Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
IL NUOTO È
UGUALE PER
TUTTI
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
Demian Baldassari
Pittori 3° A
Docente: Guido Guggiari
SPAI Trevano 2008/ 09
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
Introduzione
L’oggetto della mia ricerca sono le persone portatrici di handicap
mentali, nel mio caso mi sono concentrato sul mondo dello sport. Ho
scelto questo tema perché mi ha sempre affascinato e a volte
incuriosito, ma, finora, non ho mai avuto l’occasione di avvicinarmi
concretamente; inoltre penso che sia un argomento che non viene
quasi mai discusso.
Mi capita sovente di vedere, come tutti, in giro per strada, che una
persona portatrice di handicap non viene aiutata come si dovrebbe,
anzi viene derisa e criticata.
Con questo lavoro, vorrei entrare nel loro mondo e scoprire come
vedono la vita, che rapporti hanno con le persone normodotate, se
hanno sogni, ecc.
La pratica sportiva favorisce molto più di quanto si creda i rapporti
interpersonali e produce enormi benefici sia sul piano fisico sia
mentale; uno dei grossi meriti di gruppi sportivi è, infatti, quello di
riuscire a unire handicap diversi facilitando, attraverso la socializzazione, il processo di reinserimento. Lo sport diventa quindi un
mezzo di reinserimento nella società d’individui che, per la loro
diversità, spesso sono stati e sono tutt’oggi isolati. L’atteggiamento
nei loro confronti è cambiato nel corso degli anni, ma persistono
ancora vecchi pregiudizi e luoghi comuni.
Il mio obiettivo non è quello di fornire una serie d’informazioni
nozionistiche, anche perché riguardo a questo tema il materiale a
disposizione è molto scarso, bensì di trasmettere suggerimenti,
consigli pratici e di far conoscere questa realtà, spesso ancora
troppo trascurata. Più che di un obiettivo prettamente scientifico, si
tratta quindi di un obiettivo sociale.
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lavoro d’approfondimento
Spero che questo lavoro possa servire da spunto di riflessione e che
attraverso di esso altre persone si avvicinino a questa tematica, per
favorire un’integrazione sempre maggiore d’individui handicappati
nella società, e per permettere loro di svolgere qualsiasi attività
come qualunque ragazzo o ragazza normodotato/a.
Per svolgere in pieno il mio lavoro, farò diverse interviste a Katya
Rosselli Marchetti, andrò a vedere degli allenamenti di nuoto
integrato, parlerò con i portatori di handicap per cercare di riuscire
a capirli.
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Indice
La sindrome di Down ……………………………………………….….. 05
Le diverse forme di handicap …………………………………….… 07
Gruppi sostegno handicappato …………………………………….. 10

FONDAZIONE DIAMANTE …………………………………..… 10

FTIA ………………………………………………………………..… 13

PRO INFIRMIS ……………………………………………………. 14

OTAF ………………………………………………………………… 18
Interviste a persone down e portatori di handicap ………… 19
Intervista a Katia Rosselli responsabile del gruppo nuoto . 21
Lo Shark team 2000 …………………………………………………... 25
Testimonianza dei genitori di Chiara …………………………… 29
Testimonianza dei genitori di Guido ……………………………. 33
Conclusioni ………………………………………………………………. 35
Ringraziamenti ………………………………………………………….. 37
Fonti di ricerca ………………………………………………………….. 37
Attestato di partecipazione ………………………………………… 38
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Tabella oraria …………………………………………………………….. 39
La sindrome di Down
Cos’ è la sindrome di Down?
La sindrome di Down ( detta anche trisomia 21 )
è la più frequente causa identificata di ritardo
mentale. Prende il nome dal dottor John Langdon
Down, che per primo descrisse nel 1866. Tra i
vari caratteri fisici delle persone affette dalla
sindrome di Down sono più riconoscibili e ben
noti alla maggior parte delle persone: gli occhi
inclinati verso l’alto, il naso corto, il ponte nasale
stretto, la bocca spesso aperta con lingua tozza
e protendente, le dita corte. La sindrome di Down è molto comune in
Italia, si stima che le persone affette siano circa quarantamila.
Incidenza della sindrome
Parerebbe che una percentuale molto alta di embrioni portatori della
sindrome di Down, vanno incontro all’aborto spontaneo, in special
modo entro il primo trimestre di gravidanza.
Cosi che la percentuale dei nati vivi, con sindrome di Down è solo
dello 0,6% circa.
L’incidenza
della
sindrome
di
Down
non
risulta
essere
particolarmente legata a particolari regioni, popolazioni, mentre
esiste una relazione molto evidente tra l’ età della madre e la
possibilità di concepire un figlio Down.
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Demian Baldassari
Età Materna
al Parto in
anni
Rischio
25
1 su 1376
30
1 su 960
33
1 su 623
34
1 su 518
35
1 su 424
36
1 su 341
37
1 su 270
38
1 su 212
39
1 su 164
40
1 su 126
41
1 su 97
42
1 su 73
43
1 su 56
44
1 su 42
45
1 su 31
46
1 su 24
47
1 su 17
48
1 su 16
49
1 su 9
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Il rischio di partorire un
figlio Down è
uguale in
tutte le donne ma aumenta con l’ età.
Qual’ è il rischio di avere un secondo figlio
affetto dalla sindrome di Down?
Per chi ha già un figlio Down le probabilità di
ricorrenza ( cioè di avere un altro figlio Down ),
calcolate su base statistica, dipendono dalle
cause della trisomia e dall’ età materna e
possono essere definite dal medico.
Il
rischio
di
concepire
un
secondo
figlio Down è del 1% per gli anni della madre
( esempio, Se la madre ha 44 anni, si fa 44 anni
X 1% = 44% di probabilità).
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Le diverse forme di handicap:
Ma chi è il portatore di handicap? Cosa vuol dire realmente la parola
handicap, termine entrato ormai a far parte del nostro linguaggio e
troppo spesso usato a sproposito, e chi può essere definito un
portatore di handicap?
Il portatore di handicap è una persona caratterizzata dalla presenza
di (almeno) un deficit significativamente quantificabile (presenza di
una deviazione molto significativa rispetto alla norma) a livello
motorio, sensoreo, mentale, che abbia ripercussioni altrettanto
significative sulle sue possibilità d’integrazione e d’emancipazione.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in un suo manuale per
una classificazione internazionale delle menomazioni, delle
disabilità e degli svantaggi esistenziali, individua opportunamente
tre momenti separati, ma coordinati, che intervengono in un
processo invalidante:
1. la menomazione (o minorazione),
2. la disabilità,
3. l'handicap (o svantaggio).
La menomazione è un danno organico, una patologia che comporta
una non esistenza, o cattivo funzionamento, di un arto o di una parte
del corpo, una qualsiasi perdita o anormalità a carico di una
struttura o di una funzione psicologica, fisiologica o anatomica.
La disabilità è la perdita di funzioni, di una capacità operativa,
conseguente alla menomazione, ovvero qualsiasi limitazione o
perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere
una attività nel modo o nell'ampiezza considerati normali per un
essere umano.
L'handicap è la difficoltà che il menomato, o il disabile, subisce nel
confronto esistenziale con gli altri, il disagio sociale che deriva da
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una perdita di funzioni o di capacità, la condizione di svantaggio
conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un
certo soggetto limita od impedisce l'adempimento del ruolo normale
per tale soggetto in relazione all'età, sesso e fattori socioculturali.
Altri studiosi, nel definire l'handicap, hanno proposto due parametri
di interpretazione:


medico-biologico: la persona portatrice di handicap presenta,
come esito di un processo morboso, una menomazione
permanente delle proprie condizioni fisiche e/o psichiche.
Sociale: viene considerato portatore di handicap l'individuo
emarginato, o in via di emarginazione, per motivi non organici,
bensì sociali. Possono essere così definiti i soggetti
disadattati, nei quali si rivela l'esistenza di traumi familiari o
ambientali, i cosiddetti svantaggiati, colpiti da un complesso di
sintomi irreversibili derivanti da cause socio-ambientali e
culturali.
Altri ancora ritengono utile definire distintamente i termini deficit ed
handicap in quanto l'uso di portatore di handicap genererebbe delle
confusioni tra causa ed effetto, in quanto i due termini esprimono
concetti diversi, quindi suggeriscono:
deficit per definire la condizione soggettiva e personale di chi, a
causa di un evento traumatico o morboso, abbia subito una
menomazione della propria sfera biologica o psichica con conseguente minorazione organica che comporta difficoltà di apprendimento e di relazioni interpersonali.
Handicap per esprimere la situazione oggettiva di difficoltà in cui
viene a trovarsi il portatore di deficit nel processo di integrazione
nella comunità, che è organizzata secondo standard di potenzialità o
di prestazioni considerate normali, ed è evidentemente dipendente
da un rapporto spazio temporale.
In altre parole un deficit è difficilmente annullabile, in quanto
situazione soggettiva, non è una malattia dalla quale si può guarire,
ma è uno scompenso o una imperfezione stabile, mentre l'handicap,
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lavoro d’approfondimento
in quanto oggettivo e dipendente dalla situazione, può essere
aumentato, ridotto o anche annullato.
La legge Svizzera definisce:
Soggetti handicappati i cittadini affetti da minorazioni congenite o
acquisite, anche a carattere progressivo, ... che abbiano subito una
riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un
terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà permanenti a
svolgere i compiti e le funzioni propri della loro età
Persona handicappata è colui che presenta una minorazione fisica,
psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di
difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa
e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di
emarginazione.
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lavoro d’approfondimento
La FONDAZIONE DIAMANTE:
La FONDAZIONE DIAMANTE si inserisce in questa dimensione con
proposte lavorative e abitative a favore delle persone con handicap.
Attualmente oltre 300 persone lavorano e vivono nelle sue strutture,
dove
svolgono
varie
attività
secondo
le
loro
capacità.
Negli undici laboratori le attività sono differenziate; passano da
livelli unicamente occupazionali, con compiti semplici e con
importanti
sostegni
terapeutici,
ad
attività
estremamente
qualificate. Attraverso questo lavoro gli ospiti possono sperimentare
cosa significano l'impegno e la conseguente gratificazione di creare
con le proprie mani qualcosa di utile, di bello, di importante.
Questo tipo di approccio al lavoro stimola un interesse reale per il
proprio operato, rende capaci di agire sia sul piano collettivo che
individuale, di comprendere l'importanza, anche attraverso un
oggetto, della partecipazione alla realizzazione di obiettivi comuni.
Lavoro,
nell'ottica
della
Fondazione,
significa
anche
accompagnamento ed inserimento nella realtà produttiva; questo
implica una costante e costruttiva collaborazione fra la Fondazione
e le imprese pubbliche e private. Si prospetta dunque un utile e
costruttivo dialogo fra il mondo dell'handicap e il mondo del lavoro.
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I diversi punti in Ticino:
La linea - Riva San Vitale
ceramiche | decorazioni su porcellana
Al Ronchetto - Pazzallo
falegnameria | carta riciclata | attività verdi
Laser, Detto Fatto - Lugano
impaginazioni | fotocopie e stampe | rilegature | conto terzi
multimedia | immagine
Canvetto Luganese - Lugano
Ristorante, osteria | pastificio | affito sale | Hotspot
Seriarte - Giubiasco
serigrafia | centro stampa | legatoria
Appunti, Officine FFS - Bellinzona
lavori di segretariato | impaginazioni | conto terzi | lavanderia
industriale | assemblaggi
Tre Valli, Bistro57 - Biasca
lavanderia | legna da ardere | servizio manutenzione | ristorazione
Incontro 1, Casa Irma - Solduno
tessitura | cucito | conto terzi | prodotti artigianali
Incontro 2, Alle voliere, Sosta della quaglia, La Fattoria - Gudo
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Migros Ticino - St. Antonino
orticultura biologica | pollicoltura | agriturismo
Cabla - Locarno
elettromeccanica | montaggi | assemblaggi
Lavorare insieme, vivere insieme,
percepire il proprio spazio e quello
altrui: le basi fondamentali della
socialità.
La Fondazione Diamante appartiene
pienamente alla società e permette
all'individuo , considerandolo per le
sue potenzialità e non per i suoi
limiti, di sperimentare l'autonomia e
l'integrazione in un' impresa sociale.
Mario Ferrari, Direttore
Contatti:
CONSIGLIO DI FONDAZIONE
DIREZIONE E SEGRETARIATO
Via Ronchetto 7
CP 4030
6900 Lugano
Tel. 091 972 86 86
Fax 091 972 92 82mailto:[email protected]
[email protected]
Direttore
Mario Ferrari
[email protected]
Responsabile amministrativo
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Matteo Fraschina
[email protected]
Orario lu-ve
08.00 - 12.00 / 13.30 - 17.00
La FTIA:
Cos’è?
La Federazione Ticinese Integrazione Andicap ( ftia) si prodiga per
costruire un mondo più rispettoso delle esigenze delle persone con
andicap.
Per questo si prefigge di promuovere e favorire la loro integrazione
nella società mediante




la lotta contro l'emarginazione,
il miglioramento della loro condizione sociale, culturale ed
economica,
la creazione di occasioni di occupazione ( in particolare
attraverso Formazienda FTIA),
la realizzazione e la gestione di strutture, di istituzioni e di
servizi adatti,
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Demian Baldassari


