrata per la prima volta la totale assenza di ossigeno sul fondo. Le cause stanno soprattutto a monte, naturalmente (perché «a nord del lago la rete [di depurazione] è completa per qual che riguarda la riviera»), e scendono verso il lago con le acque del fiume Oglio (nonostante il depuratore di Costa Volpino), del torrente Borlezza e del canale Italsider. Il lago d’Iseo, dunque, «funziona come “trappola” degli inquinamenti che sedimentano sul fondo», perché «la depurazione deve fare i conti con la Valle Camosegue a pagina 2 novembre 2005 - graffiti 2 dalla prima pagina dalla prima pagina la... salute delle acque cancellare le politiche liberiste nica e con l’Oglio che raccoglie scarichi ancora largamente non depurati». Siamo quindi ben «lontani da soluzioni adeguate alla salvaguardia ambientale del territorio», così come «siamo lontani da un’idea di gestione del ciclo integrato dell’acqua». Ed è per questa molteplicità di ragioni, conclude la nota della Cgil, che si devono «mettere in campo tutte le iniziative adeguate a trovare soluzioni appropriate al risanamento delle acque», per evitare che «gli stessi risultati ottenuti in questi anni dagli amministratori del bacino del Sebino corrano il rischio di non avere uno sviluppo significativo». Meritevole di attenzione, infine, il richiamo al fatto che «i fiumi e i laghi sono in grado di assorbire e degradare ragionevoli quantità di sostanze inquinanti, in quanto dispongono di efficaci meccanismi naturali di depurazione, ma quando la natura non ce la fa più occorre porre rimedi, che consistono certamente nella messa in opera dei depuratori, ma occorrono innanzitutto politiche adeguate a garantire all’ambiente uno sviluppo sostenibile». I dati che riguardano la Lombardia sono i seguenti: 1.900.000 lombardi hanno un lavoro precario, 52.652 persone hanno già perso il lavoro, altre 100.000 rischiano di perderlo, i lavoratori dipendenti hanno perso il 22% del potere d’acquisto, negli ospedali pubblici sono stati tagliati 11.948 posti letto e per fare una mammografia bisogna aspettare 251 giorni; intanto la lobby privata della Compagnia delle Opere, serbatoio di voti di Formigoni, prospera. Infine è intervenuto l’atteso Vittorio Agnoletto, il quale in un percorso di immagini ha condotto la platea nei vari angoli del mondo: dal pakistano Alì Karibi malato di Aids e rinchiuso nei disumani CPT italiani perché privo di documenti; ai contadini del Mali produttori di Karitè falliti perché il ramo della ferrovia che permetteva il trasporto è stato chiuso dalla multinazionale che ne ha preso la gestione; alle centinaia di migliaia di contadini africani sul lastrico a causa delle sovvenzioni elettorali di Bush ai 25.000 produttori di cotone USA, i quali hanno potuto immettere sul mercato il loro prodotto a minor prezzo. Un salto a Manaus, città amazzonica, con due terzi dell’acqua dolce del pianeta, dove centinaia di migliaia di cittadini sono senza accesso all’acqua potabile a causa dell’alto prezzo imposto dalla multinaziona- «... una democrazia dell’acqua, dove il diritto ad avere acqua pulita sia garantito a tutti i cittadini..». Vandana Shiva, “Le guerre dell’acqua” le che con la privatizzazione gestisce l’acquedotto (la stessa che gestisce l’acquedotto di Arezzo). Tutto si lega con una sola spiegazione: le multinazionali con le loro istituzioni (WTO, Banca Mondiale, FMI) e i governi a loro compiacenti impongono all’umanità condizioni di vita inaccettabili per i propri profitti, esaltando le leggi liberiste del mercato a scapito dei diritti. Se però la Cina applica le leggi liberiste del WTO ed immette sul mercato prodotti a bassissimo prezzo, grazie a condizioni di lavoro pessime, i paesi del primo mondo invocano il protezionismo per i propri mercati. “Nessuno si salva se non ci si salva tutti”. Masse di diseredati premono ai nostri confini e la loro fame non si farà fermare dagli eserciti (ne è un esempio Melilla in questi giorni); il tasso di consumi della Cina porterà nel giro di pochi anni immissioni di inquinanti che soffocheranno l’intero pianeta. L’alternativa può essere una sola: cambiare rotta partendo da noi, mondo occidentale e ricco, come elettori, produttori e consumatori al fine di strappare il primato dell’economia sulla politica e sugli eserciti. Cambiare rotta significa permettere a tutti noi di vivere un mondo con migliore qualità a danno dei profitti di poche migliaia di persone che guadagnano come interi stati africani. scheda sulla depurazione delle acque in Valcamonica COLLETTORI INTERCOMUNALI ESISTENTI 5 Vezza d’Oglio: per i Comuni di Pontedilegno, Temù, Vezza e Vione; 5 Costa Volpino: per i Comuni di Artogne, Darfo Boario Terme (sinistra orografica), Gianico, Pian Camuno, Piancogno, Pisogne, Plemo e Sacca (frazioni di Esine). IMPIANTI DI DEPURAZIONE COMUNALE ESISTENTI 5 Anfurro (da chiudere); 5 Bernina di Borno (da chiudere); 5 Berzo Demo (da chiudere); 5 Cerveno (da chiudere); 5 Ceto (da chiudere); 5 Cevo (da chiudere); 5 Cimbergo (da chiudere); 5 Cividate Camuno (da chiudere); 5 Incudine (Ok); 5 Lozio (da adeguare o mettere fuori uso); 5 Monno (Ok); 5 Montecampione (da adeguare o mettere fuori uso); 5 Niardo (da chiudere); 5 Paspardo (da chiudere); 5 Paisco