Redazione a cura del Centro Studi Soratte - Direttore responsabile: Francesco Zozi –e-mail: [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA – www.centrostudisoratte.com N. 121 – APRILE 2012 BIS Le informazioni da pubblicare sono tante, ed a volte non è sufficiente un solo numero mensile. Proponiamo quindi un Soratte Nostro Nuovo di Aprile bis che dedichiamo alla Primavera ed al risveglio della Natura dopo un lungo, freddo e bianco inverno. Il prossimo numero sarà stampato nel mese di Maggio e conterrà come di consueto un inserto speciale sulla Festa della Madonna di Maggio. Una comunicazione del Sindaco di Sant’Oreste al nostro giornale ci rende note due decisioni riguardanti attività culturali e religiose del nostro paese. (ndr) ALLA DIREZIONE SORATTE NOSTRO NUOVO Sant’Oreste 26 Marzo 2012 OGGETTO: Segnalazione. Con la presente, intendo segnalare alla direzione del giornale “Soratte Nostro Nuovo”, due importanti decisioni che faranno molto piacere ai nostri concittadini, prese dall’Amministrazione comunale, che riguardano il Comitato festeggiamenti della Madonna di Maggio e la nostra Chiesa di S.Nicola. Dopo aver approvato al Consiglio Comunale del 15.06.2011 l’individuazione dell’area da adibire alla coltivazione di “canna comune” indispensabile allo svolgimento della festa della Madonna di Maggio, (agli encomiabili volontari sarà evitato di recarsi in altri paesi per la raccolta di canne), in data 21.03.2012 si è formalizzata la concessione di tale area, attraverso un comodato d’uso gratuito a tempo indeterminato, come disciplinato dagli art. 1803 e 1812 del Codice Civile. L’altra decisione riguarda la nostra Chiesa di San Nicola, di proprietà comunale. Dopo aver sentito Sua Eccellenza il Vescovo Mons. Romano Rossi, il nostro Parroco Mons. Guido Ansidei ed i molti volontari interessati, si è deciso di mettere a disposizione la nostra chiesa per la mostra permanente dei presepi. Cordiali saluti. Il Sindaco Sergio Menichelli PRIMAVERA (di Vando Fidanza) Si guardi in arto e vedi un cielo terso E l’aria se fa meno frizzantina Guardi li prati ogni giorno che passa Tu noterai che va sparì la brina Un mandorlo è fiorito immezzo ar campo Se sente de cantà la capinera Alla natura che se sta sveianno Annuncia che è arrivata Primavera. ANEMONE (di William Sersanti) Avrei una gran voglia di abbracciarti, ma sei così minuta tra le mani; pertanto mi consolo a rimirarti sapendo che non ci sarai domani. Anemone, che già sfoggi orgogliosa la tua fragile veste, il tuo sudario, tra la Natura verde e rigogliosa del mio Soratte sacro e solitario, ti godi la stagione del risveglio e riempi il bosco del tuo sentimento. Ti guardo ancora un poco, ti sorveglio, e poi ti lascio lì, fiore del vento. NOTIZIARIO! - Dal 14 Marzo al 14 Aprile è possibile visitare l’esposizione presso il Museo Naturalistico del Monte Soratte “Anima-l-arte”. Sabato e Domenica ore 10-12 e 16-20. - Dal 30 marzo, presso il teatro comunale di Sant'Oreste, sarà attuato il progetto della Protezione Soratte per la promozione della sicurezza nelle scuole con lezioni teoriche sui comportamenti corretti da tenere nei casi di emergenza e una simulazione di evacuazione a seguito di evento catastrofico RACCOLTA DIFFERENZIATA A SANT’ORESTE. Ricordiamo l’impegno solenne del Sindaco di Sant’Oreste ad intraprendere il percorso verso il traguardo “Rifiuti Zero” entro il 2024, stabilendo il raggiungimento del livello minimo del 65% di raccolta differenziata per il 2012 e del 75% entro il 2015. 