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lavoro d’approfondimento
l'organizzazione di attività sportive, ricreative e sociali idonee
alle loro condizioni e
curando i legami di amicizia e di solidarietà fra i membri.
Per realizzare i suoi obiettivi in Ticino la ftia ha bisogno del
contributo di tutti, fra l'altro attraverso l'abbattimento delle barriere
architettoniche e il superamento della paura per la diversità. La ftia
cerca di colmare le lacune causate da queste diversità, reali o
presunte, offrendo alle persone con andicap opportunità che
permettono loro di condurre una vita per quanto possibile normale.
Alla ftia , che conta membri attivi provenienti soprattutto dai gruppi
sportivi per invalidi, aderiscono persone normodotate e persone con
problemi motori, mentali o sensoriali. L'unione fa la forza: è per
questo che la ftia si fa interprete delle diverse esigenze dei disabili
coordinando e sostenendo le numerose iniziative promosse a favore
della loro integrazione nella società.
La PRO INFIRMIS:
I nostri compiti
Le difficoltà finanziarie incontrate da molte persone handicappate
sono spesso l’incentivo che le spinge a prendere contatto con Pro
Infirmis. Le questioni inerenti le assicurazioni sociali rappresentano
un ulteriore motivo per chiedere consigli competenti agli operatori
professionali dell’organizzazione. La consulenza di Pro Infirmis si
estende però anche a tutte le situazioni relative all’handicap.
Specialisti offrono assistenza specifica nei molteplici casi relativi
all’handicap, quali mezzi di aiuto, problemi di educazione,
formazione, abitazione, budget, ecc.
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lavoro d’approfondimento
Nella ricerca di un continuo miglioramento della qualità di vita delle
persone handicappate e della loro indipendenza, Pro Infirmis
sviluppa particolari servizi, ad esempio:











Accompagnamento
Assistenza personale
Circoli di formazione
Comunità scuola-alloggio
Consulenza architettonica
Consulenza sociale
Euro key
Prestazioni d’aiuto alle persone andicappate (PAA)
Profil - Lavoro & Handicap
Servizio di sostegno
Servizio di trasporto
Accompagnamento
L'accompagnamento è un servizio per persone affette da disabilità
mentali, difficoltà di apprendimento o lesioni cerebrali. Offre a chi
vive da solo un sostegno individuale per la gestione della vita
quotidiana negli ambiti dell'economia domestica, delle finanze, del
lavoro e del tempo libero.
Assistenza personale
L'obiettivo dell’assistenza personale è quello di consentire ai disabili
fisici di condurre una vita indipendente a casa propria assumendo ai
termini di legge un operatore e definendo le prestazioni a cui fare
capo. La Pro Infirmis offre una consulenza specifica e il suo
sostegno nell’organizzazione dell’assistenza personale.
Circoli di formazione
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lavoro d’approfondimento
I circoli di formazione della Pro Infirmis offrono a persone con un
handicap mentale o difficoltà di apprendimento corsi strutturati
sulla base dei più recenti principî pedagogici per adulti. I
partecipanti devono poter ampliare secondo le possibilità individuali
le loro facoltà di autodeterminazione, partecipazione e assunzione
delle responsabilità.
Comunità scuola-alloggio
Nelle scuole di vita autonoma, gli adulti con un leggero handicap
mentale o difficoltà di apprendimento vengono preparati a vivere in
un alloggio autonomo: imparano ad assumersi determinate
responsabilità e a destreggiarsi nelle incombenze quotidiane.
Consulenza architettonica
L'accesso senza ostacoli a edifici e impianti è una premessa
essenziale per una partecipazione indipendente e autodeterminata
alla vita sociale. La consulenza offerta dalla Pro Infirmis promuove
l’architettura rispettosa delle esigenze dei disabili e senza ostacoli.
Consulenza sociale
La consulenza è l’attività cardine della Pro Infirmis. Essa promuove
l’integrazione
delle
persone
handicappate
nel
senso
di
partecipazione alla vita sociale. L’indipendenza degli utenti viene
incoraggiata migliorando le risorse interne ed esterne a
disposizione. La Pro Infirmis svolge i suoi compiti con grande
professionalità e lavora soltanto con personale qualificato. Nelle
situazioni complesse, la gestione dei casi e dei sistemi avviene
applicando il Case Management.
Euro key
L’Euro chiave consente alle persone con disabilità motorie di
accedere in Europa a impianti adeguati alle loro esigenze (p.es.
parcheggi, gabinetti, ascensori ecc.). La Pro Infirmis coordina
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lavoro d’approfondimento
l’assegnazione delle chiavi, che possono essere ritirate in tutte le
sue sedi.
Prestazioni d’aiuto alle persone andicappate (PAA)
La Pro Infirmis sostiene le persone handicappate in difficoltà
finanziarie con i mezzi messi a disposizione dalla Confederazione per
il fondo Prestazioni d’aiuto alle persone andicappate (PAA). In
conformità alla Legge sulle prestazioni complementari, questi fondi
sono
forniti
all’organizzazione
dall’Ufficio
federale
delle
assicurazioni sociali (UFAS), che delega alla Pro Infirmis il compito
di gestirli e corrisponderli agli aventi diritto.
Profil - Lavoro & Handicap
Con la Fondazione Profil – Lavoro & Handicap, la Pro Infirmis
contribuisce all’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro.
Compiti principali di questo servizio sono il mantenimento e la
ricerca di posti di lavoro. La Fondazione cerca la stretta
collaborazione con l'economia privata.
Servizio di sostegno
Il servizio di sostegno della Pro Infirmis è rivolto alle famiglie che
hanno scelto di assistere a casa un congiunto disabile ed è un
importante complemento dell’aiuto domiciliare. Le visite a intervalli
regolari degli operatori servono a mantenere la qualità di vita di
tutte le persone coinvolte. Gli obiettivi principali sono: la possibilità
per le persone handicappate di condurre una vita integrata, per i
familiari che li assistono di avere una vita sociale, il tempo di
seguire una formazione o di esercitare un’attività professionale a
tempo parziale.
Servizio di trasporto
Il servizio di trasporto è organizzato per le persone con disabilità
motorie che non sono in grado, o lo sono solo con grandi difficoltà di
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lavoro d’approfondimento
utilizzare i mezzi pubblici. Esse possono così uscire, incontrare altra
gente, partecipare a eventi culturali e mantenere i contatti sociali
per una migliore integrazione.
L’OTAF
L'Opera ticinese di assistenza ai fanciulli (OTAF) è una fondazione di
diritto privato sussidiata dall'Ente pubblico cantonale.
Accoglie circa 300 persone disabili, minorenni ed adulti, ed offre loro
servizi di tipo:





socio-sanitario,
socio-educativo,
scolastico,
riabilitativo e assistenziale,
occupazionale
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Demian Baldassari