Loveno (da adeguare o mettere fuori uso); 5 San Pietro di Corteno (da adeguare o mettere fuori uso); 5 Santicolo di Corteno (da adeguare o mettere fuori uso); 5 Saviore (da chiudere); 5 Vissone di Piancamuno (da adeguare o mettere fuori uso); 5 Tonale (da adeguare o mettere fuori uso). IMPIANTI DI DEPURAZIONE E COLLETTORI IN FASE DI REALIZZAZIONE 5 Esine (realizzato, ma non attivo): collettore per Breno, Cividate Camuno, Esine, Malegno, Piancogno. È previsto il raddoppio del depuratore quando saranno collettati i paesi della media Valle (da Breno a Berzo Demo e della Valgrigna). IMPIANTI DI DEPURAZIONE E OPERE DI COLLETTAMENTO DA REALIZZARE EX NOVO 5 impianto intercomunale per Edolo, Sonico e Malonno; 5 impianti per le frazioni di Malonno: Zazza, Loritto e Landò; 5 impianti per le frazioni di Edolo: Vico e Cortenedolo; 5 impianti per le frazioni di Sonico: Garda; 5 impianto intercomunale di Fresine e collettori fognari per i Comuni di Cevo e Saviore; 5 impianto intercomunale di Paspardo e collettori fognari per Paspardo e Cimbergo; 5 impianto di Piandosso (Borno); 5 impianto di Astrio (Breno).* In sostanza, rileviamo sempre dalla ricerca della Cgil camuno-sebina, la depurazione delle acque in Valcamonica è fatta con impianti che hanno le seguenti caratteristiche di vetustà: 5 20 impianti: oltre 20 anni; 5 9 impianti: tra i 10 ed i 20 anni; 5 8 impianti: meno di 10 anni. * Secondo un’indagine della Provincia di Brescia (citata sempre nella ricerca della Cgil), però, «il 58% degli scarichi fognari non viene trattato dai depuratori e finisce nei fiumi». graffiti - novembre 2005 3 Val di Canè 30 ottobre 2005 PROFONDO NORD Giornata splendida, cielo azzurro e sole ad illuminare splendidi colori autunnali. Due camminano conversando: «Il mio agente in Borsa, proprietario di un rustico, chiede l’iscrizione all’agricola come apicoltore; questo gli consente di ristrutturare ampliando notevolmente la planimetria esistente. In seguito chiede il condono come edificio di civile abitazione. Oggi è proprietario di una villa di 300 metri quadri». Fine della puntata. Al prossimo condono. legalità per i cittadini o per i sudditi? (di Tullio Clementi) Qualche anno fa, in un Paese che sembrava ormai irrimediabilmente rassegnato a considerare i Palazzi di Giustizia come tanti “Porti delle nebbie” dove le massime autorità, i giudici (che potevano anche non chiamarsi Carnevale o Squillante), erano affaccendati soprattutto nell’aggiustare le sentenze scomode emesse da qualche indisciplinata periferia contro i boss mafiosi ed i loro associati, avvenne un fatto straordinario che fece risorgere la speranza dei cittadini. In uno di questi Palazzi di giustizia, infatti, un gruppo di giudici osò puntare il dito contro... il cielo, additando nell’olimpo dei potenti le cause principali del cronico malessere di cui soffriva la politica nel nostro Paese. Certo, come in tutti gli eventi straordinari, non mancarono episodi inquietanti, come il cappello di... copertura posto sulla testa dei giudici da parte di quelle forze politiche notoriamente più sensibili all’Ordine che non alla Legalità, i cappi di corda sventolati in Parlamento dai cani del regime o, ancora, le irruzioni in casa degli inquisiti alle quattro di mattina... Malgrado gli eccessi (forse inevitabili, dovendo tener accese le luci su un obiettivo tanto inusitato), comunque, la gente, la “Società civile”, vide in quel dito puntato contro il... cielo l’avvio di una nuova stagione, verso una Legalità diffusa che avrebbe fatto la differenza fra sudditi e cittadini. Le prime docce fredde, però, non tardarono, e gli epigoni di quel Berlinguer della “Questione morale” non furono secondi a nessuno nell’insorgere contro il cosiddetto “giustizialismo”... Oggi la questione della Legalità, dopo aver perso per strada la Moralità, è tornata in primo piano, ma con il dito puntato contro zingari ed immigrati... A proposito come si fa ad insegnare il rispetto della legalità ai clandestini? «Io sono stato illegale come i baraccati di Reno. Mio padre mi portò a Bologna nel ’44, fuggendo dalla guerra e dalla fame. Occupammo abusivamente una casa. Mio padre preferì essere illegale che morto. E quando vedo le ruspe, democratiche o meno, contro chi ha fatto la stessa scelta, a me vengono dei brutti pensieri». (Oriano Macchiavelli) AMBIENTE & DINTORNI (di Guido Cenini) segnali chiari Per pura coincidenza mi sono giunte all’attenzione due osservazioni che meritano di essere riprese ed approfondite in queste pagine e di essere proposte anche alle istituzioni in grado di realizzarle per propria competenza. A Lovere si è svolto un convegno sui laghi alpini in cui i promotori hanno chiesto a diversi docenti universitari di esporre le proprie idee in merito ai vari settori per risollevare le sorti dell’economia del Sebino. I vari piani di settore sono stati tutti lungimiranti, d’altronde li esponevano i professoroni universitari, ma in alcuni di essi si possono intravedere spunti interessanti per incrementare il turismo locale. Ed una di queste proposte mi era appena stata suggerita anche da un’altra persona che ha a cuore, per la sua attività, l’economia turistica della valle. I tedeschi, gli olandesi e gli autrici che passano