15º anno - n. 145 - gennaio 2006 “... incisioni eseguite con una punta su una superficie dura, per lo più mettendo allo scoperto un sottostante strato di colore diverso...” Direzione, Redazione, Amministrazione: Darfo Boario Terme, vicolo Oglio - Direttore responsabile: Tullio Clementi - Autorizz. Tribunale di Brescia n.3/92 del 10.01.92 - Spedizione in abbonamento postale, art. 2 comma 20/d legge 662/96 - Filiale Bs - Ciclostilato in proprio, Darfo Boario Terme. tele... vedenti «La solidarietà non è un problema di bontà, ma di giustizia, che passa attraverso i meccanismi economici e la consapevolezza: se oggi possiamo permetterci certe cose, magari di bere il tè alle cinque, è solo perché tre quarti della popolazione vive sotto la soglia di povertà». (Giobbe Covatta) di Tullio Clementi A volte pesa un po’ la volontaria rinuncia alle quotidiane dosi di sciroppo televisivo (anche se cerco di non privarmi di una qualche sbirciata almeno all’etichetta, che non si sa mai...). Rinuncia che mi costringe poi a rincorrere i commenti altrui per conoscere episodi (e perfino notizie, a volte) cui non è possibile restare indifferenti. E allora senti dire che in California il governatore è indeciso sulla concessione della grazia all’ultimo condannato a morte, perché le statistiche pare non gli siano troppo favorevoli; oppure che la differenza fra la pace e la guerra passa sul... filo dei sondaggi elettorali. Oppure, ancora (e menomale) che una cantante impegnata (non solo nel canto, evidentemente), durante uno show televisivo nei giorni scorsi ha espresso nostalgia per le vecchie ideologie, il cui posto è stato rapidamente occupato dai fanatismi. Le ideologie, ecco il punto! Che saranno pure un supporto un po’ fanatico degli ideali, ma che, tuttavia, si portavano sempre appresso dei valori. E quando i valori (che si annidano pure nel fanatismo, intendiamoci) sono al centro della vita sociale diventano il perno della politica. L’alternativa si chiama trasformismo, ovvero, quell’autoreferenzialità che ti permette di stare al centro della politica... a segue a pagina 2 ABBONAMENTO 2006 ordinario: € 12,00 sostenitore: € 25,00 Gli abbonati sostenitori riceveranno in omaggio un libro sulla Valcamonica. Versare sul c.c.p. 44667335 (intestato all’Associazione culturale Graffiti), tramite l’allegato bollettino, oppure direttamente ad un componente della Redazione. A PROPOSITO DI “VALCAMONICA SOLIDALE” l’ente unico della solidarietà valligiana di Bruno Bonafini Ha un sapore agrodolce la notizia della nascita di “Valcamonica solidale”. Fondazione costituita nei giorni scorsi a fini di “solidarietà sociale”. Solidarietà in senso ampio, dichiara alla stampa uno dei promotori: «dall’assistenza sociale e sanitaria alla pura beneficenza; dall’istruzione allo sport dilettantistico; dalla tutela e dalla valorizzazione del patrimonio storico e artistico e naturale alla promozione della cultura e dell’arte. Senza dimenticare la tutela dei diritti civili e la promozione della ricerca scientifica». Il nuovo ente è “emanato” e finanziato dalle società pubbliche di servizi in Valle (sì, società pubbliche al plurale, nonostante la sofferta semplificazione) ed è e... tanti auguri! «... la politica comincia [continua, diremmo noi] a subire un gioco sporco sui quattrini fatti alle spalle dei risparmiatori: che cosa sono infatti le privatizzazioni senza liberalizzazioni che hanno consegnato le banche, le autostrade, le telecomunicazioni ai monopolisti privati che possono così fare bilanci d’oro sulle tasche della gente che non riesce ad arrivare alla fine del mese?». (Bruno Tabacci, dicembre 05) da loro stesse dotato di un iniziale fondo di 50 mila euro. Il buono della notizia sta nella constatazione che si fa largo il numero di quanti, percependo le difficoltà dei tempi ed i crescenti bisogni insoddisfatti in molti settori, dal sociale al culturale, avvertono l’esigenza di contribuire ad alleviarli. (Vogliamo pensare, essendo ancora vicini al Natale, che non lo facciano per prestigio aziendale). La panoramica del terreno d’intervento è segue a pagina 2 don Milani e il Gisav della Valcamonica (Alessio Domenighini, a pag. 4) urbanistica cattolica: il piu devoto del reame (Bruno Bonafini, a pag. 5) flashback sul 2005 (Redazione, pagg. 6-7) Gianico: malapolitica in “casa nostra” (“Il larice”, a pag. 9) gennaio 2006 - graffiti 2 dalla prima pagina dalla prima pagina tele... vedenti l’ente unico della solidarietà valligiana prescindere. Una caratteristica non solo dei regimi, ma anche di quelle “democrazie” in cui, come ricorda Marco Travaglio nel suo Inciucio, «gli stessi leader invecchiati di un lustro, messi di fronte agli stessi problemi incancreniti da cinque anni di regime mediatico, tenderanno naturalmente a riprodurre gli stessi problemi...». Ovvero, continua Travaglio, «quanti si candidano a governare l’Italia dopo Berlusconi (ammesso che il dopo Berlusconi non si chiami più Berlusconi) sono gli stessi che, messi alla prova per sei anni e più, si sono ben guardati dal liberare il mercato della televisione, cioè della magna pars dell’informazione». Un po’ come dire che, se chi ha perso le elezioni «fosse andato a casa, come avviene dappertutto fuorché in Italia, potremmo permetterci il lusso di attendere con fiducia il ricambio, l’alternanza»... Non so quanto possa essere condivisibile, infine, la tesi di quanti affermano che la televisione è sempre meno influente nel determinare la vittoria dell’uno o dell’altro schieramento (è probabilmente vero, però, che per ogni elettore influenzato da una certa propaganda ce n’è almeno un altro disgustato), ma il problema non è tanto quello della propaganda diretta, quanto, piuttosto, quello relativo al declino della soglia critica del pensiero. Declino al quale quella schifezza di “Un posto al sole”, propinato quotidianamente da Rai 3 all’ora di cena da qualche anno, ha contribuito in misura non certo inferiore all’“Isola dei famosi”. Entrambi (e cento altri), per dirla ancora con le parole di Marco Travaglio, «contano per dettare l’agenda unica ai cittadini, espellendo gli argomenti scomodi dal teleschermo e dunque dalle nostre teste. Servono per tenere artificialmente in vita partiti e uomini politici che, senza “apparire” in tv, sarebbero già spariti da un pezzo. Servono per premiare i “buoni” e punire i “cattivi”. Servono per firmare contratti con gli italiani senza gli italiani...». larga, in effetti. E può spaziare dalle nuove difficoltà nei bilanci di tante famiglie colpite dalla crisi del tessile, può arrivare alle spese socioassistenziali dei comuni alle prese con la coperta sempre più stretta dei finanziamenti statali, può toccare le scuole sempre meno dotate di fondi per attrezzature o per iniziative didattiche, per arrivare (ma non concludere), ed è l’aspetto umanamente più increscioso, alle cosiddette nuove povertà che la Caritas anche recentemente ci ha ricordato essere tante e diffuse. Insomma, volendo, e potendo, da fare ce n’è. Ma l’aspetto “agro” dell’iniziativa è di facile intuizione, purtroppo. Sta nel rischio quasi inevitabile che il tutto si colori di “politica”, sia l’istituzione della fondazione come il suo operato. Essendo gli amministratori delle Società pubbliche (e degli altri enti che aderiranno) inevitabilmente di nomina politico-partitica, rischiano di diventarlo (o di essere interpretati come tali) anche gli uomini e le scelte della fondazione. Anche se nel dare il contributo a Tizio piuttosto che a Caio si riuscisse tutti a vincere, nella più ottimistica delle ipotesi, ogni tentazione strumentale. I soldi pubblici inoltre richiedono trasparenza, anche in beneficienza, e modi di assegnazione in cui la discrezionalità sia “contenuta” in criteri esplicitati. Proprio per questo i Comuni e gli Enti pubblici agiscono (dovrebbero agire) secondo leggi e regolamenti che ne garantiscano trasparenza e imparzialità. La creazione della fondazione non crea allora le condizioni per sfuggire a tali e opportuni vincoli? Al di là delle buone intenzioni? Qualcosa di analogo è successo con le aziende pubbliche, che pur sorte con il nobile scopo dell’efficienza operativa, impedita ai Comuni dalla loro normativa, hanno mostrato l’effetto collaterale non irrilevante di una discutibile discrezionalità delle assunzioni e fenomeni di sfacciato clientelismo (o di nepotismo, in un caso fresco fresco, dato che si dice così anche quando sono i nipoti a far assumere lo zio). Alla faccia dell’efficienza, oltretutto. Infine, aspetto non secondario, la fondazione ripropone l’antica querelle sui bilanci delle società di servizi pubbliche. È giusto, è corretto, per dirla in breve, che tali società perseguano degli utili di bilancio, al di là di quanto serve per rientrare dagli investimenti fatti e per coprire quelli futuri necessari alla espansione del servizio, a migliorare la sua tecnologia e la sua tenuta a mercato? Insomma, l’utente che riceve un servizio dal pubblico deve essere caricato solo del costo di tale servizio o gli si può chiedere di pagare altro in tariffa? La tariffa non diventerebbe allora impropriamente un’imposta, caricando sull’utente soltanto, in proporzione al suo consumo, una spesa che riguarda tutti e quindi da attribuire alla fiscalità generale? Le scelte di gloriose società pubbliche, come l’ASM di Brescia, non fanno testo e non rendono infondate le osservazioni. E allora? Rinunciare agli interventi possibili che un buon bilancio aziendale consente e che una realtà