1 TONINO BALERNA di Oreste Malatesta I nostri genitori recitavano quotidianamente la preghiera di San Bernardo: “Ricordati, piissima Vergine Maria, che non si è mai sentito dire che qualcuno ti abbia invocato o sia ricorso al tua aiuto e, poi, sia andato in rovina … ”. Per la familiarità che ha avuto con la Madonna, anche Tonino Balerna ripeteva questa preghiera, sicuro che Ella sarebbe stata sensibile alle sue richieste. Alla fedeltà della Madre di Dio, Tonino ha risposto con un amore costante, chiaramente manifestato, sia in pubblico che nell’intimità della sua coscienza. E non è mai rimasto deluso. Tonino è stato un bel testimone di quanto sia ragionevole per un uomo maturo la devozione alla Madonna. La serenità stampata sul suo volto non è mai venuta meno, neanche nei momenti di difficoltà, della malattia e del dolore. In questi 80 anni vissuti in mezzo a noi, la ruga dello scetticismo senza ragioni non si è mai impressa sulle sue labbra; né la tristezza di chi ha abbandonato la tradizione dei padri ha mai fatto ingresso nel suo cuore. La sua religiosità è stata favorita, in primo luogo, dall’ambiente familiare, ove ha ricevuto una educazione semplice e concreta, tipica delle famiglie di Sant’Oreste. Nato nel 1932 fu battezzato con il nome di Giorgio; ma sua madre Ginevra glie lo cambiò in Tonino, per onorare un voto fatto a sant’Antonio, che l’aveva esaudita in una richiesta relativa alla salute del piccolo Giorgio. Lo sviluppo e l’approfondimento della sua fede è dovuto soprattutto alla sua amicizia con un santo sacerdote, don Germinio Abballe, che l’ha accolto come un figlio e che, approfittando delle sue capacità organizzative, l’ha coinvolto in tutte le iniziative parrocchiali, soprattutto in quelle dedicate alla Madonna. Tutti ricordano che il giorno della festa dedicata alla Madonna delle Grazie, egli seguiva l’organizzazione: serviva la messa, curava l’ordinato andamento della processione, nonché il banchetto della vendita dei santini e dei ricordini sacri. Nel comitato della festa della Madonna di Maggio era uno di quelli che prendeva le ferie (lavorava nell’Azienda dei Telefoni di Stato) per essere disponibile nei giorni precedenti e successivi a quella festa. Per non parlare delle domeniche dedicate alla raccolta delle canne o alla realizzazione dei cordoni della mortella: il suo impegno cordiale e gioioso era uno stimolo per tutti. Questo si può vedere anche nei due bellissimi filmati realizzati dall’indimenticabile Mazzone, che il Centro Studi Soratte ha proposto on line. La sua fede si è approfondita quando ha sposato Cecilia e l’ha trasmessa ai suoi figli, Agostino, Elisa e Maria Rosaria. Poi l’amicizia con padre Antonio Dellepiane e la sua partecipazione all’opera di ristrutturazione del santuario della Madonna delle Grazie gli hanno fatto maturare una nuova esperienza al servizio della Vergine. Fede e ragione non conoscevano contrasto in Tonino: era curiosissimo, sempre interessato ad ogni nuova conoscenza ed approfondimento. Aveva anche un profilo su face book, dove chattava con i suoi nipoti. Amava visitare le librerie, soprattutto quelle religiose, alla ricerca di testi sulla vita dei santi, delle preghiere e dei canti. Era appassionato di tecnologie Hi Fi: utilizzava modernissimi impianti ricettivi, per sintonizzarsi sui canali religiosi, in particolare con Radio Maria. Registrava i programmi di catechesi, soprattutto mariani, e li riversava da un supporto all’altro (da VHS a DVD). Sotto Natale preparava un grande presepe ed impiegava, ogni volta, nuove tecniche, alla ricerca di qualche lucetta o effetto speciale di ultima generazione. Amava la musica bandistica e gli ha fatto un immenso piacere sentire suonare, al suo funerale, la banda del suo cuore, quella fondata da Innocenzo Ricci. La fede cattolica e la devozione a Maria hanno reso Tonino un uomo realizzato. Come ha vissuto, così è morto: sereno perché ha combattuto una buona battaglia e lieto perché è stato sempre accompagnato dalla fedelissima presenza