da noi, perché dovrebbero fermarsi? Perché nel percorrere la statale vedono giganteschi cartelli che raffigurano i beni culturali che sono presenti nei nostri paesi. Basterebbe quindi che si togliesse un po’ di quella sgradevole cartellonistica pubblicitaria sparsa ogni dieci metri e si collocasse una raffigurazione pittorica di quel che si può visitare in ogni piccolo borgo della valle, così come è d’abitudine incontrare prima di Cremona, prima di Ravenna e di tante altre località della pianura e della Francia. Il motociclista, l’autista straniero che vede il disegno della chiesa romanica, della torre antica, del monastero, del maglio e di quant’altro, forse devia e si ferma. E poi perché non aggiungere aree di sosta attrezzate a quell’unica e sempre affollata che c’è tra Forno e Malonno. Avete notato che a qualsiasi ora o giorno si passa da quelle parti, ci sono sempre camper e auto ferme a fare merenda, accendere il fuoco per due costine, leggere la carta del Parco. Anche in Trentino ci sono molte aree di sosta lungo le statali, luogo di incontri e di informazioni cartografiche. Ci vuole quindi poco e di spesa irrisoria. Ci vuole però un’iniziativa comprensoriale per uniformare segnaletica e aree, per indicare che inizia la Comunità di Valle Camonica, che laggiù c’è il lago, che in valle c’è di tutto e di più. Il turismo si costruisce anche con le piccole idee e tanti messaggi. CONTROMANO a cura di Guido Cenini Italia fanalino di coda nello sviluppo delle tecnologie rinnovabili Nel 2004 le rinnovabili hanno coperto solo il 7% della domanda energetica nazionale, una percentuale piuttosto bassa rispetto ad altri Paesi europei. Rinnovabili in testa al programma di ricerca dell’Enea L’Enea punterà sulla ricerca nel settore delle tecnologie che sfruttano le fonti rinnovabili. È quanto ha annunciato il nuovo direttore generale dell’ente. Le imprese tedesche di energia solare trionfano in Borsa Tutte le imprese tedesche attive nel settore dell’energia solare quotate in Borsa hanno fortemente incrementato le proprie quotazioni. Europarlamento vota a favore delle rinnovabili Il 29 settembre scorso, gli europarlamentari hanno votato a favore di un provvedimento che chiede una maggiore percentuale di energia verde nella produzione energetica comunitaria. Impianti fotovoltaici per rifugi valdostani del Cai Il Club alpino italiano promuove un progetto che prevede l’installazione di impianti rinnovabili nei rifugi alpini valdostani per renderli autosufficienti dal punto di vista di energetico. novembre 2005 - graffiti 4 PER QUANTO, ANCORA, QUESTO NOSTRO “INSOSTENIBILE” MODO DI VIVERE? una scelta pioniera: portare il biodisel in Valle di Bruno Bonafini Ci sentivamo solo un po’ in colpa prima del caro-petrolio, se di buona coscienza, facendo il pieno all’auto, pensando al nostro forsennato consumare combustibile, per lavoro spesso ma anche per un modo di vivere fatto di troppi e non sempre necessari spostamenti. Da allora ci sentiamo mortificati anche nel portafoglio. E anche un po’ più preoccupati per il futuro di questo nostro “insostenibile” modo di vivere. Vien da chiedersi allora quanti siano in Valle i potenziali utenti di un impianto di distribuzione di carburante biodiesel ovvero di olio di colza opportunamente trattato, ma anche di altri olii di origine vegetale adatti a bruciare in un motore. Tanti sicuramente, chi per coscienza ecologica, chi per risparmio, visto il diffondersi di una maggiore coscienza ambientale da un lato e dell’aumento quasi quotidiano del costo del petrolio dall’altro. E stante l’alto numero di mezzi diesel circolanti, fenomeno diffuso e crescente da noi come a livello nazionale. L’olio di colza è combustibile ecologico per caratteristiche sue proprie e per origine. Perché bruciando non produce nessuno degli ormai tristemente famosi residui che rendono irrespirabile e nociva l’aria delle grandi città, ma anche delle zone fittamente abitate come la nostra. E’ inoltre prodotto “naturalmente” (dai semi della colza), con un facile e potenzialmente diffuso lavoro agricolo, quindi ottenibile senza il pesante impatto ambientale che invece comporta l’estrazione del petrolio. Anzi, addirittura, la sua produzione può rivitalizzare terreni agricoli ora incolti ed essere paesaggisticamente migliorativa, offrire occasione di occupazione in realtà economicamente marginali, in Italia e/o nel mondo. Ed è quindi, ultimo ma non minore aspetto, combustibile rinnovabile. A questo si aggiunga che l’olio di colza costa Parola di cattolico «Dunque, volontà del popolo o volontà di Dio? Finché prevale la volontà di Dio, la democrazia non penetra né in termini di esportazione (territoriale) né in termini di interiorizzazione (ovunque il credente si trovi). E il dilemma tra volontà del popolo e volontà di Dio è, e resterà, – per rubare un titolo a Ortega y Gasset – il tema del nostro tempo». Giovanni Sartori, “La democrazia è laica o non esiste”) molto meno del gasolio derivato dal petrolio, già ora ma ancora di più in futuro, e che la gran parte del parco auto diesel circolante non abbisogna di particolari accorgimenti per poterlo usare. Si aggiunga che nella legislazione più recente viene pure incentivata la sua promozione sul