carica di bisogni privati e pubblici richiede in nome di riflessioni, magari fondate, ma di fatto sterili nei loro effetti? Conclusione ostica, un po’ come sparare sulla Croce rossa... Entro certi limiti, un ruolo aziendale che non si limiti all’efficienza ed al dato puramente economico, che coltivi sensibilità umana sociale e culturale, è un tratto di civile “nobiltà”, a maggior ragione in una realtà pubblica (l’aziendalismo economicistico sta antipatico anche nel privato e non sempre è “pagante”). Ma la via maestra di un buon operare solidale, da parte di chi amministra soldi pubblici, resta quella delle decisioni dirette, assunte nel confronto ed in trasparenza nelle sedi proprie e del proprio Ente, da quanti dispongono delle risorse e ne possono perciò motivare criteri e obbiettivi di spesa, assumendosene con chiarezza la responsabilità. Altre scelte non sembrano più garantiste per il buon uso, e più equanime, del pubblico denaro. Moltiplicano presidenze e consigli di gestione, erodono risorse e diluiscono responsabilità, rendendole indirette e diffuse, meno chiare e meno valutabili. Situazioni che non sempre producono il meglio. «... anche la politica più nobile, più progressista o utopistica, si avvicina ai poveri e agli ultimi, agli umiliati e offesi assumendoli (strumentalmente) come chiave di volta, strumento di cambiamento, sgabello per la conquista del potere, detonatore sociale, miccia a innescare. E così la sofferenza, il disagio, la rivolta o la refrattarietà (all’ordine sociale esistente) devono essere in qualche modo “produttivi”, diventare conflitto, e in tal modo essere spendibili e utilizzabili (altrimenti non interessano)». (Filippo La Porta) graffiti - gennaio 2006 3 PROFONDO NORD (da un corsivo di Michele Serra su Repubblica) “pecunia non olet”? a volte sì! basta con i padrini! Leggendo in questi giorni tutti i giornali, si sente solo parlare di intercettazioni telefoniche tra boss della finanza e politici. Basta con Consorte che parla con i vertici dei Ds, Gnutti che tratta con le Coop e l’avvallo dei nostri politici, basta con gli sponsor della finanza. Che vuol dire anche basta con i padrini dell’altro schieramento per realizzare il grande sogno dell’alta valle, padrini chiacchierati e padrini inquisiti (innocenti certamente fino a prova definitiva). Basta con gli inciuci per la formazione di liste amministrative e di padrini per gli enti comprensoriali. Che poi sono sempre gli stessi da anni. Basta con i padrini altolocati della scuola camuna che si schierano laddove si vince al momento saltando a destra ed a manca al momento opportuno. Basta inquinamenti tra affari e politica. Non se ne può più. (Guido Cenini) Non so più dove ho letto che alla sinistra, orfana dell’ideologia di classe, rimarrebbe solamente il “moralismo pauperista”. È una notazione mezzo comica e mezzo stupida, alla luce delle “consulenze” da decine di milioni di euro (non fatturate) che i giudici imputano a Giovanni Consorte, e alla luce dell’evidente caduta di misura e di stile di un ambiente, quello della cooperazione, che era stato in grado, fin qui, di conciliare egregiamente la massima competitività sul mercato con le sue radici sociali, solidali e mutualistiche. Moralismo! Sarebbe moralismo pretendere che una storia secolare, e nobile, e giusta, evitasse di morire asfissiata nell’imbuto della speculazione e dell’arricchimento personale? Ma tutta questa gente che fa miliardi con le famose “plusvalenze”, tutta roba esentasse, tutta roba garantita dagli amici degli amici, possiamo giudicarla male solo in virtù dell’etica corrente, del rispetto per chi lavora, oppure cadiamo nel “moralismo pauperista”? Io la penso così: il denaro è benedetto, l’agio pure, il valore personale va premiato: ma le montagne di miliardi, quelle sono sempre e comunque sconsigliate a chi voglia vivere in una società non troppo sperequata, non troppo offensiva, non troppo feroce con i deboli. Il denaro è come il potere: troppo in poche mani è il contrario della democrazia. Non del comunismo: della democrazia. Breno in disarmo Intanto che il sindaco è a Roma, e quindi non vede, un paio di bar chiudono le saracinesche, qualche negozio chiude le serrande, il cinema non apre, il palazzone della società operaia non ristruttura, i neo-sposi si spostano a Niardo o Cividate, i brenesi muoiono, la popolazione cala, il degrado aumenta. Evviva! (g.c.) AMBIENTE & DINTORNI (di Guido Cenini) Consorzi forestali «C’è una brutta notizia per il Consorzio forestale della Bassa Valcamonica: il Comune di Artogne, uno dei “soci” che l’hanno costituito, se ne va. La crisi economico-finanziaria dell’ente in questione, che ha sede a Darfo Boario Terme e che purtroppo non è l’unico a navigare in acque agitate, inizia a pesare e l’ente, appunto, perde i primi pezzi». Questo brano è ripreso da un articolo apparso nei giorni scorsi sui quotidiani locali e riporta all’attualità un grosso problema, che con la chiusura dei bilanci di fine anno 2005 si presenta di una gravità e di una urgenza assoluta. Ho fatto parte per alcuni anni di un consiglio di amministrazione di un consorzio e parlo per cognizione di causa. I lavori da svolgere sono anche parecchi, i fondi a disposizione invece sono molto esigui. I comuni aderenti riescono a fatica, soprattutto se piccoli, a finanziare di anno in anno la propria quota di partecipazione, non parliamo poi di investimenti. Bisogna aspettare una frana, un incendio, un disastro ambientale per ricevere finanziamenti extra per far lavorare tutte le squadre, ma non mi sembra proprio il caso di invocare le calamità per poter lavorare. Gli addetti ai lavori sono sempre tanti, direttori, tecnici, impiegati ed operai sono una bella spesa. I bilanci ormai sono tutti fuori controllo. La Comunità deve sempre più ripianare i guai dei consorzi. Non ci siamo. È tempo di rivedere tutta la gestione dei consorzi forestali, per il bene di tutti, lavoratori interni, comuni, enti comprensoriali e cittadini che pagano le tasse. È tempo di riformare tutto il sistema prima che la bomba scoppi in mano. La soluzione più accreditata e possibile uscita decorosa è la unicità della gestione del demanio e dei boschi comunali. Un unico consorzio di valle, una specie di vicinia d’altri tempi, come la Magnifica Comunità di Val di Fiemme e Fassa, legata alla Comunità Montana ma con ampia autonomia operativa. Un consorzio forestale che sappia gestire il bosco e la montagna, i sentieri e le strade, i pascoli e le malghe in disuso. Siamo ormai su questa strada anche per il metano, per il ciclo dell’acqua, per i rifiuti, per quasi tutti i servizi. Si pensi anche solo al risparmi di decine e decine di poltrone di presidenti e direttori, di tecnici che agiscono all’unisono e vengono pagati separatamente. Serve usare meglio i soldi e le braccia. Non serve assolutamente, soprattutto in questo momento, lo spreco. Tantomeno i buchi gravissimi di bilanci pubblici. «Non si mente mai così tanto come prima delle elezioni, durante la guerra e dopo la caccia» Otto von Bismarck) CONTROMANO a cura di Guido Cenini 5 Più rifiuti per tutti. In Italia crescono molto più del Pil. Anche se tra notevoli difficoltà, si diffondono però le iniziative per tentare di contenerne la produzione. Tra dispenser, raccolta domiciliare e tariffa premiale al posto della tassa, ecco cosa si tenta di fare nel nostro Paese. 5 Approvata la norma taglia carta. Con la finanziaria 2006 passa il provvedimento che prevede il trasferimento su supporto digitale della corrispondenza da e per gli uffici pubblici. Potranno così essere risparmiate migliaia di tonnellate di rifiuti, ancorché riciclabili. 5 Infrazioni ambientali. La Commissione europea ha intrapreso azioni legali contro l’Italia per ripetute violazioni o mancato rispetto della normativa comunitaria sui rifiuti, le discariche e le bonifiche dei siti inquinati. 5 L’Europa è afflitta dal maggior cambio climatico degli ultimi 5mila anni... Secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea) il clima in Europa sta sperimentando il maggiore cambiamento mai avvenuto negli ultimi 5mila anni. 5 ... Ma raggiungerà i tagli di CO2 previsti, mentre l’Italia si allontana ancora di più dal suo obiettivo. La Commissione europea ha reso pubbliche le ultime proiezioni relative alle emissioni di anidride carbonica (CO2) dei Paesi dell’Unione. “L’Italia ha un carico. gennaio 2006 - graffiti 4 BRENO: SCUOLA, GISAV E RIFORMA “MORATTI” dopo don Milani: quale memoria? di Alessio Domenighini Si sono svolte negli ultimi mesi dell’anno scorso in provincia di Brescia una serie di convegni per commemorare la figura di Don Milani, il suo impegno come prete e come educatore, le sue realizzazioni di scuole al servizio “degli ultimi”, di coloro che la società emarginava e che la scuola cacciava perché, essendo figli di contadini ed operai, non erano in grado di tenere il passo dei “pierini del dottore”. Anche in Valle il Gisav (Gruppo di Intervento per una Scuola Alternativa in Vallecamonica) che dall’inizio degli anni 70 opera sul nostro territorio per proporre una scuola, appunto, “alternativa” e che dell’ispirazione al priore di Barbiana ha fatto uno dei riferimenti ideali forti, ha organizzato un convegno su Don Milani tenutosi a Breno il 24 novembre scorso. Eppure… Proprio il sopra citato convegno ha visto una pregevole lettura “storica” dell’esperienza di Barbiana fatta da Massimo Todeschini e alcuni contributi di due dirigenti scolastici camuni e gisavini, Giancarlo