della Madonna di Maggio. Tonino (il 1° a destra nella foto) in occasione dello spostamento dell’altare in S.M.delle Grazie sul Soratte (anni ’70). RUBRICA RELIGIOSA: BESTIALI MA SALVATI A cura di Oreste Malatesta Quindi giunsero in un momento predeterminato, un momento nel tempo e del tempo … in ciò che noi chiamiamo storia … Un momento nel tempo, ma il tempo fu creato attraverso quel momento: poiché senza significato non c’è tempo e quel momento di tempo diede il significato. Quindi sembrò come se gli uomini dovessero procedere dalla luce alla luce, nella luce del Verbo, attraverso la Passione e il Sacrificio salvati a dispetto del loro essere negativo; bestiali come sempre, carnali, egoisti come sempre, interessati e ottusi come sempre lo furono prima, Eppure sempre in lotta, sempre a riaffermare, sempre a riprendere la loro marcia sulla via illuminata dalla luce; spesso sostando, perdendo tempo, sviandosi, attardandosi, tornando, eppure mai seguendo un'altra via. Da “Cori da La Rocca" di T.S. Eliot EFFEMERIDE con la collaborazione di Francesca Lancia Sergio Giovannelli (83); Biancini Giovanni (80) residente a Filacciano - Al fratello Evaristo ed alla figlia Maria Pia le nostre sentite condoglianze. Giorgio (Tonino) Balerna (80) Alla famiglia Balerna le nostre più sentite condoglianze. Tonino era un caro amico molto vicino alle nostre attività culturali ed alla vita del nostro giornale. Il Centro Studi Soratte ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di questo numero. I nostri ringraziamenti vanno inoltre a: Paolo Bertollini, Maria Piante e Fiori, Bar Pizzeria Da Cipria, Ristorante Mare in Montagna, Farmacia Buonfantino, Bar Nonna Rosa, Ristorante Alessandro al Campanile, Macelleria Cingolani. SANT’ORESTE - REGOLAMENTO COMUNALE DI POLIZIA URBANA. Art. 32 – Divieto di getto di opuscoli o foglietti. E’ vietato nelle strade, piazze o spazi pubblici o comunque aperti al pubblico, il getto di opuscoli, foglietti ed altri oggetti. TOPONOMASTICA RURALE NEL TERRITORIO DEL SORATTE. M ANDRIOLO. La località è documentata sin dal 1400. E’da connettere, al pari di Fossamandria ed altri toponimi simili, come Mandria, Mandrione e Capomandro (cfr. Via Capomandro a Calcata), al lessico della zootecnia e dell’allevamento, potendo designare sia il ‘recinto per il bestiame’, sia il ‘branco o strupo di bestie’. LE ERBE DEL SORATTE. ASSENZIO. (Artemisia absinthium) della famiglia delle Composite. Vive nei luoghi asciutti e sassosi alle pendici del Monte Soratte. Questa pianta che raggiunge anche un metro di altezza è chiamata anche "erba santa" per le sue indiscusse qualità terapeutiche. Viene usata infatti come calmante per i dolori mestruali e come cicatrizzante per piaghe e ferite mescolato ad altre erbe. ANFIBI E RETTILI DEL SORATTE. L ACERNA VIRIDIS. RAMARRO. Specie Sud-Europea. In Italia è distribuita nella penisola e in Sicilia. Conosciuta al Soratte, "confermata" nell'area regionale comprendente la riserva, appare rappresentata da un popolamento diffuso nelle radure erbose e soleggiate dei cedui e i prati incolti e pascoli sul versante Est della Riserva. Inclusa nella Direttiva 92/43. RACCONTI DI UN PAESE RELIGIOSO di Vando Fidanza Ce so notizie se tu voi informate Leggilo tutto e te farà piacere So qui racchiuse dentro sto forziere Er titolo der libro è Er mio Soratte. E qui ne troverai de sorprese Descritte bè persone d’ogni festa Le tradizioni di questo paese Ce lo ricconta Oreste Malatesta. Ricordi d’un paese religioso Diceva er Rosario prima d’annà a mensa Pregava ardentemente San Nonnoso E fiduciosi nella Provvidenza Pregava sia l’omo che la donna Annava a Messa prima la matina E quanta devozione alla Madonna Ce stava in questa terra sorattina. E Don Germinio ci insegnò a pregare