mercato (Decreto n. 128/2005, che recepisce la direttiva europea 2003/30/CE; le modalità dell’incentivazione saranno definite nella finanziaria prossima). Insomma, non manca nulla che lo renda “appetibile” al consumatore intelligente o anche semplicemente a quello attento al suo portafoglio, se non l’assenza di strutture per la sua distribuzione sul territorio. Ecco allora un terreno sul quale misurare la modernità e la lungimiranza di qualche operatore del settore in Valle e di qualche Ente o società pubblica che potrebbe farsene “sponsor”, con qualche forma di incentivazione. Tre punti di distribuzione in Valle, posizionati nei tre maggiori centri, Edolo, Breno, Darfo, una buona campagna promozionale sostenuta anche con l’attivazione delle associazioni ambientalistiche, la garanzia che la prima più significativa utenza verrà dagli enti pubblici valligiani e dalle loro società (dai mezzi della nettezza urbana al parco auto dei comuni e della provincia....): questa potrebbe essere una buona partenza. Una scelta pioniera, insomma, capace di cogliere e offrire un’opportunità economica, ma soprattutto di sollecitare in noi tutti un atteggiamento positivo rispetto al nostro modo di consumare. E una maggiore coerenza con le diffuse preoccupazioni sulla qualità del nostro stile di vita. la Ru486 e l’autodeterminazione della donna Negli ultimi tempi è rimbalzata la notizia dalla stampa ai telegiornali e radiogiornali sulla pillola Ru486. Di cosa si tratta? Di una pillola abortiva che permette di evitare l’intervento chirurgico in anestesia totale per l’interruzione di gravidanza, a tutt’oggi ancora garantita dalla legge 194. La differenza di tale intervento medico salta agli occhi di tutti: minore stress psicologico per la donna che si ritrova ad affrontare un momento così difficile e delicato come l’interruzione volontaria della gravidanza addizionato a una minore invasività nel corpo della donna che si sottopone a tale trattamento. Dietro la maschera protettiva di chi dice di voler garantire la salute delle donne, il Ministro Storace, che medico non è, ha suggerito ai medici dell’ospedale Sant’Anna di Torino che tale pratica poteva essere lesiva, poiché le donne che si sottoponevano al trattamento con la Ru486 potevano rientrare presso la propria abitazione per ripresentarsi all’ospedale il giorno seguente. Va da sé che i medici del Sant’Anna avevano già ampiamente stabilito le garanzie mediche necessarie, prima che accettassero il compromesso, pur di far continuare la sperimentazione. Adesso il protocollo è stato modificato e le donne che si sottopongono alla sperimentazione devono essere ricoverate per tre giorni, quindi ospedalizzate. Ridurre il dolore di tale percorso e addolcire il passaggio che una donna affronta durante la fase di interruzione volontaria della gravidanza sembrano lontani da venire; infatti in Italia si può sì abortire, ma questo deve essere fatto con maggior dolore, con maggior sofferenza psicologica perché interrompere una gravidanza, ci ricorda Ritanna Armeni, “rimane una colpa”. A lato di questi avvenimenti e riflessioni, tuona il nuovo prefetto della fede William Joseph Levada, successore di Ratzinger, contro chi vota per i politici che sostengono la legge che legalizza l’aborto, commettendo peccato… Che si tratti di fondamentalismo? (Anna Airò) graffiti - novembre 2005 5 SEMPRE A PROPOSITO DI FUMI E ODORI SOSPETTI IN QUEL DI BRENO quando i fatti sono sconnessi dalla cronaca di Bruno Bonafini Il fatto. I soliti fumi e odori acidi in quel di Breno, in vicinanza Tassara, anzi non i soliti, stavolta sono più frequenti e pungenti e di maggior durata nel corso della giornata. Parte la segnalazione formale di un residente all’Arpa, all’Asl ed al Comune, accompagnata e seguita da telefonate insistenti al ripetersi delle emissioni; ad essa si unisce qualche giorno dopo, non appena informata, Lega Ambiente. Partono con insolita sollecitudine indagini dell’Asl e dell’Arpa (non si ha notizia dal Comune), che trovano fondate le segnalazioni, rilevano le fughe e correttamente informano quanti hanno segnalato il fatto del proseguo dei controlli sul rispetto della normativa e delle indagini per appurare con la ditta cause e rimedi. La notizia. Il tutto è trattato in modo diverso dai due giornali locali. Il Bresciaoggi informa del fatto (il ripetersi delle emissioni) e della segnalazione alle autorità, con ampi stralci della denuncia volti dar l’idea della gravità del fenomeno. Nella notizia trova giusta evidenza anche il fatto che Arpa e Asl abbiano appurato la fondatezza delle preoccupazioni e abbiano in corso accertamenti e indagini più sistematiche sulle emissioni della Tassara (“Fumi e bruciori. Lega Ambiente ottiene l’intervento di Asl e Arpa” è il titolo del pezzo di Luciano Ranzanici). Il Giornale di Brescia (dove la notizia è comparsa per prima) tratta il fatto in modo del tutto diverso. L’articolo dedica poche righe iniziali all’avvenuta segnalazione delle emissioni, tralascia però di informare che le emissioni sono state poi accertate dalle Istituzioni preposte al controllo ambientale e che queste hanno aperto un’indagine sul caso; tutto il resto del pezzo (tre quarti) è lasciato alle dichiarazioni