Maculotti e Mario Martini, che hanno commemorato le realizzazioni altrettanto storiche di scuola “diversa” che il GISAV aveva attuato agli inizi degli anni Settanta in alcune realtà della Valle (Acquebone, Lozio, Ossimo). Iniziativa importante a livello storico, anche se evidenziava una notevole difficoltà ad andare oltre la “rievocazione”: l’oggi era solo vagamente accennato. In sostanza rimaneva e rimane inevasa la domanda di fondo e riassumibile in alcuni interrogativi: che cosa vuol dire oggi pensare ad una scuola “alternativa”? La riforma (così chiamata) Moratti risponde alla immutata esigenza di una scuola a favore degli “ultimi”? E poi chi sono questi “ultimi”, che bisogni esprimono, di che domande educative sono portatori? E se la Moratti non ci soddisfa che cosa facciamo per contrastarla nel concreto, giorno per giorno, nella riflessione teorica e nella pratica scolastica e sociale? Il convegno non ha affrontato l’oggi. Probabilmente le domande sono destinate a restare senza risposta, anche perché all’interno dello stesso Gisav, come del resto nel complesso dell’area progressista, le posizioni sono ormai diverse, molto diverse, soprattutto nelle scelte concrete e forse anche a livello teorico, se non proprio ideale. C’è chi vorrebbe praticare una riflessione radi- «... ti parlerò prima dei tuoi maestri elementari e poi dei tuoi professori: questi duplicati dei padri e delle madri, autori della tua diseducazione…». Pier Paolo Pasolini, “Lettere luterane” calmente critica e un rifiuto concreto delle pensate della Moratti che tendono a ripristinare una scuola “di classe”, celata dietro discorsi di libertà personali, affidando alle famiglie di provenienza le scelte scolastiche e dividendo l’istruzione superiore in due canali, l’uno di sere A e l’altro di serie B. C’è chi, dicendosi teoricamente contro la “riforma”, nella pratica quotidiana (quasi inevitabilmente anche per la collocazione “oggettiva” dei soggetti) fa molta fatica a costruire iniziative, momenti di riflessione, gesti singoli concreti che evidenzino un dissenso esplicito. Ma c’è anche chi concretamente opera se non a favore della riforma, comunque in modo da smussarne gli aspetti più pestiferi, in modo da spostare la riflessione su terreni più neutri, tecnici, spesso ambigui e che, magari, permettano un qualche ritorno d’immagine per l’operazione condotta. Risultato: passo dopo passo, in modo quasi inerte, la scuola muta faccia. il portfolio, strumento di valutazione pervasiva dei ragazzini, alla fine sembra perfino accettabile; le prove INVALSI, verifiche di stile industriale del prodotto, si fa finta che siano “oggettive” e perciò neutre. La riforma nel suo complesso “deve” essere applicata, magari con qualche mal di pancia. Il tutto, aspettando che le cose cambino e che domani il centrosinistra tornato al governo proponga qualcosa di diverso e di meno becero. Una prospettiva invero rischiosa, visto che alcune “ispirazioni” morattiane stavano già dentro la riforma scolastica pensata dal centrosinistra, a partire dall’idea centrale della scuola tagliata sul modello aziendale, col suo dirigente scolastico-manager, motore dell’organizzazione, ma piuttosto avulso dai processi e dalle pratiche educative, dalla burocratizzazione accelerata e forzosa del lavoro dell’insegnantescribacchino-somministratore, dai progetti calati dall’alto e dall’esterno, da forme di controllo esasperate, dall’idea di una scuola frantumata al suo interno, con scarsa propensione alla riflessione educativa, essendo annegata in un fare quasi sempre forsennato e indistinto, concorrenziale con altre scuole e indotta a fare vetrina delle sue attività e dei suoi prodotti. Insomma, tradurre Don Milani esigerebbe una riflessione teorica ad ampio raggio e senza riserve mentali, una capacità di ragionamento e confronto non formali, una voglia di ripensare criticamente le idee di modernità e di educazione imperanti. Una capacita di riflessione-comunicazione-sperimentazione educativa che coinvolga generazioni diverse di insegnanti: sembra di poter affermare che la formazione universitaria dei giovani docenti, per come viene attuata, spesso non sia in grado di fare i conti con quanto di pregevolmente educativo moltissimi operatori e diversi modelli organizzativi, a partire dai tempi pieni e prolungati, hanno realizzato in anni di sperimentazioni. Insomma, è importante recuperare la memoria storica di una scuola, che non può cominciare da zero. In questa fase culturale sembrano esigenze nostalgiche e passatiste. Forse è inevitabile che la scuola accolga solo i capaci e i meritevoli, mentre qualche associazione caritativa, o nessuno, si occupi dei ragazzi demotivati, dei ragazzi che non hanno delle famiglie con progetti forti sul loro futuro, dei marginali che non superano i livelli minimi decisi da qualche commissione, di chi non cresce, perché gli adulti non gli hanno mai chiesto di assumersi delle responsabilità, di chi proprio non ce la fa ed è quindi inutilizzabile nella logica della competizione mercantile. Una bella prospettiva in attesa che arrivi qualche nuovo don Milani a mostrare, ancora una volta, che il re continua ad essere nudo. PS. Chi scrive è da sempre uno del Gisav, che continua a riconoscersi in esso, anche se a volte non ne condivide gli orientamenti prevalenti. Uno che pensa che il dibattito, anche aspro, sia comunque meglio del silenzio e che, ovviamente, si sente parimenti responsabile sia dei successi che degli insuccessi che in questi anni abbiamo registrato. pentole e... coperchi Il Sole-24 ore di martedi 27 dicembre 2005 dedicava un’intera pagina all’Alta Valcamonica, riportando informazioni (non prettamente pubblicitarie) sulle ultime novità in tema di comprensorio sciistico e di economia indotta nell’ambito dell’Unione Comuni di quella zona, con particolare riferimento ai canoni di locazione degli appartamenti, da Pontedilegno a Monno, passando per Temù, Vezza d’Oglio e Incudine, ed ignorando (per svista, si presume) il Comune di Vione. Due giorni dopo, il Giornale di Brescia, sotto il titolo «Montagna, Ponte da record», riprendeva l’argomento, riportando le tabelle con la stessa omissione. Un po’ come quei cinesi che nel copiare il design delle... padelle di Lumezzane ne riproducono pure i difetti. (t.c.) graffiti - gennaio 2006 5 URBANISTICA CATTOLICA IN REGIONE LOMBARDIA il più devoto del reame di Bruno Bonafini E poteva mancare la Regione Lombardia, nella sconfortante gara a chi concede (e si concede) di più alla Chiesa cattolica in uno dei momenti del suo massimo affondo nei confronti della laicità dello Stato? La recente legge regionale n.12/2005 sul governo del territorio anche sotto questo aspetto porta i segni del tempo. da che pulpito... Sul Corriere della Sera di sabato 17 dicembre 2005 leggiamo che il vip Antonio Fazio va a messa alle sette di mattina, quindi raggiunge l’altare, avvicina a sé il microfono del leggio di legno laccato in oro, e scandisce a voce alta: «Così dice il signore: “Rispettate il diritto e fate ciò che è giusto”». Sta leggendo le parole del profeta Isaia, continua il Corriere, previste dalla liturgia del giorno. Chissà chi sarà invece di turno al leggio, aggiungiamo noi, quando si tratterà di leggere quell’altro brano dello stesso profeta: «Avete devastato la vigna, le spoglie dei poveri sono nelle vostre case!». Tempo di finanziamenti generosi alle scuole private, ricordiamolo, di esenzione dall’Ici per gli enti religiosi pur se con finalità commerciale, di procreazione assistita calibrata su misura cattolica, di ricerca imbrigliata, e altro ancora. In aggiunta ai non indifferenti privilegi, consolidati da tempo, tra cui spicca l’8 per mille, calcolato con larghezza. Tempo di genuflessioni, insomma, da credenti e non credenti, tutti iscritti in massa alla gara di devozione aperta dal cardinal Ruini e da quell’aristocrazia ecclesiastica che lascia credere di amministrare il voto cattolico. Genuflessioni ostentate, perché si veda bene che il genuflettersi dell’uno è più convinto e meritevole di quello dell’altro. Una gara indecorosa sulla pelle della laicità dello stato e della sua credibilità democratica nell’ambito dei moderni paesi europei. E in questo accorrer compunto di devoti e di famigli, a baciare il sacro anello, ognuno con le sue regalie (a spese dello Stato, naturalmente) non poteva mancare appunto la Regione Lombardia rappresentata dal pio Formigoni e dai conversi seguaci del dio Po. Con una novità che sa molto d’antico e richiama le decime di lontana memoria. Il nuovo obolo è prescritto dalla legge regionale n.12/2005 (articoli 70 e 71) che indica nell’8% (attenzione: otto per cento) la quota degli oneri di urbanizzazione secon- Pisogne: il nuovo che avanza (nel senso di “avanzaticcio”) Il 31 dicembre del 2005 Bresciaoggi riportava la succinta cronaca (firmata da Domenico Benzoni) del Consiglio comunale di Pisogne, con all’ordine del giorno la «interminabile discussione del bilancio 2006...». L’impianto previsionale redatto dall’assessorato competente, scrive il cronista, «non è stato scalfito», nonostante la trentina di emendamenti presentati dal gruppo di opposizione guidato da Diego Invernici. Emendamenti che, quindi, si sono limitati a «suscitare una pacata irritazione e qualche meraviglia...». Ed è proprio per rendere partecipi anche i lettori di Graffiti di alcune di queste “meraviglie” che riproduciamo alcuni brani della cronaca in questione, laddove tendono a riassumere il