La catechesi ce l’ha fatta a tutti E incominciò quei semi a germogliare Sei uno di quei semi e dai li frutti. Si te facevi prete niente male Visto che bona tu ce l’hai la capa T’avrebbe fatto presto cardinale E poi cor tempo diventare Papa. T’avremmo fatto tutti na gran festa In quanto a feste ‘nce tiramo indietro E sui giornali Oreste Malatesta Eletto Papa ar soglio de San Pietro. LOCUZIONE LATINA. Repetita juvant (Le cose ripetute giovano) LE GROTTE DELLA RISERVA DEL SORATTE. EREBUS. Questa cavità ad andamento prevalentemente verticale è tuttora in corso di esplorazione. L'ingresso è a forma di ampia spaccatura discendente e si apre a quota 634 m. s.l.m., sul versante sud occidentale del monte. La rigogliosa vegetazione locale di tipo mediterraneo aveva celato per anni questa cavità, finchè nel 1989 fu scoperta da un gruppo di ragazzi. Solo nel 1994, dopo che un incendio aveva distrutto su quel versante tutta la vegetazione, fu ritrovata. La sua esplorazione fu ripresa nel 1995, con l'asportazione di alcune ostruzioni detritiche. Grazie a tale disostruzione, nel marzo del 1996 si raggiunsero i 115 m. L'intera cavità è ricca di concrezionamenti che impongono molta cautela nell'avanzamento, al fine di non danneggiarli. Particolarmente interessante è la presenza, subito sotto l'ingresso, di un crostone parietale spesso oltre un metro, che ostruisce quali il passaggio, testimone di una montagna assai più alta dell'attuale e di un'evoluzione della cavità che dura certamente da migliaia di anni. ¦ RICETTE. PIZZA SCACCIATA. Ingredienti per 4 persone: 9 uova, 3 hg di zucchero, 3 hg di farina, buccia di limone grattugiata. Preparazione: Montare in spuma le uova con lo zucchero e il limone, per mezz'ora. Infine aggiungere poco per volta la farina a cucchiaiate e mescolare bene. Cuocere a forno moderato per circa un 'ora e mezzo. T ANTO PER CHIARIRE… gibio Ce rifamo… Monti dice:” Ora bisogna fare gli italiani” ed esterna l’auspicio in occasione della chiusura delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. E’un augurio possibilista, non è un’enciclica né un solenne giuramento. E’una chance che il Premier offre a se stesso e alla nazione. Repetita iuvant, direbbero i latini. Un precedente storico già lo abbiamo avuto in pieno Risorgimento. Fu infatti Massimo D’Azeglio che coniò la proverbiale frase “fatta l’Italia bisogna fare gli italiani”. Famosa espressione, riportata in ogni libro di scuola, dedicata ad un progetto che allora sembrava irrealizzabile per via delle diseguaglianze, disparità economiche, sociali, politiche e geografiche da superare (cose ancora irrealizzate dopo i famosi 150 anni… ) in quell’Italia unita solo militarmente. I libri di scuola, ahimè, non riportano i non unitari pensieri che lo stesso D’Azeglio esprimeva quando considerava una vera follia e iattura quella di fare Roma Capitale e tacciono spudoratamente (storici... ma dove siete?) su ciò che il Nostro scrisse ad un amico: ”Unirsi ai napoletani è come andare a letto con un lebbroso!” Che maramaldo sto’ D’Azeglio. Visti i precedenti, forse non mi soffermerei più di tanto sull’argomento “fare gli italiani” semmai ne vedrei, con rispetto parlando, l’inconcretezza visionaria. 