piuttosto sdegnate dell’amministratore della Tassara, non per sentire la sua spiegazione del fatto, ma perché racconti che «L’Italietta delle censure televisive era e rimane al settantasettesimo posto nel mondo per la libertà di stampa, fra Bulgaria e Mongolia, ma almeno per una sera è sembrato un Paese libero, grazie a Celentano. Grazie da parte del pubblico della Rai, trattato come un deficiente per quattro anni da un potere arrogante eppure debolissimo». (Curzio Maltese) il forno del reparto ferroleghe non c’è più avendo la fabbrica riconvertito il ramo, perché ci dica dell’impegno dell’azienda per mantenere l’occupazione in loco e per alleggerire l’impatto nei luoghi circostanti la struttura. Cose peraltro riconosciute, che tuttavia non giustificano o assolvono da responsabilità vecchie e recenti per un problema non ineluttabile (tanto è vero che altrove, Lovere ad esempio, si son poste le condizioni per risolverlo). Non si accenna insomma all’acciaieria, che sembra non esistere, ed al problema da cui è partito l’articolo, che sembra anch’esso inesistente o frutto degli eccessi di qualche ambientalista. Il tutto giustifica l’incredibile titolo che poi in redazione appongono al pezzo di Gianmario Martinazzoli (“Troppi fumi. Tassara: non siamo noi”; sottotitolo: L’Azienda: “Gli impianti sono monitorati dall’Arpa”). Una lettera di precisazione dei fatti e del problema sarà pubblicata solo una settimana dopo. Integralmente, quantomeno. LA CLASSIFICA DEL MESE (a cura di Gastone) dal carroccio alla... diligenza Voto 1 a Nilo Pedersoli, consigliere provinciale della Lega Nord. Ha sgridato il centrosinistra brenese per aver affisso manifesti elettorali sulle primarie dell’Unione fuori dagli spazi adibiti. Da che pulpito. Il suo partito è il re delle affissioni abusive. Voto 2 alla Lega Nord. Ha criticato i sindaci camuni per aver concesso spazi pubblici all’Unione, da adibire a seggi per le elezioni primarie. Dove sta il problema? La costituzione è chiara nell’incoraggiare l’attività politica, di qualsiasi colore essa sia. Voto 3 alla consigliera regionale della Lega Nord Monica Rizzi. Ha preso pubblicamente posizione contro l’Asl di Vallecamonica giudicando poco trasparenti le recenti nomine nel settore della sanità. Era ora. Ma su quelle di Vallecamonica Servizi, invece, che interessano direttamente militanti del suo partito, non ha nulla da dire? Voto 4 all’Asl di Vallecamonica e Sebino. Il periodico “Sanità camuna” è un continuo inneggiamento al direttore generale Angelo Foschini e alla sua squadra amministrativa. Sull’ultimo numero compaiono pure le fotografie patinate dei sorridenti manager. Il direttore del giornale Eugenio Fontana è il Bruno Vespa della situazione. Voto 5 ai consiglieri comunali di Artogne. L’ultima seduta è saltata a causa di numerose defezioni, forse perché era in programma la discussione della crisi del consorzio forestale. Partecipare e votare contro il ripianamento del perenne deficit sarebbe stato un buon esempio per tutti quei comuni che sono stanchi di mantenere con soldi pubblici degli inutili baracconi. Voto 6 a Davide Caparini. Il deputato leghista, da sempre allineato con il suo partito, sulla questione dell’abolizione delle Comunità Montane si è invece espresso contrariamente. Non solo: ne auspica anche una radicale riforma elettorale. Aspettiamo sue gradite proposte. Voto 7 agli elettori di Braone, Cedegolo, Cerveno, Cevo, Edolo, Paisco Loveno, Saviore e Sellero. L’affluenza alle urne durante le elezioni primarie è stata superiore alla media nazionale. Voto 8 al gruppo di minoranza brenese “Impegno Comune”. A distanza di un anno e mezzo dalle elezioni amministrative continua a non dare tregua al sindaco Mensi e lo incalza su tutto. Chiari ed efficaci i volantini di critica. Continuate così. Voto 9 agli studenti degli istituti superiori di Edolo che hanno partecipato al convegno sulla Resistenza organizzato dagli enti comprensoriali e dal Circolo Ghislandi. Un’attenzione inaspettata e tanto entusiasmo negli interventi durante il dibattito finale. Voto 10 ai 4.667 camuni che hanno partecipato alle elezioni primarie del 16 ottobre. Un chiaro esempio di partecipazione democratica, che va al di là di ogni più ottimistica previsione. Ed ora applichiamole anche per scegliere i candidati locali. novembre 2005 - graffiti 6 LA MUSICA CHE GIRA INTORNO (a cura di Fabio Poli) Cerveza (quando “i sogni son desideri”) Il tempo di pub e birrerie non mi aveva più parlato di loro e sinceramente non sapevo che fine avessero potuto fare, fino a quando in incontri separati, tra luci soffuse e le nebbie di qualche tempo fa che facevano da atmosfera ai locali notturni, questi ragazzi mi raccontavano di strade divise da nuovi sogni e progetti. Una delle notti di quegli incontri tornai a casa e ascoltai il loro primo e unico album dispiacendomi per le individuali decisioni di chi lo aveva generato. È vero il disco è a tratti difettoso, è avvolto da una monotonia strutturale che a momenti lo rende noioso, evidenziando alcune incongruenze fra la melodia vocale e gli strumenti, ma è anche vero che la chitarra frenetica di Sergio è una scatola di energia che si apre da un momento all’altro trainando le canzoni con l’aiuto