senso (se il termine non è eccessivo) degli emendamenti: «Pisogne futura [la lista dell’Invernici, appunto] ha chiesto tra l’altro di ridurre la spesa dal settore comunicazione e informazione» e «gli appostamenti di bilancio riservati al decoro del territorio», per favorire «l’istituzione di una “festa celtica”, di una “festa dei remigini”...». Inoltre, continua la cronaca del Benzoni, il gruppo di opposizione ha chiesto di investire meno fondi per le pari opportunità per porre in rilievo la festa del papà, della mamma e dei nonni», di «ritoccare la voce attività assistenziali per consentire la costruzione di un monumento alle vittime di Nassirya», e infine, con un fulmineo rientro in... patria, di «attuare meno progetti di cooperazione internazionale e maggiori interventi di derattizzazione». Della serie: ogni ulteriore commento è perfettamente superfluo! (t.c.) daria che i Comuni devono accantonare in un fondo destinato ad opere in favore «degli Enti istituzionalmente competenti in materia di culto della Chiesa cattolica». Tale quota va pagata perfino nel caso il cittadino convenga col Comune di trasformare in opere da lui eseguite gli oneri di urbanizzazione scomputandoli dal dovuto. E, come se non bastasse, tale contributo è dovuto dagli stessi Comuni anche per le opere pubbliche da loro stessi costruite (un nuovo municipio, una biblioteca, ad esempio..). Il tutto da ritenersi integrativo, non sostitutivo, di eventuali altri finanziamenti pubblici destinati allo stesso obbiettivo. E come se l’8 per mille nazionale non esistesse affatto. Siamo all’urbanistica cattolica, insomma. Dopo le banche cattoliche e la finanza cattolica (di non specchiata memoria, peraltro). E se non stupisce più la scoperta dell’ennesimo rivolo diretto verso il mare, sconcerta ancora invece che la tenuta identitaria di certo mondo religioso occidentale punti tanto sull’intreccio tra Chiesa e politica, nei suoi aspetti più discutibili e meno nobili, fatti di interessi e privilegi più che di valori. cronaca in libertà Nella notte tra il 27 ed il 28 dicembre dello scorso anno, a Piancogno, viene arrestato un malcapitato mentre «tenta di sfamarsi al bancone» di un bar. Ecco una sintesi della cronaca fatta dai due quotidiani locali. Bresciaoggi: «... protagonista il 37enne [omissis nostro] di Malegno, che nel giro di pochi minuti e nel raggio di poche decine di metri ha tentato il furto di un’auto senza riuscirvi; ha provato a introdursi in un’attività commerciale, ma l’esito è stato ancora negativo; ed infine non contento ha rotto un vetro ed è entrato in un bar...». Dall’autore dell’articolo, Paolo Morandini, ci aspettiamo di leggere nome e cognome in anteprima anche quando beccano un qualche pezzo grosso che riversa veleni nel fiume o che prende a calci nel sedere la colf filippina. Più cauto, invece, il Giornale di Brescia, che usa la formula dubitativa nell’ipotesi dell’auto (su cui «sono ancora in corso accertamenti») che «pare abbia tentato di rubare» e omette le generalità del «furfante». Peccato, però, per quest’ultima etichettatura... stilistica. (t.c.) gennaio 2006 - graffiti 6 2005: fra l’altro, è successo anche questo... sta diventando ormai una consuetudine (che speriamo apprezzata) il riproporre ai lettori di Graffiti un breve flashback sugli eventi che hanno caratterizzato la Valcamonica ed i suoi dintorni nell’anno appena... archiviato GENNAIO Olcese in cassa integrazione Il 13 gennaio, a Roma, le parti (sindacato e commissario straordinario) firmano l’accordo per la messa in Cassa integrazione straordinaria per 12 mesi i 180 dipendenti dello stabilimento di Cogno. Allarme alla Franzoni Nel corso di un incontro tra direzione aziendale e rappresentanze sindacali, il gruppo Franzoni annuncia l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Albano e ridimensionare quello di Esine. Un elettrodotto che... incombe sul futuro Il 20 gennaio, a Roma, viene inaugurato il mega elettrodotto che attraversa alcuni comuni della media-alta Valcamonica. «Un’opera rilevante che guarda al futuro», dichiara il presidente del Grtn (Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale) Carlo Andrea Bollino, ma al futuro guarda pure il sindaco di Malonno, Augusto Simoncini che, come molti altri pubblici amministratori, non partecipa alla cerimonia romana perché «non c’è nulla da festeggiare per chi dovrà tenersi uno scempio ambientale che peserà anche su nipoti e pronipoti». Tessili in sciopero Nell’intento di sollecitare l’impegno delle istituzioni per il rilancio del settore tessile, il sindacato lombardo promuove una giornata di sciopero con manifestazione regionale per il 21 gennaio. Nel comprensorio camuno-sebino lo sciopero viene esteso a tutti i settori produttivi. FEBBRAIO Italaquae minaccia licenziamenti Il nuovo padrone delle “acque” di Boario, Carlo Pontecorvo, presenta il piano di ristrutturazione della holding, che prevede il taglio di 150 posti di lavoro, di cui 40 a Boario, su un organico di 150 dipendenti. Lovere: arrivano i russi La Lucchini Sidermeccanica di Lovere (già Italsider, Ilva, Terni...) passa ai russi della Severstal. Facile e scontata la battuta che circola negli ambienti operai e sindacali: «L’uomo che investiva contro il sindacato e contro gli scioperi ha finito per arrendersi ai russi». Alta Valle: il “Grande Sogno” Alla presenza delle... autorità provinciali, regionali e nazionali, viene collaudata la nuova telecabina che collegherà i passi del Tonale e del Paradiso in sette minuti e mezzo. «Il grande progetto di ampliamento del demanio sciabile – scrive il Giornale di Brescia – dovrebbe fare il resto». Valcamonica Romana Fra i Comuni di Bienno, Berzo Inferiore, Breno e Cividate Camuno viene firmato un «Accordo di programma per la valorizzazione del patrimonio archeologico e dei siti archeologici della Media Valcamonica. Garanti del progetto (dal valore complessivo di oltre 8mila euro), l’assessore regionale Ettore Albertoni, il presidente della Provincia, Alberto Cavalli e la Comunità montana di Valcamonica. MARZO Un Museo dell’energia idroelettrica Il Comune di Cedegolo si accinge a perfezionare il progetto per la realizzazione di un Museo dell’energia idroelettrica, da realizzarsi negli ampi spazi dell’ex centrale Enel (già della Società elettrica bresciana), all’ingresso sud del paese. L’inaugurazione è prevista nel maggio del 2008. Convegno per la tutela dell’ambiente A Breno, nell’Auditorium “Giacomo Mazzoli”, viene promossa una pubblica assemblea per discutere ed assumere iniziative contro i progetti urbanistici nella piana del Gaver e l’avvio di un’attività estrattiva nella Prada di Losine. Oltre al Comitato promotore, aderiscono all’iniziativa anche la sezione camuna di Italia Nostra, la Commissione Tutela Ambientale del Cai, il circolo camuno di Legambiente, Vivi Breno, il Collettivo Losine, l’Associazione Amici di Radio Onda d’Urto, la Ciclistica brenese, il gruppo consigliare di Breno “Impegno Comune” e l’unità di base “Media Valle dei Ds. APRILE Risonanza magnetica a Esine L’Ospedale di Esine riceve dalla Regione Lombardia un contributo di un milione e 700mila euro per l’acquisto dell’apparecchiatura per la risonanza magnetica, ma incassa pure le critiche da parte di Cgil, Cisl e Uil perché il Dipartimento emergenza-urgenza e il Pronto soccorso dell’ospedale di Vallecamonica «hanno bisogno di essere posti nella condizione di operare al meglio, considerato che negli ultimi anni l’attività generale è aumentata nella quantità ma non nella qualità». Crisi nel Consorzio Forestale Nel Consiglio comunale di Artogne, maggioranza e opposizione condividendo la preoccupazione sullo stato del Consorzio forestale della Bassa Valle, chiedono lumi sul «Come si può accumulare nell’arco di un anno un debito di 450 milioni di euro». «La Mafia è anche al Nord» In un ciclo di incontri pubblici, promossi in varie località della Valcamonica con la partecipazione di personaggi come Claudio Fava e Rita Camisano, la Sinistra giovanile ci ricorda che «La Mafia è dappertutto», quindi anche al Nord. «L’acqua è nostra e la gestiamo noi» I Comuni di Cerveno, Ceto, Cimbergo e Ono San Pietro confermano la loro contrarietà al progetto di un unico Ato (ambito territoriale ottimale) per tutta la provincia di Brescia. «La nostra acqua – dicono – vorremmo continuare a gestirla, perché illumina, muove, riscalda, nutre, irriga e disseta... ma è la nostra». “Filo corto” anche alla Legnano «Una situazione debitoria al limite del collasso ed un piano industriale che non convince né il sindacato né le maestranze». Questo, in sintesi, il commento giornalistico a proposito del gruppo tessile Legnano (con due stabilimenti a Cividate Camuno e uno a Paratico). MAGGIO “Non tutto il male vien per nuocere” Il rincaro del petrolio ed il conseguente maggior dinamismo nella produzione e nella ricerca di nuovi giacimenti fa galoppare i conti di Tenaris, il gruppo che comprende anche la Dalmine. Acque sporche in... libertà “Vallecamonica Servizi” fa il punto sui sistemi di collettamento e trattamento delle acque. Ne vien fuori, tra l’altro, che per offrire un sistema ottimale 12 impianti andrebbero ampliati e adeguati, mentre 15 dovrebbero andare in pensione». Carbofer: libertà di inquinare, o no? Nel ricorso che la oppone al Comune di Piancamuno, la “Carbofer” ottiene dal Tar (tribunale amministrativo regionale della Lombardia) un pronunciamento favorevole, a condizione che si dia corso «all’immediata e non ulteriormente