3 GRAFFITI METROPOLITANI I TEMPI SONO CAMBIATI di Jaume Tutusaus da Begues (Spagna) Prima, quando parlavi con un italiano, la prima cosa che ti diceva era quanto si stava bene in Spagna, come vanno male le cose in Italia, ecc. ecc. Questo oggi non è più vero, ora qui in Spagna le cose sono molto peggio che in Italia, la metà dei giovani sono disoccupati. La metà! E il resto? Hanno un lavoro solo tre persone su quattro. In questa situazione, non si capisce perché ancora non c’è rivolta sociale. C'è una sola spiegazione: la solidarietà familiare funziona, così come in Italia credo. Si sono fatti talmente tanti errori che sarebbero necessari almeno tre Soratte Nostro Nuovo per elencarli, però ne posso elencare alcuni. Negli anni 2000 si poteva comprare una casa per 300.000 Euro e richiedere alla banca la stessa cifra di 300.000 Euro, oltre ad un prestito per l'auto naturalmente! Il tuo salario, supponiamo fosse di 2.000 Euro, con la quota del prestito di 1200 Euro non succedeva niente. Oggi, questa casa ha un valore di mercato di 180.000 Euro e tu sei disoccupato. L’edilizia residenziale era cresciuta fino a rappresentare il 15% del PIL, ed oggi non arriva al 4%. Chiaramente, le cause sono molte di più e questi riferimenti sono solo un piccolo esempio, ma per una dimostrazione definitiva ecco un’altra storia: Il nostro Comune ha acquistato un gregge di capre, circa 70, più un caprone chiamato Sandokan, ed ha assunto un giovane pastore alla sua guida che ha dovuto prima frequentare un corso di formazione presso la Scuola di Pastori (Esiste!). Le capre avevano ed hanno il compito di tenere pulito dalle erbacce i dintorni delle case vicino al bosco. Pulire, o non pulire, brucando un po’ qua e un po’là, loro sono felici. Perdonatemi un po' di umorismo con questa storia, ma la cosa triste è che questa storia è vera. Ah! Dimenticavo: Se c’è uno per il quale non c’è crisi quello è proprio Sandokan. Ringraziamo Jaume per la sua corrispondenza dal nostro paese gemellato Begues. Giacomo scrive in spagnolo e la traduzione è a cura della redazione.(ndr) SORA M ARCELLA di Luigi Usai Ricordo una rarissima sorella nel Signore, che d’animo dotata eccezionale, qui in paese è stata per i poveri un angelo, una stella benigna. Si chiamò «Sora Marcella» una benefattrice insuperata, che nessuno ha mai più dimenticata. Lei si sacrificava, poverella, con i suoi pochi mezzi, ad elargire vitto, assistenza medica e buon viso alla povera gente ed a lenire personalmente, con cristiano amore, sventure e piaghe. Certo in Paradiso l’avrà accolta, premiandola, il Signore. - Il Figliol Prodigo è tornato... ammarando al Polverino (a che fare?). Ce lo dirà una delibera comunale. Forse sarà una attività culturale! - Aprirà in Piazza Orazio Moroni, ex orto Azzimati, una sala scommesse. Le Autorità sono informate? La cura delle anime a chi spetterà? - Ma che è stà pua? E’forse un modo per farsi casa? - Ricordiamo all’Assessore che la Riserva e i suoi monumenti sono nelle sue mani... LETTERE ALLA REDAZIONE Dedichiamo questo spazio al dibattito apertosi dopo la pubblicazione dell’articolo sul SNN120 del Sig. Vajani; Riportiamo quindi la lettera pervenuta a firma del Sindaco Sergio Menichelli e dell’Assessore Doriano Menichelli e la replica dello stesso Vajani (ndr). E’ VERO! CHI È CAUSA DEL SUO MAL... PIANGA SE STESSO. Abbiamo letto sul giornale on line “Soratte Nostro” un intervento che ci ha lasciati un poco perplessi e sul quale vorrei intervenire. Ma innanzi tutto vorrei ringraziare a prescindere, questo giornale, per l’utile servizio di dare voce a tutti quelli che vi scrivono; anche a chi, a volte, seppure inconsapevolmente, esprime una critica esacerbata e fuori luogo, perché in fondo in fondo, anche questo serve per la crescita di Sant’Oreste. Noi non sappiamo quale sia la causa che ha indotto, il cittadino firmatario dell’articolo pubblicato su “Soratte Nostro Nuovo on-line”, n. 120 dell’Aprile 2012, a procurare tanto “accorato pianto”, né ci interessa saperlo, a meno che non riguardi situazioni di natura istituzionale e amministrativa. In questo caso il discorso cambia e l’Amministrazione ha il diritto-dovere di intervenire e chiarire, e siccome penso che questo sia il motivo, mi sento in dovere di esprimere la mia idea in proposito. Tanto per