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lavoro d’approfondimento
lavorativo,
di alloggio,
di integrazione sociale e professionale
Interviste a ragazzi down e portatori di
handicap:
Prima intervista:
1. A che età hai cominciato a praticare uno sport?
Verso i quattordici anni.
2. Cosa ti ha spinto ad iniziare uno sport?
I maestri di scuola
3. Cosa ti ha influito sulla scelta di un determinato sport?
I maestri di scuola per il nuoto e mia sorella per lo sci
4. Che impatto hai avuto con la nuova attività?
Mi sono piaciuti tutti gli sport
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5. Che rapporto hai con i monitori ed eventuali compagni?
Ho un bel rapporto con loro
6. Che ruolo ha avuto la tua famiglia nella scelta dello sport?
Mi hanno sempre appoggiato
7. Cosa ti da più soddisfazione nello sport che pratichi?
Mi da grande soddisfazione vincere, ma anche se non vinco
sono felice lo stesso.
8. Hai già preso parte a gare?
Sì tante, sono andato anche in Scozia per gli Special Olimpycs
europei
9. Quanti allenamenti segui alla settimana?
Ogni settimana faccio nuoto, ogni tanto sci e uniokey
10. Hai un sogno che vorresti si realizzasse?
Vincere tutto
A questa intervista ha preso parte un uomo di trent’ anni circa che
però vuole rimanere anonimo.
Portatore della sindrome di down.
Seconda intervista:
1. A che età hai cominciato a praticare uno sport?
Non mi ricordo, da piccolo
2. Cosa ti ha spinto ad iniziare uno sport?
Ho scelto io
3. Cosa ti ha influito sulla scelta di un determinato sport?
Ho scelto io, poi il mio dottore
4. Che impatto hai avuto con la nuova attività?
Mi è subito piaciuta
5. Che rapporto hai con i monitori ed eventuali compagni?
Il monitore è bravo e i compagni ancora di più
6. Che ruolo ha avuto la tua famiglia nella scelta dello sport?
Erano d’accordo con me
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lavoro d’approfondimento
7. Cosa ti da più soddisfazione nello sport che pratichi?
Quando riesco a raggiungere l’obbiettivo
8. Hai già preso parte a gare?
No, lo faccio per divertimento
9. Quanti allenamenti segui alla settimana?
Vado solo al martedì
10. Hai un sogno che vorresti si realizzasse?
No, niente
A questa intervista ha preso parte un ragazzo di vent’ anni circa che
però vuole rimanere anonimo.
Problemi motori e di comunicazione.
Intervista a KATYA ROSSELLI
responsabile del gruppo nuoto SHARK
TEAM 2000:
1) Quali sono gli sport più adatti?
Se non vi sono particolari complicazioni e, a dipendenza della
lassità dei tendini o da possibili malformazioni alle cervicali, in
teoria i ragazzi Down possono praticare qualsiasi sport.
2) Ci sono dei limiti da considerare?
Oltre a quanto già detto, le complicazioni che possono limitare
l’attività sportiva, sono dovute a problematiche cardiache.
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lavoro d’approfondimento
Inoltre a causa della lassità dei tendini e della fragilità
muscolare, l’incidenza di lussazioni è molto elevata, è quindi da
evitar lo stretching.
3) Che rapporto si deve avere con l’allievo?
Dipende molto da monitore e allievo; la differenza nel rapporto
monitore – allievo tra
persone normodotate e handicappate é
minimo, è legata unicamente ai limiti che gli handicappati
chiaramente hanno . Ad esempio a livello di trasmissione di
messaggio, gli handicappati mentali apprendono un quarto o
due a dipendenza del tipo di handicap. Pazienza e ripetizione
sono quindi molto importanti nell’insegnamento.
4) Quali sono i presupposti necessari che un ragazzo Down deve
avere per poter praticare uno sport?
Non deve avere dei requisiti particolare. È necessario però
distinguere se si intende sport amatoriale o competitivo. Per lo
sport a livello agonistico si deve costatare ilo stato psico-fisico
dell’allievo mentre per uno sport amatoriale, a mio avviso, ogni
portatore di handicap può praticarlo. Chiaramente se non ci
sono controindicazioni.
5) Quali sono gli aspetti benefici che la pratica di uno sport può
offrire?
Per quanto riguarda le persone affette da sindrome di Down
parlerei soprattutto di effetto benefico nell’ambito sociale più
che fisico. Senza dubbio lo sport favorisce, unito ad una
corretta alimentazione, al mantenimento della linea (vi è un
tasso elevato di persone obese tra i Down), ma il fatto di
trovarsi in un gruppo, di avere la possibilità di dare e ricevere
qualcosa in cambio (ad esempio con le gare, nelle trasferte,
con le cene) è molto importante, come d’altronde per ognuno di
noi. Questo ricevere noi lo cogliamo nella vita personale, sul
lavoro, ecc…, loro purtroppo no poiché, essendo handicappati
restano comunque molto dipendenti. In un gruppo sportivo
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
possono invece percepire quello che loro stessi fanno in modo
diverso.
6) Qual è il compito più importante per un monitore?
È sicuramente quello di entrare nel ragazzo, d’instaurare con
lui un rapporto di amicizia e rispetto. Questo non è
assolutamente facile, a volte si ha la tendenza ad essere
troppo severi o, viceversa, troppo permessivi. La cosa migliore,
secondo me, è d’immaginare di avere di fronte dei compagni o
degli amici, per cercare il metodo migliore per instaurare un
buon rapporto.
7) Come si fa per diventare monitori di ragazzi portatori di
handicap?
Si prova. Io sono convinta che non tutti sono adatti a lavorare
con ragazzi handicappati; non tutti se la sentono. Però chi lo fa
deve veramente essere motivato e sentirsela poiché la nostra
voglia viene trasmessa a loro. Le persone Down e gli
handicappati in generale assorbono qualsiasi emozione e
sensazione, più del ragazzo normodotato.
8) Quali sono le maggiori difficoltà che s’incontrano?
Le maggiori difficoltà riguardano senza dubbio l’approccio;
l’entrare nel ragazzo e quindi instaurare un buon rapporto.
Questa difficoltà iniziale si riscontra soprattutto con i nuovi
arrivati difficili (con problematiche caratteriali, di autismo
piuttosto gravi), le persone Down sono solitamente molto
affabili e non creano grosse difficoltà di approccio.
9) Quali sono i principali rischi ai quali bisogna prestare
particolare attenzione?
Oltre ai rischi dovuti alle cervicali, alle problematiche
cardiache o ad allergie gravi, non ve ne sono altri particolari
per quanto concerne gli aspetti fisici. Sul piano sociale non si
deve dimenticare le problematiche affettive. Le persone Down,
oltre ad essere molto affettuose, si attaccano e fantasticano
spesso sul fidanzato, ecc… e questo succede molto
frequentemente tra handicappato e monitore.
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Demian Baldassari
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10)Che stimoli può offrire la pratica di uno sport a livello agonistico?
Il fatto di praticare uno sport con serietà e disciplina avvicina e
aiuta il processo d’integrazione sia a livello sportivo, ma anche
in generale, ritengo che, ad ogni gara, crescano interiormente,
maturano, si sentono più importanti, grazie all’allenamento, al
rapporto con altri ragazzi anche normodotati il confronto con