differibile rimozione del tetto contaminato da amianto in fase di sfaldamento...» graffiti - gennaio 2006 7 GIUGNO AGOSTO NOVEMBRE “Agenda 21” anche in Valcamonica Con un “forum” presso l’auditorium della Comunità montana, a Breno, prende il via ufficialmente l’Agenda 21 della Valcamonica», ovvero, un percorso che prevede il coinvolgimento di tutte le associazioni, le categorie economiche e sociali, le scuole e il mondo del volontariato al fine di individuare i temi che più interessano gli abitanti della valle e, quindi, realizzare una bozza di progetto per interventi di carattere ambientale e territoriale. Alta valle: il metano ti da una mano L’apertura di una valvola per svuotare l’aria dalle tubazioni e, quindi, l’accensione della classica fiammella hanno sancito il collegamento del Comune di Corteno Golgi alla rete del metano. La Croce del Papa a Cevo Tutti (o quasi) felici in quel di Cevo dopo la seconda inaugurazione (con relativa benedizione dell’immancabile cardinal Re) della Croce sul dosso dell’Androla. La terza inaugurazione pare sia prevista per la primavera dell’anno in corso. Niggeler & Kupfer chiude Pilzone Il gruppo tessile Nk (Niggeler & Kupfer), con oltre 700 dipendenti distribuiti in cinque stabilimenti nel Bresciano (Breno, Capriolo, Chiari e Pilzone), uno in Abruzzo e due fabbriche in Tunisia, annuncia di voler chiudere la filatura di Pilzone, dove sono occupati quasi cento lavoratori. Il viadotto della “Vergogna” Durante il collaudo di un viadotto della nuova statale 42, a Capodiponte, la struttura in prefabbricato, abbandonata a sé stessa da alcuni anni, cede improvvisamente facendo precipitare nel vuoto i sei camion che la stanno “caricando” per il collaudo. Uno degli autisti, Gianfranco Bariselli Maffignoli, verrà estratto senza vita dalle macerie. LUGLIO Il ministro Maroni in Valcamonica Piuttosto fitto il calendario del ministro Roberto Maroni: visita allo stabilimento Franzoni filati di Esine; visita al nuovo incubatore di Cividate Camuno; visita alla Herno confezioni di Gorzone; visita all’area artigianale di Angolo Terme; visita all’imbottigliamento della Boario e, infine, incontro all’Osservatorio del lavoro e dell’economia, presso la Secas. Forno Allione: residui infiniti L’area dell’ex Ucar di Forno Allione ritorna al centro dell’attenzione da parte dei tecnici dell’Arpa (agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e del Corpo forestale dello Stato. Motivo del sopralluogo, probabilmente, la discarica di materiali tossici dell’ex Union Carbide di cui si parla ormai da diversi anni. Denaro fresco per Zaleski Il finanziere Romain Zaleski, padrone del gruppo Tassara, cui fanno capo le attività industriali-siderurgiche (sempre più modeste, ormai, vista la preminenza degli impegni finanziari), si porta a casa la prima “trance” (800 milioni di euro) dei circa 4 miliardi di plusvalenze realizzate con la cessione del 20% di Italenergia Bis a Elettricité de France. Le bandiere di Legambiente Nella sua tappa valligiana, la “Carovana delle Alpi” di Legambiente ha assegnato le ormai classiche bandiere... al merito. Bandiera verde agli “Amici della Natura” di Lozio e di Saviore, all’associazione “Amici con gusto” e alla sede edolese della Facoltà di Agraria, per «un’esperienza di turismo dolce» agli Amici della Natura e per il «sostegno dal basso nella costituzione di un sistema di promozione e miglioramento dei prodotti e delle aziende locali» ai Camuni con gusto ed alla Facoltà di Agraria. Bandiera nera, invece, ai Comuni di Pontedilegno e Temù e all’assessorato regionale al turismo per le «pesanti manomissioni dei versanti del Parco dell’Adamello». SETTEMBRE Statale 42: c’era pure l’aspersorio Inaugurazione in “pompa magna” del tratto di Statale 42 fra Breno e Niardo. Ad affiancare il capo compartimento dell’Anas nel momento culminante dell’inaugurazione (dopo l’aspersione di acqua santa), infatti, c’erano: «l’on. Caparini; gli assessori provinciali Parolini e Minini; il consigliere regionale Monica Rizzi; il consigliere provinciale Nilo Pedersoli; i sindaci di Ceto, Franco Guaini; di Niardo, Tiziana Pelamatti; di Cerveno, Anna Bonfadini; e di Capodiponte, Francesco Manella; e, dulcis in fundo, il presidente della Comunità montana, Alessandro Bonomelli e gli assessori comunitari Mario Pendoli e Santino Fanchini». OTTOBRE Del Bene e del Bello Comunità montana, Bim e Secas promuovono la prima rassegna annuale dedicata alla valorizzazione del patrimonio artistico-culturale e delle tradizioni gastronomiche della Valcamonica. Titolo della rassegna: “Del Bene e del Bello”. Aboliamo le Comunità montane? Una sparata del coordinatore elettorale di An, Silvano Moffa, contro gli enti sovracomunali per fare cassa nella Finanziaria mette in subbuglio i piani alti delle comunità montane di Valcamonica e del Sebino (e delle altre aree montane, si presume). La “provocazione” si sgonfierà come una bolla di sapone nel giro di pochi giorni. Monitoraggio dell’utenza ferroviaria L’assessorato ai trasporti della Provincia di Brescia, in collaborazione con Ferrovie Nord Milano e Comunità montana di Valcamonica, programma una rilevazione mirata degli utenti che si servono della ferrovia Brescia-Iseo-Edolo, al fine, si dice, di comprendere meglio la rispondenza del servizio ferroviario. Agenzia territoriale o calderone? Nella sede municipale di Darfo Boario Terme, presente il notaio Tabaluppi, viene costituita una “Agenzia territoriale per il turismo” (una sorta di dependance camuna dell’assessore provinciale Minini). Sono presenti, fra gli altri (leggiamo l’elenco da Bresciaoggi), i sindaci di Darfo Boario Terme, Artogne e Angolo Terme (Francesco Abondio, Simone Quetti e Mario Maisetti); Francesco Bosco in rappresentanza di Adamello ski; Valter Sala per la Secas; Ausilio Priuli per Archeopark e Fabio Bianchi per Montecampione impianti e Assocamuna. DICEMBRE Il Consorzio comincia a perdere pezzi Il consorzio forestale della Bassa valle, in crisi economico finanziaria da lungo tempo, comuncia a perdere pezzi con l’uscita del Comune di Artogne. “Job caffè” a Darfo Boario Terme Sempre con la consueta e irrinunciabile pompa magna, viene inaugurato in via Ghislandi, a Darfo Boario Terme, il nuovo Centro per l’impiego della Bassa Valcamonica, si chiamerà “Job caffè”. Consueta e irrinunciabile anche la benedizione dei locali: forse perché i frequentatori del Centro per l’impiego saranno destinati ad essere sempre più “figli di un altro dio”? Una povertà sempre più diffusa Ai temi della povertà, della casa e del lavoro si richiama don Danilo Vezzoli, affermando, nel suo intervento al congresso comprensoriale della Cgil, che «oggi i poveri che bussano alle porte della Caritas non sono solo gli stranieri, ma anche gli italiani». «Se una società libera non può aiutare i molti che sono poveri non può salvare i pochi che sono ricchi». (J. F. Kennedy) gennaio 2006 - graffiti 8 LA MUSICA CHE GIRA INTORNO... (a cura di Fabio Poli) Punto G: “esplode il mondo pop” E così i quattro ragazzacci ce la stanno quasi facendo. Da tempo sulla scena a livello nazionale, i “Punto G”, grazie alla tenacia e alle ottime capacità artistiche, stan facendo tremare i palchi di tutto Italia, portando alte la malizia del proprio nome e le proprie origini valligiane. Tutto confermato dal loro ultimo lavoro: “Esplode il mondo pop”, che ha saputo dare uno scossone adrenalinico alla scena emergente del rock italiano. Il disco contiene tracce da “bere alla goccia”, che non lasciano un attimo di tregua. Le note sembrano spesso confuse quanto più ricercate e, creando un’atmosfera di ruvido disordine, ti permettono di seguirle traendone melodie originali e complesse. Si denota, nelle canzoni, una certa influenza anglosassone, rivestita qua e là Il 27 gennaio 2006, dalle ore 18.00 alle ore 24.00, si svolgerà al Centro Intervallivo di da ottimi inserti hammond e da una voce Edolo una festa antirazzista, organizzata dal Circolo della Sinistra Giovanile di Valle aspra ed espressiva. Camonica. La serata sarà incentrata sull’esibizione di alcuni gruppi musicali giovanili I testi, apparentemente semplici, sono dell’Alta Valle, durante la quale sarà possibile consumare strinù, patatine fritte, dolci forse la parte meno importante nella strutlocali ed esteri, bibite. tura del disco, ma contengono un’essenPer tutta la durata della festa verranno proiettate parole e immagini che parleranno delle zialità tale da poterli sposare con la musipopolazioni del Sud del mondo, mentre in due momenti distinti verranno trasmesse due ca, potendo così godere di entrambi. interviste doppie (sulla falsariga di quelle del programma satirico “Le Iene”) che veProdotto altamente infiammabile da usare dranno protagonisti uomini e donne immigrati e residenti nel nostro territorio. con cautela, ma vivamente consigliato. A metà della serata, inoltre, saranno mostrati alcuni brevissimi spezzoni del film “La I “Punto G” sono: Gianluca Romele (voce e vita è bella” di Roberto Benigni, in ricordo del Giorno della Memoria che cade proprio chitarra), Sergio Maggioni (chitarra), Paolo il 27 gennaio e che, da 61 anni a questa parte, ci ammonisce affinché ogni forma di Gheza e Domenico Ducoli (Parte ritmica). razzismo e di discriminazione vengano cancellati. Saranno ore di festa e di incontro tra i giovani e non solo, di divertimento e di allegria; ma sarà anche un momento per riflettere, per capire, per cercare di cominciare a guardare l’altro non nelle sue diversità ma in ciò