cominciare, le Amministrazione che si sono succedute dal 1985 ad oggi hanno realizzato opere che hanno stravolto l’assetto del nostro Paese e che certamente hanno portato un indiscutibile beneficio all’intera Comunità locale. Tra le tante realizzazioni, prendiamo solo quelle citate dal cittadino firmatario dell’articolo. Innanzi tutto una premessa ci sembra doverosa: bisogna distinguere bene da quali punti di osservazione le cose vengono viste. Quello del firmatario, che è un commerciante della ristorazione che reclama, legittimamente, maggiori opportunità di lavoro per se stesso; quello dell’ Amministrazione, che è, invece, rivolto a creare sviluppo, opportunità di lavoro, qualità della vita e benessere per tutti i propri cittadini. La prima, quella del commerciante, può dipendere, ma non sempre, anche dalla seconda. Allora, proprio per creare sviluppo nel paese e dare opportunità occupazionali a tanti giovani, l’Amministrazione ha realizzato un opera come l’Outlet; anche se questa struttura, come tutte le attività economiche, risente dell’andamento generale dell’economia. La crisi economico-finanziaria e produttiva, che da qualche anno sta mordendo la nostra società, e che oggi si va aggravando ancora di più, non aiuta certo lo sviluppo del sistema nel suo complesso. La realizzazione dell’Outlet è stata una grande occa- sione per i cittadini di Sant’Oreste, che hanno potuto risentire meno degli effetti nefasti della crisi economica. Vogliamo sempre ricordare, su dei terreni su cui pascolavano le pecore, oggi ci lavorano più di cento ragazzi di Sant’Oreste (scusate se è poco). Con ciò, però, non vogliamo utilizzare questi indiscussi successi per negare che esiste una effettiva situazione di difficoltà che riguarda tutte le attività economiche a cominciare da quelle che operano nella ristorazione. Ma proprio per questo è importante che tutte le attività imprenditoriali, non escluse quelle della ristorazione, dovranno necessariamente rivedere e riassestare i propri standard e riassestarsi sul mercato, proponendo offerte di qualità e di prezzi concorrenti e appetibili, anche se per le attività di ristorazione che operano nel centro storico esiste un problema di parcheggi. In proposito, è il caso di ricordare, agli smemorati e agli sprovveduti, che l’Amministrazione ha approvato un progetto di parcheggio su due piani, da realizzarsi nel centro-storico, che è in attesa di ottenere il necessario finanziamento. Su questo punto “Soratte Nostro” ha innescato una campagna denigratoria che è oggettivamente incomprensibile (chi si ricorda della portaerei?). In attesa di ciò, comunque, l’Amministrazione sta valutando, considerata la posizione collinare, e impervia, di Sant’Oreste, la possibilità di creare piccole aree a parcheggio al ridosso del centro storico, per una agevole accoglienza del visitatore in occasione della prossima stagione estiva. Tra i progetti per rendere appetibile e incentivare i turisti a visitare il nostro paese, c’è anche quello di rendere visitabili i “bunker”, i quali, occorre però sapere, saranno accessibili al pubblico solo dopo gli inevitabili lavori di messa in sicurezza. Ma anche per realizzare questi occorrono soldi che è impensabile trovare nel solo bilancio di un piccolo Comune, com’è Sant’Oreste. Per concludere, tornando al commercio, certi ristoranti, sia al mare che sui monti, la cui fama è notoria ed apprezzata da una certa clientela, lavorano senza sosta, indipendentemente se hanno a disposizione grandi aree a parcheggio. Quindi, condividiamo il motto del cittadino firmatario: chi è causa del suo male… ..pianga se stesso. Sergio Menichelli - Sindaco di S.Oreste Doriano Menichelli - Assessore "PER FAR CHIAREZZA, BISOGNA ESSERE CHIARI" di Simone Vajani Caro Direttore, Le