di una buona base ritmica. I testi svelano atmosfere malinconiche ma non arrendevoli e, come nella parte strumentale, rileggono l’influenza derivata dai più famosi Negrita e Verdena. La struttura dell’album è sostenuta da dieci tracce, quasi tutte a chitarre “spianate” al di fuori di un paio di ballate. Insomma, per chi ha voglia di sfogarsi. Ci sarebbe stato molto da lavorare, ma era comunque un buon esordio, peccato. I Cerveza sono (erano) Sergio alle chitarre, Vica alla voce, Matteo alla batteria, Dario e Cossu al basso. «... Solo se si è precisi e selettivi, la produzione diventa d’eccellenza e crea l’identità del territorio. Bisogna decidere: mettiamo tutto nel calderone, o poniamo dei paletti sulla qualità?». Giacomo Moioli, presidenza internazionale Slow Food EXPO SAPORI AL PALACONGRESSI DI DARFO BOARIO TERME camuni (e non solo) con gusto di Tullio Clementi Alcune decine (una cinquantina, forse) di operatori nel settore zootecnico, agricolo e manifatturiero a carattere artigianale hanno riempito per ben tre giorni gli ampi spazi del Palacongressi di Darfo Boario Terme, presentando prodotti naturali e “manufatti” come formaggi (di mucca e di capra), olio d’oliva, miele, castagne, confetture e marmellate, salumi, vino, liquori, grappe e tisane, biscotti e torte... e scusate se abbiamo dimenticato altre ghiottonerie, certamente notate e apprezzate dalle centinaia (migliaia, probabilmente) di visitatori che hanno affollato il Palacongressi nel fine settimana compreso tra venerdì 14 e domenica 17 ottobre. Il merito della stuzzicante iniziativa è da attribuirsi essenzialmente alla neonata associazione (si è costituita nell’aprile del 2004) di produttori della Valcamonica “Camuni con gusto”, anche se c’è da dire che all’esposizione (ed all’offerta di assaggi) hanno partecipato pure molti produttori delle zone più o meno limitrofe, come le valli Cavallina, Trompia, Seriana e di Scalve, il Sebino (bresciano e bergamasco), con i suoi pregiati oli d’oliva e la Franciacorta con gli altrettanto pregiati spumanti. Partecipazione ampia diffusa e molto gradita, dunque, il cui... sconfinamento oltre gli spartiacque della Valcamonica presumiamo sia dovuto ben più al bisogno di arricchire e diversificare l’offerta piuttosto che alla pur comprensibile neVia Badetto, 21 - Ceto (Bs) cessità di coprire gli spazi e i costi. COOPERATIVA SOCIALE Pro-Ser Valcamonica Piazza don Bosco, 1 - DARFO BOARIO TERME 0364.532683 CONSULENZA PROGETTAZIONE E VENDITA DI SISTEMI INFORMATICI ANALISI E SVILUPPO SOFTWARE PERSONALIZZATO ASSISTENZA TECNICA Via Quarteroni, 16 25047 - DARFO BOARIO TERME Tel. 0364.535523 - Fax 0364.534788 Internet: www.ecenter.it e-mail: [email protected] 5 pulizie civili ed industriali 5 pulizie condomini ed uffici 5 facchinaggio - gestione mense LAVANDERIE A SECCO ECOLOGICHE c/o Centro mercato "Val Grande", a Gianico c/o Centro "Italmark", a Pisogne il servizio di qualità! ADERENTE AL CONSORZIO SOLCO CAMUNIA graffiti - novembre 2005 un percorso didattico a Barbiana La Fondazione don Lorenzo Milani ha da poco terminato la realizzazione del Percorso Didattico nella scuola di Barbiana. Il materiale esistente e quello ricostruito è stato riordinato nei laboratori e nelle aule, con l’aiuto e le testimonianze di ex allievi. Apprezzabile il fatto che, nonostante il crescente afflusso di scolaresche, gruppi parrocchiali, associazioni culturali, famiglie e singole persone, Barbiana sia rimasta comunque povera e austera come ai tempi di don Lorenzo. Un’austerità che è già un messaggio per far sì che il percorso didattico consenta di continuare a parlare e ad insegnare qualcosa. bufale, perle e... porci Bresciaoggi ha pubblicato nei giorni scorsi una “lettera al direttore” del senatore della Repubblica, Guglielmo Castagnetti, in cui si fanno alcuni esempi di come e quanto la libertà di stampa venga sistematicamente minacciata. Si parte dal «nostro più grande vignettista Giorgio Forattini», al quale «il presidente del Consiglio in carica Massimo D’Alema [parte da lontano, il nostro senatore!] manda una querela con richiesta di risarcimento plurimiliardario», si passa attraverso il «giornalista principe delle inchieste scabrose in questi cinquant’anni, Lino Jannuzzi», che «viene condannato al carcere per diffamazione», si continua con Vittorio Feltri (ed altri giornalisti e direttori celebri, ma non nominati) vittime di «ripetute condanne per diffamazione con salati risarcimenti miliardari», per finire con Vittorio Sgarbi, «costretto a cambiare partito e iscriversi alla sinistra per arginare l’enorme fuga di denaro provocata dalle continue quotidiane querele...». E dopo quest’ultima “perla”, siamo costretti a chiudere con un no comment, senatore Castagnetti! (t.c.) IL DIRE ED IL FARE DELLA MORALIZZAZIONE LEGHISTA partito di lotta e di governo Che grinta la Monica Rizzi! È appena arrivata e già vuole l’inchiesta. Un modo per dire “Lei non sa chi sono io”. A Formigoni, ai “suoi” direttori delle ASL (troppo ciellini, si vocifera). Cominciando dall’ASL di Valle Camonica, alla quale chiede di verificare il modo con cui sono state fatte le nomine dei direttivi ultimi. Affiancando e rafforzando il collega Cé, che finalmente onora il suo nome in