che ci accomuna tutti, cioè il nostro «Il paragone col centrodestra è evidente essere uomini e donne con uguali diritti e pari dignità. anche se insostenibile: da quella parte Saranno anche allestiti dei banchetti informativi per chi fosse interessato ad approsono stati tutti stretti intorno a Dell’Utri, fondire tematiche quali l’immigrazione e l’integrazione, nella convinzione che sia nea Previti, per non parlare della solidarietà cessario sensibilizzare e aprire le nostre menti ad un mondo sempre più globalizzato, a Berlusconi. Sono convinto che le opiche non deve essere rifuggito o demonizzato ma analizzato e compreso. nioni vanno distinte dai fatti, e che quinUna serata, insomma, allo stesso tempo ludica e riflessiva, all’insegna del buon umodi anche in questo caso la magistratura re e del confronto, nella consapevolezza che non potrà certamente essere una festa a debba essere lasciata lavorare in pace. risolvere problemi intricati e complessi quali il razzismo e l’intolleranza, ma che anche Se i manager di Bankopoli hanno sbain questo modo si compiono i primi e doverosi passi per sciogliere i nodi e le difficolgliato, devono pagare, ma questo non tà legati alla convivenza di persone di provenienza e culture differenti. autorizza il linciaggio preventivo del seMaurizio Gino Morandini gretario dei Ds, Fassino. festa antirazzista a Edolo diritto & rovescio Poi se c’è uno che non può fare la morale, è proprio Silvio Berlusconi che fa sorridere anche gli ingenui quando sostiene di non aver mai mescolato affari e politica. Si è detto anzi che la politica si è fatta tanto divorare dagli interessi economici da diventare un tutt’uno. Ma sono gli uomini che l’hanno fatta diventare così debole. È possibile che in Italia per far emergere un problema occorra sempre uno scandalo, stavolta quello delle banche? Più di 25 anni fa Enrico Berlinguer diceva: “I partiti sono soprattutto macchine di potere e di clientela, gestiscono interessi lontani dai bisogni umani e non perseguono il bene comune”. Aveva ragione. Quella lezione che oggi viene ricordata come la “questione morale” non è servita a nulla». da “Strettamente personale”, di Enzo Biagi, Corriere della Sera dell’8 gennaio 2006 il buon esempio, innanzitutto Apprendiamo dalla stampa locale che Luigi Bianchi – capogruppo di minoranza dei Ds presso la Comunità Montana della Valsabbia – ha recentemente presentato quattro emendamenti al bilancio per un totale di 100mila euro (50mila in favore dello sport giovanile, 25mila per attrezzare aree di sosta turistiche, 15mila per la rilevazione della qualità dell’aria e 10mila per depliant promozionali) da recuperare dalla riduzione proporzionale delle indennità di carica percepite da Presidente e Consiglio direttivo, recentemente raddoppiate dal centrodestra al governo dell’ente comprensoriale. Si tratta, per citare solo le cifre più importanti, di 4.500 euro mensili per il Presidente (più cellulare e computer portatile gratis, oltre ad altri mille euro di rimborsi vari) e 1.200 euro per gli Assessori (in totale circa 200mila euro in più all’anno che gravano sul bilancio, già ampiamente tagliato dalla Finanziaria). Ermanno Pasini – leader della Comunità Montana, laconico e senza farne su tante – ha spento il compagno Bianchi: «Le nostre indennità di carica sono comunque inferiori a quelle percepite da altre Comunità Montane, quali Valtrompia e Vallecamonica, notoriamente amministrate dal centrosinistra». (Mario Salvetti) PS: I metalmeccanici sono in trattative da mesi con Federmeccanica per 130 euro lorde in più in busta paga. Il pubblico impiego aspetta circa 100 euro. I lavoratori della scuola hanno firmato con il Tesoro, ma manca ancora la copertura finanziaria. Buon anno! graffiti - gennaio 2006 9 Gianico: fatti di malapolitica in “casa nostra” a cura del gruppo civico “Il larice” Ripartiamo da dove ci siamo lasciati l’ultima volta. Lo dobbiamo dire ancora. Gli attuali governanti continuano come sempre: grandi slogan pubblicitari e poi approvano una Finanziaria, in cui costringono le istituzioni locali a tagliare i servizi ai cittadini. Così la gente vede aumentare i costi per la sanità, la scuola, l’assistenza agli anziani e agli handicappati, ecc., ecc. Per i prezzi poi, basta fare la spesa… Insomma, le famiglie normali non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, mentre Berlusconi continua a ridere e a dirci che siamo tutti ricchi, i leghisti a gridare che loro (a parole) sono proprio dalla parte della gente. Ma ci hanno proprio preso per incapaci di intendere e di volere? Noi non vogliamo appartenere a questa categoria e naturalmente pensiamo di essere in tanti e in crescita. Allora ci danno fastidio anche le cose che succedono in casa nostra, perché vorremmo i politici della Valle più avveduti e responsabili di quanto talvolta invece dimostrano. Sì, perché in questo clima di grande difficoltà a tirare avanti, anche le istituzioni locali ci mettono del loro. Così la vicenda dei Consorzi Forestali sembra proprio un bell’esempio di correttezza ed efficienza “padana”. Il Consorzio Forestale, di cui il nostro Comune fa parte, quello della Bassa Valle Camonica, in un anno ha registrato un debito di 450 mila euro, a cui vanno aggiunti 100 mila euro di perdite degli anni precedenti. Per cui ora i cittadini di Darfo, Artogne, Gianico, Esine, Piancamuno, Berzo Inferio- re, Bienno, Cividate e Prestine dovranno pagare, perché i loro Comuni sono chiamati a farsi carico degli impegni finanziari inattesi, per evitare il fallimento. Per Gianico, la quota da versare è di 43 mila euro. Si tratta di una notizia esplosa improvvisa in primavera e le cui responsabilità pare non siano di nessuno. Consulenze faraoniche, megaprogetti, a cui non corrispondono adeguate realizzazioni, rimborso spese agli amministratori, una presenza di addetti superiore alle possibilità di bilancio, taglio dei contributi regionali (anche loro tifano per la devolution?) sembrano alcune delle cause più rilevanti. Così il dibattito infuria. Alcune forze politiche e sindacali prendono posizioni pubbliche. C’è chi propone per il futuro un Consorzio unico per tutta la Valle, chi ne vorrebbe uscire, chi si chiede che fine faranno le decine di dipendenti. Alcune proposte ci sembrano ragionevoli, anche se vorremmo capire di più sull’utilità di questi Enti, sui compiti che sono loro affidati, sui benefici che derivano ai territori interessati dall’azione di questi Enti. Forse siamo un po’ ciechi e/o distratti, ma ci pare che finora questa visibilità del loro intervento proprio non ci sia stata. Ma ancora prima, chiediamo che si discuta anche di responsabilità (o di incapacità di gestione). Chi ha operato per accumulare questo debito? Chi non è stato capace di controllare una spesa tanto faraonica? Qualcuno ne ha beneficiato, a livello economico o di immagine politica, magari facendosi bello DAL NOSTRO INVIATO A... (di Margherita Moles) notte di Natale a Braone Vi racconto brevemente dell’iniziativa a Braone nella notte di Natale. Dopo l’incontro avvenuto nell’inverno scorso presso la scuola elementare di Braone, ci ha cercato Livia Facchini che con la Commissione Biblioteca ha ideato di ritornare sul discorso Perù, progetti del Caith, progetto scuola Maria Angola, proprio in questa occasione. Hanno predisposto fuori dalla chiesa, intercettando le persone che andavano e uscivano dalla Messa , una bancarella con loro piccole produzioni, hanno messo in vendita manufatti artigianali di Tapioca, provenienti dal Perù, hanno esposto cartelloni con fotografie e frasi di richiamo, hanno distribuito dei volantini per presentare il progetto della scuola e.... nonostante il freddo gelido, nonostante il paese sia piccolo, nonostante tutti avessero già comperato i regalini di Natale, sono riusciti a raccogliere euro 260. L’iniziativa è stata molto importante, ha segnato una presenza, ha sparso nuovi semi. I soldi raccolti sono una risorsa preziosa che va ad integrare la cifra che raccogliamo con le quote fisse versate dai sostenitori fedeli. Affideremo a Cinzia, che ora è qui, questo denaro affinché lo porti a destinazione. Tra l’altro mi sembra una buona idea, che potrebbe essere ripetuta in altri Paesi in occasioni di festività o ricorrenze. A tutti un abbraccio, e a risentirci nel 2006. con assunzioni che il Consorzio non era poi in grado di pagare? In questi casi pensare male pare esagerato, ma poi succede che si coglie nel segno. Insomma pensiamo che non si possano far pagare ai cittadini l’incapacità, la demagogia, l’arroganza di alcuni politicanti. Siamo di fronte all’ennesimo bell’esempio di devolution. E qui Roma ladrona proprio non c’entra. Semmai dovremmo parlare di Valcamonica ladrona (o incapace). O per lo meno di una nutrita schiera dei suoi rappresentanti. La nostra posizione allora è coerente: come consiglieri del gruppo “Il Larice” voteremo no al ripianamento del debito. Inoltre chiediamo che si sappia: chi sono i responsabili di questo scandalo, chi doveva vigilare, ma guardava da un’altra parte, chi ha guadagnato e speculato sulle spalle dei cittadini, quali garanzie si avranno che in futuro la cosa non debba ripetersi. Fare politica è una cosa seria e deve essere anche onesta. Soprattutto, anche in Padania, non è consentito sbagliare in modo così vistoso, senza assumersi responsabilità sociali. Siccome ci pregiamo del fatto che non esiste l’omertà da noi, raccontiamo ai cittadini di Gianico questi fatti, che rischiano di rimanere coperti