questi e ottenimento di risultati.
11)In cosa consiste un allenamento tipo con dei ragazzi Down?
L’allenamento tipo pre gara consiste nel provare gli stili, le
distanze, mentre l’allenamento competitivo è costituito invece
da serie di vasche con lo scopo di migliorare la tecnica,
l’efficacia e la forza. L’insegnamento tipo è identico a quello
con normodotati, chiaramente con comprensione e spiegazione
del lavoro maggiori ciò che rallenta i tempi (ad es. un ragazzo
Down può impiegare sette anni per apprendere i movimenti
della rana che, normalmente, s’imparano in un paio di
settimane).
12)Che influenza possono avere gli stimoli provenienti dalla famiglia?
La famiglia ha un ruolo di enorme importanza. Anche se il
ragazzo è anagraficamente adulto, mentalmente resta ancora
un bambino e questo i genitori lo considerano ed è
frequentemente causa di apprensione. Visto che le persone
Down colgono i sentimenti e le emozioni in modo molto
marcato, se il commento del genitore è positivo, esaltante e di
stimolo, lo è anche per il ragazzo, mentre se è invece piuttosto
distruttivo (poverino, sei stanco, non affaticarti troppo, ecc…)
il ragazzo si adagia molto bene alla situazione di “poverino” e,
come chiunque, se può evitare troppa fatica non esita a farlo,
soprattutto se vi è l’appoggio dei genitori. Loro vedono i
genitori come unico punto di riferimento, come modello da
seguire e se questo modello afferma delle cose che potrebbero
dare
preoccupazione,
il
ragazzo,
pur
di
non
dare
preoccupazioni, evita di fare qualche cosa. I genitori hanno
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
spesso bisogno di tempo per accettare che il loro figlio non
può andare in una scuola normale, non può trovare un vero e
proprio lavoro, una fidanzata, un gruppo di amici con cui uscire
la sera.
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
Storia del gruppo
Da ben dieci anni, in una piccola località segreta sita poco a nord di
Bellinzona, cioè Castione, un gruppo molto affiatato di atleti si
ritrova regolarmente presso la piscina della scuola media. Ogni
martedì sera dalle 19 alle 21, sotto l’occhio vigile di esperti monitori,
effettua un duro allenamento di nuoto. Da subito, i nuotatori
partecipano ad alcune gare, per di più a livello cantonale.
Dopo solo quattro anni il gruppo era già presente circa sei gare
nazionali ottenendo ottimi risultati. Non vorremo peccare di
modestia, ma dal 1994, la mitica squadra di provincia ha occupato i
vertici del medagliere in quasi tutti gli incontri. Dal 1997 i confini si
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
ampliarono ulteriormente. Oltre agli impegni cantonali e nazionali si
aggiunsero quelli internazionali ed i colori delle nostre bandiere
vennero sempre ben difesi dalla stupenda compagnia. Sempre in
quell’anno, per rendere le cose più interessanti, dopo una breve
battaglia interna combattuta tra l’ entusiasmo dei monitori ed i
timori dei genitori, fu introdotta una nuova disciplina: il nuoto
pinnato con l’ utilizzo della mascherina e tuba. Per la piccola troupe
non fu assolutamente un impresa facile. L’ insegnamento di questa
disciplina implica un apprendimento tecnico e conoscenze fisiche
non indifferenti ( movimento, respirazione, compensazione).
Se si vuol ottenere un buon risultato tutti questi elementi vanno poi
collegati e coordinati fra loro. Comunque, grazie all’impegno e alla
perseveranza dei monitori e di alcuni specialisti della contrada
cittadina, dopo un solo anno di intenso lavoro, tutti gli atleti
appresero eccellentemente questa nuova tecnica. Visto che il nuoto
agonistico da solo non bastava, due volte l’ anno, a Castione
giungevano pure degli esperti di salvataggio che trasmettevano agli
atleti le nozioni base per un approccio sicuro e rispettoso verso l’
elemento “ acqua” e le conoscenze indispensabili per poter, in caso
di bisogno, aiutare un compagno in difficoltà. Signori, vi assicuro,
mai visto tanto interesse nell’ argomento!
Il gruppo, partito in sordina, iniziava a farsi sentire sempre di più e le
richieste di adesione aumentavano a vista d’ occhio. Il crescente
numero di atleti portatori di handicap e di normodotati ( Under 14 )
richiedeva un corpo insegnante ben preparato e “ professionale”. La
responsabilità del team fu quindi costretta ad essere più esigente
anche verso i monitori. Li invitava quindi a volersi dotare del
Brevetto di Salvataggio e furono pure impartite lezioni specifiche
sulla metodica. Solo così si poteva continuare a lavorare in
sicurezza e a garantire un insegnamento efficace e qualificato.
Il livello e gli allenamenti diventavano di anno in anno più
competitivi. Periodicamente venivano introdotte novità atte a
stimolare atleti e monitori. L’ intensità delle lezioni aumentava ed
alcuni sportivi, per motivi d’ età o per scelta, richiedevano un
ulteriore sforzo al corpo insegnante: necessitava un’ alternativa.
In un batter d’ occhio, con immensa gioia per tutti, fu introdotto nel
1998 il famoso “acqua fun”, cioè ginnastica in acqua alta con una
cintura galleggiante. Questa nuova disciplina ha ridato gioia ed
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
entusiasmo a quattro atleti. I monitori dopo un breve ritiro spirituale,
intuirono che questa magnifica squadra desiderava nuovi obbiettivi
e traguardi più lontani da raggiungere. Dopo mesi di riflessione si
decise di introdurre un campo di allenamento al mare che è tuttora l’
unico a livello nazionale.
Notevole il successo anche di questa innovazione. Risultati
raggiunti, livello tecnico e in particolare la grande affluenza hanno
costretto gli organizzatori a soli tre anni dalla nascita ad introdurre
il “ il numero chiuso “. Questa squadra, di soddisfazioni ne ha date
tante, ma nel 1999 arrivarono le prime ciliegine sulla grande torta.
Due nostri atleti parteciparono ai Campionati Mondiali di Nuoto negli
USA. Simona si aggiudica un bellissimo argento; Andreas l’ oro, è
quindi campione Mondiale. Un anno dopo altre tre ciliegine…
scusate… nuotatori partono alla volta dei Campionati Europei.
Torneranno dall’ Olanda trionfanti. Marie conquisterà un bellissimo
secondo posto; Corrado e Athos risulteranno campioni Europei.
L’ inizio di un nuovo millennio esiste un cambiamento radicale e
quindi, nel 2000 aperto un concorso ufficiale, il club si mette alla
ricerca di un logo e di un nome innovativo.
La scelta non è stata facile, dopo una votazione dai rigidi
regolamenti ( ad alzata di mano tipo Landsgemeinde ) e una festa di
inizio stagione del tutto speciale, il gruppo verrà battezzato: Shark
Team 2000.
Nel 2006 un'altra novità introduzione dei mini Under che partono da
un età di tre anni fino ai sei anni dopo di che diventano Under 14.
Cosa potrei ancora aggiungere?
La novità del secolo sta nell’ introduzione del delfino, del dorso rana
( ottimo per migliorare la coordinazione ). E già andiamo alla grande.
L’ unico fattore costante, che non vogliamo assolutamente
cambiare, rimane l’entusiasmo, che è sempre alle stelle!!!
Gare