assessorato, nel “revisionare” un settore dell’attività regionale (il più importante) finora tra i più bersagliati dalle critiche e dai sospetti di lottizzazione. Questo pur se la Lega è ed stata nella stessa maggioranza con chi direttamente o indirettamente porta la responsabilità di tali nomine. E allora? Un modo per prendere le distanze da quanto fatto finora? O ancora, un messaggio un po’ brusco per chiedere di contare di più? O invece davvero ci son dubbi sulla regolarità delle scelte o sui criteri in base ai quali sono state fatte? Vedremo. Nel mentre l’inchiesta procede, tuttavia, essendo animati da buona disposizione e da spirito costruttivo, ci sentiamo di avanzare una modesta pretesa e addirittura un suggerimento. La prima è davvero elementare: che alla fine il risultato dell’inchiesta sia reso pubblico. Non vorremmo che, preannunciata l’inchiesta a suon di tromba e grancassa, come è giusto sia per tutte le grandi imprese di impegno civile e di moralizzazione della vita pubblica, finisse poi, come è già accaduto, “a tarallucci e vino” o a qualcosa di simile alle cene di Arcore (là dove una volta Bossi ci garantiva che viveva un mafioso). Il suggerimento invece è di fare una seconda inchiesta, già che ci siamo: questa volta sui criteri con cui si fanno (si sono fatte) le assunzioni nelle società pubbliche, come la Società di servizi di Valle Camonica ad esempio, presieduta da un uomo della Lega. E che nel suo piccolo, a torto o a ragione, non è meno chiacchierata dell’ASL in fatto di assunzioni. Capire come avvenga l’accertamento della professionalità e poi la selezione in un’azienda governata dal Carroccio può essere interessante. Come lo è stato d’altronde sapere dalla stampa nazionale, guardando più in alto, del modo con cui lo stesso Bossi ha selezionato le professionalità dei suoi collaboratori a Bruxelles, quelli lautamente pagati dal contribuente e indicati, guarda caso, proprio nel suo giovane rampollo e nel fratello. 7 recensioni di Valerio Moncini Titolo: Il popolo della Santa Crus Autori: Vari Editore: Grafo 2005 Libro fotografico o altro? A prima vista il volume ci appare come una raccolta di belle immagini, un libro strenna per le imminenti feste di fine anno. Scorrendo però le pagine risulta evidente come impatto visivo delle immagini e profondità degli scritti si completino a vicenda, offrendo al lettore occasioni di conoscenze storiche e di riflessioni antropologiche. Opera realizzata a più mani, trova il suo elemento unificante nella presenza dell’intera comunità di Cerveno riccamente fissata dalle splendide fotografie di Tiziana Arici. Immagini in bianco e nero e a colori che documentano la partecipazione corale alle varie fasi di preparazione e realizzazione dell’ultima edizione (maggio 2002) della processione drammaturgica. Ed è proprio partendo da questa messa in scena della memoria del lutto che Giampietro Guiotto e Roberto A. Lorenzi ci riportano alle origini di riti antichissimi che l’industrializzazione, la modernità, l’inurbamento, la divisione del lavoro hanno profondamente trasformato. Tanti di questi riti sono scomparsi; altri, con il passar dei secoli, il mutare delle economie e delle ideologie, si sono ridotti, il più delle volte, ad appariscenti e utilitaristiche ricorrenze religiose o civili. Sara Poli e Gabriella Goffi, rispettivamente regista e costumista, rivivono nel loro saggio tutte le fasi preparatorie della Santa Crus e sottolineano il fatto che la presenza delle loro specifiche competenze, condotta sempre nel confronto con gli abitanti, ha ottenuto di far riappropriare una comunità della sua storia da trasmettere alle nuove generazioni. Nicola Rocchi tenta di svelare, dell’interno, il “mistero” della Santa Crus cervenese riproponendoci ricordi e impressioni dei protagonisti: i piccoli giudilì, i due ladroni, Cristo, il Cireneo le pie donne, il trovarobe, la sarta, il costruttore di corazze, la Madonna. Renato Borsoni chiude con una nota di ottimismo circa la capacità del popolo di Cerveno di mantenere la genuinità della propria processione drammaturgia, sottraendola alle intrusioni dall’esterno di qualsiasi natura, poiché Beniamino Simoni ne ha fissato nel tempo i modi e lo spirito. novembre 2005 - graffiti 8 al sindaco di Sonico, Fabio Fanetti Egregio ingegnere, grazie a pochi voti in più rispetto agli altri due candidati, con la sua elezione è stato fatto un cambio generazionale nell’amministrazione di Sonico. Ora, lei è alla guida del paese con una larga maggioranza e può continuare il cambiamento anche in campo culturale. Un indicativo segnale in questa direzione mi sembra sia la decisione di trasferire la biblioteca in una sede più spaziosa. Mi permetto, perciò, di suggerire pubblicamente una maggiore attenzione ai beni culturali presenti nel territorio comunale e, in particolare, alle incisioni rupestri del “Coren de le fate/strie”. Ben illustrate da un opuscolo del Parco dell’Adamello, purtroppo, l’estate scorsa esse erano poco accessibili e visibili ai visitatori. Credo che valga la spesa di fare le opportune opere di manutenzione straordinaria e ordinaria per rendere il sito archeologico una meta del turismo culturale e che ci siano in valle risorse umane e finanziarie