dal silenzio, speriamo vergognoso, di chi è abituato comunque a fare quadrare tutto, anche il cerchio. Con disappunto ci stiamo rendendo conto che probabilmente saremo il solo gruppo consiliare nei Comuni della Bassa Valle a prendere questa posizione. Ragioni di opportunità politica hanno indotto altre minoranze, a noi affini, a votare con le maggioranze per un risanamento del bilancio, senza opporre ostacoli. Siamo disorientati da questi comportamenti, perché, anche se il momento che stiamo vivendo comporta l’impegno di costruire alleanze strategiche per battere la destra e la lega al potere, tuttavia crediamo che ci possa e debba essere posto per un dissenso ragionato, per una critica alla politica degenerata, che sperpera ed usa il denaro pubblico senza avvedutezza e scrupoli. Per di più in una stagione in cui tutto si restringe e il problema fondamentale sembra essere la mancanza di risorse. Boh! In questo caso e con queste ragioni possiamo accettare di essere soli. “Non affermo niente; ma mi contento di credere che ci sono più cose possibili di quanto si pensi”. (Voltaire) gennaio 2006 - graffiti 10 Malonno: milioni come... noccioline di Mario Bertoli L’amministrazione comunale di Malonno sta cercando di recuperare un finanziamento di 1.600 milioni di euro, al fine di riproporre il Piano di Insediamento Produttivo (Pip) nella piana di Malonno. Durante la campagna elettorale delle ultime amministrative, nell’opuscolo n° 3 il Sindaco Augusto Simoncini scriveva testuali parole: «Abbiamo ottenuto un finanziamento di 1.600 milioni per sviluppare la zona artigianale… ora si deve velocemente sottoscrivere l’accordo con i privati, entro luglio [2004] e poi far partire i lavori che una volta finiti attireranno investimenti per decine di miliardi di vecchie lire», aggiungendo che «la promessa di far ripartire lo sviluppo della zona artigianale è stata mantenuta» e, quindi, che «questa sarà la più grande operazione di sviluppo economico, assistito dal comune, che si sia mai verificata nel nostro territorio». E si dava quindi come acquisito il finanziamento... Ma allora, che fine hanno fatto i 1.600 milioni? Grazie ad una forza politica che aveva sostenuto il Simoncini nelle elezioni, ricevendone in cambio un assessore esterno attualmente in carica, pare siano stati dirottati verso un altro comune della media valle. Vediamo ora alcuni ai dati, resi pubblici dai consiglieri di opposizione. L’intervento complessivo comprende 83.900 m² che il comune acquisterà dai privati per una spesa complessiva di 3.010.128 euro. Dopodiché l’amministrazione procederà alle opere di urbanizzazione (strade, parcheggi, fogne, luci ecc…) per un costo complessivo di 2.534.700 euro. Calcolando altre voci (Iva, spese tecniche ecc…) il totale complessivo dei costi a carico dell’amministrazione arriva così a 6.282.000. Esistono però ancora molti dubbi riguardo all’importo del finanziamento ottenibile dalla Regione, visto che non si è in grado di valutare quali spese siano ammissibili ad un finanziamento e quali no. Secondo una valutazione del Gruppo Impresa Finance interpellato dall’amministra- Via Badetto, 21 - Ceto (Bs) zione, la spesa potrebbe essere coperta da un finanziamento a fondo perduto della Regione Lombardia per 1.798.377 euro e da un mutuo ventennale a tasso zero di altri 1.798.377 euro. Questa è stata la richiesta avanzata dall’amministrazione alla Regione. Quindi il finanziamento a costo zero per il nostro comune dovrebbe essere di 1.798.377 euro. Essendo però il costo complessivo dell’opera di 6.282.000 euro mancano 4.483.623 euro, che l’amministrazione intende coprire con la vendita dei lotti realizzati alle imprese artigiane. Attenzione però, per non gravare sulle già povere casse comunali, tutto questo dovrebbe avvenire in contemporanea: si acquisiscono le aree (3 milioni di euro), si fanno le opere di urbanizzazione (3 milioni di euro), si incassa il finanziamento a fondo perduto (1,8 milioni di euro) e con l’incasso dalla vendita dei lotti si pagano i proprietari dei terreni, si pagano le opere di urbanizzazione e la rata del mutuo ventennale. Al di là del fatto che potrebbe non essere condivisibile la necessità di degradare tutta l’area della “piana” – che svolge ancora un ruolo fondamentale nell’attività agricola malonnese – per creare capannoni destinati ad ipotetiche imprese artigianali (fatta eccezione del caso in cui si possa veramente creare nuova occupazione per i disoccupati e non capannoni “deposito”), sono piuttosto interessanti anche alcune informazioni e interrogazioni sull’argomento fornite dai consiglieri di minoranza tramite volantino pubblico [di cui si riportano alcuni brani nella pagina accanto] sulla situazione attuale, per farci un opinione in proposito. COOPERATIVA SOCIALE Pro-Ser Valcamonica Piazza don Bosco, 1 - DARFO BOARIO TERME 0364.532683 CONSULENZA PROGETTAZIONE E VENDITA DI SISTEMI INFORMATICI ANALISI E SVILUPPO SOFTWARE PERSONALIZZATO ASSISTENZA TECNICA Via Quarteroni, 16 25047 - DARFO BOARIO TERME Tel. 0364.535523 - Fax 0364.534788 Internet: www.ecenter.it e-mail: [email protected] 5 pulizie civili ed industriali 5 pulizie condomini ed uffici 5 facchinaggio - gestione mense maninpasta a Darfo Boario Terme LAVANDERIE A SECCO ECOLOGICHE c/o Centro mercato "Val Grande", a Gianico c/o Centro "Italmark", a Pisogne il servizio di qualità! ADERENTE AL CONSORZIO SOLCO CAMUNIA graffiti - gennaio 2006 ma quanto costerebbe insediarsi a Malonno? Ecco uno stralcio del volantino diffuso dalla minoranza consigliare di Malonno: «... i lotti sono 6 per un totale complessivo di 62.059 m². Tenendo presente che, a parte la quota del finanziamento a fondo perduto di 1.798.377 euro, tutte le altre spese debbono essere recuperate dalla vendita dei lotti, il calcolo del costo al m² è relativamente semplice: spesa da recuperare 4.483.623 euro (circa 8 miliardi di lire) diviso il numero totale dei m² dei lotti (62.059) ne deriva che il costo al m² dovrebbe essere di circa 72 euro. Ora a voi sembra che con la situazione economica attuale della Valle Camonica ci possano essere tanti artigiani disposti a spendere migliaia di euro per insediarsi sul nostro territorio, quando salendo lungo la valle si possono vedere molti capannoni in affitto o in vendita? Ma se gli ipotetici acquirenti non ci fossero cosa potrebbe accadere? Due cose: 1) i proprietari dei terreni debbono aspettare fino a fine 2006 che i lotti si vendano per poter incassare completamente. 2) se poi al 31 dicembre 2006 non ci fossero ancora acquirenti e si fossero comunque realizzate le opere di urbanizzazione, al comune di Malonno (a tutti i cittadini) rimane in carico un bel debito visto che si dovrà comunque procedere al saldo dell’acquisto dei terreni, oltre ai costi per le opere. [...]. Un ultima considerazione: la redazione del progetto prevede una spesa di 82.008 euro di parcella del professionista. Se non ci fosse l’approvazione del finanziamento e quindi non si facesse nulla il compenso al progettista è di 49.204, 80 euro per la redazione del progetto, più 6.120 euro per la progettazione definitiva delle opere di urbanizzazione. Attenzione queste cifre (a cui vanno aggiunti 7.236 euro di incentivo per altri soggetti) per un totale di 62.560,80 euro sono già state liquidate... non ci sono i soldi per le opere primarie e poi si spendono 62.000 euro per un ipotesi che non si sa quali benefici certi possa portare al nostro Comune! [...]». LA CLASSIFICA DEL MESE (a cura di Gastone) montagna, che passione! Voto 1 alle società Alpiaz e Montecampione Impianti. Non bastano le sorelle Fanchini a risolvere i problemi della località sciistica. Ad ogni inizio stagione, puntuali come un orologio svizzero, fioccano dimissioni e polemiche infuocate. A quando finalmente la pace? Voto 2 a Francesco Abondio e a Corrado Ghirardelli. Il sindaco e l’ex vicesindaco di Darfo – ai ferri corti da tempo – litigano persino sulla qualità della mensa scolastica comunale. È squallido coinvolgere gli utenti in strumentalizzazioni politiche: dei regolamenti di conti interni alla destra ai cittadini non gliene importa niente. Voto 3 a Vallecamonica Servizi. La società – per bocca di Diego Invernici – ha presentato alla stampa “Vallecamonica solidale”, una fondazione ideata per fare beneficenza, che conta già un fondo di 50mila euro. Della carità del centrodestra i camuni non se ne fanno nulla: se i bilanci sono in fiorente attivo si abbassino agli utenti le tariffe di rifiuti e metano. Voto 4 al brenese Nilo Pedersoli. Il consigliere provinciale della Lega affida ai giornali i suoi successi, dopo la contrattazione con l’assessore ai lavori pubblici Mauro Parolini. Grazie alla sua tenacia si avrà l’apertura prolungata dei passi montani anche quando la stagione fredda è entrata nel vivo, per la gioia degli amici cacciatori. Che bravo e che lungimiranza politica. Nilo forever. Voto 5 alle immobiliari che speculano su Pontedilegno e i comuni limitrofi. Dopo l’ampliamento del demanio sciabile, sono schizzati ancora di più alle stelle i prezzi delle abitazioni. È un gatto che si morde la coda: più sci, più seconde case, più cementificazione del territorio. Alla faccia del turismo sostenibile. Voto 6 all’assessorato al lavoro della Provincia di Brescia. Ha aperto a Darfo un centro per l’impiego, denominato “Job Cafè”. Per chi vorrebbe il dialetto ovunque è un bel passo avanti utilizzare l’inglese. Peccato però che i turisti di passaggio ci entrino chiedendo il caffè o una cioccolata calda… Voto 7 ad Antonio Fazio, per aver rassegnato finalmente le dimissioni dalla Banca d’Italia. In quei giorni convulsi il quotidiano Repubblica ci ha informato con dovizia di particolari sulla frenesia e le preoccupazioni del camuno monsignor Re, in perenne pendolarismo tra la casa del pio Fazio (suo amico intimo) e gli uffici degli uomini forti del governo. Ora il pellegrinaggio è finito. Andate in pace. Amen. Voto 8 all’Asl di Vallecamonica. La nuova risonanza magnetica, inaugurata in pompa magna all’ospedale di Esine, si spera riesca a bloccare la fuga dei camuni presso altre aziende ospedaliere. Voto 9 al Comitato ambientalista di Piancamuno. Il no del Tar al ricorso presentato contro la Carbofer non ha bloccato le iniziative: forse in programma un nuovo ricorso al Consiglio di Stato e più approfondite indagini sulla salute. Voto 10 alla Sovrintendenza archeologica della Lombardia. Non solo conservazione dei reperti, ma finalmente anche marketing turistico. Il busto romano trovato a Cividate nella primavera del 2004 verrà messo ben in vista alle Olimpiadi invernali di Torino. 