recenti:
2000 – Europei in Olanda
2001 – Giochi internazionali del Principato di Monaco
2002 – Giochi Nazionali d’ estate a Losanna
2006 – Giochi europei della gioventù a Roma
2007 – Cablecom Challange a Lugano
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Demian Baldassari

pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
Inoltre – Ogni anno Charmey, Losanna, Bellinzona, Omegna,
Tortoreto e il Meeting cantonale
Fattori che li distinguono:
 Divisa, mascotte e materiale di squadra
 Materiale d’ allenamento ( costume, cuffie, ecc…)
 Allenamento agonistico in tutti e quattro gli stili
 Possibilità per gli under 14 di proseguire l’attività nel gruppo
quali monitori
 Attività ricreative ( Alpamare, gite e cene )
Monitori e collaboratori:
Il corpo monitori è ben formato, tutti i monitori hanno il Brevetto di
salvataggio B1 obbligatorio e Plusport. Monitori sempre aggiornati e
motivati grazie a corsi avanzati e di aggiornamento G+S, kids,
Plusport, CPR, ecc…. Attività di svago e gite riservate ai monitori e
ai collaboratori. In questo gruppo ci sono circa quaranta atleti tra
qui 28 portatori di handicap e circa 12 Under 14. Ci sono 25 monitori
qualificati e 15 collaboratori. Questo gruppo è l’unico nel suo genere
perché sono i normodotati a doversi integrare agli handicappati e
questa è la sua arma vincente.
CHIARA CONSONNI, una bambina down che
doveva nascere
Mi chiamo Marco Consonni, papà di Chiara, nata malgrado avessi
sempre sostenuto che non desideravo lasciar portare a termine una
gravidanza a mia moglie cosciente dei problemi a cui si va incontro
con i figli portatori di handicap. Per motivi professionali ho a che
fare con la realtà del mondo dell’handicap e per tanto sono
cosciente del fatto che non è così evidente integrare nella nostra
società persone portatrici di handicap. Inoltre la mia più grande
preoccupazione è sempre stata quella di pensare a come sarebbe
stata la vita di mia figlia dopo la nostra morte.
Nel 1996 mia moglie Edith rimane incinta. Avevamo già perso un
figlio in una precedente gravidanza. Durante questo periodo si
sottopone a vari test di routine oltre che a uno che mira a verificare
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
che non vi siano malformazioni. Infatti, avevo chiaramente chiesto al
nostro ginecologo di verificare tutte le opzioni in quanto non
desideravo avere un figlio diversamente abile.
Al terzo mese c’è nuovamente una minaccia d’ aborto che la
costringe a stare a letto sei mesi.
Alla fine del mese di febbraio del 1997 mia moglie viene nuovamente
ricoverata per dei controlli in quanto il CTG ( battito cardiaco del
bambino ) non era regolare.
Il 1 marzo 1997 verso le 21:00 decidono per un taglio cesareo
urgente con anestesia totale. Verso le 22:00 finalmente Chiara viene
al mondo e intanto che il pediatra e le assistenti provvedono alla
pulizia e ai regolari controlli, mi accorgo che i tratti somatici di
Chiara ricordano quelli della sindrome di Down. A questo punto
chiedo al pediatra se fosse tutto in ordine.
Egli, dopo aver confabulato con il personale, mi conferma che
sospettano un sindrome di down. Puoi immaginare cosa vuol dire
per un neo padre trovarsi in una sala operatoria con la propria
moglie completamente sedata ed intubata che ha appena subito
un’operazione a rischio dopo una gravidanza particolare, ricevere la
notizia che la propria figlia è affetta dalla sindrome di down.
Passare la notte al fianco di mia moglie, confortarla nel dormiveglia
dicendole che è andato tutto bene per poi passare nella nursy a
cambiare mia figlia e a domandarsi come questo fosse potuto
succedere ma, soprattutto, sperando di poterle offrire la migliore
delle vite.
A chi ha vissuto un’esperienza simile non è difficile immaginare cosa
questo voglia dire; ma tutti coloro che non hanno avuto problemi
veri, e per veri intendo di salute di ogni genere da parte propria o di
famigliari
molto vicini, difficilmente possono capire quanto
situazioni come queste ti cambiano nel profondo.
Chiaramente anche per il nostro ginecologo la sorpresa è stata
grande in quanto era convinto che gli esami avessero potuto
appurare che non vi fossero malformazioni di sorta. Si è poi scoperto
che facevamo parte di quel caso su un milione per cui il fato aveva
deciso diversamente.
Una volta messa a conoscenza anche mia moglie di quanto ci stava
succedendo ed averla aiutata a superare il primo momento di
confusione e di sconforto, è stato subito chiaro che dovevamo far sì
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
che Chiara fosse per tutti noi parenti ed amidi, una bambina normale
in grado di affrontare la vita con gli stessi presupposti che hanno gli
altri bambini ben coscienti dei limiti imposti dalla natura.
Dopo pochi giorni mia moglie Edith e mia figlia Chiara rientrarono a
casa ed organizzammo la sera stessa una festa con tutti gli amici
più stretti nella quale al termine comunicammo la diversità di Chiara
ai presenti.
Grazie alla determinazione che abbiamo avuto nel voler ottenere il
massimo da Chiara oggi possiamo essere soddisfatti dei risultati
raggiunti.
Se guardo in dietro vedo mia figlia di 3 anni che va all’asilo, pulita
senza pannolino. A volte anche bambini normodotati non ce la fanno.
A 7 anni Chiara inizia a sciare, avevamo già provato prima ma
possiamo affermare che a questo punto le è scoppiata la scintilla
che l’ha fatta innamorare dello sci.
Oggi scia in modo semplice, ma sicuro su ogni pendio e questo ci
permette con tutta la famiglia di sciare in compagnia ovunque.
Già dalla tenera età Chiara ha sempre apprezzato l’acqua e questo ci
ha portati ad iscriverla allo Shark team 2000 all’età di 10 anni ed
oggi, dopo 2 anni, possiamo dire che Chiara ha avuto un importante
evoluzione e che le sue possibilità di ottenere risultati veri sono
reali.
Il fatto di averla sempre stimolata, a volte anche un po’ costretta, a
fare degli sforzi sia nello sci che nel nuoto oppure anche
semplicemente camminare in montagna, per non parlare poi della
scuola, ha fatto sì che Chiara oggi è una bambina indipendente e
integrata nella nostra società. Chiaramente con i limiti che la
sindrome di down impone e pertanto a 12 anni ella è paragonabile ad
una bambina di 7.
Integrazione per me vuol dire “far parte di” e pertanto c’è come in
ogni cosa il bello ed il brutto. Non perché una persona è
diversamente abile che bisogna concedere cose e/o comportamenti
che non verrebbero concessi a persone normodotate.
Non bisogna regalare nulla; trovo per lo meno stupido fare delle gare
dove alla fine tutti vengono premiati in quanto questa non è la vita.
Tutti noi sappiamo che per ottenere qualsiasi cosa ci vuole impegno
e costanza e non ci viene regalato nulla.
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
Se vogliamo integrare persone diversamente abili all’interno della
nostra società dobbiamo far sì che per loro valgano le stesse regole
accettando semplicemente tempi e modalità di adempimento
diversi.
Pretendere il massimo da Chiara ci ha permesso di essere dove
siamo oggi e di essere fieri di averla quale figlia e probabilmente le
permetterà in un futuro di vivere una vita normale all’interno di una
società in modo autonomo in previsione che un giorno noi non ci
saremo più.
Oggi sono convinto che la mia idea di interrompere una gravidanza
se a conoscenza del fatto che il nascituro presenterà delle
malformazioni, è e resta corretta.
Noi siamo stati fortunati m alcune famiglie a noi vicine hanno delle
situazioni ben più difficili dove i loro figli non potranno mai vivere
una vita normale come noi la conosciamo e saranno sempre
dipendenti anche in modo importante da terze persone.
Non potranno mai essere veramente integrati all’interno della nostra
società e saranno costretti a vivere la propria esistenza all’interno di
strutture specializzate come malati a vita.
Credo che la natura a volte sia più intelligente di noi. Il fatto che mia
moglie al terzo mese ha rischiato di perdere Chiara, probabilmente
era un segnale che la natura doveva fare il suo corso.
Sono felice di aver avuto Chiara e le voglio un bene dell’anima.