scrivo in relazione all’intervento del Primo Cittadino in risposta al mio articolo conseguente l’appello dei commercianti di Sant’Oreste. Vorrei che mi concedesse 2 premesse certamente più concise delle 20 righe e mezza in questione: la 1° è che, se avessero letto il mio articolo, sapevano che è stato “l’accorato pianto” dei commercianti a spingermi a scriverLe (ma a loro non gli interessa dato che non è né di natura istituzionale e né amministrativa); la 2°, sempre se avessero letto l’articolo, è che non vado affatto a citare le assenti opportunità per “me stesso”, ma bensì le opportunità che diamo a frutterie, tipografie, macellerie, pastifici, vend. di bevande varie degli altri paesi patrocinando “alcuni” party privati. L’Outlet è per me personalmente una risorsa immisurabile tutti i giorni, tutto l’anno tanto che ho sempre sostenuto l’idea di sviluppare un ufficio satellite della Proloco nei locali che “si dice” siano stati dati in comodato al Comune per meglio sfruttare lo stesso: una “vetrina” per tutti a sostegno anche dei coltivatori diretti lamentevoli della mancata vendita di olio (tanto per combattere la “crisi”). Inoltre, secondo me, creare un parcheggio molto oneroso ed esteticamente “orrido” tra almeno 10 anni, se cominciano domani il cantiere, per non spostare il mercato sembra poco valida come scusante: è come spostare l’intera montagna per non rimettere su il cartello che indica la direzione per accedervi. Vorrei precisare che non si pensi che io abbia contestato i posti assegnati ai giovani all’Outlet o le amministrazioni dal 1985 ad oggi, me ne guarderei bene. Non voglio parlare di me stesso e né dei miei colleghi ristoratori tanto nel precedente articolo quanto in questo, però nel ringraziare il Sig. Sindaco dei preziosi consigli di gestione aziendale e marketing, a cui farò fede, vorrei far notare che a detta degli “esperti” una attività di categoria come la mia necessita di almeno 3-5 anni per consolidare un numero di clienti atto a permettere un regolare e consistente ciclo finanziario; in conclusione faccio altresì notare che il mio locale, quanto a frequenza, è allineato allo standard di frequenza dei miei colleghi più vicini, quindi lavoriamo tutti senza la stessa sosta! La fama e la notorietà sono virtù tanto nella vita quanto nel commercio che si acquisiscono soltanto con il tempo. Io penso, e concludo, che questo paese non sia secondo a Torrita Tiberina per le case/albergo, che i cassonetti e le pensiline non siano la giusta cornice al dipinto che la natura da noi crea, che la Montagna Sacra sia degna di avere almeno un cartello direzionale, e che la passeggiata sia decorosa quanto il panorama che offre camminandovi: “Io” non mi vergognerò mai a dire che queste banali apprensioni siano di sostentamento ai miei interessi, ovvio… rispetto alla pavimentazione del parcheggio del campo sportivo! Ma ricordate che i miei interessi, come quelli di tutti i cittadini, sono il loro lavoro! Ne è in gioco anche il mio di futuro oltre a quelli dei miei coetanei e pretenderò sempre che venga rispettato da chi ce lo dovrà consegnare. Ringrazio il Primo Cittadino per aver dimostrato quanto sia misera la distanza che separa le amministrazioni dai cittadini; spero di aver dato la prima scossa all’omertà, principale tema del precedente articolo, e spero che nel prossimo numero altri cittadini abbiano l’ardire di continuare ad esporre le proprie idee o critiche. Ringrazio vivamente le Ass. Bunker Soratte, Proloco, Avventura Soratte, Sant'Oreste nel cuore, cacciatori, giovani, Comitato Madonna di Maggio, Gruppo Storico, Avis per essere i veri portabandiera di quello sviluppo territoriale che preme agli interessi di tutti noi. Nota: "Comprate in paese!!!" l'accorato pianto