per tale opera. (Pierluigi Fanetti) a... furor di popolo La vigilia dell’appuntamento elettorale per le “primarie” del centrosinistra, l’Istituto Cattaneo di Bologna faceva una previsione in base alla quale, per potere decretare il successo, le punte della forbice avrebbero dovuto spaziare fra i 350mila ed il milione di voti». «Da 350mila voti in su – scriveva il vicedirettore dell’Istituto Salvatore Vassallo su Repubblica – le primarie dimostreranno una capacità di mobilitazione superiore a quella di tutti i partiti di centrosinistra», ma se le primarie dovessero rispettare su scala nazionale la percentuale di partecipazione registrata in Puglia (il 9% degli elettori del centrosinistra), la partecipazione dovrebbe essere di 1.300.000 persone». Come a dire, attenendoci sempre ai criteri già adottati dall’Istituto di ricerche e statistica, quattro volte tanto la «capacità di mobilitazione di tutti i partiti del centrosinistra». Il risultato, come ormai sappiamo, è andato ben oltre le più ottimistiche previsioni: più di quattro milioni, ovvero, dodici volte la «capacità di mobilitazione di tutti i partiti del centrosinistra»! Serve altro? (t.c.) dalla prima pagina “primarie” in valle so condiviso con gli elettori, anche a risolvere le frizioni all’interno del centrosinistra. Ma veniamo ai risultati più significativi. Romano Prodi è il vincitore anche in Vallecamonica, ma quel 70,6% di consenso è di qualche punto sotto la media nazionale. Di converso è Fausto Bertinotti, con il 17,3%, a superare il dato nazionale, in una terra notoriamente ostile alla sinistra. Antonio Di Pietro è nella media e raggiunge un risultato molto significativo ad Edolo (39,1%), dove la battaglia tra Margherita ed Italia dei Valori porta alle urne ben 406 elettori (Prodi ne fa le spese toccando il 45%, il più basso risultato in Valle). Il Professore tocca il suo apice (non ne avevamo dubbi) a Saviore dell’Adamello (83,4%), forte anche dei due seggi allestiti nel capoluogo e nella frazione di Valle. Saviore, proporzionalmente, è anche il paese che ha partecipato di più (ben 175 elettori). Bertinotti raggiunge il massimo a Cevo con il 36,4% ed il minimo a Berzo Demo con l’8,8%. Risparmiando le percentuali sul totale degli aventi diritto al voto, balzano agli occhi i dati negativi di Berzo Inferiore, Artogne e Piancogno: comuni piuttosto grandi, ma rispettivamente solo 45, 74 e 85 votanti. (mario salvetti) «... mi arrabbio quando sento ripetere la solita filastrocca, che i giovani sono il nostro futuro, che si deve ripartire da loro. Prima di tutto perché i giovani sono il nostro presente, che poi è anche il loro presente». (don Luigi Ciotti) GRAFFITI vicolo Oglio, 10 25040 DARFO BOARIO TERME [email protected] http://www.voli.bs.it/graffiti in Redazione: Bruno Bonafini, Guido Cenini, Valeria Damioli, Valerio Moncini, Mario Salvetti. hanno collaborato: Anna Airò, Monica Andreucci, Alessandro Bono, Pierluigi Fanetti, Gastone. Direttore responsabile: Tullio Clementi. Disegni e vignette di Staino, Ellekappa, Vauro, Vannini e altri sono tratte dai quotidiani: l’Unità, il Corriere della Sera, il Manifesto, la Repubblica, dal periodico Linus e dalla Rivista del Manifesto ABBONAMENTO 2006 ordinario: • 12,00 sostenitore: • 25,00 Gli abbonati sostenitori riceveranno in omaggio un libro sulla Valcamonica. Versare sul c.c.p. 44667335 (intestato all’Associazione culturale Graffiti), tramite l’allegato bollettino, oppure direttamente ad un componente della Redazione (vedi specchietto sopra). VALCAMONICA ON-LINE (a cura di Mario Salvetti) il Museo dell’industria e del lavoro (http:www.musil.bs.it) All’indomani dell’inaugurazione del Museo dell’Industria e del Lavoro “Eugenio Battisti” di Brescia (ottobre 2005), il sito internet è stato decisamente ampliato e il dominio è diventato molto più semplice. Graffiti lo aveva già recensito quando era possibile accedervi solo dal sito della Fondazione Micheletti ed era ancora in una fase per così dire embrionale. Il database collegato al motore di ricerca, per esempio, non era attivo, poiché tutto il materiale delle varie sezioni (attività, studi e progetti, collezioni, pubblicazioni, patrimonio, documentazione, archivio biblioteca, cineteca, emeroteca, fototeca, iconoteca e mediateca) non era stato caricato. Interessanti sono le immagini della centrale di Cedegolo (cliccare su “Le sedi: work in progress”), che di fatto diventerà una “filiale” del museo bresciano. Si parla infatti di “sistema museale”, poiché sono quattro le strutture interessate: oltre a quella camuna, anche Rodengo Saiano, San Bartolomeo e Brescia. Questa la descrizione del complesso di Cedegolo: «Il Museo dell’energia idroelettrica della Vallecamonica, situato nel Comune di Cedegolo, racconterà il ruolo decisivo di questa risorsa nel processo italiano di industrializzazione. Divulgare la conoscenza scientifica in campo energetico e ambientale, valorizzare le tradizioni produttive, la storia e la cultura materiale del territorio sono gli obiettivi del Museo, che troverà spazio in una centrale del 1910, da anni dismessa e recentemente oggetto di un concorso di progettazione da poco conclusosi, che ha visto l’affermazione dell’architetto Claudio Gasparotti».