Sono fiero dei risultati da lei raggiunti e dunque conscio che non
avrei mai potuto conoscere questi aspetti se avessimo allora
interrotto la gravidanza e pertanto se ribadisco che tuttavia lo farei,
è proprio per far capire quanto sia dura, quante sfide bisogna
superare e come per una persona al di fuori sia impossibile
percepirne anche solo minimamente la realtà.
Lo sport integrato è un buon punto di partenza per stimolare le
persone diversamente abili e renderle più forti per superare le
piccole sfide di oggigiorno nel mondo reale aiutando noi normodotati
a renderci conto della fortuna che la natura ci ha regalato.
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PIACERI DI GUIDO
ragazzo down ipovedente
Guido è una ragazzo affetto da sindrome di Down. Come se non
bastasse, sin dalla tenera età ha grossi problemi di vista. Oggi, a 25
anni, è ipovedente ovvero riesce a vedere il 5% da un occhio.
Non per questo Guido rimane isolato dal mondo.
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
Egli, grazie alla TV che guarda da poca distanza, riesce ad aprire
una finestra su tutto il mondo.
Oltre a ciò, è uno sportivo appassionato e, malgrado i molteplici
problemi, ha praticato, e pratica tuttora diversi sport.
Iniziando in modo precoce e dolce con la ginnastica madre-bambino
ha potuto conquistare lo spazio attorno a lui, dapprima aiutandosi
con un carrettino a cui appoggiarsi per poi riuscire a salire in sella
ad una biciclettina. È seguito il nuoto riuscendo, poco alla volta, a
coordinare quei movimenti necessari per stare a galla. In tal modo,
oltre che poter condividere il piacere di cavalcare le onde marine
con la famiglia, ha iniziato ad immergersi con tanto di maschera e
pinne.
Riprendendo uno slogan che ama ripetere, ossia “non è belle ciò che
è bello, ma è bello ciò che piace” Guido continua nelle sue
esperienze sportive guadagnando sempre più fiducia in se stesso.
Per le attività sull’acqua egli oggi riesce a tuffarsi dal trampolino più
alto che si trova al centro sportivo di Tenero (7 metri), esercitarsi
con la canoa, ecc. compresi i tuffi in alto mare da una barca a vela.
Evidentemente non ha tralasciato di fare il bagno con i compagni al
fiume.
Nei mesi invernali grazie anche al supporto del gruppo sciatori
ciechi può adesso sciare in modo autonomo, seppur seguito da una
guida esperta, su ogni pista. Dal primo incontro con “l’amico
cavallo” passando dall’equilibrio e la postura, ora riesce persino
nell’ippica con la rieducazione equestre di Pietro Fontana di Claro.
Ma non basta: Guido insiste per fare esperienze ancora più
emozionanti ed estreme, complice anche la TV.
In effetti i gravi problemi di vista lo portano a privilegiare attività
che procurano forti sensazioni corporali.
Il canyoning che realizza grazie al sostegno di Luciano Schacher e
Aldo Doninelli.
…e altro ancora…. Nonostante lo scetticismo dei suoi genitori e
grazie alle precedenti esperienze impegrative di apprendimento,
riesce a praticare il windsurf grazie anche al prof. Giorgio Calzascia.
Le esperienze fin qui fatte lo hanno aiutato in un’impresa che si
pensava impossibile eppure, con il maestro Giorgio legato ad una
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Demian Baldassari
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lavoro d’approfondimento
fune di sicurezza, poi da solo con una boa di sicurezza e seguito dal
maestro attraversa il lago da Riva S. Vitale a Melano con una
leggera brezza.
Ma Giorgio pratica anche il parapendio…
Quindi lo vuole seguire in volo a due dal Monte Generoso a S.
Martino. Durante il volo riesce a riconoscere la grande macchia blu
dove, dice, va a fare il bagno.
L’ultima, ma solo in ordine di tempo, esperienza sportiva di Guido è
stata l’arrampicata al centro sportivo di Tenero.
Sicuramente non segnerà però il termine del suo spirito sportivo.
Proporre, organizzare, lasciar scegliere, non forzare e far piacere,
avere piacere, condividere….
È così fa anche bene!
Speriamo tuttavia che l’esperienza possa ancora continuare per
molto tempo.
Conclusioni
Ho scoperto un “nuovo mondo” che non immaginavo affatto potesse
dare tante soddisfazioni a coloro che li seguono.
Evidentemente, questo significa addossarsi sia individualmente che
globalmente molto impegno e costanza, oltre a tanta pazienza
perché qui i risultati si ottengono solo con molta, moltissima tenacia
da parte di tutti gli attori.
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lavoro d’approfondimento
Nello svolgere il presente lavoro – come già accennato all’inizio – mi
ha dato la possibilità di avvicinarmi maggiormente alle persone
diversamente abili quindi di scoprire qualcosa di nuovo anche in me
che prima non conoscevo ossia una forte sensibilità nei confronti di
coloro che nella vita sono stati meno fortunati di me.
Ho presenziato al seminario “Work shop” appena organizzato dal
gruppo Shark Team 2000 dove, grazie ai vari interventi di medici,
psicologi, esperti, testimonianze dirette di genitori, ho ricevuto
ulteriori e significative informazioni inerenti questo tipo di persone.
Una delle sfaccettature di questo seminario è quella dove sono state
trattate anche le varie delusioni ed insuccessi in seguito alle
aspettative non rispettate.
Purtroppo mi sono accorto che c’è poco materiale informativo, in
special modo su Internet.
Molto probabilmente si potranno consultare dei libri nelle
biblioteche ma, sinceramente, io non l’ho fatto.
In questi ultimi mesi sono entrato nel gruppo iniziando gli
allenamenti in vasca per poter divenire monitore.
In un prossimo futuro spero di superare gli esami previsti per
l’ottenimento dei brevetti necessari, quali il brevetto di salvataggio
(B1) e primo soccorso sportivo (plusport) che sono obbligatori. Sono
tuttavia già titolare dei brevetti per il massaggio cardio-respiratorio
(CPR) e per la defibrillazione automatica esterna (DAE).
Anche se per quest’anno, a causa degli esami di fine tirocinio, non
potrò seguire il campo di allenamento intensivo di una settimana
che si tiene annualmente – durante il mese di luglio – a Tortoreto,
spero vivamente di poterlo fare negli anni a venire.
Già in questi pochi giorni di allenamento ho avuto l’occasione di
gustare quanto sano divertimento spira sia tra i monitori che tra gli
atleti raggiungendo una componente tale che in un momento
trascorrono le due ore in cui si è in acqua.
Ogni persona diversamente abile, è differente dalle altre, pertanto si
deve assolutamente dapprima conoscerla ed instaurare un rapporto
di reciproca fiducia. Solo allora si potrà ottenere il massimo da
ognuno.
È un’esperienza esaltante che consiglio a tutti, specialmente ai
giovani, perché queste persone ci regalano molto affetto e
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Demian Baldassari
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semplicità; valori questi che, uniti al rispetto, purtroppo, nella
società di oggi, talvolta vengono veramente a mancare.
Le persone diversamente abili, pur essendo esseri umani con molti
problemi, per una loro giusta integrazione, devono essere trattati
come tutti gli altri. Sono infatti i genitori stessi che reclamano
perché a questi ragazzi vengono concessi troppi privilegi mentre
devono conoscere anche i doveri.
Con loro ci vuole comunque molta pazienza perché per imparare
qualcosa che si apprende in poche lezioni, a volte impiegano diverse
settimane o mesi e, talvolta, anche qualche anno.
Ringraziamenti
Per terminare voglio ringraziare il gruppo Shark team 2000, in
particolare la responsabile Katia Rosselli per avermi concesso il suo
tempo per l’intervista e per il materiale informativo che mi ha
fornito. I signori Consonni e Carbonetti per la gentile concessione
della loro testimonianza. I miei famigliari, in particolare le mie due
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lavoro d’approfondimento
sorelline – già aiuto monitrici nel gruppo – ed i miei genitori per il
sostegno e l’incoraggiamento, nonché per le correzioni del testo.
Fonti di ricerca
Le mie fonti principali sono:

Due libri e segnatamente:
La sindrome di Down e
L’ integrazione degli handicappati.

Internet da cui ho estrapolato Informazioni, statistiche, grafici
e foto.

Partecipazione al Work shop “Quando l’integrazione sfida le
acque dell’indifferenza” organizzato dallo Shark team 2000 che
si è svolto a Bellinzona il 24 e 25 gennaio 2009.

Incontri con i monitori ed atleti di questo gruppo.
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Demian Baldassari
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
STESURA RAPPORTO PER LAV.IND.
- 39 -
Demian Baldassari
DATA:
16.set.08
27.09.2008
30.09.2008
14.10.2008
04.11.2008
18.11.2008
02.12.2008
16.12.2008
22.12.2008
23.12.2008
05.01.2009
13.01.2009
24.01.2009
25.01.2009
28.01.2009
29.01.2009
02.02.2009
06.02.2009
pittore 3 A
lavoro d’approfondimento
LAVORO:
primo impatto con il lavoro scritto
ricerca fonti es libri, riviste, opuscoli, ecc…
inpostazioni pagine, copertina
introduzione
sindrome di down
le diverse forme di handicap
le diverse associazioni parte 1
le diverse associazioni parte 2
intervista a due ragazzi portatori di handicap
intervista a katia rosselli
raccolta fonti del gruppo shark team 2000
riepilogo completo di tutto il lavoro
work shop primo giorno
work shop secondo giorno
scrittura delle destimonianze di chiara e guido
scritttura conclusioni, fonti e ringraziamenti
riepilogo totale, controlllo ortografia e impaginazione
stampa e rilegatura
ORE:
4h
3h
4h
4h
4h
4h
4h
4h
1h
2h
5h
4h
8h
7h
4h
3h
6h
tot h: 71
- 40 -
LUOGO:
scuola
casa
scuola
scuola
scuola
scuola
scuola
scuola
casa
casa
castione
scuola
seminario
seminario
casa
casa
casa
casa
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il nuoto è uguale per tutti