11 recensioni di Tullio Clementi Titolo: La bòta del Barbalùf e altre storie Autore: Gianfranco Comella Editore: Tipografia Quetti, Artogne Prendere delle storie orali, tramandate in dialetto per decine di generazioni, e riproporle in un italiano forbito ma non vanitoso, ove il dialetto non irrompe con intento corrosivo ma si affaccia qua e là, quasi timidamente, ad esprimere fugaci espressioni che altrimenti non potrebbero rendere con sufficiente autenticità il senso della narrazione, è già un’opera lodevole. Un’opera che, probabilmente, può riuscire bene a molti altri appassionati di storia locale, ed è riuscita in modo eccellente a Gianfranco Comella, già apprezzato autore di altri ritratti, come Zaccaria da Valcamonica, zoccolante reformato e Il maestrino di Gianico. Un’opera che riesce ad esaltare il fascino della narrazione sia che tratti delle impronte caprine lasciate dai ballerini in una “notte brava” o del volo delle rondini messaggere di Dio; un’opera che riesce ad essere lieve perfino descrivendo la lotta mortale fra il toro e l’orso o l’incestuoso irrompere del “Barbalùf” nella cameretta di Caterina. L’autore ha saputo recuperare in modo magistrale «narrazioni che comprendono generi assai diversi: favole, fiabe, leggende, fatti storici, apologhi e stramberie varie», in quel tratto di bassa Valcamonica compresa fra l’antica Valeriana, «le balze della Valle dell’Inferno e le alte cime dei Corni del Diavolo», senza con ciò cadere in «anacronistiche esaltazioni del bel tempo che fu o nella nostalgia di mitiche stagioni del bello e del buono che giammai sono esistite». Tutt’al più, si potrebbe osare (e lo fa l’autore stesso) un confronto con questa odierna società «smarrita ancorché tronfia e ipertecnologica», in cui «udiamo “bòte” elettroniche sotto forma di gossip salottieri, fiction, soap opera, reality show ed altre frivolezze propinate da un “grande fratello” che dissimula i suoi intenti narcotizzanti dietro apparenze seducenti, affabulatore astuto ed accattivante le cui brame, ahimè, non si placano di certo con un basgiòt di mosto». “... Sono convinto che il nostro Padre Celeste ha inventato l’uomo perché era deluso della scimmia”. (Mark Twain) gennaio 2006 - graffiti 12 all’Amministrazione comunale di Pisogne Lo scorso anno, dal vostro Comune sono state realizzate interessanti iniziative culturali ed è stato terminato il restauro della torre civica. Nella “Storia di Pisogne” di Franco Bontempi (1999) ho letto che, nell’ambito di un’azione repressiva condotta dall’inquisizione in Valle Camonica nel 1518, in paese si mandarono al rogo una certa Agnese, messer Pasino ed altre persone accusate di stregoneria. In ricordo delle vittime di quei tragici avvenimenti, propongo di valutare la possibilità di collocare, nello spazio che è stato delimitato davanti all’edificio medievale, una statua realizzata a seguito di un concorso artistico. Nell’invito a presentare il progetto, agli artisti si potrebbe suggerire di ispirarsi ai dipinti camuni del Romanino nei quali vi sarebbero tracce della “caccia alle streghe”: le sibille in Santa Maria della neve a Pisogne e il supplizio della fornace in Sant’Antonio a Breno . (Pier Luigi Fanetti) al sindaco di Saviore dell’Adamello L’idea degli specchi di Archimede per portare la luce (solare) in quel di Valle mi pare comunque geniale (brillante, oserei dire), perfino a prescindere dall’esito. Se poi l’operazione intrapresa dovesse produrre anche un buon risultato per il suo paese, Lei, signor sindaco, passerebbe alla storia come autentico self made man, dopo esserci entrato surrettiziamente come... specchio assorbente dell’energia altrui (non credo di svelare alcun mistero, infatti, ricordando come la sua investitura sia maturata dentro il “pacchetto” degli armeggi in corso al momento di assegnare una corona ben più prestigiosa al suo predecessore). Auguri, dunque! La storia è generosa di incoraggiamenti per quanti sanno cercare la strada su cui vivere di energia propria o, in via subordinata, fare il miglior uso possibile di quella ricevuta altrove. (t.c.) un atto dovuto Nel numero di aprile 2003 Graffiti ha pubblicato col titolo “sfrattati e perdenti ... a prescindere” una lettera a firma del sig. Francesconi Maurizio nella quale erano contenute affermazioni e considerazioni che sono state ritenute diffamatorie, perché lesive della loro dignità personale e professionale, dai sigg.ri Angeloni Pierfranco e Salvetti Rita, quantunque non espressamente nominati nella lettera. Essi infatti hanno ritenuto di potersi riconoscere nella descrizione fatta dal sig. Francesconi Maurizio che li aveva rispettivamente indicati come locatore dell’appartamento in cui viveva la sua anziana madre nonché amministratore comunale brenese il primo e insegnante della locale scuola frequentata dalla nipotina la seconda. Come direttore della testata preciso che le lettere a Graffiti vengono pubblicate in quanto segnalazioni di fatti e/o problemi sociali e di costume e non per offendere o diffamare chicchessia. Nel contempo devo prendere atto dell’oggettiva identificabilità in quel di Breno dei sigg.ri Angeloni Pierfranco e Salvetti Rita, che non conosco personalmente, ai quali rivolgo le più sincere scuse mie e della redazione se il contenuto della lettera del sig. Francesconi Maurizio è risultato, come essi sostengono, diffamatorio. (Tullio Clementi GRAFFITI vicolo Oglio, 10 25040 DARFO BOARIO TERME [email protected] http://www.voli.bs.it/graffiti in Redazione: Bruno Bonafini, Guido Cenini, Valeria Damioli, Valerio Moncini. hanno collaborato: Mario Bertoli, Alessio Domenighini, Pier Luigi Fanetti, Gastone, Margherita Moles, “Il Larice”, Maurizio Gino Morandini, Fabio Poli, Mario Salvetti. Direttore responsabile: Tullio Clementi. Disegni e vignette di Staino, Ellekappa, Vauro, Vannini e altri sono tratte dai quotidiani: l’Unità, il Corriere della Sera, il Manifesto, la Repubblica, dal periodico Linus e dalla Rivista del Manifesto «... rivolgendo uno specchio piatto e sottile verso il sole, ne concentrò i raggi sulla sua superficie, si bruciò l’aria attorno e si fece una gran fiammata che diresse verso le navi ancorate, distruggendole». (Zonaras, Epitome) a proposito di “diffamazione a mezzo stampa” L’ultimo numero di Tabloid, il periodico dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, allega un interessante dossier sulla “Diffamazione a mezzo stampa”, con relazioni, statistiche e commenti sulle sentenze emesse dal Tribunale penale di Milano nel biennio 2003-2004. Un dossier che interessa prevalentemente gli “addetti ai lavori”, piuttosto che i lettori; tuttavia, ci pare degno di attenzione diffusa il seguente brano: «... nella maggior parte dei casi la condanna è motivata, in via principale, per difetto del requisito di verità (90%), seguono i casi in cui sono risultate predominanti le violazioni del limite della continenza (7%) e la carenza di interesse pubblico (3%)». VALCAMONICA ON-LINE (di Mario Salvetti) il museo della Guerra Bianca (http:www.museoguerrabianca.it La grafica è troppo semplice e non invoglia di certo la navigazione, anche perché le immagini sono pressoché assenti ed i caratteri poco accattivanti. Sembra fatto in casa, del tutto artigianalmente, ma meriterebbe di più, visto che i contenuti non mancano ed i testi sono molto ricchi e precisi. Forse mancano i fondi per affidare il sito alle mani di qualche professionista, ma consigliamo a Walter Belotti di destinare parte dei finanziamenti per la ristrutturazione del museo al suo portale tematico, che – potendo già contare sulle traduzioni in inglese e tedesco – sarebbe visitabile facilmente anche dall’estero. Dalla homepage si accede ad una dettagliata ricostruzione storica delle vicende belliche che interessarono i soldati italiani ed austriaci dal 1915 al 1918 (“Storia: la Guerra in Adamello”), alla storia del museo sin dalla sua fondazione (“Museo: il fondatore” e “Note storiche sul museo”) ed alle motivazioni che stanno alla base di questa realtà espositiva (“Finalità e scopi del Museo”). Sempre accessibili dalla prima pagina la descrizione delle attività di animazione culturale del museo, le altre iniziative storiche a Temù (l’abitato dell’età del ferro nel quinto secolo a.C.), le mostre tematiche allestite, la nuova sede espositiva, i servizi didattici riservati alle scuole ed i libri finora pubblicati.