sfuggito ai più distratti! Uno dei compiti del nostro giornale è quello di stimolare dibattiti tra le varie componenti della nostra società. In questo caso abbiamo da una parte i commercianti che soffrono questo periodo di crisi e chiedono ai governanti una attenzione sollecita e delle politiche di sviluppo che possano migliore la ricezione turistica e la vivibilità del paese. Dall’altra l’amministrazione difende le proprie scelte e rilancia nuove proposte con l’attenzione che si deve al bilancio finanziario. In mezzo i cittadini che vivono la realtà giornaliera del paese e saranno chiamati ad essere i giudici del loro futuro. Noi ringraziamo il Sig. Vajani, il Sindaco Menichelli e l’Assessore Menichelli per i loro contributi e ci auguriamo anche per l’avvenire un dialogo aperto con i cittadini e con i nostri lettori al fine ultimo di cercare sempre il miglioramento della situazione. (ndr) 5 PARLIAMO D’AMORE di gibiò APPELLO – CORO Mi piace intervenire sull’articolo di Gabriele Sacchi pubblicato sul n.120 di Soratte Nostro Nuovo. In questo secolo definito “la morte del prossimo” parlare di amore fa bene a chi ne parla e… al prossimo. Gabriele formula tre tipi di amore: quello tra un uomo e una donna; quello dei genitori verso i figli; quello rivolto a Dio. Sono tre contenuti dell’amore assolutamente diversi, tre esperienze dell’amore differenti ai quali si potrebbe aggiungere, per esempio, l’amore per gli amici, quello per gli animali ed altro ancora. Personalmente, apprezzo le valutazioni di Gabriele, ma credo che il punto di partenza, quando si parla d’amore, sia nel Levitico dove si afferma “Ama il prossimo tuo come te stesso” Al di là dell’aspetto legislativo, questo postulato, che poi è un comandamento, comporta non solo un dovere etico dell’amore e nell’amore ma, ancora, l’osservanza e l’obbedienza ad un divenire che esce dal proprio Se per diventare fraternità condivisa e adesione totale al precetto divino. Una superficiale esegetica porterebbe già verso tre direzioni: Ama il prossimo tuo che è “come te stesso”, oppure, Ama il prossimo tuo come “ami te stesso”, e ancora, Ama il prossimo tuo perché “egli è te stesso”. In tutti e tre i casi è evidente il progetto di Amore come fine e non come mezzo e quindi Amore non è opportunismo o scopo. Ed è ancora più chiaro quando Amore si trasforma in conversione verso un prossimo che è l’altra faccia di Me stesso. Cioè la vittoria sulla perturbante estraneità con la quale noi definiamo il prossimo come nemico, antagonista, diverso, lontano da noi. Se io non comprendo in Me questa rivelazione del “prossimo come me stesso”, come potrò amare l’altro? E se non colmo dentro di me la distanza che separa il Me dall’altro Me, faccio solo filantropia, non certo Amore. Ecco allora che Amare è un trauma doloroso, è una sofferenza che ricorda la Croce ma al tempo stesso è certamente una fonte di identificazione con il Prossimo, che poi, altri non è che il Gesù soccorso dal samaritano. Il Coro polifonico Rosa Proserpio invita tutti gli amanti del bel canto ad unirsi a loro. Il Coro riscuote sempre grande successo per i suoi concerti ed è aperto ad accogliere ogni nuovo componente per incrementare il suo organico. Il Direttore e la Redazione del Soratte Nostro Nuovo augurano Buona Pasqua a tutti i lettori CRUCIVERBETTU (W.S.) 1 2 3 4 5 6 7 A ghj là. 1 Quellu dell’ormu si magna. 4 Si ‘ddoprava pe’ ‘bbutigghjà e matasse. 6 Tutt’atru che doci. 7 Più cresce e più a pèlla si sbrillènta. A ghj ghjó. 1 Sèrvono a fà pisculà l’àcqua da sopr’i tetti. 2 Si fa cu porchettu. 3 C’è pure quella fràvala. 5 U fratèllu i tata. 6 A pilucca… da mate. Prossimi appuntamenti: Domenica 22 Aprile – Festa della Madonna delle Grazie sul Soratte, nota anche come Festa della Montagna